Saggi. Lo spirito del garantismo. Montesquieu e il potere di punire di Dario Ippol
ito per Donzelli giustizia pubblicato da admin 13 aprile 2016 31 visite Se Dario Ippolito non avesse scritto in modo cristallino, sincero, politicamente corretto undici pagine di Prologo al suo libro Lo spirito del garantismo. Monte squieu e il potere di punire(Donzelli, pp. 112, euro 16,50) non sarebbe incorso nelle attenzioni critiche e rancorose della destra giornalistica italiana. Avrei potuto in questa recensione parlare della relazione tra libert e diritto, d i Hobbes e Beccaria, di Voltaire e Jefferson oppure di pena di morte, habeas cor pus, Stato confessionale e Stato laico. Ma nel solco di Guido Vitiello (il Fogli o del 26 marzo) e Nicola Porro (il Giornale del 20 marzo) mi soffermo anchio sul tema liberali di destra, liberali di sinistra, nonch collocazione politica del ga rantismo. E anchio parto dallincipit del Prologo di Dario Ippolito: Garantismo paro la svilita, deturpata dallabuso. Spesso, e comprensibilmente, suscita sospetto, i nsofferenza. Evoca nellimmaginario di molti, cavilli procedurali e scaltrezze cur iali. equivalente, per chi ne diffida, di impunit e privilegio: di legalit sacrifi cata sullaltare del formalismo giuridico. Irrita come il fumo negli occhi. Il nobile pensiero e la illustre storia garantista ha ragione Dario Ippolito son o stati violentati, derisi nel ventennio berlusconiano. Si sono contrapposti in modo corporativo, irriguardoso per le nostre intelligenze i fronti del garantism o specioso, opportunista (della destra non liberale italiana) e del giustizialis mo forcaiolo, proibizionista, populista (della sinistra non liberale italiana). Porro chiede a Ippolito perch la lotta per le garanzie si debba fare per Adriana Faranda e non per Silvio Berlusconi? Provo a rispondergli. Gli anni Settanta del secolo scorso sono stati una palestra su scala europea di giustizia repressiva, di scivolamento verso il sostanzialismo penale nel nome de lla lotta al terrorismo. La parole chiave era emergenza che ha giustificato la rid uzione delle garanzie. La legge Reale (che non si pu dire fosse un liberale auten tico) ha prodotto una compressione dei diritti fondamentali a partire da quelli di difesa e di libert di movimento. Arresti arbitrari e pene elevatissime per rea ti di opinione hanno colpito un po chi capitava. Era il 1978 quando i radicali pr omossero il referendum per labrogazione della legge Reale. 7 milioni e mezzo di p ersone votarono per cancellare quella legge illiberale. Ma ben 24 milioni si sch ierarono per il no, ovvero per la sua permanenza nella legislazione italiana. Tr a quei 24 milioni cerano i non garantisti di destra, di centro e di sinistra. Dun que la Faranda, citata da Porro, ha subito le leggi emergenziali decise da altri nel nome dello stato di eccezione. Nel caso di Silvio Berlusconi, essendo lui i l decisore politico, le leggi sono state cambiate ma nel senso opposto a quello che un garantista di ispirazione illuminista avrebbe voluto: la giustizia divent ata strumento di classe, duro, inflessibile con i poveri e clemente, generoso, l assista con i colletti bianchi. Dunque Silvio Berlusconi, a volte riuscendoci a volte no, ha provato da premier e politico a scardinare il principio liberale de lluguaglianza davanti alla legge. Lui le leggi le faceva a differenza della Faran da. Negli anni che era al Governo, insieme alla Lega, ha fatto carta straccia del pr incipio di offensivit penale. Cosa dice Porro della legge Cirielli che prevedeva tempi lunghi di prescrizione solo per taluni reati (quelli dei ricchi) e pene se vere per altri reati (quelli dei poveri di solito pluri-recidivi)? Se Silvio fos se stato un garantista liberale avrebbe tagliato la prescrizione a tutti o ridot to le pene per tutti. E cosa pensa Vitiello dellopposizione della destra (e di pa rte della sinistra) allintroduzione del delitto di tortura nel codice penale? Spi eghi a Ippolito cosha di liberale prevedere il reato di immigrazione irregolare,
fattispecie penale priva di qualunque offensivit criminale?
Il libro di Ippolito un memorandum colto, storicamente preciso, filosoficamente profondo che dovrebbe essere letto pi volte da tutti coloro che si auto-definisco no liberali e di sinistra. Dovrebbe essere recitato nelle aule di tribunale e ne lle aule parlamentari. Dovrebbe essere conosciuto a memoria da chi si ritiene pa rte di un campo liberale e progressista del quale per, va ricordato a futura memo ria, ha fatto parte anche chi affermava quanto segue: Limmigrazione onesta, quella di chi viene per trovare un lavoro un bene per lItalia. Siamo per convinti che ci voglia intransigenza nei confronti di altri tipi di immigrazione: quella crimin ale, che deve essere penalmente perseguita subito e duramente, e quella clandest ina, contro cui bisogna intervenire per evitare che lItalia diventi il vespasiano dEuropa (Antonio Di Pietro, 2008). Dunque la lettura e la rilettura dei classici si spera facciano chiarezza, ridia no dignit alla parola garantismo e tolgano terreno sotto i piedi a chi invece si de finisce orgogliosamente giustizialista e di sinistra. PATRIZIO GONNELLA