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arlare di Tango sempre difficile. Facile descrivere un passo, la posizione dei piedi,
quella del busto, insegnare ad interpretare la musica.
Difficile capirne lessenza, viverla nella giusta misura, n minimizzandola, n sopravalutandola, al punto da farsene travolgere.
Il tango l, ad attendere ognuno di noi da pi di un secolo, come una pianta perpsicace e carica di vita; lentamente si estende, non invasiva, ma si propaga discreta dove
trova del buon terreno.
Perch si incomincia a ballare il Tango?
Non lo so. Si l nel momento e nel luogo giusto.
Leggevo in questi giorni un trattato teologico sul Vangelo di Giovanni, ed un passo
(43-44) mi ha particolarmente colpito:
Il Tango Argentino
ed il nuovo corso dellanmb
(Associazione Nazionale Maestri di Ballo)
Tango Argentino
La ricerca dellabbraccio e della comunicazione
I corsi di Tango Argentino di questa scuola, hanno diverse finalit, una di natura sicuramente tecnica e laltra di natura emozionale. Senza tecnica non si pu ballare. Senza delle regole consolidate, senza
un linguaggio condiviso non ci pu essere comunicazione.
Per questo necessario fornire allallievo le seguenti cose:
- tutti gli strumenti pratici per arricchire il suo bagaglio atto a migliorare la sua trasmissione-ricezione.
- tutte le basi emotive e psicologiche della comunicazione nel tango, impegnate nel trasmettere segnali
non verbali.
- percepire che esiste la possibilit di una comunicazione nellaspetto affettivo, che stimoli la presa di
coscienza e dell importanza di essa allinterno di questo ballo.
Lallievo si trova pertanto a dover affrontare due tipi di problematica: Un primo livello tecnico costituito dallinsieme di passi e figure, per lo pi ricorrenti nelle varie amalgame, che tra loro connesse
sviluppano un discorso organico, ovvero un filo di collegamento che sorregge largomento musicale
nelle sue variazioni di ritmo e colore.
a ballare con tutti, essere carini. Tutte queste attivit possono essere svolte con o senza il contatto.
Labbraccio sentito veramente, un qualcosa
che ha una qualit diversa: toccarsi con il cuore o
con lanima, mostrarsi autenticamente per quello
che si , giocare a carte completamente scoperte,
offrendo allaltro lultima e pi profonda verit alla
quale possiamo giungere, rischiando pure in vulnerabilit. Quando ci accade tra due persone si
realizza quello che noi chiamiamo comunemente
feeling, che corrisponde alla sensazione di essere in contatto profondo con laltro, senza che un
muro invisibile (ma estremamente reale e percepibile ) ci separi come spesso succede.
Cos allora quel muro invisibile e chi lo crea?
E una barriere fitta che il nostro carattere pone
tra il nostro cuore e laltro per non farci soffrire. E
essenzialmente un atto autodifensivo pi che lecito, che ci mette al riparo dal fatto di essere facilmente attaccabili. Il problema nasce dal fatto che
abbiamo perso il controllo di tale sistema difensivo, che ormai agisce in completo automatismo,
che abbiamo dimenticato di avere un disperato
bisogno di contatto umano e che ci siamo inventati un sacco di storie e trucchi per giustificare le
nostre manovre difensive.
Rimaniamo cos prigionieri dei nostri stessi
guardiani, e passiamo la vita intenti a difenderci
sempre e dappertutto, senza aver pi il coraggio
dabbracciare, senza aprirci pi al contatto umano.
In tal caso, saremo inevitabilmente costretti a
sopperire a tale mancanza con tutte quelle forme
compensatorie di contatto, che nascono dalla nostra sovrastruttura caratteriale e basata su giochi
di potere, sulla seduzione sessuale e sulla mercificazione dellaltro, rendendolo di fatto un oggetto, un accessorio della nostra vanit.
Anche nel Tango Argentino possiamo accettare e fare nostra una tesi di Freud, che sosteneva che un essere umano pu considerarsi guarito
dalla sua nevrosi nel momento in cui impara a
fare due cose : a lavorare e ad amare.
Tango Argentino.
Riflessioni e chiarimenti.
(Articolo pubblicato su La Danza nel 2007)
Sono ormai diversi anni che il T. A. diventato materia di studio, nonch disciplina di gara per i
nostri competitori, i quali, partecipando a competizioni internazionali come il Campionato Mondiale
di Buenos Aires, si sono classificati ai primi posti su oltre settecento partecipanti.
Ci sono stati indubbiamente dei passi avanti e degli ottimi risultati, sia nelle gare a livello nazionale
che internazionale.
Credo per, sia giunto il momento di fare qualche riflessione, e di dare qualche chiarimento, per
evitare che la strada finora percorsa, subisca delle deviazioni tali da trasformare questo bellissimo ballo,
in qualcosa che si discosta eccessivamente dalla tradizione.
Passo pertanto ad elencare i punti pi importanti che caratterizzano il T. A..
1) Il T. A. un ballo popolare, dove luomo comanda e la donna segue. Senza tale principio questo ballo
non sarebbe mai esistito. Si vede spesso nelle competizioni, che le coppie eseguono passi meccanicamente predefiniti, dove non c assolutamente la guida da parte dell uomo; anzi, si vede in qualche fase
che la donna a condurre! E luomo che decide come interpretare un pezzo musicale, luomo che da
le marche e segnala il tempo ed i passi alla ballerina, anche nellambito di una coreografia; o almeno questo che deve sembrare. Inoltre si nota
spesso che coppie di competitori, affrontano le
gare ballando, sia liberamente, nel pezzo pregara, che nella loro coreografia, con la stessa
identica sequenza. Ci risulta assurdo per chi
se ne intende, perch a tanghi diversi, devono
corrispondere coreografie, stile, colore, diversi.
Si nota subito lassurdit di passi veloci, con magari due o tre ganci della donna, su una musica
lenta, con prevalenza di violini, che dovrebbe
invece ispirare movimenti dolci e soavi come
rulli o planei su passi di giro.
La coppia dovrebbe quindi, oltre che studiare
coreografie predefinite, anche impegnarsi nellimprovvisazione, soprattutto nelle sale da ballo, dove il traffico in pista, impone la continua
attenzione allo spazio, ed il continuo cambiamento delle direzioni e passi.
Come ho gi sottolineato precedentemente alluomo che spetta la responsabilit del ballo e pertanto deve:
a) Muovere prima la parte superiore del corpo, per indicare alla donna la direzione nella
quale andare, e solo successivamente le gambe ed i piedi.
b) Tra le gambe del ballerino non dovrebbe mai
passare la luce; le ginocchia sono le ultime ad
aprirsi e le prima a chiudersi in ogni passo.
Le ginocchia non dovrebbero mai sopravanzare la verticale ideale che passa davanti al
viso.
c) Nei passi, i piedi vanno appoggiati prima con
lalluce interno, poi pianta e tacco.
Questo aiuta a tenere le ginocchia unite; nei
passi molto lunghi, si appoggia prima il tacco
per ovvi limiti fisici. Un idea che aiuta potrebbe essere la seguente: Si deve camminare come su un pavimento di legno che scricchiola senza fare il minimo rumore.
Tango Argentino
La base in coppia
Dopo aver parlato, nellarticolo precedente, del ruolo e dei compiti dei due ballerini, presi singolarmente, affrontiamo ora i problemi del ballo in coppia.
Come premessa dir alcune cose, o meglio dar delle chiavi di lettura, che con esempi aiutino a capire dove e quali sono i problemi che maggiormente inquinano il Tango Argentino.
Linizio di tutto sta nell labbraccio. Senza labbraccio non esisterebbe il T. A. La partenza di questo
ballo dovrebbe essere simile allincontro di due persone che si vogliono bene e che, contente di rivedersi,
si stringono lun laltro con affetto, la donna con le braccia al collo delluomo e luomo che prende la donna sopra la vita, sollevandola leggermente e dolcemente. Questa la posizione dalla quale si dovrebbe
portarsi in presa chiusa.
Mi rendo conto, che nel corso delle lezioni, se le persone non hanno un rapporto confidenziale, oppure se non sono sufficientemente affiatate, difficile per noi insegnanti, obbligare perfetti sconosciuti
ad abbracciarsi. Consiglio di iniziare per gradi, lasciando passare qualche ora di lezione, cambiando continuamente le coppie, in modo che i ballerini si conoscano e prendano confidenza fra di loro; solo dopo
si pu passare ad una presa pi stretta che inizi dallabbraccio corretto. Il Tango si balla cos, prendere o
lasciare, n pi n meno di altri balli, che si devono neccessariamente ballare staccati, in presa aperta.
Un detto famoso quello che dice che nel Tango uno pi uno eguale ad uno, perch la coppia
l unica entit; la coppia che lo spettatore guarda
ed ammira. Se per caso si portati ad osservare
solo uno dei ballerini, vuol dire che qualcosa non
va per il verso giusto.
Altra componente del Tango il piso, il pavimento; si dice che il Tango si balla in due perch
il secondo componente, oltre alla coppia, il pavimento, con il quale i ballerini devono instaurare
un accordo di rispetto e di aiuto reciproco.
Soprattutto nella Milonga e nel Vals, succede
che il piede dei ballerini, durante lo spazio di una
battuta, trascorra pi tempo a terra che durante
lo spostamento. A differenza che nelle danze in
stile internazionale, soprattutto nel walzer viennese o inglese, dove lenergia tende verso lalto, nel
T. A. deve essere concentrata verso il pavimento,
secondo una linea diagonale che dallo sterno delluomo arriva al pavimento, due metri avanti. E
come sempre compito delluomo, trasmettere alla
donna la sensazione dellindirizzo di questa energia, portando il passo di lei esattamente dove lo
desidera, aiutandosi anche con una leggera pressione del braccio destro verso il basso.
Tale pressione sta a significare che quel piede della donna, in quel momento, in quella battuta, non avrebbe potuto essere che l, e per la
precisa volont del ballerino. Inutile rimarcare
il fatto che la guida delluomo determinante,
e per questo deve essere chiara lintenzione. Il
ballerino deve avere ben chiaro ci che intende fare e manifestarlo con decisione e dolcezza.
Andando poi avanti con lo studio e la pratica, in
una coppia affiatata, alla donna baster sentire
lintenzione, per eseguire correttamente ci che
luomo le richiede.
Su quanto sopra detto, c da aggiungere per
unaltra considerazione. Succede molto spesso, che in una coppia di tangheri, la donna sia
particolarmente brava e capace, oppure abbia
un carattere un po ribelle ed individualista. E
compito delluomo, se un vero leader, permettere che la sua compagna prenda per un attimo liniziativa;per esempio che esegua qualche
adornos in pi, o che faccia dei movimenti pi
ampi ed accentuati, che esageri nelle pause, oppure che esegua un passo non segnalato. Dopo,
sar la bravura delluomo ad inventare sul momento la continuazione.
6)
a)
b)
c)
ro la parte che trasmette (movimento, velocit, cadenza, rotazioni, ansia, fretta, passione
ecc. ). C la parte centrale, ovvero a livello
delle anche, che possiamo indicare come
zona di dissociazione. Infatti dovendo fare
passi laterali oppure ochos, bisogna ruotare
la parte bassa senza perdere il contatto dei
busti. Da ultimo c la parte inferiore, quella delle gambe, dove permessa linvasione
dello spazio del compagno; si pensi ai cambi
di fronte, alle empujade, ai ganci. E con linvasione dello spazio sotto il corpo della donna che luomo le sposta lasse e le impone le
direzioni, i giri, ecc.. A questultima non deve
importare minimamente cosa fa luomo nel
suo spazio sottostante, non deve cercare di
vedere n tantomeno di capire, cosa cerchi di
fare luomo con le gambe.
Per ultimare questo articolo, che spero abbia
dato delle valide indicazioni ai lettori, e perch no, anche motivo di confronto e discussione, desidero ribadire quanto segue.
Il Tango Argentino necessita di tre condizioni essenziali.
La tecnica:- senza uno studio concentrato
sulla postura, sul movimento, sullasse dei
ballerini e della coppi, sulle marche, ecc. non
ci pu essere un buon tango.
Il cervello: - la preparazione mentale, la
prontezza, la memoria dei passi, la possibilit di variare una sequenza, lattenzione alla
sala, l amalgamarsi nella ronda con gli altri
ballerini, richiede anche una preparazione
mentale.
L emozione: - bisogna educare gli allievi
ad inserire nel tango, gi dalle prime lezioni,
la componente emozionale. Emozionarsi fa
bene, rimuovere o impedire alle proprie emozioni di manifestarsi fa male. Prendere consapevolezza di ci importante per stabilire un
buon affiatamento tra i ballerini.
Come i bambini, che passano ore giocando
con due mollette per il bucato, dobbiamo
educarci a non perdere la creativit, la libert
del gioco, la fantasia.
Il Tango Argentino anche questo, un mezzo
per aiutare le persone a sentire il proprio
corpo, recuperare le emozioni perdute e con
esse riconquistare una vitalit ed unenergia
forse dimenticata l, in un angolo del cuore.
Ma la soddisfazione non arriva neanche l. Il Tango, si rivela alla fine, dopo lungo sacrificio e frustrazioni, cio nella pi sottile delle percezioni, allestremo
confine della nostra capacit di avvertire significati ed
emozioni pi lievi e sottili.
La scala ascendente verso lapprendimento necessita anche di una predisposizione alla pazienza ed alla
passivit; tanto minori sono le resistenze allapprendere, tanto maggiore lo spazio che si apre allapprendimento.
Il primo posto di resistenza allapprendimento, soprattutto per le donne il pensare, che il nostro
senso interiore pi attivo, pi faticoso e drammatico,
sempre intento a se stesso pi che al proprio oggetto,
e dunque pressocch inutile alla conoscenza.
Anche per luomo questo un problema; baller
meglio quando comincer a non pensare, a credere
nelle sue possibilit, senza paura di critiche. Accettando e riconoscendo i suoi limiti.
Pi tardi, andando avanti nel cammino, si supereranno gradi di resistenza minori, unendo al ballo
lintuizione, limmaginazione, la fantasia, lemotivit
ed i sentimenti, collegati alludire la musica ed a interpretarla. Pi avanti, gli allievi impareranno a trasmettere tutto questo anche a chi li guarda,e quando
entreranno in sala, automaticamente la gente intorno volger lo sguardo verso di loro, aspettando con
il fiato sospeso, che si abbraccinoe facciano. il
primo passo.
Ubaldo Sincovich
Inizia a studiare ballo, danze standard, latini in stile
internazionale nel 1980, presso la Ginnastica Triestina e poi presso la scuola della maestra Arianna
Starace.
Nel 1988 approda al Tango Argentino, iniziando con
la ballerina e coreografa argentina Silvia Wladiminski, che stata una delle prime a portare questa danza in Italia. Molti sono stati gli anni di studio con lei,
seguendola spesso nelle sue lezioni a Roma, Venezia,
Torino, integrando al Tango esperienze di espressione corporea, ed emozionale con il teatro-danza.
Nel 1994 inizia un nuovo periodo di apprendimento che durer diversi anni, con il grande Alejandro
Aquino, gi ballerino classico del teatro Colon di
Buenos Aires, e diventato uno dei pi apprezzati interpreti del compositore Osvaldo Pugliese.
stato quattro volte in Argentina: la prima nel
1995, dove ha studiato con Miguel Angel Zotto,
Edoardo Arquinbau, ed il grande Pepito Avellaneda; la seconda volta nel 1996, perfezionandosi con
Osvaldo Zotto, Raul Bravo, e con una grandissima
coppia di vecchi milonguero come Rodolfo e Maria
Cieri. Importante stato poi lincontro con Graciela
Gonzalez, considerata una delle migliori insegnanti
di tecnica e didattica.
Importante poi e stata la partecipazione, per quattordici anni di seguito, dal 1993, al Festival Internazionale del Tango Argentino di Sitgest (Barcellona)
dove ha potuto studiare con altri importanti professori a livello mondiale quali, Gustavo Naveira, Giselle Anne, Esteban Moreno, Gabriel e Natalia, Pablo e Beatriz, Julio Valmaseda, Pocho Bizzarro, Nito
ed Elba Tarsia, Riki Barrios, Paulo Araujo, Javier e
Geraldine.
Determinante per la sua carriera artistica stata la
possibilit di partecipare, in seno alla CIBS, alle selezioni per il Campionato del Mondo di T. A. del
1996, dove, alla prima uscita internazionale a Budapest, si qualificato al secondo posto, in coppia alla
bravissima ballerina Claudia DAmbrosio.
Lanno seguente, a Lubiana, si classificato primo,
al Campionato Europeo.
Tante sono state le esibizioni in varie citt italiane e
gli spettacoli teatrali tra i quali ricordiamo:
Dal barocco al tango, Incontrarse in una noche de
tango, Sognando un tango, Tango delle labbra,
Cite Tango.
Da quattordici anni si dedica con passione allinsegnamento, in varie citt italiane, ma soprattutto a
Trieste ed a Modena. Molte coppie di suoi allievi
hanno raggiunto importanti riconoscimenti internazionali e sono apprezzate per la loro preparazione, nonch ha contribuito alla formazione di apprezzati insegnanti.
Da dieci anni collabora con lA .N.M.B., (Associazione Nazionale Maestri di Ballo) nella commissione
Tango Argentino, dove collabora per portare un significativo contributo alla diffusione ed alla conoscenza del vero Tango tradizionale.
Molti sono i corsi di aggiornamento che sono stati
tenuti a tale scopo. Affianca allinsegnamento lattivit di esaminatore e giudice di gara in seno allA .
N. M. B.
Continua a studiare ed aggiornarsi ogni qualvolta
ne ha la possibilit.
Da questanno fa parte dellA .M.B.C.T.A. (Associazione Maestri Ballerini e Coreografi di Tango Argentino di Buenos Aires )
Silvia Galetti
Si avvicina alla Danza Classica a Modena allet
di 9 anni proseguendo a livelli professionali fino alleta di 26 anni, anche in qualit di insegnante. Inizia a studiare tango nel 1995 a Bologna con Annalisa Di Luzio e Tobias Bert, seguendo la loro scuola
e il loro metodo fino al 1997.
Nel 1998 conosce Ubaldo Sincovich, maestro e ballerino di tango triestino, riconosciuto a livello nazionale e internazionale, con il quale approfondisce la
sua formazione artistica e affina le sue conoscenze,
costituendo una coppia. Da allora Silvia e Ubaldo
continuano costantemente a studiare e a perfezionarsi partecipando a numerosi festival e stages con
i migliori maestri di Tango Argentino riconosciuti a Buenos Aires e in tutto il mondo, quali Esteban Moreno y Claudia Codega, Gustavo Naveira
y Giselle Anne, Osvaldo Zotto y Lorena Ermocida,
Geraldine Rojas y Javier Rodriguez, Nito y Elba
Garcia, Gladys Fernandez y Ricardo Gallo, Ricardo Barrios e Laura Melo, Rodolfo y Maria Cieri,
Alejandro Aquino, Milena Plebs y Ezequiel Farfaro,
Mora Godoy y Junior, Pablo y Beatriz, Adrian Aragon y Erica Boaglio, Pablo Garcia e molti altri.
Fondamentale per la sua crescita professionale
stato lincontro a Forl nel 2001 con Graciela Gonzalez che con la sua didattica e metodologia di
insegnamento ha segnato particolarmente la sua
evoluzione.
Dal 1999 si dedica insieme a Ubaldo allinsegnamento del Tango Argentino a Modena, dapprima
presso la Scuola di Danza Classica Marie Taglioni e dal 2005 presso il Centro Danza e Ginnastica
La Capriola, collaborando con la scuola alla realizzazione di spettacoli ed eventi legati al tango.
Numerose sono le esibizioni svolte a Modena, Trieste
e in altre citt italiane e le partecipazioni in qualit
di insegnanti e ballerini presso manifestazioni artistiche teatrali e culturali di indubbia importanza.
Nel febbraio 2002 fonda l Associazione Culturale
TaMO Tango di Modena, della quale Presidente, grazie alla quale promuove seminari di studio
con grandi maestri ed eventi legati alla cultura
tanguera. Nel giugno 2007 viene convocata dall
ERT per impartire lezioni di tango ad un gruppo di
giovani attori impegnato nella messa in scena del
Cos se vi pare di Pirandello in cartellone nella
stagione di prosa dellanno in corso.