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TESINA DI ECONOMIA INTERNAZIONALE (I modulo)

Alessandro Guglielman Federico Filipponi

Tra Dumping e sussidi: il Neo-colonialismo economico Europeo.


Si scrive dumping, ma si pu tranquillamente leggere "concorrenza sleale".Nei libri di economia, il dumping viene definito come la vendita di prodotti al di sotto del costo di produzione e al di sotto del prezzo mondiale di mercato. Nella realt quotidiana, ad esempio, nel fatto che in Ghana il concentrato di pomodoro prodotto in Italia costi cinque volte meno rispetto ai pomodori freschi locali. Veramente incomprensibile calcolando il prezzo salariale pi basso, le minori spese di produzione e di trasporto. Il rebus trova la sua risposta nei sussidi, che i paesi industrializzati concedono ai loro produttori per favorire lo smaltimento delle eccedenze agricole. In Europa, tutto inizia negli anni '50, quando i sei paesi fondatori dell'allora CEE (comunit economica europea), ancora scossi dal recente passato di guerra e fame, danno vita alla Politica agricola comunitaria (Pac). Da pi di quattro decenni, la politica agricola comune (PAC) la pi importante politica comune dell'Unione europea (UE). Questo ci d la possibilit di capire perch abbia sempre assorbito una parte consistente del bilancio dell'UE, anche se in misura costantemente minore negli ultimi anni. Il contribuente europeo si attende giustamente che questi fondi siano spesi correttamente. pertanto della massima importanza che siano previsti sistemi di gestione e controllo in grado di garantire con ragionevole certezza la regolaritdelle spese e l'accertamento e il recupero di eventuali pagamenti irregolari.(UE)

I suoi punti in agenda sono: garantire l'autosufficienza alimentare, migliorare la produttivit e garantire un buon tenore di vita ai contadini. All'inizio un successo, ma negli anni '70 gli alti livelli di produttivit raggiunti si traducono in saturazione del mercato e crescenti surplus. Oltre alle eccedenze agricole,si creano accese polemiche e si moltiplicano le idee riformiste per nuovi progetti. Fino ad arrivare ai nostri giorni, quando la Pac costa 40 miliardi di euro all'anno, e comporta 23 euro in pi di spesa settimanale per ogni famiglia europea. Un sacrificio per i consumatori che si traduce in un guadagno generale per i produttori europei? Non sempre, visto che il 70% dei sussidi della Pac finisce nelle tasche del 20% dei pi grandi agricoltori europei. I piccoli produttori, che rappresentano il 40% dell'agricoltura europea, ricevono soltanto l'8% dei sussidi.

Cera una volta il pomodoro Ghanese.


In passato il Ghana produceva una buona quantit di pomodori, oggi costretto a comprarli dallItalia. Le salse nostrane godono dei sussidi dellUnione europea e costano cinque volte meno dei pelati africani. Cos facendo con il passare degli anni la maggior parte degl agricoltori ghanesi sono finiti sul lastrico. Perch i pelati italiani costano cos poco ? E come mai c tanta sproporzione coi prezzi dei pomodori locali ? La risposta sta nei sussidi che lUnione Europea stanzia per promuovere la sua industria agro-alimentare. Si tratta di cifre enormi (370 milioni di euro l'anno solo per le aziende che trattano pomodori), che nessun paese africano pu permettersi. Questi contributi demoliscono i prezzi al consumo. Ma danno il via ad una spietata concorrenza che sfocia in vera e propria competizione fra i produttori locali, soffocando le fragili economie dei Paesi pi poveri.

in Africa lesempio dei pomodori ghanesi solo uno dei tanti casi di "dumping" dalle conseguenze nefaste. La produzione dei pelati era una voce importante nella bilancia commerciale del Ghana: fino a met degli anni Ottanta le salse locali venivano esportate in buona parte dellAfrica occidentale. Le cooperative di contadini vendevano i loro prodotti ai grossisti di Accra e tre grandi fabbriche di conserve assicuravano il posto di lavoro a migliaia di operai. Le cose hanno cominciato a mettersi male una ventina di anni fa, quando lallora presidente Rawlings stato costretto a svalutare la moneta e liberalizzare il regime dei prezzi, per ottenere finanziamenti dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale. Per i contadini e i produttori di conserve stato un duro colpo. Nulla a confronto con la bufera economica che si scagliata qualche anno dopo nel paese, con larrivo dei pomodori italiani in versione low cost.(sussidi europei). In poco tempo le fabbriche ghanesi hanno perso quote importanti di mercato e, una dopo laltra, sono state costrette ad abbandonare la scena,in un paese dove ci che doveva chiamarsi aiuto si tramutato in una moltitudine di coltellate alle spalle dell economia locale,(l'ultimo a chiudere stato lo stabilimento di Pwalugu, nella regione del nord-est). La crisi si ripercossa dalle citt alle campagne: con la chiusura delle fabbriche di conserve, i contadini non hanno pi trovato acquirenti per i loro raccolti. Cos il prezzo dei pomodori precipitato. Oggi il Ghana il massimo importatore di concentrato di pomodoro dall'Europa (con oltre 10 mila tonnellate l'anno). Le salse nostrane campeggiano coloratissime sulle bancarelle, nei mercati, insieme a pochi e scoloriti concorrenti, anche quelli dimportazione, come il Tomato fun cinese e qualche altro prodotto turco. La gente li compra perch paiono convenienti. Ma non affatto vero: a decine di migliaia di ghanesi sono costati il posto di lavoro. A rimetterci sono soprattutto i paesi in via di

sviluppo. Secondo i dati del rapporto sullo sviluppo umano 2002, i sussidi alle esportazioni praticati dai paesi industrializzati, in particolare Unione europea e Stati Uniti, si traducono in 100 miliardi di dollari l'anno di perdite per mancati introiti da parte dei paesi in via di sviluppo. Una somma pari al doppio dell'intero ammontare dei fondi stanziati per la cooperazione allo sviluppo. Ma prezzi pi bassi non dovrebbero favorire i consumatori e migliorare l'accesso al cibo di una buona fetta della popolazione ancora malnutrita? Il problema pi complesso, perch i prodotti sovvenzionati rappresentano una concorrenza insostenibile per i produttori locali: chi ci rimette sono soprattutto i piccoli agricoltori, che perdono mercati e lavoro, con pesanti ripercussioni per il tessuto sociale e la sicurezza alimentare del paese. Pi della met della popolazione mondiale dipende dall'agricoltura o dal lavoro agricolo per il suo sostentamento. Inoltre, non sempre i prezzi per i consumatori alla fine sono pi bassi: i prodotti venduti sottocosto spesso vengono utilizzati dagli intermediari locali per manipolare i prezzi a proprio vantaggio, importando e stoccando grandi quantit prima del raccolto per abbassare i prezzi da corrispondere ai produttori locali. Una volta comprati a basso costo i raccolti locali, le importazioni diminuiscono e i prezzi risalgono. I contadini ci perdono, e i consumatori non ci guadagnano. Quando all'interno del Wto i paesi poveri hanno cercato di fermare questi sussidi, le nazioni ricche li hanno semplicemente ridipinti e chiamati con un altro nome. Cos i discussi contributi all'esportazione - spiega un esperto della Fao - sono diventati aiuti alla modernizzazione, oppure finanziamenti per l'irrigazione, o magari sostegno per i problemi climatici. Insomma, la difesa del "prezzo minimo" sul mercato interno dell'Unione continua a portare finanziamenti a pioggia. Cos il contadino europeo ha le sue garanzie, e non si preoccupa che il costo reale sia rispecchiato nel prezzo finale dei suoi prodotti, anche se questi finiscono fuori dalla Ue. Secondo le Ong e i governi dei paesi "deboli", in sostanza, l'Europa fa un

pesantissimo "dumping", cio vende sotto costo in mercati di per s debolissimi. Il pomodoro italiano, ovviamente, non solo. A soffocare le economie dei paesi poveri ci sono il latte e il burro olandesi, il maiale tedesco, il manzo irlandese, lo zucchero e la farina francesi, in un elenco di produzioni che da sole non sarebbero redditizie. James Wolfensohn, presidente della Banca Mondiale, denuncia che "una mucca in Europa riceve ogni giorno 2,5 dollari di sussidi, in Giappone arriva a 7 dollari al giorno, mentre un bimbo africano vive con meno di un dollaro al giorno". Insomma, in questo mercato le economie deboli sono strangolate: perch, dice Robert Aboagye-Mensan, segretario del locale Consiglio delle chiese, "la concorrenza fra Ghana e occidente come una gara fra antilope e giraffa per la frutta che sta nei rami pi alti. Anche se si livella il terreno, non sar mai concorrenza leale".

Fonti: A bassa voce( articoli), sito Unione europea,IPS,Repubblica,Report africa.

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