Sei sulla pagina 1di 19

Digital Kids - Appunti lezioni\slide

Didattica generale e speciale


Universita degli Studi Roma Tre (UNIROMA3)
18 pag.

Document shared on https://www.docsity.com/it/digital-kids-appunti-lezioni-slide/8230152/


Downloaded by: tiziana-tucci-3 (tuccitiziana13@gmail.com)
DIGITAL KIDS
Il digitale,è da molto tempo, nelle pieghe delle culture e delle leggi che riguardano anche la
primissima infanzia. La questione del digitale anche in età così piccola nasce nel momento
in cui si è capito che si potevano utilizzare i device digitali pur senza avere una cultura
alfabetica. Nel momento in cui sono stati diffusi i touchscreen si è iniziato ad assistere ad un
fenomeno interessante sotto vari aspetti ovvero che i bambini potessero utilizzarli in vari
momenti. La possibilità che anche bambini così piccoli potessero utilizzare touchscreen fa
capire che siamo in un’epoca in cui il digitale è fondamentale. Altro elemento che fa parte
della storia è la pandemia perché da almeno una decina di anni si parla di utilizzare il digitale
dai 0-3 ma ciò che ha dato un grande impulso all’utilizzo del digitale nei confronti dei bambini
dai 0 ai 3 è stata proprio la pandemia covid-19 che ha accelerato in maniera fulminea
l’utilizzo della tecnologia; si pensi ad esempio allo smart working (lavoro intelligente) e alla
sua produttività: sei a casa e puoi svolgere il proprio lavoro, risparmiando in carburante,
nelle emissioni di CO2 e quindi nell’attenzione nei confronti dell’ambiente e puoi dedicarti di
più alla vita privata. Quindi la pandemia ha permesso, seppur in una situazione di grande
preoccupazione e dolore e disagio, a tutti noi di capire come le tecnologie potessero essere
funzionali nella nostra società .
Le tecnologie digitali non devono essere denigrate in quanto senza esse non potremmo
svolgere tante attività che per noi oggi sono diventate consuetudine (si pensi ad esempio
alle videochiamate da una parte all’altra del mondo).
Nel periodo del lockdown dove sono state chiuse tutte le strutture scolastiche le educatrici di
nidi e i docenti di scuola primaria in poi hanno dovuto svolgere la didattica a distanza per
non interrompere l’anno scolastico. Per i nidi e le scuole dell'infanzia non c’erano obblighi di
questo tipo perché non c’è un obbligo formativo. Nonostante ciò, molte educatrici non si
sono volute fermare hanno cominciato in maniera spontanea, utilizzando le risorse digitali,
per non fermare le loro relazioni con i bambini.
Il lavoro svolto dalla dott.sa La Rocca e Tassone è stato quello di osservare come si fosse
svolto il lavoro all’interno di nidi e scuole dell’infanzia: alcuni nidi hanno iniziato ad
organizzarsi mandando in un primo momento delle comunicazioni alle famiglie e in un
secondo momento ad assegnare attività che prima si svolgevano al nido proprio per non
rompere i rapporti interpersonali. Per fare ciò le dottoresse hanno iniziato ad elaborare e
inviare vari questionari: essi sono stati inviati o al comune di Roma il quale lo ha poi
divulgato a tutti i nidi, alle scuole private e alcune scuole dell’infanzia statali perché si voleva
confrontare le varie esperienze. I risultati sono stati molto interessanti perché nonostante il
settore non sia stato coinvolto in una dimensione informatica, si è trovata una soluzione. Le
educatrici del nido pongono molta attenzione al rapporto corporeo che si instaura con il
bambino: la distanza era considerata per loro un vero e proprio handicap ma grazie alle
tecnologie si sono potute “avvicinare” al bambino tramite appunto attività che venivano
svolte al nido. L'analisi è stata molto ricca e ha fornito molte indicazioni e risposte: c’è stata
molta attenzione verso una didattica che è stata molto simile a quelle svolta in presenza.
LEAD (legami educativi a distanza) introdotto nella fascia 0-6 anni: questa sigla è stata
utilizzata da un gruppo di lavoro all'interno del ministero della pubblica istituzione cge si è
occupata del come potesse esser possibile che i nidi e la scuola dell'infanzia utilizzare il
digitale con i bimbi più piccoli. E’ stato utilizzato appositamente un acronimo diverso per
questa fascia (a differenza della didattica a distanza) proprio per il tipo di legame che si crea
con i bambini. Nel linguaggio comune infatti ancora si fa difficoltà ad introdurre il termine
didattica in nidi e scuole dell’ infanzia.
I temi su cui l’educatore dovrebbe riflettere sono:

Document shared on https://www.docsity.com/it/digital-kids-appunti-lezioni-slide/8230152/


Downloaded by: tiziana-tucci-3 (tuccitiziana13@gmail.com)
- le questioni socio-educative sono alla base della nostra riflessione e si basa su
interrogativi come ad esempio si può considerare opportuno o non l’utilizzo del
digitale in bambini così piccoli e come cambia la struttura della società inferendo il
digitale nella relazione;
- come i bambini costruiscono il mondo e il sapere = l’utilizzo del digitale ha portato a
delle modifiche per quanto riguarda lo sviluppo cognitivo e cosa gli succede nel
percorso di apprendimento?
- la metafora dei nativi digitali e degli “immigrati digitali” = i nativi digitali ci si riferisce
alle persone nata dopo il 1999, quando la tecnologia era già avviata. Mentre quando
parliamo di immigrati digitali parliamo delle persone nate prima dell’avvento della
tecnologia.
- il ruolo dei genitori= ruolo dei genitori hanno come responsabili del percorso
educativo del proprio bambino e della consapevolezza dell'utilizzo del digitale.
Demonizzare o accettare passivamente sono atteggiamenti sbagliati, bisogna invece
intraprendere un comportamento intermedio.
- il ruolo degli insegnanti = i genitori così come i docenti devono accettare il fatto che la
tecnologia sia ormai una cosa normale nell’educazione sono ormai parte integrante
della nostra vita. Dunque devono assumere un atteggiamento critico nei confronti di
esso, al contrario devi saper sostenere il digitale e quindi educare i ragazzi agli
strumenti digitali. Il ruolo dell'insegnante e del genitore sono ruoli critici perché
cercano a seguito di uno studio e di una raccolta di informazioni di comprendere
quale sia la migliore strategia.
- la formazione dei docenti = la formazione dei docenti è importantissimo in questo
ambito, giacché la figura dell'educatore è una figura fondamentale (quasi da essere
vista come un modello di riferimento) proprio in base alla teoria della
CO-EDUCAZIONE (rapporto scuola-famiglia). Il docente (laureato) può trovare un
ottimo riferimento per il genitore nel discutere su certi argomenti. Il ruolo
dell’educatore è importantissimo perché sostiene la famiglia in tanti aspetti. Ma per
poter far questo i docenti devono essere formati all’uso del
digitale: senza formazione, i docenti sarebbero impauriti e spaesati davanti alla
tecnologia.

Scopo di questa riflessione è proprio per andare ad indagare su quali sono quei
comportamenti che il bambino mette in atto davanti al computer: in che maniera il bambino
esplora la tecnologia e di conseguenza in che maniera i genitori devono porsi davanti ai
bambini e alla tecnologia. Lo studio si concentra sull’ambito 3-6 anni facendo leva
sull’educazione dell’infanzia e su una didattica che accompagna il bambino nella sua
esplorazione della didattica e nel suo ambiente dove sono compresi anche gli elementi
digitali.

PANORAMICA
● La tecnologia è ormai presente nell'ambiente nel quale i bambini crescono e
apprendono.
● L'uso del PC da parte dei bambini ha sollevato diversi dubbi e critiche.
● Il tema verrà, quindi, affrontato ampliando la riflessione, tenendo in considerazione
non solo il lavoro degli esperti, ricercatori, ma soprattutto il ruolo che svolgono sia i
genitori che le insegnanti nell'educazione dell'infanzia.

Document shared on https://www.docsity.com/it/digital-kids-appunti-lezioni-slide/8230152/


Downloaded by: tiziana-tucci-3 (tuccitiziana13@gmail.com)
● La collaborazione tra genitori, insegnanti e ricercatori ha reso, infatti, il nido e la
scuola dell'infanzia italiana un riferimento mondiale sull'educazione dell'infanzia e
sull'idea di bambino «ricco, curioso, collaborativo e capace».
I quesiti che ci poniamo in questo panorama sono:
- il computer, le tecnologie hanno effetto sullo stile di apprendimento del bambino, sul
suo atteggiamento di ricerca e sull’acquisizione delle conoscenze?
- Questi strumenti possono aiutare il bambino a mantenere vivo l’interesse di ricerca e
un atteggiamento attivo nel corso dell'esperienza scolastica?
- E questi effetti sulla formazione del bambino sono positivi o negativi?
Pochi anni fa sono state fatte ricerche sull'utilizzo del digitale nella didattica speciale:
laddove c'erano ragazzi affetti da handicap, il docente di sostegno utilizzava molto il
computer. Da queste ricerche effettuate, i ragazzi normodotati per la prima volta nella storia,
il ragazzo affetto da disturbi cognitivi veniva invidiato dagli altri bambini perché utilizzava un
device digitale. Le tecnologie digitali hanno dunque un fascino e sono considerate dai
bambini cool.
Susanna Mantovani osserva:
«chiedersi se gli oggetti tecnologici e il loro uso facciano bene o male oppure se sia o no
è opportuno permettere che siano presenti nella scuola dei piccoli: sono domande
comprensibili ma inutili. Ci chiediamo forse se dobbiamo nascondere i libri per impedire che i
bambini imparino a leggerli troppo presto?
Purtroppo la sana resistenza all'anticipazione di didattiche formali di lettura e scrittura fa
talora dire anche questo: «nascondiamo i computer, sono pericolosi.»
Si confonde in questo modo la curiosità e la disponibilità dei bambini nello sperimentarsi con
i linguaggi e i simboli con la didattica formale di tanta scuola, forse da ripensare per tutte le
età» «Si tratta piuttosto di fermarsi a riflettere, a osservare, ad ascoltare, a dialogare e a
prepararci - noi adulti- ad accompagnare, da adulti, i bambini in questo mondo,
quello digitare, nel quale essi sono i nostri «interpreti» e spesso i nostri «maestri» -
così come un bambino cinese o indiano, figlio di un genitore immigrato, può essere e
spesso è «interprete» dei suoi genitori - ma sono pur sempre bambini»
Coinvolgendo i bambini, aiutandoli a pensare, «a non ubriacarsi, a non andare
troppo veloci, a stare con gli altri e a mettere a confronto questa loro esperienza con
i saperi del passato»
Quindi per mantovani ma anche per Ferri l’educazione alla tecnologia deve sempre avere un
adulto che sostenga la curiosità del bambino e allo stesso tempo lo orienti. Non lasciarsi
trasportare dall’uso ampio del tempo di strumenti.
E’ una riflessione su quello che si deve conoscere sulla nuova tecnologia e su come
l'insegnante si pone nei confronti del bambino e rendere la tecnologia uno strumento
produttivo in questo ambito.
METAFORA DELL’IMMIGRAZIONE
↬ utilizzata per comprendere il cambiamento strutturale e culturale che le tecnologie
determinano.
Gli adulti, immigrati digitali, hanno bisogno di mediatori e di interpreti che, in questo caso,
sono i loro figli. Si affacciano alla nuova tecnologia, alfabetizzazione, valorizzando la cultura
delle origini e rendendola vitale anche attraverso il nuovo ambiente.
Un processo di cross-fertilization: viene superata «l'idea di adulto detentore del sapere e
dell'insegnante «signore dell'aula» verso un modello a due vie di reciproco apprendistato e
di contaminazione che produrrà ...non il reciproco estraniamento bensì una contaminazione
feconda...»

Document shared on https://www.docsity.com/it/digital-kids-appunti-lezioni-slide/8230152/


Downloaded by: tiziana-tucci-3 (tuccitiziana13@gmail.com)
Per la prima volta nel corso della storia, i più giovani hanno una maggiore conoscenza del
mondo digitale e del suo funzionamento; dunque gli adulti sono stati allievi dei ragazzi.
Questa situazione dell’avere delle competenze di tipo logico-argomentativo, legate alla
formazione effettuata sui libri e una competenza di tipo tecnico ci pone di fronte a un
processo chiamato cross-fertilization: fertilizzazione inversa tra le nuove e vecchie
generazioni costruendo un sapere condiviso. L’adulto deve porsi in una dimensione di
ascolto e costruzione reciproca di un nuovo sapere e non un reciproco straniamento.
l'atteggiamento da adottare è quello della contaminazione reciproca: ognuno comunica
all’altro la propria visione del mondo.

CONNECTED FAMILIES DI PAPERT- ci troviamo a cavallo tra anni 70-80- (matematico che
ha lavorato con Piaget e si è interessato alle macchine intelligenti e il loro sviluppo)
La cultura che aveva appreso lavorando con Piaget, ha individuato un logo (programma di
progettazione, ideato negli anni 80-90) che offriva ai bambini la capacità dei bambini di
appropriarsi del computer facendosi protagonista e non ‘succube’ dello strumento. Si
insegnava al bambino a programmare il movimento della tartaruga attraverso delle semplici
informazioni e comandi.
Papert si è posto il problema dell'educazione al digitale.
● La famiglia è il contesto di apprendimento più potente che orienta l’uso del digitale
dei bambini
● La familiarità dei genitori e dei bambini con le tecnologie fin dai primi anni e un uso di
queste a scuola, anche se ancora «moderato», rappresentano, secondo diverse
ricerche, la condizione più efficace, correlata al successo scolastico.
La scuola e specialmente il settore 0-6 è stato lasciato in disparte da questa
modernizzazione perché hanno coinvolto in maniera diversa la scuola primaria, sostenendo
la didattica. Anche in questo quadro vediamo la scuola un po’ svantaggiata rispetto alla
cultura tecnologica.
COME CREARE CONTESTI DI SENSO
[Seguendo la prospettiva di Dewey, il contesto è costituito dallo spazio fisico, dal luogo, la
relazione che va a instaurarsi tra le persone, determinata anche dallo spazio in cui ci
troviamo e dagli oggetti all’interno dell’ambiente → i contesti sono il frutto di una costruzione
elaborata dal docente stesso secondo gli obiettivi che vuole realizzare e il progetto formativo
che si vuole proporre. Il senso del contesto è dato dalla funzionalità e dall'intenzionalità che
si vuole attribuire a quel luogo e di conseguenza alle mie relazioni. Il tipo di relazione che si
stabilisce tra le persone che partecipano al contesto sono mediati dagli strumenti utilizzati.
Siamo, in quanto educatrici, coloro che individuano un progetto]

Utilizzare i concetti fondanti la pedagogia della scuola dell'infanzia per incrementare le


occasioni di conoscenza dei campi di esperienza mediante le tecnologie e oggetti digitali,
permettendo ai bambini di esplorare nuovi contesti, orientandoli ad un uso funzionale,
consapevole, evitando una «inutile abbuffata tecnologica precoce»;
● Gettare un ponte tra vecchio e nuovo mondo → ill digitale costringe la scuola a
trovare mezzi, spazi, tempi e di nuove interazioni affinché i saperi e le esperienze del
passato non vadano perdute, ma arricchiscano il nuovo, rendendo le possibilità
offerte dalle tecnologie nuove forme di cultura; attraverso il digitale siamo costretti a
trovare nuove forme di relazione, nuove modalità di costruzione di progetti educativi
che ci porta a gettare un ponte tra il vecchio e un nuovo mondo: non dobbiamo mai
abbandonare il vecchio mondo (fare lavoretti con la pasta di sale, il pongo, la pittura

Document shared on https://www.docsity.com/it/digital-kids-appunti-lezioni-slide/8230152/


Downloaded by: tiziana-tucci-3 (tuccitiziana13@gmail.com)
etc) per dare assoluto spazio al digitale: il digitale si affianca a questi altri oggetti
perché gli oggetti digitali sono degli oggetti comuni funzionali a soddisfare la loro
curiosità. L’educatore deve evitare l'iper considerazione delle tecnologie o la
completa demolizione delle tecnologie: sta a noi trovare un uso mirato e funzionale
dei device digitali
● Esplorare e divertirsi con il nuovo. La scuola è un «luogo di vita» che persegue il
benessere dei bambini, per questo non può non evitare l'utilizzo delle tecnologie,
approcciandosi con fiducia e curiosità, come i bambini che vivono serenamente
nuove esperienze, costruendo un modello didattico innovativo. Le tecnologie ci
aiutano a dare uno sguardo sul mondo (windows= finestra sul mondo). Tutto ciò che
si vede concretamente si può vedere anche in maniera digitale. Le tecnologie
possono essere un modo per creare un ponte tra il vecchio e il nuovo, tenendo
sempre in considerazione la dimensione ludica; il computer è una sorta di strumento
per approfondire la realtà.
● Le paure degli adulti: paura del diverso e dell'ignoto; le tecnologie digitali vissute
come fredde e «cattive» e i bambini protetti, mantenendoli in una scuola senza
tempo. Gli adulti hanno paura perché hanno conosciuto la tecnologia non durante la
loro formazione (a differenza di noi nativi nel digitale) e il loro sviluppo, ma in un
secondo momento: gli adulti non hanno una verginità mentale riguardo le tecnologie
e tutto ciò che concerne le tecnologie. Il pregiudizio sulle tecnologie può portare a
diversi timori nell’utilizzarle insieme a bambini
⇊⇊
- I genitori temono che i propri figli, adolescenti, possano esplorare un mondo
pericoloso e che genera dipendenza;
- Gli insegnanti, che si ritengono custodi di un sapere tradizionale, hanno meno
familiarità con le tecnologie, difficilmente analizzate come linguaggi e modi di
apprendere, e le loro rappresentazioni sono negative per i bambini piccoli.
Temono che le tecnologie possano far perdere e far perdere i saperi
Dopo il lockdown sono arrivate delle informazioni dal governo per organizzare dei gruppi di
7-8 bambini (bolle), per evitare il contagio e per mettere in quarantena solamente questi 8
bambini in caso di positività.
RIFLESSIONI E PROSPETTIVE
I timori e i dubbi verso la tecnologia vanno analizzati, tenendo conto dei risultati delle
ricerche e degli studi realizzati che, in parte, hanno superato alcune diffidenze, ma che
ancora non sono focalizzati sui piccoli.
Domande aperte proposte sono:
● Come valutare la «distrattenzione», l'attenzione fluttuante, lo stato di eccitazione e
noia, e quale deve essere il ruolo educativo dell'adulto?
● Quali modelli di stare insieme inducono le tecnologie? il computer e la rete
permettono << di stare insieme per pensare, discutere, apprendere>>, come?
● Come modifica il tempo esistenziale le tecnologie? Il tempo per pensare, per
apprendere e per segmentare l'attenzione. La scuola dell'infanzia, può garantire
l'esplorazione, esercizio ripetuto attraverso il gioco che può decondizionare lo
zapping con il sostegno dell’adulto (osserva, incoraggia, provoca…)
● Come si colloca la scuola di fronte al bisogno di ogni bambino e di ogni ragazzo di
sentirsi unico e riconosciuto (tracce del bambino nel suo sviluppo - disegni con le
manine, il lavoretto etc..- e blog di adolescenti) e nello stesso tempo in constante

Document shared on https://www.docsity.com/it/digital-kids-appunti-lezioni-slide/8230152/


Downloaded by: tiziana-tucci-3 (tuccitiziana13@gmail.com)
contatto con i suoi pari e la gestione democratica condivisa, l’accesso offerto di tutte
le conoscenze? Come si può orientare questo processo fin dai primi anni?
Tutte queste paure e quesiti possono e devono essere affrontate dall’educatore. Egli non
può che prendere atto

del fatto che le tecnologie fanno parte della nostra vita e che quindi devono essere inserite
nel progetto didattico-educativo, insegnando al bambino ad utilizzare in maniera più critica e
selettiva (si inseriscono oggetti digitali in un contesto di senso).

Si deve valorizzare l’ambiente di vita del bambino che viene favorito in un ambiente ricco di
stimoli che aiutano il bambino a guardare il mondo con più opportunità
Le domande che pone la tecnologia avvalorano le idee di fondo della pedagogia dell'infanzia
italiana ed europea (Mantovani, 2006) riguardo al nuovo ambiente di vita e di apprendimento
dei bambini, riconoscendo agli insegnanti un ruolo fondamentale.
Quindi: ↴
● Osservare i bambini dei cento linguaggi (espressione coniata da Malaguzzi) è
un'occasione per conoscere la loro «appropriazione nativa delle tecnologie» e l'uso
delle tecnologie da parte degli adolescenti prima che possano vivere una «socialità
sbilanciata nel mondo virtuale». Negli anni 90, nei laboratori di Reggio Emilia si era
già iniziato a far utilizzare il computer (in maniera creativa e personale) a bambini
anche piccoli.
● La formazione mirata alla familiarizzazione degli insegnanti con la cultura
tecnologica, a problematizzare per suscitare: consapevolezza, a generare confronto,
attribuendo un forte ruolo all’insegnante come un responsabilizzandoli come
adulti-registi e come insegnante- ricercatore (non c’è niente di prestabilito)
E’ un bambino reale e gli dà la possibilità di saper individuare qual è l’itinerario per
creare un contesto in cui sviluppi conoscenza e dia la possibilità al bambino di
ricercare e allo stesso tempo è l’educatore che lo sostiene e rilancia anche la
curiosità del bambino.
Studi e ricerche fatte in questo ambito.
*OCSE: organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
*CERI: centro europeo per la ricerca e l’innovazione educativa
Il programma di ricerca avviato da *OCSE/CERI (2001-2003 e 2007- 2008) denominato
“New Millennium Learners” (NML) tendeva ad analizzare i comportamenti di apprendimento
dei nativi digitali. Secondo la ricerca CERI, non basta dotare le scuole della tecnologia, ma è
necessario sostenere e dare risposta alle domande dei “soggetti coinvolti dalla rivoluzione
digitale in atto nell'educazione”, sulle seguenti questioni:
● Le caratteristiche dei comportamenti cognitivi e di apprendimento dei nativi digitali;
● Gli effetti psicologici e sociali dell'uso estensivo dell'ICT (tecnologie riguardanti i
sistemi integrati di telecomunicazione) da parte dei MNL:
● Le innovazioni didattiche e metodologiche necessarie per venire incontro ai nuovi stili
di apprendimento sviluppati dai MNL;
● La comprensione degli effetti di questa trasformazione dell'utenza sui sistemi
educativi dei paesi OCSE.
Obiettivo della ricerca: fornire una definizione del NML per orientare politici e referenti
istituzionali nella comprensione del fenomeno e nella ricerca di soluzioni e per innovare la
scuola e renderla più adeguata alle esigenze dei MNL.
Lo studio utilizzando i dati dell'indagine PISA.

Document shared on https://www.docsity.com/it/digital-kids-appunti-lezioni-slide/8230152/


Downloaded by: tiziana-tucci-3 (tuccitiziana13@gmail.com)
I risultati della ricerca sull'impatto dell’accesso all’ICT sulle prestazioni scolastiche dei
bambini e dei giovani:
1. L'accesso conta: i bambini e gli adolescenti che possono contare sull'uso di un
computer a casa raggiungono punteggi più alti (92%)
2. L'accesso a scuola per ora conta meno: i migliori punteggi li hanno ottenuti gli
studenti che vivono in famiglie e frequentano scuole che hanno l'accesso a internet,
ma ne fanno un uso moderato. L'uso del computer a scuola non appare così
rilevante, come la presenza delle tecnologie a casa. Non è importante la quantità di
tecnologie a scuola, ma la coerenza con i campi di esperienza e l'apprendimento
attivo e creativo. La presenza delle tecnologie a scuola non basta se non sono
integrate a dei progetti educativi e a delle proposte educative.
3. L'esperienza e la frequenza d'uso contano molto di più: hanno una correlazione
diretta con i risultati di apprendimento. Le condizioni del contesto familiare sono
determinanti. L'uso delle tecnologie implica una gestione flessibile del rapporto
spazio-tempo di apprendimento (Ferri, Mantovani, 2006). L'interazione compagni e
docente, anche in ambiente on line, può arricchire i campi di esperienza, gli stili
cognitivi e l'esplorazione del sé e del mondo sociale e naturale.
4. Conta molto il poter disporre delle tecnologie a casa: 85% dei bambini e studenti che
hanno conseguito i punteggi migliori hanno accesso al PC da casa. La scuola può
«gettare un ponte» tra le pratiche d'uso delle tecnologie, seguite dai bambini e
studenti durante le loro interazioni, e le pratiche formative della scuola. Superare un
“generational gap” (Papert, 1996) tra le forme di appropriazione dei media da parte di
genitori e insegnanti. In una società dell'informazione, i nativi digitali usano la
tecnologia in modo comunicativo e interattivo, mentre i genitori come strumento di
lavoro. Le insegnanti considerano il PC una minaccia.
DIFFERENZE TRA NATIVI DIGITALI E IMMIGRATI DIGITALI:
Nativi digitali → In Italia, sono i bambini nati dopo il 1996 che abitano e vivono, fin dalla
nascita, il tempo della società informazionale e digitale: crescono, apprendono, comunicano,
e socializzano all’interno di un ambiente tecnologicamente arricchito
Immigrati digitali → Sono tutti i soggetti nati prima del 1996, nella galassia Gutenberg
(inventore della stampa e quindi tutto ciò che fa riferimento al testo, al libro- è
un’espressione coniata da McLuhan nel 1962), che si sono adattati al nuovo ambiente
socio-tecnologico, stanno imparando «a vivere nel mondo digitale come se apprendessero
una seconda lingua» (Prensky, 2001)
Differenza antropologica: dal punto di vista antropologico, sociale ed epistemologico la
transizione che stiamo vivendo è irreversibile.
● La rivoluzione tecnologica è diversa dalle altre, perché mentre l'informazione e la
conoscenza sono sempre stati elementi di ogni scoperta scientifica e tecnologica,
oggi le nuove conoscenze sono applicate essenzialmente per generare e gestire
conoscenza e informazione digitale (Castells, 1999)
● L'homo sapiens è sempre stato technologicus (ha costruito strumenti), è
un'evoluzione del primato, ed è strutturalmente ibridato con gli oggetti culturali
(tecnologici, rituali, simbolici). Ha utilizzato da sempre gli strumenti per cacciare, per
rispondere ai propri bisogni etc; strumenti che hanno poi contribuito a formare
l’essere dell’uomo odierno.
● L'uomo è sempre stato «simbionte» (sempre stato integrato con le tecnologie
=>interazione uomo-ambiente-altri uomini-tecnologia)

Document shared on https://www.docsity.com/it/digital-kids-appunti-lezioni-slide/8230152/


Downloaded by: tiziana-tucci-3 (tuccitiziana13@gmail.com)
● L'uomo tecnologicus del terzo millennio non è più considerato «simbionte
strumentale», ma «simbionte strutturale», in quanto la sua vita è vincolata alla
tecnologia.
Considerazioni rispetto a queste riflessioni:
● Creare un nuovo approccio alla realtà, adattarci al nuovo ambiente, riprendendo
Piaget (1937,1945, 1947) «accomodare» le modalità di approccio, raffinarle
● Espandere le nostre capacità di conoscenza e sviluppare la nostra «zona di sviluppo
prossimale» (Vygotskij, 1934,1935), cioè l'insieme delle nostre capacità cognitive e di
apprendimento per far fronte alle trasformazioni
● Evitare condizionamenti: abbandonata la galassia Gutenberg è necessario capire
come non essere intrappolati dal nuovo ambiente digitale.
● Viviamo nel mezzo della terza «mediamorfosi» (Fiedler, 1997), dalla oralità e dalla
scrittura al linguaggio digitale
● La scuola entra in crisi: come sede della conoscenza basata sull'alfabeto
gutenberghiano accerchiata dal mondo digitale

Come i nativi digitali (ND) rappresentano, conoscono e apprendono il mondo:


● Da homo sapiens a homo zappiens. I valori che orientano i Nativi Digitali:
l'espressione di sé, la personalizzazione, la condivisione costante di informazioni
(sharing), il riferimento costante ai coetanei (Veen, 2003, 2006).
● I Nativi Digitali hanno a disposizione diversi strumenti di comunicazione, di
apprendimento formativo e sociale: MSM Messenger, chat di Internet Videogiochi
(alcuni attivano azioni automatiche, altre strategie riflessive e l'attenzione proattiva).
● Il comportamento multitasking (ascoltare musica e insieme studiare e contattare
amici con Messenger). Questo comportamento può determinare un sovraccarico
cognitivo, ma non sempre comporta disattenzione e disorientamento, i Nativi Digitali
hanno imparato a «navigare», a esplorare in maniera non lineare, procedendo
attraverso una progressiva personale scoperta e costruendosi strumenti adatti per
determinare area di esplorazione del sapere o del mondo.
[Sui videogiochi si apre una riflessione: suddivisione che dobbiamo considerare è la
distinzione di videogiochi con automatismi e altri che invece coinvolgono il ragazzo in un
gioco più strategico, dove è protagonista e può scegliere, può capire e risolvere dei
problemi. Questa possibilità arricchisce e incita lo sviluppo cognitivo.] E’ una riflessione che
si rifà alla riflessione dei materiali che diamo al bambino.
DIFFERENTI SCHEMI DI INTERPRETAZIONE DEI NATIVI DIGITALI DA VALUTARE
● Un approccio «Open source» e cooperativo agli oggetti culturali ben rappresentati
dal modo in cui i giovani condividono la musica, il sapere e l'esperienza on line.
● Regole dell'etica hacker»: condivisione, gratuità, cooperazione, un nuovo stile di
apprendimento cooperativo
● Vedono il sapere come un processo dinamico: sono attori non spettatori.
● La cyber ception del tempo: un tempo/spazio tridimensionale della comunicazione,
dal paradigma del libro alla «multicodicalità» digitale. La visione del tempo unilineare,
irreversibile storico è riconsiderato per la natura interattiva dei media che, oggi,
appare «aumentata fino all'immediatezza» (Kerckhove,1991), generando una
ridefinizione dell'apparato cognitivo-percettivo.

Document shared on https://www.docsity.com/it/digital-kids-appunti-lezioni-slide/8230152/


Downloaded by: tiziana-tucci-3 (tuccitiziana13@gmail.com)
IL TEMPO DELLA FORMAZIONE
L'accelerazione delle attività cognitive (multitasking, distrattenzione, non linearità) induce il
continuo aggiornamento dell'informazione piuttosto che la riflessività, una temporalità
sincopata che prevede pause di «distrattenzione» e attenzione concentrata, altera e
rimodella queste dimensioni cognitive, ancora da indagare.
● Estendere lo spazio e il tempo della formazione: modulare il tempo della fruizione e
dell'assimilazione dei contenuti. L'utilizzo blended delle metodiche d'aula e delle
nuove metodologie genera uno spazio-tempo didattico, un mix che orienta lo spazio
tempo della formazione tradizionale e dell'e-learning. La modulazione dell'intervento
formativo si dispiega in un range di modelli di temporalità ampio;
● Concetto di spazio e tempo della formazione. I media digitali sono strumenti di
integrazione e di mixaggio del tempo e dello spazio personale con il tempo della
formazione istituzionale. Il concetto di tempo e spazio esteso è corretto in tempo e
spazio individuali/sociali globali, mediato dalle tecnologie.
Gli insegnanti: immigrati digitali
Il problema sta nel fatto che l’educatore è colui che gestisce un intervento educativo,
programmandolo, basandosi su un atto intenzionale. Nasce quindi una situazione
problematica: pur essendo un immigrato digitale, come devono comportarsi nel momento in
cui decidono di utilizzare la tecnologia nel percorso educativo?
● La centralità del bambino, l'attenzione ai contesti sociali e l'utilizzo di strumenti digitali
stanno modificando le pratiche quotidiane a scuola. Questa trasformazione non può
essere ignorata ma implica un ruolo più attivo dei formatori e dei formandi, bambini e
studenti.
● Il ruolo dell'educatore cambia: da signore d'aula a progettista didattico, colui che
progetta un’attività didattica, anche utilizzando i device tecnologici. L’educatore non
dovrebbe più considerarsi come il centro di un universo che si muove intorno a lui. Si
passa da un modello trasmissivo a un modello cooperativo.
[Con l’avvento delle nuove tecnologie, cambia il paradigma culturale a cui si fa riferimento
perché le nuove tecnologie si appoggiano sulla rete di internet. Il termine rete ci fa proprio
capire come nelle nuove tecnologie sia fondamentale a creare delle relazioni, dei rapporti.
Con il procedere della fruibilità di queste tecnologie, siamo nella dimensione della
interazione: ognuno di noi può dare il proprio contributo alla rete (es. si pensi a Wikipedia).
Noi all’interno del digitale non siamo spettatori passivi, come lo eravamo ad esempio con la
radio o la tecnologie, possiamo diventare attivi e recentemente anche la radio e la
televisione sono ormai accessibili in maniera attiva. Ovviamente questo crea proprio il senso
di comunità di apprendimento, di discussione (virtual learning community) in maniera
estremamente semplice. Partendo da questa considerazione, ciò che ci deve guidare è ciò
che il digitale ci offre e ci aiuta a cambiare la nostra mentalità. Sono due i grandi elementi
che ci possono aiutare:
1. considerare internet come una finestra sul mondo
2. considerare internet come una grande piazza
Facciamo in modo che questa nuova forma mentale per la didattica e quindi che possano
servire come una palestra per i bambini per l’apprendimento delle competenze tecnologiche,
non solo relative all’aspetto ludico ma anche della curiosità e della cultura. Siamo figli del
nostro tempo e oggi leggiamo sui libri. Con la rete ho un tipo di conoscenza di tipo reticolare
(sono argomenti a sé e sta a me trovare una sequenza tra gli argomenti letti e non sono
come i libri che seguono invece uno sviluppo ben preciso, con i capitoli che seguono una
linea mentale specifica): ho un modo diverso di capire e captare le cose. Posso decidere di

Document shared on https://www.docsity.com/it/digital-kids-appunti-lezioni-slide/8230152/


Downloaded by: tiziana-tucci-3 (tuccitiziana13@gmail.com)
organizzare la conoscenza mettendo insieme degli elementi affinché soddisfino il mio
interesse e non legata a una sequenza organizzata dagli autori del libro. Questa è una
grande ricchezza. ]
● La didattica: da un modello uno-molti/trasmissivo della didattica si passa a un
modello molti- molti/cooperativo, e i ruoli variano in base al setting in presenza o
virtuale.
● Il linguaggio: molti insegnanti parlano un linguaggio dell'epoca «analogica
gutenberghiana» e si stanno misurando con una popolazione che parla un linguaggio
nuovo e diverso.
● La formazione degli insegnanti: imprinting dal modello formativo del libro, «universo
della razionalità alfabetica» (McLuhan, 1962), riferito a un modo di comunicare, a
una società e a un'economia in cui prevale il concetto di «massa». Nel processo di
apprendimento- insegnamento il discente è passivo, il bambino è «vaso da
riempire». Una visione in netto contrasto con la teoria pedagogica attivista sviluppata
nel novecento, ma assunta da pochi, solo attualmente condivisa

GLI INSEGNANTI NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA: I RISULTATI DEI FOCUS GROUP


(Focus Group = incontri gestiti a un relatore che fa sviluppare una conversazione seguendo
una scaletta di argomenti)
Questa ricerca evidenzia a il rapporto che gli educatori hanno con le nuove tecnologie ed è
emerso che:
➔ Scarsa familiarità con la tecnologia, il computer è:
- utilizzato solo dagli adulti per la gestione della scuola, raramente con i
bambini
- collocato nel laboratorio informatico, separato dal contesto di vita dei bambini.
La scelta sottende un setting didattico trasmissivo, una dimensione
specialistica, ghettizzante. ↴
Ci fa ragionare sul fatto che continuano a vedere il computer come uno strumento separato
dalla vita dei bambini, che serve prettamente agli adulti.
➔ Posizione «tecnofobica»: sospetto e diffidenza, il computer è pericoloso.
➔ Carenza di formazione e di strumenti di lavoro. Una condizione che caratterizza
le scuole italiane ed europee. Nei documenti normativi del ministero si danno sempre
delle grandi aperture nei confronti dei device tecnologici per l’esercizio della didattica.
➔ La normativa: con il documento «Indicazione per il curricolo..» il Ministero
dell'Istruzione apre alla tecnologia e fornisce indicazioni per favorire una
familiarizzazione di natura interdisciplinare e trasversale, che valorizzi il potenziale
comunicativo ed espressivo del digitale.
➔ Proposte per modificare l'atteggiamento degli insegnanti: abilitare
tecnologicamente le sezioni per promuovere la didattica integrata. Computer, servizi
internet, webcam, videogiochi, lavagna interattive potrebbero convivere con i libri e i
supporti tradizionali.

COME COLMARE IL GAP TRA BAMBINI E INSEGNANTI: LE OPINIONI DEGLI


INSEGNANTI
● idea del bambino: Per gli insegnanti e educatori il bambino è una persona creativa e
bisogna proteggerli dall’utilizzo della tecnologia nella didattica perché si corre il
rischio dell'omologazione giacché la loro creatività può essere offuscata. Il bambino
si trova a vivere in un mondo dove ha confidenza quotidianamente con il computer e

Document shared on https://www.docsity.com/it/digital-kids-appunti-lezioni-slide/8230152/


Downloaded by: tiziana-tucci-3 (tuccitiziana13@gmail.com)
fanno parte della nostra vita. Noi come educatori dobbiamo contribuire a un utilizzo
corretto delle tecnologie, non possiamo impedire ai bambini di conoscere e stare in
contatto con le tecnologie. Le tecnologie affiancano determinate esperienze, non le
sostituiscono nell’intrattenimento dei bambini
● opinioni: gli strumenti digitali sono considerati strumenti alienanti (che ti portano in
un altro mondo) e nelle menti degli insegnanti c’è una visione del computer che
riguarda il computer negli anni ‘80 ovvero di uno strumento che permette di fare delle
attività funzionali a un sistema e quindi molto lontano dall’attuale concezione di
computer, specialmente a seguito dell’introduzione dei dispositivi touch
● le paure degli insegnanti:
- la televisione (cattiva maestra) e i videogiochi sono considerati
pericolosi, perché si pensa che possano generare malattie
neurologiche, affaticamento, stress perché il bambino non è attivo, ma
passivo. Ovviamente, l’essere cattivo non è della televisione in sé ma
dell'uso che ne sto facendo, quindi gli insegnanti hanno una certa
resistenza all’introduzione delle tecnologie ma è anche vero se si
attuano dei processi di formazione e di ricerca che supportano gli
insegnanti nell’utilizzo del digitale nella didattica, posso mano mano
venire a sgretolarsi. Gli insegnanti si sentono soli nell’utilizzo dei
device tecnologici: con questo gruppo di supporto o ricerca
sicuramente non si sentirà solo nel commettere degli errori e quindi
con il rischio che possa andare a infierire sul bambino.
- eccessivo sviluppo cognitivo a scapito di altri obiettivi prevalenti per i
bambini (emotivo, creativo). Il computer è utilizzabile in ambito logico,
non in altri campi di esperienze.
● età degli insegnanti: maggiore resistenza al cambiamento: la maggior parte è in
servizio dagli anni ‘50-60
● esperienza significativa: l'utilizzo del computer insieme ai bambini ha incoraggiato
gli insegnanti a provare, ritenendo i bambini eccellenti tutor

Classificazione degli atteggiamenti degli insegnanti verso il computer, secondo


Papert (1996)
● Ciberstruzzi: la maggioranza delle insegnanti ha paura o è reticente verso la
tecnologia, ritenuta non appropriata per i bambini di 3 e 4 anni;
● Pragmatici neutri: sono una minoranza. Questi insegnanti ritengono il computer uno
strumento utile che può essere utilizzato dai bambini nella didattica, ma lo usano in
modo discontinuo e tendono a riprodurre pratiche tradizionali;
● Tecnoentusiasti critici: molto pochi, ma agguerriti. Dichiarano di saper o voler
utilizzare la tecnologia a scuola con i bambini, vivono le difficoltà strutturali e la
diffidenza dei colleghi. Affermano: «i bambini convivono già con il computer e, quindi,
l'approccio è diverso, è molto più spontaneo del nostro, da questo deriva la voglia di
provare anche con i bambini di 3 anni».Sono coloro che dicono che il computer fa
parte delle nostre vite e l'approccio con il computer è inevitabile.
⇊⇊
Bisogna fare in modo che gli insegnanti, bambini e tecnologie possano trovare dei campi di
confronto e delle linee di condotta che possano essere utili per attivare una buona
formazione per gli insegnanti (che consenta loro di superare anche difficoltà).
⇊⇊

Document shared on https://www.docsity.com/it/digital-kids-appunti-lezioni-slide/8230152/


Downloaded by: tiziana-tucci-3 (tuccitiziana13@gmail.com)
Insegnanti, bambini e tecnologie: risultati della ricerca
➔ Delineare le linee guida per una nuova formazione degli insegnanti che
proponga ai bambini un approccio al computer di tino «ludico-esplorativo», in modo
che prevalga un'educazione «con I media» piuttosto che «al media»:
➔ Scelta di spazi idonei ad accogliere il computer nella scuola: angoli o isole della
tecnologia attrezzate, a disposizione dei bambini e delle insegnanti?
➔ Adattare le pratiche educative alle caratteristiche dei bambini, nativi digitali;
rendere i bambini maggiormente protagonisti dei processi educativi;
➔ Attrezzi del mestiere dell'insegnante: oltre agli strumenti tradizionali, la lavagna
interattiva, schermi e tastiera;
➔ Intersecare le competenze degli insegnanti/genitori con gli stili cognitivi dei
bambini/studenti, utilizzare videogiochi o strumenti informatici che risultino efficaci e
piacevoli per l'apprendimento (Papert, 1993);
➔ Il sistema scolastico deve formare e selezionare gli insegnamenti in modo
nuovo, non solo sulle conoscenze disciplinari, ma sulle capacità di sviluppare
strategie e abilità nell'utilizzare nuovi linguaggi;
➔ Gli insegnanti hanno bisogno di fare attenzione alle pratiche di comunicazione
tra pari, adolescenti e bambini (blog, Messenger, cellulare Skype...);
➔ Personalizzare l'insegnamento e predisporre un ambiente digitale per creare
insieme, bambini e insegnanti, modi per costruire il sapere e generare esperienze
significative.
L’educazione è sempre una coeducazione: la figura genitoriale quindi deve sempre essere in
sintonia con l’istituzione scolastica.
Gli insegnanti e i genitori devono accompagnare i bambini in un uso critico delle tecnologie:
⇊⇊
● Definizione del termine appropriatezza:
- Fare proprio l'uso del computer, imparare a utilizzarlo nelle funzioni principali;
- Fare proprie le possibilità che offre;
- Modificare il proprio modo di costruire e organizzare la conoscenza in
relazione al suo utilizzo;
- Ipotizzare un uso della tecnologia diverso da quello iniziale.
● Livelli diversi di appropriarsi della tecnologia da parte dei bambini e degli adulti.
● Modalità con cui i bambini incontrano/usano il computer, secondo Turckle (1984,
1995), progressione naturale da un approccio esplorativo a uno competente e
finalizzato alla comunicazione. Egli distingue nei bambini 3 fasi:
➔ Fase metafisica: fra i 3 e gli 8 anni, esplorano il funzionamento: pigiano i bottoni
Off/On… → stimola curiosità
➔ Fase delle abilità: a partire dai 7-8 anni, sono interessati a padroneggiare il mondo,
misurano le loro competenze. Il computer una risorsa verso l'autonomia, riferirsi non
più solo ai genitori, ma ai coetanei;
➔ Fase dell'identità: tarda fanciullezza/preadolescenza conoscenza e padronanza
delle cose nuove → fondamentale la conoscenza del nuovo per trovare l’identità
perché a partire dallo sviluppo ormonale, l’adolescente ha bisogno di affermare la
sua identità perché entra in contatto con persone esterne alla sua famiglia.
Modalità d’uso osservate nei contesti educativi
Principali modalità d'uso:
● Il modellamento (modelling): il bambino osservando un pari/adulto competente si
interessa allo strumento, ne comprende l'utilità/funzionamento;

Document shared on https://www.docsity.com/it/digital-kids-appunti-lezioni-slide/8230152/


Downloaded by: tiziana-tucci-3 (tuccitiziana13@gmail.com)
● L'esplorazione spontanea: toccando e osservando gli effetti sul monitor, imitano gli
adulti; lasciamo ai bambini la possibilità di utilizzare lo strumento, toccando come
riferisce.
● L'esplorazione guidata da un pari/adulto competente: il bambino esplora il
computer guidato, segue i suoi suggerimenti/indicazioni. Con i bambini più piccoli
sembra essere questa la modalità d’uso più adatta.
● Lo studio delle procedure d'uso: appropriazione in età adulta, attenzione
strumentale/funzionale alla tecnologia.
Queste varietà di modalità d’uso non sono in conflitto tra loro. Questo utilizzo è un modo di
preparare il bambino all’utilizzo delle tecnologie, senza tenerlo fuori dal mondo.
L'utilizzo dei computer nei contesti educativi può contribuire all'appropriazione digitale e a
promuoverla in modo efficace.
«Doppia articolazione» tra individuo e artefatti (insieme di oggetti e media). Parallelismo tra
appropriazione digitale e apprendimento di seconda lingua. Bilinguismo è un processo vivo e
connesso al contesto sociale e culturale. Nativi digitali non traducono in una nuova lingua
tecnologica, ma pensano con e in essa (Casulli 2005)

Le indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia (2012)


Inseriscono il tema della tecnologia nei seguenti campi di esperienza:
1. «Immagini, suoni, colori»: «Il bambino si confronta con i nuovi media e con i nuovi
linguaggi della comunicazione, come spettatore e come attore. La scuola può
aiutarlo a familiarizzare con l'esperienza della multimedialità (la fotografia, il cinema,
la televisione, il digitale) favorendo un contatto attivo con i «media» e la ricerca delle
loro possibilità espressive e creative»;
2. «I discorsi e le parole»: nei traguardi per lo sviluppo delle competenze viene
specificata «Si avvicina alla lingua scritta, esplora e sperimenta prime forme di
comunicazione attraverso la scrittura, incontrando le tecnologie digitali e i nuovi
media». Qui ancora non si parlava di sistema integrato 0-6.
Le competenze digitali sono proposte in un'ottica di trasversalità disciplinare, un
mezzo per esprimere contenuti e comunicarli, partendo dai bambini e dalle loro idee,
dalle esperienze familiari per conoscere le loro potenzialità e il loro contesto di vita.
Studi e ricerche sugli effetti dell’uso del digitale da parte dei bambini
Rischi di molestie e di adescamenti on line:
★ prevale un controllo saltuario della navigazione da parte degli adulti, scarsa
conoscenza degli strumenti telematici ed eccessiva fiducia dei sistemi di prevenzione
(Parental Control).
★ Fattore di sicurezza: collocazione del computer in zone di transito, frequentate.
★ Sito del Ministero della Comunicazione in collaborazione con Save the Children Italia
dedicato alla sicurezza in rete, rivolta a bambini/ragazzi, genitori, docenti;
Effetti sulla capacità di concentrazione e attenzione: dipende dalle tecnologie:
★ Caduta di attenzione o rendimento intellettuale: non si manifesta se si usano
programmi di scrittura, problem solving, di comunicazione e cooperazione (Sam City,
Age of Empires .), anzi possono migliorare (Garassini, Romano, 2001);
★ Decremento delle prestazioni cognitive se i bambini utilizzano per tempi lunghi
videogiochi ripetitivi e ricorsivi (gli «sparatutto») o utilizzano le tecnologie per isolarsi
(uso autistico ed estraniante);
★ Punteggi migliori ai test (sulla prontezza nell'ambito scolastico e dello sviluppo
cognitivo) ottenuti da bambini fra i 3 e i 5 anni che hanno familiarizzato con il

Document shared on https://www.docsity.com/it/digital-kids-appunti-lezioni-slide/8230152/


Downloaded by: tiziana-tucci-3 (tuccitiziana13@gmail.com)
computer a casa e a scuola, 3/4 volte alla settimana. Stessi risultati emergono
dall'indagine PISA.
Studi e ricerche internazionali
Contenuti dell'apprendimento formale (Università di Stirling, UK):
● l'utilizzo delle tecnologie (lavagna interattiva, connessione a internet) promuove
maggiori opportunità di apprendimento, amplificano la disposizione ad apprendere;
● I bambini apprendono in modo efficace se utilizzano le tecnologie non in
autonomia, ma con il sostegno competente dell'adulto;
● Ruolo dell'adulto centrale nell'interazione guidata:
- distale o indiretta: collocazione computer vicino a libri piuttosto che ai
pennelli, adulto orienta l'esplorazione dello strumento da parte del bambino;
- prossimale o diretta: interazione faccia a faccia influenza l'apprendimento.
● I nativi digitali vanno educati al piacere della scoperta attraverso le tecnologie digitali,
oltre a quello del gioco e dello svago
● Rapporto tra uso del computer e l'apprendimento della lettura e scrittura di
bambini con meno di 6 anni (Parigi, FR, di Cohen, 1995, 1996): cambia ruolo
insegnante; fattore di equità tra bambini di culture diverse; facilita lavoro cooperativo
e l'utilizzo di intelligenze multiple; favorisce spinta motivazionale nella didattica della
lettura e scrittura.
● Analisi delle pratiche di introduzione delle ICT delle scuole dell'infanzia
scozzesi (Ministero dell'Istruzione Scozia, UK); i bambini sono curiosi, esplorano
le tecnologie; acquisiscono consapevolezza usandole nei contesti familiari; le risorse
interattive e multimediali scelte con cura; l'uso delle ICT permette di considerare i
differenti stili di apprendimento, interessi, abilità; efficace mediazione dei contenuti;
dovrebbero riflettere la natura personale di ogni bambino.
● Progetto «Bambino Autore» (Ferri, 2005): mette in relazione alunni di scuole
diverse, per costruire prodotti multimediali attraverso la comunicazione e lo scambio
di materiali attraverso la rete informatica.
● Interviste ai bambini della scuola dell'infanzia nell'ambito del progetto
«Bambino Autore»: le rappresentazioni dei bambini nei confronti del computer, del
suo funzionamento, delle sue potenzialità. I bambini osservano, pensano, elaborano
teorie e ipotesi rispetto alle nuove tecnologie come rispetto a qualsiasi altro oggetto e
che a 5 anni sono già molte le conoscenze e le competenze che possiedono.
I genitori: immigrati digitali
- Modelling: Il primo contatto dei bambini con le tecnologie avviene in famiglia, per
imitazione dei comportamenti d'uso delle tecnologie da parte dei genitori.
- Gap generazionale: fratture culturali e cognitive rendono difficile la comunicazione,
la condivisione e la trasmissione di saperi. Papert (1996) aveva previsto il problema
del digital divide intergenerazionale, il diverso livello di competenza e capacità d'uso
delle tecnologie tra bambini e genitori. Per Papert i bambini possono aiutare i genitori
e i nonni e gli insegnanti ad aumentare le loro competenze tecnologiche, mentre i
genitori possono comprendere l'ambiente formativo dei loro figli per dialogare e
cooperare.
- Ricerca «Creating & Connecting» della National School Boards Association
(USA): i genitori sono poco consapevoli che le ore che passano i bambini al
computer è pari a quello passato davanti la televisione. Questo tempo non è
utilizzato per attività passivizzanti come i videogiochi, ma per il 59% dei

Document shared on https://www.docsity.com/it/digital-kids-appunti-lezioni-slide/8230152/


Downloaded by: tiziana-tucci-3 (tuccitiziana13@gmail.com)
bambini/studenti serve per scaricare o ricercare testi necessari per il lavoro
scolastico
- Indagine Gruppo di ricerca dell'Università Cattolica (Rivoltella, 2006): più del
76% dei genitori utilizza il computer a fronte del 90% degli adolescenti.
- Indagine del Telefono azzurro: il 48% dei bambini dai 0 ai 6 anni usa il computer.
FOCUS GROUP CON I GENITORI: TEMI EMERSI → è importante che collaborino anche
per quanto riguarda l'educazione alle tecnologie digitali e quindi trovare dei momenti di
incontro durante i quali è possibile condividere opinione, idee, problemi.
● Molti ritengono di aver «subito» l'alfabetizzazione tecnologica per necessità di lavoro,
mentre gli insegnanti non ne sono stati coinvolti.
● L'uso ludico o per finalità creative del computer è venuto in seguito, gli adulti lo usano
per lavorare, un'attività seria che può diventare piacevole.
● Rispetto agli insegnanti, i genitori sembrano meno «tecnofobici» e più aperti all'idea
di proporre il computer ai bambini.
● Asimmetria di genere nei vissuti e nelle rappresentazioni della tecnologia (ISTAT,
2006), dal 30% nel 1998 al 41% di donne on line in Italia nel 2003. Un gap maggiore
nel caso delle insegnanti.
● I genitori sembrano più capaci di riconoscere la familiarità dei bambini con la
tecnologia, mentre le insegnanti tendono a preservarli dal digitale.
● Il computer è uno strumento in più per la didattica: i genitori ritengono che offra varie
opportunità: la scrittura è facilitata con la tastiera più che con la penna, mentre il
disegno con il computer è più macchinoso.
● Non demonizzano i videogiochi, molti genitori li considerano come una fase di
approccio a un utilizzo delle tecnologie. lesi condivisa da alcuni studiosi che
considerano I videogiochi strategici o di civilizzazione Simcity e The Age or Empires)
strumenti utili e appropriati per la didattica

La letteratura scientifica e i dati di questa ricerca mettono in evidenza il fatto che i pericoli
posti «dagli insegnanti non sono tanto legati all'eccesso di utilizzo del computer e delle reti o
dei videogiochi, quanto piuttosto alla «solitudine» dei bambini di fronte ai nuovi strumenti,
alla mancanza di una figura di riferimento autorevole, che i genitori fanno fatica a identificare
con le maestre o i maestri dei loro figli, che permetta ai bambini di utilizzare produttivamente
gli strumenti che hanno a disposizione (Rivoltella, 2006).
In tale contesto viene ipotizzato un ruolo dei genitori nel contesto italiano di «mediatori
culturali» delle tecnologie rispetto alla scuola. Sull'introduzione degli strumenti digitali nella
didattica scuola e famiglia rischiano di trovarsi divisi; i genitori, che sostengono l'adozione
della tecnologia, e la scuola che rinvia il problema. Un contrasto che deve essere superato
con il dialogo.
Quindi le paure sono fondamentalmente 2.
Nella risoluzione di questi problemi bisogna pensare ai genitori e agli insegnanti come
mediatori che possano accompagnare i bambini nell'utilizzo delle tecnologie.
Deve esserci dialogo tra la scuola dell’infanzia e le famiglie dove è opportuno sviluppare un
processo di coeducazione perché hanno insieme un unico obiettivo: aiutare il bambino in
uno sviluppo adeguato, consapevole e orientato verso la costruzione del futuro cittadino.
Questo problema dunque va affrontato e risolto.
Per affrontare questo tema viene citato un lavoro di ricerca condotto da Mantovani e Ferri
nel 2005.

Document shared on https://www.docsity.com/it/digital-kids-appunti-lezioni-slide/8230152/


Downloaded by: tiziana-tucci-3 (tuccitiziana13@gmail.com)
● Il lavoro di ricerca condotta nel 2005 da Susanna Mantovani e Paolo Ferri
dell'Università di Milano Bicocca, su richiesta del Ministero dell'Istruzione, in
collaborazione con l'IBM, è stato integrato da percorsi di formazione rivolte agli
insegnanti di scuola dell'infanzia di alcune città del Nord, Centro e Sud d'Italia.
● La riflessione verteva su come la scuola possa mediare la scoperta del computer, in
modo che diventi uno strumento che amplia le possibilità dei bambini anziché
limitarle.
● Dobbiamo tenere conto che il contesto è quello delle scuole dell’infanzia e quindi i
bambini hanno dai 3 ai 5 anni e hanno già idee sul computer e sulle sue funzioni
● Compito degli insegnanti è di osservare e ascoltare i bambini, per partire dalle loro
preconoscenze, per riflettere sui paradigmi educativi e sui modelli didattici da
adottare.
● «il problema delle tecnologie non è risolvibile all'interno delle tecnologie stesse, esso
tira necessariamente in causa l'immagine che si ha del contesto educativo e del suo
sviluppo (usi delle tecnologie, modelli di apprendimento e scenari educativi sono
interdipendenti» (Calvani, 1997) → il problema dell’utilizzo delle tecnologie non è
all’interno delle tecnologie stesse: il problema del loro utilizzo è all’interno della
prospettiva pedagogia che viene adottata dal docente: se un educatore non
ritengono che usare le nuove tecnologie sia un elemento interessante nell’ambito
della didattica, non c’è nulla da fare, nonostante i corsi di formazione il docente non
sarà mai propenso all’utilizzo delle tecnologie nel suo corso. La cosa più importante
è che i docenti siano convinti che la tecnologia sia un strumento utile da affiancare
agli altri materiali. ↴
● Ripensare la formazione degli Insegnanti, tenendo conto che l'uso delle tecnologie in
classe non è semplice acquisizione di competenze, ma è un processo di
cambiamento che influenza il comportamento degli individui (Biondi, 2007) →
significa assumere che è in atto un cambiamento profondo che influenzerà e che ha
già influenzato il nostro comportamento e del quale non possiamo assolutamente
fare a meno di confrontarci. Dunque gli elementi cardini di questa ricerca sono che gli
insegnanti dovrebbero comprendere quanto sia importante inserire le nuove
tecnologie all’interno dei progetti educativi anche nelle scuole dell’infanzie e negli
asili nidi in quanto le tecnologie ormai fanno parte della nostra vita.
Gli esiti di tale ricerca riguardano anche noi educatori del nido: osservare i bambini in
maniera sistematica e quindi anche mentre utilizzano le tecnologie e partire dai loro
interessi, dalla loro curiosità per costruire un intervento educativo e didattico. L'educatore
parte da un’idea per arrivare a un progetto didattico ed è sensibile agli input provenienti dai
bambini, che provengono dall’osservazione diretta del bambino e sulle attività che egli
stesso svolge. Il progetto educativo DEVE essere quindi flessibile e sempre pronto ad
essere modificato in base alle reazioni dei bambini. Non c’è contraddizione tra
progettazione didattica e osservazione del bambino nella sua creatività e questo perché
l’educatore ha una sua intenzionalità, una sua idea che mette in pratica nel suo progetto
educativo ma che deve essere allo stesso tempo flessibile, in relazione agli stimoli che il
bambino dà. Deve osservare la reazione dei bambini.
Temi focali:
● Non trascurare le paure ansie. le rappresentazioni che gli adulti hanno nelle nuove
tecnologie e nei cambiamenti che determinano. Per molti docenti e la
alfabetizzazione informatica. Bisogna fare in modo che durante la formazione
vengano fuori questi timori

Document shared on https://www.docsity.com/it/digital-kids-appunti-lezioni-slide/8230152/


Downloaded by: tiziana-tucci-3 (tuccitiziana13@gmail.com)
● Approfondire e riflettere sugli aspetti metodologici connessi alla rivoluzione digitale.
Gli effetti educativi derivano dalle scelte progettuali. «Ciò che manca ai piani di
informatizzazione dei luoghi di apprendimento per l'infanzia è una teoria pedagogica
di riferimento» (Winner, 2006). La teorizzazione pedagogica deve essere
implementata: fare una scelta di utilizzare in classe le nuove tecnologie significa che
deve esserci una riflessione di tipo pedagogico che vada a capire come ci si
confronta con i device e le competenze che si vogliono sviluppare con essi.
● È una scelta rilevante la decisione di collocare il computer nelle aule, nel laboratorio
oppure in entrambi gli spazi per garantire attività diverse in diverse situazioni
interattive (coppia, piccolo gruppo, grande gruppo, ecc.) deve far parte di un progetto
operativo didattico.
DEFINIZIONE DEI MEDIA EDUCATION
All’interno di un ragionamento di Rivoltella, possiamo parlare di educazione ai media digitali,
partendo da diversi punti di vista:
● Insegnamento con i media: le nuove tecnologie sono sussidi, strumenti che
migliorano l'insegnamento, utilizzati per ricerche, relazioni, tesine.. QUesto modo di
pensare alle tecnologie significa adattare le tecnologie alle aree del sapere
(Maragliano, 2004)
● Insegnamento sui media: rendere i media un oggetto di insegnamento, limitandolo
su un versante accademista e professionista, tralasciando le aree forti
dell'insegnamento scolastico (competenze extrascolastiche studenti).
● Insegnamento dentro ai media: considerati parte integrante del contesto della
nostra vita, per cui la didattica è ridefinita alla luce degli stili cognitivi che sono
supportati dalle nuove tecnologie, e integrato alle diverse aree del sapere,
promuovendo un atteggiamento aperto alle innovazioni, motivato ad apprendere e
incline a situazioni di problem solving, piuttosto che di trasmissioni di nozioni.
⇊⇊
«un lavoro che si svolge in un ambiente complesso con l'uso di strumenti tecnici e artefatti
culturali, sotto la guida di esperti, in cui si costruisce un sapere collettivo attraverso la
produzione di un «capolavoro», simile a quello che era una volta prodotto nella bottega
dell'artigiano e dell'artista» (Pontecorvo, 1998)

In uno sfondo pedagogico, in cui l'apprendimento prevale sull'insegnamento, le nuove


tecnologie sono utilizzate in modo costruttivo, interattivo e
dialogico. Secondo Papert (1980) «è il bambino che programma Il computer, e non il
computer che programma il bambino». La frase ci fa riflettere sul fatto che il soggetto
interessato alla nostra attività di educatori deve essere sempre e soltanto il bambino: il
computer è una delle opportunità che possiamo offrire ai nostri bambini.

ESPERIENZA KIDSMART: un’esperienza di formazione


Il progetto non si è limitato a introdurre tecnologie nella scuola, ma ha organizzato percorsi
di formazione e consulenza per gli insegnanti.
Nel contesto di apprendimento arricchito dalle tecnologie, il ruolo dell'insegnante si modifica
e si sviluppano dinamiche di relazioni/interazione tra soggetti coinvolti (bambini, insegnanti,
computer). (quando parliamo di contesto: lo spazio e le interazioni tra gli attori)
La riflessione e i dati della ricerca hanno contribuito a creare un produttivo intreccio tra
indagine sul campo e formazione.
Articolazione del percorso:

Document shared on https://www.docsity.com/it/digital-kids-appunti-lezioni-slide/8230152/


Downloaded by: tiziana-tucci-3 (tuccitiziana13@gmail.com)
● ricerca sul campo (osservazione, intervista, ecc.): interviste ai partecipanti
● discussione a seguito della visione di un film che riguardava un tema affine al tema
della ricerca;
● focus group, una tecnica qualitativa di rilevazioni di opinioni degli insegnanti, una
discussione di gruppo strutturata e focalizzata su temi rilevanti, secondo uno stile di
conduzione dei gruppi basati su tecniche rogersiane (empatia, accettazione non
giudicante, congruenza)
È stata utilizzata una metodologia attiva «partecipativa», gli insegnanti sono stati coinvolti e
resi protagonisti. L' apprendimento è considerato un processo di costruzione sociale
Tutti gli attori sono stati considerati come protagonisti di questa esperienza.
Agli insegnanti è stato chiesto di rispondere ad alcune domande:
● Che cos'è un bambino?
● Che cos'è un computer?
La discussione ha sviluppato i seguenti temi:
Perché introdurre il computer nella scuola dell’infanzia? trasformata in perché non introdurre
il computer nella scuola dell’infanzia?
A quale età è meglio che i bambini si accostino al computer per la prima volta? - «Se glielo
lasciamo toccare, esplorare, sperimentare diventa uno strumento di uso comune» (che in
parte è già)
In quali spazi della scuola è meglio collocarlo? L'ambiente della formazione è un luogo di
interazione, di negoziazione di significati e di costruzione di saperi condivisi.
Quale tipo di approccio è meglio favorire? - Stile educativo più pensato e meno automatico.
Quali possono essere gli impieghi del computer nella scuola dell'infanzia? - Educare all'uso
del computer non significa far conseguire ai bambini semplici automatismi.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
● Il percorso formativo teorico-pratico ha consentito ai docenti di rivisitare le loro
pratiche didattiche, partendo da un atteggiamento di curiosità e flessibilità verso il
computer e le sue possibilità.
● L'esperienza ha confermato l'ipotesi della ricerca: i docenti, immigrati digitali non
necessitano solo di alfabetizzazione informatica, ma di percorsi formativi che li
aiutino a superare le paure e i pregiudizi e a generare invece degli atteggiamenti di
curiosità verso le tecnologie, interesse a esplorare e a utilizzare il computer come lo
utilizzano così come lo fanno i bambini: con spontaneità, in maniera curiosa e
costruttiva etc.
● Gli insegnanti sono stati sollecitati a non separare, anche nella didattica digitale, i
contenuti, le metodologie e gli strumenti dell'intervento dal bambino, soggetto attivo e
competente, evitando che il computer venga posto al centro del processo.

Document shared on https://www.docsity.com/it/digital-kids-appunti-lezioni-slide/8230152/


Downloaded by: tiziana-tucci-3 (tuccitiziana13@gmail.com)

Potrebbero piacerti anche