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GUIDO MARIANI
«Nessuno riuscirà mai a
capire cosa succede nel-
la sua testa, ad avere un ritrat-
to completo di Chuck Berry. È
troppo oscuro e inafferrabi-
le». È stato questo il giudizio
che ha dato del patriarca del
rock’n’roll il regista Taylor
Hackford ricordando il lavoro
estenuante e carico di impre-
visti affrontato quando nel
1986 decise di girare un docu-
mentario dedicato alla storia
di Berry in occasione del suo
sessantesimo compleanno. Il
film, intitolato Hail! Hail!
Rock’n’Roll, doveva essere
un’allegra agiografia a ritmo
di rock, ma il regista si trovò di
fronte una persona inafferra-
bile che aveva seminato nella
sua vita tanti successi, ma al-
trettante inimicizie e rancori.
La vita di Chuck Berry è sta-
ta un percorso tortuoso. Nato
a St. Louis in Missouri il 18 ot-
tobre 1926 con il nome di
Charles Anderson Edward era
figlio di due nipoti di schiavi
che facevano parte di un’on-
data migratoria di afroameri-
caniche avevano abbandona-
tolepiantagionipertrovarela-
voroefortunanellecittà.Lafa-
miglia di Chuck in effetti era
uno dei primi esempi di bor-
ghesia nera libera del sud. La
madreMarthafuunadellepri-
medonneneredellasuagene-
razione ad andare al College,
il padre era un falegname e un
diacono della chiesa battista,
dove il piccolo Charles iniziò
a cantare nel coro. Ma St.
Louis erauna città rigidamen-
te segregata e il futuro musici-
sta, quarto di sei figli, scoprì
l’esistenza dei bianchi solo a
treanni quandovideperlapri-
ma volta nel suo quartiere dei
pompieri che spegnevano un
incendio. «Pensai che fossero
così spaventati dal fuoco che
la loro pelle si fosse sbiancata
- racconterà-. Mio padre mi
spiegò che erano i bianchi ed
erano sempre così il giorno e
la notte».
La passione per la musica
arrivò ai tempi del liceo. Du-
ranteunospettacoloallaSum-
ner High School, una scuola
privata per soli studenti di co-
lore, cantò Confessin' the
Blues di Jay McShann riscuo-
tendo un formidabile succes-
so. Capì che doveva imparare
asuonareunostrumentoeini-
ziò a prendere lezioni di chi-
tarra. Arrivarono però i guai.
Nel 1944 a 17 anni con due
suoi amici fuggì da scuola e si
avventurò a ovest, in direzio-
ne California. Non fece molta
strada. A Kansas City i tre tro-
varono una pistola scassata e
decisero di metterla a frutto
improvvisandounaserie dira-
pine. Prima una panetteria,
poi un negozio di abiti, poi un
barbiere; dopo aver rubato
un’auto una pattuglia li fer-
mò.Lagangfu trattatacondu-
rezza dal tribunale. Berry fu
condannato a dieci anni e ne
scontò tre al riformatorio di
Jefferson. Venne scarcerato a
21 anni. Tornato a St. Louis, si
mise a lavorare come e dove
poteva: con il padre si cimen-
tò come falegname, aiutò lo
zio fotografo, facendo intanto
lepuliziein unafabbricadi au-
tomobili. Nel 1948 sposò The-
metta «Toddy» Suggs che ri-
marrà, nonostante le assidue
infedeltà, sua moglie per 68
anni e da cui avrà quattro figli.
Nel1951Chuck tornòallamu-
sica, imbracciando nuova-
mente la chitarra e calcando i
palchi dei night club di St.
Louis con una band formata
da un suo ex compagno di li-
ceo. Nel 1952 la svolta avven-
ne con l’incontro con il piani-
sta Johnnie Johnson, cono-
ChuckBerry,
ascesa e declino
MITI » L’INFANZIA A ST. LOUIS, LA TENTATA FUGA VERSO
LA CALIFORNIA, IL SUCCESSO, GLI ECCESSI, IL CARCERE
sciuto nella scena jazz locale.
Con lui formò il Sir John's Trio
creando uno stile melodico
fatto di jazz e country e met-
tendo a frutto le sue incredibi-
lidoti di showman. Le sue am-
bizioni musicali lo portarono
a Chicago dove nel 1955 Mud-
dy Waters lo mise in contato
con la Chess Records, etichet-
ta fondata da due immigrati
ebrei polacchi Leonard e Phil
Chess specializzata in musica
di artistidi colore. Poche setti-
mane dopo uscì Maybellene
che conquistò la vetta della
classificar’n’beoggièricorda-
ta come una delle prime can-
zoni rock'n'roll. Fu il suo peri-
odo d’oro. Arrivarono succes-
si come Roll Over Beethoven
(sarà la canzone preferita di
due ragazzi inglesi John Len-
non e Paul McCartney), Too
Much Monkey Business (ispi-
rerà Dylan per Subterranean
Homesick Blues), Brown-Eyed
Handsome Man e poi Johnny
B. Goode, Sweet Little Sixteen
(i Beach Boys la «copieranno»
per Surfin’ U.S.A.) e Carol.
SENTENZE
Successo dopo successo il
suo pubblico divenne sempre
più non solo afroamericano,
ma soprattutto bianco. Con-
quistò il popolarissimo show
televisivo di Dick Clark. Inve-
ce di esibirsi immobile come
tanti artisti bianchi dell’epo-
ca si dimostrò un performer
spettacolare e provocante e
lanciò la sua ormai leggenda-
ria camminata da papero,
una trovata scenica che pare
si fosse inventato solo per na-
scondere le pieghe di un abito
stazzonato. Piovvero fama e
soldi, ma non voleva condivi-
derli con nessuno. Firmava
tutte le hit, ma in realtà la par-
te musicale era opera anche
di Johnnie Johnson che com-
poneva le melodie al piano
per poi adattarle ai testi del
cantante. Chuck non gli rico-
nobbe mai il dovuto. La sua
parabola di successo sembrò
però concludersi tra gli scan-
dali nel 1959, quando fu coin-
voltoinunalungaemaichiari-
ta vicenda giudiziaria, di cui a
tutt’oggi esistono diverse ver-
sioni. Berry aveva aperto a St.
Louis un night club, il Band-
stand,duranteuntour conob-
be in Messico una quattordi-
cenne di origini Apache che
portònegli StatiUniti eassun-
se come guardarobiera. Dopo
poche settimane venne licen-
ziataearrestata mentresi pro-
stituiva. La ragazza chiamò in
«Nessuno
riuscirà
mai a capire
cosa succede
nella sua testa.
È troppo
oscuro
e inafferrabile»
causa il musicista che negò
qualsiasi addebito, ma in un
primo processo venne con-
dannatoacinqueanniperstu-
pro. La sentenza fu annullata
in appello poiché emerse che
il giudizio era stato dettato da
pregiudizi razziali. Un secon-
do processo mandò comun-
que in carcere Berry per quasi
due anni con l’accusa di favo-
reggiamentodellaprostituzio-
ne. L’eroe del rock’n’roll era
caduto in disgrazia. Nella sua
autobiografia, l’autore di
Johnny B. Goode ricordava
questo suo secondo periodo
di detenzione come un mo-
mento di miglioramento e di
stesura di tante canzoni, ma
sabato 25 marzo 2017
dopo il rilascio non fu più la
stessa persona. «Non ho mai
visto un uomo così cambiato
- disse il suo amico Carl Pe-
rkins che lo accompagnò in
untour in Inghilterra negli an-
ni Sessanta -. Era affabile e
amichevole, uno con cui po-
tevi fare una jam nel cameri-
no e scambiare battute e sto-
rielle. Divenne freddo, distan-
te, amareggiato. Erano stati
tutti quegli anni a guadagnar-
si la paga giorno per giorno,
ma era stata sopratttutto la
prigione».
SESSO E DENARO
La scontrosità e l’avidità di
Chuck Berry divennero pro-
verbiali. Si faceva pagare sera
per sera, esclusivamente e ri-
gorosamente in contanti che
raccoglievanella custodiadel-
la sua chitarra. Reclutava solo
musicisti che chiedevano po-
chi soldi, liquidando chiun-
que avesse pretese, tra cui an-
che Johnnie Johnson che cad-
de nell’oblio. Il carcere segnò
l’uomo, ma il successo tornò
in fretta. Canzoni come Nadi-
ne,You Can NeverTell, Promi-
sed Land e Dear Dad, alcune
delle quali scritte dietro le
sbarre, furono delle hit. Stava
però nascendo una nuova ge-
nerazionedi artisti a cuilasce-
rà il passo. Erano le band della
British Invasion, artisti come
Beatles e Rolling Stones che
idolatravano Chuck e lo rite-
nevano la loro principale ispi-
razione. Berry perderà la sua
carica rivoluzionaria eincide-
rà nuove canzoni fino al 1979
per poi dedicarsi solo a con-
certi e a coltivare il suo mito. Il
suo più grande fan è stato ed è
Keith Richards. «Ho rubato
ogni singola trovata che ha
maisuonatoalla chitarra»scri-
ve il chitarrista negli Stones
nella sua biografia. Ma il rap-
porto con l’uomo fu assai di-
verso.Richardsfuuno deimu-
sicisti che lavorò con Taylor
Hackford al documentario
Hail! Hail! Rock’n’Roll: «Non
parlo male della gente - ha
scritto - ma devo dire che
Chuck Berry fu una grossa de-
lusione (...) Mi provocò parec-
chio e si può vedere nel film. È
molto difficile che qualcuno
mi metta i piedi in testa, e fu
quello che fece Chuck con me
e con tutti gli altri».
La leggenda narra che il pa-
dre del rock rifilò in un’occa-
sione un pugno in un occhio
al chitarrista degli Stones.
Hackford racconta anche di
un sessuomane che insidiava
costantemente la producer
delfilmedelle sue continueri-
chieste in denaro contante
che lo costrinsero a rinuncia-
re alla sua paga da regista. An-
che dopo i 60 Berry non è riu-
scito a tenersi lontano dai
guai, nel 1990 fu denunciato
per aver installato una teleca-
mera nascosta nel bagno del-
le donne del suo ristorante in
Missouri. Pagò una multa da
1,2 milionidi dollari. Ma ègiu-
sto ricordarlo da artista. Pro-
prio come fa Richards nel sua
autobiografia: «Non riuscirò
mai a sottolineare abbastan-
za la sua importanza nella
mia crescita. Ancora oggi ri-
mango affascinato da come
un solo uomo abbia potuto
scrivere così tante canzoni e
cavarsela con la sua grazia ed
eleganza». Nel bene e nel ma-
le il rock è stata la sua vita. Fi-
no al suo 88esimo complean-
no si è esibito sul palco del
Blueberry Hill, storico locale
di St. Louis. In occasione del
suo90esimocompleannoave-
va annunciato il suo primo di-
sco di brani originali dal 1979.
Era convinto di vivere per
sempre. La sua musica
senz’altro lo farà.
ON THE ROAD
SUUNS
Gli alfieri del rock canadese in Italia.
Torino SABATO 25 MARZO (SPAZIO 211)
CLOCK OPERA
La band chop-pop britannica.
Torino GIOVEDI' 30 MARZO (SPAZIO 211)
Carpi (Mo) VENERDI' 31 MARZO (MATTATOIO)
Roma SABATO 1 APRILE (QUIRINETTA)
HOWE GELB
Torna il leader dei Giant Sand.
Ariano Irpino (Av) DOMENICA 26 MARZO
(LA PIGNATA IN BELLAVISTA)
Savona LUNEDI' 27 MARZO (RAINDOGS)
Milano MARTEDI' 28 MARZO (LA SALUMERIA
DELLA MUSICA)
Bologna MERCOLEDI' 29 MARZO (BRAVO CAFFE')
SCOTT MATTHEW
Il cantautore australiano è spesso nel
nostro paese.
Roma SABATO 25 MARZO (AUDITORIUM PARCO
DELLA MUSICA)
STEVE HACKETT
Il chitarrista di nuovo in Italia con il suo
progetto Genesis Revisited.
Torino MERCOLEDI' 29 MARZO (TEATRO COLOSSEO)
Legnano (Mi) GIOVEDI' 30 MARZO (TEATRO
GALLERIA)
Schio (Vi) VENERDI' 31 MARZO (TEATRO ASTRA)
Roma SABATO 1 APRILE (AUDITORIUM
CONCILIAZIONE)