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Sono delle basi organiche azotate con reattività alcalina, molto eterogenei per struttura chimica
ed attività biologica. Il primo alcaloide isolato fu la narcotina (1803), poi la morfina (1806) ed
infine la caffeina. Il primo studio sugli alcaloidi risale al 1870 e riguardava la struttura
molecolare della colina. Sono molto importanti per le loro attività e per il fatto che su 50000
prodotti naturali conosciuti, circa 20000 sono di natura alcaloidica. Cosa caratterizza un
alcaloide?
2-reattività alcalina
4-generalmente di origine vegetale (in misura minore possiamo trovarli in alcuni microrganismi,
funghi, batteri, anfibi e artropodi)
5-hanno capacità di indurre, anche a dosi molto piccole, importanti azioni biologiche su uomo e
animali
Gli alcaloidi sono presenti raramente nelle gimnosperme (efedra, tasso), in misura maggiore
nelle angiosperme, specie nelle dicotiledoni (variefamiglie, tra cui apocinacee, solanacee,
papilionacee, genzianacee) e in misura minore nelle monocotiledoni (liliacee e amarylidacee).
Dove si trovano? Possono trovarsi in varie parti della painta, ma di solito uno o più organi ne
hanno un contenuto maggiore. gli alcaloidi tropanici sono presenti nelle foglie e nelle radici di
belladonna, gli alcaloidi dell’oppio nei vasi laticiferi del papavero. Nella cellula gli alcaloidi di
solito si accumulano nei vacuoli e non nel protoplasma o nella parete cellulare. L’organo con il
contenuto maggiore di alcaloidi non è necessariamentel’organo dove questi sono sintetizzati.
Gli alcaloidi tropanici della belladonna sono ad es. sintetizzati nelle radici e trasportati nelle
foglie per l’immagazzinamento;
Origine biosintetica: Gli alcaloidi vegetali derivano dalla biosintesi degli aminoacidi e da unità
relative alla via biosintetica dell’acido acetico, acido scichimico e acido mevalonico (in comune
c’è sempre l’N). Sono distinti in base alla formula bruta in terziari e quaternari:
Alcaloidi quaternari (CHNO): li troviamo sotto forma di polveri solide, hanno sapore amaro,
sono incolori ed inodori. Ad es la caffeina sublima a temperatura ambiente mentre la berberina
(alcaloide isochinolinico febbrifugo ed antitumorale) ha un colore vivace giallo arancio e
un’azione tonica, la sanguinarina è di colore rosso (sanguinaria canadensis)
Alcaloidi terziari (CHN): sono molecole a basso PM, quindi volatili e odorose. A temperatura
ambiente lo stato fisico della nicotina è liquido, questa impiega un tempo pari a 4 minuti per
entrare in circolo.
Estrazione degli alcaloidi (spiega l’elevata reattività delle droghe eroiche, ricorda
il processo digestivo):
Si parte dalla droga polverizzata che viene trattata con acido diluito al 2-3% come HCl o H2SO4,
lasciamo agire per 48 ore dopo di che filtriamo e otterremo un estratto acquoso contenente
l’alcaloide salificato (pH: 3) a questo punto basifico il filtrato con NaCO3 (o bicarbonato, ma è
meno indicato perchè tende a fare "schiuma") per arrivare a un pH 8-9; ottengo così una
soluzione acquosa dove l’alcaloide diventa una base libera. Aggiungo un solvente organico
come CH3Cl2 o CHCl3, separo le due fasi con un imbuto separatore, porto a secco la frazione
pesante ottenendo l’alcaloide che posso riconoscere attraverso sistemi di colorazione. Il
reagente per gli alcaloidi è il dragendorf anche se non è in grado di riconoscere gli alcaloidi
esociclici che non hanno l’N inserito nell’anello eterociclico dando quindi falsi-negativi come nel
caso dell’efedrina.
(qual è il primo trattato di farmacognosia in cui viene descritta l’azione di una droga? L’apologia
di Socrate, dove viene descritta l’azione della cicuta)
(droghe eroiche: sono così chiamate perché il loro utilizzo comporta un rischio enorme, sono a
base di alcaloidi)
(perché per avere il caffè o il the freddi devo prima farli caldi? Per solubilizzare la componente
alcaloidica)
In funzione della struttura che contiene l'azoto gli alcaloidi possono essere suddivisi in varie
classi.
Belladonna
Stramonio
Giusquiamo
Mandragora
Sono le cosi dette Solanacee Europee, e per molto tempo si è pensato che a confronto di quelle
Americane come il peperoncino, la patata (solanina), il pomodoro (tomatidina, in quelli verdi e
nelle foglie), e il peperone dove non erano presenti gli alcaloidi, in queste invece erano presenti.
tuttavia negli anni ’50, facendo degli studi sulla patata, si scoprì che anche in essa come in tutte
le altre Solanacee Americane, erano presenti gli alcaloidi.
Il suo nome deriva da “atropa” che era una delle tre parche, colei che tagliava il filo;
“belladonna“ perché nel medioevo le bacche venivano pestate e usate dalle donne dell’epoca
per rendersi più belle (dilatavano le pupille, conferendo uno sguardo cosiddetto “allucinato”)
Descrizione: pianta erbacea perenne, alta 1,5-1,8m, con foglie a margine intero, sparse,
picciolate e lanceolate, di colore verde-scuro, con la pagina inferiore pelosa e accoppiate due a
due (una grande e una piccola) a formare un angolo all’incirca di 90°. Il frutto è una bacca
sferica di colore nero circondata da un calice persistente che assomiglia ad una piccola ciliegia,
infatti è spesso confusa con essa ed è la causa di molti avvelenamenti (3 bacche uccidono un
bambino, 7-8 un adulto)). I fiori sono solitari e peduncolati e sbocciano a giugno.
Droga: foglie e radici. Le caratteristiche principali che permettono di riconoscere le foglie sono
la nervatura e la ruvidità della superficie, dovuta alla presenza di ossalato di calcio in alcune
celule del mesofillo che causa la comparsa di puntini bianchi sulla superficie fogliare, dando
l'impressione che siano ricoperte di sabbia. L'odore sgradevole delle foglie fresce scompare
quando vengono essiccate.
Principi attivi: alcaloidi del tropano, principalmente l-iosciamina, ma anche scopolamina,
apoatropina e belladonnina. L'atropina non si trova già dentro ma è una miscela degli isomeri d
e l iosciamina che si forma durante l'estrazione.
Attività: gli alcaloidi del tropano possiedono un’attività antagonista rispetto all’acetilcolina e
quindi un’azione anticolinergica e antispasmodica. Agisce su tutti gli organi sotto l’influenza del
parasimpatico. Pertanto provocano:
-midriasi
-ritenzione urinaria
-broncodilatazione
Gli effetti secondari possono essere ridotti preferendo la somministrazione dell'estratto di tutta
la pianta al singolo principio attivo, poichè gli altri componenti sono in grado di sinergizzare
alcuni effetti positivi ed antagonizzare quelli indesiderati.
Impieghi: Gli alcaloidi della belladonna trovano impiego soprattutto nel trattamento dell’ulcera
duodenale e peptica, nella cura delle coliche biliari e renali, ipersecrezione gastrica, coliti,
enterocoliti, spasmi intestinali. In passato è stata utilizzata nella cura del parkinsonismo
postenecefalitico (cura bulgara), poichè la scopolamina deprime il SNC (passa meglio la bee a
diferenza dell'atropina). Oggi si preferisce usare i suoi componenti allostato puro per la
difficoltà di titolazione dei preparati. L'atropina viene usata nella medicazione preanestetica
(riduce il rischio di ostruzione delle vie aeree e di polmonite postoperatoria), in caso di
dispordini intestinali e urogenitali e per via topica come midriatico. La scopolamina è usata
principalmente per le cinetosi per via transdermica. Analoghi sintetici o semisintetici vengoon
usati nel parkinson, ulcera peptica, asma e BPCO.
Pianta erbacea annua o bienne (dall’odore sgradevole) coperta di peli, alta 0,5- 1,5 m. Caule
solcato longitudinalmente e ramificato. Foglie lobate verde pallido, grandi e picciolate le basali,
sessili e amplessicauli le superiori. Fiori giallini in racemi. Il frutto è un pisside, ossia una spiga ( il
pisside è il calice che contiene le ostie in chiesa), contenente piccoli semi grigi e reniformi.
Droga: foglie e sommità fiorite. Si raccoglie da maggio a luglio.
Pianta erbacea annua alta fino a 2m con fusto verde scuro, forte, glabro e cavo. Caratteristiche
sono le foglie, isolate o alterne, dalla forma ovale e triangolare, per il margine inciso in lobature
irregolari con dentature evidenti in corrispondenza della fine delle nervature secondarie; si
distingue dalle altre specie di Datura perchè ha dentellature che dividono le sinuosità. Il frutto è
una grossa capsula ovale ricca di aculei. I fiori invece sono campalunati.
Habitat:Asia occidentale, Stati Uniti, Messico; Europa: in Italia è frequente nei luoghi incolti
ricchi di humus, lungo le strade, le siepi, i campi, dal mare alle zone montane. È coltivata in
Ungheria, Francia, Germania ed Inghilterra.
Principi attivi: alcaloidi del tropano (iosciamina, atropina, scopolamina). Contiene anche
mucillagini, tannini.
Attività: allucinogena, anticolinergica (come per belladonna). E' più tossico di belladonna e
giusquiamo. I sintomi dell’intossicazione sono: pupille dilatate, visione offuscata, aridità della
pelle, secchezza delle fauci, allucinazioni e perdita di coscienza. L’abuso causa morte per
depressione del SNC, collasso cardiocircolatorio ed ipotensione.
Impieghi: nel trattamento delle coliche dell’asma, tosse e per ridurre gli ascessi
Droga: foglie. Vengono raccolte 3-4 volte l'anno da piante tra i 5 e 10 aa di età.
Attività: tonico, defaticante, agisce sul SNC, eccitante, antidolorifico, anestetico locale. Le sue
proprietà terapeutiche erano note da secoli alle popolazioni peruviane e boliviane, che la
masticavano per ridurre il senso di fatica, di fame e sete e aumentare le prestazioni muscolari.
La cocaina non presenta le prprietà farmacologiche tipiche degli alcaloidi tropanici della
belladonna. E' infatti un potente stimolante centrale che dà una sensazione di benessere ed
euforia e provoca le manifestazioni tipiche dell'attivazione del simpatico (tachicardia,
ipertensione, dilatazione pupillare, vasocostrizione periferica). L'azione è dovuta al blocco della
ricaptazione delle catecolamine, potenziandone l'azione. La cocaina è, inoltre, un ottimo
anestetico locale: causa un blocco graduale e reversibile della conducibilità degli impulsi nervosi
(dolorosi, poi man mano termici, tattili, propriocettivi, muscolari). L’azione anestetica è legata al
blocco della conduzione delle fibre nervose.
Rientra tra le droghe voluttuarie psicostimolanti, tuttavia viene usata anche a scopo terapeutico
ovviamente sotto stretto controllo medico
Alberello o arbusto alto fino a 4 m. Foglie intere, ovali, opposte, di colore verde lucente nella
pagina inferiore. Il frutto è un balaùstio (bacca con semi prismatici immersi in una massa
gelatinosa). Fiori solitari grandi di colore rosso scarlatto.
Principi attivi: alcaloidi del tropano (pelletierina), tannini, polifenoli (tra cui l'acigo ellagico)
Attività: astringente, antiemmoragica (grazie ai tannini, in passato usata per emorragie vaginali
e gastrointestinali); la corteccia veniva utilizzata anche come vermifugo e per colorare le borse.
Studi recenti mostrano che succhi freschi e fermentati inibiscono la crescita di alcuni tumori e
l'olio dei semi ha effetti benefici in soggetti iperlipidemici.
Il tabacco è nato in Virginia e veniva utilizzato dagli Indiani durante le cerimonie. È una pianta
erbacea annua, alta 1,5-2m, ghiandolosa pubescente con fusto poco ramificato. Le foglie sono
molli, ovali, intere e picciolate, alterne, sessili o amplessicuali con nervature secondarie
pennate; i fiori sono raccolti in pannocchie e hanno calice pentalobato tubuloso e una lunga
corolla appariscente anche’essa tubulosa. Il frutto è una capsula contenente tanti piccoli semi
Costituenti: alcaloidi piridinici (nicotina, anabassina) che hanno attività colinergica legata ai
recettori nicotinici. La nicotina è un liquido oleoso, volatile, dall'odore pungente e sgradevole e
gusto amaro e bruciante. Ha effetti sia centrali che periferici (tachicardia, aumento di PA,
secrezioni e peristalsi; a dosi più alte la PA diminuisce a causa del blocco gangliare e cessa
l'attività muscolare della vescica e del tratto gastrointestinale)
Uso: a basse dosi migliora l'attenzione e l'apprendimento, ad alte dosi provoca paralisi
respiratoria centrale e grave ipotensione. È considerato anche un ottimo antiparassitario.
È una pianta erbacea annua alta 40-60 cm, fusto peloso con macchie violacee alla base. con
foglie alterne, ovato-ellittiche e con margine irregolare, pelose su entrambe le lamine. Le foglie
diventano sempre più piccole andando verso l'alto, fino a ridursi a brattee che accompagnano
l'infiorescenza, costituita da un racemo ascellare di piccoli fiori viola- blu chiaro.
Droga: foglie e parte aerea. Raccolte in agosto- settembre.
Costituenti principali: alcaloidi, di cui il più importante è la lobelina un suo composto instabile
(isolobinina).
Piante erbacea annuale o biennale con frutto cavo e maculato di rossastro. I frutti sono diacheni
ovati, globosi, compressi lateralmente e i fiori ad ombrella. I primi utilizzi della cicuta ci vengono
narrati da Platone nell’apologia di Socrate, dove racconta come agiva questa droga
PSEUDOALCALOIDI e PROTOALCALOIDI
Pseudoalcaloidi: solo l’N deriva dall’aa
La segale cornuta o ergot è lo sclerozio essiccato di un fungo che si sviluppa su segale e altre
graminacee. Il nome deriva da Secale cereale, pianta il cui ovario viene parassitato da
C.purpurea, e cornuta perchè gli sclerozi spuntano dalla spiga come cornetti. E' conosciuta dai
tempi più antichi (tavolette assire e bassorilievi nel tempio) ed in passaato il consumo di farina
inquinata ha causato epidemie di avvelenamento acuto e cronico (ergotismo) di intere
popolazioni. Nel medio evo fu detto fuoco di sant'antonio o fuoco sacro per la sensazione di
bruciore che si avvertiva nei primi stadi dell'avvelenamento (allucinazioni, perdita degli arti per
gangrena e morte)
Droga: sclerozi, che sono la forma di resistenza del fungo e servono per lo svernamento. E'
lungo 1-4 cm e largo 2-7 mm. Fusiforme e leggermente ricurvo con superficie esterna nerastra-
violacea, longitudinalmente scanalata. All'interno pseudoparenchima bianco-rosato con linee
scure. All'UV diventa fortemente colorata di rosso (permette di riconoscerla all'interno della
farina).
Il derivato per emisintesi dell’acido lisergico è l’LSD, un allucinogeno prodotto illegalmente per
emisintesi
Attività: anticoagulante e vasocostrittrice, veniva utilizzata per facilitare il parto ma poi, a causa
dei numerosi nati morti, solo nel pospartum in quanto aveva la capacità di restringere i vasi e
quindi di evitare le emorragie. Oggi vengono ottenuti i vari alcaloidi per via sintetica e vengono
usati per cura e profilassi dell'emicrania (ergotamina in associazione alla caffeina), atonia
uterina post-partum (ergonovina, metilergometrina), infertilità per iperprolattinemia e
soppressione della lattazione (bromocriptina), stati confusionali dell'anziano (ergotossina),
parkinsonismo (bromocriptina e pergolide)
Piccola pianta erbacea bienne o perenne. In autunno, quando fiorisce, ha un bulbo di circa 5 cm
dall'aspetto di una grossa castagna (ovoide o piriforme con una faccia appiattita). All'interno,
sulla faccia piatta, c'è un solco in cui alloggia il piccolo fusto che si ricopre di squame e termina
con fiori solitari lilla.
Pianta erbacea di 20 cm, bulbo rivestito di tuniche fibrose brune, foglie lineari e acute con una
striscia bianca nella pagina inferiore. Fiori solitari violacei, a forma di bulbo allungato al cui
centro spiccano 3 stimmi per il colore rosso-arancio e 3 stami.
Habitat: originario dell'Asia occidentale, Siria ed Iran, in Italia ampiamente coltivato in abruzzo,
sardegna, calbria e sicilia.
Droga: stimmi. Si raccolgono al mattino e si fanno seccare a 35°. Per 1kg di droga occorrono
90.000 fiori. Si presenta come una massa di filamenti flessibili, untuosi, di colore rosso mattone i
grandi, giallo i più piccoli.
Droga : pianta
Attività: antiinfiammatorio e antibiotico però l’EMA e l’EFSA l’hanno bandito come uso nei
medicinali, per carcinogeneità e nefrotossicità
Pianta arborea della famiglia delle Gimnosperme, con fiori unisessuati, foglie acidulate e
appiattite su due linee
Droga: arillo, tutta la pianta è tossica meno l’arillo (ossia la parte rossa che ricopre l’ovulo nudo
per proteggerlo)
Pianta suffrutice dioica, i rami sono abbondanti e sottili, angolosi e striati longitudinalmente, le
foglie sono ridotte a scaglie verde-grigio (clàdodi).
Droga: rami giovani riconoscibili per il colore verde chiaro. Si raccoglie in autunno, quando il
contenuto di efedrina è massimo.
Costiutenti: efedrina (protoalcaloide)
Droga: foglie
Attività: stimolante il SNC. Lo stato di blanda euforia, benessere, eccitamento e loquicità può
essere accompagnato a dipendenza negli utilizzatori abituali. L’efficacia si ha solo con le foglie
fresche visto che il catinone (che ha struttura chimica simile a quella delle amfetamine) si
degrada in 48 ore, per questo attualmente il khat rimane una droga voluttaria di uso
estremamente locale. Le foglie vengono avvolte in foglie di banano impermeabili. Gli effetti
colalterali più comuni sono ritenzione urinaria, anoressia, costipazione e tossicità fetale.
Piccolo cactus senza spine dalla forma piramidale, con una parte epigea e una ipogea più
sviluppata
Droga: parte epigea, detta “bottoni vegetali” nota anche con il nome di mescal da cui infatti si
ricava la mescalina, che è un allucinogeno
-AMANITA MUSCARIA
Fungo e la muscarina è simile all’acetilcolina con attività simpaticomimetica e colinergica e può
essere adoperata in caso di avvelenamento da atropa belladonna
ALCALOIDI PURINICI
Gli alcaloidi purinici sono correlati chimicamente alla guanina e all'adenina, dai quali derivano
per semplici N-metilazioni. Non hanno proprietà basiche. Nelle piante si trovano combinati a
sostanze tanniche, fenoliche e glucidiche, con cui formano composti più stabili (il legame si
rompe durante i processi di tostatura, essiccatura, fermentazione..). I più comuni sono caffeina,
teobromina e teofillina. La caffeina stimola il SNC e a dosi superiori a 1g provoca ansia e
tremori; ha effetto inotropo e cronotropo positivi ed ha azione diuretica. In terapia si usa in
associazione con alcaloidi della segale cornuta o con antipiretici-antinevralgici per il trattamento
delle cefalee. Teobromina e teofillina non agiscono sul SNC ma rilasciano la muscolatura liscia e
bronchiale (asma) ed hanno azione diuretica.
Arbusto sempreverde con foglie opposte, ovato-acute e coriacee di color verde scuro. Fiori
bianchi, odorosi, riuniti in mazzetti all’ascella delle foglie. Il frutto è una drupa rossa (simil
ciliegia), al cui interno ci sono due semi ovoidali.
Droga: frutto. Viene raccolto quando è completamente maturo, quindi il seme viene separato
mediante essiccazione al sole o all'aria calda, o attraverso una fermentazione in acqua. Il chicco
ottenuto viene tostato a 200-250° e ciò gli conferisce il colore bruno e il tipico aroma
Costituenti: alcaloidi purinici (caffeina) e olii essenziali (caffeone, che dà il caratteristico odore
durante la torrefazione. Il caffeone viene usato sotto forma di ciclodestrine nelle confezioni
sottovuoto)
Attività: proprietà stimolanti sul SNC, diuretico e cardiotonico. Gli effetti collaterali sono
tachicardia, ansia, palpitazione, ipereccitabilità e insonnia; però esistono soggetti che
assumendo caffè hanno un effetto paradosso ossia dormono meglio!
Depellicolazione
Pulitura
Torrefazione a 200°C
Albero tropicale alto 8-9 metri, originario dell’America centrale. Le foglie sono ovate, sparse,
peziolate ed intere. I fiori sono rossi, piccoli e attaccati direttamente ai rami o al tronco. Il frutto
è lungo 15-25 cm, carnoso, con epicarpo spesso e munito di 10 solchi longitudinali; contiene
una polpa giallastra nella quale sono immersi numerosi semi (15-40) di forma ovoidale con
superficia liscia e roosa o rugosa e terrea.
Droga: i semi tostati dall’odore gradevole e dal sapore amarognolo, anch’esso gradevole. Questi
contengono un’elevata quantità di olio fisso, da cui si ricava il cosiddetto burro di cacao utile
nella produzione di supposte e rossetti protettivi.
Principi attivi: sostanze lipidiche, ovvero il burro di cacao, amidi, proteine, caffeina e teobromina
(si forma durante la fermentazione). Ha lieve azione diuretica e stimolante il SNC.
Il processo di fabbricazione porta alla costituzione del prodotto commerciale del cacao in
polvere. In commercio il cacao si trova in polvere, in massa e solubile. Il cacao trova impiego
farmaceutico soprattutto come aromatizzante.
Fermentazione
Essiccazione
Spremitura
Torrefazione 120-140°C
Macinazione
Habitat: originario della Birmania, oggi coltivato in molti paesi del sud-est asiatico, in Africa e in
sud-America.
Droga: foglie, la cui raccolta viene effettuata a mano (da piante di almeno 3 anni e può
continuare per 20-40aa), ma anche fiori, che si raccolgono nel momento in cui il calice sta per
appassire. I vari tipi di tè si ottengono con procedimenti diversi.
Durante i primi due minuti di infusione i costituenti che vengono rilasciati sono gli alcaloidi, nei
minuti successivi si solubilizzano tannini e flavonoidi, i tannini però complessano gli alcaloidi che
precipitano, per cui alla fine avremo solo flavonoidi. Nei primi due minuti quindi, la bevanda è
eccitante e nei minuti successivi rilassante per la presenza di flavonoidi.
Le prime notizie sul the risalgono al 2500 a.C. in Cina, oggi tutte le attività ipotizzate all’epoca
sono state confermate degli studi attuali (tradizione d’uso)
Alberi di diverse specie del genere Cola dell’Africa tropicale alti fino a 10-15 m, assomigliano ai
nostri castagni. Foglie ovali, intere, con apice acuminato. fiori unisessuati raggruppati in grappoli
ascellari, bianchi striati di porpora. Il frutto è composto da 5 follicoli dalla superficie verrucosa,
spessa e disposti a stella (saldati ad un apide ad un peduncolo lignificato). Il follicolo racchiude
5-10 semi, di forma poliedrica per la reciproca pressione.
Droga: si usano i semi, che assomigliano a dei sassolini irregolari. La droga fresca ha colore
variabile dal bianco al rosa, al rosso al violetto, mentre secca è di colore rosso caffè.
Costituenti: alcaloidi purinici (caffeina, teobromina) tannini, amido, gomme. Nella droga fresca è
presente un eterodide, la colatina, che per idrolisi dà origine a caffeina, glucosio e rosso di cola.
Attività: stimolante del tono muscolare e psichico, azione di breve durata e legata al contenuto
di caffeina della droga. In Africa si usa masticarla per uso voluttuario. Attenua il senso di fame e
sete. Può dare (a dosi elevate) palpitazioni ed insonnie. In terapia non viene usata ma entra a
far parte di preparazioni con azione eupeptica, tonica e nervina.
Pianta rampicante spontanea nel Brasile e tutto il bacino del Rio delle Amazzoni, con foglie
grandi formate da 6 foglioline. Il frutto è una cassula rossa contenente da 1 a 3 semi della
grandezza di una nocciola, ognuno dei quali è ricoperto da un arillo, con superficie liscia e
nerastra.
Droga: il guaranà è la pasta essiccata ottenuta principalmente dai semi triturati. Isemi vengono
torrefatti e trattati con acqua calda in modo da ottenere una pasta molle con la quale si
confezionano pani o cilindri che vengon oessiccati al sole o in stufa.
Costituenti: L’arillo biancastro è ricco di carboidrati e privo di caffeina, mentre nella parte
colorata del seme c'è la caffeina, in qt molto superiori alle altre droghe caffeiche.
Impieghi: si fa uso in Sud America sotto forma di bevanda rinfrescante (stomaco pieno per
evitare irritazioni mucosa gastrointestinale). Come altre droghe xantiniche, ne viene delineato
un uso nelle cure dimagranti, in quanto aumenta il metabolismo. Stimolante, tonificante,
astringente, revulsivo (uso est)
ALCALOIDI INDOLICI
Pianta erbacea perenne rampicante molto ramificata, con fusto quadrangolare striato
longitudinalmente. I fiori sono solitari, molto caratteristici, ascellari, con peduncolo lungo fino
ad 8 cm, grandi, colorati e molto complessi (Secondo la tradizione il calice del fiore rappresenta
la corona di spine, gli stili (tre) i chiodi usati per la crocifissione, gli stami le cinque piaghe,i
sepali ed i petali gli apostoli (con l’esclusione di Giuda e Pietro, per averlo tradito il primo e
rinnegatoil secondo). Le foglie sono alterne, ovali, palmatifide e stipolate; all'ascella esili cirri. Il
frutto è una bacca ovoide, carnosa di colore rosso bruno, contenete piccoli semi appiattiti e
neri.
Habitat: Stati uniti, messico, perù, brasile, nord africa ed è coltivata anche nel mediterraneo.
Droga: foglie e fiori. Si raccoglie in maggio-giugno, quando si sviluppano i primi frutti e si essicca
a 40-45°.
Attività: azione sedativa (da attribuire più ai flavonoidi che agli alcaloidi) ed antispasmodica,
sono utili quindi contro l’insonnia, per i disturbi della menopausa e nevralgie. Interagisce con gli
inibitori delle MAO potenziandone gli effetti.
Pianta arbustiva di circa 1m, sempreverde, con foglie a verticillo, intere e acute. Il frutto è una
doppia drupa ovoide con un seme
Droga: radici
Le proprietà farmacologiche sono dovute alla reserpina: azione sedativa a piccole dosi, ipnotica
a dosi maggiori e azione ipotensiva. Veniva impiegata come sedativo energico degli stati
eccitatori o come riequilibrante degli stati depressivi (schizofrenie, psicosi involutive) e
nell’ipertensione arteriosa. Viene utilizzata anche come antimalarico.
Impieghi: associata ad altre sostanze è usata nelle cure delle turbe psico-comportamentali della
vecchiaia.
Pianta erbacea perenne, con rizoma strisciante e fusti ramificati, sterili e fioriferi. Caratteristici i
fiori solitari con corolla tubulosa lunga e stretta
Pianta suffruticosa sempreverde. Le foglie sono intere, opposte, picciolate e oblunghe. I fiori
sono attinomorfi e assomigliano a quelli della pervinca, di colore violetto, rosa o bianco a
seconda della varietà. Il frutto è costituito da follicoli divergenti contenenti semi.
Droga: tutta la pianta (specie le foglie). Per aumentare la resa degli alcaloidi si ricorre a tecniche
di coltura cellulare.
Attività: Studiando l'attività antidiabetica della pianta, negli anni '50 venne scoperto che estratti
delle foglie sopprimevano transitoriamente le funzioni del midollo osseo. il solfato di vincristina
è usato nel trattamento della leucemia infantile, in quanto il dimero ottenuto poi per cultura
cellulare blocca la proliferazione cellulare, ed entrambi gli alcaloidi antitumorali sono impiegati
nel morbo di Hodgkin (il prodotto sintetico in coltura cellulare è più efficace del naturale)
Arbusto rampicante perenne, volubile e velenoso con foglie trifogliate che può raggiungere i 15
m di lunghezza. Il frutto è un baccello lungo 15 cm, contenete 1-3 semi reniformi lunghi 2-3 cm.
Droga: semi
Impieghi: nei colliri per trattamento del glaucoma, attività parasimpaticomimetica. Veniva usata
in alcuni paesi africani come "veleno di giustizia" per verificare l'innocenza o la colpevolezza di
persone accusate di crimini.
Attività: La droga è ben famosa per l’azione tossica della stricnina, le persone avvelenate da
questo alcaloide assumevano una classica formazione semicircolare della colonna in quanto
provocava uno spasmo tetanico sulla spina dorsale formando appunto una curva. Nei secoli
passati veniva usata come veleno per gli animali. Oggi viene adoperata in omeopatia in dosi
infinitesimali ed è usata anche nelle bevande toniche per l’azione stimolante ed eupeptica.
Utilizzate nei curari, il curaro è ottenuto dalla percolazione di varie specie ottenendo degli
alcaloidi indolici. Agiscono a livello della placca neuro muscolare bloccandola.
ALCALOIDI CHINOLINICI
Droga: la corteccia si ricava dal tronco e dai rami di alberi di 8-10 anni, staccandone
longitudinalmente un pezzo e aspettando che esso si rigeneri (12 aa) prima di prenderne un
altro, oppure abbattendo direttamente la pianta (che adesso ivene coltivata perchè si stava
estinguendo)
Attività: vanno ricordate tre attività distinte: quella antimalarica, quella cardiaca e
gastrointestinale, azione lassativa, eupeptica a febbrifuga.
Oggi non si usa più la china come antimalarico in favore di derivati di sintesi, come la clorochina,
più attivi e meglio tollerati. Rappresenta tuttora il farmaco di scelta nelle forme gravi di malaria
da P.falciparum clorochino-resistente. Per somministrazioni ripetute può manifestarsi
cinconismo: vomito, diarrea, cefalea, tinnito
Ipecacuana è una parola portoghese che significa "pianta erbacea che provoca nausea e
vomito". Arbusto basso perenne con foglie opposte e ovali, stipolate. Fusto quadrangolare ed
eretto. Fiori bianchi riuniti in cime e il frutto è una drupa violacea.
Habitat: Brasile, in particolare nella foresta del Mato Grosso e del Minas Garaes; è coltivata in
Malesia, Burma, India e Bengala.
Droga: rizomi. Vengono raccolti tutto l'anno, ma in particolare durante la stagione delle piogge
(gen-mar). Le radici vengono mondate, private delle radichette, lavate ed essiccate al sole per
alcuni gg. Si presenta come pezzi contorti lunghi 15 cm e di 6 mm di diametro, di colore bruno
ed anellati.
Attività: dalla droga si estrae l’emetina che ha azione emetica, espettorante (aumenta e
fluidifica la secrezione bronchiale) e antiamebica (ormai abbandonato in favore di farmaci di
sintesi più sicuri poichè l'emetina causa spesso tossicità cardiaca). L’azione irritante sulla
mucosa e sulla cute può tuttavia portare a nausee, irritazioni e infiammazioni. Lo sciroppo
emetico di ipecacuana è obbligatorio in farmacia (FUXII, Tab 2). Veniva usata come repellente
per gli insetti e amebicida dagli indigeni del Sud America
È il nostro papavero dei campi. Pianta annuale a fusto dritto e sottile, leggermente peloso, alto
25-60 cm. Foglie verde chiaro molto dentellate. Fiori rosso vivo, fragili.
Viene utilizzato negli sciroppi per facilitare il sonno dei bambini e come antitussivo.
Ha attività calmante e narcotica, ad alte dosi può provocare grandi intossicazioni. I semi sono
usati a volte per aromatizzare il pane
Alberello dioico sempreverde cerpuglioso, alto 5-8 m. Fiori diclini e ascellari riuniti in corimbi, il
frutto è una drupa edule, le foglie sono coriacee, cortamente picciolate, opposte e intere, con
peli stellati e nervature penninervie; sulla pagina superiore reca punti rialzati più chiari che la
rendono ruvida al tatto (a lingua di gatto).
Droga: foglie
Attività: la boldina ha attività coleretica, colagoga (alcaloidi) --> bastano 2 foglie di boldo in
acqua calda per solubilizzare la boldina che agirà sulla cistifellea favorendo la produzione e poi
l’espulsione degli acidi biliari aiutando la digestione, più foglie inducono coliche biliari!
Associato alla cascara fa aumentare il flusso biliare senza alterare la composizione della bile;
associato a cascar, rabarbaro e genziana è utile per i disturbi epatobiliari, dispepsie, crampi
intestinali e allo stomaco. Anche azione diuretica (OE) e stomachica. L'uso eccessivo è
sconsigliato anche per la possibile irritazione renale.
-PAPAVERO DA OPPIO (Papaver somniferum, Papaveraceae)
Pianta erbacea annuale vigorosa con fusto bene eretto, spesso e poco ramificato, alta 1- 1,5 m.
Le foglie sono alterne, grandi e spesse specie quelle alla base del fusto, sono sessili e
amplessicauli (non è presente il picciolo) hanno un margine irregolarmente inciso, sono
pennatinervie con nervatura centrale ben evidente. I fiori prima dell’antesi si presentano
ripiegati e verdi in quanto presentano solo i due sepali del calice; nello sboccio si perdono i
sepali ed appaiono i quattro grandi petali . I petali presentano alla base una grossa unghia nera
caratteristica. Il frutto è una capsula ovoide., fissata allo stelo da un peduncolo che termina con
un rigonfiamento anulare; contiene molti semi reniformi, bianchi, neri o giallastri.
Habitat: originaria delle regioni nord-orientali del mediterraneo, oggi coltivato in molti paesi
come Turchia, Europa, India, Iran, Jugoslavia, Russia e scandinavia.
Droga: si ottiene dal latice del frutto immaturo. La capsula viene incisa quando ha circa 4 cm di
diametro e il colore sta cambiando da verde a giallo. Il latice all'inizio è liquido e bianco e si deve
aspettare che si rapprenda all'aria diventando brunastro. Il taglio si fa tra le 12 e la sera e il
giorno seguente si raschia con uno speciale arnese prima che il calore lo renda duro, poi viene
riunito in pani di oppio, che si presentano di colore marrone-verdastro o grigio oliva, più o meno
plastici freschi, duri e fragili quando conservati. Richiede un'accorta preparazione e
immagazzinamento se il contenuto di morfina deve essere mantenuto costante.
Principi attivi: contiene circa 40 alcaloidi, tra cui morfina (principale), codeina, tebaina,
papaverina, narcotina, che vengono raggruppadi in base alla struttura in fenantrenici e
benzilisochinolinici. Contiene anche flavonoidi (kaempferolo), antocianidine (pelargonidina),
acidi aromatici, tannini, sali minerali, resine.
Attività: azione depressiva sul SNC, come analgesici e anestetici generali, ha attività antispastica
sulla muscolatura liscia (veniva utilizzato l’oppio per le crisi diarroiche oppure per l’eccessivo
flusso mestruale delle donne) presi in grandi quantità hanno una azione stupefacente ed
euforizzante. L'azione analgesico-narcotica non è identica a quella della morfina pura, sia per la
presenza di altri composti con azioni che si sovrappongono ed interferiscono, sia perchè gli
alcaloidi nell'oppio sono presenti sotto forma di sali poco solubili.
Codeina: antitussivo (proibita nella prima infanzia –SINECOD-) a dosi che non evocano una
significativa analgesia
Morfina: analgesico nei malati terminali. Ha anche azione costipante, deprime il centro del
respiro , riduce il flusso urinario, causa prurito ed ha effetto emetico.
Papaverina: spasmolitico/miorilassante. In passato è stata usata per anche per la terapia
dell'impotenza inettandola all'interno dei corpi cavernosi.
ALCALOIDI CHINOLIZIDINICI
E’ una pianta afillica, suffrutice e tossica; la fotosintesi è data dal fusto verde e scanalato, il fiore
della ginestra è giallo ed è tipico delle papilionacee. Le sommità fiorite costituiscono la droga
che contengono alcaloidi chinolizidinici, in particolare la sparteina.
L’attività regolatrice della sparteina riguarda principalmente le funzioni cardiache. Però questa
pianta risente di una notevole tossicità ed è controindicata negli ipertesi, oppure nelle
popolazioni asiatiche e africane perché hanno una minore capacità di metabolizzare ed
eliminare questa sparteina creando una maggiore tossicità, ed è stato impiegato soprattutto in
un ambito veterinario e omeopatico.
ALCALOIDI IMIDAZOLINICI
Pilocarpus deriva dal greco "berretto di feltro senza falde + frutto", per i frutti a forma di tale
copricapo.
Arbusti poco ramificati alti fino a 2m. Foglie lungamente picciolate, imparipennate composte da
3-15 foglioline. Fiori piccoli in racemi terminali. Frutti in follicoli.
ALCALOIDI DITERPENICI
Pianta erbacea perenne delle regioni montane dell'europa centrale, con foglie palmato sette
alterne ed incise. Fiori irregolari azzurri in grappoli terminali, i petali sono ridotti a nettari
Droga: radice
Pianta erbacea tossica perenne con fusto eretto poco o niente ramificato. Foglie alterne,
ellittiche e pelose nella pagina inferiore. Fiori in racemi terminali.
Costituenti: veratrina
Attività: drastica ed emetica (stimola il centro del vomito in caso di avvelenamenti). L’elevata
tossicità ne ha vietato l’uso nella medicina umana, il suo uso tuttavia è conservato in veterinaria
oppure come insetticida e antiparassitario.
Spesso il veratro (foglie alterne) è confuso con la genziana (foglie opposte), quest’ultima viene
utilizzata negli amari. Le due si distinguono in base alla fillotassi.