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DEFINIZIONI DELLA TECNICA STRAIN COUNTERSTRAIN:

1. Una procedura di medicina manuale Osteopatica Americana: indiretta e


neurologica, di posizionamento passivo in accorciamento specifico, che colloca
il corpo in una situazione di grande conforto; diminuendo il dolore e le disfunzioni. In
questo modo arresta e riprogramma l’errata attività neurologica che mantiene la
disfunzione in atto.

2. Un lieve stiramento (accorciamento) applicato nella direzione opposta al falso e


continuo messaggio di stiramento che il corpo percepisce, causa della sua
sofferenza.

RITARARE IL FUSO:

1. Iper-accorciando passivamente in modo specifico la fibra muscolare, si riporta il


fuso in una situazione di silenzio di scarica.
2. Mantenendolo il tempo adeguato 90”.
3. Riportandolo alla posizione neutra molto lentamente.

Basi fondamentali della tecnica Strain Counterstrain:


“Basata sull'attività propriocettiva e sulla disfunzione somatica” secondo Irvin Korr. Il
fuso rimane attivo ed ipersensibile agli stiramenti, causando la disfunzione somatica.

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Dal libro “Jones Strain Counterstrain”:

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DEFINIZIONI DI PUNTI TESI (TENDER POINTS)
1. Piccole zone di tessuto muscolare e fasciale contratto ed edematoso per un
diametro di circa 1 cm.

2. Manifestazione sensibili di disfunzione neuromuscolari o muscolo-scheletriche, che


vengono utilizzate per porre diagnosi e guidare l’operatore verso il trattamento di
miglior efficacia.

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CARATTERISTICHE DEI TENDER POINTS (TP):

 Nome specifico dato Dal Dr. Jones, identificandoli come SCS Tender Points.
 Si presenta come un’area densa e tesa di circa 1 cm particolarmente dolorosa al
tatto o conseguente ad uno specifico movimento.
 Condurranno nel tempo a debolezza muscolare e dolore al reclutamento muscolare
risultando in un ristretto range di movimento.
 nel ventre muscolare, nei pressi della giunzione muscoloscheletrica, nei tendini, nei
legamenti, nelle strutture fasciali, nelle pareti arteriose, nelle componenti linfatiche,
sui nervi periferici.
 Non Rispondono bene alla puntura ed all’allungamento.
 Sono zone 4 volte più tese rispetto al tessuto adiacente.
 La pressione applicata è solo per testarne la presenza e non più di quella necessaria
a scurire il letto ungueale.
 La quantità di pressione inizialmente applicata deve essere la stessa utilizzata per la
sua valutazione successiva al trattamento.
 Il dolore percepito nel (TP) è soggettivo e non direttamente proporzionale al grado di
disfunzione in atto (Regola generale, più teso = più dolore).
 La risposta del paziente può essere diversa: (Grimace sign, jump sign, toe curl sign,
asymmetric ticklishness, Fist Sign).
 La differenza con altri metodi che utilizzano punti è che noi non facciamo nulla al
(TP), gli utiliziamo come pura fonte diagnostica.

CREAZIONE DEI TENDER POINTS (TP):


 Sovra lavoro a bassa intensità e lunga durata
 Sovra lavoro ad alta intensità e breve durata
 Allungamento rapido dopo iper-accorciamento
 Stress emozionali
 Traumi

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UTILIZZAZIONE PRATICA DELLO SCS:
 Rilassa la Tensione muscolare
 Riportare la Forza nei muscoli inibiti
 Ripristinare la Mobilità articolare
 Riprogrammare le Catene muscolari
 Ristabilisce la Simmetria del corpo
 Riduce un’algia Neurale
 Riduce il dolore da movimento
 Riduce l’Edema locale
 Riequilibra le tensioni Fasciali

TROVARE LA POSIZIONE PIU' COMODA

Esistono due metodi:


1. Il feedback del paziente.
2. Ricercare la sensazione palpatoria del “Mobile Point”.

Definizione di punto mobile (mobile point):


Punto di massimo rilassamento muscolare, aldilà del quale qualunque direzione di
movimento incrementerà la tensione sotto il vostro dito monitorante.

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Strain Counterstrain

Presentazione Tecnica
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 Riportare lentamente alla posizione neutra, non facendovi aiutare dal paziente.
 Ricontrollare la tensione nel Tender Point (cercare minimo il 70% di miglioria).

DISFUNZIONE DEL TRAPEZIO SUPERIORE

UTRP

UTRP Upper Trapezius – Trapezio superiore

Tender Point: Palpare caudalmente nel ventre superiore del muscolo trapezio
Disturbi più comuni: Area postero-laterale del collo, dietro l’orecchio, nella zona temporale e
sul viso lateralmente.
Trattamento: Paziente supino
Inclinazione – testa verso il Tender Point
Rotazione – testa via dal Tender Point
Flessione – del arto superiore a circa 45-50° con leggera extrarotazione,
appoggiato sulla spalla dell’operatore, il quale effettua una lieve
compressione cefalica dell’arto e movimenti di aggiustamento.

DISFUNZIONE DEL MUSCOLO ILIACO

Iliacus
IL (Iliacus - Iliaco)

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Tender Point: Anteriormente e profondamente nella fossa iliaca, palpare con il dito
postero-medialmente.
Disturbi più comuni: Algia sacroiliaca irradiante lungo la linea paramediana della regione
glutea. Algia lombare diffusa, esacerbata dall’ortostatismo prolungato.
Trattamento: Paziente supino; le caviglie del paziente vengono sostenute dalla coscia
dell’operatore.
Estrema flessione delle anche ed extrarotazione di entrambi gli arti.
Rotazione ed inclinazione dal lato del Tender Point

QL

QL (Muscolo quadrato dei Lombi)

Tender Point: 1. La disfunzione più importante di trova sulla punta del


processo laterale di L3.

Disturbi più comuni: Dolore localizzato nel fianco e/o dolore che irradia sulla natica
ipsilaterale eventualmente aumentato da movimenti nei vari piani
Trattamento:
 Il paziente è prono
 Inclinazione laterale - marcata del tronco verso il TP; prodotta
dalla flessione con extra rotazione dell’anca verso il TP e dalla
inclinazione del tronco superiore verso il TP
 Aggiustamenti – con la coscia dell’operatore che supporta e spinge
cefalicamente il ginocchio del paziente, con la mano dell’operatore
sul gluteo si può effettuare o meno una pressione anteriore, con
l’altra mano dell’operatore si può effettuare una pressione anteriore
e caudale delle ultime coste del paziente

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