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NABUCCO DI VERDI:

GUIDA DIDATTICA
PER LE SCUOLE SECONDARIE

DI CARLO DELFRATI
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GUIDA DIDATTICA PER LE SCUOLE SECONDARIE

Introduzione nell’opera lirica si interpone uno speciale


Questa guida è destinata ai docenti della interpretante, che è la musica. Il composi-
scuola secondaria come dispensa introdut- tore mette in musica la vicenda e le paro-
tiva a Nabucco. Contiene proposte didatti- le, trasformando la recitazione in canto, e
che per avvicinare i giovani all’opera verdia- aggiungendo una trama strumentale: così
na, e più in generale al linguaggio del teatro facendo, offre una sua lettura, una sua inter-
lirico. A questo secondo fine, e sull’impor- pretazione del testo letterario. È questo li-
tanza di far accedere i ragazzi al patrimonio vello, questa componente dello spettacolo,
di valori affettivi e cognitivi rappresentati a risultare primaria nell’universo semantico
dai quattro secoli di teatro lirico, si rimanda del teatro lirico: quella su cui importa dun-
alle dispense introduttive al Flauto magico que concentrare l’attenzione degli alunni.
e alla Traviata, edite rispettivamente nel Queste testimonianze ci possono aiutare ad
2012 e 2013 sempre all’interno della collana allargare in classe la riflessione.
«Vox Imago».
Il presente dvd, e il volume che integra il La musica è la migliore consolazione già
progetto «Vox Imago», contengono un per il fatto che non crea nuove parole. An-
ricco ventaglio di studi, che permettono al che quando accompagna parole, la sua
magia prevale ed elimina il pericolo delle
docente di approfondire il proprio percorso
parole. Le si crede senza riserve, poiché
didattico.
ciò che afferma riguarda i sentimenti. II
Per cogliere in maniera appropriata quello suo fluire è più libero di qualsiasi altra
che un’opera lirica è in grado di trasmet- cosa che sembri umanamente possibi-
terci, teniamo presente l’interazione fra le le, e questa libertà redime. Quanto più
diverse componenti che concorrono al suo fittamente la terra si popola, e quanto
significato complessivo. più meccanico diventa il modo di vivere,
A un primo livello sta il testo letterario, pre- tanto più indispensabile deve diventare
disposto dal librettista. Sono i dialoghi e le la musica. Verrà un giorno in cui essa sol-
didascalie. La vicenda e i personaggi posso- tanto permetterà di sfuggire alle strette
maglie delle funzioni, e conservarla co-
no essere letti, dunque interpretati, in modi
me possente e intatto serbatoio di libertà
anche molto diversi fra loro. Se il libretto
dovrà essere il compito più importante
fosse semplicemente recitato, fosse cioè della vita intellettuale futura. La musica è
destinato al teatro di prosa, avremmo tante la vera storia vivente dell’umanità, di cui
interpretazioni diverse (per esempio dram- altrimenti possediamo solo parti morte.
matica, o patetica, o ironica, o distaccata, Non c’e bisogno di attingervi, poiché esi-
o…) quanti sono i registi che allestiscono lo ste già da sempre in noi.1
spettacolo e le compagnie di attori che lo
recitano. «Adorno descrive l’opera come “una versio-
Anche nell’opera lirica abbiamo registi e ne fra le righe del libretto”, vale a dire un
attori (in questo caso, cantanti). Ma fra il commento musicale su ciò che procede fra
grado iniziale, quello del libretto, e il gra- gli interstizi del dialogo, su ciò che il solo te-
© 2014 Musicom.it S.r.l. do finale, quello della compagnia teatrale, sto non ha potuto esprimere. […] l’atto della
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composizione musicale trasforma inevita- può più andare a Fenena. Il gran sacerdote come sappiamo, attraversa i millenni. eletto»: il monoteismo. Con un corollario di
bilmente il testo, e di fatto ne diminuisce il ha sparso voce che Nabucco è morto, e pro- La presenza di una comunità ebraica in Pa- pratiche cultuali, alimentari e sociali (il ripo-
prestigio […] il rapporto fra testo e musica è clama regina Abigaille. lestina è attestata fin dal XVIII secolo a. C., so del sabato, la circoncisione, il matrimonio
più simile a quello tra sceneggiatura e film».2 Invece Nabucco è vivo e irrompe sulla scena con insediamenti anche nei territori vicini, endogamico ecc.), con le quali marcavano
furibondo. Arriva a maledire il dio babilone- come l’Egitto. Un popolo in armi, come gli la propria ‘differenza’. Questo spiega perché
La vicenda se che li avrebbe spinti al tradimento. Non altri con cui si contende i territori, i filistei, gli ebrei evitassero fin da allora di lasciarsi
La vicenda messa in scena dal librettista ci sono più dèi, né assiri né ebraici. L’unico gli hyksos, i fenici, gli egizi, gli assiro-babi- assimilare ai popoli in mezzo ai quali viveva-
Temistocle Solera è pura fantasia, ma ci dio che tutti adesso dovranno adorare è lui: lonesi, i sumeri, i persiani. Un popolo che – a no. Il rifiuto e la chiusura verso gli altri culti
permette di riprendere con gli alunni alcuni Nabucco. Dal cielo un fulmine lo colpisce leggere la Bibbia, la testimonianza maggio- urtavano però contro la permissività politei-
temi storici di fondo: diretti come la diaspo- stordendolo e gli strappa la corona. Subito re di quel popolo, in parte storica, in parte sta della civiltà greco-romana: che reagisce
ra ebraica, o indiretti come il Risorgimento raccolta da Abigaille, che si proclama regi- mitologica – non esitava, come insegnano distruggendo i monumenti stessi dell’ebrai-
italiano. Ripercorriamola rapidamente. na. le guerre di ogni tempo, a fare strage dei smo e condannando le sue pratiche.
Parte prima. Il popolo ebraico è sconfitto in Parte terza. Nabucco è ancora frastornato propri nemici. Allo stesso modo la storia di Il cristianesimo nasce come variante inno-
battaglia dagli assiri, guidati da Nabucco e delirante. Abigaille gli chiede di firmare questo popolo è anche segnata da violenti vativa della religione monoteista. Per difen-
(Nabucodonosor). Ma il sommo sacerdote il decreto che condanna a morte tutti gli conflitti interni, fra le diverse tribù e confes- dersi dalle persecuzioni, i cristiani impugna-
ebraico Zaccaria conforta la sua gente: nelle ebrei. Fra loro l’odiata traditrice Fenena. sioni religiose, di cui il mito di Caino e Abele no la propria distinzione dall’ebraismo (di
loro mani è infatti caduto un prezioso ostag- Non più Fenena, ma lei, Abigaille, sarà regi- è solo un simbolo archetipico. qui l’abolizione della circoncisione e delle
gio: Fenena, la figlia del nemico Nabucco. na. Nabucco ha un sussulto: regina sarà Fe- Nabucodonosor è il re dei babilonesi che norme alimentari ebraiche), e a maggior
Di lei è innamorato il principe ebraico Isma- nena; Abigaille è solo una schiava! Ma Abi- nel 587 a. C., a conclusione dell’ennesima ragione la propria estraneità ai moti rivo-
ele. I due stanno per fuggire di nascosto, gaille nella scena precedente aveva trovato guerra, distruggono il tempio di Gerusa- luzionari ingaggiati dagli ebrei contro l’im-
quando irrompe un manipolo nemico, gui- il foglio che dichiarava la sua vera identità. lemme e deportano a Babilonia gli abitanti pero romano. Anche se negli anni Trenta
dato da Abigaille, supposta altra figlia di Na- E lo distrugge sotto gli occhi di Nabucco. della città. Questo personaggio e la depor- del primo secolo il potere giudiziario era
bucco: lei pure innamorata non corrisposta Parte quarta. Ormai il destino di Fenena e tazione degli ebrei sono gli unici elementi in mano a funzionari romani (come Ponzio
di Ismaele. Quando Zaccaria alza il pugnale dei prigionieri ebrei è segnato. È qui che al- che il libretto di Solera ricava dalla storia; Pilato), i cristiani attribuiscono agli ebrei la
sull’ostaggio Fenena, Ismaele lo ferma. Li- zano al cielo il loro rimpianto per la patria insieme alla citazione del salmo 137, «Super crocifissione di Gesù. Di qui alla definizione
berata Fenena, Nabucco ordina di saccheg- perduta: «Va pensiero…». Nabucco, anch’e- flumina», come vedremo, che il librettista di ‘popolo deicida’ il passo è breve.
giare Gerusalemme. Gli ebrei maledicono gli reso prigioniero, vede la figlia Fenena an- usa nel suo «Va pensiero». Il tempio verrà Da quando, nel 380, il cristianesimo diven-
Ismaele, bollandolo come traditore. dare al supplizio, quando gli giunge il grido ricostruito 70 anni dopo. ta religione di stato, le sorti dell’ebraismo
Parte seconda. La scena si sposta a Babi- dei guerrieri rimastigli fedeli. Da paese protetto, la Palestina viene defi- sono altalenanti. A momenti e a paesi che li
lonia, dove gli ebrei sono stati condotti in È liberato, infrange l’idolo babilonese e libe- nitivamente a far parte dell’Impero romano accettano si alternano momenti e paesi in
cattività. Qui si scopre che Abigaille non è ra a sua volta gli ebrei. Il re e Abigaille si con- nel 70 d. C., distrutto per sempre il tempio cui gli ebrei sono perseguitati, con la limi-
figlia naturale di Nabucco ma solo una sua vertono all'ebraismo. Ad Abigaille non resta di Gerusalemme, soppressa o schiavizzata tazione crudele dei loro diritti, con l’appro-
schiava, che poi il re ha adottato. Per questo altra scelta che avvelenarsi: muore, non pri- la popolazione. Un’ultima rivolta al tempo priazione o la distruzione dei loro beni, con
l’erede al trono è Fenena, non lei. Perciò Abi- ma di aver chiesto perdono a Fenena. dell’imperatore Adriano chiude definitiva- l’espulsione, fino all’eliminazione fisica. Nel
gaille ha due ragioni di odio: verso Nabucco mente (nel 135 d. C.) lo stanziamento ebrai- 1492, con la vittoria di Isabella di Castiglia
che le preferisce Fenena, e verso Fenena Il fondale storico: la diaspora co in Palestina e dà inizio alla diaspora (di- e Alfonso d’Aragona contro i mori, tutti gli
che le contende Ismaele. La vicenda dell’opera ci permette a scuo- spersione). Quello che univa saldamente il ebrei sono espulsi dal territorio spagnolo.
Il colmo per Abigaille è raggiunto quando la di riconsiderare storicamente non solo il popolo ebraico era la forte dipendenza da Nel Cinquecento si creano ghetti in cui gli
viene a sapere dal gran sacerdote assiro che conflitto tra assiri ed ebrei, ma più in gene- una convinzione religiosa fin allora presso- ebrei devono obbligatoriamente vivere. Nei
Fenena manda liberi gli ebrei. Il trono non rale il fenomeno della diaspora ebraica, che, ché inaudita, e che lo faceva sentire «popolo due secoli seguenti si riprendono le stragi,
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in Polonia e in Ucraina, e nell’Ottocento si sempre a teatro, certo si conoscevano quel- io fare, che non son capace di fare una Proprio come lo spirito rivoluzionario che
moltiplicano i pogrom in Russia. le opere dagli organetti che giravano per le marcia di tre miglia, la testa non regge a infiamma un particolare momento storico
Tutto questo per ricordare anche ai nostri strade a suonarne le melodie principali. cinque minuti di sole e un po’ di vento o può imprimere il suo marchio sulle opere
un po’ di umidità mi produce dei mali di coeve, così le opere possono infondere
ragazzi che la persecuzione degli ebrei non L’Italia era allora alla vigilia delle sue impre-
gola da cacciar­mi in letto qualche volta il loro marchio sullo spirito delle epoche
è una pratica introdotta dai nazisti, ma che se risorgimentali: un ribollire di moti, di ten-
per setti­mane? Meschina natura la mia! successive, ed in qualche caso persino
ha alle spalle più di 1500 anni di tragedie. La tativi sfortunati, di preparativi diplomatici, Buo­no a nulla! contribuire a forgiarlo. […] Sia nella vita
stessa stella gialla, il marchio imposto dai di contrasti ideologici anche radicali, com’e- sociale che nei dettagli stessi del suo in-
nazisti agli ebrei in vista della soluzione fina- rano le posizioni di Mazzini o Cavour, per timo significato, l’opera dà voce alle for-
Ma Verdi non era un «buono a nulla». Il suo
le, non è una loro invenzione. Fu decretata non dire di Garibaldi o Pio ix. I giovani delle ze storiche in cui è irretita; come forma
impegno lo espresse con la sua orchestra e
la prima volta dal Concilio Lateranense del classi borghesi – memori dell’esperienza affettiva essa mira ad esprimere la storia
i suoi cantan­ti, con ben altra convinzio­ne ed
1215. Per chiudere su questi dolorosi eventi, della Rivoluzione francese – sentivano il fa- con una immediatezza inaccessibile alle
energia che non i suoi prede­cessori. Verdi, più razionali forme di espressione, ed in
è bene anche ricordare che con l’avvento scino delle rivendicazioni di libertà, di indi-
che incomincia a scrivere musica quando certi casi anche ad influenzare la storia
dell’islamismo, fu proprio nei paesi islamici pendenza e di unità.
che gli ebrei poterono trovare rifugio sicuro I musicisti vivevano intensamente questo gli altri grandi han­no finito (Bellini, Rossini) attraverso la sua capacità di convertire gli
dalle persecuzioni dei cristiani. Così avven- clima e, se pur si tenevano fuori da un impe- o stanno per finire (Donizetti), sparge nei ascoltatori agli ideali che essa esprime.3

ne in Spagna, dopo la battaglia del 711 che gno politico personale, davano voce nelle suoi melodram­mi esplicitamente, a piene
mani, la passione patriottica che dimo­stra Ignoto Numini
portò l’Andalusia sotto il dominio arabo. proprie opere alle sue matrici ideali. Verdi
nella vita. I ragazzi potranno ben immagina­ In una rivisitazione musicale del Risorgi-
Così, dopo il 1453, quando Bisanzio cadde era di quelli che oggi si chiamerebbero au-
re, ascoltando queste pagine di fuo­co, con mento non può mancare la voce di Mazzini,
in mano ai musulmani (e così finì l’impero tori ‘impegnati’. Nel 1859 arrivò a comperare
quanto ardore il pubblico fiorentino acco- appassionato musicofilo, e buon dilettante
romano d’Oriente), molti ebrei cominciaro- i fucili per armare la Guardia nazio­nale del-
gliesse nel 1847, po­chi mesi prima che No- di chitarra. Turbato dalle degenerazioni a
no a trasferirsi in Turchia. la sua cittadina, Busseto, quando il Ducato
varo musicas­se l’inno scritto da Mameli, il cui era facile assistere nei teatri lirici, leg-
Più in generale, la diaspora ci offre argo- di Parma, a cui apparteneva, si accin­geva
prorompente inno «La patria tradita» dal giamo cosa scrive in un saggio dal titolo
menti per incoraggiare in classe il rigetto a proclamare l’annessione al Piemonte. Fu
Macbeth; o l’entusiasmo con cui i patrio- ambizioso, Filosofia della musica.4 Alla sua
verso ogni oppressione di un popolo su un fervente ammiratore di Cavour, che andò a
ti sostituivano, nel coro «Si ridesti il leon lettura invita quanti «nell’arte intendono la
altro, per rivendicare il diritto di un popolo visitare l’indomani dell’infausto trattato di
di Castiglia», dall’Ernani (1844), la pa­rola immensa influenza che s’eserciterebbe per
ad essere quello che è, con le sue convin- Villafranca. E dal 1861 farà parte del primo
«Castiglia» con «Savoia». II melodramma essa sulle società, se la pedanteria e la ve-
zioni, le sue usanze, le sue abitudini, la sua parlamento italiano. E quanto rammarico
verdiano è una mi­niera di pagine vibranti: nalità non l’avessero ridotta a meccanismo
lingua, la sua religione, e con tutte le altre di non poter par­tecipare con le armi alle
dal «Ca­ra patria» a «È gettata la mia sorte», servile». Oggi – continua – «il concetto che
manifestazioni della cultura. battaglie! C’è una sua lettera al proposito,
da Attila (1846), al «Viva Italia» che apre la le ha dato vita fin qui è concetto esaurito. Il
indirizzata alla contessa Maffei, 23 giugno
Battaglia di Legnano (1849), e naturalmente nuovo non si è rivelato […]. La musica, sola
Verdi e il Risorgimento 1859, proprio il giorno precedente San Mar-
il «Va pensiero», dal Nabucco (1842) o l’«O favella comune a tutte nazioni, unica che
Nabucco è in qualche modo il prototipo tino e Sol­ferino:
Signore dal tetto natìo», dai Lombardi alla trasmetta esplicito un presentimento d’u-
del nostro teatro risorgimentale. L’unica
Montanel­li […] soldato semplice nei vo- prima crociata, che Giuseppe Giusti sentirà manità, è chiamata certo a più alti destini
forma praticata di teatro nell’Italia di quel
lontari. L’an­tico professore di Diritto pa- cantare in Sant’Ambrogio dagli stessi solda- che non quelli di trastullare l’ore d’ozio a un
tempo era proprio il melodramma. Che era
trio che dà sì nobile esempio! Ciò è bello, ti occupanti, e ricorderà nella sua poesia del piccol numero di scioperati […]. S’è rivelata
un teatro popolare. Masse intere vedevano
è sublime! Io non posso che ammirar­lo e onnipotente sugli individui e sulle moltitu-
e ascoltavano le opere di Bellini, Donizetti, 1843: «che tanti petti ha scossi e ine­briati».
invidiarlo! Oh, avessi altra sa­lute e sarei dini, ogni qual volta gli uomini l’hanno adot-
Mercadante, Pacini, Rossi. E Verdi, fin dalle L’importanza dell’opera lirica nella storia del
con lui anch’io! Ciò dico a voi, e ben in se- tata ispiratrice di forti fatti […] l’espressione
opere giovanili, fin da Nabucco, che già alla greto: non lo direi ad altri, che non vorrei si nostro Ottocento è ben spiegata dal musi-
cologo Herbert Lindenberger: la più pura, la più generale, la più simpatica
‘prima’ ebbe un successo strepitoso. Se non credesse vana millanteria. Ma che potrei
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d’una fede sociale. Un inno di poche battute dei Lombardi alla prima crociata, di Attila, Parte prima
ha creata in tempi vicini a noi la vittoria…». della Battaglia di Legnano. I ritmi scattanti 1. «Gli arredi festivi giù cadano infranti»
Più avanti parla della funzione del coro: di tanti pezzi di Nabucco, a cominciare dal Ritmo A

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«perché il coro, individualità collettiva, non coro «Come notte a sol fulgente», rivelano
Allegro mosso

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otterrebbe come il popolo di ch’esso è in- un’energia che verrà presto riferita dai pa-
terprete nato, vita propria, indipendente, trioti alla loro aspirazione risorgimentale,
spontanea? Perché, relativamente al prota- e ad essa fatta servire. A rendere evidente Ritmo A
gonista o ai protagonisti, non costituirebbe questa carica galvanizzante della partitura
quell’elemento di contrasto essenziale ad concorre anche la strumentazione, con la È proprio il coro ad aprire il dramma, con un lungo intervento tripartito. Prima l’intero popolo
ogni lavoro drammatico?». Quanto al canto prevalenza degli ottoni (trombe, tromboni, ebraico si prepara angosciato all’invasione assira, con un canto tempestoso, scandito da
dei singoli personaggi, auspica una musica corni) e con la frequenza dei passi di marcia. un accompagnamento vertiginoso su cui dominano gli strumenti a fiato. Replicano i leviti
«che può svolgere i più impercettibili moti (i ministri del culto):
del cuore, e svelarne il segreto». I cori e i ritmi
Mazzini scrive queste parole nel 1835, sette Il coro evocato da Mazzini ha un’importanza 2. «I candidi veli, fanciulle squarciate»
anni prima di Nabucco, quando il giovane nevralgica nel melodramma, perché dà vo- Ritmo B

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Poco meno mosso

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Verdi aveva appena cominciato ad abboz- ce alle collettività. Richiamiamo l’attenzione

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zare le sue prime cose scolastiche. dei ragazzi su questo punto. Il coro è una
All’inizio del saggio, Mazzini rivolgeva il suo prerogativa importante del teatro musicale, Ritmo B
studio «al giovane ignoto, che forse in qual- un potenziale espressivo negato al teatro di
che angolo del nostro terreno s’agita, men- prosa, che non può far parlare una folla se Gli ottoni accompagnano in forma di solenne corale.
tr’io scrivo, sotto l’ispirazione, e ravvolge non mediante quella sorta di artificio che è il
dentro sé il segreto d’un’epoca musicale». coro parlato, quello dei tragici greci o quello 3. «Gran nume che voli sull’ale dei venti»
E alla chiusa del saggio lo dedica Ignoto Nu- di tanti lavori del Novecento. Davanti alla Ritmo C
mini, «al Nume Ignoto»: «Quel genio sorge- naturalezza dei dialoghi parlati il coro non

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Poco meno mosso

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rà. Maturi i tempi e i credenti che dovranno può che apparire, nel teatro di prosa, una
venerarne le creazioni: sorgerà senza fallo».
Mazzini immaginava che sarebbe stato
forzatura; o più propriamente, se pensiamo
all’obbligo di recitare tutti su un ritmo co- Ritmo C ã4 œ ˙ œ
Donizetti a raccogliere il suo alto invito. In- mune, un piccolo ‘prestito’ del linguaggio
vece sarà Giuseppe Verdi, che senza aver musicale a quello verbale. È l’ultima pagina corale della scena d’apertura: il canto fiducioso delle donne, sull’ac-
letto le parole del nostro apostolo, diven- In Nabucco il coro assurge al ruolo di vero compagnamento di arpa e legni.
terà proprio il compositore che incarna i e proprio protagonista: è il popolo, quello
suoi ideali. Le parole di Mazzini sembrano ebreo di «Va pensiero» e in second’ordine 4. «D’Egitto là sui lidi»
proprio vaticinare l’irrompere del compo- quello assiro di «È l’Assiria una regina». Ritmo D

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sitore sulle scene teatrali. Perché proprio di Interloquisce con i personaggi, con brevi Andante maestoso

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un’irruzione si trattò, di cui furono subito battute ma soprattutto con lunghe pagine
consapevoli i suoi ascoltatori, da quel 1842 intere. Consideriamo queste ultime.
in poi. Nabucco segna l’avvento di un mon- Le riportiamo con l’ossatura ritmica di cia- Ritmo D
do espressivo nuovo sulla scena lirica: quel scuna. Il gran pontefice Zaccaria ha tranquillizzato i suoi: forse c’è speranza di riscatto, grazie alla cat-
mondo eroico atteso da Mazzini, che con- tura di Fenena. È un motivo squadrato e solenne, di stampo quasi beethoveniano, come è sta-
tinuerà dopo Nabucco, con i cori e i ritmi to osservato. La suddivisione binaria del canto è ravvivata dall’accompagnamento a terzine.
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5. «Come notte a sol fuggente» Parte seconda


Ritmo E 9. «Noi già sparso abbiamo fama»
Allegro
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Ritmo I

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Allegro mosso
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mo E
Ritmo I
Il popolo enfatizza la sicurezza di Zaccaria, ripetendone l’invettiva. È un raro caso di breve
inserto polifonico nella parte corale. Qui il coro dà una voce aperta e spavalda agli assiri che rinnegano Nabucco e offrono la
corona ad Abigaille.
6. «Lo vedeste? Fulminando egli irrompe»
Ritmo F 10. «Il maledetto non ha fratelli»
Allegro agitatissimo Ritmo L

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Presto

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mo F
Ritmo L
Ma ora il popolo è terrorizzato per l’irruzione di Nabucco col suo esercito. Il ritmo è duro,
martellante. Gli ebrei maledicono Ismaele. L’andamento diventa ora infrenabile, presto.

7. «Tu che a tuo senno de' regi il core» 11. «S’appressan gl’istanti d’un’ira fatale»
Ritmo G Ritmo M
Andante

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Andantino

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3

mo G ã 4 œ œ œ œ ‰ œ ≈ œ œ ≈ œ œ œ Œ Ritmo M ã4 œ ‰. œ œ œ ..
Qui per tutta la scena il coro sostiene i solisti, rafforzandone l’invocazione di soccorso a dio. E ancora gli ebrei si preparano al peggio: il coro che rappresenta il popolo si aggiunge all’u-
nisono ai quattro solisti.
8. «Dalle genti sii reietto»
Ritmo H Parte terza
12. «È l’Assiria una regina»

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Presto Ritmo N

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mo H Tempo di marcia

Ismaele viene cacciato dal suo popolo, per aver liberato l’ostaggio Fenena. Le sillabe Ritmo N ã 44 œ ‰ œ ‰ œ ‰ œ ‰ ˙ œ œ œ œ œ. œ ˙
staccate, interrotte da pause, sono il modo convenzionale di rendere in quel tempo l’e-
splosione dell’ira. Gli assiri celebrano la propria patria. Il canto ha un carattere spensierato, e riprende il colore
L’originale è in due metà (tempo tagliato). Lo trascriviamo con i valori dimezzati, per espressivo del coro numero 9. Agli assiri vincitori si addice un disegno melodico e ritmico
agevolarne il confronto con gli altri ritmi. che li distingua bene dalla voce dei nemici ebrei.
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13. «Va pensiero» 16. «Immenso Jeovha»


Ritmo O Ritmo R

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Largo Adagio

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3

mo O Ritmo R ã 44 ˙ œ .. œ œ .. œœ Œ
Una voce, quella degli ebrei, che trova il suo tono emblematico nel celebre canto di rimpianto La preghiera trionfale degli ebrei finalmente liberati.
e nostalgia per la patria perduta. Ascoltiamo questi cori. Ci accorgeremo presto di un paio di scelte di fondo effettuate da
Verdi. La prima è che tutti sono in metro quaternario (con tre eccezioni). Il metro quaternario
14. «Oh qual foco nel veglio balena» è quello tipico delle marce solenni (pensiamo al nostro inno nazionale, o alla Marsigliese):
Ritmo P Verdi accentua in tal modo la 'biblica' gravità del popolo. Fa eccezione il metro binario del
coro numero 8: dove la binarietà non fa che rendere più incalzante l'intemerata con cui gli
Andante mosso

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3 3 ebrei cacciano Ismaele. Si distinguono i due cori in metro ternario: il metro del passo di valzer
per intenderci, destinato a sostenere un clima espressivo tendenzialmente opposto. Verdi lo
mo P usa nel coro numero 7: l’invocazione a dio degli ebrei fa proprio il passo superbo di Nabucco
(«Tremin gl’insani del mio furore»), dove il metro ternario serve a dilatare la sua furia. E lo usa
Gli ebrei si riprendono e si preparano alla rivolta. Vale la pena far notare ai ragazzi una nel coro numero 11, dove aiuta a sottolineare il clima di incertezza, di stasi, dell’intera scena.
convenzione del melodramma, ed è la compressione temporale delle vicende messe sulla
scena. Il musicista non si preoccupa di far coincidere il tempo dell’azione con quello della Giochi ritmici i ritmi a piacere: ai compagni il compito di
musica: il suo è una sorta di commento sovra-temporale ai momenti salienti della vicenda. La seconda possibile scelta didattica riguar- riconoscerli.
La cosa era ancora più evidente nel melodramma del Settecento, con il tipico congela- da le formule ritmiche. Ben undici cori su se- 3. un ragazzo propone uno dei ritmi: tutti lo
mento della situazione nell’aria che interrompe il flusso degli eventi. I ragazzi non avranno dici attaccano in levare (anacrusico: tatà): ripetono; poi ne propone un altro da ripete-
difficoltà ad accettare questa convenzione, se solo pensano a come la stessa compressione l’anacrusi dà subito l’idea di un passo scat- re, e così si continua.
temporale si riscontra abitualmente nel cinema, e non solo in questo. tante. Il fenomeno si ripete con frequenza 4. comincia uno e via via si aggiungono gli
ancora maggiore al livello inferiore, quello altri.
Parte quarta delle singole cellule ritmiche: dove domina 5. si parte tutti insieme pianissimo e si cresce
15. «Oh noi tutti qui siamo in tua difesa… Cadranno i perfidi» il ritmo puntato. Scelte ritmiche elementari, fino a fortissimo; poi viceversa.
Ritmo Q che stendono su tutta l’opera quella patina 6. un gruppo batte la sola pulsazione, un
Allegro di slancio epico che ogni ascoltatore rico- altro il ritmo; a un segnale dell’insegnante,

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nosce, anche senza sapere che cosa ritmi- scambio.
camente lo determina. 7. scelta una frase, ce la si passa di banco in
mo Q Erano questi ritmi a infiammare di spiriti li- banco, a staffetta; con l’obbligo di non per-
bertari e bellicosi i patrioti dell’età risorgi- dere il tempo tra un passaggio e l’altro.
I soldati fedeli a Nabucco si preparano a lottare al suo fianco. mentale. 8. a gruppi, eseguiamo simultaneamente
Con i ragazzi possiamo servircene per diver- prima due ritmi, poi aumentando il numero;
se attività. Per esempio: ogni gruppo esegue un ritmo prestabilito.
1. li ripetiamo parlandoli sulle parole del can- Possiamo anche dilatare l’attività ritmica
to; o anche su testi inventati. facendo leva sull’inventiva dei ragazzi. Per
2. l’insegnante o un allievo sicuro propone esempio:
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9. un gruppo esegue in continuazione uno esempio è l’unica italiana in una collezione Ma basta cliccare «Va pensiero» su un moto- azione ansiosa di un povero essere in preda
dei ritmi, a mo’ di ostinato; a uno a uno en- francese5 dedicata alle più importanti can- re di ricerca per trovarne molti altri. ad allucinazioni («Ah fantasmi ho sol pre-
tra un compagno a eseguire un ritmo di sua zoni del mondo, accanto alla Marsigliese, ad senti»). Inaspettata, dopo una lunga pausa
invenzione. Amazing grace, a Lily Marlène, a We are the L’anima dei personaggi appena punteggiata dall’accompagnamen-
10. come il precedente, ma ora l’ostinato world, a Les feuilles mortes… Se il popolo trova voce nelle pagine corali to degli archi, riprende la melodia patetica
cambia strada facendo. dell’opera, Verdi non manca, fin dai lavori con cui si rivolgeva un attimo prima alla figlia
Non si contano le riprese di cantanti moder- giovanili, di esplorare la psicologia dei suoi («Ah perché perché dal ciglio»). A chiudere
«Va pensiero» ni. Qualche esempio, ascoltabile su internet: personaggi, affidando ai solisti arie che li ca- la scena è il grido di trionfo di Abigaille.
Il coro più famoso dell’opera, «Va pensiero», - Zucchero - Pavarotti: ratterizzano e ne mettono in risalto i più im-
merita un’attenzione particolare. Per il testo, http://www.youtube.com/ percettibili moti del cuore. Ricordiamo agli Tutto questo è vero dramma musicale, te-
stimoniando non solo la pron­tezza di Ver-
cantato dagli ebrei schiavizzati, il librettista watch?v=6bt9RTMDvX4) alunni che l’attenzione va posta al modo in
di nel rompere con la tradizione quando
Solera riprese il biblico Salmo 137: «Lungo - Zucchero - Sinead ò Conner: http://www. cui li rivela la voce, il canto, ma anche alla
l’impulso di una forte idea drammatica ve
i fiumi di Babilonia ci sedemmo angoscia- youtube.com/watch?v=49qoTl9sXUM&fe componente strumentale, che ne moltiplica lo costringe, ma anche la sua maestria nel
ti in memoria della patria. Con le lacrime ature=related la dimensione emozionale. condensare in pochi tratti un ampio fascio
appendemmo le nostre cetre sopra i salici. - Tereza Kesovija: Di ognuno, facciamo ascoltare una pagina di emozioni. Dopo Gluck, sono stati ben
In quell’esilio, parole di canto ci chiedeva- http://www.youtube.com/watch?v=L2RZ significativa, capace di metterne in luce la pochi i compositori disposti a passare da
no i nostri carcerieri, inni di giubilo i nostri VwyoJ44&feature=related personalità. Chiediamo ai ragazzi stessi di un allegro ad un adagio nel corso di una
oppressori. No! Come potremmo cantare - Al Bano: immaginarsela, anche mettendo a confron- struttura formalizzata come ha fatto Verdi
le lodi del Signore in terra straniera, senza http://www.youtube.com/watch?v=Glw__ to l’una con l’altra. E più specificamente di in questo ‘a solo’ di Nabucco. Di solito le
evocare il dramma di Gerusalemme? Come LUZuIc&feature=related cogliere i moti d’animo che ciascuna rivela fasi maniacali e depressive tipiche della
pazzia vengono consegnate rispettiva-
potremmo dimenticare la nostra città? Il suo - Nana Moskouri (in francese): (sempre se sappiamo interrogare la melodia
mente a un andante e cabaletta, quando
ricordo è al di sopra di ogni gioia». http://www.youtube.com/watch?v=AH3M del canto e il contesto strumentale).
non siano affidate al recitati­vo. Quanto
Salvatore Quasimodo ci tornerà su libera- f6PfeoA&feature=related infinitamente più efficace la via scelta da
mente nella sua poesia E come potevamo - (in spagnolo): Nabucco Verdi nel Nabucco!6
noi cantare, con riferimento ai giorni dell’op- http://www.youtube.com/watch?v=s9V62 Ascoltiamo prima l’eponimo Nabucco, in
pressione nazifascista del Paese: LAM19g&feature=related uno dei suoi interventi più significativi: «Chi Abigaille, Ismaele e Fenena li possiamo co-
- Russell Watson (in inglese): mi toglie il regio scettro?» (parte II, scena noscere nell’episodio che li vede in scena
E come potevamo noi cantare http://www.youtube.com/watch?v=ahylyK 8). È il colpo di scena, che vede intervenire tutti e tre. Incomincia con la sortita di Abi-
con il piede straniero sopra il cuore, T2HFo&feature=related dio stesso (più che alla Bibbia vien forse da gaille: «Prode guerrier» (parte I, scena 5).
fra i morti abbandonati nelle piazze, Altri arrangiamenti singolari ascoltabili su pensare all’Odissea!) a strappare la corona
al lamento d’agnello dei fanciulli,
internet: dal capo del re bestemmiatore. La baldanza Abigaille
all’urlo nero della madre
- con bicchieri di cristallo indomita che l’ha sorretto fin qui si schianta La figlia adottiva di Nabucco scopre la tre-
che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
http://www.youtube.com/ improvvisa davanti all’evento soprannatura- sca fra Ismaele e Fenena. Prima ironizza sul
Alle fronde dei salici, per voto watch?v=iHeB00Jhxus le. Quello che Verdi sviluppa qui è un gran- guerriero capace più di corteggiare donne
anche le nostre cetre erano appese. - da un gruppo di ocarine de esempio di trapasso da un’emozione a che di combattere nemici: i due semitoni di-
Sussurravano lievi al triste vento. http://www.youtube.com/ un’altra. L’intervento divino scatena all’inizio scendenti degli archi che introducono il can-
watch?v=SrdG1sF6gfc in Nabucco ira e terrore insieme. Ma subito, to suggeriscono l’indignazione di Abigaille,
La fama del «Va pensiero» è tale da aver - da uno speciale coro di bambini inaspettatamente, il re si abbatte doloro- che diventa voce di sarcasmo su «Prode
varcato le frontiere. È una delle musiche http://v.youku.com/v_show/id_ samente alla vista di Fenena indifferente al guerrier!». Tutto sempre lento e mezzo pia-
italiane più conosciute nel mondo. Per XMTkwNTk4NjQw.html dramma paterno («O mia figlia»). Nuova re- no. Per prorompere in un allegro veemente
16 • CARLO DELFRATI GUIDA DIDATTICA PER LE SCUOLE SECONDARIE • 17

e a piena voce alla minaccia di morte: «Tala- cedente di Abigaille. È quella che si usa chia- Di fronte a questi brani lo spettatore pene- un intransigente condottiero. Ma bastano i
mo la tomba a voi sarà» (un particolare da mare la forma strofica del pezzo; la stessa tra nell’essenza del dramma grazie ad ele- violoncelli che introducono il suo canto per
far notare: la melodia procede dall’acuto al forma che troviamo nelle ballate popolari. È menti strettamente musicali: il particolare immergerci in un clima di preghiera, severa
colore delle voci, lo sviluppo armonico e,
grave, a mimare la discesa nella tomba: una un modo, se vogliamo, di far sentire i due in e commossa insieme, nel procedere degli
su tutti, il fascino e la forza trascinante che
procedura, questa mimesi di eventi esterni, sintonia emotiva: la concitazione di Abigail- strumenti per passaggi cromatici. «Vieni, o
l’impiego simultaneo di voci eccellenti sa
praticata fin dal Rinascimento e continua- le si riflette in quella di Ismaele. raggiungere.7
levita»: appello neutro, senza strumenti. «Di
ta da allora, che dagli autori di madrigali L’amore contrastato è una componente ne- novel portento…»: affermazione risoluta , in-
prende il nome di madrigalismo). L’ira del- vralgica e immancabile in ogni melodram- A differenza di Ismaele, Fenena ha un’aria sindacabile si direbbe. E infine la preghiera
la donna che si sente tradita esplode in un ma. Ma in Nabucco è secondario, lasciato tutta sua nel finale dell’opera: «Oh dischiuso vera e propria, che parte quieta, discorsiva
secondo madrigalismo: quel rapidissimo sullo sfondo. Ismaele ha una presenza palli- è il firmamento» (parte IV, scena 3): un’aria («Tu sul labbro de’ veggenti»); per innalzarsi
vocalizzo che due volte scende poi risale, da, liquidata nell’accorata protesta contro la che conferma il carattere mite e devoto della commossa al pensiero della divina protezio-
all’immagine dell’ira che piomberà su loro maledizione levata su di lui dal suo popolo. vera figlia del re. ne: «E di canti a te sacrati».
come un fulmine. Su questa pagina può essere interessante a
Le intenzioni feroci della donna tornano in Fenena Zaccaria scuola una riflessione riguardante gli influssi
quelle immagini di furia e ancora di morte Più viva musicalmente è Fenena. Ce ne ac- Il gran pontefice ebraico, è il personaggio che ogni musicista, come ogni altro artista,
presenti nel libretto. Ma qui Verdi decide di corgiamo fin dalla scena d’insieme, quando più presente sulle scene. Per lo più nella sua subisce necessariamente dai suoi predeces-
dar maggior consistenza a un diverso atteg- si aggiunge alla rivale e al suo amato pre- veste di guida bellicosa del proprio popo- sori, i suoi maestri. L’humus culturale, stili-
giamento di Abigaille: il tentativo di riportare gando il dio al quale si sta convertendo: «Già lo: basta ascoltare con quale empito invita i stico e linguistico, nel quale ogni artista si
a sé l’amato Ismaele. Cambia in orchestra il t’invoco, già ti sento». Che diventi lei il perso- suoi a dar «morte allo stranier». Erano pagi- forma, fa da substrato, a volte nascosto a
clima espressivo, con la delicata introduzio- naggio che qui sta più a cuore a Verdi lo di- ne irruenti come questa («Come notte a sol volte palese, alla sua arte. Che non vuol di-
ne del clarinetto, cambia la velocità che tor- cono i violini, raddoppiandone il canto. Con fulgente»: parte I, scena 3) ad elettrizzare i re semplicemente copia, ma materia prima,
na andante, e cambia radicalmente il dise- il suo ingresso nella scena parte un terzetto: primi ascoltatori di Nabucco, in quegli anni materiale lessicale, che il nuovo artista ricon-
gno melodico: ora vibrante e appassionato, il canto simultaneo, in contrappunto, dei Quaranta che preparavano lo scoppio delle feziona a modo proprio. Verdi non poteva
sopra quell’accompagnamento ritmico im- tre personaggi. Ne possiamo approfittare guerre risorgimentali. ignorare qui una situazione musicale simile,
petuoso. Un carattere energico e forte quello per rendere consapevoli gli alunni di questa che possiamo far ascoltare ai ragazzi: l’inizio
Le strofe uniscono due ‘temi’ centrali del
di Abigaille, quale emerge dalla partitura. Un fondamentale risorsa espressiva negata al della sinfonia del Guglielmo Tell di Rossini,
dramma: la religione e l’amor di patria.
carattere che l’avvicina a quello di Amneris, linguaggio verbale: tre personaggi si espri- anche questo affidato ai violoncelli soli, an-
Esso viene espresso dalla melodia vocale
la rivale di Aida, nell’opera omonima. mono simultaneamente, ma il risultato non è che è strettamente collegata a quella del
che questo legato al clima religioso che si
la confusione che si creerebbe se parlassero; coro «Va pensiero»; la ‘voce’ di Jehova si respira pure nel melodramma rossiniano,
Ismaele Verdi li fonde in una superiore armonia, che sente attraverso i motivi di semibiscroma rappresentato nel 1829, una dozzina d’anni
Ismaele risponde ad Abigaille: «Ah no! La rende evidente il clima drammatico ma al dell’accompagnamento.8 prima di Nabucco.
vita io t’abbandono». Il principe israelita tempo stesso lascia trasparire lo stato d’a- Anche alla fine dell’opera Verdi sembra ri-
preferisce morire piuttosto che lasciare nimo di ciascuno. Ritroviamo Zaccaria protagonista della cordarsi del Guglielmo Tell, quando accom-
Fenena. Nella costruzione musicale della I ragazzi conoscono bene questa tecnica scena madre in cui Ismaele gli impedisce di pagna la morte di Abigaille con un’orche-
pagina scopriamo una procedura tipica del musicale, se hanno cantato qualche canone. pugnalare l’ostaggio Fenena e provoca la strazione in cui spiccano violoncello solo,
melodramma: Verdi non affida a Ismaele una Come un canone a quattro voci parte la sce- maledizione che graverà sulla propria testa. corno inglese e arpa; orchestrazione che
diversa melodia, quale ci aspetteremmo da na 8 della parte II, che potremmo aggiunge- Ma Zaccaria non è solo animato da spirito meriterebbe un confronto con il momento
una condizione psicologica ben diversa da re sul tema: «S’appressan gl’istanti». Il tema è guerriero. Nella scena 3 della parte II lo in- cruciale del dramma rossiniano, quando Tell
quella di Abigaille; in suo luogo sentiamo cantato, in sequenza, da Nabucco, Abigaille, contriamo spirito profondamente religioso. sta per lanciare la freccia, e raccomanda al
ripetere da Ismaele proprio la melodia pre- Ismaele, Fenena. Le parole di Solera in fondo ci ripropongono figlio di stare immobile (atto III, scena 3):
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«Resta immobile, e ver la terra inchina un del potpourri ereditata dalla tradizione del Motivo C
ginocchio a pregar». melodramma (la rilancerà in altre sue opere; Nell’episodio successivo, l’oboe e il clarinetto presentano la melodia che il coro intonerà nel
se vogliamo estendere gli ascolti, possiamo terzo atto, «Va pensiero sull’ali dorate». Non lo sentiamo però tale e quale. Verdi lo modifica,
Primo approccio alla sinfonia confrontare questa con la sinfonia della For- trasformandolo dal più solenne metro quaternario nel più leggero metro ternario, quasi a
La pagina strumentale che introduce Na- za del destino). valzer:

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bucco è un’ampia costruzione sinfonica, che Tra i diversi modi di presentare agli alunni Andantino

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merita a scuola un percorso a sé. Possiamo questa pagina, vediamone due.

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intenderla come una sorta di sinossi, di rias- Il primo è quello che ci porta ad analizzare la
sunto delle situazioni essenziali del dramma. sinfonia, collegando l’episodio strumentale
Verdi infatti la allestisce cucendo l’uno do- ai motivi che ascolteremo cantati nel corso
3 3
po l’altro alcuni motivi emblematici ripresi dell’opera. Verdi ne sceglie almeno cinque.
dall’opera stessa, secondo la logica formale Al tutto antepone un’introduzione: Motivo D
Ritorna subito il tema della cacciata in esilio (B), che ora sfocia in un quarto motivo. Nell’o-
Motivo A pera lo intonano i sacerdoti assiri, quando affidano lo scettro all’usurpatrice Abigaille: «Noi
Una solenne preghiera, suonata piano dai tromboni e dal cimbasso (una particolare tuba): già sparso abbiamo fama».

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Andante

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Allegro

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p maestoso
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. . . œ œ œ œ œ œ. œ. ˙ Motivo E
Ultimo motivo, la maledizione lanciata a Ismaele: «Dalle genti sii reietto»:

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La preghiera è interrotta bruscamente da un’esplosione in fortissimo di tutta l’orchestra. Allegro

& # C œ. œ. œ. Œ Œ œ. œ. œ. Œ Œ œ. œ. œ. # œ. œ.
Quando riprende, conduce al secondo motivo.

Motivo B
È il motivo irruente cantato dagli ebrei nel secondo atto, quando cacciano Ismaele, creden-
p
# . . . .
& # œ Œ Œ œ œ œ. Œ Œ œ. œ. œ. œ. œ. œ
dolo traditore per il suo amore con l’assira Fenena:

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Allegro

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p˙ . ˙ . Un modo particolarmente accurato di con- do sul rapporto esistente tra il messaggio, il
durre l’ascolto di questi motivi è di proporli carattere espressivo del motivo, e il modo in

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(dal secondo al quinto; il primo è originale) cui Verdi gli dà sostanza (il tipo di melodia, il

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facendo precedere ciascuno dal corrispon- ritmo, la dinamica, gli strumenti).

.
dente passo cantato nell’opera, e rifletten-
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La sinfonia continua riproponendo alcuni sua mappa, con la successione dei temi. La La prima: immaginiamo di essere i registi alle il terzo motivo è quello associato agli assiri.
dei motivi precedenti. sequenza corretta, e quindi il risultato che prese con la sceneggiatura del preludio alla La seconda ci invita a riflettere sul significa-
Attiviamo i ragazzi invitandoli a riconoscere dovremmo aspettarci, è questa (alcune ca- parte IV. Ascoltiamolo di nuovo attentamen- to di una marcia. Confrontiamo innanzitutto
i motivi in un successivo ascolto dell’intera selle le possiamo già dare noi compilate): te. Disposti a piccoli gruppi diamo agli alunni la marcia eroica della parte I con la marcia
sinfonia. Chiediamo loro di compilare una il compito di costruire una vicenda modellata funebre del finale. Quali caratteristiche le
sulla tripartizione del brano. Ricordiamo che distingue? La prima differenza è elementa-
1 2 3 4 5 6 7 8 9 il preludio si colloca dopo l’invito di Zaccaria re e riguarda l’andatura: una marcia eroica
A B C D E F G H I alla riscossa (dopo il «Va pensiero»), e prima scandisce un passo marziale e sostenuto, su
del ravvedimento doloroso di Nabucco. Chi una marcia funebre si cammina lentamente.
mettiamo in scena? In quale luogo? Con quali Un’altra riguarda le cellule ritmiche di base;
Secondo approccio alla sinfonia scoprissero che la vicenda immaginata da intenzioni? Con quali azioni? Ricordiamo che la marcia eroica ha ritmi netti e slanciati:
Un’alternativa al precedente percorso di loro è migliore di quella del libretto originale.
ascolto chiama in campo l’immaginazione Allegro
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Cœ ‰. ‰. œ œ œ œj ‰
dei ragazzi. Senza avere raccontato loro la Cinque marce

&
3

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trama, elenchiamo solo personaggi e situa- Dopo la sinfonia, sono quattro le pagine sin-
zioni, con un minimo di caratterizzazione di foniche (di cui la prima ripetuta più avanti,
ciascuno. Facciamo ascoltare i motivi prin- in due momenti diversi) introdotte da Verdi
cipali della sinfonia, e chiediamo agli alunni in altrettante aperture di scena.
di associarli all’uno o all’altro personaggio. - La prima per l’episodio finale della parte I, Nella marcia funebre osserviamo la nota lunga della melodia, a cui si oppone il ritmo puntato
Lo faranno del tutto liberamente, s’intende: quando gli assiri irrompono a occupare la dell’accompagnamento:
l’obiettivo non è verificare se mai possano terra degli ebrei; la sentiamo riproposta ab-

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Adagio

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associare musiche e situazioni così come breviata in apertura della parte III, sempre

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l’intendeva Verdi; l’obiettivo è mettere in a ricordare che stiamo per ritrovarci fra le
moto un ascolto attivo delle musiche e una genti assire; e poi ancora all’interno del pre-
personale interpretazione di ciascuna. Alla
fine del percorso si confronteranno non solo
ludio alla parte IV.
- Seconda pagina, quella che introduce la
p
44 œ œ. œ œ Œ œ. œ œ Œ
fra loro, ma necessariamente con la soluzio- preghiera di Zaccaria, nella parte II.

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ne adottata da Verdi. - Il preludio alla parte IV è la pagina stru-
Si può andare anche oltre, combinando mentale più articolata. Ci troviamo nella
questo secondo approccio col primo. Con sala in cui è tenuto prigioniero Nabucco, e
i personaggi dell’opera i ragazzi, a gruppi, Verdi drammatizza la scena presentandoci
sono invitati a inventare una propria vicen- tre situazioni musicali diverse: prima un al- Approfondiamo la ricerca. Quali significati persona; tutti gli altri vi si devono adeguare.
da complessiva. Anche stavolta chiediamo legro tumultuoso; poi un andante cantabile, attribuire a una marcia? La marcia è con- Nasce da qui un significato più latamente
che si lascino influenzare dall’ascolto della bruscamente interrotto e seguito dal ritmo gruente solo in situazioni di disciplina. Il morale di cui la marcia si carica – una sua
sinfonia, tenendo conto delle diverse sezioni marziale già ascoltato due volte in prece- caso dei soldati è il più rappresentativo: il connotazione – che avrà riflessi decisivi sui
di cui la sinfonia consta, e della differenza denza: il tema che evoca gli assiri. plotone deve muoversi compatto, compat- significati stessi delle musiche di marcia, e
fra i motivi. - La marcia funebre che accompagna Fene- to effettuare le con­versioni, le diversioni. che merita di essere fatto scoprire dai ragaz-
Anche stavolta il confronto con l’originale na al supplizio, poi evitato. Disciplina è in questo caso obbedienza a zi: da ordine fisico a disciplina morale, quindi
è d’obbligo. E non ci sarebbe niente di male Fra le attività proponibili agli alunni su que- un ordine: il ‘passo’ – ossia la velocità – non a obbedienza, autorità e via dicendo.
se i ragazzi (e forse anche i loro professori) ste pagine, vediamone un paio. può che essere fissato, o proposto, da una Ma come si spiega una marcia funebre? Chi
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marcia ai funerali? In che occasioni? Eviden- romanzo o film, non potrebbe certo stupir- qualche caso famoso può aiutare a gettar lice Leonora si prepara ad attendere in cielo
temente non nelle occasioni di tutti i giorni. ci l’inaspettata apparizione dell’antieroina luce anche sul finale di Nabucco. C’è solo il suo Alvaro. Possiamo chiudere il ciclo dei
Un funerale oggi è un rito molto privato, a cui che si propone come agnello sacrificale. Ma l’imbarazzo della scelta, nell’adozione di finali sublimi con il caso forse più palese di
partecipano parenti e amici. Nessuno si so­ a parte questo, è proprio l’intensità espressi- una delle sublimazioni (pensiamo al subli- melodia spinta verso l’acuto a significare il
gnerebbe di marciare. La marcia ha qualco- va dell’aria a renderla insopprimibile. me platonico) che chiudono i melodrammi riscatto catartico: quella scena ultima di Ai-
sa di ‘ufficiale’: si usa nelle grandi cerimonie. L’aria di Abigaille ci permette di approfondi- verdiani. «Lassù in cielo, vicina alla madre», da, dove i due amanti vedono «dischiudersi
Camminare – idealmente, se non material- re a scuola la poetica verdiana. Il melodram- canta Gilda, vittima innocente della capar- il ciel», e le voci ripetono disegni ascendenti,
mente – tutti allo stesso passo, tutti con gli ma dell’Ottocento finisce tipicamente con bia volontà di vendetta del padre, Rigolet- portati all’estremo sovracuto dai violini ri-
stessi movimenti, può significare una cosa la morte dell’eroina, meno frequentemente to. Torna la melodia ascendente con cui la masti soli a evocare il sublime verdiano.
sola: una sorta di ‘unisono’ mo­rale; il gruppo dell’eroe. Muore Norma nel melodramma Leonora del Trovatore confessa al suo Man- Nel melodramma romantico, e in Verdi in
si sente come una sola persona nell’omag- omonimo di Bellini; muore Lucia nella Lucia rico di essersi sacrificata per lui. Torna nel particolare, sono quasi sempre le creature
gio allo scomparso; le licen­ze individuali so- di Lammermoor di Donizetti. Verdi conosce- generoso invito che la morente Violetta di femminili a pagare il prezzo degli intrighi
no messe in disparte. La musica di marcia è va bene i lavori dei suoi predecessori, e non Traviata rivolge all’adorato Alfredo perché nefasti orditi dagli uomini. Il ciclo si chiude
sempre il segno di un consenso sociale. vien meno alla tradizione fin dalla sua prima si leghi in matrimonio alla «pudica vergine»; idealmente con le tragiche eroine di Pucci-
In un episodio teatrale come quello della no- opera, Oberto, conte di San Bonifacio. An- e ancora più evidente, la sublimazione, nella ni, Manon, Mimì, Tosca, Butterfly, Suor An-
stra opera, resta solo, fra le varie connota- che Abigaille, il personaggio femminile più melodia acuta dei violini, che ripropongono, gelica, Liù. Ma il mondo di Puccini sarà ben
zioni possibili della marcia, la sacralità della curato espressivamente (affettivamente, lento, il motivo famoso dell’amore fra i due diverso da quello di Verdi: al riscatto eroico
morte: espressa dal passo cadenzato con verrebbe da dire) da Verdi, chiude il dramma giovani. Riconosciamo il modello catartico subentrerà la partecipazione commossa al
cui la nostra eroina, Fenena, viene accom- con il proprio sacrificio. Ma quello che conta nel finale della Forza del destino, dove l’infe- destino delle sue infelici creature.
pagnata al patibolo. è il modo in cui la musica gli dà voce e anima.
Sulla formula ripetuta con cui il violoncello
Finali sublimanti accompagna il canto, il soprano disegna,
Come finisce Nabucco? Se guardiamo la a partire dall’esordio («Su me… morente…
partitura, e se ascoltiamo il nostro cd, ci tro- esanime), una linea discendente a passag-
viamo una delle pagine più belle dell’opera: gi cromatici, in modo minore (mi minore);
l’aria della morente Abigaille. Se guardiamo tutta la scena adagio: voce inequivocabi-
l’ultima pagina del libretto pubblicato da Ri- le di dolore e rimpianto. Ma presto il clima
cordi nel corso dell’Ottocento, vediamo che cambia: Verdi passa risolutamente al modo
l’aria non c’è. maggiore, non solo, ma inverte la direzione
Ricordi non faceva che seguire una prassi della linea melodica: non più discendente
affermatasi a quel tempo: l’aria di Abigaille ma tesa verso l’alto, fin dalle parole «Vieni!
veniva soppressa, per far chiudere l’opera Costor s’amavano», e soprattutto sui versi
con il trionfo del popolo finalmente liberato. finali (da «Solleva, iddio»). L’alto, il cielo, il
La scena in cui si ripresenta Abigaille a chie- paradiso: fin dagli esordi del melodramma
NOTE 5. Bertrand Dicale, Ces chansons qui font l’histoire,
dere perdono a Fenena e a dio prima di mo- e anche prima, il procedere melodico verso 1. E lias C anetti , La provincia dell’uomo, Milano, Paris, Textuel, 2010.
rire suicida sembrava un’aggiunta posticcia. l’alto suggerisce sublimazione, catarsi. L’e- Adelphi, 1978, p. 35. 6. Julian Budden, Le opere di Verdi, I, Torino, EdT,
E forse lo è. Verdi stesso era consapevole roina sconta su di sé, vittima sacrificale, il 2. Herbert Lindenberger, L’opera lirica. Musa bizzarra 1985, p. 112.
di questo taglio nelle rappresentazioni cor- male che ha attraversato per intero l’opera. e altera, Bologna, Il Mulino, 1987, pp. 109-110. 7. Lindenberger, L’opera lirica cit., p. 19.
3. Ivi, pp. 282-283. 8. Frits Noske, Dentro l’opera, Venezia, Marsilio, 1993,
renti, e probabilmente lo accettava. Oggi Verdi riproporrà questa trama ideale nel-
4. Lo si può leggere per intero nell’edizione Guaraldi p. 304.
che siamo abituati ai colpi di scena di ogni la sua produzione successiva. L’ascolto di (Rimini-Firenze, 2009).

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