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si parte!
Questo primo numero avvia la pubblicazione del nostro settimanale online.
sinistra lavoro fa un ulteriore e importante passo avanti. dopo lassemblea
costitutiva di fine settembre, a reggio emilia, in occasione della Quale stato
approvato il nostro manifesto, ne abbiamo fatta di strada. un percorso lungo
e ricco di scoperte sempre nuove, durante il Quale abbiamo incrociato
tante persone e tanti appezzamenti
di Claudio Grassi
il nostro appello gi stato sottoscritto da tremila compagne e compagni, tra in quali importanti figure
della sinistra italiana, dal sindacato
al mondo della cultura: accattatis,
burgio, carpi, castellina, cerrato, di
lello, dorsi, ferrajoli, ferrara, gallino, lalatta costerbosa, mastropaolo, meriggi, parlato, pini,
prosperi, tiziano rinaldini, vegetti,
solo per fare qualche nome (e non
me ne vogliano i tanti che non sono
in questo brevissimo elenco).
un appello che ha ottenuto il gradimento del mondo del lavoro, in particolare di parecchie delegate e
delegati sindacali, delle rsu.
sinistra lavoro si presentata in
quasi tutte le regioni, in tante citt.
e se sono decine le iniziative gi
svolte, sono altrettante quelle in
cantiere, per dicembre e anche per
gennaio. ci siamo seduti intorno a
un tavolo per animare dibattiti, discussioni anche serrate, confronti a
tutto campo con le forze politiche e
sociali che non condividono le
scelte del governo renzi. dalla sinistra pd alla lista tsipras, passando
per la cgil e i metalmeccanici della
fiom. inviti non casuali ma mirati,
rivolti a tutti quei soggetti che devono unirsi per dar finalmente vita,
anche in italia, a una forza politica
che abbia la credibilit e la massa
critica per diventare punto di riferimento del mondo del lavoro e delle
classi subalterne, dagli sfruttati ai
precari, a tutti i lavoratori che pagano sulla loro pelle il costo della
iTalia/laVoro
di matteo gaddi
rsu contro
il jobs act
sulla scia dei recenti movimenti di autoconvocazione
delle rsu (contro la riforma fornero sulle pensioni,
sul testo unico sulla rappresentanza sindacale),
oltre 500 delegati di diverse categorie e diversi
territori hanno messo in campo una iniziativa
contro il jobs act
inizialmente linterlocutore di oltre
500 delegati stato guglielmo epifani, in qualit di ex segretario generale
della
cgil,
oggi
parlamentare pd e presidente della
commissione attivit produttive
della camera, a cui stata mandata
una lettera con richiesta di incontro
proprio sul tema della riforma del
lavoro.
la lettera si apriva con il richiamo
alla lunga esperienza di epifani in
cgil: scriviamo a te, perch siamo
convinti che tu sappia benissimo,
visto che conosci bene i luoghi di lavoro per il tuo ruolo e la tua lunga
militanza nel sindacato, la portata
totalmente dannosa di quel provvedimento per i diritti dei lavoratori;
diritti per cui abbiamo combattuto
insieme per tanti anni.
ma, nonostante svariati tentativi,
anche a mezzo stampa, epifani non
si degnato nemmeno di un cenno
di risposta.
la cosa ci ha molto amareggiato ma
abbiamo comunque deciso di andare avanti con la nostra iniziativa
di sensibilizzazione dei parlamentari: abbiamo, quindi, incontrato in
parlamento alcuni deputati del pd
(civati, cuperlo, fassina) e di sel
(airaudo, ferrara, fratoianni, placido) interessati a confrontarsi con
noi sui contenuti del jobs act. lincontro si svolto nei locali del parlamento marted 25 novembre.
ci sembrata una cosa molto importante sul piano simbolico - riuscire a portare lavoratrici e
lavoratori, delegate e delegati in
parlamento proprio nei giorni decisivi per la discussione e la votazione del jobs act: la cosa ha
suscitato una certa attenzione
anche da parte dei grandi media.
2
italia/lavoro
intervista a cura di
giacomo russo spena
italia/lavoro
intervista a gallino
lei ha firmato insieme agli economisti biagio bossone, marco cattaneo, enrico grazzini e stefano sylos
labini un appello che propone la
nascita di una moneta parallela alleuro per uscire dalla trappola della
liquidit e del debito. in che consiste?
Qui non si tratta di uscire dalleuro
ma di avere in italia dei titoli pubblici con la possibilit di poterli
spendere e scambiare come se fossero una moneta. nel manifesto si
parla esplicitamente della fuoriuscita dalleuro come atto con conseguenze disastrose per la nostra
economia. penso alla fuga dei capitali, alla possibile svalutazione della
nuova moneta e alle complicazioni
burocratiche.
ci sono milioni di contratti con soggetti esteri denominati in euro, che
dovrebbero essere ritoccati e modificati. unassurdit. nelleuro ci
siamo, consci che ci sono gravissimi
problemi che andrebbero analizzati
e discussi mentre bruxelles e in primis la germania lo vietano in maniera categorica. la nostra proposta
un modo per ovviare a livello nazionale alle rigidit delleuro e far
circolare contante a chi ne ha meno,
compresi lavoratori e medie e piccole imprese.
italia/politica
di raffaella bolini
italia/politica
di bruno casati
la svolta nera
della verde lega
oggi la lega va attentamente analizzata nel suo
doppio carattere nazionale e internazionale
doppio carattere che oggi va assumendo la lega: carattere nazionale,
non pi e solo il partito del nord,
la lega attraversa il po; carattere internazionale, la lega scavalca le
alpi e tesse relazioni interessanti e
anche inquietanti.
Questa analisi viene accuratamente
occultata da una operazione superficiale centrata sul leader, che indica in salvini, che della lega
diventa segretario con il congresso
di torino del dicembre 2013, il futuro leader di tutte le destre italiane. si discute di questo e non di
altro, tanto che lo stesso berlusconi,
che scaltro ma non lascia eredi
politici, si fa apparire come il saggio
mentore a guida del giovane telemaco della lega che, dal canto suo,
occupa tutti i salotti televisivi 24 ore
su 24, avendo capito che l e solo
l che si forma lopinione. in quella
sede salvini presenta, sempre, la
sua teoria dei tre nemici, una linea
di condotta che oggi deve valere
per lombardi e pugliesi, calabresi e
veneti, ed gi questa una novit.
il primo nemico limmigrazione,
ma quella clandestina si affretta ad
aggiungere (salvini invece evita accuratamente di scivolare sul territorio
insidioso
delle
diversit
religiose); il secondo nemico leuropa delleuro, ed su questo
campo che oggi la lega si relaziona
con altre realt europee; il terzo
la crisi, che in italia colpisce lavoratori, pensionati, piccoli imprenditori, artigiani, commercianti.
la nuova lega pertanto in questo
ultimo contesto, guarda al conflitto
che il sindacato ha aperto nel paese
su jobs- act e patto di stabilit,
non vi partecipa attivamente ma si
propone come sbocco politico a
valle dello stesso, qualora lagitarsi
del sindacato non trovi (e oggi non
trova) un alveo forte che incanali la
lotta sindacale verso la rappresen-
italia/politica
la lega nero-verde
nome del nord laborioso, si dovevano difendere insieme dal saccheggio di roma ladrona. sullo
slancio di questa impostazione efficace e di tangentopoli, la lega conquist nel 93 il comune di milano
con il 38% dato allo sconosciuto
formentini, ma avrebbe potuto presentare chiunque, e financo giorgio
bocca allora si trov (per breve periodo) a considerare interessante
questa forza popolana che scombinava le carte della politica corrotta.
era quella la fase del partito degli
onesti che guardava alla germania
anche perch, e va detto, il lombardo-veneto, la padania di bossi,
andata via via a de- specializzarsi
era, gi allora, diventata terra di
sub-fornitori e conto-terzisti, che
cominciava per davvero ad assomigliare ad un land tedesco. in sintesi la secessione politica per ora
archiviata, ma quella economica ,
avviata da allora, prosegue al galoppo, a riflettori spenti. nessuno
ne parla.
oggi per la lega guarda a tutto il
paese, fuoriesce dal perimetro del
nord, dismette il dileggio rivolto ai
terroni, alza il tiro e avanza un
progetto ambizioso e dalle alleanze
europa/mondo
di luigi vinci
cos il piano
junker
il governo renzi ci inonda ogni giorno di dichiarazioni entusiastiche sul piano juncker, che, ci viene
detto, consiste di 315 miliardi complessivi di euro di
investimenti dellunione europea, a partire da giugno
2015 e che dureranno un triennio
ma il sole 24 ore ha titolato che di
21 miliardi di euro in realt si tratta,
la repubblica ha sollevato dubbi sul
realismo del passaggio, attraverso
vari meccanismi, da 21 a 315 miliardi, e lo stesso scrivono pi
media europei, tra i quali le monde.
che cosa , allora, il piano juncker.
i miliardi effettivamente messi a disposizione da parte ue sono 21: 5
della banca europea di investimenti,
16 della commissione europea.
sono cifre di una esiguit assoluta.
daltra parte riflettono gli austeri
orientamenti europei di sempre in
fatto di spesa pubblica, sia essa dei
paesi membri o della commissione.
la bei dispone di scarse risorse, poich gli azionisti, i 28 paesi che compongono lue, non sono in grado di
ricapitalizzarla.
la commissione gestisce poco pi
dell1% del pil europeo, che dato
da rimesse dei paesi membri. e
questa realt ad avere sempre impedito allue di praticare adeguate
politiche di investimento, anche
dopo averle messe sulla carta (alludo al piano delors e al trattato di
lisbona, falliti). come succede, allora, che da 21 si passi a 315. ci
dovrebbe avvenire tramite una serie
di operazioni finanziarie e politiche
e a un cosiddetto effetto leva, o leverage.
i 21 miliardi, cio, non verranno
consegnati ai paesi membri, sulla
base di loro impegni di investimento certificati come validi dalla
commissione, bens entreranno in
europa/mondo
per capire di pi
di giancarlo saccoman
litalia non un
paese per vecchi
lultimo rapporto annuale sullitalia del fmi ha presentato una situazione drammatica, prevedendo un ulteriore peggioramento: una recessione tecnica (per la
contrazione del pil per il terzo anno consecutivo), una stasi del pil almeno fino al
2019, un crescita senza precedenti del rapporto deficit/pil con un aumento della
disoccupazione al livello pi elevato dal dopoguerra
propone per raccomandazioni
contraddittorie che, come sottolinea la nota di accompagnamento
del rappresentante italiano, oscillano tra una richiesta di maggiore
consolidamento fiscale per mettere
in sicurezza i conti, e quella di politiche fiscali pi espansive per reagire alla crisi che si protrae, pur
ammettendo che il consolidamento
fiscale era condizionato auna crescita sostenuta che manca e dunque non possibile fare di pi e la
bassa inflazione rende pi difficile
la riduzione del debito pubblico.
proprio leffetto deflattivo dellavanzo pubblico primario (ovvero
al netto degli interessi sul debito)
dellitalia, imposto dal fiscal compact europeo, tra i pi elevati del
mondo (il terzo dopo norvegia e
singapore), la causa principale
della mancata crescita del paese.
da ci emergono palesi contraddizioni fra locse che vede i salari italiani sono pi bassi della media, e ii
fmi che parla duna crescita salariale eccessiva, e chiede perci una
10
per capire di pi
pensioni
locse ha riconosciuto che il sistema previdenziale oggi in equilibrio contabile ma non sociale; il
paese che presenta i conti previdenziali pi in equilibrio rispetto al processo di invecchiamento della
popolazione (nonostante unevasione contributiva di centinaia di
milioni del lavoro nero), ma vede un
11
siamo tanti...
tra gli altri hanno aderito...
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