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Carl Gustav Jung – Gli archetipi

Carl Gustav Jung teorizza che l'inconscio alla nascita contenga anche delle
informazioni innate, trasmesse in modo ereditario in virtù dell'appartenenza
dell'individuo ad una collettività e chiama questo sistema psichico inconscio collettivo,
distinguendolo dall'inconscio personale che deriva direttamente dall'esperienza
personale dell'individuo. La formulazione dell'archetipo è più volte ridefinita, precisata,
approfondita da Jung.
L'inconscio collettivo, per Jung, è costituito sostanzialmente da informazioni universali,
impersonali, innate, ereditarie che lui chiama archetipi. Di questi i più importanti sono:
il «sé» (il risultato del processo di formazione dell'individuo), l'«ombra» (la parte
istintiva e irrazionale contenente anche i pensieri repressi dalla coscienza), l'«anima»
(la personalità femminile così come l'uomo se la rappresenta nel suo inconscio) e
l'«animus» (la controparte maschile dell'anima nella donna). Particolarmente rilevante
è l' archetipo femminile che chiama anima o animus (nella sua controparte maschile).
Da un punto di vista psicodinamico Jung postula, poi, quattro funzioni fondamentali:
pensiero, sentimento, sensazione e intuizione. Ciascuna di queste funzioni è
variamente dominante in ogni individuo [1] e ogni individuo si rapporta con l'archetipo
femminile che risiede nel suo inconscio. Questa relazione ha, per Jung, un ruolo
nell'equilibrio delle funzioni psicodinamiche. Le funzioni meno dominanti in un
individuo vengono sommerse nell'attività dell'inconscio e assumono la forma di
funzioni psicodinamiche della sua anima come se questa fosse in qualche misura
separata e in grado di intrattenere una certa forma di dialogo interiore.
L'archetipo, conseguentemente, viene a essere un sorta di prototipo universale per le
idee attraverso il quale l'individuo interpreta ciò che osserva e esperimenta. É, per
Jung, l'immagine primaria (urtümliches Bild) dell'inconscio collettivo.
Gli archetipi integrandosi con la coscienza, vengono rielaborati continuamente dalle
società umane, si manifestano «contemporaneamente anche in veste di fantasie e
spesso rivelano la loro presenza solo per mezzo di immagini simboliche», si rafforzano,
si indeboliscono e possono anche morire. L'indebolirsi degli archetipi nell'epoca
moderna ha reso, per Jung, possibile e utile la psicologia. La sopravvivenza degli
archetipi, in epoca moderna, è legata anche agli esiti della comunicazione di massa.
Un film di successo, un libro, una trasmissione televisiva molto seguita possono
giocare un ruolo nel ravvivarli o indebolirli.

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