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Yamila Verónica Grillo Grammatica Italiana II

Alberto Moravia nasce a Roma il 28 novembre 1907


e muore nella stessa città il 26 settembre 1990. Il suo vero
nome era Alberto Pincherle, Moravia era il cognome del
nonno materno. Nacque in una famiglia della classe
medio-alta, figlio di un architetto ebreo e di madre
cattolica. Non ha avuto una formazione tradizionale, dal
momento che una tubercolosi ossea che ha contratto a
nove anni lo ha costretto a trascorrere quasi un decennio
a letto, sotto riposo e l’immobilità forzata, creano
però l’occasione per il giovane Moravia di potersi
dedicare molto a lungo alla lettura, e trova particolare
ispirazione in Dostoevskij. Durante il ricovero all’Istituto
Codivilla Moravia amplia la sua conoscenza delle lingue,
aggiungendo alla padronanza del francese quella
dell’inglese e del tedesco.
Dopo aver collaborato con la rivista 900, pubblica nel 1929 il suo primo romanzo Gli
indifferenti. Nel 1941 sposa la scrittrice Elsa Moranti. Il suo romanzo La mascherata (1941),
una satira politica, lo costrinse a fuggire dall'Italia, dove non poté tornare fino a tre anni dopo,
con la liberazione di Roma. La sua fama crebbe in modo esponenziale dopo il suo ritorno, e
collaborò con importanti testate come Il Mondo e Il Corriere della Sera. Molti dei suoi libri
furono adattati al cinema, La Provincia di Mario Soldati, La Romana di Luigi Zampa e nel
1955 Gianni Franciolini adattò I Racconti Romani, compendio di storie che avevano vinto il
Premio Marzotto; La Noia, considerata da molti la sua opera più importante, ha vinto il
Premio Viareggio ed è stata adattata da Damiano Damiani nel 1962, e da Cedric Kahn nel
1998. Vittorio De Sica ha adattato La Ciociara (La contadina), Jean- Luc Godard ha girato Il
Disprezzo. Nel 1953 Moravia fondò la rivista Nuovi Argomenti, che aveva tra i suoi redattori
Pier Paolo Pasolini. Si separa dalla moglie nel 1962, va a vivere con la giovane scrittrice Dacia
Maraini, e dedica l'ultima parte della sua vita soprattutto al teatro. Nel 1990 fu trovato morto
sul pavimento del suo bagno, lo stesso anno in cui aveva pubblicato la sua autobiografia.
Alberto Moravia dedica al Capodanno uno dei suoi Racconti romani, ritratto dell’Italia degli
anni ’50, quando il boom economico crea nel Paese un benessere senza precedenti e la corsa
ai consumi.

A continuazione le pagine de “Er picche-nicche”, favola amara sul materialismo che


caratterizza feste un tempo considerate sacre.

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Yamila Verónica Grillo Grammatica Italiana II

Casella di riferimento per un’ottima identificazione dei segni sul testo.


Sequenze descrittive
Sequenze riflessive Carattere ripieni con colore grigio
Sequenze di dialogo Carattere ripieni con colore Salmone
Strutture grammaticali Carattere ripieni con colore rosa
Puntuazione Parole sottolineate
Strutture e parole del parlato Carattere ripieni con colore verde
Standard/ Neo e Sub Carattere ripieni con colore giallo
Parole dialetto Romanesco/ Calchi Carattere con questo formato
Interlocutore immaginario Carattere con Grosseto

*C’è una parentesi graffa chiusa per segnare una sequenza argomentativa e
persuasiva.

ER PICCHE NICCHE Commentato [YG1]: Versione dialettale romanesca,


derivata della parola inglesa picnic. Non utilizzata
propriamente come picnic seno come un’adattazione, dato
che il racconto si sviluppa principalmente in una cena dove
tutti portavano qualcosa da mangiare.

Racconti Romani, Alberto Moravia -1954

Natale, Capodanno, Befana, quando verso il quindici di dicembre comincio a sentire

parlare di feste, tremo, come a sentir parlare di debiti da pagare e per i quali non ci sono soldi.
Commentato [YG2]: Sequenza riflessiva
Natale, Capodanno, Befana, chissà perché le hanno messe tutte in fila, così vicine, queste
Commentato [YG3]: Sovraestensione della virgola.
feste. Così in fila, non sono feste, ma, per un poveraccio come me, sono un macello. E qui non Commentato [YG4]: Rafforzativo del parlato
Commentato [YG5]: NS: Che polivalente causale
si dice che uno non vorrebbe festeggiare il Santo Natale, il primo dell’anno, l’Epifania, qui si
Commentato [YG6]: NS: Costrutti vari di senso
vuol dire che impersonale, soggetto indefinito uno
Commentato [YG7]: NS: Costrutti vari di senso
, così che, feste, uno ci arriva vestito e ne esce nudo. impersonale, soggetto indefinito uno

feste
Commentato [YG8]: Tema

ma Ma dagli, Commentato [YG9]: Sequenza descrittiva

dagli e dagli, anche i più sciocchi si sono accorti che con le feste si poteva fare la speculazione; Commentato [YG10]: Ripetizioni dal parlato
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e così, adesso la fanno. Feste per i furbi, dunque, che vendono roba da mangiare; non per i Commentato [YG11]: Connettivi del parlato

poveretti che la comprano. E tante volte ho pensato che per il pasticciere, per il pollarolo, per Commentato [YG12]: Rema
Commentato [YG13]: Sequenza riflessiva
il macellaio, quelle sono feste davvero, anzi feste doppie: feste perché feste e poi feste perché
Commentato [YG14]: Versione dialetto romanesco.
in quelle feste loro vendono dieci volte tanto quanto nei giorni che non c’è festa. E così, mentre Commentato [YG15]: Ripetizione e connettivi anzi dal
parlato.
il disgraziato festeggia le feste a mezza bocca, con la borsa vuota e la tavola scarsa, quelli le

festeggiano sul serio, con la borsa piena e la tavola traboccante. Commentato [YG16]: Ripetizione di la parola feste”,” Così
in fila”, “Qui si vuol dire”, “ma”, Dagli e dagli”, ecc. e
costruzioni grammaticali proprie del parlato.
Del resto, per farvi capaci che ho detto la verità, guardate la strada dove ho la
mia bottega di cartolaio pizzicagnolo Commentato [YG17]: Sequenza argomentativa e
persuasiva
il pollarolo Fateci caso, che Commentato [YG18]: Interlocutore Immaginario.

vedete? Commentato [YG19]: Virgola sintattica: l’uso della virgola


come separazione di membri semplici nelle elencazioni.
Commentato [YG20]: Parlato nello scritto
Commentato [YG21]: Interlocutore immaginario

Commentato [YG22]: Virgola sintattica

ragazzino Commentato [YG23]: Connettivi del parlato


Commentato [YG24]: Neologismo lessicale o
combinatorio: risulta dalla combinazione di elementi
della nostra lingua, mediante le regole della
formazione delle parole. Esempio: ragazzino, derivato
di ragazzo calco traduzione.

strafottenti Eh, ho sbagliato mestiere; e con la carta stampata o bianca, c’è Commentato [YG25]: Sovraestensione della virgola.
“E io” rafforzativo del parlato.
poco da fare; e ne consumano più loro per involtare pacchi che io per far leggere o scrivere.
Commentato [YG26]: Sequenza descrittiva
Commentato [YG27]: Sequenza riflessiva; Eh dal parlato
Basta, qualche giorno prima di Capodanno, mia moglie, una mattina, mi fa: “Senti, Egisto,
Commentato [YG28]: Parlato nello scritto.
che bell’idea… Crociani ha detto che a Capodanno ci riuniamo tutti e cinque noialtri Commentato [YG29]: Registro basso del parlato. NS
Presente storico vivace, dislocazione a sinistra
commercianti di questa parte della strada, e facciamo un picche nicche per la fine dell’anno.”
Commentato [YG30]: NS: Che + aggettivo.
Commentato [YG31]: Funzione rafforzativa dello
“E che cos’è il picche-nicche?” domandai.” standard.

Beh, sarebbe il cenone tradizionale.”

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“Tradizionale?”

“Sì, tradizionale, ma in questo modo: ciascuno porta qualche cosa e così ciascuno offre a

tutti e tutti offrono a ciascuno.” Commentato [YG32]: Ripetizione dal parlato.

“Questo è il picche nicche?”

“Sì, questo è il picche nicche… De Angelis ci metterà i tortellini, Crociani il vino e lo

spumante, Tolomei gli antipasti, De Santis i tacchini…”

“E noi?” Commentato [YG33]: Sintassi nominale.

“Noialtri dovremmo portare il panettone.” Commentato [YG34]: Rafforzativa dello standard

Non dissi nulla. E lei insistette: “Non è una bella idea questo picche nicche?… Allora gli

dico che ci stiamo?”

Stavo seduto al banco, scartando un pacco di cartoline d’auguri natalizi. Dissi, finalmente:

“Per me, mi pare che questo picche nicche non sia tanto giusto… De Angelis i tortellini ce li

ha a bottega, e così Crociani il vino, Tolomei gli antipasti e De Santis i tacchini… ma io che ci Commentato [YG35]: Dislocazione a sinistra

ho? Un corno… il panettone debbo comprarlo.” Commentato [YG36]: Sintassi nominale

“Che c’entra?… anche loro, la roba la pagano, mica gli cresce in bottega… Commentato [YG37]: Dislocazione a sinistra

che c’entra… lo vedi che sei sempre il solito… vuoi sempre fare il difficile, ragionare, fare il Commentato [YG38]: Connettivi dal parlato.

sottile… e poi ti lamenti che le cose non ti vanno bene.”

Insomma discutemmo un bel po’ e finalmente io tagliai corto, dicendo: “Va bene, digli che Commentato [YG39]: Connettivi propri del parlato.

ci sto al loro picche nicche… porteremo il panettone.” Commentato [YG40]: Sequenza di dialogica.

Lei si raccomandò, allora, che lo portassi bello grosso, per non fare cattiva figura: due chili,

almeno. E io promisi il panettone bello e grosso. Commentato [YG41]: Sintassi nominale.


Commentato [YG42]: Tema
L’ultimo dell’anno lo passai, al solito, a vendere cartoline di auguri e figurine di carta per i
Commentato [YG43]: Rema
presepi. Intanto, i miei vicini vendevano gallinacci e polli, tortellini e tagliatelle, cassette di Commentato [YG44]: Dislocazione a sinistra

liquori e di vini pregiati, formaggi e prosciutti. Era una bella giornata e io, dal fondo del mio
Commentato [YG45]: Virgola sintattica.
negozietto nero, vedevo, di fuori, passare nel sole le donne cariche di roba. Era proprio una
Commentato [YG46]: Rema
bella giornata, da Capodanno romano, con un cielo turchino, duro, che pareva il cristallo fino Commentato [YG47]: “Era una bella giornata”, “e io”
Ripetizione rafforzativa del parlato.
Commentato [YG48]: Tema
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fino e tutte le cose che sembravano dipinte su questo cristallo, con i loro colori. A mia moglie, Commentato [YG49]: Rafforzativo del parlato
Commentato [YG50]: Sovraestensione della virgola
la sera, chiudendo bottega, dissi:
Commentato [YG51]: Rema.
“È inutile che mangiamo… tanto la mangiata la facciamo a mezzanotte con il picche Commentato [YG52]: Discorso indiretto libero

nicche… non fosse altro che il panettone che porto io… c’è da mangiare per cento.” Ed Commentato [YG53]: Sovraestensione della virgola
Commentato [YG54]: Dislocazione sinistra.
effettivamente, lo scatolone del panettone era proprio enorme. Però dissi a mia moglie che
Commentato [YG55]: NS: “che” in frase scissa.
non se ne occupasse: l’avrei portato io. Commentato [YG56]: Dislocazione sinistra

Alle dieci e mezzo, entrammo nel portone di Crociani che aveva la casa proprio sopra il Commentato [YG57]: NS:” che” polivalente
Commentato [YG58]: Rafforzativo del parlato
negozio. I Crociani credo che ci abitassero da più di cinquanta anni: ci aveva abitato il nonno
Commentato [YG59]: NS:” Che” polivalente
quando la fiaschetteria non era che un’osteriola dove gli operai andavano a bere il quintino; Commentato [YG60]: Discorso indiretto libero.
Commentato [YG61]: Sequenza dialogica.
il padre che l’aveva ingrandita vendendo il vino all’ingrosso; adesso, ci stava Adolfo, il figlio
Commentato [YG62]: NS: Che polivalente con valore
che, oltre al vino, vendeva anche il whisky e gli altri liquori stranieri. Era uno di quegli temporale.
Commentato [YG63]: Tema.
appartamenti malandati della vecchia Roma, tutto corridoi e stanzette; ma Crociani, un
Commentato [YG64]: Variazione del dialetto romanesco
giovanotto con le guance gonfie e gli occhi piccoli, ci guidò con orgoglio nella stanza da Commentato [YG65]: Rema.

pranzo: salute che bellezza. Tutti mobili nuovi, di mogano lucido, con le maniglie di ottone e Commentato [YG66]: Tema.
Commentato [YG67]: Rema
le zampette sottili di acero bianco.
Commentato [YG68]: Sintassi nominale.
con un Commentato [YG69]: Virgola testuale, quando all’isolare
il contenuto non perde seno la orazione.
tavolone andante, le seggiole di paglia, le fotografie alle pareti, e, nel vano della finestra, la

macchina da cucire. Commentato [YG70]: Sintassi nominale.


Commentato [YG71]: Sequenza. Descrittiva.
Commentato [YG72]: Virgola sintattica, l’esagerato uso
del punto e virgola proprio ella epoca dello standard.
Commentato [YG73]: Frase del parlato
. “L’ho comprata
Commentato [YG74]: Sequenza dialogica.
all’Argentina” mi disse Crociani indicando la stanza, “indovina un po’ quanto l’ho pagata.” Commentato [YG75]: Discorso indiretto libero.
Commentato [YG76]: Interlocutore immaginario.
Dissi una cifra e lui me la triplicò, gonfiandosi per la soddisfazione. Intanto arrivava nuova
Commentato [YG77]: Tema
gente; e presto fummo al completo. Commentato [YG78]: Rema
Commentato [YG79]: Sovraestensione della virgola.
Commentato [YG80]: Neologismo lessicale o
combinatorio: risulta dalla combinazione di elementi
della nostra lingua, mediante le regole della
ragazzino formazione delle parole. Esempio: ragazzino, derivato
di ragazzo calco traduzione
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il pollarolo Commentato [YG81]: Variazione del dialetto romanesco.


Commentato [YG82]: Tema

Commentato [YG83]: Rema


Commentato [YG84]: Sequenza descrittiva.
C’erano le mogli loro, tutte infronzolate, ma i figli non c’erano, perché, come disse Crociani

offrendo il vermut, questa era una serata tra commercianti, per salutare l’anno che veniva,

anno commerciale anzitutto, durante il quale tutti dovevano fare quattrini a palate. Dico la

verità, vedendoli seduti a tavola, mi piacevano anche meno di quando li vedevo sulle soglie Commentato [YG85]: Segnale discorsiva del parlato.

delle botteghe: durante il commercio, nascondevano la soddisfazione e, magari, anche, si Commentato [YG86]: Sequenza riflessiva
Commentato [YG87]: Collegamenti propri del parlato
lagnavano; ma adesso che si trattava di far festa i clienti non c’erano, la soddisfazione gli

schizzava fuori dai pori.

Ci mettemmo a tavola che erano le undici e attaccammo subito gli antipasti di Tolomei. Commentato [YG88]: NS: Che polivalente, con valore
temporale.
Qui cominciarono gli scherzi: chi chiedeva a Tolomei se la mortadella era di vero suino, chi

gli ricordava la frase: “Lascio?” che lui diceva tanto spesso. Ma erano tutti scherzi con la Commentato [YG89]: NS: Che polivalente

zampa di velluto, tra gente che se la intendeva e si rassomigliava: se avessi scherzato io, che Commentato [YG90]: Io colloquiale

quegli antipasti me li permettevo di rado, penso che gli avrei lasciato l’unghiata; e perciò Commentato [YG91]: Standard ipotetico della realità, ma
se fosse stato coniugato con l’imperfetto (se scherzavo io…)
preferii mangiare e tacere. Ai tortellini si fece un po’ di silenzio, anche perché il brodo scottava sarebbe stato un neostandard.
Commentato [YG92]: Discorso indiretto libero.
e tutti soffiavano nei cucchiai. Ma qualcuno osservò che questi erano tortellini veramente

pieni e non mezzo vuoti come quelli che erano in vendita normalmente, e tutti ci fecero una

risata. Stetti zitto anche questa volta e mi presi due scodelle colme di minestra per riscaldarmi

la pancia.

Vennero, finalmente, due tacchini arrosto grandi come due struzzi; e, anche per la Commentato [YG93]: Virgola testuale.

grandezza, tutti si misero in allegria e cominciarono a punzecchiare il pollarolo chiedendogli Commentato [YG94]: Tema
Commentato [YG95]: Rema
dove li avesse prenotati quei due fenomeni della natura, se dal noto De Santis che forniva Commentato [YG96]: Ripetizione rafforzativa del parlato:
grande, grandezza, lui, e poi, ma, quindi, che.
tutta Roma. Ma lui, che era contadino e non capiva lo scherzo rispose che, quei due tacchini,
Commentato [YG97]: NS: Che polivalente
lui li aveva scelti tra cento e li aveva ingrassati con le sue mani, tenendoli in casa. Commentato [YG98]: Dislocazione a sinistra

Anche questa volta non dissi nulla ma scelsi con cura una coscia grande come un

monumento, e poi tre fette di ripieno, e poi un altro pezzo quadrato che non so dove l’avessero
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staccato, ma era buono anche quello. Mangiavo tanto di gusto che qualcuno osservò “Guarda

Egisto come divora… eh, non ti succede tutti i giorni di mangiare un tacchino simile, Egisto.” Commentato [YG99]: Espressione del parlato

Risposi a bocca piena: “Proprio così”; e dentro di me pensai che, per una volta almeno, avevo Commentato [YG100]: Sequenza di dialogo.
Commentato [YG101]: Sequenza riflessiva.
detto la verità. Intanto i fiaschi di Crociani circolavano, e tutte quelle facce intorno la tavola

lustravano, rosse e brillanti, come una batteria di rame da cucina.

Salvo, però, quelle frasi sulla roba da mangiare, nessuno parlava veramente perché, in

fondo, non avevano nulla da dirsi. Il solo che ci avesse qualche cosa da dire ero io, appunto

perché, al contrario di loro, gli affari mi andavano male, e questo mi faceva riflettere, e la

riflessione, se non riempie la pancia, almeno riempie il cervello. Finiti i tacchini, venne Commentato [YG102]: Sequenza riflessiva.

un’insalata che nessuno toccò, poi il formaggio e la frutta, e quindi Crociani disse che era

mezzanotte e andò in giro per la tavola mostrando la bottiglia di spumante, che, come fece Commentato [YG103]: Tema

notare, era autentico francese, di quello che lui vendeva tremila lire e più la bottiglia. Sul Commentato [YG104]: Rema.

punto, però, di stappare lo spumante, tutti gridarono: “Egisto, tocca a te, facci vedere il tuo

panettone”. Commentato [YG105]: Sequenza di dialogo.

“Io mi alzai, andai in fondo alla stanza, presi la scatola del panettone, tornai a sedere e lo

scartai con solennità. Dissi, tanto per cominciare: “Questo è un panettone proprio speciale… Commentato [YG106]: Sovraestensione della virgola

ora vedrete.” Aprii la scatola, misi la mano dentro e cominciai la distribuzione: una boccetta

d’inchiostro, una penna, un quaderno e un abbecedario per uno, ad ognuno degli uomini; per Commentato [YG107]: Sintassi nominale.

le donne, come dissi, mi scusavo, non ci avevo pensato. Davanti a questa distribuzione, tutti

tacevano sbalorditi; non capivano, anche perché erano intontiti dal vino e dal mangiare. Commentato [YG108]: Virgola sintattica.

Finalmente, De Angelis disse: “Ma, Egisto, abbi pazienza, che è sto scherzo? Commentato [YG109]: Parlato nello scritto
Commentato [YG110]: SS: “Sto” per questo.
Mica siamo bambini che andiamo a scuola.” De Santis, che pareva abbrutito, domandò: “E

il panettone dov’è?” Io risposi, alzato in piedi: “Questo è un picche nicche, non è vero?

Ciascuno ha portato la roba che ci aveva a bottega, non è vero… e io vi ho portato quello che

ci avevo: inchiostro, penna, quaderno, abbecedario.”

“Ma che” disse ad un tratto Tolomei, “sei scemo o ci fai?” Commentato [YG111]: Enunciative.
Commentato [YG112]: Sintassi del parlato.

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“No” risposi, “non sono scemo ma cartolaio… tu hai portato gli antipasti che io sono

costretto a comprarti tutto l’anno… io ho portato quello che ci avevo e che tu mai ti sogni di

comprare”. De Angelis disse, conciliante: “Basta, mettiti a sedere, non facciamoci cattivo

sangue.” E questa fu la proposta che venne accolta. Saltarono fuori alcuni dolci, le bottiglie

furono stappate, e tutti bevvero. Commentato [YG113]: Sovraestensione della virgola.

Ma, come notai, al brindisi nessuno volle bere alla mia salute. Allora mi alzai e dissi, il

bicchiere in mano: “Visto che non volete bere alla mia salute, il brindisi lo faccio io… Che Commentato [YG114]: Dislocazione sinistra, rafforzativo
del parlato.
possiate dunque, durante questo anno, leggere un po’ più, anche se, per caso, doveste vendere

un po’ meno.” Ci fu un coro di proteste e poi Crociani, che aveva bevuto più degli altri, si

inferocì e gridò:

“Ma piantala, iettatore… ci porti sfortuna… vendi i libri a chi ti pare ma non venirci a

seccare a noi… anzi, guarda, è meglio che te ne vai… tanto, ormai, il cenone l’hai mangiato.” Commentato [YG115]: Discorso indiretto libero.

“Allora” risposi “tu non vuoi bere alla salute del commercio dei libri?”

“Ma piantala, buffone, scemo, ignorante, pagliaccio.” Ora tutti mi ingiuriavano; io Commentato [YG116]: Discorso indiretto libero.
Commentato [YG117]: Sovrestensione della virgola.
rispondevo per le rime, calmo, sebbene mia moglie mi tirasse per la manica; il più cattivo di
Commentato [YG118]: Sequenza di dialogo.
tutti era proprio il padrone di casa che insisteva affinché ce ne andassimo. Commentato [YG119]: Sequenza riflessiva.

Insomma, non so come, mi ritrovai in strada, con un gran freddo, e con mia moglie che Commentato [YG120]: Connectivi propri del parlato.

piangeva e ripeteva: “Lo vedi che hai fatto… ora ci siamo fatti dei nemici e l’anno che verrà

sarà peggio di quello che è finito.”

Così, discutendo, tra i botti delle lampadine fulminate e i cocci che volavano dalle

finestre, ce ne tornammo a casa. Commentato [YG121]: Sovraestensione della virgola,

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Analisi testuale
Ci troviamo davanti a un testo narrativo, con focalizzazione interna fissa, un narratore autore,
interno testimone che parla a un lettore implicito, nel quale viene raccontata una storia.
Dentro del testo ci sono evidenziate diverse tipi di sequenze: riflessive, descrittivi, di dialogo.
Poca presenza di sequenze argomentative e interlocuzione immaginaria.
Dal punto di vista linguistico si può osservare un sovraccarico dell'uso del parlato nella
scrittura ciò di testo strutturato come scritto, ma dando un’impressione più o meno
superficiale di parlato ad esempio: nel nostro testo si trovano le interiezioni, le allocuzioni
dirette, i connettivi e le esclamazioni: ma, quindi, insomma, eh, e, poi, però, che, anzi, mica.
Raddoppiamento degli aggettivi, rafforzamento dei pronomi, costruzioni sintattiche del
parlato, es: “ma piantala, basta, sei scemo o ci fai”. L’uso abusivo della “e” all’inizio delle
orazioni.
Altre costruzioni analizzate sono state quelle dallo standard, NS e SS. Principalmente
evidenziata la presenza del “che” temporale, polivalente. Poi l’impersonale “uno", "sto"
sostituendo il pronome dimostrativo questo, una frase esemplificativa dell'ipotetico della
realtà, "noialtri" proprio dello Standard, più contemporaneo con l’epoca del testo. Sui livelli
che abbiamo potuto evidenziare, ci colleghiamo sugli assi del linguaggio dal punto di vista
diafasico il registro che predomina è il colloquiale o informale dato che compie con le
caratteristiche di mantenere un rapporto famigliare e di fiducia, di forma spontanea in
ambienti rilassati o dove si osserva qualche relazione tra i parlanti. Questo registro è molto
frequente quando stiamo in un intorno più disteso.
Dal punto di vista diastratico predomina l’italiano standard, ma ci sono presenti alcuni
registri geografici del dialetto romanesco, ad esempio il titolo, completamente dialettale,
morfologicamente: l’articolo “er” per “il” in dialetto romanesco si fa il cambiamento di la
lettera “l” * “r”. Il resto del titolo anche romanesco, derivata della parola inglesa picnic, non
utilizzata propriamente come picnic seno come un’adattazione, dato che il racconto si
sviluppa principalmente in una cena dove tutti portavano qualcosa da mangiare.
Pizzicàgnolo s. m. (f. -a) [der. di pizzicare, perché vende commestibili piccanti],
regionalismo. – Negoziante che vende al minuto salumi, formaggi e altri generi alimentari,
o che gestisce una pizzicheria; salumiere.
Strafóttere v. tr. [voce centro-merid., comp. di stra- e fottere] (io strafótto, ecc.),
volgare.
Pollarolo: In dialetto romanesco locale di vendita di pollo arrosto.
Osteriola: Locale pubblico, di tono dimesso, con mescita di vini o anche con servizio di
trattoria. In passato, locanda dove si poteva mangiare e trovare alloggio.
Anche ci sono trovati nel lessico i prestiti adattati e calchi, ad esempio:
Calco traduzione: composti e locuzioni italiani che sono traduzioni letterali di composti e
locuzioni stranieri. Ragazzino/ragazzo: s. m. [dall’arabo raqqāṣ «fattorino, corriere»,
passato già nel lat. mediev. ragatius e varianti]. – 1. Chi è nell’età dell’adolescenza o della
giovinezza.
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Per quanto riguarda la punteggiatura sono stati osservati diversi tipi di virgole, come la
testuale, la sintattica e molto presente sovraestensione della virgola per il tipo di testo con
predominio del parlato scritto, dato che presenta una scrittura meno vigilata limitando le
interruzioni forti. Si è anche segnalata la presenza del tema e del rema, cioè quando si parla
di tutto quello che si dice sul tema. In particolare non si è trovata la presenza del punto
anomalo, ma per il contrario una esagerata utilizzazione del punto e virgola, tipica dell'epoca
visto che attualmente è entrata in disuso.
La grammatica funziona in modo uniforme, partendo dell'analisi del periodo nel quale
trascorre la storia: in alcuni casi come abbiamo osservato c’è la combinazione di una struttura
dialettale, con una coerenza quindi eventi legati con filo logico e grammaticale in cui si esplica
la coesione testuali dato che si può comprendere perfettamente i suoni, le sillabe e le parole,
per esempio, la l’apostrofo di un’osteriola rispondendo a una adattazione del dialetto con
le regole dell’italiano standard quindi sempre partendo dell’impianto dallo schema
tradizionale.
Abbiamo anche trovati alcuni esempi di orazioni senza presenza di verbi, quindi sintassi
nominali, e strutture di dislocazioni che appaiono quando un complemento passa al primo
posto della frase per essere poi ripreso successivamente da un pronome oppure lo si anticipa
con un pronome per poi ripeterlo in forma piena nel resto della frase. L’elemento dislocato,
sia a sinistra sia a destra, funge sempre da elemento dato (tema), mentre il resto della frase è
l’elemento nuovo (rema). Poi anche esempi di dislocazione a sinistra quando il complemento
si trova a sinistra del verbo tutti segnalate nel testo, non alterando il senso delle frasi.
Infine la presenza del discorso indiretto libero, quindi quando le parole e i pensieri dei
personaggi o narratore vengono riportati in terza persona, indirettamente introdotte per i due
punti e le virgolette ad esempio, “penso che gli avrei lasciato l’unghiata”, “a mia moglie, la
sera, chiudendo bottega, dissi”, ecc.

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