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Gli«scarti»delrock
STORIE » FUORI LE «OUTTAKES», PEZZI CHE NON CE L’HANNO FATTA A FINIRE IN UN ALBUM
GUIDO MARIANI
Iningleseeingergomusi-
cale vengono definite
«outtakes», in italiano posso-
no essere definite «scarti»: so-
noquellecanzonicheimusici-
sti incidono o abbozzano du-
rante il lavoro di produzione
per un album e che alla fine
vengono, per ragioni diverse,
accantonatee scartate. Posso-
no essere pezzi in sovrannu-
mero, brani fuori contesto o
semplici momenti che gli arti-
sti giudicano non degni di es-
sere resi pubblici.
In origine nacquero per
questione di minutaggio. Pri-
ma dell’avvento del digitale i
supporti musicali imponeva-
nolimitidi tempopiuttostose-
veri, una facciata di un disco
lp superava difficilmente i 30
minutiespessoeranonecessa-
ri tagli e scelte drastiche. Alcu-
ni brani scartati trovavano
spazio sul lato b dei 45 giri e ri-
vestivano così il ruolo di riem-
pitivodi un prodotto che veni-
va venduto esclusivamente
per l’appeal del lato a.
Altri venivano indirizzati
versoprogettiminoricomeco-
lonne sonore, altri ancora ve-
nivanosemplicemente accan-
tonati circolando non di rado
nel mondo del mercato clan-
destino e dei bootleg. Il sotto-
bosco musicale delle «out-
takes» è però ricchissimo e af-
fascinante. Ladiffusione digi-
tale della musica ha fatto sì
che molti pezzi scartati e di-
menticati siano poi riaffiorati
sulle piattaforme on-line. A
questopuntomoltigrandino-
mi del rock hanno deciso di
rendere pubbliche in raccol-
te antologiche ufficiali i loro
brani scartati. Il mondo delle
«outtakes» è una storia disco-
grafica parallela popolata di
tanti pezzi «figli di un dio mi-
nore», rinnegati o archiviati,
ma che in alcuni casi reggono
e vincono il confronto con
quelli legittimi. Ecco gli«scar-
ti» da amare.
THE ROLLING STONES
Registrata nel novembre 1966
agliOlympic Sound Studios di
Londra in preparazione
dell’album Between the But-
tons, Get Yourself Together
(nota anche con il titolo I Can
See) venne registrata tra capo-
lavoricomeLet’sSpendtheNi-
ght Together o Ruby Tuesday.
Non trovò spazio né nell’edi-
zioneUsanénell’edizionebri-
tannica dell’album (ai tempi
gli Stones pubblicavano lp
con scalette diverse). Oggi Get
Yourself together è ricordato
forse come il miglior pezzo
non pubblicato nel repertorio
dei brani firmati da Mick Jag-
gereKeithRichards.Nonèdif-
ficilecapire perché, la chitarra
diRichardssindalleprimeno-
teconfezionaunriffportento-
soeilbranoriesceaesprimere
il meglio del sound degli Sto-
nes di quegli anni. La canzone
non è mai comparsa nella di-
scografia ufficiale della band,
ma è riemersa solo in alcune
compilationclandestinediin-
cisioni inedite.
LED ZEPPELIN
Quando fu inciso nel 1969 nel
corso delle session per il loro
secondo album, il brano stru-
mentale La La venne giudica-
to dai Led Zeppelin come un
divertissement fuori dai loro
schemi. Un gioco strumenta-
le tra un melodico pop soste-
nuto dall’organo suonato da
John Paul Jones, qualche cita-
zione degli Who e una succes-
siva cascata chitarristica di
Jimmy Page. La composizio-
ne non fu quindi remixata,
vennemessa trale riservee re-
legataall’oblio.Unpiccologio-
iello rimasto sepolto fino alla
ristampa di un’edizione delu-
xe di Led Zeppelin II edita nel
2014. Oggi appare, nonostan-
te il suono ancora grezzo, co-
me uno straordinario docu-
mentodellecapacitàdelquar-
tetto britannico e di come gli
Zeppelin potessero estendere
i loro orizzonti musicali oltre i
confini.
BOB DYLAN
È dal 1991 che l’oggi premio
Nobel ha deciso di rompere il
vaso di Pandora e dare alle
stampe ufficialmente in una
collezione chiamata Bootleg
Series, uno sterminato archi-
viodiincisionialternative,bra-
ninonpubblicatieregistrazio-
ni live inedite. A oggi la serie è
arrivata al dodicesimo volu-
me e visto che il grande Bob
non ha nessuna intenzione di
godersi su un’isola i soldi con-
feritiglidall’Accademiasvede-
se,èlecitopensarechelerisco-
pertenonsianoaffattoconclu-
se. Il terzo capitolo di questa
serie contiene Blind Willie
McTell quasi universalmente
giudicata la migliore «out-
take» dell’artista. È un brano
inciso nel 1983 che non trovò
spazionell’albumInfidelspro-
dotto da Mark Knopfler. Era-
noannibuiperDylan,isuoidi-
schi precedenti avevano an-
nunciato la sua svolta religio-
sacristiana; Infidels eraun en-
nesimoripensamentoesisten-
ziale e artistico per l’inquieto
autore che in molti ormai giu-
dicavano in pieno declino.
Il disco, oggetto oggi di una
giusta rivalutazione, era com-
posto da solo otto tracce.
Blind Willie McTell non rien-
trònellasceltafinale,rimanen-
doun’autenticagemmasmar-
rita.SuonatodaDylaneKnop-
fler,ilbranocelebralatradizio-
ne del blues incarnata in uno
dei suoi rappresentanti, il
Blind Willie McTell del titolo,
descrivendo con versi degni
di un Nobel la tragedia uma-
nadacui quel suono ebbe ini-
zio: «Guarda le piantagioni
bruciare,sentiloschioccodel-
la frusta. Senti l’odore della
magnolia in fiore, guarda i
fantasmi delle navi negriere.
sabato 21 ottobre 2017
Sono canzoni
che gli artisti
registrano
e poi per varie
ragioni
accantonano.
Quando
riaffiorano
spesso
affascinano.
Ecco quelle
da amare
Al centro i Rolling
Stones nel 1966
e accanto Bob Dylan
nel 1983
Posso sentire il canto lamen-
toso delle tribù, la campana
del becchino. Nessuno può
cantare il blues come Blind
WillieMCTell».Rimaneunve-
ro mistero come un brano di
questo valore fosse finito in
un cassetto.Sinarradi un dia-
logo tra Dylan e l’amico bio-
grafo Larry ’Ratso’ Slogan che
dopo aver ascoltato Infidels
chiese all’artista: «Ma dov’è fi-
nita Blind Willie McTell?»,
«Non ce l’ha fatta». «Cosa? È
una delle canzoni più belle
che hai scritto!». «Va bene co-
sì», ribatté semplicemente
l’autore. Risposta degna di
Dylan.
QUEEN
Ancora oggi trai fan di vecchia
data dei Queen l’album Hot
Space è ricordato con qualche
sopracciglio alzato. Segnò in-
fatti una svolta verso sonorità
funk, pop e elettroniche che
per molti snaturarono (forse
definitivamente)l’essenzadel
quartettoinglese.Lapubblica-
zionedell’albumfu,però,pre-
ceduta di diversi mesi dal for-
tunato singolo Under Pressu-
re,unacollaborazioneconDa-
vidBowieoggiricordatacome
un classico della band britan-
nica. La canzone nasceva da
un'altracomposizionescarta-
ta e mai pubblicata intitolata
Feel Like oggi ascoltabile solo
nella rugginosa versione de-
mo. Questo brano dimentica-
to,incuimancalavocedelDu-
ca Bianco e l’ormai inconfon-
dibilegirodibassodiJohnDe-
acon, è però un bellissimo do-
cumento grezzodel sounddei
Queen nella loro versione più
genuinamente rock.
THE JAM
La carriera del trio guidato da
Paul Weller si consumò tra il
tramonto degli anni ’70 e l’ini-
zio degli anni ’80, tra gli anni
del punk e la nascita della new
wave. Sei dischi in sei anni in
cui riuscirono a diventare una
band che univa punk, mod,
soul e gettava le basi del mo-
derno brit-rock. Una carriera
così compatta ha lasciato co-
munque alle sue spalle alcuni
brani dimenticati che erano
degni della ribalta. Fra tutti
The Great Depression, un in-
nodi disperazione suburbana
su una melodia immediata e
un’atmosferasoulrockchesa-
rebbecapacedirenderelacan-
zone una hit anche oggi. Ven-
ne incisa per l’album The Gift,
l’attoconclusivodellacarriera
dei Jam, ma non trovò spazio
su disco e fu riscoperta solo
grazieaunasuccessivaraccol-
ta del 1993.
SEGUE A PAGINA 14
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«OUTTAKES»,
GLI SCARTI
DEL ROCK
GUIDO MARIANI DA PAGINA 12
BRUCE SPRINGSTEEN
Prolifico efebbrilenel suo lavo-
ro compositivo, Springsteen è
noto per essere un artista che,
prima dell’incisione di un di-
sco, abbozza e scrive decine di
brani per poi procedere a un
meticoloso e spietato lavoro di
selezione. In alcuni casi il Boss
scartò dei dischi già pronti co-
meaccaddenel1980inoccasio-
ne della lunghissima gestazio-
ne che portò al doppio album
The River. Il suo patrimonio di
«avanzi» è ormai divenuto par-
te del suo repertorio ufficiale
grazieallapubblicazionedi an-
tologie come Tracks del 1998,
The Promise del 2010 e The Ties
that Bind: The River Collection
del 2015. Tra i suoi brani tutto-
ra inediti, e molto probabil-
mente destinati a rimanere ta-
li, oggi spicca The Klansman
un cupo pezzo abbozzato e
messo da parte durante le ses-
sion di Born in the U.S.A. È for-
se uno dei brani più crudi e cu-
pi scritti da Springsteen, la vio-
lenta storia di un ragazzo che
scopre che il padre e il fratello
sono membri del Ku Klux Klan
e si preparano alla guerra.
«Quando scoppierà la guerra
tra le razze (…) sarà un uomo
delKlan che ripulirà questo pa-
ese. Questo, figlio mio, è il no-
stro sogno».
Una canzone da brividi nelle
paroleenell’atmosferamusica-
le, assai poco adatta al tono di
un album corale e appassiona-
to come Born in the U.S.A. Ma
quellacanzone cestinata, ama-
ra e sottesa di violenza, descri-
ve l’America assai meglio oggi
di quando Bruce decise di met-
terla da parte.
THE SMITHS
Nata per essere una b-side di
un singolo neppure tratto da
unalbumufficiale,PleasePlea-
se Please Let Me Get What I
Want si è trasformata forse nel-
la canzone più amata della
band di Morrissey e Johnny
Marr. Fu incisa nel 1984 pochi
mesi dopo che il gruppo di
Manchester aveva debuttato
con un album omonimo. Era il
lato B del singolo William, It
Was Really Nothing.
Forse per la sua brevità (du-
ra meno di due minuti) venne
ritenuta a torto una composi-
zione minore. Trovò poi spazio
sulle compilation di brani spu-
ri Hatful of Hollow e Louder
thanbombs enelcorsodeglian-
nisiè fattastrada come un clas-
sico del brit rock ed è il brano
degli Smith più re-interpretato
da altri artisti.
U2
Gli U2 sono noti per essere un
gruppo che scrive le canzoni in
studio di registrazione. Questo
processo dovrebbe permettere
agli artisti di concentrarsi sulle
incisioni che effettivamente fi-
niscono sull’album e di limita-
re i brani che vanno dispersi.
Ma anche il quartetto di Dubli-
nohaunriccorepertoriodibra-
ni smarriti. Alcuni sono diven-
tati dei piccoli classici come
Trash,Trampolineand thePar-
ty Girl, pezzo inciso tra le ses-
sion degli album October e
War, relegato a una b-side e poi
comparso a grande richiesta
nei concerti e oggi diventato
un documento amatissimo dei
primi U2. Nel repertorio più re-
cente è Mercy a essere riemer-
Bruce Springsteen
in studio, sotto Kurt
Cobain e Smashing
Pumpkins
sa dall’oblio. Originariamente
concepita all’interno di How to
Dismantle an Atomic Bomb del
2004 fu eliminata dalla scaletta
finale nelle ultime fasi del lavo-
ro di produzione. Riemerse do-
po qualche mese sul web. Pare
infatti che fosse stata inavverti-
tamente inclusa in qualche co-
pia promozionale dell’album e
nonostante fosse un’incisione
ancora provvisoria, conquistò i
fan con il suo sound genuina-
mente U2 e il consueto afflato
epico di Bono e compagni.
La band ha poi riconosciuto
questosuccesso inattesoinclu-
dendo il brano nel proprio re-
pertorio live e pubblicandola
ufficialmenteinunep percolle-
zionisti,Wideawake in Europe,
uscito in serie limitata e solo in
vinile.
PEARL JAM
Non c’è fan dei Pearl Jam che
non conosca e non ami Yellow
Ledbetter. Il brano, che inizia
conun’inconfondibilegirochi-
tarristico ispirato da Jimi Hen-
drix,èdiventato ormai unasor-
ta di sigla di chiusura ufficiale
deiconcertidella banddi Seatt-
le. Si tratta di una canzone che
venne accantonata dalla sele-
zionedefinitiva deipezzi dello-
ro esordio, l’album Ten del
1991. Venne recuperata come
lato b del singolo Jeremy, riu-
scendo a entrare a grande ri-
chiesta nelle programmazioni
radiofoniche delle radio rock
Usa. Ma laverafortuna delpez-
zo è stata la sua vita nei concer-
ti dal vivo. Nel febbraio 1992 i
Pearl Jam decisero di inserirla
nella loro setlist sentendosi li-
beri di estenderla a piacere, ar-
ricchendola di improvvisazio-
ni e contaminazioni. Da allora
non è praticamente mai man-
cata in un concerto del gruppo.
La canzone oggi è pubblica-
ta sul disco di pezzi smarriti
Lost Dogs ma nel repertorio del
gruppo di Eddie Vedder più
cheuncanerandagioèdiventa-
ta un cavallo di razza.
NIRVANA
Humorneroesarcasmofaceva-
nopartedellapoeticaangoscio-
sa di Kurt Cobain, ma il suo de-
stino ha gettato un’ombra scu-
ra su molte sue composizioni.
Questo brano in particolare, I
Hate Myself and Want to Die
(«Mi odio e voglio morire»), in-
COPPOLA VS LENNON
di FRANCESCO ADINOLFI
Il dubbio lo ha instillato il regista Cameron
Crowe dal suo twitter. Lì ha pubblicato
una lettera di Francis Ford Coppola del
24 marzo 1977 a John Lennon. Lo
informa che si trova nelle Filippine per
girare Apocalypse Now, che vive dentro
Canzoni
diseredate
dai rocker
ma amate
dai fan
che non
di rado
le pretendono
in concerto.
Il rammarico
di Billy
Corgan
cisonel1993nelcorsodelle ses-
sion dell’album In Utero venne
scartato per il timore, fondato,
che potesse essere oggetto di
critiche e controversie. Era co-
munque un pezzo dal testo vo-
lutamente nonsense in cui il
sound deiNirvana (qui prodot-
ti da Steve Albini) esplodeva in
tutta la sua potenza. Compar-
sabato 21 ottobre 2017
un vulcano, che pur non essendosi mai
incontrati segue Lennon da sempre e che
vorrebbe vederlo per discutere di «some
distant future projects». E chiude:
«Quando ci vedremo ti cucino e
passiamo tutto il tempo ad ascoltare
musica e a parlare di cinema». Sempre
Crowe pubblica un lettera di Lennon
ve come traccia nascosta nella
colonna sonora del cartone
animato di Mtv The Beavis and
Butt-head Experience.
Nell’aprile 1994 il brano avreb-
be dovuto essere stampato co-
me b-side del singolo Pennyro-
yal Tea ma il suicidio di Kurt
Cobainspinse la casa discogra-
fica Geffen a ritirarlo dalla cir-
colazione.Quel titolo provoca-
torio si era rivelato l’inascolta-
tourlodi aiutodi un’anima tor-
mentata.
THE BEATLES
NowandThenèl’ultimacanzo-
ne nella storia dei Beatles. Un
ultimo brano che non è mai ve-
nuto alla luce. Nel 1994 Paul,
RingoeGeorgesimiseroallavo-
ro per assemblare il materiale
di The Beatles Anthology. Yoko
Ono portò ai tre un nastro con
alcune incisioni incomplete di
John da queste nacquero i sin-
goli Free as a Bird” e Real Love.
Ma i Beatles si misero al lavoro
su un’ultima registrazione ab-
bozzatadaLennon alpianofor-
te. Incisero una parte strumen-
tale di accompagnamento, ma
non terminarono mai il lavoro
pare per decisione di Harrison
(senza data) in cui il musicista risponde a
Coppola dicendo che si scusa ma è
troppo impegnato per affrontare un
progetto così grande e che ha amato il
libro». Cuore di tenebra (da cui
Apocalypse Now) o altro? Che si siano
incontrati sembra certo, quando e di cosa
avessero parlato può saperlo solo Yoko.
che riteneva che la qualità del
demo che dovevano usare non
permettevadi conservarelavo-
ce autentica di John. Now and
then è una ballata malinconi-
ca, una canzone d’amore che
sembra intessuta della stessa
stoffa di Imagine ma con un’at-
mosfera molto più cupa. Mc-
Cartneyhapiùvolte dettodivo-
ler portare a termine l’opera di
restauro e riscrittura del brano
per suggellare l’ultimo atto del
suo immortale connubio arti-
stico con John.
SMASHING PUMPKINS
Occhio a Starla, una canzone
che col tempo si è fatta strada
nel cuore dei fan del gruppo
guidato da Billy Corgan e che
oggi è ritenuto uno dei brani
cardine nella carriera degli
Smashing Pumpkins. Questo
avanzo di lusso (poi recupera-
to per la compilation Pisces
Iscariot) è una lunga suite da
11 minuti. Nacque come bra-
no riempitivo nei primi anni
di carriera della band di Seatt-
le. Lo stesso Corgan ha raccon-
tato la genesi della composi-
zione: «Ci trovammo costretti
dalla casa discografica a rea-
lizzare un lato b. Così regi-
strammo Starla. Era una di
quelle canzoni fatte all’ulti-
mo secondo. Rimanemmo al-
zati tutta la notte, lavorando
su una traccia scritta solo a
metà e la completammo alle 7
del mattino dopo una session
di 12 o 13 ore. Una volta incisa
ci fu una discussione se doves-
se essere parte del nuovo al-
bum Siamese Dream e così de-
cidemmo di tenerla da parte.
Ma al momento di registrare il
nuovo disco non la prendem-
mo più in considerazione e ri-
mase fuori». Il brano con il
suo crescendo tempestoso
sembrava definire un nuovo
percorso per il suono della
band e metterla in un cassetto
fu un errore che oggi anche
Corgan riconosce: «È una delle
canzonipiùmemorabilicheab-
biamo fatto».