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ICONOGRAFIA URBANA
DALLE FONTI NOTARILI
(SECOLI XVII-XVIII)

on la pubblicazione in queste pagine della sintesi della re-

C
lazione della dottoressa Orietta Verdi ““Architetture scono-
sciute. Disegni e progetti di case nelle fonti notarili roma-
ne (secoli XVII-XVIII)” si completa l’ampio resoconto che la
rivista ha dedicato ai lavori del Convegno Le Piante di Ro-
ma - La città dal Barocco ai Catasti, tenutosi il 1° dicembre
2010 presso l’Istituto Nazionale per la Grafica.
Un appuntamento di grande spessore ed interesse culturale e scienti-
fico, organizzato del Centro di Studi sulla Cultura e l’Immagine di Ro-
ma, col pieno sostegno del Collegio dei Geometri di Roma.
Si ricorda che altre relazioni tenute al Convegno sono già state pubbli-
cate sulla rivista e in particolare:
- sul numero 34/2010 il resoconto dei lavori del prof. Mario Bevilac-
qua e la pubblicazione della relazione, specificamente dedicata al te-
ma del Catasto tra Novecento e Duemila, tenuta dai geometri Adriano
Angelini e Giorgio Maria de Grisogono;
- sul numero 36/2011 la sintesi della relazione tenuta dal prof. Adriano
Ruggeri “Formazione del Catasto urbano di Roma (1818-1824)”.
Si informano i colleghi che è in fase di completamento il volume degli
Atti del Convegno quale testimonianza esplicita e completa dei lavori.

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ARCHITETTURE RITROVATE NELLE FONTI NOTARILI

ARCHITETTURE SCONOSCIUTE.
Disegni e progetti di case nelle fonti notarili romane
(secoli XVII-XVIII)

Gli atti contenuti nei 28.000 volumi dei notai capitolini conservati all’Archivio di Stato di
Roma, offrono fondamentali informazioni circa l’origine, la natura e la funzione degli
elaborati grafici; ne permettono una datazione certa e l’attribuzione sicura agli autori,
tra i quali spiccano spesso i nomi di famosi architetti attivi fra Sei e Settecento.
Restituiscono all’indagine e alla ricerca frammenti di architetture spesso perdute, altre
volte sopravvissute nelle tante trasformazioni subite dal territorio, oppure sacrificate da
un’urbanizzazione poco attenta alle preesistenze.

Orietta Verdi*

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n’immensa pianta della Progetti e disegni tecnici redatti
città di Roma attende di es- in occasione di nuove costru-
sere ricomposta sulla base zioni, di lavori di ristruttura-
delle migliaia di disegni di edi- zione e di ampliamento, di
fici, palazzi, case, chiese, ville e compravendita o di locazio-
giardini, che in diverse epoche, ne, danno conto, a partire dai
tra il Seicento e l’Ottocento, fu- primi anni del Seicento, di un
rono progettati, costruiti, ri- numero ancora imprecisato2
strutturati nella capitale, alcu- di edifici di cui spesso non si
ni riprodotti prima di essere ab- aveva notizia o non se ne co-
battuti, altri disegnati al mo- nosceva la rappresentazione
mento di un passaggio di pro- iconografica, sia che si tratti di
prietà: nei 28.000 volumi dei no- ‘fabbriche’ di assoluto rilievo
tai capitolini conservati all’Ar- che di modesta portata.
chivio di Stato di Roma sono Disegni e planimetrie costitui-
disseminati, come tavole di un scono altrettanti tasselli, in
enorme atlante, piante, pro- gran parte inediti, di un tes-
spetti, sezioni, disegni ad in- suto edilizio spesso non più esi-
chiostro e acquerello, spesso ar- stente; esse restituiscono al-
ricchiti da legenda, intestazio- l’indagine e alla ricerca fram-
ne, segni di orientazione, vedute menti di architetture spesso
e disegni delle emergenze più perdute, altre volte sopravvis-
importanti del territorio (il fiu- sute nelle tante trasformazio-
me, l’arsenale di Ripa, giardini, ni subite dal territorio e dal co-
fontane, reperti archeologici), struito nella città da sempre ca-
delle quali finora non esisteva pitale di uno stato, quello pon-
neppure un censimento1. tificio per quasi cinque secoli

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e quello italiano negli ultimi quasi tutti gli istituti archivi- spesso i nomi di famosi archi-
150 anni. Di molti di essi non stici, dal momento che la ri- tetti attivi fra Sei e Settecento
è rimasta oggi alcuna traccia cerca presenta un accesso (Marcantonio De Rossi, Carlo
perché caduti sotto i colpi di semplice e immediato anche Rainaldi, Carlo Fontana, Se-
piccone delle riedificazioni set- per gli utenti più inesperti e bastiano Cipriani, Ludovico
tecentesche (il palazzo Benti- frettolosi4. Rintracciare in una Gregorini, Filippo Raguzzini,
voglio al Corso, abbattuto per miscellanea una pianta o un Ferdinando Fuga) come quel-
far posto al monumentale pa- prospetto della casa, palazzo, li di professionisti meno noti
lazzo De Carolis, oggi sede del- chiesa o villa oggetto del nostro ma non per questo meno va-
l’UNICREDIT3) oppure sacri- studio, non è che un primo pas- lenti. Infine la presenza di pe-
ficati da un’urbanizzazione tal- so nel lavoro di ricerca: le ico- rizie, di relazioni descrittive e
volta affrettata e poco attenta nografie che lì sono conserva- stime che accompagnano le
alle preesistenze, che cancellò te risultano prive della docu- piante e i disegni, costituisce
intere isole del centro storico mentazione alla quale erano uno strumento indispensabile
di Roma. Alla fine dell’Otto- originariamente allegate, dal per una lettura puntuale, ca-
cento il nuovo governo dell’I- momento che gli archivisti del pace di interpretare gli elabo-
talia Unita, nel tentativo di ade- passato scelsero di separare la rati grafici: come è stato detto
guare le infrastrutture urbane documentazione iconografica con felice espressione «quella
alle esigenze della capitale del da quella descrittiva, allo sco- degli allegati iconografici in-
nuovo regno, varò diversi pro- po di salvaguardare i disegni di seriti nei protocolli notarili è
getti per tracciare le grandi ar- grande formato; perduto il nes- una fonte naturalmente im-
terie stradali nel centro della so con il fondo nel quale le mersa nel suo contesto narra-
città: l’apertura di Corso Vit- piante risiedevano, la ricerca tivo e istituzionale, e ciò facilita
torio Emanuele è negli anni ’90 può difficilmente proseguire l’opera di analisi, interpreta-
dell’Ottocento tra i casi più no- e le piante e i disegni finiscono zione e ricostruzione critica»5.
ti; tali piani vennero ripresi e per diventare soltanto un sem- Locazioni e vendite, prestiti e
ampliati negli anni Trenta del plice apparato illustrativo, sen- contratti per la ristrutturazio-
Novecento quando, durante gli z’altro di grande interesse, ma ne di immobili, accordi per la
anni del Governatorato, si de- che sganciato dal contesto do- condivisione di strutture mu-
cisero gli sventramenti nell’a- cumentario diventa incapace di rarie, divisioni ereditarie, sono
rea occupata dal palazzo Ce- comunicare il proprio signifi- spesso il presupposto giuridico
sarini e il recupero dell’area ar- cato storico più profondo e per la redazione di piante e pro-
cheologica dell’Argentina, l’am- completo. spetti di case, palazzi, ville,
pliamento di Corso Rinasci- Il valore aggiunto dei disegni e chiese, teatri, opifici, inseriti
mento e l’apertura di piazza Za- delle piante rintracciati nei vo- nella fitta trama edilizia che
nardelli, contribuendo in mo- lumi notarili è strutturale alla dall’ansa del Tevere si estendeva
do massiccio alla scomparsa di natura del fondo nel quale ri- fino alle zone più decentrate dei
case e palazzi della città rina- siedono: gli atti notarili, cui le rioni di Monti e di Ripa, ai con-
scimentale. iconografie sono allegate, of- fini delle mura aureliane.
La presenza di documentazio- frono fondamentali informa- I disegni allegati ad un atto no-
ne iconografica nei fondi do- zioni circa l’origine, la natura tarile a tutela degli interessi del-
cumentari è una realtà ben e la funzione degli elaborati le parti, grazie alla rilevanza
nota agli studiosi, che nella grafici inseriti nel volume; ne giuridica e alla capacità pro-
maggior parte dei casi si rivol- permettono una datazione cer- batoria da essi rivestita, costi-
gono alle ricche miscellanee di ta e l’attribuzione sicura agli tuiscono rappresentazioni esat-
piante e disegni presenti in autori, tra i quali spiccano te e affidabili dell’edificio e

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dei caratteri architettonici che blare: è possibile inoltre cono- RIONE CAMPO MARZIO
lo contraddistinguono, della scere quali furono i suoi inve- L’osteria della Lupa, dalle
sua configurazione interna, stimenti immobiliari attraver- serate del Caravaggio alla
dell’articolazione degli appar- so i disegni, prospetti, sezioni, ristrutturazione di fine
tamenti, dell’ubicazione di es- spaccati e planimetrie delle secolo XVII
so nel tessuto urbano: l’incrocio case da lui acquistate a caval- 1695, Case di Domenico
dei dati provenienti dalla fon- lo tra Sei e Settecento per de- Guerrini in piazza della Lupa
te notarile con altre informa- stinarle a residenza personale Ludovico Gregorini, architetto
zioni e particolarmente con le e alla rendita tramite locazio- Prospetti e piante a
notizie provenienti dai regi- ne, redatti per lui dall’architetto inchiostro e acquerello
stri di Lettere Patenti della Carlo Buratti6. Costantino Fia- 4 unità (cm 27,3x28,6;
Presidenza delle strade – nei schetti è l’architetto autore del cm 27x18; cm 27x18,8;
quali si conservano le licenze progetto per la risistemazione cm 39x27)
edilizie rilasciate ai privati per dello sconosciuto, anche se
lavori di nuova costruzione e ri- tuttora esistente, palazzo Aqui- Durante la campagna di ricer-
strutturazione – dimostra come lani su piazza dell’Aracoeli, che condotta all’Archivio di
sia possibile restituire con pre- realizzato a metà del Sette- Stato nel 2010, in occasione del
cisione, alcuni degli innume- cento, secondo una soluzione IV centenario della morte di
revoli passaggi che nel corso formale che è rimasta immu- Michelangelo Merisi da Cara-
dell’epoca moderna hanno mu- tata7. Temi questi trattati in al- vaggio, è stato rintracciato un
tato l’assetto edilizio urbano. cuni studi recenti che si sono nuovo documento che costi-
Compito senz’altro arduo è il- serviti della documentazione tuisce la prima testimonianza
lustrare le enormi potenzialità iconografica dei notai capito- documentaria del giovane Me-
di questa fonte, conosciuta da lini: altri spunti di sicuro inte- risi nella capitale, e che, nel
studiosi e ricercatori, ma sem- resse sono emersi nel corso del- contesto delle indagini per una
pre e solo in relazione a singoli la schedatura dei disegni pre- misteriosa aggressione ad un
oggetti di ricerca e mai appro- senti nei quasi 6.000 volumi de- musico, avvenuta la sera dell’8
fondita in maniera sistematica: gli uffici notarili 4-10 che sono luglio 1597, alla quale avrebbe
scorrendo l’indice degli autori stati inventariati, il cui reper- assistito il Caravaggio con due
dei disegni o quello dei pro- torio con indici si auspica pos- amici, il pittore Prospero Orsi
prietari degli edifici, della to- sa essere presto oggetto di pub- e il mercante di quadri Co-
ponomastica che ne indica la blicazione. stantino Spada, riferiva della
dislocazione sul territorio cit- Dalla schedatura dei disegni cena dei tre all’osteria della
tadino, ci si rende subito con- presenti in questo gruppo di uf- Lupa, alla Scrofa8.
to delle infinite possibilità di fici notarili si presentano qui al- È nota la difficoltà di identifi-
studio e di raffronto che il re- cune tracce di studio di edifici care e localizzare botteghe, ca-
pertorio mette a disposizione del rione Campo Marzio, Tre- se, luoghi, citati nei documen-
delle ricerche. vi e Parione che furono ogget- ti cinque-seicenteschi, dati gli
Di Sebastiano Cipriani, noto ar- to di ristrutturazione, am- enormi cambiamenti subiti
chitetto attivo a cavallo fra il pliamento, riedificazione o dalla struttura urbana e dagli
XVII e il XVIII secolo, si con- semplicemente di vendita, tra edifici cittadini da quell’epoca
serva nei protocolli notarili, Sei e Settecento, e che dimo- ad oggi, ma la schedatura del-
un discreto corpus iconografi- strano quanto fortunata possa le piante e disegni notarili in
co di progetti da lui redatti e essere talvolta la ricerca e quan- corso, insieme ai riscontri ese-
realizzati per diversi commit- to ricca la pista notarile per gli guiti sia sulle fonti documen-
tenti, ancora tutto da assem- studi storici. tarie e bibliografiche, che di-

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rettamente sul posto, ha per- sti del momento, Ludovico Gre-


messo di individuare l’edificio gorini, all’epoca professionista
che ospitava al pianterreno, affermato, incaricato dei can-
ad angolo tra piazza della Lu- tieri attivi per il Tribunale del-
pa e l’omonimo vicolo, l’osteria le Strade e l’Annona10.
frequentata dal Caravaggio. Ai protocolli del notaio Sfa-
Cento anni dopo il soggiorno sciamonti, sostituto dell’Anto-
romano del celebre artista, nel- netti titolare dell’ufficio notari-
la primavera del 1695, il capi- le che sorgeva accanto al mo-
tano Domenico Guerrini, pro- nastero delle benedettine a Cam-
prietario di una «domus ma- po Marzio e a poche decine di
gna» e di due casette ad essa metri da piazza della Lupa11, il
contigue in piazza della Lupa, Guerrini affidava due atti im-
oggi uno slargo di via dei Pre- portanti che, a distanza di pochi
fetti, ad angolo con il vicolo (og- giorni l’uno dall’altro, dovevano 4

gi via) della Lupa, decise di pro- disciplinare l’esecuzione dei la-


cedere alla ristrutturazione de- vori secondo il progetto del Gre-
gli edifici di sua proprietà che gorini12: l’atto di ‘accesso’ alle
erano gravemente lesionati e case, cui vengono allegati i ri-
con l’occasione si risolse a so- lievi dello stato in cui si trova-
prelevare di un piano l’intero vano gli edifici prima dei lavori
stabile, creando così nuovi ap- (fig. 1, 2, 3), e il contratto con
partamenti da affittare9. Trovati l’impresario, corredato dal ca-
i denari necessari attraverso pitolato dei lavori e dai disegni
un prestito di poco più di 1.000 di progetto per la ricostruzione
scudi, contratto con Bartolo- (fig. 4, 5); dal raffronto con il
meo Giaccarini, al tasso del corpo di edifici ancora oggi pre-
4% annuo, stipulò un contrat- sente all’angolo tra via della Lu-
to con l’impresario Pietro Ga- pa e via dei Prefetti si può vede-
brielli per l’esecuzione dei lavori re che il progetto del Gregorini
secondo il progetto elaborato da fu fedelmente seguito (fig. 6, 7).
5
uno degli architetti più richie- La descrizione dello «stato pre-

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Fig. 1 - 1695, Ludovico Gregorini, Prospetto e mentre l’ultima casetta pre-


pianta della casa lesionata di Domenico
Guerrini all’angolo tra la piazza e il vicolo della
sentava un solo piano oltre a
Lupa: al pianterreno gli ingressi dell’osteria della quello terreno: l’articolazione
Lupa, ASR, TNC, uff. 1, vol. 328, c. 424r interna mostra cinque appar-
Fig. 2 - 1695, Ludovico Gregorini, Prospetto della tamenti e due botteghe, un
casa grande e ‘casette’ di Domenico Guerrini su cortile sul quale affacciavano
piazza della Lupa prima dei lavori, ASR, TNC,
uff. 1, vol. 328, c. 425r due logge, un pozzo che servi-
va tutti gli appartamenti me-
Fig. 3 - 1695, Ludovico Gregorini, Pianta del
progetto di ristrutturazione del corpo di case di diante «una finestra che ri-
Domenico Guerrini su piazza della Lupa, ASR, sponde alla tromba del pozzo
TNC, uff. 1, vol. 328, c. 423v
per la quale si tira l’acqua» e
Fig. 4 - 1695, Ludovico Gregorini, Progetto di nella casa ad angolo su vicolo
restauro e soprelevazione della casa di della Lupa «nella stanza in
Domenico Guerrini all’angolo tra la piazza e il
vicolo della Lupa, ASR, TNC, uff. 1, vol. 328, c. facciata» di ciascun apparta-
512bis mento, troneggiava un «cami-
Fig. 5 - 1695, Ludovico Gregorini, Progetto per il no grande con cappa».
risanamento e la soprelevazione della casa 6
grande e ‘casette’ di Domenico Guerrini su
piazza della Lupa, ASR, TNC, uff. 1, vol. 328, c. 7
529r

Fig. 6 - Ludovico Gregorini, Edificio odierno ad


angolo tra via della Lupa e via dei Prefetti: sono
visibili la prima fila di finestre sul vicolo chiuse in
epoca recente, la soprelevazione del quarto
piano e gli ingressi di quella che un tempo fu
l’osteria della Lupa (ref. fotografiche C.
Tommasi)

Fig. 7 - Ludovico Gregorini, Casa e ‘casette’ su


via dei Prefetti contigue alla casa dell’osteria
della Lupa (ref. fotografiche C. Tommasi)

sente» elenca minuziosamen- vi sono «gran crepature» che Il passaggio che rivela la pre-
te alla data di marzo 1695, corrono da una parte all’altra senza di un’osteria nella casa
l’articolazione interna delle – ben visibili nel disegno dei d’angolo è contenuto proprio
case e lo stato di conservazio- prospetti delle case –, le ‘colle’, nella descrizione dello «stato
ne degli elementi strutturali: i ossia gli intonaci, sono «gon- presente» della «Casa verso il vi-
‘fusti’ e i ‘telari’ delle finestre e fie e crepate». Le tre case co- colo della Lupa»: al pianterreno
delle porte sono «fracidi e vec- stituivano due corpi di fabbri- è segnalata la «bottega ad uso
chi», le «arcareccie crepate», ca con prospetto sulla piazza d’osteria» con una stanza sul re-
l’ammattonato ‘guasto’, il pa- della Lupa, oggi via dei Prefet- tro, soppalcata per metà della
vimento «metà alto e metà ti, separati al centro da una superficie e servita di una por-
basso», una scala «mezzo lu- proprietà della società del Ro- ta di servizio ed una finestra che
macata e bassa che non vi si sario ed erano costituite da si aprono sul vicolo; il locale
puole stare in piedi», nei muri due piani oltre al pianterreno, principale della bottega, il cui in-

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Fig. 8 - 1625, Giovanni Maggi, Pianta di Roma,


particolare dell’area del rione Campo Marzio:
1. Piazza della Torretta 2. Osteria della Lupa 3.
Chiesa di S. Nicola dei Prefetti 4. Vicolo di S.
Biagio 5. Palazzo Medici 6. Chiesa di S. Ivo dei
Bretoni 7. Via da piazza della Scrofa a Ripetta

Fig. 9 - 1578, Lapide marmorea che sormontava


la fontana della Lupa, ora murata nell’androne di
palazzo Valdina in Via dei Prefetti 17

fronte alla chiesa di S. Nicola


dei Prefetti14 e all’Osteria della
Lupa. Nell’atrio di palazzo Val-
dina al n. 17 di via dei Prefetti
si trova ancor oggi murata una
lapide, datata 1578, che sor-
8 montava la fontana della lupa,
9
sulla quale un carme in latino,
composto da Ippolito Capilupi,
ricordava agli abitanti: «La lu-
pa mite diede dolce latte ai ge-
melli. Così, o vicino, il lupo
mansueto dà a te acqua che
fluisce costante, più dolce del-
lo stesso latte, più pura del-
l’ambra e più fredda della ne-
ve»15 (fig. 9). Certamente la
fontana che i Capilupi, a se-
guito della sistemazione del
proprio palazzo, avevano fatto
istallare a beneficio del vici-
nato, costituiva un punto di ag-
gregazione importante e fre-
gresso principale era su piazza la Lupa, era denominata an- quentato nella zona, tanto che
della Lupa, ospitava un grande ch’essa fin dal Cinquecento il vicolo, la piazza e l’osteria ne
camino con cappa, in asse con «della Lupa» (fig. 8): in quel luo- assunsero la denominazione
i camini dei due piani superio- go difatti sorgeva una fontana, fin da subito. La fontana con il
ri, uno «sciacquatore e pozzo oggi scomparsa, su cui era scol- lupo scolpito era sicuramente
nella cantonata» (rilevato in pito un lupo, o meglio la testa in funzione nel 1597 quando
pianta all’angolo tra il vicolo e di un lupo che figura nell’em- Caravaggio con gli amici Pro-
piazza della Lupa), mentre sot- blema della famiglia mantova- spero Orsi e Costantino Spada
to la bottega è situata una gran- na dei Capilupi, proprietaria al- era solito recarsi a cena all’o-
de cantina alla quale si accede la metà del Cinquecento di un steria, detta già allora «della
mediante una scala di legno. palazzetto nella zona13, da iden- Lupa», che certamente inal-
L’osteria, situata dunque in an- tificare quasi certamente con berava un’insegna dipinta con
golo tra il vicolo e la piazza del- palazzo Cremona Valdina di l’immagine della lupa.

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Un secolo più tardi, quando gra- il Guerrini consentiva che po- dell’osteria saliva nel giro di po-
zie ai lavori di risanamento tesse «tornare nella cantonata» chi mesi da 30 a 40 scudi, a se-
fatti eseguire dal capitano Do- dell’osteria il caldarrostaro e il guito delle migliorie apportate
menico Guerrini ne conoscia- fruttivendolo con la condizione alla bottega e addirittura passò
mo sia il prospetto antico che il che il caldarrostaro non possa a 45 scudi nel 1699 quando
nuovo e la struttura interna, «frigere merluzzo né frittelle» e l’affittuario Fatta si associò con
l’osteria, come era l’uso, conti- che il fruttarolo «non possa un certo Pocetti nella gestione
nuava ad esporre un’insegna mettere né tela incerata né sto- del locale17. L’affitto dell’osteria
sulla quale campeggiava il di- fa» sulla facciata dell’edificio; te- nel giro di otto anni era au-
segno della lupa e del leone. Ri- ste all’atto fu il parroco di S. Ni- mentato del 50%: nel 1691,
mossa per il periodo di attività cola dei Prefetti: l’osteria si tro- quando la sorella del Guerrini,
del cantiere, l’insegna fu ri- vava difatti a due passi dalla Maria Eleonora, che ne era al-
messa al suo posto dopo i lavori chiesa di S. Nicola dei Prefetti lora proprietaria a titolo di do-
di ristrutturazione, a spese del- sul vicolo della Lupa16. te, l’affittò a Francesco Fre-
l’affittuario dell’osteria, il ver- Tale accordo seguiva a un nuo- schini di Novara esso ammon-
cellese Giorgio Fatta, con una vo contratto d’affitto dell’oste- tava a 30 scudi l’anno18.
piccola modifica concordata ria rinegoziato dal Guerrini La configurazione del crocevia
con il Guerrini: l’oste ottenne di nell’ottobre del 1695, una volta «della Lupa», riqualificato dai
aggiungere «un poco di fra- conclusi i lavori di risanamen- lavori realizzati sul finire del
sca» all’insegna «della lupa e del to e ampliamento delle sue ca- Seicento nelle case del Guerri-
leone» da sistemare con «zep- se, il cui termine era stabilito ni e come vedremo anche nel-
pe murate» sulla facciata della per la fine di luglio 1695; in es- la «casa grande» del conte Pao-
bottega. Nell’accordo con l’oste so il canone annuale per l’affitto lo Cremona detta «della Lupa»

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Fig. 10 - Sec. XVIII, Giuseppe Vasi, Veduta della progetto di risanamento pre-
chiesa di S. Nicola de’ Prefetti con palazzo vedeva la sostituzione di tutti gli
Valdina e sullo sfondo palazzo Medici
elementi pericolanti, il conso-
Fig. 11 - 1697, Schizzo a inchiostro del ‘sito’ che lidamento delle strutture e, co-
si concede a Domenico Guerrini per costruire la
scala esterna all’osteria della Lupa, ASR, PdS, me si è detto, la soprelevazione
reg. 54, cc. 139v (30 maggio 1697), con pianta a di un terzo piano per ricavare
inchiostro.
altri tre appartamenti; lo ‘scan-
daglio’ elenca lavori di scar-
11 pellino, muratore, falegname,
fabbro, vetraio, imbianchino
per un totale di 1.116 scudi. Dai
– ossia il palazzetto Cremona casa-atelier abitata dal Merisi disegni di progetto, ad inchio-
Valdina di fronte a S. Nicola dei tra il 1604 e il 160519; sul retro stro e acquarello azzurrino, si
Prefetti –, emerge con vivacità delle case del Guerrini si tro- vede il prospetto arricchito da
di particolari dai documenti vava la piazza della Torretta do- fasce marcapiano e da un nu-
rintracciati nell’ufficio notarile ve si affacciava la fiorente bot- mero uguale di finestre con
di piazza Campo Marzio, pres- tega di pittura di Giuseppe Ce- cornici in tutti i piani, mentre
so il quale il Guerrini faceva re- sari, detto il cavalier d’Arpino e l’articolazione interna presenta
digere gli atti relativi ai suoi af- nella quale lavorò per diversi ampliamenti della cubatura de-
fari. La veduta dell’incrocio che mesi tra il 1596 e i primi mesi gli appartamenti intermedi a
ne trasse il Vasi con la chiesa di del 1597 anche il giovane Me- spese del cortile. Gli ingressi
S. Nicola dei Prefetti e sullo risi (fig. 8). dell’osteria invece rimangono
scorcio il palazzo di Firenze L’osteria della Lupa rimase an- gli stessi, uno sulla piazza con
(fig.10) si anima e si tinge di co- cora in quell’edificio per quasi porta e finestra-vetrina unita, e
lore con la presenza dell’osteria, due secoli, e cioè almeno fino al- l’altro sul vicolo della Lupa con
del venditore di caldarroste la metà dell’Ottocento, quando porta e finestra separate; su di
che all’occasione friggeva pesce il Rufini la ricorda così: “Oste- esse viene inserita una cornice
e frittelle, il banco del frutti- ria della Lupa, via dei Prefetti n. di peperino come sul portone
vendolo con le tele cerate per 37; gli dettero un tal nome pel della casa (fig. 4, 5). Nel 1697 il
proteggere la sua mercanzia motivo che ha un ingresso an- Guerrini completò i lavori con
dalle intemperie, scale e mi- che dal vicolo della Lupa. Ri- la costruzione di una scala
gnani che aggettavano sulla se- tiene pure per mostra la lupa esterna sul vicolo della Lupa
de stradale, la fontana della che allatta Romolo e Remo di- «nel risalto che fa il vicolo del-
lupa alla quale attingevano gli pinta in apposita targa”20. Dun- la Lupa sotto il mignano della
abitanti della contrada. Siamo que col tempo l’insegna dipin- sua casa» (fig. 11) e di «due mi-
al centro della zona frequenta- ta con la lupa e il leone si tra- gnani di legno con suoi mo-
ta assiduamente dal Caravaggio sformò nell’immagine simbolo delli» da costruirsi sopra il
durante il suo lungo soggiorno della città: la lupa che allatta Ro- «mignano vecchio» sulla fac-
romano: poco distante, paral- molo e Remo. ciata laterale della casa «che fa
lelo al vicolo della Lupa, di La struttura delle case di pro- retiro nel vicolo della Lupa» 21.
fianco al palazzo di Firenze, si prietà del Guerrini, riprodotta L’edificio odierno non reca più
snoda il vicolo del Divino Amo- nel rilievo che ne fece il Gre- traccia della scala su via della
re, all’epoca denominato di S. gorini prima dei lavori, era an- Lupa e neppure dei ‘mignani’,
Biagio e detto dai contempo- cora quella cinquecentesca e si scomparsi, come del resto nel-
ranei «dell’Imbasciator di Fio- presentava gravemente lesio- la maggior parte degli edifici cit-
renza», nel quale sorgeva la nata alla fine del Seicento: il tadini, in epoca recente.

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ARCHITETTURE RITROVATE NELLE FONTI NOTARILI

PALAZZO CREMONA
VALDINA
Palazzo di Ludovico
Cremona, prelato Valdina,
in Campo Marzio
1758, autore ignoto
Prospetto del fronte
meridionale ad inchiostro e
acquerello
1 unità (cm 39x28)

Del palazzo Cremona Valdina


in Campo Marzio non si cono-
scono disegni che risalgano ai
secoli XVII-XVIII e ben poco si 12
sa della storia della costruzio-
ne e dei suoi proprietari. La
presenza del palazzetto di fron-
te alla chiesa di S. Nicola dei la piazza e vicolo della Lupa Fig. 12 - 1748, Giovan Battista Nolli, Pianta di
Roma, particolare dell’area tra via della Scrofa e
Prefetti e la sua identificazione (1695-97), anche il conte Cre- via dei Prefetti: 1. S. Ivo dei Bretoni 2. Via della
con il palazzo dei Capilupi, mona ‘migliorava’ il suo palaz- Scrofa 3. Palazzo Medici 4. Palazzo Cremona
Valdina 5. S. Nicola dei Prefetti 6. Case Guerrini
famiglia di origine mantovana zetto «della Lupa» situato pro-
trasferitasi a Roma alla metà prio di fronte alle case del Guer- Fig. 13 - ante 1758, Autore ignoto, Prospetto
del Cinquecento, epoca in cui rini (fig. 12); nell’androne o nel meridionale del palazzo Cremona Valdina, ASR,
TNC, uff. 10, vol. 728, cc. 489r-490r
acquistò nel rione Campo Mar- cortile del palazzo o forse all’e-
zio delle case per costruirvi il sterno di esso era collocata la
proprio palazzo, è certa, anche fontana con il lupo scolpito. Co-
se del palazzo poco è rimasto.22. sì i due proprietari dirimpettai clusi, costati la ragguardevole
Il palazzetto apparteneva al inaugurarono quasi contempo- somma di 4.000 scudi, il valore
conte Paolo Cremona e ai suoi raneamente i cantieri ed en- complessivo del loro palazzetto,
fratelli Silvestro e Marcello, al- trambi decisero di soprelevare ivi inclusa la rendita degli affit-
la fine del secolo XVII, quando le loro case fino al quarto piano, ti, fu stimato 10.675 scudi23.
si ha notizia dell’avvenuta ri- aumentando così il numero de- Ma come si presentava il pa-
strutturazione della «casa gran- gli appartamenti ed evitando di lazzetto subito dopo i lavori di
de con sue botteghe sotto, posta incorrere in reciproci problemi fine Seicento?
in Campo Marzio, detta della di visuale. Scopo dell’investi- Nel testamento del reverendo
Lupa»: il restauro e le migliorie mento fu in tutti e due i casi, ol- Ludovico Cremona titolare del-
risalivano al 1698 ed annove- tre al risanamento delle strut- la prelatura Valdina24 e vesco-
ravano «la scala nova, terzo e ture edilizie, quello di ricavare vo di Ermopoli nella diocesi di
quarto piano»; l’informazione è una rendita consistente dall’af- Caltagirone, stilato nel 1755 ed
contenuta in un atto notarile di fitto degli appartamenti e delle aperto alla sua morte nel 1758,
divisione ereditaria tra i fratel- botteghe sottostanti: nel caso dei si trova chiara menzione del
li Cremona redatto nel 1719. Ne- Cremona sappiamo che il gettito suo palazzo di abitazione posto
gli stessi anni in cui il capitano annuo dell’affitto delle sole bot- nel rione Campomarzio, «in-
Guerrini restaurava e soprele- teghe ammontava a 311 scudi contro la chiesa di S. Nicolò dei
vava di un piano le sue case sul- prima dei lavori; a lavori con- Prefetti»: il prelato lo aveva ere-

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UNA CASA CON


DUE PROPRIETARI
Casa tra via della Scrofa
e il porto di Ripetta
1617, Orazio Torriani e
Filippo Braccioli, architetti
Prospetto e pianta ad
inchiostro e acquerello
1 unità (cm 34x46)

Un bel disegno di inizio secolo


XVII dai vividi colori giallo e
arancione, tracciato, con pre-
cisione e dovizia di dettagli
13
tecnici, su un foglio di carta da
disegno che reca sull’altra fac-
ciata una perizia firmata da
Orazio Torriani e Filippo Brac-
ditato dallo zio monsignor l’edificio attuale risulta pres- cioli, architetti rispettivamente
Marcello Cremona e lo lasciò a sochè impossibile dato che il del Capitolo di S. Pietro in Va-
titolo di legato alla prelatura prospetto posteriore del pa- ticano e dell’ospedale di S. Gia-
Valdina, ad esclusione dei mo- lazzo, ove hanno attualmente como degli Incurabili, ci ha
bili in esso contenuti. Il disegno sede alcuni servizi della Ca- tramandato l’immagine di una
del prospetto meridionale del mera dei Deputati, non è visi- casa a tre piani che sorgeva sul-
palazzo, «che guarda verso il bile; nell’atto notarile non c’è la strada che dalla chiesa di S.
monastero delle monache di traccia del disegno del pro- Ivo dei Bretoni in Campo Mar-
Campo Marzio» (fig. 13), cu- spetto anteriore del palazzo e la zio conduceva «alla Scrofa» e a
stodito gelosamente da don facciata odierna mostra alte- Ripetta cioè sull’attuale via del-
Ludovico tra i suoi documen- razioni di epoca recente. la Scrofa all’incrocio con vico-
ti, fu inserito tra le carte del te- Due inventari degli arredi e be- lo della Campana (fig. 14).
stamento, assieme alle piante di ni mobili esistenti nel palazzo La casa era stata lasciata in ere-
alcune terre vicino a Parma25. ubicato “in conspectu venera- dità da Ginevra Delfini, morta
Il prospetto mostra un edificio bilis parocchialis ecclesie S. nel 1573, all’ospedale di S. Gia-
con quattro piani, di cui gli ul- Nicolai de Perfectis”, elencano como, ma, come spesso acca-
timi due di altezza minore, fi- «oro, argenti, gioie, carozze, ca- deva, la proprietà diretta della
nestre con cornici, un’ingresso valli, stigli tanto di stalle che di casa apparteneva al Capitolo di
ad arco, mentre la casa ad es- cucina, denari, crediti», e fu- S. Pietro; nel 1494 questa po-
so contigua presenta invece rono redatti il primo ad istan- tente istituzione ne aveva con-
due piani: sappiamo dall’atto di za di Francesco Santi, erede no- cessa la proprietà utile a degli
divisione del 1719 dell’esisten- minato da Ludovico Cremona enfiteuti, proprietà che, per
za di una «casetta contigua» al Valdina, poco dopo la sua mor- una serie di complicati pas-
palazzo, situata proprio di fron- te nel 1758, e il secondo tre an- saggi, giunse a Ginevra Delfini,
te alla chiesa di S. Niccolò dei ni dopo, nel 1761, dal conte Pie- la quale ne dispose nel suo te-
Prefetti, anch’essa di proprietà tro Valdina Gioeni, erede della stamento a favore dell’ospeda-
dei conti Cremona, valutata prelatura Valdina, entrato poi le di S. Giacomo, che ne prese
3.000 scudi. Il raffronto con in possesso del palazzo26. possesso senza altra formalità.

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Fig. 14 - 1617, Orazio Torriani e Filippo Braccioli,


Prospetto e pianta della casa del Capitolo di S.
Pietro in via della Scrofa, ASR, TNC, uff. 9, vol.
122, c. 392/411

Fig. 15 - Sec. XVIII, Giuseppe Vasi, Veduta della


chiesa di S. Ivo dei Bretoni e via della Scrofa

Fig. 16 - Sec. XVIII, Giovan Battista Falda, Pianta


di Roma, particolare con l’isolato di case attorno
alla chiesa di S. Ivo dei Bretoni

16

La casa confinava su due lati con porto di Ripetta e la piazza della le di S. Giacomo di versare al
altre case dell’ospedale di S. Gia- Scrofa, oggi via di S. Antonio dei Capitolo, proprietario diretto
como degli Incurabili, una delle Portoghesi (fig. 8), all’altezza del- della casa, 24 scudi di ‘quin-
quali (il prospetto è colorato di la chiesa di S. Ivo dei Bretoni27 dennio’ ogni quindici anni e il
giallo) abitata all’epoca dall’av- (fig. 15, 16). Dalla pianta si evin- canone annuo di 3 scudi a fron-
vocato Leandro Galganetto, ce che la casa era costituita da te del godimento del diritto uti-
mentre sul terzo lato era adia- tre stanze per ciascun apparta- le; inoltre per ricordare a tutti in
cente ad una casa affittata a «lo mento, una scala d’accesso ai futuro di chi fosse la proprietà
stagniaro» di proprietà dell’o- piani, un grande cortile con va- della casa fu deciso di apporre
spedale di S. Rocco, istituzione di sche in un angolo e un albero di sulla facciata principale una
cui esponeva «l’arme» in faccia- ‘vite’ nell’angolo opposto. targa marmorea raffigurante
ta; la fronte della casa affacciava L’atto di ‘concordia’ cui sono al- lo stemma del Capitolo, cioè
sulla strada «di S. Ivo che va alla legati perizia e disegni, chiude «claves pendentes cum mitra»,
Scrofa e a Ripetta», cioè via del- nel 1617 una controversia per la puntualmente disegnate anche
la Scrofa, che all’epoca veniva proprietà della casa insorta fra sulla facciata del prospetto al-
definita con i due toponimi i due enti molti anni prima, con legato alla ‘concordia’, sopra la
d’inizio e fine della strada ossia il l’accordo da parte dell’ospeda- porta d’ingresso28.

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RIONE PARIONE sul lato opposto confinava col piazza e all’entrata del vicolo» e
Casa Pavesi palazzo del cardinal Gaspare infine per «murare un bancone
Casa su piazza S. Pantaleo Orighi e sul retro con la casa di di marmo dove battono le lastre
e vicolo dell’Aquila proprietà del pittore Giovan di piombo davanti una loro ca-
1702, Sebastiano Cipriani, Battista Gaulli, detto il Bacic- sa e bottega»32. Era necessario
architetto cio, collaboratore del Bernini rivolgersi all’amministrazione
Prospetto e pianta ad (fig. 17, 18)30. L’edificio pre- delle strade e dell’edilizia, pres-
inchiostro e acquerello sentava sulla facciata di piazza so gli uffici della Presidenza del-
2 unità (cm 33x23,6) S. Pantaleo tre botteghe, una di le strade, per il rilascio di una li-
sarto, una di ‘cartolaro’ e una di cenza specifica solo quando si
I fratelli Giacomo, Cristoforo, camiciaio, mentre il portone invadeva il suolo pubblico con
Francesco e Bernardino Pave- d’ingresso del palazzetto si tro- aggetti, colonne, inferriate, ‘ban-
si nel marzo 1702 si presenta- vava su vicolo dell’Aquila; era coni’, sedili, o quando, nel ri-
rono al notaio Abbatoni, nel- dotato di un ‘cortiletto’ con un edificare un edificio ‘a filo’ del-
l’ufficio capitolino con sede ac- pozzo che certamente serviva le case circostanti o nel rico-
canto al monastero di Tor de’ tutti i piani, sul quale affacciava struire una casa o un palazzo, si
Specchi in Campitelli29, con i di- il ‘mignano’ del piano nobile fosse richiesto un pezzo di ‘sito
segni, la pianta e il prospetto di «con parapetto in ferro verso il pubblico’; non era previsto in-
una casa di loro proprietà e con cortile», mentre nell’apparta- vece nessun tipo di autorizza-
una lunga e meticolosa perizia mento, sul muro divisorio con zione nel caso di costruzione di
sullo stato delle parti strutturali la casa di Gaspare Orighi, è se- un nuovo edificio o di ricostru-
dell’edificio, tesa a rilevarne la gnalata la presenza del camino. zione dalle fondamenta di un
necessità del consolidamento. I disegni e la perizia furono de-
L’architetto Sebastiano Cipria- positati a garanzia dei proprie-
17
ni, redattore dei disegni, di tari negli atti del notaio31 in pre-
grande pregio anche estetico, e visione dei lavori di ricostru-
della descrizione dell’immobi- zione della casa, che certamen-
le, ne concludeva la stesura ri- te iniziarono di lì a poco come
levando l’urgenza di interveni- emerge da alcune licenze edili-
re preliminarmente sulle fon- zie rilasciate dalla Presidenza
damenta, poggiate «su terreno delle strade tra giugno 1702 e
fragile, di materia, e di pietra di febbraio 1703, a Cristoforo e
cattiva qualità», sul tetto, le Francesco Pavesi per istallare
cui travi erano rotte e deterio- «una ringhieretta di ferro alla fi- 18
rate, sui muri «non a piombo» nestra del secondo piano di
a rischio di «sconcatenarsi», e una loro casa che di presente fa-
contestualmente segnalava bricano avanti la chiesa di S.
l’opportunità di una redistri- Pantaleo (...) con sua soglia»,
buzione degli spazi destinati al- «due ferrate di ferro con suo te-
le scale, all’interno delle botte- laro di travertino attorno a pie’
ghe con stanze al piano supe- delle due porte della sua casa
riore e negli spazi comuni. cioè (...) della bottega in detta
La casa affacciava sulla piazza
di S. Pantaleo di fronte all’o- Fig. 17 e 18 - 1702, Sebastiano Cipriani,
Prospetto e pianta della casa dei Fratelli Pavesi
monima chiesa, ad angolo con in piazza S. Pantaleo angolo vicolo dell’Aquila,
il vicolo dell’Aquila, mentre ASR, TNC, uff. 5, vol. 367, cc. 817bis, 817ter

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Fig. 19 - 1722, Alessandro Gaulli, Bozzetto ad RIONE S. EUSTACHIO dei lavori, preparò il disegno
inchiostro e acquarello del paliotto per l’altare
maggiore di S. Maria della Quercia della Le rimesse di che accompagna l’atto notari-
compagnia dei Macellari (al centro la Madonna Palazzo Patrizi le di accordo tra il Borghese e
e il bambino sulla quercia, ai piedi della quale
riposano un bue e un montone, emblema della
1691, Tommaso Mattei, i Patrizi35, completandolo con
compagnia; sulla sinistra correzione dipinta su architetto un’accurata legenda delle di-
carta incollata al disegno originale) Prospetto ad inchiostro e verse parti che costituivano i
Fig. 20 - 1816, Catasto gregoriano Urbano, Rione acquerello nuovi corpi di fabbrica, attri-
Parione, particolare con l’edificio che fu dei fratelli
Pavesi tra piazza S. Pantaleo e vicolo dell’Aquila 1 unità (cm 33x23,6) buendone puntigliosamente la
proprietà all’una o all’altra del-
immobile esistente, se non si Un magnifico prospetto di ca- le parti, al fine di non creare
prevedeva l’occupazione di suo- se colorito ad acquarello color equivoci futuri sulle rispettive
lo pubblico33. ocra, con ombreggiature che ne pertinenze (fig. 21). In parti-
La casa dei fratelli Pavesi assie- restituiscono la tridimensiona- colare l’atto riferisce che il
me ad altre dell’isola gravitante lità, rappresenta la facciata la- marchese Patrizi si impegnava
tra piazza della Cancelleria, vi- terale di palazzo Patrizi sulla a non accampare alcun diritto
colo dell’Aquila e via dei Baul- strada che va alla Rotonda, og- di acquisto sopra le rimesse e
lari, ivi compresa quella del pit- gi via Giustiniani, e un fabbri- mezzanino, ma soltanto ad
tore Giovan Battista Gaulli poi cato più basso e molto artico- averle in locazione, rinuncian-
di suo figlio, l’architetto Ales- lato in altezza e profondità di do a eventuali pretese sul sito
sandro Gaulli – del quale i pro- proprietà del principe Borghe- occupato dal preesistente ‘mi-
tocolli notarili hanno custodito se. Il principe, proprietario del gnano’ del marchese (indicato
un bellissimo disegno del ‘pa- palazzo adiacente ai Patrizi, nel in pianta con la lettera B) che
liotto’ per l’altare di S. Maria 1691 era in procinto di co- poggiava sul soffitto del mez-
della Quercia commissionatogli struire alcune ‘rimesse’ con un zanino; inoltre garantiva che se
dalla confraternita dei Macel- ‘mezzanino’ sopra, rispon- il principe in futuro avesse vo-
lai (fig. 19) – figurano ancora in dendo alla richiesta del mar- luto costruire sopra il mezza-
situ all’inizio dell’Ottocento, an- chese Costanzo Patrizi che ave- nino, il marchese si sarebbe im-
che se intestate a nuovi pro- va bisogno di spazio per rico- pegnato a rimuovere i ‘migna-
prietari, come si vede nelle pla- verare carrozze e cavalli e che ni’ (in legenda B e C) che spor-
nimetrie del Catasto Gregoria- avrebbe preso in affitto rimes- gevano dalla parete di appog-
no (fig. 20). Le demolizioni per se e mezzanino per 30 scudi gio con il fabbricato del prin-
l’apertura di Corso Vittorio l’anno, oltre a versare il 4% del- cipe.
Emanuele, negli anni Ottanta la somma spesa per la costru- Oggi, se si percorre la stretta via
dell’Ottocento, ne cancellaro- zione; a tale scopo l’architetto Giustiniani, si possono intra-
no per sempre ogni traccia34. Tommaso Mattei, incaricato vedere sul profilo della parete

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posteriore di palazzo Patrizi, il Fig. 21 - 1691, Tommaso Mattei, Prospetto


cui portone d’ingresso si trova posteriore di palazzo Patrizi e delle rimesse con
mezzanino su vicolo Giustiniani, ASR, TNC, uff.
su piazza S. Luigi dei France- 29, vol. 265, c. 293v.
si, contiguo al palazzo Giusti-
niani, le tracce dei ‘mignani’ del
palazzo disegnati dal Mattei e
poi demoliti ; è sorprendente la
somiglianza della parete at- corda molto da vicino il bellis-
tuale con quella del disegno: la simo disegno, confezionato per
pendenza del tetto, il numero motivi giuridici, al quale è af-
e la posizione delle finestre, fidata la testimonianza della so-
compresa quella piccola in al- pravvivenza di una ‘fabbrica’ di
to sotto il culmine del tetto, lo fine Seicento nel cuore antico
sviluppo del fabbricato delle ri- della città.
messe, attualmente regolariz-
zato su un’unica altezza, ri- 21 * Archivio di Stato, Roma

1 Gli archivi dei trenta uffici notarili che tetture sconosciute. Iconografie urbane localizzazione della contrada v. O. VER-
affiancavano il Tribunale civile dei due dalle fonti notarili(1605-1870) a cura di DI, «So’ cascato per queste strade». La cit-
giudici Collaterali del Senatore con sede chi scrive, per gli atti del Convegno In- tà del Caravaggio, in Caravaggio a Roma.
in Campidoglio, contengono lungo l’arco ternazionale Le piante di Roma. II. La cit- Una vita ‘dal vero’, catalogo della mostra
di quattro secoli, dall’inizio del Cinque- tà dal Barocco ai Catasti. Architettura, ar- 11 febbraio-15 maggio 2011, a cura di
cento alla fine dell’Ottocento, migliaia di te, cartografia, Roma 30 novembre-1° di- Orietta Verdi e Michele Di Sivo, Roma
testimonianze della vita degli abitanti del- cembre 2010, “Centro di studi sulla cul- 2011, pp. 32-45.
la capitale, a qualsiasi ceto essi apparte- tura e immagine di Roma”; ringrazio Ma- 9 Conclusi i lavori di risistemazione, il

nessero. Nel gennaio del 2005 è stato va- rio Bevilacqua per aver permesso di an- Guerrini tra il 1696 e il 1700 affittò tut-
rato, con la direzione scientifica di chi ticipare in questa sede alcuni contenuti ti gli appartamenti, l’osteria ed un’altra
scrive e la consulenza di giovani ricer- dell’intervento. bottega sulla piazza, per canoni annui che
catori a progetto, Daniele Balduzzi, Fran- 4 Nell’Archivio di Stato di Roma esisto- andavano dai 22 scudi per gli apparta-
cesca Curti e Daniela Soggiu, il piano di no tre collezioni riunite nella miscellanea menti ai piani alti, ai 50 scudi per quel-
inventariazione dei 28.000 protocolli dei Disegni e piante con oltre 3.500 unità ico- li ai piani intermedi con affaccio sulla
Trenta Notai Capitolini conservati presso nografiche; per le ricerche di storia del- piazza della Lupa, Archivio di Stato di Ro-
l’Archivio di Stato di Roma, che ha pro- l’architettura e dell’edilizia una fonte no- ma (d’ora in poi ASR), Trenta Notai Ca-
dotto finora importanti risultati: oltre agli tarile molto consultata è il fondo dei No- pitolini (d’ora in poi TNC), ufficio 1,
inventari dei volumi di 6 uffici notarili e tai di acque e strade, che conserva quasi not. J. A. Sfasciamonti, vol. 328 e seguenti.
alla schedatura di altri 12 uffici in fase di esclusivamente atti della magistratura di 10 T. MANFREDI, Gregorini Ludovico, in In

revisione, sono stati schedati analitica- Strade. Urbe Architectus. Modelli, Disegni, Misu-
mente su supporto informatico quegli at- 5 C. M. TRAVAGLINI, Premessa al volume «In re. La professione dell’architetto Roma
ti notarili che, dal censimento condotto presentia mei notarii». Piante e disegni, cit.; 1680-1750 (catalogo della mostra, Roma,
in sede di prima analisi dei protocolli, ri- per una disamina dei diversi aspetti del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo,
sultavano corredati da allegati icono- materiale iconografico rintracciato negli 12 dicembre 1991-29 febbraio 1992), a cu-
grafici; il repertorio dei disegni con indici uffici 1-3 dei Trenta Notai Capitolini v. O. ra di B. Contardi e G. Curcio, Roma, 1991,
e saggi di studio è confluito nel volume VERDI, Introduzione, ibid. pp. XV-XL. pp. 386-387.
«In presentia mei notarii». Piante e dise- 6 S. CARBONARA POMPEI-D. ESPOSITO, Atti- 11 Per l’ubicazione delle sedi degli uffici no-

gni nei protocolli dei notai capitolini vità di compravendita e locazione di Se- tarili capitolini v. D. BALDUZZI-D. SOGGIU,
(1605-1870), a cura di Orietta Verdi con bastiano Cipriani, ibid. pp. 97-125. Le ubicazioni degli uffici dei Trenta Notai
la collaborazione di Francesca Curti e Ste- 7 F. BILANCIA, Il palazzo Aquilani di Roma Capitolini (1664-1785), pp. 469-473, in ap-
fania Piersanti, Roma, 2009. a piazza Ara Coeli, ibid. pp. 127-204. pendice a O. VERDI, «Hic est liber sive pro-
2 Al momento in cui si scrive la scheda- 8 Alla fine del Cinquecento la contrada del- thocollum». I protocolli del Collegio dei
tura di 10 uffici notarili capitolini ha ri- la Scrofa si estendeva fra la piazza omo- Trenta Notai Capitolini, in “Roma moderna
velato che più di 1.000 atti notarili recano nima (oggi via S. Antonio dei Portoghe- e contemporanea”, anno XIII, fascc. 2-
in allegato 1 o più piante e disegni – in si), la strada che oggi è denominata ‘via 3, maggio-dicembre 2005, pp. 427-468.
qualche caso addirittura 35 piante – della Scrofa’, piazza di Firenze ove sor- 12 ASR, TNC, ufficio 1, not. J. A. Sfascia-

per un totale di circa 2.000 elaborati ico- ge il palazzo del legato di Firenze, la vi- monti, vol. 328: cc. 420r-428r Accessus,
nografici. cina chiesa di S. Nicola dei Prefetti, a ri- “Stato presente”, 11 marzo 1695, pianta
3 La pianta del palazzo Bentivoglio al Cor- dosso della contrada della Torretta e di a c. 423v, prospetto e pianta a c. 424r, pro-
so sarà pubblicata nel contributo Archi- S. Lorenzo in Lucina; per una più ampia spetto a c. 425r, con sottoscrizione au-

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tografa del Gregorini; cc. 508r-v, 533v, ghi, caffè e locande esistenti nella città di 1695, nel palazzo in via di Parione al-
Obligatio, 24 marzo 1695, piante a cc. Roma, Roma 1855, p. 89. l’angolo con via del Governo Vecchio, vi-
512/512bis, 529. I due disegni del pro- 21 ASR, Presidenza delle strade (d’ora in poi cino alla chiesa di S. Tommaso in Pario-
spetto antico e del progetto di ristruttu- PdS), Libri Litterarum patentium, reg. 54, ne; nel settembre 1698 aveva acquistato
razione, a firma dell’architetto Ludovico cc. 139r-v, 149v (30 maggio e 19 luglio per 1.250 scudi la casetta in vicolo del-
Gregorini, dell’edificio ad angolo su via 1697), con pianta a inchiostro. l’Aquila da Antonio Cerri, all’epoca pro-
della Lupa, al cui pianterreno abbiamo 22 F. PAOLINO, Ippolito Capilupi, cit. prietario anche della casa poi acquista-
identificato la presenza dell’osteria della 23 ASR, TNC, ufficio 10, vol. 383, c. 322r ta dai fratelli Pavesi (ASR, TNC, ufficio 25,
Lupa, sono stati esposti alla mostra «Ca- e sgg. (Assignatio portionis 1° giugno not. A. Perelli, vol. 453, venditio cc. 579r
ravaggio a Roma. Una vita dal vero», Ar- 1719). e sgg, recognitio in dominum cc. 590 e sgg)
chivio di Stato di Roma, 11 febbraio-15 24 La prelatura Valdina era stata istituita allo scopo di affittarla; sull’argomento
maggio 2011, e sono stati pubblicati nel dal principe Giovanni Valdina, siciliano, M.C. PAOLUZZI, Le proprietà dei Gaulli, in
catalogo della mostra stessa. e ne erano stati insigniti oltre a Ludovi- Roma borghese. Case e palazzetti d’affitto,
13 C. BENOCCI, Guide rionali di Roma, Ri- co anche suo zio Marcello. II, a cura di E. Debenedetti, Roma 1995,
one IV Campo Marzio, parte V, Roma 25 ASR, TNC, ufficio 10, Testamenti, vol. pp. 259-272. La casa del Gaulli in vicolo
1994, pag. 78; G. DE CARO, Dizionario bio- 728, cc. 474r-476v, 483r-485v (25 gennaio dell’Aquila è inoltre menzionata in Di-
grafico degli italiani, Roma, Istituto del- 1755, legato n. 10; testamento sottoscritto zionario biografico degli italiani, Roma,
l’Enciclopedia italiana, 1975, sub voce Ca- dal testatore, piante e prospetti inserti al- Istituto dell’Enciclopedia italiana, 1975,
pilupi Ippolito, pag. 541; F. PAOLINO, Ip- le cc. 468r-470v, 489r-490r); nel codicillo sub voce Gaulli Alessandro, a cura di T.
polito Capilupi (1511 - 1580) vescovo man- stilato in data 30 dicembre 1755 il prelato MANFREDI; l’autore riferisce che la casa
tovano a Roma: il suo palazzo, la sua pi- dispone alcuni legati interessanti: oltre al- ereditata da Alessandro figlio di Giovan
nacoteca e la sua sepoltura, Roma 2009. l’onorario di un anno e «il lutto» lascia- Battista Gaulli sul vicolo dell’Aquila, era
14 Per il prospetto inedito del palazzo Cre- to al proprio medico Agostino Reali, la- stata ampliata e fatta ristrutturare negli
mona Valdina v. infra; sulla storia del pa- scia alla principessa Santacroce una cro- anni 1714-15 e nel 1736 era costituita da
lazzo dei Capilupi v. F. PAOLINO, cit. ce con 36 diamantini ed un quadro di tre appartamenti con cantine.
15 Il carme in latino recita: «Lac pueris lu- «palmi 4 in circa (…) che rappresenta un 31 ASR, TNC, ufficio 5, not. S. Abbatoni,

pa dulce dedit non saeva gemellis. Sic, vi- S. Giovanni Evangelista nell’isola di Pat- vol. 367, cc. 798r-801v, 818r-819r (Con-
cine, lupus dat tibi mitis aquam quae fluit mos scrivendo l’Apocalisse, opera del Con- frontatio e descriptio 23 marzo 1702, di-
assidue, quae lacte est dulcior ipso pu- ca», mentre al notaio Parchetti lascia il segni del 30 gennaio 1702 alle cc. 817bis,
rior electro frigidiorque nive. Hinc igitur «quadro grande che rappresenta la SS.ma 817ter).
lymphas bene tersa sedulus urna et puer Annunziata che sta all’altare della cappella 32 ASR, PdS, Libri Litterarum patentium

et iuvenis portet anusque domum, fon- (…) e l’altro che dimostra S. Luigi Gon- reg. 56, c. 34r, 58r, 65r (giugno-novembre
ticulo prohibentur equi, prohibentur zaga con la madonna e il Bambino e al- 1702, febbraio 1703).
aselli nec canis foedo nec caper ore bi- tre figure di palmi 3» (ibid., c. 466v, 493r). 33 Ecco perché spesso le licenze per ‘fer-

bit. MDLXXVIII». 26 L’inventario dei beni mobili (contenu- rate’, colonne, ‘filo’, soglie, portoni, sono
16 ASR, TNC, ufficio 1, not. J. A. Sfascia- ti nel palazzo Cremona Valdina fu redatto chiaro indizio di una nuova costruzione
monti, vol. 331, Concordia, 14 marzo il 14 novembre 1758 su richiesta dell’erede o ricostruzione, spesso indicata nel con-
1696, c. 364r-v, . fiduciario Francesco de Santis (ASR, testo della licenza; sull’argomento O.
17 Ibid., vol. 330, cc. 366r-v, Locatio, Do- TNC, ufficio 10, vol. 510, c. 227r., e vol. VERDI, Le licenze edilizie a Roma nel
menico Guerrini il 24 ottobre 1695 affit- 519, c. 361r e sgg. come risulta dall’in- XVIII secolo, in «Roma moderna e con-
ta a Giorgio Fatta da Masserano, dioce- ventario dell’ufficio notarile 10, a cura di temporanea», maggio-agosto 1994, n. 2,
si di Vercelli, «apotecam ad usum ospi- Daniela Soggiu, pag. 60 e 62). A Daniela pp. 503-516, D. SINISI e O. VERDI, Licen-
tii» con due locali (mansionibus) e due Soggiu si deve l’inventario di tutti i volumi ze edilizie a Roma nel secolo XVIII. Primi
palchetti situata sotto la casa del Guer- e piante inserte dell’ufficio notarile 10, a risultati di trattamento informatico di
rini, ad angolo con il vicolo della Lupa, Marco Cavietti debbo la schedatura ana- una serie della Presidenza delle Strade, in
per 3 anni da iniziare il 1° gennaio del- litica del testamento e degli allegati ico- Gli archivi per la storia dell’architettura. At-
l’anno seguente 1696, per il canone annuo nografici, a Francesca Curti sono debitrice ti del convegno internazionale, Reggio
di 40 scudi. Nel febbraio dello stesso an- della segnalazione tempestiva del disegno Emilia 4-8 ottobre 1993, Pubblicazioni de-
no il Guerrini aveva affittato al Fatta inedito del palazzo. gli Archivi di Stato, 51, Ministero per i be-
l’osteria, «continens in se mansionem re- 27 La chiesa di S. Ivo, demolita nel 1873, ni e le attività culturali, Roma, 1999, vol.
tro, palchettum, cellam vinariam, una fu ricostruita nel 1888 con la facciata sul II, pp. 728-740; infine l’inventario di al-
cum commoditate putei», che come si ve- lato opposto, v. M. ARMELLINI, Le chiese di cuni registri della serie delle Lettere Pa-
de prima dei lavori aveva un solo pal- Roma dal secolo IV al XIX, Roma 1891, tenti è stato pubblicato unitamente a stu-
chetto, per il canone annuo di 30 scudi pp. 330-331. di specifici di D. SINISI, A. RUGGERI, O.
(ibid., vol. 328, cc. 348r-v, 371r). 28 ASR, TNC, ufficio 9, not. Quintiliano VERDI, in Roma nel primo Settecento. Ca-
18 Ibid., ufficio 19, not. J. P. Senepa, vol. Gargarius, vol. 122, cc. 389r-391v, 412r-v se proprietari strade toponimi, «Archivi e
40, c. 777r; nella locatio l’ubicazione (27 giugno-26 luglio 1617, Concordia, Cultura», n. XXVIII, 1995.
dell’osteria è in Campo Marzio, ad angolo pianta a c. 392/411) 34 Sulle demolizioni per l’apertura di Cor-

di fronte al palazzo Cremona, ove era 29 L’inventario dell’ufficio 5 è stato redatto so Vittorio Emanuele v. A.M. RACHELI,
istallata la fontana della lupa («e con- da Daniele Balduzzi, con la direzione Corso Vittorio Emanuele II. Urbanistica
spectu palatii de Cremonis»). scientifica di chi scrive, e si trova in con- e architettura a Roma dopo il 1870, Mi-
19 D. SOGGIU, La casa di Caravaggio: il con- sultazione nella sala di studio dell’Ar- nistero per i Beni culturali e ambienta-
tratto inedito e altri documenti, in «Cara- chivio di Stato di Roma; la segnalazione li, Ufficio Studi, Roma 1985; Corso Vit-
vaggio a Roma. Una vita dal vero», cit. pp. della presenza dei disegni si deve al re- torio Emanuele II: luoghi e personaggi
117-123; A. ZUCCARI, Caravaggio in ‘cattiva dattore dell’inventario mentre la sche- (1880-1930), a cura di M.G. Cimino, M.G.
luce’? Lo studio in vicolo di San Biagio e datura dell’atto ad essi allegato è di Massafra, M. Nota Santi, Napoli 1997.
la questione del soffitto rotto, in ibid. Francesca Curti. 35 ASR, TNC, ufficio 29, not. S. de Co-

pp.124-129. 30 La casa del pittore in vicolo dell’Aqui- mitibus (in solidum con D. Viola, Not.
20 A. RUFINI, Notizie storiche intorno alla la era destinata alla locazione: il Gaulli di- AC), vol. 265, cc. 288r-293v (13 settem-
origine dei nomi di alcune osterie, alber- fatti abitava con la famiglia, forse dal bre 1691).

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