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12/11/2017 Sulphur, Sulfur, Rimedio omeopatico

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Sulphur

DESCRIZIONE

Il rimedio omeopatico Sulphur si ottiene dalla triturazione con alcool puro di cristalli di
zolfo ridotti in polvere, successivamente portati ad ebollizione, filtrati e sottoposti a
diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.

Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici:


origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.

Lo zolfo (nome latino sulphur) è l’elemento chimico di


simbolo S, appartenente al VI gruppo del sistema
periodico. Conosciuto fin dalla preistoria, fu per la prima
volta studiato da Antoine Lavoisier che nel 1777 convinse
definitivamente la comunità scientifica a classificarlo
come elemento e non come composto.

Lo zolfo è una sostanza cristallina trasparente di colore


giallo, inodore, con caratteristiche essenzialmente non
metalliche. E’ insolubile in acqua, poco solubile in alcool
e solubile in etere, nella benzina e negli oli. Brucia all’aria

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con fiamma azzurra e odore irritante, producendo il diossido di zolfo (SO2, meglio noto come
anidride solforosa).

Lo zolfo è abbastanza abbondante in natura (0,1%), dove esiste allo stato elementare (zolfo
nativo) nelle vicinanze di regioni vulcaniche, come ad esempio in Sicilia ed in Giappone, o in
giacimenti come quelli in Louisiana e Texas (USA), che sono tra i più vasti esistenti. Lo si trova
pure allo stato combinato, soprattutto come solfuro (es. pirite FeS2, galena PbS, blenda ZnS) e
come solfato (es. gesso CaSO4∙2H2O, barite BaSO4). Il caratteristico odore di uova marce è
dovuto al solfuro d’idrogeno (H2S, noto anche come acido solfidrico o idrogeno solforato),
rinvenibile in sorgenti minerali.

Lo zolfo ed i suoi composti trovano applicazione in molti processi industriali, di cui il più
importante è la produzione di acido solforico (H2SO4) per batterie elettriche e detergenti, ma
anche nella produzione di fertilizzanti, polvere da sparo, insetticidi e fungicidi (anticrittogamici),
disinfettanti, lassativi e nel processo di vulcanizzazione della gomma. Altri usi sono nelle teste
dei fiammiferi e nei fuochi d’artificio. I solfiti vengono usati per sbiancare la carta e come
conservanti nella frutta secca e nei vini (qui sottoforma di diossido di zolfo SO2, con la sigla
E220).

La presenza di SO2 nell’atmosfera è dovuta principalmente ai processi di combustione


dell’industria e delle centrali elettriche che utilizzano combustibili fossili (carbone, olio
combustibile di petrolio, gasolio). Tale gas è un forte irritante degli occhi, della gola  e delle
prime vie respiratorie ed inoltre reagendo con l’ossigeno ed il vapore acqueo dell’aria forma
acido solforico (H2SO4), che precipitando al suolo dà luogo alle famose piogge acide tanto
dannose per l’ambiente a causa dell’acidificazione dei terreni e delle risorse idriche.

Oltre che in omeopatia, lo zolfo è molto utilizzato in naturopatia ed in cosmetica per le sue
riconosciute proprietà antinfiammatorie, astringenti e disintossicanti. Il sapone allo zolfo, ad
esempio, è un classico per i problemi della pelle grassa.

Ma il ruolo importante lo zolfo lo svolge nella vita animale e vegetale, dove diventa un
elemento indispensabile ed essenziale, in quanto responsabile della catalizzazione di reazioni
biochimiche cellulari ed extracellulari di fondamentale importanza biologica. Nell’organismo
umano, ove costituisce lo 0,25% della massa totale, è presente in tutte le cellule ed in
particolare in due amminoacidi proteinogenici, la cisteina e la metionina, e di conseguenza in
molte proteine. E’ contenuto nella cheratina, sostanza proteica necessaria per la salute ed il
benessere di pelle, unghie e capelli. Per questo motivo è denominato anche il “minerale della
bellezza”. Lo zolfo è contenuto anche nelle vitamine del gruppo B, quali tiamina (vitamina B1) e
biotina (vitamina B8). Nel fegato stimola la produzione della bile ed aiuta nell’attività di
disintossicazione. E’ presente nel tessuto connettivo (ad es. nelle articolazioni) e nell’insulina,
ormone prodotto dal pancreas per la regolazione del livello di glucosio nel sangue. E’
necessario per la corretta struttura ed attività biologica degli enzimi, particolari proteine aventi

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la funzione di catalizzatori biologici. Svolge infine nell’organismo altre importanti funzioni a


livello immunologico, neurologico, polmonare, renale, muscolare e scheletrico.

Gli alimenti più ricchi di zolfo sono uova (che ne hanno il più alto contenuto), legumi, cavoli,
gemme di grano, carne, pesce, molluschi bivalve, formaggio e latte.

CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO

Sulphur è uno dei principali policresti omeopatici. La sua diatesi è psorica ed è un rimedio
adatto a tutte le costituzioni, ma soprattutto a quella sulfurica. Il temperamento è
sanguigno.

Il soggetto Sulphur è un auto-intossicato, in quanto, risultando alterato il metabolismo dello


zolfo, non riesce ad espellere naturalmente le tossine prodotte nell’organismo, che in
condizioni normali vengono espulse tramite gli organi emuntori quali reni, fegato, polmoni e
pelle. In presenza di tale anomalia risulta compromessa la normale attività fisiologica ed i
sintomi sono quelli tipici dell’intossicazione generale in cui l’organismo si trova. Tutti i sintomi
tendono alla cronicità e questa è una delle caratteristiche chiave del rimedio.

Pertanto il soggetto Sulphur può presentare tipicamente problemi di insufficienza renale,


infezioni delle vie urinarie, epatomegalia (fegato ingrossato), stasi a livello della vena porta (è la
grossa vena che convoglia nel fegato il sangue proveniente dalla milza e dalla porzione
sottodiaframmatica del tubo digerente) con congestione epatica ed emorroidi, stasi della vena
cava inferiore (è la grossa vena che drena verso il cuore il sangue che ritorna dalla metà
inferiore del corpo) con varici alle gambe, adeniti acute e croniche (infiammazione dei
linfonodi), suppurazione dei tessuti, eretismo cardio-circolatorio, ipertensione, problemi
digestivi, patologie respiratorie.

Ma il vero punto debole di Sulphur è la pelle, che com’è noto è una delle principali vie di
eliminazione delle tossine ed alla quale arrivano, nello stato di intossicazione generale in cui si
trova il soggetto, tutti i rifiuti e le sostanze tossiche non eliminate altrove. La pelle pertanto si
presenta malsana, secca, rugosa, raggrinzita e dominata da varie affezioni con eruzioni ed
eczemi, oltre che da una sudorazione abbondante e fetida. L’odore sgradevole delle escrezioni
è una delle caratteristiche di Sulphur, riconducibile a tutti i composti solforati, quali il solfuro
d’idrogeno (H2S).

Proprio perché l’intossicazione è lenta anche la sintomatologia è a decorso lento e graduale,


per cui ogni patologia compare lentamente ed altrettanto lentamente scompare.

Considerato inoltre che lo zolfo brucia, anche Sulphur brucia, per cui il soggetto ha sensazioni
di bruciore sulla pelle e sulle mucose (bocca, intestino, ecc.), il sudore è bruciante (e
maleodorante), le secrezioni sono brucianti, ha vampate di calore, le piante dei piedi a letto
bruciano e questo è un altro sintomo caratteristico e peculiare del rimedio. Di giorno il
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soggetto diventa termicamente instabile, per cui una parte del corpo (testa) si fa calda ed
un’altra si fa fredda (mani e piedi).

In Sulphur sono frequenti le cosiddette alternanze morbose tra varie patologie, come tra quelle
cutanee, respiratorie, venose, muscolo-scheletriche o gastrointestinali, per cui ad esempio
eczema, asma, emorroidi, cefalea, reumatismo o diarrea si alternano tra di loro, nel senso che
scompare l’una e compare l’altra, in genere con una periodicità di 7 o 8 giorni.

E’ altresì presente una certa irregolarità dei sintomi, dovuta all’intossicazione ed alle improvvise
reazioni dell’organismo nel tentativo di ripristinare la corretta eliminazione delle tossine.
Pertanto ad esempio il soggetto sarà stitico o diarroico, anoressico o bulimico, mangerà molto
e digerirà tutto oppure mangerà poco e digerirà male, e così via. Si presenteranno cioè i
sintomi più contraddittori, per cui si può dire che «c’è tutto in Sulphur» e questo qualche volta
rende più difficile la sua prescrizione.

Il soggetto che richiede il rimedio può essere di due tipi: un magro ossigenoide o un grasso
pletorico, che corrispondono rispettivamente ai biotipi “sulfurico magro” e “sulfurico grasso”.

Il magro ossigenoide presenta un’accelerazione delle reazioni biochimiche di ossidazione


(l’aggettivo ossigenoide sta proprio per un eccesso di ossigenazioni) e conseguentemente un
aumento della quantità di scorie che il suo organismo non riesce ad eliminare con lo stesso
ritmo con cui le produce. Diventa pertanto un auto-intossicato che cerca di eliminare i rifiuti, ad
esempio, con la diarrea mattutina. E’ un soggetto sottile, magro, con pelle avvizzita e mucose
arrossate ai bordi degli orifizi (bocca, narici, palpebre, orecchie, ano, ecc.).

Il grasso pletorico presenta invece un rallentamento delle ossidazioni e persino dell’intero


metabolismo (l’aggettivo pletorico sta per una sovrabbondanza di effetti nocivi), con il risultato
che si forma un altro genere di intossicazione. Il soggetto sarà, cioè, più corpulento, psorico,
iperteso, sentirà sempre caldo, suderà abbondantemente al minimo calore, avrà congestioni e
sensazioni di bruciore un po’ dappertutto, sarà diarroico o stitico a seconda se viene o no
utilizzata tale via di eliminazione delle scorie.

Dal punto di vista neurologico il soggetto Sulphur è per lo più pigro e disordinato, apatico e
trasandato, fino allo stato depressivo. A volte appare come un megalomane o preda di manie
religiose. Spesso soffre di vertigini e di cefalea nevralgica di tipo congestivo. Non sopporta il
calore, soprattutto quello all’interno di un ambiente chiuso. Ha sete intensa. Ha desiderio o
ripugnanza per alcune categorie di cibo, a seconda del loro contenuto di zolfo: in effetti poiché
è turbato il metabolismo dello zolfo, l’organismo non sa più trasformare e assimilare gli
alimenti solforati, ossia quelli ricchi di proteine, per i quali proverà un’avversione (es. carne e
latte), mentre al contrario sarà attirato da glucidi e lipidi che sono privi di zolfo (es. alimenti
zuccherati, grassi animali e vegetali).

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Il Sulphur omeopatico agisce aumentando i processi


di eliminazione delle tossine prodotte dall’organismo,
accumulatesi eccessivamente, come abbiamo visto,
per un’alterazione del metabolismo dello zolfo, al
punto tale da determinare progressivamente uno
stato di intossicazione generale. In questo modo
Sulphur elimina, depura, purifica. E’ questa in
sintesi la semplice chiave di lettura del rimedio.
Sulphur è il “netturbino”, l’operatore ecologico
dell’organismo che spazza via i rifiuti tossici
mantenendo pulite tutte le strutture cellulari. Sulphur
quindi «fa uscire» le tossine, per cui il rimedio agisce
secondo una “tendenza centrifuga”, cioè dall’interno
all’esterno dell’organismo.

Il rimedio è utilizzato anche come “rivelatore dei sintomi”, quando ad una malattia non
corrisponde alcun rimedio ben definito, quando cioè i sintomi della malattia non sono ben
marcati: in tal caso Sulphur fa apparire qualche caratteristica che indica il rimedio da
somministrare.

E’ usato anche quando l’ammalato si trova nel cosiddetto “stato psorico”, cioè quando egli
dimostra scarsa reattività alla cura di un rimedio, seppure ben scelto e correttamente
somministrato: in tal caso Sulphur rimuove l’ostacolo e consente al rimedio di agire.

E’ altresì adoperato, dopo una malattia, per eliminare le tossine residue presenti nell’organismo
o quando il paziente tarda ad entrare nella fase di convalescenza.

Tutti i sintomi peggiorano al caldo umido, in un letto troppo caldo ma anche al clima troppo
freddo. Migliorano al caldo secco, all’aria aperta, con il sudore. La lateralità del rimedio è
generalmente sinistra.

I principali sinergici (complementari) di Sulphur sono Aconitum, Aloe, Antimonium tartaricum,


Ipeca, Nux vomica, Psorinum, Pulsatilla, Rhus tox, Silicea.

I principali antidoti (ma che aiutano nelle terapie)sono Aconitum, Camphora, Chamomilla,
China, Mercurius solubilis, Pulsatilla, Rhus tox, Sepia, Thuja.

USO DEL RIMEDIO

Il rimedio omeopatico Sulphur si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi
corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio descritte in precedenza.

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1) PELLE. Pelle secca, raggrinzita, screpolata, squamosa. Sudorazione maleodorante. Eruzioni


cutanee di ogni tipo, fenomeni suppurativi e prurito intenso. Foruncoli. Acne. Esantema e
malattie esantematiche. Eczema. Orticaria. Herpes. Erisipela. Verruche callose. Pitiriasi.
Ulcere pruriginose e fistolose. Piaghe. Ecchimosi.

2) APP. DIGERENTE. Afte. Alito fetido e lingua con patina biancastra. Dispepsia di ogni genere.
Congestione epatica per stasi della circolazione portale. Fegato ingrossato. Gonfiore
addominale. Alterazione dei processi assimilativi e di disintossicazione. Diarrea, specie
mattutina, alternata a stipsi. Infiammazione all’ano con prurito, bruciore e dolore. Emorroidi.

3) APP. CARDIOVASCOLARE. Congestioni localizzate venose e arteriose. Stasi venose. Vampate


di calore. Eretismo cardio-circolatorio.  Aterosclerosi. Ipertensione arteriosa. Varici.
Emorroidi.

4) SISTEMA LINFATICO. Ipertrofia e infiammazione dei linfonodi.

5) APP. URINARIO. Infezioni delle vie urinarie. Pollachiuria. Tenesmo vescicale. Ritenzione
urinaria.

6) APP. RESPIRATORIO. Rinofaringite acuta o cronica. Rinite allergica. Rinorrea acquosa e


irritante. Tosse spasmodica. Asma con attacchi soprattutto notturni.

7) SISTEMA NERVOSO. Apatia mentale. Lieve depressione ciclica. Tendenza a svegliarsi tardi al
mattino. Sonnolenza diurna spesso associata a insonnia notturna. Vertigini. Cefalea nevralgica
di tipo congestivo.

8) APP. GENITALE FEMMINILE. Possibile dismenorrea, con ciclo mestruale irregolare ed


intermittente. Disturbi della menopausa.

9) APP. GENITALE MASCHILE. Possibile prostatite. Ipertrofia prostatica in età adulta.

10) ORECCHIO. Otite con otorrea purulenta. Parotite. Prurito all’orecchio esterno.
Escoriazione dietro le orecchie.

11) OCCHIO. Oftalmie brucianti. Congiuntiviti e lacrimazione, legate anche allo stato
allergico. Prurito, solletico e bruciore alle palpebre. Orzaiolo.

12) APP. MUCOLOSCHELETRICO. Lombalgie e sacralgie.  Reumatismi.  Crampi muscolari.


Bruciore alle piante dei piedi.

DOSI

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In tutti i casi diluizione 7CH, 3 granuli o 5 gocce da una a tre volte al dì. In particolare nei casi di
malattie esantematiche e di parotite solo nella fase terminale della malattia.

Diluizioni più alte, consigliabili per curare nel profondo gli stati cronici, per la loro incidenza
sull’organismo possono essere prescritte solo dal medico omeopata.

(*) V. Note esplicative

Commenti

STEFANIO dice
24 agosto 2017 a 17:45

Mi scusi la mia non conoscenza ma cosa intende per,( la cura omeopatica risolutiva deve essere
di terreno – ovvero di fondo e sistemica – ed in tal senso il soggetto Sulphur si mostrerà
particolarmente sensibile all’azione curativa del rimedio). Se un soggetto è sulphur il rimedio è
sulphur a prescindere so bene che la pelle è la maggiore espressione di eliminazione delle
tossine però così giovamento riguardo alla dermatite forse bisognerà aspettare un bel pò di
tempo e comunque tenere sotto controllo il prurito diventa difficile. Grazie comunque.

Rispondi

Dott.ssa Rita della Volpe dice


26 agosto 2017 a 15:50

Egregio Stefanio, se vuole sapere qualcosa in più sull’Omeopatia le suggerisco di leggere


gli articoli che la possono interessare nella sezione del sito “Approfondimenti”. In campo
omeopatico per «terreno» si intende l’insieme degli aspetti costituzionali dell’individuo,
ossia l’insieme delle sue caratteristiche personali (morfologiche, fisiologiche, psicologiche),
in grado di influenzarne la reattività e delle sue predisposizioni patologiche. In sostanza il
«terreno» è paragonabile all’ereditarietà aggiungendo ciò che il soggetto accumula
durante il suo vissuto. Una cura omeopatica di terreno, utilizzando i rimedi costituzionali
del paziente, espleta un’azione profonda e sistemica (generale) capace di trattare il
paziente nella sua unità biologica e quindi di potenziare l’efficienza e la funzionalità dei

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sistemi di difesa e di regolazione generale dell’organismo (sistemi immunitario, nervoso,


endocrino, linfatico), incrementando la resistenza alle malattie, migliorando lo stato di
salute generale, irrobustendo l’organismo, mantenendo gli equilibri corporei, migliorando
l’atteggiamento mentale, ecc. Non è detto che un soggetto Sulphur debba utilizzare
esclusivamente il rimedio Sulphur, dipende dal quadro clinico del paziente e dall’obiettivo
che si prefigge la cura omeopatica. La Legge di Similitudine, su cui, com’è noto,
l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, deve sempre guidare nella scelta
del rimedio omeopatico giusto, ma ogni volta bisogna stabilire come applicarla a quel
determinato paziente. Quando occorre un intervento esclusivamente sintomatico, per
trattare un sintomo od un gruppo di sintomi, in occasione, ad esempio, di manifestazioni
non legate a predisposizioni genetiche e ambientali, meno radicate e cronicizzate, allora il
rimedio omeopatico curativo va individuato sulla base della mera similitudine con la
sintomatologia del paziente, ossia sulla base della somiglianza tra il quadro patogenetico
del rimedio (l’insieme dei sintomi, dei modi e dei processi fisiopatologici che il rimedio è in
grado di curare) ed il quadro clinico del paziente. In tali casi è la patogenesi del rimedio
che detta legge e non gli aspetti costituzionali o il biotipo omeopatico. Quando invece si ha
a che fare con malattie croniche o recidivanti, sia fisiche che psichiche, con reazioni
allergiche, con predisposizioni patologiche o con vari episodi patologici legati da un
comune denominatore, allora si deve utilizzare (o affiancare alla cura del tipo precedente)
una cura omeopatica di fondo con i rimedi della costituzione del paziente per intervenire
sul terreno. Un rimedio omeopatico del primo tipo (sintomatico) può anche coincidere con
un rimedio omeopatico del secondo tipo (costituzionale) ed il «simillimum», laddove
individuabile, ne rappresenta la sintesi massima. In tal caso se, ad esempio, il rimedio
unico dovesse essere Sulphur, il terreno del soggetto Sulphur sarà più sensibile di altri
all’azione del rimedio omeopatico. Il medico omeopata curante potrà meglio ragguagliarla
in merito al suo caso specifico. Cordiali saluti.

STEFANIO dice
22 agosto 2017 a 21:28

Buona sera, può un soggetto Sulphur guarire da dermatite atopica con relativo prurito e altri
sintomi corrispondenti sotto elencati. L’omeopata ha detto che siccome Sulphur è il miglior
rimedio ripulitore in grado di favorire il processo di eliminazione delle tossine ed è l’eliminatore
“numero uno” che raccoglie in superficie tutti i mali presenti nel profondo per spingerli
all’esterno e soprattutto dalla pelle, mi ha detto che è difficile guarire dalla dermatite in quanto
l’eliminazione delle tossine avviene per lo più attraverso la pelle ed ha aggiunto che per
l’omeopatia la pelle è secondaria. Volevo possibilmente un suo parere.

Rispondi

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Dott.ssa Rita della Volpe dice


24 agosto 2017 a 8:17

Egregio Stefanio, anche una pelle sana espelle le tossine, anzi probabilmente riesce a farlo
meglio, così come normalmente avviene. Il concetto è che qualsiasi problema cutaneo va
rispettato e non soppresso, proprio perché la pelle rappresenta un’importante via di
eliminazione di sostanze tossiche e prodotti del metabolismo. Pertanto, la cura
omeopatica risolutiva deve essere di terreno – ovvero di fondo e sistemica – ed in tal
senso il soggetto Sulphur si mostrerà particolarmente sensibile all’azione curativa del
rimedio. Cordiali saluti.

SUSANNA dice
17 agosto 2017 a 9:48

BUon giorno,
da quando sono entrata in menopausa la pelle è diventata l’organo bersaglio preferito. Già
prima avevo pruriti localizzati in alcune parti del corpo, ma ora la situazione è peggiorata. C’è
ipersensibilità spiccata, soprattutto delle mucose. Ho anche un sospetto herpes genitale
esterno (senza bolle ne croste ma solo arrossamento e fastidio).
SULPHUR mi può aiutare?
Grazie

Rispondi

Dott.ssa Rita della Volpe dice


17 agosto 2017 a 17:14

Gentile Susanna, Sulphur è indubbiamente uno dei più importanti rimedi omeopatici ed è
il policresto più prescritto, per cui può essere impiegato per il trattamento di un gran
numero di affezioni e problematiche in cui si ritrovano i segni della sua patogenesi. È il
miglior rimedio ripulitore in grado di favorire il processo di eliminazione delle tossine ed è
l’eliminatore “numero uno” che raccoglie in superficie tutti i mali presenti nel profondo
per spingerli all’esterno. Sul piano più generale viene classicamente prescritto quando il
paziente presenta le caratteristiche costituzionali del rimedio, che si traducono nella
cosiddetta “sintomatologia psorica”, contraddistinta da una mancanza di reattività
all’aggressione patologica, associata a forte astenia, a predisposizione agli eczemi, ad
alternanza di disturbi vari che si spostano da un apparato all’altro e che vedono sempre la

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pelle come localizzazione preferenziale, a relazioni intercorrenti tra malattie interne ed


affezioni della pelle. Sul piano più specifico Sulphur quindi è un rimedio che trova
indicazione nel trattamento delle manifestazioni cutanee pruriginose, con prurito molto
intenso che spinge a grattarsi fino a sanguinare, che cresce con il grattamento, con il
calore del letto, con l’acqua fredda ed è migliorato dal clima freddo. Tra gli altri rimedi
omeopatici che vengono altresì adoperati troviamo: Apis (prurito che migliora con le
applicazioni fredde), Urtica urens (peggiora con le applicazioni fredde), Rumex crispus (si
manifesta svestendosi o esponendosi all’aria fresca), Ignatia amara (di origine nervosa),
Nux vomica (in soggetto con le caratteristiche del rimedio), Natrum sulphuricum (si
manifesta scoprendosi e/o quand’è presente una dermatosi desquamante), Dolichos
pruriens (in persone di età e/o che migliora se con il grattamento la pelle sanguina).
Tuttavia è bene ricordare che qualsiasi terapia per il prurito non potrà che essere
sintomatica, prescindendo dalle cause effettive. Invece sarebbe molto importante cercare
di risalire alle origini del prurito, in modo da poter mettere in atto le cure appropriate a
eliminare stabilmente le cause stesse. Il prurito nella sua manifestazione può essere
anche il segno clinico collaterale di molte patologie specifiche e aspecifiche. Tra le
patologie specifiche più ricorrenti si ricordano eczematosi, herpes, orticaria, diabete,
gotta, stitichezza, scabbia o parassitosi diverse, intossicazioni o allergie alimentari, allergie
da contatto, secchezza cutanea e anche stati d’ansia. Sarebbe pertanto opportuno un
controllo medico. Sono sempre consigliabili alcuni tipi di intervento, quali ad esempio
un’alimentazione appropriata (fibre, vitamine, sali minerali), riducendo, in particolare, il
consumo di dolci e di zuccheri semplici, una corretta igiene personale, l’uso di detergenti
delicati a pH fisiologico (4 o 5), l’uso di indumenti idonei a contatto con la pelle (di cotone
e traspiranti, morbidi e di colore chiaro), cambiarsi spesso per evitare il contatto
prolungato di indumenti umidi sulla pelle, evitare di grattare le zone interessate per non
aggravare ulteriormente il problema, ecc. Le consiglio comunque di non fare da sola, ma
di rivolgersi ad un medico omeopata che con la visita sarà in grado di prescrivere la
terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.

susanna dice
17 agosto 2017 a 23:18

Il ginecologo ha fatto pap test, pap test in loco per eventuale cellule anomale e ricerca
herpes e tampone: tutto negativo per fortuna.La zona è arrossata e pruriginosa, solo in un
punto della vulva destra. Conoscendomi, il mio stress al momento ha trovato in quel
punto il modo di esprimersi, visto che il colon irritabile al momento è abbastanza
tranquillo..insomma…mai un momento di benessere perchè così deve essere una persona
ansiosa e ipocondriaca….non so se mi sono spiegata…

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Dott.ssa Rita della Volpe dice


18 agosto 2017 a 19:38

Gentile Susanna, fermo restando i contenuti della risposta precedente, il prurito intimo è
un disturbo abbastanza comune e, quando non è dovuto a cause patologiche, può essere
ascrivile a diversi fattori, quali ad esempio un’igiene intima sbagliata, un’alimentazione
squilibrata ricca di zuccheri, sale e grassi, l’utilizzo quotidiano di salva-slip, l’uso di
biancheria intima sintetica, l’abitudine ad un abbigliamento troppo aderente (jeans,
leggins, collant), ecc. È anche abbastanza ricorrente nelle donne in età di menopausa o in
età prossima ad essa od anche prima delle mestruazioni, a causa dei cambiamenti
ormonali. Non è neanche da sottovalutare il ruolo giocato dallo stress emotivo, come
ansie, paure, ecc. Relativamente ai fitoterapici, possono essere molto utili dei lavaggi locali
diluendo in acqua tiepida, sterilizzata previa bollitura, la tintura madre di Calendula o l’olio
essenziale di Melaleuca (noto anche come Tea Tree Oil), nelle opportune quantità (poche
gocce per l’olio essenziale), che hanno importanti proprietà antipruriginose, lenitive,
calmanti, disarrossanti, antisettiche, antinfiammatorie, cicatrizzanti, ecc. Oppure i lavaggi
esterni possono essere fatti con bicarbonato sciolto in acqua tiepida. Altresì validi possono
rivelarsi gli impacchi con gli infusi di Bardana o di Tarassaco o di Echinacea o di Centella
asiatica o di Consolida, od ancora, sempre in uso esterno, l’olio di Mandorle dolci o di
Borragine od anche una crema idratante a base di Avena o di Calendula. I rimedi
omeopatici per il prurito intimo sono numerosi e diversi per caratteristiche, tra cui, com’è
noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia fonda il suo principio
terapeutico, il rimedio (o i rimedi) adatto sarà quello che assomiglia al paziente, nella
sintomatologia e nelle sensazioni, nelle causalità e nelle modalità delle manifestazioni, e
quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. In caso di prurito
intimo ed anche vulvare, i rimedi omeopatici che vengono utilizzati sono Ambra grisea,
Aurum sulphuratum, Caladium, Chininum sulphuricum, Ferula glauca, Grindelia,
Hamamelis, Kali bichromicum, Lac caninum, Lilium tigrinum, Platinum, Ruta, Tarentula,
Urtica urens, Zincum metallicum. In caso di prurito intimo ed anche vaginale i rimedi
omeopatici diventano Aurum muriaticum, Caladium, Graphites, Grindelia, Hydrocotyle
asiatica, Medorrhinum, Mentha piperita, Mitchella, Ruta. Resta comunque il consiglio di
rivolgersi ad un medico omeopata che saprà trovare la terapia giusta per lei,
contestualizzandola nel quadro clinico generale. Cordiali saluti.

Rita dice
20 luglio 2017 a 13:18

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Gentile dottoressa ho la pressione alta e l’omeopata mi ha prescritto 6 do si di sulfur6lm


alternato da arnica 5ch mattino e sera. dalle rilevazioni strumentali e dalle analisi non ci sono
altri problemi e purtroppo la pressione alta e un regalo di famiglia scoperto durante la
menopausa…..

Rispondi

Dott.ssa Rita della Volpe dice


20 luglio 2017 a 16:43

Gentile Rita, se il medico omeopata, visitandola, le ha prescritto i rimedi in parola è perché


ha fatto le proprie valutazioni e quindi ha potuto stabilire che essi sono i più adatti alla sua
persona ed alla sua condizione clinica. Infatti, come potrà rilevare dall’articolo
“Ipertensione arteriosa” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi” (link:
http://rimediomeopatici.com/affezioni-rimedi/ipertensione-arteriosa/), Arnica montana e
Sulphur sono rimedi omeopatici che trovano entrambi prescrizione nei casi di pressione
alta. Cordiali saluti.

Teresa dice
1 marzo 2017 a 19:43

Gentile dott
Mi è stato consigliato sulphur 6 lm dose unica e poi a seguire x 40 giorni sulphur 35k.
L’omeopata mi ha prescritto questa terapia xké non riesco a stare lontana dai dolci.ingrassano
in poco tempo di 7kg. Che ne pensa?

Rispondi

Dott.ssa Rita della Volpe dice


2 marzo 2017 a 12:09

Gentile Teresa, se il medico omeopata le ha prescritto Sulphur è perché ha fatto le proprie


valutazioni e quindi ha potuto stabilire che il rimedio è il più adatto a lei, sia a livello fisico
che psichico. Infatti Sulphur viene frequentemente adoperato quando sussiste il desiderio
irresistibile e violento per i dolci e per gli alimenti dolci in genere. È uno dei più importanti
rimedi omeopatici, se non il più importante, è il policresto più prescritto (i policresti sono i
grandi rimedi dell’Omeopatia, che possiedono un’azione generale capace di sviluppare

http://rimediomeopatici.com/rimedi-omeopatici/sulphur/ 12/15
12/11/2017 Sulphur, Sulfur, Rimedio omeopatico

un’attività terapeutica profonda e polivalente atta a curare moltissime patologie,


disfunzioni o disturbi e di coprire una vasta gamma di sintomi, tutti legati dalla diatesi di
riferimento), per cui può essere impiegato per il trattamento di un gran numero di
affezioni e problematiche in cui si ritrovano i segni della sua patogenesi. Sulphur pertanto
è anche il rimedio omeopatico che viene utilizzato per accelerare il metabolismo.
Ovviamente, con il contributo significativo della cura omeopatica, bisognerà anche
sforzarsi ad esercitare un maggior controllo di sé e dei propri impulsi, in modo da avviare
un percorso sinergico e virtuoso. Il medico omeopata curante potrà fornirle ogni ulteriore
delucidazione in merito al suo caso specifico. Cordiali saluti.

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