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Pubblicazionidella
Fecor,t.. Dr LETERE E Frrosorre
STUDI IN MEMORIA
DI GIOVANNI ALLEGRA
a cura di
GIULIA
MASTRANGELO LATINI
GABRIELLA
ALMANZA
CIOTTI
SANDRO BALDONCINI
TIPOLITOGRAFIA
PORZIUNCOLA
SANTA
MARIA
DEGLI
ANGELI
^. IO 5
ASSISI
ANroNroArrBcna
28
ANTONIO
ALLEGR A
L' ( AGUDEZL
T> Dr
BALTAS AR
G R Ac r i N
2g
5 Ricordo le opere del Gurlitt, quelle celebri del Wollflin, le conferenze d Alois Riegl, e poi via via, con ritmo accelerato, l'opera essenzialedel
Weisbach (Der Baroh als Kunst der Gegenreforrnat'ion, Berlin tgzr), quelle di Eugenio d'Ors (cui spetta, qualunque valutazione si dia delle sue
tesi, il merito della precoce e fondamentale individuazione del barocco nel
secolo classico francese), Sypher, Cioranescu, Hocke (per ricordare solo
autori la cui fama dipende pi strettamente da questo settore d'indagini).
6 Una monografia di sintesi sul nostro autore E. ConnBe Cer.ornN,
B, Gra cirin . S u uida y s w obr a, M adr id r g7o 2 , c o n a m p i a b i b l i o g r a f i a ; s o n o
utili anche le introduzioni alle edizioni delle opere complete citate sopra
(ta pi ampia quella di M. BerrloRr - C. PBnALTA, Baltasar Graci,an en
sw a'ida y en sus obras, pp. 5-r77, pubbticata anche separatamente con lo
stesso titolo dall'Instituto Fernando el Catlico, Zaragoza ry6g). Importante da un punto di vista sostanzialmente filosofico e in modo simile a
quello che tentato qui, la riabllitazione compiuta dal libro recente di
E. Hroar-co-SBnNe, Das 'ingen'iseDenhen bei Boltasar Gyac'iaz, I\{nchen
r985, che riprende quanto dall'autore precedentemente esposto in var studi.
M. Betr,r-onr, negli studi raccolti in Grac'icny el Barroco, Roma rg58, ha
in particolare, per quanto ci interessa, chiarito il legame di Gracin con la
rat'io studiorwm gesuitica, nel senso di una continuit spiegata dalla capacit. di adattamento della S. I. alle condizioni storico-culturali (La barroqwizac'in de la rat'io studiorum en la rnente y en las obras de Graci.dn, pp.
ror-r06, spec. ro4-r05 ; Gracidn y la retr'ica barroca en Espafra, pp. to7rr4). Ma il quadro pi completo (per quanto non simpatizzante conl'Agudeza) ancora queilo fornito dallo studio di A. CostER, Baltasar Grac'ian,
trad. sp., Zaragoza 19472(ed. orig. r9r3). Restano apprezzabili due raccolte
pubblicate in occasione del centenario : AA.VV., Hotnenaie a Graci,an, ivi
1958, con numerosi studi di valore, e Baltasar Grac'ian en su tercer centenayio
t658-r958, in < Revista de la Universidad de Madrid r, VII (rgS8), clove
spicca soprattutto l'eccellente J. L. AneNGunE,w, La moyal de Gyacian,
pp. 33r-354 (e meno importante, invece, la pi recente Gyac'ian y su
epoca, Zaragoza r986). Infine ricordo le pagine di sintesi di E. R. Cunrrus,
in Ewroprii.sche Litevatur und Late'inisches Mi.ttelalter, Bern rg542, che si
stagliano storicamente tra le pi importanti scritte su Gracin, acquisendosi in essele nozioni fondamentali sulla collocazione fino ad allora incerta
o fraintesa dell'Agudeza. Curtius, nel quadro di una ricostruzione completa
del manierismo, riconosce l'originalit di Gracin nel determinare una nuova
disciplina, essenzialmente distinta dalla retorica (p. 3or e ss.), suo il
merito di aver colto per primo con vigore questo punto.
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tali dell'opera di Gracin parla immediatamente all'esperienza delI'uomo contemporaneo > 7. Anche di quegli elementi che ne confermano l'attualit, va dunque tenuta presente l'accezione variabilmente eccentrica rispetto all'esperienza moderna. Certo non qui
possibile un compiuto lavoro di storia dei concetti : tuttavia, attraverso la discussione che segue, alcuni aspetti fondamentali dovrebbero venirsi a delineare.
D'altra parte, questa caratterizzazione della bellezza come
<racuta > esplica Io scarto del Gracin anche rispetto ai concetti
estetici sui quali, pure, egli si innesta : come vedremo, non si tratta
affatto di riattualizzare la tradizione retorica, ma gli fu necessario
autocomprendersi come I'inventore di una teoria del tutto nuova.
Ma la tradizione retorica andava basandosi, naturalmente, in gran
parte proprio sul valore pratico-effettuale della parola ben calibrata dell'oratore. Sar" dunque necessario vedere per quali ragioni
Gracin non se ne contenta : a partire da questa insoddisfazione,
egli anche un ruolo importante di precursore. Come gli altri trattatisti seicenteschi, I'aragonese discorre di <<actrtezza t> o di < ingegnositrr, concetti attinti da un noto passo aristotelico 8; ma gi
7 M . PBnNr oLA, c it . , p. r o.
8 Ret or . , f f l, r 4r ob, 6 e s s .
Q uan t o a g l i a u t o r i c o e v i , t r a c u i s p i c c a ,
naturalmente, EunNuBr-E TESAURo, non qui il caso di avviare un paragone : basti qualche osservazione. Il Cannocchi,aleavistotel'ico(t654, ma
l'opera compiuta a partire dalla < quinta impressione r del 167o ; io ho
consultato la settima, presso Paolo Baglioni, Venezia 16Z+) caratterizzato
da una maggiore e piir moderna ocalizzazione sulla metafora, sia per dimensioni della discussione pertinente (pp. r78-355), sia per contenuti, che
identificandola in effetti con l'< ingegno D e con I'<rargutezza t>,la pongono
al fondamento dell'operare estetico. Ci conduce ad espressioni celebri di
vero entusiasmo per essa (cfr. p. r78) e ad inni alla sua radicale llberalizzaziorre (cfr. pp. r83-r84). Tuttavia resta avvertibile nettamente la forte dipendenza di Tesauro da Aristotele (anzi proprio dal III libro della Retorica), che ne determina l'autocomprensione in termini di ( retorica > ; resta
fondamentale, nel sistema della metafora tesauresca, il riconoscimento di
base di un genere comune alle cose (p. t8Z ss.). Una lettura che mette analiticamente a fuoco gli snodi e le variet del rapporto secentesco con AriThvee National Deforrnations of Av'istotle:
stotele quella di H. HetzrBln,
Tesawro, Gracid,n, Bo'ileau, in < Studi Secenteschil, II (t96r) , pp. 3-2r, che
coglie bene la radicalit di Tesauro, ma ha una immagine decisamente
troppo moderata di Gracin (che si ripercuote con efietti piuttosto sorprendenti anche su quella di Gngora) ; vedi anche S. L. BEtunr-l, Gracid'n,
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DT BALTASAR
GR AC IN
3t
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il nome che proprio di un altro r, e continua : <rquesto trasferimento avviene, o dal genere alla specie, o dalla specie al genere, o da specie a specie,
o per analogia >.
to P oet . , z z , t 458a. 2r s s . ; c it . 2 3 .
11 Cf r . P. Rr c oBv R, La m et af or a u 'i u a , t r a d . i t . , M i l a n o r 9 8 r , p p . 1 5 z7 specialmente.
12 Ad es em pio Poet . , r 457b, 12 e 1 8 : a d o p e r a n d o , i n f a t t i , & v r i p e r
segnalare la scelta metaforica < al posto della r espressioneletterale. Esiste
un a n ota ec c ez ione, r 45Tb, z 5- 26. Si t r a t t a o v v i a m e n t e d i u n c a s o d i c a tacresi, per cui la metafora funziona in effetti esattamente come una parola che semplicemente non esiste ; non si tratta dunque di un'informazione
validamente attinta attraverso Ia metafora in quanto metafora.
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) ) DI
BALTASA R
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I'altra 13. Questa sistemazione segnala da un lato il valore praticoeffettuale della metafora ; dall'altro, Aristotele introduce anche un
ulteriore fondamentale elemento della sua futura comprensione. Definisce la similitudine come una particolare metafora : col che a definire la metafora come similitudine non resta, in effetti, che un attimo. Il passo aristotelico consente di pensare la metafora come una
similitudine abbreviata - anche se in esso la similitudine, piuttosto, una metafora allungata (< essa metafora con la differenza
che abbiamo detto r) e, pertanto, meno effrcace la. Ma nella sua celebre e decisiva definizione : metafora breaior est sirnilitwdo 15, Quintiliano rovescia il rapporto, mutilando il patrimonio aristotelico nel
senso pi sfavorevole per la metafora ; e tale mutilazione la sua
autorit tramanda, canonizzandola. Si osservi che dalla similitudine
non si pu pretendere troppo. Essa si limita ad associare un oggetto
o un fatto, consunti o non suffrcientemente espressivi, con un'immagine pi o meno nuova.
13 Cfr. an c or a Rt c oeun, c it . , p. 14 e pa s s i , m .
74 Re tor., I I I , r 4o6b, 20 s s . e r 4o7a, r o s s . < S i m i l i t u d i n e r r x v .
La precedenza della metafora sulla similitudine confermata anche altrove.
r5 Institr,tt'io oratoria, VIII,
6, 8-g ( veramente interessante questa
accezione in parte vouesc'iatadel testo aristotelico, che ha fatto pensare ad
una corruzione di quelio di Quintiliano. Esso avrebbe portalo byeu'iorqua,rn
sm'ili.tudo: cfr. M. LB GuBnN, Srnanti.qwede la rntaph,oreet de la rnelonyrn'ie, Paris rg73, p. 54, n. r, che si appoggia alla nota edizione del r5z7
dell'Insttutio). Cos HBTNRTcH LeussBnc, in un contesto per l'appunto
volto istituzionalmente alla definizione quanto pi canonica, dice tout
cowrt Ia metafoa <tpaagone abbreviato >>(Elernenti, di. retorica, trad. it.,
Bologna 1969, $ zz8), che, < simile longe ductum r, appartiene all'< audacior
ornatus rr (facilmente troppo audace).
Ricordo qualche altro spunto della trattazione quintilianiana al riguardo, che attinge, come noto, valore di monumento paradigmatico. La
chiarezza gi raccomandata in VIII, z ; rrra in VIII, 6 che si tratta de
tropi,s: questi derivano dalla natuva (VIII, 6, 4) ', o manca la parola (per
la catecresi cfr. VIII, 2, 5 e in seguito VIII, 6, 34-36, per una distinzione
inconsistente), o < translatum proprio melius est l, in modo che r<ulli rei
praestat ne nomen deesse videatur r (VIII, 6, 5). Seguono le raccomandazioni, in 6 e dal 14 al 18 : Ia metafora (< translatio u) in sostanza il tropo
da controllare pi attentamente. E ci, proprio perch pur sempre decisivo I'uso, l'effrcacia oratoria di essa (VIII,6, 19). La definizione complessiva di tropo pi importante quella in IX, r,4 ss. : ( sermo a naturali et
principali significatione translatus, vel [...] dictio ab eo loco, in quo propria
est, translata in eum, in quo propria non est r.
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AN T ON IO
ALLEGR A
Dal complesso delle determinaziom accennate, viene sostanzialmente esclusa ogni possibilit per cui la metafora dica qualcosa
di innovativo dal punto di vista dell'informazione sul mondo. Essa
semplicemente sta in luogo di una parola corrente stilisticamente non
disponibile - vale a dire, coglie relazioni gi date tra le cose del
mondo ; il suo interesse, la ragione per cui utile occuparsene, sar.
nel suo potere di rivestire linguisticamente queste realt soggiacenti di un'espressione piacevole ed interessante. A ci si appaiano
raccomandazioni e limitazioni, che si icasticizzano in latino nel precetto che la metafora sia pudens 16.
Nei trattatisti barocchi, sono anzitutto questi confini del decentemente dicibile, a cadere, proprio attraverso un altro notissimo passo aristotelico, sempre pi percepito come un invito alI'audacia. < Bisogna trarre la metafora, come abbiamo detto prima,
da cose vicine per genere e tuttavia di somiglianza non ovvia, cos
come anche in filosofia segno di buona intuizione il cogliere I'analogia anche tra cose molto differenti r)1?, sostiene Aristotele ; il riferimento a un luogo ove dice che il poeta che usa una buona
metafora (creabile ( o per talento naturale o per esercizio r) ( reahzza un apprendimento attraverso il genere )). E questo proprio
il passo dove discorre brevemente dell'd,ocEiopr,6,dell'espressione
spiritosa ed acuta :
16 Cf r . Ret or . , I I I , r 4 0 5 a , r o - r r e s s . , s p e c .
35-37; e soprattutto
r4o6b, 4 e ss., trattando degli errori che possono far cadere in una guXp
(<<
freddura )),o < espressionelambiccata r). Altri luoghi in questo senso sono
facilmente rinvenibili. Naturalmente ci dipende, in linea generale, dal ruolo
della <<chiarezza > nella < persuasione D (e in maniera pi fondamentale, da
quello della pipr,4or,6).
Ma su ci vedi oltre. Per la metafora rrvereconda r:
PsBuoo-CrcERoNE (cio, come noto, probabilmente Cornificio) Rhetorica
ad Heyenn'i'urn, IV, 34 : < translationem dicunt pudentem esse oportere r.
Per la trattazione del De Oratore, di derivazione direttamente aristotelica,
vedi III, r4g ss., specialmente r55, 156 e r5g (traslato come necessit.e
prestito, che si evolve in ornamento), r58 (importanza dell'effetto di concisione) , 63, 164, in parte 167 ftaccomandazioni e biasimi).
7? Retor., III, r4r2a, rr-r3 (e tutto il seguente) : trad. Plebe. Cfr.
Poet., 22, r459a, 7-8: ( saper trovare belle metafore significa saper vedere
e cogliere la somiglianza delle cose tra loro D ; ma, a contrasto, cfr. ancora
r4o6b, 5 ss. In CrcBnoNB, De Oratore, III, 16o, Io stesso come propriet,.
dell''ingeni,wrn (per Aristotele ugua).
T> Dr
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BALRAS AR
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G R AC IN
di queste
I'importanza
l'accenno
cizio r, I'avvio
(alquanto
indeciso)
di due tendenze
indicazioni
al < talento
teoriche.
Al
aristoteliche.
Anzi-
naturale
I e all'( eser-
contrario
di Cicerone
che, trattando
spontaneit"
zione significativa,
di una dimensione
individua.
Ma
spia
di una
d'arbitrio,
soprattutto,
percepita
artificialit,
non
priva
qui
investito
di
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ALLEG R A
L,( AGUDEZA,>
Df
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GR AC IN
37
d e l d isco r r e r e [...1 fo n d a m e n to
e germe di tutta l'arte delI ' a c r r t e z z a , a cu i si r ico n d u ce o g n i a r tificio concettoso l . Beninteso, essendo
I'acutezza un legame, la discordanza non altro che un modo della coordin a z i o n e : c f r . p . 3 A.
e sproporzioni
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2 2 M . M BNNo n z
II,
di Menndez
y Pelayo
vanno
de mo-
L,( AGUDEZA
I' DI
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39
Oltre al carattere ancora non adeguatamente tecnico ed evoluto, non artificioso, meramente imitativo, la collocazione dell'( acutezzar> nell'alveo della retorica ci che viene soprattutto colto tra
le ragioni della sua arretratezza: , al contrario,I'acutezza che <si
avvale di tropi e figure retoriche D per manifestarsi (non la retorica
ad adoperare le arg:uzrein vista dei suoi scopi), ed essi trovano in ci
una limilazione concettuale ed un ridimensionamento a ingredienti
del suo lavoro 23. E specificatamente, l'< affidarsi all'eloqlJenza r qui
sopra biasimato si riferisce alla inserzione subordinata nel|'elocutio
().[r,6)di tutte le modalit dell'acutezza compiuta da Aristotele
tanto nella Poetica quanto nella Retorica.
Dunque, non si tratter solo di ammettere le invenzioni metaforiche e ingegnose, semplicemente liberate dalle vistose, classiche
specificazioni e hmrtazioni della tradizione aristotelico-retorica, ffi?,
pi a fondo, di individuare un'arte e un organo specifici dell'acutezza. da notare che il rapporto tra intelligenza e <targuzia e
concetti > stretto quanto quello del sole con la luce e i raggi, cosicch risulta diffrcile concepire alcuni autori esemplari (Agostino,
Ambrogio, Marziale, Orazio) senza questi loro elementi di stile :
una vera e propria ( urgenza di concetti r, come dice icasticamente
Gracin (p. SS). in questo momento di individuazione della <<terza
facolt.,r, che egli addiviene alla definizione sopra riportata del concetto. Esso il corrispettivo, per I'intelligenza, del bello visivo e
dell'armonico uditivo : come loro si basa su una misteriosa coordinazione proporzionata 2a.Ma questa facolt del coordinare armonioso,
nelf intelletto attinge il grado pi nobile : ad essa Gracin riconosce
23
Questo rapporto viene in seguito cos ripetuto e spiegato : < son los
tropos y figuras retricas materia y como fundamento para que sobre
ellos levante sus primores Ia agudeza, y lo que Ia retrica tiene por formalidad, esta nuestra arte por materia sobre que echa ei esmalte de su artificio I (Ag., p . 325 i : A. , p. r SS) ; anc he q u i d u n q u e n e c e s s a r i au n a c i r costanza speciale, <rel picante de la agtdeza viva y verdadera D, senza iI
quale < el encarecimiento D non altro che una iperbole retorica (ivi). Molti
altri ancora i passi adducibili in questo senso : cfr. a titolo di mero esemp io A., p . rr5 , r 2g, 333. I l lam ent o dell' ins u f f i c i e n z a d e l l a r e t o r i c a r i p r e s o
pari pari da parte di TBseuno: cfr. Cannocchi.aleavistotelco,cit., pp. r-2.
2a Sul fondarsi del concetto gracianesco su questa rete telazionale, cfr.
ad esempio E. SenurBNro, Gracid,n's Agwdeza y Arte de Ingen'io, in < Mo( t g1z ) , . 3 - 4 , p p . z 8 o - z g 2 e 4 2 0 - 4 2 9 ,
de rn La ng ua ges Rev iewr , XXVI I
a pp. 284-285, o T. E. MAy, An Interpvetat'ion of Graci,d,n'sAgudeza y Arte
ANToNr o
40
ALLEGR A.
un carattere a priori che nasconde per anche una gerarchia: anche il gusto in effetti combina i sapori, ma a un livello materiale;
solo l'intelletto opera con elementi astratti. La purezza ormale,
attinta in pieno solo dalla tecnica perfetta, l'indice della adeguazione:
I'intelletto, come prima e pi importante potenza, sar esaltato dalla sublimit, dell'artificio, dalla perfezione della tecnica, a qualsiasi oggetto si
rapporti. A tali artifici sono destinate le arti (p. S6).
Ma I'arte
dialettica
del concetto
e retorica
un'altra,
provvede Ia dialettica alla connessione di termini che possano adeguatamente formulare un'argomentazione, un sillogismo ; la retorica a ornare
la frase per comporre quei fiori dell'eloquenza che sono i tropi, le figure.
Negli oggetti di
comprensione intellettuale :
Sillogismo, retorica,
arte dell'acttezza
4l
Dalla qual cosa si deduce chiaramente che anche il concetto, anche l'acutezza, risiedono nell'artificio, e nel pir importante di tutti [...] (ivi).
42
ANTONIO
A,LLEGR A.
York 1964', e M. Pnaz, Stwdi swl concettisrno,Firenze 1946, che resta ampiamente fondamentale.
27 L'ingegno ( sperimenta eccessi e ottiene prodigi
t...] sorgente perenne di concetti e miniera inesauribile di sottigliezze. Si dice che la natura
abbia tolto ai giudizio quanto all'ingegno ha dato in sovrappi, da cui quel
famoso paradosso di Seneca, secondo il quale in ogni grande ingegno c'
una dose di follia. Di regola agisce a seconda dei giorni e quando capita,
tanto da non riconoscere se stesso ; viene alterato da impressioni esterne
nonch fisiche ; vive ai confini dell'affetto, ai limiti della volont, ed mal
con sig liat o dalle pas s ioni D: A. , pp. 4 r o - 4 r r . C f r . n e l l o s t e s s o s e n s o O r d , c w l o
manwal y arte de prudenci.a (it seguito O.), af. 283.
28 <tCi che ha rapida vita, dura poco
[...] esistono concetti di un
giorno, come fi.ori, e ne esistono altri di tutto un anno, di tutta la vita, e
finanche di tutta l'eternit.. Gli ingegni pronti lusingano per la loro preococit, come I'uva asprigna, ma cos'hanno a che vedere con la succosit di
un lavoro maturo al punto giusto ? r. Ma < vero per che l'ingegno pronto
ha sempre a portata di mano I'acutezza e la sicurezza di riuscire rr: cosicch < nella luce dell'ingegno la rapidit della trasmissione e la brillantezza
vanno di pari passo ; essa sempre al limite dell'atto, ch della potenza ha
solo Ia pos s anz a r r : 4. , p. 4r r .
2e Risulta difficile immaginare un autore pi adeguato di Gracin ad
offrire un terreno propizio alle intuizioni di Vr-eorurn JeNxrvrrcn, che
gli dedica :urr'attenzione sottile attraverso numerose pagine molto notevoli
L' ( AGUDEZA,'
DT BALTAS AR
GR AC IAN
43
causa. L'analogia
ribadita
la novit della disciplina
chiamata
in
e i suoi affrni sono solo una occasione ( che inne-
sca, nell'ingegno,
dove
resta
altres
dovr
del filosofo.
ne Il no n-so- c he e il quas i n' ient e,t r ad. it . , G e n o v a r g S T . I l l i b r o
costituisce un'ottima
specialmente la prima parte russo-francese chiave per intendere il complessivo spirito gracianesco, perch il suo problema quelio dell'apparire, dei modi, dell'esterno che fa conoscere l'interno (p.O). La cultura cortigiana nella sua declinazione secentescarappresenta un esplicito apogeo della civilt dell'apparire, e dunque una ricchissima fonte di spunti ad una filosofia siffatta.
30 Cfr. A., pp.
34o-34r (purtroppo con un pesce tipografico piuttosto
grave).
44
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ALLEGR A
Tutta la parte seconda del suo libro dedicata all'acutezza composta, sotto la quale vengono raccolti, in particolare, ((le storie epiche, le allegorie in forma di racconto, i dialoghi o (p. 344, ma anche le satire, gli enigmi, o gli emblemi, ad esempio tt.
Ma questo stesso ultimo punto ci riconduce ancora all'elemento,
tra ci che stato finora accennato, pi decisivo, e filosoficamente
significativo portato con s dallo scavalcamento della concezione di
ispirazione aristotelica. In essa si trattava anzrtutto di basarsi su
una verificabile, n mai troppo stiracchiata, similarit: certamente
I'analogia era colta (non < fabbricata t>, come tra i concettisti).
Jacques Derrida ha indicato in modo sinteticamente esemplare le
ragioni profonde di questo atteggiamento in uno dei suoi testi pi
significativi 32. Attraverso la ),Lltg, in Aristotele e a partire da lui
in una tradizione dominante, Ia metafora fa parte della prpr;or,6,
e attraverso questa, in ultima e decisiva rstanza, della gor,q33. Che
31 Il ruolo di essa si pu pi facilmente focalizzare, a partire dalla ripresa qui compiuta (A., pp. 360 e S6+) del motivo della Verit che, attaccata e soverchiata dalla Menzogna, si rifugia dall'Acutezza e da essa intend-e la necessit di mascherarsi, rnimetizzarsi, alludere. Ia premessa
pi chiara e la giustifi,cazone migliore alla grande impresa del romanzo allegorico. II Cri.ticn (t65r-57) certamente una acutezza cornposita, e va
classificato in questo stesso S LV, Dell'acutezza composi.ta nelle finzi,oni,, in
generale. Guroo Monpunco Tecuesve,, Aristoteli,smoe barocco,in AA.VV.,
Retovi,cae barocco,a cura di E. CesrBr-r-r, Roma r955, pp. r rg-r95, ha rilevato acutamente, nell'epoca barocca, il < nascere dell'elocutio dalla di.spos'itio>>,il concettismo delle cose, il gusto della peripezia (p. rS8 e passi,m).
Ma ha trascurato di osservare quanto sembra abbastanza evidente e importante : proprio da qui che nasce il romanzo moderno, dal problema
morale e dalla sua tradu zione nelle forme della peripezia allegorica. Senza
alcun dubbio il Cvi,ticn,oggi quasi dimenticato fuori di Spagna, un'opera
capitale in questo senso. Anche sul piano della diffusione europea esso si
conferma opera germinale : influl, com' noto, sul Robi'nson Cvusoe e sui
Vi,aggi d'i Gull'iuez (nonch in seguito su Voltaire), i due libri che sono essenzialmente alla radice della forma-romanzo moderna.
32 La mythologie blanche, in Marges de la phi'losophie, Paris 1972, Pp.
2 47 -32 4.
33 Alcuni snodi derridiani : < la dfinition de la mtaphore est sa
place dans Ia Potiqwe qui s'oeuvre comme un trait de la noi'noesis
[...] au
dbut de la Poti,qu,e,la miruesis est pose en quelque sorte comme une
possibilit propre t Ia physis. Celle-ci se rvle dans la rn'imes'is,ou dans ia
posie qui en est une espce [...] elle appartient la physi's [...] la mimesis
L,( AGUDEZA,,
DT BALTASA R
GR AC IAN
45
la dimensione dell'ingegnoso gracianesco abbia, come abbiamo visto sopra, un passo non limitato a quello del nome, consente di richiamare perfettamente, a contrasto, I'argomentazione derridiana.
Proprio del nome significare qualcosa : ( un tant indpendant,
identique soi, et vis comm tel. C'est ce point [cio al punto
del fondarsi della metafora sul nome, in quanto unit del significato semplice e stabile] que la thorie du nom, telle qu'elle est implique par le concept de mtaphore s'articule I'ontologie r Ba. fn
maniera assieme convergente e totalmente diversa, Guido NIorpurgo Tagliabue, in uno studio che rimasto classico 35, a partire
dalla incomprensione cinquecentesca della pienezza della retorica
ha mostrato le radici delia progressiva resa degli ideali della mimesi e dell'eixq nella trattatistica
secentesca. La facolt dell'inaentio retorica andava appiattendosi srll'inaentio dialettica ; ma
soprattutto gli v8o(a (e gti er1), sui quali, nella concezione aristotelica, si costruisce e non pu non costruirsi la retorica, dal
canto loro ( non sono piu per il letterato un patrimonio convenuto, ma un compito, una scelta, un problema, talvolta una questione di conformismo o di eterodossia o di libertinismo I 36. Come attraverso la < peripezia r dell'intreccio per quanto riguarda
l'acatezza composta, cos per la metafora il ( corrompimento barocco r procede < da un seguire alla lettera le definizioni aristoteliche, tralasciandone le regole di applicazione l37. E il <giusto mezzor>
che Aristotele precetta < ci riconduce alla misura, e la misura alla
convenienza, al verosimile, all'eixv, ossia ad un principio di mimesir, che come dire riferimento all'oco guoiv, agli v8o(a, e
46
ANTONIO
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all'zu t rcol 38. Ci si traduce nel riconoscimento del genere comune : si tratta, nella metafora come nell'espressione acuta, dichiaratamente di un entimema, che funziona a partire da premesse
naturali di somiglianza riespresse sinteticamente ed elegantemente 3e.
Nei Topici si trovano passi decisivi dal punto di vista della coldi questo meccanismo stabilito sulla
locazione logico-normativa
somiglianza, che ne confermano anche, in ultima istanza, la fondamentalit : cosa diversa dalla preminenza assegnata, estrinsecam ent e, a l l a < me ta fo ra > o a l l a < si mi l i tudi ne> : entrambe i nfatti
si basano su questo fondamento condiviso 40. Ancora il Castelvetro,
nel suo celebre commento cinquecentesco, tiene ferme Ie limitazioni aristoteliche in queste loro ragioni essenziali. < Quando due
cose comunicano in una cosa ugualmente, come abbiamo detto, si
pu formare la traslazione )) : e poich si tratta di questo ( communicare uguale r (esemplificato da una ripresa del canonico esempio
aristotelico dello scudo di Marte e della coppa di Bacco), Castelvetro aggiunge e non pu non aggiungere, che codesta individuazione
di un genere comune non deve essere ( rea > (< parrebbe cosa strana
se si dicesse, gli uccellini si stanno sotto i rami dell'uccello, et i p"stori si stanno sotto i ali dell'albero >) : dove gli elementi in gioco
non concorrono nella stessa misura, il risultato sar" artificioso o
falso, cio innaturale a1 (valido forse, sembra subito dopo di capire,
solo per la dimensione del comico o dell'invettiva).
Possiamo desumere alcuni punti. Anzitutto, che I'opzione per
la verosimiglianza resta decisiva, operante nella logica soggiacente
alle scelte teoriche e a quelle di gusto concreto ; ma soprattutto che
questa logica si fonda su una cultura mimetica del naturale (senza
< naturale )) non si ha < verosimile r) : per cui infine resta esclusa, mi
pare, la condizione di possibilit. di cogliere nessi signif,catiaamente
nuovi (confermandosi anche per questa via le nostre precedenti cont8 f r r i, p. r 4r .
3 e I v i, pp. r 44- r 45. C r . Ret oy . , I I I , r 4 r o b , 2 0 s s .
a0 Cfr. ad esempio Topi,c'i, I, roSb,
T-2g. Questo testo (che mette in
chiaro il t polov 0eopeiv, comune a retorica, poetica, logica, etc.), e
quello ricordato nella nota seguente, vengono trascurati dal Morpurgo
Tagliabue.
at Poetica d'Aristotele uolgarizzata e sposta per Lodouico Castelaetro
(Vienna r57o) : ho consultato l'edizione a cura di W. Romani : voll. z, Bar
rgTg ; la citazione in II, pp. 3g-4o. Ricordo che il Castelvetro tenta
un'opera relativamente originale rispetto ad Aristotele.
L,( AGUDEZA
I' DT BALTASAR
GR AC IN
47
48
ANTONIO
A ,LLEG R A
conseguenze si illumina, come gi vedevamo, quel disprezzo di Gracin per la mera similitudine. Le analogie colte dal senso comune
__ Ie similitudini - non sono ingegnose. In questo senso anche il
tecnicismo e la spasmodica artificialit di Gracin come degli altri
autori a lui accostabili.
L'invenzione ha, comunque, travolto I'imitazione a5. E se da
un lato questa tecnicit del poetico risulta oggi ancora in parte
inaccessibile nel suo senso pi proprio, oscurata dalla svolta estetica postsettecentesca, dall'altro la barocca < sfida alla natura > la
precondizione della moderna valutazione della < metafora r> (o in
generale della novit dell'espressione) come plesso della poeticit,
che non ha solo espressioni teoriche ma si riverbera nelle avanguardie e nei surrealismi, che hanno fatto dell'invenzione libera il modulo della propria autocomprensione di contro alle < banalit I (il
pompierismo) dell'arte borghese. Dal punto di vista della storia
dell'estetica, questo il dualismo di Gracin cui si accennava all'inizio d questo studio.
concreto, o essenzasingolare di ci a cui si trova ii concetto (p. z+g e 258z6o). Ma poich il concetto di Gracin non istintivo o spontaneo, egli sembra ritenere che si limiti ad < accogliere contemplativamente r. Ma il punto
dovrebbe essere chiaro : I'acttezza, senza essere naturale, ed essendo inoltre bisognosa di esempi ed esercizio, tuttavia inventiva ed immaginativa.
T. E. M,ly, Gracian's ldea..., cit., sostiene c}re l'Agudeza <<
reproduces in
an unaccusromed sphere the tendency of so much new thinking in the seventeenth century. The self-sufficient mind imposes its own criteria of
carity or economy - in Gracin's case of aesthetic harmony - upon a
nature which becomes correspondingiy passive before its operations >
(p. 23 ).
a5 In questo senso, ad esempio, anche Betr.r,oRt, La barroquizacin...,
cit., p. ro4, che interpreta, acutamente, il concettismo gracianesco come
una evolu zione interna a partire daI corpus stesso della rati,o stud'iorwrn e
dei manuali pi diffusi di retorica, attraverso un uso pi libero (senza il
rnod'ice tamen) degli esercizi delle rrimprese r, etc. ; dall'imitazione all'invenzione, senza soluzione di continuit. Per una panoramica su questo
retroterra di Gracin, vedi J. Rrco VBno, La retr'ica espa.olade los si,glos
XVI e X VI I , M adr id r g73.
L' ( AGUDEZa,
t> Dr
BALTASAR
GR AC T ,AN
49
50
,\NTONIO
ALLEGR A
48 Cfr.
Quarto e Qui,nto Studi,o in RrcoBuR, cit., pp. 133-228.
ae Esiste una linea di tendenza di origine pi recente, che punta ad
una diretta rivisitazione della retorica ; ma rispetto alle acquisizioni della
tradizione della metafora come radice del linguaggio e organo di conoscenza,
non va sopravvalutato il suo peso, forte specialmente in ambito linguistico,
e legato in parte alla moda strutturalista che fu (e ci, perch una prospettiva linguistico-strutturale consente di rinnovare la tassonomia tradizionale : il concetto dominante sar quello di scarto). I limiti di questa posizione restano quelli di un mancato attingere un livello superiore aiia unit
nella u quale concretamente accade Ia trasposizione
minima del significato <<
metaforica. Rappresentano nel modo migliore questa tendenza le opere di
Gnann GBNBTTB: Figure. Retov'icae Styuttural'isrno,trad. it., Torino tg6g,
o F'igure III. Discorso del racconto, trad. it., ivi 1976 (con il noto saggio
La vetovi,caristyetta, pp. r7-4o). Intorno a Gracin posizioni simili sono
L,( AGUDEZA
I' DI
BALT ASAR
GR AC IN
5t
Ma per chiarire l'Agwdeza (nel doppio senso accennato all'inizio di questo studio) di Baltasar Gracin, credo che il punto veramente fondamentale da tenere fermo che il < concetto r, per tutto
quello che stato detto, non ha necessariamente natura linguistica
n tantomeno letteraria. L'acutezza si esprime egualmente nella
metafora oscuramente concettosa, in un detto pungente, in una favola o romanzo (pOoq,narratio) sottilmente allegorici, in un emblema concisamente significativo, in una immagine fermata pittoricamente nel suo momento di massima pienezza semantica, o in
un'azione, o semplice gesto50,che lascia a bocca aperta, vuoi gli spettatori a teatro (la cui architettura nel Seicento quasi allusiva del
mondo, o della corte, che poi lo stesso), vuoi quelli che osservano,
e cercano di impaate, dal mondo (dal canto suo, sempre pi simile
a un enorme teatro). E la caratterizzazione della bellezza stessa
parte da questa perspicua acuit dell'espressione. Simili parentele e
una simile caratterrzzaztone essenziale, potrebbero essere pensate,
come in parte stato fatto sopra, a partire dalla sensibilit moderna
che ha rivalutato le esperienze dell'estremo, del difforme, perfino
del volgare e del < brutto )) : ma anche se entrano tra gli ingredienti
storici di essa, il loro terreno diverso : si tratta d'una concezione
per cui esiste una connessione strettissima tra iI < bello I e il ( pratico I (che poi il < politico-morale r), definita dal ruolo dell'effr-
s t a t e s o s t e n u te
p a r t i c o l a r m e nte
d a BBNr r o
essere varia,
u n c o n f i . n e n e tto
Gracin
tr a
g li e se m p i
q u i co n tenuti
(mol to si gni fi cati vi
di cosa
Alessandro che taglia il nodo a Gordio, poi la
m a n o d i M u zio Sce vo la , o Ulisse ch e b e fia P ol i femo facendo passare s e i
c o m p a g n i p e r il g r e g g e : p p . 3 r z- 3 r 5 ) e q uel l i , ad esempi o, di X LV II
(azi oni
intende
: anzitutto,
< e m b l e m a t i ch e
e sig n ifica tive u ch e si a vv al gono di una <<i ngegnosa i nvenz i o n e r : c o s Dio g e n e ch e co n la la n te r n a i n mano esce i n pi azza i n pi eno
g i o r n o a c e r ca r e l' u o m o :
p .3 r 9 ) ,
(dove, come anche al m a a n che di X LV I
trove,
vengono
formative).
ricordate
Gr a ci n
espressioni
a p .4 0
52
ANTONIO
ALLEGR A
51 I var criteri classificatori sono proposti aile pp. l8-+S dell'4. Per
un esame molto preciso del loro senso ed uso, che ne mette in luce la
spre giu dic at ez z a, v edi T. E. M ev An I n t e r p r e t a t 'i o n . . . , c i t . , p p . 2 g o - 2 9 4 .
52 Allo stesso modo, TBseuno parla di an'argutezzoarch,eti.pa(mentale);
cr. Ca nnoc c hi. ale,c it . , p. r r e pp. 4o 3 - 4 r r .
53
5 3 O., af . r .
54 lvi, a. z e specialmente r8 ; cfr. ll realcef del Di.screto(in seguito D.).
55 O., a. 6 '. lt,ombreen sLtpunto, espressioneintraducibile e pregnante ;
cfr. D., rea lc e XVI I .
5 6 Af, r z ; c f r . D. , r ealc e XVI I I e C r i 't i 'c n ,I , V I I f .
57 Af . 14,
53: < Ia prontezza madre della buona riuscita ,',, 54, e
specialmente il 288: saper cogliere l'occas'ionepropi.zia - ma senza trascurare che Spesso la circostanza pu no'n essere propizia: cf.t. a. zo; D.,
rea lce XXII.
58 Af. 27. Sulla c onc is ione v edi an c h e a f . r o 5 e 2 g g : d o p p i a m e n t e
buono il buono che anche breve.
5e Gracin si inserisce pienamente nella tendenza del suo tempo che
preferisce, Sempre, il breve. ANcBI- FERRARI, in un suo classico studio, ha
rilevato, in modo particolare, che quel biografismo di cui frutto splendido
Et polti,co, non nella Spagna del '6oo che un modo del tacitismo (Fernandn el catti.coen Baltasay Gracid,n.Madrid 1945, p.45, e passim). Ma questa preferenza per il conciso non ha bisogno da parte mia di troppe esemplificazioni, tanto evidente ai lettori dell'aragonese. Essa si connette con
la voga della letteratura anedottica o esemplare (e dei proverbi, motti,
detti illustri, etc.) in quanto < singolarizzazione I della verit morale, che
in Spagna aveva un modello notevole negli Apotegrnas di Juan Rufo. Gracin ricorda spesso con ammirazione il campione assoluto del genere, Giovanni Botero, gesuita come lui, e attinge dai suoi Detti memovabili di' personaggi illustri (Torino r6o8).
54
ANTONIO
ALLEGR A
6 0 O . , a .
56.
61 Per la problematica della < circostanzar, ocasin (ed.elecci,n)
vedi J. A. MenevALL, Las bases antropolgicas del pensamiento de Graci.tin,
in Baltasar Grac,id,nen su tercer centenario,cit., pp. 403-445, a pp.
430_43r,
e dello stesso, in una panoramica generale, La cultura del Barocco, trad,. it.,
Bolo gn a 1985, pp. r o7, 3r o- 3r t e pas s c m .
62 W. KReuB, in Grac,idn Lebenslehre,Frankfurt/M.,
rg4|,gi correlava la logica estetica dell'Agudeza alla visione antropologica di Gracin.
Si tratta di un combattere, oltre che per la sopravvivertza, per la propria
perfezione (p. z8 ss.), e questa sfida della persona a se stessa si riverbera
in u na c ont inua appr os s im az ione s t ilis t i c a d i r i c e r c a ( p . r z r s s . ) . L a s t e s s a
peor46 aristotelica, diventa una tensione dinamica (p. r4q. Ci dipendeva dallo ZeitbewwBtsei,ndi Gracin (a sua volta non privo della percezione
d ell'<reconom ic iz z ar sri bor ghes e del m o n d o : p . r r 9 . p e r q u e s t o a s p e t t o
cfr. K. FIEGER, Baltasar Gracid,n. Esti,lo lingsti.co y doctri,na de aalores,
trad. sp., Zaragoza 196o, p. r38 e passi,rn). Vedi anche H. Je,xsrN, Die
Grundbegri'fre des Baltasav Grac'id,ns,Genve-Paris 1958. Risulta assurda
la tendenza inveterata alia condanna, o alla messa tra parentesi, di parte
della sua opera, o dello stile di essa : pensiero e stile sono la stessa cosa ;
proprio lo stile, e la teorizzazione di esso compiuta nell'Agudeza, una
delle chiavi pi utili per intendere il <,pensrero l.
L ( AGUDEZA,>
DT BALTA SAR
GR AC IA,N
oo
nizione finale, direi che esso si concepisce come uno spostare e trasformare il dato : del lavoro di dislocazione metaforica (che sar,
per I'orientamento antimimetico, definitivamente un ouv{al t
d,8vara, < mettere insieme cose impossibili , ut) l" singole metafore
non sono che le pause, o i nodi. Ma questo movimento anche un
modo di < trasformare Ia natura in cultura r (anche se < la perfezione della cultura quella di sembrare natura D) un.
L'Agudeza y Arte de Ingenio arttcola un momento di una concezione unitaria, e che si vuole anche armoniosa, dell'umano. Come
ricorda il primo aforisma dell'Oracolo, essere uomini oggi difficile :
a questa diffrcolt che corrispondono le opere di Gracin, che
compongono un complesso organico e quasi pedagogico di trattati
utili all'uomo che vive nell'epoca del d,esenga,o.Proprio a causa
della crisi tanto estetica quanto morale, queste opere cercano un
nuovo territorio di valori condivisi : e infatti lecito dire, in questo senso, che tanto le opere morali come quella estetica compongono delle topiche del comportamento e del modello stilistico. Ma
questi valori sono rintracciabili solo attraverso un farsi xtorno. Non
si nasce saggi, come non si nasce poeti. Si ha bisogno dell'< arte >, e
della educazione morale. Poich vige una indeterminazione antropologica di base, si pu coltivare la speranza di divenire saggi, o
buoni poeti, e forse anche uomini 65.
\el Criticn l'ideologia gracianesca trover la sua sintesi unitaria di stile, forma e contenuti. I moduli formali che erano stati
teortzzali nell'opera estetica convogliano le verit del desengaio,
in un testo che esso stesso un enorme concetto. Qoi si trovano alcune delle espressioni pi significative
ma sempre allusive
della < metafisica implicita r di Gracin. Una delle pi belle quasi
all'inizio, ancora nello svolgersi dell'educazione di Andrenio da
ANToNr o
56
ALLEGR A
parte di Critilo. Se il giovane buon selvaggio si cruccia dell'oscurit notturna, e dello splendido < laberinto de estrellasr lamenta
il caos :
i por qu [el soberano Artifice] no las dispuso, deca yo, con orden y concierto, de modo que entretejieran vistosos lazos y formaran primorosas
labores ?,
dall'altro, intanto che ascrive alla < divina sabidurla D un ordinamento celeste pi profondo, ma ormai invisibile, osserva che
la otra disposicin artiflciosa que tri dices, fuera afectada y uniforme ; qudese para ios juguetes del arte y de la humana nif,eria. De este modo se
nos hace cada noche nuevo el cielo y nunca enfada el mirarlo ; cada uno
proporciona las estrellas como quiere 66.
testo.
mente,
L'artif,cioso
all'uniformit
astrali,
di ci che prefissato,
un perfezionamento,
che comporta
in quepiacevolrispetto
eminentemente
lo smontare e rimontare la naturalit del prefissato: ci che abbiamo visto nella teoria estetica. D'altronde le stelle sono, ovviamente, un buon simbolo dell'ordine, ora diffrcile, del creato.
L,( AGUDEZA
I> DT BALTASAR
GRACIN
57
1\