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Egle Becchi

Esempi di esempi : note sulla pedagogia della bambina


In: Mlanges de l'Ecole franaise de Rome. Italie et Mditerrane T. 107, N2. 1995. pp. 419-432.

Riassunto Egle Becchi, Esempi di esempi : note sulla pedagogia della bambina, p. 419-432. Nelle definizioni di dizionari pedagogici non rilevabile un uso differenziato dell'esempio nella formazione dei due sessi. Purtuttavia sia testi classici (San Gerolamo, Fnelon, Rousseau), che testimonianze iconografiche (Chardin) indicano strategie eterogenee di tipo paradigmatico nell'acculturazione al maschile e al femminile. Nel caso della bambina l'uso di modelli, pi accentuato, relativo a condotte pratiche, proprie della domesticit, cui la bimba deve esercitarsi precocemente, sotto la guida della madre. Una pedagogia della bambina priva di modelli sembra inammissibile : esistono per, come proposte alternative, dei testi letterari (si analizzato Il Libro di Monelle di Schwob) in cui la piccola protagonista vive senza modelli, ma si istituisce lei stessa a paradigma di bambini e di adul(v. retro) ti. Due pedagogie quindi, alternative tra di loro : quella di maschi e femmine, e quella di bambine reali e di bambine dell'immaginario.

Citer ce document / Cite this document : Becchi Egle. Esempi di esempi : note sulla pedagogia della bambina. In: Mlanges de l'Ecole franaise de Rome. Italie et Mditerrane T. 107, N2. 1995. pp. 419-432. doi : 10.3406/mefr.1995.4391 http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_1123-9891_1995_num_107_2_4391

EGLE BECCHI

ESEMPI DI ESEMPI : NOTE SULLA PEDAGOGIA DELLA BAMBINA

1. Anch'io come molti di quelli che hanno parlato nei giorni del semi nario, sono andata pregiudizialmente a caccia di definizioni relative al te rmine di esempio, che ha una tradizione lunghissima e resistente non solo nella pratica educativa, ma anche nel discorso pedagogico. Sono partita dalla consultazione di due dizionari di pedagogia, quello del Buisson1 e quello del Foulqui2, nonch di una pi recente Enciclopedia pedagogica3, testi sintetici, dove le definizioni appaiono dotate di gradi diversi di chia rezza e non sempre convergono. La voce del Buisson non distingue in mo doperspicuo tra esempio come modello da copiare - nella scrittura, nel di segno -, come non meglio identificato espediente didattico, verosimilment e di ordine particolare (l'esempio deriva da scegliere) che illustra una regola generale - nella grammatica, nell'aritmetica, nelle discipline scienti fiche -, e esempio come soggetto ideale, incarnato nell'insegnante maschio e femmina, dotato di tutte le perfezioni morali, uomo donna ideali, che non assomigliano a nessun altro proprio per questa loro funzione di esemp larit. In questo lemma di pretto sapore ottocentesco, gli impliciti sono frequenti, le tautologie non mancano, e le distinzioni fra esempio come modello da copiare, paradigma da imitare, caso singolo che illustra una re gola sono tenui. Un punto di vista diverso quello dell'Enciclopedia pedagogica, che premette una definizione comune del termine (caso singolo considerato come applicazione di una regola modello di comportamento) e procede distinguendo due voci diverse, esempio tout court e esempio didattico. E se nel caso di esempio didattico la definizione di caso individuale e concret o di applicazione di una regola generale e astratta e la trattazione - che 1 Dictionnaire de pdagogie et d'instruction primaire, publi sous la direction de F. Buisson, Parigi, 1887, s. v. exemple. 2 P. Foulqui, Dictionnaire de la langue pdagogique, Parigi, 1991, ma la prima edizione del 1971, 5. . exemple, paradigme e modle. 3 A cura di M. Laeng, vol. Ill, Brescia, 1989, 5. . esempio. MEFRIM - 107 - 1995 - 2, p. 419-432.

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segue una linea storica - appare conseguente alla denotazione collocata nell'incipit, nel caso di esempio tout court la nota pi interessante che ge nitori, insegnanti, animatori, nella loro qualit di modelli da imitare, non impersonano valori - che si impersonano solo in Dio e sono quindi trascen denti - ma fungono da tramiti tra l'educando e i valori stessi, costituiscono una mediazione didattica tra il piano dell'essere e quello del dover essere. Si tratta di una mediazione che riporta il modello all'esempio come rappre sentativo di una regola nel senso che ci che si imita da un modello non la natura oggettuale di quel modello, ma la forma trascendentale e che o ltrepas a il modello perch si riferisce alla verit che lo scienziato cerca, al la bont che il santo testimonia, alla bellezza che l'artista manifesta. Quind i l'educando non solo non copia il modello, ma imita i procedimenti esemplificati e oltrepassa questi stessi procedimenti per avvicinarsi ai valor i assoluti, che il modello ha esemplificato. Dall'ottica - definita in termi ni di personalismo cristiano la Maritain - dell'estensore della voce, tra esempio come caso che agevola l'apprendimento di una regola e l'assimila zione di un valore e il modello non esisterebbero delle differenze costituti ve : il modello - largamente usato nell'educazione morale, estetica, religio sa - in fondo un esempio umano, laddove nella didassi pu esser un og getto, un'illustrazione, una descrizione. Le definizioni sul Dictionnaire del Foulqui appaiono pi sgombre da pregiudiziali speculativistiche; exemple e paradigme cui si aggiunge modle risultano tanto chiaramente differenz iati da costituire voci diverse; e se nel caso di exemple si distingue tra il senso morale del termine, inteso come ci che pu esser imitato proposto all'imitazione, e il senso didattico, come caso particolare e concreto che serve a illustrare una regola a sostenere un'affermazione, paradigme vie ne definito nel suo uso in campo grammaticale - il modello di una declina zione -, ma anche in senso generale come tipo ideale modello', e, infine modle tutto quanto, cosa persona, pu esser imitato (disegnare secon do un modello, allievo modello), ma anche struttura matematica che la sintesi provvisoria di un insieme di osservazioni. In nessuna di queste voci si fa questione di un utilizzo diversificato dell'esempio - paradigma - mod ello nella pedagogia maschile e in quella femminile; il modello da imitare pu essere, indifferentemente, il padre la madre, il maestro la maestra, e chi lo imita il figlio la figlia, l'allievo l'allieva. Dietro a queste denotazioni si avvertono con maggiore minore evi denza, riferimenti a nozioni di tipo retorico, non precisate, probabilmente apprese nell'itinerario scolastico di ogni autore applicate grazie al ricorso a testi di retorica, senz'altro assimilate nella lettura di testi pedagogici classici, dove il richiamo all'esempio frequente, ricco, centrale. an che per questo che la consultazione di un testo di retorica mi apparsa uti-

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le, e il Trattato dell'argomentazione di C. Perelman e L. Olbrechts Tyteca4 mi sembrato quello in cui tale tema risulta trattato in modo pi dettaglia to e solido. I due autori parlano dell'esempio trattando dell'argomentazio ne fatta attraverso il ricorso al caso particolare, distinguono fra esempio, i l ustrazione e modello, e dedicano un paragrafo al modello e all'antimodello5, che vengono visti come una condotta un caso particolare che [possono] servire non soltanto a fondare a illustrare una regola generale [come nel caso dell'esempio e dell'illustrazione], ma anche a sollecitare un'azione che ne trae ispirazione6. in questo senso, di richiamo a un agire apprezzabile - viceversa inaccettabile -, di invito all'imitazione di una condotta, propria di un soggetto - di un gruppo di soggetti - dotato di prestigio, che l'esempio va inteso come paradigma, come modello da imitare sempre soltanto in certi casi. Un soggetto pu essere modello a pieno titolo, per il suo agire complessivo oppure perch a sua volta si con fermato a un modello pi alto. E proprio perch istituito a modello, il sog getto che compie certe azioni ritenute esemplari deve controllarsi, sorveg liarsi, fare attenzione a non decadere dal prestigio che garantisce la sua funzione appunto esemplare. 2. Se traduciamo queste idee in termini educativi, possiamo ritenere, fra l'altro, che il modello non deve venir meno alla qualit che fonda il suo prestigio, e costituisce la sua stessa forza di attrazione. Il mantenimento di tale prestigio - basato sul riconoscimento sociale di doti personali, compet enze specifiche, ruolo e posizione nella collettivit - ha bisogno di un'eco logia stabile, di una serie di circostanze che non solo non pregiudichino la sua eccellenza e forza di attrazione, ma nelle quali i criteri sociali e cultural i che hanno condotto al prestigio che gli stato attribuito non mutino. Un esempio nel senso di modello vige e opera meglio in un ambiente protetto, dove le stimolazioni al nuovo non siano troppe, dove la sua collocazione nell'ordine sociale sia particolarmente solida e universalmente riconosciut a, in spazi culturali nei quali le mode non siano volubili, nel quale infine la sua visibilit sia chiara, i sensi del suo agire univoci. Ma opera anche al meglio laddove la sua lezione sia semplice, interessi condotte non troppo complesse, che possibile esercitare, ripetere, confermare, verificare nella loro conformit al paradigma. Last but not least, nel caso in cui il modello sia collettivo, opportuno che coloro che lo costituiscono siano il pi pos sibile omogenei. 4 Trattato dell'argomentazione. La nuova retorica, trad, it., Torino, 1966. 5 Ivi, p. 383-389. 6 Ivi, p. 383.

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Nell'esperienza educativa tali condizioni si trovano al meglio in varie situazioni identificabili sia nell'oggi che nel passato : nell'educazione delle elites, nella formazione militare, nella pedagogia religiosa, e, non certo al l'ultimo posto, nell'educazione della donna e specialmente della bambina. Molto di meno oggi, ma tuttora come nota distintiva rispetto all'educa zione del maschio, la pedagogia della bimba sui generis per une serie di motivi, non ultimo quello dell'importanza dell'esempio come modello7. Es sa avviene in zone pi stabili, univoche, protette del reale rispetto a quelle del maschio : la casa, l'aula scolastica, i luoghi del tempo libero sorvegliat o, dove la bimba non sta liberamente con i maschietti : e a confronto con modelli non solo di un unico sesso - la madre, la baby sitter, la nonna, l'educatrice, la maestra - ma che a loro volta hanno dietro a s, nella loro bio grafia pedagogica, esperienze simili anche se oggi non pi identiche. Bamb ine insomma, educate in casa nell'aula, da donne che a loro volta sono state bambine educate in casa e nell'aula, figlie di donne che erano state bambine fatte crescere nella casa, nell'aula che alcune generazioni fa non era ancora una classe mista di maschi e di femmine. Bambine quindi espo7 Si tratta di una tendenza pedagogica dura a morire che anche la recentissima pedagogia della differenza non solo non ha abolito, ma sembra ulteriormente confer marenella teorizzazione della separatezza della crescita della bambina rispetto al maschietto, nell'affidamento della donna in erba a mani e menti femminili, nella sot tolineatura di una prassi formativa dove l'esempio, il modello che attrae, centrale. Cfr. A. M. Piussi (a cura di), Educare netta differenza, Torino, 1989, e specialmente il bel passo di Chiara Zamboni sull'esempio, che - seppure riferito a insegnante e ailieve non bambine - mi piace riportare (p. 71 sg.) : Ogni relazione di autorit si ins crive nell'ordine sociale femminile non solo attraverso il riconoscimento e la nomin azione, ma anche e soprattutto attraverso gesti simbolici, che ognuna di noi pu compiere praticamente e consapevolmente. Vorrei fermarmi su quella forma di at trazione di una donna su di un'altra, che costituisce l'aggancio profondo tra due donne, ancor prima di ogni consapevolezza. Esemplarit il nome adeguato a ques ta forma di attrazione : una donna esempio per un'altra. Si pensi a quando una donna affascinata da un'altra per l'autonomia che questa mostra, per quello che fa, per i valori espressi dal suo modo di essere : per le scelte compiute nell'attraversare il mondo, la parola, la struttura sociale. Esemplarit il modo per nominare il fatto che una donna modello per un'altra. Un modello vissuto a volte da lontano, portato nell'anima come un riferimento ed una misura per s. Ma esso pu costituire anche il primo aggancio perch una donna si avvicini ad un'altra e la provochi ad essere maestra. Sicuramente nell'esemplarit il fascino di una donna per i valori che essa mostra incarnati, un fascino complesso, in cui si mescolano, per chi ha attenzione per lei, forme di identificazione profonda, di piacere, di senso del possibile. Esso crea una corrente di seduzione completamente sottratta alla struttura patriarcale. Nei rapporti tra maestra e allieva questa fascinazione, che nello scegliersi pu essere reciproca, una componente che molte volte si mantiene per tutto un rapporto, e che costituisce un elemento di forza e di dirompenza al medesimo tempo.

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Fig. 1 - La lavandaia, Stoccolma, Museo Nazionale.

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Fig. 2 - La governante. Ottawa, Galleria Nazionale del Canada.

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Fig. 3 - La madre laboriosa, Parigi, Louvre.

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Fig. 4 11 benedicite, Parigi, Louvre.

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Fig. 5 - La toilette del mattino, Stoccolma, Museo Nazionale.

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Fig. 6 - La maestra, Parigi, Louvre.

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Fig. 7-11 gioco delle carte, Dublino, Galleria Nazionale d'Irlanda.

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Fig. 8 - Le bolle di sapone, New York, Metropolitan Museum.

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Fig. 9-I1 castello di carte, Londra, Galleria Nazionale.

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Fig. 10 - La trottola, Parigi, Louvre.

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Fig. 11 - La bambina che gioca al volano, Firenze, Galleria degli Uffizi.

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ste a modelli dietro ai quali c' maggiore stabilit e autorevolezza - la mad re e la madre della madre non hanno perso prestigio, lungo i secoli -, talora tanta univocit e ripetitivit da poter esser considerati dei clichs, degli esempi stereotipati e fuori tempo, criticati, ma ancora tollerati, attivi, imit ati. Modelli che per questi motivi - magnificati in quasi ogni caso da nessi affettivi particolarmente forti quali quelli che vigono nelle genealogie domestiche - si prestano non solo a uno studio nel presente, ma anche a una ricostruzione relativa al passato. 3. Proceder selezionando alcuni temi (esempi?) di una vicenda fra stagliata e rapsodica dal punto di vista delle testimonianze, qual la storia della letteratura pedagogica classica della bambina, avvalendomi di pa gine di testi teorici e di letteratura di consiglio nonch di documenti iconog rafici, con particolare riguardo alla cultura francese tardosecentesca e set tecentesca, dove si declinato in forma per la prima volta perspicua e teo ricamente impegnata un pattern di educazione della petite fuie, per il quale si sono dati - come si vedr - contributi non solo verbali. Far alcune sorti te da questo recinto culturale, richiamando passi di lettere di san Gerolamo e alcuni testi ottocenteschi. Un primo ordine di osservazioni va fatto circa il ricorso al modello quando si tratta di educazione dell'infanzia al femminile, dove il paradig ma da imitare dispositivo essenziale, quasi metastorico, per i richiami a figure ben identificate nel presente grandi nel passato leggendarie e mitiche. Le testimonianze - invero scarse se anche in alcuni casi splendide di letteratura pedagogica rivolta a coloro che educano le future donne, si rivolgono a donne : sono, fra i casi pi noti, la lettera di san Gerolamo a Leta sull'educazione della figlia Paula, il breve testo De l'ducation des filles di Fnelon, sono gli scritti di Madame de Maintenon per le bambine e le ra gazzine di Saint-Cyr; sono, non ultime, le pagine de'mile rousseauiano in cui si parla della natura e della pedagogia della donna. Laddove manchi il tramite della madre della maestra, chi scrive si rivolge alla bambina stessa, ma dichiarando il suo timore di turbare quest'ordine uguale, preoc cupato di non interrompere con esempi alieni - al maschile - casi in cui la madre non c', non capace, non si impegna nell'educazione della bimba : la lettera di San Gerolamo alla piccolissima Pacatula il caso pi noto al proposito e costituisce un'eccezione in un repertorio di testi educat ivi che si rivolge all'educando in via indiretta, istruendo la maestra per for mare l'allieva8. 8 San Gerolamo, Ep. CXXVIII, Ad Pacatulam, 5 : infanti senex... scriberem, in Saint Jrme, Lettres, tomo VII, Parigi, 1961. MEFRIM 1995, 2 29

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E se in questi documenti che si rivolgono a donne perch educhino fu ture donne, il richiano alla loro funzione esemplare non manca, anche alle pedagoghe vanno proposti modelli di bene fare educativo. Pure gli esempi addotti a questo scopo sono perlopi al femminile; donne famose del l'Antico Testamento9, sante e donne virtuose e grandi10, parenti pie e piene di zelo morale e religioso11. All'uniformit di richiami paradigmatici rivolti a quelle che a loro volta sono invitate e autorizzate a fungere da esempio alle pi giovani si connette il consiglio che siano al femminile gli esempi da proporsi alla bambina : che imiti Maria, che Gabriele trov sola nella sua stanza12. E al femminile pi prossimo; in primo luogo la madre, magistra per eccellenza13 e la governante14. Questa uniformit assicura efficacia al modello, che non sembra per tanto avere bisogno di continue autorizzazioni e rilegittimazioni, ma si ga rantisce da s, sulla base di una tradizione ininterrotta, parallella e specul are a una condizione femminile, assai lenta nel modificarsi e saldamente riconosciuta e radicata nelle sue tradizioni. 4. Tale stabilit ha anche un'altra serie di condizioni : l'esempio opera agevolmente non solo perch impersonato da agenti dello stesso sesso (madri, parenti donne, nutrici, ancelle, schiave, che nella casa hanno stili pratici non troppo difformi e tendono a riprodurli) ma anche in quanto si 9 Cfr. Fnelon, L'ducation des filles [1696], vol. I, Parigi, 1983, dove l'esempio e l'antimodello vengono istituiti a dispositivi principali dell'educazione. Per quanto riguarda il modello egli sostiene che occorre far insegnare alle bambine e alle filles par des exemples e che nei loro difetti sempre l'exemple quello che le ha condotte sulla cattiva strada. Si vedano soprattutto le p. 146 sgg. 10 L'ducation des filles di Fnelon si conclude gloriosamente con il richiamo per madri e governanti - a un modello : la donna forte, un ritratto desunto dai Pro verbi di Salomone, p. 170 sg. 11 Ivi, p. 160 c' un accenno a Margherita di Valois che racconta come la madre le fosse modello. Si tratta di un interessante caso di modello di modello. 12 San Gerolamo, Ep. CVII, Ad Laetam, 13, in Lettres, cit. tomo V, 1955. 13 Ivi, 9 : te habeat magistram, te rudis miretur infantia dice il santo rivolto a Leta, la madre della piccola Paola. Si veda anche Fnelon, De l'ducation, cit. p. 160, dove l'esempio materno si snoda come una narrazione autobiografica : Laissez mme faire quelque faute une jeune fille dans des tels essais, et sacrifiez quelque chose son instruction; faites-lui remarquer doucement ce qu'il aurait fallu faire ou dire, pour viter les inconvnients o elle est tombe; racontez-lui vos exp riences passes, et ne craignez point de lui dire les fautes semblables aux siennes, que vous avez faites dans votre jeunesse; par l vous lui inspirerez la confiance, sans laquelle l'ducation se tourne en formalits gnantes. 14 San Gerolamo, Ad Laetam, cit. 9 : virgo veterana quae Mam doceat et adsuescat exemplo ad orationem et psalmos nocte consurgere.

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realizza in vista di finalit tutto sommato uguali, che sono quelle di far di ventare donna la bambina, e perch le circostanze in cui agisce sono co stanti. Che se nel caso del maschio le istituzioni che si spartiscono la sua formazione tendono a moltipllcarsi - la scuola, la strada che il bambino at traversa per andare da casa a scuola, il lavoro precoce con tutto quanto di eterogeneo soprattutto in fatto di agenti e di stili educativi tali situazioni comportano -, nel caso della bambina la scuola nel passato stata molto pi rara, la casa o, in quota minore, il convento, sono stati per secoli i luo ghi deputati alla sua acculturazione. In queste sedi - dove le variazioni si snodano in tempi lenti - il governo della sua crescita avviene quasi sempre per farne una buona moglie, una buona madre, una buona religiosa. In vi sta di tali scopi, quanto le viene inculcato e fatto apprendere un bagaglio non molto variato nelle epoche, e questo fa anche s che le strategie educat ive - proprie di quella didassi dell'acculturazione domestica che ancora tutta da scoprire - affidate potentemente all'esempio siano uniformi, r ichiedano gesti, atteggiamenti, inviti, inibizioni simili lungo i secoli anche in contesti culturali diversi. Sono modi di atteggiarsi di chi fa da modello la madre, la religiosa, la maestra, la governante -; gesti della domesticit, che hanno a che fare con un corpo e con oggetti, dove il porgere e il mos trare sono essenziali, dove forse il dire pi sopito, in linea con quella re gola della laconicit che domina nella pedagogia del femminile del passato; talora e pi raramente maniere di vita sublimate e mirabili che fondano ec cellenza e attraggono ammirata e totale imitazione15.

5. Far vedere che cosa si fatto e come si fa e quindi evidenziare in che cosa consista la competenza, l'eccellenza, il prestigio che fonda l'esem pio, che la bambina, diventata grande, dovr esercitare a sua volta; questo un filo che lega, dai primi secoli dell'era cristiana al settecento descrizioni e raffigurazioni di paideia al femminile. Non pochi dipinti olandesi e frances i, fra sei e settecento sono significativi al proposito. In alcuni dipinti fiam minghi del XVII secolo, dove si raffigurano adulti e bambini, si anche intrawista una serie di messaggi religiosi e morali16, messaggi fin qui non

15 Ivi, 13 Trade Eustochio parvulam, cuius nunc et ipse vagitus pro te oratione est. Trade comitem, futuram sanctitatis heredem. Illam videat, illam omet, illatn "prmis miretur ab annis", cuius et sermo, et habitus, et incessus, doctrina, virtutum est. Eustochio la prozia della bimba. 16 Si veda M. F. Durantini, The child in seventeenth century Dutch paintings, Ann Arbor, 1983.

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studiati e evidenziati nell'arte francese del settecento in cui comincia a in fittirsi la presenza infantile. Un pittore mi sembra aver colto con particolare acume questo aspetto, del fare e del mostrare nella relazione fra il modello e la bimba che deve apprendere dall'esempio : Jean Simon Chardin, che in alcuni dipinti de clina aspetti significativi del modello nell'educazione della bambina, e talora li confronta con quanto avviene nell'educazione del maschietto. Ecco alcuni dipinti dell'artista che mi sono parsi interessanti ai fini del mio discorso : a) La donna adulta, probabilmente la madre, impegnata in un lavoro domestico tipicamente femminile accanto al maschietto, ma non gli mos tra quanto fa. E se la donna lavora, il bambino gioca in una contrapposi zione accentuata dalle bolle di sapone con cui il bambino si diverte (figura 1). b) La donna adulta che nel titolo del quadro indicata come la gover nante, stata attiva in favore del bambino, verosimilmente gli parla, ma non gli mostra come si fa : il bambino ha giocato fino allora e si prepara ad uscire, non apprende quindi quanto ha fatto l'adulto (figura 2). In 1 e 2 la donna adulta non un modello. In altri dipinti, che raffigurano una bambi na assieme a un'adulta, il senso diverso. e) La donna, probabilmente la madre, mostra alla bambina quanto ha fatto e le dettaglia dei particolari (figura 3). d) La donna fa e intrattiene, forse sul suo fare ben visibile e sul rito cui esorta - il benedicite che da nome al quadro -, il bambino e la ragazzina che ha intorno a s, e pare invitare il pi piccolo a partecipare ai gesti di preghiera. Anche la pi grandicella congiunge le mani; l'esempio sembra declinarsi dal dire al fare, dall'invito all'esecuzione, grazie anche alla me diazione della bimba pi grande (figura 4). e) La donna ha appena fatto qualcosa per la bambina - ha aggiustato e rifinito il suo abbigliamento - e le fa vedere nello specchio quanto ha fatto, come si fa e qual il risultato di un determinato fare. Sullo specchio e la sua ambigua importanza nell'educazione della bambina torneremo pi avanti. Va notato che in questo caso nello specchio la bimba si vede non da sola, ma assieme al suo modello (figura 5). f) C' una scena di apprendistato all'essere un modello attivo, a quella competenza nel fare e nel far vedere che tipica della donna nei confronti dell'infanzia. Non sappiamo se il piccolo con il Fallhut sia maschio fem mina : probabilmente non ancora in et di apprendere a leggere n tantomeno a scrivere : impara a guardare quanto fa la ragazzina pi grande, per la quale l'esercizio non solo e tanto nella scrittura, quanto nel far vedere

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come e che cosa si fa, il che costituisce il suo tirocinio all'essere adulta (f igura 6). In tutti i dipinti non sembra ci sia grande scambio verbale : sono i ge sti che esprimono messaggi. E quanto differenzia, ancora una volta, il mod ello pedagogico al maschile da quello al femminile che, nel caso della bambina, c' un insieme di gesti tendenzialmente condivisi da adulti e nona dulti, un dialogo forse di parole, ma soprattutto di atti, un richiamare l'a ttenzione con la deissi, un esortare a prestarla, che nel caso delle diadi don naadulta-maschietto pare assente; ma anche il fatto che alla bimba si fanno vedere soprattutto attivit socialmente significative. g) A questo sembra esserci un'eccezione in un dipinto meno noto del pittore francese (figura 7), dove un uomo mostra come si gioca a carte a un maschietto e a una bambina. Anche qui potremmo parlare di esempio - di un esempio con elevato valore didattico in una situazione di game - dove la presenza di un paradigma maschile di fronte alla bambina l'uomo che in segna un gioco di carte - viene smussata dal fatto che vi assiste anche un maschietto - il quale sembra guardare con pi interesse che non la bimba a quanto avviene con le carte che maneggia l'adulto. La pittura di Chardin non sembra avere un preciso intento di raffigu rare scene pedagogiche : pare piuttosto intenta a resocontare quanto si fa e probabilmente sceglie quanto bene sia fatto : la possiamo considerare espressiva di una cultura e di un'esperienza condivisa in un'epoca, da una classe sociale. Pur sempre in essa si legge al meglio l'omogeneit di sesso, l'insegnamento di attivit domestiche, l'ostensivit del fare e del prodotto; note caratteristiche del nesso fra modello e chi al modello si deve adeguare e da esso apprendere, proprie della pedagogia della bambina. Su questi aspetti torner pi oltre. 6. C' anche un altro tratto proprio dell'esempio nella pedagogia della piccina, quello della presenza assai prossima della persona che ha una fun zione paradigmatica. E prossima in plurimi sensi : non solo perch essa spazialmente vicina alla bambina, costituisce con essa un'ampia bolla prossemica, ma anche perch fa parte della casa : madre governante, pa drona domestica, l'adulta condivide la quotidianit della piccola, le con tinuamente sotto gli occhi - e continuamente ce l'ha sotto gli occhi - e an che pertanto ha con la bimba un rapporto affettivo verosimilmente pi cal do e condiviso che non con il maschio. Non basta : se il maschietto, nei quadri riprodotti nelle figure 2 e 7 vestito da passeggio e in quello con la governante sta per uscire (ma anche altri quadri di Chardin mostrano mas chietti pronti per una passeggiata), solo una bimba sembra venir preparat a per lasciare lo spazio domestico : le altre indossano abiti della quotidia-

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nit casalinga. Questo ribadisce la qualit protetta, circoscritta, uniforme del setting pedagogico della bambina e la condizione di esposizione conti nua a un modello della - e del modello alla - bambina stessa; e nello stesso tempo evidenzia che - forse per questa sua lunga permanenza in casa - la piccola apprende non solo dei saperi ma anche dei saper fare spendibili nel privato, non ultimo quello delle buone maniere. I quadri di Chardin mos trano infatti delle grandi lezioni di etichetta : il pasto, l'uscita, probabil mente la preghiera prima del repas, la disposizione dei piatti a tavola, quanto si deve indossare se si vuole rappresentare il proprio rango sulla pubblica via, la distinzione tra gioco e attivit serie, l'esercizio anche social e dello scrivere. Imitazione nel vicino dunque, e di paradigmi personalizzati; ma anche imitazione di modelli prossimi nel tempo. Che se il discorso che si rivolge alle educatrici delle bambine - lo si detto - tiene presenti anche modelli antichi che rafforzano e sostengono l'impegno di chi educa la piccola, nella concreta formazione di questa il passato ha un valore pi ridotto ed me diato da colei che costituisce tramite con il passato configura la sua fun zione paradigmatica su modelli antichi : l'esempio la figura reale e pre sente, tangibile perch solo cos sembra che la piccola possa apprendere quei saper fare che la faranno diventar adulta secondo le norme del temp o17. 7. Un'ulteriore serie di osservazioni riguarda il fatto che, se il bambino buono, in linea con quanto si fa con lui, pu diventare modello di altri bambini, di persone grandi, di maschi e di femmine, la bambina solo nel casi sia eccezionale si istituisce a paradigma di uomini e di donne18; in tutti 17 Questo aspetto chiarissimo in Madame de Maintenon, Avis aux matresses des classes, Aot 1686, testo riportato in J. Prvt, La premire institutrice de France. Madame de Maintenon, Parigi, 1981, p. 84. Toutes les Matresses des classes auront sans cesse devant les yeux que leur premier devoir [...] est de contribuer, selon leur pouvoir, la bonne ducation des Demoiselles. [...] elles se rendront elles-mmes des modles que les Demoiselles puissent imiter, en leur inspirant la vertu par leur example [...] Elles se tiendront continuellement en garde contre leurs passions et contre leur humeur; elles auront un grand soin que, sans affectation, leurs yeux, leurs discours, leurs postures, leur extrieur, en un mot, tous leurs procds soient mesurs, ayant affaire des yeux clairvoyants qui rien n'chappe.... A proposito dell'insegnamento della religione alla bambina, ma con valore pedagogico non specif ico, si veda J.-J. Rousseau, Emile, in Id., uvres compltes, vol. IV, Parigi, 1969, p. 722 : l'exemple, l'exemple! sans cela jamais on ne russit rien auprs des en fants. 18 il caso di Maria che nel Tempio cui viene affidata da piccola modello a coetanee e a adulti, uomini e donne. Cfr. Nascita di Maria, codice Hereford, in Na-

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gli altri casi esempio ad altre bambine. E se vediamo talora la piccola in funzione di maestra, se costituisce un modello da imitare per dei maschiett i, essa lo per dei bimbi pi piccoli19, che hanno bisogno di esser accultur ati tramite paradigmi facili e prossimi, sostenuti nella loro crescita con di spositivi formativi accessibili. In questi casi, oltre che fungere da modello, la bimba inizia il suo tirocinio di madre e di maestra.

8. Modelli buoni e antimodelli : non solo nei testi rivolti a educatrici di bambine l'argomentazione si rende pi efficace ricorrendo a antimodelli che hanno la funzione di distogliere da azioni riprovevoli20 ma nella vita stessa della piccina - come del resto in quello del maschio - si parla sovent e di modelli negativi, perch, come dice San Gerolamo nella pi volte cita ta lettera a Leta (4), la malorum imitatio tendenza naturale, propria del l'infanzia, a seguire cattivi esempi21. Appunto per questo ci sono bimbe pi gre, disordinate, indiscrete, chiacchierone, trasgressive soprattutto per quanto riguarda la cura del corpo - che diventa eccessiva troppo scarsa -

scita e infanzia di Ges nei pi antichi codici cristiani, a cura di L. Moraldi, Milano, 1989, p. 224 sg. : Nessuno l'ha mai vista adirata, mai alcuni l'ha udita maledire : il suo animo era invece paziente, costante, immobile. Ogni suo dire era poi cos pieno di grazia che nella sua bocca c'era sempre Dio. Inoltre benediceva Dio senza posa [...] E per non essere impedita temporaneamente dalle lodi divine, anche soltanto dal saluto di qualcuno, quando era salutata, invece di un saluto, la sua risposta era "Dio sia lodato". da lei che deriv per la prima volta l'esempio secondo il quale quando uomini santi reciprocamente si salutano, anzitutto benedicono e ringrazia no Dio. 19 Si riveda il dipinto di Chardin riprodotto alla figura n. 6 e soprattutto si legga il passo in cui J.-J. Rousseau ne La Nouvelle Hlose (Parigi, 1964, p. 559 sg.) descrive la scena del magistero della piccola Henriette : C'est dans ces dispositions qu'a commenc le silence dont je vous parlois; vous pouvez juger qu'il n'toit pas de fro ideur et d'ennui. Il n'toit interrompu que par le petit mange des enfants; encore, aussitt que nous avons cess de parler, ont-ils modr par imitation leur cacquet, comme craignant de troubler le recueillement universel. C'est la petite Surinten dante qui la premire s'est mise baisser la voix, faire signe aux autres, courir sur la pointe du pied, et leurs jeux sont devenus d'autant plus amusants que cette l gre contrainte y ajoutoit un nouvel intrt.. La petite Surintendante Henriette, la nipotina di Julie, che fa il suo tirocinio pedagogico con i due figli piccoli di Julie. 20Cfr. Perelman e Olbrechts Tyteca, Trattato dell'argomentazione cit., p. 386 sg. 21 Cfr. anche Fnelon, De l'ducation, cit., p. 102 : Cette pente imiter, qui est dans les enfants, produit des maux infinis quand on les livre des gens sans vertu qui ne se contraignent gure devant eux.

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e l'impegno nella casa. Piccine che potremmo dire non hanno seguito buon i modelli non ne hanno avuti, sono state esposte, tenacemente, a para digmi negativi; bambine cattive, insomma, fuori dalle regole, perch nel loro itinerario pedagogico l'esempio ha funzionato male. Bimbe di questo tipo costellano - come rischio se non come realt le pagine della lettera tura pedagogica lungo i secoli e diventano nell'ottocento figure contrarie alle bambine modello che sono protagoniste della letteratura per l'infanzia al femminile. Dietro a queste piccine c' una storia come c' dietro alle bambine esemplari; vicende di singole che l'autore generalizza, rappresent azioni sociali ridiventate ritratti fittizi di individui che servono da appogg io al discorso. Ma una storia, se possibile ancora pi sommersa di quella delle bimbe modello che sono cresciute alla luce di paradigmi buoni. Qua e l se ne trovano di meglio individuate; piccole diavolette exlege, nelle mag lie della terapia (la Teufelmaedchen di Anna Freud), piccine disobbedienti, fuori da ogni regola, personaggi letterali e di romanzi e autobiografie d'in fanzia, di recente collocate anche in taluni film (penso alla Pretty Baby di Malie). Si tratta di bimbe che contravvengono i canoni propri dell'educa zione dell'infanzia al femminile, che vivono - sono le protagoniste di testi di fiction letteraria dalla Mignon del Wilhelm Meister goethiano alla Lolita di Nabokov - per la strada, accanto e con uomini che non fanno parte della famiglia, le quali non lavorano in casa, non vanno a scuola, sono precoce mente fuori da ogni istituzione, trascorrono la loro esistenza al di fuori di quei rapporti e di quei setting legittimati dalla tradizione, i quali garanti sconoacculturazione accettabile; e che soprattutto non sembrano aver avuto modelli da seguire. La loro breve vita infantile non nota, e appare intenzionalmente avvolto nel mistero anche chi e come ha guidato la loro crescita. In queste loro vicende pregresse sconosciute si sospetta che esse non abbiano avuto persone guida n tantomeno degli esempi cui fare rif erimento. Testimoni affascinanti ma anche conturbanti di pedagogie altre r ispet o a quelle tradizionali e vigenti quando l'autore le ricorda, soggetti fuori da ogni norma - di et, di origine, di vita - queste bambine sono straordinarie anche per quanto riguarda il loro rapporto con l'esempio. Da Fnelon a Rousseau la vanit e la civetteria sono cesellate e stigmatizzate nell'indole della bambina, la quale sembra volta soprattutto a rimirare se stessa, a dar mostra di s prima che a mostrare, a farsi guardare prima che a imparare a guardare22. In tale situazione lo specchio un attrezzo di par-

153.

22 Cfr. ivi, tutto il capitolo X, La vanite de la beaut et des adjustements , p. 149-

ESEMPI DI ESEMPI : NOTE SULLA PEDAGOGIA DELLA BAMBINA

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ticolare pericolo non solo come arnese che rida la propria immagine fsica e esalta quindi quell'amor di s incapace di impegno e dedizione all'altro, l'opposto del sentimento che dovrebbe contrassegnare il farsi della donna, ma anche come dispositivo che restituisce la propria rappresentazione co me modello. Ora la bambina - in questo analoga a ogni soggetto che va educato - deve avere un modello fuori di lei, superiore a lei, deve avere una distanza tra il prodotto tendenzialmente perfetto della sua crescita - ap punto il modello - e se stessa che sta crescendo. L'essere modello a se stes sa vanifica tale distacco e rende impossibile ogni pedagogia. Le bambine di questa smozzicata storia della piccola alternativa non solo mancano di un modello diverso da loro, pur nella comune natura femminile, oppure ne hanno di perversi, ma perlopi sono esse stesse modello a se medesime, e anche a adulti maschi, cui fungono non solo da seduttrici, ma anche da maestre di vita. Collocate in un paesaggio di altro mondo come Alice sorella delle ninfette dall'apparenza poco virtuosa che servivano da modell e per le fotografie di Lewis Carroll - nel paese delle meraviglie e al di l dello specchio, vagabonde e saltimbanche come Mignon, erranti per le strade in torme infantili come Monelle di Schwob23, le piccole di questa controstoria hanno quasi tutte un rapporto sui generis con lo specchio : vi cine a superfici speculari, laghi, fonti e pozzanghere tali minuscole ninfe vivono vedendo se stesse e non altre immagini esemplari. In questo caso il modello l'originale di una copia - quella riflessa nello specchio - e non pu avere altro rapporto - fintanto che si specchia - che quello di doppione con se stessa, in un mondo quasi affatto abolito. Forti di un'esperienza di libert che gli autori - da Goethe a Schwob - sottolineano nella sua ecce zionale assolutezza, e di crescita non mimetica, sgombra di esempi, modelli , paradigmi, libere da imitazioni, sguardi di e ad altri, queste bimbe si ist ituiscono a modello di altri bambini24 nonch di adulti25 come la Monelle di Schwob. Seppure nel caso di queste rare bambine antimodello in quanto prive di esempi si pu parlare di pedagogia - esse insegnano forme di vita alternativa a grandi e piccoli, fungono da esempio, guida, attrazione mimet ica a uomini e bambini - va sottolineato che scotto - condizione - di tale educazione il fatto che si tratta di bambine che non crescono, che non vo gliono crescere (des fillettes de sept ans implorrent genoux que leur ge

23 M. Schwob, Le livre de Monelle, Parigi, 1979. Ne esiste una versione italiana // libro di Monelle, Milano, 1979 - di cui verranno indicate le pagine contenenti i pass i corrispondenti all'originale francese, che si avr occasione di menzionare. 24 Ivi, p. 108 (p. 103). 25 Ibid.

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restt immobile26), e che scompaiono precocemente. Tra l'assillante i ncombenza di esempi che non lasciano tregua alla vis mimetica della bamb ina che deve vivere nel mondo, e l'assenza - meglio l'identit tra modello e imitatrice - di modelli di queste eroine di mondi inverosimili, sembra sta reogni possibilit (o impossibilit) di farsi grande della piccina. 8. Torniamo ai dipinti di Chardin e consideriamo quelli che abbiamo gi visto - assieme ad altri che non ancora citati - secondo un asse maschil e-femminile. Se in ogni caso l'infanzia pare legata all'effimero (i maschiett i fanno delle bolle di sapone (figura 8), - dei castelli di carte - (figura 9), giocano con delle minuscole trottole (figura 10), - si divertono con dei pic coli tamburi, rumorosi arnesi di guerra miniaturizzata - // soldatino, 1737, coll., Rothschild, distrutto, e non riprodotto nel dossier -; le bambine han no dei passatempi con della frutta , La bambina con le ciliege, 1737, coli. Rothschild, distrutto e non riprodotto -, e il volano (figura 11)) - e questo fa sospettare che anche il pittore francese affidi un messaggio morale - in tal caso relativo al carattere di paideia, scherzo, disimpegno proprio dell'infan zia - alla sua pittura, nelle scene gi viste, dove la bambina esposta a un modello, non c' traccia di giocattoli, mentre i dipinti dov' presente un maschietto fanno vedere alcuni attrezzi di gioco (bolle di sapone, carte, trottole, tamburi come si detto). Nell'unico caso in cui una bimba manegg ia un attrezzo ludico - nella scena del volano della figura 11 -, quasi a smorzare la frivolezza del passatempo e a mostrare che questo un inter vallo nella quotidianit infantile, c' un outillage per il cucito appeso ben evidente al fianco della piccola, segno concreto e esplicito di un precoce esercizio di vocazione domestica. Non basta : il bambino ha talvolta accan to a s un maestro di gioco - che fa delle bolle di sapone, che mostra come si producono, dei giochi di carte , il modello della bambina sempre un'a dulta che funge da paradigma dell'impegno, delle buone maniere, del fare. Ma non forse possibile pensare che pure nel divenire della donna il modello, l'esempio sia un Beispiel vocabolo che in tedesco vuoi dire esem pio e nella cui struttura c' il termine Spiel, che significa gioco -, un giocare accanto, meno inflessibile, greve, esoso che non quello che la storia di bambine del passato ci testimonia? Egle Becchi

26 Ivi, p. 103 (p. 97).

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