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Categorie grammaticali e classi di parole.

Statuto e riflessi metalinguistici

a cura di Francesco Dedè

Roma 2016
Volume pubblicato con il contributo del Dipartimento di Studi letterari, filologici
e linguistici dell’Università degli Studi di Milano.

© «IL CALAMO» di Fausto Liberati s.n.c.


Tutti i diritti riservati
ISBN 9788898640188

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INDICE

Francesco DEDÈ, Categorie grammaticali e classi di parole tra dati empirici e


modelli interpretativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Annamaria BARTOLOTTA, Deissi spaziale e verbi di movimento in vedico . . . 19
Laura BIONDI, “Genera nominum” tra “sonus” e “intellectus”: note mediolatine . 39
Maria Patrizia BOLOGNA, Categorie e percorsi etimologici: il caso dell’interpretazio-
ne di un composto omerico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57
Maria Margherita CARDELLA, Opacità e analogia nelle categorie della composi-
zione nominale: il caso dei “composti” omerici in -αγρια . . . . . . . . . 69
Marina CASTAGNETO e Diego SIDRASCHI, Ideofoni. Una “nuova” categoria gram-
maticale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81
Pierluigi CUZZOLIN, Categorie grammaticali e classi di parole: qualche riflessione
a margine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 101
Marianna D’ERRICO, Nicola GRANDI, Serena PATERNESI MELONI, Fabio TAMBURINI,
Induzione di categorie grammaticali e lessicali . . . . . . . . . . . . . . . 115
Francesco DEDÈ, Ludonimia e classi lessicali: lo statuto degli avverbi di gioco in -ινδα
del greco. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 139
Elisabetta MAGNI, Collettivi e categorie ad hoc . . . . . . . . . . . . . . . . 157
Alberto MANCO, Chiarezza espositiva, oscurità del metalinguaggio: su alcune
categorie grammaticali del verbo nella riflessione di Gustave Guillaume . 173
Paolo MILIZIA, Le classi lessicali come categorie della flessione. Alcuni esempi dai
nominali delle lingue indoeuropee . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 191
Anna POMPEI, Riflessioni sulla distinzione tra aggettivo deverbale e participio.
Uno studio di caso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 207
Flavia POMPEO, Considerazioni sui riflessi metalinguistici del variare dello statu-
to delle “preposizioni” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 231
Domenica ROMAGNO, On word class-specification: evidence from linguistics and
cognitive neuroscience . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 249
Giancarlo SCHIRRU, La coniugazione di genere. Ipotesi e teorie sullo sviluppo di
una distinzione flessiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 271
Anna M. THORNTON, Un capitolo di storia della terminologia grammaticale ita-
liana: il termine sovrabbondante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 289
ANNAMARIA BARTOLOTTA

DEISSI SPAZIALE E VERBI DI MOVIMENTO IN VEDICO*

Questo studio si inserisce nell’ambito di un più ampio progetto di


ricerca sui modelli cognitivi spazio-temporali e sull’emergere della deissi
nella lingua indoeuropea. In particolare, scopo del presente articolo è
quello di analizzare i verbi basici di movimento andare e venire nel
Rigveda, per vedere se la componente deittica è intrinsecamente associata
alla semantica lessicale di tali verbi o è invece ‘esterna’ ad essa, rintraccia-
bile cioè esclusivamente a livello sintattico, discorsivo o pragmatico dei
contesti d’uso. Contrariamente all’idea che, in prospettiva tipologica, i
due verbi codifichino un’opposizione deittica universale, l’analisi dei dati
tratti dal discorso sia narrativo sia diretto mostra che in sanscrito vedico i
verbi i “andare”, gā “andare; venire; camminare” e gam “andare; venire”
non sono in opposizione deittica a livello lessicale, ma indicano un movi-
mento deitticamente neutro, non caratterizzato in relazione né alla manie-
ra (MANNER) né alla direzione del percorso (PATH). Ciò non implica, natu-
ralmente, che essi non possano ricevere un’interpretazione deittica a livel-
lo sintattico o pragmatico, grazie alla co-occorrenza con specifici elemen-
ti deittici (particelle, avverbi, pronomi personali, dimostrativi, ecc).
Tuttavia, i dati sembrano mostrare che l’opposizione tra i verbi di movi-
mento in vedico sia primariamente di natura aspettuale.

1. INTRODUZIONE

Il fenomeno della deissi ha ricevuto sempre più attenzione da parte


dei linguisti negli ultimi decenni (cfr. recentemente Jungblut & Da Milano
2015: 2), costituendo oggetto di studio non solo della pragmatica, ma
anche della semantica e della grammatica. La deissi può infatti essere codi-
ficata a livello sia lessicale (avverbi, pronomi dimostrativi, ecc.), sia gram-
maticale (categorie morfologiche verbali), cosicché essa assume un ruolo
centrale nella definizione delle categorie grammaticali anche in prospetti-

*
Desidero ringraziare Romano Lazzeroni per i preziosi suggerimenti che mi hanno
guidata nell’interpretazione dei passi vedici. La responsabilità di quanto scritto resta natu-
ralmente mia.
38 Annamaria Bartolotta

ABSTRACT

This study is part of a broader research project on temporal and spatial


deixis in the Proto-Indo-European language. Specifically, the aim of this paper is
to investigate the basic motion verbs go and come in Vedic. The deictic compo-
nent of PATH has often been considered as inherent to the lexical semantics of
these verbs cross-linguistically. However, I will show that Vedic i “go”, gā “go;
come; step” and gam “go; come” express a deictically-neutral meaning of ‘mov-
ing along a path’, which is not characterized with regard to both MANNER and
PATH. Data suggest that these verbs can take on a deictic interpretation by co-
occurring with specific particles, adverbs, demonstratives, and personal pro-
nouns. Syntactic and discourse analysis of the Rigveda shows that motion verbs
occurring in the same syntactic context are selected depending on their inherent
lexical aspect (Aktionsart). Telic verbs gā and gam turn out to be intrinsically
compatible with the entailment of arrival of the FIGURE to the GROUND, whereas
the atelic verb i is used when the prominent information is PATH rather than GOAL
of movement.

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