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FRANCESCO BACONE

1. IL PROFETA DELLA TECNICA


Se Galilei ha chiarito il metodo della ricerca scientifica, Bacone ha intravisto per primo il potere che la
scienza offre
all’uomo sul mondo e la concepisce come diretta a realizzare il dominio dell’uomo sulla natura, il regnum
hominis.
Francesco Bacone nasce a Londra il 22 gennaio 1561, studiò a Cambridge e trascorse alcuni anni a Parigi
dove arricchì
la sua cultura. Intraprese poi la carriera politica e quando salì al trono Giacomo Stuart sfruttò l’appoggio
del favorito del
re per ottenere cariche ed onori: fu nominato avvocato generale, procuratore generale infine Lord
guardasigilli. Quando Giacomo I convocò il parlamento per istituire nuove tasse Bacone venne incolpato di
corruzione, si riconobbe colpevole e fu condannato a pagare un’ammenda di quaranta mila sterline e
rimanere prigioniero nella torre di Londra, oltre ad essere escluso da tutte le cariche dello stato. Il re
condonò poi a Bacone l’ammenda e la prigionia ma la sua carriera politica era finita, si ritirò a vita privata
e morì il 9 aprile 1626. La sua carriera politica fu quella di un cortigiano senza scrupoli, ambizioso ed
amante del danaro ma ebbe un’idea altissima del valore e dell’utilità della scienza al servizio dell’uomo.
La scienza era per lui diretta alla costituzione di una tecnica che doveva dare all’uomo il
dominio di ogni parte del mondo naturale. Quando nella Nuova Atlantide volle dare l’immagine di
una città ideale, ricorse al pretesto, già usato da Tommaso moro nell’utopia, della descrizione di un’isola
sconosciuta, immaginò un paradiso della tecnica,un enorme laboratorio sperimentale in cui gli abitanti
cercano di conoscere le forze nascoste della natura. I numi tutelari sono i grandi inventori e le sacre
reliquie gli esemplari delle più grandi invenzioni. I Saggi, la sua prima opera, sono sottili ed erudite
analisi di vita morale e politica ma la sua maggiore attività fu dedicata al progetto di una enciclopedia
delle scienze che doveva rinnovare completamente la ricerca scientifica. Il piano grandioso di questa
enciclopedia è descritto in una sua opera e comprende: le scienze che si fondano sulla memoria, quelle
che si fondano sulla fantasia e quelle sulla ragione, di tutte queste chiama mancanti quelle che fino ad
ora risultano insufficientemente trattate, di questo progetto Bacone ha realizzato adeguatamente soltanto
il Novum Organum e come schizzi altre parte come La sapienza degli antichi, Storia naturale.

2. L’ESIGENZA DI INTERPRETARE LA NATURA PER DOMINARLA

La nuova logica della scienza. Il Nuovo Organo è una logica del procedimento tecnico – scientifico
che viene polemicamente contrapposta alla logica aristotelica, ritenuta adatta solo alle dispute verbali.
Con la vecchia logica si espugna l’avversario, con la nuova la natura e l’espugnazione della natura è il
compito fondamentale della scienza. La scienza è così posta interamente a servizio dell’uomo che
opera ed intende quanto nella natura ha osservato, o con l’esperienza o con la riflessione. Non si vince la
natura se non obbedendole; l’intelligenza umana ha bisogno di strumenti efficaci per penetrare nella
natura e dominarla. Gli strumenti della mente sono gli esperimenti, i sensi soltanto non bastano a
fornire una guida sicura, gli esperimenti sono il connubio della mente e dell’universo che non si può
celebrare fino a che la mente rimane irretita in errori e pregiudizi che le impediscono di interpretare la
natura. Bacone oppone l’interpretazione della natura all’anticipazione della natura: l’anticipazione della
natura prescinde dall’esperimento e passa dalle cose particolari ad assiomi generali ed è la via di cui
si serve la logica tradizionale. L’interpretazione della natura invece si addentra con metodo e con
ordine nell’interpretazione ed ascende per gradi dalle cose particolari ad assiomi e giungendo solo
per ultimo a quelli più generali. La via dell’anticipazione è sterile perché gli assiomi così stabiliti non
servono mentre la via dell’interpretazione è feconda perché gli assiomi desunti con metodo ed ordine
rendono attiva e produttiva la scienza.

I pregiudizi della mente . Il compito preliminare di Bacone è eliminare le anticipazioni e a


questo è dedicato il primo libro del Novus Organum. Questo libro mira a purificare l’intelletto da
quelli che Bacone chiama idola, stabilendo una triplice critica: delle filosofie, delle dimostrazioni e
della ragione umana e sono dirette rispettivamente ad eliminare i pregiudizi che si sono radicati nella
mente umana attraverso dottrine filosofiche, dimostrazioni desunte da principi errati o per la natura
stessa dell’intelletto umano. Le anticipazioni che si radicano nella stessa natura umana sono chiamate
idola tribus e idola specus, i primi sono comuni a tutti gli uomini, i secondi sono propri di ciascun
individuo. L’intelletto umano è portato a supporre un’armonia molto maggiore di quella realmente
esistente e da importanza più a certi concetti che ad altri, più a ciò che colpisce che a ciò che è nascosto;
inoltre è impaziente e pretende che la natura si adatti alle sue esigenze. Tutte queste disposizioni naturali
dell’intelletto umano determinano gli idola tribus, la cui fonte principale è l’insufficienza dei sensi
a cui sfuggono le cose nascoste della natura. Gli idola specus invece dipendono
dall’educazione, dalle abitudini e dai casi fortuiti in cui ciascuno viene a trovarsi, ogni uomo ha
le sue propensioni, per il vecchio o per il nuovo, per il semplice o per il complesso e tutte queste sono
fonti di idola specus, quasi che ogni uomo avesse dentro di se una spelonca o caverna (specus) che
rifrange e distorce il lume della natura. Oltre queste due specie naturali di idoli ci sono quelli
provenienti dal di fuori: gli idola fori e idola theatri. Gli idoli della piazza(fori) derivano dal
linguaggio: le parole ritorcono e riflettono la loro forza sull’intelletto e nascono le dispute verbali, gli idoli
che derivano dalle parole sono di due specie: nomi di cose che non esistono o nomi di cose che esistono
ma confusi e male interpretati. Della prima specie sono i nomi che danno origine a false teorie come ad
esempio nomi di “fortuna”,“elementi del fuoco”, alla seconda specie appartengono parole come umido,
generare, grave, che possono indicare cose diversissime. Tutti questi sono gli idola fori, così detti perché
generati da quelle convenzioni necessarie tra uomo e uomo. L’ultimo genere di pregiudizi è quello
degli theatri che derivano dalle dottrine filosofiche del passato o da dimostrazioni errate; sono
chiamati così perché Bacone paragona i filosofi del passato a mondi fittizi o scene teatrali. Le dottrine
filosofiche, e quindi gli idola theatri sono moltissime e divide le false filosofie in tre specie: la
sofistica,l’empirica e la superstiziosa. Della filosofia sofistica il maggior esempio è Aristotele che
cercò di adattare il mondo naturale a categorie predisposte e si preoccupò di più di dare definizioni verbali
che non a cercare verità. Al genere empirico appartiene la filosofia degli alchimisti che tenta di spiegare
ogni cosa solo con pochi esperimenti. La filosofia superstiziosa è quella che si mescola alla teologia, come
Pitagora e Platone. Tra le cause che impediscono agli uomini di liberarsi degli idoli Bacone pone in primo
luogo la riverenza per la sapienza antica ed osserva che se per antichità si intende vecchiaia il termine
dovrebbe applicarsi ai tempi nostri e non alla gioventù del mondo. Quell’epoca e antica e maggiore per
noi ma rispetto al mondo è nuova e minore e come è lecito aspettarsi una maggiore conoscenza in un
uomo anziano rispetto ad uno giovane così dovremmo aspettarci molto più dalla età nostra rispetto al
passato. La verità,dice Bacone, è figlia del tempo e non dell’autorità, come Bruno, egli pensa che si
riveli gradualmente attraverso gli sforzi della storia. La semplice esperienza non basta, è simile a chi va
solo di notte nel buio e procede a tentoni cercando la via giusta mentre è più utile e prudente aspettare il
giorno, l’ordine vero comincia dall’esperienza ordinata e matura.

IL METODO INDUTTIVO
La ricerca scientifica non si fonda né soltanto sui sensi né soltanto sull’intelletto. Se l’intelletto produce
nozioni arbitrarie e i sensi danno indicazioni disordinate e inconcludenti la scienza non potrà costituirsi
come conoscenza vera e
feconda se non imporrà alla esperienza sensibile la disciplina dell’intelletto e all’intelletto la disciplina
della conoscenza sensibile. Il procedimento che realizza questa esigenza è l’induzione che è però
diversa da quella aristotelica. L’induzione aristotelica è una semplice numerazione dei casi
particolari che da conclusioni precarie esposte al pericolo di esempi contrari che possono smentirla.
L’induzione utile si fonda invece sulla scelta e sull’eliminazione dei casi particolari ripetuti più
volte sotto il controllo dell’esperimento fino a giungere alla determinazione della vera natura e della
vera legge del fenomeno. Questa induzione procede per gradi, dai fatti particolari a principi più generali
fino a giungere ad assiomi generalissimi.

Le diverse fasi del metodo. L’induzione scientifica suppone in primo luogo la raccolta e la
descrizione dei fatti particolari che deve essere fatta con l’esperienza e dettata dalla natura
stessa. Ma la storia naturale e sperimentale è così varia e vasta che confonderebbe l’intelletto se non
fosse sistemata in un ordine idoneo. Per questo servono le tavole che sono catalogazioni delle istanze
di un fatto
 Le tavole delle presenze raccolgono i casi nei quali un determinato fenomeno, (ad esempio il calore)
si presenta ugualmente anche se in circostanze diverse (es. fiamme, sole)
 Le tavole dell’assenza raccolgono i casi in cui lo stesso fenomeno non si presenta pur verificandosi
circostanze simili (es.luce luna)
 Le tavole dei gradi, o comparative, raccolgono i casi in cui il fenomeno si presenta nei suoi gradi
decrescenti.
Su queste tavole si avvia una fase “negativa” che esclude le cause incompatibili con il fenomeno
studiato e si formula
poi una prima ipotesi. Questa è un’ipotesi di lavoro che guida l’ulteriore sviluppo della ricerca.
L’induzione procede mettendo alla prova l’ipotesi fatta con successivi esperimenti che Bacone chiama
“istanze prerogative” di cui enumera molte specie, quella decisiva è l’istanza cruciale il cui nome
deriva dalle croci erette nei bivi per separare le vie. Il valore di questa istanza è che quando si è in dubbio
sulla causa del fenomeno studiato con molti fenomeni l’istanza cruciale dimostra la sua connessione
necessaria con uno dei fenomeni e la separabilità dagli altri e consente di riconoscere la causa vera del
fenomeno. Per esempio per quel che riguarda il calore, dopo aver escluso che la causa sia la luce o la
tenuità, si può ipotizzare che la causa sia nel movimento espansivo e rapido delle parti minime di un
corpo. Movimento che si verifica quando il caldo è presente, manca quando è assente e aumenta o
diminuisce a seconda della maggiore o minore intensità. Il metodo di Bacone non vuole essere una
semplice raccolta di fatti (empirismo), né un astratto ragionamento (razionalismo) bensì una razionale
interpretazione e selezione dei dati. Assimilando gli empirici alle formiche che accumulano e i
razionali ai ragni che traggono la tela da se stessi, Bacone paragona il proprio metodo al lavoro delle api,
che succhiano il nettare dai fiori e lo trasformano in miele.

La teoria della forma.


L’induzione tende a stabilire la causa delle cose e questa causa è la “forma”. Bacone accetta la
distinzione aristotelica delle quattro cause: materiale, formale, efficiente e finale, ma elimina la
causa finale, perché nuove alla scienza. Non nega che si possano contemplare i fini degli oggetti e
l’armonia generale per rendersi conto della potenza e saggezza di chi ha creato l’universo ma questa
ricerca deve rimanere al servizio di Dio e non portata sul piano della scienza. La scienza non è
contemplativa ma attiva e deve scoprire le cause che consentono all’uomo il dominio del mondo. Rimane
quindi la sola causa formale che però Bacone intende in modo diverso da Aristotele; per Bacone
soltanto la forma rivela l’unità della natura e rende possibile all’uomo la scoperta e la produzione di
quello che non c’è mai stato prima, che non sarebbe venuto in mente a nessuno e che né le vicende della
natura ne le accortezze sperimentali ne il caso avrebbero prodotto. Bacone distingue in ogni fenomeno
naturale due aspetti diversi: lo schematismo latente, cioè la struttura o l’ordine intrinseco dei corpi
considerati staticamente e il processo latente cioè il movimento intrinseco dei corpi stesi che li porta
alla realizzazione della forma. La forma è allo stesso tempo il principio dello schematismo e il
principio del processo. Il filosofo vede nella forma da un lato la struttura che costituisce un
determinato fenomeno naturale, e dall’altro la legge che regola il movimento di generazione o di
produzione del fenomeno stesso.

Limiti scientifici del metodo baconiano.


Bacone ha esercitato una scarsa influenza sugli sviluppi teorici della scienza,dominata dalle intuizioni
metodologiche di Leonardo, Keplero e galilei. Lo sperimentalismo scientifico aveva già trovato la sua
logica nella matematica mentre nell’induzione questa non trova posto anzi Bacone non riconobbe alla
matematica stessa alcuna funzione efficace nella ricerca scientifica anzi afferma che la matematica è
causa di corruzione della filosofia naturale. La grandezza di Bacone consiste nell’avere riconosciuto la
connessione tra la scienza e la potenza umana.

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