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La Storia ricomincia in Corea

di Slavoj Zizek 16 Maggio 2015


Il filosofo sloveno argomenta una sua tesi: La Corea divisa lespressione pi chiar
a, quasi clinica, della crisi in cui siamo precipitati dopo la fine della Guerra
fredda. La Repubblica, 16 maggio 2015
AMO Trouble in Paradise , la vecchia commedia di Lubitsch. Per questo prendo in
prestito il suo titolo. Il paradiso, nel mio caso, si riferisce alla Fine della St
oria di Francis Fukuyama (il capitalismo liberal-democratico come il migliore de
gli ordini sociali possibili) e il guaio , naturalmente, lattuale crisi, che ha cost
retto perfino lo stesso Fukuyama a rivedere le sue posizioni. La Corea divisa no
n forse lespressione pi chiara, quasi clinica, della crisi in cui siamo precipitat
i dopo la fine della Guerra fredda? Da una parte, la Corea del Nord incarna il v
icolo cieco del progetto comunista del ventesimo secolo; dallaltra, la Corea del
Sud al centro di uno sviluppo capitalistico impetuoso che lha portata a livelli s
trepitosi di prosperit e modernizzazione tecnologica (Samsung sta minacciando per
fino il primato di Apple).
In Europa, la modernizzazione avvenuta in un arco temporale di secoli, e dunque
stato possibile adattarsi alla stessa, ammorbidire il suo impatto dirompente, at
traverso il Kulturarbeit, vale a dire la formazione di nuove narrazioni e miti s
ociali; in altri contesti invece in modo esemplare nelle societ musulmane limpatto
della modernizzazione stato diretto, senza schermi o differimenti, determinando
il collasso del loro universo simbolico: queste societ hanno perso il loro fonda
mento (simbolico) senza avere il tempo di stabilire un nuovo equilibrio (simboli
co). Non stupisce allora che, in alcuni casi, sia stato necessario levare lo scu
do del fondamentalismo, la riaffermazione psicotico-delirante- incestuosa della re
ligione quale accesso diretto al Reale divino; il che ha prodotto effetti disast
rosi, in particolare la rivincita delloscena divinit superegotica che esige tribut
i di sangue. Il dominio del Super-io uno degli aspetti che accomuna la permissiv
it postmoderna e il nuovo fondamentalismo. Ci che li distingue il luogo del godime
nto: nel primo caso, a dover godere siamo noi; nel fondamentalismo, a godere Dio
.
Forse il simbolo supremo della devastata Corea post-storica levento musicale delle
state 2012: Gangnam Style di Psy. Il video di questo brano il pi visto di tutti i
tempi, dopo aver superato, su YouTube, il numero di visualizzazioni di Beauty a
nd a Beat di Justin Bieber. Il 21 dicembre 2012, giorno in cui chi dava credito
alle predizioni del calendario maya si attendeva la fine del mondo, Gangnam Styl
e ha raggiunto il numero magico di un miliardo di visualizzazioni. probabile all
ora che gli antichi Maya avessero ragione: ci effettivamente il segno del collasso
di una civilt. Il testo della canzone e lallestimento scenico del video si prendo
no gioco dellinsensatezza e della vacuit dello Gangnam Style (secondo alcuni, con
intento sottilmente rivoluzionario); malgrado questo, difficile non farsi cattur
are dal demenziale ritmo da marcetta, riprodurlo in modo puramente mimetico. Il
Gangnam Style un prodotto ideologico in virt della distanza ironica che stabilisc
e con il suo contenuto. Molti spettatori trovano la canzone disgustosamente sedu
cente, e cio amano odiarla, o, piuttosto, amano trovarla ripugnante, e cos la ascolt
ano ripetutamente per prolungare il disgusto questa natura compulsiva delloscena
jouissance ci da cui la vera arte dovrebbe liberarci. Ma non dovremmo allora osar
e un parallelo tra un concerto di Psy in un grande stadio di Seul e gli spettaco
li allestiti non molto lontano, oltre la frontiera, a Pyongyang, per celebrare g
li amati leader nordcoreani? In entrambi i casi, non siamo forse di fronte a rit
uali neosacri indirizzati a una jouissance oscena?
Si potrebbe ritenere che in Corea, come altrove, sopravvivano numerose forme di
saggezza tradizionale in grado di mitigare limpatto traumatico della modernizzazi
one. Tuttavia, facile riconoscere come queste vestigia della tradizione siano gi
state trans-funzionalizzate, tradotte in strumenti ideologici volti ad accelerar
e la modernizzazione stessa. Questa impressione trova conferma nella cosiddetta
spiritualit orientale (il buddhismo), che invita a stabilire un rapporto pi gentile,

equilibrato, olistico ed ecologico con il mondo. Non basta affermare che il bud
dhismo occidentale questo fenomeno pop che predica lindifferenza verso le freneti
che e competitive dinamiche del mercato verosimilmente la via pi efficace per pre
ndere parte alla societ capitalistica preservando lapparenza della salute mentale
(in breve, che lideologia paradigmatica del tardo capitalismo); occorre anche agg
iungere che non pi possibile contrapporre questo buddhismo occidentale alla sua au
tentica versione orientale.

La mia analisi sembra essere confermata da Propaganda, un documentario del 2012


(facilmente reperibile in rete) sul capitalismo, limperialismo e la mercificazion
e della cultura di massa in Occidente, in particolare sugli effetti pervasivi di
questi fattori in ogni aspetto della vita delle moltitudini beatamente istupidi
te e zombificate. Si tratta di un mockumentary, una parodia che finge di essere
nordcoreana, mentre in realt stata girata da un gruppo di neozelandesi. Vengono i
llustrati luso della paura e della religione per manipolare le masse e il ruolo d
ei media nel distogliere lattenzione dai problemi cruciali attraverso una variet d
i diversivi. Uno dei pregi del film il modo in cui demolisce il culto della cele
brit: affermando che Madonna o Brad e Angelina vanno a fare shopping di bambini ne
i paesi del Terzo mondo ; analizzando lossessione occidentale per la vita glamour de
i vip e lindividualismo, unitamente allindifferenza per le condizioni di vita dei
senzatetto e in generale di chi soffre; raffigurando i vip come strumenti di mer
cificazione, anche inconsapevoli, ruolo che spesso li conduce sullorlo della foll
ia tutto questo trattato in modo talmente puntuale da risultare spaventoso: il m
ondo attorno a noi. Il documentario, in particolare la parte dedicata a Michael
Jackson uno sguardo su cosa ha fatto lAmerica a questuomo , sa raccontare verit diffi
ili da digerire.
Se cancellassimo quegli spezzoni in cui si esalta la saggezza del grande e amato
leader ecc., Propaganda verrebbe a coincidere con una classica critica del cons
umismo, della mercificazione e della Kulturindustrie specificamente nello stile
del marxismo occidentale della Scuola di Francoforte. Ma si deve prestare attenz
ione a unavvertenza allinizio del film: la voce narrante rivela agli spettatori ch
e, per quanto ci che vedranno potrebbe imbarazzarli e scioccarli, il grande e ama
to Leader confida sul fatto che siano abbastanza maturi da sopportare lorribile v
erit sul mondo esterno parole che unautorit benevola, protettrice e materna userebb
e per comunicare a un bambino un evento spiacevole.
Per comprendere lo speciale status ideologico della Corea del Nord non possiamo
evitare di chiamare in causa la mitica Shangri-la del romanzo di James Hilton Or
izzonte perduto: una valle tibetana in cui la gente conduce una vita modesta ma
felice, totalmente isolata dalla corrotta civilt globale e sotto il comando benev
olo di una lite erudita. La Corea del Nord quanto di pi simile a Shangri-la ci sia
nel mondo reale. Nonostante la loro distanza abissale, la Corea del Nord e del
Sud condividono una caratteristica di fondo: sono entrambe societ post-patriarcal
i. Se il film Propaganda riesce a mostrare verit indigeribili, non semplicemente
a causa del fatto che un ingenuo sguardo straniero in grado di cogliere aspetti
nella nostra cultura che noi stessi, dato che vi siamo immersi, ignoriamo, ma pi
uttosto perch la radicale opposizione tra Corea del Nord e del Sud sostenuta da u
nidentit di fondo segnalata dal titolo del film: si tratta di due forme estreme di
atemporalit, di sospensione della storicit vera e propria.

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