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La legge di Newton della viscosità si è rivelata valida per una larga classe di fluidi, in particolare
per tutti i gas e i liquidi con peso molecolare inferiore a circa 5000, pertanto questa classe di fluidi
è detta dei fluidi Newtoniani.
Per converso, i fluidi che non rispettano questa semplice legge sono detti fluidi non-Newtoniani.
Esempi di fluidi non-Newtoniani sono i polimeri liquidi, le sospensioni, le paste, i fanghi e altri fluidi
complessi.
Per i fluidi non-Newtoniani il concetto di viscosità, quale proprietà chimico- fisica del fluido, perde
significato, in quanto il suo valore non dipende unicamente dal fluido e dalle condizioni esterne
quali pressione e temperatura, ma anche dal moto.
Per mantenere il formalismo sin qui adottato si introduce allora una viscosità apparente η che è
funzione anche dello stato di sforzo locale:
τ = −η % γ
I fluidi non newtoniani possono essere divisi in classi in base al loro comportamento.
Si definiscono, da ultimi, viscoelastici tutti quei fluidi (numerose specie di bitumi) nei quali si
riscontrano, accanto alle proprietà viscose (predominanti) proprie dei fluidi, anche alcune proprietà
elastiche caratteristiche dei solidi.
Per descrivere molti dei comportamenti complessi dei fluidi non-Newtoniani sono stati proposti
differenti modelli.
All’atto pratico ci si riferisce prevalentemente al semplice modello di Ostwald-De Waële, meglio
noto come legge di potenza, per descrivere con buona approssimazione il loro comportamento
reologico:
+,-
𝜂 = 𝑚 𝛾 .
in cui m e n sono i parametri del fluido. È facile verificare che se n=1 il fluido è Newtoniano e il
coefficiente m s’identifica con la viscosità μ, se n>1 è dilatante e infine se n<1 è pseudoplastico.
Per un fluido non-Newtoniano, la viscosità non è indipendente dallo stato di sforzo. Pertanto per
un fluido non-Newtoniano al quale si applica il modello reologico di Ostwald-De Waële, integrando
la relazione di dispersione per un moto in condotta a sezione circolare, si ha:
𝑠+3 𝑟 78- 𝑅 78- 𝛥𝑝 1 7
𝑢0 = 𝑢0 1− 𝑢0 = −
𝑠+1 𝑅 𝑠+3 𝐿 2𝑚
in cui s=1/n.
Lo sforzo nel fluido, massimo alla parete e nullo al centro, è indipendente dalla reologia del fluido:
𝛥𝑝
𝜏>0 = 𝑟
𝐿
Il gradiente di pressione avrà quindi la forma:
+
𝛥𝑝 3𝑛 + 1 𝑢0+
− = 2𝑚
𝐿 𝑛 𝑅+8-
Nel caso di moto di trascinamento tra lastre piane e parallele l’integrazione porta ad un profilo
lineare di velocità, analogamente a quanto trovato per i fluidi newtoniani.
𝑧
𝑢P Q = 𝑣
ℎ
,C,-sa wx yz
𝑅𝑒o_ = 10e 𝑅𝑒o_ 𝑎 = −1,378 1 + 0,146 · 𝑒 ,.,s·-C