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IMPARARE IL PIANOFORTE

DA AUTODIDATTA

a cura di Christian Salerno

www.pianosolo.it

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Imparare a suonare uno strumento musicale

Imparare a suonare uno strumento musicale non è un'attiviatà da prendere sotto


gamba. E' assolutamente un qualcosa di impegnativo che porterà via
inevitabilmente molto tempo della nostra giornata.
Sicuramente l'approccio e il metodo di studio saranno differenti a seconda degli
scopi e degli obbiettivi che si intendono raggiungere.
Un ragazzo che vuole intraprendere la via del conservatorio per diventare un
professionista e diventare un concertista, sicuramente dovrà approcciarsi allo
strumento in maniera differente di chi lo suonerà solo per passare un po' il tempo
libero. Il primo infatti dovrà concentrarsi in modo quasi totale sullo strumento,
dando tanta importanza al divertimento quanto al dovere (esercizi ripetitivi,
monotoni e senza senso apparente), mentre il secondo potrà fare quel tanto che
basta di teoria musicale giusto per poter progredire, tutto nel massimo
divertimento, e seguendo linee guida ben differenti e meno ferree.
Non riesco a capire infatti quegli insegnanti che propongono lo stesso tipo di
percorso a tutti i loro studenti, indipendentemente che questi vadano al
conservatorio o che questi vogliano suonare il pianoforte solo per puro diletto.

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Ritengo che sia una pura follia. Insomma, il compito dell'insegnante è sì quello di
portare avanti pian piano l'allievo in un dato percorso, ma è anche e soprattutto
quello di riuscire a trovare un percorso fatto su misura dell'allievo. Un allievo
dal carattere impulsivo, vivace e poco paziente, andrà sicuramente trattato
diversamente rispetto ad uno che invece ha un carattere più docile e che ha a
pieno il senso del dovere.
Al primo infatti non si può chiedere di suonare esercizi ripetitivi per 30 minuti al
giorno, studiare poi 3-4 pagine nuove di teoria per poi ripeterle a lezione e infine
iniziare con gli esercizi sulle singole note a mani separate, dove non si usano più
di tre dita per ogni esercizio.
Bisognerà invece adottare, in linea di massima, un percorso più entusiasmante in
grado di metterlo subito alla prova e di metterlo in stretto contatto con l'armonia
e quindi con gli accordi e il loro studio, ma non teorico (ovvero degli intervalli
che compongono un accordo maggiore o minore etc...), piuttosto quello pratico,
ovvero gli accordi letti sotto forma di sigle (Dom, Re-, La7 etc..).
Per invece allievi più pazienti si può adottare il percorso invece un po' più
"tradizionale" , partendo con delle solide basi, analizzando l'articolazione, la
posizione della mano, la postura al pianoforte, la lettura delle note in chiave di
Violino etc.. personalmente ritengo questo sistema classico l'unico in grado di
non tralasciare lacune.
Se provi a fare una rapida ricerca su Google troverai miriadi di metodi nuovi per
pianoforte. Andiamo ad elencarne qualcuno:

• Fogli d'album
• Nuovo metodo per principianti

Sono quasi infiniti questi nuovi metodi e di tanto intanto ne acquisto qualcuno in
modo tale da poter vedere le "innovazioni" che questi apportano ma alla fin fine
noto che sono sempre le stesse cose proposte in maniera leggermente diversa e
con un ordine cronologico differente. Per esempio esistono metodi in grado di
iniziare a farti suonare il pianoforte senza saper leggere le note. Sì è vero si può
ma...prima o poi bisognerà avere a che fare col pentagramma no? E a quel punto,
come la mettiamo? C'è il rischio che l'allievo si affezioni al metodo "suono senza
saper leggere lo spartito" e allora diviene abbastanza difficile far capire l'allievo
l'importanza che ha la lettura delle note all'intenro dello spartito. Sono i rischi
dei nuovi metodi.

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Libro per autodidatti o insegnante?

Meglio spendere 15 euro e comprare un manuale che ti insegna tramite vignette e


spiegazioni come suonare il pianoforte, oppure è meglio spendere 20-40 euro a
settimana per prendere delle lezioni private dove c'è qualche esperto che ti dice
cosa fare e come fare?
Beh, mi sembra quasi scontata la risposta...meglio l'insegnante che ti spiega! Sì è
vero, i costi sono ben maggiori ma il tuo apprendimento risulta altamente
velocizzato. Quello che potresti imparare in un mese leggendo un libro da solo lo
imparerai in una sola lezione con un insegnante. Quindi, se dobbiamo andare a
vedere i soldi spesi, allora possiamo prediligere il libro da autodidatta, ma se
dobbiamo andare a vedere il tempo risparmiato (il tempo è denaro) e il nostro
livello di apprendimento, allora non c'è davvero paragone e non c'è nulla di
meglio di un insegnante.
L'insegnante può chiarirti ogni tipo di dubbio all'istante, mentre il manuale non
sempre ti può dare delle risposte, e se queste risposte non riesce a dartele
neanche il web, allora rimarrai sempre con un grande punto di domanda. Io
intanto ti suggerisco di postare ogni tuo eventuale dubbio sul nostro forum.
Soprattutto se inizi da zero, e sei completamente " a digiuno" di musica, allora i
libri servono a ben poco. Mi sono ritrovato ad avere allievi che avevano le idee
totalmente confuse su determinati argomenti perchè avevano interpetato in malo
modo le indicazioni suggerite dai manuali.

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Nella mia modesta esperienza da insegnante ho avuto allievi che tenevano il
tempo battendo col piede (tra l'altro anche in modo errato), altri che non
volevano saperne di poter trovare un tasto bianco nonostante questo si chiamasse
"diesis" (per esempio il Mi# non è altro che un Fa e quindi un tasto Bianco), altri
che suonavano in maniera non legata ecc..insomma, ne ho viste di tutti i colori
ma è giusto che sia così; non si può pretendere da un'autodidatta
un'impostazione e una conoscenza di base impeccabile. Tuttavia questi errori di
postura e di concetto, talvolta sono difficili da eliminare e anche se all'apparenza
vengono cancellati, questi rimaranno ancora per lungo tempo nel nostro
"inconscio". D'altro canto, quando andiamo ad imparare qualcosa di nuovo, si
vengono a stabilire delle nuove connessioni mentali all'interno del nostro
cervello. Queste connessioni vengono stabilizzate e acquistano sempre più forza
man mano che noi andiamo a ripetere e verificare sempre quella determinata
azione. Per esempio, se noi andiamo a toccare il fuoco e capiamo che brucia, si
andranno a formare delle connessioni che ci ricordano che il fuoco brucia e che
non va toccato. Se il giorno dopo andiamo nuovamente a toccare il fuoco, ci
bruceremo ancora, ecco che allora quelle connessioni diventano ancora più stabili
perchè vengono riconfermate . Così, se noi mettiamo sempre la mano in una
posizione errata, e continuiamo a farlo per un lungo periodo, sarà poi veramente
difficile riuscire a cambiare la posizione della mano, dato che ormai il nostro
cervello aveva dato per assodato che quella era la corretta impostazione. Ma
questo è solo uno dei "problemi" del nostro cervello. Un altro problema che può
sorgere è dato dal problema della concezione della realtà attraverso il procedere
per associazioni. Ti faccio un chiaro esempio perchè sono sicuro che lo capirai.
Ti è mai capitato di conoscere una persona estremamente antipatica?? Ecco, e ti è
capitato di doverla frequentare comunque in un modo o nell'altro (stessa
comitiva, compagno di banco ecc...)? Supponiamo che questa persona antipatica
si chiami Luca. Il tuo cervello ha associato al nome "Luca" l'aggettivo "Antipatico,
odioso, fastidioso", insomma, una persona da non frequentare. Vorresti mai dare
questo nome a tuo figlio??! Ovvio che no! Perchè questo nome ormai ti "ispira
antipatia". Ecco questo è il problema del nostro cervello. Dalle nostre singole
esperienze costruiamo la trama della nostra realtà soggettiva che ci circonda.
Con questo che cosa voglio dimostrare? Che se per esempio prendiamo le prime
lezioni da un'insegnante e capita di non trovarci bene perchè questo è poco
paziente, poco attento alle nostre esigenze, poco professionale, troppo austero
ecc.. non bisogna chiudersi in sè stessi e continuare a leggere sui propri manuali
perchè ci si trova meglio. Bisogna sempre continuare la ricerca di un buon
insegnante di pianoforte e fermarci solo quando l'abbiamo trovato.

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L'insegnante di pianoforte è l'unica persona in grado di darci le giuste fondazioni
per poter ereggere il nostro edificio in maniera sicura e a molti piani. Se le
fondazioni sono poco stabili, allora anche i piani successivi lo saranno e prima o
poi bisognerà buttare giù qualche piano inferiore per rifarlo da capo senza però
recare danni ai piani superiori, il che è davvero difficile!
Ecco perchè consiglio vivamente di prendere un insegnante di pianoforte,
almeno per i primi tempi! Si va a spendere un po, ma per lo meno siamo sicuri di
fare le cose giuste sin da subito! Non è una gran perdita di tempo fare le cose
errate per poi doverle rifare? Io credo proprio di sì!
A questo punto probabilmente spero di averti convinto con la mia opinione, e ti
starai forse domandando quanto costano queste lezioni di musica. Innanzi tutto
devi sapere che ci sono le scuole di musica, i conservatori (che li lasciamo da
parte), e gli insegnanti privati. Nelle scuole di musica la media ad ora (che in
genere sono 50 minuti) sono di 20-25 euro. Anche per quanto riguarda
l'insegnante privato il prezzo si aggira attorno a quella cifra, ma tutto cambia a
seconda del fatto che lui venga da te, dal suo "nome" ecc..
Intanto, nel frattempo che trovi un insegnante di pianoforte, ti consiglio di
portarti avanti col lavoro e di iniziare a scaricare un po' di materiale gratuito
interessante in questa sezione.
Per poter ricevere delle lezioni di pianoforte a casa tua, dei avere almeno una
tastiera, meglio se è un pianoforte. Se sei in procinto dell'acquisto del pianoforte
ed hai un po' le idee confuse sul quale pianoforte scegliere, ti consiglio
spassionatamente allora di dare una lettura qui.

Grazie per aver letto questo documento e spero di averti dato il giusto imput per
iniziare il tuo percorso da pianista!

Christian Salerno

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