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proceedings

in Intensive Care
Cardiovascular Anesthesia

ORIGINAL ARTICLE
Endorsed by

48
La prevenzione delle infezioni
in Terapia Intensiva.
Aspetti infermieristici
G. Giardina
Department of Anaesthesia and Intensive Care, Università Vita-Salute San Raffaele, Milan, Italy

ABSTRACT
Prevention of Intensive Care Unit infections. The nursing point of view
Patients admitted to intensive care units are at high risk of contracting hospital infections. Most of these
infections, catheter associated urinary tract infections (CAUTI), ventilator-associate pneumonia (VAP), catheter-
related bloodstream infections (CBRI), and surgical site infections (SSI), are related to the medical and nurse
assistance procedures. However preventable the nosocomial infections are, they cannot be eliminated. The
incidence can be reduced through a proper training program of personnel and through the use of appropriate
medical and nurse control strategies. In order to prevent hospital acquired infections, general (hands washing
and gloves) and specific measures may be adopted. This review aims at providing the guidelines concerning the
scientific evidence currently available for prevention of hospital acquired infections.

Keywords: infection, resistant strains, nosocomial infection.

Si stima (1) che ogni anno, in Italia, circa il Lo studio di prevalenza INF-NOS 2 (2)
5-8% dei pazienti ricoverati, per un totale condotto dal 2002 al 2004, evidenzia una
di 450.000-700.000, contrae un’infezione stabilità nella prevalenza delle infezioni
ospedaliera. Se si assume, come sostiene il nel nostro paese pari al 6,7% e sostiene,
Centers for Disease Control and Preven- inoltre, che i germi maggiormente impli-
tion (CDC) di Atlanta che il 30% delle in- cati sono lo Pseudomonas aeruginosa, lo
fezioni nosocomiali è evitabile, ogni anno Staphylococcus aureus e l’Escherichia coli,
sarebbe possibile prevenire circa 135.000- tutti resistenti agli antibiotici ad ampio
210.000 infezioni ospedaliere. spettro.
Il dato è ancora più impressionante se si Negli ultimi decenni i rapporti del Na-
considera che 1350-2100 di queste infezio- tional Nosocomial Infection Surveillance
ni conducono a decesso. (NNIS) (3) per il CDC di Atlanta, iden-
tificano in quattro aree la localizzazione
più frequente dei processi infettivi (Ta-
Corresponding author:
Giuseppe Giardina bella 1).
Registered Nurse, Emergency Nurse Ancora oggi, in Italia, l’80% delle infezio-
and Management Nurse Specialist
Department of Cardiothoracic Intensive Care ni nosocomiali, sebbene con percentuali
San Raffaele Scientific Institute, Università Vita-Salute
Via Olgettina, 60 - 20132 Milan, Italy
leggermente diverse rispetto al passato, si
E-mail: giardina.giuseppe@hsr.it localizza nelle stesse quattro sedi: polmo-
La prevenzione delle infezioni in Terapia Intensiva. Aspetti infermieristici

Tabella 1 - Le quattro maggiori aree di localizzazione dei processi infettivi. 49


Sede Nomenclatura Infezione Nomenclatura Infezione Associata a Device
Polmoni Hospital Associated Pneumonia - HAP Ventilator Associated Pneumonia - VAP
Tratto urinario Urinary Tract Infection - UTI Catheter Associated Urinary Tract Infection – CAUTI
Ferita chirurgica Surgical Site Infection – SSI Surgical Site Infection – SSI
Sangue Bloodstream Infection - BSI Catheter Related Bloodstream Infection – CRBI

ni, tratto urinario, ferita chirurgica e san- tutto all’elevata invasività delle procedure
gue (Figura 1). diagnostico terapeutiche, il cui impiego di-
Dallo studio multicentrico INF-NOS 2 viene sempre più frequente all’aumentare
si evince, inoltre, che le unità di degenza della criticità del paziente.
maggiormente implicate sono le unità di
terapia intensiva (UTI), con una percen- Infezioni del tratto urinario
tuale del 34% circa. Il 97% di queste infezioni sono facilitate
Le UTI, a causa della loro specificità, rap- dal frequente utilizzo del cateterismo ve-
presentano un substrato assai fertile per scicale e negli Stati Uniti d’America (USA)
lo sviluppo e l’attecchimento sia di germi rappresentano il 23% delle infezioni noso-
patogeni, sia di germi opportunisti. comiali (4). Anche in Italia le infezioni del
Le motivazioni sono riconducibili non solo tratto urinario si manifestano con un’inci-
alle procedure eseguite in urgenza/emer- denza del 23% circa, e anche se sono anco-
genza in cui spesso è difficile rispettare an- ra le piu’ frequenti, mostrano un trend in
che le più comuni regole di antisepsi, ma diminuzione nel corso degli ultimi decenni
anche all’impiego di farmaci che deprimo- (Figura 1).
no il sistema immunitario; alla selezione I microrganismi responsabili variano a se-
locale di microorganismi resistenti agli an- conda dei tempi di permanenza del catete-
tibiotici; alla durata della degenza e soprat- re vescicale. Il National Nosocomial Infec-
Figura 1
Localizzazione
processi infettivi
negli ultimi
decenni.

CAUTI: catheter associated urinary tract infections


VAP: ventilator-associate pneumonia
SSI: surgical site infections
CBRI: catheterrelated bloodstream infections
G. Giardina

50 tion Surveillance (5, 22), riporta una preva- pneumoniae. In Italia, la situazione sem-
lenza di germi endogeni, come Escherichia bra essere simile: Pseudomonas aeruginosa,
coli, Klebsiella, Enterococco Fecalis, ecc., nel Staphylococcus aureus, Escherichia coli e
cateterismo di breve durata e una preva- Klebsiella pneumoniae sono stati gli isola-
lenza di germi esogeni come Pseudomonas, menti più frequenti di una terapia intensi-
Serratia, Proteus, Candida, ecc.,nel catete- va cardiotoracica (8).
rismo a lungo termine. Anche in Italia uno
studio recente (6) mostra risultati simili. Infezioni ferita chirurgica
In Italia l’incidenza delle infezioni del sito
Infezioni apparato respiratorio chirurgico è del 12% circa. Il Centers for
Negli USA le polmoniti nosocomiali rap- Disease Control and Prevention di Atlanta
presentano il 30% circa delle infezioni evidenzia una chiara connessione tra du-
ospedaliere, mentre in Italia si manifesta- rata della degenza preoperatoria e rischio
no con una percentuale del 35%. Di esse, di infezione (9). Il rischio infettivo, pur
l’83% è associato alla ventilazione mec- essendo maggiore durante la fase intra-
canica (Ventilator Associated Pneumonia operatoria, è presente lungo tutto l’iter
- VAP) ed è la conseguenza di una veloce chirurgico del paziente (fase preoperatoria,
alterazione delle barriere fisiologiche di di- fase postoperatoria).
fesa del paziente. I patogeni responsabili variano in rapporto
La semplice rimozione artificiale delle se- alla tipologia di intervento. Negli interven-
crezioni (broncoaspirazione), manovra di ti di chirurgia pulita il National Nosoco-
per sé già ad elevato rischio di contami- mial Infection Surveillance (9) sostiene che
nazione, non sempre risulta essere piena- la maggior parte dei processi infettivi sono
mente efficace nell’impedirne l’accumulo. dovuti a germi gram-positivi ed, in partico-
La ventilazione a pressione positiva inol- lare, agli stafilococchi (Stafilococco aureus,
tre, determinando vortici e ristagni di aria Stafilococco epidermidis e altri stafilococchi
in vari punti, favorisce ulteriormente lo coagulasi-negativi). Negli interventi con-
sviluppo di queste infezioni. taminati, invece, i patogeni responsabili
Circa un terzo dei pazienti in ventilazione fanno parte della normale flora dell’organo
meccanica, quindi, rischia di sviluppare interessato.
una polmonite da ventilatore.
Gli agenti patogeni responsabili, pur va- Infezioni sistemiche
riando, da regione a regione (oltre che da In Italia, come negli USA, tra tutte le in-
ospedale a ospedale a seconda delle tec- fezioni ospedaliere, rappresentano il 14%.
niche diagnostiche utilizzate) in generale Sono in aumento a causa del frequente
sono dei batteri. ricorso al cateterismo intravascolare e
Il National Nosocomial Infection Surveil- all’antibiotico resistenza sviluppata dai
lance (7) sostiene che le polmoniti sono batteri. Il Centers for Disease Control and
frequentemente polimicrobiche e soste- Prevention di Atlanta ritiene che l’80 %
nute da Pseudomonas aeruginosa, Entero- circa delle batteriemie primarie si associa
bacter, Klebsiella, Escherichia coli, Serratia, alla presenza dei cateteri vascolari e che le
Proteus, Acinetobacter, ecc. unità operative maggiormente coinvolte
In questi ultimi anni sono stati isolati, siano le terapie intensive. Qui i pazienti
inoltre, con una incidenza sempre più si- ammessi hanno un rischio più elevato di
gnificativa Stafilococco aureus (soprattutto contrarre questa complicanza, rispetto ai
meticillino-resistente) e lo Streptococcus pazienti degli altri reparti. La motivazione,
La prevenzione delle infezioni in Terapia Intensiva. Aspetti infermieristici

Tabella 2 - Percentuale isolamenti stafilococchi MRS (modificato da Zangrillo A. et al.) 51


Rilevazioni Tipo di Stafilococco MRS
122 S. Aureus 75%
180 S. Epidermidis 95%
29 S. Haemolyticus 93%
2 S. Warneri 100%
38 S. Coagulasi-Negativi 96%

Tabella 3 - Sedi di isolamento stafilococchi MRS (modificato da Zangrillo A. et al.)


Sede di Rilevazione MRS aureus MRS Coagulasi negativi
(33) Secrezioni Bronchiali 32 1
(20) Catetere venoso Centrale 1 19
(64) Sangue 4 58
(1) Essudato mediastinico 1 0
(2) Altro 0 2

come già detto, risiede nella elevata speci- infezioni associate al cateterismo intrava-
ficità di questi reparti. Studi ormai non più scolare possono verificarsi, non solo per
recentissimi hanno evidenziato, ad esem- effetto della colonizzazione del catetere,
pio, come i trasduttori di pressione siano ma anche per contaminazione del liqui-
stati ritenuti responsabili del 25% degli do di infusione. Infatti i cateteri utilizzati
episodi batteriemici riscontrati nel corso per nutrizione parenterale presentano un
di epidemie fra il 1980 e il 1992 e del 35% elevato rischio di contaminazione, data
di quelli diagnosticate nelle unità di tera- l’estrema suscettibilità dei lipidi alla con-
pia intensiva, sempre nello stesso periodo. taminazione microbica.
Secondo le indicazioni del Centers for Di- Il National Nosocomial Infection Surveil-
sease Control and Prevention di Atlanta le lance (10) riferisce una prevalenza di ger-

Figura 2
Incidenza MRSA
Anno 2000 rete
di sorveglianza
EARSS
(European
Antimicrobial
Resistance Surveil-
lance System:
annual report -
http:\\www.earss.
rivm.nl)

MRSA: Staphylococcus aureus meticillino-resistente.


G. Giardina

52 mi gram positivi e tra questi lo Stafilococco di supporto, tecnici di diagnostica, fisiote-


aureus, responsabile in America (ma anche rapisti, studenti, ecc).
in Europa) oltre che di polmoniti anche di Per la prevenzione delle infezioni è pos-
setticemie. Infatti, lo Stafilococco coagula- sibile adottare interventi di carattere ge-
si negativo e lo Stafilococco aureus sono i nerale (metodiche mirate all’interruzione
germi maggiormente isolati: il primo è di- della catena di trasmissione) ed interventi
rettamente correlato alla presenza dei ca- di carattere specifico (a seconda della tipo-
teteri venosi centrali, il secondo invece è logia e sede di infezione).
associato a problematiche più gravi come
shock, endocarditi, flebiti. In uno studio Misure preventive di carattere generale
condotto tra il 1998 e il 2003, A. Zangrillo Fanno parte di questa categoria il lavag-
et al. (11), evidenziano una prevalenza di gio delle mani, l’utilizzo dei dispositivi di
stafilococchi pari al 45% degli isolamenti barriera (guanti, mascherina, sovra cami-
di una terapia intensiva postcardiochirur- ce, cuffia e calzari), l’isolamento e il trat-
gica. Affermano, inoltre, che dei 428 stafi- tamento dei dispositivi sanitari. Il lavaggio
lococchi isolati (Tabella 2 e Tabella 3) 371 delle mani, importante nel passaggio da
erano meticillino-resistenti (MRS). un paziente all’altro, o anche sullo stesso
L’Italia secondo il progetto europeo di sor- paziente nell’erogazione di più procedu-
veglianza sulle infezioni (EARSS), con un re, rappresenta il fondamento di qualsiasi
incidenza intorno al 42% negli anni 2000 misura profilattica. Tale procedura è una
(Figura 2), è uno dei paesi europei con la raccomandazione fortemente consigliata
percentuale maggiore di infezioni siste- dal Center for Desease Control and Pre-
miche sostenute da Staphylococcus aureus vention di Atlanta (12). In numerosi studi
meticillino-resistente (MRSA) su tutte le condotti tra il 1977 e il 1995 E. Larson (13)
infezioni sistemiche da stafilococco. ne dimostrava già l’efficacia in termini di
E in base al rapporto annuale 2004 (http:// riduzione delle infezioni. Esistono due ti-
www.rivm.nl/earss/), dei paesi aderenti pologie di lavaggio delle mani: il lavaggio
all’Earss, la percentuale locale di MRSA semplice (durata oltre 30s) eseguito di rou-
sembra destinato ad aumentare per tutti tine con acqua e sapone e il lavaggio igie-
i paesi membri, ad eccezione di Olanda e nico (durata oltre 60s) da effettuare con un
Danimarca dove vige un sistema di sorve- antisettico. Il primo lo si utilizza tutte le
glianza costoso ma efficace. volte che si viene a contatto con il paziente,
alla rimozione dei guanti e dopo l’esecuzio-
Prevenzione e ruolo infermieristico ne di ogni procedura semplice. Il secondo
Tutti gli operatori sanitari svolgono un lo si effettua prima dell’inizio di procedure
ruolo determinante per la prevenzione invasive che richiedono una certa sterilità.
delle infezioni correlate all’assistenza. In Come antisettico si suggerisce l’utilizzo di
particolar modo l’infermiere, che si ritrova composti a base di alcool, Clorexedrina 2%
costantemente a contatto con il paziente. - 4%, povidone iodio (12).
A lui, in quanto responsabile dell’assi- Nella prevenzione delle infezioni assume
stenza infermieristica generale, spetta il un ruolo decisivo l’utilizzo dei guanti che
compito di pianificare ogni adeguata con- devono essere indossati per ogni presta-
tromisura per contenere il rischio infetti- zione di assistenza diretta (ma anche in-
vo, compresi i principi di formazione e in- diretta) e rimossi immediatamente dopo
formazione nei confronti delle altre figure l’uso, evitando di contaminare superfici,
che ruotano attorno al paziente (personale ambienti o altri pazienti.
La prevenzione delle infezioni in Terapia Intensiva. Aspetti infermieristici

Tabella 4 - Misure preventive per infezione MRSA (modificato da Humphreys H. et al.) 53


Misure preventive per infezione MRSA
Igiene delle mani con acqua e sapone o soluzioni a base alcolica
Igiene ambientale standard
Isolamento dei pazienti colonizzati
Utilizzo dei dispositivi di barriera (sovra camice e guanti indispensabili)
Disinfezione accurata dei presidi
Sanificazione unità di degenza alla dimissione
Erogazione procedure di assistenza successivamente ai pazienti non infetti
Limitare l’accesso alla camera il più possibile compresi i visitatori
Ricoprire con garze ferite e graffi.
Informare e istruire il paziente colonizzato.

Nei casi di trasmissione per contatto o via Misure preventive di carattere specifico
aerea a breve o lunga distanza valgono i A seconda della tipologia di infezione, alle
principi di isolamento, l’utilizzo dei dispo- misure preventive di carattere generale, è
sitivi di barriera e la limitazione dei movi- possibile associare raccomandazioni di ca-
menti del paziente. rattere specifico variabili a seconda della
Tali precauzioni, da adottare non solo per i sede del processo infettivo.
pazienti potenzialmente infetti (isolamen- Per quanto concerne la prevenzione delle
to settico), ma anche per i pazienti immu- polmoniti, sono interventi di tipo specifi-
nodepressi (isolamento preventivo) aiutano co, la rimozione delle secrezioni (brocoaspi-
a non diffondere germi nel primo caso e a razioni ad intervalli regolari,posizione alta
non portarne di nuovi nel secondo. delle spalle, umidificazione, ecc.), disinfe-
Anche l’adeguato trattamento di qualsia- zione o sterilizzazione dei presidi di gestione
si dispositivo sanitario, sia esso invasivo delle vie aeree (maschera per ventilazione,
(strumenti di lesione), oppure di superficie lama laringoscopio, valvola Ambu,…), un
(strumenti di contatto), rientra tra le mi- programma adeguato di igiene orale (con
sure preventive di carattere generale. Gli antisettico 3 volte al giorno).
interventi vanno dalla necessità di deter- A tal proposito recenti studi (15,16) giun-
sione e disinfezione - per gli strumenti gono alla conclusione che l’igiene orale
più semplici - fino alla sterilizzazione per con antisettico, tipo clorexidina, si associa
i dispositivi più cruenti. I dispositivi mo- ad un minor rischio di polmonite associata
nouso non devono essere riutilizzati o ste- alla ventilazione. Può essere utile, inoltre,
rilizzati. il controllo routinario della cuffia (15-30
Particolarmente importante risulta essere mmHg) di tenuta del device tracheale per
l’adozione delle misure preventive di ca- il potenziale pericolo rappresentato dallo
rattere generale nella continua lotta alle scivolamento della saliva in trachea. Sem-
infezioni da MRSA che, come si è visto bra invece irrilevante la sostituzione ad in-
negli ultimi anni, si manifestano con un tervalli predeterminati dei circuiti del ven-
frequenza sempre più allarmante. tilatore. Secondo HAN JN et al. (17) non
Nella Tabella 4 sono riassunte le principa- vi è alcuna differenza nella sostituzione
li indicazioni desunte da un recentissimo del circuito di ventilazione, ogni 2 giorni
articolo (14). oppure ogni 7 giorni e ancora Hess D. (18)
G. Giardina

54 sostiene che la sostituzione dei circuiti di asettiche siano esse “touch” o “no-touch”.
ventilazione al bisogno (cioè solo quando È suggerito l’utilizzo di un solo disinfet-
necessario, ad esempio in caso di evidente tante dopo detersione con NACL 0,9%.
contaminazione) e non di routine, riduce La moderna letteratura sembra consiglia-
i costi senza aumentare l’incidenza delle re come disinfettante la clorexedina 0,2%.
polmoniti nosocomiali. Lo stesso dicasi Diverse pubblicazioni (20, 21) di quest’ul-
per gli scambiatori di calore passivi, per i timo decennio propongono, infatti, la clo-
quali la sostituzione periodica è ormai sta- rexedrina 2% come disinfettante di scelta
ta dimostrata non più necessaria, ma da per la cute, ritenendolo più efficace dello
effettuare solo al bisogno (18). Ciò, invece, iodiopovidone.
su cui si insiste è lo svuotamento periodi- Il rinnovo delle medicazioni tutti i giorni
co dei raccogli condensa. Per quanto con- non è più consigliato, ma si suggerisce di
cerne la broncoaspirazione l’utilizzo del effettuare una nuova medicazione al biso-
guanto sterile rimane ancora uno dei temi gno. Infatti una ferita che rimane pulita ed
irrisolti dell’attuale ricerca scientifica. È asciutta nelle prime ore dopo l’intervento
però opinione dell’autore di questo arti- diviene poco suscettibile all’aggressione
colo che lo stesso venga utilizzato durante da parte dei microrganismi. È per questo
tale manovra. Importante anche l’utilizzo motivo che nelle linee guida per la preven-
del circuito chiuso di broncoaspirazione, zione delle infezioni del sito chirurgico, il
in quanto, sebbene non riduca l’inciden- Centers for Disease Control and Preven-
za di polmoniti - al meno secondo alcuni tion di Atlanta consiglia di mantenere la
studi (19) - si pone però come barriera ef- medicazione primaria (eseguita in sala ope-
ficace nella diffusione dei germi e riduce ratoria), quando in ordine, per 24-48 ore.
il collasso alveolare derivante dall’interru- Infatti, nella fase postoperatoria, i processi
zione della PEEP conseguente l’apertura infettivi possono insorgere per acquisizio-
del circuito del respiratore. ne di germi, oltre che dai drenaggi chirur-
Le misure di prevenzione per le infezio- gici, anche dalle procedure di rinnovo della
ni della ferita chirurgica hanno inizio già medicazione stessa. Particolare attenzione
nella fase preoperatoria, con raccomanda- va posta all’ispezione della ferita, che deve
zioni inerenti il bagno antisettico preope- essere effettuata con guanti sterili. L’utiliz-
ratorio e la tricotomia. In particolare per zo dei guanti, non esclude il lavaggio delle
quest’ultima, secondo il Center for Dese- mani prima e dopo le medicazioni. Le stes-
ase Control and Prevention di Atlanta, si se andrebbero eseguite in locali dedicati
ha una riduzione delle infezioni se viene e alla presenza di un numero minimo di
effettuata con crema depilatoria ed un au- astanti.
mento se la si esegue con rasoio. Inoltre, L’eventuale presenza di drenaggi a circuito
nelle tricotomie effettuate con rasoio, il chiuso deve essere gestita con cura, evitan-
rischio infettivo aumenta se la si effettua do deconnessioni e utilizzando tecniche
il giorno prima dell’intervento anziché lo asettiche nella manipolazione, quando in-
stesso giorno o immediatamente prima dispensabile. Qualsiasi tipologia di drenag-
(9). L’asepsi diventa presupposto essen- gio deve essere rimosso non appena possi-
ziale nella gestione post-operatoria della bile. Non esistono indicazioni circa la sosti-
ferita. Le medicazioni richiedono l’utiliz- tuzione dei sistemi di raccolta.
zo dei dispositivi di barriera (maschera Per quanto riguarda le infezioni del tratto
semplice o maschera con visiera, cuffia e urinario la misura più efficace per ridurne
guanti), ferri chirurgici sterili e tecniche l’incidenza consiste nell’evitare cateterismi
La prevenzione delle infezioni in Terapia Intensiva. Aspetti infermieristici

Tabella 5 - Durata massima di infusione e tempi di sostituzione vie. 55


Durata Massima Infusioni Sostituzione Vie Infusione
Sangue 4 ore 24 ore
Nutrizione parenterale 24 ore 24 ore
Nutrizione Parenterale + Lipidi 12-24 ore 24 ore
Farmaci a base lipidica 12-ore 6-12 ore
Cristalloidi e colloidi ------------ 72 ore
Soluzione Kit monitoraggio 96 ore 96 ore

inutili e ricorrendo, quando possibile, a Per la composizione del set d’infusione pre-
forme alternative di drenaggio delle urine ferire l’utilizzo di deflussori e prolunghe
(urocondom, puntura sovra pubica, cateteri- di media lunghezza e una riduzione mini-
smo a breve temine) (22). Quando inevita- ma di connessioni e raccordi. Ogni possi-
bile il catetere vescicale andrebbe rimosso bile deconnessione delle vie di infusione e
in breve tempo, considerando che la sua monitoraggio cruento deve essere evitata;
permanenza oltre il sesto giorno costituisce eventuali manipolazioni di tali apparati ri-
un elevatissimo fattore di rischio infettivo e chiedono l’adozione di tecniche asettiche.
dopo trenta giorni l’infezione è quasi certa Ulteriori misure profilattiche consistono
(22). Il posizionamento e l’eventuale sosti- nella copertura con garza sterile dei vari
tuzione del catetere vescicale deve avvenire raccordi,sostituzione periodica dei sistemi
in condizioni di asetticità. Sono da evitare di infusione (Tabella 5) e il rispetto dei
irrigazioni vescicali e ogni manipolazione tempi, per la durata massima delle infusioni
assolutamente non necessaria del catetere più soggette a colonizzazione (Tabella 5).
e del contenitore. Tutte le soluzioni devono essere miscela-
Evitare la sostituzione dei cateteri vescica- te sotto cappa. Utilizzare quando possibile
li ad intervalli arbitrari e utilizzare sistemi farmaci monodose e se si utilizzano fla-
di raccolta a circuito chiuso con valvola coni multidose disinfettare i tappi prima
unidirezionale. La letteratura (22), inoltre, dell’aspirazione.
suggerisce e particolare attenzione circa il Il posizionamento di cateteri intravascola-
posizionamento del tubo di raccolta che ri e la manipolazione delle vie di infusio-
non deve mai essere posto oltre il livello ne richiede l’utilizzo delle più elementari
della vescica o cascante sotto la sacca di norme di asepsi; qualora non fosse possi-
raccolta. bile assicurare tali raccomandazioni, ad
Per quanto concerne la scelta della tipolo- esempio in caso di urgenza,essi dovrebbe-
gia più idonea, non esistono al momento ro essere sostituiti appena possibile e co-
studi controllati attestanti la superiorità munque entro 24-48 ore.
dei cateteri al silicone vs quelli al lattice Particolare importanza riveste la medica-
nella prevenzione delle infezioni. I cateteri zione dei dispositivi intravascolari, per
al silicone sono tuttavia indicati per la pre- la quale è possibile utilizzare garze sterili
venzione delle irritazioni nel cateterismo oppure medicazione trasparente semiper-
cronico e nei soggetti allergici al lattice. meabile. Nel primo caso sostituire la medi-
Nella prevenzione delle batteriemie il ruo- cazione ogni due giorni; nel secondo caso
lo dell’infermiere, è importante poiché egli ogni 7 giorni.
gestisce direttamente, soluzioni e sistemi Indipendentemente dai tempi, una medi-
per fluido-terapia. cazione contaminata deve essere tempesti-
G. Giardina

56 vamente rinnovata. In tutti i casi di sudo- dimostravano un tasso di colonizzazione


razione o di sanguinamento dal punto di del catetere decisamente sovrapponibile:
inserzione utilizzare una medicazione con 5,7% per i dispositivi con medicazione
garza invece di quella semipermeabile tra- trasparente e 4,6% per quelli con medica-
sparente. zione in garza e cerotto.
Al momento non sono descritte sostan- Altre ricerche (24) successivamente effet-
ziali differenze per quanto concerne il ri- tuate raggiungono risultati simili anche se
schio infettivo legato alla scelta del tipo di non ancora definitivi.
medicazione. Maki et al. (23) già nel 1987 La medicazione trasparente, tuttavia, è da

Tabella 6a - Principali indicazioni per la prevenzione delle infezioni.


Principali indicazioni per la prevenzione delle infezioni Riferimenti bibliografici
Misure preventive generali
Igiene mani e utilizzo dei guanti Boyce et al. (12),
Disinfezione presidi Guidelines CDC (5,7,9,10)
Metodiche di Isolamento Guidelines CDC (5,7,9,10)
Misure preventive specifiche
Catheter-Associated Urinary Tract Infection (CAUTI)
Circuito chiuso con valvola unidirezionale Wong ES (5)
Considerare forme alternative di drenaggio urine Maki DG (22),
Ventilator Associated Pneumonia (VAP)
Sostituzione circuito di ventilazione al bisogno Han JN et al. (17),Hess D. (18)
Igiene orale con antisettico Chan EY et al. (15) Beraldo et al. (16)
Disinfezione dei presidi di gestione vie aeree Tablan et al. (7)
Tabella 6b - Principali indicazioni per la prevenzione delle infezioni.
Principali indicazioni per la prevenzione delle infezioni Riferimenti bibliografici
Surgical Site Infection (SSI)
Tricotomia con creme depilatorie o rasoio elettrico Mangram AJ et al. (9)
Disinfezione ferita con clorexedrina 2% Hibbard JS et al. (20), Inwood S.(21)
Medicazioni in rigorose condizioni di asepsi Mangram AJ et al. (9)
Doccia preoperatoria Mangram AJ et al. (9)
Catheter Related Bloodstream Infection (CRBI)
Asepsi posizionamento dispositivi intravascolari O’Grady NP (10)
Rispetto tempi di sostituzione vie di infusione O’Grady NP (10)
Rispetto tempi di sostituzione infusioni O’Grady NP (10)
Gestione sistema infusione in asepsi O’Grady NP (10)
Gestione asettica medicazione O’Grady NP (10)
Disinfezione flaconi multidose O’Grady NP (10)
Rispetto tempi di sostituzione kit monitoraggio O’Grady NP (10)
La prevenzione delle infezioni in Terapia Intensiva. Aspetti infermieristici

preferire poiché offre l’indubbio vantaggio Studio delle Infezioni Noscomiali. Healthca- 57
di una ispezione immediata del punto di re-associated infection in Italy: annual point-
inserzione. Le tabelle 6a e 6b riassumono prevalence surveys, 2002-2004. Infect Control
Hosp Epidemiol 2009; 30: 659-665.
le principali misure preventive sia generali
3. Jarvis WR. Benchmarking for prevention: the
che specifiche. centers for disease control and prevention’s
National Nosocomial Infections Surveillance
CONCLUSIONI (NNIS) system experience. Infection 2003;
31: S44-S48.
Le infezioni correlate all’assistenza rap- 4. Richards MJ, Edwards JR, Culver DH, et al.
Nosocomial infections in combined medical-
presentano una complicanza sempre più surgical intensive care units in the United
attuale e di notevole rilevanza per quanto States. Infect Control Hosp Epidemiol 2000;
concerne morbilità, mortalità e ospeda- 21: 510-515.
lizzazione. Abbattere il rischio infettivo 5. Wong ES. Guideline for prevention of cathe-
dipende dalla formazione/informazione ter-associated urinary tract infections. Am J
degli operatori frontali,soprattutto infer- Infect Control 1983; 11: 28-36.
mieri (ma anche medici), essendo a loro 6. De Francesco MA, Ravizzola G, Peroni L, et
carico la maggior parte delle prestazioni al. Urinary tract infections in Brescia, Italy:
erogate in terapia intensiva. Ricondurre etiology of uropathogens and antimicrobial
resistance of common uropathogens. Med Sci
costantemente le metodologie di lavoro a Monit 2007; 13: 136-144.
quanto viene proposto dall’attuale lettera- 7. Tablan OC, Anderson LJ, Besser R, et al. Gui-
tura permette di avere una unità operativa delines for preventing health-care-associated
sempre aggiornata. La collaborazione con i pneumonia, 2003: recommendations of CDC
responsabili dei programmi di sorveglian- and the healthcare infection control practices
za (CIO–Comitato Infezioni Ospedaliere) advisory committee. MMWR Recomm Rep
attraverso referenti (medici e infermieri) 2004; 53: 1-36.
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