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Il labirinto e l’architetto
Edizioni Kappa
Note alla pubblicazione e ringraziamenti
Questo volume trae origine dalla tesi di dottorato in “Disegno e rilievo
del patrimonio edilizio” (ciclo XV), dal titolo Labirinti: rappresentazione
di un percorso, il percorso come rappresentazione, discussa il 10
marzo 2003 presso il Dipartimento di Rilievo, Analisi e Disegno
dell’Ambiente e dell’Architettura, e presentata in forma di sintesi a
Firenze il 2 luglio 2005, in occasione della giornata di studi “7 anni di
ricerca per il dottorato”.
Nonostante che la struttura generale dell’opera sia rimasta invariata, i
suoi contenuti sono stati revisionati ed ampliati, spesso completamen-
te riscritti, così come l’apparato iconografico è stato fortemente inte-
grato.
La documentazione raccolta è naturalmente molto più ampia di quel-
la contenuta nel presente volume. In questa sede voglio ringraziare
quanti, in varia misura, mi hanno sostenuto nella ricerca, sia nella fase
dell’indagine che in quella di analisi critica, nonché per la realizzazio-
ne della presenta pubblicazione. In ordine necessariamente sparso:
- i miei relatori (Cesare Cundari e Laura Carnevali);
- la commissione con la quale ho discusso la tesi di dottorato (Vitale
Cardone, Carlo Mezzetti, Giorgio Testa e Antonio Almagro) e i compo-
nenti del Collegio dei Docenti che mi hanno seguito negli stati di avan-
zamento (in particolare Marco Carpiceci, Laura De Carlo e Giuseppa
Novello Massai);
- i miei colleghi di dottorato e di dipartimento, prodighi di spunti, sug-
gerimenti ed ironia (Alessandra Meschini, Luisa Bogliolo, Donatella
Iorio, Daniela Perrone e Lavinio, Piero Barlozzini, Francesca Tomassi,
Linda Barnobi, Alessia Giuffrida, Giulia Milani, Nicoletta Pizzuti,
Giovanni Maria Bagordo e Fiamma, Mirko Limana, Laura Carlevaris,
Williams Troiano, Miriam Ferrazza, Mariella La Mantia, Manuela
Piscitelli, Maria Martone, Leonardo Paris);
- Maurizio Ascani, per l’ascetico rigore e lo sguardo oltre l’orizzonte;
- la Fondazione Ascani Colonnese per il sostegno, in particolare
Francesca e Muni, per il supporto tecnologico; mia madre, comunque
sia e mio padre, ovunque sia;
- Ilaria, novella Arianna, che accarezza Kira e sorride.
INDICE
6 PRESENTAZIONE
7 INTRODUZIONE
79 3. IL LABIRINTO IN ARCHITETTURA
82 3.1. Daidalos: arte e tecnica
84 3.2. Il modello nella storia
88 3.3. La figura e le matrici geometriche
92 3.3.1. Il labirinto tra decorazione e arredamento
94 3.3.2. Il labirinto da giardino
103 3.3.2.1. Il labirinto da giardino a Roma
105 3.3.3. Il labirinto nei trattati di architettura
112 3.3.4. Ombre di labirinto
113 3.3.4.1. Spirale
116 3.3.4.2. Meandro
123 3.3.4.3. Nodo
127 3.4. La struttura come diagramma
128 3.4.1. Struttura unicursale
131 3.4.2. Struttura ad albero
133 3.4.3. Struttura a rete
140 3.5. L’idea: dissociazioni spazio-temporali
142 3.5.1. Percorso continuo e spazio infinito
144 3.5.1.1. Lo spazio infinito della ripetizione modulare
146 3.5.1.2. Lo spazio infinito della ripetizione scalare
151 3.5.2. La perdita dell’orientamento
153 3.5.2.1. La stanza apparente
158 3.5.2.2. Il labirinto della grande dimensione
164 3.5.2.3. Labirinti ipogei
181 4. IL LABIRINTO, LA CITTÀ E IL TERRITORIO
184 4.1. Centro contro periferia
187 4.2. La brocca e il Troiae lusus
190 4.3. Castrum
191 4.4. Civitas Hominis
193 4.5. Le mura di Gerico
194 4.6. Sforzinda e Atlantide
196 4.7. La luce dell’irrazionale
199 4.8. Modernità
203 4.9. Babele e Wieliczka
208 4.10. Multilevel city
210 4.11. La rete e la mappa
212 4.12. Metropolis
216 4.13. La periferia, il territorio e il deserto
APPENDICI
303 BIBLIOGRAFIA
Nell’accingermi a presentare questo volume di Fabio Colonnese, ho pensato sin dall’inizio che avrei potuto
assolvere nel modo migliore al mio compito delineando il percorso lungo il quale si è sviluppata la lunga attivi-
tà di ricerca che lo sostiene. Ho avuto la possibilità di conoscerne le varie parti sia nella loro stesura originaria
che nelle elaborazioni successive così da poter fornire al lettore informazioni utili anche ad inquadrare nel tempo
il lavoro svolto dall’Autore. Ciò mi è stato possibile anche perché l’Autore ha sviluppato questo tema di indagi-
ne partecipando, contemporaneamente, ad altre attività di ricerca da me coordinate.
Nel presente volume l’arch. Colonnese riassume in forma organica gli studi, le riflessioni e le elaborazioni com-
piute negli ultimi cinque anni sul tema del “labirinto”, mirando ad individuare una sua connessione più sostan-
ziale – e, nel contempo, meno labile e più pregnante del mero tracciamento grafico – con l’area della
Rappresentazione. Negli stessi anni l’Autore, oltre a conseguire il Dottorato di Ricerca, ha collaborato all’attivi-
tà di ricerca svolta presso la Sezione di Ingegneria del Dipartimento di Rilievo, Analisi, Rappresentazione
dell’Ambiente e dell’Architettura, nonché all’attività didattica dei corsi di Disegno dell’Architettura presso la
Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma “La Sapienza”, assumendo, recentemente anche la responsabili-
tà didattica del Laboratorio di Rilievo architettonico presso il Corso di Laurea in Ingegneria Edile di Rieti.
Nella lunga attività di ricerca che l’Autore riepiloga in questo volume possono essere individuate alcune fasi a
ciascuna delle quali corrisponde – quasi a riflettere un implicito criterio metodologico – un contributo scritto. La
prima fase coincide con il rilievo del pavimento della Sala del Tesoro condotto nel 1999 nel quadro del rilievo
generale di Castel Sant’Angelo e trova riscontro in un contributo presentato al Convegno internazionale Il rilievo
dei beni architettonici per la conservazione svoltosi nello stesso monumento nel novembre 2000. Sin da allora
l’Autore assume come riferimento il cospicuo lavoro compiuto da Hermann Kern cui si deve una Mostra svolta-
si a Milano nel 1981. Nella seconda fase l’Autore amplia la sua indagine all’esame della forma del Labirinto nella
dimensione urbana; a questo perido appartengono gli approfondimenti compiuti nell’ambito delle ricerche sul
rilievo della città e ad essa si riferisce anche il contributo presentato al Convegno La forma della città. La forma
dei portici (Torino, 2002). Successivamente – in quella che costituisce certamente la fase più pregnante di tutta
la ricerca – l’Autore si dedica al riordino del cospicuo materiale raccolto attingendo a studi di carattere archeo-
logico, psicologico, antropologico, assumendo il tema del Labirinto come argomento della sua Tesi in Disegno
e rilievo del patrimonio edilizio, brillantemente discussa nel 2003 presso l’Università di Roma “La Sapienza”.
Pur essendo pervenuto ad una esposizione dei risultati più che convincente, ancora in quella circostanza
l’Autore avverte l’esigenza di una più articolata e documentata presentazione dei risultati della propria ricerca e
si appresta ad una rivisitazione del precedente testo corredandolo robustamente con apparati integrativi legati
anche ad altre esperienze e riflessioni compiute, intanto, nel rilievo e nell’analisi di grandi complessi così come
nella documentazione della città e nella rappresentazione del territorio e del paesaggio.
Il volume testimonia in modo ineccepibile gli studi, gli approfondimenti e le elaborazioni intellettuali compiute su
un tema sicuramente non semplice; l’Autore conduce il lettore nella progressiva scoperta di una problematica
complessa, rivolta com’è alla disamina di quello che si può ritenere un vero e proprio “simbolo”, il labirinto, il cui
significato può e deve essere interpretato – come avviene, del resto, per la maggior parte dei simboli – in rap-
porto sia alle aspettative ed alla formazione dell’osservatore sia alle intenzioni del committente.
Affidando alla sensibilità del lettore l’apprezzamento dell’abilità espositiva dell’Autore, desidero concludere que-
sta presentazione sottolineando come il volume rifletta in pieno – nella impostazione della ricerca, nel suo svi-
luppo e nella organizzazione definitiva dei materiali – il rigore metodologico dell’Autore; risulta altrettanto eviden-
te la sua naturale curiosità, l’interesse all’indagine e la capacità di elaborarla in modo adeguato, l’esigenza di
una approfondita comprensione dei fenomeni analizzati e la tenacia necessaria per conseguirla. Questi requisi-
ti hanno consentito all’arch. Fabio Colonnese di conseguire sin qui positivi risultati della sua attività di studio e
di ricerca, così come attesta questo stesso volume. Questi risultati attestano anche come nell’Università di oggi,
nonostante le tante difficoltà che ne impediscono una più efficace azione, esistono energie nuove, fortemente
interessate ed adeguatamente formate alla ricerca e alla didattica; l’Autore di questo volume ne è un esempio
efficace; v’è solo da sperare che all’Università vengano forniti gli strumenti per potersene avvalere.
INTRODUZIONE
Introduzione 7
pio, un asilo, un patibolo, una bianca balena, un capric-
cio, un enigma, una città, il mondo. Lo stesso uomo lo
ha creato per poi abbatterlo, lo ha partorito per divorar-
lo, lo ha progettato con la matematica e la logica per poi
lasciarsi commuovere dall’invisibile che vi dimora. Guai
a voi, avrebbe più volte sibilato a questi mortali la crea-
tura attraverso i suoi cangianti geroglifici: io non ho
nomi, io rifuggo da qualsiasi disarticolazione, non cono-
sco nessun tipo di logica che non sia data dal contesto
(EdR).
La scienza, infallibile compagna, mi aveva forgiato di
straordinari strumenti. Non immaginavo che uno dopo
l’altro li avrei visti fallire, uno dopo l’altro, che avrei infine
8 Introduzione
rimpianto quel misero filo di lana, l’arcaica fettuccia che
per prima misurò il disordine.
Una volta dentro ogni mia stolida certezza si è adom-
brata. Sulle pareti si potevano ancora leggere i nomi e
gli avvertimenti di quanti, prima di me, avevano calpe-
stato quel selciato, annusato le vibrazioni dell’aria,
ascoltato, non senza un brivido, l’eco dei propri passi,
segnalando con una freccia o un mucchietto di sassi,
un incrocio o una scala, prima di continuare. Non lo so
nemmeno io; sembravano dirmi alcuni tra essi, è che mi
sono inoltrato all’interno del continente un po’ alla volta,
un po’ alla volta senza un piano e, a questo punto, sono
qua; so soltanto che indietro non posso tornare perché
è troppo distante (JC). Altri, non so se più savi o più folli,
avevano perentoriamente regolarizzato quei viali e quel-
le piazze che oggi meglio sembrano rappresentare que-
sto mondo nell’immaginario collettivo, secondo idee
comunemente condivise, rifiutando di ammettere che
“comune” e “rappresentabile” sono categorie estranee
a questi lidi.
Sinistra/destra. Incessamente ho rovistato, scrutato,
misurato, rappresentato, con schizzi tutto quello che ho
potuto … ma dare una veste unitaria ad argomenti tanto
svariati, differenti, dispersi qua e là, … esigeva una capa- 0.3. Katsushiro Otomo, Babilonia.
cità e una preparazione maggiori di quanto non siano in “Un caos di parole eterogenee, un
corpo di tigre o di toro, nel quale pul-
me (LBA). L’ingenuo entusiasmo che mi aveva animato lulassero mostruosamente, uniti e
all’inizio, spingendomi a formulare previsioni e succes- odiandosi, denti, organi e teste, pos-
si, si era squagliato definitivamente al sole del caos. sono, forse, essere immagini che le
si approssimano” (Borges).
Alla visita misurata dell’appassionato viaggiatore del
Grand Tour gradualmente prevaleva l’incerto errare del
flaneur, visionaria spola tra centro e periferia, alla deriva
tra vicoli e boulevard. Ecco che nel lento peregrinare,
nel mio caotico annotar di luoghi e cose, il seme di tante
fatiche germogliava in appunti e pareva dover fruttifica-
re in una mappa; ma non senza difficoltà.
Se al termine di una giornata di peregrinazioni ne
aggiornavo il disegno, convinto di aver finalmente com-
preso e imprigionato sulla carta il genio del luogo, al
risveglio non trovavo traccia di quella fisionomia. La sua
forma non aveva forma. Il dedalo era ancora estraneo a
quei graffi di grafite. Anzi, cominciavo a temere che
risiedesse proprio nella discrepanza impalpabile tra il
percepito e il rappresentabile, quasi che la sua natura
Introduzione 9
0.4. Andrea Pazienza, Le straordina- non fosse di pietra e calce, di particelle fisiche misura-
rie avventure di Pentothal.
bili, ma di puro movimento, visibile ma non fissabile se
non nelle aleatorie traiettorie del novello Teseo.
Una mappa che si è fatta estesa prima che omogenea,
magari esageratamente definita in alcune zone, con
supplementi di note al margine: un portolano attento a
collocar tutte le voci dei naviganti piuttosto che la cano-
nica proiezione del geometra che ambisce a ricavar la
forma del mondo.
Una mappa, che lungi dall’essere esaustiva, trova la
sua ragione ultima nella sua natura di diagramma, nella
ragnatela di strade che collegano un punto all’altro. Una
mappa che nella sua arbitraria parzialità si rivolge alle
carte già segnate, alle rotte già tracciate, ai mari naviga-
ti per suggerirne uno sviluppo, per proporsi come com-
plemento, come una integrazione ai materiali e ai luoghi
già censiti, nella malcelata speranza che da accosta-
menti spesso improbabili si riveli, allo sguardo educato,
la prospettiva su un nuovo cosmo, a riveder le stelle e
unendone i punti, trovare infine il disegno nascosto.
10 Introduzione
BIBLIOGRAFIA
Per portare ordine in questa selva di pubblicazioni mi preme ricordare intorno a quali testi fondamentali si è
imperniata questa ricerca. Innanzitutto il libro di Herman Kern, incredibile summa di riferimenti storici e ico-
nografici, soprattutto nella sua recente versione inglese; a seguire quello di Santarcangeli, suo corrispettivo
italiano, e i classici saggi di Kereny e Cagiano de Azevedo; il terzo numero della rivista tedesca Daidalos
(Walled in Wilderness, 1983), interamente dedicato all’argomento. Oltre che l’imprescindibile contributo let-
terario e critico di Borges, Calvino ed Eco, voglio inoltre ricordare le suggestioni prodotte in particolare dagli
studi di Battisti, Brusatin, Corboz, Hocke, Rinaldi e Rosenstiehl. La bibliografia è divisa in fonti e saggi e que-
sti sono articolati nelle tematiche trattate. I siti riportati sono stati consultati nell’epoca di stesura di questo
testo, ovvero tra il 2001 e il 2005; è possibile che oggi alcuni dei collegamenti e dei contenuti siano stati
modificati o cancellati del tutto.
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308 Bibliografia
INDICE DEI LUOGHI
Note. Si è scelto di indicare i singoli edifici solo per quei luoghi che ne presentanto più di due; in corsivo
sono indicati i luoghi immaginari e i progetti rimasti sulla carta.
Nota. In corsivo i personaggi leggendari e letterari; le “coppie celebri” sono riportate insieme, omettendo il
nome proprio.
Aalto, Alvar, 119, 151, 162, 176 131, 211, 232, 238 Bellonci, Maria, 169
Abulafia, 75 Ariosto, Ludovico, 11 Belluzzi, Amedeo, 169
Accardi, Carla, 58 Aristotele, 89, 203 Bencivenni, Alessandro, 75, 77
Acconci, Vito, 154 Arnheim, Rudolf, 79, 127, 154, 177 Benedetti, Sandro, 171
Achille, 146 Ascani, Maurizio, 169 Benevolo, Leonardo, 175, 176, 274
Acri, Francesco, 221 Ascanio, 188 Benjamin, Walter, 61, 199, 212-13,
Adami, Valerio, 74 Asplund, Erik, 228 215, 222
Adams, Bruce, 180 Assunto, Rosario, 220 Benserade, Isaac de, 99
Adriano, 161, 274, 288 Asterione, vedi Minotauro Bentham, Jeremy, 267-268, 273
Agostino, 22 Atena, 187, 220 Berdini, Franco, 61, 177
Aguien e Choisy, 113 Atlante, 43, 50, 74 Bergman, Ingmar, 64
Aires Mateus, 80, 148, 169 Attali, Jacques, 113, 171 Bergson, Henry, 24
Alberti, Leon Battista, 108, 110, 270, Auer, Gerhard, 265 Bertazzolo, Gabriele, 169
271 Augè, Marc, 163 Bertolucci, Bernardo, 77
Albertini, Bianca, 241 Augusto, 288 Berve, Helmut, 169, 176
Alfano, Nino, 158 Aulenti, Gae, 279 Besson, Luc, 77
Alice, 130 Auro Gallo, 302 Bettini, Sergio, 157, 178
Alighieri, Dante, 46, 50, 192, 216, Auster, Paul, 214, 222 Bignardi, Irene, 77
277-278 Ayrton, Micheal, 61 Biraghi, Marco, 172
Almeida, Ivan, 76 B.B.P.R. (Belgioso, Banfi, Peressut, Bloc, Andrè, 157
Al-Qazwimi, 189 Rogers), 61, 101 Blom, Piet, 177
Ambasz, Emilio, 180 Bach, Johann Sebastian, 22 Bloom, Harold, 48
Amenemhet III, 87 Bagnoli, Sandro, 241 Bocchi, Francesca, 171
Ando, Tadao, 130, 143, 179, 247, Balla, Giacomo, 55 Böcklin, Arnold, 181
263, 266, 279 Balmond, Cecil, 178 Boeckler, Georg Andreas, 39
Andreotti, Libero, 222 Ban, Shigeru, 178 Boeri, Stefano, 218
Andriani, Carmen, 174 Baricco, Alessandro, 237 Boiardo, Matteo, 50, 108
Annaud, Jean Jacques, 232, 235 Bartezzaghi, Stefano, 47, 75 Bologna, Corrado, 38
Antonini, Eraldo, 171 Barthel, Rainer, 286 Bonaparte, Luciano, 90
Apollo, 184 Barthes, Roland, 161, 203, 221 Bond Rafferty, Jean, 171
Apollodoro, 11 Bartoccini, Renato, 298, 302 Boni, Giacomo, 103
Aragona, Raffaele, 38, 74 Bartoli, Pietro Santi, 288 Bonito Oliva, Achille, 54, 62, 76-77,
Arakawa e Gins, 80 Basso Peressut, Luca, 266 220
Arasse, Daniel, 84, 170 Battisti, Eugenio, 171, 274 Borgatti, Mariano, 302
Archimede, 171 Baudelaire, Charles, 43 Borges, Jorge Luis, 25, 28, 42-45,
Argan, Giulio Carlo, 55, 177 Baumschlager e Eberle, 156 47-48, 51-52, 69, 74, 76, 84,
Argenti, Maria, 179-180 Beabourg, Louis de, 96 140, 146, 149, 216, 221, 223,
Arianna, 11-12, 15, 19, 26, 34-35, 43, Bedoli Mazzola, Girolamo, 54 229-31, 233-36, 267
49, 52, 56-57, 61, 67, 83, 114, Bellini, Giovanni, 109 Borromini, Francesco, 115, 154, 178