Ispirami , o dea, la rabbia di achille figlio di peleo,
distruttrice, che inflisse danno agli achei,
butt in preda al regno dei morti le vite di giovani eroi, dandoli in pasto a canI, uccelli si compiva il volere di Zeusdapprima conteso tra Agamennone signore seroi e achille glorioso. Crise preg apollo: apollo sent le preghiere, lo raggiunse dall Olimpo, arrabbiato dal cuore, con l arco in spalla: le frecce tintinnavano sulle sue spalle mentre si muoveva; si avvicinava con aria oscura. Si appost lontano dalle navi e lanci una freccia, con un potente sibilo. Colpiva prima gli animali, poi cominci a mirare sugli uomini; stava seminando la morte. Calcante si sedette; si alz L autorevole Agamennone Infuriato; il cuore era pieno di rabbia, gli occhi trasmettevano la sua sensazione; guardando male Calcante grid: profeta di sciagure, non hai mai profezie buone per me, mi precidici solo problemi, non dici mai qualcosa di buono e che si avveri! E qui in mezzo ai greci, prevedi Che apollo ci punir, perch non ho accettato il riscatto per criseide:io la desidero in casa, al posto di mia moglie, anche se la mia sposa legittima, perch non la eguaglia minimamente: ne per aspetto fisico, ne per intelligenza, ne per bravura. Voglio un esercito che non muoia. Per le mie preoccupazioni, vorrei un regalo, perch non mi conviene farlo senza ricompensa. Dunque questo dono mi spetta. Allora Achille l eroe gli disse: Glorioso Agamennone, tu che sei cos avido, come speri che gli achei ti ricompensino? Da nessuna parte troviamo tesori come il tuo; quelli delle altre citt conquistate, li abbiamo gi spartiti. I guerrieri non dovrebbero renderli comuni, Ma tu ora dai Criseide ad Apollo; poi noi Achei La riscatteremo tre o quattro volte tanto, se Zeus Ci consentir di abbattere Troia. Agamennone gli rispose: No Achille, anche se sei potente come gli dei,
non riuscirai a farmi cambiare idea.
Pretendi troppo parli cos perch un dono gi ce lhai- vuoi Che mi privi, dando indietro crideide? Ma se i Greci dal grande animo mi daranno un dono, adattandolo al mio desiderio, che compensi la perdita, sta bene; se non sar cos, io verr a prendere il tuo, o dono di Aiace, o quello di Odisseo. Ma via, queste cose potremo trattare anche dopo: ora spingiamo nel mare divino una nave nera di catrame, raccogliamo rematori in numero giusto, imbarchiamo qui il sacrificio di cento buoi, facciamo salire la figlia di Crise, guancia graziosa; la guidi uno dei capi consiglieri, o Aiace, o Idomeneo, oppure Odisseo luminoso, o anche tu, Achille, il pi tremendo di tutti gli eroi, che tu ci renda amichevole Apollo, compiendo il rito. Ma guardandolo minaccioso Achille dal piede rapido disse: - Ah vestito di spavalderia, avido di guadagno, come pu volentieri obbedirti un greco, o marciando o battendosi contro guerrieri con forza? Davvero io sono venuto a combattere qui non per i Troiani bellicosi, non sono colpevoli contro di me: mai le mie vacche o i cavalli hanno rapito, mai hanno distrutto il raccolto a Ftia dai bei campi, in cui nascono e crescono eroi, poich molti e molti nel mezzo ci sono monti ombrosi e il mare potente. Ma seguimmo te, o del tutto sfacciato, perch tu gioissi, cercando soddisfazione per Menelao, per te, brutto cane, da parte dei Troiani, e tu non pensi a questo, non ti preoccupi, anzi, minacci che verrai a togliermi il dono per il quale ho sudato molto, che i figli dei Greci me lhanno dato. Per non ricevo un dono pari a te, quando i Greci gettano a terra un villaggio ben popolato dei Troiani; ma le mani mie governano il pi della guerra tumultuosa; se poi si venga alle parti, a te spetta il dono pi grosso. Io, dopo che peno a combattere, mi porto indietro alle navi un dono piccolo e caro. Ma ora andr a Ftia, perch molto meglio andarsene in patria sopra le concave navi. Io non intendo raccogliere beni e ricchezze per te, restando qui umiliato. Allora lo ricambi Agamennone il signore degli eroi: - Vattene, se il cuore ti spinge; io non ti pregher davvero di restare con me, con me ci sono altri che mi faranno onore, soprattutto c il saggio Zeus. Ma tu sei il pi odioso per me tra i re discepoli di Zeus: ti sempre cara la contesa, e guerre e battaglie: un dio ti ha dato di essere tanto forte! Vattene a casa, con le tue navi, con i tuoi compagni, regna sopra i Mirmidoni: di te non mi preoccupo, non ti temo adirato; anzi, questo dichiaro: poi che Criseide mi porta via Febo Apollo, io rimander lei con la mia nave e con i miei compagni; ma mi prendo Briseide, il tuo dono, dalla guancia graziosa, andando io stesso alla tenda, cos che tu sappia quanto sono pi forte di te, e tremi anche un altro di parlarmi alla pari, o di mettersi di fronte a me.