GASDINAMICA
G. Iuso
Laurea Magistrale
Parte C
1
Flusso ipersonico
o I flussi ipersonici interessano alcune fasi di volo tipiche di una missione spaziale.
o Importanti sono anche gli aspetti legati all’interazione tra fluido e struttura che danno luogo
alla nascita di forze che agiscono sul corpo lambito.
o Quest’ultimo aspetto sarà oggetto di questa lezione e sarà affrontato ricorrendo alla teoria
Newtoniana.
o Per l’urto obliquo già trattato è risultato che all’aumentare del numero di Mach l’angolo di
inclinazione dell’urto obliquo β diminuisce e l’urto si posiziona sempre più vicino alla parete
del corpo, limitando la zona tra urto e parete che prende il nome di shock layer.
2
Relazioni dell’urto obliquo ad elevati numeri di Mach : Urto ipersonico
o Come si modificano le relazioni dell’urto obliquo ricavate per il flusso supersonico quando
il numero di Mach aumenta di molto? Si considera il caso limite di urto obliquo relativo alla
condizione corrispondente a M∞ → ∞
o Le relazioni che si ricavano sono dette relazioni per gli urti ipersonici.
w1 u1 V2
v2
V1 u2
o Rapporto di Pressioni
P2 2γ
=1+ (M12 sin2 β − 1) M1 → ∞ M 12 sen2 1
p1 γ+1
2
p2
p1 1
M 12 sen2 M1 → ∞
p2
p1
→∞
o Rapporti di Densità
o Rapporti di Temperature
T2 2γ(γ−1) T2
= (γ+1)2
M12 sin2 β per M1 → ∞ →∞
T1 T1
o Coefficiente di pressione
2 p2
cp = ( − 1)
γM12 p1
3
Si sostituisce il rapporto di pressioni dell’urto obliquo ad elevati numeri di Mach
2 p2 4 2
1
cp = ( − 1) = (sin β − )
γM12 p1 γ+1 M12
4
Nel caso limite di M1 → ∞ si ottiene: cp = γ+1 sin2 β
2 M12 sin2 β − 1
tan θ = [ ]
tanβ M12 (γ + cos 2β) + 2
50
Teta ( ° ) M1=1.2
45
M1=1.4
40
M1=1.6
35 M1=2
M2 1 = max
30 M1=4
M2 > 1 M2 < 1
25 M1=6
M1 M1 = Infinito
20
Urti Deboli
Urti Forti
15
10
5
Beta ( ° )
0
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
La curva più esterna è quella relativa a M1 = e passa per l’origine degli assi.
2 M21 β2 −1 2β γ+1
…. si ottiene θ= [ ]= da cui β= θ
β M21 (γ+1)+2 γ+1 2
o Newton ricavò una relazione con lo scopo di descrivere la resistenza dei corpi investiti da
una corrente a bassa velocità.
o Questa teoria come si vedrà calza molto bene per la descrizione della distribuzione di
pressione attorno a corpi immersi in flussi ipersonici e quindi consente di ricavare forze e
momenti in prima approssimazione
Assunzioni:
Conseguenza
Nel caso della placca piana posta ad incidenza rispetto alla corrente la situazione è la
seguente:
V Vt
V
n
La forza di pressione su ogni elemento della superficie intercettata della parte ventrale
dipende solo dall’orientamento della superficie frontale rispetto all’incidenza locale
delle particelle.
Di conseguenza la resistenza del corpo è determinata solamente dalla forma della porzione
anteriore intercettata dalla corrente.
La parte in ombra del corpo non viene presa in considerazione dalla teoria ai fini
del calcolo delle forze che nascono sul corpo.
5
Nella parte in ombra la pressione è nulla. Sarebbe meglio dire che rispetto alla
pressione della corrente indisturbata a monte la è differenza di pressione ad essere
nulla: p - p = 0. In questo modo il moto random essendo presente nelle due pressioni
non viene tenuto in conto.
La forza di pressione che si genera sulla faccia anteriore del corpo vale : F = (p - p )
A
Per urti anelastici, la forza è pari alla variazione della quantità di moto nell’unità
di tempo, di ogni particella che impatta.
V A
F = ṁ(Vn − 0)
dove : ṁ = ρV∞ An ; θ = α ; An = A sinθ ; Vn = V∞ sinθ
2
F = (ρ V∞ Asinθ )(V∞ sinθ ) = ρAV∞ sin2 θ
La forza “sul ventre“ dipende dal quadrato della velocità: risultato esatto ma non
completamente esatto perché viene trascurato il contributo sul dorso che contribuisce alla
forza totale.
6
Coefficiente di pressione
F p−p∞
o p − p∞ = 2
= ρ∞ V∞ sin2 θ cp = cp = 2 sin2 θ
A q∞
o Questa relazione va sotto il nome di legge del seno quadrato di Newton e vale per
molte configurazioni geometriche
o Nella zona d’ombra la teoria di Newton prevede un coefficiente di pressione nullo quindi
non contribuisce alla resistenza.
o Lees nel 1955 ha proposto una nuova espressione per il coefficiente di pressione
cp = cp max sin2 θ
Per i flussi Ipersonici invece la teoria di Newton fornisce risultati attendibili e in buon
accordo con i risultati sperimentali nei limiti di M1 e 1
Infatti per M si crea un “bow shock” molto a ridosso della superficie del corpo così
che la corrente “ deflette quasi a ridosso ” del corpo
Inoltre i “disturbi “ introdotti dalla presenza del corpo non possono risalire a monte come
avviene per il campo supersonico e ipersonico.
……..che la forza è dovuta solo e tutta alla componente normale della quantità di moto
che deflette solo e quasi in prossimità del corpo
Infine a valle del bow shock le particelle si muovono in un sottile strato di fluido collocato
tra onda d’urto obliqua e parete.
7
L’urto obliquo con l’aumentare del numero di Mach si avvicina sempre di più alla parete
e questo rende sempre più rispettate le assunzioni fatte per lo sviluppo della teoria
Newtoniana.
Infine, la soluzione esatta dell’urto obliquo ad elevati numeri di Mach tende alla soluzione
di Newton per 1
γ+1
o Infatti : β = 2 θ per γ → 1 β → θ la pendenza dell’urto tende a
quella della parete
4
o Inoltre : c p sen2 per γ → 1 c p 2 sen2 ; β → θ c p 2 sen 2
1
2
1 2
.
o Per l’urto ad elevati Mach risulta per γ→1
1
…infatti dietro l’urto, molto a ridosso della parete, la sezione di passaggio tra urto
e parete è estremamente piccola
…. pertanto i filetti fluidi sono molto ravvicinati tra loro e posizionati quasi a
ridosso
della parete
…la stessa massa dovendo occupare volumi più piccoli determina una elevata
densità
8
Flusso ipersonico e supersonico per piccole deflessioni
2
Supersonico linearizzato : c p cp : lineare
M 1
2
cp u = 0 L
cp l =2 sen2
L = FN cosα ; D = FN sinα
F𝑁 pl − pu (pl − p∞ ) − (pu − p∞ )
CFN = = = = cp l − cp u = 2 sin2 α
q∞ S q∞ q∞
9
o Cuneo 2D in un flusso ipersonico
cp=2 sen2
M
H
cp=0
cp=2 sen2
D = 2 [ ( p - p ) ( H/2 1 ) ]
D D 2p - p H / 2 H /2
Cd 2c p 2c p tan
q S q S q (c 1) c 1
10
Teoria Newtoniana : Indipendenza al numero di Mach
cp Newton = 0.134
11
o Confronto di distribuzioni di pressione : Cono + cilindro e Sfera
Per entrambi i corpi gli andamenti conducono ad un valore costante per il coefficiente
di resistenza e quindi indipendente dal numero di Mach per M>5
12
Equazioni di bilancio con gli effetti della viscosità e della conducibilità
o Si studiano gli effetti della viscosità e della conducibilità nei flussi ad alta velocità
introducendo tali effetti nelle leggi di conservazione.
y [v + ]
w dxdy
u dzdy [u+ ]
[w+ ] dzdy
dxdy x
v dxdz
z
∂ρ ∂ρ ∂ρ ∂ρ ∂u ∂v ∂w
+u +v +w = − (ρ + ρ + ρ )
∂t ∂x ∂y ∂z ∂x ∂y ∂z
Dρ
̅
= −ρ ∇ ∙ V
Dt
13
Bilancio di quantità di moto
14
dFx = dm ∙ ax
∂τxx ∂p ∂τzx
[(−τxx + p) + (τxx + dx − p − ∂x dx)] 𝐝𝐲𝐝𝐳 + [−τzx + (τzx + dz)] 𝐝𝐲𝐝𝐱 +
∂x ∂z
∂τyx
+ [−τyx + (τyx + dy)] 𝐝𝐱𝐝𝐳 = ax (ρ 𝐝𝐱𝐝𝐲𝐝𝐳)
∂y
Du ∂u ∂u ∂u ∂u
ax = =( )+u +v +w
Dt ∂t ∂x ∂y ∂z
Per rispetto all’equilibrio alla rotazione attorno ad ogni spigolo del volume
infinitesimo risulta :
Pertanto il tensore risulta essere simmetrico rispetto alla diagonale della matrice.
Gli sforzi effettivi si riducono a 6.
p − τxx = ρ ̅̅̅̅̅
u′u′ ; p − τyy = ρ ̅̅̅̅̅
v′v′ ; p − τzz = ρ ̅̅̅̅̅̅
w′w′
Per i flussi inviscidi gli sforzi viscosi sono nulli e le relative equazioni vanno sotto il nome
di equazioni di Eulero.
∂u ∂u ∂u ∂u ∂p
ρ( + u +v + w ) = − + ρg x
∂t ∂x ∂y ∂z ∂x
∂v ∂v ∂v ∂v ∂p
ρ( + u +v + w ) = − + ρg y
∂t ∂x ∂y ∂z ∂y
∂w ∂w ∂w ∂w ∂p
ρ( +u +v + w ) = − + ρg z
∂t ∂x ∂y ∂z ∂z
Come si esprimono gli sforzi viscosi τij in funzione del campo di moto?
ij = f ( velocità di deformazione )
Per scrivere queste relazioni bisogna rifarsi all’atto di moto elementare di una
particella fluida che è dato dalla sovrapposizione di tre atti di moto elementari:
- Traslazione
- Rotazione
- Deformazione
-
Dei tre atti di moto è solo la deformazione che genera gli sforzi viscosi, è pertanto
necessario separare la deformazione dalla traslazione e dalla rotazione.
16
Si omette la dimostrazioni e si scrivono direttamente le relazioni costitutive:
∂u
̅) ; τyy = 2μ ∂v + λv (∇ ∙ V
τxx = 2μ ∂x + λv (∇ ∙ V ̅) ; τzz = 2μ ∂w + λv (∇ ∙ V
̅)
∂y ∂z
∂u ∂v ∂w ∂u ∂v ∂w
τyx = μ (∂y + ∂x) ; τzx = μ ( ∂x + ∂z ) ; τzy = μ (∂z + )
∂y
∂u ∂u ∂u ∂u ∂p ∂ ∂u 2 ∂ ∂u ∂v ∂ ∂u ∂w
ρ( +u +v +w )=− + [2μ ̅)] +
− μ(∇ ∙ V [μ ( + )] + [μ ( + )]
∂t ∂x ∂y ∂z ∂x ∂x ∂x 3 ∂y ∂y ∂x ∂z ∂z ∂x
∂v ∂v ∂v ∂v ∂p ∂ ∂v ∂u ∂ ∂v 2 ∂ ∂v ∂w
ρ( + u +v + w ) = − + [μ ( + )] + ̅)] + [μ ( +
[2μ − μ(∇ ∙ V )]
∂t ∂x ∂y ∂z ∂y ∂x ∂x ∂y ∂y ∂y 3 ∂z ∂z ∂y
∂w ∂w ∂w ∂w ∂p ∂ ∂w ∂u ∂ ∂w ∂v ∂ ∂w 2
ρ( +u +v + w ) = − + [μ ( + )] + [μ ( + )] + [2μ ̅)]
− μ(∇ ∙ V
∂t ∂x ∂y ∂z ∂z ∂x ∂x ∂z ∂y ∂y ∂z ∂z ∂z 3
∂u ∂u ∂u ∂u ∂p ∂2 u ∂2 u ∂2 u
ρ( + u +v + w ) = − + μ ( 2 + 2 + 2)
∂t ∂x ∂y ∂z ∂x ∂x ∂y ∂z
∂v ∂v ∂v ∂v ∂p ∂2 v ∂2 v ∂2 v
ρ( + u +v + w ) = − + μ ( 2 + 2 + 2)
∂t ∂x ∂y ∂z ∂y ∂x ∂y ∂z
∂w ∂w ∂w ∂w ∂p ∂2 w ∂2 w ∂ 2 w
ρ( +u +v + w ) = − + μ( 2 + 2 + 2)
∂t ∂x ∂y ∂z ∂z ∂x ∂y ∂z
17
Equazioni di Reynolds per flusso turbolento incompressibile
o Nello studio dei flussi turbolenti è molto diffuso l’impiego delle equazioni di
Navier-Stokes mediate nel tempo che vanno sotto il nome di Reynolds Averaged
Navier Stokes equations (RANS)
𝑓(𝑡) = 𝑓 ̅ + 𝑓 ′ (𝑡)
∂w
̅ ∂w
̅ ∂w
̅ ∂p̅ ̅̅̅̅̅̅ ∂ρw
∂ρw′u′ ̅̅̅̅̅̅
′ v′ ̅̅̅̅̅
∂ρw ′2
ρ (u̅ + v̅ +w
̅ ) = − + μ∇2 w
̅− − −
∂x ∂y ∂z ∂z ∂x ∂y ∂z
o Come gli sforzi viscosi anche gli sforzi di Reynolds costituiscono un tensore
formato da 9 componenti Rij . Vale il concetto di simmetria anche per il tensore di
Reynolds.
o Nella parte destra dell’equazione compaiono gli sforzi per unità di volume: della
pressione, degli sforzi viscosi e degli sforzi di Reynolds.
o Nel caso del flusso turbolento allo sforzo viscoso in una direzione si somma lo
sforzo di Reynolds nella stessa direzione. Per esempio nella direzione dell’asse x
lo sforzo che agisce sulla faccia che ha per normale l’asse y, agisce:
u
visc R ( - u' v' )
yx yx yx
y
18
o Nel caso del flusso di strato limite turbolento la cross-correlazione u' v' risulta
essere negativa pertanto in ogni punto lo sforzo tangenziale 𝜏𝑦𝑥 è dato dalla somma
dello sforzo viscoso e dello sforzo di turbolento di Reynolds.
u 'u '
o Per risolvere numericamente le equazioni i “nuovi termini “ i j presenti
nelle equazioni di Reynolds (gli sforzi di Reynolds) vanno ‘’modellati ‘’ ovvero
vanno espressi in termini del campo di moto medio.
Modello k -
Modello k -
19
Equazione dell’energia
Nella prima parte del corso è stata ricavata l’equazione dell’energia per i flussi non
viscosi e non conducibili.
DH ∂p
ρ = + ρq̇ + ρ(f̅ ∙ V
̅) + visc + cond
Dt ∂t
V2 V2
H= +h= + cP T
2 2
Bisogna esprimere i due termini relativi agli effetti della viscosità e della
conducibilità
Bisogna scrivere:
V2
D(e+ ) Lavoro forze pressione Lavoro forze viscose
2
ρ = + + effetti della conducibilità + ρq̇
Dt tempo tempo
(p ∙ S)V → Pressione
Potenza = Forza ∙ Velocità {
(τ ∙ S)V → Viscosità
20
Lavoro delle forze di pressione e delle forze viscose
Si scrive il contributo del lavoro delle forze di pressione e viscose nella direzione
dell’asse x agenti sul volume infinitesimo
∂(pu) ∂(τxx u)
[pu − (pu + dx)] 𝐝𝐲𝐝𝐳 + [−τxx u + (τxx u + dx)] 𝐝𝐲𝐝𝐳 +
∂x ∂x
∂(τyx u) ∂(τzx u)
+ [−τyx u + (τyx u + dy)] 𝐝𝐱𝐝𝐳 + [τzx u + (−τzx u + dz)] 𝐝𝐱𝐝𝐲
∂y ∂z
21
L’equazione di bilancio dell’energia è un’equazione scalare pertanto i vari
contributi lungo le tre direzioni vanno sommati:
Il lavoro delle forze di pressione prescinde dalla viscosità infatti è presente anche
nel caso di flussi inviscidi.
Flussi di calore
J
Si indica con q̇ la quantità di calore per unità di tempo e di massa [ 𝐪̇ ] = [ kg s ]
J
q̇ dm = q̇ ρdxdydz [ ]
s
Flusso di calore trasferito attraverso le superfici del volume infinitesimo per effetto
dei gradienti di temperatura “incontrati dalla particella durante il suo moto” e che
generano flussi di calore per via della conducibilità termica del gas.
∂T
Questi flussi si esprimono attraverso la legge di Fourier: q n = − λ ∂n
22
q q
Flussi nelle direzione x : q x q x x dx dydz x dxdydz flusso netto
x x
q y
dxdydz flusso netto lungo la direzione y
y
q
z dxdydz flusso netto lungo la direzione z
z
q q y q z
x dxdydz flusso netto nel volume infinitesimo
x y z
Equazione dell’energia
D V2
ρ e =
Dt 2
( pu) (pv) (pw)
x y z
( τ u) ( τ u) ( τ u) ( τ v) ( τ v) ( τ v) ( τ w) ( τ w) ( τ w)
xx
yx
zx
xy
yy
zy
xz
yz
zz
x y z x y z x y z
q q q
q x y z ( equazione scalare )
x y z
D V2
ρ e =
Dt 2
τ u τ yx u τ zx u τ xy v τ yy v τ zy v τ w τ yz w τ zz w
( p V ) xx xz
x y z x y z x y z
q q q
q x y z
x y z
23
∂qj
I termini sono responsabile della variazione dell’energia interna nel termine a sinistra
∂xj
dell’equazione. Sono sorgenti di entropia.
∂(τij ui ) ∂τij ∂u
I termini si possono scrivere come ∶ ui + τij ∂xi
∂xj ∂xj j
D V2 D V2
Legame tra la derivata totale e e la derivata totale h :
Dt 2 Dt 2
D V2 D V2 p
ρ e ρ h ( pV )
Dt 2 Dt 2 t
D V2 DH p
ρ e ρ ( pV )
Dt 2 Dt t
DH p
ρ = +
Dt t
+
τ xx u τ yx u τ zx u τ xy v τ yy v τ zy v τ xz w τ yz w τ zz w
+
x y z x y z x y z
q q y q z
+ q x
x y z
24
Osservazioni
H H H
ρ u v w
z
=
x y
τ xx u τ yx u τ zx u τ xy v τ yy v τ zy v τ xz w τ yz w τ zz w
x y z x y z x y z
q q q
x y z
x y z
H H H
ρ u v w
z
=
x y
( τ xx u τ xy v τ xz w - q x ) ( τ yx u τ yy v τ yz w - q y ) ( τ zx u τ zy v τ zz w - q z )
x y z
25
Sintesi delle equazioni in forma compatta
( u j )
0
t x j
u i u p ( i j )
u j i
t x j xi x j
H H p ( i j ui q j )
u j
t x j t x j
u u j 2 u
ij i k
ij ij 0 i j ij 1 i j
x j x i 3 x k
( u j )
0
t x j
( u i ) ( u i u j ) p ( i j )
t x j xi x j
( H ) ( Hu j ) p ( i j u i q j )
t x j t x j
( i j ui q j )
x j
26
Aerotermodinamica
Flussi di strato limite (compressibile e termico) e flussi nella regione di arresto della
corrente: resistenza di attrito e flusso termico a parete.
o In condizioni di alta velocità occorre valutare alcune grandezze che sono di grande
interesse nel campo aerospaziale. Per esempio occorre valutare la resistenza di
attrito sotto l’effetto della compressibilità e della trasmissione termica e l’entità
del flusso di calore scambiato tra corrente e parete soprattutto nelle zone più critiche
del corpo lambito che risultano essere quelle di arresto della corrente.
Cause che portano alla nascita dello strato limite compressibile e termico
Trasmissione del calore all’interno dello strato limite per via della conducibilità del
fluido.
Nascita di flussi di calore scambiati tra corrente e parete quando è presente un salto di
temperatura. ( Tw Trec )
Presenza di urti intensi staccati dalla superficie a valle dei quali la temperatura aumenta
e si trasferisce anche dentro lo strato limite.
Irraggiamento
Sottrazione di calore per sublimazione degli strati più esterni della parete.
o La nascita dello strato limite termico è il risultato della concomitante azione di una o più
cause elencate sopra. Nel caso di un flusso supersonico alcune cause possono essere assenti
(p.e. dissociazioni)
o Nelle vicinanze della parete in queste condizioni sono simultaneamente presenti il campo
cinematico e quello termico che danno luogo allo strato limite cinematico e termico.
o Gli spessori V e T dei due strati limite sono in generale diversi e il loro raffronto è
cp
espresso dal numero di Prandtl definito come : Pr .
t
27 Tw
o Moltiplicando e dividendo per la densità il numero di Prandtl si può anche scrivere nella
forma:
V
o Nel caso di strato limite laminare risulta Pr
T
2L 4 4
o Formula di Euken ....... Valida per i gas : Pr
2 L 9 9 5
o Per i gas Pr <1 ; per l’aria in condizioni standard Pr =0.71 risulta V < T
o Bisogna scrivere le equazioni per lo strato limite compressibile e termico e per fare
ciò occorre introdurre un opportuno sistema di riferimento ancorato alla parete e con
origine nel punto di arresto della corrente.
( u ) ( v)
o Equazione della continuità 0
x y
u u p yx
x) u v - xx
x y x x y
v v p xy yy
y) ρ u v -
x y y x y
28
o Equazione dell’energia
H H ( τ xx u τ xy v - q x ) ( τ yx u τ yy v - q y )
ρ u v = +
x y x y
p R
o Equazione di stato T
M
29
Equazioni dello strato limite 2D laminare compressibile termico e stazionario
Nel caso di strato limite in condizioni di Re >> 1 lo spessore dello strato limite viscoso v
risulta molto piccolo a confrontato con la lunghezza caratteristica L del corpo:
v
Re >> 1 1
L
u → Ue ; x→L ; y → δ ; p → ρUe2
∂(ρu) ∂(ρv)
Dall’equazione di continuità : + =0
∂x ∂y
uδ
…..si ottiene il riferimento per la velocità v normale alla parete : v→ L
δ 1
Nel caso laminare risulta : ∝ ≈ 0.01 ( Per Re=104 )
L √Re
Risulta quindi v ≪ u
∂ ∂ ∂u ∂u
Per lo strato limite risulta anche : ≪ ∂y ( p.e. ∂x ≪ ∂y )
∂x
30
Equazione di bilancio della massa
∂ ∂
o ρu ≫ ρv ; ≪ ∂y
∂x
( u) ( v)
o Allora i due addenti sono dello stesso ordine di grandezza .
x y
o L’equazione della continuità non viene modificata dall’analisi degli ordini di
grandezza:
∂(ρu) ∂(ρv)
+ =0
∂x ∂y
∂v ∂v ∂p ∂τxy ∂τyy
ρ (u +v )=− + +
∂x ∂y ∂y ∂x ∂y
o Analizzando gli ordini di grandezza dei vari termini risulta che il termine dominante è
∂p ∂p
. Pertanto l’equazione nella direzione y si può scrivere come: ≈ 0.
∂y ∂y
∂p dpe
→
∂x dx
31
Equazione della quantità di moto nella direzione x
xx yx
τxx ≪ τyx vale anche
x y x y
u v v u
u
τ yx μ( ) τ yx μ
y x x y y
∂u ∂u dpe ∂ ∂u
In definitiva si ottiene : ρ (u ∂x + v ∂y) = − + ∂y (μ ∂y)
dx
∂u ∂u dpe ∂2 𝑢
Per il caso incompressibile risulta: ρ (u ∂x + v ∂y) = − + μ ∂y2
dx
Equazione dell’energia
∂u ∂T
o Inoltre: τyy ≪ τyx ; v<<u ; τ yx u τ yy v ; τyx ≈ μ ∂y ; q y = −λ ∂y
∂H ∂H ∂(τyx u−qy )
o Allora si ottiene: ρ [u ∂x + v ∂y ] = ∂y
∂H ∂H ∂ ∂u ∂T
ρ [u + v ] = [μu + λ ]
∂x ∂y ∂y ∂y ∂y
32
h
o Sfruttando la relazione T = c e riscrivendo la derivata della velocità si ottiene:
p
u2
∂H ∂H ∂ ∂( 2 ) λ ∂h
ρ [u + v ] = [μ + ]
∂x ∂y ∂y ∂y cp ∂y
μCp
o Introducendo il numero di Prandtl P𝑟 = λ
u2
∂H ∂H ∂ ∂( 2 ) μ ∂h
ρ [u + v ] = [μ + ]
∂x ∂y ∂y ∂y P𝑟 ∂y
u2
∂ (
∂H ∂H ∂ 2 ) 1 ∂h
ρ [u + v ] = [μ ( + )]
∂x ∂y ∂y ∂y P𝑟 ∂y
μ = μ(T(y))
λ = λ(T(y))
u2
∂H ∂H ∂ μ ∂ (P𝑟 2 + h)
ρ [u +v ]= [ ( )]
∂x ∂y ∂y P𝑟 ∂y
33
Riassumendo si è ricavato il sistema di equazioni per lo strato limite compressibile e
termico
∂(ρu) ∂(ρv)
+ =0
∂x ∂y
∂u ∂u dpe ∂ ∂u
ρ (u +v )=− + (μ )
∂x ∂y dx ∂y ∂y
u2
∂H ∂H ∂ μ ∂ (P𝑟 2 + h)
ρ [u +v ]= [ ( )]
∂x ∂y ∂y P𝑟 ∂y
{
34
Flusso di Couette: compressibile e termico ( laminare )
E’ il campo di moto che si origina tra una placca piana inferiore ferma e una placca
parallela posta a distanza d. Quest’ultima placca è mantenuta in movimento con velocità
Ue ed tenuta alla temperatura Te .
La parete inferiore è mantenuta alla temperatura Tw e può scambiare calore con il fluido.
Il flusso può essere studiato sia in condizioni di bassa velocità che di alta velocità.
Te=cost Ue x
y
d
T, u
qw 0 u=0, Tw=cost
dpe
0 ; v=0 ; =0 ; q w= 0 oppure q w 0
x dx
y=d → u = Ue T = Te
H H u2
Equazione dell’energia : u v Pr h
x y y Pr y 2
H H
0 u 0 flusso parallelo : v 0 v 0
x x y
u2
∂ μ ∂(Pr +h)
2
L’equazione diventa : [ ( )] = 0
∂y P𝑟 ∂y
u2
La soluzione risulta essere: P𝑟 + h = costante
2
35
u2 U2e
Ne consegue che: P𝑟 + h = P𝑟 + he = Hw
2 2
Hw = hw + 0 = cp Tw
u u dp u
Equazione di quantità di moto lungo x: u v e
x y dx y y
Il termine a sinistra risulta ancora uguale per gli stessi motivi di prima.
dpe
A destra: =0 pertanto risulta:
dx
∂ ∂u ∂ ∆u Ue
(μ ∂y) = ∂y (τyx ) = 0 τyx = costante = μ (∆y) = μ
∂y 𝑤 h
u= u(y) e T= T(y)
36
Problema generale di strato limite
Lo strato limite è un campo di moto “semiguidato” a differenza del flusso alla Couette
che invece risulta completamente guidato per via della presenza delle due pareti.
Problema generale
Ue(x), Te(x)
y
u(x,y), T(x,y) (x) , T (x)
M
Tw(x) qw(x)
x
Assegnati:
posto ad incidenza in una corrente compressibile uniforme: M, T, p, , ,
Valutare:
Il campo di velocità u = u(x,y)
37
Soluzioni per lo strato limite 2D laminare, compressibile e termico
dpe
Flusso adiabatico ( qw = 0 ) ; 0 ; Pr = 1
dx
H H u2
u v Pr h
x y y Pr y 2
Si assume che il gas sia caloricamente perfetto ovvero che i calori specifici siano costanti
con la temperatura. Quindi si esprime dh = cp dT
T
Caso adiabatico significa che q w 0 . Il profilo di temperatura T(y) si
y y 0
presenta con una tangente verticale a parete
Te
y
Tw T
∂H ∂H ∂ ∂H
ρ [u + v ] = [μ ]
∂x ∂y ∂y ∂y
Cioè a dire all’interno dello strato limite si conserva l’entalpia totale ovvero la somma
dell’energia cinetica e dell’entalpia statica è la stessa in ogni punto dello strato limite
u2
H= + h = costante
2
Questo vuol dire anche che H è uguale all’entalpia totale all’esterno dello strato limite e
che la parete si porta allo stesso valore dell’entalpia totale all’esterno.
u2 U2e
H= + h = 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐮𝐧𝐠𝐨 𝐲 = He = + he = Hw = hw = cpTw
2 2
38
E’ possibile quindi ricavare il valore della temperatura assunto dalla parete sfruttando
le uguaglianze:
Ue2 (x)
Tw = Te (x) + = Toe
2cP
T u2/2
Hw = He = Ho
Il valore costante di H si ricava all’esterno dello strato limite lungo una linea di corrente
dove è tutto noto e l’entalpia totale si conserva comunque. Infatti risulta :
U2e U2∞
He = + he = costante = H = + h∞
2 2
Nel caso adiabatico e Pr=1 l’entalpia di arresto si conserva all’esterno e all’interno dello
strato limite e la parete si porta alla temperatura totale della corrente a monte.
1 2 1 2
Tw To Te 1 M e T 1 M
2 2
Ue2/2 he
y
He = costante = H
u2/2+h =costante
u,h
39
Verifica dell’adiabaticità
o Si deve verificare che la soluzione trovata H=costante sia proprio tipica di un caso
adiabatico
u2 u2
H h c pT costante nello strato limite
2 2
∂H
o Deve allora risultare: =0
∂y
u2
∂(cp T+ ) ∂T ∂u
2
= cp ∂y + u ∂y deve risultare = 0 a parete
∂y
∂T ∂u
o Si valutano a parete le derivate cp ( ∂y ) + (u ∂y) deve essere nullo in
y=0 y=0
accordo con la verifica da effettuare.
∂u
(u ∂y) = 0 perché u=0 a parete
y=0
∂T
o Allora il termine cp ( ) che deve anche risultare nullo.
∂y y=0
∂T
o Ad essere nullo deve allora essere ( ∂y )
y=0
∂T ∂T
o Il flusso i calore si esprime come : 𝑞𝑤 = −λ ( ) e poiché è ( ∂y ) è nullo allora
∂y y=0 y=0
sarà anche il flusso di calore nullo.
40
Profilo di temperatura nello strato limite
u2 U2e
o Dalla soluzione h + = costante = he +
2 2
u2 U2e
o …. ovvero dalla relazione cp T + = costante = cp Te + si ricava….
2 2
U2 u2 U2 u2 U2
o …… T = Te + 2Ce − 2C = Te + 2Ce (1 − U2 ) = Te + 2Ce (1 − φ2 ) =
p p p e p
U2e
o A parete dove φ = 0 la temperatura vale T = Tw = Te + = Toe
2
U2
o Il profilo di temperatura T = Te + 2Ce (1 − φ2 ) è definito da una parabola con il massimo
p
1
u/Ue T Pr = 1
0.9 T Pr = 0.71
0.8
0.7
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
T(K)
0
0 50 100 150 200 250 300 350
41
dpe
Flusso adiabatico ( qw = 0 ) ; 0 ; Pr 1
dx
∂H ∂H ∂ μ ∂ u2
ρu + ρv = [ ( (P + h))]
∂x ∂y ∂y Pr ∂y r 2
Nell’intervallo 0 - 1000 °C risulta : 0.70 < Pr < 0.72 (Aria e gas biatomici).
Nel caso di flusso di strato limite la soluzione dell’equazione vede conservarsi con
ottima approssimazione il binomio :
u2
h+R = costante (lungo y)
2
u2 Ue 2
h + R = costante = he + R = Hrec = cp Trec
2 2
42
Ue 2
La somma he + R va sotto il nome di Entalpia di recupero e la corrispondente
2
temperatura è detta di recupero.
U 2 γ−1
Trec = Te + R 2ce = Te (1 + R Me2 )
p 2
Ue 2
L’entalpia totale all’esterno risulta he + = He e poiché R<1 ne deriva che
2
(All’esterno dello strato limite l’entalpia totale si conserva lungo una linea di corrente)
γ−1 2 γ−1
To∞ = T∞ (1 + M∞ ) = Te (1 + Me2 ) ]
2 2
u2
Procedendo verso la parete in virtù del fatto che la soluzione prevede h + R =
2
costante anche a parete sarà presente il valore :
Ue2
Hw = he + R = Hrec
2
U2
Si ottiene allora la temperatura della parete : Tw = Te + R 2ce = Trec
p
Ue(x) ,
Te(x)
M Tw2 =
Tw1 = Trec2
Tw = To Trec1
43
Significato fisico del fattore di recupero R
U2 U2
To = Te + 2Ce la differenza di temperature vale : To − Te = 2Ce
p p
U2 U2
Trec = Te + R 2Ce la differenza di temperature vale : Trec − Te = R 2Ce
p p
Trec − Te
R= <1 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎè Trec < To
To − Te
Il fattore di recupero tiene in conto il fatto che nel caso Pr<1 la parete si porta in
corrispondenza di una temperatura più bassa di quella di arresto della corrente.
Per effetto della viscosità il lavoro degli sforzi viscosi dissipa & converte energia
cinetica in calore (tutto finisce in energia termica alla fine) e quest’ultima per effetto
della conducibilità del fluido diffonde in tutte le direzioni nello strato limite
A parete ”solo una parte “ dell’energia cinetica si ritrova sotto forma di energia
termica ( “temperatura” ). “Ciò che manca” si ritrova negli strati un po’ più distanti
dalla parete dove è stata traportata per effetto della conducibilità termica a causa
della diffusione.
U2e
L’entalpia totale della corrente esterna He = he + si "conserva solo in
2
media" nello strato limite.
y he + Ue2 / 2 = He
h u2/2
h + R u2/2 =cost
44Hw = Hrec He
Relazioni per valutare il fattore di recupero R
R = Pr Couette
1
R = Pr 2 Strato limite laminare
1
R = Pr 3 Strato limite turbolento
1
R Pr 3 0.892 Strato limite turbolento
u2 Ue2
cp T + R = cp Te + 𝐑
2 2
Si esplicita la temperatura
Ue2 u 2 Ue2
T = Te + 𝐑 (1 − ( ) ) = Te + 𝐑 (1 − φ2 )
2cp Ue 2cp
φ=1 → T = Te
{
φ=0 → Tw = Trec
45
1
u/Ue T Pr = 1
0.9 T Pr = 0.71
0.8
0.7
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
T(K)
0
0 50 100 150 200 250 300 350
TW = Trec TW = T0
46
Risultati di van Driest per la placca piana adiabatica (Pr = 0.75 )
La soluzione delle equazione è numerica e viene data nella forma:
u / U = f ( y/x Re ) ; T / T = f ( y/x Re ) ; dove U x
Re
M=0
u / V M=2
M=4
M=6
M=8
M=12
M=14
M=20
Spessore: Aumenta con M
Sforzo di parete : Si riduce con
M
M
Pendenza profilo decrescente → sforzo si riduce
y/x Re
y/x Re
47
Strato limite non adiabatico ( qw 0 ) ; dpe/dx 0 ; Pr 1
o Per queste condizioni non si conoscono soluzioni analitiche dell’equazione mentre sono
disponibili soluzioni numeriche.
o Per questo caso è presente la soluzione analitica che va sotto il nome di integrale di
Crocco (1939) ed esprime l’Analogia dei campi di velocità e di energia.
dpe
o Per 0 all’esterno dello strato limite le condizioni coincidono con quelle della
dx
corrente indisturbata a monte. La geometria di riferimento corrisponde al caso della
placca piana posta ad incidenza nulla
qw Tw x
∂T
Il flusso di calore risulta dalla legge di Fourier q w = −λ (∂y)
0
48
Analogia dei campi di velocità e di energia (Pr=1, dpe/dx =0, Flusso Non adiabatico)
∂H ∂H ∂ μ ∂ u2
ρu + ρv = [ ( (Pr + h))]
∂x ∂y ∂y Pr ∂y 2
∂u ∂u dpe ∂ ∂u
ρu + ρv − = (μ )
{ ∂x ∂y dx ∂y ∂y
dpe
Si considera il numero di Prandtl unitario e = 0 . Le equazioni diventano, ricordando
dx
u2
che +h=H:
2
∂H ∂H ∂ ∂H
ρu + ρv = (μ )
∂x ∂y ∂y ∂y
∂u ∂u ∂ ∂u
ρu + ρv = (μ )
{ ∂x ∂y ∂y ∂y
L’equazione dell’energia ammette una soluzione che risulta una combinazione lineare
della soluzione dell’equazione di quantità di moto a meno di costanti
𝐇 = 𝐜𝟏 + 𝐜𝟐 𝐮
Infatti:
∂(c1 + c2 u) ∂(c1 + c2 u) ∂ ∂(c1 + c2 u)
ρu + ρv = (μ )
∂x ∂y ∂y ∂y
∂u ∂u ∂ ∂u
ρuc2 + ρvc2 = (μ (c2 ))
∂x ∂y ∂y ∂y
∂u ∂u ∂ ∂u
Dividendo tutto per c2 si ottiene: ρu ∂x + ρv ∂y = ∂y (μ ∂y)
49
Costanti
y=0 u = uw = 0 𝐜𝟏 = 𝐇𝐰
{
y→∞ u = Ue H = H∞
He − H w
c2 =
Ue
He − Hw
H = Hw + u
Ue
Si ricava il rapporto delle velocità in funzione del rapporto delle differenze di entalpie
totali:
u H − Hw
=
Ue H e − H w
Sfruttando le relazioni:
u2 U2∞
H= h+ & He = H∞ = h∞ + = cp To
2 2
Hw = hw = cp Tw
u2
u h+ −hw
Si ricava infine: = U
2
2
U∞ h∞ + ∞ −hw
2
u2
T + 2c − Tw
u p
= 2
U∞ U∞
T∞ + 2c − Tw
p
u2 γ−1 2
T + 2c − Tw T (1 +
u
= =
p 2 M ) − Tw
U∞ 2
U∞ γ−1 2
T∞ + 2c − Tw T∞ (1 + 2 M∞ ) − Tw
p
50
Strato limite laminare non adiabatico: qw 0 ; dpe/dx = 0 ; Pr = 1
u2 γ−1 2
T + 2c − Tw T (1 +
u
=
p
= 2 M ) − Tw
U∞ 2
U∞ γ−1 2
T∞ + 2c − Tw T∞ (1 + 2 M∞ ) − Tw
p
u
Si pone φ = U e si ricava l’espressione per T=T()
∞
γ−1 2 γ−1 2
T (1 + M ) = φ [T∞ (1 + M∞ ) − Tw ] + Tw
2 2
γ−1 2 γ−1 2
T+T M = φ [T∞ (1 + M∞ ) − Tw ] + Tw
2 2
γ−1 2 γ−1 2
T = [φT∞ + φT∞ M∞ − φTw + Tw ] − T M
2 2
u2 u2 U∞
2 2
a∞ u2 U∞2 2
a∞ T
2 ∞
M = 2 = 2 2 2 = 2 2 2 = φ2 M∞
2
a a U∞ a ∞ U∞ a ∞ a T
γ−1 2 γ−1 2
To = T∞ (1 + M∞ ) = T∞ + T∞ M∞
2 2
γ−1 2
Si ottiene: To − T∞ = T∞ M∞
2
T = Tw (1 − φ) + T∞ φ2 + To (φ − φ2 )
Il profilo di temperatura è ancora parabolico come nel caso adiabatico ed entrano in gioco
tre temperature caratteristiche: Tw , T , To .
Definita la corrente a monte ( M , T quindi la temperatura di arresto To ) per
un’assegnata temperatura di parete Tw , è possibile tracciare il corrispondente profilo
di temperatura.
51
Strato limite laminare non adiabatico: qw 0 ; dpe/dx = 0 ; Pr 1
u2 u2 γ−1
T + R
u h + R 2 − hw 2Cp − Tw T (1 + R 2 M 2 ) − Tw
= = =
U∞ 2
U∞ U∞2 γ−1 2
h∞ + R 2 − hw T∞ + R 2c − Tw T∞ (1 + R 2 M∞ ) − Tw
p
U2∞
o Dove : Hrec = h∞ + R = cp Trec
2
2
U∞ γ−1 2
Trec = T∞ + R = T∞ (1 + R M∞ )
2cp 2
Hw = Hrec
52
Profilo di temperatura
T = Tw (1 − φ) + T∞ φ2 + Trec (φ − φ2 )
Nella figura si riportano alcuni profili di temperatura caratteristici nel caso dell’aria e
per M =3
1.0
Tw = 100 K
u/Ue
Tw = Te =178.6 K
0.8 Tw = 300 K
Tw = Trec = 449.4 K
0.6 Tw = 700 K
0.4
qw > 0
0.2
qw < 0 qw = 0 T [°K]
0.0
0 100 200 300 400 500 600 700 800
Caso Adiabatico
Caso Isotermo
53
Profili corrispondenti al caso di trasmissione termica
T T
q w 0
y o o y o
T
w 0 flusso attaccato il segno di qw è dato dal segno di
y o o
Flusso Adiabatico
T
Tw = Trec 0 qw = 0
o
Tmax per = 0 a parete
Flusso Isotermo
T
Tw = T > 0 qw < 0 La corrente scalda la parete
o
Tmax per =0.5
Flusso subisotermo
T
Tw < T > 0 qw < 0 La corrente scalda la parete
o
Tmax per > 0.5
Flusso corrispondenti a:
T
Tw > Trec < 0 qw > 0 La parete scalda la corrente
o
54
Flussi a bassa velocità (M∞ ≅ 0)
o Nel caso di bassa velocità (flusso incompressibile) il termine cinetico legato alla velocità
è trascurabile
1
To T (1
2
M ) To T & Trec T
2
T Tw (1 ) T lineare
TW = T
55
Analogia degli scambi locali qw 0 ; dpe/dx = 0 ; Pr =1 (Analogia di Reynolds )
o Nel caso “ non adiabatico ” scaturisce anche l’analogia degli scambi locali che va sotto
il nome di Analogia di Reynolds
u2
u h + 2 − hw
=
U∞ U2
h∞ + 2∞ − hw
∂u ∂h
( ) ( )
∂y 0 ∂y 0
=
U∞ U2
h∞ + ∞ − hw
2
∂u τw ∂h ∂T qw
(∂y) = ; (∂y) = cp ( ∂y) = −
0 μ 0 0 λ
qw (x)cp
τw (x) −
λ
o Sostituendo si ottiene: = U2
μU∞ ∞
h∞ + −hw
2
μcp
τw (x) qw (x)
o Raccogliendo μ, cp e λ risulta: = − λ
U2
U∞ h∞ + ∞ −hw
2
μcp
o Avendo considerato il numero di Prandtl unitario =1
λ
o Si può scrivere la relazione che va sotto il nome di analogia dei campi locali
56
Nel caso 𝐏𝐫 ≠ 𝟏 bisogna introdurre due correzioni attraverso :
a A r R
Moto laminare di Couette 1 Pr 1 Pr
Moto turbolento 0 1 0 1
57
Analogia degli scambi integrali qw 0 ; dpe/dx = 0 ; Pr 1 (Analogia di Reynolds)
o Si deve integrare la relazione degli scambi locali su tutta la lunghezza L della placca
L τw (x) L A qw (x)
piana: ∫0 = − ∫0
U∞ cp (Trec −Tw )
1 L 1 L
q̅ w = L ∫0 q w (x) dx ; τ̅w = ∫ τ (x)dx
L 0 w
τ̅w A q̅ w
=−
U∞ cp (Trec − Tw )
o Questa relazione consente di valutare il flusso di calore medio scambiato dalla placca piana
con la corrente noto che sia lo sforzo di attrito medio compressibile che agisce sulla
placca piana.
o Quando invece è proprio lo scambio termico che per effetto della riduzione di densità del
fluido induce un moto di “galleggiamento” verso l’alto del fluido, si parla di convezione
naturale (….moto attorno alla superficie calda di un termosifone). La velocità tipica della
convezione naturale è dell’ordine di 0.5 m/s.
Convezione forzata
W
q̅ w = −K ΔT [K] = [m2 s]
τ̅w_c ̅w
Aq
= −c = - K (Trec − Tw )
U∞ p rec −Tw )
(T
τ̅w_c cp
K=
AU∞
58
o Si può introdurre il coefficiente di resistenza di attrito medio CD
w_c cp U c pU
K CDc
AU 1 2A
2 U
2
w_c
CDc
1
U 2
2
o In generale risulta:
𝑇𝑤
C𝐷𝑐 = C𝐷𝑐 (𝑅𝑒, ,𝑀 )
𝑇∞ ∞
59
Correzione dell’attrito per gli effetti della compressibilità e della trasmissione termica
̅̅̅̅
τw ̅̅̅̅̅
Aq w
= −c Integrali
{U∞ p (Trec −Tw )
w p τ̅ c τ̅w cp
q w = − AU (Trec − Tw )
̅̅̅̅ ; K= AU∞
∞
W W
[q w ] [ m2 ] [K] [ m 2 K]
τ̅w τ̅w Cp ρ∞ U∞ ρ∞ cp U∞
CD = 1 ; K= = CD
ρ U2 AU∞ ρ∞ U2∞ 2A
2 ∞ ∞
ρ∞ cp U∞
o Flusso di calore: q
̅̅̅̅
w = −CDc (Trec − Tw )
2A
60
Effetti della turbolenza nello strato limite
o Secondo questo modello ogni grandezza si può ritenere come data dalla somma del
valore medio e del valore fluttuante nel tempo attorno alla media
wake region
Outer layer (0.8-0.7)δ
log layer
Inner layer (0.2-0.3)δ
buffer layer
viscous sublayer
o Ad ogni di stanza dalla parete coesistono gli sforzi viscosi e gli sforzi turbolenti. Questi
ultimi sono descritti dalla decomposizione di Reynolds nelle equazioni mediate di Navier-
Stokes ( RANS) in termini di prodotti di fluttuazioni turbolente mediate nel tempo.
∂u
τyxviscoso = μ (∂y)
τyxReynolds = −ρ ̅̅̅̅̅
u′ v ′ > 0 essendo nello strato limite ̅̅̅̅̅
u′ v ′ < 0
o Il profilo di velocità in uno strato limite turbolento viene descritto in una forma
adimensionale introducendo una distanza e una velocità di normalizzazione
61
o La distanza normalizzata y e la corrispondente velocità diventano:
y ̅
u
y+ = l ; u+ = u
τ τ
u+ = y +
1 𝑦𝑢𝜏
u+ = ln ( )+C
k 𝜈
o Nella zona di buffer layer è presente una legge di raccordo tra le due precedenti
62
o Effetti della compressibilità sullo strato limite turbolento
” la dinamica in uno shear layer compressibile, per moderati numeri di Mach, nelle
sue parti essenziali segue il comportamento del corrispondente caso incompressibile ”
( profilo logaritmico, distribuzioni di energia cinetica ,....)
Per strati limite l’ipotesi trova conferma da parte dei risultati sperimentali e si può
utilizzare fino a numeri di Mach = 5.
Conseguenza:
….le fluttuazioni della densità e dell’entalpia nello strato limite turbolento non
modificano sostanzialmente la struttura media della turbolenza fino a quando le “
fluttuazioni del numero di Mach sono molto minori dell’unità”.
M M M' M ' 1
\
63
Effetti della compressibilità e della trasmissione termica
Saranno valutati gli effetti della compressibilità ( numero di Mach ) e della trasmissione
termica ( flusso di calore scambiato) nei casi di alcuni flussi significativi :
Effetti della compressibilità e della trasmissione termica sulla resistenza di attrito di una
placca piana
o Nelle analogie ricavate prima ( valide per la placca piana) lo sforzo di attrito a parete
(locale o integrato ) e quindi i corrispondenti coefficienti sono da intendersi riferiti al
flusso compressibile e termico.
1 2
D = CDc S ρ∞ U∞
2
Tw
CDc = CDc (Re, M∞ , )
T∞
U∞ Lρ∞
...il numero di Reynolds è riferito alla corrente a monte: Re = μ∞
Nel caso di flusso compressibile e termico nello strato limite la viscosità e la densità
variano in accordo con la temperatura. La pressione continua a rimanere constate nello
strato limite.
(T(y) ) & ( T ( y ))
64
Metodo della sezione rappresentativa
Non è difficile ricavare T* in quanto i profili di temperatura T=T() sono stati già
ricavati prima :
T Tw (1 ) T 2 Trec ( 2 )
Procedimento di correzione
T T
Si assume di poter scrivere: CDc = CDc (𝑅𝑒∞ , M∞ , Tw ) = CDinc (𝑅𝑒∞ ) χ (M∞ , Tw )
∞ ∞
T w T
τ̅̅̅̅ ̅̅̅w̅ 𝑖𝑛𝑐 → CDc = χ (M∞ , Tw ) CDinc (𝑅𝑒∞ )
w 𝑐𝑜𝑚 = χ (M∞ , T ) τ
∞ ∞
65
Correzione per lo strato limite laminare Re L < 500000
ρ∞ μ∞ U3∞
Nel caso di flusso incompressibile: τ̅̅̅w̅ 𝑖𝑛𝑐 = 0.664√ ∝ √ρ∞ μ∞
L
ρ∗ μ∗ U3∞
τ̅̅̅w̅𝑐𝑜𝑚 = 0.664√ ∝ √ ρ∗ μ∗
L
1
√ρ∗∞ μ∗∞ ρ∗ μ∗ 2
Risulta quindi per la correzione: χ = = (ρ μ )
√ρ∞ μ∞ ∞ ∞
μ∗ T∗ ω ρ∗ T∞
=( ) ; =( ) ( per la densità la pressione è irrilevante)
μ∞ T∞ ρ∞ T∗
1 ω−1
T∗ ω T∗ −1 2 T∗ 2
Sostituendo si ottiene : χ = [(T ) (T ) ] = (T )
∞ ∞ ∞
T∗ Tw Trec Tw γ−1 2
= 0.5 + 0.5 + 0.25 = 0.5 + 0.5 + 0.25 (1 + R M∞ )
T∞ T∞ T∞ T∞ 2
2 −0.125
Tw + T∞ γ − 1 M∞
χ=[ + R ]
2 T∞ 2 4
1.328
Per il caso incompressibile il coefficiente di resistenza vale: C Dinc
Re L
1
La resistenza si calcola con la relazione: D = CDc (2BL) 2 ρ∞ U∞
2
66
Correzione per lo strato limite di bassa turbolenza (5105 Re L 107)
1 1
4 1
2 ν∞ 5 μ 5
τ̅̅̅w̅𝑖𝑛𝑐 = 0.036 ρ∞ U∞ (U ) ∝ ρ∞ (ρ∞ ) ∝ ρ∞ 5 μ∞ 5
∞ L ∞
1 1
4 1
∗ 2 ν∞ 5 ∗ μ∗ 5
τ̅̅̅w̅𝑐𝑜𝑚 = 0.036 ρ U∞ (U ) ∝ ρ ( ρ∗ ) ∝ ρ∗ 5 μ∗ 5
∞ L
1 4
μ∗ 5 ρ∗ 5
χ=( ) ( )
μ∞ ρ∞
ω 4 (ω−4)
T ∗ 5 T ∗ −5 T∗ 5
χ=( ) ( ) =( )
T∞ T∞ T∞
T∗ −0.65
Si può ancora assumere ω=0.75 e si ottiene χ = (T )
∞
−0.65
Tw +T∞ γ−1 M2∞
χ=[ + R ]
2 T∞ 2 4
T
M , w
T
67
Diagrammi per il fattore di correzione al variare del numero di Mach e del rapporto
di temperature
X_lam
1.0
0.9
0.8
Tw / T inf = 0
Tw / T inf = 1
0.7
Tw / T inf = 2
Tw / T inf = 4
Tw / T inf = 6
0.6 Tw / T inf = 8
Tw / T inf = 10
Tw = Trec Mach
0.5
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
1.8
X_turb
Tw / T inf = 0
1.6
Tw / T inf = 1
1.4 Tw / T inf = 2
Tw / T inf = 4
1.2 Tw / T inf = 6
Tw / T inf = 8
1.0 Tw / T inf = 10
Tw = Trec
0.8
0.6
0.4
0.2
Mach
0.0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
A parte il caso Tw / T < 1 ( parete molto fredda) per tutti gli altri casi risulta χ < 1
cioè a dire gli effetti della compressibilità e della trasmissione termica riducono il
coefficiente di resistenza di attrito rispetto al caso incompressibile.
Lo sforzo di attrito medio dipende dalla densità e dalla viscosità secondo una
dipendenza di proporzionalità dalle due proprietà di trasporto:
La vince l’effetto della densità che porta ad una riduzione dell’attrito a parete nel
caso di flusso compressibile.
o Il calcolo del flusso di calore scambiato tra corrente e parete discende direttamente
dall’analogia degli scambi.
τ̅̅̅w̅𝑐 Aq̅̅̅̅
w
=−
U∞ cp (Trec − Tw )
Si ottiene:
τ̅̅̅w̅𝑐 ρ∞ cp U∞
q
̅̅̅̅
w =− cp (Trec − Tw ) = − CDc (Trec − Tw )
AU∞ 2A
69
Supersonic Cone Rules
o Sono regole che si possono applicare al cono con un’angolo di semiapertura < 55°
posto ad incidenza nulla in una corrente supersonica caratterizzata da M > 1.2
r
Proprietà costanti lungo ogni
M > 1.2 direttrice r uscente dall’apice
o In base alle specificità del flusso conico le proprietà del flusso ( pressione, densità,
temperatura, velocità,…) lungo ogni direttrice r uscente dall’apice e inclinata di un
certo angolo rispetto alla direzione dell’asse del cono, sono costanti
o Per effetto della viscosità e della conducibilità lo strato limite attorno al cono è anch’esso
assialsimmetrico.
o Il flusso attorno al cono e il flusso attorno ad una placca piana sono del tutto simili come
evoluzione.
M M
x
70
R e x cono = R e x p.piana
M∞ cono = M∞ pp
V∞ ρ∞ x
; Rex = ( locale )
Tw Tw μ∞
(T ) = (T )
e cono e pp
{ Pr (x)cono = Pr (x)pp
q w cono = √3 q w pp
τw (x)
Cf =
1 2
2 ρe Ue
τ̅̅̅̅
w
CD =
1 2
2 ρ∞ U∞
o Nel caso di strato limite turbolento sul cono e sulla placca piana risulta:
71
Flusso nell’intorno del punto di arresto: sforzo di attrito e flusso di calore a parete
Il problema tipico è quello che si presenta in condizioni di volo ad elevati numeri di Mach
e con trasmissione termica.
Particolarmente “stressate dal punto di vista termico” solo le zone di arresto della
corrente che devono essere protette opportunamente attraverso specifiche metodologie
(Thermal Protection System).
Nel punto di “arresto della corrente” le condizioni sono quelle definite dall’arresto
isoentropico.
Saranno analizzati due aspetti peculiari del flusso nel punto di arresto: il comportamento
dello sforzo di attrito a parete e il flusso di calore a parete.
Nel punto di arresto la parete si porta alla temperatura di arresto della corrente a
monte To Questo perché l’arresto è isoentropico. Questo è vero anche in presenza
di urti perché l’entalpia totale si conserva attraverso l’urto.
Ogni altro punto della parete che non sia punto di arresto in condizioni adiabatiche
si porta in corrispondenza della temperatura di recupero
72
Esempio di distribuzione di temperature in alcune zone tipiche della navicella Shuttle.
73
Flusso nell’intorno del punto di arresto
Data la presenza di onde d’urto davanti alle zone di arresto del corpo, a valle la
corrente gassosa è subsonica e tale sarà ancora nella regione del punto di arresto.
Inoltre, poichè il flusso è accelerato a partire dal punto di arresto questo stabilizza lo
strato limite laminare che emerge da tale punto.
Per questo flusso nel caso incompressibile e laminare è presente una soluzione esatta delle
equazioni di Navier –Stokes (145-149 White- Hiemenz )
Il flusso all’esterno dello strato limite e nell’intorno del punto di arresto è regolato
dalla relazione:
U e ( x) k x
La costante k definisce la rapidità della variazione della velocità esterna ovvero
regola l’entità dell’accelerazione della corrente
dU e
k
dx x 0
74
Il valore della costante k è legato alla forma del corpo ( 2D – 3D- ….) nell’intorno
del bordo di attacco e dall'incidenza
𝐵
Dove F’ = u / Ue & 𝜂 = 𝑦√𝜈 (B costante numerica)
La soluzione viene data attraverso una tabella e fornisce il profilo di velocità e lo
sforzo di attrito a parete nel punto di arresto.
F' = u / U
PLANE (2D) AXISYMMETRIC (3D)
𝜂 F''(0) =1.23259 F''(0) =1.31194
0.1 0.11826 0.12619
0.2 0.22661 0.24239
0.3 0.32524 0.34863
0.4 0.41446 0.44499
0.5 0.49465 0.5316
0.6 0.56628 0.60871
0.7 0.62986 0.67663
0.8 0.68594 0.73577
0.9 0.73508 0.78666
1 0.77787 0.82987
1.1 0.81487 0.86608
1.2 0.84667 0.89598
1.3 0.87381 0.92032
1.4 0.89681 0.93983
1.5 0.91617 0.95522
3 0.99843 0.9993
75
Relazioni esatte per lo sforzo di attrito a parete nell’intorno del punto di arresto
dU
w ( x) 1.233 U e 2 e
dx 0
dU
Sostituendo Ue = kx risulta: w ( x) 1.233 e 3 x
dx 0
dU e
w ( x) 1.312 U e 2
dx 0
dU e 3
Sostituendo Ue = kx risulta: w ( x) 1.312 x
dx 0
w w
w 1/ x
x x
76
La costante k per l’intorno del punto di arresto
Dipende dalla geometria del corpo e dalla velocità della corrente gassosa. Si
considerano casi semplici.
KD
Per tale dipendenza si ricorre alla forma adimensionale f ( geometria, M )
V
La teoria del flusso potenziale fornisce la distribuzione della velocità attorno al cilindro
nel caso di flusso inviscido risulta :
x dU e 2V x
U e ( ) 2V sin = 2V sin ; cos ;
R dx R R
dU e 2 V 4 V KD
per x → 0 k 4
dx x 0 R D V
La teoria del flusso potenziale fornisce la distribuzione della velocità attorno alla sfera
nel caso di flusso inviscido risulta:
3 3 x dU e 3 V x
Ue V sin = V sin cos
2 2 R dx 2 R R
dU 3 V V KD
K e 3 3
dx x 0 2 R D V
77
Strato limite nel punto di arresto: Giustificazione delle relazioni esatte (metodi
approssimati)
o Ci sono metodi che “calcolano l'evoluzione dello strato limite” risolvendo l’equazione
dello strato limite scritta in forma integrale sia per lo strato limite laminare ( Metodo
di Thwaites ) che per quello turbolento ( Metodo di Head )
d dUe
*
C
(2 H ) f
dx U e dx 2
Metodo di Thwaites
Input: il flusso esterno Ue = Ue(x) dalla teoria del flusso potenziale, metodo dei
pannelli, …
0.45
x
Spessore della quantità di moto: ( x) U
2 5
6 e ( x)dx
Ue ( x) 0
2 dU e
legato all’accelerazione della corrente esterna
dx
du 1
( ) C f Re legato all’attrito
dy y 0 U e 2
x
0.45 0.45 0.45 x 6 0.45 x 6 0.075
x x
(0) 0 (kx) dx kx 6 0 cos tan te
2 5 5
x dx
(kx) 6 kx 6 6 0
kx 6 6 k
0.075
(0) spessore di quantità di moto finito nel punto di arresto
k
78
o 2 dUe 0.075 1
(0) k 0.075
dx 0 k
1
du (0) w 0.075 2 1
(0.075) 0.328
dy y 0 U e k kx
3
k 2
w f (k , x) w x w k 3/2
w 0.328 1
x ; &
(0.075 )
2
dUe
w 1.1977 U e ( x) 2
dx 0
Questa struttura richiama la relazione per lo sforzo di attrito nel caso della placca piana
U 3
w 0.332
x
79
Flusso di calore nel punto di arresto
0.1
ww
q w (0) 0.570 Pr
0.6
( e e k ) 12
H e H w 7.48a
e e
il pedice “ e ” indica le proprietà del fluido all’esterno dello strato limite nel
punto di arresto. Tali condizioni coincidono con le condizioni di arresto visto che
Ue (0)=0. Quindi : He = cp Te = cp To
In figura sotto viene riportato l’andamento del flusso di calore a parete espresso dalla
relazione scritta per qw [ 0.570 (…. ) , 0.763 (….. ) ] e i dati sperimentali rilevati in un
tubo d’urto su un bordo di attacco emisferico ( Rose & Stark 1958 ) che simula una
condizione di rientro.
80
Giustificazione delle relazioni esatte per il flusso di calore scambiato
Si può riconsiderare l’analogia degli scambi locali scritta per il caso non adiabatico e per
la placca piana dpe/dx =0
w ( x) A q w ( x)
U c p Trec Tw
Modifiche da apportare:
dU e
w ( x) 1.233 U e 2 ( x) Cilindro
dx 0
dU e
w ( x) 1.312 U e 2 ( x) Sfera
dx 0
dU
w ( x) 1.233 * * U e 2 ( x) e Cilindro
dx 0
dU
w ( x) 1.312 * * U e 2 ( x) e Sfera
dx 0
81
w _ c ( x)
Forma modificata per il flusso di calore q w ( x) c p Tarr Tw
AU e ( x)
dU e
Sforzo di attrito w ( x) C * * U e ( x)
2
dx
C * * U e (dU e dx)
2
q w ( x) c p Tarr Tw
AU e ( x)
C * * dU e dxx 0
q w (0) c p Tarr Tw
A
C * * K
q w (0) c p Tarr Tw
Pr 0.67
0.1
1
Formula precedente qw C Pr
0.6
( e e K ) w w
2
H e H w
e e
82
Flusso di calore nel punto di arresto: Influenza della geometria
Oltre che dal numero di Mach della corrente indisturbata il flusso di calore dipende
fortemente dalla geometria nell’intorno del punto di arresto definita dal raggio di curvatura
in tale punto.
1
qw
R
Il flusso di calore è legato all’inverso del raggio di curvatura del corpo nel punto di
arresto.
Piccoli raggi di curvatura (bordi di attacco appuntiti) danno luogo a flussi di calore
molto più elevati rispetto al caso di raggio di curvatura più grandi (bordi di attacco
arrotondati).
…questo risultato giustifica il comportamento del corpo con bordo di attacco Flat –
nosed che dal punto di vista termico è quello “che stà meglio di tutti! ” visto che il
valore di R tende a valori molto grandi
83
Relazioni per la grandezza k
dU
k = ( dxe) parametro legato all’accelerazione nella regione attorno al punto di arresto
0
La grandezza k influenza sia lo sforzo di attrito a parete che il flusso di calore a parete
qw ( 0 )
kD
qw ( k ) 1/2 → f (M , forma del corpo)
V
kD 2 4
Cilindro = 4(1 − 0.416M∞ − 0.164M∞ + ⋯..)
U∞
kD 2 4
Sfera = 3(1 − 0.252M∞ − 0.0175M∞ + ⋯…)
U∞
kD π
Flat Nosed = 2 (1 − f(M∞ ))
U∞
kD
Cilindro =4
U∞
Si derivano considerando il flusso potenziale
kD
Sfera =3
U∞
kD π
Flat Nosed =
U∞ 2
84
o Flusso ad alta velocità (supersonico e ipersonico)
M
ρ∞
Il rapporto tra le densità ρe
si ricava dalle relazioni dell’urto retto e risulta
e ( 1) M 1 ( 1) M 2 1
2 2
1
( 1) M 2 2 2 2M 2 1
1 −1
kD (γ + 1)M∞2 γ− 2
1 (γ − 1)M∞ + 2 (γ−1)
= √8 { [1 + ] }
U∞ (γ − 1)M∞2 + 2 2 2γM∞ 2 −γ+1
kD
Le relazioni che esprimono U∞
= f(M∞ ) dal subsonico fino all’ipersonico sono
riportate in diagramma di seguito
85
Nello stesso diagramma sono riportati per confronto i risultati sperimentali di
Korobkin nel caso di una sfera.
kD
Anche nel campo supersonico e ipersonico il valore di U∞
per il flated nosed è
sempre più basso del corpo cilindrico e sferico e si riduce come per il cilindro
e la sfera all’aumentare del numero di Mach.
In figura sotto viene riportato l’andamento del flusso di calore a parete espresso
dalla relazione scritta per qw [ 0.570 x (…. ) , 0.763 x (….. ) ] e dati sperimentali
rilevati in un tubo d’urto su un bordo di attacco emisferico che simula una
condizione di rientro.
86
Relazione di Romig
p
Relazione: 3.1
q w (0) = 0.0145 M∞ √ R∞
È necessario prestare attenzione alle unità di misura delle due grandezze che
compaiono nella formula sotto radice quadrata. Infatti per la pressione p∞ e per il raggio
di curvatura R, devono essere utilizzate le unità di misura del sistema anglosassone.
lb
[p∞ ] = [ 2f ] ; [R] = [ft]
ft
BTU
[q w ] = [ ]
ft2 s
Considerando le equivalenze:
- 1 BTU=0.252 kcal
- 1 kcal = 4184 J
- 1 ft = 0.3048 m
BTU kW
1 = 11.35
ft2 s m2
87
Effetti della trasmissione termica sulla stabilità dello strato limite laminare
La presenza del flusso di calore a parete influenza la stabilità dello strato limite laminare
La direzione del segno del flusso di calore e la natura del fluido ( liquido oppure gas )
può stabilizzare o destabilizzare lo strato limite laminare
Teorema di Rayleigh
Alla base dell’analisi che segue c’è il teorema di Rayleigh che definisce la condizione necessaria
ma non sufficiente affinché lo strato limite laminare si destabilizzi. Affinché si possa
destabilizzare lo strato limite deve essere presente un punto di flesso nel profilo di velocità.
Questa trattazione non è esaustiva per l’analisi ben più complessa per la quale sono presente
teorie molto sofisticate.
2u
Assenza di flesso 2 0
y 0
Flesso a parete 2u
2 0
y 0
2u
Flesso in y > 0 2 0
y 0
88
Profilo di velocità del caso a)
Compete ad uno strato limite laminare stabile in quanto è assente il punto di flesso.
...infatti la derivata prima è con segno tutto positivo e valore decrescente al crescere
della distanza dalla parete.
....il valore massimo della derivata prima è massimo a parete dove si genera anche il
valore massimo dello sforzo di attrito a parete in quanto legato al gradiente di velocità a
parete.
....La derivata seconda invece è con segno sempre negativo essendo la derivata prima
tutta descrescente.
E’ un profilo di velocità con flesso posizionato ad una certa distanza dalla parete .
Il segno della derivata prima è sempre positivo ma la funzione è prima crescente e poi
decrescente all’aumentare del valore di y.
Il segno della derivata seconda nella parte sotto il flesso è positivo mentre sopra il
punto di flesso il segno è negativo.
Tutta l’analisi si basa sullo studio del segno della derivata seconda valutata a parete che per la
stabilità deve essere NEGATIVA.
89
Trattazione: Equazione del moto per lo strato limite 2D laminare e compressibile
u u dp u
u v e
x y dx y y
Si analizza la derivata seconda della velocità u=u(x,y) fatta rispetto a y. Si calcola tale
derivata, si valuta a parete e si isola il termine.
u u dpe u 2u
wu w v
w w
2
dx y y w
w
x y w y w
u2
2u
Si isola il termine w 2 che per la stabilità deve dare luogo a 2 0
y w y w
Si analizza il segno che ogni contributo apporta nella definizione del segno della derivata
seconda.
2u u dp u
w w v w e
2
y w y w dx y w y w
2u v u 1 dpe 1 u
2 w w
y w w y w w dx w y w y w
Il termine u si scrive in funzione di w considerando la legge di Newton u w
y
w y w w
2u 1 dpe 1
2 w2 w v w 2 w
y w w w dx w y w
90
Analisi della derivata seconda a parete
La viscosità dipende dalla temperatura che sua volta varia nello strato limite pertanto risulta:
=(T(y))
o La derivata si può scrivere considerando anche la legge di Fourier, come:
y w
T q w
y w T w y w T w w
2u 1 dpe 1
2 w2 w v w 2 w qw 0 Stabile
y w w w dx w w T w
A rendere negativa la derivata seconda a parete ovvero a stabilizzare lo strato limite
laminare concorrono i tre contributi.
w
Effetti del primo termine w vw
w2
o Il primo termine porta segno solo per effetto della velocità normale alla parete
che può essere diversa da zero: pareti permeabili.
91
1 dpe
Effetto del secondo termine
w dx
o Il segno del secondo termine è legato solo al segno del gradiente di pressione
dpe/dx
1
Effetto del terzo termine w qw
w w T w
92
Comportamento delle correnti gassose
o La viscosità cresce con la temperatura pertanto > 0 il segno del terzo
T w
termine lo determina il flusso di calore a parete qw.
o Se qw > 0 ovvero la parete è calda rispetto alla corrente che la lambisce ( flusso
2u
di calore diretto dalla parete verso la corrente ) risulta 2 0
y w
o Se qw < 0 la parete è fredda rispetto alla corrente ( flusso di calore diretto dalla
2u
corrente verso la parete 2 0 )
y w
93
1
Comportamento delle correnti liquide w qw : succede l’opposto
w w T w
o La viscosità si riduce con la temperatura pertanto risulta <0
T w
2
y w
laminare.
94