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L’arte dei giardini nell’antica Roma

di Maria Luigia Ronco Valenti

Curiosità
Il vocabolo “hortus” aveva per gli antichi romani
significati diversi che comprendevano ogni genere di appezzamento
sia quello incolto che quello coltivato con la massima cura
nei pressi di splendide ville.

“Hortus” era in linea di massima il pic- di Mecenate sull’Esquilino ritrae un am-


colo campo coltivato dai contadini per pio piazzale nel cui centro si trova una
le proprie esigenze familiari, da cui de- peschiera alimentata da un alto getto di
riva il nostro “orto”, ma poteva rife- acqua e circondata da grandi aiuole con
rirsi anche a “podere” coltivato a vi- folti cespugli, mentre ai lati del giardi-
gna o frutteto per finalità commercia- no si nota un viale coperto da un per-
li, mentre il terzo significato era quel- golato arricchito da festoni di mirto.
lo del giardino signorile che circonda- Altre decorazione del genere sono sta-
va la villa padronale per arricchire e ab- te ritrovate sia nella “Casa degli Amo-
bellire la residenza del proprietario. In rini” a Pompei che a Roma nella casa
questo caso l’hortus si trasformava in di Livia a Prima Porta. Proprio la do-
giardino in cui venivano sistemate cumentazione fornitaci da queste pit-
aiuole, viali, boschetti, statue, fontane ture ci ha fatto scoprire il gusto arti-
seguendo i desideri dei proprietari ma stico dei Romani nel decorare i loro
anche adeguandosi a precisi canoni ar- giardini che venivano arricchiti da nu-
tistici che si vennero man mano affer- merose statue situate su colonne, da
mando nel corso del tempo. ventore di questo genere di giardinag- erme di divinità e alti pilastri su cui
I Romani, difatti, progettando i loro gio fu un certo Caio Matio vissuto nel- poggiavano enormi vasi di fiori.
giardini, sia privati che pubblici, non l’epoca di Augusto. Le specie vegetali usate dai Romani nei
si limitavano a una coltivazione nor- La bellezza e la fantasia con cui erano loro giardini erano le stesse che usia-
male delle piante ma cercavano di tra- disposti gli alberi e le piante nei giardi- mo ancora oggi e venivano suddivise
sformare il loro aspetto naturale po- ni di Roma, oltre che dagli scrittori, vie- in due categorie: gli “arbores silve-
tandole in modo che acquistassero le ne testimoniata dai dipinti con cui gli stres”, cioè quelli che crescevano spon-
forme più strane e in particolare che antichi romani fecero decorare le loro tanei nei boschi ed erano poco adatti
assomigliassero ad oggetti o ad animali. stanze. Difatti i Romani erano tanto alla coltivazione, e gli “arbores urba-
Plinio il Vecchio ci ha lasciato nei suoi amanti del verde che quando dalle lo- nae” che potevano essere trapiantati
trattati ampie descrizioni su questo uso ro case non si potevano ammirare gli anche in città sia per ricavarne frutti o
insolito del verde che era diventato col spettacoli della natura si facevano di- anche semplicemente per godere del-
tempo una vera e propria arte chiama- pingere sulle pareti ampie vetrate che la loro ombra.
ta “opus topiarium”. avevano per sfondo un bosco o un giar- Appartenevano alla prima categoria l’a-
Gli alberi che venivano usati per se- dino, e gli esempi più famosi di queste bete, il faggio, il castagno, il pino sil-
guire questa moda del tempo erano i decorazioni sono stati scoperti sia a Ro- vestre, il leccio, il pioppo, la quercia, il
sempreverdi come il bosso, il cipres- ma che a Pompei. L’ambientazione pit- rovere, e alla seconda il platano, l’ol-
so e la quercia, dai quali si ricavavano torica ritrovata a Roma nell’Auditorium mo, il pino fruttifero, la palma, l’olivo,
simulacri di divinità, animali, figure il tiglio e il cipresso che venivano defi-
Sopra: Ricostruzione del particolare
geometriche e paesaggi fantastici, e l’a- di una fontana e di un giardino niti “mites” per la loro adattabilità.
bilità dei giardinieri era giunta al pun- all’epoca dei Flavii. Era allora in uso riunire in uno stesso
to da assemblare queste figure in mo- spazio alberi provenienti da regioni con
A fronte: Ricostruzione di un antico
do da ottenere rappresentazioni di sce- giardino romano. climi assai diversi per sperimentare le
ne di caccia, battaglie navali, ambienti Ricostruzione della voliera varie possibilità di accostamento e di
mitologici. Plinio ci tramanda che l’in- di Varrone. inserimento e per creare ambienti ori-

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rare i giardini dal vento e posto nei luo- le fiorite. Gli stessi interni delle case si-
ghi più adatti a questa funzione, le pal- gnorili erano decorati con piante e fio-
me erano disposte singolarmente o a ri che venivano posti tra le colonne e
piccoli gruppi, mentre agli alberi da intorno alle statue e ai sedili.
frutto era riservata una zona partico- A Roma esistevano anche giardini pub-
lare detta “pomerium” che accanto al blici che sorgevano in alcune zone del-
vigneto e all’uliveto costituiva uno de- la città per offrire possibilità di pas-
gli elementi tipici di una villa. seggiate e di svago ai cittadini. Essi dif-
Spesso gli alberi da frutto erano collo- ferivano da quelli privati e potrebbe-
cati nello stesso giardino al centro del- ro essere definiti “giardini di passeg-
le aiuole circondati da cespugli di al- gio”, mentre quelli privati erano “giar-
La villa di Lucrezio Fronto a Pompei loro e di mirto, e intorno ai loro tron- dini di ornamento”.
(ricostruzione).
chi venivano avvolte piante rampican- I giardini pubblici erano lasciati allo
ginali: l’abete e il faggio venivano ac- ti come l’edera e la vite che, collegate stato naturale e in epoca repubblicana
costati alla palma africana e ai pini ma- con altri alberi, formavano artistici fe- erano formati da semplici prati solca-
rittimi provenienti dal meridione. stoni e pergolati. Si usavano per le sie- ti da sentieri senza alcun abbellimen-
La loro sistemazione non derivava da pi cespugli di alloro, una delle piante to: tra questi possiamo ricordare i “Pra-
fantasie momentanee: i giardini dei ro- più amate dai Romani, di mirto e di ro- ta Flaminia”, che si trovavano sul Pa-
mani rispettavano i principi fonda- smarino, mentre il capelvenere serviva latino e quelli dell’Aventino che scom-
mentali derivanti dall’uso e dalla co- a decorare grotte, fontane e ninfei ai parvero in epoca imperiale perché ven-
modità sempre però nell’osservanza quali conferiva un aspetto suggestivo. nero inclusi nelle aree destinate a zo-
dei canoni estetici in cui erano mae- Contrariamente al diffuso e vario uso ne edificabili e sui quali sorsero son-
stri; i viali venivano delimitati da fila- delle piante, i fiori non erano molto uti- tuose ville patrizie.
ri di platani e olmi alternati a cespu- lizzati nei giardini romani perché non Nuovi luoghi di svago e di passeggio
gli di bosso e i grandi parchi che sor- se ne conoscevano molte specie. I fio- divennero per i Romani i “giardini di
gevano intorno ai giardini erano rico- ri più diffusi erano le rose, che ornava- ornamento” che sorgevano nei pressi
perti da querce, lecci, abeti, pini silve- no le edicole dedicate agli dei, il giglio o all’interno di qualche edificio monu-
stri che formavano una zona di vege- sacro a Giunone, la viola che serviva mentale tra cui il Foro, la Basilica, i Por-
tazione spontanea che fosse in netto per i culti funerari tanto che ogni anno tici, i Teatri, le Terme che si sostituiro-
contrasto con le simmetrie e le diver- si celebrava una ricorrenza detta “dies no alle aree che erano state destinate al-
se configurazioni dettate dalla fanta- violae” in cui si portavano rose e viole l’edilizia, ma già dalle origini i Roma-
sia e dalle sapienti potature operate dai sulle tombe dei defunti. Quelli più usa- ni erano soliti ornare con alberi om-
giardinieri nei giardini contigui. ti per le decorazioni anche interne era- brosi e fiori le zone intorno ai templi
Si sa che il cipresso era usato per ripa- no i garofani e i narcisi. che divennero veri e propri giardini,
L’arte del giardinaggio era molto dif- usanza che proveniva dal Medio Orien-
fusa nell’antica Roma ed era oggetto te dove giardini rigogliosi si trovavano
di una speciale attenzione che può es- intorno alle aree dei templi a partire dal
sere paragonata, ai nostri giorni, a quel- secondo millennio prima di Cristo.
la delle popolazioni anglosassoni tra le Il gusto per la realizzazione dei giardi-
quali rappresenta un’esigenza diffusa ni, specie nelle zone sacre e sepolcrali,
tra tutti i ceti sociali, dal contadino al si diffuse prima in Grecia e in seguito a
ricco proprietario. Roma dove divenne una vera e propria
A Pompei si sono trovati esempi di ca- arte alla quale si ispirarono i secoli suc-
se in cui il peristilio era stato sacrifica- cessivi e a cui, anche ai nostri giorni,
to per ricavarne un giardino o veniva possiamo considerarci debitori.
sostituito da pergolati e cancellate di le-
gno ricoperte da piante rampicanti rea- A fronte:
lizzando così un ambiente intermedio Pianta di Roma antica tratta dal
“Thesaurus Antiquitatum Romanorum”
tra cortile e giardino detto “viridarium”
di Georgius Graevius, incisa e
che consisteva in un vero e proprio pubblicata a Leida (Olanda) tra il 1694
“giardino domestico” racchiuso tra le e il 1699 da Petrus Van der Aa.
pareti di casa. Nel centro veniva di so- (Collezione della Galleria
“San Lorenzo al Ducale” di Genova).
Gli orti di Sallustio in un’incisione lito sistemata una fontana con i pesci e
secentesca. all’intorno venivano disposte delle aiuo- Un giardino in un affresco romano.

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