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Introduzione
apprendimento sono stabilite non tra due soggetti umani, ma tra un bambino e una macchina?
Questa è la domanda che è stata alla base del progetto MIROR-Musical Interaction Realying
motoria, denominata piattaforma MIROR, basato sul paradigma d’interazione riflessiva. Tale
paradigma si fonda sull'idea di permettere agli utenti di manipolare copie virtuali di se stessi,
attraverso software specificamente progettati. Tali sistemi sono stati denominati sistemi
Recenti studi sull'invenzione musicale nei bambini molto piccoli (2-4 anni), hanno suggerito
che l'origine di nuove idee musicali è strutturalmente ancorata allo sviluppo d’interazioni
simpatetiche tra l'adulto e il bambino mentre suonano e giocano con strumenti musicali (vedi
per esempio Custodero, 2005; Mazzoli, 2003; Young, 2004). Secondo alcune teorie, lo
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che si stabilisce, fina dai primi giorni di vita e ancora prima della nascita, tra l'adulto e il
bambino (Imberty, 2005; Malloch, 2000; Stern, 2004; Trevarthen, 2000). In questa situazione,
la questione che ci siamo posti è stata la seguente: quali modelli di sviluppo cognitivo e di
apprendimento sono prodotti quando queste interazioni sono stabilite non tra due soggetti
umani, ma tra un bambino e una macchina? Le nuove tecnologie, infatti, possono essere
considerate non solo come "strumenti" per il supporto didattico, ma anche come linguaggi e
In una rassegna su tecnologia musicale e educazione, Webster (2002) rilevava come vi sia una
scarsità di ricerche concernenti l’uso della tecnologia musicale con bambini piccoli. Nel 2003,
Continuator (Addessi e Pachet, 2005), il panorama degli studi in questo settore era realmente
molto povero. Ci siamo chiesti il perché di questo vuoto, in un settore, quello educativo, nel
quale invece le tecnologie avevano trovato ampia applicazione e interesse, come abbiamo
avuto occasione di scrivere (cfr. per esempio Addessi, 2000). Abbiamo pensato che le ragioni
di ciò potevano risiedere nella persistenza d’ideologie e/o saperi comuni che vedono l'infanzia
considerare che fin dalla nascita i bambini sono immersi in mondi musicali quotidiani sempre
più mediati dalle tecnologie digitali. Quando arrivano a scuola, i bambini sono già dotati di
una vasta gamma di competenze e concetti musicali derivati da queste esperienze. Il problema
non era, quindi, se le tecnologie digitali dovevano far parte o meno dell'educazione musicale
dei bambini e delle bambine, ma come l'approccio pedagogico poteva trasformarsi al fine di
contribuire al meglio allo sviluppo delle competenze di cui i bambini hanno e avranno
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bisogno, per interagire efficacemente in futuro in una cultura audio-musicale (Folkestad,
Un’altra condizione che ci sembrava all’origine di tale impatto limitato era la mancanza di
collaborazione tra coloro che progettano tali sistemi e le comunità educative. Più
interessata alle questioni riguardanti la progettazione di nuovi sistemi che implicano obiettivi
pedagogici. Questi sistemi possono contenere innovazioni tecniche e concettuali ma non sono
ampiamente utilizzati perché non tengono conto, fin dall'inizio della progettazione dei sistemi
stessi, delle prospettive educative e psicologiche. Dall'altra parte, la comunità educativa aveva
ed ha soprattutto studiato l'impatto nelle scuole di software musicali già esistenti, piuttosto
che essere attivamente coinvolta nella progettazione e implementazione dei sistemi stessi.
un’educazione musicale e motoria sistematica nelle scuole per l'infanzia e per la prima
infanzia: infatti, nonostante l'importante ruolo che l'esperienza musicale svolge nella vita
quotidiana dei bambini, come recenti ricerche dimostrano (vedi, ad esempio Addessi e
Young, 2009; Ilari e Gluschankoff, 2009; Tafuri, 2007), e nonostante l’interesse crescente per
internazionale, seppur non esaustivo, vedi gli Atti del Convegno SIEM del 2007, “Musica 0-
3”, in Addessi, Pizzorno e Seritti, 2007), l'educazione musicale dei bambini piccoli era ed è
ancora assente nella maggior parte delle scuole, asili e scuole di musica, in Italia come
all’estero.
Questi interrogativi e queste riflessioni sono stati alla base della nascita e dell’ideazione del
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dall'Unione Europea e coordinato dall’Università di Bologna (FP7-ICT, Technology-
tecnologie conosciute come sistemi musicali interattivi riflessivi (SMIR, qui e in seguito) che
rappresentano una nuova generazione di sistemi per ambienti virtuali d’interazione musicale.
Il primo prototipo di SMIR è stato elaborato presso il Sony Computer Science Laboratory di
Parigi (Pachet, 2003). Gli esperimenti e le attività svolte immediatamente dopo con i bambini
(Addessi e Pachet, 2005, 2006; Ferrari e Addessi, 2014) hanno dimostrato chiaramente le
straordinarie potenzialità di questa nuova generazione di software, sia nel campo specifico
della creatività musicale, sia in quello più ampio delle strategie di apprendimento. I risultati
educazione musicale e nuove tecnologie, i quali hanno evidenziato il carattere innovativo sia
della tecnologia di tali sistemi sia della metodologia di ricerca da noi utilizzata in questi studi
(Bryan-Kinns, 2004; Burnard, 2007; Fober, Letz e Orlarey, 2007; Webster, 2007; Young,
2008).
Basandoci quindi sui questi promettenti risultati, con il progetto MIROR abbiamo voluto
sviluppare le potenzialità della SMIR per trasformarli in una nuova forma di software
pedagogici. L'obiettivo del Progetto MIROR era infatti quello di sviluppare e validare una
basata sul concetto di interazione riflessiva. Al termine del progetto MIROR, sono state
applicato per la prima volta al movimento e alle tecnologie dedicate all’analisi e sintesi dei
movimenti del corpo (Addessi, 2013; Volpe, Varni, Addessi, & Mazzarino, 2012). Le
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(scuole di musica, lezioni individuali e collettive, ecc.) e "informali" (ad esempio in famiglia,
in contesti di cura, ecc.). Le applicazioni sono progettate per bambini dai due ai dieci anni, ma
possono essere utilizzate anche in altre fasce di età e in diversi contesti performativi e artistici.
bambini in ambienti “riflessivi”, i processi di apprendimento e gli scenari educativi. Una serie
test effettuati durante la realizzazione del progetto con le diverse versioni di prototipi
quindi, ha fatto leva su una collaborazione “a spirale” tra partner “tecnologi” e partner “psico-
pedagogici”, tra le cosiddette “scienze dure” e “scienze umane”. Con questo approccio, che si
è rivelato vincente anche se complesso da gestire, abbiamo voluto rispondere ad alcune delle
Inoltre, è stato possibile, sia sulla base dei risultati sperimentali, sia sulla base di tale
riflessiva”. Il progetto, infatti, aveva anche un obiettivo più teorico che era quello di
pedagogiche e di sviluppare una dettagliata analisi volta a valutare l'impatto del paradigma sia
sull'apprendimento della musica sia sui processi di apprendimento più generali. Un pacchetto
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di lavoro specifico infine è stato dedicato alla realizzazione delle interfacce per i bambini e
per gli insegnanti. I materiali didattici e pedagogici sono stati elaborati e raggruppati nella
Infine, il progetto MIROR ha inteso promuovere un approccio attivo alla cultura musicale,
basato sul concetto di "fare musica", piuttosto che su quello di "consumo musicale";
promuovere l'uso della piattaforma MIROR tra i bambini e gli adulti, consentendo un accesso
più ampio alla musica da parte degli esperti così come dei non esperti; migliorare la
diffusione della cultura musicale attraverso esperimenti con la piattaforma MIROR in diversi
Atene e Compedia Software & Hardware Ltd, Israele. Del Consortium fa parte anche un
Advisory and Liaison Board, composto da enti o individui interessati a svolgere una funzione
In questa sezione sarà introdotta la definizione tecnica e concettuale dei sistemi musicali
interattivi riflessivi (SMIR). La nozione di SMIR emerse dagli esperimenti svolti, soprattutto
con i bambini, su modi originali di interazione uomo-macchina, in cui la macchina imita gli
musica nello stesso stile di un essere umano che suona una tastiera, come uno specchio
stilistico musicale: le frasi musicali generate in tempo reale dal sistema sono simili ma diverse
da quelli suonate dall’utente (Pachet, 2003). In una tipica sessione con il MIROR-Impro, un
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utente suona liberamente frasi musicali con una tastiera MIDI e il sistema produce una
risposta immediata, sempre più simile allo stile musicale dell’utente. Man mano che la
sessione procede, l'utente e la macchina prende forma un “dialogo” fatto di suoni, in cui il
interazioni con gli utenti sono analizzati dagli SMIR per costruire gradualmente un modello
dell'utente. Gli oggetti musicali sono un effetto collaterale di questa interazione, piuttosto che
Figura 1: Interfaccia di MIROR-Impro. Nei quadranti inferiori sono visualizzati l’input suonato dal bambino e
l’output prodotto consecutivamente dal sistema.
Questo tipo di tecnologia è stata pienamente sfruttata dal progetto MIROR nella realizzazione
dei tre software: il MIROR-Impro, che è una versione aumentata del Continuator, il MIROR-
Compo, un nuovo software che utilizza il paradigma di interazione riflessiva per migliorare i
applica per la prima volta l'interazione riflessiva all'analisi e sintesi dei movimenti del corpo.
Informazioni tecniche dettagliate su questi software possono essere trovate in Pachet (2003,
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2006,) e Pachet, Roy e Barbieri (2011), Volpe, Varni, Addessi e Mazzarino (2012), e Varni,
Volpe, Segaleo, Mancini e Lepri (2013). Per le finalità di questo saggio, è importante mettere
in rilievo alcune caratteristiche tecniche che emergono da Pachet (2003, 2004, 2006), il quale
definisce gli SMIR come una "classe di sistemi interattivi in cui gli utenti possono interagire
con le copie virtuali di se stessi, o almeno con agenti che hanno una capacità mimetica e
possono evolvere in modo organico." (2006, p. 360, t.d.a.) e identifica una serie di tratti che
Similarità o effetto specchio: Gli SMIR "producono suoni come quelli che l'utente è (...) in
grado di produrre. Questa somiglianza deve essere facilmente riconoscibili dall'utente, che
deve sperimentare la sensazione di interagire con una copia di se stesso” (2006, p. 360, t.d.a.);
Agnosticismo: "La capacità del sistema di riprodurre personalità dell'utente viene appresa
continuamente e di conseguenza che l'utente possa quindi interagire con esso per molto tempo
tipica dei sistemi naturali aperti (al contrario dei sistemi pre-programmati,…)" (2006, p. 361,
t.d.a.);
Il modo di suonare di base degli SMIR è un particolare tipo di alternanza dei turni tra l'utente
sistema delle fine della frase musicale suonata dall’utente; 2. La durata della frase generata
dal sistema è uguale alla durata dell'ultima frase suonata dall’utente; 3. La priorità è data
all'utente, nel senso che se l’utente inizia a suonare mentre il sistema sta ancora suonando, il
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Un approccio sistematico al paradigma d’interazione riflessiva
Partendo dall’osservazione di bambini in interazione con degli SMIR, sono state prese in
considerazione alcune teorie per spiegare il comportamento umano messo in atto durante
un’interazione con sistemi riflessivi e per tracciare una cornice teorica dell’interazione
riflessiva con implicazioni psico-pedagogiche sullo sviluppo delle abilità e della creatività
riferimenti vanno dal mito di Eco e Narciso (Ovidio, 43 aC-18, Metamorphoseon libri XV),
agli effetti in eco della musica rinascimentale e barocca. Nella Teoria degli Affetti (Vincenzo
Galilei, Dialogo della musica antica et della moderna, Firenze, 1581) e nella Affektenlehre
(Athanasius Kircher, Musurgia Universalis, Roma, 1650) troviamo un'altra forma del potere
"riflessivo" della musica, quello di riflettere gli affetti umani. La caratteristica principale
Questa caratteristica è anche alla base di alcune più recenti correnti di analisi musicale di
ispirazione semiologica (ad esempio, Ruwet, 1966) e delle teorie sulla percezione delle
somiglianze nell’ascolto musicale (ad esempio, Deliège, 2001; Toiviainen, 2007). Recenti
studi in psicologia e nelle neuroscienze suggeriscono che questo meccanismo svolge un ruolo
1
Faccio qui riferimento al quadro teorico sulla musicologia sistematica delineato in Baroni
(1985). Più nello specifico, considerando il tema del mio contributo, faccio riferimento a
quanto argomentato in Leman (2008), in particolare a proposito dell’importanza del
contributo della musicologia sistematica all’analisi dell’impatto che le nuove tecnologie
hanno avuto e stanno avendo sul rapporto uomo-musica.
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importante anche nello sviluppo della musicalità infantile e che esso possa rappresentare uno
dei principali fondamenti ontologici e neurofisiologici della musicalità umana (p.e., Cross,
2008; Dissanayake, 2000; Imberty, 2005; Malloch & Trevarthen, 2008; Margulis, 2014;
imitazione, ripetizione e variazione rappresentano processi che si sviluppano nei primi mesi di
vita e che strutturano il Sé del bambino e la sua interazione con l’ambiente che lo circonda
(Nadel e Butterworth, 1999; Papousěk, 1995; Imberty, 2005). Anzieu (1996), definisce questo
tipo di esperienza infantile come “involucro sonoro del Sé”, dove il Sé è descritto come il
primo embrione di personalità percepita come unità ed espressione di una delle forme più
arcaiche di ripetizione: l’eco (Imberty, 2000). Un altro aspetto importante che possiamo
affettive ed emotive, di tipo amodali, che Stern (2004) ha definito con il termine di “contorni
affettivi”.
Il meccanismo di ripetizione e variazione può essere spiegato alla luce dei recenti studi nel
campo delle neuroscienze. Zatorre (2012) per esempio, ha evidenziato alcuni meccanismi
musicali preesistenti. Infine, la capacità di replicare il comportamento degli altri può trovare
le sue fondamenta neuroscientifiche nel meccanismo inconscio del sistema dei neuroni
specchio, una rete di neuroni che diventano attivi durante l’esecuzione e/o l’osservazione di
In seguito all'osservazione dell’interazione tra i bambini e gli SMIR, sono emerse diverse
domande: qual è la percezione "motoria" che i bambini hanno quando sentono una risposta
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riflessiva del sistema? Quali sono le qualità del movimento che il bambino immagina
all’ascolto di ogni suono? Che tipo di risposta suono-gesto il sistema stimola nel bambino? E
che ruolo gioca questa percezione motoria nel dialogo tra il bambino e il sistema?
Abbiamo quindi deciso di indagare questi problemi più approfonditamente attraverso uno
studio della relazione tra suono e gesto attraverso le moderne teorie dell’embodied music
cognition. Rizzolatti et al. (2002), ipotizzano che vi sia un meccanismo evolutivo, che loro
abbinati direttamente con rappresentazioni motorie dell'osservatore che sta osservando quegli
stessi comportamenti. Nel campo dell’embodied music cognition, Leman (2007) sottolinea
che "ci sono evidenze, (...), che i neuroni specchio sono di tipo amodale nel senso che
possono codificare il rispecchiamento di molteplici canali sensoriali" (p. 91, t.d.a.). Pertanto,
di risonanza nel bambino nelle aree motorie del cervello. Questo campo di studio e la sua
applicazione nelle scienze dell'educazione è ancora in gran parte inesplorato. Gli SMIR
rappresentano sia uno strumento utile per sviluppare tali meccanismi di risonanza nel campo
della musica e della danza, sia uno strumento di ricerca per indagare su tali meccanismi e sul
pedagogico della possibilità di comunicare con la macchina attraverso i gesti del corpo.
veloce/lento, e così via). Questo aspetto è stato trattato introducendo l’analisi e sintesi del
gesto espressivo multisensoriale (Camurri e Volpe, 2004). Con un tale dispositivo, i bambini
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l’improvvisazione musicale attraverso il proprio corpo (cfr. Addessi, Volpe, Varni e Newman,
2012; Addessi, Cardoso, Maffioli, Regazzi, Volpe e Mazarino, 2013; Addessi, Maffioli e
Anelli, 2015; Volpe, Varni, Addessi e Mazarino, 2012; Varni, Volpe, Sagoleo, Mancini e
Lepri, 2013).
(Delalande, 1993) per stimolare la creatività dei bambini e degli adulti. La questione della
creatività musicale dei bambini è stata discussa da vari studiosi i quali hanno proposto diversi
strumenti di valutazione (ad esempio, Hickey e Lipscomb, 2006; McPherson, 2005; Tafuri,
2006; Webster e Hickey, 1996). Tuttavia, non è sempre possibile spiegare e studiare
l'interazione riflessiva con tali strumenti poiché essi sono stati creati sulla base di differenti
paradigmi scientifici e finalità sperimentali. Nei nostri studi con i bambini e gli SMIR, la
teoria del Flow (Csikszentmihalyi, 1996) si è rivelata uno strumento teorico e sperimentale
utile in quanto offre nuovi criteri che aiutano a catturare i processi creativi nell’interazione
correlato al concetto di creatività e può essere definito come lo stato psicologico di massimo
ottimismo e soddisfazione che una persona percepisce durante l'esercizio di una attività. Lo
stato di Flow deriva dall’equilibrio percepito dal soggetto tra gli obiettivi che intende
raggiungere e le competenze necessarie per raggiungere tale obiettivi. Nei nostri studi
sperimentali con i bambini, siamo stati i primi ad osservare e quantificare l’esperienza di flow
nell’interazione dei bambini con delle “Flow machines”. Abbiamo osservato che la presenza
dello stato di flow è più alta sia quando i bambini suonano con uno SMIR rispetto a quando
suonano senza, sia quando la risposta del sistema è più riflessiva, e cioè più simile alla frase
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suonata dal bambino (Addessi, Ferrari, Carlotti, Pachet, 2006; Addessi, Ferrari, Carugati,
In uno studio più recente, svolto sempre nell’ambito del progetto MIROR )(Addessi, Anelli,
bambini. I primi risultati indicano che l’uso del sistema e dell’interazione riflessiva non sono
necessari ma sono sufficienti per aumentare l’abilità di improvvisazione. Per questo studio è
stata utilizzata una scala di misurazione basata sul TAI-Test of Ability to Improvise
maniera organica con l'utente, gli SMIR traducono in progettazione tecnologica diversi
attraverso gli studi effettuati dal 2003, prima con i bambini e il Continuator (Addessi e
Pachet, 2005, 2006; Ferrari e Addessi 2014) e poi nell’ambito del progetto MIROR (vedi
sezione successiva). Questi studi hanno dimostrato che il paradigma non solo funziona con i
Una caratteristica innovativa degli SMIR è la creazione di un naturale dialogo con il bambino.
Questo dialogo si basa sul meccanismo della ripetizione e variazione, che è anche un
meccanismo naturale osservato nelle interazioni bambini/madre nella prima infanzia, come
abbiamo descritto nei paragrafi precedenti. Tra uno SMIR e il bambino si stabilisce quindi
un’interazione circolare e continua, durante la quale lo stile musicale del bambino influenza il
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sistema che risponde prendendo in prestito i frammenti musicali del bambino, in un continuo
sistemi interattivi sono in grado di sviluppare interessanti interazioni, molto simile a quella tra
esseri umani. Questo fenomeno sembra avere le sue origini nella capacità del sistema di
replicare lo stile musicale dei bambini. L'interazione basata sulla ripetizione e variazione
Questo tipo di dimensione interpersonale è stata riconosciuta come una potenziale fonte di
descritto dalla teoria del Flow introdotta da Csikszentmiahlyi (1996). Questo forte potenziale
può essere utilizzato per migliorare lo stato di "benessere" e la creatività nei bambini e negli
adulti durante l'interazione con la piattaforma MIROR. Il centro dell'attenzione nel processo
produce, per sua natura, un approccio centrato sul bambino sviluppando autonomia,
risultati mostrano che l'attrattiva degli SMIR si basa sulle caratteristiche concettuali e tecniche
iniziativa, e un approccio centrato sul bambino. Pur tuttavia, tali sistemi non si comportano
come l’adulto che, nel concetto vygotskiano, hanno il ruolo di partner più competente e
quindi di tutor. Nel caso degli SMIR, questi non hanno una competenza musicale maggiore di
quella posseduta dai bambini, anzi essi apprendono dagli stessi bambini durante il corso
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dell’interazione. L’interazione che si stabilisce tra il bambino e uno SMIR è più vicino al
modello dell’interazione tra pari. Infatti, gli SMIR generano reazioni molto complesse,
durante le quali i bambini sono portati a formulare giudizi differenziati sul proprio "sé" e
costruzione dell'identità del bambino. Gli SMIR, per mezzo del loro “effetto specchio”,
contribuiscono alla costruzione di un "io musicale", o, per usare le parole di Turkle (1984), un
"secondo io", dove non solo la macchina sembra pensare, ma sembra anche pensare come
l'utente. Gli IRMS sostengono i bambini nel mescolare vecchie abilità musicali con quelle
precedenti.
Diversamente dalla maggior parte dei progetti esistenti che mirano a sviluppare competenze
base della creatività, deve essere considerata come un supporto molto forte per il pensiero
la motivazione intrinseca. Con gli SMIR, i bambini imparano a improvvisare interagendo con
un computer, ciò che può essere necessario se il loro insegnante non può, o non vuole,
miriade di modi diversi: con i gomiti, la testa, le natiche, o l'avambraccio, con le mani nelle
maniche, taglio, con un solo dito, diverse dita, la palmo della mano. L'analisi delle
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sulla base di imitazione, ripetizione, alternanza e il contrasto. Sia nell'esplorazione sia nelle
improvvisazioni, gli stili individuali di ciascun bambino sono rafforzati dalla risposta del
sistema. Il MIROR-Impro può, per esempio, essere utilizzato nei percorsi di apprendimento
1997; McPherson, 2005). In uno studio sperimentale condotto nell’ambito del progetto
abbiamo osservato che i bambini che utilizzano il sistema nei momenti di deliberate practice,
mostrano abilità di improvvisazione più alte rispetto ai bambini che non lo hanno utilizzato
bambini a pensare “in suoni” (McPherson, 2005), con una ricaduta nella formazione di
Il progetto si concentra sui bambini dai 3 ai 5 anni, perché a questa età il problema
nei quali gli obiettivi sono predeterminati dalla macchina, le applicazioni MIROR producono
un particolare tipo d’interazione durante la quale gli obiettivi non sono stabiliti né dalla
Questo tipo di interazione, che rende la macchina “adattiva” e in continua evoluzione sulla
base del soggetto specifico con cui sta interagendo, permette di porre sempre i bambini al
centro del processo di apprendimento, facilitando in particolare l’interazione per i bambini più
piccoli.
Infine, l’applicazione del MIROR-Body Gesture sviluppa e amplifica una serie di elementi di
analisi del gesto elaborate dall'artista di danza ungherese e teorico Rudolf Laban (1879-
1958)(LMA). Le teorie e gli strumenti elaborati da Laban sono stati ampiamente utilizzati
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musicale. Con il progetto MIROR abbiamo inteso sfruttare questo quadro teorico e pratico
provenienti dal contesto della danza, per sviluppare abilità musicali e motorie dei bambini
tramite tecnologie riflessive (cfr. Addessi, Cardoso, Maffioli, Regazzi, Volpi e Mazarino et
2012).
Gli studi realizzati fino ad ora hanno dimostrato che l'interazione riflessiva potrebbe essere un
potenziale terapeutico (cfr. Anagnostopoulou, C., Alexakis, A., & Triantafyllaki, 2012;
Nel quadro del progetto MIROR, sono stati realizzati una serie di esperimenti, e sono tuttora
gli insegnanti, in diversi scenari, tra i quali i setting terapeutici e riabilitativi. Il modello di
ricerca “a spirale”, che vede la collaborazione strettissima tra partner tecnologici e partner
partner. I risultati degli esperimenti sono confluiti in una serie di “requirements”, stilati dai
nelle diverse versioni dei prototipi (cfr. Addessi et al., 2012). Nelle attività con i bambini sono
stati utilizzati diversi approcci metodologici (osservazione, interviste, recall interview, analisi
del discorso) e i cosiddetti “mixed methods” (Teddli & Toshakkori, 2009), che hanno
annualmente nei Report per la Commissione Europea. Alcuni di questi sono stati pubblicati su
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riviste e atti di convegni e altri sono in corso di pubblicazione. Presentiamo qui una breve
bambini di quattro e otto anni hanno suonato una tastiera in tre sessioni in tre giorni
mostrato che l’esperienza di Flow aumenta non solo quando i bambini suonano con il sistema,
ma anche quando suonano il sistema utilizzando il set-up più "riflessivo", quando cioè il
sistema produce una risposta più simile alle frasi suonate dal bambino. I risultati sono
risultati ottenuti:
Figura 2. Percentuale della presenza di Flow con il set up A (risposta riflessiva, colonna scura) e set-up B
(risposta molto diversa, colonna chiara) in ogni task (A * B: t = 8,151; df = 3, p = .004). Legenda: T1 = il
bambino suona la tastiera; T2 = il bambino suona la tastiera con MIROR-Impro; T3 = il bambino suona la
tastiera con un amico; T4 = il bambino suona la tastiera con il MIROR-Impro con un amico.
Questi risultati hanno confermato l'ipotesi che sia gli SMIR sia l’interazione riflessiva
sviluppano uno stato di flow e di creatività, creando le basi per una educazione musicale nella
quale l’esperienza attiva e creativa del bambino possa essere collocata al centro
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variazione, imitazione, co-regolazione dimostrando che l’interazione riflessiva e gli SMIR
sono in grado di creare stati emotivi di Flow, di benessere e processi creativi. I risultati del
protocollo n ° 1 hanno anche sollevato alcuni aspetti problematici legati alle qualità riflessive
di risposte del MIROR-Impro che dovrebbero essere migliorate. Ad esempio, nel MIROR-
Impro “il sistema inizia la sua risposta con la nota iniziale dell’input suonato dal bambino,
(…) e termina la risposta con l’ultima nota suonata dal bambino” (User Manual MIROR-
l'ultima nota che ha suonato? A nostro avviso, questo è un compito percettivamente molto
complesso, soprattutto quando gli input del bambino sono molto lunghi. Il motivo principale è
che solo una nota non può essere sufficiente per creare un significativo “indice” percettivo da
memorizzare e riconoscere dopo tanto tempo, non solo nei bambini ma anche negli adulti (cfr.
Deliège, 2001). Ciò non significa che i risultati non confermano l'ipotesi che MIROR-Impro
possa generare uno stato di Flow, ma piuttosto che ulteriori modifiche dovranno essere
introdotte nel set-up del sistema per migliorare la capacità della MIROR-Impro, ad esempio,
potrebbero essere migliorate tenendo conto della percezione uditiva di similarità dei bambini
computerizza al fine di valutare lo stato di avanzamento delle abilità creative dei bambini
2012; Wallerstedt e Lagerlof, 2011), asili nido e scuole dell’infanzia incluse (Ferrari &
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Addessi, 2014), per sperimentare il gioco collaborativo e il ruolo dell’adulto e
dell’insegnante.
Il Protocollo n. 2 è stato realizzato a Bologna nel 2013 in una scuola primaria, con 48 bambini
assolo e in duetto. I risultati mostrano che negli assolo l’uso del MIROR-Impro e
Un altro esperimento è stato condotto presso l'Università di Gent (Belgio) da Luck Nijs: il
disegno sperimentale prevede due gruppi di controllo e due gruppi sperimentali, e mira a
verificare se l'uso del sistema, con o senza consegne, influenza le abilità di audiation dei
affrontato il problema delle tecnologie MIROR sullo sfondo della ricerca contemporanea sulla
studio con giovani pianisti, che già possedevano quindi competenze sulla tastiera. Questo
studio ha mostrato che i bambini hanno sviluppato una serie di strategie nel corso delle
Una serie di studi esploratori è stata condotta per implementare il MIROR-Body Gesture
Volpe, Varni e Newman 2012; Addessi, Cardoso, Maffioli et Al., 2013; Volpe, Varni,
Addessi e Mazarino, 2012). In particolare, per misurare la qualità dei movimenti dei bambini,
abbiamo implementato una griglia originale con il software Observer (Noldus copyright)
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basata sulla Laban Movement Analysis. Sempre sulle problematiche legate all’interazione
riflessiva e la creatività motoria e musicale, è stato condotto uno studio con il MIROR-Impro
allo scopo di indagare se l'interazione riflessiva può migliorare i movimenti creativi nei
bambini. Abbiamo utilizzato un disegno sperimentale per confrontare due gruppi (un gruppo
Thinking Creatively in Action and Movement test (Torrance, 1981). I risultati mostrano che i
aumento della qualità del loro movimento (Addessi, Maffioli e Anelli, 2015).
Infine, sono stati condotti diversi focus group con studenti universitari dei corsi di formazione
per gli insegnanti e gli educatori, con l'obiettivo di indagare le loro concezioni sulle
essere utilizzata nel contesto di formazione musicale degli insegnanti. Un’analisi automatica
del contenuto del discorso dei partecipanti ha permesso di evidenziare che sia l'uso del
determinato una svolta nel vocabolario e nelle concezioni degli studenti che hanno partecipato
ai focus group, circa l'educazione musicale dei bambini e il ruolo delle tecnologie.
A conclusione del progetto MIROR, è stata realizzata una Guida per i bambini e per gli
insegnati, da utilizzare con le applicazioni MIROR. Tale Guida introduce le tre applicazioni
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Il contributo teorico
I risultati sperimentali hanno permesso di validare una serie d’ipotesi teoriche che erano alla
base degli SMIR e del paradigma d’interazione riflessiva, come ad esempio quella
concernente la teoria del Flow. Inoltre hanno permesso di definire in modo più sistematico ed
empirico il framework teorico di tale paradigma. Questi stessi studi hanno anche sollevato
una serie di questioni riguardanti alcuni aspetti incerti del paradigma d’interazione riflessiva,
Come evidenziato dagli esperti della Commissione Europea (ottobre 2013), i risultati del
scienze hard e soft sono fattibili e che lo sviluppo della tecnologia in un contesto di psicologia
e pedagogia può essere reciprocamente fruttuoso. (...) La tecnologia ha fornito nuovi stimoli
per pensare in modo innovativo su nuove interazioni tra bambino e macchina. Il progetto
MIROR, indipendentemente dai risultati, può essere visto come un punto di riferimento in
questo ambito e ispirerà nuovi sviluppi in questo affascinante campo di ricerca"(p. 2).
quanto ambiente virtuale che mette a disposizione degli utenti le applicazioni MIROR
interfaccia della piattaforma, tutorial, forum per insegnanti e bambini, per i ricercatori, per i
Nel frattempo, altre applicazioni MIROR sono in cantiere. In particolare stiamo lavorando,
insieme con il KTH Royal Institute of Technology di Stoccolma, al disegno del MIROR-
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MultiModal, un software che aggiunge all’interazione sonora e motoria, l’interazione
Fig. 3: Bambini che suonano la tastiera e ascoltano la risposta del MIROR-Impro (Protocollo
Ringraziamenti
Maggiori informazioni possono essere trovate sul sito ufficiale del progetto MIROR,
www.mirorproject.eu.
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Bibliografia
Addessi, A.R. (a cura di)(2015). La piattaforma MIROR. Attività per i bambini e gli adulti.
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