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DEllO STESSOEDITORE

AA. W. - L'inglesemedico essenziale


Andreoni B. - Assistenzadomiciliare integrata
Angeletti l.R., Gazzaniga V. - Scienzeumane. Storia, filosofia ed etica generale della medicina
Antonaci A., De Arcangelis A., Paggi A. - Medicina clinica
Associazione Infermieri di Assistenza Oncologica - Assistenzainfermieristica in oncologia
Associazione Infermieri di Urologia Ospedaliera - Lineeguida sul cateterismouretro-vescicale
Associazione Infermieristica per lo Studio delle Lesioni Cutanee - Le ulcere dell' arto inferiore
Associazione Nazionale Infermieri Neuroscienze - Procedure, protocolli e linee guida di assistenza infermieristica

Bertazzoni G. - Medicina e chirurgia d'urgenza e terapia intensiva


Bistoni F., Nicoletti G., Nicolosi V.M. - Microbiologia e microbiologia clinica
Bossi A., Conte l., Cortinovis I., Mordacchini V. - Fisica medica, statistica, informatica
Canestrari R., Guerra l. - Antropologia, psicologia generale e pedagogia
Carinci P., Gaudio E., Marinozzi G. - Anatomia umana e istologia
Cattorini P. - Bioetica - Il edizione
Di Orio F. - Igiene, epidemiologia e statisticamedica
Eusebi F., Gatti E. - Fisiologia e Scienza dell'alimentazione
Frati P. - Diritto sanitario, deontologia generale e bioetica applicata
Gaston A., Gaston C.M. - Psichiatriae igiene mentale
Gioia A. - L'infermieree il malato cardiaco
Hess C.T. - Guida clinica alla cura delle lesioni cutanee
Lunadei M., Curtoni S. - Biologia e genetica
lusi9na~i M., Mangiacavalli B., Casati M. - Infermieristicagenerale e organizzazione della
pro- fessione

Manzoni E. - Storia e filosofia dell'assistenzainfermieristica


Mercuel A. e colI. - Colloquio e relazione d'aiuto
Netter F.H. - Atlante di anatomia umana
Ortelli S. - Metodologia infermieristicaapplicata
Pareras l.C. - Internete medicina - III edizione (con CD-Rom)
Quevauvilliers J., Perlemuter l. e colI. - Dizionario medico dell'infermiere
Santoni A., Girelli G., Gandolfo G.M. - Immunologia, immunoematologiae patologia diagnosti
ca clinica

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A cura di Marisa Cantarelli e Luigi Frati

Tecniche
infe ITIlie risti che
Cecilia Sironi
Stefania Di Mauro
Enrico Malinverno
Antonella Colombo
Antonio Galantino
Monica Bianchi
Anna Giudici

MASSON

Tut/c le copie devono

portare

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della S'IAE

Masson S.p.A. - Milano


1998 - Prima edizione
1999 - Ristampa corretta
2000 - Ristampa
200 l - Ristampa
2003 - Ristampa
Printed in Italy

Fotografie: Antonio Galantino


Disegni: Claudio Pertile. Margherita Sironi

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ziale. con qualsiasi mezzo (compresi i microfilrn e le copie fotostatiche). sono riservati per tutti i
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Finito di stampare nel mese di marzo 20m presso "La Fenice Grafica" s.e. a r.1. - Borghetto Lodigiano (Lo)

IV

Cecilia Sironi, I.I.D. - Responsabile del Settore Formazione di base e complemen


tare del Dipartimento infermieristico. Azienda ospedaliera "Ospedale di Circolo e
F Macchi" di Varese, con funzioni di Coordinatore dell'Insegnamento tecnico-pra
tico e Docente del Corso DUI della Facolt di Medicina e Chirurgia, Universit
degli Studi de li ,lnsubria.

Stefania Di Mauro, I.I.D. - Caposala in servizio presso l'Azienda ospedaliera


"Ospedale S. Gerardo" di Monza, con funzioni di Docente e Tutor del Corso DUI,
sede di Monza, della Facolt di Medicina e Chirurgia di Milano, Universit degli
Studi di Milano.
Enrico Malinverno, I.I.D. - Antonella Colombo, D.D.S.1. - Infermieri professio
nali in servizio presso il Settore Formazione di base e complementare del
Dipartimento infermieristico, Azienda ospedaliera "Ospedale di Circolo e F
Macchi" di Varese, con funzioni di Docenti e Tutor del Corso DVI della Facolt di
Medicina e Chirurgia, Universit degli Studi dell 'Insubria.
Antonio Galantino, I.P. - Monica Bianchi, LP. - Anna Giudici, LP. - Infermieri
professionali in servizio presso il Settore Formazione di base e complementare del
Dipartimento infermieristico, Azienda ospedaliera "Ospedale di Circolo e F
Macchi" di Varese, con funzioni di Assistenti di tirocinio del Corso DUI della
Facolt di Medicina e Chirurgia, Universit degli Studi dell 'Insubria.

In un documento dell'Organizzazione
Mondiale della Sanit sulla ricerca infermie
ristica viene prospettato un cambiamento, un passaggio ad una assistenza comples
sa, che richiede, da parte dell'infermiere, giudizio autonomo, decisione ponderata
basata sulla conoscenza del proprio lavoro e sulle informazioni che possiede e,
inoltre, doti di creativit ed iniziativa.
Nello stesso documento, tra l'altro, si legge: Nella professione infermieristica,
come in altre richieste di prestazione di servizi, le azioni da compiere sono dettate
da un certo numero di principi. In altri termini, l'assistenza infermieristica deve
avere il suo fondamento su principi scientifici. Per cui anche la formazione degli
infermieri comprende l'insegnamento di discipline quali l'anatomia, la psicologia,
la fisiologia, la sociologia ecc., cos come la scienza infermieristica.
Le conoscenze che esige la professione infermieristica si basano su una moltitudine
di fatti, concetti, principi e teorie. La scienza infermieristica molto improntata alle
scienze mediche, biologiche e sociali; ma principalmente
descrive e spiega i proble
mi e l'assistenza infermieristica.
In Italia l'opportunit di un passaggio dali' assistenza semplice all'assistenza com
plessa pu essere data dali' avvenuto cambiamento legislativo della formazione.
Infatti, il passaggio della formazione infermieristica in Universit, ove sono previsti
i Corsi di Laurea e di Laurea Specialistica, pu essere l'occasione per formulare
obiettivi perseguibili, quali:
la capacit di elaborare propri modelli, non mutuati da altre professioni, in grado
di elevare la qualit dell'assistenza infermieristica;
il riconoscimento dell 'infermiere quale professionista che risponde ad una neces
sit della societ e, di conseguenza, acquisisce una diversa immagine sociale.

A tal fine il "momento formativo"

viene riconosciuto come il pi ricettivo per l' ac


quisizione e l'arricchimento
delle conoscenze, nonch per ipotizzare un cambia
mento, essendo quello il periodo nel quale viene formato il professionista.
Infatti il professionista
infermiere, risultato del nuovo curriculum universitario,
verr posto successivamente nell'esercizio professionale quale portatore di alcune

VII

Presentazione della Collana

garanzie da offrire alla comunit che riceve assistenza injermieristica e fra queste
riconosce prioritarie:
che l'assistenza infermieristica risponda ai bisogni delle persone e non ai vincoli
delle istituzioni o di altre professioni;
che i singoli professionisti infermieri e la professione non abbiano scopi etica
mente in contrasto tra loro ma integrati attraverso regole predefinite;
che vi sia quindi un sistema formativo che prepari professionisti altamente quali
ficati e pertanto capaci e competenti;
che vi sia un modello di regolamentaiione e di sviluppo della professione che per
metta di garantire il mantenimento della competenza a fronte dei cambiamenti
che intervengono nelle scienze.
Questa la filosofia che ha guidato gli autori nella stesura di questa Collana, che
segue l'impostazione dell 'ordinamento didattico del Corso di Laurea per la prepa
razione dell'infermiere e che, per facilitare gli studenti, ha previsto i contenuti dei
testi in relazione ai contenuti dei corsi e agli esami da sostenere; ogni testo, infatti.
corrisponde ad un corso integrato e la scansione dei programmi (e dei testi) coor
dinata in senso verticale, sicch i concetti teorici e le loro applicazioni SO/lO finaliz
zati a raggiungere gli obiettivi complessivi professionalirranti del Corso.
La Collana pu essere altres utile per agevolare i corsi di formazione permanente,
sempre pi richiesti per venire incontro alle esigenze di aggiornamento culturale e
tecnico degli infermieri gi introdotti nel mondo del lavoro.
MARISA

VIII

CANTARELLI

- LUIGI FRATI

Questo testo di tecniche infermieristiche si colloca, in linea con quanto espresso dai
Direttori della presente Collana, come contributo al raggiungi mento degli obiettivi
educativi del triennio per Infermiere espressi da Cantarelli nei primo volume C). Il
costante riferimento per la sua stesura stato infatti lo stesso Modello concettuale
che orienta anche gli altri libri di Scienze infermieristiche. L'apprendimento
delle
tecniche accompagna lo studente Infermiere sin dall'inizio del suo iter formativo,
dal primo semestre del l " anno di corso. Ci fa assumere particolare rilevanza a
questa pubblicazione che potr essere suggerita per l'adozione dai primi mesi del
IO anno accademico e accompagnare lo studente per tutto il triennio.
Avendo degli ovvi vincoli editoriali, stata operata una selezione delle procedure
tecniche da trattare in riferimento agli Atti infermieristici secondo i seguenti criteri:
significativit all'interno del Modello concettuale adottato e congruenza con la
filosofia ad esso sottesa;
importanza per l'apprendi mento delle attivit cliniche svolte nel triennio dagli
Studenti di un Corso di Laurea;
grado crescente di complessit delle procedure tecniche sia per i docenti che per
i discenti.
In ogni caso, la maggior propensione ed il pi vivo interesse degli Studenti ad
apprendere le abilit manuali proprie del professionista Infermiere possono essere
utilizzati come rinforzo motivazionale per stimolarli a riflettere sulle Azioni di
tutte le finalit del continuum.
I contenuti sono stati proposti in modo da consentire agli Studenti un successivo
approfondimento delle conoscenze necessarie per attuare dalle procedure pi sem
plici a quelle pi complesse. Nel)' approccio infermieristico pi corrente, infatti,
sono ritenute generalmente pi difficili le procedure in cui ci si sostituisce total
mente alla persona. Si invita, invece, a riflettere sulla complessit del ruolo infer
mieristico in situazioni dove sono richiesti interventi di prevalente indirizzo e

guida.
I criteri sopra esposti hanno portato all' esclusione delle tecniche inferrnieristiche
svolte in aree cliniche ad alta criticit per la vita della persona, tecniche che

IX

(') Vedi Ca n t a r e l l i M.,


Il Modello delle

Prestazioni in iermierist
iche, Ma sson, Milano, 1996,
p VII.

Prefazione

dovranno essere trattate in testi per la formazione continua e l'aggiornamento


del
personale operante in settori specialistici e in manuali per i futuri studenti dei corsi
di formazione complementare dell' Assistenza infermieristica.
La scelta stata "sofferta": ci spiaciuto, infatti, escludere alcune tecniche di base,
quali ad esempio quelle messe in atto dall'Infermiere per Monitorare lo stato della
cute e delle mucose o per Fornire ausili per l'eliminazione, in quanto siamo ben
coscienti che la complessit di qualsiasi Atto infermieristico legata all'unicit e
alle peculiari caratteristiche anche cliniche della persona assistita. Si cercato di for
nire allo studente alcune sintetiche conoscenze fondamentali con delle Schede tec
niche al termine del libro che precisano le modalit di svolgimento di alcune tecni
che di base fornendo anche elementi teorici su mezzi e metodi sottintesi nelle proce
dure descritte nel testo (detergenti, disinfezione e disinfettanti, sterilizzazione, ecc.).
Gli Atti trattati non sono esposti sempre intendendoli rivolti a persone che richiedo
no interventi dall'indirizzo alla sostituzione (2). Ogni capitolo, corrispondente ad
ogni singola Prestazione infermieristica, inizia con una breve Premessa sulla sua
strutturazione e sulle procedure tecniche trattate. La finalit di ogni Atto e procedu
ra compare sempre sia nei vari paragrafi che nell' indice del libro.
Ovviamente non deve essere mai dimenticato che lo scopo di tali schematizzazioni
meramente didattico: la filosofia sottesa al Modello delle Prestazioni infermieri
stiche e a tutte le Azioni e Atti quella della pi completa valorizzazione dell'uni
cit di ogni singola persona. infatti praticamente impossibile prevedere o standar
dizzare in modo rigido e prescrittivo ci che l'Infermiere decide di volta in volta
nelle diverse situazioni.
Prima di delineare pi precisamente i contenuti e l'articolazione del testo oppor
tuno ribadire a chi rivolto. Si gi detto, innanzitutto, che un testo per gli
Studenti del Corso di Laurea per Infermiere, ma non solo. Essendo un risultato del
lavoro svolto in questi anni a partire dall'adozione del Modello delle Prestazioni
infermieristiche sia per la programmazione teorica del triennio che per quella delle
attivit cliniche, il frutto dell' insegnamento, delle esercitazioni e delle attivit pra
tiche condotte dagli Assistenti di tirocinio e dai Tutor del corso di Varese. Si sug
gerisce quindi a tutti quegli Infermieri che, presso le sedi universitarie e presso le
Unit operative ospedaliere e territoriali, seguono pi direttamente
gli studenti
infermieri. Ma non solo. Vista la sempre maggiore diffusione del Modello delle
Prestazioni infermieristiche in diverse Regioni e Aziende sanitarie italiane, specie
legata all'elaborazione
di strumenti infermieristici di raccolta dati (schede e cartelle
infermieristiche),
ci pare che questo testo possa essere utile a tutti quegli
Infermieri che stanno da tempo impiegando con entusiasmo le loro energie per
migliorare la propria professionalit.
Il primo capitolo connette alcuni contenuti teorici disciplinari fondamentali con il
metodo, gli strumenti e le tecniche infermieristiche,
accennando al loro insegna
mento nel corso per Infermiere alla luce dell' esperienza maturata in questi anni di
insegnamento.

( ) Cantarelli
114.

M.,

op. cit. , p.

Dal secondo al dodicesimo capitolo si entra nel vivo dell' assistenza di base. Ogni
capitolo si occupa di una Prestazione infermieristica partendo da alcuni spunti per
raccogliere i dati sul bisogno corrispondente. Della Prestazione infermieristica sono

Prefazione

stati scelti le Azioni e gli Atti da spiegare con la logica del Modello concettuale. Le
procedure sono trattate, all'interno di ogni Prestazione, nell'ordine seguente, che
tiene conto della successione seguita prevalentemente nell' insegnamento teorico e
delle attivit svolte dagli studenti nelle sedi di tirocinio dallo al 3 anno di corso:

Assicurare l' interazione nella comunicazione


Assicurare un ambiente sicuro
Assicurare l'igiene
Assicurare i1 movimento
Assicurare l' eliminazione urinaria e intestinale
Assicurare l'alimentazione e l'idratazione
Assicurare il riposo e il sonno
Assicurare la respirazione
Assicurare la funzione cardiocircolatoria
Applicare le procedure terapeutiche
Eseguire le procedure diagnostiche

cap.
cap.
cap.
cap.
cap.
cap.
cap.
cap.
cap.
cap.
cap.

2
3
4
5
6
7
8
9
lO
11
12

Pi precisamente, ogni capitolo strutturato come segue. Dopo la Premessa e gli


spunti per effettuare la Raccolta dati sul bisogno compare il titolo di ogni para
grafo che corrisponde all' Atto preceduto dalla dicitura Procedimento tecnico
seguita dalla finalit. Le parti successive, comuni ad ogni Procedimento tecnico,
sono intitolate: Obiettivi didattici (in aggiunta a quelli generali del capitolo),

Definizione e scopo/i, Conoscenze finalizzate alla tecnica, Atti di supporto e,


infine, Procedura.
Per quanto riguarda gli obiettivi didattici, si scelto di avere presente non solo il
raggiungimento delle performance tecniche e manuali da parte dello Studente, ma
di insistere sulla verifica delle conoscenze necessarie al professionista per essere
sempre in grado di decidere sul "quando, dove, quale e come" delle tecniche infer
mieristiche. Negli obiettivi da raggiungere sono sempre implicate sia la sfera cogni
tiva che quella motoria e, se non emergono particolarmente
la valutazione degli
atteggiamenti, della qualit della relazione con la persona e i princpi etici e deonto
logici, solo perch pareva una forzatura la loro valutazione in situazioni simulate.
L'intento, comunque, stato quello di formulare obiettivi anche raggiungibili diret
tamente presso le sedi del tirocinio clinico.
Nelle Conoscenze finalizzate alla tecnica si inteso selezionare gli elementi
cognitivi minimi di riferimento che sono pi approfonditamente
trattati in altre
pubblicazioni e pi specificamente negli altri testi di questa Collana. Il fine stato
sempre la spiegazione delle tecniche e l'impiego del testo per l'insegnamento
e
apprendimento tecnico-pratico (sala esercitazione, unit operative).
Negli Atti di supporto prevista anche l'elencazione del materiale occorrente per
eseguire l'Atto infermieristico. Viste le differenze esistenti nell' uso di materiale fra
diverse realt operative, si tralasciato di specificare dettagliatamente
le caratteri
stiche del materiale lasciando ai Docenti di declinare le indicazioni e integrare le
spiegazioni. Ad esempio, ove non specificato, i guanti sono sempre mO/lOUSO; il
materiale il polietilene (meno costoso) o il/alTice, a volte specificamente richiesto
per le sue caratteristiche.
Al termine di ogni capitolo compaiono la bibliografia di riferimento, schede di
autovalutazione utilizzate per valutare l'apprendimento delle abilit da parte degli
studenti o dei brevi test di autovalutazione. La definizione accurata degli obiettivi

XI

Prefazione

specifici consente infatti agli Studenti e ai Docenti di costruire agilmente pi di 500


domande di valutazione dell' apprendimento teorico-pratico.
Al termine del testo si deciso di allegare le Schede tecniche sui seguenti argo
menti: I) Igiene e sicurezza dell'infermiere;
II) Detergenti, disinfettanti e antisetti
ci; III) Sterilizzazione;
IV) Lavaggio delle mani; V) Uso dei guanti; VI)
Rifacimento del letto libero; VII) Rifacimento del letto occupato; VIII) Strumenti
chirurgici comunemente impiegati nell' assistenza infermieristica.
Infine, sono state riportate le pagine comprensive di tutte le Azioni e gli Atti per
ogni Prestazione infermieristica dal testo di Marisa Cantarelli.
Un testo come questo non pu che risentire, oltre che dello stato attuale delle cono
scenze, delle diverse esperienze cliniche degli Autori all'interno di differenti ambiti
sanitari. Per renderlo uno strumento sempre pi utile e adeguato alla realt italiana
confidiamo nei suggerimenti e pareri da parte di tutti i Colleghi. In ogni caso si
vuole concludere questa prefazione sottolineando calorosamente
l'ineliminabile
ruolo dell'Infermiere docente che solo pu insegnare l'Assistenza infermieristica,
disciplina e arte, alle nuove generazioni di professionisti.
Questa pubblicazione non avrebbe mai visto la luce senza il collegiale lavoro degli
Autori, fra i quali Antonio Galantino ha anche dovuto trasferire in ambito profes
sionale il suo interesse per la fotografia. Si ringraziano in particolare i colleghi
Diego Brambilla (Autore delle schede), Giliola Baccin e Nadia Bosio e i disponibi
lissimi e bravissimi disegnatori: Claudio Pertile e Margherita Sironi.
CECILIA SIRONI

XII

Autori
Presentazione
Prefazione

. Pago V
.
VII
.
IX

della Collana

Capitolo 1 - DISCIPLINA E TECNICA INFERMIERISTICA


1.1 Insegnamento clinico e qualit dell'assistenza infermieristica
1.2 Il nesso tra disciplina e tecnica inferrnieristica
1.3 Le tecniche inferrnieristiche nella formazione dell'infermiere
Bibliografia

Test di autovalutazione

.
.
.
.

S
9
IO

Capitolo 2 - ASSICURARE L'INTERAZIONE


NELLA COMUNICAZIONE

2.1
2.2
2.3
2.4
2.5
2.6

.............................................................

Fornire stimoli sensoriali (Sostituire)....


...
Utilizzare e/o far utilizzare la comunicazione mimica
e gestuale (Sostituire) .....................................................................................
Fornire/utilizzare mezzi e tecniche che consentono la comunicazione
orale e scritta (Compensare)...........................................................................
Intraprendere e/o mantenere linterazione con la persona (Sostenere) ..........
Intraprendere e/o mantenere I" interazione con le persone
significative (Sostenere) .................................................................................
Incoraggiare l'espressione orale di eventi e situazioni che preoccupano
la persona assistita e/o le persone significative (Sostenere) ...........................

Il
13
IS

16
17
17
17

Bihliog rafia...............................................................................................................
Test di autovalutazione

20

Capitolo 3 - ASSICURARE UN AMBIENTE SICURO


3.1 Indicare i comportamenti e le modalit per evitare i traumi
e le cadute (Guidare)
3.2 Indicare i comportamenti e le modalit per evitare
avvclenamenti/intossicazioni (Guidare)
:.......
3.3 Indicare i comportamenti e le modalit per intervenire
sul rnicroclirna (Guidare)
3.4
Predisporre i locali per lisolatnento (Sostituire)............................................
3.S
Insegnare come predisporre i locali per I" isolamento (Guidore)....................

23

2S

21

28

XIII

30
32
39

Indice

Bibliografia
Test di autovalutazione
Capitolo 4 - ASSICURARE
L'IGIENE
4.1
Aiutare la persona a farsi il bagno o la doccia (Compensare)
4.2
Eseguire il bagno o la doccia (Sostituire)
4.3
Lavare i capelli - Pettinare (Sostituire)
4.4 Eseguire il pediluvio (Sostituire)
4.5
Aiutare la persona a lavarsi il viso e le mani (Compensare)
4.6
Lavare il viso e le mani (Sostituire)
Igiene degli occhi (58). Igiene del naso (60). Igiene delle orecchie (61).
4.7
Eseguire l'igiene perineale (Sostituire)
4.8
Aiutare la persona nell' igiene orale (Compensare)
4.9
Eseguire l'igiene orale (Sostituire)
Togliere, pulire e mettere le protesi dentarie (68).
4. IO Radere (Sostituire)
4.11 Tagliare le unghie (Sostituire)
4.12 Togliere/mettere gli indumenti (Sostituire)

4.13
4.14

.
.
.
.
.
.

.
.
.

62

64

.
.
.

69
71
72

77

79
80
81
83

Togliere/mettere gli indumenti (parte superiore) (73). Togliere/mettere gli


indumenti (parte inferiore) (77).
Insegnare i princpi con cui effettuare l'igiene e la cura del corpo (Guidare) ....
Fornire il consueto materiale per l'igiene o materiali
e prodotti particolari (Sostenere)
.

Bibliografia
Scheda di valutazione
Scheda di valutazione

del procedimento
del procedimento

tecnico: eseguire l'igiene perineale


tecnico: eseguire l'igiene orale

Capitolo 5 - ASSICURARE IL MOVIMENTO


5.1
Aiutare la persona nella deambulazione (Compensare)
5.2
Posizionare e/o mantenere la persona supina (Sostituire)
5.3
Posizionare e/o mantenere la persona in decubito laterale (Sostituire)
5.4 Posizionare e/o mantenere la persona in decubito prono (Sostituire)
5.5 Posizionare e/o mantenere la persona semi seduta (Sostituire)
5.6
Trasferire la persona dal letto alla poltrona/carrozzina (Sostituire)
5.7
Trasferire la persona dal letto alla barella e/o viceversa (Sostituire)
Bibliografia
Scheda di valutazione del procedimento tecnico: posizionare e/o mantenere
la persona/trasferire
la persona dal letto alla
Capitolo 6 - ASSICURARE L'ELIMINAZIONE

6.1
6.2
6.3

6.4
6.5

6.6
6.7

URINARIA

E INTESTINALE

Rilevare i caratteri delle feci e dell'evacuazione (extra finalit)


Rilevare i caratteri della diuresi e della minzione textra finaliti
Rilevazione della diuresi (123). Misurazione della diuresi oraria (124).
Eseguire lo svuotamento manuale dell'ampolla rettale (Sostituire)
Eseguire il clistere evacuativo (Sostituire)
Eseguire il cateterismo vescicale (Sostituire)
Rimozione del catetere vescicale ( 136).
Applicare ausili per la raccolta/drenaggio dei residui organici (Compensare)
Indicare i comportamenti che favoriscono una eliminazione
regolare (Guidare)

Bibliografia
Scheda di valutazione del procedimento tecnico: eseguire il clistere evacuativo
Scheda di valutazione del procedimento tecnico: eseguire il cateterismo vescica le

XIV

.
.
.

47
49
52
55
56
57

65

Indice

Capitolo

7 - ASSICURARE L'ALIMENTAZIONE

E L'IDRATAZIONE

149

7.1 Rilevare peso e/o altezza (extrafinalit)


CapitoloIntrodurre
9 - ASSICURARE
RESPIRAZIONE
7.2
il sondino LA
nasogastrico
(Sostituire)
Rimozione del sondino nasogastrico (156).
7.3
7.4

7.5
7.6
7.7

Somministrare alimenti e/o liquidi tramite sondino (Sostituire)


Imboccare (Compensare)
Fornire i normali mezzi che consentono di portare il cibo e le bevande
alla bocca e/o quelli che consentono di mangiare e
bere senza sbavare (Sostenere)
Insegnare i comportamenti per favorire una alimentazione e idratazione
equilibrata (Guidare)
Monitorare il bilancio idrico (extra finalit)

Bibl iografia
Scheda di valutazione del procedimento tecnico:
introdurre il sondino naso gastrico

Capitolo 8 - ASSICURARE IL RIPOSO E IL SONNO


8.1 Indicare i comportamenti che favoriscono il riposo e il sonno (Guidare)
Bibliografia
Test di autovalutazione

.
..

151
179
153

.
.

156
159

161

.
.
.

162
164
170

171

173
175
177
178

.
.
.
.

9.1 Insegnare la pulizia della cannula tracheale


9.2 Pulire la cannula tracheale (Compensare)

(Guidare)

9.3
9.4
9.5

Aspirare le secrezioni delle prime vie aeree (Sostituire)


Far assumere una posizione di sicurezza (Sostituire)
Eseguire la ventilazione manuale con Ambu (Sostituire)
9.6 Rilevare i caratteri della respirazione (extrafinalit)
9.7 Insegnare alla persona come rilevare le caratteristiche
della respirazione (Guidare)
Bibliografia

.
.
.
.
.
.

181
183
185
187
189
191

193
194
195
197
200
202
204
206
209
213
220
221
225
226
231
232
233

Test di autovalutazione

Capitolo 10 - ASSICURARE LA FUNZIONE CARDIOCIRCOLATORIA


10.1 Applicare la borsa dell'acqua calda (Sostituire)
10.2 Applicare la borsa del ghiaccio o ghiaccio sintetico (Sostituire)
10.3 Applicare impacchi caldo-umidi (Sostituire)
10.4 Insegnare come utilizzare le applicazioni di caldo e freddo (Guidare)
10.5 Effettuare massaggio cardiaco esterno (Sostituire)
10.6 Rilevare la temperatura corporea (extra finalit)
10.7 Insegnare come rilevare la temperatura corporea (Guidare)
10.8 Rilevare la frequenza cardiaca (extra finali t)
10.9 Insegnare come rilevare la frequenza cardiaca (Guidare)
10.10Rilevare la pressione arteriosa (extra finalit)
10.11Insegnare come rilevare la pressione arteriosa (Guidare)

.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.

Bibliografia
Scheda di valutazione del procedimento
rilevare la pressione arteriosa

tecnico:

Capitolo 11 - APPLICARE LE PROCEDURE TERAPEUTICHE


11.1 Far assumere sostanze terapeutiche per via orale (Sostituire)
11.2 Far assumere sostanze terapeutiche attraverso sondino
nasogastrico (Sostituire)

235
243

245

.
.
.

XV

Indice

Il.3

Far assumere sostanze terapeutiche attraverso le mucose (Sostituire)


Il.3.1 - Somministrazione
sublinguale (248). Il.3.2 - Instillazioni oculari e
applicazione di pomate (249). Il.3.3 - Instillazioni nasali e applicazione
di pomate (251). I 1.3.4 - Instillazioni auricolari e applicazione
. di pomate (253). Il.3.5 - Applicazione di ovuli e candelette vaginali (254).
Il.3.6 - Applicazione di supposte (256).
Il.4
Far assumere sostanze terapeutiche per via transcutanea (Sostituire)
.
Il.5
Far assumere sostanze terapeutiche per via sottocutanea (Sostituire)
.
Il.6
Far assumere sostanze terapeutiche per via intramuscolare (Sostituire)
.
Il.7
Introdurre sostanze terapeutiche per via endovenosa (Sostituire)
.
Il.8
Introdurre e controllare i cateteri venosi periferici (Sostituire)
.
Il.9 Controllare i cateteri venosi centrali (Sostituire)
.
Il.10 Effettuare ossigenoterapia (Sostituire)
.
Il.11 Controllare i drenaggi (Sostituire)
.
Il.12 Effettuare fasciature (Sostituire)
.
Il.13 Medicare ferite (Sostituire)
.
Il.14 Preparare le sostanze terapeutiche per l' autosomministrazione
(Sostenere) ..
11.15 Insegnare ad ottenere il dosaggio delle sostanze terapeutiche (Guidare)
.
11.16 Insegnare le modalit di utilizzo dei materiali
e dei presidi sanitari (Guidare)
.
Bibliograjia
.
Test di autovalutationc
.

247

266
283
286
289
299
304
306
314
320
320
320
327
328

Somministrazio
ne
sottocutanea
(260).
Somministrazio
ne
intradermica
(263).

257

Capitolo

12 - ESEGUIRE LE PROCEDURE DIAGNOSTICHE

260

'

331

12.1
12.2
12.3
12.4

Eseguire ECG (Sostituire)


Raccogliere le urine (Sostituire)
Raccogliere le feci (Sostituire)
Insegnare le modalit per prelevare un campione
di feci e/o urine (Guidare)
12.5 Raccogliere le secrezioni (escreato) (Sostituire)
12.6 Eseguire tamponi per esami colturali (Sostituire)
12.7 Eseguire prelievo di sangue venoso (Sostituire)
12.8 Eseguire prelievo ematico capillare (Sostituire)
Bibliografia
Scheda di valutazione del procedimento tecnico:
eseguire prelievo di sangue VCI10S0
SCHEDE TECNICHE
I
Igiene e sicurezza de li' infermiere
II
Detergenti. disinfettanti ed antisettici
III
Sterilizzazione
IV
Lavaggio delle mani
V
U so dei guanti
VI
Rifacimento del letto libero
VI [ Rifacimento del letto occupato
VIII Strumenti chirurgici comunemente impiegati nell'assistenza

.
.
.
.
.
.
.
.
.
.

..
..
.
.
.
.
..
.

363
364
366
374
380
384
388
392

394

Bibliografia

396

Risposte ai test
Indice analitico

.
.

397
403

infermieristica

XVI

333
338
345

347
348
350
353
358
360

361

Alle Persone che in questi anni abbiamo assistito


e che ci hanno guidato a comprendere ogni giorno
ci di cui avevano bisogno.
Agli Studenti di ieri, di oggi e di domani,
perch sappiano fidarsi ancora dei "Maestri" appassionati
che incontreranno nel loro cammino professionale.
Ai nostri Cari che hanno collaborato,
nei pi svariati modi, alla realizzazione
di quest'opera.

il significato di tecnica nel linguaggio comune.


Definire, in un'ottica disciplinare, il significato di tecnica

Definire

infermieristica.
Indicare il legame esistente tra disciplina e tecnica infer
mieristica.
Con riferimento al modello delle prestazioni infermieristi
che, spiegare il nesso esistente tra tecnica infermieristica,
atto specifico dell'azione e procedimento tecnico.

Disciplina e tecnica infermieristica

(i) Le tre sfere "classiche" per le quali


si elaborano obiettivi educativi cogni
tivi, gestuali o psico-motori,
psico
affettivi o relazionali.

('l Vedi Devoto G., Oli c.c.. Il


Dizionario
della lingua italiana, Le
Monnier, Firenze, 1990, p. 1949.
(') Il riferimento in particolare all'in
segnamento che utilizza e sviluppa le
capacit critiche, di ragionamento e
logica implicite in qualsiasi processo
diagnostico (Experiential
Learning,
CriticaI Thinkingl. Si segnala qualche
esempio bibliografico sull'argomento
al termine di questo capitolo.

Diversi sono gli elementi che pongono l'insegnamento delle tecniche infer
mieristiche al centro dell' interesse dei professionisti infermieri ed in parti
colare di chi si occupa della loro formazione.
Se il processo di insegnamento-apprendimento si rivolge a persone (gli stu
denti) nella loro interezza, coinvolgendone caratteristiche biologiche e
cognitive, affettive ed emozionali, motorie e comportamentali C), anche
vero che la verifica di tale apprendimento non si pu che attuare nelle sedi
cliniche. Solo di fronte a problematiche reali da risolvere, a situazioni che
richiedono l'intervento diretto e magari immediato del professionista in fase
di formazione si pu valutare l'esito di tutto quanto stato insegnato in
diversi ambiti e discipline. Sottintesi ad ogni intervento infermieristico ci
sono complessi processi di analisi e sintesi, logica e ragionamento, intuizio
ne e creativit, selezione e decisione dei quali, specie in fase di formazione,
bene rendere consapevole lo studente.
La principale nemia sempre presente nelle sedi di tirocinio clinico, vin
colo oggettivo o retaggio di abitudini e usi passati, quella che possiamo
chiamare "cultura del fare". Ogni professionista utilizza strumenti, segue
norme, applica praticamente quanto appreso nel proprio ambito scientifi
co e disciplinare, senza dimenticare che la teoria legata all'arte.
Purtroppo, le degenerazioni in tecnicismo, fenomeno riscontrabile nel
l'ambito di diverse scienze e discipline, hanno nuociuto anche agli infer
mieri. Il termine "tecnico" viene ormai genericamente contrapposto, in
senso limitativo, a ci che pi teorico, pi "scientifico". Si tende a defi
nire il tecnico come una persona che sa fare, ma che possiede un tipo di
preparazione che esclude la formazione teorica. Oppure, al contrario, si
connota positi vamente il tecnico contrapponendolo ai teorici e ai profes
sionisti (2). Nella realt lavorativa quotidiana, quindi, importa ci che si
sa fare, si considerati per quanto si fa, incentivata la rapidit del fare.
Lo studente respira questo clima e tende a saltare subito i fondamentali
passi che portano al come fare per fare subito, fare presto, fare tanto.
Proprio su questi passaggi che portano alla decisione di come fare si
dovrebbe quindi insistere particolarmente nella programmazione delle
atti vi t didattiche.
Scopo di questo testo non quello di soffermarsi sugli aspetti pi teorici
dell' insegnamento clinico, per i quali si rimanda alla bibliografia esisten
te (3), ma di essere un concreto supporto nella programmazione e attua
zione di alcune attivit pi tecniche importanti per l'acquisizione di capa
cit di coordinamento motorio e di abilit manuali fondamentali per otte
nere un' assistenza infermieristica di qualit. L'obiettivo sintetico dell' in
segnamento delle tecniche inferrnieristiche garantire la qualit dell' assi
stenza infermieristica anche mediante l'elaborazione di linee guida e protocolli.
'
Ovviamente, il nesso delle tecniche con il "fare" dell' infermiere inevi
tabile. Quali allora le differenze rispetto a quanto si insegnava nelle
Scuole per Infermieri di qualche anno fa?

l'

\..

Disciplina e tecnica infermieristica

Nel linguaggio comune, il significato attribuito al termine "tecnica" quello


di un complesso di norme che regolano l'esercizio pratico e strumentale di
un'arte, di una scienza, di una attivit prof\ssio~~le. CI); ancora, quello di
serie di norme che regolano il concreto svolgirriento di un' attivit manuale
o intellettuale, sfruttando le conoscenze e le acquisizioni della scienza C).
Per meglio capire il nesso esistente tra disciplina e tecnica infermieristica
opportuno richiamare
l'attenzione
su alcuni elementi significativi,
gi
approfonditi nel l e nel 2 volume della Collana, proprio a partire dal con
cetto di professione e quindi di professione infermieristica.
Greenwood definisce una professione come gruppo organizzato avente
continui interscambi con la societ che forma la sua matrice, un gruppo che
compie la sua funzione sociale attraverso una rete di relazioni formali ed
"informali (6). Ogni professione trova la propria ragione d'essere, la propria
funzione sociale, i problemi ai quali applica la propria conoscenza nella
societ stessa; proprio per questo motivo deve esistere sempre una _precisa
rispondenza tra necessit sociali e servizio offerto dai professionisti.
Secondo l'approccio classico, ogni professione caratterizzata dalla compe
tenza tecnica esclusiva C), che delimita il campo di azione del professioni
sta, e dall'ideale di servizio, che orienta e guida il suo agire verso l'interesse
della persona. La competenza tecnica esclusiva rappresenta quindi lo speci
fico di ogni professione, il margine di operativit del professionista.
In tal senso, con riferimento alla professione infermieristica,
Cantarelli
afferma che ogni infermiere ha uno schema di riferimento, ognuno ha un
suo concetto della professione, ogni persona ha un suo modo di capire il
proprio ruolo. Tuttavia, se l'ideazione che si fa della propria professione
non abbastanza chiara, precisa, difficilmente si pu giungere a descriverla.
[...] Ecco l'importanza
di applicare alla professione infermieristica
uno
schema concettuale che definisca l'ambito specifico della professione, che
innalzi al massimo il suo ruolo di supporto per il raggiungimento dello stato
di indipendenza dell'individuo, e ne costituisca un riferimento al quale ogni
infermiere attinga per un possibile confronto C).
Il Modello delle prestazioni infermieristiche C) si inserisce in questo ambi
to, con l'obiettivo di rappresentare
un quadro concettuale di riferimento
della professione infermieristica
nella formazione, nel!' esercizio e nella
ncerca.
L'attivit professionale svolta dal! 'infermiere l'assistenza

infermieristica,
la quale si esplica con l'erogazione di prestazioni infermieristiche; essa

rap presenta il comportamento professionale, la manifestazione


tangibile
del l'applicazione della conoscenza disciplinare e della deontologia
professio nale. proprio l'insieme delle conoscenze disciplinari che guida
il profes sionista nel suo agire quotidiano. Una disciplina in quanto tale non
pu esi mersi, quindi, da una riflessione di tipo teorico-filosofico.
L'assistenza infermieristica pu configurarsi come una disciplina in quanto,
da un punto di vista epistemologico, ne possiede tutte le caratteristiche: il
campo materiale di studio, la compattezza del corpo di conoscenze, il meto-

(') Devoto G., Oli G.c., Op. cit., p.


1949.
C,)Zingarelli N., Vocabolario della lin
gua italiana, Zan ichell i, Bologna,
1984, p. 1%9.
(lo) Prandstraller G.P" Sociologia delle
professioni, Citt Nuova, Roma, 1980,
p.104,

Cl Tousijn W., Sociologia delle profes


sioni, Il Mulino, Bologna, 1979, p.
133,
(") Cantarelli M., Un modello professio
nale per l'essistenz infermieristica: il
passaggio da un'essistenze per mansio
ni ad un'assistenza per prestazioni! Atti
. del Convegno della Scuola Univer
sitaria di Discipline Infermieristiche,
Universit degli Studi di Milano,
Milano, 2-3 ottobre 1987, Quaderno n.
2 della S.U.D.I., Tipografia Il Fiorino,
Milano, 1988! p. 21.
(,')Vedi Cantarelli M.! /I Modello delle
prestazioni infermieristiche, Masson,
Milano, 1997.

Disciplina e tecnica infermieristica

do (processo di assistenza infermieristica), lo scopo, il campo di applicabi


lit e una ragione storica di esistenza ('0).
Dalla diversa interpretazione e coniugazione dei quattro concetti fondamen
tali della disciplina infermieristica (uomo, ambiente, salute/malattia e assi
stenza infermieristica) nascono diverse elaborazioni disciplinari, sino a giun
gere, nell' ambito delle diverse Scuole di pensiero, ai diversi modelli teorici
di interpretazione del significato di assistenza infermieristica e di infermiere.
Il Modello delle prestazioni infermieristiche focalizza la sua attenzione sul
destinatario dell' assistenza infermieristica (la persona) e chiarisce in modo
inequivocabile la competenza tecnica esclusiva dell'infermiere
nell'eserci
zio professionale. La competenza tecnica esclusiva si traduce quindi nella
risposta ai bisogni di assistenza infermieristica che la persona manifesta;
bisogni intesi nelle loro componenti bio-fisiologica, psicologica e socio-cul
turale ('I).
L'individuazione dei bisogni di assistenza infermieristica nel Modello non
casuale; deriva dall' osservazione del "fare infermieristico",
rappresentato
dalle numerose attivit effettivamente svolte dall'infermiere.
La prestazione
infermieristica
risolve un bisogno specifico e viene definita come il
risultato conseguito mediante lo svolgimento di un complesso di azioni fra
loro coordinate, per risolvere un bisogno specifico manifestatosi in un citta
dino/malato ('2).
L'infermiere sceglie e finalizza la prestazione inferrnieristica alla risposta di
un bisogno di assistenza inferrnieristica, utilizzando azioni e atti individuati
in base alla valutazione del singolo caso, mediante un processo mentale
sistematico.
L'atto infermieristico,
per il suo significato intrinseco all'interno
del
Modello, non coincide con la semplice tecnica, ma pu essere espresso
attraverso un procedimento tecnico che la include. Solo se esiste tale
esplicitazione plausibile asserire che la tecnica infermieristica diventa
un mezzo con cui rispondere ai bisogni di assistenza infermieristica
della persona rispetto al continuum autonomia-dipendenza.
Alla luce di quanto detto, possibile rappresentare graficamente (Fig. 1. I) il
nesso esistente tra disciplina e tecnica infermieristica.
Nella figura 1.2 sono
schematizzati alcuni dei sottosistemi della disciplina infermieristica.

Disciplina
infermieristica
E., Storia e filosofia del
l'assistenza infermieristica,
Masson,
Milano, 1997, p. 165.
(''') Manzoni

~
Modello
concettuale
Tecnica
i nferm ieristica

(") Ibidem, pp. 168 e 185.


(") Cantarelli M., op. cit., p. 109.

Disciplina e tecnica infermieristica

L'obiettivo della professione infermieristica attraverso la formazione a qual


siasi livello (di base, permanente o complementare) quello di migliorare la
qualit dell' assistenza infermieristica, migliorare cio il modo in cui l' infer
miere eroga prestazioni di assistenza infermi eristica.
La formazione infermieristica deve assumersi, infatti, nella propria finalit,
la responsabilit sociale di creare un professionista in grado di esercitare
nella pratica un' assistenza infermieristica di qualit. Essa ha la responsabi
lit di definire e trasmettere lo specifico professionale: la competenza tecni
ca esclusiva del professionista infermiere.
Compito della formazione di base quello di far acquisire allo studente una
chiara identit professionale affinch possa espletare la propria attivit con
competenza, autonomia e responsabilit, ossia con professionalit. la pro
fessionalit che rende le persone capaci di ricercare e scegliere le modalit
pi adatte a conseguire specifici risultati.

Il paragrafo precedente ha sintetizzato lo sviluppo concettuale avvenuto in


questi anni all'interno della disciplina infermieristica che ha portato, unita
mente a quello di altre discipline e scienze ('3), a delle vere e proprie rivolu
zioni sia nel significato di "tecnica" che nell' utilizzo della stessa nell' eroga
re assistenza infermieristica. Si pensi ad esempio al materiale monouso e
sintetico che ha sostituito quello in vetro, metallo e fibre naturali; ai fattori
che hanno mutato i quadri infettivi, specie nosocomiali; al sempre pi rapi
do scambio di informazioni e dati che rende immediatamente applicabili i
risultati di ricerche svolte all'altro capo del mondo. Se, da un lato, si devono
quindi continuamente aggiornare i contenuti eliminando quelli che via via
risultano obsoleti, dall'altro non si deve per scordare la disomogeneit pre
sente da sempre nel nostro Paese proprio in ambito sanitario tra realt anche
molto vicine, magari addirittura tra unit operative della stessa Azienda
sanitaria. Ad esempio, le forniture di materiale, influenzate dalla variabilit
del mercato, dei costi e degli appalti, portano alla presenza di presdi anche
molto diversi nelle varie sedi lavorative. Indubbiamente si potr valutare la
riuscita della formazione del futuro professionista anche dalla sua capacit

(' l) La tecnologia proprio lo studio


delle scienze applicate "con partico
lare riferimento ai diversi procedimen
ti per la trasformazione della materia
prima in prodotti di impiego o di con
sumo (Devoto G., Oli G.c., op. cit.,
p.1949).

Disciplina e tecnica infermieristica

di rispondere ai bisogni di assistenza infermieristica delle persone salvando


i princpi scientifici fondamentali nel suo agire quotidiano, nonostante le
limitazioni nella disponibilit di materiale sanitario e, pi in generale, delle
risorse che gli verranno messe a disposizione. Dopo tutto, non si cerca di
trasmettere da diversi anni il metodo scientifico di soluzione dei problemi?
Se importante insegnare e aggiornare continuamente le tecniche infer
mieristiche per l'evidente positiva ricaduta sulla qualit dell'assistenza,
il "salto" di qualit da operare nel loro insegnamento riguarda la collo
cazione, la modalit di insegnamento e quindi il loro ruolo al! 'interno
del curricolo formativo dell 'infermiere.
Il principale elemento caratterizzante la formazione infermieristica in uni
versit la scelta, da parte dei docenti infermieri, dei tutor e degli assistenti
di tirocinio C-l) o altre figure previste nei protocolli d'intesa, di un unico
Modello concettuale infermieristico per orientare tutta la programmazione
didattica teorico-pratica. L'ideale poi che gli studenti possano lavorare e
quindi fare diretta esperienza dell' impiego dello stesso Modello, con meto
do e strumenti ad esso coerenti, nelle sedi operative che frequenteranno
durante il corso. L'acquisizione delle tecniche infermieristiche rientra in
questo percorso formativo e ne condivide totalmente le caratteristiche: come
il metodo disciplinare utilizza propri strumenti e tecniche (l'I), cos il metodo
(mA, mB, mC, ...) orientato da un Modello concettuale ben preciso determi
na gli strumenti (sA, sB, sC, ...) e colloca le tecniche in un modo peculiare e
unico (Fig. 1.3).
L'apprendimento delle tecniche infermieristiche risulta in questo modo
contestualizzato e facilitato perch collocato nello stesso ambito teorico del
professionista anche grazie all'impiego di un linguaggio chiaro e univoco.
L'infermiere sceglie le azioni, gli atti, le loro modalit e i tempi di esecu
zione in base al continuum A +-+ D e alle caratteristiche peculiari di ogni
persona.

Disciplina infermieristica

Modello
concettuale

('1) Questi termini fanno riferimento


alla realt lombarda, nella quale, ad
oggi, sono stati individuate due figure
per seguire le esperienze cliniche
degli studenti: il tutor e l'assistente di
tirocinio (Regione Lombardia, Linee
guida per la stesura del protocollo
d'intesa tra la regione Lombardia e le
Universit lombarde per l'attivazione
del corso di diploma universitario in
Scienze infermieristichc,
marzo
1995).

Modello
concettuale D

mA

mB

me

mD

1.\

Modello
concettuale

sA sA sA

(' ,) Manzoni E., op. cit., p. 169.

Modello
concettuale

1.\ 1+\\ 1.\

sB sB sB

se se se se

sO sO sO

Disciplina e tecnica infermieristica

Questa congruenza presuppone una omogenea ed elevata preparazione di


docenti e infermieri a diversi livelli e una diffusa sensibilizzazione
verso la
ricerca infermicristica. Ottenere questi risultati richiede numerosi anni, ma
la chiarezza di finalit e obiettivi porta a dei risultati positivi per la soddi
sfazione delle persone assistite e dei professionisti
(6) che giustificano
senz' altro le risorse professionali e motivazionali impiegate.
Ma in questa cornice come insegnare le tecniche infermieristiche?
Le attuali variabili di contesto dell' ambito formativo infermieristico e del
Servizio sanitario in cui si svolgono prevalentemente
i tirocini porta a sug
gerire di scorporare completamente
l'insegnamento
degli aspetti tecnico
pratici da quello degli aspetti teorici, pur garantendo una complementarit
con gli stessi.
I vantaggi di tale opzione risultano essere:
- chiarezza per lo studente della collocazione delle tecniche all' interno
della Disciplina infermieristica come mezzo per rispondere ai bisogni di
assistenza infermieristica
rispetto al continuum autonomia-dipendenza
della persona;
- consapevolezza di quali aspetti della tecnica possibile delegare a chi
(persona, persone significative, altri operatori) e in quali situazioni;
- elasticit nell'impiego del monte ore a disposizione per il tirocinio e le
attivit programmate al suo interno;
- chiarezza sul ruolo dello studente quale futuro professionista che si pre
para, prima di "fare", per espletare con consapevolezza
e al meglio quel
le attivit tecniche che richiedono una buona padronanza gestuale e spe
cifiche abilit psico-motorie;
- autonomia ma integrazione e complementarit
con i contenuti via via
insegnati e appresi nei corsi teorici delle discipline afferenti ai vari corsi
integrati;
- il qualificato insegnamento delle tecniche in tutto il triennio consente di
evitare il possibile rischio insito nel passaggio alla formazione universi
taria: eccesso di teoria a scapito della pratica;
- migliorare nello studente la capacit di comprendere o fissare i contenuti
teorici e di verificare le motivazioni dell'iter di studio intrapreso attra
verso un approccio con gli aspetti applicativi della professione scelta. A
questo proposito ineliminabile il rapporto tra docenti infermieri titolari
dei corsi e gli altri infermieri che svolgono attivit formative nei con
fronti degli studenti. Risulta impagabile il mirato impiego dell' esperien
za clinica degli infermieri (docenti, tutor e assistenti di tirocinio) per
consentire l'acquisizione di una chiara identit professionale.
Non questa la sede per entrare nel merito delle varie fasi della progettazio
ne degli interventi didattici. Seguiranno solo alcune brevi considerazioni
sugli obiettivi, l'uso di audiovisivi e la valutazione dell'apprendimento.
L'elaborazione di obiettivi di tirocinio, congruenti con il Modello teorico
adottato e quindi con l'insegnamento dei corsi infermieristici teorici, fon
damentale per avere garanzie sulla qualit della formazione. La logica sotte
sa agli obiettivi deve essere triennale, rispondente alla finalit del corso, pre
vedere quindi obiettivi generali, intermedi e specifici per l'insegnamento
delle tecniche previste. Proprio per l'elaborazione di questi ultimi, il docente

(",) Ci si riferisce ai risultati di ricerche


infermieristiche: si veda ad esempio la
ricerca finalizzata
della regione
Lombardia n. 737 condotta presso
l'Ospedale di Circolo di Varese dalla
Scuola per infermieri professionali
con la collaborazione di colleghi del
Servizio infermieristico e dell'Unit
operativa
di Gastroenterologia
(Miglioramento della qualit,,! della for
mazione infermieristica
mediante
l'impiego di un modello professionale
per l'assistenza infermieristica) negl i
anni 1994/95, l'estratto della ricerca
Individuazione di un modello profes
sionale per la valorizzazione della
figura infermieristica e la giornata di
Convegno su La soddisfazione della
persona nell'assistenza infermieristica
promosso dalla Scuola Universitaria
di Discipline
Infermieristiche,
Universit degli Studi di Milano,
Milano, 27 giugno 1997.

Disciplina e tecnica infermieristica

Spiegazione
della tecnica

_..

Mezzi
audiovisivi

_..

Simulazione
esercitazione

_..

Tirocinio
clinico

dovrebbe effettuare una sorta di "mediazione pedagogica" che permetta di


integrare l'aspetto formale (livelli di apprendimento) con quello materiale
(contenuti disciplinari) ('7). La revisione degli obietti vi dovrebbe essere
annuale, anche se la loro verifica risulta di fatto continua.
Un insostituibile mezzo per l'insegnamento e l'apprendimento delle tecni
che l'uso mirato di strumenti audiovisivi. Per lo studente inesperto l'uti
lizzo di questi mezzi didattici che mostrano la realt o situazioni realisti
che collocabile tra il momento teorico della spiegazione della tecnica
finalizzata all' esecuzione degli atti e l'effettuazione di simulazioni/eserci
tazioni che anticipano l'applicazione diretta nelle sedi di tirocinio (Fig.
1.4 ).

Il primo passo, per chi programma le attivit didattiche, conoscere l'esi


stente; se non si pu disporre di materiale adeguato, l'ideale costruirlo.
In ogni caso resta l'indicazione di impiegarlo ad hoc e non perch sempli
cemente a disposizione o pu sostituire l'intervento dell' infermiere nella
spiegazione della tecnica.
La valutazione dei risultati in termini di performance raggiunte dagli stu
denti (raggiungimento degli obiettivi specifici) un momento particolar
mente significativo. L'uso dei rinforzi e l'apprendimento dall'errore, l'im
piego di schede di osservazione delle tecniche e frequenti prove pratiche
in itinere, aiutano lo studente ad essere consapevole della qualit dei pro
pri interventi assistenziali. Anche i continui richiami ai contenuti teorici di
tutte le discipline trovano il campo ideale per l'integrazione nelle sedi di
tirocinio e durante le attivit tecnico-pratiche.
L'impiego di diverse modalit di valutazione, la costruzione di strumenti,
la variet e l'accordo dei valutatori, forniscono garanzie del raggiungi
mento di un importante obiettivo di chi forma un professionista che opera
sull 'uomo: far comprendere agli studenti durante il corso gli aspetti da
migliorare.

Baldacci M. r Insegnare per obietti


vi cognitivi, EIT, Teramo, 1990, pp.
85-95.

(17)

Nel concludere questo capitolo si vuole sottolineare la necessit di solleci


tare continuamente gli studenti a utilizzare le conoscenze etiche e deonto
logiche e rifletterle nelle situazioni reali incontrate. Competenza, autono
mia e responsabilit possono restare parole vuote senza un' adeguata e
costante riflessione sul "saper essere", che implica l'assunzione di modelli
positivi sia professionali che umani. La sfida e il rischio impliciti nell'e
ducazione riguardano proprio il come far acquisire il senso di responsabi
lit che porta il professionista ad operare sempre al meglio.
Per chi insegna, come per chi svolge una professione di responsabilit e a
contatto diretto con persone di ogni et, etnia, cultura ed estrazione socia
le come quella infermieristica, una buona regola da perseguire quella di
non accontentarsi mai: non mai troppo ci che si fa per gli altri perch
porta a incommensurabili benefici per s.

Disciplina e tecnica infermieristica

Burnard P., Learning Human Skills, Butterworth-Heinernann,


Oxford, 1990.
Cantarelli M., Un modello professionale per l'assistenza infermieristica:
il passag
gio da un 'assistenza per mansioni ad un 'assistenza per prestazioni,
Atti del
Convegno della Scuola Universitaria di Discipline Infermieristiche,
Universit
degli Studi di Milano, Milano, 2-3 ottobre 1987, Quaderno n. 2 della S.U.D.I.,
Tipografia Il Fiorino, Milano, 1988.
Cantarelli M., Il Modello delle prestazioni infermieristiche, Masson, Milano, 1997.
Castellucci A., Saiani L. et al., Viaggi guidati. Il tirocinio e il processo tutoriale
nelle professioni sociali e sanitarie, Franco Angeli, Milano, 1997 e bibliografia
ivi citata.
Manzoni E., Storia efilosofia dell'assistenza
infermieristica, Masson, Milano, 1997.
Nursing Education, voI. 35, n. I, January 1996 (Special Issue: Critical Thinking
Revisitedi; voI. 36, n. l, January 1997 (Special Issue: Critical Thinking).
Prandstraller G.P., Sociologia delle professioni, Citt Nuova, Roma, 1980.
Scuola Universitaria di Discipline Infermieristiche,
Universit degli Studi di Milano,
Proposta di ordinamento
didattico universitario
relativamente
al corso di
diploma universitario in Scienze infermieristiche,
Milano, 16 giugno 1993, in
Abstract del Convegno su La Disciplina infermieristica.
Il Modello delle pre
stazioni infermieristiche.
Sironi C; Malinverno E., Colombo A., Quale percorso disciplinare infermieristico
ali 'interno della tabella XVIII/ter-04?, L'Infermiere dirigente, n. I, 1998.
Sironi C; Grippaldi G. et al., I Tutor e gli Assistenti di tirocinio degli studenti del
corso di diploma universitario in Scienze infermieristiche,
Professioni inferrnie
ristiche, anno 49, n. 3, 1996, pp. 22-40.
Tousijn W., Sociologia delle professioni, Il Mulino, Bologna, 1979.
Vita A.M., Ortelli S., Fiamminghi M., Il Modello delle prestazioni infermieristiche.
Un riferimento
concettuale
nella formazione
universitaria
di base.
Pianificazione dell'insegnamento,
Quaderno n. 6 della Scuola Universitaria di
Discipline Infermieristiche dell' Universit degli Studi di Milano, aprile 1993.

Disciplina e tecnica infermieristica

1. Scrivere cosa si intende per


tecnica nel linguaggio comune.
2. Dopo aver definito

i seguenti
termini/ spiegare il nesso che li
lega:
a. Tecnica infermieristica
b. Atto specifico dell'azione
c. Procedimento tecnico

esplicitazione plausibile asserire


che la
.
diventa un
.
con cui rispondere ai bisogni di
assistenza infermieristica
della
persona rispetto al continuum
autonom ia/d i pendenza.

4. Spiegare il nesso tra Disciplina


infermieristica,
Modelli
concet
tuali e tecniche infermieristiche.

3. Completare

il seguente brano
fondamentale
del capitolo
(ad ogni linea di puntini
corrispondo no una o due parole):

L'atto i nferm ieri stico, per i I


suo sign ificato i ntri nseco all'
interno del
, non coincide con la semplice
tecnica, ma pu essere espresso
attraverso un
che la include.
Solo se esiste
tale

lO

5. Fornire

una definizione
pria di professionalit.

6. A quali conoscenze

pro

imprescin
dibili il professionista deve ricor
rere per rispondere
con compe
tenza/ autonomia e responsabilit
al mandato della societ?

Indicare le principali
variabili
riconducibili
ai quattro
concetti fondamentali
della Disciplina
infermieristica
utili per raccogliere i dati sul bisogno di interazione nella
comunicazione.
Elencare gl i Atti trattati i n questo capitolo per assicurare
l'interazione
nella comunicazione
con riferimento
al

continuum autonom ia-d ipendenza.


Rispondere al bisogno di interazione nella comunicazio
ne della persona con i procedimenti tecnici descritti in
questo capitolo.

Assicurare l'interazione nella comunicazione

Premessa
Nel presente capitolo viene trattata la prestazione infermieristica Assicurare
l'interarione nella comunicazione. All'interno di tale trattazione si scelto
di non considerare l'azione Raccogliere dati finalizzati al!' assistenza infer
mieristica (mediante colloquio elo registrazione), in quanto approfondita in
numerosi testi come prima fase del processo di assistenza infermieristica e
in scritti di altre discipline per quanto riguarda l'ascolto, il colloquio e l'in
tervista al fine dell' utilizzo nei loro contesti specifici.
Dell' azione Illustrare alla persona i fattori che possono influenzare l'inte
razione e la comunicazione (indirizzare), si forniscono i contenuti nella rac
colta dati sul bisogno di interazione nella comunicazione.
L'ordine con cui sono state esposte le tre azioni che costituiscono questo
capitolo il seguente:
Sostituire: Usare mezzi e metodi in sostituzione della comunicazione verbale
Compensare: Aiutare la persona nel trasmettere e comprendere i messaggi
Sostenere: Favorire la comunicazione verbale
Vista la somiglianza della situazione relazionale agli atti Intraprendere e/o
mantenere l'interarione con la persona e Intraprendere e/o mantenere l'in
terazione con le persone significative, corrisponde un unico procedimento
tecnico.

Raccolta dati sul bisogno di interazione nella comunicazione

(') Cantarelli
M., Il Modello delle pre
stazioni infermieristiche,
Masson,
Milano, 1997, p.117.
(i) Sironi

c..

Il Counselling infermieri

stico, in C.C. Bellotti, M.L. Bellani, Il


Counselling nell'infezione da HIV e
nell'AIDS, McCraw-H
1997, p. 546.

i Il, Milano,

La capacit comunicativa costituisce uno degli strumenti fondamentali che


l'infermiere deve possedere per entrare in relazione con la persona, racco
gliere i dati riguardo ai suoi bisogni e proseguire nell' applicazione del meto
do disciplinare. Per questo opportuno che il professionista rifletta sulle sue
caratteristiche personali e su quelle che dovrebbe acquisire e sviluppare, spe
cie in merito alle abilit relazionali, a partire dalla formazione di base.
La comunicazione costituisce, all'interno del Modello concettuale delle pre
stazioni infermieristiche, uno degli elementi trasversali C). Si ricorda, inol
tre, che per mettere a proprio agio la persona durante l'interazione e per
condurre un colloquio mirato ad evidenziare la presenza dei bisogni di assi
stenza infermieristica, non mai irrilevante l'ambiente fisico nel quale si
instaura la relazione, specie se nella sua fase iniziale.
Per identificare il bisogno di assistenza infermieristica di interazione nella
comunicazione, l'infermiere effettua una raccolta dei dati riconducibili alle
variabili bio-fisiologiche, psicologiche e socioculturali della persona.
L'approccio analitico-riduzionista/bio-medico, prevalente nelle realt assi
stenziali, influenza la raccolta dati inerente a questo bisogno. La conseguen
za inevitabile la non individuazione delle richieste di aiuto che la persona,
in modo pi o meno manifesto, esprime nelle diverse situazioni. Tali richie
ste riguardano non solo il bisogno di interazione nella comunicazione, ma
tutti i bisogni di assistenza infermieristica e possono essere misconosciute
se il professionista non instaura una relazione di aiuto efficace basata, oltre
che sulla competenza professionale, su quella umana C).
Fra le variabili bio-fisiologiche, evidente la rilevanza dello stadio evolutivo

12

Assicurare l'interazione nella comunicazione

della persona. Il generale miglioramento delle conoscenze ha contribuito a


dissipare1'erronea convinzione che il neonato non sia in grado di comunicare
O. Nel corso della vita si passa dall'Iniziale utilizzo del pianto e del
tono muscolaredel neonato (rigidit, rilassamento), alla graduale acquisizione
del linguaggiodel bambino fino alla diminuzione della funzionalit degli
organi di senso con evidenti influssi sulla capacit di comunicare dell'
anziano. La presenzadi alterazioni organiche un ulteriore fattore
influenzante la comu nicazione. Esempi significativi sono rappresentati dalle
persone con dolore, intubazione tracheale (con diversi possibili livelli di
coscienza), grave diffi colt respiratoria, patologie a carico degli organi di
senso, demenze e afasie, patologie psichiatriche, interventi chirurgici
mutilanti (laringectomia totale) e). Anche l'assunzione di farmaci e di
sostanze psicotrope (alcol, stupefa
centi) pu influenzare la comunicazione sia nell' espressione che nella com
prensione.
Le caratteristiche della personalit, cos come la situazione emozionale
(depressione/eccitazione,ansia, paura, felicit, ecc.), differenziano le modalit
e la volont di entrare in relazione. Il primo passo quello di rendersi conto di
questidiversi stati grazie all'ascolto e all'attenta osservazione delle manifesta
zioninon verbali della persona (gestualit, distanza, mimica facciale, sguardo,
tonodella voce). Solo cos sar possibile effettuare una raccolta dati completa.
Anche le abitudini personali rispetto al soddisfacimento di questo bisogno
(numerodi persone con le quali la persona entra normalmente in relazione;
adozioneabituale di comportamenti favorenti la comunicazione, quali interes
si condivisi con altre persone o gruppi o adesione ad associazioni culturali o
sportive,ecc.) forniscono indicazioni utili per rilevarne la presenza. La raccol
ta dati, inoltre, deve comprendere un'indagine sulla composizione del nucleo
familiare, sull' attivit lavorativa, sulla rete amicale, sul tempo libero. La
conoscenzadi precedenti esperienze in ambito sanitario o assistenziale, maga
ri con carenze di informazione e comunicazione da parte degli operatori, risul
ta essenzialeper comprendere il comportamento attuale della persona.
L'insieme di tutti questi aspetti pu condizionare positivamente o negativa
mentela risposta autonoma al bisogno.
L'elaborazione di tutti i dati raccolti consente all'infermiere di individua
re 1'eventuale presenza del bisogno di assistenza infermieristica di inte
razione nella comunicazione e a che livello del continuum autonomia
dipendenza la persona si colloca in quel momento.

Procedimento tecnico (finalit:

Sostituire)

Obiettivi didattici

(') Ortelli s., Metodologia infermieri


stica applicata,
Masson, Milano,
1997, pp. 93-96 e 126-130.

l. Definire cosa si intende per fornire stimoli sensoriali a una persona.


2.Elencare almeno 4 situazioni assistenziali nelle quali opportuno fornire
stimoli sensoriali.

(") Redigolo
D., Kaldor K., Illica
Magrini R., Il processo comunicativo
nella relazione
di aiuto, Rosini,
Firenze, 1994, pp. 227-265.

13

Assicurare /'interazione nella comunicazione

3. Esemplificare ognuno dei seguenti tipi di stimoli che possibile fornire


alla persona:
- uditivi;
olfattivi;
- tattili;

- termici.
4. Spiegare attraverso quali strumenti possibile fornire stimoli sensoriali
alla persona.
5. Fornire stimoli sensoriali ad una persona in una situazione reale.

Definizione e scopo
Per fornire stimoli sensoriali si intende sottoporre la persona a delle solleci
tazioni di diversa natura (verbali e non verbali) per mantenere la
relazione/comunicazione.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


L'infermiere, nel corso della sua attivit, pu imbattersi in situazioni
nelle quali la persona presenta alterazioni del livello di coscienza che
condizionano le sue possibilit espressive e di comprensione (alterazio
ne della vita di relazione). Alcune situazioni nelle quali opportuno for
nire stimoli sensoriali riguardano l'assistenza a persone in stato comato
so, sia in unit operative ad alta intensivit (unit coronarica, terapia
intensiva), sia di medicina, neurologia, geriatria, post-operatorie neuro
chirurgiche.
possibile fornire stimoli uditivi utilizzando diversi toni di voce anche
di familiari e persone significative; nastri magnetici con voci, rumori,
suoni, musiche conosciute dalla persona. Nessuna di queste fonti sonore,
tuttavia, pu sostituire il continuo stimolo costituito dalle parole che gli
infermieri rivolgono costantemente alla persona durante l'esecuzione
delle attivit assistenziali quotidiane.
Per comunicare utilizzando l'olfatto si possono impiegare aromi, profu
mi, essenze particolarmente intense, senza tralasciare quelle preferite
dalla persona o connesse al suo ambiente di vita (ad es., cibo preferito,
profumo o dopobarba). Tali stimolazioni possono evocare la presenza di
persone care o situazioni piacevoli gi vissute che, in quanto tali, agi
scono in senso positivo sulla persona.
Gli stimoli tatti li sono costituiti essenzialmente dalle modalit di mani
polazione del corpo della persona durante le normali attivit quotidiane
(ad es., igiene, mobilizzazione). Fra i vari effetti dell'uso finalizzato del
tocco si trova quello di contrastare la monotonia percettiva tipica degli
ambienti ad alta tecnologia e di comunicare alla persona attenzione,
accettazione, empatia, tranquillit (o frettal).
Si pu facilmente utilizzare il momento dell' igiene personale per pro
durre delle stimolazioni termiche mediante opportune variazioni della
temperatura dell' acqua.
Un'ultima considerazione riguarda l'importanza di alternare i vari sti
moli forniti alla persona nell' arco della giornata.

14

Assicurare l'interazione nella comunicazione

Procedura per fornire stimoli uditivi

Spiegare ai familiari l'importanza di fornire degli stimoli uditivi mirati


alla persona incosciente e chiedere la loro collaborazione.
Chiedere ai familiari di portare un registratore e delle cassette contenenti
rumori, suoni familiari e musiche preferite dalla persona.
Recarsi dalla persona con registratore e cassette.
Applicare cuffia o auricolari alla persona e mettere in funzione il registra
tore con un volume medio.
Chiedere al familiare presente di osservare la persona, di comunicare le
sue reazioni e, se possibile, di individuare il particolare stimolo uditivo
che le ha provocate.

Procedimentotecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
l. Definire cosa si intende per utilizzare e/o far utilizzare la comunicazione

mimica e gestuale.
2. Elencare almeno 4 situazioni assistenziali nelle quali indicato utilizzare
e/o far utilizzare la comunicazione mimica e gestuale.
3. Fornire almeno 3 esempi di modalit di comunicazione mimica e gestuale
che possibile impiegare in sostituzione della comunicazione verbale.
4. Utilizzare e/o far utilizzare la comunicazione mimica e gestuale ad una
persona in una situazione reale.

Definizionee scopo
Per utilizzaree/o far utilizzare la comunicazione mimica e gestuale si intende
instaurare e mantenere la relazione con la persona mediante l'impiego di gesti e
atteggiamenti espressivi e significativi del messaggio che si intende comunicare.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


In presenza di una persona che non in grado di parlare, necessario ricor
rere a modalit alternative caratterizzate dall'impiego
di gestualit e atteg
giamenti di cui si segnalano quelli di pi comune impiego.
Se la persona in grado di eseguire semplici movimenti, pu essere invitata
ad utilizzare, rievocandolo dai tempi della sua fanciullezza,
una sorta di
alfabeto muto, anche aiutandosi inizialmente con delle tabelle rappresentan
ti le lettere dell' alfabeto. possibile anche stabilire con la persona il signifi
cato di alcuni semplici gesti da utilizzare reciprocamente
nella comunica
zione (ad es., ad una sola apertura e chiusura degli occhi pu corrispondere
il "s", a due il "no"). I gesti verranno ovviamente scelti in base alle capacit
funzionali residue della persona e alla sua facilit ad eseguirli.

15

Assicurare l'interazione nella comunicazione

All' impiego di mimica e gestualit possono essere inoltre associati tabelloni


con parole ed espressioni di uso corrente o disegni rappresentanti oggetti di
uso comune. La persona potr cos indicare di volta in volta ci che vuole
comunicare o l'aiuto richiesto per la soddisfazione di altri bisogni.

Procedura
Recarsi dalla persona dopo aver acquisito tutti i dati clinici e infermieri
stici necessari per valutare le sue capacit comunicative.
Scegliere la modalit comunicativa
mimica/gestuale
pi adeguata alle
capacit residue della persona.
Utilizzare la comunicazione mimica e gestuale scelta rispettando i tempi
di comprensione e di risposta della persona.

Procedimento tecnico (finalit: Compensare)

Obiettivi didattici
1. Definire cosa si intende per [ornire/utilizzare

me::.::.ie tecniche che con


sentono la comunicazione orale e scritta.
2. Elencare almeno 4 situazioni assistenziali nelle quali indicato fornire/uti
lizzare mezzi e tecniche che consentono la comunicazione orale e scritta.
3. Fornire almeno 3 esempi di mezzi e tecniche che consentono la comuni
cazione orale e scritta che possibile impiegare per aiutare la persona a
trasmettere e comprendere i messaggi.
4. Fornire/utilizzare
mezzi e tecniche che consentono la comunicazione
orale e scritta alla persona in situazione reale.

Definizione e scopo
Per fornire/utilizzare
mezzi e tecniche che consentono la comunicazione
orale e scritta si intende mettere a disposizione della persona strumenti e
sussidi e farle apprendere tecniche al fine di trasmettere e comprendere i
messaggi che intende comunicare.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Le moderne acquisizioni tecnologiche hanno portato alla produzione di stru
menti e sussidi che utilizzano i principi dell'informatica
per aiutare la perso
na con handicap o limitazioni funzionali a comunicare in forma sia orale
che scritta
Oltre agli strumenti tecnici gi in uso da anni (ad es., contro
cannula occlusi va per persone laringectornizzate,
uso di amplificatori
e
interfono), importante ricordare che i mezzi pi semplici, economici e
facilmente reperibili sono sempre validi. Si ricordano i vari modelli di lava
gne in commercio (in carta, magnetiche, tipo "lavagna magica"), semplici
blocchi di carta in vari formati, pennarelli, penne biro e matite.

n.

C) Vedi centri specializzati nel fornire


informazioni sui piLI recenti impieghi
tecnologici,
come ad esempio il
S.I.V.A. (riferimento
dettagliato
in
bibliografia}.

16

Assicurare l'inferazione nella comunicazione

Procedura
Recarsi dalla persona dopo aver acquisito tutti i dati clinici e infermieri
stici necessari per valutare le sue capacit di comunicazione sia orale che
scritta.
Fornire/utilizzare i mezzi e le tecniche pi adeguate alle capacit della
persona di parlare e seri vere.
Valutare l'efficacia dei mezzi e delle tecniche utilizzate e registrarle sulla
documentazione infermieristica.

Procedimento tecnico (finalit: Sostenere)

Obiettivi didattici
I.Definire cosa si intende per incoraggiare
l'espressione
orale di
eventi e situarioni che preoccupano
la persona assistita e/o le perso
ne significative.
2. Definire cosa si intende per intraprendere e/o mantenere linterario
ne con la persona e con le persone significative,
3. Specificare cosa si intende per persone significative.
4. Enunciare lo scopo fondamentale
dell'infermiere
nell'intraprendere
e mantenere qualsiasi tipo di interazione con la persona.
5. Elencare almeno 5 elementi utili per iniziare, mantenere e favorire la
comunicazione verbale con la persona.
6. Fornire almeno 3 esempi di atteggiamenti
e tecniche che confermano
alla persona la comprensione
di quanto ci ha comunicato.
7. Elencare almeno 6 modalit di interazione da evitare in quanto non
aiutano la persona a sentirsi
compresa e accettata.
8. Favorire la comunicazione
verbale di una persona
in situazione
reale.

Definizioni e scopi
Per intraprendere e/o mantenere l'interarione
CO/1 la persona
e COI1 le per
seme significative si intende mettere in atto comportamenti e assumere atteg
giamenti mirati a favorire la comunicazione verbale.
Per incoraggiare l'espressione orale di eventi e situazioni che preoccupano
la persona assistita e/o le persone significative si intende mettere in atto

17

Assicurare l'inferazione nella comunicazione

comportamenti e assumere atteggiamenti che facilitino la comunicazione di


ci che in quel momento causa ansia e apprensione.
Lo scopo fondamentale dell'infermiere
nell'intraprendere
e mantenere qual
siasi tipo di interazione con la persona (Il), per qualsiasi motivo questa abbia
inizio, quello di instaurare una relazione di aiuto efficace. La relazione di
aiuto viene cos a connotarsi come orientata all' individuazione e alla rispo
sta ai bisogni di assistenza infermieristica della persona. Solo in presenza di
una relazione di aiuto efficace la persona esprimer eventuali motivi di
apprensione o preoccupazione a chi l'assiste.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Un primo scopo dell' interazione pu essere quello di ottenere dati e infor
mazioni dalla persona anche al fine di renderla partecipe degli interventi
assistenziali e ottenere la sua collaborazione (compliance). L'infermiere uti
lizza la comunicazione anche per informare la persona di interventi diagno
stici o terapeutici prescritti e di comportamenti da adottare o evitare per pro
muovere la salute.
Ogni atto assistenziale un' occasione di comunicazione
non solo per spie
gare ci che si intende effettuare e ottenere la collaborazione della persona,
ma anche per verificare l'esito dell' intervento creando un' ulteriore occasio
ne di dialogo.
Gli elementi sintetici da ricordare per iniziare e mantenere un'interazione
sono: la motivazione; l'interesse per l'altro; l'osservazione,
l'attenzione e
l'ascolto; l'uso consapevole dell' asimmetria o della complementarit
nella
relazione; l'autenticit e la sincerit; l'accettazione non giudicante o incon
dizionata; l'empatia; l'uso opportuno di momenti di silenzio O.
Alcuni esempi di modalit da utilizzare per instaurare e mantenere la rela
zione in quanto dimostrano all'altro che si compreso ci che vuole comu
nicare sono riportati qui di seguito.

Esempi di modalit di dialogo


Ripetere () riaffermare
Persona: Mi sono agitato quando ho capito che mi avrebbero portato
ospedale ...
Infermiere: Il fatto di venire qui in ospedale le ha messo agitazione ...
(') Si intende

con

il termine

persona

anche le persone significative (com


ponenti ciel nucleo familiare, parenti,
amici o chi altri abbia assunto un
ruolo rilevante nella vita della perso
na). Il termine persona sar quindi
usato con questo duplice significato:
varier ovviamente il contenuto dei
messaggi In hase ai diversi interlocu
ton.

C) Pezzotta P., Bellani M.L., Il coun


selling, in C.C. Bellotti, M.L. Bellani,
op. cit., pp. :1-30.

In

Riprendere
P: Mi sono agitato quando ho capito che mi avrebbero
le ...
I.: Diceva che si agitato'? ..

portato in ospeda

Riassumere

P:

I. :Quindi la prima causa di agitazione stata il fatto di venire in ospedale,


poi di non sapere se i sintomi che provava erano gravi e infine se la diagnosi
le avrebbe impedito di recarsi al lavoro.

18

Assicurare l'interazione nella comunicazione

Riflettere o rispecchiare
P: Mi sono agitato quando ho capito che mi avrebbero portato in ospeda
le...
I.: il doversi ricoverare che le ha messo agitazione ...
Se si desidera favorire e incoraggiare l'espressione orale di eventi e situa
zioni, specie se questi preoccupano la persona, utile ricordare che certe
frasi o modi di dire sono da evitare. In particolare, la persona si sente com
presae accettata se si evita di:
- negare la sua situazione attuale (di disagio, sofferenza, problematicit,
difficolt), ad esempio cambiando argomento;
- interpretare affrettatamente i messaggi e fornire consigli non richiesti;
- sdrammatizzare l'evento o la situazione che sta vivendo;
- paragonare la sua attuale esperienza con la propria o quella di altri;
- generalizzare la sua situazione contingente;
- fornire false rassicurazioni se la situazione realisticamente suggerisce un
esito o una prognosi infausta o il perdurare di eventi negativi.
Infine, importante evidenziare che, come per la fase iniziale, anche quella
conclusivadi ogni momento di interazione significativa per la persona. Se
i comportamenti e gli atteggiamenti avranno comunicato empatia la perso
na, a prescindere dall' atto tecnico subto, potr aver fatto un' esperienza
significatvi a.

Procedura per intraprendere elo mantenere l'interazione


persona e le persone significative

con la

Averechiarezza sullo scopo o l'obiettivo dell'interazione.


Incontrare la persona e, se non ci si gi conosciuti in una
situazione pre
cedente,presentarsi.
Attuare l'interazione utilizzando, in base alla situazione specifica, le
conoscenzeteoriche apprese.
Concludere l'interazione salutando la persona e/o accordandosi per una
sua prosecuzione a un momento successivo se se ne valutata l'opportu
nit.
Effettuareuna valutazione dell' interazione in relazione allo scopo/obietti
vo prefissato e annotare le considerazioni ritenute utili sulla documenta
zione infermieristica.

Procedura per incoraggiare l'espressione orale di eventi e situa


zioniche preoccupano la persona assistita elo le persone significa
tive
Ipotizzare l'evento o la situazione che maggiormente preoccupa la
perso
na in quel momento.
Incontrarela persona e, se non ci si gi conosciuti in una situazione pre
cedente,presentarsi.

19

Assicurare l'inferazione nella comunicazione

Attuare l' interazione utilizzando, in base alla situazione specifica, le


conoscenze teoriche apprese.
Concludere l'interazione salutando la persona e accordandosi per una sua
prosecuzione a un momento successivo o proporre un incontro con un'al
tra figura professionale.
Effettuare una valutazione dellinterazione anche in funzione dell'ipotesi
iniziale e annotare le considerazioni ritenute utili sulla documentazione
infermieristica.

Bellotti G.G., Bellani M.L., Il Counselling nell'infezione da HIV e nell'AIDS.


McGraw-Hill, Milano, 1997.
Birkenbihl V.F., L'arte d'intendersi, Franco Angeli, Milano, 1994.
Bressa G.M., Mi sento svenire. Conoscere e affrontare l'ansia, Il Pensiero
Scientifico Editore, Roma, 1991.
Carpineta S., La comunicazione infermiere-paziente, La Nuova Italia Scientifica.
Roma, 1992.
Danzinger K., La comunicazione interpersonale. Zanichelli, Bologna, 1982.
Hein E.C., Communication in Nursing Practice, Little Brown and Cornpany,
Boston, 1980.
Lindberg J., Hunter M., Kruszewski A., Assistenza infermieristica centrata sulla
persona, voI. I, USES, Firenze, 1987.
Ortelli S., Metodologia infermieristica applicata, Masson, Milano, 1997.
Redigolo D., Kaldor K., Illica Magrini R., Il processo comunicativo nella relazione
di aiuto, Rosini, Firenze, 1994.
Rogers C., La terapia centrata sul cliente, Edizioni G. Martinelli, Firenze, 1989.
Scabini E., Psicologia sociale della famiglia. Sviluppo dei legami e trasformazioni
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Sironi C., Il Counselling infermi eristico, in G.G.Bellotti,
M.L. Bellani, Il
Counselling nell 'infezione da HIV e nell'AIDS, McGraw-Hill, Milano, 1997,
pp. 543-559.
S.I.V.A. - Banca dati degli ausili tecnici per la riabilitazione, l'autonomia e l'inte
grazione sociale delle persone disabili, Fondazione Pro Juventute Don Carlo
Gnocchi IRCCS, via Capecelatro 66, Milano.
Tschudin V., Counselling Skillsfor Nurses, Baillire Tindall, London, 1991.
Watzlawick P., Helmick Beavin J., Jackson D.D., Pragmatica della comunicazione
umana, Casa Editrice Astrolabio, Roma, 1971.

20

Assicurare l'interezione nella comunicazione

1. Indicare almeno due motiva


zioni per le quali la comunica
zione costituisce uno degli stru
menti fondamentali
impiegati
dall'infermiere.

3. Esplicitare il fattore presente


nelle realt assistenziali che ridu
ce la capacit di raccogliere dati
inerenti al bisogno di interazione
nella comunicazione.

2. La comunicazione
costitui
sce, all'interno
del Modello
Concettuale
delle Prestazioni
Infermieristiche,
uno degli

4. Quali, fra le variabili elencate


nel paragrafo sulla raccolta dati,
sono riferite alla dimensione/com
ponente psicologica del bisogno di
assistenza infermieristica.

21

Indicare le principali variabili riconducibili


ai quat
tro concetti fondamentali
della Disciplina infermie
ristica utili per raccogliere
i dati sul bisogno di
ambiente sicuro.
Elencare gli Atti trattati in questo capitolo
curare un ambiente sicuro con riferimento
nuum autonomia-dipendenza.

per assi
al conti

Rispondere al bisogno di ambiente sicuro della


persona con i procedimenti tecnici descritti in que
sto capitolo.

Assicurare un ambiente sicuro

Premessa
"Un ambiente sicuro tale se fa sentire la persona che ci vive priva di preoc
cupazioni per la presenza di eventuali pericoli o di sensazioni di disagio" C).
Per tale motivo si ritenuto opportuno trattare nella prestazione infermieri
stica Assicurare un amhiente sicuro, i procedimenti tecnici dell'azione aven
te finalit di guida Istruire la persona a prevenire rischi ambientali e in par
ticolare:
indicare i comportamenti e le modalit per evitare i traumi e le cadute;
indicare i comportamenti e le modalit per evitare
avvelenamentilintossi cazioni;
indicare i comportamenti e le modalit per intervenire sul microclima:
insegnare come predisporre i locali per l'isolamento.
Si deciso di affrontare in modo completo l'azione con finalit di guida sia
perch essa orientata esclusivamente alla persona, a differenza di quelle di
sostituzione in cui l'oggetto di intervento prevalentemente l'ambiente, sia
perch buona parte dei contenuti relativi ai procedimenti tecnici di sostitu
zione prevista nella guida.
Per quanto riguarda l'azione di sostituzione Prevenire le infezioni, per sempli
cit di esposizione i contenuti necessari per Predisporre i locali per l'isola
mento precedono quelli di Insegnare come predisporre i locali per l'
isolamen to (guidare) in quanto l'infermiere che istruisce un familiare o
una persona affetta da malattia contagiosa deve necessariamente possedere
tutte le cono scenze per preparare lui stesso gli ambienti sia in ospedale che a
domicilio. Infine, conoscenze utili per Mantenere una bassa carica
microbica negli amhienti confinati ad alto rischio sono sintetizzati nelle
Schede II "Detergenti, disinfettanti e antisettici" e III "Sterilizzazione" poste al
termine del testo.

Raccolta dati sul bisogno di ambiente sicuro

L., Zappa P., Assistenza


iniermieristice in medicina interna,
pediatria e specialit mediche con
selezione di casi, Masson, Milano,
(') Pasquot

199B, p. 29.

L'identificazione di questo bisogno di assistenza infermieristica presuppone


da parte dell'infermiere una raccolta dati riguardante gli aspetti biofisiologi
ci, psicologici e socioculturali che ne caratterizzano la manifestazione.
Per la dimensione biofisiologica, la variabile pi significativa quella ricon
ducibile allo stadio evolutivo dell'individuo. Esso influenza, ad esempio, la
capacit da parte della persona (neonato, bambino, adulto e anziano) di muo
versi nell'ambiente circostante, la funzionalit di organi e sistemi relativi
all'attivit sensoriale (udito, vista, tatto, gusto, odorato) e l'equilibrio. L'et
influisce anche sulla capacit di percepire una data situazione come poten
zialmente pericolosa; valga come esempio uno dei pi frequenti incidenti nei
bambini in et prescolare, che consiste nell'ustione dovuta a liquidi bollenti
rovesciati prevalentemente in cucina.
Le variabili della dimensione psicologica riguardano, in particolare, la capa
cit di apprendimento delle comuni norme di sicurezza, la loro applicazione
nelle diverse situazioni e le condizioni emotive. Lo stress, l'agitazione e l' ec
citazione possono indurre, ad esempio, un calo di attenzione nei confronti
dell'ambiente circostante e conseguentemente determinare un aumento della
probabilit di incorrere in traumatismi di varia natura (cadute, contusioni,
fratture).

24

Assicurare un ambiente sicuro

La raccolta dati deve prevedere un 'analisi esaustiva delle variabili relative


all'ambientefisico, comprensiva sia del clima e microc1ima dell'abitazione, del
luogodi lavoro e degli ambienti maggiormente frequentati nel tempo libero, sia
dellecaratteristiche strutturali. La presenza di barriere architettoniche, di scale
di diversotipo, di finestre a diverse altezze e con vari sistemi di apertura, di ser
rature e maniglie, di sistemi di riscaldamento e gas ad uso domestico, di
impiantielettrici e apparecchiature/elettrodomestici pu acquistare una signifi
cativarilevanza in particolari stati sia fisiologici che patologici. Ad esempio,
negliultimi mesi di gravidanza, alcune normali attivit possono risultare parti
colarmentedifficoltose, e cos anche per una persona anziana o disabile. di
prioritariaimportanza controllare che, nell'ambiente domestico, sostanze quali
detersivi,materiale per la pulizia degli ambienti, farmaci e disinfettanti,
solventi e vernicisiano ubicate fuori della portata dei bambini, per prevenire il
verificar sidi incidentidovuti alla loro ingestione.
La zona abituale di residenza della persona int1uisce sul suo adattamento e
la pu rendere pi sensibile alle variazioni ambientali: si pensi alle
differenze fra zone marittime e lacustri (specie per la percentuale di umidit),
zone mon tuosedi diverse altitudini (bassa temperatura o percentuale di
ossigeno), zone industrialio ad inquinamento cittadino particolarmente
elevato. Sia l'ambien te esterno che quello nel quale si passa la maggior parte
del tempo, il proprio domicilio,sono causa di fenomeni allergici sempre pi
frequenti e importanti (si pensi alle polveri raccolte in tappeti e moquettes o
agli acari presenti sulla cute degli animali domestici). Sono le condizioni
ambientali dei luoghi mag giomentefrequentati, sommate alle abitudini
alimentari, igieniche e di costu me/comportamento, a determinare
il
manifestarsi di malattie infettive facil menteevitabili con semplici inteventi
preventivi.
Le sopraccitate variabili sono intluenzate anche dali 'ambiente socioculturale
(famiglia, livello economico, gruppo etnico) e dalla presenza di vere e pro
prie alterazioni organiche. In particolare, durante precedenti esperienze di
malattia o ricovero, potrebbero essersi manifestati episodi allergici nei con
frontidi farmaci o disinfettanti o altro materiale sanitario che risulta letteral
mentevitale conoscere per prevenire episodi di anafilassi.
L'elaborazione di tutti i dati raccolti consente all'infermiere di individua
re l'eventuale presenza del bisogno di assistenza infermieristica di
ambiente sicuro e a che livello del continuum autonomia-dipendenza la
persona si colloca in quel momento.

Procedimento tecnico (finalit: Guidare)

Obiettivi didattici
I. Definire il significato e lo scopo di Indicare i comportamenti e le
modalit per evitare i traumi e le cadute.

25

Assicurare un ambiente sicuro

2. Indicare le categorie di persone da considerare "a rischio" per possibili


traumi e cadute.
3. Elencare le variabili la cui presenza pu essere causa di traumi e cadute.
4. Fornire almeno un esempio per ciascuna variabile elencata.
5. Indicare alla persona i comportamenti e le modalit per evitare i traumi e
le cadute.

Definizione e scopo
Per Indicare i comportamenti e le modalit per evitare i traumi e le cadute
si intende fornire alla persona le nozioni e le conoscenze necessarie al fine
di prevenire, nel massimo grado possibile per il suo livello di autonomia e
il suo ambiente di vita, i traumi e le cadute.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Dall'esperienza si rilevato che le persone che pi frequentemente incorro
no in lesioni provocate da traumi di varia natura e cadute sono i bambini e
gli anziani. Nel primo caso ci pu essere essenzialmente dovuto ad una
immaturit dello sviluppo fisiologico dell'apparato locomotore e dalla non
conoscenza di quelle modalit di comportamento atte a prevenire situazioni
di rischio (ad es., l'arrampicarsi, il saltare da superfici poste ad altezze non
adeguate alle capacit).
Negli anziani, invece, si assiste ad un deterioramento fisiologico degli organi
deputati al movimento, dell'apparato tegumentario, degli organi sensoriali e
del sistema nervoso (ad esempio, cadute accidentali per perdita momentanea
dell'equilibrio, lesioni cutanee con ecchimosi ed ematomi anche per piccole
contusioni).
Oltre a queste situazioni, che rientrano nella normalit della vita quotidia
na, possibile che, in alcuni momenti particolari della vita, alcuni soggetti
possano trovarsi in condizioni di non compIeta autonomia (pi o meno
limitata nel tempo) nel soddisfacimento di questo bisogno. Ci pu avveni
re nelle persone che assumono terapie farmacologiche che alterano come
effetto desiderato o collaterale il livello di coscienza o l'equilibrio (ad es., i
sedativi, gli antistaminici, gli antipertensivi); nelle persone con deficit sen
soriali e/o del movimento (ad esempio, riduzione della vista, cecit, handi
cap fisici e/o mentali); nelle persone con disorientamento spazio-tempora
le. Si pensi, a questo proposito, al continuo aumento dei casi di demenza
nella popolazione anziana, dovuto al progressivo allungarsi della vita
media.
Anche l'ambiente fisico in quanto tale pu essere fonte di pericolo per l'inco
lumit fisica delle persone. Basti pensare alle barriere architettoniche presenti
sia negli ambienti domestici (assenza di ascensori, porte e locali che non
rispondono a requisiti di legge, arredamenti con angoli a spigolo vivo, presen
za di cavi elettrici esposti) sia in quelli pubblici. Pu capitare a chiunque di
cadere camminando per la strada o correndo per salire su un mezzo pubblico;
esempi di elementi favorenti tale evento sono: scale e marciapiedi senza sci
volo, assenza di corrimano, gradini con alzate non regolamentari di alcuni

26

Assicurare un ambiente sicuro

mezzipubblici, assenza di zone antiscivolo su superfici lisce, impiego di ina


deguato materiale per la pulizia dei pavimenti o presenza di aree scivolo
se. Anche la scarsa o inadeguata illuminazione pu essere causa di cadute,
cos come la scelta di calzature non adatte per tipologia e/o materiale (suole
lisce, tacchialti).
inoltre possibile che le persone che si servono di ausili per aiutarsi nella
deambulazione (come bastoni, stampelle, deambulatori) non li abbiano scelti
con personale specializzato e che, quindi, questi non siano omologati o non
sianoimpiegati correttamente. Tali presidi/ausili devono, infatti, essere dotati
di dispositivi antisdrucciolo (puntali di gomma) e adeguati rigorosamente
alle caratteristiche fisiche della persona a cui sono destinati (2).
Per svolgere questo procedimento tecnico opportuno che l'infermiere
favorisca la presenza delle condizioni maggiormente facilitanti la rela
zione con la persona e quindi la comprensione dei contenuti dell'azione
di guida.

Procedura
Indicare alla persona i criteri di scelta dell' abbigliamento: deve essere
comodo, confortevole, non limitante le capacit sensoriali e di movimen
to; verificare se porta gli occhiali o le lenti da vista.
Indicare alla persona i criteri di scelta delle calzature: scarpe chiuse
(punte e talloni coperti), suola antisdrucciolo, tacchi di spessore massimo
2-3 cm o a base allargata.
Informare la persona che la presenza sul pavimento di acqua, cera (ad
eccezione di quella antisdrucciolo), sostanze oleose, oggetti di piccole
dimensioni pu far scivolare.
Informare la persona sulla necessit di liberare i percorsi da effettuare o
quelli maggiormente utilizzati da ostacoli quali sedie, vasi, suppellettili o
arredi instabili.
Indicare alla persona come attrezzare l'ambiente domestico per
favorire il movimento.
Le scale e i corridoi possono essere dotati di corrimano; nei locali da
bagno si possono applicare delle maniglie di sostegno o altri ausili per
sedersie avere a portata di mano l'occorrente per l'igiene; l'arredamento
pu essere scelto in base alle caratteristiche e/o ai deficit personali; le
fonti luminose possono essere integrate, ad esempio con luci a braccio
orientabile o luci notturne (3).
Istruire la persona nella scelta di presdi/ausili per la deambulazione omo
logati.
Istruire la persona sui possibili effetti secondari e/o collaterali di alcuni
farmaci, con particolare riferimento a quelli che essa abitualmente
assume.

27

(') Vedi anche il paragrafoS.l.


(') Vedi a questo proposito la ricca e
aggiornata banca dati del gi citato
S.I.V.A. (Servizio Informazioni
e
Valutazioni Ausili), Fondazione Pro
)uventute Don Carlo Gnocchi IRCCS,
via Capecelatro66, Milano. Non da
trascurare l'iniziale valutazione della
situazione economica della personae
della sua famiglia per evitare di sug
gerire l'acquisto di complementi del
l'arredamento costosi quando esistela
possibilit di adattare, con modica
spesa,quelli gi presenti.

Assicurare un ambiente sicuro

Procedimento tecnico (finalit: Guidare)

Obiettivi didattici
1. Definire il significato e lo scopo del procedimento tecnico Indicare
com
portamenti

e le modalit per evitare avvelenamentilintossicazioni.

2. Indicare le categorie di persone che sono da considerare "a rischio" per


possibili avvelenamenti e/o intossicazioni.
3. Elencare le variabili la cui presenza pu essere causa di avvelenamenti ed
intossicazioni.
4. Fornire almeno un esempio per ciascuna variabile elencata.
5. Indicare alla persona i comportamenti e le modalit per evitare avvelena
menti e/o intossicazioni.

Definizione e scopo
Per Indicare i comportamenti e le modalit per evitare avvelenamentilintos
sicazioni si intende fornire alla persona le nozioni e le conoscenze necessarie
al fine di prevenire nel massimo grado possibile per il suo livello di autono
mia e il suo ambiente di vita gli avvelenamenti e/o le intossicazioni.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Numerose sono le situazioni che a domicilio possono essere fonte di incidenti
da intossicazione e/o avvelenamenti provocati da un uso scorretto di sostanze
chimiche quali detersivi, materiale di pulizia ambientale, solventi e vernici, far
maci, disinfettanti e antisettici. Le intossicazioni e gli avvelenamenti possono
essere conseguenti ad inalazione, ingestione o contatto con cute e mucose. Tra
le manifestazioni pi comuni, si segnalano i disturbi dell'apparato respiratorio
come tosse, polmonite chimica, difficolt respiratoria pi o meno grave sino ad
anivare all'arresto respiratorio. I disturbi gastrointestinali possono manifestarsi
con vomito ed epigastralgie; il contatto con cute e mucose pu causare altera
zioni quali dermatiti da contatto, ustioni, congiuntiviti; nei casi pi gravi si pos
sono verificare perdita dello stato di coscienza e shock.
La popolazione a rischio numerosa, in quanto la causa principale del verifi
carsi di avvelenamenti e intossicazioni rappresentata dalla scarsa conoscen
za degli effetti di queste sostanze di uso comune e delle loro modalit di uti
lizzo; le casalinghe, i bambini e gli anziani risultano maggiormente a rischio.
L'uso frequente da parte delle donne di detersivi e prodotti specifici per la
pulizia ambientale (candeggina, ammoniaca, composti a base di acido rnuria
tico, lisoformio, alcol) e la facilit con la quale i bambini e le persone anziane
possono farne uso erroneamente, aumenta la possibilit del verificarsi di
avvelenamenti e intossicazioni.
Per prevenire questo tipo di incidenti risulta fondamentale l'opera di educa
zione circa le modalit di conservazione ed utilizzo di tali sostanze. In riferi
mento alla conservazione, esistono metodi che si differenziano a seconda

28

Assicurare un ambiente sicuro

dellacategoria dei materiali. Nelle abitazioni deve essere individuato un luogo


(l'ideale un armadietto con serratura) esclusivamente deputato alla conserva
zione dei farmaci. Questi devono comunque essere posti al riparo da luce,
caloree umidit e lontano dalla portata dei bambini. Le stesse misure valgono
anchenei confronti dei prodotti per la pulizia de Il'ambiente domestico.
Sia i farmaci e disinfettanti che le sostanze impiegate per le pulizie devono
esseremantenuti nella loro confezione originale senza apportarvi modifiche
arbitrarie, quali ad esempio sigillare i contenitori con sistemi di chiusura
diversi da quelli di cui sono dotati al momento dell'acquisto; cambiare il
recipienteo miscelare sostanze simili, ma provenienti da contenitori diversi.
Inoltre,l'etichetta va sempre mantenuta adesa al contenitore e ben visibile.
Per quanto riguarda le modalit d'uso, l'assunzione dei farmaci deve essere
conseguentealla prescrizione medica, alla verifica della data di scadenza e del
l'integrit della confezione e delle caratteristiche del contenuto. Per tutti gli
altriprodotti l'uso deve essere preceduto da un' attenta lettura delle indicazioni
suggeritedalla casa produttrice, specie se sono necessarie delle diluizioni. In
particolare, in base alla specifica situazione, si sottolinea l'importanza della
sceltadel giusto prodotto, della giusta dose e dell 'utilizzo di sistemi di prote
zionepersonale adeguati (ad esempio, i guanti, le mascherine e/o gli occhiali).
Per svolgere questo procedimento tecnico opportuno che l'infermiere
favoriscala presenza delle condizioni maggiormente facilitanti la relazione
con la persona e quindi la comprensione dei contenuti dell'azione di guida.

Procedura
Informare la persona circa le corrette modalit di conservazione dei far
maci e dei prodotti per la pulizia domestica.
Istruire la persona ad assumere i farmaci attenendosi esclusivamente a
quanto indicato nella prescrizione del medico.
In presenza di reazione allergica o di altre manifestazioni sintomatologi
che da farmaco, contattare prontamente il medico che ha prescritto la
terapia.
Mostrare alla persona come prelevare una determinata quantit di prodot
to senza alterare la Ieggibilit dell'etichetta della confezione ed evitando il
contatto accidentale con cute, mucose e indumenti.
Istruire la persona ad utilizzare per la pulizia domestica solo i prodotti
conosciuti e a verificare sempre le indicazioni della ditta produttrice, spe
cie nel caso di sostanze messe recentemente sul mercato.
Educare la persona a riconoscere i principali segni e sintomi di intossica
zioni e/o avvelenamenti.
Spiegare alla persona chi interpellare e con quale modalit in caso di
intossicazioni e/o avvelenamenti in base alla gravit delle manifestazioni
presentate.

29

Assicurare un ambiente sicuro

N.B. Su tutte le guide telefoniche e su altri mezzi informativi facilmente


reperibile il numero telefonico del Centro antiveleni pi vicino alla pro
pria residenza. Il contatto telefonico immediato evita di intervenire in
modo scorretto aggravando la situazione nel tentativo di limitare il danno.

Procedimento tecnico (finalit: Guidare)

Obiettivi didattici
l. Definire il significato e lo scopo del procedimento tecnico Indicare i com
portamenti e le modalit per intervenire sul microclima.
2. Enunciare la definizione di microcIima, temperatura, umidit, ventilazione
e illuminazione.
3. Indicare i valori standard delle variabili che costituiscono il microcIima.
4. Indicare alla persona i comportamenti e le modalit per intervenire sul
microcIima.

Definizione e scopo
Per Indicare i comportamenti e le modalit per intervenire sul microclima si
intende fornire alla persona le nozioni e le conoscenze necessarie al fine di
agire autonomamente nel mantenere il microclima ideale per la sua situazione.

Conoscenze finalizzate alla tecnica

C') Pontello M. (a cura di), Igiene e


Medicina
preventiva,
Sorbuna,
Milano, 1990, p. 284.

C') Lo psicrometro costituito da due


termometri affiancati, uno dei quali ha
il bulbo avvolto da stoffa inumidita.

Per microclima si intende "il complesso delle caratteristiche fisiche, chimi


che e microbiologiche dell 'aria degli ambienti confinati" (4). Gli elementi
che caratterizzano il microclima sono la temperatura, l'umidit, la ventila
zione (detta anche velocit dell'aria) e l'illuminazione.
La temperatura l'indice dello stato termico di un corpo e, in questo caso
specifico, pu essere definita come il grado di calore dell'atmosfera. Essa si
misura prevalentemente con il termometro a mercurio e i valori di riferimen
to sono compresi tra 18 DC (ad es., nelle camere da letto) e 25 DC (ad es., nei
locali da bagno).
L'umidit esprime il vapore acqueo contenuto nell'atmosfera. Generalmente l'u
midit assoluta viene distinta da quella relativa. L'umidit assoluta la quantit
di vapore presente nell'unit di volume dell'aria; quella relativa il rapporto fra
la quantit di vapore presente nelI' aria e la quantit che l'aria, alla medesima
temperatura, ne conterrebbe se fosse satura. La percentuale di umidit (assoluta
o relativa) dell'aria si misura con l'igrometro. L'umidit relativa viene invece
rilevata con lo psicrometro (') e i suoi valori ottimali variano dal 50% al 60%.
La ventilazione il movimento d'aria prodotto dallo spirare del vento; in
ambienti chiusi si pu definire come il procedimento naturale o meccanico
con cui si ricambia l'aria a scopo igienico. Per la misurazione del suo valore,
che deve essere compreso tra 0,5 rn/sec e 0,15 m/sec. ci si avvale del catater
mometro a bulbo argentato.

30

Assicurare un ambiente sicuro

L'illuminazione pu essere distinta in naturale e artificiale. Quella naturale


data dall'ingresso della luce solare da porte e finestre ed influenzata dalle
condizioni metereologiche, dalla composizione atmosferica e dall' inclina
zionedel sole rispetto all' orizzonte. L'illuminazione artificiale una integra
zione indispensabile di quella naturale e pu essere garantita da fonti lumi
nose di diversa natura. In ambito ospedaliero possibile distinguere un'illu
minazione centrale dei corridoi e delle stanze, un 'illuminazione personale
per ogni posto letto e un 'illuminazione notturna. Quest'ultima aiuta la
perso na ad orientarsi in un ambiente sconosciuto. In alcune unit operative
l'illu minazione unicamente artificiale: necessario, quindi, che il
personale infermieristico riproduca il pi possibile il ciclo giorno-notte
intervenendo sull'intensit delle luci al fine di mantenere il ritmo circadiano
della persona. importante utilizzare l'illuminazione
artificiale pi
opportuna e solo quan do questa sia realmente necessaria.
Il rispetto dei valori del microclima permette di mantenere il benessere
della
personache, in tali condizioni, non manifesta disidratazione di cute e muco
se e non avverte sensazioni di brivido e sudorazione. In questo modo, inol
tre, aspetto rilevante in ambito ospedaliero, si riduce il rischio di contrarre
infezioni.
Il controllo e il mantenimento del microclima degli ambienti confinati
sono
ottenibili mediante il meccanismo del ricambio dell 'aria, che si realizza
naturalmente,grazie al passaggio di aria attraverso le porte di comunicazio
ne tra i locali e gli infissi, oppure mediante sistemi particolari quali finestre
convasistas, ventilatori, impianti di condizionamento dell'aria. Altri disposi
tivi utili per il controllo del microclima sono rappresentati dai sistemi di
riscaldamento e di umidificazione, sia centralizzati (ad es., nelle strutture
assistenziali,nelle sale di rianimazione) sia mobili per uso domestico (specie
per le camere dei bambini o di persone con broncopneumopatie o con pro
blemiotorinolaringoiatrici).
Il sistema pi semplice e alla portata di tutti per controllare e mantenere il
microclima comunque rappresentato dall'effettuazione di periodici cambi
dell'aria:l'intervallo di tempo ottimale tra un cambio dell'aria e il successivo
di lO minuti circa ogni 2 ore. Nelle abitazioni, quando non sussistono condi
zioni particolari (presenza di persone malate o convalescenti), sufficiente
aerarei locali la mattina dopo aver effettuato le pulizie ambientali e nel primo
pomeriggio.In ogni caso il cambio dell'aria deve essere fatto senza determina
re correnti d'aria, per evitare la dispersione di pulviscolo e microrganismi, e
senzaabbassare la temperatura ambientale al di sotto dei 18C.
Per svolgere questo procedimento tecnico opportuno che l'infermiere
favorisca la presenza delle condizioni maggiormente facilitanti la rela
zione con la persona e quindi la comprensione dei contenuti dell'azione
di guida.

Procedura
Informare la persona sui valori standard di temperatura, umidit relativa e
ventilazione.

31

Assicurare un ambiente sicuro

Informare la persona sugli strumenti per la misurazione di temperatura,


umidit relativa e ventilazione.
Spiegare il rapporto esistente tra valori standard di temperatura, umidit
relativa, ventilazione e illuminazione e lo stato di benessere individuale.
Insegnare alla persona la modalit di effettuazione del ricambio dell'aria
degli ambienti confinati.
Indicare alla persona i dispositivi che possono essere utilizzati per il con
trollo e il mantenimento del microclima.
Per l'uso corretto di tali dispositivi comunque necessario attenersi alle
istruzioni fomite dalle ditte produttrici.

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
l. Definire che cosa si intende per isolamento in questo testo e secondo le
pi recenti e autorevoli fonti sull'argomento.
2. Spiegare il significato e lo scopo del procedimento tecnico Predisporre i
locali per l'isolamento.
3. Elencare i tipi di precauzioni da adottare per prevenire le infezioni in
ambito ospedaliero secondo i Centers for Disease Control and Prevention
ceDC) (").
4. Indicare gli elementi che caratterizzano ogni tipo di precauzione da adot
tare per prevenire le infezioni.
5. Predisporre i locali per l'isolamento di una persona con malattia infettiva
contagiosa in base a ci di cui necessita.

Definizione e scopo

(,,) Centri

per

zione delle
d'America).

il controllo e la preven
malattie

(Stati

Uniti

(') Si fa riferimento in particolare alle


nuove linee-guida dell' Hospital
Infection Control Practices Advisory
Committee (HICPAC) dei CDC, pub
blicate nel 1994 negli Stati Uniti e nel
1997 in Italia. Come per altri termini
che arrivano
da oltreoceano, l'in
fluenza di una diversa cultura e di ci
che essa ritiene political/y correct ci
pare evidente.

Per Predisporre i locali per l'isolamento si intende preparare l'ambiente


per accogliere una persona che richiede una particolare assistenza al fine di
non contrarre infezioni e/o necessita precauzioni
specifiche per non
diffondere la malattia di cui affetta. Tutto ci comporta il possesso di
conoscenze e informazioni circa i comportamenti e le misure da adottare in
base alle moti vazioni dell'isolamento.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Negli scritti pi recenti si tende a non utilizzare pi il termine isolamento
per le persone ricoverate in ospedale, ma si parla di misure per prevenire la
trasmissione nosocomiale delle infezioni ("). Nelle realt italiane un termi
ne ancora molto diffuso, anche per la storica presenza nel nostro Paese di
ospedali e divisioni per sole malattie infettive; si impiegher quindi nel

32

Assicurare un ambiente sicuro

testo che segue, escludendone le accezioni negative di segregazione e


discriminazione.
Siintendeper isolamento l'insieme di quelle misure attuate allo scopo di ridur
re il contatto tra una persona e l'ambiente circostante in quei casi in cui
possi bilela trasmissione di microrganismi alla persona stessa (ad esempio, in
caso di ridottedifese immunitarie) o da questa alle persone con cui verrebbe in
contatto ( la situazione di una persona con malattia infettiva in fase attiva).
Alcune pre cauzioniparticolari attuate per prevenire le infezioni vengono
normalmente adottatenei reparti ad elevato rischio per la persona, quali le
terapie intensive (generalie postoperatorie) e i centri specializzati in trapianti
d'organo ('). Un infermiere,invece, si pu trovare a predisporre i locali per
isolare una persona affettada patologia infettiva sia in una unit operativa
specialistica (ad es., di malattieinfettive) sia in una qualsiasi divisione medica
o chirurgica.
Anchese in questi anni l'attenzione stata prevalentemente volta a prevenire la
diffusionedi infezioni in ambito ospedaliero e la vecchia categoria chiamata
isolamento protettivo stata formalmente soppressa, si ritenuto ancora utile
fornirequalche ampia indicazione assistenziale in merito (Tab. 3.1). Questa
scelta dovuta sia alle consuetudini italiane e alle caratteristiche logistiche e di
risorsedei nostri ospedali, sia all'opportunit che l'infermiere conosca gli ele
mentida poter eventualmente suggerire per l'assistenza al domicilio delle per
sone.Nonostante queste misure per prevenire le infezioni alle persone immuno
compromessesiano molto controverse, l'isolamento protettivo viene general
mentedistinto in due tipi di sistemi: l'isolamento protettivo propriamente detto
e l'ambiente protetto totale. Mentre non esistono molti studi a supporto dell'uti
litdel primo (camera singola, utilizzo di misure di barriera - camice, guanti,
maschera - per personale di assistenza e visitatori), altre fonti evidenziano
categoriedi persone che possono beneficiare dell' ambiente protetto totale (").
In questicasi specifici la camera dotata di un sistema particolare di
ventilazione (daperiodici ricambi dell'aria con filtri ad alta efficienza al flusso
laminare), si adottanostrette misure di isolamento e si somministrano
antibiotici per ridurre laflorabatterica endogena (intestino, cute).

Isolamento protettivo
(pi o meno stretto)
Gli elementi da tenere
sottocontrollo sono
individuati in base al
grado di
immunodepressione e
alle condizioni
della persona

Indicazioni
Persona
immunodepressa
per chemioterapia,
preparazione e
periodo post-trapianto,
aplasia midollare
Persona
sieropositiva e/o con
AIDS
Persona con deficit
immunitari di diversa
origine
Persona con
ustioni estese
Neonati prematuri

(") Vista la finalit del testo, non si


approfondisce l'argomento in questa
sede.

C') Vedi fonti bibliografiche al termine


del capitolo, in particolare Moro M.
L,1993.
(''') Per quanto riguarda l'uso della
maschera, recenti ricerche mettono in
discussione la sua utilit, in quanto
quelle comunumente usate, dopo
circa 15 minuti, perdono il loro effet
to-barriera. Per gli elementi distintivi
pi importanti si veda la Tab. 3.7.

Principali interventi
assistenziali da adottare
in caso di isolamento protettivo
quando indicato.

Precauzioni da adottare
Cercare di non assistere la persona se si accusano
sintomi di raffreddore o altre malattie respiratorie
Curare particolarmente la propria igiene personale
Indossare cuffia e mascherina ('0)
Effettuare il lavaggio antisettico delle mani all'ingresso
e all'uscita dalla camera
Completare l'abbigliamento con camice, guanti, calzari
e/o tappeti no adesivo all'ingresso
Introdurre nella camera solo oggetti disinfettati o sterilizzati
Alimentare la persona con cibi a bassa
carica microbica o sterili
Utilizzare specifici protocolli per l'igiene personale
e la pulizia ambientale
Utilizzare biancheria sterile

33

Assicurareun ambiente sicuro

Sintesi dei principali


cambiamenti nell'approccio
all'isolamento e alle infezioni
in ospedale (a cura di C. Sironi).

Anno

Classificazioni di isolamento o precauzioni dei CDC

1983

1. Isolamento stretto
2. Isolamento da contatto
3. Isolamento respiratorio
4. Isolamento per la tubercolosi
5. Precauzioni per le infezioni a trasmissione enterica
6. Precauzioni per drenaggi e secrezioni
7. Precauzioni per il sangue e altri liquidi biologici
Viene soppresso l'isolamento protettivo
Vengono mantenute le precauzioni di isolamento specifiche
per malattia

1985

Precauzioni universali (U P, Universal Precautions)

1987

Nuovo sistema di isolamento chiamato isolamento da liquidi


biologici (BSI, Body Substance Isolation)

19881995

UP + BSI = SP, Standard Precautions (precauzioni


standard)
Accorpamento delle categorie precauzionali di isolamento
(vedi punti da 1 a 7 del 1983) e delle precauzioni per malat
tia in 3 principali insiemi di precauzioni basate sulle vie di
trasmissione in aggiunta alle SP
Appropriate precauzioni basate sulla trasmissione per un
elenco di sindromi specifiche, anche queste in aggiunta
alle SP

Per quanto riguarda l'ampio capitolo delle malattie infettive, la diffusione


del virus dell' AIDS (HIV), ma anche di altri virus (HBV, HCV), ha portato a
radicali mutamenti nell 'approccio alla prevenzione, anche a causa dell'eleva
ta proporzione di casi asintomatici. In questi ultimi decenni si passati dalla
vecchia classificazione dell 'isolamento in sette categorie che tendevano a
super-isolare alcuni pazienti, all'introduzione di quelle che sono note come
precauzioni universali (UP, Universal Precautionsi. che non indicano pi la
necessit di distinguere specifiche precauzioni nei confronti del contatto con
il sangue e gli altri liquidi biologici (Tab. 3.2).
Secondo le ultime linee-guida e considerando l'ambiente ospedaliero, i
microrganismi vengono trasmessi attraverso cinque principali vie di tra
smissione.
La prima il contatto, inteso sia come contatto diretto da
superficie corporea a superficie corporea con trasferimento fisico dei
microrganismi da una persona infetta o colonizzata ad un altra (ospite),
sia mediante la trasmissione
per contatto tra ospite suscettibile e
oggetti/strumenti contaminati. La seconda via di trasmissione, da non
confondere con quella aerea, tramite goccioline (drop/et) emesse dalla
persona fonte di infezione attraverso la tosse, gli starnuti, parlando o
durante l'esecuzione di procedure assistenziali quali ad esempio l'aspira
zione. Se le goccioline vengono espulse nell'aria e il familiare o la perso
na che assiste vicina, queste si possono depositare sulla congiuntiva,
sulle mucose nasali o nella bocca dell'ospite. La terza modalit chiama
ta trasmissione per via aerea ed avviene per disseminazione di piccolissi-

34

Assicurare un ambiente sicuro

me particelle di goccioline evaporate che contengono microrganismi e


restano sospese nell 'aria per un lungo periodo (drop/et nuclei, nuclei di
goccioline) oppure attraverso polveri molto fini che contengono l'agente
infettivo. quindi evidente il nesso, specie per le malattie a trasmissione
aerea (ad es., il micobatterio della tubercolosi, il virus del morbillo e
quello della varicella), tra ventilazione dell' aria ed altri fattori ambientali
(correnti d'aria) e la loro diffusione.
Le ultime due vie di trasmissione, attraverso veicoli comuni (oggetti,
sostanze contaminate quali acqua, alimenti, o materiali quali strumenti e
apparecchiature) e attraverso vettori (ad esempio topi, zanzare, mosche ed
altri insetti) evidenziano ancora una volta l'importanza dell'igiene e della
sanificazionedegli ambienti, specie in ambito ospedaliero.
A questo punto utile riportare le precauzioni universali arricchite dalle
ulti me conoscenze sulla trasmissione delle infezioni. Ogni infermiere,
infatti, deveconoscerle e attuarle in base alle situazioni che si trova a gestire
nel suo lavoro quotidiano in qualsiasi realt, sia ospedaliera sia
domiciliare. Nella tabella3.3 sono riportati tutti gli elementi da tenere sotto
controllo, e vengo no forniti maggiori dettagli per quelli pi significativi
dal punto di vista infermieristico.
Igiene delle mani

Le mani vanno lavate se vengono a contatto con


sangue, fluidi corporei, secrezioni, escrezioni,
oggetti contaminati, immediatamente dopo aver
tolto i guanti, prima di passare a un altro paziente e
quando presente un'altra indicazione per preveni
re il passaggio dei microrganismi ad altri pazienti o
all'ambiente. Pu essere necessario lavare le mani
anche prima di passare a procedure in un'altra parte
del corpo della stessapersona per prevenire infezio
ni crociate (vedi anche Schede IV e V)

Guanti

Vengono indossati quando si pu venire a contatto


con sangue, fluidi corporei, secrezioni, escrezioni,
cute non integra, mucose o oggetti contaminati.
Devono essere cambiati tra un paziente e l'altro,
sulla stessapersona se si passa da zone pi contami
nate a meno contaminate, se si rompono. Devono
essere rimossi prontamente dopo l'uso per non
inquinare altre superfici e, prima di indossarne un
altro paio, si devono lavare le mani (vedi anche
Schede IV e V)

Mascherina con o
senza visiera,
occhiali protettivi

Camice

Precauzioni universali (UP) che


tengono conto dell'isolamento
da liquidi biologici (BSI)e delle
precauzioni standard (SP)da
utilizzare nell'assistenzadi tutte
le persone, indipendentemente
dal loro stato infettivo (Elkin
KeeneM. et al., p. 27; Giornale
italiano delle infezioni
ospedaliere, pp. 153-156; Moro
M. L., pp. 413-415) (a cura di

C. Sironi).

Se le procedure assistenziali al paziente possono


causare spruzzi o nebulizzazioni di sangue o fluidi
corporei vengono indossate mascherine (disponibili
con o senza visiera) (li), occhiali (anche riutilizzabili
dopo adeguato trattamento), protezioni per tutto il
volto (coprifaccia)
Si indossa un camice protettivo se si pensa di poter
sporcare la divisa di sangue o fluidi corporei. Le
mani si devono lavare dopo aver tolto il camice
segue

35

(") Vedi tabella 3.5.

Assicurare un ambiente sicuro

seguito

Manovre
rianimatorie

Si deve cercare di impiegare palloni arnbu, boccagli,


cannule e altri dispositivi come alternativa alla respi
razione bocca a bocca

Manipolazione di
strumenti/oggetti
taglienti

Tutti gli oggetti taglienti e gli aghi vanno eliminati in


appositi contenitori per rifiuti sanitari speciali resi
stenti alle punture. Questi contenitori devono essere
tenuti vicino al luogo dove devono essere utilizzati
(posizione comoda). Si raccomanda di non rincap
pucciare o manipolare o piegare gli aghi e di non
toglierli manualmente dalle siringhe

Smalti mento

Vedi normativa vigente sulla raccolta differenziata e


lo smalti mento dei rifiuti sanitari. In particolare, lo
smaltimento dei rifiuti sanitari speciali non assimila
bili ai rifiuti urbani deve avvenire mediante doppio
contenitore (di cui quello esterno, rigido e resistente,
deve avere le diciture previste per legge e la chiusu
ra ermetica)

dei rifiuti

Attrezzatura
per l'assistenza
al paziente

Tutto il materiale, i presdi e gli oggetti necessari per


l'assistenza alla persona devono essere decontami
nati, lavati e risterilizzati o ridisinfettati (vedi Schede
Il e III). opportuno impiegare il maggior numero
possibile di materiale monouso che verr poi scarta
to negli appositi contenitori per rifiuti speciali

Biancheria

La biancheria contaminata deve essere riposta negli


appositi sacchi e maneggiata in modo tale da impe
dire il contatto con cute e mucose. In caso di sacchi
idrosolubili necessario utilizzare un secondo sacco
impermeabile

Campioni
biologici

Pulizia
e disinfezione
ambientale

Collocazione
del paziente

Educazione sanitaria
al paziente
e ai visitatori

36

Devono essere inseriti in contenitori idonei ad impe


dire perdite (con tappi a chiusura ermetica e sicura)
e trasportati in apposite valigette ermeticamente
chiuse che possono essere sterilizzate. Tutti i mate
riali biologici sono da trattare come potenzialmente
infetti
Non opportuno disinfettare di routine le superfici
ambientali, mentre sono raccomandate un'attenta puli
zia e rimozione dello sporco differenziate in base alle
diverse aree ospedaliere, al tipo di superficie e alle
caratteristiche dello sporco

La collocazione della persona in una stanza singola


giustificata solo dalla sua incapacit a mantenere
un'igiene appropriata e quindi dalla potenziale con
taminazione dell'ambiente o da particolari patologie
o indicazioni
Devono essere informati ed educati sulla necessit di
utilizzare tutte le precauzioni opportune per prevenire
la diffusione dei microrganismi ad altri o all'ambiente

Assicurare un ambiente sicuro

Infine, possono essere utili le classificazioni approntate dai CDC che hanno
individuato sette tipi diversi di isolamento in riferimento all' agente patoge
no causa dell'infezione. Nella tabella 3.4 sono riportate alcune conoscenze
utili all'infermiere sia per orientarsi sulle modalit di isolamento da scegliere
nelle diverse situazioni, sia per fornire alla persona malata e ai suoi familiari
le indicazioni necessarie.
opportuno che la camera di isolamento sia dotata di tutto il materiale
necessario, utilizzato esclusivamente
per la persona assistita e, per quanto
possibile, monouso per ridurre i rischi di contaminazione ambientale (ad es.,
impiegare guanti, camice, maschere, stoviglie a perdere).
Il locale per l'isolamento dovrebbe essere arredato in modo tale da soddisfare
le esigenze della persona durante tutto l'arco della giornata e per tutta la durata
dell'isolamento. In particolare, dovrebbe essere garantita la presenza di letto e
biancheria, comodino, fonte luminosa, scrivania, poltrona, telefono, radio e/o
registratore e/o lettore per CD, televisore, giochi, riviste/libri. Inoltre, si deve
consigliare alla persona e ai suoi familiari di evitare l'introduzione nella came
ra di oggetti che trattengono polvere e sporco come peluches, tappeti, piante e
fiori, e di oggetti con superfici scabre e difficili da pulire.
In ambito ospedaliero, alla camera generalmente annesso il bagno ad uso
esclusivo della persona in isolamento. Qualora la persona fosse impossibili
tata a recarsi in bagno, indicato l'uso di comoda, padella, pappagallo, cati
ni e brocche per l'igiene. comunque necessario procedere ad un'accurata
pulizia e/o disinfezione dei sanitari e dei materiali utilizzati prima e dopo
l'uso o periodicamente.
Categorie
di isolamento
Stretto
(infezioni altamente
contagiose o virulente)

Esempi di patologie
Varicella
Difterite laringea
Febbre di
Lassa o altre
febbri
emorragiche
Peste polmonare
Infezioni da
Herpes zoster

Da contatto
(infezioni/infestazioni
altamente trasmissibili
o di importanza
epidemiologica)

Pediculosi, scabbia
Infezioni acute delle
vie respiratorie nei
neonati e nei bambini
Infezioni maggiori
cutanee secernenti

Congiuntivite
gonococcica,
infezioni da Herpes
simplex, infezioni
stafi lococciche
cutanee nei neonati

Precauzioni
raccomandate
Stanza singola
Lavaggio antisettico
delle mani all'ingresso
e all'uscita dalla camera
Abbigliamento
consigliato:
camice, maschera,
guanti e cuffia (")
Stanza singola
Lavaggio antisettico
delle mani all'ingresso
e all'uscita
dalla camera
Abbigliamento
consigliato:
maschera e cuffia
solo per contatti
stretti; camice e
guanti se si prevede
di sporcarsi
segue

37

Categorie di isolamento
secondo i CDC
con precauzioni raccomandate
(a cura di C. Sironi).

(") Per tutte le categorie di isolamento


valgono le precauzioni in merito alla
raccolta e allo smaltimento differen
ziato dei rifiuti e alla raccolta, puli
zia/disinfezione differenziata della
biancheria.

Assicurare un ambiente sicuro

seguito
Per drenaggi/secrezioni
(trasmissioneper
contatto diretto o
indiretto con materiale
purulento
o proveniente
da ferite infette)

Sangue e
liquidi biologici
(trasmissioneper
contatto diretto o
indiretto con il sangue
o altri liquidi
corporei infetti)

Enterico
(trasmissioneper
contatto diretto o
indiretto con feci)

Respiratorio
(infezioni trasmesse
per via aerea)

Tubercolare
(personecon
tubercolosi polmonare
in faseattiva)

38

Lesioni da
pressione
Ferite infette
Ascessi
Congiuntivite

Lavaggio
antisettico delle mani
all'ingresso
e all'uscita dalla camera
Abbigliamento
consigliato: camice
se si prevede di
sporcarsi;guanti
solo per contatti con
materiale infetto

Epatiti
AIDS
Sifilide
Leptospirosi
Malaria
Febbre ricorrente

Camera singola solo


se il livello igienico
della persona scarso
Lavaggio
antisettico delle mani
all'ingresso
e all'uscita dalla camera
Abbigliamento
consigliato: camice
se si prevede di
sporcarsi; guanti
solo per contatti con
materiale infetto

EpatiteA
Diarree di origine
infettiva e infezioni
da enterovirus
Gastroenteriti
di origine
infettiva
Colera
Salmonelle
Tifo

Camera singola solo


se il livello igienico
della persona scarso
Lavaggio
antisettico delle mani
all'ingresso
e all'uscita dalla camera
Abbigliamento
consigliato: camice
se si prevede di
sporcarsi; guanti
solo per contatti con
materiale infetto

Morbillo
Pertosse
Parotite
Malattia
meningococcica
grave (polmonite,
meningite, sepsi)

Stanzasingola
Lavaggio antisettico
delle mani all'ingresso
e all'uscita dalla camera
Abbigliamento
consigliato:
mascherasolo per
contatti stretti

Tubercolosi

Stanzasingola
Lavaggio antisettico
delle mani all'ingresso
e all'uscita dalla camera
Abbigliamento
consigliato: maschera
solo se la persona ha la
tosse;camice solo per
procedure che
comportano una estesa
contaminazione

Assicurare un ambiente sicuro

Mascherina protettiva

Caratteristiche

Mascherina speciale ad
alta efficienza antibatterica
(da usare per l'isolamento stretto,
da contatto e respiratorio)
Disponibile con e senza visiera

BFE (efficienza filtrazione


batterica): 95%
- Traspirazione: circa 2 L'1 P
Resistenza ai fluidi
Buona aderenza

Respiratore classe FFP2


e classe FFP3;
normativa europea EN 149;
marchio CE (da usare
per isolamento tubercolare)

BFE: 92%
Granulometria compresa
fra 0,02 Il e 2 Il
- Traspirazione: circa 2 L'1 P
- Buona aderenza

Tipi principali di mascheri ne


protettive e loro caratteristiche
(a cura di M.E. Lago).
Per l'isolamento corretto
parlare sempre di mascheri ne
protettive. Queste hanno
caratteristiche diverse dalle
maschere chirurgiche e da
quelle monouso utilizzate
durante alcune attivit
infermieristiche, quali ad
esempio l'esecuzione di
tecniche in asepsi.

Procedura
Informarsi sul tipo di isolamento da attuare in riferimento allo specifico
caso e/o alle motivazioni per cui viene ricoverata/assistita
la persona .
Predisporre tutto il materiale nel luogo scelto per l'isolamento specifico in
base alla situazione logistica e alla disponibilit di materiale monouso.

Procedimento tecnico (finalit: Guidare)

Obiettivi didattici
l. Definire il significato

e lo scopo del procedimento

tecnico

Insegnare comepredisporre i locali per l'isolamento.


2. Indicare le precauzioni da adottare per l'isolamento richiesto e le modalit
per insegnarle alla persona.
3. Insegnare alla persona come predisporre i locali per l'isolamento di cui
necessita.

Definizionee scopo
Per Insegnare come predisporre i locali per l'isolamento si intende fornire
alla persona le conoscenze e le informazioni
circa i comportamenti
e le
modalit di intervento da mettere in atto sugli ambienti domestici, al fine di
renderli adatti per l'isolamento richiesto dalla patologia o dalla motivazione
che lo rende necessario.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Nelle tabelle del paragrafo precedente sono riportate alcune conoscenze utili
all'infermiere sia per orientarsi sulle modalit di isolamento da scegliere
nelle diverse situazioni, sia per fornire alla persona malata e ai suoi familiari
le indicazioni necessarie in base al singolo caso specifico.

39

Assicurare un ambiente sicuro

opportuno che ogni camera di isolamento sia dotata di tutto il materiale


necessario, utilizzato esclusivamente per la persona assistita e, per quanto
possibile, monouso per ridurre i rischi di contaminazione ambientale (ad es.,
impiegare guanti, camice, maschere, stoviglie a perdere).
Il locale per l'isolamento dovrebbe essere arredato in modo tale da soddi
sfare le esigenze della persona durante tutto l'arco della giornata e per
tutta la durata dell 'isolamento. In particolare, dovrebbe essere garantita la
presenza di letto e biancheria, comodino, fonte luminosa, scrivania, pol
trona, telefono, radio e/o registratore e/o lettore per CD, televisore, gio
chi, riviste/libri. Inoltre, si deve consigliare alla persona e ai suoi familiari
di evitare l'introduzione nella camera di oggetti che trattengono polvere e
sporco come peluches, tappeti, piante e fiori, e di oggetti con superfici
scabre e difficili da pulire.
Se nell 'abitazione sono presenti due o pi locali da bagno, opportuno
adibirne uno ad uso esclusivo della persona in isolamento; in caso contra
rio, consigliabile l'uso di copriwater monouso, asciugamani, spugne,
sapone e dentifricio personali. Qualora la persona fosse impossibilitata a
recarsi nei locali da bagno indicato l'uso di comoda, padella, pappagal
lo, catini e brocche per l'igiene. comunque necessario procedere ad
un'accurata pulizia e/o disinfezione dei sanitari e dei materiali utilizzati
prima e dopo l'uso o periodicamente.

Procedura
Informare la persona sul tipo di isolamento da attuare in riferimento al
caso specifico.
Aiutare la persona a scegliere il/i locale/i per l'isolamento e a predisporre
tutto il materiale necessario fornendo le conoscenze pi opportune in rela
zione alla sua situazione logistica ed economica.
Istruire la persona sulle precauzioni da adottare nel tipo di isolamento che
le stato prescritto.
Informare la persona sulle seguenti norme generali di comportamento:
- il pavimento da considerare sempre contaminato, quindi necessario
che la persona assistita non raccolga mai un oggetto caduto a terra (deve
essere sostituito);
-l'ambiente deve essere aerato almeno due volte al giorno;
- la polvere da considerare sempre contaminata, per cui deve essere
rimossa con panni umidi; non devono essere create correnti d'aria n si
deve scuotere energicamente la biancheria;
- durante l'assistenza alla persona in isolamento opportuno evitare di
toccarsi il naso, la bocca gli occhi e i capelli;
- in caso di contatto accidentale di cute e mucose con materiale contami
nato, procedere immediatamente al lavaggio.

N.B. Per quanto riguarda il lavaggio antisettico delle mani e l'uso dei
guanti si rimanda alle Schede IV e V.

40

Assicurare un ambiente sicuro

BonazziC.; Caimi A., Pontello M., Igiene e tecnica ospedaliera, Sorbona, Milano,
1989.
Decretoministeriale 28 settembre 1990, Norme di protezione dal contagio professio
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Editore, Torino, 1993; edizione fuori commercio distribuita da Smith Kline
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Sorrentino S. A., Assistenza infermieristica di base: principi e procedure, 3" ed.,
McGraw-Hill, Milano, 1994.

41

Assicurare un ambiente sicuro

1. Quali categorie di persone

sono
pi "a rischio" per possibili trau
mi/cadute? (elencarne almeno 3)
2. Indicare almeno 3 variabili la

cui presenza nell'ambiente dome


stico causa di traumi/cadute.

3. Dovendo istruire la persona

"a rischio" per traumi/cadute


sulla scelta delle calzature, su
quali criteri focalizzeresti l'at
tenzione?
4. Quali categorie di persone

sono maggiormente "a rischio" di


avvelenamenti e/o intossicazioni?

7. Quali sono i criteri da rispetta

re nella conservazione dei farma


ci a domicilio?
8. Elencare le variabili che carat

terizzano il microclima, fornendo


per ognuna di esse i valori stan
dard di riferimento.

9. Per quali motivi fondamenta


le, nel controllare e nel mantene

re il microclima, il rispetto dei


valori standard delle variabili che
lo costituiscono?
Distinguere i due scopi prin
cipali dell'isolamento.

10.

(elencarne almeno 3)

5. Enunciare le tre principali

modalit con cui pu avvenire un


avvelenamento/intossicazione.

6. Fornire almeno un esempio

di manifestazione di
avvelenamento/
intossicazione per ciascuna delle
3
modalit sopraddette.

11. Enunciare i principali com


portamenti da insegnare ai fami
liari di una persona che necessita
di isolamento protettivo a domi
cilio.
12. Elencare gli elementi

che

4
2

caratterizzano

l'isolamento

di

tipo enterico.

Definire il significato

di

assicurare l'igiene.

Elencarealmeno sette scopi dell'igiene alla persona.


Enunciare i dieci criteri generali da rispettare nel
l'esecuzione dell'igiene alla persona.
Eseguire le tecniche descritte in questo capitolo
descrivendone ogn i atto.
Elencare i sette atti di supporto da attuare prima e
dopo l'esecuzione di ogni tecnica.

Assicurare l'igiene

Premessa
Nel presente capitolo viene trattata la prestazione infermieristica Assicurare
l'igiene. I principali contenuti utili per compiere l'azione Illustrare alla per
sona ifattori che possono influenzare l'igiene e l'abbigliamento (indirizza
re) sono stati citati nella raccolta dati sul bisogno di igiene.
Tutti gli atti previsti nell'azione Eseguire l'igiene (sostituire) sono stati spiegati
in modo esaustivo in quanto l'argomento viene trattato durante il primo anno
di corso prima di iniziare le esperienze cliniche. Gli studenti devono quindi
essere guidati ad apprendere i procedimenti tecnici unitamente alle motivazioni
scientifiche di ogni azione alla luce di un preciso riferimento concettuale.
Per i seguenti atti sono stati previsti anche gli interventi aventi la finalit di
compensare:
- aiutare la persona afarsi il bagno e la doccia;
- aiutare la persona a lavarsi il viso e le mani;
- aiutare la persona nell 'igiene orale.
Lo studente, infatti, potr dedurre gli altri procedimenti tecnici appartenenti
a questa finalit dai paragrafi relativi alla finalit sostituire.
Infine, per quanto riguarda il guidare e sostenere, sono stati rispettivamente
scelti i seguenti atti ad esemplificazione del ruolo educativo dell'infermiere
nel favorire il recupero de li'autonomia della persona:
- insegnare i principi con cui effettuare l'igiene e la cura del corpo;
- fornire il consueto materiale per l'igiene o materiali e prodotti particolari.

Raccolta dati sul bisogno di igiene

(') Per la raccolta dati e la soddisfazio


ne del bisogno di igiene nel neonato,
si veda Ortelli S., Metodologia infer

mieristica applicata, Masson, Milano,


1997, pp. 148-158.

Per identificare il bisogno di assistenza infermieristica di igiene manifestato


da una persona opportuno che l'infermiere effettui un'accurata raccolta
dei dati riconducibili a variabili biofisiologiche, psicologiche e sociocultura
li della persona stessa.
Pu accadere per diversi motivi che una persona, in particolari momenti
della vita, abbia bisogno di un aiuto anche temporaneo per poter soddisfare
questo bisogno fondamentale. Alcune persone mancano dell' energia fisica
necessaria per lavarsi o accudirsi autonomamente e hanno bisogno di essere
per un certo tempo dipendenti. Altre trascurano l'aspetto e l'igiene a causa
del loro alterato stato psichico, anche per attirare l'attenzione di familiari e
personale di assistenza per superare momenti di difficolt.
L'et (') e il sesso della persona, senz' altro determinanti, non bastano quindi
a suggerire gli interventi da attuare n tanto meno la loro frequenza. Deve
essere preventivamente valutato il livello di autonomia e mobilit della per
sona (in particolare degli arti) o, laddove questo fosse impossibile, si deve
sfruttare l'occasione di effettuare un bagno completo per valutare lo stato
della cute e l'effettiva potenzialit motori a, evidenziando problemi che pos
sono richiedere specifici interventi. L'identificazione del bisogno di igiene,
cos come la successiva pianificazione della frequenza nell'esecuzione delle
pratiche igieniche, influenzata sia dalle caratteristiche di cute e annessi

44

Assicurare l'igiene

cutanei (ad es., pelle grassa o molto secca, presenza di forfora, callosit alle
estremit, ispessimenti ungueali) sia da alterazioni dovute a stati patologici.
Esempidi alterazioni biofisiologiche dovute a malattia sono l'incontinenza,
la fuoriuscita di secrezioni da ferite o cavit, la sudorazione profusa. Anche
l'assunzione di determinate terapie pu mutare le caratteristiche di secreti
ed escreti (ad es., odore del sudore o delle urine), modificando le manifesta
zionidi questo bisogno.
Quasiin tutte le culture la pulizia, la cura dell' aspetto esteriore, l'esecuzione
di bagni e abluzioni e il cambio degli indumenti sono ritenute pratiche pia
cevoli,indispensabili, utili oltre che spesso anche simbolicamente significa
tive.Tutti questi elementi vanno discretamente indagati, cos come le abitu
dinipersonali o le preferenze, generalmente condizionate anche dalla tipolo
gia dei servizi igienici che la persona ha a disposizione al suo domicilio.
Esempidi abitudini facilmente connesse con le diverse tipologie di risposta
a questo bisogno sono l'attivit fisica svolta (sia dovuta al tipo di lavoro che
all'uso del tempo libero) e, per le donne, l'uso regolare del trucco. Frale
variabili psicologiche e socioculturali non sono da sottovalutare la perso
nalit,la cultura, le convinzioni e la religione, che influenzano in modo parti
colarele modalit di contatto corporeo, la sfera intima della persona e il pudo
re. Nel raccogliere i dati da tenere presente che questo bisogno pu essere
particolarmentesentito dalla persona se questa viene ricoverata in ospedale,
magariimprovvisamente, o se deve essere accolta in un'altra struttura sanita
rio-assistenzialeo anche essere semplicemente sottoposta a visita medica. Il
mantenimentodell'igiene personale garantisce, infatti, la sensazione di "sentir
sia posto" e a proprio agio con gli altri, favorendo il benessere generale.
Nelcorso degli interventi con chi richiede il supporto dell'infermiere per il
soddisfacimento di questo bisogno, il professionista pu aver modo di
instaurare,mantenere o approfondire la relazione d'aiuto, in quanto le cure
igieniche mettono a stretto contatto l'infermiere e la persona fornendo
un'insostituibile occasione di rapporto che consente di integrare continua
mentela raccolta dati anche in merito agli altri bisogni. Ci favorisce la
comunicazione e l'esposizione di possibili preoccupazioni legate alla sfera
emozionale,sociale e sanitaria della persona.
L'elaborazione di tutti i dati raccolti consente all'infermiere di individua
re l'eventuale presenza del bisogno di assistenza infermieristica di igiene
e a che livello del continuum autonomia-dipendenza la persona si collo
ca in quel momento.

Definizionee scopi della prestazione


Perassicurare l'igiene si intende mettere in atto tutti quegli interventi che
quotidianamente garantiscono la pulizia e il benessere della persona nel
rispettodella sua alterit.
I principaliscopi del!' igiene sono:
- pulire le mucose, la cute e gli annessi cutanei;

45

Assicurare l'igiene

- eliminare gli odori sgradevoli;


- contribuire a mantenere il trofismo di mucose, cute e annessi cutanei;
prevenire le infezioni;
prevenire l'insorgere di lesioni da pressione;
- osservare lo stato di mucose, cute e annessi cutanei;
favorire il movimento;
riattivare la circolazione;
migliorare l'immagine di s della persona;
- applicare prodotti terapeutici su mucose, cute e annessi cutanei.

Conoscenze finalizzate alla tecnica

(') Si fa riferimento
al rapporto che si
instaura tra la persona assistita (rela
zione d'aiuto)
ed il professionista
infermiere.
Per approfondimenti
bibliografici,
si veda al termine del

capitolo 2.

L'igiene personale essenziale per mantenere l'integrit cutanea, in quanto


promuove un'adeguata circolazione e idratazione. L'integrit della cute le
consente di svolgere le sue tre fondamentali funzioni: difesa contro le infe
zioni; sensibilit al tatto, al dolore, alla pressione, al caldo e al freddo; con
trollo della temperatura corporea.
L'et incide sulle condizioni della cute: se normalmente la pelle si presenta
elastica, ben idratata, soda e liscia, con l'avanzare degli anni tende a diven
tare pi sottile, secca, meno vascolarizzata e quindi pi fragile e facilmente
soggetta a rottura o escoriazione.
La frequenza dell'esecuzione delle pratiche igieniche influenzata da
diversi fattori, alcuni gi menzionati nel paragrafo relativo alla raccolta
dati. Se il criterio generale che deve essere lavata qualsiasi parte quando
si sporca, la raccolta dati continua che consente al professionista, unita
mente alle sue conoscenze, di scegliere gli interventi pi adeguati al tipo
di bisogno manifestato in un dato momento da una particolare persona.
Per quanto esposto evidente che non esistono canoni fissi: ad esempio il
bagno - se non in presenza di motivazioni particolari - deve essere ese
guito con modalit e scadenze il pi possibile vicine alle preferenze della
persona. Si dovrebbe comunque evitare di eseguire troppo spesso il bagno
o le cure igieniche totali a persone anziane, perch ci pu contribuire a
far diventare la cute ancora pi secca. Indicativamente, per le persone
anziane, tre volte la settimana pu essere un numero giusto. La frequenza
ottimale dipende comunque dai bisogni individuali.
Alcuni richiedono una costante stimolazione e incoraggiamento per rigua
dagnare l'indipendenza, per mantenere l'autonomia utilizzando le proprie
risorse personali o semplicemente per iniziare queste pratiche. Se una per
sona malata non riesce a collaborare necessario chiedersi se non sia
opportuno coinvolgere i parenti o le persone significative, che magari non
attendono altro che assistere a queste pratiche per stare con il loro caro.
Se vero che l'aiuto nell'effettuazione delle cure igieniche favorisce l'in
staurarsi di un rapporto di stima e fiducia, altrettanto vero l'esatto contra
rio. Per instaurare un rapporto di fiducia e), specie durante l'esecuzione di
queste tecniche, indispensabile che l'infermiere comunichi sensibilit e
rispetto per le convinzioni e le abitudini dell' altro e una costante attenzione
a garantire la sua intimit. Mai come nel corso della relazione con chi
richiede il supporto dell'infermiere per il soddisfacimento di questo biso
gno il professionista pu aver modo di esprimere pienamente la propria

46

Assicurare l'igiene

autonomiae competenza intervenendo sulle abitudini e convinzioni della


personae attuando interventi di vera e propria educazione sanitaria.
I criteri generali da rispettare quando si esegue l'igiene ad una persona sono i
seguenti.
Garantireuna temperatura ambientale compresa fra i 24 e i 26 Co.
Evitarecorrenti d'aria.
Regolarela temperatura dell'acqua in modo da:
- non procurare danni alla cute;
- essere gradita alla persona;
- mantenerla sui 37-38 Co.
Garantireil rispetto dell'intimit della persona.
Primadi iniziare ogni procedimento tecnico, preparare il materiale neces
sariodisponendolo in modo da facilitarne l'esecuzione.
Inumidirele superfici da lavare prima di applicare il detergente.
Eseguirel'igiene procedendo:
- dalla zona pi "pulita" a quella pi "sporca";
- dall'alto verso il basso;
- dall'interno verso l'esterno.
Detergereaccuratamente facendo particolare attenzione a:
- pieghe cutanee;
- zone interdigitali;
- prominenze ossee.
Rimuoverequalsiasi residuo di sapone sciacquando ripetutamente.
Asciugare:
- utilizzando materiale morbido e assorbente;
- tamponando la cute senza frizionare;
- facendo particolare attenzione a pieghe cutanee, zone interdigitali e
prominenze ossee.

I
I

I
I

I
I

Attidi supporto
Lavaggiosociale delle mani
Preparareil materiale occorrente per l'esecuzione di ogni singola tecnica
Identificarel'assistito
Predisporrel'ambiente nel modo pi idoneo per l'esecuzione della tecnica
C) Fornirealla persona alcune informazioni generali relative alla tecnica
da eseguire
Posizionare la persona per poter agevolmente assicurare l'igiene rispet
tandola sua intimit
Riordinarela camera e il materiale utilizzato

Procedimentotecnico (finalit: Compensare)


~'.'.'"

WI_Y'
Obiettivididattici
I. Definirecosa si intende per aiutare la persona a farsi il bagno o la

doccia.
2. Elencarealmeno quattro scopi dell' esecuzione del bagno.

47

(') Nella preparazione dell'ambiente comprendiamo l'attenzione al rispetto dell'intimit della


persona e di chi le sta vicino (dai parenti ai vicini di letto) tenendo conto delle diverse abi

tudini e caratteristiche individuali. Gli


interventi possono riguardare: il posi
zionamento di un paravento, l'invito
ad altre persone presenti ad allonta
narsi dalla stanza, il chiudere la porta,
lo scoprire la persona il minimo
necessario,il rinviare - se richiesto l'esecuzione della tecnica ad altro
momento. Questi aspetti verranno
quindi sottintesi nella descrizione dei
procedimenti tecnici che seguiranno.

CAPITOLO

..}

Assicurare l'igiene

3. Indicare le due indicazioni specifiche per l'esecuzione della doccia.


4. Preparare con la persona il materiale occorrente per fare il bagno o la
doccia.
5. Aiutare la persona a fare il bagno o la doccia.

Definizione e scopi
Per aiutare la persona a farsi il bagno () la doccia si intende fornire l'aiuto
necessario alla persona per provvedere all'igiene e pulizia completa del
eorpo mediante immersione in vasca o utilizzo della doccia.
Gli scopi principali dell'esecuzione del bagno e della doccia sono igienici e
terapeutici.

Vasca speciale per l'esecuzione


dell'igiene di persone
con deficit motori.

Alcune indicazioni per l'esecuzione del bagno sono:


favorire il benessere producendo un effetto rilassante (acqua tiepida,
calda);
stimolare la circolazione;
ridurre la temperatura corporea (acqua fredda, tiepida);
applicare sostanze terapeutiche;
eseguire una disinfezione della cute.
Le indicazioni specifiche per l'esecuzione della doccia sono:
favorire un effetto tonificante (acqua fredda, tiepida);
- eseguire la disinfezione preoperatoria della cute.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Per quanto riguarda l'ambiente, oltre a garantire un'adeguata temperatura,
necessario predisporre tutti gli accorgimenti atti a garantire la sicurezza
della persona (posizionare tappeti antiscivolo per vasca o doccia, telo pro
tettivo sul pavimento, vicinanza di un campanello di chiamata funzionante,
presenza dell'infermiere). Sono attualmente in commercio diversi ausilii per
consentire l'esecuzione di questi atti anche a persone con deficit motori o
gravi patologie (ad es., persona con ustioni estese, para o tetraplegici).
Questi ausilii vanno da vasche particolari alla possibilit di attrezzare comu
ni vasche e docce con seggiolini, sedili, maniglie, ecc. (Fig. 4.1) fino all'uri-

Tipi di spazzole e spugna


montata su supporto snodato,
per consentire l'igiene anche a
persone con difficolt motorie.

48

Assicurare

l'igiene

lizzo di oggetti con semplici modifiche (ad es., spazzole con manico lungo o
angolato) (Fig. 4.2).
L'esecuzione del bagno pu avvenire anche alletto della persona, evitando
ne l'immersione completa in acqua (vedi paragrafo successivo).

Atti di supporto
Preparare il seguente materiale portando lo nella stanza da bagno:
telo per proteggere il pavimento;
telo da bagno personale o traversa;
detergente;
shampoo e phon;
occorrente per la cura delle unghie;
I o pi spugne/manopole monouso;
guanti monouso;
l sacchetto per rifiuti;
biancheria personale pulita;
altro materiale abitualmente usato dalla persona per l'igiene;
(ad es., crema per viso e corpo, deodorante, occorrente per pettinarsi);
- termometro per il controllo della temperatura dell' acqua;
- una sedia (se occorre).
Aiutare la persona ad entrare/uscire dalla vasca/doccia facendole
assumere la posizione pi comoda durante la procedura e utilizzando
gli ausili necessari
Riordinare il materiale riponendo quello della persona
Assicurarsi che al termine venga effettuata la pulizia della stanza
da bagno

Procedura
I
I
I
I
I
I
I

Proteggere il pavimento con il telo.


Aiutare la persona a togliere gli indumenti.
Verificare la temperatura dell' acqua.
Far entrare la persona nella vasca/doccia.
Assistere la persona durante il bagno/doccia intervenendo quando occorre.
Aiutare la persona a uscire dalla vasca/doccia e ad asciugarsi.
Aiutare eventualmente per il taglio delle unghie, la cura dei capelli e a
vestirsi (vedi pagg. 52, 71 c 72 e paragrafi 4.3. 4.9 e 4.11).

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
l. Definire cosa si intende per eseguire il bagno o la doccia a una persona
non autosufficiente ("bagno a Ietto").
2. Elencare almeno quattro scopi dell'esecuzione del bagno a letto.

49

Assicurare l'igiene

3. Indicare il materiale che deve essere cambiato nel passare dall'igiene del
l'emisoma superiore a quella dell'emisoma inferiore.
4. Evidenziare il comportamento da adottare durante il bagno a letto per
avvicinarne il pi possibile la tecnica al bagno ad immersione.
5. Preparare il materiale occorrente per eseguire il bagno o la doccia.
6. Eseguire il bagno a letto ad una persona totalmente dipendente.

Conoscenze finalizzate alla tecnica

Per eseguire il bagno a una persona totalmente dipendente, in assenza di


particolari vasche o docce, si deve ricorrere al bagno a letto, che costi
tuisce la somma dell'igiene eseguita nei diversi distretti corporei trattata
nei paragrafi 4.4,4.5,4.6,4.8,4.9
e 4.10 di questo capitolo.
Durante lo svolgimento di questa procedura, nel passare dall'igiene del
l'emisoma superiore (dal capo alla vita) a quella dell'emisoma inferiore
(dalla vita ai piedi) si raccomanda il cambio di: catino, spugna/manopola
monouso e asciugamano. Le parti inferiori del corpo, infatti, si conside
rano contaminate dalla flora batterica intestinale.
Questa tecnica sostitutiva del bagno nella vasca; si sottolinea pertanto
l'importanza di ricorrere all'immersione delle mani e dei piedi della per
sona nell'eseguirne l'igiene. Oltre a garantire una migliore pulizia di
queste zone, questa rappresenta una pratica molto gradita alle persone
costrette a letto (Figg. 4.3 e 4.4).

50

Assicurare l'igiene

Atti di supporto
-

Preparare il seguente materiale disponendolo su un carrello:


2 catini;
l brocca con acqua se il lavandino lontano dalla camera;
2 o pi asciugamani;
traversa e cerata;
detergente;
spugne/manopole monouso;
garze pulite e falde di cotone;
guanti monouso;
occorrente per la rasatura della barba C), per la cura delle unghie e dei
capelli;
padella;
altro materiale abitualmente usato dalla persona per l'igiene
(ad es., crema per viso e corpo, deodorante, occorrente per pettinarsi);
biancheria personale pulita;
biancheria pulita per il letto;
l sacchetto per rifiuti;
carrello per la biancheria sporca.
Far assumere le diverse posizioni richieste durante lo svolgersi della
procedura
Riordinare il materiale riponendo quello della persona
Togliere i guanti ed effettuare il lavaggio sociale delle mani.

51

(') La rasaturadella barba deve precc


dcrc l'igiene del viso.

Assicurare l'igiene

Esemplificazione grafica
dell'ordine con il quale
si procede all'igiene del corpo
durante l'esecuzione del bagno.

Procedura
Viene eseguita da due infermieri.
Proteggere il letto con cerata e traversa.
Scalzare la biancheria del letto togliendo solo copriletto e coperta.
Rimuovere progressivamente gli indumenti della persona mantenendola
coperta con il lenzuolo superiore.
Mettere la persona in posizione semi seduta o supina e procedere nella
pulizia con il seguente ordine: viso e collo, arti superiori (ponendo parti
colare attenzione alla regione ascellare), torace e dorso (numeri da l a 7
sulla Fig. 4.5 a e b).
Dopo aver sciacquato e asciugato le zone sopraindicate, far indossare alla
persona la biancheria pulita.
Sostituire il catino e proseguire con l'igiene dell'addome e degli arti inferiori (nn. 8, 9, IO, Il e 12).
Asciugare tamponando tutte le zone lavate.
Dopo aver applicato la padella, eseguire l'igiene perinealc (n. 13).
Posizionare la persona in decubito laterale e completare la pulizia della
zona lombo-sacralc c del dorso qualora non ancora eseguita (n. 14).
Procedere, se occorre, al taglio delle unghie di mani e piedi e alla cura dei
capelli.
Cambiare la biancheria del letto facendo indossare alla persona i restanti
indumenti puliti.

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
I. Definire cosa si intende per lavare i
capelli.
2. Elencare almeno quattro variabili che influenzano in modo particolare
l'effettuazione degli atti lavare i capelli e pettinare.
3. Enunciare i comportamenti da adottare in caso di pediculosi del capo.
4. Spiegare come si procede in caso di ferite del cuoio capelluto.
5. Preparare il materiale occorrente per lavare i capelli e pettinare una persona.
6. Lavare i capelli ad una persona al lavandino o a letto.
7. Pettinare una persona.

Definizione
\.

Per lavare i capelli si intende effettuare la pulizia del cuoio capelluto e


dei capelli della persona. Dopo averli lavati, si ravviano e acconciano
utilizzan do pettine o spazzola secondo le abitudini.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


b

Prima di questi due atti necessario valutare accuratamente l'autonomia


della persona nell'esecuzione dei movimenti richiesti per evitare interruzioni
o dolore. Esiste, inoltre, la possibilit di lavare i capelli al lavandino o a letto.

52

Assicurare l'igiene

Le persone possono avere abitudini e/o necessit molto diverse in merito a


questiatti rispetto alla frequenza, ai prodotti utilizzati e alle modalit adotta
te. Le variabili che le influenzano in modo particolare sono il sesso, l'et,
l'etnia e cultura, la presenza di alterazioni del cuoio capelluto e dei capelli,
lostato fisico e psichico.
In caso di presenza di pediculosi (infestazione da Pediculus capitis'i
richiesto un trattamento locale con prodotti specifici da ripetere per alcuni
giornicome da indicazioni mediche. Si raccomanda l'utilizzo di materiale a
perdereo strettamente personale.
Se sono presenti ferite del cuoio capelluto indicato l'impiego di acqua
ossigenataper asportare sangue e croste; il risciacquo deve essere effettuato
consoluzione fisiologica.
Atti di supporto
capelli

per lavare

Preparare il seguente materiale:


l brocca con acqua;
102 asciugamani della persona;
l traversa o asciugamano per proteggere la persona;
shampoo;
phon;
altro materiale abitualmente usato dalla persona per l'igiene dei capelli
(ad es., balsamo, lozioni, schiuma, gel, lacca);
- pettinee/o spazzola;
- guanti;
sacchetto
per
rifiuti.

Perlavarei capelli al lavandino occorre posizionare la persona o su una sedia,


conlo schienale appoggiato al lavandino, o su una barella accostata ad esso.
Perlavarei capelli a letto oltre al materiale gi elencato si devono aggiungere:
ceratae traversa; apposito lavatesta con sistema di scarico del!' acqua o
cerata preparatacome da Fig. 4.6; secchio per raccogliere l'acqua dopo
l'utilizzo.
Aiutare la persona ad assumere la posizione seduta o supina (se sulla
barellao aletto)
Riordinare il materiale riponendo quello della
persona
Procedura
A/lavandino:

Proteggere gli indumenti della persona con un asciugamano o una


traver
sa; se si utilizza la barella, proteggerla con cerata e traversa.
Far reclinare la testa alla persona sul lavandino o far sporgere la
testa dallabarella (in questo caso preferibile la presenza di due
infermieri).
Versareacqua tiepida sino a bagnare completamente i
capelli.
Applicarelo shampoo e procedere con il
lavaggio.
Sciacquareabbondantemente
e ripetere lo shampoo se

necessario.
Eliminarel'eccesso d'acqua e avvolgere la testa in un asciugamano.

Pettinarei capelli e procedere


con
l'asciugatura.
Cambiareeventuali indumenti bagnati nel corso della
procedura.
Acconciarei capelli come la persona
desidera.

53

Assicurare l'igiene

A letto:
Rimuovere i cuscini e proteggere il letto con cerata e traversa posizionan
do illavatesta (Fig. 4.7) o la cerata.
Proteggere gli indumenti della persona con un asciugamano o una tra
versa.
Dopo aver posizionato la persona, proseguire come descritto sopra.

Atti di supporto per pettinare


Preparare il seguente materiale:
asciugamano o telino;
pettine e/o spazzola;
occorrente per raccogliere e acconciare i capelli;
altro materiale abitualmente usato dalla persona per acconciare i capelli
(ad es., lozioni, schiuma, gel, lacca);
- sacchetto per rifiuti.
Aiutare la persona ad assumere la posizione seduta o semiseduta
Riordinare il materiale riponendo quello della persona
Lavaggio sociale delle mani

Procedura
Proteggere gli indumenti della persona e il letto con l'asciugamano o il
telino.

54

Assicurare l'igiene

Pettinare e/o spazzolare i capelli procedendo dalla radice alla punta (per
facilitare questa operazione, nel caso di capelli lunghi, suddividerli in pi
ciocche e pettiname una per volta).
Acconciare i capelli come la persona desidera.
Togliere l'asciugamano o il telino ed eliminare i capelli nel sacchetto per i
rifiuti.
Suggerimenti
Pu essere utile applicare sul pettine una garzina prima di iniziare la pro
cedura. Al termine baster toglierla per eliminare la forfora e i capelli
persi (Fig. 4.8).

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

~'
Obiettivi didattici
l. Definire cosa si intende per eseguire il
pediluvio.
2. Elencare almeno quattro indicazioni specifiche all'esecuzione di un pediluvio.
3. Spiegare come si pu procedere per asportare callosit presenti sui piedi.
4. Preparare il materiale occorrente per eseguire un pediluvio.
5.Eseguire un pediluvio.

Definizione e scopi
Per eseguire il pediluvio si intende l'immersione dei piedi nell'acqua col
principalescopo di eseguirne l'igiene.
Oltreal gi citato principale scopo di pulizia, altre indicazioni per l'esecuzio
ne del pediluvio sono: ammorbidire la cute, le unghie ed eventuali callosit;
produrreun effetto rilassante; eliminare i cattivi odori, specie in caso di iperi
drosi;provocare una vasodilatazione venosa o arteriosa; eseguire terapie.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Se si gi valutata l'opportunit di asportare callosit cutanee, necessa
rio applicare preventivamente
un impacco con crema emolliente o
unguento(vaselina filante) da lasciare in sede dalle sei alle dodici ore.

Atti di supporto
-

Preparare il seguente materiale disponendolo su un carrello:


l catino (preferibilmente alto almeno 20 cm);
l brocca con acqua se il lavandino lontano dalla camera;
I asciugamano;
l traversa;

55

Assicurare l'igiene

l cerata;
detergente;
guanti monouso;
I spugna monouso o garze pulite se occorre;
l sacchetto per rifiuti;
altro materiale abitualmente usato dalla persona per l'igiene dei piedi (ad
es., crema specifica, pietra pomice, altro materiale per la cura di callosit
del piede);
- occorrente per il taglio delle unghie;
- crema emolliente.
In relazione alle condizioni della persona, farle assumere la posizione
seduta o supina
Riordinare il materiale riponendo quello della persona
Lavaggio sociale delle mani

Procedura

Scoprire le zone da lavare (piede e gamba) mantenendo coperte le restanti


parti del corpo:
- se la persona in posizione supina, posizionare cerata e traversa in
modo da proteggere il letto e appoggiare il catino sulla parte inferiore
del letto;
se la persona pu mantenere la posizione seduta, posizionare cerata e
traversa sotto il catino appoggiato per terra,
Immergere un piede nel catino e procedere alla detersione di dorso, pian
ta, spazi interdigitali, regione ungueale; lavare anche la gamba.
Valutare la necessit di procedere al taglio delle unghie o alla rimozione
di callosit e decidere, in questo caso, di prolungare l'immersione del
piede per circa dieci minuti controllando la temperatura dell'acqua.
Rimuovere gli eventuali residui di sapone con l'acqua della brocca.
Asciugare tamponando con particolare attenzione agli spazi interdigitali.
Sostituire]' acqua nel catino e procedere allo stesso modo con l'altro
piede e l'altra gamba.
Concludere, se necessario, con il taglio delle unghie (vedi pago 71, par.
4. Il) e applicare una crema emoll iente.

Procedimento tecnico (finalit: Compensare)

Obiettivi didattici
l. Definire cosa si intende per aiutare la persona a lavarsi il viso e le mani.
2. Preparare il materiale occorrente per aiutare la persona in questa pratica
igienica.
3. Aiutare la persona a lavarsi il viso e le mani.

56

Assicurare l'igiene

Definizione
Peraiutare la persona a lavarsi il viso e le mani si intende fornirle il sup
portonecessario per assicurare l'igiene del volto, degli occhi, del naso, delle
orecchiee del collo.

Atti di supporto
Preparare il seguente materiale disponendolo su un carrello:
2 catini;
l brocca con acqua se il lavandino lontano dalla camera;
I o 2 asciugamani a seconda delle abitudini della persona;
l traversa;
detergente;
- I spugna monouso o garze pulite se
occorre;
- l sacchetto per rifiuti;
- altro materiale abitualmente usato dalla persona per l'igiene di queste
parti (ad es., crema per viso e mani, spazzolino per unghie, specchio,
rasoio).
Aiutarela persona ad assumere la posizione seduta
Riordinareil materiale riponendo quello della persona

Procedura
Proteggeregli indumenti della persona con un asciugamano o una
traversa.
Disporretutto il materiale sul tavolino e metterlo alla portata della
persona.
Farleimmergere le mani nel catino e porgerle il sapone.
Sostituireil catino o cambiare l'acqua mentre la persona si asciuga
le mani.
Assisterela persona durante il lavaggio del volto, degli occhi, delle orec
chiee del collo.
Aiutarla,se necessario, nel cambio degli indumenti e nella cura dei
capel
li (vedipagg. 52 e 72).

Procedimentotecnico (finalit: Sostituire)


~

'

Obiettivi didattici
l.Definirecosa si intende per lavare il viso e le mani.
2.Preparareil materiale occorrente per sostituirsi alla persona in questa pra
ticaigienica.
3.Lavareil viso e le mani a una persona.

Definizione
Perlavareil viso e le mani si intende fornire alla persona il supporto
necessario perassicurarel'igiene del volto, degli occhi, del naso, delle orecchie
e del collo f).

57

C'i Per l'igiene e pulizia del neonato,


si veda Ortelli S., Melod%gia
inier
mieristic.: applicata, Masson, Milano,
1997, pp. 101-158.

Assicurare l'igiene

L'esecuzione dell'igiene delle mani prevede l'accurata pulizia di dorso, palmo,


polso, spazi interdigitali e unghie.

Atti di supporto
Preparare il seguente materiale disponendolo su un carrello:
- 2 catini;
- I brocca con acqua se il lavandino lontano dalla camera;
I o 2 asciugamani a seconda delle abitudini della persona;
- I traversa;
- detergente;
- I spugna monouso o garze pulite;
- guanti monouso;
- occorrente per la rasatura della barba ("), per la cura delle unghie e dei
capelli;
I sacchetto per rifiuti.
Far assumere, in relazione alle condizioni della persona, la posizione
semiseduta o supina
Riordinare il materiale riponendo quello della persona
Togliere i guanti ed effettuare il lavaggio sociale delle mani

Procedura

Proteggere gli indumenti e il letto della persona con un asciugamano


una traversa.
Disporre tutto il materiale sul tavolino e metterlo alla propria portata.
Immergere una mano della persona nel catino e procedere insaponando
dorso, palmo, spazi interdigitali, regione ungueale servendosi della spu
gna o delle garze.
Sciacquare accuratamente, asciugare tamponando e procedere nello stesso modo per l'altra mano dopo aver cambiato l'acqua.
Procedere, se necessario, al taglio delle unghie.
Sostituire il catino o cambiare l'acqua.
Inumidire, insaponare e sciacquare il viso procedendo nel seguente ordine:
fronte, guance, naso, mento, padiglioni auricolari e collo.
Evitare di passare col sapone sugli occhi e sulle labbra.
Asciugare tamponando tutte le zone lavate.
Proseguire, se occorre, con il cambio degli indumenti ed eseguire la cura
dei capelli (vedi pagg. 52 e 72).

Obiettivi didattici
I. Motivare la scelta della direzione da seguire durante l'effettuazione dell'igie

("I Vedi nota ('I.

ne degli occhi.
2. Spiegare i comportamenti da attuare in caso di secrezioni secche, infezio
ni o traumi oculari.

58

Assicurare l'igiene

3. Preparare il materiale occorrente per sostituirsi alla persona in questa pra


tica igienica.
4.Eseguire l'igiene degli occhi alla persona.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Considerate l'anatomia dell'occhio e la presenza dello sbocco del canale
lacrimalenell'angolo interno, si raccomanda di procedere sempre, durante
la pulizia, con movimenti dal fornice interno verso quello esterno (verso l'o
recchioomolaterale) al fine di evitare una possibile ostruzione del dotto e
prevenireinfezioni.
Perla persona in coma richiesta un' attenzione particolare, vista la possibi
leassenza
del
riflesso
di
ammiccamento.
Se la persona presenta secrezioni secche, applicare precedentemente delle
garzeumide sugli occhi lasciandole in sede qualche minuto prima di esegui
re l'igiene.
Se la persona presenta secrezioni potenzialmente infette, traumi oculari,
segnidi infiammazione, utilizzare tutto il materiale elencato sterile e una
pinzaper ciascun occhio.

Attidi supporto
Preparare il seguente materiale:
garzepulite;
acquao soluzione fisiologica;
collirioo lubrificante se prescritto dal medico;
guantimonouso;
contenitore pulito per la soluzione (bicchiere monouso, capsula in acciaio
o altro);
- 2 pinze di Klemmer o Coker (vedi Scheda
VIII);
1 sacchetto per
rifiuti.
Far assumere, in relazione alle condizioni della persona, la posizione
semiseduta o supina

Procedura
Predisporreil materiale occorrente e versare la soluzione nel contenitore.
Indossarei guanti.
Avvolgerela garza sul dito indice o sulla pinza di Klemmer ed
immerger
la nella soluzione.
Eliminarel'eccesso di liquido e passare la garza sulle palpebre proceden
dodall'angolo interno verso l'esterno.
Sostituirela garza dopo ogni passaggio e, se utilizzata, sostituire la pinza
primadi passare all' altro occhio.
Asciugare l'occhio con garze asciutte procedendo sempre
dall'interno versol'esterno.
Applicarequanto prescritto al termine della pulizia (vedi cap. 11).

I
I

59

r
(;\l',TO[I) ,j

Assicurare l'igiene

Obiettivi didattici
I. Spiegare il comportamento
da attuare in caso di incrostazioni
nasali prima di eseguire l'igiene del naso.
3. Preparare il materiale occorrente per sostituirsi alla persona in questa
pra
tica igienica.
4. Eseguire l'igiene del naso a una persona.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Se la persona presenta incrostazioni, applicare precedentemente dell'olio
gornenolato e lasciarlo agire per qualche minuto prima di eseguire l'igiene.

Atti di supporto
Preparare il seguente materiale:
- garze pulite;
acqua o soluzione fisiologica;
olio gomenolato o altro lubrificante;
guanti monouso;
- contenitore pulito per la soluzione (bicchiere monouso, capsula in
acciaio o altro);
- cottonfioc'" o pinza di Pean (vedi Scheda VIII);
- cerotto anallergico;
- forbice;
- I traversa;
- l sacchetto per rifiuti.
Far assumere, in relazione alle condizioni della persona, la
posizione semiseduta o supina

Procedura
Predisporre il materiale occorrente verificando la presenza di un'
adeguata fonte luminosa.
Proteggere gli indumenti della persona con la traversa.
Versare la soluzione nel contenitore.
Indossare i guanti.
Arrotolare una garza formando un piccolo cono o avvolgerla sulla
pinza di Pean o utilizzare un cotronfioc'" e immergerli nella soluzione.
Eliminare l'eccesso di liquido e, sollevando verso l'alto la punta del
naso per visualizzarne le cavit, introdurre delicatamente la garza
con un movimento rotatorio (la rimozione delle secrezioni avviene
grazie al movimento dall' interno verso l'esterno).
Ripetere l'operazione
sostituendo ogni volta la garza sino alla
completa pulizia di entrambe le narici.
Asciugare le narici con garze asciutte procedendo nello stesso modo.

60

Assicurare l'igiene

In presenza di sonda endonasale

(vedi cap. 7, pago 153):

- rimuovere il cerotto utilizzando, se necessario, liquido solvente;


- sfilare la sonda per circa 2 cm mantenendone la presa fino al successivo
fissaggio;
- procedere con l'igiene della narice come sopra esposto detergendo anche
il tratto visibile della sonda;
- al termine della procedura riposizionare la sonda e fissarla con il cerotto
precedentemente preparato.

IGIE\,

Obiettivi didattici
l. Motivare la scelta della direzione verso la quale tendere il padiglione auri
colare per procedere all'igiene dell'orecchio nell'adulto e nel bambino.
2. Spiegare i comportamenti da attuare in caso di inerostazioni o abbondante
cerume prima di eseguire l'igiene auricolare.
3. Preparare il materiale occorrente per sostituirsi alla persona in questa pra
tica igienica.
4. Eseguire l'igiene delle orecchie alla persona.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Se la persona presenta incrostazioni o abbondante cerume, applicare prece
dentemente dell'olio di vaselina, di mandorla o altro prodotto specifico e
lasciar agire per qualche minuto prima di eseguire l'igiene.
Per l'igiene delle orecchie nel neonato e altri riferimenti utili anche per l'e
secuzione dell'igiene delle orecchie, vedi il gi citato testo di S. Ortclli.
(pag. 156) e il cap. II (terapia: gocce auricolari).

Atti di supporto
Preparare il seguente materiale:
occorrente per l'igiene del padiglione auricolare;
garze pulite;
acqua;
olio di vaselina o di mandorla;
guanti monouso;
contenitore pulito per l'acqua (bicchiere monouso, capsula in aCCiaIO o
altro);
- I traversa;
- I sacchetto per rifiuti .
Far assumere, in relazione alle condizioni della persona, la posizione
semiseduta o supina
-

Procedura
Predisporre il materiale occorrente
fonte luminosa.

verificando

la presenza di un'adeguata

61

Assicurare l'igiene

Proteggere gli indumenti della persona con la traversa.


Versare l'acqua nel contenitore.
Indossare i guanti.
Eseguire l'igiene del padiglione auricolare.
Arrotolare una garza formando un piccolo cono e immergerla nella
soluzione.
Eliminare l'eccesso di liquido e, afferrando superiormente il padi
glione auricolare e facendo una lieve trazione verso l'alto e indietro,
introdurre delicatamente la garza con un movimento rotatorio (la
rimozione delle secrezioni avviene grazie al movimento dall'interno
verso l'esterno) (Fig. 4.9).
Ripetere l'operazione sostituendo ogni volta la garza sino alla com
pleta pulizia di entrambe le orecchie.
Asciugare i condotti uditivi esterni con garze asciutte procedendo
nello stesso modo.

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
l. Definire

cosa si intende per eseguire l'igiene


perineale.
2. Spiegare come procedere nell'igiene in caso di presenza di catetere
vescicale a permanenza.
3. Preparare il materiale occorrente per sostituirsi alla persona in questa
pratica igienica.
4. Eseguire l'igiene perineale a un uomo, a una donna e ad una persona
(uomo o donna) portatrice di catetere vescicale.

Definizione
Per eseguire l'igiene perineale si intende effettuare la detersione della
cute e delle mucose della zona compresa tra il pube e l'ano.

Conoscenze finalizzate alla tecnica

Se la persona portatrice di catetere vescicale a permanenza, necessario


asportare eventuali secrezioni presenti sul catetere in prossimit del meato
uretrale con garze pulite procedendo con movimento rotatorio dal meato
verso l'esterno. Si deve porre attenzione a non effettuare trazione sul catete
re durante la pulizia per evitare che il palloncino di fissaggio causi dolore o
lesioni. indicato l'impiego di un detergente antisettico solo in presenza di
segni di infiammazione o infezione delle vie urinarie.
Se ci sono indicazioni che suggeriscono di evitare di bagnare la persona e/o
il letto con acqua corrente durante l'igiene, posizionare delle falde di cotone
arrotolate sopra il pube e nelle zone inguinali (Fig. 4.10).

62

Assicurare l'igiene

Alcune delle sopraccitate indicazioni possono essere: la presenza di un


apparecchio gessato, di medicazioni addominali o inguinali, di lesioni
cutanee da mantenere asciutte, di eccessiva secchezza della cute (anche
perfrequente detersione).

Atti di supporto
Preparareil seguente materiale disponendolo su un carrello:
l catino;
l brocca con acqua;
l asciugamano per l'igiene perineale;
l traversa;
l cerata;
detergente
spugnettemonouso o falde di cotone o garze;
guantimonouso;
padella;
biancheriapersonale pulita;
biancheriapulita per il letto;
sacchettoper rifiuti;
carrelloper la biancheria sporca.
Mettere la persona in posizione dorsale (vedi pago 95, cap. 5) con le
gambedivaricate;
Scoprirela zona da lavare
Riordinareil materiale riponendo quello della
persona

Procedura
Vieneeseguita
da
due
infermieri.
Proteggereil letto con cerata e traversa qualora non fossero gi
presenti.

Posizionarela
padella.
Iniziare la detersione partendo dal pube e comprendendo la cute
della regioneinguinale.
Procederecon la detersione dei genitali cambiando il materiale

utilizzato

63

Assicurare l'igiene

ad ogni passaggio, eliminandolo nel sacchetto porta-rifiuti e con il se


guente ordine:

.:j

-fi
~l~
'
/

Uomo:

/3

scoprire il glande retraendo il prepuzio;


far scorrere l'acqua utilizzando la brocca;
detergere il glande con movimento rotatorio partendo dal
meato uretrale (n. I nella Fig. 4.11);
pulire il pene (n. 2), lo scroto (n. 3) e la regione perianale (n. 4);
sciacquare con acqua corrente e asciugare accuratamente:
ricoprire il glande col prepuzio.

Donna: - divaricare le piccole e le grandi labbra utilizzando la mano non


dominante (Fig. 4.12 a);
far scorrere l'acqua utilizzando la brocca;
detergere dal meato uretrale verso l'ano e dall'interno verso
l'esterno (meato uretrale, piccole labbra e grandi labbra) con
movimenti unidirezionali (Fig. 4.12 b);
sciacquare con acqua corrente e asciugare accuratamente.
In presenza di catetere vescicale a permanenza, dopo la sua detersione,
procedere al fissaggio (Fig. 4.13).
Rimuovere la padella.
Posizionare la persona in decubito laterale e pulire la regione sacro-glutea.
Procedere al cambio della traversa e degli indumenti.

Anatomia dello apparato


genitale femminile esterno.

Procedimento tecnico (finalit: Compensare)

Obiettivi didattici
l. Definire cosa si intende per aiutare la persona nell' igiene orale.
2. Evidenziare i suggerimenti di educazione sanitaria che si possono facil
mente dare durante questo atto in base alle caratteristiche e condizioni del
cavo orale della persona.
b

64

Assicurare l'igiene

3. Preparare il materiale occorrente per aiutare la persona in questa pratica


igienica.
4. Aiutare la persona ad eseguire l'igiene orale.

Definizione
Per aiutare la persona nel!' igiene orale si intende fornire alla persona il
supporto necessario per ottenere la pulizia di tutti gli elementi che compon
gonola bocca favorendo il benessere.

Atti di supporto
Preparare il seguente materiale:
traversa o asciugamano personale;
spazzolino, dentifricio e filo interdentale;
prodotto emolliente per le labbra (ad es., burro di cacao, vaselina);
guanti;
bicchiere personale o monouso con acqua;
arcella.
Far assumere, in relazione alle condizioni della persona, la posizione se
duta o semiseduta
Riordinare il materiale riponendo quello della
persona
Lavaggio sociale delle
mani.

Procedura
Proteggere gli indumenti della persona con la traversa o
l'asciugamano.
Disporretutto il materiale sul tavolino e avvicinarlo alla persona.
Utilizzare il filo interdentale secondo le abitudini della
persona.
Inumidire lo spazzolino e applicare il
dentifricio.
Assistere la persona nella spazzolatura dei denti procedendo con i se
guenticriteri:
- dapprima l'arcata superiore, poi quella inferiore;
- dalla zona posteriore a quella anteriore;
- prima la superficie esterna, poi quella interna ed infine quella masticatoria;
- dalla gengiva alle estremit dei denti.
Far sciacquare bene la bocca al termine della pulizia utilizzando
l'arcella.
Applicaresulle labbra il prodotto emolliente.
Procedimento tecnico (finalit:

m'

Sostituire)

Obiettivi didattici
I.Definirecosa si intende per eseguire /' igiene orale.

2.Evidenziarei suggerimenti di educazione sanitaria che facilmente possi


bile inserire durante questo atto in base alle caratteristiche e condizioni
delcavo orale e al livello di coscienza della persona.

65

Assicurare l'igiene

3. Fornire informazioni dettagliate sui tipi e sulle modalit d'uso del fil
interdentale.
4. Preparare il materiale occorrente per sostituirsi alla persona in questa pra
tica igienica.
5. Motivare la scelta di un certo prodotto piuttosto che di un altro nell'ese
cuzione dell'igiene orale a una persona.
6. Eseguire l'igiene orale a una persona totalmente dipendente.

Definizione e scopi

Per eseguire l'igiene orale si intende effettuare la detersione di tutti gli ele
menti che compongono la cavit orale della persona: denti, gengive, fornic
gengivali, palato, lingua e pavimento della bocca. Gli scopi sono: mantenere
cavo orale in buone condizioni, migliorame lo stato e favorire il benesse
generale della persona.

Conoscenze finalizzate alla tecnica

Se la persona presenta secrezioni secche o croste, applicare precedentemen


te delle sostanze emollienti o garze umide sulle mucose lasciandole in sed
qualche minuto prima di eseguire l'igiene.
Se la persona presenta lacerazioni, erosioni, afte, infezioni, segni di infiam
mazione delle mucose, utilizzare i prodotti terapeutici prescritti.
Si scelto di spiegare l'esecuzione dell'igiene del cavo orale nel caso in
cui la persona non sia in grado di collaborare in alcun modo con l'infer
miere. Il paziente in stato di coma richiede l'utilizzo dell'aspiratore per
prevenire l'inalazione durante l'esecuzione dell 'igiene del cavo orale
(vedi cap. 9, par. 9.3).

Atti di supporto
-

Preparare il seguente materiale:


traversa;
garze pulite;
garze lO x lO cm piegate a batuffolo;
acqua o soluzione fisiologica;
collutorio, bicarbonato di sodio o altra soluzione prescritta dal medico;
prodotto emolliente per le labbra e per le mucose (ad es., burro di cacao
vaselina, miele rosato);
guanti monouso;
contenitore pulito per la soluzione (bicchiere monouso, capsula in acciai
o altro);
1 pinza autostatica (vedi Scheda VIII);
abbassalingua monouso;
adeguata fonte luminosa (eventualmente pila);
arcella;
l sacchetto per rifiuti.

66

Assicurare l'igiene

Se possibile, far assumere alla persona il decubito laterale con il tronco


leggermente sollevato

Procedura
Posizionare la traversa in modo da proteggere gli indumenti e la bianche
ria del letto.
Appoggiare l'arcella sotto il mento della persona.
Predisporre il materiale occorrente e preparare la soluzione pi idonea
nel contenitore.
Indossarei guanti.
Applicare un prodotto emolliente sulle labbra per prevenire lesioni.
Aprirela bocca della persona con l'ausilio dell'abbassalingua inserendolo
fra le arcate dentali e ruotandolo per separarle (se necessario utilizzare un
apribocca).
Avvolgerela garza sulla pinza autostatica (o fissare il batuffolo) ed im
mergerlanella soluzione.
Eliminare l'eccesso di liquido e iniziare la detersione procedendo col se
guenteordine:
- dapprima l'arcata superiore, poi quella inferiore;
- prima la superficie esterna, poi quella interna ed infine quella masticatoria;
- proseguire con i fornici gengivali, il palato, la lingua, il pavimento
della bocca e le labbra C) (Fig. 4.14).
Sostituirela garza dopo ogni passaggio.
Applicarei prodotti pi adeguati o quelli prescritti utilizzando un batuffo
lo pulito procedendo sempre dall'interno verso l'esterno.
Riapplicaresostanze emollienti sulle labbra al termine della pulizia.

C) Si ricorda che per l'ottima le pulizia


dei denti necessario procedere par
tendo dalle gengive alle estremit
degli stessi. Tutte le manovre di puli
zia partono dalla zona posteriore a
quella anteriore della bocca.

67

Assicurare l'igiene

i'.\

f
.1

'.

A proposito di filo interdentale ...

In Italia non molto diffuso l'uso del filo interdentale, e per questo motivo
vale la pena di attuare interventi di educazione sanitaria quando possibile.
L'uso consigliato quotidianamente allo scopo di rimuovere residui ali
mentari e placca batterica dagli spazi interdentali.
Esistonoin commercio due tipi di filo interdentale: cerato e non cerato. S
consiglia l'uso di quello cerato se i denti sono falsi, di quello non cerato se
i denti sono naturali.
Suggerimenti (Fig. 4.15 a-c):
il filo va introdotto delicatamente per evitare lesioni delle gengive;
dopo l'introduzione deve esserefatto scorrere dalla papilla gengivale
all'estremit dei denti;
preferibile procedere a partire dai molari verso gli incisivi.

Obiettivi didattici

I. Spiegare come procedere per togliere, pulire e rimettere le protesi denta


rie anche in caso di difficolt nella loro mobilizzazione.
2. Preparare il materiale occorrente per sostituirsi alla persona in questa pra
tica igienica.
4. Togliere, pulire e mettere la/le protesi dentaria/e a una persona.

Atti di supporto
Preparare il seguente materiale:
- materiale per l'esecuzione dell 'igiene del cavo orale;

68

Assicurare l'igiene

- garze pulite;
- spazzolino e dentifricio;
- altro materiale utilizzato dalla persona per la cura della protesi (ad es.,
pastiglie, polveri o pomate adesive);
- porta-dentiera personale o altro contenitore pulito;
- guanti monouso;
- abbassalingua monouso (se occorre);
- arcella;
- l sacchetto per rifiuti.
Se possibile, far assumere alla persona la posizione seduta o semiseduta

Procedura
Indossare i guanti e, aiutandosi con una garza, afferrare con il pollice e
l'indice la protesi superiore a livello degli incisivi centrali.
Rimuovere la protesi esercitando inizialmente dei piccoli
movimenti dal!'alto verso il basso.
Suggerimenti:
- se la protesi non dovesse staccarsi, afferrarne saldamente tra pollice e
indice di entrambe le mani le parti posteriori facendo trazione dall'al
to verso il basso;
- se la persona cosciente, invitarla a soffiare energicamente a bocca
chiusa per consentire ali 'aria di infilarsi tra dentiera e palato.
Appoggiare la protesi nell'arcella, dove sono state messe precedente
mente delle garze.
Afferrare la protesi inferiore come gi descritto per quella superiore e
ruotarla leggermente per estrarla.
Mettere anche questa protesi nell' arcella e recarsi al lavandino
pi vicino.
Posizionare delle garze sul fondo del lavandino e pulire le protesi
con spazzolino e dentifricio sotto l'acqua corrente.
Procedere nella pulizia senza tralasciare alcuna superficie.
Appoggiare le dentiere nel porta-protesi o altro contenitore pulito.
Prima di rimettere le protesi alla persona procedere con l'igiene del
cavo orale (vedi pago 65).
Applicare le dentiere senza asciugarle (devono essere bagnate) e dopo
aver utilizzato eventuali prodotti adesivi se abitualmente impiegati.

Procedimento tecnico (finalit:

m""

Sostituire)

.~-:.. :
o,

Obiettivi didattici
I. Definire cosa si intende per radere.
2.Elencare almeno quattro scopi della rasatura di una parte del corpo.
3. Enunciare i pi recenti indirizzi in merito alla tricotomia preoperatoria.
4. Motivare l'importanza di utilizzare materiale monouso per radere.

69

Assicurare l'igiene

5. Preparare il materiale occorrente per sostituirsi alla persona nella rasatura


di una parte del corpo o nel taglio della barba.
6. Radere la persona.

Definizione e scopi

Per radere si intende tagliare la barba, i capelli (completamente) e i peli pre


senti su varie parti del corpo della persona.
Il motivo pi comune per il quale si rade un uomo quello di tagliare
la barba. Altri scopi per i quali si pu radere una persona in ambito
sanitario sono:

- preparare una zona corporea che ha subto una lesione per la valutazione
e il trattamento adeguati;
- preparare per un intervento chirurgico;
- preparare per indagini diagnostiche;
- prima di applicare procedure terapeutiche (ad es., in caso di malattie dermatologiche, inserzione di presdi per terapia infusionale);
- prevenire inestetiche conseguenze (alopecia) dovute a particolari tratta
menti terapeutici;
- altre indicazioni assistenziali specifiche (ad es., tricotomia precedente
l'applicazione di un catetere esterno, in alcune unit operative prima del
parto).

Conoscenze finalizzate alla tecnica

Il termine generalmente usato in ambito sanitario per definire il taglio


dei peli tricotomia. Quando vengono impiegati una crema, un sapone o
un altro prodotto specifico si parla di depilazione. La rasatura si pu
ottenere con il rasoio elettrico, il rasoio monouso (mono o bilama), i
rasoio con lama intercambiabile.
L'opportunit di eseguire la tricotomia prima di un intervento chirurgico
ancora molto discussa, e non stato definito il momento migliore per ese
guirla. Gli studi pi recenti fanno dubitare della reale efficacia nella riduzio
ne delle infezioni ospedaliere postoperatorie della rasatura della zona inte
ressata dall' incisione chirurgica.
Per effettuare la rasatura o tricotomia viene comunque sempre utilizzato
materiale personale o monouso.
Si ricorda che la cura della barba, che per molti uomini rappresenta una pra
tica giornaliera, contribuisce allo stato di benessere, migliorando l'immag
ne di s.

Atti di supporto
Preparare il seguente materiale disponendolo su un vassoio:
l catino;
l brocca con acqua se il lavandino lontano dalla camera;
1 asciugamano;
l traversa;
- detergente;

70

Assicurare l'igiene

schiuma da barba;
rasoio;
garze pulite;
guanti monouso;
1 sacchetto per rifiuti e un contenitore rigido per oggetti taglienti;
altro materiale abitualmente usato dalla persona per la rasatura della
barba (ad es., sapone da barba, pennello, rasoio elettrico, dopobarba,
specchio).
Aiutare la persona ad assumere la posizione seduta o semiseduta per la
rasatura della barba. Per la rasatura di altre zone del corpo la posizione
determinata dalla sede.
I Riordinare il materiale riponendo quello della persona
I Lavaggio sociale delle mani

Procedura
I
I
I
I

Proteggeregli indumenti della persona con un asciugamano o una traversa.


Disporre il materiale sul tavolino e avvicinarlo alla persona.
Bagnare il volto (o la zona da depilare) e procedere insaponando.
Passare il rasoio nella direzione di crescita dei peli (evitando cio il con
tropelo)tendendo bene la cute ed eseguendo movimenti decisi e regolari.
Procedere dall'alto verso il basso sciacquando frequentemente il rasoio.
Perla barba:
- guance, zona compresa tra il naso e il labbro superiore, zona tra il lab
bro inferiore e il mento, mento e collo.
Lavarela zona dopo l'effettuazione della rasatura o tricotomia.
Asciugare tamponando e provvedere alla disinfezione di eventuali
lesioni provocatedurante la rasatura o tricotomia.
In caso di rasatura della barba, applicare il prodotto abitualmente usato
dallapersona.

m,,
.i) ..:.':,

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)


.

Obiettivi didattici
l. Definirecosa si intende per tagliare le unghie.
2.Spiegarecome procedere nel taglio delle unghie dei piedi per prevenire
chesi incarniscano (X).
3. Preparareil materiale occorrente per sostituirsi alla persona nel tagliare
le unghiedelle mani e dei piedi.
4.Tagliarele unghie alla persona.

Definizione
Pertagliare le unghie si intende l'atto di accorciare le unghie delle mani
e deipiedi senza provocare
alcun trauma alla cute circostante,
prevenendo cosdeformit, infezioni e anomalie di accrescimento (unghie
incarnite).

71

(") Anomalia di accrescimento dell'un


ghia. che penetra nei tessuti circostanti.

Assicurare l'igiene

Atti di supporto

Preparare il seguente materiale disponendolo su un vassoio:


l catino;
l brocca con acqua se il lavandino lontano dalla camera;
l asciugamano;
l traversa;
1 cerata;
- 1 paio di forbici;
1 lima in cartone;
altro materiale abitualmente usato dalla persona per il taglio e la cur
delle unghie (ad es., crema per la rimozione di cuticole, spazzolino pe
unghie, tronchesina, set da manicure).
Riordinare il materiale riponendo quello della persona
-

Procedura

Proteggere gli indumenti della persona e la biancheria del letto con la tra
versa e la cerata.
Procedere con l'immersione
delle mani e/o dei piedi per circa
cinque/dieci minuti.
Asciugare una mano/piede e tagliare le unghie lasciando almeno 1-2 mm
di crescita.
Il taglio deve avvenire in modo rettilineo evitando di intervenire sug
angoli (Fig. 4.16).
Rifinire arrotondando le unghie con la lima (solo per le mani).

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici

l. Definire cosa si intende per togliere/mettere gli indumenti.


2. Elencare i due scopi principali per i quali si tolgono e mettono gli indu
menti.
3. Fornire almeno cinque esempi di presidi presenti sulla persona per i qua
richiesta maggiore attenzione o una particolare procedura pe
togliere/mettere gli indumenti.
4. Spiegare come si procede per il cambio degli indumenti in presenza d
emiplegia o di infusione venosa continua.
5. Preparare il materiale occorrente per sostituirsi alla persona nel togliere
mettere degli indumenti.
6. Togliere e far indossare degli indumenti alla persona (parte superiore
parte inferiore).

72

Assicurare l'igiene

Definizionee scopo
Per toglierelmettere gli indumenti si intende l'atto compiuto dalla persona
pervestirsi e svestirsi quando si corica e si alza dal letto o per cambiare gli
indumenti in modo finalizzato al mantenimento dell'igiene e del benessere.

Conoscenzefinalizzate alla tecnica


di particolare importanza

conoscere il grado di capacit motoria della per


sona per poterne valutare la collaborazione
e scegliere gli indumenti pi
adatti.
La valutazione della persona, prima di eseguire questo atto, prevede anche
la verifica della presenza di sondino nasogastrico, catetere vescicale, infu
sione venosa centrale o periferica, drenaggi, sacchetti collettori di liquidi
biologici, medicazioni e/o ferite chirurgiche, apparecchi gessati.
In presenza di emiplegia o di infusione venosa continua, per il cambio degli
indumenti si procede come segue: per togliere gli indumenti sfilare prima il
lato libero e successivamente
quello plegico o con infusione in corso; al
contrario, per mettere gli indumenti, infilare prima l'arto plegico o con infu
sionee in seguito quello contro laterale (Fig. 4.17 a-d).

Attidi supporto
Preparare gli indumenti da far indossare, e il seguente materiale:
- ausili abitualmente usati dalla persona per facilitare l'esecuzione dell'atto
(ad es., infilacalze, calzascarpe);
- sacchetto per raccogliere la biancheria sporca;
- cerotto e forbici per fissare eventuali presidi.
Aiutare la persona ad assumere le posizioni richieste nelle varie fasi della
procedura
Riordinare il materiale
riponendo
quello della
persona

Procedura
Se la persona non in grado di collaborare, richiesta la presenza di due
infermieri.
Per togliere/mettere magliette, camicie, maglioni, giacche, camicie da notte
senza alcuna apertura o con bottoni anteriori, procedere come segue.
o

o
o

Mettere la persona in posizione semi-seduta o seduta sostenendo il tronco


e il capo (Fig. 4.18 a).
Raccogliere nella mano la parte posteriore dell' indumento facendolo pas
sare al di sopra del capo (Figg. 4.18 b e c).
Riadagiare la persona e rimuovere l'indumento dagli arti superiori (Figg.
4.18 d e 4.19 a).
Raccogliere le maniche dell 'indumento pulito nella propria mano.
Far passare le mani della persona attraverso le maniche e far scorrere l' in
dumento lungo gli arti superiori (Fig. 4.19 b).

73

Assicurare

/'igiene

9t't~~.J,;'-c).~,:.lj
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74

Indumento'
pulito

Assicurare l'igiene

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l

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75

Assicurare l'igiene

76

Assicurare l'igiene

Sollevare la persona e infilare il capo nell 'indumento pulito (Fig. 4.19


c);
Sistemarel'indumento nel modo pi confortevole per la persona (Fig. 4.19
d).

Procedura
Per togliere/mettere
segue.

mutande, pantaloni, gonne, calze procedere come

Mettere la persona in posizione


supina.
Aiutare la persona a sollevare il bacino e sfilare l'indumento facendolo
scorrere lungo gli arti inferiori (Fig. 4.20 a e b);
Infilare l'indumento pulito attraverso i piedi (Fig. 4.20 c). Nel caso di
pantaloni lunghi raccoglierne la gamba nella mano facendola poi scorrere
lungo l'arto (Fig. 4.20 d).
Aiutare nuovamente la persona a sollevare il bacino sistemando l'indu
mento nel modo pi confortevole.
Per far indossare le calze necessario raccoglierle completamente tra le
maniinfilandole a partire dalla punta.

Procedimento tecnico

(finalit:

Guidare)

Obiettivi didattici
l. Definirecosa si intende per insegnare

i principi

con

cui

effettuare

l'igiene e la cura del corpo.

2. Spiegarei tre gruppi di princpi da insegnare alla persona esemplificandoli.


3. Evidenziare i suggerimenti di educazione sanitaria che pi facile dare
durante l'effettuazione di questo atto in base alle caratteristiche della
persona.
4. Insegnare i princpi con cui effettuare l'igiene e la cura del corpo a una
persona adulta con scarse conoscenze sull' argomento, utilizzando even
tuali prodotti di uso comune e facile reperibilit.

Definizione
Per insegnare i principi con cui effettuare l'igiene e la cura del corpo
si intendefornire alla persona alcune conoscenze di base sulle modalit
pi corretteed efficaci da impiegare per effettuare l'igiene e la cura del
proprio corpogarantendo il benessere e prevenendo infezioni, abrasioni o
irritazioni dicute e annessi cutanei.

77

Assicurare l'igiene

78

Assicurare l'igiene

Procedura
o

Raccogliere dati e informazioni


sulla persona e sulle sue attuali abitu
dini igieniche prima di recarsi da lei per attuare l'intervento
educativo
C).
Esporre alla persona i principali scopi per i quali si effettua con una
diversa frequenza la cura e igiene delle diverse parti del corpo e degli
annessi cutanei (denti, capelli, barba, unghie).
Elencare i princpi generali da rispettare quando si esegue l ' igiene rag
gruppandoli in tre gruppi:
- quelli legati alla preparazione dell'ambiente;
- quelli riguardanti il materiale da impiegare preferibilmente;
- quelli sui metodi e modi di esecuzione dell'igiene in base ai diversi
distretti corporei.
Verificare la comprensione
di quanto insegnato chiedendo e fornendo
ulteriori esempi sulle diverse abitudini riguardo ali 'igiene, utilizzando
anche luoghi comuni e messaggi pubblicitari noti.
Chiedere alla persona, in base alle sue attivit quotidiane (sia sociali
che lavorative), se, quando e come pensa di modificare alcune sue abi
tudini sull' igiene e cura del corpo.

Procedimentotecnico

(finalit:

Sostenere)

Obiettivi didattici
l. Definire cosa si intende per fornire il consueto materiale per l'igiene ()
materiali e prodotti particolari.
2.Evidenziare i suggerimenti di educazione sanitaria che possibile dare
durante linterazione per sostenere la persona nell'esecuzione
di questo
atto.
3. Fornire i l consueto
materiale
per l'igiene
o materiali
e prodotti
partico
lari a una persona in situazione reale.

Definizione
Con questo atto si intende mettere a disposizione
della persona tutto il
materiale che utilizza normalmente per eseguire la sua igiene, compresi
altrimateriali e prodotti specifici di cui fa uso per la presenza di problemi
cutanei o altri motivi. Alcuni esempi sono: creme idratanti, detergenti o
fissatori per dentiere, filo interdentale,
shampoo antiforfora
o lozioni,
laccaper capelli, crema da barba e dopobarba, occorrente per truccarsi.

Atti di supporto
Fornire il materiale alla persona dopo che questa avr scelto il luogo per
effettuare l'igiene

79

C') Per intt.iprcndcr: (' Ill<lntr'nere 1';,,


ler,-uionc con la pctson.: e incor<7g,r.::ia
re l'csprcssiof]p oral: di cvont! (' Situd

zion, che la pcooccup.vno. ve-di (,1pi


tolo 2, p,1rdgr,1Io ~.4.

Assicurare l'igiene

Preparare l'ambiente
Aiutare la persona ad assumere la posizione desiderata
autonomamente l'igiene
Riordinare il materiale in uso nell 'unit operativa
Lavaggio sociale delle mani

per effettuare

Procedura
Raccogliere dati e informazioni sulla persona, sulle modalit con le quali
solita effettuare l'igiene e sul materiale che abitualmente utilizza.
Recarsi dalla persona per consentirle di eseguire la sua igiene fornendo
tutto ci che le occorre per rispondere a questo bisogno.
Allontanarsi dalla persona per rispettare la sua intimit durante I'esecu
zione dell'igiene,
indicandole l'ubieazione
del campanello di chiamata
del personale di assistenza e dicendole fra quanto tempo si sar di ritomo.
Tornare dalla persona e, dopo aver verificato se necessita di altro materia
le per ultimare l'igiene, aiutarla a riporre il suo materiale personale e
quanto utilizzato.

Borletto R., Cauda A .. et al.. Tccnhe injcrmieristichc di hl/se c speciali,


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Maslow A.H .. Motivazione e personalit, Armando Editore, Roma, 1973.
Ortelli S., Metodologia injermicristica applicata, Masson. Milano, 1997.
Sasso L., Bonvento C.M., Gagliano c., Scicn:e injermicristiche generali e cliniche.
McGraw-Hili Libri Italia, Milano, 1997.
Sweeney M.P., Shaw A .. et al.. Oral ltealth iII elderlv paticnts, I:3ritish Journal or
Nursing, voI. 4, n. 20, 1995, pp. 1204-120X.

80

Assicurare

l'igiene

SCHEDADI VALUTAZIONE DEGLI ATTI DI SUPPORTO PERI PROCEDIMENTI TECNICI


ANNO DI CORSO

STUDENTE

AA

ESEGUEIL LAVAGGIO DElLE MANI

1.

ANTISETTICO
1. apre il rubinetto PRIMA cii iniziare il lavaggio
2. bagna le mani PRIMA di iniziare la procedura
3. prende l'ANTISETIICO
4. lava SISTEMATICAMENTEDALLA mano ALL'avambraccio
.'i. mantiene il contatto con il detergente PERALMENO 1
6.
asciugaTAMPONANDO DALLA mano Al lavambracrio
MINUTO
r. chiude il rubinello SENZACONTAMINARE le mani

SOCIALE
1. apre il rubinetto PRIMA di iniziare il lavaggio
G
2. hagnale mani PRIMA di iniziare la procedura
G
3. prendeil DETERCENTE
G
4. lavaSISTEMATICAMENTEnALLA mano ALL'avambraccio
G
5 mantieneil contatto con il detergente PERALMENO 1 MINUT O G
6. asciugaTAMPONANDO DALLA mano ALL'avambraccio
G
7. chiude il rubinetto SENZACONTAMINARE le mani
G
VALUTAZIONE

G
G

G
G
G
G
G

PREPARAIL MATERIALE OCCORRENTE PERIL PROCEDIMENTO TECNICO


PER DISINFEZIONE
A

2. antisettico

",y

SPECIFICO PER IL PROCEDIMENTO


vedi scheda del/a procedura

VALUTAZIONE

f3.-

TECNICO

PER SMALTIMENTO RIFIUTI


1. contenitore per rifiuti comuni
2. contenitore per:
materiale acuminato
materiale contaminato
materiale in vetro

G
G
G

G
G
G

(NESSUNGJ

(FINOA 2 G NEI PUNTIA, B, DJ


DJ

(SEC G OPPUREPi DI 2 G NEIPUNTIA, B,

IDENTIFICA LA PERSONA

INFORMA LA PERSONA SULLA SEQUENZA

PREPARALA PERSONA

EI()

PER PROTEGGERE LA l'ERSC)NA


L'OPERATORE
1. guanti ArJECUATI
2. copricapo
1. telino ADEGUATO

1. tampone/garzaADECUA TO

L_

FA ASSUMERE LA POSIZIONE CORRETTA


E PROTEGCE LA PERSONA (s.o.)

VAL~TAZIONE

r--'

L.

DEGLI ATTI RIGUARDANTI LA PROCEDURA

MANTIENE L'INTIMIT

G
RIORDINA IL MATERIALE UTILIZZATO

G
VALUTAZIONE

VALUTAZIONE:

QQQQ= OTTIMO QQQG= BUONO QQQG= DISCRETO QQGG= Pi CHE SUFF.


QQQQ= SUFFICIENTE QGGG= QUASI SUFF. QQQG= INSUFF. GGGG= GRAVEMENTE INSUFF.
FIRMADELL'OSSERVATORE
FIRMADELLO STU DENTE

_
DA T A

81

Assicurare

l'igiene

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEl PROCEDIMENTO TECNICO:


eseguire l'igiene perineale
STUDENTE

ANNO

1.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.

DI CORSO

AA

PREPARAIL MATERIALE SPECIFICO PERIL PROCEDIMENTO TECNICO

r.-:-,

'cl

catino
brocca con acqua
asciugamano per l'igiene perineale
cerata e traversa
detergente
spugnettc monouso/taldc di cotone/garze
padella
biancheria personale pulita
biancheria pulita ciel letto

G
@

G
C")
G
@

VALUTAZIONE
2.

PROCEDURA

1. protegge il letto con c.erata e traversa


2. posiziona la padella
:l. indossa i guanti
4. deterge il pube e la cute della regione
inguinale
5. deterge i genitali con il seguenteordine:

G
G
G
G
G

DONNA

UOMO

- scopre il glande e rerrae il prepuzio

G
- fa scorrere l'acqua utilizzando la brocca
- deterge il glande con movimento rotatorio
partendo dal rneato uretrale
- pulisce il pene, lo seroto e la regione perianale

- sciacqua con acqua corrente


- asciuga tamponando

G
G

- divaricare le grandi e piccole labbra


- fa scorrere l'acqua utilizzando la brocca
- deterge dal meato uretrale verso l'ano e dall'interno
verso l'esterno
- sCiacquacon acqua corrente
- asciuga tamponando

3.

VALUTAZIONE GLOBALE DEllA PERFORMANCE

= OTTIMO

"9 "

'c l

G
G
(UNG OPPUREPi DI 291

(FINOA 291

VALUTAZIONE DEl PROCEDIMENTO TECNICO:


Cl Cl G = DISCRETO Cl 99 = SUFFICIENTE
= INSUFFICIENTE GGG = GRAVEMENTE INSUFFICIENTE

Cl Cl 9 = BUONO
QUASI SUFFICIENTE
99G/99G

Cl Cl Cl

ClGG

9
9
9
9

Cl
(NESSUNG o FINOA I
91

Conoscenza della procedura


Sicurezza nell'esecuzione Abi
Iit nell'esecuzione
Atteggiamento verso la persona
VALUTAZIONE

G
G

6. rimuove la padella
posiziona la persona in decubito laterale e pulisce la regione sacro-glutca
7. procede al cambio della traversae degli indumenti della persona

Cl

G
G

FIRMA DELL'OSSERVATORE
FIRMA DELLO STU DENTE

DATA

VALUTAZIONE GLOBALE (ATTI DI SUPPORTO + PROCEDIMENTO TECNICO):


FIRMA DE LL' OSSE RV A TORE
FIRMA DELLO STUDENTE

_
DA T A

82

Assicurare

l'igiene

SCHEDADI VALUTAZIONE DEGLI ATTI DI SUPPORTO PERI PROCEDIMENTI TECNICI


ANNO

STUDENTE

AA

DI CORSO

ESEGUEIL LAVAGGIO DELLEMANI

1.

SOCIALE
l. apre il rubinetto l'RIMA di iniziare il lavaggio
2. bagnale mani PRIMA di iniziare la procedura
3 prende il DETERGENTE
4. lava SISTEMATICAMENTEDALLA mano Al.L'avambrarrio
i mantieneil contatto con il detergente PERALMENO l MINUTO
6. asciugaTAMPONANDO DALLA mano Al.lavambracrio
chiude il rubinetto SENZACONTAMINARE le mani

SI
SI
SI
SI
SI
SI
SI

ANTISETTICO
SI
l. apre il rubinetto PRIMA di iniziare il lavaggio
2 bagna le mani PRIMA di iniziare 1,1 procedura
SI
l. prende l'ANTISETIICO
SI
4. lava SISTEMATICAMENTEDALLA mano Al.lavarnbraccio
SI
5. mantiene il contatto con il detergente PERALMENO I 1"IINUTO SI
h. asciugaTAMPONANDO Di\LLA mano ALL'avambraccio
SI
~. chiude il ruh.nettoSENZACONTAMINARE le mani
SI

VALUTAZIONE
PREPARAIL MATERIALE OCCORRENTE PERIL PROCEDIMENTO TECNICO

2.

PER DISINFEZIONE
l. tampone/garzaADECUA TO
2. antisettiro

SI
SI

SPECIFICO PER IL PROCEDIMENTO


vedi schedadella procedura

PER PROTEGGERE LA PERSONA E/O


L'OPERATORE
l. guanti ADEGUArI
2. copricapo
l. tclino ADEGUATO

PER SMAL TIMENTO RIFIUTI


l. contenitore per rifiuti comuni
2. contenitore per:
materiale acuminato
materiale contaminato
materiale in vetro

TECNICO

VALUTAZIONE

0,
'cl

Q
Q

Q
@

SI

(NESSUN@)
D)

3.

(FINOA 2 @NEI PUNTIA, B, DI

(SEC

SI OPPUREPi DI 2 SI NEIPUNTIA, B,

PREPARALA PERSONA
A

IDENTIFICA LA PERSONA

FA ASSUMERE LA POSIZIONE CORRETTA


E PROTEGGE LA PERSONA (s.o.)

INI-ORMA LA PERSONA SULLA SrQUENZA


DEGLI ATTI RICUARDANTI LA PROCEDURA

MANTIENE L'INTIMIT

VALUTAZIONE
RIORDINA IL MATERIALE UTILIZZATO

4.
VALUTAZIONE
QQQQ=
OTTIMO
QQQQ
= SUFFICIENTE

FIRMA DELL'OSS ERVA TO RE


FIRMADELLO STU DENTE

QQQQ=
QQ@@=

VALUTAZIONE:
BUONO QQQ@=
DISCRETO QQ@Q=
Pi CHE SUFF.
QUASI SUFF. Q@@@= INSUFF. Q@@@= GRAVEMENTE INSUFF.
_
DATA

83

Assicurare

l'igiene

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEL PROCEDIMENTO TECNICO:


eseguire l'igiene orale
STUDENTE

1.
1.
2.
.
4.
S.
6.
7.
8.

AA~

AN NO DI CORSO

PREPARAIL MATERIALE SPECIFICO PERIL PROCEDIMENTO TECNICO


acqua o soluzione fisiologica
collutorio, bicarbonato di sodio o altra soluzione prescritta
prodotto ernoll ientc per labbra e mucose
bicchiere monouso
1 pinza autostatica
abbassalingua monouso oppure l'apribocca
fonte luminosa (pila)
arcella

Q
Q

Q
Q
Q
@
@

VALUTAZIONE

2.

PROCEDURA
@
@
@
@

1. appoggia l'arcella sotto il monto della persona


2. prepara la soluzione pi idonea nel bicchiere
:1. indossa i guanti
4. applica l'emolliente sulle labbra per prevenire' lesioni
S. apre la bocca della persona con l'ausilio dell'abbassalingua
6. avvolge la garza sulla pinza autosraticao fissa il batuffolo
7. immerge la garza () il batuffolo nella soluzione
H. deterge il CilVO orale (ordine notol sostituendo lil garza dopo ogni passaggio
9. applica con un batuffolo pulito i prodotti adcguilli/prescritti
10. riapplic:a l'emolliente sulle labbra

A
,<y

Q
@
@
@
A
'<Y

VALUTAZIONE

VALUTAZIONE GLOBALE DELLA PERFORMANCE

3.

0
0
0
0

Conoscenza clelia procedura


Sicurezza nell'esecuzione
Abilit nell'esecuzione
Atteggiamento verso la persona

VALUTAZIONE
(NESSUN

Qo

FINO Al

0)

(FINO A 20)

Q
iUN

OPPURE Pi DI 10)

VALUTAZIONE DEl PROCEDIMENTO TECNICO:


= OTTIMO
000 = BUONO
00 Q = DISCRETO 000 =
SUFFICIENTE
OQQ = QUASI SUFFICIENTE 00Q/0QQ = INSUFFICIENTE
QQQ = GRAVEMENTE INSUFFICIENTE

000

FIRMA DELL'OSSERVATORE

FI RMA DELLO STU DENH

DATA

VALUTAZIONE GLOBALE (ATTI DI SUPPORTO + PROCEDIMENTO TECNICO):


FIRMA DELL'OSSERVATORE
FIRMA DELLO STUDENTE

_
IJATi\

84

OBn
Indicarele principali
variabili riconducibili
ai
quat tro concetti fondamentali
della Disciplina
infermie ristica utili per raccogliere
i dati sul
bisogno di movimento.
Elencaregli Atti trattati in questo capitolo per
assi curareil movimento con riferimento al
continuum autonomia-dipendenza.
Rispondereal bisogno di movimento della perso
na con i procedimenti tecnici descritti in questo
capitolo.

Assicurare il movimento

Premessa
In questo capitolo vengono trattati alcuni procedimenti tecnici relativi alla
prestazione infermieristica Assicurare il movimento, privilegiando l'azione
Muovere e posizionare la persona (sostituire) in quanto comprensiva di
numerose conoscenze e abilit che il professionista infermiere impiega per
intervenire sulla persona anche con azioni di guida e sostegno.
I contenuti relativi ali' azione Illustrare alla persona i fattori che pOSS0l10
influenzare il movimento e l'attivit fisica (indirizzare) sono espressi nella
raccolta dati sul bisogno di movimento. Dell'azione Fornire un aiuto par
ziale per la deambulazione c la mohilizzazione (compensare) stata descrit
ta la procedura per aiutare la persona nella deambulazione, comprendendo
anche Far utilizzare gli ausili necessari per la deambulazione e la mobili:
zazionc - bastone - (sostenere). Lo studente, conoscendo l'atto Muovere e
posizionare la persona (trattato nella finalit sostituirei. potr agevolmente
dedurre e adattare alle diverse modalit di presentazione del bisogno il suo
intervento compensativo personalizzato.
Si ricorda, infine, che in merito ai contenuti dell'azione Istruire la persona
sulle modalit per mantenere il movimento (guidare) e delle azioni Favorire
lesecuzione
di esercizi muscolari attivi (sostenere}, Effettuare esercizi di
mobitizzazione passiva (sostituire) e Monitorare la capacit motoria (extra
finalit), gi una consuetudine presente in molte realt operative la consul
tazione con i fisioterapisti, al fine di agire basandosi sulle conoscenze pi
recenti e aggiornate.

Raccolta dati sul bisogno di movimento

dati te la soddisfazio
ne del bisogno cii movimento nel neo
nato. vecii Ortell i S., M('t()d()I(),~ia
inicrrnic-ristica
applicata, Masson,
Milano, 1997, pp. H9-92; 117-118 L'
l S9-166.
l') Per la raccolta

Per identificare il bisogno di assistenza inferrnieristica


di movimento
opportuno che l'infermiere effettui un' accurata raccolta dati riconducibile a
variabili biofisiologichc, psicologiche e socioculturali della persona.
Le abitudini e la quotidiana e quasi inconsapevole attivit fisica che ognuno
di noi esegue, causano le reazioni pi diversificate di fronte a temporanee o
permanenti limitazioni nel movimento. Infatti, anche se insito nella natura
dell'uomo il tendere a riguadagnare al pi presto la propria autonomia, il
tipo di attivit lavorativa e/o di occupazione, l'ambiente di vita e l'et C)
sono fra gli elementi maggiormente determinanti la volont e la capacit
della persona di reagire a limitazioni nel movimento anche temporanee. Non
da sottovalutare, inoltre, ehe il livello di autonomia della persona riguardo
al soddisfacimento
del bisogno di movimento pu influenzare anche in
modo drastico la capacit di soddisfare tutti gli altri bisogni. Raccogliere i
dati in modo accurato, quindi, significa valutare attentamente quanto questo
bisogno interferisce con la risposta agli altri nella particolare situazione
nella quale si trova la persona. La preventiva valutazione del livello di auto
nomia nel movimento indispensabile per decidere quali azioni assistenziali
scegliere e con quali modalit pi opportuno attuarle o se la persona
richiede specifici interventi di supporto anche da parte di altre figure profes
sionali (ad esempio, il terapista della riabilitazione).
In alcuni individui il desiderio di muoversi pu contribuire a far loro riguada
gnare velocemente l'autonomia nell'assicurare l'igiene o nel comunicare con

86

Assicurare il movimento

glialtri; in altri, la mancanza di energia o lo stato psichico portano a limitare


semprepi l'attivit fisica, con ovvie conseguenze sulla qualit di vita. La
manifestazione del bisogno di movimento determinata da alterazioni
causateda stati patologici. Esempi di alterazioni dovute alla malattia sono la
presenzadi paralisi, artrosi, osteoporosi, ferite chirurgiche, apparecchi ges
sati,stati infiammatori in vari distretti corporei. La presenza di dolore pu
modificare in modo determinante la manifestazione di questo bisogno di
assistenzainferm ieristica, riducendo l'autonomia della persona: anche l' as
sunzionedi determinate terapie pu influenzare la tonicit muscolare e lo
statogenerale dell'apparato osteoarticolare.
Il movimento e, pi in generale, le diverse attivit fisiche sono associati,
inoltre,a eventi piacevoli, svaghi, vacanze e sport. L'impatto sulla persona
diuna limitazione nel movimento necessita, quindi, di un'accurata indagine
anchein merito a queste abitudini per comprendere la multiforme possibilit
di reazione e agire sul rinforzo pi appropriato per favorire la ripresa
del l'autonomia.
L'elaborazione di tutti i dati raccolti consente all' infermiere di individua
re l'eventuale presenza del bisogno di assistenza infermieristica di movi
mentoe a che livello del continuum autonomia-dipendenza la persona si
collocain quel momento.

Obiettivididattici
I.Definireil significato di Assicurare il movimento.
2.Elencare almeno quattro scopi del movimento.
3. Indicare le regole che l'infermiere deve rispettare per sollevare e
muovere le persone garantendo sicurezza ed efficienza.
4.Enunciare almeno dodici criteri generai i da rispettare nel muovere e posi
zionare
le
persone.
5.Elencare i sette atti di supporto da attuare prima e dopo l'esecuzione di
ogniatto.
6.Mostrare i tre principali tipi di "presa" utilizzabili dagli infermieri duran
te gli spostamenti.
7.Descrivere le seguenti posizioni fondamentali: eretta, supina, prona,
laterale, di sicurezza, semi seduta (Fowler), seduta, proclive (anti
Trendelenburg), declive (Trendelenburg), genu-pertorale, dorsale, gine
cologica.
8.Eseguire gli atti contenuti in questo capitolo rispettando i principi ad
essi sottesi.

Definizion e scopi della prestazione infermieristica


PerAssicurare il movimento si intende garantire alla persona la completa
soddisfazionedel bisogno di movimento attraverso gli interventi infermieri
sticiopportuni in relazione all'et e alla collocazione della persona sul con
tinuumautonomia-dipendenza.

87

Assicurare il movimento

I principali scopi del movimento

sono:

garantire l'autonomia della persona;


favorire il completo benessere fisico e psichico;
prevenire le complicanze causate dall'immobilit,
in particolare le lesioni
da pressione, la rigidit articolare e lipotonia/ipotrofia muscolare;
riattivare la circolazione e la funzione respiratoria;
consentire e mantenere una normale vita di relazione all' interno dell'am
biente sociale della persona.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Il movimento costituisce una delle attivit tipiche dell'uomo che, in condi
zioni di benessere e autonomia completa. in grado di recarsi in qualsiasi
luogo, quando lo desidera. semplicemente coordinando i suoi movimenti.
Questo permette ali 'uomo di compiere tutte le attivit quotidiane. garanten
dogli inoltre una normale vita di relazione. La possibilit di soddisfare i pro
pri bisogni, infatti, deriva dalla capacit di muoversi nello spazio, di mani
polare gli oggetti, di interagire con il mondo esterno. Il controllo e il movi
mento volontario di ogni distretto corporeo si sviluppano e apprendono a
partire dai primi mesi di vita, fino a raggiungere la piena completezza nel
l'et adulta, momento nel quale l'individuo
raggiunge la maturit delle
capacit motori c e di coordinamento. Questa serie di azioni finalizzate risul
ta, una volta appresa, quasi automatica e inconsapevole. Ognuno, infatti,
in grado di far assumere, in assenza di dolore o impedimenti funzionali, la
posizione (o decubito o postura) che desidera ai diversi segmenti corporei.
Le conoscenze di cui si avvale la Disciplina inferrnieristica per Assicurare il
movimento sono numerose e attingono prevalentemente alla biomeccanica.
Tutte queste conoscenze sono impiegate per ottenere il miglior risultato in ter
mini di movimento o spostamento della persona assistita con il minimo sforzo
possibile da parte di chi agisce su di essa. La prevenzione, quindi, riguarda sia i
movimenti e/o le posizioni rischiose per la persona mobilizzata, sia gli infonu
ni nei quali pu incorrere il personale che effettua le manovre di spostamento.
l criteri generali da rispettare quando si esegue la mobilizzuzione di una
persona (o il sollevamento di un oggetto pesante) SOIlO:
verificare la presenza di eventuali controindicazioni o prescrizioni relative
alla mobilizzazione della persona;
- effettuare un 'attenta valutazione delle capacit motorie e del grado di
autonomia;
stabilire le caratteristiche e il numero di operatori da coinvolgere nel sol
levamento/spostamento;
assicurarsi chc la propria base di appoggio sia sufficientemente ampia per
garantire la massima stabilit durante lo spostamento;
impiegare i muscoli maggiormente estesi e potenti (spalla, braccio. baci
no, coscia);
tenere la persona o la parte del corpo da sollevare/muovere il pi possibile
vicina al proprio corpo;
evitare di piegarsi e di sporgersi inutilmente, ad esempio preparando, se
possibile, il piano del letto all'altezza pi idonea;

88

Assicurare il movimento

5.1

5.2

- evitare movimenti di torsione e flessione della colonna;


- prima di iniziare lo spostamento, parlare con il o i colleghi e decidere
chi d i comandi;
- mantenere sempre sotto controllo la posizione degli arti della persona per
evitare traumi o lesioni durante le manovre;
- salvaguardare con mezzi idonei (cuscini di diverse dimensioni, sostegni
morbidi, triangoli e rotoli) le curvature fisiologiche delle zone articolari
nel posizionamento della persona;
- garantire il rispetto dell 'intimit della persona.
Piprecisamente, durante l' esecuzione degli atti relativi al movimento:
- afferrare la persona con le mani mantenendo le dita unite e moderatamen
te piegate (evitando cio di causare eccessive pressioni con i
polpastrelli delle dita o lesioni con le unghie);
- posizionare le proprie mani e/o braccia nei punti previsti dai singoli atti;
- evitare di provocare dolore, stiramenti, cadute e lesioni da frizione;
- effettuare gli spostamenri in modo graduale evitando alla persona movimenti bruschi o affrettati;
- sincronizzare i propri movimenti con quelli del o dei colleghi.
l principali tipi di "presa" (') utilizzati tra operatori durante i sollevamenti
e spostamenti sono:
l)mano-mano (Fig. 5.1);
2)polso-polso (Fig. 5.2);
3) avambraccio-avambraccio

(Fig. 5.3).

Per quanto riguarda i materiali e gli ausili da utilizzare per Assicurare


il movimento, si ricorda la possibilit di impiegare cuscini cii diverso
spes sore e misure, archetti solleva-coperte, trapezio o staffa (da fissare
alla testata del Ietto), cinghia (da fissare alla pediera) (Fig. 5.4), letti
articola
ti, materassi e cuscini particolari (ad acqua, ad aria, al sii icone,
ecc.) bastone, bastone con tre piedi, deambulatori (Fig. 5.5), carrozzine
e altri presdi e sussidi pi sofisticati che utilizzano le pi moderne
tecnologie (Fig.5.6).

89

Questo tipo di presa utilizzato quando necessario sostenere temporaneamente


il tronco di una persona (ad es., durante il cambio degli indumenti) e non
possibile utilizzame un altro.
infatti la presa che offre
meno gJranzie di sicurezza.
LJ presa polso-polso garantisce maggiore sicurezza durante gli sposrarnenti e
deve essere utilizzata nei casi in cui non possibile adottare la presa Jva IIIb
racc i 0- Jva mbr ilcc io.
(O) I)ecidere di uliliZL.H(oun" "presa"
e cii scegliere ir~ le diverse modalit
possibili signific,) avere di fronte una
persona da rnohihz zare che si 1 rova ,
sul continuun, autonornia-ciipcndcn
/.'.1, decisamente verso 1<1 dipendenza.

Assicurare il movimento

5.3

Presa avambraccio-avambraccio.
Si utilizza come prima scelta
quando si deve eseguire lo
spostamento della persona. la
presa pi sicura.

Esempio di cinghia da fissare alla


pedicra del letto per consentire
alla persona cii sollevare
il
tronco.

5.4

Posizioni fondamentali
Le posizioni fondamentali vengono di seguito descritte con tutti gli accorgi
menti richiesti per garantire il massimo benessere e la sicurezza della perso
na. L'altro scopo principale per cui necessaria la loro assunzione nella pra
tica quotidiana l'esecuzione di numerosi procedimenti tecnici infermieri
stici. Per questo motivo ci si riferir, in altre parti del testo, a queste posizio
ni fondamentali.
I. Posizione eretta. la posizione verticale (o ortostatica) assunta dal corpo
quando non in movimento. Gli arti superiori sono distesi e allineati lungo
5.5

Esempio cii deambulatore.

Sollevatore meccanico.

90

.5.6

Assicurare i/ movimento

il corpo, quelli inferiori hanno i piedi leggermente


sufficiente stabilit (Fig. 5.7).

divaricati

per garantire

2. Posizione supina. la posizione orizzontale

assunta dal corpo quando


disteso su di un piano con il volto rivolto verso l'alto. La testa e il rachide
cervicale sono sostenuti da un cuscino (escludendo le spalle); gli arti supe
riori e inferiori sono allineati, un sostegno morbido posizionato sotto le
caviglie per evitare che i talloni poggino sul piano e un secondo sostegno
postosotto il cavo popliteo (Fig. 5.8).

3. Posizione prona. la posizione orizzontale

assunta dal corpo quando


disteso su un piano con l'addome appoggiato su di esso. Il capo girato da
un lato (pu essere appoggiato su un cuscino basso); gli arti superiori sono o
allineati lungo il corpo o t1essi con le zone volari degli avambracci appog
giatesul piano o uno allineato e l'altro tlesso. Gli arti inferiori sono distesi e
uncuscino basso sostiene i piedi e le caviglie.
possibile posizionare un sostegno morbido sotto l'addome per compensa
re l'iperlordosi lombare (Fig. 5.9).

4. Posizione laterale. La persona giace sul fianco destro o sinistro. Il capo


appoggiato ad un cuscino il cui spessore deve garantire il mantenimento
in asse del capo e del rachide cervicale, evitando la compressione
della
spalla sul piano di appoggio. La colonna vertebrale risulta cos allineata,
mentre la spalla appoggiata al piano viene portata leggermente in avanti.
Per mantenere tale posizione per pi tempo si posiziona un cuscino lungo
la schiena facendovela appoggiare in modo confortevole. L'arto superio
re, appoggiato al piano, tlesso a livello del gomito; l'altro arto appog
giato su un cuscino con la mano aperta e l'articolazione
del polso in posi
zione di riposo (posizione funzionale).
L'arto inferiore appoggiato sul
piano flesso, l'altro arto inferiore anch' esso flesso e allontanato dalla
linea mediana o disteso, sempre appoggiato su un cuscino che sostiene
anche il piede (Fig. 5.10).

91

Assicurare il movimento

5. Posizione di sicurezza. La persona giace sul fianco destro o sinistro con il

capo ruotato dallo stesso lato e non sostenuto da alcun cuscino. Gli arti
superiori rimangono generalmente allineati al corpo; l'arto inferiore appog
giato sul piano disteso, l'altro flesso e allontanato dalla linea mediana
per garantire la stabilit della posizione. Il corpo risulta quindi molto prote
so dal lato verso il quale girato (Fig. 5.11).
A volte si parla di "posizione di sicurezza" (ad es., nel postoperatorio)
intendendo semplicemente quella supina con il capo girato per favorire la
fuoriuscita di secrezioni dalla bocca.

6. Posizione semiseduta (di Fowler). La persona seduta con un' inclinazio


ne del dorso dai 30 ai 60. Per ottenere l'inclinazione si pu utilizzare o un
letto articolato o alcuni cuscini. Gli arti superiori sono sostenuti da due
cuscini, la mano aperta e l'articolazione del polso in posizione funzionale.
Gli arti inferiori sono distesi e due sostegni morbidi sono posizionati: uno
sotto il cavo popliteo e uno sotto la caviglia (Fig. 5.12).

92

Assicurare il movimento

FIG. "i. l ; ,

7. Posizione seduta. La persona ha il bacino appoggiato sul piano con un 'in


clinazione del dorso di 90. Per ottenere l'inclinazione si pu utilizzare o un
letto articolato o alcuni cuscini o un sedile con schienale.
Se la persona a letto gli arti superiori sono sostenuti da due cuscini, la
mano aperta e l'articolazione del polso in posizione di riposo. Gli arti infe
riori sono distesi e due sostegni morbidi sono posizionati: uno sotto il cavo
popliteo e uno sotto la caviglia (Fig. 5.13 a).
Se la persona seduta sul bordo del letto o su una sedia, i piedi devono
appoggiare completamente
su un piano (pavimento o sgabello) e gli arti
superiori essere appoggiati su un tavolino. I diversi segmenti corporei pre
senteranno cos una tlessione di 90 (Fig. 5.13 b).
8. Posizione proclive (anti- Trendeienburg+. La persona in posizione supina
su un piano inclinato di 20-30 in modo che il capo sia ad un livello pi alto
rispetto al bacino e agli arti inferiori.
Per mantenere in modo confortevole tale posizione necessario aggiungere

93

Assicurare il movimento

un sostegno morbido sotto il cavo popliteo e due cuscini per sostenere gli
arti superiori.
Per ottenere l'inclinazione desiderata si utilizza un particolare letto articola
to o gli appositi alzaletto (Fig. 5.14).
9. Posizione declive (di Trendelenburg i. La persona in posizione supina su

un piano inclinato di 20-30 in modo che il capo sia ad un livello pi basso


rispetto al bacino e agli arti inferiori.
Nel caso la posizione debba essere mantenuta per diverso tempo, necessario
sostenere le spalle per evitare che la persona scivoli verso la testata del letto.
Per ottenere l'inclinazione desiderata si deve utilizzare preferibilmente un
letto articolato (Fig. 5.15).
JO. Posizione genu-pettorale.
La persona in ginocchio e piegata in avanti;
appoggia la testa (ruotata di lato) ed entrambi gli avambracci sul piano. Il
dorso e il bacino restano cos sollevati (Fig. 5.16). Per mantenere questa
posizione si applica un cuscino basso a sostegno di caviglie e piedi.

94

Assicurare il movimento

Il. Posizionedorsale. La persona in posizione supina con le braccia alli


neate,le gambe flesse e lievemente divaricate (Fig.
5.17).
12. Posizione ginecologica. Partendo dalla posizione supina le gambe,
flessee divaricate, vengono appoggiate su appositi sostegni. Per ottenere
questa posizione necessario l'utilizzo del lettino ginecologico (Fig.
5.18).

Atti di supporto
Lavaggiosociale delle mani
Preparareil materiale occorrente per l'esecuzione di ogni singolo atto
Identificarel'assistito
Predisporrel'ambiente nel modo pi idoneo per l'esecuzione della tecnica
Fomire alla persona alcune informazioni generali relative alla procedura
da eseguire
Prepararela persona per poter agevolmente effettuare il sollevamento o lo
spostamentorispettando la sua intimit
Riordinarela camera e il materiale
utilizzato

Lavaggiosociale delle
mani

Procedimento

tecnico

(finalit:

Compensare)

Ili

Obiettivi didattici
I. Definireche cosa si intende per aiutare la persona nella
deambulazione,
2.Prepararela persona, l'ambiente ed eventualmente il materiale per aiutare
la persona ad eseguire l'atto.
3. Aiutare la persona nella deambulazione favorendo il pi possibile la sua
autonomia.

4. Aiutarela persona nella deambulazione


bastone.

con l'ausilio

del

95

CAPITOLO

Assicurare il movimento

Definizione
Per aiutare la persona nella deambulazione si intende fornire supporto alla
persona durante questo atto.

Conoscenze finalizzate alla tecnica

Questo atto pu richiedere l'utilizzo di ausili quali il bastone (con diversi


tipi di impugnatura), il tripode e il deambulatore. In caso di deficit dell'arto
superiore e inferiore omolaterale, l'ausilio scelto verr impugnato con]' arto
superiore controlaterale. Si dovr anche valutare la posizione da assumere
per aiutare la persona in base all'ausilio utilizzato e al tipo di percorso
(lineare, con scalini, pendenza del suolo).
I bastoni sono ausili leggeri e maneggevoli che raggiungono l'altezza della
vita e possono essere in legno o in metallo. Quelli in metallo sono pi
pesanti ed possibile, generalmente, regolarne l'altezza; quelli in legno
sono pi leggeri ma devono essere scelti accuratamente in base all' altezza
della persona. Sono indicati per aiutare a camminare le persone con lieve
instabilit, con lievi problemi al ginocchio o all'anca oppure per alleggerire
il carico sulle articolazioni in presenza di dolore. Non opportuno l'uso di
alcun tipo di bastone in caso di deficit di forza di entrambi gli arti inferiori:
in questi casi appropriato scegliere stampelle o deambulatori.
II tipo pi comune di bastone, di seguito denominato "bastone standard",
fornisce un minimo supporto ed utilizzato dalle persone che soffrono di un
lieve deficit. Questo tipo di bastone presenta la classica impugnatura a semi
cerchio, che permette di ancorarlo alla spalliera delle sedie o ad altri punti di
appoggio normalmente presenti negli ambienti.
Un secondo tipo di bastone presenta un'impugnatura a T la cui forma, adat
tandosi all'anatomia del palmo della mano, ne migliora la presa. Esso forni
sce una stabilit maggiore del bastone standard ed utile specialmente alle
persone con deficit di forza della mano.
I! bastone che fornisce la base di supporto pi ampia e quindi la maggiore
stabilit quello a tre (tripode) o quattro gambe; questo modello utile per
le persone con paralisi unilaterale o parziale ed ha l'enorme vantaggio di
non dover essere tenuto dall'infermiere mentre aiuta la persona ad alzarsi
dalla sedia o dalla poltrona.
Per tutti questi tipi di bastone si raccomanda di verificare la presenza del
puntale di gomma al]' estremit opposta all' impugnatura per migl iorare l'
at
trito, specie su superfici lisce.
L'uso del bastone da suggerire quando l'aumento della base di appoggio
pu migliorare il senso di sicurezza e l'equilibrio della persona in tempora
nee situazioni nelle quali serve diminuire il carico su un arto durante la
deambulazione.
La deambulazione con o senza l'uso del bastone richiede, inoltre, un pas
saggio graduale dalla posizione seduta a quella eretta e dal percorrere brevi
tratti al percorrere distanze sempre maggiori.
Prima di procedere con]' atto, valutare i seguenti aspetti:
attivit fisica abitualmente svolta dalla persona;
- utilizzo di eventuali ausili;

96

Assicurare il movimento

parametri vitali;
integrit del sensorio:
presenza di dolore e/o presdi medico-chirurgici;
comprensione delle informazioni fornite sull' atto da eseguire.

Attidi supporto
Prepararegli eventuali ausili richiesti per eseguire l'atto
Preparare
l'ambiente:
- eliminaregli ostacoli presenti lungo il percorso;
- assicurarsiche il pavimento sia asciutto e l'area da percorrere ben illuminata.
Verificareche l'abbigliamento e le calzature della persona siano adeguati
Aiutarela persona ad assumere la stazione eretta per iniziare la procedura
Assicurarsi che la persona resti in una posizione confortevole e
riporre il materialeutilizzato
Riordinarela camera

Procedura
Verificarele conoscenze della persona in merito alla sequenza di movi
mentida eseguire e alla modalit di cammino pi adeguata alla sua condi
zione(o quella abitualmente impiegata o preferita).
Fissareun percorso o un obiettivo da raggiungere con la persona.
Aiutarela persona nella deambulazione scegliendo, in base al suo livello
di autonomia-dipendenza, una delle seguenti modalit.

I
I

Il livellodi autonomia e le condizioni della persona porteranno a


sceglie re una particolare modalit per aiutarla nella deambulazione
e/o indur rannoad assisterla con un altro infermiere.
l. Porsial fianco della persona (scegliere il lato che eventualmente
presenta undeficit) fornendo un appoggio in caso di bisogno.
2.Porsidi fronte alla persona e invitarla ad appoggiare gli avambracci sul
pro priopalmo aperto delle mani; afferrare gli avambracci della persona;
invitare lapersonaa iniziare il cammino guardando sempre di fronte a s
(Fig. 5.19).
3. Porsidietro la persona e sostenerla con le proprie mani sotto le ascelle
coordinandoil movimento degli arti inferiori (Fig. 5.20), oppure guidare
il camminodella persona appoggiando le mani sul bacino e assecondando
semprei movimenti degli arti inferiori.

Procedura
bastone
I

con

l'utilizzo

del

Porgereil bastone alla persona, facendoglielo impugnare dal lato senza


deficit.
Indicativamente, il bastone deve trovarsi lateralmente al piede a una
distanzadi 10-15 cm e, quando viene impugnato, deve permettere una
flessionedi circa 15-30 del gomito in modo che l'impugnatura possa
trovarsiall' altezza del grande trocantere.

97

CAPITOLO

Assicurare il movimento

Invitare la persona a spostare il bastone sollevandolo di circa 15-20 cm


davanti a s e mantenendo il peso del corpo su entrambe le gambe.
Utilizzando il bastone come punto d'appoggio, dire alla persona di portare in avanti l'arto pi debole fino a raggiungere il bastone.
Far avanzare l'altro arto facendogli superare il bastone.
Spostare nuovamente in avanti l'arto pi debole fino a raggiungere l'altro.
Ripetere questi passi fino a raggiungere la meta concordata con la persona.

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
l. Definire cosa si intende per posizionare e/o mantenere la persona supina.
2. Preparare la persona, l'ambiente e il materiale per eseguire l'atto.
3. Posizionare e/o mantenere la persona supina.

Definizione e scopi
Per posizionare do mantenere la persona supina si intende l'atto compiuto da
due infermieri per porre la persona in tale posizione (vedi questo capitolo,
posizione n. 2) e mantenerla in modo confortevole e sicuro per un certo tempo.
Tale postura la pi frequentemente utilizzata e mantenuta dalle persone
durante il sonno, per favorire il riposo, in presenza di stati di malattia. Viene
fatta assumere per favorire il rilassamento, indurre il sonno, eseguire proce
dure diagnostiche e terapeutiche. La posizione supina costituisce la postura
fondamentale dalla quale procedere per eseguire spostamenti c successivi
posizionamenti.

Atti di supporto
Preparare il materiale:
- I o 3 cuscini;

98

Assicurare il movimento

- 2 sostegni morbidi (piccoli cuscini o rotoli o lenzuola arrotolate);


- unarchetto solleva-coperte (se occorre);
- guantimonouso (se occorre).
Lavaggiosociale delle mani
Prepararel'ambiente
Isolarela persona
Riordinarel'ambiente
e sistemare la
persona

Lavaggiosociale delle
mani
Procedura

Scoprirela
persona.
Porrela persona in posizione orizzontale con il volto rivolto verso
l'alto.
Sistemare un cuscino sotto il capo in modo da comprendere la
regione cervicalemantenendone la fisiologica lordosi.
Garantirel'allineamento del corpo posizionando eventualmente gli avam
braccie le mani su due cuscini (vedi Fig. 5.8).
Posizionareun sostegno morbido sotto il cavo popliteo e le caviglie.
Posizionare un archetto solleva-coperte nella parte inferiore del letto,
se occorre.

Coprirela
persona.

Procedimentotecnico (finalit: Sostituire)

~.

I
Obiettivi didattici
I. Definire cosa si intende per posizionare e/o mantenere la persona in

decubitolaterale.
2.Prepararela persona, l'ambiente e il materiale per eseguire l'atto.
3. Posizionaree/o mantenere la persona in decubito laterale.

Definizione e scopi
Perposizionare e/o mantenere lo persona in decubito laterale si intende
l'attocompiuto da due infermieri per porre la persona sul fianco destro o
sinistro(vedi Fig. 5.10) e mantenerla in tale posizione in modo confortevole
e sicuroper un certo tempo.
Questaposizione impiegata per eseguire un cambio di postura al fine di
variarele zone corporee di appoggio; eseguire procedure diagnostiche e
terapeutiche(ad es., posizionare una sonda rettale, eseguire un clistere eva
cuativo,rilevare la temperatura rettale, applicare una supposta, eseguire
un'iniezione intramuscolare); prevenire l'inalazione di liquidi in caso di
incoscienza(vedi anche la posizione di sicurezza spiegata a pago 187 nel
cap.9 e la Fig. 5.11); favorire la respirazione in caso di patologie polmonari

otraumia un emitorace.

99

CAPITOLO

Assicurare il movimento

Atti di supporto
Preparare il materiale:
4 cuscini;
guanti monouso (se occorre).
Lavaggio sociale delle mani
Preparare l'ambiente
Isolare la persona e farle assumere la posizione supina senza alcun soste
gno ad eccezione del cuscino sotto il capo
(;'i Riordinare l'ambiente e sistemare la persona
,~:Lavaggio sociale delle mani

Procedura
Scoprire la persona.
I due infermieri, dopo aver deciso il fianco sul quale girare la persona, si
pongono al lato opposto del letto.
Per avvicinare la persona al bordo del letto si procede nel modo seguente:
un infermiere (l) infila le mani e gli avambracci sotto gli arti inferiori
e, sollevandoli, li avvicina a s;
lo stesso infermiere (l) si occupa della zona centrale del corpo met
tendo mani e avambracci (ed eventualmente braccia) sotto il bacino: il
2 infermiere si occupa del tronco e del capo infilando un avambraccio
sotto le spalle e sostenendo con l'altro il capo (Fig. 5.21):
i due infermieri, con movimento sincrono, sollevano ed avvicinano la
persona al bordo del letto (vedi Fig. 9.8, pago 188).

Durante questa manovra dovr essere mantenuto il controllo degli arti


superiori della persona, ad esempio incrociandoli sul torace prima di ini
ziare qualsiasi spostamento.

100

Assicurare il movimento

\1\,

i \1

. ~\

I
.

\
\

Fie. -; ..

i i,

Per posizionare
la persona in decubito laterale SI procede nel modo
seguente:
- il I infermiere si porta ali 'altro lato del letto;
- per facilitare la rotazione il 2 infermiere sovrappone il piede della
persona a lui pi vicino sull'altro (Fig. 5.22) oppure fa flettere sempli
cemente l'anca alla persona;
- il l infermiere porta il braccio della persona a lui pi vicino verso il
bordo del letto;
- posiziona quindi una mano a livello della spalla della persona e l'altra
sull' articolazione sacro- iliaca;
- infine, ruota la persona posizionandola sul fianco (Fig. 5.23) .
Assicurarsi che la lesta, il rachide e la spalla siano disposti come indicato
nella figura 5.10, pago 92 .
Per mantenere la posizione, utilizzare il materiale indicato (4 cuscini)
secondo le indicazioni fornite alla pagina citata sopra.

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

5.4 POSIZIONARE E/O MANTENERE LA PERSONA


Obiettivi didattici
I. Definire che cosa si intende per posizionare c/o mantenere la persona in
decubito prono,
2. Preparare la persona, l'ambiente e il materiale per eseguire l'atto.
3. Posizionare e/o mantenere la persona in decubito premo.

Definizione e scopi
Perposizionare c/o mantenere la persona in decubito prono si intende l'atto
compiuto da due infermieri per porre la persona in tale posizione (vedi que-

101

CAPIIOlO

r;

Assicurare il movimento

sto capitolo, posizione n. 3) e mantenerla in modo confortevole e sicuro per


un certo tempo.
Il principale scopo quello di eseguire un cambio di pastura per variarele
zone di appoggio se questo decubito tollerato. Viene utilizzato, inoltre
per eseguire procedure diagnostiche e terapeutiche quali, ad esempio, rile
vare la temperatura rettale, eseguire un 'iniezione intramuscolare, eseguire
massaggi al dorso.

Atti di supporto
Preparare il materiale:
l o 2 cuscini (bassi);
guanti monouso (se occorre).
Lavaggio sociale delle mani
Preparare l'ambiente
Isolare la persona e farle assumere la posizione supina senza alcun soste
gno ad eccezione del cuscino sotto il capo
Riordinare l'ambiente e sistemare la persona
Lavaggio sociale delle mani

Procedura

Scoprire la persona.
I due infermieri si pongono inizialmente lungo lo stesso lato del lettoe
avvicinano la persona il pi possibile al bordo, procedendo nel modo
seguente (vedi paro5.3):
un infermiere (l) infila le mani e gli avambracci sotto gli arti inferior
della persona e, sollevandoli, li avvicina a s;
lo stesso infermiere (l) si occupa della zona centrale del corpo me
tendo le mani e gli avambracci (ed eventualmente le braccia) sotto i
bacino; il 2 infermiere si occupa del tronco e del capo infilando un
avambraccio sotto le spalle e sostenendo con l'altro il capo;
i due infermieri, con movimento sincrono. sollevano ed avvicinano la
persona al bordo del letto.
Proseguono poi posizionando la persona in decubito prono nel modo
seguente:
il l infermiere si porta ali 'altro lato del
letto;
per facilitare la rotazione, il 2 infermiere sovrappone il piede a lui pi
vicino sull 'altro (vedi Fig. 5.22);
il I infermiere allinea il braccio pi vicino a lui lungo il corpo dell
persona;
posiziona quindi una mano a livello della spalla della persona e l'altra
a livello dell'articolazione sacro-iliaca (vedi Fig. 5.23);
infine, ruota completamente la persona posizionandola in decubito
prono.
Assicurarsi che la testa, il rachide e gli arti superiori siano disposti com
da figura 5.3, posizione n. 3.
Per mantenere la posizione, utilizzare i cuscini secondo le indicazioni for
nite dal riferimento sopraccitato.

102

Assicurare il movimento

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

i
Obiettivi didattici
l. Definire cosa si intende per posizionare e/o mantenere la persona
semise
duta.
2. Preparare la persona, l'ambiente e il materiale per eseguire
l'atto.
3. Posizionare elo mantenere una persona semiseduta (sia con il metodo tra
dizionale che con quello australiano).

Definizionee scopi
Per posizionare e/o mantenere la persona semiseduta si intende l'atto
compiuto da due infermieri per porre la persona in tale posizione (vedi
posizione n. 6, pago 92) e mantenerla in modo confortevole e sicuro per
unperiodo di tempo.
La posizione semiseduta, assieme a quella supina, la pi frequentemente
tenutadalla persona in stato di malattia. Viene fatta assumere per favorire la
respirazione,l'alimentazione, l'esecuzione di procedure diagnostiche e tera
peutiche(ad es., la somministrazione della terapia orale, l'introduzione di un
sondinonasogastrico, l'ossigenoterapia, la nutrizione enterale), consentire
attivitmanuali e di svago (ad es., guardare programmi televisivi, leggere).

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Per far assumere questa posizione possono essere adottati due diversi
metodi,quello cosiddetto "australiano", o quello tradizionale, da scegliere
in base ad alcune caratteristiche della persona. preferibile l'utilizzo del
metodo australiano nel caso in cui la persona sia in grado di collaborare
durantel'esecuzione dell'atto, mantenendo un certo grado di controllo sui
diversisegmenti corporei. Il metodo tradizionale, invece, consente di met
tere la persona in posizione semiseduta anche senza alcun tipo di collabo
razione.Prima di iniziare lo spostamento bisogna sempre valutare accura
tamente quale modalit risulti essere pi conveniente. Ad esempio, con il
metodo tradizionale pu risultare meno faticoso spostare la persona verso
la testiera del letto facendole mantenere la posizione supina e successiva
mentefarle assumere quella seduta, invece di sollevarla dopo averla messa
seduta.
Alla provata efficacia del metodo australiano e alla sua descrizione in
numerosi testi assistenziali ormai da diversi anni, non fa ancora riscontro
un suo diffuso impiego nelle realt lavorative italiane. L'assunzione e il
mantenimento di questa posizione richiedono la preparazione del letto.
Con il letto articolato si procede sollevando la testata di 30-40; i cuscini
possono essere posizionati a "scala" (Fig. 5.24) o a "spina di pesce" (Fig.
5.25). In entrambi i casi importante che il piano creato garantisca un
appoggio uniforme per il dorso e il capo della persona e un allineamento
del rachide.

103

CAPITOLO

Assicurare il movimento

In presenza di letto a rete fissa dovr essere utilizzato un numero maggiore


di cuscini, che dovranno essere posizionati a "scala".

Atti di supporto
Preparare il materiale:
- 4 o 5 cuscini;
2 sostegni morbidi (piccoli cuscini o rotoli o lenzuola arrotolate);
guanti monouso (se occorre).
Lavaggio sociale delle mani
Preparare l'ambiente e isolare la persona
~ Riordinare l'ambiente e sistemare la persona
(lii Lavaggio sociale delle mani

Procedura con metodo australiano


o
o

Scoprire la persona.
I due infermieri aiutano la persona a passare dalla posizione supina a
quella seduta ponendosi ciascuno a un lato del letto.
Invitare la persona a flettere le gambe appoggiando bene la pianta dei
piedi sul piano del letto.
Ciascun infermiere si posiziona nel seguente modo:
all'altezza del bacino della persona;
rivolto verso la testata del letto;
- con il piede esterno spostato in avanti (verso la direzione dello sposta
mento) per aumentare la base di appoggio (Fig. 5.26).
Ciascun infermiere si prepara ad eseguire lo spostamento procedendo nel
l'ordine seguente:
nette le gambe c posiziona la spalla nel cavo ascellare della persona
facendole sollevare il braccio:
infila il proprio braccio sotto le gambe della persona afferrando quello
dell' altro infermiere con una presa sicura e spostando lo i I pi possibile
verso la radice delle cosce (Fig. 5.27);

104

Assicurare il movimento

FIG.

I
I

O;

2:,

- appoggia l'altra mano sul piano del letto (verso la direzione dello spo
stamento) mantenendo il hraccio teso (Fig. 5.28).
Rassicurare la persona invitandola ad appoggiarsi alle spalle degli infermieri.
Sollevare e posizionare in modo sincrono la persona verso la testata del
letto spostando iI proprio corpo in avanti.
Sistemare il letto e i cuscini in modo da mantenere la persona in una posi
zione sicura e comoda.

Procedura con metodo tradizionale


I
I

Scoprire la persona.
Aiutare la persona a passare dalla posizione supina a quella seduta ponen
dosi ciascuno a un lato del letto e procedendo nel seguente modo:
- entrambi gli infermieri, rivolti verso la testata del letto, infilano il brac
cio solto l'ascella della persona;
- un infermiere, con la mano libera, sostiene il capo mentre l'altro, con il
braccio libero, le spalle;
- con movimento sincrono sollevano la persona in posizione seduta:

FIG.5.2B

105

CAPITOlO

Assicurare il movimento

- mentre un infermiere mantiene la persona in questa posizione, l'altro


prepara il letto e i cuscini prima dello spostamento.
Ciascun infermiere si posiziona nel seguente modo:
all'altezza del bacino della persona;
rivolto verso la pediera del letto;
con il piede interno spostato indietro (verso la direzione dello sposta
mento) per aumentare la base di appoggio;
Ciascun infermiere si prepara ad eseguire lo spostamento procedendo nell'ordine seguente:
infila un avambraccio sotto l'ascella della persona;
posiziona l'altro braccio sotto le gambe della persona dopo averle pie
gate leggermente;
afferra il braccio dell 'altro infermiere con una presa sicura spostandolo
il pi possibile verso la radice delle cosce (Fig. 5.29).
Rassicurare la persona prima di iniziare lo spostamento invitandola a chi
nare il capo in avanti.
Sollevare e posizionare in modo sincrono la persona verso la testata del
letto indietreggiando.
Completare la sistemazione del letto e dei cuscini in modo da mantenere
la persona in una posizione sicura e comoda (vedi Fig. 5.12).

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
l. Definire
al/a

cosa si intende

per trasferire

la persona

dal letto

poltrona/ carrozzina.
2. Preparare la persona, l'ambiente e il materiale per eseguire l'atto.
3. Trasferire una persona dal letto alla poltrona o carrozzina (sia con il
metodo australiano che con quello tradizionale).
Il procedimento qui proposto deve essere eseguito da due infermieri. Nel
caso in cui la persona possa mantenere, anche per poco tempo, la posi
zione eretta, il trasferimento pu essere effettuato da un solo infermiere,
posizionando la poltrona/carrozzina/sedia vicino al letto (Aiutare la per
sona a spostarsi dal letto alla poltrona/carrozzina e/o viceversa: com
pensare).

Definizione e scopi
Per trasferire la persona dal letto alla poltrona/carrozzina si intende l'atto
compiuto da due infermieri per far sedere la persona sulla poltrona o sulla
carrozzina partendo dalla posizione supina nel letto.

106

Assicurare il movimento

Questoatto dovrebbe essere eseguito il pi precocemente possibile dopo


eventiacuti invalidanti e pi volte nel corso della giornata. Oltre all'eviden
te beneficio per la persona dal punto di vista psicosociale, esso consente
di prevenirele complicanze da ridotta mobilit. Per quanto riguarda
l'ambito psicosociale,ad esempio, la possibilit di mangiare a tavola con
altre perso necostituisce una variabile che incide in modo particolare sulla
qualit della vita.Inoltre, sedersi pi volte nella giornata sulla poltrona pu
costituire una tappasignificativa del cammino di recupero verso la
massima autonomia possibile.

Conoscenzefinalizzate alla tecnica


Comenel procedimento tecnico impiegato per far assumere la posizione
semisedutanel letto, per eseguire il trasferimento possibile utilizzare
almenodue metodi: quello australiano e quello tradizionale.
Lasceltadell' ausilio sul quale far sedere la persona motivata dall' obietti
voassistenzialeda raggiungere. Per posizionare la persona in modo sicuro e
confortevolesi ricorre all' impiego di poltrone, carrozzine, sedie con
brac cioli,cuscini, poggiapiedi, tavolini.

Attidi supporto
Preparareil materiale:
- sediacon braccioli o poltrona o carrozzina;
- cusciniin numero adeguato.
Lavaggiosociale delle mani
Prepararel'ambiente e isolare la persona
Riordinarel'ambiente
sistemando la
persona
Lavaggiosociale delle
mani

Proceduracon metodo australiano


I
I

Scoprirela persona.
Aiutarela persona a passare dalla posizione supina a quella seduta sul
bordodel letto nel modo seguente:
- aiutare la persona ad avvicinarsi il pi possibile al bordo del letto;
- farle piegare le gambe in modo da avvicinare i talloni ai glutei;
- infilare un braccio sotto le spalle della persona sostenendo le con fermezza;
- far passare l'altro braccio da sopra le ginocchia fino a raggiungere con
la mano il malleolo laterale del piede pi vicino al bordo del letto (Fig.
5.30) e afferrarlo;
- portare gli arti inferiori verso il pavimento e contemporaneamente sol
levarele spalle facendo ruotare il tronco fino a raggiungere la posizio
ne seduta sul bordo del letto (Fig. 5.31 l.
Primadi iniziare lo spostamento posizionare la sedia/poltrona con lo
schienalevicino a una parete o la carrozzina con le ruote bloccate.

107

CAPITOLO

Assicurare il movimento

Ciascun infermiere si posiziona nel modo seguente:


- al fianco della persona rivolto verso il letto;
- con il piede esterno spostato in avanti per aumentare la base di appoggio.
Ciascun infermiere si prepara ad eseguire lo spostamento procedendo nell'ordine seguente:
appoggia la mano pi lontana dalla persona sul piano del letto mante
nendo il braccio teso;
flette le gambe e posiziona la spalla nel cavo ascellare della persona
facendole sollevare il braccio;
infila il proprio braccio sotto le gambe della persona afferrando quello
dell'altro infermiere con una presa sicura e sposrandolo il pi possibi
le verso la radice delle cosce (Fig. 5.32);
sposta la mano precedentemente
appoggiata al letto per afferrare l'a
vambraccio
dell'altro
infermiere garantendo
un sicuro sostegno al
dorso della persona durante lo spostamento (Fig. 5.33).

flC. :>.13

108

Assicurare il movimento

FIG.~. q.

o
o

Rassicurare la persona invitandola


ad appoggiarsi
alle spalle degli
infermieri.
Sollevare la persona e procedere
in modo sincrono rivolti verso la
sedia/poltrona/carrozzina (Fig. 5.34 a, b).
Far sedere la persona flettendo le proprie gambe.
Sistemarla con l'eventuale impiego di cuscini o altri sussidi in modo da
mantenerla in una posizione sicura e comoda.

Procedura con metodo tradizionale


Scoprire la persona.
Aiutare la persona a passare dalla posizione supina a quella seduta sul
bordo del letto come descritto nel metodo australiano.
o Ciascun infermiere si posiziona
nel modo seguente:
- al fianco della persona e di fronte all' altro infermiere;
- con i piedi sufficientemente
divaricati
per aumentare
la base di
appoggio.
o Ciascun infermiere si prepara ad eseguire
lo spostamento procedendo nel
l'ordine seguente:
- circonda il dorso della persona fino ad afferrare con la mano l'avam
braccio dell'altro infermiere;
- posiziona l'altro braccio sotto le gambe della persona dopo averle leg
germente sollevate;
- afferra il braccio dell 'altro infermiere con una presa sicura spostandolo
il pi possibile verso la radice delle cosce.
o Rassicurare la persona prima di iniziare
lo spostamento invitandola a chi
nare il capo in avanti.
o Sollevare la persona in modo sincrono avanzando
verso la sedia/poltro
na/carrozzina.
o Far sedere la persona flettendo
le proprie gambe.
o Sistemarla con l'eventuale
impiego di cuscini o altri sussidi in modo da
mantenerla in una posizione sicura e comoda.

109

CAPITOlO

Assicurare il movimento

Procedimento tecnico (finalit:Sostituire)

Obiettivi didattici
l. Definire cosa si intende per trasferire la persona dal letto alla hare/la
e/o

viceversa.
2. Preparare la persona, l'ambiente e il materiale per eseguire l'atto.
3. Trasferire una persona dal letto alla barella o viceversa con altri due infer
mieri.

Definizione e scopi
Per trasferire la persona dal letto alla barella cio viceversa si intende l'atto
compiuto da tre infermieri per spostare la persona, partendo dalla posizione
supina, dal suo letto alla barella e viceversa senza causare alcun trauma o
disagio.
Questo atto pu essere eseguito per il trasporto della persona alla/dalla sala
operatoria; al momento del ricovero di una persona totalmente dipendente
che provenga in barella dal pronto soccorso o dall'accettazione;
ogniqual
volta una persona debba recarsi per indagini diagnostiche
presso servizi
interni o esterni alla struttura di degenza.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


di particolare importanza conoscere la persona, il motivo del trasporto e il
livello di coscienza per informarla e tranquillizzarla prima di eseguire l'atto.
La valutazione della persona prevede anche la verifica della presenza di son
dino nasogastrico, catetere vescicale, infusione venosa centrale o periferica,
drenaggi, sacchetti collettori di liquidi biologici, medicazioni e/o ferite chi
rurgiche, apparecchi gessati.
In ogni caso si suggerisce di adottare la seguente tecnica, chiamata anche "a
cucchiaio", in quanto risulta la pi sicura sia per la persona che per gli operato
ri. opportuno che gli infermieri valutino anche la loro corporatura e altezza
per posizionarsi nel modo pi efficace: generalmente il bacino il pi pesante
da sollevare e spostare, segue il tronco con il capo, infine le gambe.
Nel caso di trasferimento di una persona di cui si accertata o si sospetta la
presenza di un trauma vertebrale necessario eseguire questa procedura con
estrema cautela per mantenere la colonna in asse.

Atti di supporto
Preparare
- barella.
Lavaggio
Preparare
Riordinare
Lavaggio

110

il materiale:
sociale delle mani
l'ambiente, informare e isolare la persona
l'ambiente e sistemare la persona e gli eventuali presdi
sociale delle mani

Assicurare il movimento

Procedura
Vieneeseguita da tre infermieri.
Dopo aver bloccato le ruote della barella (c/o del letto), prepararla
togliendo il lenzuolo, la coperta, ecc. per accogliere la persona.
Porsi dallo stesso lato del letto a livello delle tre zone che verranno
affer rate in seguito nel trasporto: all'altezza del capo e dorso, del
bacino c dellecosce, delle gambe e dei piedi.
Scoprire la persona e farle incrociare le braccia sul petto .
Infilare le mani e gli avambracci, utilizzando le curvature anatomiche.
nelletre zone sopra citate:
-il primo infermiere solto il collo/capo c il dorso;
- il secondo solto la vita e la radice delle cosce:
-il terzo sotto il cavo popliteo e le caviglie (Fig. 5.35).
Divaricare i piedi ponendone uno avanti e l' altro indietro per aumentare
la base di appoggio e accordarsi (se non lo si gi ratto
precedentemente)
su chi dei tre d i comandi.
Afferrare la persona. flettere le ginocchia (mantenendo la schiena diritta)
e spostare la persona verso il bordo dci letto.
Sollevare la persona in modo sincrono raddrizzando le ginocchia e avvici
narlaa s piegando le braccia .
Compiere un passo indietro e ruorarc verso la barella fino a quando ci
si vienea trovare ad angolo retto con il letto.

l
I

L._.

111

Assicurare il movimento

Barella

Se la barella posta ad angolo retto con la pediera del letto, si deve


retrocedere e ruotare a destra; se ad angolo retto con la testiera del
letto, si retrocede e si gira in senso opposto (Fig. 5.36) .

Avvicinarsi alla barella, posizionare i piedi come indicato in precedenzae


flettendo le ginocchia, adagiare la persona allontanandola dal propri
corpo e allentando la presa.
Ritirare le braccia delicatamente e verificare la posizione della personaeil
funzionamento degli eventuali presdi .
Coprire la persona e procedere al trasporto (due infermieri).

112

Assicurare il movimento

BIB
AA.VV.N, ursing Procedures, 2a ed., Springhouse, Pennsylvania, 1996.
BorlettoR., Cauda A., Manconi F., Ragaccio A., Tecniche infermieristiche di base e
speciali,Edizioni Minerva Medica, Torino, 1992.
ElkinM.K., Perry A.G., Potter P.A., Nursing interventions and Clinical Skills,
Mosby,St. Louis, 1996.
Glick0.1., Interventi correlati all' attivit ed al movimento, in Bulechek G.M.,
McCloskey l .C., Interventi infermieristici, L'Assistenza infermieristica del
NordAmerica, voI. 14, n. 4, Piccin Nuova Libraria, Padova, 1997.
OrtellSi ., Metodologia infermieristica applicata, Masson, Milano, 1997.
SassoL., Bonvento C.M., Gagliano C., Scienze infermieristiche generali e cliniche,
McGraw-Hill,Milano, 1997.
S.l.V.A-. Banca dati degli ausili tecnici per la riabilitazione, l'autonomia e l'
integra zione sociale delle persone disabili, Fondazione Pro Juventute Don
Carlo GnocchiIRCCS, via Capecelatro 66, Milano.
SorensenK.C., Luckmann L, Nursing di base, voI. 1, Casa Editrice
Ambrosiana, Milano,1981.
StudeAr ., Zonca G., Elementi di psicologia, Sansoni, Milano, 1994.
TaberC.W., Dizionario enciclopedico di Scienze infermieristiche, McGraw-Hill,
Milano,1994.

113

Assicurare il movimento

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEGLI ATTI DI SUPPORTO PERI PROCEDIMENTI TECNICI


ANNO

DI CORSO

AA

STUDENTE

f_

ESEGUEIL LAVAGGIO DElLE MANI

1.

SOCIALE
l. aprc il rubi netto I)RI,',,1Adi iniziare dlavaggio
2. bagna le mani PRI,\1A di iniziare la procedura
l. prende il IJETERCFI\JTE
4. 1,1\a SISTEMATICAMENTE DALL/\ mano ALL'avambraccio

Q
@

Q
Q

i. mantiene il contatto COli il cletergenll' f'ER /\L,\IU,<'O l MINUTO Q


6. asciuga TNvlPONi\NDO Di\LL/\ mano Al.l.'avamhrarrio
Q
7 chiude il rubinetto SE.\JZAC:ONTAMINi\RE Il' rrun:
Q

ANTISETTICO
I apre il rubinetto f'RIMA di ini/iall' il lavaggio
') bagna Il' mani PRlt,,1Adi ini/iare la pr(llHluld
l. prende l'ANTISETTICO
4. lava SISnJvl/\TICAMENTE DAlL'I rn.inoAlluv.uuhr.urio

Q
Q
r'

c:-:)

S. m.inticnc il ron.itto con il detergente PER ;\LlvlENCl l MLNUTCl Q


6. asciuga T,'1MPO,\JAI\'DO D.'1LLA m.mo ALL'avambraccio
Q
7. chiude il rubinetto SE~ZA CONT/\,\~INAkE 1('mani
G

VALUTAZIONE
2.

PREPARAIL MATERIALE OCCORRENTE PERIL PROCEDIMENTO TECNICO

PER IlISI,'-JFEZIONE
l tdm!l(lnl'/g,lIla AIJEC;UXICl
2. antisHtic(}

SPECIFICO PER IL PROCmlMFNTO


vecli scheda cll,lld pro: l'duI'a

PER SMALTIMENTO RIFIUTI


l. COlltpllilcm' Ill'l riiiuti comuni
2. contcnltorc por:
materi,!le ,lClIminato
rrutrvi.ik: ront.uuin.ito
materiale in \elro

TECNICO

VALUTAZIONE

PER I)ROlTCClR[
LA PERSONA [/0
I '()l'FI,i\ lORF
r. gUdllti .'11 )[C;UATI
l
("I)ril ,11)(1
) Il,lin(J .'d)f( ;U.'\ Il)

(NESSUN QI
DI

(FINO A 2 Q NEI PUNTI A, B, Di

(SEC Q OPPUREPi 012 Q NEI PUNTI A, B,

PREPARALA PERSONA

3.
A

IDE,NTIFICi\ LA PERSONA

INFORMA L/\ PERSONA SULL.A SEQUENZA


mc LI ATTI RICUARDANTI LA l'R()([f)URA

FA ASSUMERE LA POSIZIONE CORRETTA


E PROTECCE LA PERSONA IS.o.1

MANTIENE

L'INTIMIT

VALUTAZIONE

4.

RIORDINA IL MATERIALE UTILIZZATO


VALUT AZIONE
VALUTAZIONE:
CJCJ(;)O= OTTIMO QQCJGh BUONO CJC) (_:)Q = DISCRETO O(:_:):;:)Q= PI CHE SUFF.
QCJQ@= SUFFICIENTE O@@Q= QUASI SUFF. C)QQ@= INSUFF. QQ(i)@= GRAVEMENTE INSUFF.

rlRMA

IJFU'OSSFRVATORE

fiRMA

IlELLO STUDENTE

~~

~~

~
ilA TA

114

Assicurare il movimento

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEl PROCEDIMENTO TECNICO:


O posizionare e/o mantenere la persona
O trasferire la persona dal letto alla
STUDENTE

ANNO

DI CORSO

A.A.

_
~

PREPARAIL MATERIALE SPECIFICO PERIL PROCEDIMENTO TECNICO

1.

cuscini di diverse dirncnsion i/sostegni rnorbidi/rotol i/archetti sollevacopertc/trapezio/ci nghia


poltrona/carrozz ina/bareIl Cl

Q
Q

VALUTAZIONE

CRITERI PERLA PROCEDURA

2.

l. si assicurache la propria basedi appoggio sia sufficientemente ampia


per garantire la massima stabilit durante lo spostamento
2. impega i muscoli maggiormente estesie potenti
3. evita movimenti di torsione e flessione della colonna
4. sincronizza i propri movimenti con quelli dei colleghi
5. tiene la persona o la parte del corpo da muovere il pi possibile vicina
al proprio corpo
6. posiziona le proprie mani e/o braccia nei punti previsti
7. afferra la persona con le proprie mani mantenendo le dita unite e
moderatamente piegate oppure con la giusta "presa"
8. evita di provocare dolore, stiramenti e cadute
9. effettua il posizionamento/trasferimento della persona evitando movimenti
bruschi o affrettati

Q
Q
Q
Q
Q
Q
Q

VALUTAZIONE

VALUTAZIONE GLOBALE DEllA PERFORMANCE

3.

8
8
8
8

Conoscenza della procedura


Sicurezza nell'esecuzione
Abilit nell'esecuzione
Atteggia"lento verso la persona
VALUTAZIONE

Cl

(NESSUNQ o FINO A 1

8)

8
Q
Q
(UN Q OPPUREPi DI 28)

(FINO A 28)

VALUTAZIONE DEl PROCEDIMENTO TECNICO:


Cl Cl 8 = BUONO
Cl Cl Q = DISCRETO Cl 8 Q =
SUFFICIENTE
QUASI SUFFICIENTE
88Q/QQQ = INSUFFICIENTE
QQQ = GRAVEMENTE INSUFFICIENTE

Cl Cl Cl

gQQ

FIRMA DELL'OSSEINATORE

= OTTIMO

FIRMA DELLO STUDENTE

DATA

VALUTAZIONE GLOBALE (ATTI DI SUPPORTO + PROCEDIMENTO TECNICO):


FIRMA DELL'OSSERVATORE
FIRMA DELLO STUDENTE

_
DATA

115

c
Indicare le principali
variabili riconducibili
ai
quat tro concetti fondamentali
della Disciplina
infermie ristica utili per raccogliere
i dati sul
bisogno di eli minazione urinaria e intestinale.
Elencaregli Atti trattati in questo capitolo per assi
curare il movimento con riferimento al continuum
autonomia-di pendenza.
Rispondere al bisogno di eliminazione urinaria e
intestinale della persona con i procedimenti tecnici
descritti in questo capitolo.

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

Premessa
In questo capitolo, partendo dall'azione Monitorare l'eliminasione
(extra
finalit), si passati alla descrizione dei procedimenti tecnici relativi alle
azioni Ottenere l' evacuazione di urine e feci mediante strumenti (sostituire)
e Mantenere il deflusso di urine.feci e gas (compensare). In particolare, con
riferimento a quest'ultima azione, nell'atto specifico Applicare ausili per la
raccolta/drenaggio
dei residui organici, sono state spiegate le procedure per
applicare il raccoglitore esterno delle urine (condom), il sacchetto di raccol
ta per stomie e quello di raccolta per urine.
Proseguendo sul continuum verso l'autonomia si passati direttamente alla
finalit guidare con l'analisi della sola azione Indicare comportamenti che
favoriscono una eliminazione regolare. Infatti, i contenuti salienti riconduci
bili agli altri procedimenti tecnici di questa azione vengono affrontati in
altre parti di questo o di altri capitoli. Ad esempio, i contenuti relativi al
procedimento tecnico Insegnare come monitorare quantit, frequenza, colo
re delle minzioni e delle scariche stato affrontato in Monitorare l'elimina
zione. Lo studente potr infine ottenere indicazioni per attuare l'azione
Favorire l'eliminazione
volontaria (sostenere) da quanto scritto nelle fina
lit sostituire e compensare, mentre in quella di guida individuer i contenu
ti per Illustrare alfa persona ifattori che possono influenrare l'eliminazione

urinaria e intestinale.

Raccolta dati sul bisogno di eliminazione urinaria e intestinale


Numerosi sono i fattori biofisiologici, psicologici e socioculturali che pos
sono condizionare la manifestazione del bisogno di assistenza infermieristi
ca di eliminazione urinaria e intestinale in una persona. L'infermiere, nel
l'intento di identificare tale bisogno, deve necessariamente svolgere una rac
colta dati che tenga conto di una serie di elementi.
Fra le variabili biofisiologiche pu essere innanzi tutto citato lo stadio evoluti
vo, in quanto]' et assume una significativa rilevanza nel determinare sia le abi
tudini che gli schemi di eliminazione intestinale e urinaria. L'infermiere o la
persona stessa - se questa in possesso delle conoscenze necessarie e suffi
cientemente autonoma - dovr poi osservare i caratteri delle feci e delle urine.
Dell'evacuazione si osserveranno la frequenza, la quantit, il colore, la forma,
la consistenza, la presenza di sostanze anomale (sangue, uova e parassiti, cibo
non digerito) e l'odore. Per quanto riguarda le urine. oltre alla frequenza delle
minzioni, si rileveranno la quantit, la trasparenza, il colore, l'odore e. in pre
senza di particolari indicazioni, il peso specifico, il pl-l, sostanze anomale quali
sangue, proteine, glucosio, nitriti e chetoni (vedi il cap. 12, par. 12.2).
L'assunzione di cibi e bevande intluenza direttamente l'eliminazione urina
ria e intestinale, sia per quanto riguarda la frequenza che la quantit e qua
lit delle minzioni/eliminazioni.
Le variazioni presenti possono essere cau
sate da alterazioni organiche degli apparati gastrointestinale e urinario e da
alcune procedure diagnostiche e terapeutiche. Anche il livello di autonomia
della persona e la sua capacit di muoversi negli ambienti e spostarsi da un
luogo all' altro intluenzano la risposta a questo bisogno.
Le variabili psicologiche e socioculturali riguardano innanzitutto lo stato

118

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

psicoemotivo della persona. Ad esempio, la depressione pu determinare un


rallentamento dell' attivit intestinale con conseguente stitichezza; l'ansia e
la paura, al contrario, possono aumentare la motilit intestinale con conse
guentediarrea o provocare la minzione. L'impossibilit di mantenere le abi
tudinipersonali rispetto a orari di eliminazione, luogo e possibilit di effet
tuare l'igiene possono influenzare in senso negativo la risposta a tale neces
sit,cos come il grado e il tipo di attivit fisica e lavorativa.
Questo bisogno, anche se strettamente connesso alla sfera intima della per
sona,risente fortemente delle abitudini familiari e delle tradizioni sociocul
turali del gruppo d'appartenenza. Esso viene soddisfatto, in genere, in uno
specificoambiente che risponde ad alcune caratteristiche sia strutturali che
climatiche. esperienza comune che spesso si rinvia la risposta a tale biso
gnoin presenza di servizi igienici sporchi o freddi.
L'elaborazione di tutti i dati raccolti consente all'infermiere di individua
re l'eventuale presenza del bisogno di assistenza infermieristica di elimi
nazione urinaria e intestinale e a che livello del continuum autonomia
dipendenza la persona si colloca in quel momento.

Procedimentotecnico
finalit)

(extra

Obiettivididattici
l. Definireche cosa si intende per rilevare i caratteri delle feci e dell'
eva- cuazione.

2.Enunciarela definizione di feci e di evacuazione intestinale.


3.Enumerarele principali sostanze che compongono le feci.
4.Definirei caratteri delle feci.
5.Definirele alterazioni dei caratteri delle feci e dell'evacuazione.
6.Descriverela procedura per rilevare i caratteri delle feci e del l'evacuazione.

Definizione
Perrilevare i caratteri delle feci e dell'evacuazione si intende l'osservazio
ne e la successiva registrazione scritta di forma, colore, odore, quantit e
consistenzadelle feci e della frequenza delle evacuazioni.

Conoscenzefinalizzate alla tecnica


Le feci sono sostanze di rifiuto derivanti dal metabolismo ed eliminate dal
l'intestinoattraverso l'ano mediante la defecazione.
Ladefecazione il meccanismo di espulsione attraverso l'ano delle feci rac
coltenel retto; avviene per effetto del rilasciamento degli sfinteri anali.
Lacomposizione delle feci strettamente legata al tipo di alimentazione

119

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

seguita. Il 65% della quantit fisiologica giornaliera di feci eliminate (circa


100-200 g) costituito da acqua e il rimanente da sostanze solide. Queste
ultime comprendono principalmente: residui alimentari; secrezioni ghiando
lari intestinali, epatiche e gastriche; muco; cellule epiteliali; microrganismi;
sali biliari e talvolta sostanze estranee.
Caratteri delle feci

Frequenza. Varia da individuo ad individuo, in quanto dipende da nume


rosi fattori tra i quali l'educazione, lo stato emotivo, la dieta, l'attivit fisica
e l'assunzione di liquidi. Proprio per questo motivo non possibile dare un
criterio unico che possa definire tale parametro. Dalla letteratura e in virt
di quanto detto, si pu affermare che i valori fisiologici della frequenza delle
eliminazioni intestinali variano da I a 2 volte al giorno e comunque almeno
3 volte alla settimana.
Colore. La normale colorazione delle feci, fisiologicamente marrone,
dovuta prevalentemente alla stercobilina, pigmento che deriva dalla bilirubi
na per azione dei batteri intestinali sulla bilirubina stessa. In certe condizio
ni morbose il colore e l'aspetto delle feci diventano abbastanza tipici e costi
tuiscono un elemento utile alla diagnosi. Le principali variazioni cromatiche
riscontrabili sono: feci nere o picee (indicano sanguinamento o emorragia
del tratto alto dell' apparato digerente), feci ematiche o striate di sangue (per
la presenza di emorroidi, ragadi, patologia infiammatoria-degenerativa del
retto), feci color argilla o acoliche (per alterata secrezione della bile), stea
torrea (feci grasse), feci verdi (per alimentazione ricca di verdure oppure,
nel caso dei neonati, per la mancata trasformazione della bilirubina in ster
cobilina), feci giallo-oro (normali feci del neonato allattato al seno).
Forma e consistenza. Normalmente le feci sono morbide e dotate di una
forma propria simile a quella del retto. Diventano dure, nodulari o costituite
da scibale (feci caprine) in caso di stipsi; liquide o molli nella diarrea.
Odore. dato dai gas presenti nelle feci; pu dipendere dal tipo di ali
menti assunti e da eventuali patologie in atto. Normalmente sui generis, pu
risultare maleodorante (rnelena, ittero, enterite, tifo), putrido (sangue occul
to, dissenteria gangrenosa), acido (nel neonato e nella dieta vegetariana).
Principali alterazioni dell'evacuazione intestinale

(') Nei lesli


trova anche

tradotti
dall'inglese
si
il termine
costipazione

(da constipation) che in italiano


sempre stato riferito all'apparato
respiratorio.

Stipsi. Si definisce stipsi (') una ritenzione di materiale fecale nel tubo
digerente per cause anatomiche e/o funzionali che provocano un rallenta
mento del transito colico. La frequenza delle evacuazioni in genere infe
riore a 3 volte la settimana e si associa spesso a difficolt nell'espulsione del
materiale fecale a causa della sua maggior consistenza.
Diarrea. un'alterazione del!' alvo caratterizzata da una emissione fre
quente e in quantit aumentata di feci di consistenza liquida o semi liquida.
Tale termine viene talvolta usato impropriamente per indicare una iperdefe
cazione (evacuazione frequente con feci formate).
Tenesmo rettale. Consiste nella contrazione spastica involontaria dello
sfintere anale che causa dolore, risulta inefficace da un punto di vista fun
zionale e determina il bisogno impellente di evacuare le feci.

120

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

Atti di supporto
Preparare il materiale:
- guanti monouso;
- padella, comoda, apposito contenitore (vaso) per la raccolta delle feci.
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Lavaggio sociale delle mani
Riordinare il materiale

Procedura
Spiegare alla persona come scaricarsi con la padella, con la comoda o
altro contenitore.
Fornirle il materiale scelto per
evacuare.
Aiutarla ad assumere la posizione pi idonea e invitarla ad utilizzare il
dispositivo di chiamata al termine dell'evacuazione.
Dopol'evacuazione
Rilevare i caratteri delle feci: forma, colore, odore, quantit,
consistenza.
Registrare i dati rilevati sulla documentazione
infermieristica.

Procedimentotecnico
finalit)

(extra

Obiettivi didattici
l. Definire che cosa si intende per rilevare i caratteri della diuresi e

della minzione.
2.Enumerare le principali sostanza organiche e inorganiche che compongono l'urina.
3. Definire i caratteri della diuresi.
4. Definire le alterazioni della diuresi e della
minzione.
5. Descrivere la procedura di esecuzione della raccolta di urine delle 24
ore.
6. Descrivere la procedura di misurazione della diuresi
oraria.

Definizione
Perrilevare i caratteri della diuresi e della minzione si intende l'
osservazio ne e successiva registrazione scritta di colore, odore, quantit,
trasparenza, presenzadi sedimento nelle urine e della frequenza delle
minzioni.

Conoscenze finalizzate alla tecnica

L'urina un liquido biologico prodotto dai reni mediante filtrazione glome


rularedel plasma e successivo riassorbimento tubulare del filtrato al quale
seguel'eliminazione attraverso gli ureteri, la vescica e l'uretra con la min
zione. Essa costituisce, quindi, il prodotto finale di una serie di processi

121

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

Sostanze sol ide presenti


nell'urina.

Sostanze organiche

Urea (20-40 gldie)


Acido urico (20-40 g/die)
Creatinina (15-25 mg/kg)
Ammoniaca (0,5-1,3 gldie)

Sostanze inorganiche
Cloruri (110-250 nmol/l)
Calcio (0,1-0,2 gldie)
Magnesio (3-5 nmol/I/die)
Fosforo (0,4-1,3 g/die)

mediante i quali l'organismo regola l' omeostasi idroelettrolitica e l'equili


brio acido-base.
L'urina composta per circa il 95% da acqua e per il 5% da sostanze solide
distinte in organiche e inorganiche (Tab. 6.1).
Oltre a quelle sopraccitate, l'urina pu contenere altre sostanze a seconda
della composizione della dieta e dello stato di salute della persona. Tra le
sostanze la cui presenza patologica citiamo: l'albumina, il glucosio, i corpi
chetonici, il sangue, il pus, i cilindri e i batteri.
Caratteri dell'urina

e) Pigmento derivato prevalentemente


dalla bilirubina e presente nella bile.

Quantit. Nelle 24 ore la persona adulta elimina circa 1000-1500 mi di


urina (diuresi). La quantit eliminata influenzata dall'assunzione di
liquidi (bevande e alimenti) e dall'emissione di fluidi da altre vie quali la
cute (sudorazione), i polmoni e l'intestino; si riduce durante il sonno e
l'attivit muscolare.
Peso specifico. Il peso specifico dell' urina in una persona adulta sana
varia da lO 15 a 1025 a seconda della diluizione (in funzione della quantit
di liquidi assorbiti) o della concentrazione (a seguito di forte sudorazione).
Trasparenza. L'urina fresca della persona sana generalmente limpida e
trasparente. Dopo il raffreddamento anche l'urina normale pu diventare
torbida a causa di piccole quantit di muco. Le urine possono intorbidirsi
patologicamente in presenza di sostanze che non si possono sciogliere
(albumina, pus e muco).
pH. Il valore normale compreso tra 4,5 e 7,5. Esso dipende essenzial
mente dal tipo di alimentazione: risulta tendenzialmente acido in una dieta
ricca di carne ed alcalino in seguito ad una aumentata introduzione di verdu
ra. Patologicamente l'acidit urinaria aumenta in presenza di acidosi diabe
tica, diarrea, iperpiressia e tubercolosi dell'apparato urinario. L'alcalinit
provocata da infezioni delle vie urinarie, diuretici e morbo di Cushing.
Colore. Normalmente l'urina di colore "giallo paglierino", dovuto alla
presenza di urobilina ("). Tale carattere pu variare fisiologicamente a
seguito dell'assunzione di alcuni alimenti (ad es., rosse dopo lingestione
di barbabietole o more) e farmaci (ad es., blu/verdastre dopo la sommini
strazione di blu di metilene e rosse/arancioni dopo la somministrazione di
rifampicina). Si possono avere variazioni del colore delle urine con signi
ficato patologico, quali ad esempio rosso vivo in caso di ematuria macro
scopica; a "lavatura di carne", se presente una modica quantit di san
gue; color marsala in presenza di bilirubina (le urine, inoltre, diventano
schiumose in presenza di sali biliari).
Odore. L'odore dell'urina fresca di norma sui generis. Se l'urina viene

122

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

lasciata a contatto de II' aria per un certo periodo di tempo, I'urea va incon
tro a fermentazione e l'odore diventa ammoniacale. Si ha odore di acetone
in presenza di cheronuria, mentre l'urina maleodorante indice di infezio
ni delle vie urinarie o di intossicazioni,

Alterazioni della minzlone


Disuria. una difficolt generica alla minzione. Si osserva in caso di ste
nasi uretrale, ipertrofia prostatica, atonia e alterazione della funzionalit
della muscolatura vescicale e processi infiammatori a carico delle basse vie
unnarie.
I Stranguria. la minzione
dolorosa e spasmodica. Le principali cause
sono riconducibili a processi infiammatori acuti uretro-prostatici, calcolosi
vescicale, tubercolosi, infezioni delle vie urinarie.
I
Tenesmo. Consiste nella sensazione di spasmo vescicale che si accompa
gna alla stranguria e si presenta al termine della minzione. il risultato di
un'irritazione dei tessuti vescicali che condiziona un 'alterazione della fun
zione sensitiva e motoria della vescica stessa.
Nicturia. una minzione che avviene con maggior frequenza durante la
notte. Se fisiologica, pu essere secondaria ali' eccessiva introduzione di
liquidi.
Pollachiuria. Emissione ravvicinata di piccole quantit di urina causata
principalmente da infezioni acute delle basse vie urinarie; tipica nella gra
vidanza.
I Enuresi. Atto minzionale
involontario ed inconscio che avviene durante il
sonno; frequente nei bambini fino a 5-8 anni.

Esistono, inoltre, altri disturbi che vengono usualmente ricondotti ad altera


zioni della minzione, ma che sono strettamente legati alla produzione di
urina. Essi sono i seguenti.
Anuria. l'assenza/ridotta
(inferiore a 100 ml/die) produzione di urine
nelle 24 ore; ha sempre un'origine patologica.
I
Oliguria. Emissione di una quantit di urine nelle 24 ore inferiore ai valo
ri minimi fisiologici (inferiore ai 500 mi). Pu essere fisiologica o patologi
ca.
I Poliuria. Emissione
di una quantit di urine nelle 24 ore superiore ai valo
ri massimi fisiologici rapportati aller della persona (di solito superiore a
1500-2000 mi l. Pu essere fisiologica l) patologica.

Definizione e scopo
Per diuresi si intende generalmente la quantit di urine emesse nelle 24 ore.
Essa viene rilevata quando necessario conoscere questo dato con esattezza,
ad esempio per determinare il bilancio idroelettrolitico. possibile, inoltre,
effettuare alcuni esami su un campione di urine prelevato dalla diuresi.

123

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

Atti di supporto
Lavaggio sociale delle mani
Preparare il materiale:
- guanti in lattice monouso;
- contenitore graduato per la raccolta delle urine.
Identificare l'assisti to
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Riordinare il materiale

Procedura
o

Chiedere alla persona di urinare e di gettare l'urina annotando l'orario,


che indica l'inizio della raccolta.
Nella realt operativa tale raccolta pu essere segnalata con un cartellino
o apposite sigle (ad es., Q.D.) posto o ai piedi del letto o nel locale di
smalti mento degli escreti (smaltitoio, vuotatoio).

Indicare alla persona il contenitore contrassegnato dal suo nome, cogno


me e numero di letto e il luogo ove conservato.
Chiedere alla persona di versare le urine nel contenitore spiegandole che
l'ultima minzione da conservare corrisponder a quella dell'ora in cui si
iniziata la raccolta il giorno precedente. Se la persona non autonoma
sar l'infermiere a farsi carico della conservazione delle urine.
AI termine, rilevare la quantit totale ed eventualmente gli altri caratteri
delle urine emesse nelle 24 ore.
Gettare l'urina ed iniziare, se necessario, un'altra raccolta.

N.B.: per quanto concerne la rilevazione degli altri caratteri delle urine
sopra menzionati, si rimanda il lettore al capitolo 12.

Definizione e scopo

Lo scopo di questa procedura quello di misurare la quantit di urine pro


dotte in un'ora (fisiologicamente 50-60 mI) da una persona in situazioni che
lo richiedano (ad es., nel post-operatorio, in terapia intensiva, in particolari
cicli di chemioterapia). Tale misurazione pu essere effettuata solo in pre
senza di un catetere vescicale e richiede all'infermiere il rispetto scrupoloso
dell' ora di misurazione.

Atti di supporto
Lavaggio sociale delle mani
Preparare il materiale:
- guanti in lattice monouso;
- urometro.

124

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

Identificare l'assistito
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Riordinare il materiale

Procedura
Ad ogni ora stabilita verificare che il tubo di raccordo tra catetere vesci
cale ed urometro sia completamente svuotato dell'urina prodotta. In caso
contrario, convogliarla muovendo il tubo.
Misurare sull'urometro la quantit
di urina.
Aprire la valvola e svuotare
l'urometro.
Chiudere
la valvola.
Registrare il
valore misurato.

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
I.Definire che cosa si intende per eseguire lo svuotamento manuale del['ampolla rettale.
2.Indicaretutti gli scopi di tale atto infermieristico.
3.Predisporre tutto il materiale necessario per effettuare tale manovra.
4.Descrivere le fasi che caratterizzano la procedura di esecuzione dello
svuotamento manuale dell' ampolla rettale.
5.Effettuarelo svuotamento manuale dell'ampolla rettale.

Definizionee scopo
Pereseguire lo svuotamento manuale dell'ampolla rettale si intende l'intro
duzione di un dito in questa sede per rimuovere il materiale fecale allo
scopodi garantire l'evacuazione di feci e gas. Esso indicato esclusivamen
te in quelle situazioni dove, in presenza di fecalomi non altrimenti rimovibi
li,vi un ostacolo al normale transito intestinale.

Conoscenzefinalizzate alla tecnica


Perfecaloma si intende una massa di feci disidratate e indurite presenti nel
l'ampolla rettale, provocata da una loro prolungata ritenzione con conse
guentedisidratazione e progressivo accumulo di materiale fecale. Questo
in genere il risultato di una stipsi non opportunamente risolta. La persona
con fecaloma tenta a pi riprese di evacuare, riferendo senso di disagio
all'addomee dolore rettale.
Primadi effettuare tale manovra pu essere indicata l'esecuzione di una ret
toclisicon l'intento di ammorbidire la massa fecale. importante ricordare

125

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

che tale manovra pu essere rischiosa (stirnolazione dei riflessi vasomotori


vagali) nelle persone cardiopatiche.

Atti di supporto

Lavaggio sociale delle mani


Preparare il materiale:
guanti in lattice !11onouso e garze;
contenitore per rifiuti;
lubrificante;
padella o comoda:
cerata e traversa;
occorrente per l'igiene perineale.
Identi ficare l'assistito
Fornire alla persona alcune informazioni micristico

generali

Isolare e sistemare la persona


Riordinare la camera e il materiale

Procedura
o
o

o
o

o
o

Sistemare la cerata e la traversa sotto la persona.


Posizionare la persona in decubito laterale sinistro con l'arto inferiore
destro flesso.
Indossare 2 paia di guanti e lubrificare il dito indice.
Evidenziare lo sfintere anale ed introdurre lentamente il dito nel retto
seguendo la linea ano-ombelico.
Rimuovere lentamente la massa fecale.
Eseguire l'igiene perinealc (vedi il cap. 4).

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
I. Definire che cosa si intende per eseguire il clistere evacuativo.
2. Elencare tutti gli scopi di tale atto infcrmieristico,
3. Individuare tutto il materiale necessario per eseguire il clistere evacuativo.
4. Descrivere tutte le fasi relative alla procedura di questo atto infermicristico.
S. Indicare le principali complicanze legate all'esecuzione di un clistere eva
cuativo.
6. Eseguire il clistere evacuativo.

Definizione e scopo
Per eseguire il clistere evacuativo si intende l'introduzione nell'ultimo tratto
dell'intestino di una determinata quantit di liquido: sinonimo di enterocli
sma (dal greco: enteron = intestino e klvsnia = lavanda).

126

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

Gli scopi del clistere evacuativo sono:

- svuotare l'ultimo tratto dell'intestino nel caso di stitichezza


nella pre
parazione per esame endoscopico, radiologico o per interventi chirurgici;
- stimolare l'attivit intestinale in caso di atonia.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


L'introduzione di sostanze estranee nel lume intestinale provoca, per
distensione o irritazione delta mucosa, la stimolazione della peristalsi.
L'effetto si ottiene attraverso un'azione combinata di tipo meccanico, chi
mico od osmotico e termico.
L'azione meccanica determinata dal volume del liquido introdotto, che
provoca distensione delle pareti intestinali e dalla sonda stessa; quella chi
mica od osmotica determinata dalla sostanza utilizzata per preparare la
soluzione, che pu essere irritante per la mucosa o pu, per il suo effetto
osmotico, richiamare il liquido dagli spazi extracellulari nel lume intesti
nale. Infine, l'azione termica determinata dalla temperatura del liquido,
che a temperature basse (al di sotto dei 34-35 CC) pu provocare dolori
crampiformi e a temperature intorno o superiori ai 39C aumenta la peri
stalsi.
La pressione idrostatica del liquido introdotto. oltre che dal diametro della
sonda, influenzata dall'altezza della colonna. Il clistere evacuativo, quin
di, pu essere eseguito ad altezze diverse in base all' effetto che si desidera
ottenere. Si suole classificare tale procedura in:
- clistere evacuativo ad alta pressione: quando l'altezza dell'irrigatore dal
piano del letto di circa 80-90 cm;
- clistere evacuativo a pressione media: quando l'altezza dell' irrigatore
dal piano del letto di circa 50 cm;
- clistere evacuativo a bassa pressione: quando l'altezza dell'irrigatore
dal piano del letto di circa 30 cm;
La sostanza utilizzabile dipende, come gi detto, dal tipo di effetto che si
vuole ottenere. possibile, pertanto, preparare una soluzione isotonica
con fisiologica oppure ipertonica con glicerolo. Si possono aggiungere,
inoltre, olio di vaselina, olio di mandorle, olio di ricino. latte, sapone di
Marsiglia, ecc.
La distensione del retto pu determinare una stimolazione dei riflessi
vasomotori vagali, causando gravi disturbi cardiaci; il clistere evacuativo,
quindi, dovrebbe essere evitato o eseguito con cautela alle persone anziane
e/o cardiopatiche. Frequenti enteroclismi possono causare deplezione di
potassio o irritazione della mucosa, particolarmente in presenza di patolo
gie infiammatorie quali colite o diverticolite.
Possono verificarsi abrasioni e perforazioni delta parete anteriore rettale:
- se la punta della sonda viene introdotta troppo profondamente;
- se la punta della sonda viene introdotta mentre la persona in posizione
seduta;
- se il liquido introdotto ad una pressione eccessiva.

127

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

Possono verificarsi traumi quando edema, emorroidi o infiammazioni ren


dono difficile la visualizzazione dell' ano.
Gli enteroclismi sono generalmente controindicati nelle seguenti circo
stanze:
- ileo paralitico e occlusione del colon;
- dopo alcuni interventi chirurgici intestinali o ginecologici, a causa della
possibile rottura dei punti di sutura.

Atti di supporto

Lavaggio sociale delle mani


Preparare il materiale:
guanti monouso;
contenitore per rifiuti;
sostegno per irrigatore;
irrigatore con tubo di raccordo;
sonda rettale (da 22 a 32 per gli adulti);
soluzione prescritta;
lubrificante;
padella o comoda;
cerata e traversa;
occorrente per l'igiene perineale.
Identificare l'assistito
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Isolare e sistemare la persona
Riordinare la camera e il materiale

Procedura
o
o
o
o
o

Riempire l'irrigatore con circa 750-1000 ml di soluzione ad una temperatura compresa tra i 37 e i 39 cc.
Eliminare l'aria dal tubo di raccordo facendo defluire il liquido.
Porre 1'irrigatore all'altezza desiderata.
Sistemare la cerata e la traversa sotto la persona.
Posizionare la persona sul lato sinistro con l'arto inferiore destro flesso
(decubito laterale).
L'intestino, a livello del sigma, effettua una lieve curvatura verso sini
stra. Di conseguenza, se la persona assume il decubito laterale sinistro, il
sigma si trova ad essere ad un livello pi basso rispetto all'ano.

o
o
o

Lubrificare 1'estremit della sonda.


Visualizzare 1'orifizio anale.
Introdurre delicatamente e con movimento rotatorio la sonda nel retto
per circa lO cm seguendo la linea ano-ombelico (Fig. 6.1 a, b).
Raccordare la sonda al tubo di raccordo e aprire il rubinetto per lasciar
defluire lentamente la soluzione.

128

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

Ampolla retta le

Sfintere anale
Sonda rettale

Se il flusso lento, la persona avvertir meno crampi e riuscir a tollera


re e trattenere una quantit maggiore di soluzione.
Se la persona avesse difficolt a ritenere la soluzione, usare la sonda a
palloncino.
Mantenere la sonda in sede durante l'esecuzione .
Quando nell'irrigatore rimane presente un residuo minimo di soluzione,
chiudere il rubinetto per evitare un possibile reflusso del liquido.
Rimuovere delicatamente la sonda e chiedere alla persona di ritenere la
soluzione per almeno 10-15 minuti per ottimizzarne l'effetto.
Posizionare la persona sulla padella, sulla comoda o accompagnarla In
bagno.
Eseguire l'igiene perineale (vedi il cap. 4).

Procedimento tecnico (finalit:

[,

Sostituire)

Obiettivi didattici
I. Definireche cosa si intende per eseguire il cateterismo vescicale.
2. Elencare tutti gli scopi e le indicazioni di tale atto infermi eristico.
3. Riconoscere i diversi tipi di catetere vescicale.
4. Predisporre tutto il materiale per posizionare e rimuovere un catetere
vescicale.

129

a) Introduzione della sonda


nell'ampolla rettale.
b) Regolazione in altezza
dell'irrigatore e corretto
posiziona mento della persona
per l'esecuzione
del clistere evacuativo .

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

5. Descrivere tutte le fasi relative alla procedura di inserzione e rimozione


del catetere vescicale nell' uomo e nella donna.
6. Elencare le precauzioni da adottare per la prevenzione delle infezioni
delle vie urinarie in persone con catetere vescicale.
7. Individuare i rischi relativi ali' inserzione del catetere vescicale.
8. Eseguire il cateterismo vescicale all'uomo e alla donna.

Definizione e scopo
Per eseguire il cateterismo vescicale si intende l'introduzione di un catetere
in vescica. Questo procedimento indicato per i seguenti scopi.
Evacuativo:
ritenzione urinaria;
decompressione della vescica prima di un intervento chirurgico e/o un
esame;
come ultima scelta nell'incontinenza urinaria.
Diagnostico:
raccolta di campioni di urine per esami:
monitoraggio della diuresi;
verifica della causa di un' anuria; determinazione
del ristagno post-minzionale; esami delle basse
vie urinarie (ad es., cistografia),
Terapeutico:
introduzione di sostanze farmacologiche;
- irrigazioni vescicali.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Tipo di cateterismo
In base al tempo di permanenza del catetere in vescica, si suole distinguere
la tipologia del cateterismo vescicale in estemporaneo o intermittente e (/
permanenza. II primo viene eseguito per ottenere prelievi sterili di urina.
effettuare instillazioni vescicali o drenare l'urina in presenza di globo vesci
cale; il catetere in seguito viene rimosso. Nel secondo (a permanenza) il
catetere viene posizionato e lasciato in sede per pi tempo.
Tipi di cateteri
I cateteri possono essere classificati in base al materiale di cui sono compo
sti. Esistono cateteri semirigidi (in gomma, materiale plastico e PVC) che
vengono posizionati dal medico e devono rimanere in sede per un breve
periodo di tempo per ridurre il rischio di traumatismi e decubiti uretrali, e
cateteri molli (in gomma, para e sii icone) pi adatti per il cateterismo a per
manenza. Tra questi ultimi, quelli in silicone sono pi indicati per l'assisten
za infermieristica domiciliare e possono restare in sede da uno fino a tre
mesi circa; quelli in gomma, para e PVC devono essere rimossi dopo circa
15 giorni dall' inserzione.
A seconda dell'indicazione, possibile scegliere tra diversi modelli di cate
tere vescicale che per forma, per dimensioni o artifizi di cui sono dotati.
meglio si adattano al caso (Tab. 6.2 e Figg. 6.2-6.5).

130

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

Modello

Caratteristiche

Modelli di catetere.

Indicazioni

Ne/aton

Catetere
vescicale
sistema
vescica

Tiemann

Catetere semirigido
a punta
arrotondata
con l'estremo
vescicale. per gli ultimi 10 mm
circa, angolato di 45; privo di
sistema di ancoraggio in
vesci ca

Cateterismo estempora
neo o a permanenza in
persone con ipertrofia
prostatica

Phi/ips

Catetere semi rigido con apice


conico filettato
per l'avvita
mento di una minugia (sonda
filiforme);
privo cii sistema di
ancoraggio in vescica

Cateterismo estempora
neo o permanente
in
persone
con stenosi
uretra Ii serrate

Catetere
semi rigido
rettilineo
dotato di 4 o 5 fori all'estre
mit prossima le; l'apice for
giato a becco di flauto; privo
di sistema di ancoraggio
in

Cateterismo
in persone

BoutCoup

molle ad estremit
rettilinea,
senza
di ancoraggio
in

Cateterismo
raneo

macroscopica

estempo

a perma nenza
con ematuria

vescica
Ma/ecot-Pctzer

Cateteri semirigicli autostatici


a punta arrotondata; il sistema
cii ancoraggio
in vescica

rappresentato
da 2-4 alette
situate immediatamente
prima
dell'apice

Cateterismo
nenza

a perma-

Fo/eya 2 vie

Catetere molle autostatico


a
punta arrotondata,
con 2 vie:
una (quella di maggior calibro)
utilizzata
per l'evacuazione
dell'urina,
l'altra utilizzata per
il sistema di ancoraggio
in

Cateterismo
nenza

a perma-

vescica
Foleya 3 vie

Catetere molle autostatico


a
punta arrotondata,
con 3 vie:
una utilizzata per l'evacuazio
ne dell'urina, l'altra per l'intro
duzione di liquidi, la terza per
il sistema cii ancoraggio
in
vescica

Cateterismo
a perma
nenza
con lavaggio
vescicale continuo

131

..>--,._-----.... <" -.

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

Indipendentemente dal modello, il calibro dei cateteri indicato secondo la


scala francese Charrire. Ogni unit Chanire corrisponde a 1/3 di millime
tro (ad es., 18 Ch = 6 mm).
Nella scelta del calibro bene tenere presente che se il catetere troppo sot
tile pu piegarsi su se stesso a livello dell'uretra e ostruirsi pi facilmente in
presenza di coaguli o tappi di muco; se il catetere di calibro troppo grosso,
pu esercitare una pressione eccessiva sul meato urinario e sull'uretra con il
rischio di traumatismi tissutali.
Precauzioni per evitare infezioni alle vie urinarie (IVU)
In letteratura il tema delle infezioni alle vie urinarie in persone con catetere
vescicale fortemente dibattuto. Dalle ricerche condotte risulta che i
microrganismi pi frequentemente responsabili sono Pseudomonas aerugi
nosa, Serratia marcescens e Citrobacterfreundii.
I possibili punti di accesso dei microrganismi nel sistema di drenaggio uri
nario, nel caso non vengano rispettate le misure di asepsi, sono:
il rubinetto della sacca di drenaggio al momento in cui questa viene svuotata;
l'anello di gomma per il prelievo di campioni urinari;
- il punto di connessione tra sacca di drenaggio e catetere quando questo
viene aperto per il cambio della sacca;
lo spazio tra catetere e uretra.

I microrganismi, quindi, possono entrare all'interno del sistema di drenag


gio urinario e risalire per via intraluminare oppure ascendere all'esterno
della superficie del catetere nello spazio esistente tra uretra e catetere.
Molti studi hanno dimostrato che una quota consistente delle lVU (il 40%
circa) prevenibile migliorando l'aderenza a standard professionali per
quanto concerne sia il ricorso a cateterismo urinario, sia l'assistenza infer
rnieristica prestata alla persona cateterizzata.
perci importante tenere presenti alcuni criteri generali:

eseguire il cateterismo vescicale solo in caso di effettiva necessit e


rimuovere il catetere il pi presto possibile;
utilizzare il catetere delle dimensioni pi adatte alla persona, che permetta
per un buon drenaggio;
eseguire un corretto lavaggio delle mani (antisettico);
inserire il catetere con tecniche asettiche e presdi sterili;
disinfettare il meato uretrale con soluzione antisettica appropriata in confezione monodose al momento dell'inserzione del catetere;
utilizzare il lubrificante in confezione monodose;
usare sacche di drenaggio a circuito chiuso che verranno sostituite ogni 5
giorni;
non sraccordare mai la sacca di drenaggio dal catetere;
svuotare la sacca di drenaggio adottando misure di asepsi;
effettuare prelievi di campioni di urine secondo le tecniche asettiche;
assicurare il libero det1usso delle urine;
evitare le piegature del catetere e del tubo di raccolta;
mantenere la sacca di raccolta sotto il livello della vescica;

132

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

- sostituire il catetere piuttosto che ricorrere ad irrigazioni frequenti in pre


senzadi ostruzione.
Rischie problemi legati all'inserzione del catetere vescicale
Se non si riesce ad inserire il catetere nella donna:
- verificare l'adeguatezza del calibro del catetere;
- lasciare una garzina in vagina per escludere l'introduzione nella stessa;
- nel caso in cui il catetere sia stato inserito in vagina, utilizzare un
nuovo catetere nel ripetere la procedura, anche lasciando in situ quello
in vagina per ovviare ad altri errori.
Se non si riesce ad inserire il catetere nell'uomo perch si incontrano resi
stenze:
- ruotare il catetere e cambiare la posizione del pene da verticale a leggermente obliqua.
Qualoratale manovra sia nuovamente difficoltosa, sospenderla ed avvisare
il medico.
Se il catetere stato contaminato prima dell'inserzione:
- utilizzare un nuovo catetere.
Se stato contaminato anche il campo sterile, ripetere la procedura.
Se viene rilevata la presenza di globo vescicale:
- privilegiare l'uso di un catetere Foley;
- drenare quantit di urine non superiori a 200-500 mI per volta ad intervalli di 3 minuti per evitare il collasso vescicale.
I

Trai rischi che si possono verificare, ricordiamo:


- infezionidelle vie urinarie;
- traumi tissutali a livello uretrale con formazione di "false vie" o traumi a
livellovescicale;
- collasso vescicale: collabimento delle pareti della vescica conseguente ad
uno svuotamento rapido di un globo vescicale, con dolore e talora sangui
namento.

Atti di supporto

Lavaggioantisettico delle mani


Preparareil materiale:
materialeper igiene perineale;
pianodi lavoro;
cateteri sterili di vario diametro;
set per cateterismo vescicale, composto da:
- 2 paia di guanti monouso in lattice sterili;
- un telino in TNT sterile con foro centrale;
- un telino in TNT sterile;
- antisettico monodose (soluzione iodata);
- lubrificante sterile monodose;
- soluzione di acqua bidistillata (10 ml);
- 2 siringhe sterili da lO ml;
- garze e batuffoli sterili;
- 2 pinze anatomiche sterili;

133

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

guanti in lattice monouso non sterili;


sacca di raccolta con valvola antireflusso e di scarico sterile;
supporto metallico per sacca di raccolta;
contenitore per rifiuti;
cerotto anallergico.
Identificare l'assistito
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Isolare e sistemare la persona
Riordinare la camera e il materiale

Procedura
Viene eseguita da due infermieri.
Eseguire l'igiene perineale (vedi il cap. 4).

r infermiere
Pulire e disinfettare il piano di lavoro.
Preparare il materiale occorrente sul piano di lavoro.
Indossare la cuffia monouso.
2 infermiere

Posizionare la persona in posizione dorsale con le gambe divaricate.


]0

Anatomia dell'apparato
femminile esterno.

genitale

infermiere
Aprire il set.
Indossare sterilmente i guanti.
Prelevare dal set il primo telino sterile e posizionarlo sul piano di lavoro.
Appoggiare sul campo sterile tutto il materiale contenuto nel set.

134

Assicurare

l'eliminazione

urinaria e intestinale

Prendere il disinfettante dalla confezione e imbibire i batuffoli e le garze.


Prendere con una pinza i batuffoli e disinfettare i genitali esterni partendo
dalle parti pi pulite a quelle pi sporche e dall' alto verso il basso:
- nella donna: meato uretrale, piccole labbra, grandi labbra (Fig. 6.6 a, b);
- nell'uomo: glande con movimenti circolari, pene e scroto dall'alto
verso il basso (Fig. 6.7).
Lasciare nella donna l'ultimo batuffolo sul meato uretrale e nell'uomo la
garza sul glande.
Sfilare i guanti monouso e buttarli nel contenitore porta-rifiuti.
Indossare sterilmente il secondo paio di guanti.
Prendere il telino fenestrato e posizionarlo con l'apertura verso l'addome
attorno ai genitali della persona.
2 infermiere
Aprire sterilmente l'involucro del catetere scelto e porgerlo al primo ope
ratore.
Aprire sterilmente la sacca di raccolta e porgerla al primo operatore.
J o infermiere
Raccordare il catetere con la sacca delle urine.
Prendere la siringa con soluzione di acqua bidistillata e gonfiare il palloncino per valutarne la tenuta, indi sgonfiarlo.
Prendere una garza sterile e posizionarla sotto la punta del catetere.
Prendere la siringa con il lubrificante e versarlo sul catetere.
Prendere la seconda pinza e passarla al 2 infermiere che rimuove il
batuffolo o la garza lasciata in sede e li getta nel sacchetto porta-rifiuti.
Introdurre il catetere:
- nella donna: divaricare grandi e piccole labbra. individuare il meato
uretrale, inserire il catetere delicatamente con movimento rotatorio per
almeno 15 cm, fino a quando defluisce l'urina (Fig. 6.8);
- nell'uomo: posizionare verticalmente il pene, introdurre il catetere fino
a quando si avverte una leggera resistenza, abbassare orizzontalmente
il pene e continuare]' introduzione per tutta la lunghezza del catetere
tino a quando defluisce l'urina (Fig. 6.9 a-c).

135

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

Prendere dal set la siringa con soluzione fisiologica e gonfiare il pallon


cino di ancoraggio con 8-10 mI.
Retrarre delicatamente il catetere fino a quando si avverte una certa
resistenza che conferma l'ancoraggio in vescica.
Sfilare i guanti e gettarli nel contenitore porta-rifiuti.
Agganciare la sacca al supporto e questo al letto.
Fissare il catetere con cerotto anallergico come riportato in figura 6.14.
Registrare in cartella i dati rilevati.

Atti di supporto

Lavaggio sociale delle mani


Preparare il materiale:
siringa sterile da IO mi;
guanti monouso;
pinza autostatica;
garze;
contenitore per rifiuti;
materiale per l'igiene perineale;
pinza, forbici, guanti e contenitore sterili, se prescritto esame colturale
della punta del catetere.
Identificare l'assistito
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Isolare e sistemare la persona in posizione dorsale con le gambe divari
cate
Riordinare la camera e il materiale

Procedura

(') Se si incontrano
rimuovere.

resistenze,

non

Indossare i guanti.
Chiudere il catetere con la pinza.
Raccordare la siringa alla via del sistema di ancoraggio e aspirarne il
contenuto (lO mI).
Muovere lentamente il catetere per verificare che il palloncino sia completamente sgonfio (3).
Posizionare le garze a livello del meato uretrale.
Estrarre lentamente il catetere.
Staccare la sacca di raccolta.
Eliminare il materiale nel contenitore porta-rifiuti.
Eseguire l'igiene perineale.
Registrare in cartella i dati rilevati.

136

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

Procedimento tecnico (finalit: Compensare)

Obiettivi didattici
l. Definire che cosa si intende per applicare ausili per la
raccoltaJdrenaggio dei residui organici.
2. Enunciare scopo e indicazioni dell'applicazione
dei seguenti ausili:
- raccoglitore esterno per urine tipo condom;
- sacchetti di raccolta per stomie intestinali e urinarie;
- sacchetti di raccolta per urine.
3. Preparare tutto il materiale necessario per l'applicazione/sostituzione
di:
- raccoglitore esterno per urina tipo condom;
- sacchetti di raccolta per stomie intestinali e urinarie;
- sacchetti di raccolta per urine.
4. Descrivere tutte le fasi relative la procedura per l'applicazione/sostituzio
ne di:
- raccoglitore esterno per urina tipo condom;
- sacchetti di raccolta per stomie intestinali e urinarie;
- sacchetti di raccolta per urine.
5. Applicare:
- raccoglitore esterno per urina tipo condom;
- sacchetti di raccolta per stomie intestinali e urinarie;
- sacchetti di raccolta per urine.

Definizione e scopo
Per applicare ausili per la raccoltaJdrenaggio dei residui organici si intende
il posizionamento di ausili (raccoglitore esterno per urina tipo condom, sac
chetto di raccolta per storni e e sacchetto di raccolta per urine) a livello delle
vie escretrici (urinarie e intestinali) con l'intento di raccogliere/drenare
i
residui organici.
Il raccoglitore esterno tipo condom indicato specificamente per l'inconti
nenza urinaria nell' uomo e nella donna; i sacchetti di raccolta per stomie
vengono applicati in presenza di stomie urinarie o intestinali. I sacchetti di
raccolta per urine vengono scelti in base alle condizioni della persona per
favorire il pi possibile la sua autonomia.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Il raccoglitore esterno per urine tipo condom una guaina che, come gi detto,
viene applicata al pene in caso di incontinenza; ne esistono di vari tipi e misure
(Fig. 6.10). Il loro impiego pu provocare complicanze quali macerazione
cutanea e fimosi. Proprio per questi motivi opportuno limitarne l'uso ai casi
di effettiva necessit, controllare frequentemente il punto di inserzione, esegui
re un'igiene perineale quotidiana e sostituirlo ogni 24 ore.
Le sacche di raccolta per stomie possono differenziarsi sia per la forma che
per il materiale impiegato (Fig. 6.11). Sono monouso, si adattano alla forma

137

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

6.10

Raccoglitori esterni per urine


tipo condom.

Placche e sacchett i cii raccolta


per urine e stomie.

6.11

del corpo e non danno fastidio poich aderiscono perfettamente alla cute. Le
aperture devono avere le dimensioni dello stoma per impedire che il mate
riale fuoriuscito entri in contatto con la cute. comunque possibile applica
re sostanze protettive cutanee, quali placche adesive. pasta protettiva, polve
re e anello di karaya.
A seconda del tipo di storna si utilizzano:
sacche a fondo aperto con anello protettivo indicate nelle ileostornie:
sacche a fondo chiuso con o senza anello protettivo indicate nelle colosto
mie trasverse e discendenti.
Per ovviare al problema dei cattivi odori legati all'emissione di gas sono
disponibili sacche con compresse di carbone vegetale e filtri con sostanze
deodoranti.
Oltre ai normali collettori per urine da raccordare al catetere vescicale a per
manenza, esistono in commercio sacchetti di raccolta con dispositivo di fis
saggio alla gamba impiegati per non ostacolare il movimento della persona.

Atti di supporto
Lavaggio sociale/antisettico delle mani
Preparare il materiale
Per applicazione del raccoglitore esterno per urine tipo condom:
guanti monouso;
contenitore per rifiuti;
condom con apposita striscia biadesiva;
sacchetto di raccolta per urine;
occorrente per l' igiene perineale;
occorrente per la tricotomia .
Per applicazione della sacca per stomia:
guanti monouso;
contenitore per rifiuti;
forbici ricurve;
cerata e traversa;

138

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

- sacca di raccolta;
- sostanze protettive;
- occorrente per l'igiene della cute.
o Per applicazione
del sacchetto raccoglitore per urine:
- guanti monouso;
- contenitore per rifiuti;
- pinza autostatica in plastica;
- garzc steri Ii e non sterili;
- antisettico;
- sacca sterile a circuito chiuso.
Identificare l'assistito
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto
mieristico
Isolare e sistemare la persona
Riordinare la camera e il materiale

Procedura per l'applicazione/sostituzione


per urine tipo condom
o
o

o
o

o
o
o

o
o

o
o
o
o

del raccoglitore esterno


Applicazione della striscia
adesiva (al seguita dal
posiziona mento del condom (b).

della sacca per stomia

Posizionare la persona in decubito supino.


Sistemare la cerata e la traversa sotto la persona.
Rimuovere la sacca da sostituire.
Lavare la cute circostante e pulire la stomia.
Asciugare perfettamente.
Applicare la nuova sacca sulla stomia.

Procedura per l'applicazione/sostituzione


per urine
o

infer

Posizionare la persona in decubito dorsale (vedi il cap. 5).


Eseguire l'igiene perineale (vedi il cap. 4).
Rimuovere la peluria eccessiva alla base del pene (vedi il cap. 4).
Applicare a spirale sulla base del pene l'apposita striscia biadesiva.
Srotolare la guaina di lattice sopra l'asta del pene fino a coprire completa
mente la striscia adesiva (Fig. 6.12 a, b). In assenza di striscia biadesiva,
dopo l'applicazione il condom viene fissato alla base del pene mediante
cerotti anallergici in seta.
Collegare il condom al sistema di drenaggio.

Procedura per l'applicazione/sostituzione


o

- _._.-...-..<.

della sacca di raccolta

Chiudere con pinza autostatica il catetere vescicale in prossimit del suo


raccordo con la sacca di raccolta.
Indossare i guanti.
Aprire sterilmente la sacca a circuito chiuso.
Disinfettare il punto di raccordo.
Prendere il tubo di drenaggio della nuova sacca al di sotto del raccordo ed
infilarlo con attenzione nell' anello del supporto (Fig. 6.13).
Sraccordare il catetere dalla sacca da sostituire.

139

Sacca di raccolta per urine


montata su apposito supporto.

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

Collegare il raccordo della sacca nuova con il catetere vescicale.


Rimuovere la pinza autostatica.
Ancorare la sacca al supporto.
Fissare il catetere vescicale con cerotto anallergico come riportato in
figura 6.14.

Procedimento tecnico (finalit: Guidare)


a

Obiettivi didattici
1. Definire che cosa si intende per indicare i comportamenti che
favoriscono una eliminazione regolare ed enunciarne gli scopi.
2. Elencare le variabili che condizionano l'eliminazione urinaria e intesti
nale.
3. Fornire almeno un esempio per ciascuna variabile.
4. Indicare alla persona i comportamenti che favoriscono una eliminazione
regolare.
b

Definizione e scopo
Per indicare i comportamenti che favoriscono una eliminazione regolare si
intende l'atto di fornire tutte quelle conoscenze, informazioni e suggerimen
ti che permettono alla persona di soddisfare in modo autonomo e regolare il
bisogno di assistenza infermi eristica di eliminazione urinaria e intestinale.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Lo scopo dell'eliminazione urinaria e intestinale quello di espellere i resi
dui di scarto non assorbiti prodotti dal metabolismo. Ogni individuo manife
sta e soddisfa questo bisogno in base ad una serie di aspetti strettamente
legati alle proprie conoscenze, esperienze, abitudini, tradizioni e, in gran
parte, all'educazione ricevuta.
Come gi detto, un ruolo determinante a garantire l'eliminazione sia urina
ria che intestinale rappresentato dal tipo di alimentazione che la persona
assume. Ad esempio, una diminuita peri staIsi intestinale pu essere dovuta a
una dieta a basso contenuto di scorie ed elevato apporto di carboidrati,
oppure ad un ridotto apporto di alimenti in toto. noto, inoltre, come l'as
sunzione di alcuni alimenti possa agire, in modo diverso, sul tratto gastroin
testinale di ciascun individuo. Ad esempio, mentre la cioccolata pu non
avere effetto su molte persone, in altre pu causare stipsi o diarrea. A soste
gno di quanto comunemente noto, esistono studi che hanno dimostrato
come il latte e i suoi derivati (lattosio) favoriscano l'eliminazione intestinale
sino ad essere fonte, in alcuni soggetti particolarmente sensibili, di gravi
diarree. Anche alcuni cibi piccanti possono irritare la mucosa intestinale
provocando un aumento della peristalsi.
Per una buona funzionalit intestinale ed urinaria, oltre al tipo di alimenta-

140

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

zione, fondamentale un'adeguata introduzione di liquidi (bevande e ali


menti).
Il tono della muscolatura addominale e pelvica assume un'elevata importan
za per quanto concerne sia l'eliminazione intestinale che urinaria. Infatti, un
indebolimento/atrofia di questa muscolatura rende inefficace l'aumento
della pressione intra-addominale nel controllo volontario della defecazione.
Taleindebolimento spesso causato dalla scarsa attivit fisica.
Vi sono farmaci che possono essere somministrati per prevenire o trattare la
stipsi o la diarrea. Se il farmaco viene assunto in dose eccessiva, pu causa
re l'effetto opposto. Inoltre, esistono farmaci che, pur somministrati per altri
motivi,possono indirettamente interferire con la normale funzione intestina
le/urinaria. Ad esempio, i narcotici possono provocare stipsi, gli antibiotici
diarrea,gli anestetici generali rallentano la peristalsi intestinale mentre alcu
ni farmaci utilizzati per il controllo dell' ipertensione determinano un
aumentodella diuresi.
Per svolgere questo procedimento tecnico opportuno che l'infermiere
favoriscala presenza delle condizioni maggiormente facilitanti la relazione
conla persona e quindi la comprensione dei contenuti dell'azione di guida.

Procedura
Spiegare alla persona lo scopo dell' eliminazione intestinale e urinaria.
Indicare le variabili che possono influenzare questo bisogno: alimentazio
ne/idratazione, attivit fisica, uso di farmaci (4).
Informare la persona degli effetti che alcuni alimenti possono avere sulla
funzione intestinale/urinaria (cibi ricchi di scorie, latte e derivati, ciocco
lata, sostanza piccanti) .
Informare sugli effetti che l'attivit fisica ha sull' eliminazione.
Spiegare alla persona quali esercizi pu eseguire per favorire l'elimina
zione,
Indicare quali farmaci possono condizionare la funzionalit intestinale e
unnana.

(') Vedi anche le altre variabili descrit


te nella raccolta sul bisogno.

141

Assicurare

l'eliminazione

urinaria e intestinale

AA.VV., A multicentre comparative cvaluation o] catheter valves, British Journal 01'


Nursing, n. 7,1997.
AA. VV., Disseminating research evidence. A controlled trial in continence CII re ,
Journal of Advanced Nursing, n. 4, 1997.
AA.VV., Elementi di base dellAssistenra lnfermieristica,
vol. I, CEA, Milano,
1994.
AA.VV., Nursing Procedures, 2" ed., Springhouse, Pennsylvania. 1996.
Chiesa I., Clementi L. et al., Tecniche infermieristiche di base, 2" ed .. CEA, Milano,
1991.
Devoto G .. Oli G.c., 11dizionario della lingua italiana, Lemonnier F., Firenze,
1993.
Elkin. Perry, Potter, Nursing lnterventions and Clinical Skills, Mosby, S. Louis.
1996.
Fiocca S., Fondamenti di anatomia e fisiologia U/l1(///(/, 2" ed .. Sorbona, Milano.
1990.
Juchli L., Vogel A., L'assistenza infermieristica
di base, 2" ed .. Rosini editrice.
Firenze, I985.
Moro M.L, Prevenzione delle infezioni delle vie urinarie nei pazienti catrtcrizzut:
un progetto nazionale, Giornale Italiano delle Infezioni Ospcdaliere. n. I. 1996.
Norton C.; Faecal incontinence
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Journal of Nursing n. 20, 1996.
Pritchard A.P., Mallet L Procedure infennieristiche cliniche, 3" cd .. Mc Graw-Hill.
Milano, 1994.
Sasso L., Bonvento C.M., Gagliano C .. Scien: injermieristichc genem/i e cliniche.
Mc Graw-HilL Milano, 1997.
Srnall S.P., Preoperative hair removal: a case report with implicaiions [or nursing,
Journal of Clinical Nursing, n. 2, 1996.
Smith S., Duell D .. L'ussisten:a
infermierissica:
principi e Tecniche, :V' ed ..
Sorbona, Milano, 1994.
Sorensen K.C., Lukmann 1., Nursing di Base, vol. 2. CEA, Milano, 1982.
Taber, Diiionario Enciclopedico di Scien; lntennieristiche.
17" ed., Mc Graw-Hill.
Milano, 1994.

142

Assicurare

urinaria e intestinale

l'eliminazione

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEGLI ATTI DI SUPPORTO PERI PROCEDIMENTI TECNICI


STUDENTE

ANNO DI CORSO

A.A.

ESEGUEIL LAVAGGIO DELLEMANI

1.

SOCIALE
1. apreil rubinetto PRIMAdi iniziare il lavaggio
G
2. bagnale mani PRIMAdi iniziare la procedura
G
3. prendeil DETERGENTE
G
4. lavaSISTEMATICAMENTEDALLA mano ALL'avambraccio

5. mantieneil contatto con il detergentePERALMENO 1 MINUTO

6. asciugaTAMPONANDO DALLA mano ALL'avambraccio

ANTISETIICO
1. apre il rubinetto PRIMAdi iniziare il lavaggio
G
2. bagna le mani PRIMAdi iniziare la procedura
G
3. prende l'ANTISETIICO
G
4. lava SISTEMATICAMENTEDALLA mano ALL'avambraccio G
5. mantiene il contatto con il detergentePERALMENO 1 MINUTO G
6. asciugaTAMPONANDO DALLA mano ALL'avambraccio
G
7. chiude il rubinetto SENZACONTAMINARE le mani
G

7. chiude il rubinetto SENZACONTAMINARE le mani

VALUTAZIONE
2.

PREPARAIL MATERIALE OCCORRENTE PERIL PROCEDIMENTO TECNICO

PER DISINFEZIONE
1. tampone/garzaADEGUATO
2. antisettico

SPECIFICO PER IL PROCEDIMENTO


vedi schedadella procedura

G
G

TECNICO

G
D

VALUTAZIONE

(NESSUN

G)

(FINO A 2

PER PROTEGGERE LA PERSONA ElO


L'OPERATORE
1. guanti ADEGUATI
2. copricapo
3. telino ADEGUATO

PER SMAL
TIMENTO
1.
contenitore per
rifiuti
2.
contenitore per:

G NEI PUNTI A, B, D)

RIFIUTI
comuni
materiale acuminato
materiale contaminato
materiale in vetro

G
G
G

G
G

G
G

(SE C G OPPURE Pi DI 2 G NEI PUNTI A, B, D)

PREPARALA PERSONA

3.
A

IDENTIFICA LA PERSONA

FA ASSUMERE LA POSIZIONE CORRETI A


E PROTEGGE LA PERSONA (s.o.)

INFORMA LA PERSONA SULLA SEQUENZA


DEGLI ATII RIGUARDANTI LA PROCEDURA

MANTIENE L'INTIMIT

VALUTAZIONE

4.

RIORDINA IL MATERIALE UTILIZZATO


VALUTAZIONE
VALUTAZIONE:

QQQQ= OTTIMO QQQQ= BUONO QQQG= DISCRETO QQGQ= Pi CHE SUFF.


QQGG= SUFFICIENTE QQGG= QUASI SUFF. QGGG= INSUFF. GGGG= GRAVEMENTE INSUFF.
FIRMA DELL'OSSERVATORE

FIRMA DELLO STUDENTE

DATA

143

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEL PROCEDIMENTO TECNICO:


eseguire il clistere evacuativo
STUDENTE

ANNO DI CORSO ~~~~_

1.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.

A.A.~~/~~

PREPARA IL MATERIALE SPECIFICO PER IL PROCEDIMENTO TECNICO

Q
Q
Q
Q
Q
Q
Q

sostegno per irrigatore


irrigatore con tubo di raccordo
sonda rettale
soluzione prescritta
lubrificante
padella o comoda
cerata e traversa

VALUTAZIONE

2.

PROCEDURA

Q
Q
Q
Q
Q
Q
Q

1. riempie l'irrigatore con la soluzione prescritta


2. elimina l'aria dal tubo di raccordo
3. pone l'irrigatore all'altezza desiderata
4. sistema cerata e traversa sotto la persona
5. indossa i guanti monouso
6. lubrifica l'estremit della sonda rettale
7. visualizza l'orifizio anale
8. introduce con movimento rotatorio la sonda nel retto per circa 10 cm
9. raccorda la sonda al tubo di raccordo e apre il rubinetto
10. mantiene la sonda in sede durante la somministrazione della soluzione
11. al termine della somministrazione chiude il rubinetto
12. rimuove delicatamente la sonda e invita la persona a ritenere la soluzione
13. posiziona la persona sulla padella, sulla comoda oppure la accompagna in bagno

Q
Q
Q
Q
Q

VALUTAZIONE
3.

VALUTAZIONE GLOBALE DELLA PERFORMANCE

VALUTAZIONE

QQQ

Q
Q
Q
Q

Q
Q
Q
Q

Conoscenza della procedura


Sicurezza neII'esecuzione Abilit
nell'esecuzione Atteggiamento
verso la persona

(NESSUNQ o FINO A 1 Q)

(UN Q OPPUREPi DI 2 Q)

(FINO A 2Q)

VALUTAZIONE DEL PROCEDIMENTO TECNICO:


BUONO
QQQ DISCRETO
Q QQ SUFFICIENTE
QUASI SUFFICIENTE
QQQ/QQQ
INSUFFICIENTE
QQQ
GRAVEMENTE INSUFFICIENTE

QQQ

= OTTIMO

QQQ

FIRMA DELL'OSSERVATORE

FIRMA DELLO STUDENTE

DATA

VALUTAZIONE GLOBALE (ATTI DI SUPPORTO + PROCEDIMENTO TECNICO):


FIRMA DELL'OSSERVATORE

_
_

FIRMA DELLO STUDENTE

DATA

144

Assicurare

l'eliminazione

urinaria e intestinale

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEGLI ATTI DI SUPPORTO PERI PROCEDIMENTI TECNICI


ANNO DI CORSO

STUDENTE

A.A.

ESEGUEIL LAVAGGIO DELLEMANI

1.

SOCIALE
l. apreil rubinetto PRIMAdi iniziare il lavaggio
Q
2. bagnale mani PRIMAdi iniziare la procedura
Q
3. prendeil DETERGENTE
Q
4. lavaSISTEMATICAMENTEDALLA mano ALL'avambraccio

5. mantieneil contatto con il detergentePERALMENO l MINUTO

6. asciugaTAMPONANDO DALLA mano ALL'avambraccio

ANTISETTICO
l. apre il rubinetto PRIMAdi iniziare il lavaggio
Q
2. bagna le mani PRIMAdi iniziare la procedura
Q
3 prende l'ANTISETIICO
Q
4. lava SISTEMATICAMENTEDALLA mano ALL'avambraccio Q
5. mantiene il contatto con il detergentePERALMENO l MINUTO Q
6. ascIUgaTAMPONANDO DALLA mano ALL'avambraccio
Q
7. chiude il rubinetto SENZACONTAMINARE le mani
Q

7. chiude il rubinetto SENZACONTAMINARE le mani

VALUTAZIONE
2.

PREPARAIL MATERIALE OCCORRENTE PERIL PROCEDIMENTO TECNICO

PER DISINFEZIONE
l. tampone/garzaADEGUATO
2. antisettico

SPECIFICO PER IL PROCEDIMENTO


vedi schedadella procedura

TECNICO

PER SMALTIMENTO RIFIUTI


l. contenitore per rifiuti comuni
materiale acuminato
Q D 2. contenitore per:
Q
Q materiale contaminato
materiale in vetro
Q

VALUTAZIONE

3.

(NESSUNQI
DI

PER PROTEGGERE LA PERSONA ElO


L'OPERATORE
l. guanti ADEGUATI
2. copricapo
3. telino ADEGUATO

(FINOA 2 Q NEIPUNTIA, B, DI

(SEC Q OPPUREPi DI 2 Q NEIPUNTIA, B,

PREPARALA PERSONA
A

IDENTIFICA LA PERSONA

FA ASSUMERE LA POSIZIONE CORRETTA


E PROTEGGE LA PERSONA (s.o.)

INFORMA LA PERSONA SULLA SEQUENZA


DEGLI ATTI RIGUARDANTI LA PROCEDURA

MANTIENE L'INTIMIT

VALUTAZIONE
4.

RIORDINA IL MATERIALE UTILIZZATO


VALUTAZIONE
VALUTAZIONE:

QQQ= OTTIMO QQQQ= BUONO QQQQ= DISCRETO QQQ= Pi CHE SUFF.


QQGG= SUFFICIENTE QGQQ= QUASI SUFF. QQQQ= INSUFF. QQQQ= GRAVEMENTE INSUFF.
FIRMADELL'OSSERVATORE

Q
Q

FIRMADELLO STUDENTE

DATA

145

Assicurare l'eliminazione urinaria e intestinale

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEL PROCEDIMENTO TECNICO:

eseguire il cateterismo vescica le

STUDENTE

ANNO DI CORSO

_ A.A.

PREPARAIL MATERIALE SPECIFICO PERIL PROCEDIMENTO TECNICO

1.

Q
Q

1. cateteri vescicali sterili di vario diametro


2. set per cateterismo vescicale
in assenza del set:
lubrificante sterile monodose
soluzione di acqua bidistillata (10 mi)
2 siringhe sterili da 10 mi
2 pinze anatomiche sterili
:1. sacca di raccolta
4. supporto metallico per sacca di raccolta
5. cerotto anallergico

Q
Q
Q

Q
Q

Q
Q

VALUTAZIONE

PROCEDURA

2.

7 infermiere
1. pulisce e disinfetta il piano di lavoro
2. prepara il materiale sul piano di lavoro
3. indossa la cuffia monouso
4. apre il set
5. indossa sterilmente il 1 paio di guanti
6. preleva sterilmente dal set il primo telino e lo posiziona sul piano di lavoro
7. appoggia sul campo sterile tutto il materiale contenuto nel set
8. prende il disinfettante dalla confezione e imbibisce i batuffoli e le garze
9. prende con una pinza i batuffoli e disinfetta i genitali esterni
10. copre sterilmente il meato uretrale
11. sfila i guanti monouso e li getta nel contenitore porta-rifiuti
12. indossa sterilmente il 2 paio di guanti
n. prende il telino fenestrato e lo posiziona, con l'apertura verso l'addome, attorno ai genitali della persona
0

Q
Q
Q

Q
Q
Q
Q

Q
Q
Q
Q
Q

2 infermiere
14. apre sterilmente l'involucro del catetere scelto e lo porge allo infermiere
1S.apre sterilmente la sacca di raccolta e la porge allo infermiere

Q
Q

l " infermiere
16. raccorda il catetere alla sacca di raccolta
17. gonfia il palloncino per valutarne la tenuta, indi lo sgonfia
18. lubrifica la punta del catetere
19. prende la 2" pinza del set e la passa al 2 infermiere

Q
Q
Q
Q

2 infermiere
20. rimuove il batuffolo o la garza lasciata sul meato uretrale

7 o infermiere
21. introduce il catetere fino a quando defluisce l'urina
22. prende la siringa con soluzione di acqua bidistillata e gonfia il palloncino di ancoraggio
23. retrae delicatamente il catetere fino a quando avverte una certa resistenza
24. sfila i guanti e li getta nel contenitore porta-rifiuti
2.5.aggancia la sacca al supporto e questo al letto
26. fissa il catetere con cerotto anallergico nella parte interna della coscia

VALUTAZIONE

146

Q
Q
Q
Q

segue

Assicurare l'eliminazione

urinaria e intestinale

seguito
VALUTAZIONE GLOBALE DElLA PERFORMANCE

3.

G
G

Conoscenzadella procedura
Sicurezza nel!' esecuzione
Abilit nell'esecuzione
Atteggiamento verso la persona
VALUTAZIONE

Q
Q

Q
Q

Q
Q

(UN G OPPUREPllJ DI 2 Q)

(FINO A 2Q)

(NESSUNG o FINO A 1

Q)

VALUTAZIONE DEl PROCEDIMENTO TECNICO:


Cl Cl Q BUONO
Cl Cl G DISCRETO Cl Q Q
SUFFICIENTE
QUASI SUFFICIENTE
INSUFFICIENTE
GRAVEMENTE INSUFFICIENTE
QQG/QGG
GGG

Cl Cl Cl

QGG

= OTTIMO

FIRMA DELL'OSSERVATORE

FIRMA DELLO STUDENTE

IJATA

VALUTAZIONE GLOBALE (ATTI DI SUPPORTO + PROCEDIMENTO TECNICO):


FIRMA DELL'OSSERVATORE
FIRMA DELLO STUDENTE

_
[)AT!\

147

c
Indicarele principali
variabili riconducibili
ai
quat tro concetti fondamentali
della Disciplina
infermie risticautili
per raccogliere
i dati sul
bisogno di ali mentazionee idratazione.
Elencaregli Atti trattati in questo capitolo per assi
curarel'alimentazione e l'idratazione.
Rispondereal bisogno di alimentazione e
idrata zione della persona con i procedimenti
tecnici descrittiin questo capitolo.

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

Premessa
In questo capitolo, delle procedure previste dal Modello nelle extrafinalit,
stato innanzitutto trattato l'atto Rilevare peso e/o altezza, sia perch questi
due dati risultano essere fra quelli che l'infermiere rileva all' inizio della rela
zione con la persona, sia perch gli altri procedimenti tecnici compresi in
questo gruppo textra finalit) sono stati oggetto di trattazione nell'ultimo
paragrafo del capitolo, sotto la voce Monitorare il hilancio idrico. Non si leg
ger qui di monitoraggio dell' apporto alimentare, in quanto i contenuti ad
esso attinenti sono contemplati fra quelli dei procedimenti tecnici relativi alle
altre finalit di questa prestazione.
I tre atti dell 'azione Alimentare e idratare per via entera!e e artificiale (sosti
tuire ) sono stati descritti in modo completo, vista la loro sempre maggiore
diffusione nelle realt operative. Dell'azione Alimentare e idratare per via
enterale naturale (compensare) stato spiegato il solo atto Imboccare, sia
perch Alimentare il neonato con il biberon viene affrontato in un altro testo
della Collana ('), sia perch stato descritto insieme al procedimento tecnico
Offrire da bere.
Della finalit sostenere, in particolare dell'azione Favorire l'assunzione di
alimenti e/o bevande (dieta libera), stato trattato solo l'atto infermieristico
Fornire i normali mezzi che consentono di portare il cibo e le bevande alla
bocca e/o quelli che consentono di mangiare e bere senza sbavare, in quanto

gli altri vengono enunciati nel testo gi citato o in altri capitoli di questo stes
so volume (ad es., vedi il cap. 4 per quanto riguarda la rimozione e il posizio
namento delle protesi dentarie). Dell'azione Istruire la persona sulle moda
lit per mantenere l'alimentazione
e l'idratazione
(guidare) si scelto di
spiegare la procedura dell'atto Insegnare i comportamenti perfavorire un'a/i
mentazione e idratazione equilibrata, riconducendo ad esso i contenuti degli
altri atti di questa finalit. Sempre a questi concetti si pu ricorrere, unita
mente a quelli esposti nella raccolta dati sul bisogno, per eseguire tutte le pro
cedure previste nella finalit indirizzare.

Raccolta dati sul bisogno di alimentazione e idratazione

('i Ortelli S., Metod%gi"


intermieristi
ca app/icdld, Masson,Milano, 1997.

possibile identificare la presenza del bisogno di assistenza infermieristica


di alimentazione e idratazione attraverso una precisa raccolta dati che fac
cia riferimento alle sue dimensioni biofisiologica, psicologica e sociocultu
rale. A tal fine necessario considerare in quale stadio evolutivo si trova la
persona: nel neonato, e in grado minore nel bambino, una parte importante
del tempo dedicata alla soddisfazione di questo bisogno, poich i pasti, in
queste fasce d'et, si ripetono pi volte nel corso della giornata. Nella per
sona adulta, in cui si concluso il periodo della crescita, il fabbisogno ali
mentare diminuisce ed pi strettamente connesso con variabili quali il
sesso e le situazioni fisiologiche connesse (gravidanza e allattamento); la
corporatura (altezza, massa muscolare); l'attivit lavorativa e quella sporti
va. La ridotta attivit fisica generalmente connessa con l'avanzare dell'et a
seguito del cambiamento dello stile di vita (pensionamento) e delle pi fre
quenti limitazioni nel movimento, pu incidere sul cambiamento del regi
me alimentare e sulla possibilit dell'anziano di procurarsi e prepararsi i
pasti: egli rischia di assumere una dieta carente dei principi nutritivi essen-

150

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

ziali. Altre variabili da non sottovalutare sono rappresentate dalla situazio


ne del cavo orale (compresa la presenza di protesi) e da problemi come la
perdita del gusto.
La raccolta dati prosegue su variabili riconducibili alle dimensioni psico
logica e socioculturale della persona. Esse sono rappresentate dalla condi
zione psicoemotiva (eccitazione, depressione e ansia possono incidere sul
livello dell'appetito). Le abitudini personali (numero dei pasti quotidiani,
orario di assunzione, preferenze alimentari, ivi comprese le bevande) sono
abitualmente connesse sia con i dettami della religione professata, sia con
l'ambiente fisico e socioculturale.
I momenti, le modalit e le persone con
le quali viene assunto il cibo, il modo in cui viene preparato e presentato
sono manifestazioni della diversit che queste variabili assumono nei vari
ambienti e culture.
La raccolta dati, infine, deve prevedere un 'indagine sulla presenza di altera
zioniorganiche dell'apparato digerente anche connesse a intolleranze alimen
tari. I dati raccolti su questo bisogno possono guidare l'infermiere nella pre
parazione personalizzata ad eventuali trattamenti diagnostico-terapeutici
e
aiutarela persona nell 'adattamento a ritmi e modalit di assunzione dei pasti
spessodiversi da quelli abituali, come frequentemente avviene durante il rico
veroospedaliero.

L'elaborazione di tutti i dati raccolti consente all'infermiere di individua


re l'eventuale presenza del bisogno di assistenza infermieristica di ali
mentazione e idratazione e a che livello del continum autonomia-dipen
denza la persona si colloca in quel momento.

Procedimento tecnico (extra finalit)


1rAI:r~f''~. ::':

Obiettivi didattici
I. Definire che cosa si intende per rilevare peso cio altez:a.
2. Elencare gli scopi e le indicazioni di questo procedimento.
3. Indicare tutto il materiale necessario per rilevare il peso e l'altezza di una
persona.
4. Descrivere la sequenza delle fasi di rilevazione dci peso e dell 'altezza.
5. Rilevare il peso e l'altezza di una persona in riferimento allivello di auto
nomia/dipendenza.

Definizione e scopo
Per rilevare peso e/o altezza si intende misurare il peso e l'altezza di una
persona. La rilevazione di questi e altri parametri antropometrici
trova la
sua indicazione principale nella valutazione dello stato nutrizionale della
persona. L'accertamento del peso, inoltre, indicato per il monitoraggio

151

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

del bilancio idrico in alcune situazioni fisiologiche quali la gravidanza e


in presenza di patologie del!' apparato urinario, cardiovascolare e del
metabolismo.

Conoscenze finalizzate alla tecnica

Tipi di bilance.

Per la rilevazione di questi parametri esistono in commercio diversi tipi


di strumenti sia meccanici che elettronici. Per quanto riguarda il peso, a
seconda della situazione, possono essere utilizzate le comuni bilance tra
dizionali per la posizione eretta, bilance con sedile, letti-bilancia e bilan
cia con sollevato re (Fig. 7.1). Nelle bilance meccaniche (tradizionali)
necessario verificare sempre la coincidenza della lancetta indicatrice del
peso con lo zero prima di ogni pesata per evitare di ottenere dati scorretti.
A garanzia di una precisa rilevazione del peso opportuno tenere presenti
i seguenti accorgimenti: utilizzare sempre la stessa bilancia, pesare la
persona sempre alla stessa ora e con gli stessi indumenti, far urinare la
persona prima di pesarla (la vescica piena modifica la rilevazione del
peso).
Per rilevare l'altezza si utilizzano metri a parete predisposti con pedane
d'appoggio ed asta ad angolo retto.

Atti di supporto
Lavaggio sociale delle mani
Preparare il materiale: bilancia/metro a parete
Identificare l'assistito
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Isolare e sistemare la persona
Riordinare la camera e il materiale

Procedura per la rilevazione del peso


o

o
o
o

Sbloccare la bilancia (bilancia tradizionale) o accenderla (bilancia elettro


nica).
Controllare l'azzeramento della bilancia se provvista del dispositivo che lo
permette.
Posizionare la persona sulla bilancia (2).
Leggere il peso rilevato.
Registrare il dato sulla documentazione infermieristica.

Procedura per la rilevazione dell'altezza


o

('l Generalmente viene chiesto alla per


sona di togliere le scarpe.

o
o

Posizionare la persona senza scarpe sulla base di appoggio con la schiena


contro la parete.
Appoggiare l'asta sulla sommit del capo.
Leggere l'altezza.
Registrare il dato sulla documentazione infermieristica.

152

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

Procedimentotecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
I. Definire che cosa si intende per introdurre il sondino
nasogastrico.
2. Elencare tutti gli scopi di tale atto infermieristico.
3. Riconoscere i 4 tipi di sondino nasogastrico (SNG).
4. Predisporre tutto il materiale occorrente per posizionare/rimuovere un
SNG.
5. Descrivere tutte le fasi relative alla procedura di inserzione/rimozione
del
SNG.
6. Introdurre il sondino nasogastrico a una persona cosciente.

Definizione e scopo
Per introdurre il sondino naso gastrico si intende inserire una sonda nello
stomaco attraverso la via orofaringea, nasofaringea, oppure mediante inci
sione chirurgica (gastrostomia) della parete addominale. Gli scopi princi
pali sono:
- decomprimere lo stomaco rimuovendo liquidi o gas;
- comprimere l'esofago e lo stomaco in caso di emorragie conseguenti a rottura di varici esofagee e/o gastriche;
- somministrare cibo e liquidi quando la loro introduzione per via orale
risulta insufficiente o impossibile;
- eseguireesami sul contenuto gastrico a scopo diagnostico;
- rimuoveredallo stomaco sostanze dannose o letali mediante gastrolusi.

Conoscenze
tecnica

finalizzate

alla

Lascelta del tipo di sondino usato dipende dallo scopo della sua introduzione
nel canale digerente. Essi si differenziano per composizione (gomma,
poliu retanoo silicone), lunghezza (da 90 cm a 3 m), diametro (6-18 Fr) e
modalit d'impiego.I pi comunemente usati sono: il sondino di Levin, il
sondino di Salem,il sondino Nutriflex" e quello di Sengstaken-Blakemore.
Il sondinodi Levin (Fig. 7.2) ha un lume C) singolo (da 14 a 18 Fr), esiste
in commercioin plastica o in gomma e viene utilizzato negli adulti a
scopo decompressivo,alimentare e diagnostico.
I! sondinodi Salem (Fig. 7.3) in plastica, radiopaco, e presenta un doppio
lume.Il pi grande serve per drenare il materiale gastrico; il pi piccolo pu
essereutilizzato per mantenere una pressione non superiore ai 25 mmHg (4)
seil sondino in aspirazione o, se prescritto, per introdurre un liquido di
irri gazione.
Il sondino Nutriflex'" (Fig. 7.4), indicato esclusivamente per la nutrizione
enterale, fornito di un puntale in mercurio utile per favorire il suo posizio
namento.
I! sondinodi Sengstaken-Blakemore (Fig. 7.5), impiegato in caso di emorra
gieper rottura di varici esofagee, presenta tre lumi o vie, due dei quali
muniti

153

(') Con il termine lume o via si intende


qui l'interno cavo di un tubo, catetereo
sonda.
(') Superando tale valore si possono
produrre rniuolesioni capillari.

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

7.2

Sondino di Levin rnonovia.

Sondino di Salern.

7.3

di palloncino. Un lume raggiunge lo stomaco e ha lo scopo di drenarne il con


tenuto; il secondo serve per introdurre aria allo scopo di gonfiare il palloncino
a livello del cardias e di ottenere il suo ancoraggio a livello gastrico; il terzo
serve per gonfiare il palloncino esofageo.

Atti di supporto
Sondino Nuuitlcx".

Sondino
di Scngstaken-Blakemore.

Lavaggio sociale delle mani


Preparare il materiale:
guanti in lattice monouso;
sondino nasogastrico;

7.4

7.5

154

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

cerotto ipoallergenico;
pinza autostatica;
telino, garze, arcella;
abbassalingua e fonte luminosa (pila);
bicchiere con acqua;
schizzettone;
sacchetto di raccolta;
fonendoscopio;
cartina tornasole;
lubrificante;
contenitore per rifiuti;
occorrente per l'igiene del naso.
Identificare l'assistito
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Isolare e sistemare la persona
Riordinare la camera e il materiale

Procedura

Posizionare la persona in decubito semi seduto con testa iperestesa.


Controllare la perviet delle narici.
Eventualmente eseguire l'igiene del naso (vedi il cap. 4).
Indossare i guanti.
Misurare la lunghezza del sondino dal lobo dell' orecchio alla punta del
naso e dalla punta del naso sino al processo xifoideo dello sterno.
Ci consente di determinare con esattezza la parte di sondino da intro
durre nello stomaco.

Segnare sul sondino il punto con un cerotto.


Lubrificare per circa lO cm il sondino.
Inserire il sondino attraverso la narice scelta verso il fondo della gola
(Fig. 7.6).
Quando il sondino raggiunge l'orofaringe, invitare la persona a bere un
sorso d' acqua.
La deglutizione favorisce la progressione del sondino oltre l' orofaringe.
Proseguire nell'introduzione del sondino nell'esofago.
Far avanzare nell 'esofago il sondino mentre la persona deglutisce.
Controllare l'esatta posizione del sondino in uno dei modi seguenti:
- aspirare con lo schizzettone del succo gastrico;
- verificare con la cartina tornasole il pH del succo gastrico aspirato;
- iniettare rapidamente con lo schizzettone circa 40-50 mi di aria ed
apprezzare contemporaneamente il rumore che essa produce arrivan
do nello stomaco, ponendo il fonendoscopio o la mano in regione
epigastrica.

155

Tecnica di inserirnento
del sondino nasogastrico.

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

Fissare il sondino al naso o alla fronte con il cerotto ipoallergenico (Fig. 7,7),
Collegare il sondino al sacchetto di raccolta ed eseguire l'ansa di sicurez
za (').

Atti di supporto
Lavaggio sociale delle mani
Preparare il materiale:
guanti in lattice monouso;
pinza autostatica;
telino, garze, arcella;
schizzettone;
etere;
contenitore per rifiuti;
occorrente per l'igiene del naso.
Identificare l'assistito
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all' atto infer
mieristico
Isolare e sistemare la persona
Riordinare la camera e il materiale

Modalit con cui viene fissato


il sondino nasogastrico.

Procedura

Far assumere alla persona la posizione serniseduta.


Pinzare il sondino.
Indossare i guanti.
Sraccordare il sondino dal sacchetto di raccolta.
Invitare la persona a fare una profonda inspirazione.
Mentre la persona espira, estrarre il sondino con movimento continuo,
Rimuovere i residui di colla con etere o esano.
Eseguire l'igiene del naso (vedi il cap. 4),

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
I. Definire che cosa si intende per somministrare alimenti e/o liquidi

C,) un tratto del sondino esterno (punta

del naso-spalla) fissato in modo tale


da permettere alla persona movimenti
del capo, evitandone lo spostamento,

tramite sondino,
2. Indicare tutti gli scopi della nutrizione enterale.
3. Elencare tutte le vie attraverso le quali possibile alimentare e idratare
una persona tramite sondino.
4, Descrivere almeno due modalit di somministrazione della nutrizione
enterale.

156

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

5.Predisporretutto il materiale per effettuare l'alimentazione e l'idratazione


tramitesondino.
6.Descrivere le fasi che caratterizzano la procedura di somministrazione
dellanutrizione enterale mediante sondino.
7.Eseguirela somministrazione di alimenti e/o liquidi tramite sondino.

Definizionee scopo
Persomministrare alimenti eia liquidi tramite sondino o nutrizione ente
raleo alimentazione artificiale si intende l'atto di provvedere all' introdu
zione nell'apparato gastrointestinale di tutti i princpi nutritivi tramite
sonda.
Lo scopo quello di garantire, in relazione al fabbisogno calorico
giornalie
ro individuale, l'introduzione di substrati glucidici, proteici, lipidici,
vitami nicie minerali, alle persone che non possono alimentarsi per disturbi
della masticazione,della deglutizione o del transito gastrointestinale. Altre
indi cazionisono la preparazione ad interventi chirurgici e il tentativo di
com pensarele carenze nutritive delle persone con disturbi alimentari
(anoressia nervosa).

Conoscenzefinalizzate alla tecnica


Questotipo di nutrizione artificiale considerato comunque fisiologico,
poichutilizza il tratto gastroenterico; controindicata nelle persone con
occlusioneintestinale o nelle persone con un tratto di intestino tenue funzio
nanteinferiore ad un metro.
Le sonde pi utilizzate sono quelle in silicone e in eritroteno, in quanto pi
tollerateanche per lunghi periodi di tempo. Sono di piccolo diametro, tra i 6
e gli 8 Fr, e di varia lunghezza, tra gli 80 e i 120 cm (vedi il par. 7.2).
La nutrizione enterale pu essere effettuata attraverso la via nasogastrica/
digiunale,la via gastrostomica e la via digiunostomica.
La via nasogastrica/digiunale consiste nel posizionamento per via nasale di
unsondino nello stomaco o nel digiuno ed indicata nei casi in cui il tratto
gastroenterico integro da un punto di vista anatomo-funzionale (ad esem
pio,nelle patologie tumorali del cavo orofaringeo). In alcuni casi particolari,
possibile intervenire creando una faringostomia dalla quale inserire la
sonda.
La via gastrostomica e la via digiunostomica utilizzano le funzioni di tutto
l'intestinotenue e del colon e sono indicate per le patologie delle prime vie
digerenti.Viene generalmente scelta la gastrostomia in caso di stenosi serra
te dell'esofago; la digiunostomia viene applicata nelle patologie che impe
gnanolo stomaco, il duodeno e gli organi annessi all'apparato digestivo (vie
biliarie pancreas).
Uno degli aspetti fondamentali nella nutrizione enterale rappresentato
dallascelta del tipo di dieta da somministrare. La vasta gamma delle formu
le oggi disponibili permette di modulare il trattamento nutrizionale alle
esi genzequali-quantitative della persona e della sua patologia.
A seconda degli elementi che le compongono, le diete si suddividono in
naturali,parzialmente idrolizzate, semi-elementari ed elementari.

157

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

Sacca da nutrizione.

Le diete naturali, preparate artigianalmente, derivano dalla miscelazione


di alimenti in commercio quali biscotti, formaggini, omogeneizzati e/o
altri alimenti normalmente assunti dalla persona, opportunamente frullati
e diluiti.
Le diete parzialmente idrolizzate hanno come caratteristica principale la
predigestione della parte proteica, che viene convertita in oligopeptidi;
sono consigliate soprattutto in assenza della funzione digestiva a livello
gastrico e duodenale, dove ha luogo la scissione di circa il 50% delle pro
teine.
Le diete semi-elementari, la cui composizione calcolata chimicamente,
impiegano acidi grassi selezionati, glucidi a bassa attivit osmotica e protei
ne specifiche.
Le diete elementari contengono i princpi nutritivi nello stesso stato in cui
vengono assorbiti da parte dell'intestino: aminoacidi, oligopeptidi e zucche
ri semplici (fruttosio e destrosio), acidi grassi essenziali; ad eccezione di
questi ultimi, i lipidi possono anche mancare. In base ai componenti della
dieta, l'infermiere effettuer le diluizioni con acqua bidistillata o con acqua
naturale in bottiglia.
La somministrazione delle miscele nutritive pu avvenire secondo due
modalit: nutrizione ciclica o intermittente e continua.
La nutrizione ciclica o intermittente caratterizzata dalla somministra
zione di una piccola quantit di nutrienti (da 200 a 500 mI) nell' arco di
un periodo di tempo limitato (circa 30 min) usando uno schizzettone o un
serbatoio erogatore. Tale procedimento viene ripetuto in tempi diversi
nell'arco della giornata sino a quando non si somministrata l'intera
quantit prevista.
La nutrizione continua ha una durata che varia dalle 16 alle 24 ore e viene
effettuata mediante l'utilizzo di pompe peristaltiche, in quanto la sommini
strazione del nutriente molto pi lenta rispetto alla nutrizione interrnitten
te. La nutrizione continua spesso il procedimento di elezione per la nutri
zione digiunostomica.

Atti di supporto

Lavaggio sociale delle mani


Preparare il materiale:
guanti monouso;
pinza autostatica;
dispositivo per la chiusura del sondino;
telino, garze, arcella;
schizzettone;
miscela nutritiva;
sacca da nutrizione (Fig. 7.8);
acqua.
Identificare l'assistito
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all' atto infer
mieristico
Isolare e sistemare la persona
Riordinare la camera e il materiale

158

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

Procedura
Farassumere alla persona la posizione
semiseduta.
Posizionareil contenitore con il preparato per la nutrizione ad un'altezza di
circa50 cm dal piano del letto.
Aspirareil contenuto gastrico per valutare la quantit dell'eventuale
ristagno.
Se il ristagno superiore a 100 ml non si effettua la somministrazione,
che viene generalmente ripresa quando il residuo almeno inferiore a 50
mI.
Rimettere il residuo aspirato nello stomaco per evitare uno squilibrio
idrolettrolitico.
Raccordare al sondino la camicia dello schizzettone.
Riempire lo schizzettone con la preparazione (se si usa la sacca da nutri
zione, regolare la velocit di gocciolamento in modo da infondere la solu
zione in 30 minuti).
Somministrare lentamente il preparato alimentare. Per evitare l'ingresso
di aria, chiudere con la pinza autostatica il sondino prima che lo schizzet
tane si svuoti completamente.
Terminata la somministrazione del preparato, introdurre dell'acqua (circa
50 ml) per lavare il sondino.
Chiudere il sondino.
Mantenere la persona in posizione semi seduta per almeno 30 minuti
per favorire lo svuotamento gastrico.

Procedimento tecnico (finalit: Compensare)

Obiettivi didattici
l. Definire che cosa si intende per imboccare.
2. Elencare gli scopi e le indicazioni di questo
procedimento.
3. Indicare tutto il materiale necessario per imboccare la persona.
4. Descrivere la sequenza delle fasi della procedura.
5. Imboccare la persona senza provocare inalazione.

Definizione e scopi
Per imboccare si intende aiutare le persone con difficolt motori e e/o visive
ad introdurre cibo e bevande nella bocca.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Nella pratica quotidiana esistono situazioni assistenziali in cui la persona
non in grado di alimentarsi autonomamente e necessita di un aiuto per
essere imboccata, ad esempio in presenza di astenia o di limitazioni sia fisi
che che visive. buona norma rispettare le preferenze e l'ordine del cibo

159

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

che la persona richiede alternando alimenti e bevande e avendo cura di man


tenere il cibo caldo per tutta la durata della somministrazione. In alcuni casi
(persone con problemi di deglutizione) preferibile l'uso di un cucchiaio
riempito per circa un terzo, al fine di ridurre al minimo le probabilit di ina
lazione. Per aiutare i non vedenti a localizzare gli alimenti sul vassoio e sul
piatto si pu fare riferimento alla disposizione delle ore sul quadrante del
l'orologio.
In base alle caratteristiche della stanza di degenza, alla presenza di sala da
pranzo e alle condizioni della persona possibile scegliere fra diverso mate
riale a disposizione. Ad esempio, se la persona non si alza per il pasto pu
essere fornito un vassoio con supporto appoggiabile al letto. Esistono, inol
tre, tavolini con fusto e piano regolabili muniti di rotelle e comodini con il
piano superiore ruotabile e regolabile in altezza.

Atti di supporto
Lavaggio sociale delle mani
Preparare il materiale:
vassoio con il cibo;
posate;
bicchiere, cannuccia;
tovagliolo.
In base al livello di autonomia/dipendenza della persona possono essere
fomiti accessori quali bicchieri, posate e piatti particolari per facilitare
l'assunzione di alimenti e).
Identificare l'assistito
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Preparare la persona e l'ambiente
Riordinare la camera e il materiale

Procedura C)

(,,)Vedi paragrafo successivo.


(') N.B. Per la trattazione
dei seguenti
procedimenti
tecnici, vedi Ortelli S.,

Op. cit.: alimentare il neonato con il


biberon (compensare), preparare un
biberon di latte artificiale (sostenere),
insegnare le modelits per lo svezza
mento del bambino e insegnare le
modalit di allattamento al seno e/o
con il biberon (guidare).

Far assumere alla persona la posizione seduta.


Porre il vassoio sul tavolino e posizionarlo in modo che la persona possa
vedere il cibo.
Imboccare la persona tenendo presenti i criteri seguenti:
lasciare il tempo necessario per masticare bene;
porgere il boccone successivo dopo aver verificato l'avvenuta degluti
ZIOne;
alternare solidi e liquidi;
chiedere alla persona quali alimenti preferisce assumere di volta in
volta.
Registrare qualit e quantit degli alimenti assunti dalla persona sulla
documentazione infermieristica.

160

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

Procedimento tecnico (finalit: Sostenere)

Obiettivi didattici
l. Elencare gli ausili pi frequentemente utilizzati da persone non completa

mente autonome per portare il cibo alla bocca.


2. Descrivere sommariamente gli ausili che queste persone possono utilizzare per portare il cibo alla bocca.
3. Utilizzare correttamente questi ausili.
4. Istruire la persona all 'uso di questi ausili.
5. Fornire i mezzi pi idonei per mangiare e bere a una persona in base al
suo livello di autonomia-dipendenza.

Definizione e scopo
Questo procedimento tecnico ha lo scopo di individuare ausili/presdi/stru
mentiche consentono alla persona di alimentarsi in modo autonomo.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


In presenza di persone con difficolt anche temporanee ad alimentarsi con le
stovigliee le posate di uso comune possibile ricorrere a particolari oggetti
progettatiallo scopo di ovviare a tali limitazioni. possibile classificare que
sti ausili necessari per l'alimentazione (posate, piatti e bicchieri) in base alla
forma,al materiale e alle modalit d'impiego.
L'impugnatura di questi ausili pu essere anatomica, modellabile o universa
le. Le impugnature anatomiche, costruite con materiale plastico non deforma
bile, presentano gi un profilo preformato basato sull' anatomia della mano;
quellemodellabili danno la possibilit, grazie alle caratteristiche del materia
le, di essere modificate rispetto alle esigenze della persona. Le impugnature
universali, invece, permettono di fissare non solo le posate ma anche altri
ausili,quali ad esempio pennelli e spazzolini, senza richiedere la capacit di
prensione da parte della persona (ad es., utilizzando cinturini con bottoni o
velcro).Le posate, inoltre, possono essere curve per facilitare l'avvicinamen
to di queste alla bocca o per raccogliere e tagliare meglio i cibi. Oltre ai bic
chieritradizionali esistono bicchieri "antirovesciamento" muniti di coperchio,
normalmenteutilizzati per i bambini.

Atti di supporto
Lavaggio sociale delle mani
Preparare il materiale:
- posate e stoviglie adatte a sopperire al deficit della persona;
- tovagliolo.

161

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

Identificare l'assistito
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Riordinare la camera e il materiale

Procedura

Aiutare la persona ad assumere la posizione seduta.


Fornire le stoviglie e le posate precedentemente scelte.
Spiegare le modalit di utilizzo di questi ausili.
Istruire la persona all'uso degli ausili.
Rimanere accanto alla persona o osservarla frequentemente per verificare
l'avvenuta comprensione di quanto comunicato.

Procedimento tecnico (finalit: Guidare)

Obiettivi
I. Definire che cosa si intende per insegnare i comportamenti per
favorire una alimentazione e idratazione equiLibrata.
2. Spiegare il significato di alimentazione e idratazione equilibrata.
3. Elencare tutte le variabili che condizionano il fabbisogno nutrizionale del
l'individuo secondo quanto trattato.
4. Per ciascuna variabile individuata, formulare almeno un esempio.
5. Indicare le funzioni proprie di ciascun principio nutritivo (proteine, lipidi
e glucidi).
6. Insegnare a una persona i comportamenti per favorire un' alimentazione e
un' idratazione equilibrate.
7. Dopo aver fornito alla persona un elenco di alimenti, chiederle di indivi
duare quelli a pi ricco contenuto di protidi, lipidi e glucidi.

Definizione
Per insegnare i comportamenti per favorire
una alimentazione
e
idratazione equiLibrata si intende fornire alla persona le conoscenze utili
per scegliere gli alimenti costitutivi di una dieta completa in relazione allo
stile di vita della persona e all'ambiente in cui vive.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


L'alimentazione e l'idratazione consentono all'individuo l'introduzione di
tutti i princpi nutritivi (protidi, glucidi, Iipidi, vitamine e sali minerali) e
dell'acqua necessari sia alla crescita e allo sviluppo dell'organismo sia per
ottenere l'energia utilizzata nei processi metabolici. L'alimentazione
equilibrata quando l'assunzione di questi princpi in termini quali-quantita-

162

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

tivi equamente distribuita dal punto di vista calorico in relazione al


dispendio energetico. I bisogni nutrizionali differiscono da individuo a
individuoe si modificano in relazione all'et. Nelle primissime fasi della
vita,quando la crescita pi rapida, l'attivit metabolica dell'organismo
maggiore;ad eccezione di un temporaneo aumento nella pubert, diminuisce
sensibilmentenell' et adulta.
Aparitdi dimensioni corporee, in soggetti adulti della stessa et e del mede
simosesso, l'attivit fisica lavorativa ed extralavorativa il principio determi
nantedelle differenze del dispendio energetico globale giornaliero; anche se
essodipende dal grado di impegno fisico richiesto, va tuttavia sottolineato
chemolteattivit che risultano "stancanti" non sono in realt energeticamente
dispendiose.
I lipidie i glucidi sono le principali fonti energetiche. I primi forniscono 9
Kcal/g, contribuendo per il 20-30% al fabbisogno calorico totale; i secondi
producono4 Kcal/g fornendone il 60-70%. Solo il 12% circa delle calorie
totaliproviene dalle proteine, che apportano circa 4 Kcal/g; l'alcol fornisce
all'organismo7 Kcal/g.
Lafunzionedei glucidi quella di fornire energia; essi sono contenuti quasi
esclusivamentenegli alimenti di origine vegetale (cereali, legumi, verdure,
frutta,ortaggi, zucchero e dolciumi). Il latte, che contiene lattosio, l'unica
fontedi glucidi di origine animale.
I lipidi,oltre a rappresentare, come gi detto, un'importante fonte energetica
(trigliceridi),sono fondamentali per garantire l'assorbimento delle vitamine
liposolubili(A, D, E, K) e per favorire i processi di formazione delle mem
branecellulari e delle guaine mieliniche (colesterolo). Le fonti alimentari del
colesterolosono rappresentate dagli alimenti di origine animale e principal
mentedalle frattaglie (cervello, fegato e rognone), oltre che dal tuorlo d'uovo,
daiprodotti lattiero-caseari e dalle carni in genere. Per quanto concerne i tri
gliceridi,essi sono contenuti anche nell'olio di oliva e di mais. La funzione
primaria delle proteine quella plastica: infatti, sono impiegate
comeelementi strutturali per la formazione di nuove cellule. In misura mino
re rispetto ai lipidi e ai glucidi, vengono scomposte dall'organismo a scopo
energetico.Le fonti alimentari delle proteine sono rappresentate dai prodotti
lattiero-casearid, alle carni, dal pesce, dalle uova e dai legumi.
Per svolgere questo procedimento tecnico opportuno che l'infermiere
favoriscala presenza delle condizioni maggiormente facilitanti la rela
zionecon la persona e quindi la comprensione dei contenuti dell'azione
di guida.

Procedura
Informare la persona su quali sono le variabili che possono
influenzare il dispendioenergetico.
Spiegarealla persona il significato di una dieta equilibrata in relazione al
suodispendio energetico.
Indicare quali sono i princpi
nutritivi che caratterizzano
un'alimentazio
ne equilibrata e la loro distribuzione percentuale.

163

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

Dire alla persona quali sono le principali funzioni dei glucidi, protidi e
lipidi, nonch il relativo apporto energetico.
Indicare gli alimenti con pi ricco contenuto di glucidi, protidi e lipidi.
Istruire la persona ad elaborare, con l'aiuto di schede dietetiche, una dieta
equilibrata rispetto al suo fabbisogno energetico.

Procedimento tecnico (extra finalit)

II monitoraggio del bilancio idrico si attua mediante i seguenti procedimenti:


misurare le entrate per via enterale;
misurare le entrate per via parenterale;
misurare le urine;
pesare le
feci;
quantificare il vomito.
calcolare la perspiratio insensibilis.

Obiettivi
I. Definire cosa si intende per monitorare il bilancio

idrico.
2. Spiegare i termini "entrate" e "uscite" e indicare le voci classificabili sotto
tali termini.
3. Indicare i dati da utilizzare a complemento del calcolo del bilancio idrico.
4. Descrivere uno strumento (scheda) per monitorare il bilancio idrico.
5. Descrivere la procedura di calcolo del bilancio idrico.
6. Date le entrate e le uscite di una persona nelle 24 ore, calcolarne il bilancio
idrico e valutare se sono presenti alterazioni.

Definizione e scopo
Per monitorare il bilancio idrico si intende controllare a scadenze prefissate
che in una persona l'assunzione di liquidi (entrate) non sia maggiore della
loro eliminazione (uscite) e viceversa. Con il termine bilancio, infatti, si indi
ca la ricerca e il controllo costante di una situazione di equilibrio dell'organi
smo fra entrate e uscite.
Lo scopo di questo procedimento quello di prevenire l'instaurarsi di situa
zioni di squilibrio quali la disidratazione, il sovraccarico circolatorio e l'ede
ma. Esso pu essere effettuato dali' infermiere o dalla persona stessa, dipen
dentemente dalle sue condizioni e dal tipo di bilancio idrico, che necessario
controllare.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


L'acqua rappresenta il principale elemento costituente l'organismo umano ed
il pi importante per la sopravvivenza. Nel nostro corpo i liquidi sono pre
senti all'interno delle cellule (liquidi intracellulari), nei vasi sanguigni e
negli spazi fra le cellule, detti spazi interstiziali (liquidi extracellulari). Si
parla di disidratazione quando il bilancio idrico negativo per eccessive per-

164

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

Entrate
Liquidi endovena
Liquidi assunti per bocca

Uscite

La tabella illustra quali elementi


devono essereconsiderati nel
computo totale delle entrate
e delle uscite.

Urine Feci
Sudorazione
Perspiratio insensibilis
Vomito
Emorragie
Liquidi da drenaggi e sonde

ditedi liquidi o ridotta introduzione: la persona presenta in questo caso cute


secca, anelastica, mucose aride, sensazione di sete intensa e, nei casi pi
gravi,alterazioni del livello di coscienza.
Il bilancio invece positivo quando l'introduzione di liquidi maggiore
della loro eliminazione. In questo secondo caso si pu assistere alla forma
zionedi edema (") e/o a fenomeni di sovraccarico circolatorio (ad es., innal
zamentodella pressione arteriosa).
AIfine di prevenire l'instaurarsi di tali situazioni, l'infermiere deve effettua
re una accurata misurazione delle entrate e delle uscite dei
liquidi.
Conil termine entrate si indica la quantit complessiva di liquidi che nell'u
nitdi tempo - in genere nelle 24 ore - la persona assume per via enterale e
parenterale(per la definizione di tali termini, vedi il cap. Il, pago 238). La
viaparenterale comprende i liquidi introdotti per via endovenosa a seguito di
terapieo i liquidi prescritti per l'idratazione o ancora per la nutrizione paren
terale.La via enterale comprende le bevande (ad es., acqua, t, camomilla,
latte,succhi di frutta, bibite) e la quota di liquidi presente in alcuni cibi (ad
es.,minestre, pastine, semolino) (Tab. 7.1).
utile, al fine di ottenere un dato il pi preciso possibile, conoscere la capa
citdei recipienti di uso comune, come indicato nella tabella 7.2 C).
Con il termine uscite si indica la quantit complessiva di liquidi che nell'u
nitdi tempo - in genere nelle 24 ore - vengono eliminati. La persona pu
eliminaretali liquidi attraverso le urine, le feci (soprattutto se diarroiche), la
sudorazione, la perspiratio insensibilis ('0), il vomito, emorragie di diversa
origine,liquidi da drenaggi, liquidi da sondino nasogastrico (Tab. 7.1).
Quandooccorre monitorare il bilancio idrico di una persona devono essere
registratitutti i liquidi che essa assume ed elimina. consigliabile che tale
registrazionesia contemporanea al momento in cui questi vengono introdotti
o eliminati, al fine di ridurre al minimo la possibilit di errori. A tale scopo
possonoessere utilizzate delle schede di diverso tipo (di cui sono riportati due
esempi)a seconda delle esigenze della persona e del tipo di bilancio (minore
o maggiore analiticit e precisione) che si vuole ottenere.
Il bilancio idrico pu essere valutato ogni 24 ore (Scheda 7.1) o, se necessa
rio,pi frequentemente (Scheda 7.2), come avviene in alcune unit operative
qualiterapie intensive, unit coronariche, centri trapianti.
Un dato frequentemente utilizzato a conferma dell' esattezza della
rilevazione del bilancio il peso. Nelle situazioni in cui si evidenziano
importanti squili bri fra entrate ed uscite, indicato pesare la persona per
accertare eventuali incrementio decrementi.

165

Recipiente

Bicchiere
Scodella

Capacit

100-125 mi
200 mi

Recipienti di uso comune e


loro approssimativacapacit.

(") Condizione locale o generalizzata in


cui i tessuti corporei contengono una
quantit eccessivadi liquido.
C) I recipienti utilizzati per l'idratazione
sono ormai di diversa grandezza, forma
e capacit. Se la situazione della perso
na assistita richiede un bilancio idrico
di elevata precisione, consigliabile
munirsi di un contenitore graduato con
cui verificare la capacit del bicchiere
o della tazza. Essaverr annotata su un
nastro adesivo da applicare al recipien
te che si utilizza.
(W) Si intende per perspiratio insensibilis
la quota di acqua che incessantemente
e insensibilmente eliminiamo con la
traspirazione
e la respirazione.
Attraverso la perspiratio insensibilis si
eliminano nelle 24 ore circa 500 mi di
acqua per m' di superficie corporea.

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

Alla rilevazione di un bilancio positivo dovrebbe corrispondere un aumento


proporzionale del peso, alla rilevazione di un bilancio negativo dovrebbe cor
rispondere un suo proporzionale decremento. In alcune situazioni tale risulta
to non si verifica, ad esempio quando la positivit o negativit del bilancio
minima o quando la registrazione delle entrate e delle uscite non stata preci
sa. Anche la pressione arteriosa aumenta o diminuisce in presenza di marcati
squilibri del bilancio idrico.

Atti di supporto

Lavaggio sociale delle mani


Preparare il materiale:
guanti monouso;
contenitori graduati;
bilancia;
biro;
calcolatrice;
scheda in uso per il calcolo del bilancio idrico.
Identificare l'assistito
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all' atto infer
mieristico

SCHEDEPERLA RILEVAZIONE DEl BILANCIO IDRICO


Rilevazione del bilancio idrico una volta nelle 24 ore.

Cognome e nome

Data. ...... ... .....

Entrate (mi)

Uscite (mi)

Ora

Peso

Ora

Fisiologica

500

Urine

300

Acqua

300

11

Vomito

100

200

13

Urine

300

13

Pastina

200

18

Feci

200

16

Glucosata

500

20

Urine

300

18

Totale: 1700

Totale: 1200

+ 1700 -1200 = + 500: il bilancio positivo per 500 mi

166

Osservazioni

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

se

Rilevazionedel bilancio idrico tre volte nelle 24 ore.


Cognomee nome .......................................

Data ...............

Peso .......................................

Entrate (mi)

7-14

Uscite (mi)

Endovena

Via orale

Totale

Urine

h 9: 500

h 8: 300

800

h 8: 350

h 12: 700

h 11: 250

950

Feci

Vomito

Altro

550

h 10: 200

h12:200

200
h 9: 300

300

Totale
mattino:
1750
14-21

Endovena

Via orale

h 16: 300
h 17: 300
h 20: 500

Totale
mattino:
1050

Totale

Urine

300

h 15: 500

300
500

Feci

Vomito

Altro

h 18: 400
h16:200

200

h 20: 500

500
Totale
pomeriggio:
1600

Endovena

Via orale

Totale

Urine

h 22: 300

h 22: 100

400

h 22: 500

h 24: 150

h 2: 150

300

h 3: 350

350

h 6: 200

h 6: 350

Totale

900

Totale
pomeriggio:
1100
21-7

Totale

Feci

Vomito

Altro

Totale

500
h 23: 250

600
200

Totale
notte:
1050

Totale
notte:
1300

Totale 24 ore:

Totale 24 ore:
3950 + 500
=4450

3900

Perspiratio insensibilis 500 ml/rn"


500 mi
Bilancio idrico delle 24 ore: + 3900 - 4450 = - 550

167

500

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

Occorre ricordare che in alcune situazioni la persona pu collaborare a


monitorare il proprio bilancio idrico; sar quindi necessario istruirla sulle
modalit di attuazione di tale procedimento, verificando che siano state
ben comprese.
Lavaggio sociale delle mani
Riordinare il materiale utilizzato. Posizionare sull' apposito sostegno ai
piedi del letto o in altra sede concordata la scheda di bilancio per le suc
cessive 24 ore

Procedura
Misurare le entrate per via enterale
Misurare le entrate per via parenterale
Misurare o far misurare alla persona, ogni volta che beve o assume un
liquido con l'alimentazione, la sua quantit e registrarla sull'apposita sche
da indicando l'ora di registrazione (via enterale).
Registrare al termine di ogni infusione la quantit di liquido infuso sull'ap
posita scheda indicando l'ora di registrazione (via parenterale),
Misurare le urine
Vedi cap. 6, par. 6.5
Pesare le feci (")
Se la persona autosufficiente, chiederle di non eliminare nel water, met
tendole a disposizione un contenitore (padella o vaso) dove raccogliere le
feci.
Se la persona non autosufficiente, posizionare la padella sotto il bacino
della persona stessa.
Al termine della defecazione, recarsi in bagno o in apposito locale e quan
tificare il peso delle feci utilizzando una delle seguenti modalit:
I) versare le feci in un contenitore graduato e rilevare la quantit delle feci;
eliminare nel water o nello svuotatoio le feci e procedere alla pulizia del
contenitore;
2) pesare la padella prima dell'uso per determinarne la tara:
- pesare la padella contenente le feci;
- sottrarre al peso rilevato la tara, ottenendo cos il peso delle sole feci.
Registrare il dato ottenuto sull' apposita scheda, indicando l'ora di registra
zione e, se opportuno, i caratteri delle feci.
Quantificare il vomito

C') In assenzadi indicazioni specifiche,


le feci vengono calcolate nel bilancio
idrico solo se diarroiche.

Fornire alla persona un'arcella o, meglio, un contenitore graduato dove


raccogliere il materiale emesso durante l'episodio di vomito.
Rilevare sul contenitore graduato la quantit del vomito.
Registrare il dato ottenuto su II' apposita scheda indicando l'ora di registra
zione e, se opportuno, il tipo di vomito.

168

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

Calcolare la perspiratio insensibilis

Questa procedura viene effettuata una sola volta nelle 24 ore.


o

Moltiplicando il valore standard per la superficie corporea della persona si


ottiene il quantitativo di acqua eliminata nelle 24 ore attraverso la perspi
ratio insensibilis.
Esempio: superficie corporea
1,4 m'

= 1,4 m'; valore standard = 500 ml/24 ore

500 mI = 700 mI di perspiratio insensibilis nelle 24 ore

Registrare il dato ottenuto su II' apposita scheda.


AI termine delle 24 ore o dell'intervallo di tempo predeterminato, effettua
re la valutazione del bilancio idrico nel modo seguente:
- sommare tutte le voci classificabili sotto il termine entrate. Si ottiene
cos il quantitativo totale dei liquidi assunti dalla persona nelle 24 ore o
nell'intervallo di tempo predeterminato;
- sommare tutte le voci classificabili sotto il termine uscite. Si ottiene cos
il quantitativo totale dei liquidi eliminati dalla persona nelle 24 ore o
nell'intervallo di tempo predeterminato;
- effettuare la somma algebrica dei due totali; il risultato ottenuto rappre
senta il bilancio idrico di quella persona nelle 24 ore.
Esempio: entrate totali = 2500 mI; uscite totali = 1500 mI

+ 2500 ml- 1500 mI = + 1000 mI


Il bilancio positivo di 1000 mI. In questo caso la quantit di liquidi eli
minata non pari a quella introdotta; si dice perci che la persona ha rite
nuto 1000 mI.

169

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

AA.VV., Elementi di base dell'Assistenza lnfermieristica, voI. I, CEA, Milano.


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Sorensen K.C., Lukmann 1., Nursing di Base, voI. 2, CEA, Milano, 1982.

170

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

SCHEDADI VALUTAZIONE DEGLI ATTI DI SUPPORTO PERI PROCEDIMENTI TECNICI


STUDENTE

ANNO DI CORSO

A.A.

ESEGUE IL LAVAGGIO DELLE MANI

1.

SOCIALE
l. apreil rubinetto PRIMAdi iniziare il lavaggio
Q
2. bagnale mani PRIMAdi iniziare la procedura
Q
3. prendeil DETERGENTE
Q
4. lavaSISTEMATICAMENTDEALLA mano ALL'avambraccio
Q
5. mantieneil contatto con il detergentePERALMENO l MINUT O Q
6. asciugaTAMPONANDO DALLA mano ALL'avambraccio
Q
7. chiude il rubinetto SENZACONTAMINARE le mani
Q

ANTISETTICO
l. apre il rubinetto PRIMAdi iniziare il lavaggio
2. bagna le mani PRIMAdi iniziare la procedura
3. prende l'ANTISETIICO
4. lava SISTEMATICAMENTEDALLA mano ALL'avambraccio
5. mantiene il contatto con il detergentePERALMENO l
MINUTO
6.
asciugaTAMPONANDO DALLA mano ALL'avambraccio
7. chiude il rubinetto SENZACONTAMINARE le mani

Q
Q

Q
Q
Q
Q
Q

VALUTAZIONE
PREPARA IL MATERIALE OCCORRENTE PER IL PROCEDIMENTO TECNICO

2.

PER DISINFEZIONE
l. tampone/garzaADEGUATO
2. antisettico

SPECIFICO PER IL PROCEDIMENTO


vedi schedadella procedura

VALUTAZIONE

Q
Q

TECNICO

(FINO A 2

Q
Q

PER SMAL TIMENTO RIFIUTI


l. contenitore per rifiuti comuni
Q
D
2. contenitore per:
materiale acuminato
Q
Q materiale contaminato
materiale in vetro
Q

(NESSUN Q)
D)

3.

PER PROTEGGERE LA PERSONA ElO


L'OPERATORE
l. guanti ADEGUATI
2. copricapo
3. telino ADEGUATO

Q NEI PUNTI A, B, D)

(SEC Q OPPUREPi DI 2 Q NEI PUNTI A, B,

PREPARA LA PERSONA

IDENTIFICA LA PERSONA

FA ASSUMERE LA POSIZIONE CORRETTA


E PROTEGGE LA PERSONA (5.0 )

INFORMA LA PERSONA SULLA SEQUENZA


DEGLI ATTI RIGUARDANTI LA PROCEDURA

MANTIENE L'INTIMIT

VALUTAZIONE
RIORDINA IL MATERIALE UTILIZZATO

4.
VALUTAZIONE

VALUTAZIONE:

QQQQ= OTTIMO
QQQQ= SUFFICIENTE
FIRMA DELL'OSSERVATORE
FIRMA DELLO STUDENTE

QQQQ= BUONO QQQQ= DISCRETO QQQQ= Pi CHE SUFF.


QQQQ= QUASI SUFF. QQQQ= INSUFF. QQQQ= GRAVEMENTE INSUFF.
_
DATA

171

Assicurare l'alimentazione e l'idratazione

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEL PROCEDIMENTO TECNICO:


introdurre il sondino nasogastrico
STUDENTE

ANNO DI CORSO

1.
sondino
pinza autostatica
lubrificante
bicchiere con acqua

A.A.

PREPARAIL MATERIALE SPECIFICO PERIL PROCEDIMENTO TECNICO


cerotto anallergico cm 2,5
G
sacchezzo raccolta con supporto
contenitore graduato
garze non sterili
abbassalingua
G
fonte luminosa

G
o
o
o
o
o
o

o
G
oo

schizzettone
cartina reagente
fonendoscopio

(NESSUGN o FINOA 1
0)

(FINOA30)

VALUTAZIONE

2.

G
(UNG OPPURPEiDI
10)

PROCEDURA

1. controlla la perviet delle narici


2. indossa i guanti monouso
3. misura la lunghezza del sondino
4. segnasul sondino il punto
5. lubrifica il sondino per circa 10 cm
6. inserisce il sondino attraverso la narice scelta ed indirizzandolo verso il fondo della gola
7. controlla l'arrivo del sondino in retrofaringe
8. invita la persona a bere un sorso d'acqua
9. fa progredire il sondino mentre la persona deglutisce
10. controlla l'esatta posizione
11. fissa il sondino ed esegue l'ansa di sicurezza
12. collega l'eventuale sistemadi raccolta

G
G
G

G
9
G
G

G
G
G

VALUTAZIONE

3.

VALUTAZIONE GLOBALE DEllA PERFORMANCE

o
o
9
o

Conoscenza della procedura


Sicurezza nell' esecuzione
Abilit nell'esecuzione
Atteggiamento verso la persona
VALUTAZIONE
(NESSUGN o FINOA 1
0)

(FINOA
20)

(UNG OPPURPEiDI 20)

VALUTAZIONE DEl PROCEDIMENTO TECNICO:


= BUONO
g g G = DISCRETO
g 00
= SUFFICIENTE
= QUASI SUFFICIENTE 90G/0GG
= INSUFFICIENTE
GGG = GRAVEMENTE INSUFFICIENTE
g g g

gGG

G
G
G
G

= OTTIMO

g g 0

FIRMA DELL'OSSERVATORE

FIRMA DELLO STUDENTE

DATA

VALUTAZIONE GLOBALE (ATTI DI SUPPORTO + PROCEDIMENTO TECNICO):


FIRMA DELL'OSSERVATORE

FIRMA DELLO STUDENTE

DATA

172

Indicare le principali
variabili riconducibili
ai quat
tro concetti fondamentali della Disciplina
infermie
ristica utili per raccogliere
i dati sul bisogno di
nposo e sonno.
Elencare gli Atti trattati in questo capitolo
curare il riposo e il sonno.

per assi

Rispondereal bisogno di riposo e sonno della per


sona con il procedimento tecnico descritto in que
sto capitolo.

Assicurare il riposo e il sonno

Premessa
In questo capitolo stata affrontata esclusivamente la procedura tecnica
Indicare i comportamenti che favoriscono il riposo e il sonno all'interno del
l'azione Istruire la persona sulle modalit per mantenere il riposo e il sonno
(guidare). I contenuti riguardanti l'unica azione Illustrare alla persona i fatto
ri che possono influenzare il riposo e il sonno (indirizzare) sono stati trattati
all'interno della raccolta dati sul bisogno. I contenuti necessari per eseguire
gli atti della finalit sostenere vengono esposti nella procedura tecnica trattata.

Raccolta dati sul bisogno di riposo e sonno

(') Ci si riferisce
all'alternanza
dei
periodi
di sonno-vegl ia strettamente
legati agi i aspetti biofisiologici
con
nessi allo stadio evolutivo della perso
na (chiamata anche orologio biologi
co o ritmo circadiano
del sonno).
Vedi bibliografia del capitolo.

Per identificare il bisogno di assistenza infermieristica di riposo e sonno


manifestato da una persona, l'infermiere necessita di effettuare una raccolta
dei dati riconducibili a variabili biofisiologiche, psicologiche e sociocultura
li della stessa. Queste comprendono innanzitutto lo stadio evolutivo (neona
to, bambino, adolescente, adulto, anziano), che strettamente correlato al
ritmo fisiologico del sonno ('): i bambini dormono un numero maggiore di
ore rispetto agli adulti, mentre le persone anziane anche molte meno. La
facilit a prendere sonno anche determinata dalle condizioni mentali ed
emozionali (depressione, eccitazione, ansia, paura, felicit). esperienza
comune l'inquietudine che precede un esame o eventi particolarmente
importanti per la vita sia personale che sociale (matrimonio, viaggi di lavoro
o di piacere). La cultura, la zona geografica nella quale abitualmente si vive
o la stagione rendono necessario concedersi una pausa di riposo nel pome
riggio (area del Mediterraneo e Paesi caldi) o andare a letto presto la sera
(inverno). Un'altra variabile connessa al sonno e al riposo l'attivit fisica
svolta (tipo e intensit/frequenza) che influenza, con le altre gi citate, le
abitudini personali rispetto al soddisfacimento di questo bisogno. Il numero
"normale" di ore di sonno diverso per ognuno, cos come l'abituale ado
zione di comportamenti favorenti quali leggere, guardare la TV, ascoltare
certa musica, fare uso di certe bevande o alimenti, fare il bagno: tutto ci
pu assumere, a volte, la forma di un vero e proprio rito. Queste abitudini
non sono da sottovalutare nel caso di un improvviso cambiamento di
ambiente, quale un ricovero ospedali ero.
La raccolta dati prosegue annotando informazioni sulla famiglia (composizione
del nucleo familiare); sugli amici e il tempo libero; sull'ambiente fisico abitua
le (condizioni dell'abitazione, microclima, presenza di rumore, tipo di letto,
materasso, cuscini e biancheria). Il lavoro pu fortemente influenzare i ritmi
del sonno, specie se viene svolto in particolari fasce orarie (lavoro con turni
anche durante la notte) o con modalit che interferiscono con l'adattamento
dell'organismo (ad esempio, frequenti viaggi con cambio di fusi orari).
Il riposo e il sonno possono variare le loro caratteristiche anche a causa di
alterazioni organiche che provocano dolore o altri disturbi; di trattamenti
diagnostico-terapeutici (esistono particolari categorie di farmaci che induco
no o inibiscono il sonno); di esperienze in ambito sanitario e pi specifica
mente di tipo assistenziale infermieristico.
L'insieme di tutti questi aspetti pu condizionare positivamente o negativa
mente la risposta autonoma al bisogno.

174

Assicurare il riposo e il sonno

L'elaborazione di tutti i dati raccolti consente all' infermiere di individua


re l'eventuale presenza del bisogno di assistenza infermieristica di riposo
e sonno e a che livello del continuum autonomia-dipendenza
la persona
si colloca in quel momento.

Obiettivi didattici
I. Definire il concetto di riposo e sonno.
2. Spiegare come il riposo e il sonno possono variare rispetto allo stadio
evolutivo della persona.
3. Elencare le variabili che interferiscono con il soddisfacimento del bisogno
di riposo e sonno.
4. Fornire almeno due esempi per ciascuna variabile individuata.
5. Elencare i comportamenti che favoriscono il riposo e il sonno.
6. Istruire la persona sui comportamenti che favoriscono il riposo e il sonno.
Per soddisfare adeguatamente
il bisogno di riposo e sonno di una persona
secondo la finalit guidare necessario integrare le azioni specifiche con
procedimenti tecnici impiegati in altre prestazioni. Ad esempio: Mantenere
il microclima all' interno della prestazione Assicurare un ambiente sicuro;
Istruire la persona sulle modalit per mantenere l'igiene e l'abbigliamento
appropriato all'interno della prestazione Assicurare l'igiene; lllustrare al/a
persona ifattori che pOSSO/lO influenrare l'alimentarione
e l'idratarione
nella prestazione Assicurare L'alimentazione e / 'idratazione.

Procedimento tecnico (finalit: Guidare)

Definizione e scopo
Con questa tecnica si intende istruire la persona su come soddisfare in modo
autonomo il bisogno di riposo e sonno.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Il sonno pu essere definito come uno stato di coscienza che si verifica
ciclicamente; composto da stadi distinti e pu essere caratterizzato come
uno stato di relativa non risposta all'ambiente
circostante. Per riposo si
intende, invece, una condizione psicofisica dell' organismo con rilassamento
degli arti e raggiungi mento di uno stato di calma mentale. Questo non
implica un totale isolamento dall' ambiente circostante.
Il sonno occupa circa un terzo della giornata ed costituito da cicli di circa
90 minuti; ogni ciclo diviso in 5 fasi e quindi, normalmente, ogni notte si
succedono dai 4 ai 6 cicli (6-8 ore) (:'). Esistono alcune situazioni che posso
no influenzare sia l'induzione che la qualit del sonno.
stato riscontrato che l'attivit fisica prolunga alcune fasi del ciclo del

175

(') Per le caratteristiche del sonno nel


neonato, vedi S. Ortelli, Metodologia
iritermieristicn
applicata,
MJsson,
Mil,lno, 1997, pp. 6671

Assicurare il riposo e il sonno

(:) L'L~tript()fano!

ziale contenuto

aminoacido

essen

nel latte e, in dosi

inferiori, nelle carni c Ilei legumi,


un ipnotico naturale.

i~

(') f'er questo aspetto e altri sponti


assistenziali sul bisogno di riposo ('
sonno (' la sua soddisfazion(_l nel neo
nato, vedi S. Ortelli, op. cit., pp. 132117 c 170-174.
!') Veci i contenuti clei corsi di psico
logia, la ricca bibliograiia l'sistpnh'
sull'argomento
(' il cap. 2 cii questo
testo.

sonno, specie nei bambini e negli adulti, in quanto durante il sonno avven
gono i processi riparatori e di accrescimento. Il sonno , infatti, una partico
lare attivit che consente all' organismo di reintegrare energie e ripristinare il
ricambio cellulare e tissutale.
In alcune bevande sono contenute sostanze che esplicano effetti eccitanti o
rilassanti per la persona, condizionando l'attivit del sonno. Ad esempio, tra
le sostanze eccitanti la pi nota la caffeina, che pu ridurre la durata del
sonno soprattutto nella seconda met della notte. Ecco perch se ne sconsi
glia l'assunzione
almeno 3-4 ore prima di coricarsi. L'alcol, in base alla
quantit ingerita, pu avere un duplice e opposto effetto: in piccole dosi
favorisce il rilassamento,
in grandi quantit altera il eiclo del sonno.
L'abitudine di bere del latte caldo prima di coricarsi giustificata dal fatto
che in esso presente in alta concentrazione l'L-triptofano (l) che esplica la
sua azione se il latte fresco e intero.
Anche alcune abitudini di vita possono interferire con il riposo e il sonno. In
soggetti che svolgono un'attivit lavorativa in turni con frequenti variazioni,
si assiste ad un cambiamento del normale ritmo sonno-veglia, che si manife
sta con difficolt di addormentamento,
sensazione di stanchezza, ecc. Per
favorire i l ri lassamento necessario per prendere sonno pu essere uti le attua
re alcune pratiche della vita quotidiana (cure igieniche e abbigliamento ade
guato) o suggerire tecniche di rilassamento (ascoltare musica, leggere, mas
saggiare) prima di andare a dormire, nonch ricorrere all'impiego di ausili
quali tappi auricolari e mascherino oscuranti. Oltre a questi suggerimenti,
per il bambino pu essere rassicurante mantenere una certa luminosit nel
l'ambiente, cos come porre oggetti per lui significativi nel letto. narrare
favole e cullare (").
L'accessibilit
ai farmaci, con una conseguente
superficialit
nella loro
assunzione, ha determinato l'aumento dell' autoprescrizione,
soprattutto di
tranquillanti e sonniferi. Il costante uso di queste sostanze pu determinare
assuefazione e dipendenza, che portano la persona ad assumerne dosi sempre
maggiori con ridotto beneficio e aumento degli effetti collaterali. Anche altre
categorie di farmaci possono provocare quale effetto secondario alterazioni
del sonno. Ad esempio. i farmaci antistaminici inducono sonnolenza, mentre
gli integratori minerali e dietetici possono dare eccitazione se assunti la sera.
Risulta a tutti evidente l'importanza dell'ambiente per favorire il riposo e il
sonno, a partire dalle caratteristiche del letto e degli effetti letterecci. Ci si
riferisce pi specificamente al tipo di rete e di materasso. al numero e alla
tipologia dei cuscini e delle coperte nonch alla biancheria del letto. Anche
gli aspetti relativi al microclima (umidit, temperatura, luce e ventilazione),
compresi nel concetto di ambiente. possono interferire con la risposta a que
sto bisogno. Non va infine sottovalutato il rumore, collegato al numero di
persone che condividono la camera da letto e/o il letto, quale elemento che
inl1uisee sul riposo e il sonno.
Per svolgere questo procedimento tecnieo opportuno che l'infermiere
favorisca la presenza delle condizioni maggiormente facilitanti la rela
zione con la persona e quindi la comprensione dei contenuti dell'azione
di guida C).

176

Assicurare il riposo e il sonno

Procedura
Informare la persona che il riposo pomeridiano pu determinare una
ridu zione del numero di ore di sonno notturno o una difficolt di
addormenta mento.
Informare la persona sull'opportunit di evitare la visione di programmi
televisivi particolarmente eccitanti prima di andare a letto
Spiegare alla persona che cene abbondanti potrebbero disturbare la qua
lit del sonno.
Spiegare alla persona che l'assunzione di bevande eccitanti (ad es., t,
caff. alcol) pu rendere difficoltoso il rilassamento precedente il sonno.
Dire alla persona che le seguenti abitudini di vita possono interferire
con il riposo e il sonno:
- fumo;
- attivit fisica;
- tipo di lavoro:
- uso abituale di alcuni farmaci:
- stile di vita.
Informare la persona dei possibili e l'retti dell'ambiente sul riposo e
sul sonno.
Informare la persona dei possibili e l'retti benefici delle seguenti attivit
sul riposo e sul sonno:
- cure igieniche;
tipo di abbigliamento:
impiego di specifici ausili (ad es., tappi auricolari. mascheri ne oscuran
ti. giocattoli);
tecniche di rilassamento (ad cs., massaggiare alcune zone corporee.
cullare. leggere);
assunzione di particolari posizioni:
assunzione di farmaci prescritti.

BIBLl
AA.VV., Rapporto infermiere-paziente nel rispetto de! ciclo veglia-sonno (CVS) nei
reparti di area critica. Scenario. n. 3. 1990. pp. 18-22.
Basendalc S.. Clancy l. McVicar A .. Clinica! implications ojcircadian rhvthmicitvjor
nurses and patients, British .lournal or Nursing. vol. 6. n. 6. pp. 303-309.
Luban-Plozza B .. Pozzi U .. Carlevarc T.. Convivere con lo stress, 5" ed .. Centro
Scientifco Editore. Torino. 1996.
Pancheri P.. Biofeedback. Prospettive di lIIW medicina cotnportutnentale negli anni
'ilO, Il Pensiero Scientifico Editore. Roma. 198 I.
Wong Moses, Come vincere l'insonnia .l'C'/1::'0 prendere farmaci, Franco Angeli.
Milano. 1993.

177

Assicurare il riposo e il sonno

1. Qua le, fra le seguenti afferma


zioni, quella vera?

2. Verificare

a. Il sonno occupa circa met di

Sostanze
rilassanti
Latte
Caff lungo

ogni giornata ed costituito da


cicli di circa 90 minuti.

b. Il sonno occupa circa due terzi


di ogni giornata ed costituito
da cicli di circa 80 minuti.

la correttezza
due elenchi seguenti:

Camomilla

dei

Sostanze
eccitanti
T('

Caff espresso
Alcol (piccole dosi)

c. Il sonno occupa circa un terzo

3. Quali abitudini di vita possono

d. Il sonno occupa circa due terzi

4. Fornire

di ogni giornata ed costituito


da cicli di circa 90 minuti.
di ogni giornata cd costituito
da cicli di circa 60 minuti.

178

interferire con il riposo

e il sonno?

almeno 2 esempi di
ausili specifici
che possibile
impiegare per favorire il sonno.

Indicare le principali variabili riconducibili


ai quat
tro concetti fondamentali
della Disciplina infermie
ristica utili per raccogliere
i dati sul bisogno di
respirare.
Elencare gli Atti trattati
curare la respirazione.

in questo capitolo

per assi

Rispondere al bisogno di respirare della persona con


i procedimenti tecnici descritti in questo capitolo.

Assicurare la respirazione

Premessa
In questo capitolo viene trattata la prestazione infermieristica Assicurare
la respirazione. I principali contenuti relativi all'azione Illustrare alla
persona ifattori ambientali che possono influenzare la respirazione sono
trattati nella parte dedicata alla raccolta dati sul bisogno. Nella finalit
guidare sono descritte le procedure Insegnare la pulizia della cannula
tracheale e Insegnare alla persona come rilevare le caratteristiche della
respirazione. Per gli evidenti nessi di contenuti, la prima viene esposta
prima dello stesso atto nella finalit compensare (Pulire la cannula tra
chealei, la seconda subito dopo l'unico atto dell' azione Monitorare la
respirazione: Rilevare i caratteri della respirazione (extrafinaliti. Nulla
togliendo al fondamentale ruolo dell'infermiere nel sostenere la persona
nell' esecuzione di esercizi respiratori (Favorire l'esecuzione di esercizi
respiratori), stata privilegiata la descrizione di altre procedure in quan
to, nella pratica quotidiana, lo studente ha maggiori possibilit di appren
dere queste tecniche dai terapisti della riabilitazione.
Nella finalit sostituire sono state infine descritte le tre importanti proce
dure:
- aspirare le secrezioni delle prime vie aeree;
- far assumere una posizione di sicurezza (quale complemento anche al
capitolo 5);
- eseguire la ventilazione manuale con Ambu.
Si suggerisce, per mostrare realisticamente una modalit di esecuzione della
manovra di Heimlich (sostituire), la visione di uno spezzo ne del film Mrs.
Doubtfire con Robin Williarns, in quanto molto pi efficace di qualsiasi
descrizione scritta.

Raccolta dati sul bisogno di respirare

S., Metodologia inier


mieristica applicata, Masson, Milano,
1997, pp. 167-169.

l'I Vedi Ortelli

Per identificare il bisogno di assistenza infermieristica di mantenere la


funzione respiratoria, l'infermiere deve effettuare una raccolta dati ricon
ducibile a variabili biofisiologiche, psicologiche e socioculturali della
persona. Fra queste variabili bisogna tenere presente lo stadio evolutivo
della persona; ad esempio, il neonato e il bambino hanno una frequenza
respiratoria maggiore dell'adulto ('). Anche lo stato emotivo e la situazio
ne nella quale si trova la persona influenzano il manifestarsi di questo
bisogno: l'eccitazione, l'ansia, la paura, un ricovero improvviso, l'essere
sottoposti ad una indagine diagnostica ne possono modificare la frequen
za. Altri aspetti da indagare nella raccolta dati su questo bisogno sono il
tipo di attivit fisica svolta anche in funzione del lavoro, in quanto que
st'ultimo pu esporre a particolari condizioni climatiche o ambientali
(presenza di polveri, fumi) che interferiscono con la respirazione. Non
sono da dimenticare le abitudini personali quali il fumo (sia attivo che
passivo) e le caratteristiche dell'ambiente nel quale vive la persona
(clima, microclima). Un'attenta valutazione deve riguardare la presenza
di alterazioni organiche sia congenite che acquisite e/o l'assunzione di
farmaci, sostanze alcoliche ed eccitanti. Le variabili socioculturali, in

180

Assicurare la respirazione

particolare il livello di istruzione e la situazione economica e familiare,


possono influire sulla manifestazione del bisogno e sulla sua variazione
in funzione dell'uso/abuso di sostanze alcoliche, droghe e farmaci.
L'elaborazione di tutti i dati raccolti consente all'infermiere di individua
re l'eventuale presenza del bisogno di assistenza infermieristica di respi
rare e a che livello del continuum autonomia-dipendenza la persona si
colloca in quel momento.

rocedimentotecnico

(finalit:

Guidare)
<.

;:",_-:

~""---~

.
""_.~ c
'. :

.. .

Obiettivi didattici
I. Definireche cosa si intende per insegnare la pulizia della cannula tracheale.
2. Illustrare alla persona e ai suoi familiari gli elementi che compongono la
cannula tracheale.
3. Spiegare i motivi principali per cui si esegue la pulizia della cannula tra
cheale e della relativa controcannula.
4. Indicare il materiale occorrente per l'effettuazione della pulizia della con
trocannula tracheale.
5. Spiegare come possibile ottenere la disinfezione della cannula
tracheale al proprio domicilio.
6. Far pulire la controcannula tracheale alla persona (e ai suoi familiari)
verificando la comprensione delle principali conoscenze trasmesse.

Definizione
scopo

Per insegnare la pulizia della cannula trachea le si intende far apprendere


allapersona le modalit di pulizia della controcannula tracheale affinch sia
in grado di eseguirla autonomamente.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Le cannule tracheali (il tipo pi comunemente usato) sono costituite da
tre parti. La prima una cannula in materiale plastico C) di diametro
variabile provvista di due "ali" con fessure laterali nelle quali si infila il
sistema di ancoraggio della cannula stessa al collo della persona. In que
sta si inserisce la relativa controcannula (seconda parte) che viene rimos
sa pi frequentemente per eseguirne la pulizia. La terza ed ultima parte
costituita dall' introduttore o mandrino, necessario per inserire la cannula,
sia alla prima introduzione che alle successive. Si suggerisce alle persone
con tracheotomia permanente di cambiare quotidianamente la cannula per
pulirla a fondo sostituendola con una seconda cannula di ricambio. In

ambito ospedaliero - specie


nei primi giorni dopo
l'intervento chirurgico

181

esegue nelle unit ope rative


specialistiche, non verr spiega to in
questa sede, visto lo scopo di questo
testo di trattare le procedure tecniche
e l'assistenza infermieristica generale.
(') Insegnare questo atto alla persona tracheostomizzata prima della dimis sione implica la
spiegazione della pro cedura da eseguire per il cambio della cannula (per pulir la) utilizzando
il rnandrino con successivoinserimento della controcannula Poich questo un atto che si

(') Esistono in commercio cannule di


diversi materiali; le pi diffuse sono
quelle in materiale
plastico
e in
metallo,

Assicurare la respirazione

di creazione della tracheostomia - gli indirizzi in merito alla rimozione


completa della cannula e alla sua sostituzione (frequenza, scelta del materia
le della cannula, sostituzione o disinfezione o sterilizzazione) variano in
base alle indicazioni del medico specialista ed al tipo di risorse presenti.
importante spiegare alla persona la principale motivazione di questa
pratica (prevenzione delle infezioni ospedaliere) e le diverse necessit
che vi sono a domicilio. In ogni caso, si deve raccomandare alla persona
e ai suoi familiari di pulire accuratamente almeno la controcannula una
volta al giorno. Senza ricorrere alla sterilizzazione,
pu essere lavata
quotidianamente sotto il getto dell' acqua, utilizzando ogni 3-4 giorni
periodicamente un blando disinfettante (').

Atti di supporto
Identificare la persona
Fornire alla persona le conoscenze relative all'atto infermieristico
Isolare la persona e posizionarla davanti a un lavandino con specchio
Preparare con la persona il seguente materiale:
spazzolino del giusto diametro (chiamato anche scovolino):
guanti monouso;
garze;
filtro monouso per tracheostornia,
l asciugamano pulito;
l sacchetto per rifiuti.
Lavaggio sociale delle mani e invitare la persona ad eseguire a sua volta
tale atto
Riordinare il materiale
Lavaggio sociale delle mani e invitare la persona ad eseguire a sua volta
tale atto

Cannula in plastica: in questo


modello la controcannula
si sblocca ruotandola.

Procedura
Prima di invitare la persona a procedere alla pulizia vera e propria della cannu
la, mostrarle una cannula e i suoi vari componenti utilizzando anche un disegno
o altro materiale illustrativo fornito dali' Associazione stomizzati pi vicina.
o
o

o
o

o
o

(~) Ad esempio, un derivalo


Mittor.
,Amuchilld
,ccc.

del cloro:

Far mettere]' asci ugamano sul torace alla persona.


Mostrare alla persona come sbloccare la controcannula ruotandola legger
mente in senso antiorario (Fig. 9.1).
Farle estrarre la controcannula tenendo la cannula in posizione.
Mostrarle come pulire il foro e la superficie esterna della controcannula
sotto]' acqua corrente utilizzando lo spazzolino per rimuovere le secrezio
ni interne.
Farle asciugare la controcannula con delle garze.
Insegnarle a tenere la cannula ferma mentre riposiziona al suo interno la
controcannula e a fissarla con un movimento orario.
Invitarla a pulire la zona circostante la stomia con garze umide.
Mostrarle come applicare una medicazione pulita e sostituire il materiale
di ancoraggio.

182

Assicurare la respirazione

Procedimento tecnico (finalit: Compensare)

Obiettivi didattici
I. Definire che cosa si intende per pulire la cannula tracheale.
2. Identificare gli elementi che compongono la cannula tracheale.
3. Spiegare i principali motivi per cui si esegue la pulizia della cannula e
della controcannula tracheale.
4. Individuare i criteri generali sottesi all' esecuzione della tecnica.
5. Dire quali sono gli atti di supporto specifici che precedono e seguono l'e
secuzione della tecnica.
6. Pulire la controcannula tracheale a una persona utilizzando i princpi
scientifici appresi e nel rispetto della sua dignit.

Definizione e scopi
Per pulire la cannula tracheale si intende la rimozione della controcannu
la al fine di eliminarne le secrezioni, assicurando cos la respirazione della
persona.
Gli scopi principali di questo atto sono:
-

assicurare la respirazione;
prevenire le infezioni;
favorire il benessere della persona;
preparare la persona all'autogestione
la tracheostomia sia permanente).

della cannula (specie nel caso in cui

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Esistono in commercio vari tipi di cannule utilizzate nelle diverse situazioni
(standard, fenestrate, cuffiate) reperibili in quattro principali misure (Tab.
9.1) e diversi materiali. Quella maggiormente usata per l'adulto la sei (6
CFN), quella per il bambino la quattro.
Il tipo maggiormente impiegato, non fenestrato e senza cuffia, costituito
da tre parti: una cannula in materiale plastico provvista di due "ali" con fes
sure laterali, la relativa controcannula e l'introduttore o mandrino (Fig. 9.2
a, b; Fig. 9.3).

Sigla del
prodotto (6)
4 CFN
6 CFN
8 CFN
10CFN

Diametro
esterno
8,5
10,0
12,0
13,0

mm
mm
mm
mm

(26
(30
(36
(39

Fr)
Fr)
Fr)
Fr)

Diametro
interno

Lunghezza

5,0
7,0
8,5
9,0

67
78
84
84

mm
mm
mm
mm

Nota: la lunghezza misurata dal punto di contatto della piastrina orientabile


con la gola del paziente all'estremit distale del tubo, lungo la mediana del
medesimo.

183

mm
mm
mm
mm

Cannula e controcannula in
metallo: si noti la levetta chiusa
(cannula bloccata) (a) e aperta
per consentire l'estrazione e la
pulizia della controcannula (b).

i') Verii nota ("). Si intende la pulizia


della controcannula.

l")

Si fa riferimento al foglio illustrativo del tuho per tr.u hcostomia Shilov", Pfizer Co,

Assicurare la respirazione

Raccorcio di 1S mm

Tappo di otturazione

Diametro della
cannula interna

\(f l
~ 'A '
- - t- -

. .r -""

Atti di supporto
Preparare il seguente materiale disponendolo su un vassoio:
l arcella pulita;
spazzolini di diverso diametro;
garze o compresse in tessuto non tessuto (TNT) IO X IO cm;
guanti rnonouso;
eventualmente, l'occorrente per la medicazione;
forbici;
materiale per l'ancoraggio;
filtro monouso per tracheostomia;
l traversa;

184

Assicurare la respirazione

- l sacchetto per rifiuti.


Identificare la persona
Fornire alla persona alcune informazioni relative ali' atto infermieristico
Isolare la persona e farle assumere la posizione seduta
Lavaggio sociale delle mani
Sistemare la
persona
Riordinare la camera e il
materiale
Lavaggio sociale delle
mani
Procedura
Proteggere gli indumenti della persona con
la traversa.
Sbloccare la controcannula ruotandola leggermente in senso antiorario
(vedi Fig. 9.1).
Estrarre la controcannula tenendo la cannula in
posizione.
Pulire il foro e la superficie esterna della controcannula sotto
l'acqua cor- rente e impiegare lo spazzolino per rimuovere le secrezioni
interne.
Asciugare la controcannula con
delle garze.
Tenerela cannula ferma mentre si riposiziona al suo interno la controcannula.
Fissare la controcannula con un movimento
orario.
Pulire la zona circostante la stomia con garze
umide.
Applicare, se occorre, una medicazione pulita e sostituire il materiale di
ancoraggio della cannula (Fig. 9.4).
I

I
I

Procedimento tecnico (finalit:

Sostituire)

~)'
Obiettivi didattici
I. Definireche cosa si intende per aspirare le secrezioni delle prime vie aeree.
2. Spiegare i motivi principali per cui si esegue l'aspirazione delle
secrezio
ni delle prime vie aeree.
3. Individuare i criteri generali sottesi all'esecuzione della tecnica.
4. Dire quali sono gli atti di supporto specifici che precedono e seguono
l'e
secuzione della tecnica.
5. Aspirare le secrezioni delle prime vie aeree di una persona cosciente uti
lizzando i princpi scientifici appresi e nel rispetto della sua dignit.
Definizione e scopi

Per aspirare le secrezioni delle prime vie aeree si intende rimuovere le


secrezioni localizzate a livello del cavo orofaringeo e delle cavit nasali
medianteuna sonda raccordata ad un aspiratore.
Gli scopi principali di tale atto infermieristico
sono:
- assicurare la perviet delle vie aeree;
- assicurare la respirazione;
- prevenire le infezioni.

185

Assicurare la respirazione

Conoscenze finalizzate alla tecnica

/
/

Il dispositivo di aspirazione formato da una fonte di vuoto portatile o


centralizzata (quest'ultima comunemente detta "a parete" o "a muro"), un
tubo a Y con valvola di controllo, un contenitore infrangibile per la rac
colta del materiale aspirato, un tubo di collegamento di ampio calibro e
con pareti non collassabili, un raccordo e un sondino da aspirazione steri
le scelto valutando la corporatura della persona, Il tubo a Y ha la funzio
ne di agevolare l'interruzione e la ripresa dell'aspirazione agli intervalli
di tempo decisi dall'infermiere, mettendo e togliendo il dito su uno dei
due segmenti della Y. Se non fosse a disposizione il tubo a Y, basta piega
re tra le dita il sondino da aspirazione per ottenere lo stesso risultato.
necessario variare la pressione di aspirazione a seconda della zona:
maggiore a livello del cavo orale per permettere l'asportazione di mate
riale semi solido, inferiore nelle cavit nasali per evitare traumi alle
mucose.
L'aspirazione delle prime vie aeree pu essere eseguita sia su pazienti
coscienti che su persone in coma. In quest'ultimo caso, per aprire la
bocca pu essere necessario iperestendere il capo (Fig. 9.5) e sollevare la
mandibola. Ogni singola aspirazione deve durare non pi di 5-1 () secondi
e la durata totale della manovra non pi di 5-10 minuti, per evitare di sot
trarre troppo ossigeno alla persona.
In caso di deviazione del setto nasale, una narice potr essere ostruita. Si
proceder aspirando dall'altra o dalla cavit orofaringea.

Atti di supporto
Preparare il seguente materiale:
- aspiratore portatile o "a muro";
sondino Nelaton'" sterile monouso;
- guanti in lattice monouso;
soluzione fisiologica;
lubrificante sterile (gelo spray);
I traversa;
- materiale occorrente per Eseguire l'igiene orale (vedi il cap. 4);
- I sacchetto per rifiuti;
Identificare la persona
Fornire alla persona alcune informazioni relative all'atto interrnieristico
Isolare la persona e farle assumere, in base alle sue condizioni, la posi
zione seduta o di sicurezza (vedi pago 188)
Lavaggio sociale delle mani
Sistemare la persona
Riordinare la camera e il materiale
Lavaggio sociale delle mani

Procedura
Proteggere gli indumenti della persona con la traversa.
Indossare i guanti.

186

Assicurare la respirazione

Esempio di due sondini


Neletott" di diverso calibro.

Aprire la confezione del sondino tenendolo all'interno della stessa.


Raccordarlo al tubo dell' aspiratore.
Lubrificare o bagnare il sondino con la soluzione fisiologica.
Accendere l'aspi ratorc,
Stimolare la persona a tossire per favorire la rimozione delle secrezio
nI.

Chiudere il circuito di aspirazione utilizzando il raccordo a Y (o, in sua


mancanza, piegando il Ne/(lfOI7) sino ad occluderne il lume.
Inserire il sondino per 5-10 cm in una narice o nella cavit orale (Fig.
9.7).
Appoggiare il pollice sopra il raccordo a Y del sondino (o raddrizzare
il sondino) e iniziare l'aspirazione ritirando il sondino con movimento
rotatorio.
Risciacquare il sondino nella soluzione fisiologica sterile e ripetere la
manovra nell'altra narice o nella cavit orale fino ad ottenere quanto
desiderato.
Spegnere l'aspiratore al termine della manovra.
Eseguire l'igiene del cavo orale della persona.

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
I. Definire che cosa si intende per far assumere una posizione di sicurezza.
2. Conoscere i due scopi per cui indicato far assumere tale posizione
alla persona.
3. Mettere in posizione di sicurezza una persona.

Definizione e scopi
Perfar assumere una posizione di sicurezza si intende posizionare la perso
na su un fianco con il capo ruotato per permettere l'eventuale fuoriuscita di

187

.
\

Assicurare la respirazione

secrezioni o vomito dalla bocca ed evitare la caduta della lingua sul retrofa
ringe con conseguente impedimento al passaggio dell'aria.
In sintesi, gli scopi prioritari dell'esecuzione
di tale atto sono assicurare la
perviet delle vie aeree ed evitare l'inalazione di secrezioni dall'apparato
respiratorio e di materiale proveniente dal canale digerente.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


La posizione di sicurezza viene fatta assumere in varie situazioni e con
diverse indicazioni, da qui l ' importanza di un' accurata valutazione delle
condizioni della persona. Se, ad esempio, in seguito ad incidente, esiste il
sospetto di un trauma midollare, si dovr evitare ogni spostamento dell'as se
della colonna. Per evitare l'inalazione
si proceder, in questo caso,
inclinando il capo della persona senza spostarlo dal suo asse.

Atti di supporto
Non serve alcun tipo di materiale. Se la posizione dovesse essere mantenuta
per diverso tempo, si suggerisce l'utilizzo di uno o due cuscini.
Identificare, se possibile, la persona
Fornire, se possibile, alla persona o a familiari presenti alcune informa
zioni relative all'atto infermieristico
Mettere la persona in posizione supina. Se a letto, posizionarla lieve
mente decentrata rispetto alla linea mediana del letto (Fig. 9.8).
Lavaggio sociale delle mani

Procedura
Allineare le braccia della persona lungo il corpo.
Accavallare la gamba controlatcrale al fianco sul quale si vuole girare la
persona (vedi il cap. 5).

188

Assicurare la respirazione

Afferrare con le mani (dita unite) la spalla e il bacino della persona facen
dola ruotare verso di s (vedi Fig. 5.23 a pago lO l).
Controllare che il braccio appoggiato sul piano del letto non sia compres
so dal peso del corpo. Eventualmente spostare leggermente la spalla.
Flettere la gamba superiore appoggiandola al letto o al piano d'appoggio
per garantire la stabilit della persona (Fig. 9.9).

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
l. Definire ehe cosa si intende per eseguire la ventilazione manuale con Ambu.
2. Enuneiare l'indicazione principale per intervenire immediatamente eon la
ventilazione eon Ambu su una persona.
l Eseguire un'efficace ventilazione manuale con Ambu sul manichino In
sala di esercitazione e, se si presenta l'occasione, su una persona.

Definizione e scopo
Per eseguirela ventilazione manuale con Amhu si intende praticare l'immis
sione forzata di aria nelle vie aeree di una persona qualora questa non sia in
grado di respirare autonomamente.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Il sistema Ambu costituito da un pallone
maschera da una valvola unidirezionale.
disponibili in varie misure sia sterilizzabili
sono essere di varie misure, devono aderire
standard di 15-22 mm. Si possono trovare
(monouso) o in gomma nera (Fig. 9.10).

autoespansibile collegato ad una


I palloni autoespansibili
sono
che monouso. Le maschere pos
bene al volto ed hanno raccordi
maschere in plastica trasparente

Esempi di maschere per Ambu.

189

Assicurare la respirazione

Se l'esecutore della tecnica inesperto avr difficolt a tenere con una sola
mano la testa e a mantenere contemporaneamente la sublussazione della
mandibola (Fig. 9.11).
La bocca, infatti, tende a chiudersi sotto la maschera. Per evitare che ci
accada, nelle persone in coma si inserisce una cannula orofaringea (cannula
di Mayo) (Fig. 9.12). Durante l'introduzione della cannula di Mayo, in
seguito alla stimolazione che si esercita a livello faringeo, possibile che la
persona abbia conati di vomito.
Per mantenere la maschera ben aderente al viso della persona si pu utiliz
zare questa manovra: premere con il pollice sulla parte superiore (nasale)
della maschera e con l'indice su quella inferiore (verso il mento): usare
medio, anulare e mignolo per tirare il mento in alto e all'indietro.

Atti di supporto
Preparare il seguente materiale:
sistema Ambu;
- guanti monouso:
- cannula di Mayo,
Identificare, se possibile, la persona
Mettere la persona in posizione supina con il capo iperesteso
Sistemare la persona
Riordinare il materiale
Lavaggio sociale delle mani

/
Cannule oroaringce
di Mayo
di tre diverse misure.

190

Assicurare la respirazione

Procedura
Mettersi dietro il capo della persona e posizionare la cannula di Mayo
come segue: aprire la bocca della persona, assicurarsi che non ci siano
secrezioni ed inserire la cannula con la punta rivolta verso la cupola della
cavit orale. Quando la punta della cannula ha oltrepassato l'uvula, ruo
tarla di 180 e farla progredire con delicatezza sino al suo completo inse
rimento (Fig. 9.13) .
Afferrare il sistema Ambu con una mano ed appoggiare la maschera sul
visodella persona in modo da contenere sia la bocca che il naso. impor
tante tenere la maschera in modo che sia ben aderente al viso onde evitare
sfiatamentiquando si insuffla l'aria.
Estendere la testa della persona e comprimere il pallone con l'altra mano
facendoespandere la gabbia toracica (l'osservazione di tale espansione per
mettedi verificare che sia avvenuta una efficace insufflazione) (Fig. 9.14) .
Rilasciare il pallone per permettere un'espirazione passiva completa; al
terminedi questa comprimere nuovamente il pallone, rilasciarlo e ripetere.
0

Procedimento tecnico

(extra finalit)

~.

Obiettivi didattici
l. Definireche cosa si intende per rilevare i caratteri della respirazione.
2. Elencarei caratteri del respiro.
3. Conoscere i fattori che condizionano i caratteri del respiro.
4. Enunciare almeno tre motivi per cui opportuno rilevare i caratteri del
respiro.

191

Assicurare la respirazione

5. Rilevare i caratteri del respiro di una persona con un margine di errore di


un atto al minuto.

Definizione e scopi
Per rilevare caratteri della respirazione si intende apprezzarne la frequenza,
il ritmo e la profondit allo scopo di conoscere le caratteristiche della respi
razione della persona, monitorare la respirazione, valutare la presenza di
eventuali alterazioni del respiro.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Per respirazione o respiro si intende l'atto respiratorio comprendente l'in
spirazione (ingresso di aria nei polmoni) e l'espirazione (passaggio di aria
dai polmoni all'esterno). possibile apprezzare l'atto respiratorio osservan
do il ritmico sollevarsi e abbassarsi del torace della persona; questi due
movimenti toracici corrispondono a un atto respiratorio.
Per frequenza respiratoria si intende il numero di atti respiratori che si
verificano in un minuto. L'adulto sano ha una frequenza respiratoria di
14-20 atti al minuto, il neonato 26-34 e il bambino 20-40 C). La respira
zione normale viene anche chiamata eupnea. Con il termine tachipnea si
indica un aumento della frequenza del respiro; si parla di polipnea quan
do aumentano frequenza e profondit, di bradipnea quando diminuisce la
frequenza e di apnea in assenza di atti respiratori. La frequenza respirato
ria condizionata da molti dei fattori che influiscono anche sulla tempe
ratura e sul polso (vedi il cap. IO). Sia le malattie cardiache che quelle
respiratorie possono causare una variazione nella frequenza degli atti
respi ratori.
L'osservazione della profondit del respiro permette di valutare in modo
indicativo la quantit di aria inspirata (respiro profondo o superficiale). Il
ritmo descrive l'intervallo di tempo che intercorre tra un atto respiratorio e il
successivo; in condizioni fisiologiche tale intervallo costante. Esistono
alcuni tipi di respiro considerati patologici in riferimento al ritmo; tra questi,
ricordiamo il respiro di Biot, di Cheyne-Stokes e di Kussmaul.
La respirazione un atto involontario, ma alcuni dei suoi caratteri
(profondit e frequenza) possono essere modificati volontariamente. Si
suggerisce, pertanto, di valutare tale parametro in concomitanza con altre
rilevazioni o procedure in modo che la persona non se ne accorga.

Atti di supporto
Preparare il seguente materiale:
- orologio con lancetta contasecondi o cronometro.
Identificare la persona
Farle assumere una posizione che permetta di osservare bene il torace

Procedura
Cl Vedi

in particolare

cit., p. 169.

Ortelli

S.,

op.

Osservare e contare gli atti respiratori della persona per un minuto. possi
bile rilevarli anche per 30 secondi e moltiplicare il numero per due. AI ter
mine, registrare il dato sulla documentazione clinica e infermieristica.

192

Assicurare la respirazione

Obiettivi didattici
I. Definire che cosa si intende per insegnare alla persona come rilevare le

caratteristiche della respirazione.


2. Spiegare alla persona cosa si intende per respirazione o respiro.
3. Illustrarle i caratteri del respiro.
4. Fornirle alcune conoscenze sui fattori che condizionano i caratteri del
respiro.
5. Insegnarle a rilevare i caratteri del respiro con un margine di errore di un
atto al minuto.

Definizione e scopi
Per insegnare alla persona come rilevare le caratteristiche della respirazio
ne si intende far apprendere alla persona come rilevare i caratteri della respi
razione allo scopo di monitorarla
alterazioni.

e come rilevare la presenza

di eventuali

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Vedi paragrafo precedente.

Atti di supporto
Invitare la persona a procurarsi un orologio con lancetta contasecondi o
cronometro
Spiegare alla persona qual la posizione che permette di osservare
meglio il torace

Procedura
Spiegare alla persona come contare gli atti respiratori eseguiti per un minu
to, precisandole che anche possibile dimezzare il tempo di rilevazione e
moltiplicare il risultato finale per due.

193

Assicurare la respirazione

Grant H.D., Murray R.H., Bergeron lO., Interventi d'emergenza. Manuale per gli
operatori di autoambulanza e pronto soccorso, McGraw-Hill, Milano, 1992.
Menon c., Rupolo G., Pronto soccorso per Infermieri professionali, Casa Editrice
Ambrosiana, Milano, 1995.
Safar P., Bircher N.G., Rianimarione cardiopolmonare e cerebrale, Raffaello
Cortina Editore, Milano, 1990.
Sasso L., Bonvento C.M., Gagliano c., Scienre infermieristiche generali e cliniche,
McGraw-Hill, Milano, 1997.
Smith A., Duell D., L'assistenza infermieristica. Principi e tecniche, 3" cd .. Edizioni
Sorbona, Milano, 1994.
Sorrentino S.A., Assistenza infennieristica di base: principi e procedure. McGraw
Hill, Milano, 1994.
Spada P.A., Rianimazione respiratoria, in "Scenario", n. 3, 1990, pp. 23-27.

194

Assicurare la respirazione

1. In questo testo per pulizia della


cannula trachea le si intende:
a. La pulizia della cannula.
b. La pulizia della controcannula.
c. Il cambio della cannula con
l'utilizzo del mandrino.
d. La pulizia della cannula e
della controcannula.
(La risposta corretta una sola).

mediante sondino senza avere a


disposizione il tubo a Y.

6. Quale delle seguenti afferma


zioni corretta?
a. Ogni singola aspirazione
tramite sondino delle prime vie
aeree non deve durare pi di
2-4 secondi e tutta la manovra
non pi di 2-4 minuti.

2. Quale delle seguenti afferma


zioni corretta?

b. Ogni singola aspirazione


tramite sondino delle prime
vie aeree non deve durare pi
di 2-4 secondi e tutta la
manovra non pi di 5-10
minuti.

a. Il sistema di ancoraggio della


cannula trachea le serve per
fissare le due "ali" di materiale
plastico alla cannula.
b. Il sistema di ancoraggio della
cannula trachea le serve per
tenerla ferma all'interno della
controcannula.

c. Ogni singola aspirazione


tramite sondino delle prime vie
aeree non deve durare pi di
5-10 secondi e tutta la
manovra non pi di 5-10
minuti.

c. Il sistema di ancoraggio della


cannula tracheale serve per
fissarla al collo della persona.

d. Ogni singola aspirazione


tramite sondino delle prime
vie aeree non deve durare pi
di 5-10 secondi e tutta la
manovra non pi di 2-4
minuti.

d. Il sistema di ancoraggio della


cannula trachea le serve per
evitare di utilizzare ogni volta
il mandrino.

3. La seguente
affermazione
vera o falsa?
indispensabile che la persona
portatrice di cannula trachea le
al proprio domicilio esegua
quotidianamente la pulizia della
cannula e della controcannula,
sostituendo le con altre
debitamente disinfettate.
4. Perch deve essere impiegato
uno scovolino del giusto diame
tro per pulire la controcannula?
5. Spiegare come possibile otte
nere l'interruzione
e la ripresa
dell'aspirazione
delle secrezioni

7. Completare
l'affermazione
seguente:
Gli scopi prioritari dell'esecuzione
dell'atto Far assumere una posi
zione di sicurezza sono: assicura
re la perviet delle vie aeree e

8. La seguente affermazione

vera o falsa?
Non sempre possibile apprezza
re l'atto respiratorio osservando il
ritmico sollevarsi e abbassarsi del
torace della persona in quanto
alcuni caratteri del respiro possono
essere modificati volontariamente.

195

Indicare le principali
variabili riconducibili
ai quat
tro concetti fondamentali
della Disciplina
infermie
ristica utili per raccogliere
i dati sul bisogno di
mantenere la funzione cardiocircolatoria.
" Elencare gli Atti trattati in questo capitolo
curare la funzione cardiocircolatoria .

per assi

Rispondere al bisogno di mantenere


la funzione
cardiocircolatoria della persona con i procedimenti
tecnici descritti in questo capitolo.

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Premessa
In questo capitolo viene trattata la prestazione infermieristica Assicurare la
funzione cardiocircolatoria. Dell'azione Mantenere la temperatura corpo
rea (sostituire). vengono spiegati i seguenti procedimenti tecnici: Applicare
la borsa dell' acqua calda. Applicare la borsa del ghiaccio o ghiaccio sinte
tico e Applicare impacchi caldo-umidi. Al fine di completare l'argomento,
si di seguito descritto il procedimento tecnico Insegnare come utilizzare le
applicazioni di caldo efreddo della finalit guidare.
La scelta di trattare l'atto Effettuare massaggio cardiaco esterno evidente
mente dettata dalla necessit che tutti i professionisti infermieri sappiano
effettuare tale manovra ('). Si sottolinea che in caso di arresto cardiocircola
torio tale procedura associata a Eseguire ventilazione manuale CO/1 Amhu
(cap. 9, par. 9.5).
La trattazione di come rilevare i parametri vitali (pressione arteriosa, fre
quenza cardiaca centrale e periferica, temperatura corporea) facenti parte
dell'azione Monitorare la funzionalit cardiocircolatoria viene descritta in
modo esaustivo, viste la frequenza e l'importanza della rilevazione dei sud
detti parametri in tutte le situazioni assistenziali. Le tre procedure per rile
varli, infatti, sono state descritte separatamente con la finalit guidare nel
l'azione Istruire la persona sulle modalit per mantenere la funzione car
diocircolatoria. in quanto sono ormai molto frequenti le situazioni in cui
necessario rilevare tali parametri da parte di figure non professionali.
Alcune posizioni utilizzate per Favorire la circolazione (sostenere) si trova
no nel capitolo 5.
Numerosi contenuti utilizzabili per Illustrare alla persona ifattori che pos
sono influenzare la funzione cardiocircolatoria (indirizzare) si trovano nelle
conoscenze finalizzate alla tecnica di ogni procedimento tecnico descritto
nel capitolo.

Raccolta dati sul bisogno di mantenere la funzione cardiocircola


toria

('l Si sottolinea
a tale riguardo come
questa procedura sia ormai insegnata in
varie situazioni,
ad esempio nei corsi
per volontari
e nelle scuole medie
superiori.

I dati pi significativi che devono essere rilevati in riferimento al suddetto


bisogno sono riconducibili a variabili biofisiologiche, psicologiche e socio
culturali della persona, come, ad esempio, il suo stadio evolutivo. Il neonato
presenta un 'immaturit fisiologica del centro termoregolatore ed noto
come i valori pressori e cardiaci nel neonato, nel bambino, nell' adolescente
e nell'adulto presentino delle notevoli differenze tra loro. Nel corso delle 24
ore i valori di pressione arteriosa, frequenza cardiaca e temperatura corporea
subiscono variazioni in funzione dei processi biochimici connessi con il
metabolismo (ritmi circadiani). Il soddisfacimento di questo bisogno varia
anche in funzione dell'attivit fisica svolta (tipologia e frequenza) e delle
abitudini personali (composizione quali/quantitativa degli alimenti, tipo di
abbigliamento, fumo).
Le frequenze cardiaca e respiratoria possono essere alterate da particolari
stati emotivi con valenza sia negativa che positiva (eccitamento o depressio
ne, situazioni stressanti, emozioni improvvise e intense, presenza di ansia).
L'ambiente fisico che circonda abitualmente la persona (clima, microclima,

198

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

abitazione, luogo di lavoro) e il suo ambiente sociale e culturale (famiglia,


livello economico, gruppo etnico), sono variabili dalle quali l'infermiere
putrarre dati significativi per conoscere la persona e per identificare questo
bisognodi assistenza infermieristica. Unitamente ad altre abitudini persona
li gi citate, informazioni accurate sul tipo di lavoro svolto dalla persona
possono fornire informazioni interessanti, che possono spiegare alterazioni
organichedell' apparato cardiovascolare.
Alcuni farmaci, quali gli stimolatori dell'attivit tiroidea e terapie ormonali
sostitutive possono determinare l'innalzamento della temperatura corporea.
Altrifarmaci ne determinano la diminuzione; fra questi, troviamo gli antipi
retici,gli antibiotici e gli inibitori dell 'attivit tiroidea.

L'elaborazione di tutti i dati raccolti consente ali 'infermiere di individua


re l'eventuale presenza del bisogno di assistenza infermieristica di man
tenere la funzione cardiocircolatoria e a che livello del continuum auto
nomia-dipendenza la persona si colloca in quel momento.

Obiettivi didattici
l. Definire cosa si intende per applicare la borsa del!"acqua calda. appli
care la borsa del ghiaccio () ghiaccio sintetico. applicare impacchi
caldo-umidi.
2. Spiegare gli scopi dei seguenti procedimenti: applicare la borsa dell'ac
qua calda, applicare la borsa del ghiaccio o ghiaccio sintetico, applicare
impacchi caldo-umidi.
3. Individuare gli effetti fisiologici delle applicazioni di caldo e di freddo.
4. Conoscere l'impiego terapeutico delle applicazioni di caldo e di freddo.
5. Individuare le complicanze delle applicazioni di caldo e di freddo.
6. Elencare i fattori che influenzano gli effetti delle applicazioni di caldo e
di freddo.
7. Individuare le controindicazioni ali 'effettuazione delle seguenti proce
dure: applicare la borsa dell'acqua calda, applicare la borsa del ghiaccio
o ghiaccio sintetico, applicare impacchi caldo-umidi.
8. Indicare i criteri generali relativi all'effettuazione delle seguenti proce
dure: applicare la borsa dell'acqua calda, applicare la borsa del ghiaccio
o ghiaccio sintetico, applicare impacchi caldo-umidi.
9. Individuare i dati principali da considerare prima, durante e dopo le
applicazioni locali di caldo e di freddo.
lO. Elencare gli atti di supporto da attuare prima e dopo l'applicazione della
borsa dell 'acqua calda, della borsa del ghiaccio o ghiaccio sintetico,
degli impacchi caldo-umidi.
Il. Preparare il materiale occorrente per l'applicazione della borsa dell 'ac
qua calda, della borsa del ghiaccio o ghiaccio sintetico, degli impacchi
caldo-umidi.
12. Applicare la borsa dell 'acqua calda, la borsa del ghiaccio o ghiaccio sin
tetico e gli impacchi caldo-umidi.

199

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Procedimento tecnico (finalit:Sostituire)

Definizione e scopo
Per applicare la borsa dell' acqua calda si intende posizionare una fonte di
calore secco, sotto forma di una borsa contenente acqua riscaldata ad una
determinata temperatura, per un periodo di tempo prestabilito su un particola
re distretto corporeo al fine di ottenere gli effetti terapeutici desiderati (').

Conoscenze finalizzate alla tecnica


La borsa dell'acqua calda costituita da un contenitore impermeabile dotato
di una chiusura ermetica per evitare la fuoriuscita dell'acqua.
L'applicazione di una fonte di calore raggiunge il suo massimo effetto loca
le dopo un periodo di tempo compreso tra 20 e 45 minuti: questo l'inter
vallo di tempo in cui si raggiunge il limite massimo di vasodilatazione
(aumento della perfusione periferica e della temperatura) nel distretto cor
poreo interessato. in questo lasso di tempo, infatti, che si ottengono gli
effetti terapeutici voluti.
Se vengono superati i 45 minuti, l'effetto terapeutico pu essere contrastato
dali 'instaurarsi di una vasocostrizione secondaria (effetto secondario del
caldo).
Per ovviare a tale inconveniente, qualora si dovesse continuare la procedura,
sufficiente interporre un intervallo di tempo di circa un' ora tra un' applica
zione e l'altra.
Esistono delle particolari condizioni patologiche che determinano risposte
alterate dell'organismo al calore, sconsigliando di conseguenza l'utilizzo di
borse de Il'acqua calda. Alcuni esempi sono la presenza di alterazioni della
sensibilit, processi infiammatori in atto, aree edematose.

Atti di supporto

e)

Vedi il paragrafo 10.4.

Identificare e preparare la persona facendole assumere o aiutandola ad assu


mere la posizione pi adatta e confortevole in base alla sede di applicazione
Fornire alla persona alcune informazioni relative all 'atto inferrnieristico
Preparare il materiale:
borsa dell'acqua calda (Fig. 10.1);
acqua calda (temperatura di circa 50C; in caso di bambini e anziani, si
consiglia una temperatura di 40 0C);
termometro;
imbuto;
"copri borsa" o telini;
orologio.
Lavaggio sociale delle mani
Sistemare la persona
Riordinare il materiale e l'ambiente
Lavaggio sociale delle mani

200

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Una corretta conservazione della borsa dell'acqua calda prevede il suo


accurato lavaggio con detergente seguito da un'attenta asciugatura (per
l'interno non utilizzare fonti di calore, ma far asciugare all'aria). Prima
di riporla in luogo asciutto, inta1care le superfici interne per evitarne il
collabimento. In caso di necessit la borsa dell'acqua calda pu essere
sottoposta a sterilizzazione con ossido di etilene.

Procedura
Controllare la tenuta della borsa dell'acqua calda verificando che il tappo
sia fornito di guarnizione. Per accertarne ulteriormente la tenuta introdur
re dell'acqua fredda nella borsa e capovolgerla per evidenziare eventuali
perdite dal tappo.
Dopo aver controllato con il termometro la temperatura dell'acqua, riem
pire la borsa per i 2/3 della sua capienza utilizzando l'imbuto.
Se la si riempie completamente, la borsa pu risultare troppo pesante per
la persona e/o poco adattabile alla zona di applicazione.
Espellere tutta l'aria appoggiando la borsa a un piano rigido verticale e
comprimendola lentamente sino a che l'acqua raggiunge l'imboccatura.
Avvitare il tappo e verificare nuovamente la tenuta della borsa capovol
gendola.
Asciugare esternamente la borsa e infilarla nel "copri borsa".
Per "copriborsa" si intende una fodera della stessa misura della borsa,
generalmente in flanella di cotone, che evita il contatto diretto della cute
con la fonte di calore. L'uso di un involucro in stoffa assolutamente
indispensabile al fine di minimizzare il rischio di ustione. In mancanza
di copriborsa, si suggerisce di utilizzare un telino o una federa.

Posizionare la borsa sulla zona e verificare che la persona non avverta


sensazioni quale dolore o bruciore; in tal caso rimuovere la borsa.
Mantenerla in sede per un tempo massimo di 45-60 minuti, interponendo,
se necessario, un intervallo di circa un' ora tra un' applicazione e l'altra.
Togliere la borsa dell'acqua calda e controllare la comparsa di possibili
complicanze (vedi Tab. 10.3).
Registrare sulla documentazione infermieristica l'esecuzione dell'atto e,
in particolare, la durata dell'applicazione, indicando:
- le eventuali sospensioni e/o il rinnovo dell'applicazione della fonte ter
nuca;
- le eventuali complicanze o variazioni significative dello stato della
cute;
- il grado di efficacia dell'applicazione.

201

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Definizione e scopo
Per applicare la borsa del ghiaccio o ghiaccio sintetico si intende posizio
nare una fonte di freddo, sotto forma di una borsa contenente ghiaccio () di
ghiaccio sintetico (freddo chimico istantaneo), per un periodo di tempo pre
stabilito su un particolare distretto corporeo al fine di ottenere gli effetti
terapeutici desiderati C).

Conoscenze finalizzate alla tecnica


La borsa del ghiaccio costituita da un contenitore impermeabile, di forme
diverse a seconda della sede di applicazione, dotato di una chiusura ermetica
per evitare la fuoriuscita dell'acqua (Fig. 10.2).
Il ghiaccio sintetico si trova sotto forma di una borsa in materiale plastico
suddivisa in due compartimenti separati contenenti due sostanze chimiche
che, quando vengono a contatto, sviluppano freddo (Fig. 10.2).
L'applicazione di una fonte di freddo raggiunge il suo massimo effetto loca
le dopo un periodo di tempo compreso tra 30 e 60 minuti: questo l'inter
vallo di tempo in cui si raggiunge il limite massimo di vasocostrizione
(diminuzione della perfusione periferica e della temperatura) nel distretto
corporeo interessato. in questo lasso di tempo, infatti. che si ottengono gli
effetti terapeutici voluti.
Se vengono superati i 60 minuti, l'effetto terapeutico pu essere contrastato
dall' instaurarsi di una vasodilatazione secondaria (effetto secondario del
freddo). Per ovviare a tale inconveniente, qualora si dovesse continuare la
procedura, sufficiente interporre un intervallo di tempo di circa un' ora tra
un' applicazione e l'altra.

(') Vedi il paragrafo

10.4.

202

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Generalmente,l'applicazione di freddo indicata in caso di:


- febbre elevata; in tal caso la fonte di freddo deve essere posizionata all'
in
guinee al collo in corrispondenza dei grossi vasi arteriosi e sul capo;
- presenza di emorragie o loro prevenzione;
- traumatismi.
Esistono delle particolari condizioni patologiche che determinano rispo
ste alterate dell'organismo al freddo, sconsigliando di conseguenza l'uti
lizzo di borse del ghiaccio e ghiaccio sintetico. Alcuni esempi sono: la
presenza di edema, la presenza di alterazioni della sensibilit o disturbi
della circolazione.

Atti di supporto

Identificare e preparare la persona facendole assumere o aiutandola ad


assumere la posizione pi adatta e confortevole in base alla sede di appli
cazione
Fornirealla persona alcune informazioni relative all' atto infermieristico
Preparare il materiale:
borsa del ghiaccio o ghiaccio sintetico;
ghiaccio tritato o in cubetti;
paletta per il ghiaccio;
"copriborsa" o telini;
orologio.
Lavaggiosociale delle mani
Sistemare la persona e riordinare il materiale
Lavaggiosociale delle mani
Una corretta conservazione della borsa del ghiaccio prevede il suo accu
rato lavaggio con detergente seguito da un'attenta asciugatura (per l'in
terno non utilizzare fonti di calore, ma far asciugare all'aria). Prima di
riporla in luogo asciutto, intalcare le superfici interne per evitarne il col
labimento.In caso di necessit, la borsa del ghiaccio pu essere sottopo
sta a sterilizzazione con ossido di etilene.

Procedura
Controllare la tenuta della borsa del ghiaccio verificando che il tappo sia
fornito di guarnizione. Per accertarne ulteriormente la tenuta introdurre
dell'acqua fredda nella borsa e capovolgerla per evidenziare eventuali
perditedal tappo .
Riempire la borsa per i 2/3 della sua capienza con il ghiaccio, meglio se
tritato, utilizzando l'apposita paletta.
Se la si riempie completamente, la borsa pu risultare troppo pesante per
la persona e/o poco adattabile alla zona di applicazione.

203

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Espellere tutta l'aria appoggiando la borsa sopra un piano rigido e torcen


done la parte superiore
Avvitare il tappo e verificare nuovamente la tenuta della borsa capovol
gendola.
Non effettuare la cosiddetta "cacciata dell'aria" dalla borsa del ghiaccio
determina un'alterazione degli effetti desiderati, in quanto l'aria si com
porta da isolante.
Asciugare esternamente la borsa e infilarla nel "copri borsa".
Posizionare la borsa sulla zona e verificare che la persona non avverta
sensazioni quale dolore o freddo intenso; in tal caso rimuovere la borsa.
Mantenerla in sede per un tempo massimo di 60 minuti, interponendo, se
necessario, un intervallo di circa un' ora tra un' applicazione e l'altra.
Togliere la borsa del ghiaccio e controllare la comparsa di possibili com
plicanze (vedi Tab. 10.3).
Registrare sulla documentazione infermieristica l'esecuzione de Il' atto
e, in particolare, la durata de Il'applicazione, indicando:
- le eventuali sospensioni e/o il rinnovo dell'applicazione della fonte ter
mica;
le eventuali complicanze o variazioni significative dello stato della
cute;
il grado di efficacia dell'applicazione.
Borsa del ghiaccio sintetico
La procedura differisce da quanto descritto in precedenza circa la borsa del
ghiaccio solo in relazione alla preparazione del ghiaccio sintetico. Infatti,
affinch si sviluppi il freddo, necessario che le sostanze chimiche, conte
nute nei due diversi scomparti della borsa, vengano a contatto; per questo
sufficiente esercitare una leggera pressione a livello dell'involucro di sepa
razione, determinandone la rottura.
AI termine dell'applicazione, la borsa del ghiaccio sintetico va eliminata, in
quanto monouso.

Definizione e scopo

l'I Vedi il paragrafo 10.4.

Per applicare impacchi caldo-umidi si intende posizionare una fonte di calo


re umido, sotto forma di compresse imbevute di acqua riscaldata ad una
determinata temperatura. L'impacco viene lasciato sul distretto corporeo
interessato per un periodo di tempo prestabilito al fine di ottenere gli effetti
terapeutici desiderati (4). In particolare, lo scopo principale per cui vengono
utilizzati tali impacchi il trattamento della flebite.

204

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Conoscenzefinalizzate alla tecnica


L'applicazione di una fonte di calore umido, a differenza
del calore
secco, raggiunge il suo massimo effetto locale dopo un periodo di tempo
di 20 minuti. La maggiore rapidit nel conseguimento
degli effetti data
dall'associazione del calore con l'umidit, che causa una termodispersio
ne inferiore nella zona di applicazione,
in quanto riduce la traspirazione
cutanea.
In caso di permanenza protratta dell 'impacco sulla sede pu manifestarsi
l'effetto secondario del caldo descritto nel paragrafo 10.1.
Per ovviare a tale inconveniente, qualora si dovesse continuare la procedura,
sufficiente interporre un intervallo di tempo di circa un'ora tra un'applica
zione e l'altra.
Per le eventuali controindicazioni
si rimanda al paragrafo relativo ali 'appli
cazione della borsa dell 'acqua calda (par. 10.1).

Attidi supporto
- Identificare e preparare la persona facendole assumere o aiutandola ad
assumere la posizione pi adatta e confortevole in base alla sede di appli

cazione
-_Fomire alla persona alcune informazioni relative ali 'atto infermieristico
~ Preparare il materiale:
- acqua calda (temperatura di circa 55C; in caso di bambini e anziani si
consiglia una temperatura inferiore);
- termometro;
- garze grandi;
- cerotto;
- catino;
- arcella grande;
- telo impermeabile;
- "copriborsa" o telino;
- borse dell'acqua calda;
- imbuto;
- guanti monouso;
- orologio;
- eventuali pomate o unguenti su prescrizione medica.

Nel caso in cui siano presenti delle lesioni cutanee, l'acqua,


se di garza e i guanti dovranno essere sterili.

le compres

- Preparare l'ambiente
Lavaggio sociale delle mani
Sistemare la persona
Riordinare il materiale (')
Sistemare l'ambiente
Lavaggio sociale delle mani

C') Per la conservazione


della borsa
dell'acqua
calda, vedi il paragrafo
10.1.

205

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Procedura
Indossare i guanti.
Se prescritto, applicare uno strato uniforme di pomata o unguento sulla cute.
Versare l'acqua nel catino e, dopo averne controllato con il termometro la
temperatura, immergervi le garze.
Strizzare le compresse per eliminare l'acqua in eccesso.
Posizionare le compresse sulla zona verificando che la persona non avverta
sensazioni quali dolore o bruciore; in tal caso sospendere l'applicazione.
Avvolgere l'arto (h) con il telo impermeabile.
Tale accorgimento, oltre ad impedire la rapida evaporazione delle com
presse mantenendo l'umidit necessaria, evita che la biancheria del letto
si bagni.
Coprire il telo impermeabile con il telino, fissandolo con del cerotto.
Se possibile, posizionare la/e borsaie de Il'acqua calda sopra
l'impacco per mantenere costante la temperatura.
Al termine del periodo indicato, rimuovere l'impacco e controllare la
comparsa di complicanze.
Registrare sulla documentazione infermieristica l'esecuzione dell' atto e,
in particolare, la durata dell'applicazione, indicando:
- le eventuali sospensioni eia il rinnovo del!' applicazione della fonte
termica;
- le eventuali complicanze o variazioni significative dello stato della cute;
- il grado di efficacia dell 'applicazione.

Procedimento tecnico (finalit: Guidare)

Definizione e scopo
Per insegnare come utilizzare le applicazioni di caldo e freddo si intende for
nire alla persona le informazioni e le conoscenze necessarie al fine di renderla
autonoma nell'uso di tali applicazioni. Queste consistono nell'esposizione di
un distretto corporeo al calore o al freddo, prodotti da fonti fisiche o chimiche.
Gli scopi di tali applicazioni sono riconducibili agli effetti fisiologici e tera
peutici che esse determinano sia a livello locale che generale (Tabb. 10.1 e
10.2). I motivi principali per cui si esegue questo atto sono favorire la guari
gione e alleviare il dolore.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Il freddo e il caldo sono percepiti dall'organismo attraverso la stimolazione

(") Vedi quanto detto a proposito dello


scopo principale della procedura.

dei recettori sensoriali, che a loro volta trasmettono l'impulso ricevuto al


sistema nervoso centrale e periferico. Tali recettori sono dislocati a livello
della cute in modo disomogeneo e vengono suddivisi, in base alla funzione
esplicata, in recettori del freddo, del caldo e del dolore.
Sia i recettori del caldo che quelli del freddo sono in grado di adattarsi alla

206

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

temperatura in seguito a forti stimoli termici; nel caso in cui il caldo o il


freddo siano troppo intensi, l'individuo ha unicamente la percezione dello
stimolo doloroso. Anche la circolazione cutanea influenzata dalle applica
zioni di caldo e freddo.
Gli effetti delle applicazioni di caldo e freddo sono intluenzati da diversi fattori:
-

intensit della temperatura dell'applicazione;


contemporanea applicazione di impacchi umidi;
temperatura cutanea precedente l'applicazione;
durata dell'esposizione;
temperatura ambientale;
integrit della cute e dei tessuti sottostanti;
dimensioni dell' area interessata;
disturbi neurologici e della sensibilit (incapacit di percepire gli stimoli
termici e dolorifici, impossibilit di reagire allo stimolo doloroso, possibi
lit di compiere movimenti involontari che determinano
una variazione
della distanza tra la persona e la fonte termica);
- et (sia i giovani che gli anziani hanno la cute pi sottile; inoltre, le perso
ne anziane hanno una diminuita sensibilit al dolore, mentre i bambini si
adattano con pi difficolt alle variazioni di temperatura);
- caratteristiche di cute e annessi cutanei (le persone bionde e rosse sono
pi sensibili al calore).

Freddo

Caldo
1) Vasodilatazione
i Permeabilit capillare

2)

Metabolismo
4)
Consumo di
ossigeno

locale

3)
4)
5)

del sangue
Flusso ematico
Flusso linfatico
Motilit dei leucociti

6)

2)

3)

5)
6)
7)
8)

i
i

J. Viscosit
i
i
i

1) Vasocostrizione

J. Permeabilit capillare
J. Metabolismo locale
J. Consumo di ossigeno
i Viscosit del sangue
-L Flusso ematico

Effetti fisiologici
delle applicazioni
e di freddo.

di caldo

7) -l- Flusso I i nfatico


8) -- Motil it dei leucociti

i = Aumento
.t = Diminuzione
Freddo

Caldo
1)

J. Dolore

2) J. Tono muscolare
3) i Velocit dei processi riparativi
4) Stimolazione della suppurazione
5) Vasodilatazione
6) J. Congestione profonda

i = Aumento
.t = Diminuzione

l)

.. Dolore

2) j

Tono muscolare

3) -l- Ossigenazione della zona


4) .. Circolazione locale
5) .L Metabol ismo
6) Prevenzione della
formazione di edema
7) .L Crescita batterica

Effetti terapeutici
delle applicazioni

e di freddo.

di caldo

207

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Complicanze delle applicazioni


di caldo e di freddo.

1) Dolore
2) Ustioni

Caldo

3) Formazione di edema
4) Vasocostrizione
5) Macerazione della cute
(in caso di applicazioni
caldo-umide)

Freddo
1) Dolore
2) Formazione di vesc:icole
e/o di soluzione
di continuit della cute
3) Isc:hemia
4) Vasodilatazione
5) Macerazione della cute
(in caso di applicazioni
freddo-u mide)

Nel caso in cui uno o pi dei fattori sopraccitati venga sottovalutato si pos
sono determinare, invece degli effetti terapeutici desiderati, alcune compli
canze (Tab. 10.3).
Per svolgere questo procedimento tecnico opportuno che l'infermiere
favorisca la presenza delle condizioni maggiormente facilitanti la rela
zione con la persona e quindi la comprensione dei contenuti dell'azione
di guida.

Procedura
Informare la persona sugli effetti fisiologici e tcrapeutici delle applica
zioni di caldo e freddo selezionando i contenuti pi adeguati alla sua
situazione.
Insegnare alla persona quali sono gli effetti secondari delle applicazioni
di caldo e freddo.
Informare la persona circa le possibili controindicazioni all'applicazione
di caldo e freddo.
Educare la persona ad eseguire le applicazioni di caldo e freddo.
Mostrarle il materiale necessario per l'applicazione di:
- borsa dell'acqua calda;
- borsa del ghiaccio o ghiaccio sintetico;
- impacchi caldo-umidi;
spiegando la modalit per una corretta conservazione dei presidi impie
gati.
Far vedere alla persona la procedura relativa all'applicazione di:
- borsa dell'acqua calda;
- borsa del ghiaccio o ghiaccio sintetico;
- impacchi caldo-umidi;
Far eseguire alla persona la procedura descritta, al fine di verificarne l'ap
prendimento.
Per la descrizione del materiale e delle singole procedure, si rimanda ai
paragrafi 10.1, 10.2 e 10.3.

208

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Procedimentotecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
l. Definireche cosa si intende per effettuare massaggio cardiaco esterno.
2. Definirnelo scopo e le relative indicazioni.
3. Indicare i criteri generali relativi al massaggio cardiaco esterno.
4. Individuare la sede di effettuazione del massaggio cardiaco
esterno.
5. Elencaregli atti di supporto da attuare in relazione a tale procedura.
6. Effettuare un efficace massaggio cardiaco esterno sul manichino in
sala
esercitazione e, se si presenta l'occasione, su una persona.

Definizionee scopo
Per effettuare massaggio cardiaco esterno si intende eseguire una sequenza
di compressioni ritmiche del torace a livello sternale tali da produrre una
circolazione artificiale alternativa alla spontanea grazie allo svuotamento
dellecavit cardiache.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Il massaggiocardiaco esterno consente il mantenimento di una sufficiente per
fusionedegli organi vitali (cuore, cervello e reni) in caso di situazioni di
emer genza/urgenza.Tale intervento, spesso associato alla rianimazione
polmonare, halo scopo di evitare la sofferenza e/o la morte dei tessuti di questi
organi.
In genere le situazioni di emergenza/urgenza che richiedono l'impiego di
taletecnica sono rappresentate da tutte quelle condizioni che evolvono in un
arresto cardiaco, quali ad esempio la fibrillazione ventricolare, il blocco
dellaconduzione cardiaca, lo shock elettrico.
Per valutare la presenza di arresto cardiaco si deve ricercare la perdita
della coscienza,l'apnea. l'aspetto cadaverico (presenza contemporanea di
cianosi localizzatae pallore) e l'assenza di polso a livello carotideo e/o
femorale (segnopi attendibile e significativo).
Per le sue peculiarit (minima perfusione, elevato rischio di complicanze,
altodispendio energetico da parte dell'infermiere), tale tecnica da conside
rarsi come un intervento sostitutivo di breve durata dell'attivit cardiaca
spontanea.La sua efficacia. comunque. determinata non solo dalla corret
tezzadell'esecuzione (modalit e tempi adeguati), ma anche dalla precocit
dell'intervento (inizio immediato dopo la scomparsa del polso). La modalit
corretta per l'esecuzione di questa tecnica prevede che la perso na sia
adagiata su un piano rigido per ottimizzare l'effetto delle compressio ni.A
seconda delle situazioni. questo pu essere rappresentato dal suolo stra
dale,dal pavimento, da un'asse rigida.
N.B. molto importante verificare che la persona sia adagiata a diretto con
tattocon la superficie rigida per evitare l'inefficacia delle compressioni. Ci
serve,inoltre, ad elevare le scapole per mantenere iperestesa la testa.

209

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

La compressione effettuata sullo sterno deve essere tale da determinare un


polso carotideo e femorale apprezzabile alla palpazione; per tale motivo,
durante il massaggio cardiaco esterno, utile rilevare tale dato costantemente.
La sequenza delle compressioni deve essere regolare, ritmica (uguaglianza
tra il tempo di compressione e di rilasciamento) e senza interruzioni; duran
te il periodo di rilasciamento le mani devono essere mantenute in posizione
senza esercitare alcuna pressione. per non interferire con il ritorno venoso.
Per evitare lesioni o traumi, la tecnica del massaggio cardiaco esterno preve
de l'utilizzo del palmo delle mani.
Le principali lesioni sono rappresentate
da fratture costali, frattura dello
sterno, rottura del fegato, qualora la pressione sia esercitata al di sotto del
processo xifoideo.

Atti di supporto
Poich
l'effettuazione
di questa
tecnica
avviene
In situazioni
d'emergenza/urgenza,
gli atti di supporto sono ridotti rispetto alle altre tec
niche.

Identificare la persona e, dopo aver valutato la presenza dell'arresto car


diorespiratorio, prepararla come segue:
posIzione supma;
dorso appoggiato su di un piano rigido;
gambe sollevate, nel caso in cui sia necessario favorire ulteriormente il
ritorno venoso.
Preparare il materiale:
asse rigido;
guanti (se vi la necessit);
contemporaneamente
necessario reperire il materiale per la rianimazione cardio-polmonare
(defibrillatore, materiale per intubazione e per infu
sione venosa con i relativi farmaci o il carrello dell 'urgenza).
Sistemare la persona (nella maggior parte dei casi ci consiste nel tra
sportare la persona presso il pi vicino pronto soccorso e/o centro di tera
pia intensiva)
Riordinare il materiale
Lavaggio sociale delle mani

Quando la situazione si stabilizzata, possibile fornire alla persona


informazioni relative all' atto infermieristico effettuato.

le

Procedura
Massaggio cardiaco esterno nel!' adulto
Mettersi di fianco alla persona.
Localizzare la sede di esecuzione del massaggio posizionando due dita in
direzione craniale dalla base del processo xifoideo dello sterno (Fig. 10.3 a).
Appoggiare il palmo dell'altra mano sul punto cos individuato (Fig. 10.3 b).
Sovrapporre alla mano gi posizionata il palmo dell'altra mano mante
nendo le dita iperestese (Fig. 10.4).

210

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Iniziare ad effettuare compressioni ritmiche sullo sterno, in modo che


la sua met inferiore si abbassi ogni volta di 4-5 cm (Fig. 10.4),
mantenendo le braccia tese (Fig. 10.5).
Mantenerele braccia tese fondamentale per evitare l'affaticamento del
l'infermiere, in quanto la compressione ottenuta usando il peso del
corpoe non solo la forza delle braccia.
Questaprocedura si effettua spesso per un periodo di tempo prolungato.
Per questo motivo e per garantire l'efficacia del massaggio, in base
all'altezza di chi lo effettua si dovr ricorrere, se possibile, a uno sgabel
lo o addirittura salire sul letto .
Praticare un numero di 80-100 compressioni al minuto (circa due com
pressionial secondo) con un rapporto di tempo uguale tra compressione e
rilasciamento.

211

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Se in contemporanea eseguita anche la rianimazione polmonare, si deve


procedere nel modo seguente:
un infermiere: 15 compressioni sternali alternate a 2 rapide insufflazioni
polmonari;
due infermieri: 5 compressioni sternali alternate a l rapida insuftlazione
polmonare.
Massaggio cardiaco nel bambino
In base a quanto descritto precedentemente, necessario sottolineare che:
la compressione viene effettuata con l'uso di una mano sola in modo da
produrre uno schiacciamento toracico di 2,5-4 cm circa;
la frequenza delle compressioni di 80-1 OO/minuto,come nell 'adulto.
Massaggio cardiaco nel neonato
In base a quanto descritto precedentemente, necessario sottolineare che:
il punto di compressione situato sullo sterno un dito sotto la linea inter
mammaria (Fig. 10.6 a);
la compressione viene effettuata utilizzando due dita della stessa mano
sostenendo il dorso del neonato con l'altra mano posizionata a livello
retroscapolare o circondando il torace con le mani in modo tale da com
primere lo sterno con i pollici (Fig. 10.6 b e c);
lo schiacciamento toracico deve essere di 1-2 cm circa;
la frequenza delle compressioni di 100/minuto.

212

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

~------

Procedimentotecnico (extra finalit)

m:;~~,~{:',;

<

Obiettivi didattici
l. Definirecosa si intende per rilevare la temperatura corporea.
2. Definire lo scopo e le indicazioni relativi della rilevazione della
tempera- tura corporea.
3. Indicare i valori normali e le alterazioni della temperatura corporea.
4. Individuare le sedi di rilevazione della temperatura corporea.
5. Indicare i criteri generali per la rilevazione della temperatura corporea.
6. Elencare gli atti di supporto da attuare prima e dopo la rilevazione
della temperatura corporea.
7. Preparare il materiale occorrente per la rilevazione della temperatura cor
porea.
8.Rilevare la temperatura corporea orale, ascellare/inguinale, rettale e auri
colare.

Definizionee scopo
Perrilevare la temperatura corporea si intende misurare il grado di calore
delcorpo in un dato momento mediante l'utilizzo di appositi strumenti inse
ritiin una cavit corporea o tra due superfici cutanee.
Larilevazionedi tale parametro vitale consente di valutare le alterazioni della
temperaturacorporea e le sue eventuali modificazioni nel tempo.

Conoscenzefinalizzate alla tecnica


Latemperaturacorporea la risultante del!' equilibrio tra i processi di produ
zionee di dispersione del calore (termogenesi e termodispersione). Tali
proces sisonocontrollati dal centro termoregolatore che si trova
nell'ipotalamo. L'uomo in grado di mantenere una temperatura corporea
relativamente costanteindipendentemente dalle variazioni della temperatura
dell'ambien te,poich fa parte delle specie omeotermiche.

213

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

I principali meccanismi di termogenesi sono costituiti dal metabolismo


basale, dall'attivit fisica, dall'azione del sistema simpatico e dall'attivit
tiroidea. Quelli di termodispersione, invece, sono l'irraggiamento, la condu
zione, la convezione e l'evaporazione.
I valori normali della temperatura corporea e i limiti di sopravvivenza
sono riportati nella tabella 10.4.
Il rialzo della temperatura corporea al di sopra dei valori normali
definito febbre e pu essere classificato, in base al valore raggiunto, nel
seguente modo:
37-37,5C
- febbricola
37,5-38C
- febbre leggera
38-38,5C
- febbre moderata
> 38,5 C
febbre elevata
>40C
- iperpiressia

Un 'ulteriore classificazione della febbre si basa sull'osservazione delle sue


variazioni sia nell'arco della giornata che in periodi di tempo pi lunghi.
La diminuzione della temperatura corporea al di sotto dei valori normali
definita ipotermia e pu essere classificata, in base al valore raggiunto, nel
seguente modo:
30-35 C
ipotermia lieve
24-30C
ipotermia moderata
ipotermia marcata < 24C

Temperatura in gradi Celsius.

44

Limite massimo per la sopravvivenza

Febbre/Pi ressi a

Valori normali

Ipotermia

Limite minimo

24

214

per la sopravvivenza

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Strumenti di rilevazione

Lo strumento utilizzato comunemente per la rilevazione della temperatura cor


porea il termometro a mercurio, detto anche clinico o a massima. Gli altri tipi
di termometro esistenti sono i termometri elettronici e i termometri chimici.
I termometri a mercurio sono costituiti da un involucro esterno in vetro
trasparente che presenta a una delle due estremit un bulbo contenente
mercurio. Il bulbo comunica internamente mediante una strozzatura con
un capillare sottovuoto. Sempre all'interno dell'involucro in vetro si trova
una scala in gradi centigradi o Celsius, ottantigrada o Reamur e Fahrenheit
(Tab. 10.5).
A seconda della sede di rilevazione e dell'et del soggetto possibile distin
guere differenti tipi di termometro (Fig. 10.7):

t
e
m
p
i
b
r
e
v
i

termometro pediatrico (Fig. 10.7 a);


termometro per la rilevazione ascellare/inguinale (Fig. 10.7 b);
termometro per la rilevazione orale;
termometro per la rilevazione rettale;
termometro per la rilevazione vaginale.

Il meccanismo di funzionamento del termometro clinico sfrutta il principio


della dilatazione dei corpi a contatto con il calore: il mercurio risale lungo il
capillare fino a raggiungere il livello di dilatazione corrispondente alla tem
peratura corporea della persona. possibile leggere la temperatura in quan
to la strozzatura del capillare impedisce il ritorno del mercurio nel bulbo.
Tra una misurazione e l'altra indispensabile far ritornare il mercurio nel
bulboscuotendo il termometro verso il basso.
I principali vantaggi dei termometro
sono:

a mercurio

basso costo e facile


reperibilit;
- semplicit d'impiego;
- possibilit di sterilizzazione chimica.
I principali svantaggi, invece, sono:
- fragilit;
- tempi lunghi di rilevazione;
- maggior facilit di errori nella lettura rispetto ad altri tipi di termometro.
I termometrielettronici (Fig. 10.7 c) sono generalmente costituiti da:
una
unit
rilevante;
una
batteria;
- sondemonouso diverse a seconda della sede di rilievo (orale, rettale, auricolare)da applicare sul porta-sonda.
I! principio di funzionamento si basa sulla misurazione delle
modificazioni dicaloredella sede di rilevazione attraverso la sonda.
I
principalivantaggi
sono:

d
i
r
i
l
e
v
a
z
i
o
n
e
;

Alcuni tipi di termometri.

215

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

- possibilit di utilizzare sonde monouso;


- maggior precisione nella lettura del valore;
- maggiore precisione nella rilevazione.
Al contrario, tra gli svantaggi sono da citare:
- necessit di mantenere sempre carica la batteria;
- costo elevato.
Il termometro chimico generalmente costituito da una barra in materiale
plastico sulla cui superficie sono disposti dei cristalli liquidi in grado di
modificare il proprio colore in rapporto al calore del corpo con cui entrano
in contatto.
La peculiarit di questo strumento consiste nel fatto di essere monouso e di
permettere una veloce rilevazione (45 secondi).

Gradi

216

Celsius (0C)

Gradi Fahrenheit (

32.0

J_

J_

35,0
36,0
37,0
37,2
37/4
37/6
37/8
38/0
38/2
38,4
38/6
38/8
39/0
39/2
39,4
39/6
39/8
40,0
40/2
40,4
40,6
40/8
41/0

25,0
96,8
98,6
99,0
99/3
99,7
100/1
100,4
100/8
101/2
101/5
102,0
102/2
102/6
102/8
103/3
103,7
104/0
104/4
104,7
105,1
105,4
105/8

J_

J_

100

212

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Sedi di rilevazione
Le sedi di rilevazione della temperatura corporea si dividono in interne ed
esteme. Quando la temperatura viene rilevata tra due pliche cutanee si parla
di rilevazione esterna; quando il termometro viene posto in una cavit (con
tatto con mucose) si parla di rilevazione interna. La temperatura interna
sempre superiore di 0,5 DC rispetto a quella esterna.
La temperatura interna pu essere rilevata per via orale, rettale e vaginale.
Per la rilevazione orale il termometro viene posto nell 'area anteriore sotto
linguale compresa tra il frenulo linguale, la base linguale e il pavimento
orale di destra o di sinistra. Tale sede sconsigliata nelle persone agitate o
in coma, nei bambini e negli anziani per le possibili conseguenze dannose in
caso di rottura del termometro. L'attendibilit del dato raccolto pu essere
diminuita dalla precedente ingestione di liquidi o cibi molto caldi o molto
freddi, dalla presenza di processi tlogistici locali o dalla presenza di abitudi ni
particolari (uso di chewing-gum, fumo).
Per la rilevazione rettale il termometro
viene introdotto nello sfintere
anale. L'abbandono graduale dell'uso di tale sede - specialmente nell'a
dulto - determinato dal disagio e dall'imbarazzo
che pu creare nella
persona. Le controindicazioni
all'uso di tale sede vanno da alterazioni
della mucosa (emorroidi, ragadi, processi tlogistici, esiti di interventi chi
rurgici retta l i o perineali) alla presenza di fecalomi e diarrea. La rileva
zione in questa sede pu essere indicata per confermare un'ipotesi dia
gnostica, come nel caso di appendicite;
da evitare nelle persone che
hanno subito infarto del miocardio, in quanto potrebbe produrre una sti
molazione vagale.
La rilevazione vaginale esclusivamente utilizzata per la misurazione della
temperatura basale al fine di monitorare le fasi del ciclo riproduttivo.
La temperatura esterna pu essere rilevata per via ascellare o inguinale.
La sede ascellare (la punta del termometro viene posta nel cavo ascellare)
quella pi comunemente utilizzata nella realt italiana a causa della sua faci
le accessibilit; inoltre, questa sede, consentendo il rispetto della privacy,
in genere la pi gradita dalla persona. Prima di applicare il termometro
bene accertarsi che non vi siano ostacoli al suo mantenimento
in sede. In
presenza di abbondante sudorazione necessario asciugare la zona prima di
effettuare la rilevazione.
La sede inguinale C) utilizzata raramente in quanto, data la vicinanza alla
zona genitale, provoca imbarazzo alla persona.
Perch la misurazione
-

sia affidabile l'infermiere

deve conoscere:

la procedura di rilevazione corretta;


il motivo della rilevazione;
i dati necessari alla scelta della sede pi opportuna;
i valori di eventuali precedenti rilevazioni;
la concomitante assunzione di farmaci;
lo strumento di rilevazione e le modalit di utilizzo.

Occorre ricordare, inoltre, che la temperatura corporea deve essere rilevata


in condizioni di riposo. La scelta del termometro da utilizzare deve essere

217

Cl Il termometro mantenuto in sede


dalla piega cutanea naturale che si
trova alla radice della coscia.

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

effettuata in relazione alla sede, all'et della persona, alle risorse disponibili,
ai protocolli in vigore presso l'unit operativa. I termometri a mercurio
dovrebbero essere personali e sottoposti a disinfezione/sterilizzazione
alla
dimissione della persona.

Atti di supporto
Preparare il materiale:
termometro;
orologio;
garze;
guanti.
Identificare la persona
Fornire alla persona alcune rnieristico

informazioni

generali relativ

Isolare e posizionare la persona in relazione alla sede di rilevazione (tem


peratura rettale: posizione laterale; temperatura vaginale: posizione dorsa
le; temperatura inguinale: posizione supina)
Lavaggio sociale delle mani
Sistemare la persona
Riordinare la camera e il materiale
Lavaggio sociale delle mani

Procedura
Rilevazione della temperatura orale con il termometro a mercurio
Chiedere alla persona se negli ultimi 15 minuti ha ingerito liquidi o cibi
molto caldi o molto freddi, masticato chewing-gum o fumato.
Verificare che il livello del mercurio nella colonnina sia sotto i 35,5 "C,
Inumidire il termometro con acqua fredda o chiedere alla persona di inu
midirsi le labbra.

In presenza di mucose e labbra secche, questo accorgimento


evita il
rischio che il termometro aderisca alle mucose creando lesioni all'atto
della rimozione.
Posizionare il termometro sotto la lingua della persona.
Chiedere alla persona di chiudere le labbra senza serrare i denti.
Lasciarlo in sede per 3-5 minuti rimanendo
accanto o nello stesso
ambiente della persona.
Rimuovere il termometro facendo aprire la bocca alla persona.
Asciugarlo tamponando con una garza.
Portare davanti agli occhi il termometro ruotandolo fino a rendere agevole
la lettura del valore.
Registrare il dato sulla documentazione clinica ed infermieristica.

218

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Rilevazione della temperatura


mercurio

rettale con il termometro a

Verificare che il livello del mercurio nella colonnina sia sotto i 35,5 "C.
Indossare i guanti.
Inumidire il termometro con acqua fredda.

L'utilizzo di sostanze
valore

n.

lubrificanti

potrebbe

alterare

la rilevazione

del

Divaricare le natiche e visual izzare lo sfintere anale.


Introdurre il termometro per 1-2 cm con movimento rotatorio in direzione
dell'ombelico.
Lasciarlo in sede per 3-5 minuti o mantenerlo in sede nei casi in cui il
soggetto tenda ad espellerlo, sia irrequieto, sia un bambino (").
Rimuoverlo con le stesse precauzioni utilizzate per il posizionamento.
Asportare eventuali tracce di feci tamponando.
Portare davanti agli occhi il termometro ruotandolo fino a rendere agevole
la lettura del valore.
Registrare il dato sulla documentazione clinica ed infermieristica.
La tecnica di rilevazione della temperatura vaginale con termometro a mer
curio sovrapponibile a quanto descritto per la sede di rilevazione prece
dente.
Vista la specificit di tale rilevazione, l'infermiere mette in atto prevalente
mente azioni aventi finalit di indirizzo e guida nei confronti della donna.

Tecnicadi rilevazione della temperatura ascellare con termometro a


mercurio

Verificare che il livello del mercurio nella colonnina sia sotto i 35,5 "C.
Visualizzare il cavo ascellare della persona spostando eventuali indumenti.
Asciugare l'eventuale sudore presente tamponando con una garza.
Collocare il bulbo del termometro al centro del cavo ascellare.
Far abbassare il braccio chiedendo alla persona di ripiegare l'avambraccio
sul torace.
Chiedere alla persona di mantenere questa posizione per l'intera durata della
rilevazione (nel caso in cui la persona non sia in grado di farlo o qualora si
tratti di un bambino, sar l'operatore ad assicurarne il mantenimento).
Lasciare in sede il termometro per 7-10 minuti.
Rimuovere il termometro dopo aver sollevato il braccio della persona.
Asciugarlo tamponando con una garza.
Portare davanti agli occhi il termometro ruotandolo fino a rendere agevole
la lettura del valore.
Registrare il dato sulla documentazione clinica ed infermieristica.

Tecnicadi rilevazione della temperatura inguinale con termometro a


mercurio
Verificare che iI livello del mercurio nella colonnina sia sotto i 35,5 "C.
Visualizzare la piega inguinale.
Asciugare l'eventuale sudore tamponando con una garza.

219

(') In letteratura
possibile
trovare
l'indicazione
all'uso di sostanze luhri
iicanti. Se si dovesse ritenere neccss.i
rio tale accorgimento,
occorre veri ii
care che il luhriiicante
non alteri la
conduzione del calore; sono senz'al
tro da evitare
1<) v.t s oli na e a l tr i
unguenti,

C') f'l'r quanto riguarda la rilevazionr


della temperatura corporea nel neonato
si rimanda a: Ortelli S., tvunodotoni.:
intrrrnierist
Milano,

ic e applicata,

1997, p. 124.

M.;lSSCH),

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

o
o

o
o

o
o

Posizionare il termometro tra le pliche inguinali.


Accavallare l'arto omolaterale alla piega inguinale in cui posizionato il
termometro su quello controlaterale, aiutando la persona a mantenere tale
posizione se non in grado di farlo da sola.
Lasciare in sede per 7-10 minuti.
Rimuovere il termometro dopo aver riportato nella posizione di partenza
l ' arto della persona.
Asciugarlo tamponando con una garza.
Portare davanti agli occhi il termometro ruotandolo fino a rendere agevole
la lettura del valore.
Registrare il dato sulla documentazione clinica ed infermieristica.

Le tecniche di rilevazione della temperatura orale, rettale, ascellare ed ingui


naie con termometri elettronici sono sovrapponibili a quelle con il termome
tro a mercurio.
Le differenze evidenziabili sono esclusivamente a carico del funzionamento
dello strumento.

Procedura
o

o
o

o
o

Inserire una sonda monouso sul portasonda senza toccare la porzione ter
minale (per evitarne la contaminazione).
Posizionare la sonda nella sede di rilevazione utilizzata.
Mantenerla in posizione sino a quando lo strumento non segnala il termi
ne della rilevazione (segnale sonoro, segnale visivo con luce fissa o lam
peggiante, ecc.).
Rimuovere la sonda e leggere il valore sul display.
Registrare il dato sulla documentazione clinica ed infermieristica.

Procedimento tecnico (finalit: Guidare)

Definizione e scopo
Per insegnare come rilevare la temperatura corporea si intende fornire alla
persona informazioni e conoscenze al fine di renderla autonoma nella misu
razione della temperatura. L'acquisizione di tale competenza consente alla
persona di richiedere in modo mirato l'intervento di professionisti.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


In base al motivo per cui la persona deve rilevare la temperatura corporea,
sar indicato il momento o i momenti della giornata nei quali effettuare la
rilevazione.
Se la temperatura rilevata superiore ai 38C, utile suggerire alla persona

220

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

- in attesa di indicazioni mediche - alcune semplici misure da adottare per


migliorare il suo benessere. Fra queste si ricorda l'assunzione di bevande
calde, l'apporto di coperte, l'applicazione di borse dell'acqua calda nella
fase del brivido; l'introduzione abbondante di liquidi, un abbigliamento che
consenta la traspirazione, l'effettuazione di spugnature fredde e l'applica
zione di fonti di freddo nella fase dell' acme febbrile.
Per quanto concerne le conoscenze relative alla febbre, alle scale di misura
zione, agli strumenti di rilevazione e alle sedi, si rimanda alle conoscenze
finalizzate alla tecnica del paragrafo
10.6, relativo ali 'azione di
sostituzione rilevarela temperatura corporea.
Per i contenuti delle informazioni che possibile fornire alla persona si
rimandaanche alla raccolta dati sul bisogno in apertura del capitolo.
Per svolgere questo procedimento tecnico opportuno che l'infermiere
favoriscala presenza delle condizioni maggiormente facilitanti la relazione
con la persona e quindi la comprensione dei contenuti dell'azione di guida.

Procedura
I

Insegnare alla persona a riconoscere alcuni segni e sintomi che indicano


la necessit di rilevare la temperatura (ad esempio: brivido, pallore o ros
sore, sudorazione profusa, tachicardia, cefalea, fotofobia).
In presenza di brivido, spiegare di rilevare la temperatura al termine del
tremore.

Far vedere alla persona il materiale necessario per la rilevazione della


temperatura corporea interna ed esterna (termometro a mercurio, termo
metro elettronico) unitamente al suo utilizzo.
Scegliere con la persona la sede corporea di rilevazione pi idonea al
caso
(orale, rettale, ascellare o inguinale) .
Spiegare alla persona la procedura relativa alla
rilevazione.
I

Procedimentotecnico
finalit)

(extra

Obiettivi didattici
I. Definirecosa si intende per rilevare lafrequenza cardiaca o polso arterioso.
2. Definirelo scopo e le indicazioni della rilevazione del polso arterioso.
3. Identificare le sedi di rilevazione del polso arterioso.
4. Descriverei caratteri del polso arterioso e le sue principali
alterazioni.
5. Individuare i criteri generali per rilevare il polso arterioso.
6. Elencare gli atti di supporto da attuare prima e dopo la rilevazione del
polso arterioso.

221

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Neonato

100/120
battiti/m i n.

Bambino

80/100
battiti/min.

Adulto

60-80
battiti/min.

Valori normali della frequenza


cardiaca.

7. Preparare il materiale occorrente per l'esecuzione


co di rilevazione del polso.
S. Rilevare il polso arterioso centrale e periferico.

del procedimento

tecni

Definizione e scopo
Per rilevare la frequenza cardiaca si intende effettuare il riscontro del nume
ro dei battiti cardiaci in una sede centrale o periferica in un minuto. La rileva
zione di tale parametro vitale - chiamato comunemente polso arterioso permette di valutare l'attivit cardiocircolatoria della persona evidenziandone
possibili variazioni lispetto ai valori considerati normali (Tab. 10.6).

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Il polso arterioso determinato dalla dilatazione elastica delle arterie causa
ta dal passaggio dell'onda sfigmica o pressoria nelle stesse, corrispondente
alla sistole cardiaca.
Per la rilevazione del polso arterioso pu essere utilizzato il metodo palpato
rio (percezione delle pulsazioni a livello delle arterie periferiche) e/o quello
ascoltatorio (percezione attraverso il fonendoscopio delle pulsazioni cardia
che a livello del cuore)
Affinch la misurazione sia affidabile, oltre all 'impiego di una tecnica di
rilevazione corretta, necessario considerare alcune condizioni nelle quali si
potrebbe trovare la persona (stati emotivi particolari, digestione in corso,
riposo).
opportuno, inoltre, conoscere la motivazione della rilevazione, i dati delle
rilevazioni precedenti, eventuali farmaci assunti (digitale, antiaritmici).
I caratteri del polso sono la frequenza, il ritmo, l'ampiezza, la tensione e la
celerit.
Lafrequenza il numero dei battiti percepiti nell 'unit di tempo (I minuto).
Il ritmo la modalit con la quale si succedono le pulsazioni; si valuta con
frontando il tempo che intercorre tra un battito e l'altro.
L'ampiezza indica l'entit dell'espansione delle pareti dell'arteria e dipende
dalla gettata cardiaca (polso ampio o grande, piccolo, filiforme).
La tensione rappresentata dalla forza che l'infermiere deve esercitare sul
l'arteria per apprezzare il battito ed influenzata dalle caratteristiche delle
pareti dell'arteria e dalla pressione arteriosa (polso teso, polso molle).
La celerit. infine, rappresentata dalla velocit di espansione dell'arteria
(polso celere, polso tardo).
Le principali alterazioni della frequenza sono: la tachicardia (numero di bat
titi superiore a 80 al minuto) e la bradicardia (numero di battiti inferiore a
60 al minuto).
Le principali alterazioni del ritmo cardiaco sono: l'aritmia sinusale, che si
considera una condizione fisiologica (pi frequente nei bambini e nei giova
ni) e che connessa con gli atti respiratori; la fibrillazione atriale, che una
situazione nella quale partono numerosi stimoli elettrici dal tessuto atriale
che determinano un'irregolare contrazione dei ventricoli; lextrasistolia,
che
la comparsa di un battito prematuro di origine atriale o ventricolare segui
to da una pausa compensatoria.

222

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Larilevazionedel polso in persone con aritmia o che assumono farmaci per


l'apparatocardiocircolatorio deve durare un intero minuto.
Le aritmie,cos come altre anomalie del polso (polso bigemino, polso trigemi
no),possonoessere rilevate con precisione solo mediante elettrocardiogramma.
Sedi di rilevazione
Perla rilevazione del polso periferico sono utilizzate le sedi corporee in
cui learteriedecorrono superficialmente su un piano osseo (Fig. 10.8).
A partiredal capo le sedi di rilevazione sono:
testae
collo:
- arteria temporale, palpabile nella zona compresa tra l'orecchio e l'at
taccaturadei capelli al di sopra dello zigomo;
- arteria carotide interna, palpabile nella zona compresa tra la trachea
ed il margine superiore del muscolo sternocleidomastoideo. la sede
d'elezione nelle situazioni d'urgenza, in quanto facilmente accessibile
e rilevabile anche nei casi in cui la gettata cardiaca bassa; una eccessi
va compressione con conseguente stimolazione dei gIorni carotidei pu
determinare un' alterazione del ritmo cardiaco (dalla bradicardia all'ar
restocardiocircolatorio);

artisuperiori:
- arteria omerale o brachiale, palpabile a livello della faccia interna del
bicipite. Non sempre facilmente reperibile;
- arteria radiale, palpabile lungo il radio nella parte interna del polso, alla
basedel pollice (processo stiloideo) la sede pi comunemente utilizzata;
artiinferiori:
- arteria femorale, di grosso calibro, palpabile a livello inguinale.
Talvolta la rilevazione in questa sede resa difficoltosa dalla presenza
eccessivadi adipe;
- arteria poplitea, palpabile nel cavo popliteo a ginocchio lievemente
flesso;
- arteria tibiale posteriore, palpabile dietro il malleolo mediano.
- arteria pedidia, palpabile sul dorso del piede nella zona compresa tra il
primo e il secondo metatarso. Essendo un'arteria di piccolo calibro,
necessario palparla con delicatezza per evitarne l' obliterazione; inoltre,
non sempre apprezzabile.
Perla rilevazione del polso centrale (polso apicale) necessario l'uso del
fonendoscopio(Fig. 10.9 a) da posizionare sulla linea emicIaveare di sini
straa livello del quinto spazio intercostale. Mediante l'auscultazione, oltre
allarilevazione della frequenza e del ritmo cardiaco, possibile anche senti
rei toni cardiaci.
da citare, infine, anche l'arteria aorta, apprezzabile, in diversi soggetti, a
livelloaddominale
.
Per la rilevazione della frequenza cardiaca occorre tenere presenti alcuni
criterigenerali, il primo dei quali che la persona deve trovarsi in condizio
ne di riposo. L'infermiere deve sapere che durante la procedura la sua
pre senzapu determinare un 'alterazione della frequenza cardiaca.
essenziale,

223

1) Temporale;
2) carotide interna;
3) omerale;
4) radiale;
5) femorale;
6) poplitea;
7) tibiale posteriore;
8) pedidia.

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

a) Fonendoscopio;
b) sfigmomanometro.

quindi, non manifestare fretta, preoccupazione e usare in modo appropriato


il linguaggio non verbale.
Per la rilevazione del polso periferico vengono utilizzati i polpastrelli di
indice, medio e anulare (non utilizzato il pollice in quanto la presenza di
un'arteriola potrebbe confondere l'infermiere).
L'unit di tempo normalmente considerata per l'espressione della frequenza
cardiaca il minuto. Se il polso non presenta alterazioni, la rilevazione pu
durare 30 secondi, moltiplicando poi per due il valore della frequenza car
diaca ottenuto. Si procede alla rilevazione del polso centrale in caso di rile
vazione periferica difficoltosa (ad es., aritmie, polso filiforme).

Atti di supporto
Preparare il materiale:
- orologio con lancetta dei secondi;
fonendoscopio.
Identificare la persona
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Isolare e sistemare la persona in posizione di riposo (supina o seduta)
Lavaggio sociale delle mani
Sistemare la persona
Riordinare la camera e il materiale
Lavaggio sociale delle mani

Procedura
Rilevazione del polso periferico
Palpare l'arteria periferica scelta per la rilevazione con i polpastrelli di
indice, medio e anulare.
Localizzata con sicurezza l'arteria, iniziare a valutare i caratteri del polso
per un minuto o una sua frazione (30 secondi).

224

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Iniziare contando le pulsazioni (frequenza). La prima pulsazione dall'ini


zio del conteggio corrisponde al numero zero per evitare che la prima pul
sazione al termine del minuto venga contata due volte.
Apprezzare poi la regolarit (ritmo); nel caso di extrasistoli, rilevarne il
numero:
- rilevare se ampio o filiforme (ampiezza);
- rilevare se teso o molle (tensione);
- rilevare se celere o tardo (celerit).
In caso di dubbio, ripetere la rilevazione.
Registrare il dato sulla documentazione clinica ed infermieristica.

Rilevazionedel polso centrale (o apicale) (''')


o
o

o
o

Riscaldare la membrana del fonendoscopio nel palmo della mano.


Appoggiare il fonendoscopio a livello del quinto spazio intercostale
l'emiclaveare sinistra.
Valutare la frequenza e il ritmo per almeno un minuto.
Registrare il dato sulla documentazione clinica ed infermieristica.

sul

Procedimentotecnico (finalit: Guidare)

Definizione e scopo
Per insegnare come rilevare la jrequenza cardiaca si intende fornire alla
persona le informazioni e le conoscenze atte a renderla autonoma nella rile
vazione di questo parametro. L'acquisizione di tale competenza consente di
richiedere in modo mirato l'intervento di professionisti, specie in caso di
assunzione di terapie specifiche o altre indicazioni (ad es., nella persona
portatrice di pace-maker).

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Per quanto concerne le conoscenze relative alle sedi di rilevazione, ai meto
di di rilevazione e ai criteri generali si rimanda al paragrafo relativo all'azio
ne di sostituzione rilevare la frequenza cardiaca.
L'infermiere, in ogni caso, sceglier in base alla persona alla quale dovr
insegnare la procedura quali conoscenze trasmettere. Fra le situazioni pi
frequenti si ricordano quelle in cui la presenza di febbre con sudorazione
profusa o un abbondante diarrea o ripetuti episodi di vomito possono deter
minare alterazioni del ritmo e della frequenza cardiaca a causa dello squili
brio idroelettrolitico che si viene ad instaurare.
Per svolgere questo procedimento tecnico opportuno che l'infermiere
favorisca la presenza delle condizioni maggiormente facilitanti la relazione
con la persona e quindi la comprensione dei contenuti dell' azione di guida.

225

(''') Nel neonato si effettua questa


modalit di rilevazione della frequen
za cardiaca. Vedi Ortelli S., op. cit.,
p. 125.

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Procedura
Informare la persona sugli effetti dei farmaci che sta assumendo sulla atti
vit cardiaca.
Insegnare alla persona a riconoscere la alterazioni del ritmo e della fre
quenza cardiaca per essere in grado di valutare la necessit della rilevazio
ne (ad es., palpitazioni o lievi alterazioni dello stato di coscienza).
Scegliere con la persona la sede corporea di rilevazione pi adatta al suo
caso.
Spiegare alla persona la procedura relativa alla rilevazione del polso peri
ferico o centrale.

Procedimento tecnico (extra finalit)

Obiettivi didattici
l.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.

Definire che cosa si intende per rilevare la pressione arteriosa.


Spiegare lo scopo e le indicazioni per cui si rileva la pressione arteriosa.
Definire cosa si intende per pressione sistolica, diastolica o differenziale.
Enunciare i valori normali della pressione arteriosa nelle diverse et.
Individuare i criteri generali per rilevare la pressione arteriosa.
Elencare i metodi di rilevazione della pressione arteriosa.
Individuare i possibili errori di rilevazione della pressione arteriosa.
Elencare gli atti di supporto da attuare prima e dopo la rilevazione della
pressione arteriosa.
9. Preparare il materiale occorrente per la rilevazione della pressione arte
riosa.
IO. Rilevare la pressione arteriosa a una persona sia con metodo ascoltatorio
che palpatorio.

Definizione e scopo
Per rilevare la pressione arteriosa si intende effettuare la misurazione dei
valori pressori corrispondenti alla sistole e alla diastole cardiaca. L'unit di
misura in cui viene espresso tale dato sono i millimetri di mercurio
(mmHg). Lo scopo della rilevazione quello di evidenziare eventuali varia
zioni in riferimento ai parametri normali.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


La pressione arteriosa (P.A.) la misura della forza esercitata dal sangue con
tro la parete arteriosa. Essa determinata dalla gettata cardiaca e dalle resi
stenze periferiche vascolari e subisce l'influsso di altri fattori, quali il volume
di sangue circolante, la viscosit del sangue, l'elasticit delle pareti arteriose.
La P.A. si distingue in pressione sistolica o massima e pressione diastolica
o minima. La prima corrisponde alla pressione con cui il ventricolo sinistro
spinge il sangue nell'arteria aorta durante la sistole. La seconda corrisponde
alla pressione presente durante la diastole cardiaca ed espressione delle

226

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Pressione sistolica
(mmHg)

Pressione diastolica
(mmHg)

70
80

45
45
65
65
65

Neonato
0-6 mesi
1-3 anni
4-7 anni
8-9 anni
10 anni
11-14 anni

95
95
105
110
115

70
70

resistenzevascolari periferiche. La pressione differenziale la differenza tra


la pressione sistolica e la pressione diastolica e fornisce informazioni sul
l'attivit di pompa del muscolo cardiaco.
Convenzionalmente i valori pressori ritenuti normali in un adulto corrispon
donoa:
pressione sistolica o massima;
- 100-140mmHg pressione diastolica o minima.
- 70-90 mmHg
Nell'adulto, per ipertensione si intende un valore pressorio superiore a 150
mmHgper la massima e a 100 mmHg, per la minima; per ipotensione, inve
ce, si intende un valore pressorio inferiore a 100 mmHg per la massima.
Nelpassaggio dalla posizione supina alla posizione ortostatica si pu verifi
care una diminuzione transitoria della pressione, denominata ipotensione
ortostatica.
Metodie strumenti di rilevazione
Una prima distinzione per quanto riguarda i metodi di rilevazione tra
metodocruento e metodo incruento o indiretto.
Il metodo cruento consente di visualizzare direttamente su un monitor i
valoripressori della persona rilevati attraverso l'inserzione in un' arteria di
unacannula collegata ad un trasduttore di pressione. L'uso di tale metodo
quasi esclusivamente limitato ai centri di terapia intensiva e quindi non
vienetrattato in questo testo.
Il metodo incruento o indiretto ampiamente utilizzato nella pratica quoti
diana,sia nelle strutture ospedaliere che a domicilio, poich non invasivo e
disemplice attuazione.
Lo strumento utilizzato per tale rilevazione lo sfigmomanometro (vedi Fig.
10.9 b). I due tipi pi conosciuti sono quello ad aria (anaeroide o a orologio o
diRecklinghausen),composto da un bracciale regolabile, collegato a un mano
metro.Ad un tubo inserito nel bracciale collegata una pompetta munita di
valvolache consente di regolare il gonfiaggio della cuffia interna al manicotto.
Lo sfigmomanometro a mercurio o di Riva Rocci anch'esso costituito da
un bracciale o manicotto regolabile in materiale inestensibile. Esso contiene
una cuffia gonfiabile ed collegato a un dispositivo su cui fissata una
colonninagraduata in cui si trova del mercurio. Il Riva Rocci disponibile
nelmodello a muro o portatile (Fig. 10.10).

227

Valori pressori medi in


riferimento all'et.

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Per una rilevazione corretta della pressione arteriosa importante che il


dispositivo a orologio sia ben visibile e la colonnina di mercurio sia all'al
tezza degli occhi di chi rileva il dato. Se i manometri anaeroidi sono preferi
ti perch pi comodi e maneggevoli e si possono usare in qualsiasi posizio
ne della persona, dalle ricerche condotte gli apparecchi Riva Rocci, forni
scono rilevazioni pi precise.
Come si vede nella figura 10.9 a, l'altro strumento utilizzato per la rileva
zione della P.A. il fonendoscopio. Esso costituito da un tubo in gomma
connesso ad un raccordo ad Y in metallo. Alle due estremit della Y sono
presenti due olivette in plastica da inserire nel condotto uditivo esterno del
rilevatore; all'altro capo si trova un dispositivo generalmente metallico
munito di membrana.
Il principio su cui si basa la rilevazione dei valori pressori si riferisce alla
compressione dell'arteria di un arto - mediante la cuffia gonfiabile interna
al bracciale - con aria.
I valori pressori sono evidenziabili principalmente attraverso il metodo pal
patorio e il metodo ascoltatorio. Il primo consente di rilevare solo la pressio
ne massima e non utilizza il fonendoscopio ma la palpazione dell'arteria
radiale; il secondo consente di rilevare sia la pressione massima che quella
minima, grazie all' auscultazione tramite il fonendoscopio dei toni di
Korotkoff a livello dell'arteria compressa, in genere quella omerale.
Affinch la misurazione sia affidabile necessario che alcuni criteri venga
no salvaguardati:
le dimensioni del manicotto gonfiabile dello sfigmomanometro devono
essere adeguate al braccio della persona; per un adulto l'altezza media
deve essere di 12-14 cm. Manicotti pi piccoli vengono usati per bam
bini e neonati, manicotti pi grandi per persone obese o per la rileva-

228

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

zione della P.A. agli arti inferiori. La larghezza del manicotto dovrebbe
essere del 20% maggiore rispetto al diametro dell' estremit su cui si
usa;
- la rilevazione della P.A. deve essere effettuata in condizioni di riposo;
la persona deve essere coricata o seduta con il braccio disteso ed
appoggiato su di un piano a livello del cuore, salvo diversa prescrizione
del medico;
- non sufficiente liberare il braccio dagli indumenti ma necessario veri
ficare che la manica del pigiama o della camicia, quando viene arrotolata
per la rilevazione, non stringa il braccio (effetto laccio). utile conoscere
i valori pressori precedenti, eventual i terapie specifiche in corso e il moti
vo della rilevazione.

Atti di supporto
Preparare il materiale:
- sfigmomanometro;
- fonendoscopio.
Identificare la persona
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Posizionare o far assumere alla persona la posizione pi idonea e comoda
in base alle sue condizioni
Lavaggio sociale delle mani
Sistemare la persona
Riordinare il materiale
Lavaggio sociale delle mani

,--

Risultati
erroneamente alti

Manicotto
di dimensioni non
adeguate(stretto)
! Rilevazionedopo:
il pasto,aver
fumato, uno sforzo
fisico,ecc.
; Personaagitata
Sgonfiamento
troppo lento
i del manicotto
, Colonninadi
mercurio(Riva
Rocci)non
posizionataa livello
dello sguardo
dell'osservatore
i

Risultati
erroneamente bassi

Risultati erroneamente
alti o bassi

Manicotto
di dimensioni
non adeguate (largo)
Braccio della
persona
sopra
il livello del cuore
Toni di Korotkoff
non percepibili
Fonendoscopio mal
posizionato
sull'arteria brachiale
Colonnina
di mercurio
(Riva Rocci)
non posizionata a
livello dello sguardo
dell'osservatore

Calibratura non corretta


dell' apparecchio
Materiale difettoso
Tecnica di rilevazione
non corretta

229

I principali errori
che si possonoverificare
nella misurazione
della pressionearteriosa.

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Procedura
Metodo ascoltatorio
Scoprire il braccio della persona, avendo cura che gli indumenti non crei
no "l'effetto laccio".
Posizionare il manicotto sul braccio della persona circa 3 cm al di sopra
della regione cubitale del gomito, con il centro della cuffia gonfiabile
sopra l'arteria brachiale.
Palpare l'arteria brachiale a livello della fossa cubitale del gomito e
appoggiarvi la membrana del fonendoscopio (tale membrana non risulta
quindi inserita sotto il bracciale).
Chiudere la valvola dello sfigmomanometro e gonfiare il bracciale sino a
quando la pressione di quest'ultimo superiore a quella del sangue nel
l'arteria.
La pressione di gonfiaggio del manicotto deve essere superiore di circa
30 mmHg rispetto al valore consueto della pressione sistolica della per
sona. La pressione, quindi, deve essere tale da non rendere pi apprezza
bile il polso arterioso.
Aprire la valvola e sgonfiare lentamente
il bracciale (circa 2
mmHg/secondo ).
Quando compare il primo battito (primo tono di Korotkoff), leggere il
corrispondente valore sul manometro: tale valore corrisponde alla pres
sione sistolica o massima. Continuare a sgonfiare gradatamente il braccia
le fino a quando i battiti non scompaiono: il valore corrispondente ali 'ulti
mo battito percepito rappresenta la pressione diastolica o minima.
Prima di scomparire del tutto, i toni di Korotkoff diminuiscono di inten
sit. In letteratura generalmente si ritiene che il valore della pressione
diastolica corrisponda all'ultimo tono precedente il cambio di intensit.
Sgonfiare completamente il manicotto prima di rimuoverlo o, se necessa
rio, effettuare di nuovo la rilevazione.
In tal caso non ripompare aria senza avere sgonfiato completamente il
manicotto.
In caso di errore o dubbio nel corso della rilevazione bene non ripetere
la procedura sullo stesso braccio pi di due volte.
Registrare il dato sulla documentazione clinica ed infermieristica.
Metodo palpatorio
Scoprire il braccio della persona, avendo cura che gli indumenti non crei
no "l'effetto laccio".
Posizionare il manicotto sul braccio della persona circa 3 cm al di sopra
della regione cubitale del gomito, con il centro della cuffia gonfiabile
sopra l'arteria brachiale.

230

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Palparel'arteria radiale a livello dell' articolazione del polso.


Chiudere la valvola dello sfigmomanometro e gonfiare il bracciale
sino a quando la pressione di quest'ultimo superiore a quella del
sangue nel l'arteria.
La pressione di gonfiaggio del manicotto deve essere superiore di circa
30 mmHg rispetto al valore consueto della pressione sistolica della per
sona.La pressione deve quindi essere tale da non rendere pi apprezza
bileil polso arterioso.
Aprire la valvola e sgonfiare lentamente il bracciale (circa 2
mmHg/secondo).
Quando si percepisce alla palpazione il primo battito leggere il
corrispon dentevalore sul manometro: tale valore corrisponde alla
pressione sistoli ca o massima.
Sgonfiarecompletamente il manicotto prima di rimuoverlo o, se necessa
rio, effettuare di nuovo la rilevazione.
In tal caso non ripompare aria senza avere sgonfiato completamente il
manicotto.
In caso di errore o dubbio nel corso della rilevazione bene non ripetere
la procedura sullo stesso braccio pi di due volte.
Registrareil dato sulla documentazione clinica ed infermieristica.

Procedimento tecnico (finalit: Guidare)

Definizionee scopo
Per insegnare come rilevare la pressione arteriosa si intende fornire alla
personale informazioni e conoscenze atte a renderla autonoma nella misu
razionedi questo parametro vitale.
L'acquisizione di tale competenza consente di richiedere in modo mirato
l'intervento di professionisti, specie in caso di rilevazioni frequenti nell'arco
dellagiornata e protratte nel tempo (persone ipertese).

Conoscenze finalizzate alla tecnica


utile che la persona sia informata delle caratteristiche dei farmaci che sta
assumendoe su alcuni loro effetti collaterali (ad es., farmaci antipertensivi,
diureticie vasodilatatori). La persona, inoltre, deve sapere che la disidrata
zionepu provocare una diminuzione dei valori pressori, che una dieta iper
sodica pu causare un'aumento di tali valori e che alcune situazioni di squi
librioormonale possono provocare variazioni dei valori normali della P.A.
Per quanto concerne le conoscenze circa i metodi di rilevazione e i criteri
generali, si rimanda al paragrafo relativo all'azione di sostituzione rilevare
lapressione arteriosa.

231

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

Per svolgere questo procedimento tecnico opportuno che l'infermiere


favorisca la presenza delle condizioni maggiormente facilitanti la relazione
con la persona e quindi la comprensione dei contenuti dell'azione di guida.

Procedura
Insegnare alla persona a riconoscere i segni e i sintomi rivelatori di episo
di ipotensivi e/o ipertensivi per essere in grado di valutare la necessit
della rilevazione (ad es., acufeni, fosfeni, vertigine, sudorazione profusa,
obnubilamento del sensorio, cefalea, epistassi).
Spiegare alla persona l'utilizzo dello sfigmomanometro e del fonendo
scopio.
Suggerire alla persona di acquistare sfigmomanometro e fonendoscopio
separati, che garantiscono una maggior accuratezza nella rilevazione.
Far rilevare alla persona la P.A. in nostra presenza, verificando la corret
tezza delle manovre effettuate e del dato ottenuto.

Bertazzoni G., Medicina e Chirurgia d' Urgenza e Terapia Intensiva, Masson,


Milano, 1997.
Chiesa I., Clementi L., D'Alessandri E., Pascoli M., Tecniche lnfermieristiche di
Base, 2a ed., Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 1992.
Devoto G., Oli G.C., Il Dizionario della Lingua Italiana, Le Monnier, Firenze, 1990.
Fiocca S., Fondamenti di Anatomia e Fisiologia Umana, 2" ed., Sorbona, Milano,
1990.
Grant H.D., Murray R.H. lR, Bergeron l.D., Interventi d'Emergenza Manuale per
gli Operatori di Auroambulanza e Pronto Soccorso, S" ed., McGraw-Hill,
Milano, 1992.
Ortelli S., Metodologia Infermieristica Applicata, Masson, Milano, 1997.
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Raffaello Cortina editore, Milano, 1990.
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Sorrentino S.A., Assistenza lnfermieristica di Base: Principi e Procedure, 3" ed.,
McGraw-Hill, Milano, 1994.

232

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

SCHEDADI VALUTAZIONE DEGLI ATTI DI SUPPORTO PERI PROCEDIMENTI TECNICI


ANNO DI CORSO

STUDENTE

_ A.A.

ESEGUEIL LAVAGGIO DELLEMANI

1.

SOCIALE
1. apreil rubinetto PRIMAdi iniziare il lavaggio
Q
2. bagnale mani PRIMAdi iniziare la procedura
Q
3. prendeil DETERGENTE
Q
Q
4. lavaSISTEMATICAMENTEDALLA mano ALL'avambraccio
5. mantieneil contatto con il detergentePERALMENO 1 MINUT O Q
6. asciugaTAMPONANDO DALLA mano ALL'avambraccio
Q
Q
7. chiude il rubinetto SENZACONTAMINARE le mani

ANTISEDICO
1. apre il rubinetto PRIMAdi iniziare il lavaggio
2. bagna le mani PRIMAdi iniziare la procedura
3. prende l'ANTISETIICO
4. lava SISTEMATICAMENTEDALLA mano ALL'avambraccio
5. mantiene il contatto con il detergentePERALMENO 1
MINUTO
6.
asciugaTAMPONANDO DALLA mano ALL'avambraccio
7. chiude il rubinetto SENZACONTAMINARE le mani

Q
Q
Q

Q
Q
Q
Q

VALUTAZIONE
PREPARAIL MATERIALE OCCORRENTE PERIL PROCEDIMENTO TECNICO

2.

PER DISINFEZIONE
1. tampone/garzaADEGUATO
2. antisettico

SPECIFICO PER IL PROCEDIMENTO


vedi schedadella procedura

VALUTAZIONE

(NESSUN

Q
Q

Q
Q
Q

PER SMAL TIMENTO RIFIUTI


1. contenitore per rifiuti comuni
Q
D
2. contenitore per:
materiale acuminato
Q materiale contaminato
Q
materiale in vetro
Q

(FINO A 2

(SE C Q OPPURE Pi DI 2 Q NEI PUNTI A, B, D)

NEI PUNTI A, B, D)

PREPARALA PERSONA

r-:;i

TECNICO

Q)

PER PROTEGGERE LA PERSONA E/O


L'OPERATORE
1. guanti ADEGUATI
2. copricapo
3. telino ADEGUATO

3.

IDENTIFICA LA PERSONA

FA ASSUMERE LA POSIZIONE CORREDA


E PROTEGGE LA PERSONA (s.o.)

c
IL._

INFORMA LA PERSONA SULLA SEQUENZA


DEGLI ADI RIGUARDANTI LA PROCEDURA

MANTIENE L'INTIMIT

VALUTAZIONE

..

RIORDINA IL MATERIALE UTILIZZATO

14:

L.

VALUTAZIONE
VALUTAZIONE:

0000=
OTTIMO OOOG= BUONO OOOQ= DISCRETO OOQG= Pi CHE SUFF.
OOQQ= SUFFICIENTE OGQQ= QUASI SUFF. OQQQ= INSUFF. QQQQ= GRAVEMENTE INSUFF.
FIRMA DELL'OSSE RVA TORE
FIRMA DELLO STU DENTE

_
DATA

233

Assicurare la funzione cardiocircolatoria

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEL PROCEDIMENTO TECNICO:


rilevare la pressione arteriosa
STUDENTE

ANNO

DI CORSO

AA

PREPARA IL MATERIALE SPECIFICO PER IL PROCEDIMENTO TECNICO

1.

l. sfigmomanometro
2. fonendoscopio

VALUTAZIONE

2.
l.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.

PROCEDURA
scopre il braccio della persona
posiziona il manicotto circa 3 cm al di sopra della regione cubitale del gomito
palpa l'arteria brachiale a livello della fossa cubitale del gomito e vi appoggia la membrana del fonendoscopio
chiude la valvola dello sfigmomanometro
gonfia il bracciale sino a quando non sente pulsare l'arteria
apre la valvola e sgonfia lentamente il bracciale
legge il valore della pressionesistolica in corrispondenza del 10 battito percepito
legge il valore della pressionediastolica in corrispondenza dell'ultimo battito percepito
sgonfia completamente il manicotto prima di rimuoverlo

G
G

G
G

G
G

VALUTAZIONE

3.

VALUTAZIONE

GLOBALE DELLA PERFORMANCE

G
G

Conoscenza della procedura


Sicurezza nell'esecuzione
Abilit nell'esecuzione
Atteggiamento verso la persona
VALUTAZIONE

G
G

(NESSUNG o FINO A 1

gGG

= OTIIMO

(UN G OPPUREPi DI 2 G)

(FINOA 2G)

S))

VALUTAZIONE DEl PROCEDIMENTO TECNICO:


ggG
DISCRETO
g GG SUFFICIENTE
INSUFFICIENTE
GGG GRAVEMENTE INSUFFICIENTE

ggG = BUONO
QUASI SUFFICIENTE
GGG/GGG

ggg

G
G
G
G

FI RMA DELL'OSSERVATORE

FI RMA DELLO STU DENTE

DATA

VALUTAZIONE GLOBALE (ATI I DI SUPPORTO + PROCEDIMENTO TECNICO):


FI RMA DELL'OSSERVATORE

FI RMA DELLO STU DENTE

DATA

234

Indicare le principali variabili riconducibili


ai quat
tro concetti fondamentali
della Disciplina infermie
ristica utili per raccogliere i dati sul bisogno di pro
cedure terapeutiche.
Elencare gli Atti trattati
in questo capitolo
per
applicare le procedure terapeutiche con riferimen to
al continuum autonomia-dipendenza.

Rispondere al bisogno di procedure terapeutiche


della persona con i procedimenti tecnici descritti
in questo capitolo.

Applicare le procedure ierepeutiche

Premessa
In questo capitolo viene trattata la prestazione infermieristica Applicare le
terapeutiche. La complessit degli argomenti trattati, legata alla
variet di metodiche e di materiali che possibile impiegare e alla loro con
tinua evoluzione, ha richiesto una particolare organizzazione dei contenuti
sia delle Conoscenze finalizzate alla tecnica che delle Procedure.
Non era possibile spiegare l'esecuzione della terapia senza inserire nell'esposi
zione delle procedure la descrizione del materiale via via impiegato e delle sue
modalit di utilizzo. Cos si inserita la descrizione delle parti di una siringa
nel paragrafo 11.5 dal titolo Far assumere le sostanze terapeutiche per via sot
tocutanea, prima procedura relativa alla terapia parcnterale. Le modalit di
aspirazione di farmaci da fiale e flaconi sono state invece inserite nel paragrafo
procedure

11.6 Far assumere sostanze terapeutiche per via intramuscolare.

Per garantire una maggior completezza e chiarezza si a volte scelto di spie


gare pi di una procedura all'interno dello stesso atto. Ad esempio, in
Controllare i cateteri venosi centrali si sono distinte le seguenti procedure:
modalit di infusione di soluzioni con i diversi tipi di catetere venoso centra
le, modalit di esecuzione delle medicazioni, modalit di esecuzione dei pre
lievi ematici. Nelle Conoscenze finalizzate alla tecnica, inoltre. sono state
spiegate le modalit di controllo della perviet dci cateteri venosi centrali e il
monitoraggio dei segni di infezione.
All'interno della finalit sostituire si effettuata una scelta di quali procedi
menti tecnici spiegare in un testo di tecniche di base, rimandando ad altra
trattazione quelli riferiti ad atti legati a situazioni specialistiche o applicati
poco frequentemente ('). Sempre nella finalit sostituire sono stati trattati
tutti gli atti appartenenti all'azione Somministrare sostanze terapeutiche.
Dell' azione Introdurre do mantenere la funzionalit di sonde. cateteri, dre
naggi sono stati trattati gli atti: Controllare i drenaggi, Introdurre e control
lare i cateteri venosi periferici, Controllare i cateteri venosi centrali.
Gli altri procedimenti tecnici o conoscenze riferite a Introdurre e
controllare sonda retta le, Introdurre e controllare sonda stomale e Introdurre
e control lare catetere vescica le sono riportate nei capitoli 6 e 7 di
questo testo. Dell' azione Esegui re fasciature e medicazioni (con impiego di
fa nnoci) sono stati trattati gli atti: Effettuare fasciature, Medicare ferite
sento drenaggio, Medicareferite
con drenaggio.
Insieme all'azione Favorire l'assunzione di sostanze te rapeutiche (sostene
re) composta dall' atto Preparare le sostanze terapeutiche per lautosommi
nistrazlone, stato trattato - per affinit di argomento - il procedimento
tecnico relativo a Insegnare ad ottenere il dosaggio delle sostanze terapeuti
che appartenente all'azione Istruire la persona nella gestione della terapia
(finalit guidare). Di quest' ultima azione stato trattato l'atto Insegnare le
modalit di utilizzo dei materiali e dei presidi sanitari: non essendo possibi
Eseguirela
dielis, Mantenere e/o rimuovere i
presidi ortopedici, Eseguire pressote
rapia e agli atti Rimuovere i punti di
sutura, Introdurre e controllare sonda
vaginale ed Eseguire il lavaggio
vesci cale continuo.
(') Ci si riferisce

alle azioni

le per ovvi motivi esaurire la descrizione dell'utilizzo di tutti i materiali e


presdi sanitari esistenti, ci si riferiti a titolo esemplificativo a procedimenti
tecnici gi trattati nel medesimo capitolo e di pi frequente utilizzo. Per
quanto riguarda l'atto Indicare le modalit di conservazione delle sostanze
terapeutiche, si rimanda alle Conoscenze generali finalizzate alla tecnica
all'inizio di questo capitolo.

236

Applicare le procedure terapeutiche

Raccolta dati sul bisogno di procedure terapeutiche


Il bisogno di procedure terapeutiche, cos come quello di procedure
diagno stiche (cap. 12), nasce quando la persona va incontro a delle
modificazioni organichecausate da variabili quali l'insorgere di una malattia,
il manifestar si di eventi fisiologici in situazioni particolari (ad es., il parto
in ospedale, l'ultima fase della vita in istituzioni), l'accadere di situazioni
di emergenza e/odi fatti traumatici.
InApplicare le procedure terapeutiche ritroviamo la peculiarit delle presta
zioni infermieristiche denominate "ad autonomia limitata" ove il risultato
della prestazione garantito da decisioni prese da diversi professionisti;
l'interdipendenza quindi media o medio-alta. La responsabilit dell'infer
miere sul risultato quindi parziale, mentre vi responsabilit totale sulla
specificaazione infermieristica che ha portato al risultato ('),
Premesso che qualsiasi procedura terapeutica presuppone una prescrizione
medica, l'infermiere, oltre ad avere la totale responsabilit sull' attuazione
delleazioni, deve essere in grado di affrontarne l'elevato grado di comples
sit. Tale complessit non data unicamente dal livello di abilit manuale,
che potrebbe evidenziare solo l'aspetto esecutivo, ma comprende approfon
ditee integrate conoscenze teoriche che coinvolgono anche la sfera psicomo
toria (coordinamento, osservazione, comunicazione).
Unacorretta valutazione della persona prima della somministrazione di una
terapiaorale, nella gestione di un catetere venoso periferico o centrale, nella
sceltadi sedi di iniezione, sono solo alcuni fattori esemplificativi che inter
vengononell' influenzare il risultato di una terapia e nell' evitare la comparsa
dialcuni fastidiosi quanto evitabili problemi collaterali.
Inoltre,anche nella risposta a questo bisogno di assistenza infermieristica
necessariotenere presenti le sue tre dimensioni.
Frale variabili biofisiologiche si ricorda ancora una volta l'et della persona.
Si possono incontrare le stesse difficolt nel far assumere un cucchiaio di
sciroppoad una persona anziana con problemi di deglutizione o a un bambi
no spaventato dali' improvvisa ospedalizzazione. Il differente metabolismo,
acceleratonel bambino e rallentato nell' anziano, intluenza direttamente l'as
sorbimento e l'eliminazione dei farmaci e conseguentemente l'importanza
della precisione dei loro dosaggi. Oltre all'et, a volte necessario, per
determinarein modo rigoroso il dosaggio dei farmaci, calcolare la superficie
corporeao determinare il peso della persona (ad es., per chemioterapie, nei
bambini).Deve essere valutata, inoltre, la capacit della persona di eseguire
movimenti fini e di apprendere le modalit per preparare ed assumere la
terapia.Ad esempio, per dosare o aspirare delle soluzioni farmaceutiche.
La capacit di apprendere ci introduce nelle variabili psicologiche che
com prendonoanche la volont di assumere le terapie prescritte e la fiducia
nella possibilitdi ottenerne un beneficio, strettamente legata alle persone che
pre scrivonoo gestiscono il programma terapeutico e che somministrano i
farmaci.
doveroso, infine, ricordare che alcune credenze, valori, convinzioni, stili
di
vitaanche connessi all'appartenenza etnica, determinano la scelta del curan
te e quindi le terapie. Precedenti esperienze in ambito sanitario possono
notevolmente influenzare sia la prosecuzione di una terapia in corso che
l'accettazione di un nuovo farmaco o trattamento medico-chirurgico.

237

(") Cantarelli M., li Modello delle


Prestazioni lntcrmicrisnctie, Masson,
Milano, 1996, p. 113.

Applicare le procedure terapeutiche

Le variabili sopra citate saranno comunque riprese in modo mirato in ogni


procedimento tecnico dipendentemente dall' argomento specifico trattato.
L'elaborazione di tutti i dati raccolti consente all' infermiere di individua
re l'eventuale presenza del bisogno di assistenza infermieristica di proce
dure terapeutiche e a che livello del continuum autonomia-dipendenza la
persona si colloca in quel momento.

Obiettivi didattici
l. Esplicitare la peculiarit della prestazione infermieristica Applicare le
procedure terapeutiche in termini di autonomia e responsabilit.
2. Evidenziare il tipo di responsabilit infermieristica nelle azioni di questa
prestazione infermieristica.
3. Definire il termine "terapia" e lo scopo delle procedure terapeutiche.
4. Indicare alcune norme generali riguardanti la conservazione dei farmaci.
5. Descrivere alcune tipologie di modulistica utilizzabili per la trasmissione
scritta delle informazioni riguardanti la terapia.
6. Calcolare senza margine di errore il dosaggio desiderato di un farmaco
per le diverse vie di somministrazione.
7. Enunciare i criteri generali che garantiscono la corretta somministrazione
della terapia: prima, durante e dopo l'attuazione della procedura.

Definizione e scopo
La terapia l'introduzione di farmaci nell'organismo attraverso la via enterale e
parenterale. Per convenzione si intende con "via enterale", la somministrazione
di farmaci attraverso il tratto gastrointestinale, con "via parenterale" la sommi
nistrazione di farmaci attraverso una via diversa da quella gastrointestinale.
Lo scopo di una procedura terapeutica quello di portare all'interno dell'or
ganismo una sostanza curativa attraverso le diverse vie utilizzabili affinch
possa agire e dare il risultato terapeutico desiderato.
La terapia farmacologica si basa sulla somministrazione di princpi attivi che
agiscono con diversi meccanismi sul sintomo e/o sulla causa della malattia;
tali principi attivi sono in genere addizionati a eccipienti che ne modificano
le caratteristiche organolettiche, rendendoli il pi gradevoli possibile alla
persona e favorendone l'assorbimento e la distribuzione nell'organismo.
Perch sia efficace, il farmaco viene somministrato in dosi adeguate e idonee
a raggiungere determinate concentrazioni nel sangue e nei tessuti. Tali con
centrazioni devono essere mantenute costanti nelle 24 ore ricorrendo, se
necessario, a pi somministrazioni nel corso della giornata.

Conoscenze generali finalizzate alla tecnica


Norme generali di conservazione dei farmaci
Un luogo dove riporre e conservare i farmaci pu trovarsi in diversi ambienti
quali il domicilio della persona, l'ambulatorio, il reparto di degenza. Le
norme di conservazione dei farmaci che verranno descritte sono valide per

238

Applicare le procedure terapeutiche

qualunque situazione. In questa sede verr riservata particolare attenzione


alla gestione di un armadio farmaci in ambiente sanitario.
L'armadio utilizzato deve essere riservato esclusivamente ai farmaci, preve
dendo una sede separata per la conservazione di presidi, materiale diagnosti
co, disinfettanti c altre sostanze; deve inoltre trovarsi in un luogo accessibile
solo agli operatori.
I farmaci devono essere mantenuti nelle loro confezioni originali, suddivisi
per via di sornrninistrazione in ordine alfabetico; possibile anche
conserva re i farmaci ordinati per gruppi terapcutici, anche se tale sistema
ritenuto meno funzionale.
opportuno evitare giacenze di materiali prevedendo una periodica pulizia
degli armadi, durante la quale venga effettuato il controllo delle scadenze dei
farmaci. Se la scadenza non indicata, si deve considerare un periodo di vali
dit di cinque anni a partire dalla data di preparazione impressa sulla confe
zione. Per i farmaci galenici C) il periodo di validit ridotto LI tre anni.
Alcuni farmaci come l'insulina, i sieri e alcuni chemioterapici vanno conser
vati in frigorifero a una temperatura compresa tra 0 e
4C.
Le sostanze stupefacenti e psicotrope vanno conservate a parte. in uno
spazio o contenitore munito di serratura. Su un apposito registro
(registro
di carico/scarico stupefacenti) viene annotata e firmata la loro
fornitura al repar to. AI momento della somrninistrazione si trascrivono: il
nome del farmaco con il suo dosaggio, la persona a cui viene somministrato,
l'indicazione di chi lo ha prescritto. la firma dell' infermiere che ha effettuato
la terapia.
I farmaci possono subire delle alterazioni dovute a luce, aria, temperatura e
umi dit. Per questo alcuni vengono conservati in recipienti di vetro scuro,
mentre altri in contenitori dotati di una chiusura ermetica per impedire che
l'ossigeno dell'aria ne ossidi i composti chimici. L'umidit agisce soprattutto sui
farmaci in forma solida, mentre alcuni farmaci vanno conservati in
frigorifero come gi sopraspecitcato.
Controlli generali da effettuare prima della somministraiione de/farmaco

Vengonoqui indicati alcuni controlli generali da effettuare al fine di elimina


re o ridurre al minimo la possibilit di insorgenza di errori nella sommini
strazione della terapia. Questi comprendono:
- la registrazione della prescrizione;
- la regola delle 6
G.
Per registrazione della prescrizione si intende la necessit di avere una
pre scrizione medica scritta reperibile nella cartella clinica e/o nella
cartella infermieristica C). Nella prescrizione di un farmaco devono
comparire sette elementi che garantiscono un'adeguata completezza di
informazioni rispetto a ci che si sta somministrando e alla persona a cui lo
si somministra:
I) il nome della persona;
2)
la
data
di
prescrizione;
3) il nome
del
farmaco;
4) il dosaggio;
5)
la
via
di

s
o
m
m
i
n
i
s
t
r
a
z
i
o
n
e
;
6
)

l
a
f
r
e
q
u
e
n
z
a
d
i
a
s
s
u
n
z
i
o
n
e
;
7
)
l
a

firma di chi ha ordinato la terapia.

239

('I I farmaci galcnici sono quelli pre


parati dal Iarrn.icisra su ricetta mcdi
ca. In ambito ospcdaliero la prepara
z io nr- di alcuni prodotti (pomate,
unguenti, sciroppi, collutori) (' rcspon
SJhilitJ diretta del f~lfmacist;l.
Cl)

importante
riscrv.ur-un.l.
p.irtir.ola re attenzione ;1
questo
aspetto. soprnt tutto riguardo ,1:
cliffic"ltJ ,I leggerl' gli elementi di una
prcsc.rizionc, dubbio su un dosaggio
prescritto
()
sull.i
vi"
di
somministrnziono,
mancato ;lggiorn
.l. mento clelia prescrizione. In Glsi
simili bene vcrific.re personalmenteIcl pre scrizione con il nll'dico.

Applicare le procedure terepeutiche

La "regola delle 6 G" consiste in una serie di passi che l'infermiere deve
percorrere ad ogni somministrazione di una terapia a tutela della sua corret
tezza. Essi consistono nel verificare che siano indicati:
1) II giusto farmaco: confrontare la prescrizione medica con la scheda della
terapia, conoscere l'azione del farmaco, il dosaggio e la via di sommini
strazione, gli effetti collaterali, eventuali incompatibilit con altri farmaci.
2) La giusta persona: controllare il nome della persona e il numero del letto
con quello scritto sulla scheda di terapia; se possibile, chiedere alla per
sona il proprio nome e cognome.
3) Il giusto orario: questo fattore controllabile nel momento in cui si deci
de la ripartizione della dose terapeutica giornaliera. Spesso il medico pre
scrive quante volte al giorno somministrare il farmaco, l'infermiere dovr
poi stabilire gli orari corretti al fine di mantenere un suo costante livello
ematico nelle 24 ore.
4) La giusta via di somministrazione: ogni farmaco pu avere pi vie di som
ministrazione che occorre conoscere. Alcuni preparati possono essere som
ministrati per una sola via, ad esempio quella endovenosa, per altri occorre
cambiare il tipo di solvente a seconda della via di somministrazione.
5) La giusta dose: sempre bene verificare la correttezza del dosaggio calco
lato con un altro collega (sistema del doppio controllo) soprattutto se si
tratta di farmaci particolarmente attivi come possono essere l'eparina,
l'insulina, gli antiblastici. Durante il calcolo del dosaggio del farmaco
occorre mantenere la concentrazione evitando di conversare o di distrarsi.
Esistono alcuni accorgimenti allo scopo di evitare errori nel dosaggio:
- usare il misurino proprio di ciascun farmaco nel caso di soluzioni e cal
colare il dosaggio tenendolo all'altezza degli occhi (Fig. 11.1);
- usare la siringa specifica per il preparato da iniettare (ad es., insulina);
- usare un contenitore piccolo o un cucchiaio per la somministrazione di
piccole quantit di farmaco (ad es., gocce; anche in questo caso tenere il
contagocce all'altezza degli occhi).
6) La giusta registrazione: registrare l'avvenuta somministrazione sulla
scheda della terapia con la firma dell'infermiere.

rrc..

l 1.1

240

Applicare le procedure terapeutiche

Devo praticare 150 mg di vancomicina a un bimbo; nel flaconcino ho a


disposizione 1000 mg in 10 mi di solvente. Quanti mi devo aspirare?
necessario impostare la seguente proporzione:
1000 mg : 10 mi = 150 mg : x
150 X 10
= 1,5 mi
1000

Devo quindi prelevare 1,5 mi di soluzione.


Una fiala di cloruro di potassio (KCI) contiene 10 mEq di questo sale
per millilitro. Quanti mEq di KCI contiene una fiala di mi IO?
necessario impostare la seguente proporzione:
10 mEq : 1 mi = x: 10 mi

= 10

mEq X 10 mi = 100 mEq

La soluzione fisiologica un preparato allo 0,9'Xl.

Quanti grammi di cloruro di sodio sono contenuti in 100 mi di solu


zione?
B) Quanti grammi di cloruro di sodio sono contenuti in 250 mi di solu
zione?

A)

Al 0,9 g di cloruro di sodio in 100 mi di acqua bidistillata per prepara


zioni iniettabili.
B) necessario impostare la seguente proporzione: 0,9 : 100 = x : 250.
x = 250 X 0,9 = 2 25

100

Allostesso risultato possibile arrivare utilizzando altre formule, ad esem


pio impostando la seguente moltiplicazione: 0,9 X 2,5 = 2,25
In 250 mi di soluzione fisiologica sono quindi contenuti 2,25 g di
cloruro di sodio.
Trasmissione scritta delle informazioni

11

Esempi di calcolo del dosaggio di un farmaco

x =

CAPITOLO

riguardanti la terapia

I moduli o schede di trascrizione della terapia possono variare dipendente


mente dalle esigenze dell'ambito operativo, dal tipo di terapia
somministra ta, dai controlli richiesti, dalla quantit e qualit della terapia
stessa, dalla frequenza di somministrazione.
Indipendentemente da questi fattori, ogni modulo o scheda deve riportare
almeno i seguenti dati:

['

CAPITOto

REPARTO
FOGLIO N
PRESC
RIZIONI

..

l'!

Applicare le procedure terapeutiche

LETTO N

,
, LUNEDI
MARTEDI

COGNOME E NOME
MERCOL
ED

,
,
GIOVEDI
VENERDI
DOMENICA

SABATO

dal. ........... al. ........... 8 12 1618 20 24 8 1216 1820 24 8 12 1618 20 24 8 12 1618 20 24 8 12 1618 202 8
12 161820 24 8 12 1618[2024
SIGLA I.P.

w
z
>
O
o

~
7
:

C
~
f
)
~
c
c

c
-

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.
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O
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.
:
c
c
,

'
c
n
'
'
"

"
"

~
>
-

la

via di

sornrn
inistra
zione:
- il tempo di sornministrazione se occorre specificarlo;
lo spazio per la registrazione dell'avvenuta

sornrninistrazionc:
- la firma/sigla di chi ha somministrato

il farmaco.

Nella figura 11.2 viene riportato a titolo esemplificativo


un modello di sche
d
a
d
e
l
l
a
t
e
r
a
p
i
a
.
Senza voler intervenire in questa sede nel dibattito
attualmente in corso sulla soppressione del D.P.R. n.
225 del 14 marzo 1974 (noto come "rnan sionario"
dell'infermiere),
ci pare che il miglior criterio
per dirimere eventuali problernatiche in merito alla
sornrninistrazione della terapia o a decisioni su
quando somministrare
quella prescritta "al
bisogno" o "se occorre", sia partire dalla realt.
Alcune variabili da considerare per que sta
valutazione sono: la presenza di protocolli
terapeutici, l'approvazione
di circolari interne all'organizzazione,
la conoscenza
della normativa per ambiti operativi particolari (ad
es., riguardante
gli interventi d'urgenza con persone
in pericolo di vita), le competenze specifiche di chi
prescrive
e di chi somministra
la terapia, la correttezza
professionale
dei singoli operatori.

2
4
2

Applicare le procedure terepeutiche

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
I. Definire che cosa si intende per far assumere sostanze terapeutiche per

via orale fornendone le principali indicazioni.


2. Elencare le variabili da osservare nel momento precedente la somrnini
strazione della terapia.
3. Elencare il materiale necessario alla somministrazione per via orale.
4. Somministrare una sostanza terapeutica per via orale a una persona.

Definizione
Perfar assumere sostanze terapeutiche per via orale si intende l'introduzio
ne nell' organismo di sostanze terapeutiche, attraverso il cavo orale, nel
tratto gastrointestinale (via enterale). Tali sostanze possono essere
somministrate attraverso diverse forme farmaceutiche: compresse, capsule,
perle, gocce, sciroppi,sospensioni, emulsioni.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


La via orale la via di somministrazione meno invasiva e quindi la meglio
accettata dalla persona; si utilizza per la somministrazione di farmaci che
nonvengono danneggiati dali' acidit e/o dagli enzimi prodotti dallo stomaco
e che non sono particolarmente irritanti per la mucosa gastrica.
Il farmaco viene assorbito a livello dello stomaco o dell'intestino tenue e la
concentrazioneematica desiderata viene quindi raggiunta lentamente. Per que
stomotivo tale via di somministrazione indicata quando non sia necessario un
effettoterapeutico immediato. Prima di procedere alla somministrazione per via
oraleoccorre considerare le seguenti variabili: et, presenza del riflesso della
deglutizione,stato di coscienza, presenza di nausea e/o vomito, alterazioni del
l'assorbimento gastrointestinale, lesioni orali o esofagee, presenza di sondino
nasogastrico,eventuali allergie riferite dalla persona e/o segnalate nella cartella
medicae/o infermieristica, rilevazione di parametri vitali se necessario.
Perquanto riguarda gli atti di supporto precedenti l'esecuzione della procedura
utileprecisare che in base alle unit operative, ai farmaci prevalentemente uti
lizzatie alle risorse presenti (n. di carrelli, carrelli con possibilit di chiusura a
chiave),il carrrello potr essere preparato con pi sostanze terapeutiche, nelle
diverseforme farmaceutiche e per le diverse vie di somministrazione.

Atti di supporto
Lavaggio sociale delle mani
Preparare il materiale:
- apposito carrello;
- schede di terapia;
- farmaciprescritti nelle confezioni originali;

243

Applicare le procedure terapeutiche

cucchiai e cucchiaini (preferibilmente monouso);


contenitori portapastiglie o garzi ne;
bicchieri monouso e cannucce;
dispositivo per sbriciolare le compresse o mortaio con pestello;
contagocce e misurini (preferibilmente monouso);
siringhe monouso;
guanti monouso;
bacinella reniforrne;
sacchetto per rifiuti assimilabili agli urbani;
- sacchetto per rifiuti speciali;
- fonendoscopio e sfigmomanometro.
Identificare l'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G. al
punto relativo all' identificazione della persona
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Invitare la persona e/o aiutarla ad assumere la posizione seduta o semise
duta e se necessario proteggere il torace con un tovagliolo o un telino.
La posizione seduta o semi seduta riduce il rischio di inalazione della
sostanza somministrata in caso di difficolt alla deglutizione.
Lavaggio sociale delle mani
Al termine della somministrazione, riordinare il carrello e rimpiazzare i
farmaci e il materiale utilizzato.

Procedura
Somministrazione di compresse e capsule
Porre nell'apposito contenitore le compresse e/o capsule da somministrare.
Appoggiare, se necessario, le compresse e/o le capsule sulla lingua della
persona.
Porgere un bicchiere con acqua, t o succo di frutta per facilitare l'assun
zione della terapia.
Laddove esistano difficolt di deglutizione possibile somministrare
alcuni tipi di compresse dopo averle polverizzate; alcuni tipi di capsule
possono essere aperte e vuotate del loro contenuto (Fig. Il.3).
Registrare l'avvenuta somrninistrazione sulla scheda della terapia e osser
vare la persona per identificare eventuali reazioni allergiche o episodi di
vomito che devono essere segnalati al medico.
Somministrazione di sciroppi. emulsioni, sospensioni
Questo tipo di somministrazione pu essere effettuato utilizzando gli apposi
ti misurini graduati presenti nelle confezioni originali o con un cucchiaio.

244

Applicare le procedure terapeutiche

Modalit per triturare


una compressa.

Se indicato, agitare la soluzione prima della somministrazione.


Versare nel contenitore la soluzione portandolo all'altezza degli occhi.
Ci permette di visualizzare con facilit la scala di misurazione e di leg
gerla correttamente.
Somministrare alla persona la soluzione aiutandola per quanto necessario.
Registrare]' avvenuta somministrazione sulla scheda della terapia e osser
vare la persona per identificare eventuali reazioni allergiche o episodi di
vomitoche devono essere segnalati al medico.
Somministrarione di gocce

Versaredell'acqua o altra bevanda gradita alla persona (verificando even


tuali problemi di compatibilit con il farmaco prescritto) in un bicchiere
per circa un quarto della sua capacit .
Versare il numero di gocce prescritto mantenendo il bicchiere al
livello degli occhi.
Somministrare la soluzione alla persona aiutandola per quanto necessario .
Registrare l'avvenuta somministrazione sulla scheda della terapia e osser
vare la persona per identificare eventuali reazioni allergiche o episodi di
vomitoche devono essere segnalati al medico.

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
l. Definire che cosa si intende per far assumere sostanze terapeutiche attra

versosondino nasogastrico,
2. Enunciare le due principali indicazioni per cui si devono far assumere
sostanze terapeutiche attraverso sondino nasogastrico.

245

Applicare le procedure terapeutiche

3. Elencare le variabili da osservare nella persona prima della sommini


strazione della terapia.
4. Elencare il materiale necessario per tale tipo di somministrazione.
S. Somministrare una sostanza terapeutica attraverso il sondino nasogastrico
a una persona.

Definizione
Per far assumere sostanze terapeutiche attraverso sondino nasogastrico si
intende effettuare l'introduzione di un farmaco, opportunamente preparato,
in una sonda nasogastrica precedentemente introdotta attraverso la via orofa
ringea o nasofaringea.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


In alcune situazioni assistenziali, ad esempio dopo alcuni interventi chirurgi
ci o quando non possibile l'alimentazione per via orale, la persona porta
trice di sondino nasogastrico C). In questi casi la terapia pu essere sommi
nistrata attraverso il sondino.

Atti di supporto
Lavaggio sociale delle mani
Preparare il materiale:
scheda della terapia;
guanti monouso;
telino, garze, pinza autostatica;
schizzettone;
bicchiere;
sostanza terapeutica da somministrare;
dispositivi monouso per la chiusura del sondino;
acqua tiepida.
Identificare l'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G, al
punto relativo all'identificazione della persona
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Invitare la persona e/o aiutarla ad assumere la posizione seduta o semi
seduta
Lavaggio sociale delle mani
Al termine della procedura riordinare la camera e il materiale

Procedura

C')Vedi il cap. 7, Assicurare l'alimen


tazione e l'idratazione: procedimento
tecnico Introdurre il sondino nasoga
strico (finalit: sostituire).

Indossare i guanti monouso.


Posizionare il telino di protezione sul torace della persona.
Chiudere il sondino con la pinza autostatica a 5 cm dall'estremit.
Disinserire il sistema di drenaggio dall'estremit del sondino a cui raccordato o togliere l'apposito dispositivo di chiusura.
Raccordare lo schizzettone al sondino.
Aprire il sondino.
Aspirare per valutare la presenza di eventuale ristagno gastrico.

246

f,

Applicare le procedure terapeutiche

In presenza di ristagno, valutarne le caratteristiche e la quantit e rimet


terlo lentamente nello stomaco. Consultare il medico in caso di ristagno
abbondante e/o anomalo prima di somministrare il farmaco.
Chiudere il sondino con la pinza autostatica.
Aspirare con lo schizzettone il farmaco opportunamente preparato e dilui
to in un bicchiere e raccordare lo schizzettone al sondino.
Aprire il sondino e somministrare il farmaco lentamente o lasciarlo
deflui- re per gravit.
Chiudere il sondino con la pinza autostatica.
Sraccordare lo schizzettone e aspirare 50-60 mi di acqua.
Aprire il sondino e somministrare lentamente l'acqua per garantire che il
farmaco raggiunga lo stomaco.
Per evitare l'ostruzione del sondino necessario introdurre circa 50 mi
di acqua dopo ogni somministrazione di farmaci o di alimenti.
importante non sraccordare mai lo schizzettone prima di aver chiuso il
sondinocon una pinza autostatica al fine di evitare l'introduzione di quan
tit eccessive di aria nello stomaco e il reflusso del liquido introdotto.
L'uso frequente e prolungato della pinza autostatica pu provocare la
rottura della parete del sondino; per non incorrere in questa eventualit
possibile chiudere il il sondino tra le dita invece di applicare la pinza
autostatica.
Chiudere il sondino con la pinza autostatica.
Chiudere il sondino con l'apposito
dispositivo.
Rimuovere la pinza autostatica dopo circa 20' dalla somministrazione del
farmaco.
Registrare l'avvenuta somministrazione sulla scheda di terapia e
osservare la persona per identificare eventuali reazioni allergiche o
reflussi della soluzione nel sondino.

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

m~
i'

11.3.1Somministrazione sublinguale
11.3.2InstiIlazioni oculari e applicazione di pomate
11.3.3Instillazioni nasali e applicazione di pomate
11.3.4InstiIlazioni auricolari e applicazione di pomate
11.3.SApplicazione di ovuli e candelette vaginali
11.3.6Applicazione di supposte

247

Applicare le procedure terapeutiche

Obiettivi didattici
l. Definire che cosa si intende per somministrazione sublinguale fornendone
almeno due indicazioni.
2. Evidenziare le variabili da osservare nella persona prima della sommini
strazione della terapia attraverso questa via.
3. Elencare il materiale necessario alla somministrazione sublinguale.
4. Somministrare una sostanza terapeutica per via sublinguale a una persona.

Definizione
Per somministrazione sublinguale si intende l'assunzione di una sostanza
terapeutica attraverso la mucosa del pavimento del cavo orale al fine di otte
nere un assorbimento rapido.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Il pavimento del cavo orale riccamente vascolarizzato e tributario della
vena cava superiore; ci permette l'assorbimento diretto del farmaco nel
sistema circolatorio evitando la sua inattivazione da parte del fegato.
Le forme farmaceutiche solitamente utilizzate per questo tipo di sommini
strazione sono le compresse e le capsule.
Qualora nel cavo orale fossero presenti processi infiammatori potrebbe veri
ficarsi un assorbimento troppo rapido del farmaco con conseguenti effetti
indesiderati; quindi, prima di procedere alla somrninistrazione sublinguale,
occorre considerare le condizioni del cavo orale e la capacit della persona
di comprendere le indicazioni fornite.

Atti di supporto
Lavaggio sociale delle mani
Preparare il materiale:
- scheda della terapia;
compresse o capsule;
vassoio;
guanti;
- garze;
bacinella reniforme.
Identificare l'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G, al
punto relativo all'identificazione della persona
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Nella somministrazione sublinguale non sono indicate particolari posi
ZIOni

Lavaggio sociale delle mani


Riordinare il materiale utilizzato

248

Applicare le procedure ferapeufiche

Procedura
Spiegare alla persona che la compressa/capsula non deve essere inghiotti
ta, ma mantenuta sotto la lingua tino al suo completo scioglimento.
Se la persona autosufficiente, fornirle la compressa/capsula che posizio
ner autonomamente.
Sela persona non autosufficiente:

Chiederle di sollevare la lingua.


Appoggiare la compressa nella zona sublinguale.
Invitare la persona a chiudere la bocca.
Ribadirle l'importanza che la compressa non venga inghiottita, ma lascia
ta sciogliere sotto la lingua.
Registrare l'avvenuta somministrazione sulla scheda di terapia.
Verificareche compaia l'effetto desiderato ed effettuare eventuali specifici
controlli legati al tipo di farmaco somministrato.

Obiettivi didattici
I. Definire che cosa si intende per instillazioni oculari e applicazione di
pomate.
2. Elencare le variabili da osservare nella persona prima e dopo la sommini
strazione della terapia.
3. Elencare il materiale necessario all'instillazione oculare e all'applicazione
di pomate.
4. Identificare i rischi connessi a una scorretta somministrazione di questa
terapia.
5. Instillare una sostanza terapeutica in gocce o applicare una pomata ocula
re a una persona.

Definizione
Perinstillarioni oculari e applicazione di pomate si intende l'introduzione di
unasostanza terapeutica nel sacco congiuntivale.

Conoscenze
tecnica

finalizzate

alla

Taletecnica viene usata per somministrare farmaci sotto forma di gocce o di


pomatenelle patologie di pertinenza oculistica. Prima di tali applicazioni
necessarioliberare l'occhio da eventuali secrezioni; la sensibilit dell' organo
e le sue condizioni possono richiedere l'impiego di materiale semplicemente
pulitoo sterile (").
Primadi procedere all'instillazione di gocce o all'applicazione di pomate,
occorreconsiderare la capacit della persona di collaborare mantenendo la
posizioneadeguata durante la somministrazione e valutare le condizioni del
l'occhioe delle zone circostanti.

249

C'i Vedi il cap. 4, Assicurare l'igicnl',


par. 4.5.

Applicare le procedure terapeutiche

Atti di supporto
Lavaggio sociale delle mani
Preparare il materiale:
scheda della terapia;
- vassoIO;
- guanti;
soluzione fisiologica sterile;
gocce oculari, colliri, pomate oculari;
- garze o compresse oculari sterili;
bacinella reniforme.
Identificare l'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G. al
punto relativo all'identificazione della persona
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Chiedere alla persona di assumere e/o aiutarla ad assumere la posizione
supina o seduta con la testa leggermente flessa all'indietro e lo sguardo
rivolto verso l'alto
Lavaggio sociale delle mani
Riordinare il materiale utilizzato

Procedura
Rimuovere eventuali secrezioni con una garza inumidita di soluzione
fisiologica, procedendo dall'angolo interno dell'occhio a quello esterno e
cambiando la garza ad ogni passaggio.
Appoggiare una garza alla base della palpebra inferiore.
Appoggiare il palmo della mano dominante sulla fronte della persona
tenendo il contagocce o il tubetto della pomata ad una distanza di circa 2
cm dall' occhio.
In questo modo si evita di ledere l'occhio se la persona dovesse muovere
bruscamente il capo. In ogni caso il farmaco non deve essere mai appli
cato direttamente sulla cornea.
Con l'altra mano abbassare la palpebra inferiore e far cadere le gocce o la
pomata nel centro del sacco congiuntivale inferiore (Fig. l lA).
Ripetere la procedura se le gocce cadono sulla palpebra.
Invitare la persona a chiudere l'occhio per facilitare la distribuzione omo
genea del farmaco.
Allo scopo di prevenire l'insorgenza di infezioni crociate bene cambia
re la garza nel passaggio da un'occhio all'altro.
preferibile utilizzare le confezioni monodose o almeno lo stesso flaco
ne di gocce o tubo di pomata per la stessa persona.
Registrare l'avvenuta somministrazione sulla scheda di terapia.

250

Applicare le procedure terepeutiche

lnstillaz iono oculare.

11.

Obiettivi didattici
l. Definire che cosa si intende per instill acioni nasali e applicarione

di

pomate.

2. Elencare le variabili da osservare nella persona prima e dopo la sornmini


strazione di questa terapia.
3. Elencare il materiale necessario per l' instillazione nasale e I' applicazione
di pomate.
4. Somministrare una sostanza terapeutica attraverso]" instillazione nasale e
l'applicazione di pomate a una persona.

Definizione
Per instillaiione nasale e applicaiione di poma/e si intende l'introduzione
di unasostanza terapcutica sotto forma di gocce. pomate e spray nelle fosse
nasali.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Taletecnica viene impiegata per somministrare farmaci nelle patologie di per
tinenzaotorinolaringoiatrica o in altre situazioni specialistiche. come nel caso
dell'applicazione di pomate antibiotiche allo scopo di eliminare o ridurre i
germipresenti nelle fosse nasali e de li" uso di alcuni spray contenenti ormoni
quali la calcitonina. Prima de li" appl icazione le fosse nasali devono essere
liberate da secrezioni attraverso l' esecuzione de li" igiene delle fosse
nasali. chepu essere effettuata con materiale pulito o. in presenza di lesioni.
sterile. Primadi procedere all'instillazione nasale occorre verificare la
capacit della personadi collaborare. mantenendo la posizione adeguata
durante la sommi nistrazione. e le condizioni delle mucose (ad es .. la
presenza di lesioni, infiammazioni. escoriazioni).

Atti di supporto
Lavaggio sociale delle mani

251

CAPITOLO

11

Applicare le procedure terapeutiche

Preparare il materiale:
- scheda della terapia;
vassoio;
guanti;
farmaco;
fazzoletti di carta;
- contagocce preferibilmente monouso;
- bacinella reniforme.
Identificare l'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G, al
punto relativo all'identificazione della persona
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all' atto infer
mieristico comunicandole anche che potrebbe avvertire il gusto del far
maco nel retro bocca
Chiedere alla persona di assumere e/o aiutarla ad assumere la posizione
supina, seduta o semiseduta con la testa leggermente flessa all'indietro
Lavaggio sociale delle mani
Riordinare il materiale utilizzato

Procedura
Invitare la persona a soffiare il naso e, se non in grado di provvedervi
autonomamente, eseguire l'igiene del naso.
Prelevare il farmaco con il contagocce tenendolo con la mano dominante.
Appoggiare l'altra mano sulla fronte della persona.
Instillare il farmaco nella/e narice/i.
Invitare la persona a compiere una delicata inspirazione allo scopo di far
risalire nelle fosse nasali il farmaco introdotto.
Spiegare la necessit di mantenere la posizione assunta in precedenza per
qualche minuto evitando di soffiarsi il naso.
Verificare che la persona abbia a portata di mano fazzoletti di carta.
Registrare l'avvenuta somministrazione sulla scheda di terapia.

Instillazionc nasale.

252

Applicare le procedure terapeutiche

Obiettivi didattici
l. Definire che cosa si intende per instillarioni auricolari e applicazione di
pomate.
2. Elencare le variabili da osservare nella persona prima e dopo la sommini
strazione della terapia.
3. Elencare il materiale necessario per l' insti lIazione auricolare e l'applica
zione di pomate.
4. Somministrare una sostanza terapeutica attraverso l' instillazione auricola
re o l'applicazione di pomate a una persona.

Definizione
Per instillazioni auricolari e applicazione di pomate si intende la sommini
strazione di una sostanza terapeutica sotto forma di gocce o di pomata trami
te l'introduzione nel condotto uditivo esterno.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Tale tecnica viene impiegata per somministrare farmaci, sotto forma di gocce o
di pomate, nelle patologie di pertinenza otorinolaringoiatrica. Occorre fare una
distinzione riguardo alla modalit di applicazione in un bambino o in un adul
to. Il bambino ha un condotto uditivo esterno diritto e cartilagineo, quindi nel
l'applicazione del farmaco occorre effettuare una trazione del lobo auricolare
in basso e indietro. Il condotto uditivo estemo dell'adulto, invece, composto
in prevalenza da tessuto osseo. Nell'applicazione del farmaco la trazione deve
essere effettuata sulla pinna auricolare, all'indietro e verso l'alto. In entrambi i
casi opportuno far inclinare la testa su un lato alla persona.
Prima di procedere all' instillazione auricolare o ali' applicazione di pomate
occorre verificare la capacit della persona di collaborare e di mantenere la
posizione idonea e le condizioni delle mucose per l'eventuale presenza di
lesioni, infiammazioni, escoriazioni, secrezioni.

Atti di supporto

Lavaggio sociale delle mani


Preparare il materiale:
scheda della terapia;
vassoio;
guanti;
farmaco;
batuffolini di cotone;
contagocce preferibilmente monouso se la confezione ne sprovvista;
arcella;
fazzolettini di carta.
Identificare l'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G, al
punto relativo all'identificazione
della persona

253

Applicare le procedure terepeutiche

Instillazione

auricolare.

Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer


mieristico
Chiedere alla persona di assumere e/o aiutarla ad assumere la posizione
laterale, seduta o supina, con la testa rivolta di lato
~, Lavaggio sociale delle mani
Riordinare il materiale utilizzato

Procedura
Prelevare il farmaco con il contagocce tenendolo con la mano dominante.
Effettuare delicatamente la trazione del padiglione auricolare con l'altra
mano, secondo le modalit indicate nell'adulto e nel bambino.
Instillare il farmaco o applicare la pomata.
Inserire un batuffolo di cotone nella parte pi esterna del canale auricolare
per proteggere gli indumenti e la biancheria da eventuali perdite di gocce.
Spiegare alla persona la necessit di mantenere la posizione assunta per
qualche minuto.
Registrare l'avvenuta somministrazione sulla scheda della terapia.

Obiettivi didattici
I. Definire che cosa si intende per applicazione di ovuli e cande/effe vagina/i.
2. Elencare le variabili da osservare nella persona prima e dopo la sommini
strazione della terapia.
3. Elencare il materiale necessario per l'applicazione di ovuli e candelette
vaginali.
4. Inserire un ovulo o una candeletta vaginale a una persona.

Definizione
Per applicazione di ovuli e cande/effe vagina/i si intende l'introduzione nel
canale vaginale di una specifica preparazione farmaceutica solida.

254

Applicare le procedure terapeutiche

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Tale tecnica viene impiegata per l'applicazione locale di farmaci (ovuli o
candelette) in situazioni assistenziali di pertinenza ostetrico-ginecologica
o specialistiche. Dato che questa procedura riguarda la sfera intima della
donna opportuno, se appena possibile, insegnarla alla persona favorendo
l'autonomia; questo vale anche per l'esecuzione dell'igiene intima richie
sta prima dell'applicazione. necessario suggerire alla donna di utilizza
re un piccolo assorbente esterno per proteggere la biancheria intima dalle
secrezioni successive alle applicazioni; inoltre, le si consiglier di mante
nere la posizione supina per circa 30 minuti dopo l'applicazione
(il
momento ideale per un' unica applicazione, quindi, la sera prima di cori
carsi).
Prima di procedere all' applicazione occorre considerare la presenza di
infiammazioni e/o secrezioni vaginali e la capacit della persona di eseguire
autonomamente l'igiene.

Atti di supporto

Lavaggio sociale delle mani


Preparare il materiale:
scheda della terapia;
paravento;
vassoio;
candelette od ovuli vaginali;
garze;
guanti;
materiale per l'igiene intima;
assorbenti igienici;
arcella.
Identificare l'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G, al
punto relativo all'identificazione della persona
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Chiedere alla persona di assumere e/o aiutarla ad assumere la posizione
dorsale C)
Lavaggio sociale delle mani
Riordinare il materiale utilizzato

Procedura
Posizionare un paravento o chiudere la porta o fare in modo di rispettare
l'intimit della persona.
Eseguire l'igiene intima o chiedere alla persona di eseguirla.
Se stata effettuata l'igiene intima cambiare i guanti, oppure indossare i
guanti.
Togliere dalla sua confezione l' ovulo/candeletta, appoggiandolo/a su una
garza.
Divaricare con delicatezza le grandi labbra al fine di visualizzare l'orifizio
vaginale.

255

(') Vedi il cap. S, Assicurare il movi


mento.

Applicare le procedure terapeutiche

Introdurre l'ovulo/candeletta tenendolo/a fra le dita della mano e spingen


dolo verso l'alto per alcuni centimetri.
Applicare un assorbente igienico aiutando se necessario la persona a
rivestirsi.
Registrare l'avvenuta somministrazione sulla scheda di terapia.

Obiettivi didattici
l. Definire che cosa si intende per applicazione di supposte.
2. Elencare le variabili da osservare nella persona prima e dopo l'applicazio
ne di supposte.
3. Elencare il materiale necessario per l'applicazione di supposte.
4. Applicare una supposta a una persona.

Definizione
Per applicazione di supposte si intende l'introduzione nell'ultima porzione
del retto di una specifica preparazione farmaceutica solida.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Questa somministrazione utilizzata in alternativa a quella orale se il farmaco
pu avere un effetto irritante sulla mucosa gastrica, se sono presenti nausea e/o
vomito o in alternativa alla via intramuscolare nei bambini. L'assorbimento
attraverso la mucosa rettale pi rapido rispetto a quello per via orale e meno
rapido di quello per via parenterale. Pu essere ostacolato dalla presenza di
abbondante materiale fecale, da alterazione del farmaco da parte della flora
microbica intestinale e dali' incapacit della persona a trattenere la supposta.
Dato che questa procedura riguarda la sfera intima della persona opportuno,
se appena possibile, insegnarle la modalit di applicazione al fine di favorire la
sua autonomia. Questa via di somministrazione in genere controindicata in
persone con problemi cardiaci, in quanto pu stimolare i riflessi vagali conse
guenti alla defecazione o dopo interventi chirurgici sul retto o sulla prestata,
interventi per fistole o altri di chirurgia specialistica. Prima di procedere all'ap
plicazione di supposte occorre verificare la presenza di infiammazioni anali, di
ragadi, di emorroidi e il tono dello sfintere anale esterno. Se la persona ha diffi
colt a trattenere la supposta, occorre chiederle di rimanere a letto per circa 30
minuti dopo l'applicazione per evitarne la fuoriuscita.

Atti di supporto
Lavaggio sociale delle mani
Preparare il materiale:
- scheda della terapia;
paravento;
-, vassoIo;
- supposte prescritte;

256

Applicare le procedure terapeutiche

forbici;
guanti;
garze;
bacinella reniforme.
Identificare l'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G, al
punto relativo all' identificazione della persona
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Chiedere alla persona di assumere e/o aiutarla ad assumere la posizione
laterale destra o sinistra. Nel neonato/lattante si utilizza la posizione
prona o supina; in quest'ultimo caso consigliabile alzare entrambi gli
arti inferiori per facilitare l'introduzione della supposta C)
Lavaggiosociale delle mani
Riordinare il materiale utilizzato

Procedura
Chiederealla persona quanto tempo trascorso dall'ultima evacuazione o se
avverte lo stimolo; in quest'ultimo caso attendere l'avvenuta evacuazione.
Tagliare dalla confezione una supposta, aprirne l'involucro e
appoggiare la supposta sulla garza.
Indossare i guanti.
Prendere la supposta fra le dita di una mano e divaricare i glutei al fine di
visualizzare l'ano.
L'infermiere pu, in base alla situazione (ad es., in un bambino), lubrifi
care con gelo vaselina o bagnare la punta della supposta.
Introdurredelicatamente la supposta con un movimento rotatorio spingen
dola per alcuni centimetri in modo da superare lo sfintere anale interno e
invitandola persona a compiere una inspirazione profonda.
Rilasciare i glutei o, se si tratta di bambini, tenerli per qualche minuto per
prevenirel'espulsione della supposta.
Toglierei guanti.
Registrare l'avvenuta somministrazione sulla scheda di terapia.

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)


l'!V'..
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Obiettivi didattici
l. Definire che cosa si intende per far assumere sostanze terapeutiche per
via transcutanea.

257

nuetistice oppiceto, M,lsson, Milano,


(") Vedi Ortelli S., Me/od%liia intct

1997.

Applicare le procedure terapeutiche

2. Elencare le variabili da osservare nella persona prima e dopo la sommini


strazione della terapia.
3. Elencare il materiale necessario per l'assunzione di farmaci per via tran
scutanea.
4. Somministrare una sostanza terapeutica per via transcutanea a una persona.

Definizione
Per far assumere sostanze terapeutiche per via transcutanea (") si intende
l'applicazione sulla cute di pomate, unguenti, creme, lozioni o cerotti adesivi
contenenti sostanze terapeutiche.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


L'applicazione di pomate, unguenti, creme e lozioni consente il lento assor
bimento del principio attivo in essi contenuto a livello locale. Per accelerare
l'assorbimento, in alcuni casi indicato massaggiare o frizionare la cute
dopo l' appl icazione.
L'uso dei cerotti adesivi indicato al fine di ottenere un costante effetto tera
peutico nel tempo: essi permettono una cessione controllata e continua del
principio attivo nel torrente ematico. utile alternare le zone di applicazione
del cerotto per prevenire reazioni cutanee o escoriazioni.
Prima di procedere all'applicazione transcutanea occorre verificare lo stato
della cute per l'eventuale presenza di esantemi, eritemi, lesioni ed eventuali
allergie riferite dalla persona e/o segnalate in cartella.

Atti di supporto

C'l Si scelta questa definizione per


spiegare in modo completo le diverse
procedure di somministrazione di far
maci attraverso questa via.
Ciononostante, nel linguaggio tecnico
si intende generalmente per via tran
scutanea solo l'applicazione di cerotti
medicati.

('''l Vedi il cap. 4, par. 4.11: Assicurare


l'igiene.

Lavaggio sociale delle mani


Preparare il materiale:
scheda della terapia;
farmaco prescritto sotto forma di pomata, unguento. crema. lozione.
cerotto adesivo;
vassoio;
spatola monouso;
esano o etere;
guanti;
garze;
arcella;
cerotti;
rete elastica della misura adeguata;
forbici;
materiale occorrente per tricotomia ('0).
Identificare l'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G. al
punto relativo all' identificazione della persona

258

Applicare le procedure terapeutiche

Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer


mieristico
Far assumere alla persona e/o aiutarla ad assumere una posizione comoda
in relazione alla parte del corpo su cui deve essere effettuata l'applicazione
Lavaggiosociale delle mani
Riordinare il materiale utilizzato

Procedura
Applicazione di pomate, unguenti, creme, lozioni
o
o

o
o

Scoprire la parte su cui deve essere effettuata l'applicazione.


Indossare i guanti.
Detergere se necessario la cute con acqua tiepida e detergente.
Prelevare il quantitativo occorrente della pomata/unguento/crema/lozione
dallaconfezione con una spatola o spremendola dal tubo in cui contenuta.
Applicare sulla cute la pomata/unguento/crema/lozione
distribuendola
uniformemente in un sottile strato e seguendo le indicazioni specifiche
contenute nel foglietto illustrativo.
La zona va lasciata scoperta o coperta con una medicazione semplice
secondo l'indicazione medica o per proteggere gli indumenti.

Applicazione di cerotti adesivi


o

Scoprire la parte su cui deve essere effettuata l'applicazione.


Se la zona dovesse presentare una folta peluria, effettuare la tricotomia
per consentire la tenuta del cerotto.

o
o

Rimuovere delicatamente il cerotto precedente se la persona sta gi effet


tuando la terapia.
Rimuovere eventuali residui di colla o sgrassare la cute con esano o etere.
Applicare il cerotto scrivendo sulla sua superficie la data e l'ora di appli
cazione.

Dipendemente dalla sostanza terapeutica somministrata, opportuna la


rilevazione di alcuni parametri vitali (pressione arteriosa, frequenza car
diaca periferica o centrale) prima dell'applicazione del nuovo cerotto e
20-30 minuti dopo.

Registrare l'avvenuta sornrninistrazione sulla scheda di terapia e osservare


la persona al fine di identificare eventuali reazioni allergiche o altra sinto
matologia.

259

Applicare le procedure terapeutiche

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
I, Definire che cosa si intende per far assumere sostanze terapeutiche per

via sottocutanea.
2. Elencare le variabili da osservare nella persona prima e dopo la sornministrazione della terapia.
3. Indicare le sedi di iniezione sottocutanea.
4. Elencare il materiale necessario per l'iniezione sottocutanea.
5. Effettuare un'iniezione sottocutanea a una persona.

Definizione
Per far assumere sostanze terapeutiche per via sottocutanea si intende l'inie
zione (12) di un farmaco nel tessuto sottocutaneo, situato nella zona immedia
tamente sottostante il derma e costituito principalmente da adipe.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


L'iniezione di un farmaco nel tessuto sottocutaneo indicata quando vi la
necessit di un assorbimento lento e costante, garantito dalla sua scarsa
vascolarizzazione. L'iniezione sottocutanea utilizzata prevalentemente per
la somrninistrazione di eparina calcica e insulina.
Le sedi utilizzate sono le seguenti (Fig. 11.7):
la zona addominale dal margine costale alla cresta iliaca ad eccezione
della zona periornbelicale;
la zona deltoidea;
la faccia anteriore e laterale della coscia;
la zona retroscapolare.

(") In questo paragrafo viene trattata


la somministrazione
di sostanze tora
peutiche
per via sottocutanea e intra
dermica,

(") Iniezione: introduzione con oppor


tuno strumento di farmaci nelle
cavit, tessutio vasi del corpo,

Le sedi di somrninistrazione sottocutanea devono variare sistematicamente al


fine di prevenire alterazioni del trofisrno tissutale (lipodistrofia), causate da
ripetute iniezioni nella stessa sede. Queste ultime, oltre ad essere fastidiose
per la persona, possono pregiudicare l'assorbimento del farmaco e quindi la
prosecuzione della terapia stessa.
Prima di eseguire un'iniezione sottocutanea occorre valutare la presenza di
lesioni, eritemi, infiammazioni, lipodistrofia o ecchimosi nella sede di inie
zione, verificare il grado di coscienza della persona, l'eventuale allergia a
farmaci e lo spessore del tessuto adiposo sottocutaneo.

260

Applicare le procedure terapeutiche

Sedi di iniezione sottocutanea.

~~ ~e :~~ -=-," , : P 0 -","",


Sta
C

ntu

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ia

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Punta a "becco

cci

~.~ I
J _~

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5~

L_._j- ,

........

.....

Area da mantenere sterile

,,_,

di flauto"

1
~ I

. L__j'

~;;;;:_

..

Evitaredi toccare

Al fine di valutare lo spessore del tessuto adiposo sottocutaneo possibi


le sollevarne una plica e considerarne la consistenza. Nei soggetti magri,
per tali iniezioni preferibile utilizzare la zona addominale.
Per quanto riguarda il materiale per eseguire le iniezioni, questo consiste
essenzialmente in siringhe di diversa capacit ed aghi di diverso calibro. La
capacit delle siringhe pu variare da l a 60 ml, La siringa costituita da
una camicia o cilindro con un beccuccio centrale o eccentrico al quale viene
raccordato l'ago. Nella camicia inserito lo stantuffo che consente l'aspira
zione del farmaco e la successiva somministrazione (Fig. Il.8).
Sono disponibili siringhe graduate con due scale di misura: quella in millili

tri, da 2,5 mi a 60 mi, quella in unit internazionali per dosaggi molto bassi
di farmaci, sieri e vaccini che devono essere somministrati in dosi inferiori al
millilitro (Fig. 11.9).
Le siringhe da I millilitro riportano generalmente la doppia scala: ad 1 milli
litro di soluzione corrispondono 40 unit internazionali. Gli aghi possono
avere diverso calibro; la scala di misurazione utilizzata a livello internazio
nale il Gauge (G), una misura convenzionale che indica il loro diametro: a
G bassi corrispondono aghi di lume maggiore, a G alti corrispondono gli

261

Applicare le procedure terapeutiche

aghi pi sottili (ad es., un ago di 25 G ha un diametro minore di un ago di 19


G). Una delle variabili che influenzano la scelta del calibro dell'ago il tipo
di farmaco da aspirare. Per iniettare soluzioni oleose, viscose, dense indi
spensabile impiegare un ago di calibro elevato (almeno 19 G).

-+
diametro maggiore

14, 16, 19,20,21,23,25,27

+-

diametro minore

Gli aghi possono avere diverse lunghezze: fondamentale


della giusta lunghezza per raggiungere, durante l'iniezione,
deve ricevere e assorbire il farmaco (Tab. Il.1).

scegliere l'ago
il tessuto che

Le siringhe che si trovano normalmente in commercio sono in confezioni


singole monouso e contengono la siringa gi raccordata all' ago; questo risul
ta connesso alla siringa mediante una semplice pressione. Esiste un altro
sistema di raccordo denominato luer-lock (11).
anche possibile, in base alla lunghezza e al calibro necessari, scegliere fra
la vasta gamma di aghi monouso confezionati singolarmente.

Atti di supporto

un sistema di connes
sione tra due estremit (frequente
mente tra un catetere venoso e un
deflussore) caratterizzato da una filet
tatura a vite che garantisce la tenuta
della connessione anche in presenza
di trazioni accidentali.
(") Il iuer-Iock

(") Il lavaggio sociale delle mani pu


essere sostituito dal lavaggio antisetti
co delle mani in presenza di situazio
ni assistenziali ad alto rischio infettivo
(ad es., persone immunodepresse o
ricoverate in unit ad alto rischio).
(,.) Per le conoscenze sulle confezioni
e le diluizioni dei farmaci si veda il
paragrafo 11.6 (Conoscenze finalizza
le alla tecnica).

Lavaggio sociale delle mani (,4)


Preparare il materiale:
scheda della terapia;
vassoio;
siringhe da I o 3 mI con ago corto (se possibile con doppia scala: misura
zione in unit internazionali e in frazioni di millilitro);
siringhe preconfezionate se in dotazione;
farmaco prescritto (");
batuffoli di cotone e antisettico;
arcella;
contenitore rigido per aghi e oggetti taglienti;
contenitore per rifiuti speciali;
Identificare l'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G, al
punto relativo all'identificazione
della persona
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all' atto infer
mieristico

Lunghezza ago
(mm)
8-10
13-15
35-40
30-35

262

Tessuto da raggiungere

Via di somministrazione
(Abbreviazione)

Derma
Sottocutaneo
Muscolare
Sangue

Intradermica (id)
Sottoeutanea (se)
Intramuscolare (im)
Endovenosa (ev)

Applicare le procedure terapeutiche

Far assumere alla persona e/o aiutarla ad assumere una posizione comoda
in relazione alla sede di iniezione prescelta.
Lavaggio sociale delle mani
Riordinare il materiale riutilizzabile
Procedura

Scoprire la sede di iniezione.


Disinfettare la cute (16).
Valutare quantit e consistenza del tessuto sottocutaneo.
Introdurre l'ago con un'angolazione di 45 rispetto al piano cutaneo (Fig.
I l. IO). Per accertarsi di iniettare il farmaco nel sottocute possibile
o
pungere la pIica cutanea, ottenuta sollevando la cute tra due dita, o sposta
re la cute dopo l'introduzione dell'ago come specificato in seguito.
Se la persona obesa o presenta abbondante tessuto sottocutaneo,
l'angolazione dell' ago pu essere di 90. In questi casi ancora pi
importante verificare che la sostanza terapeutica non sia iniettata nel
tessuto muscolare con possibili conseguenze indesiderate, quali ad
esempio la formazione di un ematoma nel muscolo a seguito della
iniezione di eparina calcica. Per accertarsi di essere nel sottocute
basta spostare la cute verificando lo spostamento contemporaneo del
l'ago.

Effettuare la manovra di Lesser (17).


Iniettare la soluzione lentamente e rilasciare la plica se stato utilizzato
tale metodo.
Estrarre l'ago.
Appoggiare sul punto di iniezione un batuffolo di cotone asciutto senza
massaggiare per non interferire con l'assorbimento del farmaco.
Eliminare l'ago direttamente nell'apposito contenitore rigido e il resto del
materiale utilizzato nel contenitore dei rifiuti speciali.
Aiutare, se necessario, la persona ad assumere una posizione comoda.
Registrare]' avvenuta somministrazione sulla scheda della terapia e osser
vare la persona al fine di identificare eventuali reazioni allergiche o altre
manifestazioni.

Obiettivi didattici
l. Definire che cosa si intende per somministrazione intradermica.
2. Elencare le variabili da osservare nella persona prima e dopo la somministrazione della terapia.
3. Indicare le sedi di iniezione intradermica.
4. Elencare il materiale necessario per la somministrazione intradermica.
5. Effettuare un'iniezione intradermica a una persona.

263

Inclinazione dell'ago nell'iniezione sottocutanea.

(",) Per la modalit di disinfezione,


vedi paragrafo Il.6 (via intrarnuscola
re), pago266.
(>C) La manovra di Lesserconsiste nel

retrarre delicatamente lo stantuffo


della siringa con una mano, mante
nendo ferma la camicia con l'altra,
dopo aver introdotto l'ago nel tessuto
e prima di iniettare la soluzione. Se
durante tale manovra la soluzione
contenuta nella siringa si tingesse di
rosso, significherebbe che l'ago ha
leso un vaso sanguigno.
In base
all'entit del sangue aspirato. valutare
se spostaresolamente l'ago o prepara
re nuovamente l'iniezione ed eseguir
la in un punto diverso. Questa mano
vra serve per evitare di iniettare la
soluzione in un vaso sanguigno inve
ce che nel tessutoprescelto.

Applicare le procedure terapeutiche

Definizione
Per somministrazione intradermica si intende l'introduzione di piccole quan
tit (0,1-0,3 ml) di una sostanza terapeutica o di un allergene nel derma, il
tessuto connettivo immediatamente sottostante l'epidermide.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


L'iniezione intradermica viene utilizzata a scopo diagnostico - effettua
zione di test di sensibilit a diverse sostanze, test alla tubercolina - o
profilattico - vaccino antitubercolare
(BCG). L'assorbimento
della
sostanza particolarmente lento a causa della scarsa irrorazione del tes
suto.
Le sedi utilizzate per l'iniezione intradermica sono le seguenti (Fig. Il.11):
faccia interna o volare dell'avambraccio;
zona latero-posteriore del braccio;
zona retroscapolare;
- zona pettorale.
Prima di procedere alla somministrazione intradermica occorre verificare la
presenza di lesioni, eritemi, infiammazioni, ecchimosi nella sede di iniezio
ne, lo stato di coscienza della persona e l'eventuale allergia a farmaci. Nel
caso di prove allergiche opportuno tenere a portata di mano alcuni farmaci
usati per le emergenze come cortisonici e adrenalina.

Sedi di iniezione intradermica.

264

Applicare le procedure terepeutiche

Atti di supporto
Lavaggio sociale delle mani [vedi nota ('") pago
262] Preparare il materiale:
- scheda della terapia;
- vassoio;
siringhe da I mI con ago corto di diametro 25-27 G;
farmaco prescritto;
- siringhe preconfezionate se in dotazione;
- batuffoli e disinfettante;
- arcella;
- matita dermografica o biro;
- contenitore rigido per aghi e oggetti taglienti;
- contenitore per rifiuti speciali.
Identificare]' assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G, al
punto relativo all'identificazione della persona
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all' atto infer
mieristico
Far assumere alla persona e/o aiutarla ad assumere una posizione comoda
in relazione alla sede di somministrazione prescelta
ff Lavaggio sociale delle mani
l' Riordinare il materiale riutilizzabile

Procedura
Disinfettare la cute e lasciare asciugare.
Tendere la cute della zona prescelta.
Introdurre l'ago per circa 3-5 millimetri, con un'angolazione di 10-15
rispetto al piano cutaneo e con il becco di flauto (taglio obliquo) rivolto
verso l'alto (Fig. 11.12).
Tale piccolo accorgimento, oltre a dare la garanzia di iniettare la sostan
za nel derma, rende meno dolorosa l'introduzione dell'ago.
Iniettare lentamente la soluzione. Se l'ago stato introdotto correttamen
te, si osserva la comparsa di un piccolo rigonfiamento (pomfo), causato
dalla pressione del liquido sull'epidermide sovrastante.
Estrarre l'ago e appoggiare un batuffolo di cotone asciutto sulla sede di
iniezione senza massaggiare n premere.
Eliminare l'ago direttamente nell' apposito contenitore rigido e il resto del
materiale utilizzato nel contenitore dei rifiuti speciali.
Circoscrivere la sede di iniezione con la matita dermografica invitando la
persona a non lavare la zona fino al momento della lettura del test.
Aiutare, se necessario, la persona ad assumere una posizione comoda.
Registrare l'avvenuta somministrazione sulla scheda di terapia e, in base
alla situazione, eseguire i controlli opportuni.

265

Inclinazione dell'ago
per l'iniezione intradermica.

Applicare le procedure terapeutiche

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
I. Definire che cosa si intende per far assumere sostanze terapeutiche per
via intramuscolare.
2. Elencare le variabili da osservare nella persona prima e dopo la somministrazione della terapia.
3. Indicare le sedi di iniezione intramuscolare.
4. Elencare il materiale necessario per l'iniezione intramuscolare.
5. Spiegare il procedimento utilizzato per la corretta determinazione della
sede di iniezione.
7. Definire cosa si intende per iniezione con tecnica a zeta (Z).
6. Praticare un'iniezione intramuscolare secondo la procedura standard.
8. Praticare un'iniezione intramuscolare mediante la tecnica a Z.

Definizione
Per far assumere sostanze terapeutiche per via intramuscolare si intende
effettuare l'introduzione nel tessuto muscolare di una sostanza terapeutica
attraverso un' iniezione.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


La via di somministrazione intramuscolare preferita quando richiesta una
velocit di assorbimento discretamente elevata, in quanto il tessuto muscola
re abbondantemente vascolarizzato. La velocit di assorbimento anche
influenzata dal tipo di solvente e dalla quantit di liquido iniettato.
Questa modalit di somministrazione utilizzata nei seguenti casi: per far
maci che vengono inattivati da sostanze presenti nello stomaco e nel!' intesti
no tenue o che sono irritanti per la mucosa gastro-intestinale; in persone in
stato di incoscienza e/o non collaboranti; in persone con patologie del cavo
orale e/o problemi di deglutizione.
Le sedi utilizzate per le iniezioni intramuscolari sono le seguenti (v. anche
Tab. Il.2):
il muscolo deltoide (Fig. Il.13 a), localizzabile 4-5 cm al di sotto
del margine inferiore del processo dell'acromion
in direzione del
braccio (Fig. 11.13 b). una sede facilmente accessibile ma non sempre
utilizza bile, dato che in alcuni soggetti il muscolo poco sviluppato. Viene
utiliz zata per l'iniezione di piccole quantit di farmaco (1-2 mi) e non
indica ta nei bambini o per terapie prolungate.
il muscolo dorso-gluteo, localizzabile tracciando una linea
immaginaria diagonale tra il grande trocantere e la cresta iliaca
postero-superiore. Dalla met di questa retta si traccia una linea
verticale lungo tutto il muscolo gluteo ottenendo cos la sua suddivisione
in quattro quadranti: il

266

Applicare le procedure terapeutiche

\
1)

Localizzazione
deltoide.

del muscolo

Localizzazione
dorso-gluteo.

del muscolo

~(

\,
a

quadrante superiore esterno corrisponde all'area del muscolo dorso-gluteo


(Figg. 11.14). Il muscolo, in genere discretamente sviluppato nell'adulto,
permette di iniettare fino a 5-6 mI di soluzione (Fig. 11.15). Non una
sede indicata per i bambini al di sotto dei tre anni e nelle persone molto
magre e debilitate. importante delimitare precisamente l'area di iniezio
ne al fine di non ledere il nervo sciatico che decorre inferiormente all'area
indicata, a livello del grande gluteo.

267

Applicare le procedure terapeutiche

Iniezione nel muscolo


dorso-gluteo.

il muscolo vasto laterale, localizzabile

in corrispondenza del terzo medio


della parte antere-laterale della coscia (Fig. Il.16). Anche questo musco
lo discretamente sviluppato nell'adulto e non vi decorrono grandi vasi o
nervi; vi possono essere iniettati fino a 5-6 mI di soluzione. Utilizzabile
nei bambini anche piccoli, la sede ideale per l'autosomministrazione.
i1 muscolo ventro-gluteo, localizzabile a 3-4 cm dal grande trocantere in
direzione craniale (Fig. 11.17). una zona povera di nervi, chiamata
anche regione di von Hochstetter; l'iniezione risulta quindi molto poco
dolorosa per la persona. Facilmente accessibile, molto utilizzata in per
sone debilitate, magre e/o con problemi di movimento.

Localizzazione del muscolo


vasto laterale.

268

Applicare le procedure terapeutiche

Localizzazione del muscolo


ventro-gluteo.
rr' '

I farmaci e le soluzioni per la terapia parenterale sono disponibili in fiale,


flaconcini,flaconi di vetro per fleboclisi, sacche di diversa capacit. Il prin
cipioattivo pu essere contenuto liofilizzato in fiale o flaconcini o diretta
menteallo stato liquido. Per ricostituire la soluzione alla concentrazione
desideratasi aggiunge un solvente (acqua bidistillata o soluzione fisiologi
ca).Nelle fiale di solvente a volte associato un anestetico nel caso la solu
zionesia particolarmente irritante.
Primadi procedere alla somministrazione intramuscolare occorre valutare
attentamentela zona per la possibile presenza di lesioni: eritema, infiamma
zioni,ecchimosi, edema, atrofia muscolare, zone di maggiore consistenza
chepossono essere indice di mancato assorbimento o di ascessi. Altre varia
bili da considerare sono l'eccessiva magrezza della persona, il suo stato di
coscienzae l' eventuale allergia a farmaci.

,..--'

, Sede di iniezione
~tramuscolare
'I

Quantit
inieUabile consigliata

Note

1-2 mi
5-6 mi

Poco utilizzata nei bambini


Non consigliata nei
bambini sotto i tre anni e
nelle persone molto magre
e debi I itate

Vastolaterale

5-6 mi

Ventro-glutea
mi

5-6

Utilizzata nei bambini


anche piccoli. Sede ideale
per l'autosomministrazione
Poco dolorosa, facilmente
accessibi le

Deltoide
Dorso-glutea

269

Applicare le procedure terapeutiche

Atti di supporto

Lavaggio sociale delle mani lvedi nota ('") pago 2621


Preparare il materiale:
scheda della terapia;
vassoio;
flaconi e/o fiale dei farmaci prescritti;
siringhe di diversa misura;
aghi di diversa misura;
batuffoli di cotone e/o garze;
antisettico;
arcella;
contenitore rigido per aghi e oggetti taglienti;
contenitore per rifiuti speciali.
Identificare l'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G, al
punto relativo ali 'identificazione della persona
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Far assumere alla persona e/o aiutarla ad assumere una posizione comoda
in relazione alla sede di somministrazione prescelta:
- iniezione nel muscolo deltoide: posizione seduta o supina con il brac
cio completamente scoperto;
iniezione nel muscolo dorso-gluteo: posizione prona o posizione latera
le destra o sinistra con l'arto non appoggiato sul piano del letto tlesso
in modo da favorire il rilassamento del muscolo;
- iniezione nel muscolo vasto laterale: posizione seduta o supina;
iniezione nel muscolo ventro-gluteo: posizione supina o laterale destra
o sinistra.
Lavaggio sociale delle mani
Riordinare il materiale riutilizzabile

Procedura
Aspirare il farmaco prescritto.
Per aspirare un farmaco
.fiala:

o il solvente da una fiala e ricostituirlo

;/1 un'altra

Scegliere la siringa della capacit adatta in base alla quantit di solvente


da aspirare e toglierla dalla confezione.
Accertarsi che la soluzione si trovi nel corpo della fiala ed eventualmente
picchiettarne il collo con le dita per far scendere il liquido. Se la fiala non
predisposta per l'apertura, passare l'apposita limetta sul collo della fiala
stessa.
Tenendo la fiala in una mano, romperne il collo esercitando una leggera
pressione con l'indice e il pollice dell'altra mano, protetti da un batuffolo
di cotone o da una garza imbevuti di antisettico.
Appoggiare la fiala aperta su un vassoio.
Prendere la siringa e togliere il cappuccio del l'ago.

270

Applicare le procedure terapeutiche

Aspirare da una fiala.

Alzare la siringa e la fiala all' altezza degli occhi in modo da favorire una
buona visibilit.
Tenendo la fiala leggermente inclinata tra pollice, indice e medio, intro
durre l'ago facendo attenzione a non toccare le sue parti esterne.
Aspirare tutto il solvente tenendo l'ago nella convessit che si trova nella
parte superiore del corpo della fiala (Fig. Il.18).
A questo punto della procedura, se il liquido aspirato solo il solvente
del farmaco, inserire l'ago nella fiala contenente il liofilizzato e introdur
re il solvente per ricostituire la soluzione.

Aspirare la soluzione nella siringa.


Far risalire lentamente lo stantuffo della siringa per eliminare l'aria finch
una goccia di soluzione non fuoriesce dall'ago. Eventualmente picchiettare
la camicia della siringa per favorire la fuoriuscita di piccole bolle d'aria.

Peraspirare il farmaco o il solvente da un flacone e ricostltuirlo in un


'altro flacone:
Scegliere la siringa della capacit adatta in base alla quantit di solvente
da aspirare e toglierla dalla confezione .
Verificare il calibro dell'ago e, se sottile, sostituirlo con uno di calibro
maggiore.
Rimuovere la protezione esterna in alluminio o plastica del flaconcino e
disinfettare il diaframma in gomma
Introdurre l'ago nel flacone, capovolgerlo e aspirare la quantit desiderata
(Fig. 11.19).
Se l'aspirazione difficoltosa a causa della pressione interna al flacone,
possibile introdurre nel flacone una quantit di aria corrispondente alla
quantit di farmaco da prelevare.

271

Applicare le procedure terapeutiche

Aspirare da un flacone.

o
o

Sostituire l'ago di calibro maggiore con un ago sottile.


Individuare la zona prescelta per l'iniezione.
In molti testi tradotti dall'americano previsto l'impiego dei guanti per
tutte le terapie iniettive. Tenendo conto delle precauzioni universali per
la prevenzione delle infezioni, tale indicazione deve essere seguita solo
in presenza di lesioni/alterazioni cutanee e non in modo routinario.

Disinfettare la cute.
In letteratura sono indicate diverse modalit di disinfezione cutanea
prima dell'inserzione di aghi e/o cateteri venosi. Sono ritenuti validi sia
l'utilizzo del movimento circolare dall'interno verso l'esterno, sia il
mantenimento per 2-3 minuti del batuffolo imbevuto di antisettico sul
punto di iniezione. Al fine di non riportare microrganismi sul punto di
iniezione necessario non ripassare con lo stesso batuffolo (o la stessa
zona del batuffolo) in aree gi disinfettate.
Indipendentemente dall'utilizzo di un movimento circolare o verticale
per la disinfezione, occorre quindi avere a disposizione del materiale suf
ficiente per non ripassare con lo stesso batuffolo (o la stessa zona del
batuffolo) imbevuto di antisettico ove gi passato.
1'''

;rr;.
:~t~J

9()O

Inclinazione dell'ago
nell'iniezione intramuscolare.

Tendere la cute e introdurre l'ago con un'angolazione di 90 rispetto al


piano cutaneo con un movimento leggero ma deciso (Fig. Il.20). Nei
bambini e nelle persone molto magre bene afferrare il muscolo sede di
iniezione, sollevandolo leggermente per evitare di colpire l'osso.
o
Eseguire la manovra di Lesser.
o
Iniettare lentamente la soluzione tenendo con le dita di una mano il cono
de II' ago per evitarne lo sposizionamento o la rottura in caso di movimenti
incontrollati della persona.
Estrarre rapidamente l'ago con la stessa angolazione con la quale lo si
introdotto per evitare lacerazione dei tessuti e/o dolore.

272

Applicare le procedure terapeutiche

Appoggiare un batuffolo di cotone sulla sede di iniezione effettuando un


massaggio in senso circolare, senza staccarlo dalla cute, per favorire l'as
sorbimento del farmaco.
Eliminare l'ago e il resto del materiale nei rispettivi contenitori .
Aiutare, se necessario, la persona ad assumere una posizione comoda.
Registrare l'avvenuta somministrazione sulla scheda di terapia e osservare
la persona al fine di identificare eventuali reazioni allergiche o il subentra
re di complicanze.
Procedura di iniezione con "tecnica a Z"

Alcunifarmaci hanno un effetto particolarmente initante per i tessuti


sovrastan ti il muscolo.Per "tecnica a Z" si intende una modalit di
somministrazione che permettedi iniettare i farmaci evitando che vengano a
contatto con questi tessu ti. In alcune fonti suggerito l'impiego di questa
tecnica per tutte le iniezioni intramuscolaria, nche per prevenire l'insorgenza
di infezioni.

Trazione della cute durante


l'inserimento dell'ago,

Dopo aver aspirato il farmaco, sostituire


l'ago.
Individuare la zona prescelta per l'iniezione scegliendo tra la dorsoglutea
e la ventro-glutea.
Disinfettare la cute come indicato
sopra.
Effettuareuna trazione delicata ma decisa della cute in modo da spostare i
pianicutanei (Fig. Il.21).
Introdurre l'ago con un' angolazione di 90 rispetto al piano
cutaneo con un movimento leggero ma deciso mantenendo sempre la
trazione della cutecon l'altra mano.
Eseguirela manovra di Lesser.
Iniettarelentamente la soluzione.
Estrarrel'ago e rilasciare la cute (Fig. Il .22)
Proseguire con gli ultimi quattro punti della procedura standard sopra
descritta.

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Uf_fl:;:J; ,.,~;<;:.
. ,,"',

f.":

Farmaco

cosasi intende per

Obiettivi didattici
l. Definire che cosa si intende per introdurre
via endovenosa.

sostanze

terapeutiche

per

2. Dopo aver definito il termine "accesso venoso periferico", spiegare che

introdurre e
controllare i
cateteri venosi
periferici.

273

Lo spostamento dei tessuti


prima dell'introduzione
dell'ago e il loro rilasciamento
dopo la sua estrazione evita il
ritorno del farmaco nei tessuti
sovrastanti il muscolo,

Applicare le procedure terapeutiche

3. Dopo aver definito il termine "accesso venosa centrale", spiegare che


cosa si intende per controllare i cateteri venosi centrali.
4. Indicare le sedi preferenziali per la somministrazione di farmaci per via
endovenosa.
5. Descrivere i due dispositivi principalmente utilizzati per l'infusione
endovenosa periferica e i quattro dispositivi utilizzati per l'infusione
endovenosa centrale spiegati in questo paragrafo.
6. Riferire le caratteristiche dei cateteri venosi citati.
7. Spiegare le due modalit mediante le quali possibile introdurre sostan
ze terapeutiche per via endovenosa.

8. Indicare i tre sistemi di regolazione della velocit di infusione citati,


descriverne le caratteristiche e il corretto utilizzo.
9. Spiegare le osservazioni e le misure da attuare nella gestione dell'infu
sione riguardanti:
- il cambio dei rubinetti;
- la sostituzione dei deflussori e delle vie di somministrazione aggiuntive;
- il rinnovo della medicazione.
lO. Descrivere la procedura di preparazione di fleboclisi e sacche per la som
ministrazione endovenosa.
Il. Elencare il materiale necessario per l'inserzione di cateteri vena si perife
rici, centrali e per la somministrazione endovenosa attraverso tali presdi.
12. Descrivere la procedura di inserzione dei cateteri venosi periferici.
13. Spiegare le variabili da osservare nella persona prima, durante e dopo la
somministrazione della terapia endovenosa attraverso i diversi presdi
utilizzabili .
14. Descrivere la procedura di somministrazione di farmaci per via endove
nosa attraverso cateteri venosi periferici e centrali.
15. Introdurre un catetere venosa periferico in una persona secondo la proce
dura descritta.
16. Preparare un flacone e/o una sacca per l'infusione endovenosa.
17. Controllare un catetere venosa periferico e un catetere venosa centrale
rispettando i criteri enunciati.

Definizione
Per introdurre sostanze terapeutiche per via endovenosa si intende effettuare
l'introduzione di soluzioni contenenti farmaci, sostanze nutritive, emoderiva
ti nell'organismo per via venosa a scopo terapeutico. La somministrazione
pu avvenire attraverso una vena periferica (accesso venosa periferico) o
attraverso una vena centrale (accesso venosa centrale).
Il termine "accesso venosa periferico" indica l'introduzione e il manteni
mento per alcuni giorni di un catetere in una vena superficiale degli arti
superiori o inferiori, al fine di infondere soluzioni e/o effettuare prelievi
ematici. La possibilit di utilizzare un catetere venosa periferico (CVP) evita
di dover sottoporre la persona a ripetute punture della vena.
Il termine "accesso venosa centrale" indica l'inserimento e il mantenimento
anche per diversi mesi di un catetere in una vena profonda (vena cava supe
riore). Il catetere venosa centrale (CV C) pu essere introdotto nella vena
cava superiore attraverso le vene cefalica o basilica del braccio - da cui

274

Applicare le procedure terapeutiche

viene fatto risalire tramite una guida - o attraverso le vene giugulare inter
na, succlavia o femorale. I CVC vengono inseriti in tutte quelle situazioni
assistenziali in cui si prevedono terapie endovenose prolungate, ripetuti e
frequenti prelievi ematici e altre situazioni particolari.
Per introdurre e controllare i cateteri venosi periferici si intende effettuare
l'introduzione in una vena superficiale degli arti superiori o inferiori di CVP.
Controllare i cateteri venosi periferici significa verificarne periodicamente la
perviet (") e/o la presenza di segni di infiammazionelinfezione nel punto di
inserzione e lungo il decorso della vena in cui sono stati introdotti.
Per controllare i cateteri venosi centrali si intende effettuare la verifica in
tempi prefissatidi questi presdi per quanto riguarda la loro perviet e/o la
presenza di segni di infezione. Nel caso dei CVC, l'infezione o altri
problemi relativi al catetere non sono facilmente visualizzabili cos come
avviene per i CVP. Occorre,quindi, tenere presente che in una persona
portatrice di CVC un innal zamento della temperatura corporea, la comparsa
di dolore o bruciore a livello dell'arto o del!' area toraci ca dove decorre il
catetere, possono essere un segno indirettodi infezione o di altre complicanze.
Il loro monitoraggio e la tempesti va segnalazione delle complicanze insorte
sono molto i rnportanti per l'indivi duazioneprecoce e il trattamento dei
problemi connessi.

Conoscenzefinalizzate alla tecnica


L'introduzione di sostanze terapeutiche per via endovenosa indicata
quan do occorre ottenere un effetto terapeutico rapido, conseguente
all'introduzio ne diretta del farmaco nel torrente circolatorio: quindi la
via di elezione nelle situazioni di emergenza. utilizzata in diverse
situazioni, tra le quali: persona con stato di coscienza alterato, deficit della
coagulazione, necessit di somministrare farmaci per i quali risulta essere
l'unica via di sommini
strazione possibile, somministrare ingenti quantitativi di liquidi, necessit di
tempirapidi di somministrazione e di azione del farmaco.
La terapia endovenosa pu essere continua (24 ore) o intermittente. In
que
sto secondo caso vi sono dei momenti in cui il catetere venoso non
utiliz zato; per mantenerne la perviet viene introdotta nel catetere una
adeguata quantitdi soluzione fisiologica o eparinata ("').
L'infusione endovenosa pu avvenire attraverso CVP e CVC; la scelta della
sedee del tipo di catetere dipende da una serie di fattori quali la concentrazio
ne del liquido da infondere, la quantit e la velocit di somministrazione
richieste,la durata della terapia, le condizioni delle vene superficiali della per
sona.I rischi connessi alloro utilizzo sono riconducibili alla possibilit di infe
zioniper il mancato rispetto delle nOl111edi asepsi, ad embolie gassose
causate dall'accidentale introduzione di mia, all'occlusione del catetere per
reflusso di sanguenel lume o per la formazione di una piega, alla trombosi
della vena in cui posizionato.
Questoprocedimento tecnico richiede, pi di altri, conoscenze, competenze
e abilit al fine di prevenire o ridurre al minimo i rischi sopra descritti.
Sedidi somministrazione

endovenosa

La somministrazione endovenosa pu avvenire attraverso vene periferiche


e/oattraverso vene centrai i.

275

("') Cio che non si occludano


paragrafo).

(vedi Conoscenze finalizzate alla tccnic di questo stesso

("') L'utilizzo di soluzioni cpnrinate


per mantenere lil pervict rlei cateteri
venosi regolato con precisione per
quanto riguarda i cateteri venosi ceno
trali. Il suo uso per i cateteri vcnosi
periferici invece discusso c pu
essere molto diverso da un ambito
operativo all'altro. L'esperienza sug
gerisce che l'uso di soluzione opari
nata (1 mi di eparina - S.OOO UI - in
100 mi di soluzione fisiologie;l) per
mette di mantenere perv: i cvr evi
tando complicanze per la persona. Di
notevole interesse sarebbe su questo,
come su numerosi altri aspetti assi
stenziali, poter disporre di (bti prove
nienti da studi c ricerche inforrnicristi
che.

CAPITOLO

'1

Applicare le procedure terapeutiche

Per quanto riguarda l'individuazione delle vene periferiche. si fa riferimento al


cap. 12, par. 12.7 dove sono descritte le vene superficiali degli arti superiori e
inferiori. Si sottolinea che non opportuno introdurre un CVP in un tratto di
vena prossimo a un'articolazione, in quanto i movimenti dell'arto possono faci
litarne la fuoriuscita e, in casi particolari, causare la rottura della vena; per que
sto motivo fra le sedi indicate si escludono le vene della fossa antecubitale del
braccio (faccia interna del gomito). Inoltre il posizionamento di un CVP nelle
vene superficiali degli arti inferiori una metodica ormai superata dalla dispo
nibilit di una vasta gamma di cateteri adatti alle diverse esigenze della persona.
A prescindere dai diversi modelli esistenti, un CVC pu essere introdotto in
una vena centrale da una vena periferica (cefalica o basilica del braccio) o da
vene di calibro maggiore come la vena giugulare interna, la vena succlavia e
la vena femorale.
Alcuni modelli, quali il catetere di Hickman-Broviac e il catetere di
Groshong vengono generalmente introdotti attraverso la vena succlavia o la
vena giugulare interna e da l sospinti in vena cava superiore.
I cateteri venosi sono realizzati in materiale sintetico compatibile con l'orga
nismo umano come poliuretano, polisolfone, sii icone e sono contenuti in
apposite confezioni che mantengono la sterilit del catetere, se rimangono
integre, per il periodo di tempo indicato sulla confezione (vedi Scheda III).
Sulla confezione sono anche indicati la lunghezza del catetere, il tipo di
materiale, il metodo con cui stato sterilizzato, se il catetere radio-opaco
(cio visualizzabile durante una radiografia), se munito di luer-lock.
Cateteri venosi periferici (CVP)

(''') Numerosi testi consigliano di cam


biare la sede di inserzione dei cateteri
venosi periferici ogni 24-48 ore al fine
di ridurre il rischio di contaminazione
da parte di microrganismi con conse
guente possibilit di infezione,
Considerando che spesso la terapia
infusionale si protrae nel tempo, si
ritiene pi efficace e meno traumatico
per la persona non considerare rigida
mente questo intervallo di tempo, ma
osservare costantemente la sede di
introduzione del catetere e il decorso
della vena per evidenziare precoce
mente segni di flogosi, L'elaborazione,
la verifica e la revisione periodica di
protocolli sull'introduzione e la gestio
ne di questi prcsdi pu migliorare
notevolmente la qualit dell'assistenza
infermieristica anche per quanto con
cerne questi aspetti,

I cateteri venosi periferici sono disponibili in diverse misure indicate in Gauge


(G). Nella persona adulta con vene periferiche in buone condizioni consiglia
bile utilizzare cateteri di discreto diametro (16-19 G) per l'infusione di solu
zioni molto concentrate o emoderivati e cateteri di diametro inferiore (20-21
G) per soluzioni meno concentrate. Nei bambini il diametro consigliato di
21-25 G, nei neonati e nei lattanti di 25-27 G. Qualora le vene superficiali
siano scarsamente accessibili, sia necessario infondere ingenti quantitativi di
liquidi o protrarre per lungo tempo la terapia infusionale, dovr essere valutata
con il medico l'opportunit di reperire una vena centrale.
Fra i cateteri venosi periferici troviamo (Fig. Il.23):
aghi a farfalla o butterfly. Sono dispositivi costituiti da un ago corto alla
cui base si trovano due alette che ne migliorano la presa facilitando anche
il fissaggio alla cute, e da un tubo di piccolo diametro alla cui estremit si
trova il raccordo per la siringa o per il deflussore,
Possono essere utilizzati per prelievi venosi e/o per la sornministrazione
endovenosa in bolo o per l'infusione venosa continua;
cateteri o cannule venose periferiche di diverso tipo. Sono lunghi 30-32
mm e adatti ad essere inseriti nelle vene superficiali sopra citate per un
tempo variabile e comunque limitato a pochi giorni ("), Il riconoscimento
del loro calibro facilitato dal fatto che le ditte produttrici abbinano un
colore ad ogni diametro. Se utile ai fini pratici conoscere e ricordare
l'abbinamento diametro-colore per ogni marca, si sottolinea comunque
l'importanza di una attenta lettura delle caratteristiche sulle confezioni.

276

Applicare le procedure terapeutiche

Cannule venose periferiche


e ago butterfly.

Cateteri venosi centrali (CVC)


I cateteri venosi centrali sono pi lunghi rispetto ai CVP (misurano dai 50 ai
70 cm) e adatti ad essere inseriti in vene profonde e di calibro maggiore.
I cateteri tradizionali, in genere piuttosto rigidi e di piccolo diametro, posso
no rimanere in sede per 10-15 giorni circa; i cateteri realizzati con materiali
recenti come il poliuretano, il polisolfone e il silicone sono pi resistenti e
flessibili e possono rimanere in sede per un tempo prolungato (mesi o anni).
Questi ultimi, avendo pi lumi, permettono di somministrare contempora
neamente soluzioni fra loro incompatibili.
Il loro diametro misurato in
Charrire o secondo la terminologia inglese in French: l Charrire (l Ch)
uguale a I French (l F). Quindi l Ch = l F = 1/3 di millimetro (0,33 mm).
Ormai tutti i tipi di catetere venoso centrale possono essere introdotti da una
vena periferica (basilica o cefalica del braccio) e da l fatti risalire nella vena
succlavia e/o in una vena pi profonda, oppure possono essere inseriti diret
tamente dalla vena succlavia.
I cateteri Hickman-Broviac
e Groshong vengono ancora prevalentemente
introdotti attraverso la vena giugulare interna od esterna per via percutanea o
mediante tecnica chirurgica da eseguire in sala operatoria o altro ambiente
appositamente preparato. L'inserimento avviene dalla vena succlavia o dalle
vene giugulari, da cui vengono sospinti mediante guide ed introduttori al
punto prescelto (vena cava superiore o atrio destro). Il chirurgo proceder in
seguito a tunnellizzare un tratto del tessuto sottocutaneo del torace in modo
da far fuoriuscire]' estremit del catetere che servir da punto di prelievo e di
infusione di soluzioni in sede sovramammaria (Fig. 11.24).
Il tunnel sottocutaneo, distanziando il punto di inserzione del CVC dal punto
di prelievo/infusione, riduce la possibilit di infezioni causate dalla comuni
cazione fra ambiente esterno e torrente circolatorio. Intorno al catetere, in un
punto che rimane nel tunnel sottocutaneo, inoltre presente un rivestimento
di alcuni centimetri in dacron o in materiale plastico (cuffia) che favorisce
una reazione fibrosa del tessuto circostante, costituendo un ulteriore ostacolo
al passaggio di microrganismi e favorendo il fissaggio del catetere stesso.
II catetere di Hickman-Broviac un catetere in silicone a due lumi, tunnel-

277

Applicare le procedure terapeutiche

Tunnellizzazione.

lizzabile e provvisto di cuffia. Ciascun lume pu avere un diametro variabile;


il lume pi piccolo (Broviac) pu misurare 2,7 o 4,2 o 6,6 F; il lume pi
grande (Hickman) pu variare da 7,9 a 9,6 fino a 12 e 16 F. Questi modelli
possono avere anche un lume unico, in questo caso si parler di catetere di
Hickman o di catetere di Broviac (Fig. I 1.25).
Il catetere di Groshong una variante del catetere di Hickman-Broviac, rea
lizzato in silicone trasparente. Si differenzia dal precedente per la particolare
punta smussa fornita di una valvola che impedisce il reflusso di sangue
all'interno del lume, dando la possibilit di utilizzare soluzione fisiologica al
posto della soluzione eparinata per mantenerne la perviet.
La valvola di Groshong una piccola incisione laterale nei pressi della punta
del catetere i cui lembi si affrontano perfettamente impedendo il retlusso del
sangue (Fig. I 1.26).
Quando viene iniettato un liquido o aspirato del sangue, la valvola si apre
permettendo lo svolgersi dell' operazione desiderata. Questa caratteristica
tecnica presenta anche il vantaggio di ridurre il rischio di aspirazione di aria
all'interno del catetere.

Catetere di Hickrnan-Broviac,

278

Applicare le procedure terapeutiche

Quando non sono utilizzati, questi cateteri (Hickman-Broviac


e Groshong)
possono rimanere chiusi. Dopo esser stati irrigati con soluzione eparinata o
fisiologica, secondo il catetere utilizzato, vengono chiusi con delle apposite
clamps atraumatiche e alle estremit vengono applicati dei cappucci muniti di
gommino perforabile tramite i quali possibile effettuare iniezioni endovena
"in bolo". Tali cappucci devono essere muniti di luer-lock cos come i deflus
sori e in generale tutte le vie utilizzate in presenza di CVc.

Per clamps atraumatiche si intendono dei dispositivi annessi al catetere e


studiati appositamente
per chiuderlo tutte le volte che occorre, senza
danneggiarlo. Questi particolari sistemi sono quindi meno traumatici
delle pinze autostatiche descritte nella Scheda VIII.

Durante l'inserzione di questi cateteri possono verificarsi alcune complicanze;


per evitare o riconoscere precocemente le pi gravi (pneumotorace ed emoto
race) la loro inserzione viene effettuata in scopia ("). Dopo l'introduzione del
catetere viene sempre effettuata una radiografia del torace per controllame il
corretto posizionamento. La persona deve essere osservata al fine di rilevare
sintomi quali dolore intenso e/o dispnea improvvisa; l'infermiere rilever fre
quentemente i parametri vitali per almeno 12 ore dopo l'inserzione.
I cateteri descritti sopra possono essere raccordati con diversi modelli di
"porte sottocutanee",
pi conosciute con il termine port (il pi noto il
Port-a-Cath). Questi sistemi sono costituiti da piccoli serbatoi (capacit
0,5-0,7 mi circa), chiusi superiormente
da un setto e') autosigillante
perfo
rabile, impiantabili a livello toracico nel tessuto sottocutaneo.
Non presen
tando linee di infusione esterne, i port sono preferiti ad altri sistemi, in
quanto possono essere utilizzati per pi tempo e con minor rischio di infe
zione. Quando si rende necessario effettuare un' iniezione endovenosa o
iniziare una terapia infusionale, basta perforare la cute sovrastante il port
e il setto autosigillante con un apposito ago (ago di Huber), introducendo
la soluzione desiderata all'interno del serbatoio. L'ago di Huber disponi-

17ii;i~~:;,
,

Chiusa

\
279

Valvola di Groshong.

Port-e-Catit" con guide


e introduttori.

(Cl) Visione tramite raggi X o in fluoro


scopia delle diverse fasi della proce
dura di inserzione del catetere.

(-,.')Nel linguaggio tecnico: elemento ()


struttura con funzione di diafr.imm.i.

Applicare le procedure terapeutiche

bile sia diritto che ad angolo retto; il primo viene utilizzato quando devono
essere praticate iniezioni endovenose in bolo; il secondo quando devono
essere praticate infusioni continue. Quest'ultimo, infatti, pu essere fissato
agevolmente sopra delle compresse di garza con una medicazione adesiva
trasparente.
I materiali con cui sono realizzati questi sistemi (acciaio e titanio variamente
combinati con materie plastiche come polisulfonati) sono altamente biocom
patibili e consentono il loro utilizzo per tempi prolungati (Fig. Il.27).

possibile trovare in commercio diversi modelli di port che si modificano


man mano che la tecnologia in questo settore diventa pi sofisticata.
Un esempio sono i nuovi sistemi port centrali inseribili da una vena peri
ferica o i sistemi port impiantabili in vene periferiche (ad es., vena cefa
lica e sistema port per la dialisi peritoneale).
Modalit di somministrazione della terapia endovenosa

Fleboclisi con deflussore.

L'introduzione di sostanze terapeutiche per via endovenosa pu avvenire


attraverso due modalit. La prima, cosiddetta "in bolo", consiste nell'inie
zione in una vena della sostanza terapeutica prescritta in 3-5 minuti circa. La
seconda modalit prevede la sua infusione tramite l'utilizzo di flaconi in
vetro o sacche di diversa capacit.
l flaconi in vetro possono contenere 100, 250 o 500 mi di soluzione; le sac
che sono disponibili anche da 1.000, 2.000 o 3.000 mI. In situazioni partico
lari alcune ditte specializzate sono in grado di fornire sacche preparate in
base al fabbisogno idrico e calorico della persona e utilizzate per la nutrizio
ne parenterale totale.
Fra le soluzioni pi comuni troviamo la soluzione fisiologica, la soluzione di
glucosio (glucosata) a diverse concentrazioni, le soluzioni elettrolitiche, le
soluzioni di aminoacidi e di !ipidi. A queste soluzioni possono essere
aggiunti farmaci o sali previa verifica della loro compatibilit.
AI flacone o alla sacca contenente la soluzione viene connesso un deflus
sore che collega il flacone/sacca con il catetere venoso periferico o centra
le. Esso costituito da un puntale con il quale si perfora il diaframma di
gomma del flacone/sacca, una camera di gocciolamento, un tubo di lun
ghezza variabile, un morsetto per regolarne l'apertura/chiusura e un dispo
sitivo in materiale plastico per connettere il deflussore al catetere venoso
(Fig. Il.28).
La durata e le modalit delle infusioni venose possono variare notevolmente:
si pu trattare di una terapia della durata di 20-30 minuti in un'unica o in pi
somministrazioni, o di schemi terapeutici di un giorno (o frazioni delle 24
ore) o diversi giorni.
Sorge cos la necessit di adottare un sistema di regolazione della velocit
con cui la soluzione viene immessa nella vena attraverso il catetere venoso
periferico o centrale (velocit infusionale). La regolazione di tale velocit
pu avvenire attraverso l'utilizzo di deflussori con morsetto che consentono
di calcolarla in gocce al minuto; di regolatori di flusso - un modello molto

280

Applicare le procedure terapeutiche

i~.

Dial-Flo@

diffuso il Dial-Flo (Fig. 11.29) - che consentono di calcolarne la velo


cit in millilitri all'ora e attraverso l'utilizzo di pompe infusionali (Figg.
11.30 - Il.31). Anche queste ultime regolano il tlusso in millilitri all'ora.
Con i primi due metodi il mantenimento del flusso assicurato dalla forza di
gravit; non viene applicata alcuna pressione al sistema e pertanto fattori
quali il diametro della vena, la viscosit del liquido da somministrare, l'al
tezza del tlacone/sacca rispetto alla sede di inserzione dell' ago nella vena
incidono direttamente sulla regolarit del tlusso. Tutti questi fattori devono
quindi essere controllati frequentemente.
Con l'utilizzo delle pompe volumetriche il mantenimento
del tlusso non
dipende dalla forza di gravit, ma garantito dal sistema elettronico di
funzionamento. Quest'ultimo
in grado di aumentare la velocit infusio
naIe, quando ci sia necessario, attraverso meccanismi di diverso tipo che,
comprimendo alternativamente
i deflussori, regolano la progressione del
liquido. L'utilizzo di queste pompe, oltre a dare la possibilit di regolare la
velocit di infusione, permette anche di stabilire la quantit massima di
soluzione da infondere nell'arco di tempo desiderato. Esse sono dotate di
allarmi acustici che entrano in funzione quando tale quantit stata infusa
o quando un ostacolo impedisce o rallenta il passaggio della soluzione nel
detlussore. Altri motivi per cui pu entrare in funzione l'allarme sono: la
presenza di bolle d'aria nelle linee, lo sportello della pompa aperto, la bat
teria scarica nel caso in cui la pompa non sia collegata alla rete elettrica, la
posizione dei sensori errata, l'eccessivo riempimento della camera di goc
ciolamento del deflussore. Quando entra in funzione l'allarme acustico
occorre controllare questi fattori; in particolare, i principali motivi per cui
la progressione del liquido nelle linee pu essere ostacolato sono: la pre
senza di infiltrato nel punto di inserzione del catetere, posizioni errate del
braccio, piegature del catetere e/o del deflussore, morsetto del deflussore
chiuso.
Per effettuare il calcolo della velocit infusionale in gocce al minuto OCCOlTe
conoscere il numero di gocce che cadono dal gocciolatore per I ml di soluzio
ne. Nei deflussori comunemente utilizzati di 20-30 gtr/rnl, mentre nei deflus
sori pediatrici (con microgocciolatore) di 60 gtt/rnl: si suggerisce di veritca-

281

Applicare le procedure terapeutiche

re questo dato sulla confezione del detlussore. Il numero di gocce per ml, la
quantit di liquidi da infondere e il tempo in cui devono essere infusi sono i
dati necessati per calcolare la velocit infusionale. Fra le formule utilizzabili si
sceglie di indicare la seguente: soluzione totale in mi moltiplicata per il
numero di gocce per mi diviso per il tempo totale dell'infusione in minuti.
Ad esempio, se prescritta la somministrazione in 12 ore di 1.500 mI di una
soluzione con un deflussore standard, occorrer trasformare le ore in minuti
02 X 60 = 720 minuti) e procedere al seguente calcolo: 1.500 X 20/720 = 42.
La soluzione per essere infusa nel tempo stabilito dovr scendere a una velo
cit di 42 gocce/minuto.
Un secondo esempio pu essere la prescrizione di 500 mI di una soluzione

Pompa infusionale peristaltica.

da infondere in 8 ore con un deflussore in cui scendono 60 gtt/ml. Il calcolo


si svolger nel seguente modo: 500 X 60 / 480 = 63. La soluzione dovr
quindi essere infusa a una velocit di 63 gocce/minuto.
Per effettuare il calcolo della velocit infusionale COI1 regolatori di flusso ()
con pompe volumetriche in millilitri all'ora occorre conoscere il volume
totale della soluzione in millilitri e il tempo in cui deve essere sommini
strata. Dividendo fra di loro questi due parametri, si ottiene la velocit
di infusione.
Ad esempio, se prescritta la somministrazione in 24 ore di 2.000 mI di una
soluzione si procede al seguente calcolo: 2.000 : 24 = 84. La soluzione dovr
essere infusa a una velocit di 84 millilitri/ora.
Gestione dei rubinetti e delle vie di somministrarione
medicazioni

e cambio delle

Durante una terapia infusionale necessario effettuare periodicamente alcu


ne osservazioni e attuare misure quali: il cambio dei rubinetti, dei deflussori
e delle vie di somministrazione aggiuntive (2'), l' osservazione del punto d'in
serzione del catetere e il cambio della medicazione in sede d'infusione. Tali
procedure sono diverse in relazione al tipo di catetere venoso utilizzato, che
richieder diverso materiale e tipo di medicazione.

Pompa a siringa.

(") Si fa riferimento a set di estensione


del deflussore utilizzati per aumentar
ne la lunghezza,
spesso muniti di
gommino attraverso il quale possibi
le iniettare un farmaco in bolo; a
"doppie vie" (a Y) che consentono
l'infusione contemporanea
di due
sostanze terapeutiche; alle cosidette
"rampe", presidi in materiale plastico
muniti di rubinetti che consentono di
avere a disposizione contemporanea
mente pi vie cii sornrninistrazionc.

282

Applicare le procedure terapeutiche

Il cambio dei rubinetti, dei deflussori e delle vie di somministrazione


aggiuntive necessario per la presenza ne11' ambiente di microrganismi pato
genie non patogeni che possono contaminare questi presdi e causare infe
zioni alla persona. Tale cambio dovrebbe avvenire ogni 24 ore, anche se
alcunidati recenti della letteratura riportano che il cambio di questi presdi
ancheogni 48-72 ore non associato ad un incremento di infezioni. Si sotto
lineacomunque la necessit che l'infermiere valuti i seguenti elementi per
deciderela frequenza della loro sostituzione: lo stato immunitario della per
sona;il numero di volte in cui il sistema viene aperto nelle 24 ore per inie
zioni,infusioni, prelievi; la concentrazione e le caratteristiche delle soluzioni
infuse; il luogo dove avviene l'infusione (ospedale o domicilio). Anche a
questoriguardo auspicabile l'utilizzo di protocolli, da revisionare periodi
camentein base ai risultati ottenuti.
I disinfettanti pi efficaci per la disinfezione della cute prima e dopo l'inser
zionedi CVC e CVP e per la disinfezione delle sue parti sono la clorexidina
in soluzione acquosa al 2% o in soluzione alcolica allo 0,5%; iodofori come
il Povidoneiodio iBetadine), alcool al 70%.
Anchese la medicazione dei cateteri venosi centrali si differenzia in base
al tipo di catetere inserito, vengono qui di seguito indicati alcuni criteri
generali. Una prima distinzione sui materiali da impiegare per la medica
zione, riguarda la necessit di visualizzare direttamente il punto di inser
zioneo di assorbire eventuali essudati, sierosit o piccole perdite ematiche.
Nei primi giorni dopo l'inserzione di un catetere indicato applicare un
quadratino di garza per assorbire i materiali che possono fuoriuscire; nei
giornisuccessivi, se non si evidenziano controindicazioni, l'ideale copri
re il punto di inserzione con una medicazione trasparente sterile che pu
rimanerein sito anche per pi giorni. La decisione di rinnovare una medi
cazionedeve essere presa considerando lo stato immunitario della persona,
la sua segnalazione di bruciore e/o dolore, le condizioni della medicazione,
eventualisegni di flogosi sul punto di inserzione del catetere e sulla zona
immediatamente circostante. E importante, inoltre, che la medicazione e i
cerottiapplicati assicurino un ottimale fissaggio del presidio alla cute e la
possibilit di attutire eventuali trazioni accidentali causate dai movimenti
dellapersona.

Primadi descrivere le procedure per iniettare farmaci endovena, viene spie


gatala modalit per aggiungere sostanze terapeutiche a flaconi o sacche
per infusioni.
Atti di supporto
Lavaggio antisettico delle mani
Preparare il seguente materiale su un piano di lavoro:
- scheda della terapia;

283

Applicare le procedure terapeutiche

flacone/sacca in cui introdurre la soluzione;


portaflacone;
sostanze terapeutiche da introdurre nel flacone/sacca in fiale o flaconcini;
siringhe di adeguata capacit;
deflussore;
batuffoli di cotone;
antisettico;
- arcella;
- contenitori per taglienti e rifiuti speciali.

Procedura
per
flaconi/sacche

l'introduzione

di sostanze

terapeutiche

in

Rimuovere la protezione esterna in alluminio o plastica del flacone e


disinfettare il diaframma in gomma lasciando appoggiato il batuffolo di
cotone imbevuto di antisettico.
Aspirare la sostanza terapeutica dalle fiale o dai flaconcini e) e iniettarla
nel flacone/sacca appoggiato sul piano di lavoro.

Se si devono introdurre elevati quantitativi di farmaco, da diluire con uno


specifico solvente, pu essere necessario togliere i corrispondenti millili
tri dal flacone prima di introdurre il farmaco e).
Per non inquinare la soluzione in caso di ripetute perforazioni dei dia
frammi di flaconcini e flaconi pu essere opportuno cambiare l'ago.
anche possibile valutare l'opportunit di lasciare inserito durante le ope
razioni lo stesso ago (preferibilmente di grosso calibro) nel flacone con
tenente la soluzione da infondere.

Se richiesto, applicare il portaflacone ("cestello") al flacone.


Disinfettare nuovamente il diaframma di gomma.
Estrarre il deflussore dalla sua confezione, chiudere il morsetto e inserire
il puntale, dopo aver tolto la protezione in plastica, nel flacone/sacca.
Capovolgere il flacone/sacca o appenderlo sull'asta per fleboclisi (se pre
sente nella sala di preparazione della terapia) e riempire per circa 1/3 la
camera di gocciolamento comprimendola.
Aprire il morsetto e far defluire la soluzione eliminando l'aria presente
nel deflussore ("cacciata dell' aria").

("J Vedi procedure di aspirazione da


fiale/flaconi
in questo capitolo al
paragrafo 11.6.
(,.,) Questo avviene prevalentemente
nella preparazione di terapie antbla
stiche, argomento che non pu essere
approfondito in questo testo di tecni
che di base.

Segue ora la descrizione della procedura per iniettare farmaci endovena a


persone con infusione in corso. Non si dovrebbero infatti pi verificare
situazioni in cui, per frequenti somrninistrazioni nell' arco delle 24 ore e/o
per pi giorni, si debba ripetutamente pungere una vena.

Atti di supporto
Lavaggio antisettico delle mani
Preparare il seguente materiale:

284

Applicare le procedure terepeutiche

scheda della terapia;


siringa contenente il farmaco da iniettare;
batuffoli di cotone;
antisettico;
guanti se occorre;
arcella.
Identificare l'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G, al
punto relativo all' identificazione della persona
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Se necessario, invitare la persona e/o aiutarla ad assumere la posizione
pi idonea in base alla procedura da attuare
Se sono stati indossati i guanti, smaltire in modo corretto i rifiuti raccolti
nell'arcella prima di toglierli
Toglierei guanti e riordinare il materiale riutilizzabile
Lavaggio sociale delle
mani

Procedura
L'iniezioneendovenosa a una persona con infusione in corso pu avvenire
dal tubicino del butterfly, dal gommino presente sul deflussore (a Y) o dal
rubinettoa tre vie. Per tutte e tre le modalit la procedura inizia dai due punti
seguenti.
Disinfettare accuratamente la zona di raccordo butterfly/deflussore o la
terza via del rubinetto o il gommino presente sul deflussore.
Sospenderel'infusione chiudendo il morsetto del deflussore o intervenen
do
sulla
pompa.
Iniezione dal butterfly
Piegaretra pollice e indice il tubicino del butterfly.
Sraccordare il deflussore dal butterfly e proteggerne l'estremit con un
agoincappucciato.
Inserireil beccuccio della siringa nella parte terminale (raccordo) del tubi
cmo,

Verificareil posizionamento dell'ago in vena osservando il reflusso


emati
co
nel
tubicino
o
aspirando
delicatamente.
Iniettarelentamente il farmaco chiedendo alla persona se avverte bruciore
o fastidio a livello locale o altri sintomi.
Piegare nuovamente il tubicino, sraccordare la siringa e inserire
nuova
menteil deflussore dopo aver tolto l'ago protettivo per rimettere in corso
l'infusione.

In base al tipo di farmaco iniettato e/o alla infusione in corso pu


essere indicato lavare con soluzione fisiologica prima di proseguire la
fleboclisi.

285

Applicare le procedure terapeutiche

Iniezione dal rubinetto a tre vie


Rimuovere il tappino della terza via appoggiandolo su una garza con l'in
terno rivolto verso l'alto (21,).
Disinfettare il raccordo esterno e raccordare la siringa con il farmaco.
Girare il rubinetto in modo da consentire la comunicazione tra la terza via
e la vena.
Iniettare lentamente il farmaco chiedendo alla persona se avverte bruciore
o fastidio a livello locale o altri sintomi.
Girare nuovamente il rubinetto in modo da interrompere il passaggio tra la
terza via e la vena.
Riposizionare il tappino per chiudere l'accesso alla terza via.
Iniezione dal gommino del deflussore
Bucare il gommino (27) con un ago sottile e iniettare il farmaco lentamente
chiedendo alla persona se avverte bruciore o fastidio a livello locale o altri
sintomi.
Estrarre l'ago.
Per tutte e tre le modalit sopra descritte, la procedura si conclude con i due
punti seguenti.
Regolare la velocit infusionale o rimettere in funzione la pompa.
Registrare l'avvenuta somministrazione sulla scheda della terapia e osser
vare la persona per identificare eventuali reazioni o complicanze.

':'

Atti di supporto

superflua se vi
una buona disponibilit di tappini
(",) Tale precauzione

monouso steriIi.

e') Se non inserito un deflussore con


l'apposito gommino sul raccordo a Y
anche possibile forare (sempre pre
via disinfezione) la gomma collocata
verso l'estremit del deflussore dotata
di una zona apposita.

Lavaggio antisettico delle mani


Preparare il seguente materiale su un carrello:
sostegno per flacone/sacca;
flacone o sacca contenente la soluzione da infondere;
deflussore;
rubinetti a tre vie;
tubi estensori o "vie aggiuntive";
soluzione fisiologica;
soluzione eparinata;
ago butterfly o catetere venoso periferico;
laccio emostatico;
antisettico;
batuffoli di cotone asciutto;
cerotto anallergico;
guanti;
siringhe di varia misura;
bacinelle reniforrni;
contenitori per taglienti e rifiuti speciali;

286

Applicare le procedure terapeutiche

- occorrente per tricotomia;


- ferula, doccia, palmare o altro presidio per immobilizzare l'arto o la mano
se necessario;
- telini o cuscinetti reggibraccio.
Identificare l'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G, al
punto relativo all'identificazione della persona
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all' atto infer
mieristico.
Far assumere alla persona e/o aiutarla ad assumere una posizione comoda
in relazione alla sede di inserzione del catetere venoso periferico o butterfly
Il Lavaggio sociale delle mani
I Riordinare il materiale riutilizzabile
I Registrare l'inserzione del catetere sulla documentazione infermieristica e
la somministrazione della terapia o l'inizio dell'infusione sull'apposita
scheda

Procedura
Primadi procedere all'introduzione di un CVP occorre valutare la presenza a
livello locale di eruzioni, flebiti, ematomi, gonfiori; lo stato di coscienza
dellapersona; l'arto dominante e, se l'infusione deve restare in sede, sceglie
re possibilmente quello controlaterale.
Perentrambe le procedure di seguito descritte, iniziare con i seguenti punti .
Visualizzare la sede scelta (") per l'inserzione del catetere liberandola
dagli indumenti.
Posizionare l'arto su un cuscinetto reggibraccio.
Applicare il laccio emostatico a monte della sede di inserzione.
Indossare i guanti.
Palpare la
vena.
La palpazione deve essere svolta utilizzando i polpastrelli di indice,
medio e anulare in modo sistematico, al fine di valutare il decorso, la
profondit e il turgore della vena prescelta.
Scegliere,in base alle caratteristiche della vena, il calibro della cannula/but
terflyda inserire.
Inserzionedi una cannula
Disinfettare la sede di inserzione.
Estrarre la cannula dalla sua confezione.
Afferrare la cannula e introdurla nella vena con un'angolazione di circa
30, tendendo la cute sotto stante nel senso opposto alla direzione
dell'in
troduzione e con il becco di flauto del mandrino rivolto verso l'alto (29).
La certezza di trovarsi all'interno della vena data dal reflusso di sangue
verso la parte distale della cannula.
Togliere il laccio emostatico.

287

(") Per altri accorgimenti tecnici, vedi


(") Vedi Sedi di somministrazione endovenosa in Conoscenze finalizza te alla tecnica di
questo paragrafo.

Procedura per eseguire prelievo ema


tico con siringa nel cap. 12, par. 12.7.

Applicare le procedure terspeutiche

Inserire delicatamente la cannula sfilando contemporaneamente il mandri


no e verificando il progressivo riempimento di sangue della cannula stes
sa. Queste operazioni devono essere effettuate avendo cura di limitare il
pi possibile il rischio di contaminazione.
Osservare la zona circostante l'inserzione per evidenziare prontamente
l'eventuale rottura della vena. In questo caso comparir una tumefazione
locale in genere di colorito bluastro.
Applicare un primo cerotto per evitare la fuoriuscita della cannula nelle
successive manovre.
Per raccogliere eventuali piccole fuoriuscite di sangue nelle operazioni
successive, si suggerisce di tenere a portata di mano cotone asciutto o
garze o altro materiale assorbente. In questo modo si evita di sporcare la
cute circostante.
Raccordare la cannula al rubinetto a tre vie gi connesso al deflussore, o
direttamente ad esso, e iniziare l'infusione.
Completare il fissaggio in base al tipo di cannula, alla sede di inserzione e
al grado di collaborazione della persona.
Inserzione di un butterfiy

L? FIC.

i !_.Tj

Modalit di fissaggiodi un ago


butterfly.

Disinfettare la sede di inserzione.


Estrarre il butterfty dalla sua confezione.
Avvicinare le due alette del butterfly afferrandole tra pollice e indice e
tenendo l'ago a un'angolazione di circa 30; inserirlo per tutta la sua lun
ghezza seguendo gli accorgimenti indicati sopra e verificando il refluire
del sangue nel tubicino.
Per evitare di immettere nella vena l'aria ancora presente nel tubicino del

'~.

288

Applicare le procedure terapeutiche

mieristico

289
butterfly, prima della messa in corso dell'infusione possibile o attendere
che il sangue riempia gran parte del tubicino e raccordare successivamen
te o riempire precedentemente il tubicino con la soluzione da infondere.
Osservare la zona circostante l'inserzione per evidenziare prontamente
l'eventuale rottura della vena. In questo caso comparir una tumefazione
locale in genere di colorito bluastro.
Applicare un cerotto sulle alette del butterfly.
Raccordare il tubi cino al
deflussore.
Completare il fissaggio secondo la modalit indicata nelle figure Il.32 e
11.33o secondo altre che ne evitino comunque la fuoriuscita.
Concludereentrambe le procedure con i seguenti punti.
Regolare la velocit infusionale come
prescritto.
Aiutare la persona ad assumere una posizione comoda e, se necessario,
applicare uno dei presdi indicati per limitare i movimenti dell'arto.
11 .
(

Per controllare i cateteri venosi centrali si intende quanto espresso nella


definizioneall'inizio di questo paragrafo riguardo al controllo della loro per
viete alla presenza di segni di infezione. Verranno inoltre spiegate, per
completezza,le modalit di infusione di soluzioni con i diversi tipi di CVC
utilizzabili,le modalit di esecuzione delle medicazioni, in quanto conside
rate uno dei punti cruciali nella prevenzione delle infezioni da CVC, e le
modalitdi esecuzione di prelievi ematici ('0).

lnfusi..

". '. '

.~.

~-

Atti di supporto

Lavaggioantisettico delle mani


Preparareil seguente materiale:
schedadella terapia;
astaportaflebo;
flacone/saccacontenente la soluzione da infondere;
pompainfusionale con detlussore apposito munito di sistema luer-lock;
clamps atraurnatiche;
guantisterili;
compressedi garza sterili;
telinisteriIi;
antisettico;
siringhedi diverse capacit;
siringheda IO mi;
fialecon soluzione fisiologica;
contenitoriper taglienti e rifiuti speciali.
Identificarel'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G, al
puntorelativo all' identificazione della persona
Fornirealla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer

CAPITOlO

11

(''') Ci si riferisce qui solo ai prelievi di sangue venoso da CVe: per tutte le altre modalit, vedi il
cap. 12.

Applicare le procedure terapeutiche

Far assumere alla persona e/o aiutarla ad assumere la posizione supina o


semi seduta
Lavaggio sociale delle mani
Riordinare il materiale riutilizzabile
Registrare l'ora di inizio dell'infusione e la velocit di infusione della
soluzione (se non gi specificato) sulla documentazione infermieristica.
Per eseguire le procedure di seguito descritte sui CVC viene indicata
come necessaria la creazione di un campo sterile. Questa scelta moti
vata dalla frequenza di infezioni ospedali ere nei nostri nosocomi, dal
tipo di cultura medica e infermieristica talvolta carente in merito al man
tenimento dell'asepsi e all'uso di risorse adeguate, conseguente a una
malintesa concezione di economia sanitaria.
L'esperienza di chi scrive e alcuni dati italiani ed esteri riportati in lette
ratura suggeriscono che l'quipe pu variare le procedure (ad es., utiliz
zando un accurato lavaggio antisettico delle mani in sostituzione dei
guanti sterili) in base allo standard qualitativo assistenziale, alle condi
zioni ambientali in cui viene eseguita la procedura e alla specifica situa
zione della persona assistita.

Procedura
Rimuovere eventuali garze o cerotti applicati sui raccordi del catetere.
Posizionare il telino sterile sul torace della persona.
In questo modo i raccordi tra catetere e deflussore poggeranno sul
telino sterile.
Posizionare le compresse di garza sul telino e appoggiarvi le estremit del
catetere.
Chiudere le vie con le apposite clamps atraumatiche CI).
Posizionare un telino sterile su una superficie creando cos un piccolo
campo sterile.
Aprire le confezioni di siringhe, cappucci di protezione e garze sterili
facendole cadere sul campo sterile senza toccarle.
Indossare guanti sterili.

(")

Vedi

la definizione

di

clamps

Da questo momento in poi ogni procedura che implichi il contatto con


un oggetto non sterile necessita dell'aiuto di un collega che non indossi
guanti sterili.

atraumatiche a pago279.
(") Si fa riferimento agli antisettici
indicati alla voce Gestione dei rubi

netti e delle vie di somministrazione e


cambio delle medicazioni
nelle
Conoscenze finalizzate alla tecnica di
questo stesso paragrafo.

Aspirare lO mI di soluzione fisiologica da una fiala con l'aiuto di un altro


infermiere.
Disinfettare con garze imbevute di antisettico i cappucci che chiudono le
estremit del catetere e le estremit stesse per 3-4 cm ('2).
Rimuovere i cappucci.

290

Applicare le procedure terapeutiche

Durante queste operazioni necessario manipolare i cateteri a 3-4 cm


dal punto di raccordo con siringhe e deflussori, al fine di ridurre ulterior
menteil rischio di contaminazione.

Raccordareuna siringa con lO mI di soluzione fisiologica.


Aprirele apposite clamps atraumatiche.
Eseguire l'irrigazione del catetere iniettando lentamente Cl) e
chiedendo allapersona se avverte bruciore o fastidio o altri sintomi .
Chiuderele vie con le apposite clamps e sraccordare la siringa dall'estremitdel catetere.
Raccordarel'apposito deflussore.

Aprirele
clamps.
Aprireil morsetto del deflussore e far partire la pompa precedentemente
impostata.
Proteggere - se previsto dal protocollo - le connessioni tra
deflussore e raccordodel catetere con cerotti o con garze imbevute di
antisettico.
Smaltireil materiale utilizzato negli appositi
contenitori.

So
mai'

Atti di supporto
Lavaggioantisettico delle mani
Preparareil seguente materiale:
- schedadella terapia;
- cappucciappositi possibilmente muniti di gommino perforabile;
- guantisterili;
- compressedi garza sterili;
- telinisterili;
- antisettico;
- siringhedi diverse capacit;
- siringheda IO mI con soluzione fisiologica;
- siringheda 5 e lO mI con soluzione eparinata;
- contenitoriper taglienti e rifiuti speciali.
Identificarel'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G, al
puntorelativo all' identificazione della persona
Fornirealla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
- Farassumere alla persona e/o aiutarla ad assumere la posizione supina o
semseduta
Lavaggiosociale delle mani
Riordinareil materiale riutilizzabile
Registrarel'ora di sospensione dell'infusione e di chiusura del catetere
sulladocumentazione infermieristica

291

(") Se durante l'irrigazione si avverto


no resistenze, non esercitare una forte
pressione di iniezione ma verificare
che ci non sia dovuto a cause qual i
la mancata apertura delle c/amps o
una piegatura del catetere. Se la resi
stenza non dovuta a tali cause, l'i
potesi pi probabile l'occlusione del
catetere; occorre quindi consultare ed
eseguire le procedure contenute negli
appositi manuali e/o protocolli.

Applicare le procedure terapeutiche

Procedura
Rimuovere - se presenti - cerotti o garze imbevute di antisettico dalle
connessioni tra deflussore e raccordi del catetere.
Posizionare il telino sterile sul torace della persona.
Posizionare le compresse di garza sul telino e appoggiarvi le estremit del
catetere.
Sospendere l'infusione spegnendo la pompa e chiudendo il morsetto del
deflussore.
Chiudere le apposite clamps.
Posizionare un telino sterile su una superficie creando cos un piccolo
campo sterile.
Aprire le confezioni di siringhe, cappucci di protezione e garze sterili
facendole cadere sul campo sterile senza toccarle.
Indossare guanti sterili.
Aspirare 10-15 mI di soluzione fisiologica da una fiala con]' aiuto di un
altro infermiere.
Aspirare lO mI di soluzione eparinata da un flacone con l'aiuto di un altro
infermiere.
Disinfettare con garze imbevute dell'antisettico utilizzato il punto di raccordo tra catetere e deflussore.
Staccare il raccordo del catetere dal deflussore.
Raccordare una siringa con 10-15 mI di soluzione fisiologica.
Aprire le clamps.
Eseguire l'irrigazione del catetere iniettando lentamente ('") e chiedendo
alla persona se avverte bruciore o fastidio o altri sintomi.
Chiudere le clamps.
Sraccordare la siringa e applicare gli appositi cappucci (") in dotazione,
possibilmente muniti di gommino perforabile.

(") Il catetere deve essere irrigato al


termine
di ogni infusione,
al fine di
evitare il deposito all'interno
del lume
di sostanze presenti
nelle soluzioni
infusionali.
Ci specialmente impor

tante al termine della nutrizione


parenterale, soprattutto se sono state
infuse soluzioni di lipidi, emoderivati
e dopo prelievi ematici.
(';) Questi cappucci devono essere
sostituiti periodicamente, come da
protocollo in uso, al fine di minimiz
zare i rischi di infezioni e il logorio di
tale dispositivo. Generalmente il
periodo indicato di 7 giorni.
(") Il set di estensione generalmente
costituito da un tubo a cui pu essere
raccordato un rubinetto e che ha la
funzione di rendere pi agevoli e
sicure le manovre sul porto

Se il catetere utilizzato un Hickman/Broviac, dopo aver irrigato con


soluzione fisiologica occorre introdurre una quantit adeguata (5-10 mI)
di soluzione eparinata alla diluizione in uso.
Quando il catetere non viene utilizzato deve essere comunque irrigato
almeno una volta alla settimana, con soluzione fisiologica per il catetere
di Groshong e con soluzione fisiologica e soluzione eparinata per il cate
tere di HickmaniBroviac.

Atti di supporto
Lavaggio antisettico delle mani
Preparare il seguente materiale:
scheda della terapia;
asta portaflebo;
flacone/sacca contenente la soluzione da infondere;
pompa infusionale con deflussore apposito quando richiesto;
set di estensione (16) appositi con clamps o rubinetto;
ago di Huber ad angolo retto;

292

Applicare le procedure terapeutiche

telinisterili;
compressedi garza sterili;
medicazionetrasparente adesiva;
guantisterili;
antisettico;
siringhe;
siringheda 20 mi contenenti lO mi di soluzione fisiologica ('7).
Identificarel'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G, al
puntorelativo all'identificazione della persona
~.Fornirealla persona alcune informazioni generali relative all' atto
infer
mieristico
Farassumere alla persona e/o aiutarla ad assumere la posizione supina o
semiseduta
Lavaggiosociale delle mani
Riordinareil materiale riutilizzabile
Registrare l'ora di inizio del!' infusione e la velocit di infusione
della soluzione(se non gi specificato) sulla documentazione
infermieristica

Procedura
Creareun piccolo campo sterile.
Aprirele confezioni di set da estensione, rubinetto, siringhe e garze
sterili facendolecadere sul telino senza toccarle.
Indossarei guanti steri li.
Aspirarecon due siringhe da 20 mila soluzione fisiologica con l'aiuto di
unaltro infermiere.
Posizionareun telino sterile sul torace della persona.
Collegarela siringa al set di estensione e questo all'ago di Huber.
Eliminarel'aria riempiendo il set di soluzione fisiologica (cacciata
dell'aria).
Chiudereil rubinetto o clampare il set.
Raccordareuna nuova siringa da 20 mI con soluzione fisiologica.
Disinfettarel'area con una garza imbevuta di antisettico e con
movimenti
circolaridall'interno verso l'esterno.
Lasciareasciugare 1-2 minuti e ripetere l'operazione precedente.
Individuareil port attraverso la palpazione.
Utilizzandoil pollice e l'indice possibile localizzare il port e l'area da
pungerecorrispondente alla membrana al di sotto della cute (Fig. 11.34).
Introdurrel'ago - precedentemente collegato al set di estensione - al
centrodell'area localizzata e perpendicolarmente al piano cutaneo.
Sel'ago stato introdotto correttamente si dovrebbero avvertire, da parte
di chi esegue l'iniezione, nell'ordine indicato, le seguenti "sensazioni":
resistenza durante il passaggio attraverso la membrana, diminuzione
dellaresistenza quando la membrana stata oltrepassata, contatto dell' a
gocon il fondo del porto

293

Palpazione del

porto

(V) Si suggerisce l'impiego di una sirin

ga della capacit di 20 mi per iniettare


solo 10 mi di soluzione fisiologica allo
scopo di esercitare una minor pressio
ne all'interno del dispositivo.

Applicare le procedure terapeutiche

Aprire il rubinetto o la clamp ed aspirare per verificare la perviet del


catetere ed il suo corretto posizionamento.
Iniettare lentamente (8) chiedendo alla persona se avverte bruciore o fasti
dio o altri sintomi e osservando se nella zona adiacente al port compaiono
gonfiori e/o piccoli ematomi. Nel caso in cui, con l'aspirazione, il sangue
non refluisse procedere iniettando molto lentamente, arrestandosi se si
avverte un ostacolo al flusso.
Chiudere il rubinetto o la clamp.
Sraccordare la siringa e collegare il set di estensione al deflussore.
Aprire il rubinetto o la clamp, il morsetto del deflussore e far partire la
pompa precedentemente impostata.
Posizionare delle compresse di garza sotto l'ago.
Fissare con una medicazione trasparente.

Atti di supporto

Lavaggio antisettico delle mani


Preparare il seguente materiale:
scheda della terapia;
compresse di garza sterili;
telini sterili;
guanti sterili;
antisettico;
siringhe;
siringhe da 20 mi con soluzione fisiologica;
siringhe da 20 mi con 5-10 mi di soluzione eparinata.
Identificare l'assistito (si rimanda per questa voce alla regola delle 6G, al
punto relativo all'identificazione della persona)
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Far assumere alla persona e/o aiutarla ad assumere la posizione supina o
semi seduta
Lavaggio sociale delle mani
Riordinare il materiale riutilizzabile
Registrare l'ora di sospensione dell'infusione e di chiusura del port sulla
documentazione infermieristica

Procedura

(l') Vedi nota (").

Creare un piccolo campo sterile.


Aprire le confezioni delle siringhe e delle garze facendole cadere sul teli
no senza toccarle.
Interrompere l'infusione spegnendo la pompa e chiudendo il morsetto del
deflussore.
Chiudere il rubinetto o clampare il set di estensione.
Indossare guanti sterili.
Disinfettare con garze imbevute di antisettico il punto di raccordo tra set
di estensione e deflussore.
Aspirare lO mi di soluzione fisiologica da una fiala con l'aiuto di un altro
infermiere.

294

Applicare le procedure terapeutiche

I
I
I

Aspirare lO mi di soluzione eparinata da un flacone con l'aiuto


di un altro infermiere.
Sraccordare il deflussore dal set e raccordare quest'ultimo a una siringa
contenente IO mi di
soluzione
fisiologica.
Aprireil rubinetto o togliere la clamp e irrigare il port secondo le modalit
spiegate
in
precedenza.
Chiuderenuovamente il rubinetto o clampare il set di estensione.
Raccordareuna siringa contenente soluzione eparinata.
Aprire il rubinetto o togliere la clamp e iniettare lentamente nel port lO
midi soluzione eparinata.
Rimuovere la medicazione e le compresse sotto stanti ed estrarre l'ago
tenendotesa la cute al di sopra del porto
Disinfettarenuovamente l'area con una garza imbevuta di antisettico con
movimenticircolari dall' interno verso l'esterno.
Coprireil punto di iniezione con una garzina e fissarla con un cerotto.
Durante i periodi in cui non vengono utilizzati, i port venosi devono
esserelavati con soluzione fisiologica e successivamente con soluzione
eparinata(lO mi o altra quantit secondo indicazioni specifiche) almeno
ogni4 settimane (9).

Mcc

Gr: "
Atti di supporto
Lavaggioantisettico delle mani
Preparareil seguente materiale:
- schedadella terapia;
- compressedi garza sterili quadrate;
- medicazionisterili trasparenti;
- cerottoanallergico;
- telinisterili;
- guantisterili;
- forbicisterili;
- capsulesterili di piccola dimensione;
- soluzionefisiologica e/o acqua ossigenata;
- antisettico;
- iodio-povidone in pomata;
- contenitoreper taglienti e rifiuti speciali.
Identificarel'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G, al
puntorelativo all' identificazione della persona
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all' atto infer
mieristico
Far assumere alla persona e/o aiutarla ad assumere la posizione supina o
semiseduta
Lavaggio sociale delle mani
Riordinare il materiale riutilizzabile
Registrare l'ora in cui stata effettuata la medicazione ed eventuali
osser-

295

("') In tutta la bibliografia consultata


stato reperito questo dato come inter
vallo di tempo massimo; sarebbe
opportuno, anche in merito a questo
argomento, poter utilizzare conoscen
ze provenienti da ricerche infermieri
stiche.

Applicare le procedure terspeutiche

vazioni sullo stato della cute nella zona interessata quali edema, eritema,
presenza di essudato e/o gemizio ematico, tumefazione, senso di dolore
e/o di prurito riferito dalla persona

Procedura
Creare un piccolo campo sterile.
Aprire le confezioni delle garze, delle capsule e delle forbici facendole
cadere sul telino senza toccarle.
Rimuovere la vecchia medicazione evitando di esercitare trazione sul
catetere e di usare strumenti affilati o forbici.
Osservare la cute per individuare eventuali alterazioni.
Lavare nuovamente le mani.
Indossare i guanti sterili.
Chiedere a un collega di riempire le capsule con una modica quantit
degli antisettici da utilizzare.
Pulire il punto d'uscita del catetere con soluzione fisiologica o acqua ossi
genata se sono presenti tracce di sangue, utilizzando movimenti circolari
dall'interno verso l'esterno per circa 5 centimetri di diametro. Per questa
manovra importante utilizzare pi garze e/o tamponcini cambiandoli ad
ogni passaggio.
Ripetere questo punto pi volte se necessario.

Questa azione pu essere effettuata utilizzando piccoli quadratini di


garza sterile o meglio tamponi sterili (ad es., o quelli comunemente uti
lizzati per i diversi tipi di indagini colturali); la piccola dimensione della
punta rende pi facile il movimento circolare e favorisce l'accurata
disinfezione di tutta l'area.

('l') La ri levazione di questo


sintomo, associato ad altri gi citati,
pu indi care l'insorgenza di
un'infiammazio ne/infezione.

Dopo aver deterso la zona e asciugato accuratamente (soprattutto se


stata utilizzata acqua ossigenata), disinfettare nello stesso modo con l' an
tisettico scelto.
Successivamente disinfettare con l'antisettico la porzione di catetere pi
vicina al punto di uscita per circa lO cm facendo attenzione a non eserci
tare trazioni.
Lasciare asciugare.
Chiedere alla persona se sente prurito o dolore; in quest'ultimo caso, chia
rire se il dolore spontaneo o insorge alla palpazione della zona circo
stante il punto d'uscita del catetere ("0).
Applicare - se lo si ritiene necessario - una piccola quantit di pomata
antisettica (generalmente di iodio-povidone).
Tagliare una garza per met della sua lunghezza, divaricare i lembi e
applicarla al catetere in modo che questo resti tra i due lembi. Fissare la
garza con del cerotto anallergico.
Formare un piccolo cerchio con il catetere e fermarlo con del cerotto sulla
cute. Fissare il tratto restante con dell' altro cerotto.

296

Applicare le procedure terepeutiche

La garza e il cerotto anallergico possono essere sostituiti da una medica


zione sterile adesiva trasparente. Si consiglia, tuttavia, di non utilizzare
quest'ultima nei giorni immediatamente successivi all'inserzione del
catetere, quando la medicazione deve essere frequentemente rinnovata
per la presenza di essudato, gemizio ematico o per altri motivi. La sua
continua sostituzione, data la forte adesivit, pu facilmente irritare la
cuteo addirittura provocare delle escoriazioni.

Atti di supporto
Lavaggio antisettico delle mani
Preparare il seguente materiale:
- vassOio;
- guanti sterili;
- compresse di garza steri li;
- telini sterili;
- antisettico;
- siringhe monouso di varie misure;
- provettecon porta provette;
- cerotto anallergico;
- arcella;
- contenitori per taglienti e rifiuti speciali;
siringhe da IO mi con soluzione
fisiologica;
siringhe da 5 e IO mI con soluzione
eparinata;
- cappucci appositi (per Hickman/Broviac o Groshong) possibilmente
muniti di gommino perforabile;
ago di Huber
diritto;
set
di
estensione.
Identificare l'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G, al
punto relativo all'identificazione della persona
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Far assumere alla persona e/o aiutarla ad assumere la posizione supina o
semiseduta
Lavaggio sociale delle
mani
Riordinare il materiale
riutilizzabile
Inviare le provette in laboratorio corredate dell'apposita richiesta
compi
lata in ogni sua parte
Registrare sulla documentazione infermieristica l'avvenuta esecuzione
della raccolta

Procedura per il prelievo venoso attraverso catetere


HickmanlBroviac o Groshong
Creare un piccolo campo
sterile.

297

Applicare le procedure terapeutiche

Aprire le confezioni delle garze, delle siringhe e dei cappucci appositi


(per Hickman/Broviac o Groshong) facendoli cadere sul tetino senza
toccarti.
Posizionare un telino sterile sul torace della persona.
Indossare i guanti sterili.
Aspirare con l'aiuto di un collega i quantitativi necessari di soluzione
fisiologica ed eparinata.
Disinfettare i cappucci che chiudono il catetere Hickman/Broviac o
Groshong.
Chiudere con le apposite clamps il catetere (HickmanlBroviac o Groshong),
rimuovere i cappucci, raccordare una siringa da 5-10 mi vuota.
Aprire le clamps, aspirare per riempire la siringa di sangue (~I)e richiu
derle.
Dopo aver eliminato questa siringa, raccordarne una della capacit suffi
ciente per prelevare il quantitativo richiesto, aprire le clamps e aspirare il
sangue. Richiudere il catetere.
A questo punto, mentre un collega introduce il sangue nelle provette,
raccordare la siringa da IO mi con soluzione fisiologica e iniettare len
tamente.
Lavare quindi con soluzione eparinata (solo per il catetere Hick
manlBroviac) come da protocollo. Chiudere per l'ultima volta le clamps e
applicare i cappucci sterili appositi.

Procedura per il prelievo venoso attraverso port

(") Questo sangue non viene utilizzato


per indagini di laboratorio,
in quanto
diluito con soluzione eparinata.

Creare un piccolo campo sterile.


Aprire le confezioni delle garze, delle siringhe e dell'ago di Huber facen
doli cadere sul telino senza toccarli.
Localizzare con la palpazione il port e disinfettare l'area cutanea sovra
stante.
Indossare i guanti sterili.
Aspirare con l'aiuto di un collega i quantitativi necessari di soluzione
fisiologica ed eparinata.
Raccordare un'estremit del set di estensione all'ago di Huber diritto e
l'altra estremit a una siringa vuota.
Introdurre l'ago di Huber nel port attraverso la membrana e aspirare 5-10
mi di sangue.
Clampare il set e, dopo aver eliminato la siringa con il sangue aspirato,
raccordarne una della capacit sufficiente per prelevare il quantitativo
richiesto, aprire il set e, aspirare nuovamente il sangue. Richiudere il
set.
A questo punto mentre un collega introduce il sangue nelle provette,
raccordare la siringa da IO mi con soluzione fisiologica e iniettare len
tamente.
Lavare quindi con soluzione eparinata come da protocollo. Estrarre l'ago
di Huber e applicare una garzina fissandola con un cerotto.

298

Applicare le procedure terapeutiche

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

e:

Obiettivididattici
L Definirecosa si intende per effettuare ossigenoterapia.
2. Elencare lo scopo e le indicazioni dell'ossigenoterapia.
3. Spiegare la funzione dell'ossigeno per il mantenimento delle funzioni
vitalidell' organismo.
4. Elencarei rischi connessi alla somministrazione di ossigeno.
5. Spiegare le osservazioni da effettuare sulla persona durante la sommini
strazione di ossigeno.
6. Descrivere le fonti comunemente utilizzate per l'erogazione di ossigeno.
7. Spiegare le norme di sicurezza da osservare durante la somministrazione
di ossigeno a una persona.
8. Elencare i presdi utilizzabili per la somministrazione di questo gas a una
persona.
9. Spiegarei criteri per la scelta del presidio con cui somministrare ossigeno.
lO.Somministrare ossigeno a una persona con il presidio e alle dosi indicate
dalla prescrizione medica.

Definizione
Pereffettuare ossigenoterapia si intende somministrare ossigeno (02) a una
persona,ad una concentrazione superiore a quella normalmente presente nel
l'atmosfera,tramite inalazione. Per somministrare questo gas alle concentra
zionirichieste vengono utilizzati presdi di diverso tipo, alcuni dei quali ver
rannodi seguito descritti.

Scopie indicazioni
L'ossigenoviene somministrato in situazioni di ipossiemia (,2) allo scopo di
favorirnel'adeguata concentrazione ematica, il suo trasporto nel sangue e
dalsangueai tessuti.
Le principali indicazioni alla somministrazione di 02 sono: l'insufficienza
respiratoriaacuta, lo scompenso cardiaco, lo shock, l'anemia grave e alcuni
tipidi avvelenamento.

Conoscenzefinalizzate alla tecnica


L'ossigeno un gas inodore e incolore, facilmente combustibile, leggermen
te pi pesante dell' aria, essenziale per la sopravvivenza delle cellule e dei
tessutidell'organismo e quindi per il mantenimento delle funzioni vitali. Per
questimotivi in alcune situazioni particolari viene utilizzato come un vero e
propriofarmaco.
L'ossigenopresente nell'aria ambientale viene introdotto nell'organismo con
la respirazionetramite la quale sono garantiti gli scambi di ossigeno e anidri
decarbonica a livello degli alveoli polmonari. Esso viene trasportato nel san-

299

(") Diminuita concentrazione di ossi


geno nel sangue rispetto ai valori
fisiologici.

CAPITOLO

11

(HJ La pressione parziale la pressione


esercitata da un gas contenuto in una
miscela di gas o in un liquido. Per PO,
e PC02 si intende la pressione parzia
le rispettivamente di ossigeno e anidri
de carbonica nel sangue; tale pressio
ne corrisponde alla concentrazione di
questi due gas nel sangue.

Applicare le procedure terapeutiche

gue legato all'emoglobina, una molecola di natura proteica presente all'in


terno dei globuli rossi. Alcuni fattori che influenzano il legame dell'emoglo
bina con l'ossigeno sono: la temperatura corporea, il pH ematico, la pressio
ne parziale di ossigeno (P01), la pressione parziale di anidride carbonica
(PC02) ("') e la gittata cardiaca. I valori normali di P02 vanno da 80 a 100
mmHg, i valori normali di PC02 vanno da 30 a 40 mmHg.
L'anidride carbonica la sostanza che influenza direttamente il meccanismo
ciclico della respirazione; quando il valore di PC02 sale sopra i 30-40
mmHg i recettori presenti a livello cerebrale vengono stimolati, dando origi
ne all' atto inspiratorio.
Il fisiologico consumo di 02 in un soggetto a riposo di circa 200/250 mi al
minuto; alcune situazioni quali febbre, sepsi, irrequietezza, aumento del
metabolismo ne incrementano il consumo.
I potenziali rischi, legati alla somministrazione di ossigeno, sono relativi alla
tossicit polmonare causata dall'ossigenoterapia ad alte percentuali, la quale
pu provocare una diminuita elasticit del tessuto polmonare con conseguente
fibrosi. Un altro rischio consiste nella fibroplasia retrolenticolare, malattia
che si manifesta nei neonati prematuri a cui siano state somministrate alte
concentrazioni di ossigeno. A livello dell'occhio l'ossigeno induce nei vasi
sanguigni una serie di processi patologici che possono condurre a cecit.
Alcune patologie polmonari croniche possono indurre una sorta di adatta
mento ad alti livelli di PC02 nel sangue. In tali soggetti l'atto inspiratorio
non stimolato dall'aumento della PC02, come avviene fisiologicament~
nella persona sana, ma dalla diminuzione della P02 (stimolo ipossico). E
importante in questi casi controllare scrupolosamente che la somministrazio
ne di 02 non superi la dose prescritta e osservare spesso la persona per rile
vare precocemente segni di depressione respiratoria quali sonnolenza, dimi
nuzione della frequenza respiratoria, cianosi.
Anche al di fuori di queste situazioni particolari, una persona che ha in corso
ossigenoterapia va osservata frequentemente, in particolare per quanto
riguarda la frequenza respiratoria e cardiaca, lo stato di coscienza, la sudora
zione, eventuali disturbi visivi, il colorito della cute e delle mucose.
Variazioni importanti di uno o pi di questi dati vanno immediatamente
segnalati al medico. Durante questa terapia viene spesso richiesta l' effettua
zione di un prelievo ematico per il controllo della concentrazione di ossigeno
e anidride carbonica nel sangue (emogasanalisi); questo pu essere eseguito
su sangue venoso o arterioso.
L'ossigeno deve sempre essere somministrato umidificato (a freddo o a
caldo) al fine di evitare irritazioni e/o danni alla mucosa orale e nasofarin
gea; in presenza di secrezioni polrnonari, inoltre, la somministrazione di 02
non umidificato ostacola la loro eliminazione attraverso l'espettorazione. Per
umidificare l'ossigeno si possono utilizzare umidificatori cilindrici con ser
batoio asportabile nel quale viene versata acqua bidistillata. Sul serbatoio,
generalmente in plastica trasparente, sono indicati il livello minimo e massi
mo entro i quali mantenere l'acqua. L'impiego dell'acqua bidistillata previe
ne la formazione di depositi calcarei. Gli umidificatori devono essere perio
dicamente lavati, asciugati con cura e disinfettati o sterilizzati; se non pos
sibile la sterilizzazione, devono essere almeno lavati e disinfettati con un
prodotto idoneo al termine del loro utilizzo. Esistono in commercio anche

300

Applicare le procedure terspeutiche

umidificatori monouso in plastica (Aquapak), gi preparati con acqua bidi


stillata,che vengono sostituiti quando il serbatoio si svuota.
Un ultimo importante fattore da considerare la facile infiammabilit di
questogas; durante il suo utilizzo non devono essere avvicinate fiamme, non
si deve fumare, occorre usare con cautela alcool, etere ed altri liquidi
infiam mabili,le apparecchiature elettriche devono essere tenute lontane dall'
eroga tore. I raccordi dei tubi erogatori contenenti 02 non devono essere
passati con olio o grasso. Negli ambienti dove viene somministrato 02
devono esse re facilmente reperibili degli estintori, cos come occorre evitare
cadute acci dentalio urti delle bombole contenenti il gas.
Fontidi erogazione dell'ossigeno
L'ossigeno viene generalmente conservato in bombole o in grandi serbatoi,
nel caso di ospedali o istituzioni sanitarie. Da queste due fonti, attraverso
opportuniadattamenti, viene erogato alla persona a cui necessita.
Le bombole, disponibili di varie capacit, sono conformi a un codice
colore standardizzato (bianco) ed etichettate con una scritta che indica
chiaramente il loro contenuto. Devono essere conservate ed utilizzate in
modo sicuro, fissate ai supporti o posizionate in modo da evitare cadute e
poste lontano da fonti di calore o fiamme. Se necessario conservarle per
un periodo di tempo in cui non se ne prevede l'uso, tutte le valvole devo
noessere bloccate.
In ambiente ospedaliero l'ossigeno viene conservato in grandi serbatoi con
trollatidal servizio tecnico; da essi, attraverso una rete di tubature intrarnura
rie terminanti in prese a muro, l'ossigeno viene reso disponibile nelle stanze
di degenza, nelle sale operatorie e in ogni altro luogo ove sia necessario.
Ogni sistema di erogazione di ossigeno comprende alcuni componenti fon
damentaliquali: la fonte di ossigeno, il riduttore, il flussometro che permette
di erogare l'ossigeno in litri al minuto, un tubo di diametro e lunghezza
variabili,un umidificatore, un presidio per la somministrazione.
Presidiper la somministrazione
02

di

L'ossigenopu essere somministrato attraverso l'utilizzo di diversi presdi. I


criteriper la loro scelta dipendono da fattori quali: la concentrazione di 02
desiderata, le condizioni cliniche della persona, la tolleranza del presidio
stesso(spesso i bambini non tollerano le maschere). In ogni caso il tipo di
presidioda utilizzare, la dose da somministrare espressa in litri/minuto, la
duratadella somministrazione - a intermittenza o continua - fanno parte
dellaprescrizione medica e devono comparire nella cartella clinica insieme
aglieventuali aggiornamenti e/o variazioni. In caso di urgenza, in attesa di
indicazioni,l'infermiere pu erogare O~ fino a un massimo di 3 litri/minuto. I
principalipresdi per la somministrazione di 02 sono:
-

la cannula nasale o "occhialini";


il sondino nasale;
la maschera semplice;
la maschera con sacca di riserva;
la maschera di Venturi.

301

Applicare le procedure terapeutiche

Concentrazionidi ossigeno
ottenibili con diversi presdi
(modificatada SmithS., Duell
D., L'assistenza infermieristica principi e tecniche,
3a ed., Sorbona,Milano,
1994, p. 554).

Flusso
(litri/minuto)

Concentrazione 02

Cannula nasale
(occhialini)

1-2
3-4
5-6

24-38
30-35
38-44

Sondino nasale

4-8

30

Maschera semplice

8-12

35-65

Maschera con
sacca di riserva

6
7
8-10

50-60
60-70
70-100

Maschera di Venturi

2-4
4-6
6-8

24
28
35

Presidio

(%)

La cannula nasale ("occhialini"), il sondino nasale e la maschera semplice


necessitano di flussi elevati per ottenere alte concentrazioni di 02; essi non
garantiscono una concentrazione costante di 02' che fortemente influenzata
dalla frequenza e dalla profondit del respiro della persona; le maschere con
sacca di riserva assicurano concentrazioni maggiori anche con un flusso
medio; la maschera di Venturi, grazie alla particolare valvola di cui dotata,
permette di ottenere una concentrazione di 02 costante. Quest'ultima uti
lizzata per l'ossigenoterapia in persone con patologie polmonari croniche,
per le quali necessaria un'accurata concentrazione di 02.
Nella tabella Il.3 indicato il tipo di presidio, la quantit di ossigeno da
erogare e la corrispondente percentuale di ossigeno ottenibile.
Nei bambini spesso utilizzata la tenda ad ossigeno montata sopra il lettino
o la culla. L'02 umidificato viene fatto entrare nella tenda attraverso passag
gi appositamente predisposti. Il bambino non deve mantenere nessuna appa
recchiatura sul viso ed possibile raggiungere alti livelli di umidificazione.
Lo svantaggio di tale sistema consiste nel fatto che la concentrazione di 00
non rimane facilmente costante.
-

Atti di supporto
Lavaggio sociale delle mani
Preparare il seguente materiale:
cannula nasale ("occhialini") o sondino o maschera;
umidificatore;
- tubo di collegamento;
gel idrosolubile;
cerotto anallergico;
- garze pulite;
occorrente per l'igiene del naso.
Identificare l'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G, al
punto relativo all' identificazione della persona
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all' atto infer
mieristico

302

Applicare le procedure terapeutiche

Far assumere alla persona e/o aiutarla ad assumere la posizione seduta o


semiseduta o quella preferita
Lavaggio sociale delle mani
Riordinare il materiale riutilizzabile
Registrare l'ora di inizio e di termine (02 a intermittenza) dell'ossigeno
terapia

Proceduracon cannula nasale ("occhialini")

Se necessario, effettuare l'igiene del naso.


Collegare l'urnidificatore alla presa dell'ossigeno.
Raccordare il tubo di collegamento all'ugello dell'umidifieatore.
Connettere la cannula nasale ("occhialini") al tubo e posizionarla intorno
al capodella persona. In commercio esistono cannule nasali con astine in
pla sticasimili a quelle degli occhiali, da posizionare dietro il padiglione
aurico laredella persona e cannule senza astine da adattare al capo della
persona.
Appoggiare delicatamente
i due naselli della cannula nelle narici della
persona.
Assicurare una relativa stabilit della stessa.
Iniziare l'erogazione come da prescrizione, dopo aver verificato che la
cannula non procuri fastidio alla persona.
Si consiglia di cambiare periodicamente posizione alle astine della cannu
la,alle parti del tubo e/o della maschera che aderiscono alla cute della per
sonaal fine di evitare arrossamenti o lesioni della cute. L'infermiere deve
valutarela frequenza di questi cambi in base alle condizioni della persona.
anche possibile, allo stesso scopo, posizionare delle garzine o del
coto
nefra i bordi della maschera e/o dell' elastico e la cute del viso.

Proceduracon
nasale

sondino

Se necessario, effettuare
l'igiene del
naso.
Determinare la porzione di sondino da inserire tendendolo tra la pinna
auricolare e la punta del naso.
Lubrificare la punta del sondino con acqua o gel idrosolubile facendo
attenzione a non occluderne i fori.
Dopo averne verificato
la perviet. inserire
il sondino
per la
lunghezza
primadeterminata in una delle due narici; chiedere alla persona se avverte
fastidio o prurito. In questo caso retrarre delicatamente parte del sondino
O muoverlo.
Fissare la parte esterna del sondino sulla pinna nasale con cerotto "a
cra
vatta"(").
Iniziarel'erogazione come da prescrizione.

Proceduracon

maschera
Raccordare il tubo di collegamento
alla
maschera.
Applicarela maschera al viso della persona verificandone l'aderenza al viso.

303

Applicare le procedure terapeutiche

Stringere la fascetta metallica a livello del naso della persona per miglio
rame l'aderenza.
Sistemare l'elastico dietro la testa della persona regolandone la lunghezza.
Iniziare l'erogazione come da prescrizione dopo aver verificato che non
procuri fastidio alla persona.

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
l. Definire che cosa si intende per controllare i drenaggi.
2. Elencare i drenaggi comunemente utilizzati.
3. Enunciare gli scopi per cui possono essere posizionati i drenaggi nei
diversi distretti corporei.
4. Descrivere almeno tre caratteristiche che possono presentare le secrezioni
raccolte dai drenaggi.
5. Elencare il materiale necessario per il controllo dei drenaggi.
6. Evidenziare almeno due cause di malfunzionamento dei drenaggi.
7. Controllare in una situazione reale la funzionalit di un drenaggio.

Definizione e scopo
I drenaggi sono generalmente costituiti da tubi sterili in materiale plastico,
inseriti in una cavit corporea attraverso una soluzione di continuo della cute
e dei tessuti sottostanti, allo scopo di facilitare la fuoriuscita di materiali
quali sangue, pus, essudati, liquidi biologici, aria. La cavit pu essere natu
rale, come quella addominale, o neoformata, come nel caso di una ferita chi

rurgica.
Per controllare i drenaggi si intende

l'osservazione
periodica
che
l'infermie
re attua al fine di accertare le caratteristiche del materiale drenato e l'assenza
di impedimenti alla sua fuoriuscita.
Questa procedura permette di valutare il normale funzionamento
e l'anco
raggio dei drenaggi nella sede in cui sono stati posizionati, allo scopo di pre
venire o correggere problemi quali la loro perviet (presenza di pieghe od
ostruzioni), la possibile fuoriuscita o il manifestarsi di un'infezione: questo
controllo viene effettuato dopo numerosi tipi di interventi chirurgici. In caso
di pneumotorace questo presidio viene posizionato per drenare l'aria dalla
cavit pleurica; si parla in questo caso di drenaggio toracico.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Esistono vari drenaggi diversi tra loro per forma, dimensioni e materiale.
Essi possono essere in silicone, tetlon, para, PVC (ben tollerati dall'organi
smo) e muniti di diverse vie che consentono di effettuare lavaggi, sommini
strare farmaci, prelevare del materiale per eventuali indagini diagnostiche.
La loro elasticit consente l'adattamento alla cavit in cui vengono inseriti
Fig. 11.35).

304

Applicare le procedure terapeutiche

Alcuni tipi di drenaggio.


Dall'alto verso il basso:
- drenaggio toracico (Trocar):
- drenaggio in PVC;
- Penrose;
- drenaggi a soffi etto.

In base alla sede in cui sono posizionati e alla natura della raccolta da eva
cuare, possibile suddividere i drenaggi in drenaggi tubulari semplici, dre
naggi parietali, posizionati nei tessuti superficiali, drenaggi endocavitari,
posti in cavit naturali o neoformate c drenaggi endoluminali collocati, ad
esempio, all'interno delle vie urinarie o biliari.
Spesso il materiale drenato viene raccolto per caduta in contenitori sterili
(drenaggi "a caduta"), In alcune situazioni cliniche particolari il drenaggio
pu avvenire per aspirazione (drenaggio "in aspirazione") mediante conteni
tori a soffietto in plastica che, se compressi, producono una pressione negati
va in grado di convogliare all'esterno il materiale. Un'altra modalit per
dre nare secrezioni quella che utilizza il principio della capillarit: essa
consi ste nell'introdurre una benda in garza normale o iodoformica
(larghezza 1,5 cm) lasciandone sporgere un' estremit sulla quale si applica
una medicazio ne ad alta assorbenza (4'),
fondamentale che l'infermiere osservi i caratteri quali/quantitativi del
materiale drenato: la quantit, il colore, l'odore, la consistenza e le caratteri
stiche. Fra queste ultime da verificare la presenza di pus, sangue e/o coagu
li, siero, linfa, bile, muco o altro.

Atti di supporto

Lavaggio sociale o antisettico delle mani (<I,)


Preparare il materiale:
bacinelle rcniformi e capsule in acciaio;
garze steri li;
garze iodoforrniche;
guanti sterili e in lattice monouso;
telini sterili monouso;
pinza "mungi tubo";
tamponi e contenitori sterili per eventuali indagini di laboratorio;
set contenente ferri chirurgici sterili (pinze chirurgiche e/o anatomiche,
for- bici, porta-aghi con filo di sutura per eventuale ancoraggio del
drenaggio);
siringhe di varie misure;
contenitori per taglienti e rifiuti speciali;

305

(") In alcun: testi questa morla lil


viene chiamata drcn~lggioin g;trza,
("'I In base ,111econdizioni cliniche
della persollJ e al tipo di inrervcnro
da effettuare l'infermiere sceglie",
quale tipo di lav,lggio dello m.ini S,lr:'
pi opportuno.

Applicare le procedure terapeutiche

Pinza "rnungitubo".

antisettico:
esano:
cerotti;
soluzione fisiologica;
raccordi a cono.
Identificare l'assistito
Fornire alla persona alcune informazioni relative all'atto infermicristico
Chiedere alla persona di assumere c/o aiutarla ad assumere la posizione
idonea, in relazione al distretto corporeo in cui posto il drenaggio da
controllare
Riordinare il materiale
Lavaggio sociale delle mani

Procedura
Viene qui di seguito descritta la procedura senza comprendere l'eventuale
rimozione e applicazione di medicazione, per le quali si rimanda al para
grafo 11.13.
Indossare i guanti.
Rimuovere l'eventuale medicazione.
Osservare le principal i caratteristiche del materiale drenato: quantit, con
sistenza, colore, odore.
Verificare la perviet del drenaggio:
in caso contrario,
comprimere
manualmente o con l'aiuto di pinze (Fig. Il.36) in direzione centrifuga.
Accertarsi che il drenaggio non presenti pieghe e che sia ben posizionato
misurandone la lunghezza e verificando eventuali variazioni rispetto alle
misurazioni precedenti.
Controllare che il drenaggio sia ancorato saldamente al fine di evitare una
sua possibile dislocazione.
Ridurre il drenaggio se prescritto tugliandone una sua porzione.
Registrare sulla documentazione
infennieristica
l'avvenuto controllo del
drenaggio e le osservazioni effettuate.

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
Definire che cosa si intende per effettuarefasciature.
Elencare almeno quattro scopi per cui effettuare le diverse fasciature.
Spiegare i criteri generali per eseguire le fasciature con bende.
Descrivere i tipi di fasciature, qui di seguito spiegati, e la loro modalit di
esecuzione.
S. Indicare il materiale necessario per l'effettuazione delle fasciature.
6. Effettuare in una situazione reale almeno una fasciatura fra quelle descritte.

l.
2.
3.
4.

306

Applicare le procedure terapeutiche

Definizione e scopi
Per effettuare fasciature si intende l'applicazione di fasce/bende su diverse
parti del corpo a scopo protettivo, compressivo o contenitivo.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Le fasciature possono essere effettuate con i materiali e procedimenti tecni
ci pi svariati in rapporto allo scopo per cui vengono realizzate. Proprio in
base a questo - protettivo, occlusivo, compressivo o per la contenzione
dinamica di strutture muscolo tendinee o di distretti articolari - vengono
scelti diversi tipi di materiale. Esistono in commercio bende in cotone (tela e
garza), elastiche, gessate, adesive e bendaggi speciali gi predisposti per i
diversi distretti corporei (tipo Tricodurv.
Le fasciature per la contenzione di articolazioni sono dette di tipo funzio
nale; servono a stabilizzarle senza limitarne la normale meccanica, come
spesso necessario in ambito sportivo; trovano applicazione anche come
mezzo di contenzione di strutture muscolari divenute ipotrofiche o atrofi
che. Inoltre, nella riabilitazione post-traurnatica o post-operatoria, il ben
daggio funzionale viene effettuato anche dopo lussazioni o sub-Iussazioni.
Il bendaggio di tipo occlusivo viene realizzato a protezione di lesioni cuta
nee secernenti e nelle dermatosi o dermatiti da contatto.
Il bendaggio compressivo si utilizza per prevenire o limitare, se gi pre
senti, ematomi e versamenti in diversi distretti corporei, per il drenaggio
degli edemi, in particolare di quelli degli arti inferiori, e in generale per
favorire il ritorno venosa (ad es., a scopo preventivo prima di interventi
sul bacino o dopo interventi di chirurgia vascolare). Questo tipo di fascia
tura pu anche essere utilizzato in situazioni di emergenza per tamponare
eventuali emorragie.
Nell'effettuazione delle fasciature prese in considerazione opportuno valu
tare il grado di immobilizzazione da fornire, che dipende dal materiale utiliz
zato, dal tipo di fasciatura e dal grado di tensione dato alla benda durante
l'avvolgimento. In caso di fasciature effettuate a scopo contenitivo o funzio
nale(si pensi alla frequenza delle contusioni per incidenti stradali) o in quel
le utilizzate per proteggere ferite, il grado di immobilizzazione fornito deve

Presa corretta della benda


per fasciatura.

307

Applicare le procedure terapeutiche

Modalit
corretta
una fasciatura.

per iniziare

(-\'4.u

essere leggero. Esso aumenter quando si effettueranno fasciature in caso di


distorsioni o lussazioni, oppure in situazioni ancora pi gravi come strappi
muscolari o stirarnenti, dove richiesto un grado di immobilizzazione
prati
camente totale.
Alcune indicazioni generali per]' appl icazione delle bende prevedono
che la benda debba essere impugnata come mostrato nella figura Il.37, in
modo che il rotolo rimanga per tutta la procedura nel cavo della mano di
chi fascia; essa deve scorrere sulla superficie dell' arto e non essere solle
vata, in modo da ottenere una trazione uniforme. Per iniziare la fasciatura
viene appoggiato il lembo della fascia obliquamente rispetto all' asse della
parte da bendare; dopo aver effettuato il primo giro perpendicolarmente
all' asse, si piega il lembo sporgente sul primo giro; si continua con due
giri sempre perpendicolari
per dare stabilit e si prosegue con la fasciatu
ra che si desidera ottenere (Fig. 11.38).
Se si deve bendare un arto, questo deve trovarsi in posizione di riposo; se la
parte da fasciare comprende un' articolazione, l' arto deve essere bendato in
f1essione al fine di consentire i movimenti e di prevenire complicanze quali
dolore ed edema da stasi. Il bendaggio deve sempre seguire il senso della cir
colazione venosa, soprattutto nella fasciatura degli arti inferiori.
Le modalit di esecuzione delle fasciature possono variare a seconda del

a-b) Bendaggio di contenzione


e immobilizzazione;
c) hendaggio secondo Dcsaulte
pronto da appl icare.

308

Applicare le procedure terapeutiche

distretto corporeo preso in considerazione: questo pu essere uno dei criteri


per la loro classificazione. Si potr quindi avere la fasciatura circolare se l'o
biettivo quello di coprire una parte cilindrica del corpo, come ad esempio
il collo, il polso e la mano, il torace. Sul torace pu essere effettuato un ben
daggio semplice o un bendaggio di contenzione e immobilizzazione
(Fig.
11.39 a-c), utilizzato in presenza di lesioni articolari della spalla o dell'ome
ro (bendaggio secondo Desaulte/Gilchrist)
e in situazioni di emergenza per
fratture della clavicola (Fig. I 1.40). La fasciatura a spirale indicata per
distretti corporei convenzionalmente
chiamati a tronco di cono, come la
gamba, l'avambraccio e il braccio. La fasciatura a spiga viene utilizzata per
fasciare articolazioni anche di piccole dimensioni come quella del polso e la
tibio-astragalica (Fig. Il.41). La fasciatura con avvolgimento crocialo o a
"cifra otto" indicata per limitare o impedire la normale meccanica artico
lare di un piede, di un ginocchio o di un gomito.
Per quanto riguarda la misura, le bende non devono essere pi alte del diametro della parte da fasciare, ad eccezione delle dita delle mani e dei piedi.
Nella tabella Il.4 sono riportate le misure consigliate per le diverse parti del
corpo.

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\

_~

Fasciatura per clavicola.


Modalit di esecuzione di una
fasciatura a spiga .

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'..' i.

---

\
d

309

Applicare le procedure terapeutiche

Altezza della benda (cm)


4-6
6-10
8-10
8-12
10-15
10-12
12-15
15-20

Zona da fasciare
Dita della mano e del piede
Avambraccio e gomito
Braccio e testa
Spalla
Piede
Gamba e ginocchio
Coscia
Tronco

Atti di supporto

Lavaggio sociale delle mani


Preparare il materiale:
fasce di varie dimensioni (5, IO o 20 cm) a seconda del segmento corpo
reo interessato;
cerotti o fermagli;
forbici di Lister;
bacinella reniforme;
contenitore per rifiuti speciali e/o assimilabili agli urbani;
cotone di Germania;
farmaco prescritto per eventuali applicazioni (creme, unguenti, pomate,
ecc.);
antisettico;
guanti monouso;
tubolare elastico di varie misure utilizzato per sostenere alcuni tipi di
fasciature;
cuscinetti di sostegno in cotone;
materiale per effettuare la tricotomia (prima di bendaggi adesivi).
Identificare l'assistito
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Farle assumere e/o aiutarla ad assumere una posizione comoda in relazio
ne alla fasciatura che si deve eseguire
opportuno, quando si effettua una fasciatura, che l'infermiere si posi
zioni sempre di fronte alla persona per poterne valutare costantemente le
condizioni.
Lavaggio sociale delle mani
Riordinare il materiale riutilizzabile

Procedura per fasciare il capo


Effettuare uno o due giri circolari al disopra delle orecchie.
Continuare con dei giri di benda dalla zona frontale a quella occipitale e
viceversa, coprendo cos l'intera volta cranica.

310

Applicare le procedure terapeutiche

Terminare con altri due giri circolari sopra le orecchie fissando con un
cerotto la parte terminale della benda.
Proteggere la fasciatura con tubolare elastico della misura opportuna.
Questa fasciatura pu essere eseguita anche con due bende: la prima uti
lizzata come base, la seconda che viene disposta in senso sagittale dalla
zona frontale a quella occipitale e viceversa fino alla copertura completa
del capo.
Questo bendaggio detto "berretto di Ippocrate".

Procedura per effettuare fasciatura semplice del torace


Utilizzando bende di 15-20 cm di larghezza, iniziare ad avvolgere il torace
partendo dalla regione stemale e proseguendo verso l'alto per alcuni giri.
Ad ogni passaggio la benda deve coprire met della benda precedente
nel senso della larghezza.
Posizionare la benda obliquamente e farla passare sopra una spalla e sotto
l'ascella.
Effettuare nuovamente 1-2 passaggi su tutto il torace.
Se si ritiene necessario migliorare ulteriormente la stabilit della fascia
tura, prima di effettuare i successivi giri, far passare la benda anche
sopra l'altra spalla.

Fissare la parte terminale della benda con un cerotto o con gli appositi fer
magli.

Procedura per effettuare fasciatura del torace secondo Desaul


te/Gilchrist
Posizionare sotto l'ascella del braccio leso un cuscinetto di cotone.
Invitare la persona ad assumere la posizione ortostatica o farla sedere con
il torace eretto.
Chiedere alla persona di addurre il braccio leso e di appoggiarlo sul torace
in modo che formi un angolo di 90.
Allontanare l'altro braccio dal corpo.
Utilizzando bende di 15-20 cm di larghezza effettuare dei giri circolari dal
basso verso l'alto avvolgendo il tronco della persona a partire dalla parte
superiore dell' addome.
Iniziare la fasciatura con una benda di cotone effettuando dei giri circolari
ascendenti che avvolgano il tronco.

311

Applicare le procedure terapeutiche

Proseguire l'avvolgimento con una benda in garza seguendo lo stesso per


corso fatto con la benda in cotone.
Porre un cuscinetto di cotone sulla clavicola del lato leso e coinvolgere il
braccio, passando alcuni giri di benda dalla parte posteriore a quella ante
riore del torace.
Continuando in senso obliquo portarsi nuovamente nella zona dorsale e,
passando sotto l'ascella controlaterale, ritornare all' altezza della spalla
interessata.
Ripetere pi volte tali passaggi fino ad ottenere una fasciatura consistente.

Bendaggio secondo Cilchrist.

Il bendaggio secondo Gilchrist (Fig. 11.42) utilizzato anch'esso allo


scopo di immobilizzare un braccio o l'articolazione scapolo-ornerale col
pita da lesione di tipo traumatico o infiammatorio. Si trova in commercio
preconfezionato e in varie misure. una valida alternativa al bendaggio
secondo Desaulte per la facilit con cui si applica.

Procedura per fasciare il gomito


Chiedere alla persona di flettere l'avambraccio in modo che tra questo e il
braccio si formi un angolo di 90.
Partendo dal polso verso il gomito, eseguire alcuni giri circolari per dare
stabilit al bendaggio.
Tenendo il rotolo di garza obliquo rispetto all' arto proseguire coprendo
con il giro successivo quello precedente.
Ripiegare a met di ogni giro la benda su se stessa invertendo la direzione
per ottenere la spirale rovesciata o spiga.
Proseguire fino a coprire completamente l'articolazione ornero-radiale.
Terminare con due giri circolari e fissare il capo terminale della benda con
del cerotto o con gli appositi fermagli.
Durante l'esecuzione della fasciatura occorre procedere in modo da assi
curare una buona immobilizzazione ma non una eccessiva compressione
(effetto laccio).

Procedura per fasciare il ginocchio


Il materiale utilizzato e le modalit di esecuzione di questo tipo di ben
daggio possono variare. In caso di distorsioni o lussazioni il bendaggio
sar di tipo contenitivo e saranno utilizzate bende elastiche, mentre per
proteggere ferite chirurgiche/traumatiche sono sufficienti delle semplici
bende in garza e la fasciatura avr uno scopo protettivo.

Fasciatura del ginocchio.

Chiedere alla persona di flettere leggermente il ginocchio.


Effettuare alcuni avvolgimenti circolari sopra]' articolazione del ginoc
chio dall' interno verso l'esterno.

312

Applicare le procedure terapeutiche

Passando posteriormente, scendere sotto l'articolazione praticando alcuni


avvolgimenti circolari.
Alternare gli avvolgimenti sopra e sotto l'articolazione a spirale rovescia
ta o spiga.
Proseguire la fasciatura avvicinandosi gradualmente all'articolazione fino
ad inglobarla.
Terminare fissando la porzione terminale della benda con cerotto o con gli
appositi fermagli (Fig. 11.43).

Procedura per fasciare il piede


Chiedere alla persona di mantenere il piede in flessione dorsale (angolo di
90 rispetto alla gamba).
Effettuare alcuni avvolgimenti circolari iniziando dalla zona dorsale del
piede, dall'interno verso l'esterno ed impiegando una benda larga IO cm.
Passando alternativamente sopra e sotto il piede, praticare dei giri a cifra
otto proseguendo verso la gamba (ascendenti).
Completare la fasciatura con alcuni giri circolari al di sopra dell' articola
zione tibio-tarsica.
Terminare fissando il capo terminale della benda con cerotto o con gli
appositi fermagli (Fig. I 1.44).

Procedura per fasciare l'avambraccio


Iniziare con due o tre giri circolari sul polso.
Proseguire verso il gomito avvolgendo la benda con giri a spirale. Vista la
conformazione tronco-conica dell'arto, questi diventano successivamente
a spirale inversa.
Eseguire dei giri circolari per garantire il fissaggio.
Terminare fissando il capo terminale della benda con cerotto o con gli
appositi fermagli (Figg. I 1.45, Il.46).

Procedura per fasciare la mano


Chiedere alla persona di tenere la mano in estensione con il pollice divari
cato e iniziare con due o tre giri circolari intorno al polso.
Proseguire con avvolgimenti ad otto dal dorso della mano verso il polso e
viceversa.

Ripetere pi volte tale percorso tino a dare una buona stabilit alla
fasciatura.
Terminare fissando il capo terminale della benda con cerotto o con gli
appositi fermagli (Fig. Il.47).
Per quanto riguarda la fasciatura delle dita della mano, sono utilizzate
bende in garza elastica tubolare di varie misure che, applicate su di una
apposita struttura metallica (Tubiton), vanno a coprire ogni singolo dito
da fasciare. Per ottenere una fasciatura stabile comunque utile termina
re il bendaggio effettuando uno o due giri intorno al polso fissando il
capo terminale della benda come gi descritto.

313

Fasciatura

del piede.

Fasciatura

cieli' avambraccio.

Applicare le procedure terapeutiche

Fasciatura del gomito (visione


posteriore).

Procedura per fasciare la coscia


Iniziare con due o tre giri circolari al di sopra del ginocchio (benda larga
lO o 15 cm).
Proseguire verso la radice della coscia avvolgendo la benda con giri a spirale.
Eseguire dei giri circolari per garantire il fissaggio.
Terminare fissando il capo terminale della benda con cerotto o con gli
appositi fermagli.

Procedura per fasciare il moncone


Per effettuare questa fasciatura, oltre alle bende in garza utili a sostenere
l'eventuale medicazione presente, vengono utilizzate bende elastiche a
scopo emostatico e/o compressivo.
Iniziare coprendo l'estremit distale del moncone con un giro di benda
fino a raggiungere la radice della coscia (larghezza IO o 15 cm).
Proseguire tenendo con una mano l'estremit iniziale della benda e con l'al
tra praticare dei giri che si sovrappongono per met a quelli precedenti.
Dopo aver coperto l'intero moncone completare con due giri di ancorag
gio all'altezza della vita.
Fissare il capo terminale della benda con cerotto o con gli appositi ferma
gli e coprire l'intero moncone con rete elastica di adeguata misura.

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
Fasciatura della mano.

l. Definire cosa si intende per medicare ferite.


2. Riferire tutti gli scopi citati per cui vengono effettuate le medicazioni.

314

Applicare le procedure terapeutiche

3. Spiegare il significato di medicazione semplice e complessa.


4. Elencare le osservazioni da effettuare durante il rifacimento della medica
zione.
5. Elencare il materiale necessario per effettuare medicazioni semplici e
complesse.
6. Effettuare, in una situazione reale, una medicazione semplice e una medi
cazione complessa.

Definizione e scopi
Per medicare ferite si intende l'insieme dei provvedimenti messi 111 atto per
favorire la guarigione di ferite chirurgiche (47), quali la disinfezione, l'appli
cazione di sostanze terapeutiche (se prescritte) e la loro protezione con garze
o materiale gi predisposto.
La medicazione viene effettuata e sostituita periodicamente al fine di osser
vare le condizioni della ferita, proteggerla da traumi e/o infezioni, assorbire
sierosit o modeste perdite ematiche, favorirne la guarigione.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Le ferite conseguenti a un intervento chirurgico possono guarire secondo due
modalit: per prima inteniione. se i lembi della ferita sono lineari e ben
accostati l'uno all'altro, non sono presenti secrezioni (spesso conseguenti a
infezione della ferita) e non sono stati posizionati drenaggi: queste ferite
guariscono rapidamente lasciando una cicatrice lineare spesso poco visibile.
La guarigione per seconda intenzione avviene quando i lembi della ferita
non sono ben accostati tra loro a causa di una perdita di sostanza, spesso
dovuta ad infezione C"). La guarigione lenta e lascia una cicatrice di
dimensioni variabili: per favorirla vengono spesso posizionati dei drenaggi. Le
medicazioni semplici sono quelle che si praticano su ferite che guarisco no
per prima intenzione: le medicazioni complesse vengono effettuate per
ferite che guariscono per seconda intenzione. Le prime vengono rinnovate
una volta al giorno o ad intervalli pi lunghi in relazione alla sede della feri
ta e alla velocit del processo di guarigione: le seconde possono essere rin
novate anche pi volte nelle 24 ore.
In ospedale le medicazioni vengono generalmente effettuate al mattino duran
te la visita medica, anche se pu essere necessario rinnovarle nel corso della
giornata. Al fine di prevenire infezioni ospedalicre buona norma program
mare questa attivit prevedendo di iniziare con la medicazione di ferite asctti
che, per proseguire poi con ferite producenti secrezioni non purulente e terrni
nare con la medicazione di ferite infette o sospette tali. Il materiale per la
medicazione deve essere sterile, possibilmente preparato in seI predisposti per
ogni tipo di medicazione. Le ferite chirurgiche possono essere notevolmente
diverse tra loro data la numerosit e la diversit degli interventi chirurgici pra
ticabili. L'infermiere che si appresta a medicare una ferita deve conoscere,
almeno nelle linee generali, l'intervento chirurgico effettuato, la tipologia
della ferita, il tipo e il numero dei drenaggi posizionati ed eventuali altre
informazioni specifiche. Durante l'esecuzione della medicazione, l'infermiere
valuta con attenzione le condizioni locali della zona per la presenza di even-

315

l")
,'cr ierit,' chirurgie"
si illtende
I"
soluzione cii continuo dcii,] CUI(' l' dci
tL,ssuli souost.uui pr,'li( .11.1ddl chirur
go ~11 finp di r~lggiung(_'r(_' il distretto
corporeo su cui intervenire,
Le mr-rlira zio n i di fl'rile
intcuc
spesso illdicl(l'
con il termine
,illl(\dic~lLi()JH' s(_'lticl)"
1"')

suno

Applicare le procedure terapeutiche

tuali segni di infiammazione ttumor; rubar, calori e raccoglie eventuali sinto


mi riferiti dalla persona (dolor), osservando anche il suo stato generale.

Atti di supporto

Lavaggio antisettico delle mani


Preparare il seguente materiale sul carrello delle medicazioni:
antisettici utilizzati (ad es., iodio-povidone, alcol iodato, acqua ossigenata);
etere o esano;
soluzione fisiologica;
compresse di garza sterili di diverse misure;
garze iodoforrniche;
garze grasse (tipo Fitostimoiiner):
garze non sterili:
forbici non sterili;
cerotti anallergici;
cerotti tipo Mefix", Mepore'";
set sterili monouso:
ferri chirurgici sterili in confezioni singole (pinze anatomiche e chirurgiche, pinze kocher e klemmer, forbici rette e curve);
materiale sterile eventualmente necessario quale porta-aghi. aghi da sutu
ra, bisturi c portabisturi, sonde scanalate, specilli:
anestetico locale:
tamponi sterili per eventuali esami colturali:
provette sterili;
arcelle e capsule metalliche sterili;
guanti steri Ii e non steri li:
telini sterili;
schizzettoni;
siringhe di diverse capacit;
disinfettante per ferri chirurgici;
contenitore cilindrico;
contenitore con disinfettante per ferri chirurgici:
antibiotici locali;
pomate antibiotiche;
lubrificanti (olio di vaselina o vaselina filante, LU{I/l(")):
drenaggi;
bende di diversa altezza;
materiale di fissaggio delle fasciature (ad es., Retelust", Surgifi.l"l):
contenitori per taglienti e rifiuti speciali;
contenitore per rifiuti assimilabili agli urbani.
Identificare l' assistito
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mi eristico
Farle assumere e/o aiutarla ad assumere una posizione comoda in relazio
ne alla medicazione che si deve eseguire
Riordinare il materiale riutilizzabile
Lavaggio sociale delle mani

316

Applicare le procedure terapeutiche

In base alle condizioni della ferita, allo stato di coscienza della persona, ali 'in
tensit del dolore eventualmente presente, alle manovre che occorre attuare (ad
es., l'accorciamento o la rimozione di drenaggi), il cambio della medicazione
pu richiedere uno o pi operatori (l'infermiere e il medico o due infermieri).

Procedura per effettuare una medicazione semplice


Inumidire con soluzione sgrassante i cerotti e rimuoverli con delicatezza,
evitando di toccare la cute troppo vicino alla ferita.
Tali precauzioni sono importanti al fine di limitare il dolore alla persona
e di diminuire l'irritazione della cute spesso conseguente al continuo fis
saggio e rimozione dei cerotti.
Indossare guanti non sterili.
Rimuovere la vecchia medicazione eliminandola nel contenitore per rifiuti
speciali.
Togliere i guanti non sterili.
Osservare la ferita per la presenza di eventuali segni di infiammazione.
Aprire il sei contenente il materiale per la medicazione.
Se non sono disponibili questi set:
Posizionare un telino sterile su un piano d'appoggio e aprire le confezioni
del materiale necessario facendolo cadere sul telino senza toccarlo, al fine
di mantenere la sterilit.
Aprire la confezione con il contenitore cilindrico (tazza) e riempirlo per '/4
della sua capacit di disinfettante per ferri.
Immergervi due pinze (tipo klemmer) da utilizzare esclusivamente per il
materiale sterile (ad es., per afferrare delle garze da montare su un'altra
pinza utilizzata per disinfettare la ferita).
Prendere una garza con la pinza e bagnarla con esano o etere.
Passare la zona circostante la ferita per rimuovere eventuali residui di
colla.
Prendere un' altra garza, bagnarla con soluzione fisiologica o acqua ossi
genata.
La soluzione fisiologica e/o l'acqua ossigenata
presenti, residui di sangue.

aiutano a rimuovere,

se

Passare la garza sulla ferita iniziando dalla sutura e proseguendo verso


l'esterno, senza mai tornare verso la sutura stessa per non riportare sui
bordi della ferita microrganismi allontanati in precedenza o presenti sulla
cute circostante.
Prendere, sempre uti Iizzando la pinza, una nuova garza e bagnarla con
l'antisettico utilizzato.
Disinfettare la ferita, partendo dalla sutura, verso l'esterno senza mai tor
nare verso la sutura stessa.
Se necessario, eliminare la garza ed effettuare nuovamente la disinfezione
con un'altra.

317

Applicare le procedure terapeutiche

Medicazione

semplice.

o
o

Posizionare garze sterili della misura adeguata a coprire interamente la


ferita (Fig. 11.48).
Fissare con cerotti i bordi della garza in modo da lasciare libera la parte
centrale della medicazione, per lasciar traspirare la ferita stessa e la cute
circostante; a tale scopo possibile anche utilizzare cerotti gi pronti o
cerotti in TNT (tessuto non tessuto) tipo Mefix".
Riporre i ferri chirurgici utilizzati nel contenitore apposito.
Registrare la procedura sulla documentazione
infennieristica
segnalando
eventuali osservazioni effettuate.

Procedura per effettuare una medicazione complessa


M edicaiione sett ica
o
o

o
o

o
o
o

Indossare guanti non sterili.


Inumidire con soluzione sgrassante i cerotti e rimuoverli con delicatezza,
evitando di toccare la cute troppo vicino alla ferita.
Rimuovere la vecchia medicazione eliminandola nel contenitore per rifiuti
speciali.
Se necessario, sostituire i guanti.
Osservare le condizioni della ferita, l'eventuale presenza di secrezioni e il
loro carattere.
Se richiesto, eseguire un tampone colturale per identificare i microrgani
smi presenti.
Prendere una garza con la pinza e bagnarla con esano o etere.
Passare la zona circostante la ferita per rimuovere eventuali residui di colla.
Prendere un' altra garza, bagnarla con soluzione fisiologica o acqua ossi
genata.
Passare la zona circostante la ferita.
Prendere, sempre utilizzando la pinza, una nuova garza e bagnarla con
l'antisettico uti Iizzato.
Disinfettare la ferita dal margine esterno verso l'interno con movimenti
c il'CO Iari.

318

Applicare le procedure terapeutiche

In presenza di ferite infette alcuni autori suggeriscono questa modalit di


disinfezione al fine di ostacolare la diffusione dei microrganismi presenti
nella ferita sulla superficie corporea.
Se necessario, eliminare la garza ed effettuare nuovamente la disinfezione
con un'altra.
Se prescritto, applicare garze particolari (ad es., iodoformiche) o altre
sostanze terapeutiche.
Una ferita infetta pu presentare lembi di tessuto necrotico e/o cavit di
diverse dimensioni. In questi casi il chirurgo pu ritenere necessario
effettuare una toilette asportando le zone necrotiche. La garza iodoformi
ca pu essere efficacemente utilizzata per "zaffare" (40) le cavit presenti
nella ferita.
Posizionare garze sterili della misura adeguata a coprire interamente la ferita.
Fissare con cerotti i bordi della garza in modo da lasciare libera la parte
centrale della medicazione.
Riporre i ferri chirurgici utilizzati nel contenitore apposito.
Registrare la procedura sulla documentazione infermi eristica segnalando
eventuali osservazioni effettuate e le sostanze terapeutiche utilizzate.

Procedura per effettuare una medicazione complessa


Medicazione di una ferita con drenaggio
Rimuovere la medicazione, seguendo i passaggi sopra descritti e ponendo
attenzione a non effettuare trazioni che comportino la fuoriuscita del dre
naggio.

Osservare la ferita e la sede di inserzione del drenaggio per la presenza di


eventuali segni di infiammazione.
Passare con esano o etere e con acqua ossigenata o soluzione fisiologica
come sopra indicato.
Disinfettare la ferita partendo dalla sutura verso l'esterno senza mai torna
re verso la sutura stessa.
Disinfettare la cute circostante il drenaggio con la stessa modalit.
Ripetere, se necessario, pi volte questi passaggi avendo cura di utilizzare
una nuova garza ogni volta.
Durante queste medicazioni il chirurgo pu accorciare, sostituire o
rimuovere il drenaggio.
Tagliare a Y una garza e posizionarla attorno al drenaggio (Fig. 11.49).
Posizionare garze sterili della misura adeguata a coprire la ferita e il dre
naggio (Fig. I 1.50).
Fissare con cerotti i bordi della garza in modo da lasciare libera la parte
centrale della medicazione.

319

("') Con questo termine si intende l'uti


lizzo della garza iodoformica per riem
pire la cavit. AI suo interno la garza
esplica un'azione antisettica, aiutando
cos il processodi guarigione.

Applicare le procedure terapeutiche

11.49

Posizionamento della garza


intorno al drenaggio.

Medicazione complessa
con drenaggio.

11.50

Se il drenaggio stato rimosso, viene effettuata un'ulteriore disinfezione


della sede in cui era inserito; quest'ultima viene poi coperta secondo le
modalit gi spiegate.
Riporre i ferri chirurgici utilizzati nel contenitore apposito.
Registrare la procedura sulla documentazione infermieristica segnalando
eventuali osservazioni effettuate.

Procedimento tecnico (finalit: Sostenere)

Procedimento tecnico (finalit: Guidare)

Procedimento tecnico (finalit: Guidare)

Obiettivi didattici
l. Definire cosa si intende per preparare le sostanze terapeutiche per I 'auto
somministrarione,
per insegnare ad ottenere il dosaggio delle sostanze
terapeutiche e per insegnare le modalit di utilizzo dei materiali e dei pre
sidi sanitari.

2. Spiegare come questi procedimenti tecnici possono essere utilizzati per favo
rire la progressione della persona sul continuum autonomia-dipendenza.
3. Enunciare le tre procedure scelte per spiegare i tre procedimenti tecnici
di questo paragrafo.

320

Applicare le procedure terapeutiche

4. Elencare il materiale necessario per svolgere i tre procedimenti indicati.


5. Spiegare come attuare la procedura per la preparazione di un'iniezione
di insulina (preparare le sostanze terapeutiche per l' autosomministrazio
ne) in una situazione reale.
6. Spiegare come attuare la procedura per insegnare ad assumere il cor
retto dosaggio di un farmaco in compresse nelle 24 ore (insegnare ad
ottenere il dosaggio delle sostanze terapeutichei in una situazione reale.
7. Spiegare come attuare la procedura per insegnare ad una persona il
lavaggio del catetere di Groshong di cui portatrice (insegnare le moda
lit di utilizzo dei materiali e dei presidi sanitari) in una situazione reale.

Definizione e scopi
Per preparare le sostan:e terapeutiche per lautosomministrarione (sostene
re) si intende predisporre la terapia che la persona deve assumere, spiegando
e dimostrando come ottenere il dosaggio delle sostanze terapeutiche e come
utilizzare i materiali e i presidi sanitari necessari nella situazione data. Per
insegnare ad ottenere il dosaggio delle sostanze terapeutiche (guidare) si
intende spiegare alla persona e alle persone significative C") le modalit per
ottenere il dosaggio del farmaco nella forma farmaceutica prescritta e/o per
ripartire correttamente la dose giornaliera nel numero di somministrazioni
indicate. AI termine dell' atto deve essere verificato l'apprendimento conse
guente a questo intervento educativo.
Per insegnare le modalit di utilirio dei materiali e dei presidi sanitari (gu
dare) si intende. in una situazione reale, spiegare alla persona e alle persone
significative come utilizzare i materiali e presdi sanitari dei quali necessita,
al fine di eliminare o ridurre i rischi e gli effetti indesiderati che possono
determinarsi in seguito al loro scorretto utilizzo. AI termine dell'atto deve
essere verificato l'apprendimento conseguente a questo intervento educativo.
L'infermiere utilizza questi atti integrati tra loro allo scopo di fornire alla
persona conoscenze e abilit che le permettano di raggiungere la massima
autonomia nella risposta al bisogno di procedure terapeutiche.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Le situazioni in cui una persona o i suoi familiari possono trovarsi a gestire
per tempi prolungati. una terapia sono sempre pi frequenti e
richiedono quindi una risposta assistenziale adeguata alle esigenze peculiari
della situazione. Tali circostanze possono verificarsi al termine di un ricove
ro ospedaliero, quando la persona deve proseguire la terapia a casa o anche
per la prescrizione di una terapia che non necessita l'ospedalizzazione, ma
richiede comunque l'acquisizione di nozioni per il suo svolgimento. In
entrambi i casi la funzione di guida e sostegno dell' infermiere essenziale.
sia per far acquisire alle persone la padronanza necessaria a superare la com
prensibile insicurezza iniziale, sia per affrontare eventuali piccoli problemi
che possono verificarsi.
Tali guida e sostegno possono essere assicurati con diverse modalit fra le
quali: la verifica periodica in occasione di controlli ambulatoriali
() al
domicilio della persona - anche con altri professionisti - per individuare

e'), anchc

321

e'i Vedi noti! ("). cap. 2.


(:') Con questo verbo si intende indi
care tutte le operazioni relative al pre
parare, conservare, somministrare ()
auiosomministrarc sostanze torapeuti
che; registrare su moduli o anche su
semplici fogli l'nssunzio nc di u na
terapia e 1;1capacit;] di utilizzare
cor
rettamente materiali (' presdi sanit.u i.

Applicare le procedure terapeutiche

eventuali comportamenti da correggere o per rinforzare comportamenti


corretti; l'utilizzo di semplici moduli (anche elaborati con la persona e/o i
familiari) su cui registrare la somministrazione della terapia alle ore stabi
lite ed eventuali altre informazioni utili. Pu essere anche indicato l'uso
e/o la realizzazione di guide o manuali da fornire alla persona sulle moda
lit di utilizzo dei materiali e presidi sanitari (come nel caso di persone
portatrici di catetere vescicale a permanenza, di sacchetti per stornia, di
cateteri venosi centrali) o sui principali effetti collaterali dovuti alla tera
pia con alcuni farmaci e/o all' assunzione di un dosaggio errato. Mentre
non si pu tralasciare la comunicazione alla persona di un recapito telejo
nico attivo 24 ore su 24 per eventuali situazioni di emergenza. utile indi
viduare ali' interno del gruppo familiare o dell' ambiente in cui la persona
assistita vive, il componente pi adatto a collaborare nella gestione della
terapia.
Per svolgere questi procedimenti tecnici opportuno che l'infermiere
favorisca la presenza delle condizioni maggiormente facilitanti la rela
zione con la persona (52) e quindi la comprensione dei contenuti dell'a
zione di guida.
Viene ora descritta a titolo esemplificativo una procedura

per ognuno dei

seguenti atti:
Preparare le sostanze terapeutiche per l'autosomministrarione
Insegnare ad ottenere il dosaggio delle sostanze terapeutiche
Insegnare le modalit di utilizzo dei materiali e dei presidi sanitari

Atti di supporto

(") A tale
riprendere
paragrafi

riguardo
si suggerisce
di
i contenuti
del ca p; 2 ai

2 ..1 Intraprendere eia


mante nere t'interezione
con la
persona, 2.6
Intraprendere elo mantenere l'intera
zione con le persone significative, 2.7
Incoraggiare l'espressione orale di
eventi e situazioni che preoccupano
la persona assistita elo le persone
significative.

Lavaggio sociale delle mani


Preparare il materiale:
scheda della terapia;
materiale didattico (ad es., disegni esemplificativi per]' insegnamento
della tecnica, check-lisi, arti artificiali o manichino per simulazioni);
vassoio;
siringhe da l mi con ago corto (se possibile con doppia scala: misurazione
in unit internazionali e in frazioni di millilitro);
flacone di insulina prescritta;
batuffoli di cotone e antisettico o etere;
arcella;
contenitore rigido per aghi e oggetti taglienti;
contenitore per rifiuti speciali;

322

Applicare le procedure terapeutiche

Identificare l'assistito. Si rimanda per questa voce alla regola delle 6 G, al


punto relativo all'identificazione della persona
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Aiutare la persona a individuare la/e sede/i pi comode per l'autosommi
nistrazione
Lavaggio sociale delle mani
Riordinare il materiale riutilizzabile

Procedura
Questa procedura prevede numerosi passaggi effettuati allo scopo di inse
gnare alla persona abilit e conoscenze che favoriscano la sua autonomia.
possibile attuare questo intervento educativo mentre si effettua un'iniezione
di insulina alla persona stessa o simulando l'iniezione su un manichino o su
un arto artificiale.
Recarsi dalla persona comunicando lo scopo dell'interazione.
Indicare alla persona le sedi utilizzabili per l'iniezione sottocutanea avva
lendosi, se necessario, delle figure (vedi par. 11.5).
Spiegare perch opportuno effettuare una rotazione delle diverse sedi.
Suggerire alla persona di impiegare un semplice modulo su cui registrare
le sedi di iniezione utilizzate, l'orario in cui devono essere effettuate le
iniezioni, il dosaggio di insulina, il valore della glicemia del controllo
immediatamente precedente la somministrazione, eventuali effetti collate
rali rilevati.
Elencare i fattori, di cui occorre valutare la presenza, prima di eseguire
l'iniezione, quali: lesioni, eritemi, infiammazioni, lipodistrofia o ecchi
mosi.
Insegnare il controllo della glicemia (") spiegandone l'importanza prima
della somministrazione di una dose di insulina.
Mostrare alla persona la siringa da utilizzare spiegando la doppia scala in
millilitri e in unit internazionali e la proporzione tra le due scale di misu
razione (I millilitro di soluzione = 40 unit internazionali).
Indicare l'ago adatto per l'iniezione sottocutanea confrontandolo con altri
aghi utilizzati per iniezioni, al fine di evidenziarne la differenza.
Mostrare come aspirare dal flacone la dose di insulina prescritta.
Spiegare alla persona le modalit di disinfezione della cute.
Insegnare con l'aiuto di figure/disegni la tecnica dell' iniezione sottocu
tanea.
Mostrare alla persona i contenitori in cui deve essere eliminato il materia
le utilizzato, spiegando la necessit di dividere i rifiuti taglienti e poten
zialmente infetti dai rifiuti comuni (assimilabili agli urbani).
Eseguire l'iniezione sottocutanea sulla persona o su un sussidio didattico,
ripercorrendo i passaggi spiegati precedentemente.
Fare eseguire alla persona un' iniezione sottocutanea su se stessa o su un
sussidio didattico chiedendole di ripercorrere e motivare i passaggi sopra
descritti ed eventualmente aiutandosi con una check-listo

323

C') Vedi Procedura con strisce reagen


ti e Procedura con strisce reagenti e
Glucometer, cap. 12, par 12.iL

Applicare le procedure terapeutiche

Atti di supporto

Lavaggio sociale delle mani


Preparare il materiale:
modulo per annotare la terapia prescritta e verificarne l'assunzione;
penna a sfera;
materiale in commercio per suddividere le dosi nelle 24 ore;
farmaco prescritto.
Identificare la persona
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all' atto infer
mieristico
Lavaggio sociale delle mani
Riordinare il materiale riutilizzabile

Procedura
Mostrare alla persona la confezione farmaceutica evidenziando il conte
nuto in milligrammi contenuti in ogni compressa.
Spiegare, se necessario, che lo stesso principio attivo contenuto in far
maci con diversi nomi a seconda della casa farmaceutica produttrice.
Annotare la terapia prescritta sul modulo predisposto per/con la persona.
Segnalare sullo stesso modulo eventuali annotazioni di parametri da rile
vare prima di assumere la terapia.
Ripartire nelle 24 ore la dose giornaliera, se non gi specificato dal medi
co, segnando gli orari di assunzione.
Nella ripartizione della dose giornaliera occorre tener conto di una serie
di fattori, quali: le abitudini della persona (ad es., dell'alternanza sonno
veglia), il tipo di farmaco (ad es., evitare la somministrazione di un diu
retico prima di coricarsi), l'opportunit di assumerlo vicino o lontano dai
pasti, la contemporanea assunzione di principi attivi diversi.
Mostrare alla persona, se il caso, alcuni modelli o fotografie di dispositi
vi per suddividere le somministrazioni nelle 24 ore.
Verificare la comprensione delle indicazioni fornite.

Atti di supporto
Lavaggio antisettico delle mani (infermiere e persona)
Preparare il materiale:

324

Applicare le procedure terapeutiche

cappucci appositi possibilmente muniti di gommino perforabile;


guanti sterili;
compresse di garza sterili;
telini sterili;
antisettico;
etere;
siringa da IO mI con soluzione fisiologica;
siringhe da 5 e IO mI;
contenitori per taglienti e rifiuti speciali;
calendario e penna a sfera.
Fornire alla persona alcune informazioni generali relative all'atto infer
mieristico
Far assumere alla persona e/o aiutarla ad assumere la posizione seduta
Lavaggio sociale delle mani
Riordinare il materiale riutilizzabile
Registrare la data in cui stato effettuato il lavaggio sul calendario ed
eventuali sintomi rilevati. Se questi sintomi sono particolarmente fastidio
si andranno segnalati al Centro di riferimento

Procedura
Spiegare verbalmente e mostrando il materiale che verr poi utilizzato,
tutte le fasi della procedura alla persona (possibilmente anche in presenza
di un familiare).
Ribadire gli aspetti pi importanti della procedura e verificarne la com
prensione facendoli ripetere alla persona.
Iniziare l'esecuzione della procedura come segue, facendo eseguire il
maggior numero possibile di passaggi gi alla persona stessa.
Mostrare alla persona come rimuovere - se presenti - i cerotti dalle con
nessioni tra catetere e cappuccio e come asportare, con una garzina imbe
vuta di etere, eventuali residui di colla.
Nonostante l'esecuzione di questa procedura al domicilio riduca notevol
mente la possibilit di contaminazione del catetere, si scelto di descri
verla con l'impiego di un campo sterile. La scelta motivata sia dal fatto
che viene eseguita ogni 6-7 giorni, sia dalla diversit delle condizioni
ambientali e socio-culturali in cui la persona vive. Sar l'infermiere a
decidere come insegnare la procedura e quale spazio di discrezionalit
(sterilit del materiale e della procedura) lasciare alla persona.
Posizionare il telino sterile su un piano d'appoggio comodo e vicino alla
persona.
Posizionare le compresse di garza sul telino e appoggiarvi le estremit del
catetere.
Chiudere le apposite clamps.
Far aprire alla persona le confezioni di siringhe, cappucci di protezione e
garze sterili come precedentemente spiegato.
Far indossare i guanti sterili alla persona.

325

Applicare le procedure terapeutiche

Da questo momento in poi, ogni procedura che implichi il contatto con


un oggetto non sterile necessita dell'aiuto dell'infermiere (ed in seguito
di un familiare) che non indossi guanti sterili.
Far aspirare IO mi di soluzione fisiologica con l'aiuto dell' infermiere (poi
di un familiare).
Mostrare come disinfettare con garze imbevute di antisettico il punto di
raccordo tra catetere e cappuccio protettivo.
Far togliere alla persona il cappuccio protettivo del catetere.
Raccordare una siringa vuota.
Aprire le clamps.
Far aspirare 4-5 ml di sangue per verificare la perviet del catetere
Chiudere le clamps.
Raccordare la siringa con la soluzione fisiologica precedentemente aspirata.
Aprire le clamps.
Eseguire l'irrigazione del catetere spiegando alla persona di iniettare len
tamente e chiedendole di porre attenzione a sensazioni di bruciore, fasti
dio o altri sintomi.
Chiudere le clamps.
Sraccordare la siringa e applicare un nuovo cappuccio sterile preferibil
mente con gommino perforabile.
Far riapplicare del cerotto sul cappuccio protettivo.

326

Applicare le procedure terspeutiche

Addison-Wesley, Atlante fotografico di tecniche infermieristiche, Antonio Delfino


Editore, Roma, 1987.
Agnelli I., Canossa M. et al., Quaderno del nursing di base, Nettuno, Verona, 1994.
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BossiniA., Farmacologia e terapia clinica, USES, Firenze, 1990.
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Nursing, voI. 6, N. 4, 1997.
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Altre vie di somministrazione particolare, MedicaI Cornrnunications, in collabo
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Taber C.W., Dizionario enciclopedico di Scienze infermieristiche, McGraw-Hill,
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ZanniA., Scelta dell'antisettico per l'inserimento di un catetere venoso: una revisio
ne della letteratura, Nursing Oggi, N. 2,1997.

327

Applicare le procedure terapeutiche

1. Definire il termine "terapia" e


il suo scopo.
2. Spiegare in cosa consiste
"regola delle 6 C".

la

Quali sono i dispositivi


descritti per l'infusione endove
nosa periferica e per l'infusione
endovenosa centrale?

12.

13. Quale vantaggio offre il tun

3. Elencare le 116 CII e dire quali


controlli prevede ciascuna di
esse.
4. Quanti mI di soluzione devo
aspirare per praticare mg 325 di
un Iermeco, avendo a disposizio
ne mg 500 in mI IO?
5. Elencare almeno cinque variabi
li da considerare prima di sommi
nistrare un farmaco per via orale.
6. Definire cosa si intende per Far

assumere sostanze terapeutiche


per via sottocutanea.
7. Elencare tutte le sedi utilizzate
per l'iniezione sottocutanea.
8. Elencare tutte le sedi utilizzate
per l'iriiezione intramuscolare.
9. Dire almeno cinque variabili
da considerare prima di una inie
zione intramuscolare.
10. Definire cosa si intende per
Controllare i cateteri venosi cen
trali.
11. Quali possono

essere i segni
e i sintomi di un'iniezione in una
persona portatrice CVO

328

nel sottocutaneo previsto nell'oti


lizzo dei cateteri
Hickman
Broviec, Croshong e per le l'porte
sottocuteoee"?
14. La letteratura

suggerisce di
effettuare il cambio di rubinetti,
deflussori e vie di somministrazio
ne aggiuntive ogni 48-72 ore.
Quali elementi l'iniermiere deve
valutare nel decidere la frequenza
di sostituzione di questi presdi?
15. Con quali soluzioni
devono
essere irrigati i cateteri Hickman
Btoviec, Croshong e le "porte
sottocutenee"
prima della loro
chiusura?
16. Elencare tutti i presdi descrit

ti per la somministrazione
l'ossigeno.

del

17. Indicare il presidio che - a


parit di flusso erogato - permet
te di ottenere una pi elevata
concentrazione
di ossigeno e
quello che permette di ottenere
una concentrazione costante.
18. Spiegare cosa si intende per
Controllare i drenaggi.
19. Dire almeno

cinque
delle
caratteristiche che pu presentare
il materiale fuoriuscito dai dre
naggI.

Applicare le procedure terepeutiche

20. Citare i criteri generali per


eseguire le fasciature con bende.

23. Quali sono le osservazioni

21. Dipendentemente dal distret


to corporeo da fasciare, come
possono essere classificate
le
fasciature?

24. Con quali modalit

22. Spiegare cosa si intende per


medicazione
semplice
e per
medicazione
complessa
e su
quali ferite si eseguono.

da
effettuare durante il cambio della
medicazione?

possibi
le fornire guida e sostegno a una
persona che si autosomministra
la terapia?
25. Cosa si intende per Insegnare
le modalit di utilizzo dei mate
riali e dei presdi sanitari?

329

Indicare le principali variabili riconducibili


ai quat
tro concetti fondamentali
della Disciplina infermie
ristica utili per raccogliere i dati sul bisogno di pro
cedure diagnostiche.
Elencare gli Atti trattati in questo capitolo per ese
guire le procedure diagnostiche
con riferimento
al

continuum autonomia-dipendenza.
Rispondere al bisogno di procedure diagnostiche
della persona con i procedimenti tecnici descritti
in questo capitolo.

Eseguire le procedure diagnostiche

Premessa
In questo capitolo viene trattata la prestazione infennieristica Eseguire le
procedure diagnostiche con le modalit e l'ordine qui di seguito esposti.
Dell'azione Eseguire gli esami strumentali (sostituire), tenendo presenti le
realt operative e la frequenza di esecuzione delle procedure, si scelto di
spiegare l'esecuzione dell'elettrocardiogramma (Eseguire ECG). Dell'azione
Prelevare materiale biologico vengono esposti i principali procedimenti tec
nici relativi alla raccolta di urine, feci e sangue per esami di laboratorio. In
particolare, nel Raccogliere le secrezioni e/o i liquidi di drenaggio, si
opta to di trattare la raccolta dell' escreato, anticipando al capitolo
precedente la seconda parte dell' atto. Infatti, nel paragrafo I 1.12, si
descritto anche l'atto Raccogliere i liquidi di drenaggio unitamente alle altre
conoscenze e proce dure previste in Controllare i drenaggi.
Della finalit guidare, infine, stato illustrato il procedimento tecnico relati
vo all'azione Istruire la persona nella gestione del materiale biologica:
Insegnare
urine.

le modalit

per prelevare

e conservare

un campione

feci e/o

Raccolta dati sul bisogno di procedure diagnostiche

M., Il Modello delle


Prestazioni infermieristiche, Masson,
l') Vedi Cantarelli

Milano, 1996, p. 112.

(') Vedi quanto gi sottolineato all'ini


zio del cap. 11 sulla prestazione infer
mieristica Applicare le procedure

lerapeutiche.

Il bisogno di procedure diagnostiche, cos come quello di procedure tera


peutiche, un bisogno indotto ('); per tale motivo, al fine di identificare
questo bisogno di assistenza infermieristica, l'infermiere necessita di effet
tuare una raccolta dati che prenda in considerazione, oltre ai concetti della
Disciplina infermi eristica, la prescrizione medica ("),
I dati particolarmente significativi da indagare in riferimento al suddetto
bisogno sono riconducibili innanzi tutto a variabili biofisiologiche.
Effettuare procedure diagnostiche a una persona adulta o a un bambino pre
senta notevoli differenze sia in merito all'informazione da dare per rendere
autonoma la persona (ad es., insegnare a una persona come eseguire prelie
vo capillare), sia al materiale da usilizzare (ad es., nella raccolta di un cam
pione urine di un adulto o di un neonato). Lo stadio evolutivo pu incidere
sulla capacit di coordinare i movimenti e sul livello di autonomia della per
sona, facendo da ci dipendere il grado di collaborazione richiesto alla per
sona nell' esecuzione della procedura diagnostica.
Fra le variabili psicologiche si ricordano l'orientamento della persona nel
tempo e nello spazio e lo stato emotivo, che possono condizionare la capa
cit di attenzione e apprendimento.
Fra le variabili socioculturali si evidenziano le abitudini personali circa il
soddisfacimento del bisogno di eliminazione urinaria ed intestinale. il ruolo
cruciale della famiglia e/o di altre persone che possono essere di supporto
durante l'effettuazione di determinate procedure. Infine, si sottolinea l'in
fluenza che possono avere esperienze in ambito sanitario e pi specifica
mente di tipo assistenziale infermieristico.
Le motivazioni per cui si effettuano determinate procedure diagnostiche
comprendono il fatto che alla persona sia stata gi diagnosticata una deter
minata patologia (esami di controllo) e/o che sia sottoposta a trattamento
terapeutico. Determinate terapie possono influenzare il modo in cui la per
sona accetta la procedura diagnostica e la modalit di effettuazione che l'in-

332

Eseguire le procedure diagnostiche

fermiere sceglier. Ovviamente, il tipo di procedura diagnostica, la modalit


di preparazione della persona, la tecnica di esecuzione e il motivo della pro
cedura stessa dipendono anche dalla prescrizione medica.
L'insieme di questi aspetti pu condizionare la scelta delle azioni infermie
ristiche in risposta al bisogno.
L'elaborazione di tutti i dati raccolti consente all'infermiere di individua
re l'eventuale presenza del bisogno di assistenza infermieristica di proce
dure diagnostiche e a che livello del continuum autonomia-dipendenza la
persona si colloca in quel momento.

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
l. Definire che cosa si intende per eseguire ECG, elencandone almeno tre
scopi.
2. Indicare i criteri generali per l'esecuzione di un ECG.
3. Elencare le variabili e i dati da considerare prima dell'esecuzione di un
ECG.
4. Elencare gli atti di supporto da attuare prima e dopo l'esecuzione di un
ECG.
5. Preparare il materiale occorrente per l'esecuzione di un ECG.
6. Eseguire un ECG a una persona adulta.

Definizione e scopo
Per eseguire ECG si intende effettuare elettrocardiogramma (ECG), un'in
dagine diagnostica non invasiva che consiste nella rappresentazione grafica
dell'attivit elettrica del cuore, rilevata attraverso le variazioni di potenziale
elettrico che si registrano sulla superficie cutanea.
Gli scopi principali di tale rilevazione consistono nel monitorare la normale
attivit cardiaca come dato di base in molteplici situazioni (ad es., pre-ope
ratorio, idoneit ad attivit sportive, controlli sanitari per donazioni), nell'e
videnziare la presenza di anomalie cardiache congenite e/o acquisite e nel
monitorare gli effetti di particolari terapie (ad es., l' individuazione precoce
di squilibri elettrolitici).

Conoscenze
tecnica

finalizzate

alla

L'elettrocardiografo (Fig. 12.1) l'apparecchio utilizzato per l'effettuazione


e la registrazione dell'ECG. Esso costituito da un sistema di visualizzazio
ne/registrazione computerizzato o formato da pennino-rullo-carta millime
trata C) a cui sono collegati da cinque a dodici elettrodi che trasmettono le
variazioni di potenziale elettrico.
Il funzionamento dell' elettrocardiografo garantito da un sistema di ali
mentazione elettrico a rete e/o a pila ricaricabile.

333

(') La carta millimetrata per ECG


suddivisa in:
- riquadri da l mm corrispondenti a
(l, l mV in altezza e a 0,04 sec. in
larghezza;
- riquadri da 5 mm corrispondenti a
0,5 mv in altezza e a 0,20 scc. in
larghezza;
quindi ciascun riquadro costituito
da S riquadri piccoli.
La velocit di scorrimento della carta
millimetrata
sul rullo comunemente
utilizzata di 25 rum/sec.

Eseguire le procedure diagnostiche

Gli elettrodi vengono collegati ai fili delle derivazioni, che a loro volta
sono connessi a un cavo collegato all' elettrocardiografo. Il loro corretto
posizionamento consente di registrare sia variazioni di potenziale fra due
punti diversi del corpo (derivazioni bipolari o standard degli arti) e) sia
variazioni di potenziali fra un punto del corpo e un punto predeterminato a
potenziale O (derivazioni unipolari degli arti e derivazioni unipolari prc
cordiali).
Vengono chiamate derivazioni periferiche quelle uni polari e quelle bipolari
(o standard) degli arti. Esse sono denominate:
- aVR: rilevazione elettrica ottenuta a livello del braccio destro che d
informazioni sulla zona atrioventricolare del cuore;
- aVL: rilevazione elettrica ottenuta a livello del braccio sinistro che unita
mente a D I d informazioni sulla parete laterale del cuore;
- aVF: rilevazione elettrica ottenuta a livello della gamba sinistra, che, uni
tamente a D2, D3, d informazioni sulla parete inferiore del cuore;
- D1: rilevazione della differenza di potenziale fra braccio sinistro e brac
cio destro, che, unitamente ad aVL, d informazioni sulla parete
laterale del cuore;
- D2: rilevazione della differenza di potenziale fra braccio destro e gamba
sinistra, che, unitamente ad aVF e D3, d informazioni sulla parete
inferiore del cuore;
- D3: rilevazione della differenza di potenziale fra braccio sinistro e
gamba sinistra, che, unitamente ad aVF e D2, d informazioni sulla
parete inferiore del cuore.
Le derivazioni periferiche si ottengono posizionando gli elettrodi in corri
spondenza dei due polsi e della caviglia sinistra; l'elettrodo di massa posto
sulla caviglia destra.

(') In alcuni testi possibile trovare il


termine derivazione dipolare come
equivalente di derivazione bipolare.

La rilevazione del!' attivit elettrica cardiaca possibile grazie al fatto


che i tessuti e i fluidi corporei sono eccellenti conduttori di elettricit.

334

Eseguire le procedure diagnostiche

."

(~~,.,/'

Il corretto collegamento elettrodi-persona facilitato dalla presenza di cavi


con differenti colorazioni: cavo rosso per il braccio destro; cavo giallo per il
braccio sinistro; cavo nero per la gamba destra; cavo verde per la gamba
sinistra (Fig. 12.2).
Per facilitare la memorizzazione dei colori dei cavi corrispondenti agli
arti utile ricordare l'acronimo GIRONEVE. In senso antiorario aiuta a
ricordare la sequenza corretta partendo dal braccio sinistro (cavo giallo),
al braccio destro (cavo rosso), alla gamba destra (cavo nero) per finire
con la gamba sinistra (cavo verde).
Lederivazioni unipolari precordiali sono:
- V I, V2 e V3 che danno informazioni sull' attivit elettrica del ventricolo
destro e del setto interventricolare;
- V4, che d informazioni sull'attivit elettrica dell'apice del cuore;
- V5 e V6, che danno informazioni sull' attivit elettrica della parete laterale
del cuore.
Le derivazioni precordiali si ottengono posizionando gli elettrodi a livello
deglispazi intercostali toracici, in particolare:
- VI: quarto spazio intercostale sulla linea parasternale destra;
- V2: quarto spazio intercostale sulla linea parasternale sinistra;

335

Eseguire le procedure diagnostiche

V4: quinto spazio intercostale sulla linea emic1aveare sinistra;


V3: punto di mezzo tra V2 e V4;
V5: quinto spazio intercostale lungo la linea ascellare anteriore sinistra;
V6: quinto spazio intercostale lungo la linea ascellare media sinistra.

Il corretto collegamento elettrodi-persona facilitato dalla presenza sui cavi


dell' indicazione di ciascuna derivazione precordiale (Fig. 12.3).
Con l'esecuzione dell' ECG si ottengono una serie di complessi (Fig. 12.4),
costituiti da:
- onda P, che rappresenta la depolarizzazione atriale;
- intervallo PR, che rappresenta l'intervallo di tempo necessario affinch un

u
I
.. 0,20 secondi (200 mscci

l
':--::---=-1 Q S
Intervallo PR

IComplesso
QKS
IIl1t'rvdlloQT

336

0,04 secondi (40 ms('cI

Eseguire le procedure diagnostiche

impulso proveniente dagli atri raggiunga le fibre di Purkinje, attraverso il


nodo atrioventricolare e il fascio di His;
- complesso QRS, che rappresenta la ripolarizzazione atriale e la depolariz
zazione ventricolare;
- onda T, che riflette la ripolarizzazione dei ventricoli.
Prima di procedere all'esecuzione dell'ECG utile integrare la raccolta dati
sul bisogno precedentemente
descritta con altri dati, quali: la prescrizione
medica (quando eseguirlo, motivazione per cui viene eseguito); il livello di
collaborazione e le condizioni cliniche della persona; l'eventuale terapia
specifica in corso; elettrocardiogrammi
eseguiti in precedenza.

Atti di supporto
Identificare e preparare la persona
Fornire alla persona alcune informazioni relative all' atto infermieristico
spiegandole la necessit di togliere oggetti metallici (orologio, bracciali,
anelli) che possono interferire con la registrazione
Preparare il materiale:
- elettrocardiografo tarato e funzionante;
- elettrodi;
- pasta conduttrice (gel) se gli elettrodi ne sono sprovvisti;
- materiale per igiene e tricotomia;
- garze.
Far assumere alla persona la posizione supina, possibilmente
senza
cuscino (')
Lavaggio sociale delle mani
Sistemare la persona
Riordinare il materiale
Lavaggio sociale delle mani

Procedura

Scoprire le zone del corpo in cui posizionare gli elettrodi.


Individuare con precisione i punti in cui applicarli.
Se necessario, applicare la pasta conduttrice su ciascun elettrodo.
Posizionare gli elettrodi verificandone l'aderenza alla cute.

Pu essere utile asportare l'eccesso di sebo e/o effettuare una tricoto


mia circoscritta per far aderire completamente
gli elettrodi alla cute:
la non perfetta aderenza, infatti, pu determinare
alterazioni
nella
registrazione.

Collegare a ciascun elettrodo il cavo corrispondente.


Accendere l'elettrocardiografo
e procedere alla taratura.
Iniziare la registrazione del tracciato elettrocardiografico.
Durante la registrazione, selezionare in successione le derivazioni
riche e precordiali, se ci non avviene automaticamente.

perife

337

(..) Se la posizione non i: confortevole


la persona pu presentare Iremori
muscolari con una conseguente regi
strazione di artefatto nel tracciato.

Eseguire le procedure diagnostiche

necessario registrare almeno 5-10 complessi QRS per ciascuna deri


vazione.
AI termine della registrazione, spegnere l'elettrocardiografo.
Staccare gli elettrodi dalla cute e asportare con una garza gl i eventuali
residui di pasta conduttrice.
Predisporre il tracciato elettrocardiografico per la refertazione.
Registrare sulla documentazione infermieristica l'avvenuta esecuzione
dell'ECG.

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
l. Definire cosa si intende per raccogliere le urine.
2. Enunciare almeno tre scopi della raccolta delle urine.
3. Elencare le variabili e i dati da considerare prima e dopo la raccolta delle
urine.
4. Elencare gli atti di supporto da attuare prima e dopo la raccolta delle
unne.
5. Preparare il materiale occorrente per l'esecuzione della raccolta delle
urine.
6. Raccogliere un campione di urine fresche di una persona con e senza
catetere vescicale a permanenza.
7. Eseguire un esame delle urine con strisce reagenti.
8. Raccogliere un campione di urine delle 24 ore di una persona con e senza
catetere vescicale a permanenza.
9. Raccogliere un campione di urine per urinocoltura a una persona nelle
seguenti situazioni: minzione spontanea, da cateterismo vescicale estem
poraneo, da catetere vescicale a permanenza.

Definizione e scopi
Per raccogliere le urine si intende prelevare un determinato quantitativo di
urine (in riferimento al tipo di esame da eseguire e alle metodiche di labora
torio in uso) da mitto spontaneo o da catetere vescicale.
Gli scopi di tale raccolta sono: rilevare i caratteri quali-quantitativi delle urine
(vedi cap. 6, par. 6.2), riscontrare la presenza di microrganismi o di sostanze
anomale, confermare ipotesi diagnostiche e monitorare l'evoluzione della
patologia.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Per quanto riguarda la definizione, la composizione ed i caratteri delle urine
si rimanda al gi citato paragrafo 6.2.
Prima di procedere alla raccolta del campione utile verificare se la persona
portatrice di catetere vescicale e se in corso una terapia farmacologica
che pu determinare alterazioni dei caratteri delle urine.

338

Eseguire le procedure diagnostiche

La scelta della modalit di raccolta del campione cos come del tipo di
contenitore dipende dall' indagine diagnostica prescritta, dalle metodiche
di laboratorio in uso e dall'evoluzione delle conoscenze e della tecnologia
impiegata.
L'infermiere pu rilevare dei semplici dati sulle urine, oltre che con l'osserva
zione macroscopica, utilizzando delle strisce reagenti chiamati anche stick ad
immersione (uno dei pi utilizzati il Multistix), i quali hanno la propriet
di virare (cio di cambiare colore) in presenza di determinate sostanze.
Le peculiarit di tale metodica consistono nella facilit di impiego e nella
possibilit di evidenziare immediatamente, senza attendere il risultato del
laboratorio, le alterazioni della composizione delle urine.
Le suddette strisce reagenti sono ampiamente disponibili in commercio; le
pi comunemente usate sono quelle costituite da uno stick recante almeno
sei differenti piccole aree reagenti (Fig. 12.5) che permettono di testare,
oltre al grado di acidit o basicit delle urine, la presenza di:
-

nitriti;
sangue;
chetoni;
glucosio;
proteine.

Per garantire l'attendibilit dell'esame indispensabile conservare le strisce


reagenti al riparo dall'umidit e dalla luce.
Laprocedura di raccolta di campioni frazionati di urine delle 24 ore avvie
ne mediante raccolta di urine emesse in una determinata frazione di tempo.
Ad esempio, per l'esecuzione della glicosuria frazionata si pu procedere
come segue:
]u frazione: urina emessa dalle ore 7.30 alle ore I 1.30;
- 2" frazione: urina emessa dalle 11.30 alle 17.30;
- 3a frazione: urina emessa dalle 17.30 alle 24.00;
- 4a frazione: urina emessa dalle 24.00 alle 7.30.
-

339

Eseguire le procedure diagnostiche

In base alla tecnica di esecuzione degli esami nei diversi laboratori possi
bile procedere nei seguenti modi:
I) raccolta ed invio di tutte le urine emesse nella frazione considerata;
2) raccolta di tutte le urine emesse nella frazione considerata ed invio di un
campione di esse (specificando sulla documentazione allegata il quantita
tivo totale).

L'urinocoltura consente di evidenziare la presenza e la concentrazione


(carica batterica) di microrganismi nelle urine, che in condizioni fisiologi
che sono sterili. In base alle metodiche di laboratorio utilizzate, i contenito
ri forniti per tale esame possono gi essere provvisti di terreni di coltura. A
tale esame possibile associare l'antibiogramma, che consente l'individua
zione dell'antibiotico mirato per il trattamento dell'infezione delle vie uri
narie.
La raccolta delle urine per l'effettuazione di questo esame deve avvenire
con metodiche sterili al fine di evitarne la contaminazione.
La raccolta del campione pu avvenire attraverso diverse modalit:
da mitto spontaneo (mitto intermedio);
da cateterismo vescicale estemporaneo;
da catetere vescicale a permanenza;
- da catetere sovrapubico (non descritto in questo testo).
Il cateterismo vescicale estemporaneo viene utilizzato nel caso in cui non sia
possibile raccogliere sterilmente le urine tramite una minzione spontanea.
Vista l'alta incidenza delle infezioni delle vie urinarie in persone ricove
rate, si sottolinea l'importanza di optare per tale metodica solo in caso di
reale necessit (ad es., incontinenza urinaria e fecale).

Atti di supporto

Identificare e preparare la persona in relazione al tipo di esame


Fornire alla persona alcune informazioni relative all' atto infermieristico:
tipo di esame;
modalit di raccolta;
tempo di esecuzione.
Preparare il materiale in relazione al tipo di esame:
vari contenitori richiesti per gli esami (provette, bicchierini, contenitori
con tappi, bidoncini, pitali, contenitori sterili, contenitori con terreni di
coltura - Fig. 12.6) con i dati di identificazione della persona;
richiesta debitamente compilata;
padella o pappagallo o comoda;
calice graduato;
siringhe;
arcella;

340

Eseguire le procedure diagnostiche

pinza autostatica;
telino;
materiale per igiene perineale;
antisettico;
cartine reagenti;
orologio.
Lavaggio sociale delle mani
Sistemare la persona
Riordinare il materiale
Lavaggio sociale delle mani

Procedura per prelevare un campione di urina fresca (6)


Da mitto spontaneo
Indossare i guanti.
Recarsi dalla persona e fornirle la padella o il pappagallo.
In presenza di diarrea o di incontinenza fecale, le urine raccolte non
saranno utilizzabili per l'esame. Sar quindi necessario valutare quando
e con quale modalit ripetere la raccolta .
Dopo la minzione, togliere o prendere la padella o il pappagallo .
Recarsi nello smaltitoio o nel locale apposito.
Aprire il bicchierino o la provetta.
Riempire il bicchierino o la provetta con l'adeguata quantit di urina
richiesta per lo specifico esame.
Per versare le urine nel contenitore senza rovesciarle e senza sporcarne
le pareti esterne, si pu prevedere l'utilizzo di un recipiente che faciliti
tale manovra. La scelta del recipiente avverr in base all'abilit manuale
dello studente/infermiere.

341

(") Per raccolta di urina fresca si inten


de il prelievo di un campione di urina
appena emessa dalla persona.
L'esame sull'urina fresca garantisce
una maggiore attendihilir dei dati
ottenuti, in quanto essa non ancora
andata incontro a rnodificazioni (ad
es., sedimentazione dei soluti, proces
si ossidativi).

Eseguire le procedure diagnostiche

Chiudere accuratamente con l'apposito tappo il contenitore in modo tale


da evitare fuoriuscite di urina.
Inviare il campione di urina in laboratorio corredato dali' apposita richie
sta compilata in ogni sua parte.
Registrare sulla documentazione infermieristica l' avvenuta esecuzione
della raccolta.
Da catetere vescicale
Indossare i guanti.
Chiudere con una pinza autostatica o con l'apposito dispositivo in plastica
il tubo del sacchetto collettore al disotto del dispositivo in gomma perfo
rabile posto tra la porzione del tubo che si raccorda al catetere e il sac
chetto di raccolta (Fig. 12.7).
Tornare dalla persona dopo circa un'ora e verificare la presenza di urina a
monte del l'ostruzione.
Disinfettare il gommino perforabile.
Prelevare 10-I 5 mI di urina inserendo un ago sottile nel gommino perforabile.
Togliere la pinza autostatica dal tubo connesso al sacchetto di raccolta.
Recarsi nello smaltitoio o nel locale apposito.
Eliminare l'ago nell'apposito contenitore e versare l'urina dalla siringa
nella provetta o nel bicchierino apposito.
Chiudere accuratamente con l'apposito tappo il contenitore in modo tale
da evitare fuoriuscite di urina.
Inviare il campione di urina in laboratorio corredato dall'apposita richie
sta compilata in ogni sua parte.
Registrare sulla documentazione inferrnieristica l'avvenuta esecuzione
della raccolta.
Esame delle urine con strisce reagenti
Raccogliere un campione di urina fresca, secondo le modalit precedente
mente indicate.
Prelevare dalla confezione uno stick senza toccare le aree reagenti per
evitare di rendere inattendibile il risultato de II' esame.
Chiudere la confezione con l'apposito tappo.
Immergere la striscia reagente nel campione di urina in modo tale che
tutte le aree reagenti si imbibiscano.
Estrarre la striscia reagente eliminando l'eccesso di urina.
La striscia non deve restare immersa a lungo n essere agitata nel cam
pione per non invalidare il risultato. Per lo stesso motivo, se durante
l'immersione dello stick non si sono bagnate tutte le aree reagenti, non
bisogna immergerlo di nuovo, ma cambiarlo.
Contare i secondi indicati sulla confezione e confrontare ogni area, dopo
il tempo indicato, con la scala cromatica presente sulla confezione.

342

Eseguire le procedure diagnostiche

Registrare sulla documentazione infermieristica l'avvenuta esecuzione


dell' esame e il relativo risultato.

Procedura per prelevare un campione di urina delle 24 ore


Da mitto spontaneo
Per la rilevazione della diuresi si fa riferimento al paragrafo 6.2.
Indossare i guanti.
Miscelare le urine contenute nel bidoncino per consentire il prelievo di un
campione omogeneo.
Versare un quantitativo di urina sufficiente nell'apposita provetta o bic
chierino.
Chiudere il bicchierino/provetta con l'apposito tappo.
Scrivere sul bicchierino/provetta il quantitativo totale delle urine delle 24
ore e, se necessario, altri dati richiesti per l'esame.
Inviare il campione di urina raccolto in laboratorio corredato dall'apposita
richiesta compilata in ogni sua parte.
Registrare sulla documentazione infermieristica l'avvenuta esecuzione
della raccolta e il quantitativo di urina delle 24 ore.
Da
vescicale

catetere

Per prelevare un campione di urina delle 24 ore di una persona portatrice di


catetere vescicale necessario verificare che tutte le urine siano state con
servate in un unico contenitore.
Indossare i guanti.
All'ora fissata per il termine della raccolta, aprire il rubinetto del sacchet
to di raccolta delle urine vuotandolo per l'ultima volta.
Miscelare le urine contenute nel bidoncino per consentire il prelievo di un
campione omogeneo.
Travasare il quantitativo di urina necessario nell'apposito contenitore o
provetta.
Chiudere il contenitore o provetta con l'apposito tappo.
Scrivere sul bicchierino/provetta il quantitativo totale delle urine delle 24
ore e, se necessario, altri dati richiesti per l'esame.
Inviare il campione di urina raccolto in laboratorio corredato dall' apposita
richiesta compilata in ogni sua parte.
Registrare sulla documentazione infermieristica l'avvenuta esecuzione
della raccolta e il quantitativo di urina delle 24 ore.

Procedura per eseguire urinocoltura


Da
spontaneo

mirto

Per effettuare la raccolta corretta del campione di urina per questo esame
necessario che, per quanto possibile, la persona sia coinvolta.
Eseguire l'igiene perineale (vedi par. 4.7).
Far sedere la persona sulla comoda o, qualora non fosse possibile, posi
zionarla seduta su una padella pulita.

343

Eseguire le procedure diagnostiche

Indossare guanti puliti.


Invitare la persona ad urinare.
Aprire il contenitore sterile rispettando le norme di asepsi.
Dopo il primo getto di urina (1), raccoglierne un campione (10-20 mi
circa) nel contenitore sterile facendo attenzione a non toccare i bordi del
contenitore stesso con le mani o con la cute della persona.
Chiudere il contenitore sterile rispettando le norme di asepsi.
Inviare il campione di urina raccolto in laboratorio corredato dall' apposita
richiesta compilata in ogni sua parte (compresa l'ora in cui avvenuta la
raccolta).
Registrare sulla documentazione infermieristica l'avvenuta esecuzione
della raccolta.
Da cateterismo vescicale estemporaneo

Invitare la persona a non urinare per almeno 2 ore circa.


Procedere alla cateterizzazione come da paragrafo 6.5.
Aprire il contenitore sterile rispettando le norme di asepsi.
Dopo il primo getto di urina, raccoglierne un campione (10-20 ml circa)
nel contenitore sterile facendo attenzione a non toccare i bordi del conte
nitore con le mani.
A questo punto, dopo aver fatto defluire la rimanente urina nell'arcella,
procedere alla rimozione del catetere vescicale.
Inviare il campione di urina raccolto in laboratorio corredato dali' apposita
richiesta compilata in ogni sua parte (compresa l'ora in cui avvenuta la
raccolta).
Da catetere vescica le a permanenza
Chiudere il tubo di drenaggio al disotto del dispositivo di prelievo dell'urina con una pinza autostatica per almeno 2 ore.
Indossare i guanti.
Disinfettare il gommino del dispositivo.
Aspirare con una siringa (ago sottile) 10-20 mi di urina.
Aprire, rispettando le norme di asepsi, il contenitore sterile evitando di
toccarne i bordi.
Introdurre il campione di urina prelevato con la siringa.
Chiudere il contenitore sterile rispettando le norme di asepsi.
Inviare il campione di urina raccolto in laboratorio corredato dall'apposita
richiesta compilata in ogni sua parte (compresa l'ora in cui avvenuta la
raccolta).
Registrare sulla documentazione clinica ed infermieristica l'avvenuta rac
colta per l'urinocoltura.

(') Il passaggio
del primo
getto di
urina determina
un allontanamento
meccanico dei microrganismi presenti
nell'uretra.

In presenza di sacchetto di raccolta delle urine senza alcun dispositivo di


prelievo incorporato, si suggerisce di effettuare la raccolta delle urine al
momento della sostituzione della sacca stessa (vedi par. 6.6), rispettando
i princpi sopra descritti.

344

Eseguire le procedure diagnostiche

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

:-'.:,.

Obiettivi didattici
I. Definire che cosa si intende per raccogliere le
feci.
2. Definire lo scopo della raccolta delle feci.
3. Elencare le variabili e i dati da considerare prima e dopo la raccolta delle
feci.
4. Elencare gli atti di supporto da attuare prima e dopo la raccolta delle feci.
5. Preparare il materiale occorrente per l'esecuzione della raccolta delle feci.
6. Raccogliere un campione di feci per una coprocoltura e per la ricerca di
elementi anomali (parassiti, sangue).

Definizione e scopo
Per raccogliere le feci si intende l'atto di prelevare del materiale fecale da
inviare in laboratorio allo scopo di ricercare la presenza di elementi anomali
(alcuni microrganismi, parassiti e loro uova, sangue).

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Per quanto riguarda la definizione, la composizione ed i caratteri delle feci,
si rimanda al paragrafo 6.1.
Prima di procedere alla raccolta del campione, verificare le abitudini e/o le
condizioni della persona in merito all'eliminazione intestinale (ad es., stiti
chezza, diarrea, incontinenza, presenza di emorroidi). utile, inoltre, cono
scere l'eventuale terapia farmacologica in corso, in quanto alcuni farmaci
possono determinare alterazioni dei caratteri delle feci e condizionare l'esito
dell' esame.
Il materiale di raccolta delle feci varia in funzione del tipo di esame e delle
metodiche di laboratorio.
Alcuni esami particolari, come la ricerca dell'ameba, richiedono di mante
nere il campione a una temperatura di circa 37C; la ricerca degli ossiuri
deve essere effettuata nelle prime ore della mattina, quando pi facilmente
si possono trovare a livello dell' ano.

Atti di supporto

Identificare e preparare la persona in relazione al tipo di esame


Fornire alla persona alcune informazioni relative all'atto infermieristico:
tipo di esame;
modalit di raccolta;
tempo di esecuzione.
Preparare il materiale in relazione al tipo di esame:
contenitore (sterile se necessario) munito di spatola (Fig. 12.8), contenito
re termoresistente (per la ricerca dell'ameba), striscia adesiva di cellopha-

345

Eseguire le procedure diagnostiche

ne (scotch-test per la ricerca degli ossiuri) e apposito vetrino. Tutto il


materiale deve riportare i dati di identificazione della persona;
abbassalingua monouso (se il contenitore non fosse munito di spatola);
guanti.
Lavaggio sociale delle mani
Sistemare la persona
Riordinare il materiale
Lavaggio sociale delle mani

Procedura
Indossare i guanti.
Fornire la padella o la comoda invitando la persona a non urinare mentre
defeca.
AI termine della defecazione, applicare una padella pulita per eseguire l'i
giene perineale.
Recarsi nello smaltitoio o nel locale apposito dove era stata temporanea
mente posta la padella con le feci.
Aprire il contenitore.
Immergere la spatola al centro della massa fecale c prelevare un campio
ne di feci con un movimento rotatorio.
Porre la quantit richiesta di feci nel contenitore.
Per la coprocoltura necessario impiegare un contenitore sterile, evitan
do di contaminarne la parte interna. In presenza di parassiti, tracce visi
bili di essudato, muco o sangue, comprendere un campione di essi nelle
feci da esaminare.
Chiudere accuratamente con l'apposito tappo il contenitore in modo tale
da evitare fuoriuscite di materiale fecale.
Inviare il campione raccolto in laboratorio corredato dall'apposita richie
sta compilata in ogni sua parte.
Registrare sulla documentazione infermieristica l'avvenuta esecuzione
della raccolta.

346

Eseguire le procedure diagnostiche

Ricerca di ossiuri (scotch-test)


o
o
o

o
o

Indossare i guanti.
Applicare alla persona la striscia di cellophane a livello anale.
Lasciare adeso lo scotch per almeno 15 minuti, in modo da raccogliere gli
ossiuri che fuoriescono dall'ano.
Rimuovere la striscia adesiva ed applicarla sull'apposito vetrino.
Inviare il campione raccolto in laboratorio corredato dall'apposita richie
sta compilata in ogni sua parte.
Registrare sulla documentazione infermieristica l'avvenuta esecuzione
della raccolta.

Procedimento tecnico (finalit: Guidare)

Definizione e scopo
Per insegnare le modalit per prelevare e conservare un campione di feci
e/o urine si intende fornire alla persona le informazioni e le conoscenze
necessarie al fine di renderla autonoma nel prelevare e conservare un cam
pione di feci e urine per l'esecuzione di esami diagnostici.
Per le conoscenze finalizzate alla tecnica, si rimanda rispettivamente ai
paragrafi 12.2e 12.3.
Per svolgere questo procedimento tecnico opportuno che l'infermiere
favorisca la presenza delle condizioni maggiormente facilitanti la relazione
con la persona e quindi la comprensione dei contenuti dell'azione di guida.

Procedura
o
o

Spiegare alla persona le caratteristiche fisiologiche di urine e/o feci.


In base all'ipotesi diagnostica per cui la persona deve effettuare l'esame,
fornire informazioni sulle possibili alterazioni che potrebbe riscontrare
nelle urine e/o nelle feci.
In base all'esame da effettuare, fornire informazioni sul materiale neces
sario per la raccolta delle urine e/o feci.
Spiegare la modalit di prelevamento e conservazione del campione di
urine e/o feci.
Indicare alla persona l'iter da seguire dalla prescrizione medica alla con
segna del campione di urine e/o feci in un laboratorio analisi.
Verificare la comprensione della modalit di raccolta di urine e/o feci invi
tando la persona a contattare l'infermiere per eventuali dubbi o difficolt.

347

Eseguire le procedure diagnostiche

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
Definire cosa si intende per raccogliere
l'escreato.
2. Spiegare almeno tre scopi della raccolta di escreato.
3. Elencare le variabili e i dati da considerare prima e dopo la raccolta di
escreato.
4. Elencare gli atti di supporto da attuare prima e dopo la raccolta di escreato.
5. Preparare il materiale occorrente per l'esecuzione della raccolta di escreato.
6. Spiegare i principali tipi di esami che si possono eseguire sull'escreato.
7. Raccogliere l'escreato per l'esame colturale, la ricerca del bacillo di Koch
e l'esame citologico.
I.

Definizione e scopi
Per raccogliere l'escreato si intende prelevare il quantitativo di secrezioni
provenienti dalle vie respiratorie necessario per eseguirne l'esame. Tale
materiale si ottiene mediante espettorazione da parte della persona o aspira
zione (vedi par. 9.2).
Gli scopi di tale raccolta sono quelli di identificare i caratteri dell' escreato,
ricercare la presenza di specifici agenti patogeni (ad es., il micobatterio della
tubercolosi), di cellule neoplastiche, di altre componenti quali sangue e pus.

Conoscenze finalizzate alla tecnica

(") L'atto
raccolta

completo
prevederebbe
la
di secrezioni
c/o liquidi di

drenaggio. Fra le secrezioni si scelto


di descrivere la procedura per racco
gliere l'escreato; per i liquidi di dre
naggio, vedi paragrafo 11.11.

L'escreato la secrezione prodotta dalle cellule della mucosa bronchiale e


delle alte vie respiratorie emessa attraverso il meccanismo della tosse.
quindi prevalentemente costituito da muco e cellule provenienti dai processi
di desquamazione della mucosa; in alcune situazioni patologiche possono
essere presenti sangue, batteri patogeni e pus.
I caratteri dell' escreato vanno dalla quantit, che in situazioni tisiologiche
di circa 100 ml/die, all'odore, presente solo in caso di processi intiammatori
e degenerativi. L'aspetto pu essere sieroso in caso di edema polmonare
acuto; mucoso, mucopurulento o purulento, ad esempio, in caso di bronchi
ti, tubercolosi polmonare ed enfisema. Inoltre, pu avere un colore
giallo/verdastro/grigiastro nei processi infiammatorilinfettivi/degenerativi,
ematico o essere trasparente.
Prima di procedere alla raccolta del campione necessario verificare le con
dizioni della persona, la presenza di tosse efficace, la capacit di espettorare
e la terapia farmacologica in corso, in quanto alcuni farmaci (fluidificanti,
broncodilatatori, antibiotici) possono determinare alterazioni dei caratteri
dell'escreato e condizionare l'esito dell'esame. Inoltre, il materiale da impie
gare varier in relazione al tipo di esame e alle metodiche di laboratorio.
Alcune indagini diagnostiche effettuabili sull'escreato sono l'esame chimico
morfologico (ad es., per la ricerca di albumina, immunoglobuline secretorie
ed enzimi), l'esame colturale (ad es., per la ricerca di pneumococco, strepto-

348

Eseguire le procedure diagnostiche

cocco, Klebsiella, Proteus, Pseudomonas). Con l'esame batteriologico si pos


sono ricercare il bacillo di Koch e miceti quali Candida albicans e
Aspergillus; l'esame citologico ricerca la presenza di cellule neoplastiche.
Per una maggiore attendibilit dei risultati opportuno, per gli esami coltu
rale, batteriologico e citologico, effettuare la raccolta del campione dell'e
screato per almeno tre giorni consecutivi.
Per l'esame citologico bisogna verificare la presenza di una sufficiente quantit
di fissatore nel contenitore. Questo liquido generalmente attivo per un inter
vallodi tempo compreso tra le 24 e le 48 ore; deve essere manipolato con cau
tela(indossare i guanti) perch tossico e inoltre tinge la cute e gli abiti.
Atti di supporto
Identificare e preparare la persona informandola di rimanere a digiuno e
di astenersi dal fumo; talvolta pu essere necessario un drenaggio di
postura, un intervento di fisioterapia o l'esecuzione di un aerosol
Fornire alla persona alcune informazioni relative ali' atto infermieristico
(tipo di esame, modalit di raccolta e tempi di esecuzione)
Preparare il materiale:
- contenitore per escreato pulito (") o sterile per esame colturale;
- liquido fissativo per esame citologico;
- garze o tovaglioli di carta;
- guanti;
- sacchetto portarifiuti.
Chiedere alla persona di assumere e/o aiutarla ad assumere la posizione
seduta o laterale
Lavaggio sociale delle mani
Sistemare la persona
Riordinare il materiale
Lavaggio sociale delle mani
Procedura
Ribadire alla persona la necessit di raccogliere materiale proveniente
dai bronchi e non dalla bocca (non sputare saliva).
Far sciacquare la bocca per diminuire la contaminazione dell'espettorato
che verr raccolto.
Indossare i guanti.
Invitare la persona ad eseguire alcuni respiri profondi.
Far eseguire dei colpi di tosse efficaci.
Aprire il contenitore, rispettando le norme di asepsi In caso di esame
colturale.
Far espettorare la persona direttamente nel contenitore.
Chiudere il contenitore, rispettando le norme di asepsi in caso di esame
colturale.
Inviare il campione in laboratorio corredato dell'apposita richiesta compi
lata in ogni sua parte.
Registrare sulla documentazione infermieristica l'avvenuta esecuzione
della raccolta.

349

C') Un tempo venivano utilizzate spu


tacchiere in metallo con coperchio
nelle quali inserire ptialoferi in carta
cerata. Ora diffuso l'impiego di spu
tacchicrc con coperchio in cartone
monOUS(J.

Eseguire le procedure diagnostiche

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
l. Definire che cosa si intende per eseguire tamponi per esami colturali.
2. Spiegare lo scopo per cui si eseguono tamponi per esami colturali.
3. Elencare le variabili e i dati da considerare prima e dopo l'esecuzione di
un tampone per esami colturali.
4. Elencare gli atti di supporto da attuare prima e dopo l'esecuzione di un
tampone per esame colturale.
5. Preparare il materiale occorrente per l'esecuzione di un tampone per
esame colturale.
6. Eseguire un tampone colturale faringeo, nasale, auricolare, retta le e
vaginale.

Definizione e scopo
Per eseguire tamponi per esami colturali si intende effettuare la raccolta di
secrezioni mediante l'utilizzo di un tampone sterile.
Lo scopo di questo esame quello di evidenziare la presenza di microrgani
smi patogeni o anche solo potenzialmente patogeni in un particolare distret
to corporeo.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Il tampone per eseguire un esame colturale costituito da un bastoncino in
legno o materiale plastico sterile inserito in un'impugnatura che consente la sua
presa senza contaminarlo; l'altra estremit rivestita di cotone idrofilo, In alcu
ni tipi di tampone l'impugnatura pu servire anche da tappo del contenitore ste
rile nel quale viene inserito il tampone stesso al termine del prelievo (Fig. 12.9).
Affinch l'esame risulti attendibile, indispensabile che venga preservata la
sterilit del tampone durante l'esecuzione: se la procedura fosse inappropriata
l'esame potrebbe risultare erroneamente positivo. Qualsiasi esame colturale
andrebbe eseguito, inoltre, prima di iniziare il trattamento farmacologico a
base di antibiotici, chemioterapici e antisettici, in quanto questi agiscono
direttamente sui microrganismi oggetto di analisi. Se ci non fosse possibile,
importante segnalare al laboratorio la tipologia del trattamento in atto (princi
pio attivo del farmaco, dosaggio, tempi di somministrazione).
Prima di procedere all'esecuzione di un tampone colturale necessario verifi
care il livello di autonomia e collaborazione della persona anche in relazione
alla sua et e alla sede di prelievo. Inoltre, il materiale da impiegare potr
variare in relazione alla sede di prelievo e alle metodiche di laboratorio.
(H') Questo procedimento
tecnico
comprende i seguenti atti: Eseguire

tampone nasa/e, Eseguire tampone


aurico/are, Eseguire prelievo delle
secrezioni vagina/i. Viene trattata

anche l'esecuzionedel tampone farin


geo e retta!e.

Atti di supporto
Identificare e preparare la persona
Fornire alla persona alcune informazioni relative all'atto infermieristico
(tipo di esame, modalit di raccolta e tempi di esecuzione)

350

Eseguire le procedure diagnostiche

Preparare il materiale:
tampone colturale;
garze o tovaglioli di carta;
fonte luminosa (pila, lampada, ecc.);
abbassalingua (per tampone faringeo);
guanti;
sacchetto portarifiuti.
Far assumere alla persona la posizione seduta per il tampone faringeo,
nasale e auricolare (verificare la stabilit del capo); quella laterale per il
tampone rettale; quella dorsale per il tampone vaginale.
Lavaggio sociale delle mani
Sistemare la persona
Riordinare il materiale
Lavaggio sociale delle mani

Procedura per eseguire il tampone faringeo


Indossare i guanti.
Far aprire la bocca e, con l' ausilio del!' abbassalingua, identificare il faringe (Fig. 12. IO).
Visualizzare la sede del prelievo utilizzando un'adeguata fonte luminosa.
Aprire il contenitore con il tampone rispettando le norme di asepsi.
Introdurre il tampone e passarlo sulla mucosa peritonsillare e vicino
all'uvula.
Compatibilmente con la collaborazione della persona, il contatto del
tampone con la mucosa deve essere tale da consentire un adeguato assor
bimento delle secrezioni.
Estrarre il tampone e riporto nel contenitore chiudendolo accuratamente.
Inviare il campione in laboratorio corredato dell'apposita richiesta compi
lata in ogni sua parte.
Registrare sulla documentazione infermieristica l'avvenuta esecuzione
della raccolta.

Procedura per eseguire il tampone nasale


Indossare i guanti.
Spingere verso l'alto la punta del naso e visualizzare la narice (Fig.
12.11) utilizzando un'adeguata fonte luminosa.
Aprire il contenitore con il tampone rispettando le norme di asepsi.
Introdurre il tampone e passarlo sulla mucosa nasale dalle coane verso le
narici (dall'alto verso il basso, con movimento rotatorio).
Riporre il tampone nel contenitore chiudendolo accuratamente.
Inviare il campione in laboratorio corredato dell'apposita richiesta
compi
lata in ogni sua parte.
Registrare sulla documentazione infermieristica l'avvenuta esecuzione
della raccolta.

351

1) Labbra;
2) lingua;
3) ugola e palato molle;
4) sede del tampone faringeo.

Eseguire le procedure diagnostiche

l) Sede del tampone nasale;


2) sede del tampone peri nasale;
3) sede del tampone auricolare.

Procedura per eseguire il tampone auricolare


Indossare i guanti.
Afferrare il bordo superiore esterno del padiglione auricolare, tirare deli
catamente indietro ed in alto (") e visualizzare il condotto uditivo esterno
utilizzando un'adeguata fonte luminosa (vedi quanto descritto e illustrato
nel cap. 4, Igiene delle orecchie e nel cap. Il, Gocce auricolari).
Aprire il contenitore con il tampone rispettando le norme di asepsi.
Introdurre il tampone e passarlo nel condotto uditivo esterno con movi
mento rotatorio.
Riporre il tampone nel contenitore chiudendolo accuratamente.
Inviare il campione in laboratorio corredato dell'apposita richiesta compi
lata in ogni sua parte
Registrare sulla documentazione infermieristica l'avvenuta esecuzione
della raccolta.

Procedura per eseguire il tampone rettale

Indossare i guanti.
Divaricare le natiche e visualizzare lo sfintere anale esterno.
Aprire il contenitore con il tampone rispettando le norme di asepsi.
Introdurre il tampone per 1-2 cm con movimento rotatorio e quindi estrar
lo nello stesso modo.
Riporre il tampone nel contenitore chiudendolo accuratamente.
Inviare il campione in laboratorio corredato dell' apposita richiesta compi
lata in ogni sua parte.
Registrare sulla documentazione infermieristica l'avvenuta esecuzione
della raccolta.

Procedura per eseguire il tampone vaginale


(") Questa modalit vale nell'adulto;
per il bambino, vedi le conoscenze
finalizzate alla tecnica del paragrafo
11.3.4 (mstillazioni auricolari).
.

Indossare i guanti.
Valutare l'opportunit di effettuare l'igiene dei genitali esterni.
Divaricare le grandi e piccole labbra visualizzando il meato vaginale.
Aprire il contenitore con il tampone rispettando le norme di asepsi.

352

Eseguire le procedure diagnostiche

Introdurre il tampone per 1-2 cm con movimento rotatorio e quindi estrar


lo nello stesso modo.
Riporre il tampone nel contenitore chiudendolo accuratamente.
Inviare il campione in laboratorio corredato dell'apposita richiesta compi
lata in ogni sua parte.
Registrare sulla documentazione infermieristica l'avvenuta esecuzione
della raccolta.

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
I. Definire che cosa si intende per eseguire prelievo di sangue venosa.
2. Spiegare lo scopo dell'esecuzione di prelievi di sangue venoso.
3. Indicare le sedi pi comunemente usate per eseguire un prelievo di san
gue venoso.
4. Elencare le variabili e i dati da considerare prima e dopo l'esecuzione di
un prelievo di sangue venoso.
S. Elencare gli atti di supporto da attuare prima e dopo l'esecuzione di un
prelievo di sangue venoso.
6. Preparare il materiale occorrente per l'esecuzione di un prelievo di san
gue venoso utilizzando le risorse presenti nelle sedi di tirocinio.
7. Eseguire un prelievo di sangue venoso utilizzando il materiale in uso
nelle sedi di tirocinio.

1) Vena
2) vena
3) vena
4) vena

cefalica;
basilica;
mediana basilica;
mediana cefalica.

Definizione e scopo
Per eseguire prelievo di sangue venosa si intende effettuare la puntura di
una vena per raccogliere un quantitativo di sangue variabile in riferimento al
tipo di esame da eseguire e alle metodiche di laboratorio.
Un prelievo venoso pu essere effettuato per eseguire indagini chimiche,
morfologiche e batteriologiche del sangue.

Conoscenze finalizzate alla tecnica


Il prelievo di sangue pu essere effettuato da accessi venosi, capillari ed
arteriosi; la regolamentazione dell' assistenza infermieristica, attualmente
oggetto di revisione, prevede che l'infermiere effettui prelievi venosi e
capillari.
Nell'adulto le sedi pi comunemente utilizzate per il prelievo venoso sono
le vene basilica e cefalica a livello della fossa antecubitale del braccio (fac
cia interna del gomito) (Fig. 12.12), le vene mediane del gomito e dell' a
vambraccio, la vena cefalica accessoria, le vene mediano-cefalica, mediano
basilica e le vene metacarpali del dorso della mano (Fig. 12.13). In casi par
ticolari possibile ricorrere alle vene degli arti inferiori (grande e piccola

353

1) Vene metacarpali.

Eseguire le procedure diagnostiche

1) Grande safena;
2) vena femorale.

safena, arco venoso dorsale del piede e vene metatarsali dorsali del piede)
(Fig. 12.14). importante che la vena da pungere presenti un tratto di alme
no 1-2 cm di decorso rettilineo e sia ben palpabile.
Nel neonato e nel lattante si utilizzano generalmente vene di maggior cali
bro, quali la vena giugulare esterna e quella femorale. Nei neonati e nei
bambini risulta comunque particolarmente difficoltoso reperire le vene che
decorrono superficialmente: la variabile determinante la riuscita del procedi
mento l'abilit manuale dell'operatore (infermiere o medico).
Per procedere all' esecuzione di un prelievo ematico venoso opportuno
rispettare alcuni criteri che orientano l'infermiere nella scelta della vena e
del materiale da utilizzare. Anche se tutte le vene palpabili (non detto che
siano anche visibili) possono essere utilizzate, in caso di particolari diffi
colt e/o in caso di necessit di frequenti prelievi e/o terapie endovenose,
deve essere valutata con il medico l'opportunit di introdurre cateteri venosi
periferici o centrali.
Nel momento della scelta della vena non devono essere prese in considera
zione quelle che decorrono in distretti corporei interessati da alterazioni
patologiche quali plegie/paresi, traumi/fratture, edema/linfedema, suture
chirurgiche.
Il materiale (siringa, ago, sistema Yacutainert') deve essere monouso e steri
le al fine di evitare possibili contaminazioni del campione prelevato, della
persona e dell'infermiere. La siringa costituita da una camicia graduata la
cui capacit compresa tra i 2,5 mI e i 60 mI, da uno stantuffo e da un bec
cuccio eccentrico, sul quale viene applicato un ago di 19-21 Gauge (aghi di
calibro inferiore possono causare l'emolisi del campione prelevato). Il siste
ma vacuiainer" costituito da una camicia porta-provetta e da un ago di
diverse misure dotato ad una estremit di un sistema che consente l'introdu
zione diretta del sangue nelle provette sottovuoto (Fig. 12.15).
Le provette si differenziano in base alla quantit di sangue da aspirare, al
tipo di indagine diagnostica da effettuare, all' eventuale contenuto. In alcune
provette presente una soluzione anticoagulante (sodio citrato, eparina,
EDTA), in altre materiali che favoriscono la separazione della parte corpu
scolata del sangue dal plasma (ad es., sotto forma di granuli). Salvo partico
lari indicazioni, il sangue viene raccolto in provette di plastica. Tutte le pro
vette sono chiuse da tappi in plastica di colore diverso a seconda del tipo di
esame (Fig. 12.16).
Prima di procedere all' esecuzione di un prelievo di sangue venoso neces
sario conoscere il tipo di esame, la motivazione per cui viene eseguito e
particolari modalit di esecuzione in relazione alle metodiche di laboratorio
(tempi, conservazione del campione).
I rischi pi comuni riconducibili a tale procedimento tecnico sono la puntura
accidentale di vasi arteriosi, di terminazioni nervose, la rottura della vena con
stravaso di sangue e conseguente formazione di ecchimosi, ematomi, flebiti.

Atti di supporto
Identificare e preparare la persona facendole assumere o aiutandola ad
assumere una posizione confortevole in relazione alla sede dalla quale
deve essere eseguito il prelievo

354

Eseguire le procedure diagnostiche

Fornire alla persona alcune informazioni relative all'atto infermieristico


(tipo di esame, modalit di raccolta e tempi di esecuzione, necessit di
mantenere il digiuno)
Preparare il materiale:
carrello o vassoio;
siringhe monouso di varie misure con aghi o butterfly (12) o sistema
vacutainer;
provette con porta-provette;
laccio emostatico;
antisettico;
batuffoli di cotone o garze;
cerotto anallergico;
forbici;
arcella;
telini o cuscinetti reggi braccio;
guanti;
contenitore per rifiuti speciali;
contenitore rigido per aghi.
Lavaggio sociale delle mani [vedi nota (14) pago 262]
Sistemare la persona
Riordinare il materiale
Lavaggio sociale delle mani

Procedura
Prelievo ematico con siringa
Visualizzare la sede del prelievo liberandola dagli indumenti.
Posizionare l'arto su un piano rigido protetto da un telino o su un CUSCI
netto reggi braccio (").
Aprire le provette e inserirle nel porta-provette.
Calcolare il quantitativo di sangue da prelevare e scegliere la siringa della
giusta capacit.
Applicare il laccio emostatico a monte della sede da pungere (circa 4 cm).
Indossare i guanti.
Palpare la vena.

La palpazione deve essere svolta utilizzando i polpastrelli di indice,


medio e anulare in modo sistematico al fine di valutare il decorso, la
profondit e il turgore della vena prescelta
Disinfettare la sede di puntura della vena.
Impugnare la siringa dopo averne verificato la tenuta e aver rimosso il
cappuccio di protezione dell'ago.
Tendere la cute nel senso opposto alla direzione della puntura e pungere
la vena mantenendo l'ago, con il bisello rivolto verso l'alto, ad un'incli
nazione di circa 30 rispetto al piano cutaneo (Fig. 12.17).

355

(") Vedi capitolo 1I.


(") Si fa riferimento alla sede pi
comune: gli arti superiori. Per altre
sedi non evidentementepossibile il
posizionamentosu di un piano rigido
e fisso.

Eseguire le procedure diagnostiche

Questa modalit consente di mantenere ferma la vena e di ridurre la sen


sazione dolorosa al momento dell' introduzione dell' ago. Anche la tra
zione esercitata sullo stantuffo, se moderata, non dolorosa e limita]' e
molisi (aspirazione continua e a bassa pressione).
Aspirare la quantit di sangue stabilita in precedenza.
Rimuovere il laccio emostatico.
Estrarre l'ago dal braccio mantenendo in aspirazione la siringa per evitare
la fuoriuscita di sangue e tamponare subito il foro cutaneo con cotone o
garza asciutti.
Chiedere alla persona di mantenere una discreta pressione sul tampone
per favorire l'emostasi ('"') ed eliminare]' ago nell' apposito contenitore
per taglienti.
Riempire le provette dando la precedenza a quelle con anticoagulante.
Il sangue deve essere versato lentamente tenendo il beccuccio della sirin
ga contro la parete interna della provetta senza provocare schizzi, schiu
ma ed evitando quindi l'emolisi. Per garantire l'azione dell' anticoagu
lante, ove presente, necessario miscelarlo in modo uniforme con il san
gue capovolgendo la provetta, dopo averla chiusa con il tappino di plasti
ca, per almeno 3-4 volte senza agitarla.
Controllare l'efficacia dell' emostasi e fissare un piccolo batuffolo di coto
ne pulito con del cerotto al braccio della persona.
Inviare le provette in laboratorio corredate dell'apposita richiesta compi
lata in ogni sua parte.
Registrare sulla documentazione infermieristica l' avvenuta esecuzione
della raccolta.
Prelievo ematico con sistema Vacutainer'"
C') Se la persona non cosciente o
collaborante, applicare subito
il
cerot to c, dopo aver riempito le
provette,
verificare
l'avvenuta
emostasi.

Visualizzare la sede del prelievo liberandola dagli indumenti.


Posizionare]' arto su un piano rigido protetto da un telino o su un cusci
netto reggi braccio.

356

Eseguire le procedure diagnostiche

Inserire le provette nel porta-provette o tenerle a portata di mano sul


piano di lavoro senza aprirle.
Scegliere e avvitare l'ago sulla camicia facendo in modo che la zona
appiattita di quest'ultima possa essere poi appoggiata sul braccio della
persona. L'ago deve essere montato con il bisello rivolto verso l'alto.
Applicare il laccio emostatico a monte della sede da pungere (circa 4 cm).
Indossare i guanti.
Palpare la vena.
La palpazione deve essere svolta utilizzando i polpastrelli di indice,
medio e anulare in modo sistematico al fine di valutare il decorso, la
profondit e il turgore della vena prescelta.
Disinfettare la sede di puntura della vena.
Impugnare la camicia e rimuovere il cappuccio di protezione dell' ago.
Tendere la cute nel senso opposto alla direzione della puntura e pungere
la vena mantenendo l'ago e la camicia montati come indicato sopra ad
una inclinazione di circa 30 rispetto al piano cutaneo.
Inserire la provetta all'interno della camicia avendo cura di mantenerla
stabile. Forare il tappo della provetta esercitando una lieve pressione.
Sciogliere il laccio emostatico dopo aver riempito la prima provetta per
diminuire la pressione di aspirazione e ridurre il traumatismo alla vena.
Rimuovere la provetta piena dalla camicia e introdurre con la medesima
modalit le altre provette in successione lasciando per ultime quelle con
tenenti anticoagulante. Questo accorgimento evita che un eventuale con
tatto dell'ago interno alla camicia con la soluzione anticoagulante la porti
in altre provette alterando i risultati.
Durante queste manovre fondamentale tenere saldamente la camicia
onde evitare lo sposizionamento dell'ago. Il riempimento delle provette
determinato dalla pressione negativa presente al loro interno, in quanto
queste sono sottovuoto. Questo duplice traumatismo pu far optare per
l'impiego dell'ago a farfalla con dispositivo di raccordo al vacutainer"
invece dell'ago, in particolari situazioni.
Estrarre l'ago dal braccio e tamponare subito il foro cutaneo con cotone o
garza asciutti.
Chiedere alla persona di mantenere una discreta pressione sul tampone per
favorire l'emostasi ed eliminare l'ago nell'apposito contenitore per taglienti.
Capovolgere, senza agitare, le provette contenenti anticoagulante per
almeno 3-4 volte.
Controllare l'efficacia dell'emostasi e fissare un piccolo batuffolo di coto
ne pulito con del cerotto al braccio della persona.
Inviare le provette in laboratorio corredate dell'apposita richiesta compi
lata in ogni sua parte.
Registrare sulla documentazione infermieristica l'avvenuta esecuzione
della raccolta.

357

Eseguire le procedure diagnostiche

Procedimento tecnico (finalit: Sostituire)

Obiettivi didattici
I. Definire che cosa si intende per eseguire prelievo ematico capillare.
2. Spiegare gli scopi dell'esecuzione di un prelievo ematico capillare.
3. Indicare le sedi pi comunemente usate per eseguire un prelievo ematico
capillare.
4. Elencare le variabili e i dati da considerare prima e dopo l'esecuzione di
un prelievo di sangue venoso capillare.
5. Elencare gli atti di supporto da attuare prima e dopo l'esecuzione di un
prelievo di sangue venoso capillare.
6. Preparare il materiale occorrente per l'esecuzione di un prelievo di san
gue venoso capillare nell' adulto.
7. Eseguire un prelievo di sangue venoso capillare in un adulto.

Definizione e scopo
Per eseguire prelievo ematico capillare si intende effettuare la raccolta di
sangue proveniente dai capillari attraverso la puntura diretta della cute, spe
cie a livello dei polpastrelli delle dita e del lobo dell' orecchio.
Questo prelievo trova indicazioni principalmente per la determinazione dei
valori glicemici e per il conteggio degli elementi corpuscolati del sangue,
della percentuale di emoglobina e dell'ematocrito.

Conoscenze finalizzate alla tecnica

S" Metodologia infer


mieristica applicata, Masson, Milano,
1997, p, 177,
(,,) Vedi Ortelli

Nell'adulto le sedi pi comunemente utilizzate per il prelievo ematico capil


lare sono i polpastrelli delle dita (per questo a volte si parla di "glicemia da
dito") ed il lobo dell' orecchio, anche se possibile utilizzare anche il bordo
interno ed esterno del tallone e la faccia pIantare dell' alluce. Nel neonato e
nel lattante vengono generalmente punti i bordi interno ed esterno del tallo
ne e la faccia pIantare dell'alluce ('5).
Per procedere all'esecuzione
di un prelievo ematico capillare opportuno
rispettare alcuni criteri che orientano l'infermiere nella scelta della sede e
del materiale da utilizzare. Relativamente
alla scelta della sede sono da
considerare, oltre all' et della persona, le caratteristiche
delle zone: sono
da evitare, ad esempio, quelle con callosit, in quanto scarsamente vasco
larizzate.
Per quanto concerne il materiale, esistono in commercio delle lancette
monouso e altri strumenti a scatto muniti di aghi.
Pu facilmente capitare di dover insegnare l'esecuzione
di un prelievo di
sangue capillare ad una persona con diabete. Nel caso in cui questi pre
lievi capillari debbano essere ripetuti per lunghi periodi di tempo,
opportuno variare la sede di puntura al fine di limitare l'ispessimento
cutaneo e la dolenzia.

358

Eseguire le procedure diagnostiche

Atti di supporto
Identificare e preparare la persona
Fornire alla persona alcune informazioni relative all'atto infermieristico
(tipo di esame, modalit di raccolta e tempi di esecuzione)
Preparare il materiale:
- vassoio;
- lancette monouso (Fig. 12.18) o strumento a scatto munito di aghi
(Autolet);

contenitore con cartine reagenti per la determinazione della glicemia;


Glucometer" (Fig. 12.18);
cronometro;
etere;
batuffoli di cotone o garze;
arcella;
guanti;
contenitore per rifiuti speciali;
contenitore rigido per aghi.
Lavaggio sociale delle mani [vedi nota (14) pago 262]
Sistemare la persona
Riordinare il materiale
Lavaggio sociale delle mani

Procedura con strisce reagenti


Chiedere alla persona su quale polpastrello desidera che venga effettuato
il prelievo.
Sgrassare la sede.
Premere il dito per favorire l'afflusso ematico.
Pungere la cute con movimento deciso usando la lancetta o l'Autolet.
Estrarre dal contenitore una striscia senza toccare l'estremit con il reagente per non alterare il risultato dell' esame.
Far cadere una goccia di sangue sulla zona con il reagente.
Tamponare con il cotone o la garza la cute per favorire l'emostasi.
Lasciare il sangue a contatto con il reagente per il tempo indicato sulla
legenda del contenitore.
Allo scadere del tempo, asportare il sangue dalla striscia (sciacquare
con acqua o tamponare con una garza) secondo la modalit indicata
sulla confezione.
Confrontare il colore dell' area con la scala cromatica presente sulla
legenda della confezione.
Ogni variazione di tonalit nella colorazione della zona con il reagente
corrisponde ad un diverso valore della glicemia.
Registrare sulla documentazione infermieristica l'avvenuta esecuzione
dell'esame e il relativo risultato.

359

Eseguire le procedure diagnostiche

Procedura con strisce reagenti e Glucometer"


La procedura differisce da quella sopra descritta solo per quanto riguarda la
lettura del valore, per cui si procede come segue.
Accendere il Glucometer".
Far cadere una goccia di sangue sulla zona con il reagente e attivare il
cronometro del dispositivo elettronico.
Tamponare con il cotone o la garza la cute per favorire l'emostasi.
Lasciare il sangue a contatto con la zona con il reagente fino allo scadere
del tempo impostato automaticamente dal Glucometer".
Asportare quindi il sangue dalla striscia secondo la modalit indicata
sulle istruzioni.
Inserire la striscia a contatto col sito di lettura del Glucometer" .
Leggere sul display il valore della glicemia.

N.B. Poich in commercio esistono diversi dispositivi elettronici per la


lettura della glicemia si consiglia, oltre ad una preliminare attenta lettura
delle istruzioni d'uso, la scelta delle strisce specifiche.

AA.VV., L'Assistenza Cardiologica, Collana "Photobook", Piccin, Padova, 1987.


AA.VV., Problemi Cardiaci, Masson, Milano, 1992.
Bozzi G., L'Assistenza lnfermieristica al Paziente Cardiopatico, Cortina. Milano.
1981.
Chiesa I., Clementi L., D'Alessandri E., Pascoli M, Tecniche lnfermieristica di
Base, 2' ed., Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 1991.
Fiocca S., Fondamenti di Anatomia e Fisiologia Umana, 2" ed., Sorbona, Milano,
1990.
Pritchard A.P., Mallett l., Procedure Infermieristiche Cliniche, 3' ed., McGraw-Hill,
Milano, 1994.
Roman M., Donatelli F., Vitali E., Cardiologia e Cardiochirurgia per infermieri
Professionali, Sorbona, Milano, 1990.
Sasso L., Bonvento C.M., Gagliano c., Scienze Infermieristiche Generali e Cliniche,
McGraw-Hill, Milano, 1997.
Seeley R.R., Stephens T.D., Tate P., Anatomia e Fisiologia, Sorbona, Milano, 1993.
Smith S., Duell D., L'Assistenza lnfermieristica - Principi e Tecniche dal Nursing
di Base alle Specialit, 3" ed., Sorbona, Milano, 1994.
Taber, Dizionario Enciclopedico di Scienze Infermieristiche. 17" ed .. McGraw-Hill.
Milano, 1994.

360

Eseguire le procedure diagnostiche

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEGLI ATTI DI SUPPORTO PERI PROCEDIMENTI TECNICI


ANNO DI CORSO

STUDENTE

A.A.

ESEGUEIL LAVAGGIO DELLEMANI

1.

SOCIALE
1. apre il rubinetto PRIMAdi iniziare il lavaggio
2. bagna le mani PRIMAdi iniziare la procedura
3. prende il DETERGENTE
4. lava SISTEMATICAMENTEDALLA mano ALL'avambraccio

0
0
0

5 mantiene il contatto con il detergentePERALMENO 1 MINUTO

0
0

6. asciugaTAMPONANDO DALLA mano ALL'avambraccio


7. chiude il rubinetto SENZACONTAMINARE le mani

ANTISETTICO
1. apre il rubinetto PRIMAdi iniziare il lavaggio
0
2. bagna le mani PRIMAdi iniziare la procedura
0
3. prende l'ANTISETIICO
0
4. lava SISTEMATICAMENTEDALLA mano ALL'avambraccio 0
5. mantiene il contatto con il detergentePERALMENO 1 MINUTO 0
6. asciugaTAMPONANDO DALLA mano ALL'avambraccio
0
7. chiude il rubinetto SENZACONTAMINARE le mani
0

VALUTAZIONE
2.

PREPARAIL MATERIALE OCCORRENTE PERIL PROCEDIMENTO TECNICO

PER DISINFEZIONE
1 tampone/garzaADEGUATO
2. antisettico

0
0

SPECIFICO PER IL PROCEDIMENTO


vedi schedadella procedura

TECNICO

(NESSUN

0)

o
o
o

PER SMAL TIMENTO RIFIUTI

0
D

VALUTAZIONE

PER PROTEGGERE LA PERSONA E/O


L'OPERA TORE
1. guanti ADEGUATI
2. copricapo
3. telino ADEGUATO

1. contenitore per rifiuti comuni


2. contenitore per:
materiale acuminato
materiale
materiale contaminato
in vetro

(FINO A 20 NEI PUNTI A, B, D)

o
o
o

(SE C 0 OPPURE Pi DI 20 NEI PUNTI A, B. D)

PREPARALA PERSONA

3.
A

IDENTIFICA LA PERSONA

FA ASSUMERE LA POSIZIONE CORRETTA


E PROTEGGE LA PERSONA (s.o.)

INFORMA LA PERSONA SULLA SEQUENZA


DEGLI ATTI RIGUARDANTI LA PROCEDURA

MANTIENE L'INTIMIT

VALUTAZIONE
RIORDINA IL MATERIALE UTILIZZATO

4.
VALUTAZIONE

VALUTAZIONE:

QQQQ= OTTIMO QQQG= BUONO QQQGl= DISCRETO QQGG= Pi CHE SUFF.


QQ00= SUFFICIENTE QGG0= QUASI SUFF. QG0G= INSUFF. G000= GRAVEMENTE INSUFF.
FIRMA DELL'OSSERVATORE
FIRMA DELLO STU DENTE

_
DATA

361

Eseguire le procedure diagnostiche

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEL PROCEDIMENTO TECNICO:

Eseguire prelievo di sangue venoso

STUDENTE

ANNO DI CORSO

1.
l.
2.
3.
4.
5.

A.A.

PREPARA IL MATERIALE SPECIFICO PER IL PROCEDIMENTO TECNICO

Q
Q

siringhe monouso/sistema Vacutainer'iiJ


aghilbutterfly
provette con porta provette
laccio emostatico
cerotto anallergico

Q
Q

VALUTAZIONE

2.

PROCEDURA

CON SIRINGA
l. visualizza la sede del prelievo
Q
2. posiziona l'arto su un piano rigido
Q
3. apre le provette e le inserisce nel portaprovette
Q
4. calcola il quantitativo di sangue da prelevare Q
5. applica il laccio emostatico
Q
6. indossa i guanti
Q
7. palpa la vena
Q
8. disinfetta la sede di puntura
Q
9. impugna la siringa
Q
10. tende la cute
Q
11. punge la vena
Q
12. aspira la quantit di sangue prevista

13. rimuove il laccio emostatico


14. estrae in aspirazione l'ago dalla vena
Q
15. tampona il sito di puntura
16. riempie le provette dando la precedenza a
quelle con anticoagulante
17. capovolge le provette con anticoagulante
per almeno 3-4 volte
18. controlla l'efficacia dell'emostasi

CON SISTEMA VACUTAINE0'"

l. visualizza la sede del prelievo


2. posiziona l'arto su un piano rigido
3. inserisce le provette nel portaprovette
4. sceglie e avvita l'ago sulla camicia
5. applica il laccio emostatico
6. indossa i guanti
7. palpa la vena
8. disinfetta la sede di puntura
9. impugna la camicia
10. tende la cute
11. punge la vena
12. inserisce la provetta all'interno della camicia e fora il tappo
13. slaccia il laccio emostatico
14. rimuove dalla camicia la l J provetta e inserisce le altre
15. estrae l'ago dalla vena
16. tampona il sito di puntura
17. capovolge le provette con anticoagulante per almeno
3-4 volte
18. controlla l'efficacia dell'emostasi

Q
Q
Q

Q
Q

Q
Q
Q
Q
Q
Q

Q
Q
Q

Q
Q

VALUTAZIONE
3.

VALUTAZIONE GLOBALE DELLA PERFORMANCE

Conoscenza della procedura


Sicurezza nell'esecuzione Abi
Iit nel!' esecuzione
Atteggiamento verso la persona
VALUTAZIONE

ClQQ

Q
Q
Q

Q
Q
Q

(NESSUNQ o FINO A 1 Q)

(FINO A 2Q)

(UN Q OPPUREPi DI 2 Q)

VALUTAZIONE DEL PROCEDIMENTO TECNICO:


BUONO
Cl Cl Q DISCRETO
Cl Q Q SUFFICIENTE
QUASI SUFFICIENTE
QQQ/QQQ
INSUFFICIENTE
QQQ
GRAVEMENTE INSUFFICIENTE

Cl Cl Cl

= OTTIMO

FIRMA DELL'OSSERVATORE
FIRMA DELLO STUDENTE

Cl Cl Q

_
DATA

VALUT AZIONE GLOBALE (AHI DI SUPPORTO + PROCEDIMENTO TECNICO):


FIRMA DELL'OSSERVATORE
_
FIRMA DELLO STUDENTE

DATA

362

Igiene e sicurezza dell'infermiere

Per igiene e sicurezza dell'infermiere


si intende il rispetto di alcune norme
fondamentali durante il servizio che consentono di limitare l'incidenza delle
infezioni crociate e di offrire un'immagine professionale positiva alle persone
assistite.

I capelli devono essere puliti ed acconciati in modo ordinato per evitare


che delle ciocche possano provocare spostamento di microrganismi,
potenziali agenti di infezioni. comunque obbligatorio indossare in modo
appropriato una cuffia monouso per l'esecuzione di tutte le manovre
asettiche e per la distribuzione dei pasti.
opportuno che l'igiene del corpo sia particolarmente curata; allo stesso
modo consigliabile evitare l'uso di profumi e/o deodoranti in grande quantit e con fragranze molto intense.
..
Le mani devono avere la cute integra e ben idratata e non devono essere
ornate da bracciali, orologi, ciondoli, anelli od altro; questo per evitare di
ferire le persone assistite e per limitare il trasporto di rnicrorganisrni.

da proscrivere l'impiego di qualsiasi tipo di smalto per unghie, in quanto

favorisce il deposito di germi. Inoltre le unghie devono essere corte e ben


pulite.

Si consiglia, per il rispetto della condizione della persona assistita, di


evitare in servizio l'uso di trucchi o di ornamenti poco consoni agli ambienti
ove si svolge l'assistenza infermieristica e poco compatibili con l'immagine
della professione.

La divisa
deve avere le seguenti
caratteristiche:
essere quella fornita dall'Ente e del modello in uso nell'unit operativa in
cui si presta servizio;
essere cambiata, se possibile, quotidianamente cd ogni volta in cui si
sporca;
esseredi tagl ia adeguata;
- deve sempre recare il cartellino di identificazione fornito dall'Ente con
nome, cognome e qualifica ben visibili.

364

Igiene e sicurezza dell'infermiere

Per quanto riguarda le calzature, necessario che rispondano ai seguenti


requisiti:
- devono essere quelle fornite dall'Ente e del modello e colore in uso nel
l'unit operativa in cui si presta servizio;
- devono essere preferibilmente chiuse sul calcagno per assicurare al piede
maggiore stabiIit evitando lo scivolamento laterale; secondo recenti stati
stiche, le calzature con punta e tallone protetti prevengono maggiormente
le cadute;
- il tacco deve essere basso e sufficientemente largo da garantire una certa
stabilit e sicurezza;
- la suola deve essere in gomma o comunque con le seguenti propriet: iso
lante, antisdrucciolo, antistatica;
- il piantare deve essereanatomico, anallergico e traspirante;
- la tomaia deve essere chiusa, morbida ed impermeabile. Sono da evitare
materiali quali plastica, gomma, tela cos come decorazioni (come ad es.,
frange, fibbie, ricami) in quanto ricettacoli di microrganismi.
opportuno indossare calze in tutte le stagioni e preferibilmente bianche e
in cotone.
Ogni professionista infermiere deve essere un modello positivo di comporta
mento nell'ambito dell'educazione sanitaria alla popolazione, visto il ruolo
importantissimo che ricopre in questo settore.

365

Detergenti, disinfettanti ed antisettici

Il detergente una sostanza impiegata per allontanare lo sporco da una


superficie solida e, di conseguenza, anche parte dei microrganismi.

I detergenti agiscono facendo variare la tensione superficiale presente tra il


corpo da lavare e lo sporco presente su esso. Ci provoca il distacco della lor
dura e il suo allontanamento; tale azione anche favorita dalla forza mecca
nica di passaggio dell'acqua.

Esistono diverse classificazioni dei detergenti: ad esempio, tra saponi e deter


genti di tipo sintetico; tra quelli sintetici si distinguono i detergenti ionici e
quelli non ionici. In questa sede interessa classificarli in considerazione del
l'uso in ambito sanitario ed assistenziale.
I detergenti utilizzati per l'igiene della cute devono essere efficaci, ipoallerge
nici, idratanti (per non causare essiccosi cutanea), non eccessivamente aggres
sivi n troppo profumati.
Quelli utilizzati per la pulizia degli ambienti, delle superfici e degli oggetti
sono generalmente pi aggressivi e, se usati su substrati viventi, possono pro
vocare fenomeni irritativi o allergici.
Inoltre, in commercio esistono prodotti che contengono, in aggiunta alla
sostanza detergente, un disinfettante o un antisettico e sono utilizzati rispetti
vamente per la sanificazione e per l'igiene e l'antisepsi della cute.

Il disinfettante una sostanza che riduce il rischio di infezione operando una


distruzione dei microrganismi patogeni e potenzialmente tali. Il termine viene
usato in riferimento all'uso su oggetti.
L'antisettico
una sostanza con propriet disinfettanti utilizzata su substrati
viventi quali la cute e le mucose.

366

Detergenti, disinfettanti ed antisettici

- ampio spettro d'azione


- semplice impiego
- facile reperibilit
solubilit nei liquidi pi comuni
- stabilit chimica
limitata tossicit
- assenzadi danno ai materiali con cui viene a contatto
- rapidit nell'azione
- maneggevolezza
- costi contenuti

Concentrazione:
ogni disinfettante esplica la propria
azione a
determinate concentrazioni.
Una diluizione
maggiore pu rendere
inefficace la soluzio ne ottenuta e concentrazioni
superiori possono
risultare tossiche senza aumentarne l'efficacia.

Tempo di contatto: l'attivit del disinfettante aumenta con l'aumentare del

tempo di contatto. per da tenere presenteche alcuni oggetti possonodete


riorarsi se il contatto con la sostanza troppo prolungato e che alcuni disin
fettanti possonoesseresoggettiad evaporazione del principio attivo o del sol
vente. Per un impiego corretto di qualsiasi preparato disinfettante, bene
attenersial tempo di contatto specificato sulla confezione del prodotto.

pH: ogni disinfettante agisce meglio se viene rispettato


acidit/alcalinit indicato.

il livello

di

in linea di massimal'aumento della temperatura aumenta l'ef


ficacia della sostanzaanche se livelli di calore eccessivi possono inattivare
e/o far evaporare iI disinfettante.

Temperatura:

Tipo di solvente: alcuni princpi attivi disinfettanti sono pi efficaci se dilui

ti, ad esempio, con alcol etilico.

bassala carica batterica presentesulla super


ficie da trattare, tanto maggiore sar l'efficacia del disinfettante.

Carica batterica: quanto pi

Resistenze batteriche: l'uso dello stessodisinfettante per lunghi periodi di

tempo, favorisce lo sviluppo di ceppi batterici in grado di resistervi. Lo stes


so accadese si utilizza un principio attivo di cui non provata l'efficacia sul
tipo o sui tipi di microrganismi contaminanti.

Presenza di sostanze inattivanti: sangue,pus, altro materiale organico, alcu

ni detergenti ed altro ancora possono rendere meno efficace o inattivare il


disinfettante.
Conformazione e natura del materiale: la presenzadi anfratti, fori e fessure

sulla superficie dell'oggetto pu limitare la penetrazione della sostanza.


Inoltre alcuni tipi di materiale possono esseredanneggiati dal disinfettante o
assorbirela sostanzastessafino a provocare irritazioni se vengono a contat
to con la cute o le mucose.

367

Detergenti, disinfettanti ed antisettici

Contaminazione

del disinfettante:

possibile se non si tengono presenti

seguenti princpi:
diluire i disinfettanti sempre con un solvente sterile;
tutti i contenitori utilizzati per conservare i disinfettanti devono essere
lavati e sterilizzati prima dell'uso;
gli stessi contenitori devono essere il pi possibile di piccole dimensioni,
con dosatore, chiusi con tappi di materiale che non permetta il passaggio
di microrganismi (vetro, plastica) e muniti di etichetta indicante il conte
nuto e la data di scadenza e/o di preparazione;
- evitare di manipolare il contenitore del disinfettante con le mani non lava
te precedentemente o di toccarlo con oggetti contaminati;
- chiudere sempre il contenitore dopo l'uso;
- non versare i disinfettanti da un contenitore all'altro.
Impiego della sostanza oltre la data di scadenza.
Utilizzo del disinfettante per uno scopo diverso da quello per cui

indicato.

Alcoli

Generalit
Di questo gruppo vengono utilizzati come disinfettanti solo l'alcol etilico e
l'isopropilico.

Agiscono rapidamente uccidendo batteri Gram +, Gram - e virus lipofili;


sono scarsamente efficaci su miceti e su virus idrofili ed assolutamente inef
ficaci sulle spore.
Sono poco irritanti (se non in seguito ad applicazioni prolungate) e scarsa
mente tossici.
Viene diminuita la loro efficacia se sono messia contatto con
sostanzeorganiche.
Indicazioni
Disinfezione della cute prima di terapie iniettive e prelievi venosi.
Disinfezione del diaframma dei flaconi di farmaci a dose multipla.
Disinfezione dei termometri clinici.

Composti dell'argento

Generalit
d'argento: in soluzione acquosa allo 0,5% ampiamente usato
nella prevenzione delle infezioni nelle ustioni gravi. A concentrazioni mag
giori caustico sulle mucose e, se ingerito, pu causare diarrea, vomito e
addirittura il coma. In forma solida pu essere applicato per la cauterizza
zione delle ferite.

Nitrato

368

Detergenti, disinfettanti ed antisettici

Argento sulfadiazina: il sale d'argento della sulfadiazina ('). Ha una


buona attivit antibatterica su batteri Gram + e Gram - e viene utilizzato
sotto forma di pomata per la profilassi delle infezioni nelle ustioni di 2
3 grado.

Clorexidina
Generalit
Battericida ad ampio spettro nei confronti di batteri Gram + e Gram
-. Inibisce i bacilli acido-resistenti e, in alcuni casi e in particolari
condizioni, risulta efficace anche su miceti e virus.
Esercitaun'azione rapida e persistente che pu essere batteriostatica (ad
una concentrazione di 1 mglml o inferiore) oppure battericida (a
concentrazioni di circa 100 mglml).
Ha una discreta efficacia anche in presenza di residui organici.
Il principio attivo neurotossico e ne quindi proscritto l'utilizzo
per l'antisepsi cutanea negli interventi sull'encefalo, sulle meningi e
sull'o recchio medio.
irritante per la congiuntiva.
D raramente fenomeni di sensibilizzazione ed scarsamente assorbita
a livello di cute e mucose.
Non interferisce con la cicatrizzazione delle ferite.
Indicazioni
Lavaggio antisettico e pre-operatorio delle mani.
Antisepsi per il cateterismo vesccale.
Antisepsi della cute prima degli interventi chirurgici.
Antisepsi delle ferite (anche estese).
Antisepsi delle ustioni di ogni tipo, anche con vasta esposizione tissutale.
In campo odontostomatologico, per l'antisepsi del cavo orale.
Pulizia e disinfezione di ambienti e superfici.

Composti del cloro


Generalit
Gli antisettici e i disinfettanti a base di cloro sono attivi in breve tempo sulle
forme vegetative dei batteri, sui virus, i miceti e i protozoi; sono scarsamen
te attivi sulle spore.
L'azione delle sostanze a base di cloro influenzata da alcuni fattori:
concentrazione,
pH, temperatura, presenza di materiale organico ed
ammoniaca.

369

(') La sulfadiazina un sulfamidico.

Detergenti, disinfettanti ed antisettici

I composti a base di cloro si distinguono in: ipoclorito di sodio, cloro elet


trolitico e cloramine.
Indicazioni
lpoclorito di sodio: esiste in varie concentrazioni, espressein g di cloro atti
vo/%.
il principio attivo di tutte le candeggine (utilizzate per la disinfezione di
ambienti e superfici) e della soluzione di Milton, usata per la disinfezione
di biberon e tettarelle. Essendoirritante per cute e mucose, non pu essere
utilizzato per l'antsepsi.
Cloro elettrolitico: impiegato per l'antisepsidi cute e ferite in quanto risulta
essereil composto contenentecloro meno irritante. Il cloro elettrolitico viene
usatosoprattuttosulle lesionida pressione(o comunquesu ferite con necrositis
sutale)in quanto anchedeodorantee dissolventesui tessutidevitalizzati.A
con centrazionimaggioripu essereusatocome
disinfettante(ades.,Amuchina~.
Cloramine: hanno un'azione lenta e prolungata nel tempo e il loro
impiego pi diffuso per la potabilizzazione dell'acqua; possono essere
utilizzate come antisettici su cute e mucose e per la medicazione di ferite
infette. Non sono irritanti se opportunamente diluite (ad es., Euclorina~.

Fenoli
Generalit
Sono attivi sui batteri Gram + e Gram
non sono efficaci sulle spore.

=,

sui miceti e su alcuni virus;

Sono irritanti
o addirittura
tossici a concentrazioni
basse,soprattutto sulla cute lesionatae su quella dei neonati.

anche

Indicazioni
Sono adatti per la disinfezione di superfici e di materiale sanitario che
non debbano essereposti a stretto contatto con cute e mucose.

Formaldeide
Generalit
un disinfettante a largo spettro e, a concentrazioni e tempi di esposizione
opportuni, diventa sporicida.
La presenzadi materiale organico ne diminuisce l'efficacia.
Non ha azione corrosiva sugli oggetti.
L'uso in ambito ospedaliero limitato vista la tossicit per i tessuti, l'azione
irritante dei vapori e la possibile cancerogenicit (in passato la nebulizza
zione di formaldeide stata un sistemadi disinfezione ambientale molto dif
fuso, ma oggi risulta quasi completamente abbandonato).

370

Detergenti, disinfettanti ed antisettici

Indicazioni
In soluzione acquosaal 37-40% utilizzata per il fissaggiodi campioni isto
logici (formalina).

Glutaraldeide

Generalit
Ha un'efficace azione antibatterica; attiva su miceti, virus e
micobatterio tubercolare ed sporicida ad alto livello (sterilizzante).
La soluzione molto irritante per le mucose, per le vie respiratorie e per
la congiuntiva; pi tollerata dalla cute, anche se pu dare irritazioni.
Non ha azione corrosiva sul materiale.
La presenzadi materiale organico non inattiva la glutaraldeide.
Non cancerogenan teratogena.
La soluzione attivata rimane efficace per 14 giorni e quindi deve essereuti
lizzata prima di tale termine.
Indicazioni
Per la disinfezione e la sterilizzazione (ad opportune concentrazioni e
tempi di esposizione)di strumenti endoscopici a fibre ottiche, strumentario
chirur gico ed attrezzature in plastica e gomma.

Composti dello iodio

Generalit
Agiscono nei confronti di batteri Gram +, Gram - e virus.
Lapresenzadi materialeorganicodiminuisce l'attivit germicidadello iodio.
Le soluzioni contenenti iodio sono poco irritanti e tossiche anche se, rara
mente, possonocausarefenomeni di sensibilizzazione.
I preparati a base di iodio non devono essereutilizzati per l'antisepsi cuta
nea del neonato e per ustioni estese,in quanto l'assorbimento pu essere
elevato e causarefenomeni di tossicit.
Lesoluzioni sono fotosensibili.
Lo iodio, in formulazioni
che come antisettico.

diverse, pu servire sia come disinfettante

Le soluzioni a base di iodio si distinguono in: acquose, idroalcoliche,


iodofori.

Indicazioni
Le soluzioni acquose (come la soluzione di Lugol) vengono utilizzate per
l'antisepsidi piccole ferite o escoriazioni e sono poco irritanti.

371

Detergenti, disinfettanti ed antisettici

Le soluzioni idroalcoliche
(come la tintura di
passato)sono
adatteper
l'antisepsidella
possonoessereestremamenteirritanti.

iodio, diffusissimain
cute
integrae

Gli iodofori sono attualmente i preparati d'elezione per l'antisepsi della cute
integra e lesionata. Appartiene a questa categoria il Povidone iodio. Sono
molto poco irritanti e, con l'aggiunta di tensioattivi, gli iodofori possono
anche essereutilizzati per la disinfezione di presdi medico-chirurgici e per
l'igiene di ambienti e superfici (Betadine<).

Perossido di idrogeno (acqua ossigenata)

Generalit
L'applicazione del perossidodi idrogeno sui tessutifa liberare ossigenoattivo
che provoca l'ossidazione nei confronti di diverse componenti cellulari dei
microrganismi.Questaazione
soprattuttoefficacenei
confronti
degli
anaerobi.
La concentrazione pu essereespressain percentuale o in volumi.
utilizzata al 3% come antisettico e, a concentrazioni dal 3 al 6%, come
disinfettante.
L'acqua ossigenata fotosensibile e quindi deve essereconservata in conte
nitori non solo ben chiusi, ma anche scuri.
Indicazioni
Vivamente consigliato l'impiego
su ferite contaminate da materiale
estraneo, per la potenziale presenzadi batteri anaerobi, il cui sviluppo viene
ostacola to dall'azione dell'ossigeno. Sulle ferite ha anche un'azione
emostatica e deodorante.
Disinfettante per presdi medico-chirurgici.

Sali di ammonio quaternario

Generalit
Il numero dei composti dell'ammonio quaternario chimicamente sintetizza
bili praticamente illimitato ed ognuno di essi esercita le propriet disinfet
tanti in maniera diversa.
Sono attivi sui batteri Gram + ma scarsamente sui Gram -. Hanno una
debole azione fungicida, scarsao quasi nulla sui virus e totalmente assente
sulle spore.
Le soluzioni di ammonio quaternario sono frequentemente contaminate
dai batteri Gram -.
La loro attivit diminuisce per la presenzadi saponi, residui organici o fibre
di cotone.
Sono irritanti per cute e mucose solo a concentrazioni maggiori del 10%
I sali di ammonio quaternario sono solubili sia in acqua che in alcol, ma le
soluzioni alcoliche hanno un potere disinfettante maggiore.

372

Detergenti, disinfettanti ed antisettici

Sono dei buoni tensioattivi.


L'utilizzo dei sali di ammonio quaternario in ambiente sanitario abbastan
za limitato.
Indicazioni
Antisepsi della cute prima di terapie iniettive e prelievi venosi.
Pulizia di ambienti e superfici.

373

Sterilizzazione

La sterilizzazione un procedimento fisico o chimico che permette di elimi


nare completamente ogni forma di vita da una superficie, comprese le spore.

Deve esseresterilizzato tutto il materiale che:

prevede il contatto con cavit corporee sterili o alle quali non devono esse
re apportati ulteriori germi per il rischio di infezione;
viene impiegato per manovre da effettuare su mucose, anche integre, o su
ferite di qualsiasi tipo;
viene utilizzato nelle manovre asettiche.

l) Lo sporco e il materiale organico eventualmente presenti sugli oggetti sono


un terreno di coltura per microrganismi e favoriscono la loro resistenzaalla
sterilizzazione.
2) Perchpossanoessereefficaci, tutti i metodi di sterilizzazione devono esse
re applicati attenendosi scrupolosamente alle corrette modalit di condu
zione del processo.
3) Tutte le superfici dell'oggetto devono esseremessea contatto con l'agente
sterilizzante ed quindi critica e difficile la sterilizzazione di materiale
strutturalmentecomplesso.
4) La conservazione degli articoli sterilizzati deve rispettare alcuni criteri per
evitare contaminazioni successive.

Mezzi chimici:
1) Ossido di etilene
2) Glutaraldeide
3) Acido peracetico
Mezzi fisici:
1) Calore secco:

a) Incenerimento
b) Flambaggio
c) Aria calda
2) Calore umido: a) Boliitura
b) Vapore saturo sotto pressione

3) Raggiultravioletti
4) Raggigamma
5) Microonde

374

Sterilizzazione

1) Decontaminazione
2) Pulizia
3) Asciugatura
4) Manutenzione
5) Confezionamento
6) Sterilizzazione
7) Conservazione

1) Decontaminazione
In questa fase gli oggetti utilizzati vengono detersi e disinfettati con metodi
che permettono di ridurre la carica microbica presente e quindi di renderli
pi sicuri per l'operatore che si occupa delle operazioni di pulizia. I metodi
per eseguire la decontaminazione sfruttano il calore (tramite macchine lava
ferri) o sostanzechimiche disinfettanti che devono esserescelte tra quelle la
cui azione viene meno alterata dalla presenza di residui e materiale organi
co. Gli strumenti contaminati devono essereovviamente manipolati adottan
do tutte le precauzioni necessarie per evitare il rischio di taglio o puntura
accidentale.

2) Pulizia
Gli oggetti decontaminati vengono successivamentesottoposti ad un tratta
mento che consente di allontanare lo sporco presente sulla loro superficie e
quindi anche buona parte dei microrganismi. A questo scopo possono essere
impiegatesia delle metodiche di lavaggio automatiche (con macchine lavatri
ci o con apparecchiature ad ultrasuoni), sia la detersione meccanica eseguita
manualmentecon l'utilizzo di un prodotto detergente (meglio se ad attivit
proteolitica) e di spazzoline o scovolini appositi. Se si utilizza una procedura
automatica sufficiente inserire lo strumentario all'interno della macchina
sceltaed avviare il lavaggio. Per la metodica manuale si immergono gli artico
li nella soluzione detergente lasciandoveli per il periodo di tempo consigliato
dalla casa produttrice del liquido usato; al termine si risciacquano e si frizio
nanocon la spazzolina, con maggiore attenzione nei punti di pi facile accu
mulo di germi (ad es., zigrinature, angoli, viti).

3) Asciugatura
L'asciugaturadegli oggetti lavati deve essere eseguita con estrema cura, in
quanto la presenzaanche di piccole particelle d'acqua pu sia vanificare la
sterilizzazione(nel metodo a calore secco l'evaporazione del liquido residuo
diminuisce la temperatura della camera della stufetta), sia causare ulteriori
problemi (con il metodo ad ossido di etilene elevata la possibilit di forma
zione di un composto tossico quale il glicole etilenico).

375

Sterilizzazione

4) Manutenzione
La cernita dello strumentario consente di determinare quello da eliminare e
quello da riutilizzare dopo eventuali messaa punto e lubrificazione. Questi
interventi risultano fondamentali affinch gli oggetti possanoesserereimpiega
ti al meglio e senza rischi. Le sostanze lubrificanti devono essereapplicate
seguendole indicazioni della ditta produttrice e, in ogni caso, nella sterilizza
zione in autoclave meglio evitare i lubrificanti a base di silicone in quanto
rendono impermeabili le superfici al vapore e quindi vanificano il processodi
sterilizzazione.

5) Confezionamento

Prima di procedere alla sterilizzazione necessario confezionare il mate


riale, con lo scopo di garantire il mantenimento delle condizioni di sterilit
dopo il processo.
Il confezionamento deve rispettare alcuni criteri riguardanti:
1) le caratteristiche dell'imballaggio;
2) i tipi di imballaggio;
3) le caratteristiche dei pacchetti.

1)
Caratteristichedell'imballaggio

Deve
esserequello
agentesterilizzante.

richiesto

dal

tipo

di

Deve permettere all'agente sterilizzante di entrare in contatto con l'oggetto


confezionato.
Deve agire da barriera contro i microrganismi e quindi mantenere la
sterilit del contenuto fino al momento dell'uso (o della scadenza).

Deve
mantenersiintegro.

essereresistentee

2) Tipi di imballaggio (Fig. 111.1)


Carta (tipo surgical grade o medicai grade): pu essere impiegata per i
sistemi ad ossido di etilene o a vapore. Possiedele caratteristiche di resi
stenza alle lacerazion i e piegature ed permeabile all' agente steri Iizzan
te ma non ai microrganismi. Si utilizza per il confezionamento di ferri
chirurgici e biancheria. I pacchetti confezionati con la carta vengono
chiusi con strisce di nastro adesivo viratore.
Sacchetti in poliestere/polipropilene e carta: hanno le stesseindicazioni del
tipo precedentema sono particolarmente comodi perch possibile identifi
carne il contenuto.
Cestelli: sono in alluminio, acciaio o altri metalli. Sono adatti per la steriliz
zazione di biancheria o ferri chirurgici da usareun'unica volta.

376

Sterilizzazione

SCHEDA

III

Materialeper imballaggio.

3) Caratteristichedei pacchetti
Devono comprendere
un'unica volta.

poco materiale o, comunque,

Devono adattarsi perfettamente alle dimensioni


oggetti imballati.

da utilizzare

ed alla forma degli

Gli strumenti in materiale plastico devono esservi inseriti posizionandoli


in modo tale da conservare la loro forma originale.
Non si deve scrivere sulla superficie dell'imballaggio.
Deve essereriportato il tipo di sterilizzazione utilizzato.
Devono consentire la verifica dell'avvenuta sterilizzazione tramite la
pre senza di indicatori chimici o strisce reattive che virano il loro colore a
pro cessoultimato.
Devono riportare in maniera visibile la data di scadenzae/o di
sterilizzazione.
Devono garantire l'apertura senza causarela contaminazione del contenuto.
Non devono essereconfezionati con carta o sacchetti gi utilizzati

6) Sterilizzazione

(metodi)

un gas che provoca la morte dei microrganismi e delle


sporea bassetemperature. Questa sua caratteristica lo rende utilizzabile su
tutti quegli articoli che non resistono ad elevate temperature. I residui di
ossido di etilene sono molto tossici e, permanendo sui materiali sterilizzati
per molto tempo oltre il termine del processo, fanno s che il materiale
debbaesseretassativamenteaerato per almeno 48 ore prima dell'utilizzo. In
letteraturasono stati documentati effetti dannosi anche solo dopo un fugace
contattocutaneo con oggetti sterilizzati con questatecnica. Di conseguenza,

Ossido di etilene:

377

SCHEDA

Sterilizzazione

nonostantel'ossido d etilene sia un eccellente germicida e sporicida, ne


consigliato l'utilizzo solo per il materiale che non pu esseresterilizzato
diversamente,come ad esempio alcuni tipi di plastica e gomma terrnosensi
bili, fibre ottiche, attrezzaturerianimatorie.
Glutaraldeide: vedi SchedaII.
Acido peracetico: un efficace agente chemosterilizzante, attivo a
basse concentrazioni e temperature ed in poco tempo. Allo stato attuale
delle conoscenze,si stabilito che i vantaggiche si possonotrarre dall'uso
dell'a cido peracetico sono elevati. La presenzadi materiale organico
richiede un leggero aumento della concentrazione del composto, ma non
ne altera le propriet. Inoltre, privo di prodotti tossici residui ed
chimicamente stabi le a temperatureambientali non troppo elevate. Deve
essereconservatonei contenitori originali o in recipienti di vetro o di
alcuni tipi di plastica. Possonoesseretrattati con l'acido peracetico gli
strumenti termosensibili ed anche quelli particolarmente delicati, quali ad
esempio fibroscopi rigidi e flessibili, strumenti fotografici, strumentarioper
microchirurgia.
Incenerimento: metodo utilizzato sul materiale contaminato o infetto desti
nato alla distruzione. Richiede impianti adeguati che limitino la liberazione
nell'aria di sostanzeinquinanti.
Flambaggio: un sistemaormai caduto in disuso e si basa sul principio
del calore trasmessodal contatto diretto dell'oggetto con una fiamma.
Aria calda: questo metodo si basa sul passaggiodi aria calda attorno agli
oggetti, che provoca l'uccisione dei germi e delle spore. L'aria, per, pos
sedendo una scarsa conducibilit termica, deve raggiungere temperature
estremamenteelevate; questo metodo richiede, inoltre, dei tempi piuttosto
lunghi di esposizione. Le apparecchiature impiegate per effettuare questo
tipo di sterilizzazione sono particolari stufette in cui vengono posti gli
oggetti confezionati, che devono rimanervi almeno per 2 ore se la tempe
ratura pari a 1600 C o per 1 ora a 1800 C, calcolando il tempo dal
momento in cui stata raggiunta la temperatura voluta. possibile steri
lizzare con aria calda gli oggetti metallici e lo strumentario chirurgico
tagliente, i I vetro, le sostanze grasse ed oleose, le polveri, ma non gl i
oggetti in plastica, in gomma, i tessili e le soluzioni a base acquosa. Una
volta molto diffusa, questa metodica si sta ora gradualmente abbandonan
do sia per le minori garanzie che offre, sia per la scarsadurata della steri
Iit del materiale cos trattato.
Bollitura: un sistemautilizzato a domicilio con il quale, soprattutto in pas
sato, venivano preparate le siringhe di vetro per la terapia intramuscolare.
Immergeregli oggetti in acqua bollente per un tempo di almeno 5' dall'inizio
della bollitura assicurala distruzione dei microrganismi, ma non delle spore.
Ci fa classificarepi correttamentela bollitura come metodo disinfettante.
Vapore saturo sotto pressione: si applica al materiale tramite
un'apparec chiatura a perfetta tenuta chiamata autoclave. All'interno di
questa viene prodotto del vapore che, portato a saturazionee compresso,fa
aumentareil punto di ebollizione dell'acqua fino ad una temperatura che
consente l'uc cisione dei microrganismi e delle spore che si trovano
sugli oggetti. Impiegando questo sistema, che ha praticamente sostituito
quello ad aria

378

Sterilizzazione

calda, si possono trattare articoli in stoffa, garze, vetro, strumenti chirurgici


non taglienti, composti a base acquosa, materiale in gomma non
termolabile. Anche se frequente la corrosione dei metalli, i costi contenuti
di esercizio, unitamente alla brevit del ciclo di sterilizzazione e all'assenza
di tossicit, fanno del sistema ad autoclave il metodo migliore per la
sterilizzazione del materiale termoresistente.
Raggi ultravioletti: sono radiazioni elettromagnetiche con una lunghezza
d'onda inferiore a quella dei raggi Roentgen e superiore a quella dell'e
stremo violetto dello spettro solare. Pur avendo scarsa capacit di penetra
zione e quindi efficacia limitata, vengono utilizzati per la sanificazione
dell'aria (apparecchiature ad ultravioletti sono installate, ad esempio,
nelle sale operatorie, nelle sale parto, sotto cappe per la preparazione di
farmaci, di latte per neonati). fondamentale che gli operatori che utiliz
zano questo tipo di procedura mettano in atto delle precauzioni per evita
re il contatto di questi raggi con cute, mucose ed occhi, a causa della loro
azione irritante.
Raggi gamma: si tratta di radiazioni elettromagnetiche con forte potere di
penetrazione prodotte dal nucleo cii radioisotopi in dis intugr az ionc.
Risultano essere un valido agente sterilizzante. Visti gli elevati costi di eser
cizio, i raggi y vengono impiegati quasi esclusivamente a livello industriale
per la sterilizzazione di materiale a perdere come siringhe, guanti, aghi, fili
di sutura, ecc.
Microonde: sono onde elettromagnetiche che agiscono sul materiale provo
cando il movimento delle molecole di cui composto. Ci genera calore
che pu essere sfruttato per la sterilizzazione. Attualmente, sono in corso
studi per valutare la possibilit di una diffusione del metodo su larga scala,
in quanto sembra essere efficace, sicuro ed economico.

7) Conservazione

Caratteristiche del!'ambiente dove elevonoessere riposti i pacchetti sterilizzati


In locali con basso grado di umidit e scarsa illuminazione, a
temperatura non superiore a 20C.
In armadi possibilmente chiusi, ben puliti e suddivisi da ripiani (se sono
disponibili scaffalature aperte indicato che i ripiani siano ben distanziati
dai muri, dal soffitto e dal pavimento).
Immagazzinamento

dei pacchetti sterilizzati

Bisogna riporli non prima di avere verificato l'eventuale presenza di


lacera- zioni, strappi, buchi o altro. Non devono essereumidi, bagnati o
sporchi.
Devono esseremaneggiati il meno possibile.
Devono essereriposti nell'armadio in ordine cronologico di scadenza.
Le scorte devono esserecontrollate periodicamente allo scopo di reintegrar
le e di valutare le date di scadenza.

379

Lavaggio delle mani

L'igiene delle mani costituisce la prima forma di prevenzione delle infezio


ni crociate. Le mani dell'infermiere, cos come quelle dell'altro personale
sanitario e di assistenza, ospitano infatti sulla loro superficie una popola
zione microbica sia transitoria (acquisita durante il lavoro nel contatto con
le persone e gli oggetti) che residente (normalmente presente sia sulla
superficie epidermica che all' i nterno dei foll icol i pi Iiferi e delle gh
iandole sebacee).

1) Le unghie devono esserecorte e ben pulite.


2) Non si deve utilizzare smalto per unghie, neppure trasparente.
3) Si devono togliere monili (anelli, bracciali) ed orologi da polso.

1) Sociale
2) Antisettico
3) Preoperatorio

1) Lavaggio sociale

Questo tipo di lavaggio permette di allontanare la maggior parte dei batteri


occasionai i presenti sulla superficie epidermica.
Uso
Prima di eseguire attivit assistenziali a basso rischio infettivo, come ad esem
pio la distribuzione e la somministrazione degli alimenti, il rifacimento dei
letti, la distribuzione dei farmaci, la rilevazione dei parametri vitali (tempera
tura, polso, pressione arteriosa, respiro), prima e dopo l'uso dei servizi igieni
ci, all'inizio e al termine del turno di servizio.
Materiale necessario
Lavandino preferibilmente
pedale.

con rubinetto ad apertura

Detergente liquido in flaconi oppure monodose.


Asciugamani monouso in cellulosa.

380

il

gomito o a

Lavaggio delle mani

Procedura
Aprire il rubinetto,

regolare la temperatura

Prelevare dall'apposito

dell'acqua

e bagnare le mani.

erogatore una dose adeguata di detergente liquido.

Lavare con cura il dorso, il palmo, gli spazi interdigitali e la zona periun
gueale, estendendo il lavaggio al polso e a parte dell'avambraccio.
Il tutto
per almeno un minuto.
Sciacquare ogni residuo di sapone mantenendo
alta rispetto ai gomiti.

le mani in posizione

Asciugare a lungo (tamponando) per evitare il permanere


partendo dalle mani e proseguendo verso il gomito.

pi

di zone umide,

Eliminare l'asciugamano nell'apposito contenitore dopo aver eventualmente


provveduto con esso a chiudere il rubinetto, per non contaminare nuova
mente le mani.

2)

lavaggio antisettico

Questo lavaggio consente di rimuovere sia la flora microbica occasionale sia,


anche se in minor misura, quella residente. La sua efficacia garantita, oltre
che da una scelta oculata del prodotto antisettico-detergente
da utilizzare,
anche dalla durata del contatto di questa sostanza con la cute, che deve esse
re di almeno 1 minuto.

Uso
Prima di qualunque procedura
medicazione di ferite).

asettica (ad es., il cateterismo

vescicale

e la

Dopo il contatto con materiale organico (secreti ed escreti) o materiale infetto.


Prima di effettuare terapie iniettive e prelievi di sangue venosa a persone
immunodepresse o ricoverate in unit operative ad alto rischio o in altre
situazioni ove l'infermiere ne valuti la necessit.
Prima di prestare assistenza ad una persona immunodepressa.
Prima e dopo aver svolto qualsiasi attivit all'interno di unit operative ad
alto rischio, quali ad esempio terapie intensive e sub-intensive, sale operato
rie, sale endoscopiche, centri di emodinamica, reparti di cardiochirurgia.

Materiale necessario
Lavandino

preferibilmente

Antisettico-detergente
Asciugamani

monouso

con rubinetto

liquido

a gomito o a pedale.

in flaconi con dosatore oppure monodose.

in cellulosa.

Procedura
Aprire il rubinetto,

regolare la temperatura

Prelevare dall'apposito
te liquido.

dell'acqua

bagnare le mani.

erogatore una dose adeguata di antisettico-detergen

381

Lavaggio delle mani

Lavare con cura il dorso, il palmo, gli spazi interdigitali e la zona pcriun
guealc. estendendo il lavaggio al polso e a parte dell'avambraccio.
Lasciare la soluzione sulla cute per almeno 1
minuto.
Sciacquare ogni residuo di antisettico-detergente mantenendo le mani il pi
possibile in posizione pi alta rispetto ai gomiti.
Asciugare a lungo (tamponando) per evitare il permanere di zone umide,
partendo dalle mani e proseguendo verso il gomito.
Eliminare l'asciugamano nell'apposito contenitore dopo aver eventual
mente provveduto con esso a chiudere il rubinetto senza contaminare
ulteriormente le mani.

3) Lavaggio preoperatorio

Questo lavaggio utilizzato prima di qualstas: intervento chirurgico allo


scopo di ridurre al minimo la flora batterica occasionale e residente e di man
tenerla a tale livello per diverse ore. L'intera operazione deve protrarsi per
almeno 7-10 minuti.
Uso
Prima di un intervento chirurgico.
Materiale necessario
Lavandino con rubinetto a gomito o a pedale (d'obbligo).
Antisettico-detergente liquido in flaconi con dosatore oppure rnonodosc.
Spazzolina sterile rnonouso con setole in nylon, corredata di spugna (') e di
lancetta per la pulizia delle unghie.

sterile.

Asciugamano/telino

Procedura
N.B.: Le mani devono essere mantenute
durante tutta la procedura di lavaggio.

ad un'altezza

superiore ai gomiti

Aprire il rubinetto, regolare la temperatura dell'acqua e bagnare mani,


avambracci e gomiti fino a qualche centimetro al di sopra della piega del
gomito.
Prelevare dall'apposito erogatore una dose adeguata di antisettico.
Lavare strofinando con cura a partire dalle mani (dorso, palmo, spazi inter
digitali, zona periungueale. polso, avambraccio) per giungere fino a circa 34 cm al rli sopra della piega del gomito.
(;j

Esistono

in commercio

felioni monouso contcnenl;


giZi imbevuti

detergente.

di soluzione

anche con
spazzoli ni
dnlis('tli ca-

Lasciare agire l'antisettico per almeno un minuto c nel frattempo pulire con
cura le unghie con la lancetta.
Sciacquare accuratamente.

382

Lavaggio delle mani

Depositare un'altra dose di antisettico sulla spazzolina; procedere spazzo


lando le unghie e, con la spugna, passare con cura le mani per un minuto,
con particolare attenzione agli spazi interdigitali.
Proseguire il lavaggio lungo gli avambracci sino a 3-4 cm al di sopra
della piega del gomito, utilizzando la spugna ed eseguendo movimenti
circolari.
Eliminare la spazzolina e sciacquare abbondantemente sino a completa eli
minazione dell'antisettico.
Prelevare un'altra dose di antisettico-detergente e passare nuovamente le
mani.
Risciacquare.
Asciugare prima un arto e poi l'altro (tamponando con due asciugamani ste
rili distinti) procedendo dalla mano verso il gomito senza mai ripassare sulle
parti gi tamponate.
Chiudere il rubinetto.
Sedurante o dopo la procedura sovradescritta si toccano parti non sterili con
le mani o gli avambracci, il lavaggio preoperatorio va ripetuto dall'inizio.

383

Uso dei guanti

Quando esiste il rischio di contatto con sangue, fluidi corporei,


secreti, escreti, mucose.
Quando alterata la continuit cutanea della persona assistita.
Quando la cute dell'operatore non integra.
Per la pulizia di ambienti e superfici.
Per la manipolazione di rifiuti, materiale contaminato, biancheria sporca o
altro materiale sporco o contaminato o potenzialmente infetto.
Per prevenire l'insorgenza di infezioni alle persone assistite, soprattutto
durante manovre invasive o cruente (guanti sterili).

L'uso dei guanti non sostituisce il lavaggio delle mani.

Quando sono deteriorati e/o rotti o si verifica una puntura o una lacerazione.
Prima di assistere un'altra persona.

Tipi
- in
- in
- in

di guanti, da sinistra:
lattice;
gomma;
polietilene.

384

Uso dei guanti

Ogni volta che se ne valuta l'opportunit in base alla specifica situazione


di lavoro (ad es., passando ad un'attivit, anche sulla stessapersona, con
con tatto di superfici con minor concentrazione di microrganismi).

Tipi di guanti - Caratteristiche e usi


Gomma
Essendo piuttosto spessi, si possono utilizzare solo per la pulizia di superfici,
ambienti e strumentario, operazion i per le qual i sufficiente poca sensibiIit
tattile. Inoltre, vengono usati per la manipolazione ed il trasporto di bianche
ria sporca o contaminata e di rifiuti di ogni genere. I guanti di questo tipo non
sono sterili e vengono chiamati guanti in gomma per uso domestico. Devono
essere personali e, anche se si possono decontaminare e riutilizzare, devono
essereeliminati se lesionati, desquamati o deteriorati.
Polietilene (abbr. politene) o vinile
Sono costituiti da due strati sottili di polietilene sovrapposti e saldati. Sono
adatti per manovre in cui non richiesta una particolare sensibilit al tatto e
sono utilizzati in sostituzione dei guanti in lattice da chi ne allergico (per
ipersensibilit nei confronti del materiale o della polvere contenuta per facili
tare l'inserimento della mano). In commercio ne esistono di non sterili (confe
zionati in pacchetti con pi esemplari) e di sterili (confezionati singolarmente
o a coppia). Solitamente sono ambidestri.
Il tipo non sterile si usa, ad esempio, per l'igiene perineale, la sostituzione
di biancheria lettereccia o personale con la presenza di materiale organico,
il cambio di pannoloni, la rimozione e il posizionamento di SNG, la
rimozio ne di cateteri vescicali.
Il tipo sterile trova indicazione per manovre asettiche semplici che non
richiedono un'elevata sensibilit tatti le, come ad esempio la manipolazione
di sondin i steriIi per la broncoaspi razione o l'esecuzione del cateterismo
vescicale estemporaneo nella donna.
Lattice
Consentono di avere buona sensibilit tattile e vengono utilizzati, quindi, per
l'esecuzione di procedure che la richiedono.
Il tipo non sterile adatto, ad esempio, per eseguire venipunture e prelievi
capillari.
Il tipo sterile viene utilizzato, ad esempio, per la preparazione di campi
sterili e per manovre invasive quali il cateterismo vescicale e gli interven
ti chirurgici.

385

Uso dei guanti

C)

1)

Procedere al lavaggio antisettico

delle mani.

2)

Aprire la busta esterna della confezione


(Fig. V.2).

3)

Togliere la busta interna ed appoggiarla

sul piano di lavoro (Fig. V.3).

4)

Aprire le due tasche della busta interna (che contengono i guanti e che
riportano sulla facciata anteriore le indicazioni
di sinistra e destra) con
un movimento
deciso. Durante la manovra, evitare di toccare i guanti
(Figg. V.4, V.5).

5)

Prendere il primo
(Fig. V.6).

guanto con la mano opposta

6)

Calzare il guanto
(Figg. V.7, V.8).

tirandolo

7)

Prendere il secondo guanto con la mano gi guantata. inserendone


nel risvolto (Fig. V.9).

8)

Calzare il guanto ed abbassare il risvolto,


cute (Fig. V.l O).

9)

Finire di sistemare il primo guanto indossato evitando


la parte esterna del risvolto (Fig. V.ll).

verso il polso.

afferrandone

il risvolto

Non abbassarne

il risvolto
le dita

avendo cura di non toccare la


di toccare la cute e

10) Se necessario muoversi per l'esecuzione della procedura che ha richie


sto i guanti, si devono tenere le mani ben distanti dal corpo, pi in alto
rispetto ai gomiti e con le dita incrociate (Fig. V.12).

di lavaggio anti
settico si rimanda alla Scheda IV.
(') Per la definizione

386

dei guan

Uso dei guanti

387

Rifacimento del letto libero

2 lenzuola.
1 traversa o un altro lenzuolo per confezionare una traversa.
1 cerata (potrebbe essere sufficiente la traversa se si tratta di quelle
imper- meabili rivestite in cotone).
1 o pi coperte.
1 copriletto.
1 o pi federe.
Sacco per la biancheria sporca.

1) Eseguire il lavaggio sociale l') delle mani.


2) Mettere in posizione orizzontale il piano del letto, collocare una sedia dalla
parte della pediera e rivolta verso il letto stesso.
3) Appoggiare i cuscini sulla sedia precedentemente preparata e scalzare len
zuola, coperte e copri letto.
4) Togliere dal letto tutta la biancheria: prima il copriletto e poi le coperte, il
lenzuolo superiore, la traversa, la cerata (se presenti) e il lenzuolo inferiore.
La biancheria sporca deve essere inserita negli appositi raccogl itori e quella
ancora riutilizzabile piegata ordinatamente a mano a mano che viene tolta
dal letto.
5) Verificare
la pulizia
di
eventualmente provvedere.

materasso, copri materasso e

letto ed

6) Girare il materasso o sostituirlo se eccessivamente sporco, togliere le pieghe


della sua fodera e spingerlo verso la testiera del letto.

(OSA.)

7) Appoggiare un lenzuolo pulito sul materasso (oppure il lenzuolo supe


riore precedentemente impiegato, purch ancora pulito); sistemarlo rin
calzandolo prima alla testiera (con la cura di eseguire gli "angoli" come
da Figg. Vl.l, VI.2 e VI.3), poi alla pediera seguendo le stesse modalit e
tendendolo bene per eliminare eventuali pieghe. Infine rimboccare il
lenzuolo lateralmente.

l'l Per la definizione di lavaggio socia


le si rimanda alla Scheda IV.

8) Posizionare la tela cerata nella zona di appoggio dei glutei della persona o
in altra sede in base al motivo della sua presenza. Sovrapporvi la traversa
oppure un lenzuolo piegato nel senso della larghezza.

(') Per operatori si intendono: Ausiliari


socio sanitari (A.S.S.), Operatori tecni
ci addetti
all'assistenza
(O.T.A.),
Ausiliari
socio assistenziali
(A.S.A.),
Operatori

socio

assistenziali

e Infermieri Professionali.

388

Rifacimento

del letto libero

9) Prendere un altro lenzuolo, aprirlo e stenderlo sul materasso al rovescio


(facendo attenzione agli orli).
10) Rincalzare il lenzuolo solo alla pediera ed eseguire gli "angoli".
11) Appoggiare la coperta con un capo a 20/25 cm dalla testiera, stenderla e
rimboccarla alla pediera con la stessamodalit delle lenzuola (facendo gli
"angoli") oppure "a busta" (Fig. VI.4).
12) Ripetere la stessaoperazione con il copriletto ed eseguire gli angoli, com
prendendo lenzuolo superior-e,coperta e copriletto. .
13) Piegare la parte superiore del secondo lenzuolo in direzione della pediera
e sopra il copriletto (risvolto).
14) Preparare il letto in modo tale da rendere agevole alla persona coricarsi e
coprirsi.
15) Se necessario, cambiare la federa ai cuscini e sistemarli con l'imboccatura
dal lato opposto rispetto all'entrata della stanza. Se le federe hanno una

389

Rifacimento del letto libero

sola cucitura longitudinale, aver cura di girare il cuscino in modo che non
si trovi a contatto con la persona.
16) Eseguire il lavaggio sociale delle mani e riordinare la stanza.

possibile rincalzare il letto nella zona della pediera anche con il metodo
"a busta", dove il lenzuolo superiore, la coperta ed il copriletto vengono
piegati come mostrato nella figura VI.4. Con questa stessamodalit si posso
no preparare barelle e culle per neonati.
Se il letto viene preparato per un nuovo ingresso, sono tassativi la sua
pulizia e disinfezione, la sostituzione del materasso ed il cambio compIe
to di tutta la biancheria. Inoltre i punti dal 13 al 15 sono generalmente
sostituiti dai seguenti:
13) Piegare la parte superiore del secondo lenzuolo in direzione della pedie
ra e sotto il copriletto (o, comunque, tenendo conto delle abitudini o dei
protocolli della struttura/unit operativa).
14) Sostituire i cuscini ed infilarli in federe pulite.
15) Sistemare i cuscini al loro posto con la chiusura dal lato opposto rispetto
all'entrata della stanza.
Se il letto deve essere preparato per accogliere una persona operata, la
biancheria deve essere sostituita completamente con altra pulita. lnoltre, il
posto letto deve essere dotato di tutto quel materiale e di quei presidi che

390

Rifacimento del letto libero

possono essere richiesti in un decorso postoperatorio, quali ad esempio aste


per fleboclisi,
sostegni per drenaggi e cateteri vescicali, "tirella" o staffa e/o
trapezio per favorire l'autonomia di movimento della persona nel letto ('). La
preparazione del letto per accogliere la persona proveniente da Ila sala ope~
ratoria pu essere eseguita procedendo come mostrato nelle figure V\.5,
V\.6 e V\.7 e ottenendo un "pacchetto" che pu essere agevolmente sposta
lo per permettere una rapida sistemazione del malato che eviti ogni tipo di
trauma. Sotto la bianchieria del letto cos piegata possibile posizionare
delle borse dell'acqua
calda per rendere il risveglio
della persona pi
confortevole.

t'l Per i sus~idi ulili//dli per favorire l,l


rispoSLl al bisugno di llluhili77l17iollC
l'il trasporto rl<'II,l IW'S<lIld d,l b.ircll.i
<1 Ic,tto (_'ViC(_'Vl'rSd vl'di il c,lpit()lo S.

391

Rifacimento del letto occupato

Come per il letto libero.

1) Eseguire il lavaggio sociale (') delle mani.


2) Spiegare la procedura di rifacimento del letto alla persona, isolarla per
rispettare la privacy, chiederle di collaborare dove le possibile.
3) Verificare se la persona pu assumere e mantenere la posizione supina
nel letto o aiutarla ad assumere la posizione pi idonea alle sue esigen
ze; avvicinare successivamente una sedia alla pediera, rivolgendola
verso i I letto.
4) Togliere i cuscini ed appoggiarli sulla sedia precedentemente preparata

(lasciandone eventualmente uno perch la persona possa appoggiarvi la


testa) e scalzare lenzuola e coperte.

5) Allontanare dal letto il copriletto e le coperte, lasciando il lenzuolo superio


re per coprire la persona. La biancheria sporca deve essere inserita negli
appositi raccoglitori e quella ancora riutilizzabile piegata ordinatamente a
mano a mano che viene tolta dal letto.
6) Aiutare la persona ad assumere la posizione laterale (cercando di non sco
prirla ed avendo cura di mantenere il suo corpo in asse durante il posi zio
namento ed il mantenimento del decubito).
7) Arrotolare le eventuali traversa e cerata ed il lenzuolo inferiore nel senso
della lunghezza, fino a toccare la schiena del malato.
8) Posizionare un lenzuolo pulito sulla parte di materasso appena scoperta e
sistemarlo con gli stessi princpi del letto libero, mantenendo arrotolata la
restante parte del lenzuolo pulito dietro la persona; eseguire la stessaopera
zione con eventuali cerata e traversa. La biancheria deve essere stesa e fis
sata in modo tale da consentire all'altro infermiere di sistemarla poi agevol
mente anche dall'altra parte del letto.
9) Aiutare la persona a tornare nella posizione supina e, successivamente, ad
assumere il decubito laterale opposto (occupando quindi la parte del letto
con la biancheria pulita).

di lavaggio socia
le si rimanda alla Scheda IV.

(') Per la definizione

10) Dopo essersi assicurati che la persona sia posizionata stabilmente, togliere
la biancheria sporca, inserirla negli appositi contenitori e completare la
sistemazione di lenzuolo, cerata e traversa puliti nella restante parte del
letto, fissandoli con le solite modalit.

392

Rifacimento

del letto occupato

11) Posizionata la persona supina o in posizione seduta/semiseduta a seconda


delle sue esigenze o necessit, appoggiare un lenzuolo pulito sopra quello
superiore da sostituire e, mantenendolo fermo, sfilare il lenzuolo sottostan
te procedendo dal torace verso i piedi.
12) Proseguire poi come per il letto libero fissando lenzuolo superiore, coperta
e copriletto dalla parte della pediera e tenendo conto delle necessit della
persona. Aggiungere eventualmente dei cuscini sistemandoli nel modo pi
confortevole in base alla posizione assunta dalla persona.
13) Allentare, infine, la tensione della biancheria superiore sollevandola leg
germente nella zona dei piedi affinch le coperte tese non impediscano i
movimenti o causino altri disagi.
14) Eseguire il lavaggio sociale delle mani e riordinare la stanza.

393

Strumenti chirurgici comunemente impiegati nell'assistenza in(ermieristica

Vengono qui elencati gli strumenti chirurgici pi comunemente impiegati dagli


infermieri per' eseguire le procedure tecniche assistenziali. In particolare si
tratta degli strumenti citati nelle procedure infermieristichc trattate in questo
testo.
1) Pinze anatomiche e pinze chirurgiche
2) Pinze emostatiche
3) Pinze autostatiche

Pinze anatomiche (a); pinze


chirurgiche (b). (Da Carenno
G., Dionigi R., Le ferite,

(Fig. VII!.1)

di Klemmer e di Kocher (Fig. VII!.2)

(Figg. VIII.3, VIII.4)

Si parla generalmente di pinze autostatic:heintendendo quegli strumenti ad uso


chirurgico (vedi le pinze sopra descritte di Klemmer e Kocher) ed assistenziale
che offrono la possibilit di bloccare le due branche consentendo la presa stabile
di un oggetto (ad es., una garza o un batuffolo per medicazioni) o la chiusura
temporanea di un lume (sondino, catetere vescicale). Agli infermieri nota
anche la pinza di Pean, impiegata ad esempio per eseguire l'igiene del cavo
orale.

Masson, 19(8).
Pinze emostatiche cii Klemmer
(al; pinze emostatiche cii
Kocher (h). (Da Carcano G.,
Dionigi R., op. cit.).

4) Forbici (Figg. VII!.5, VII!.6)

VII!.1

VII!.2

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a

394

Strumenti chirurgici comunemente impiegati nell'assistenza infermieristica

Pinze autostatiche monouso,


spesso gi contenute in set
sterili pronti per determinati
procedimenti tecnici.

Pinza di Pean.

VII 1.5

VII1.6

li,

Forbici chirurgiche (da Carcano


G., Dionigi R., op. cit.).

ab

Forbici bottonute.

395

Bibliografia

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go di acido peracetico. Un approccio alternativo per endoscopia, American Society
for Artificial Internai Organs lournal. voI. 41, n. 2, Aprile-Giugno 1995.

396

Risposte ai test

CAPITOLO

1. Complesso di norme che


regolano l'esercizio pratico e
strumentale di un'arte, di una
scienza, di una attivit profes
sionale, oppure Serie di
norme che regolano il concre
to svolgimento di un'attivit
manuale o intellettuale, sfrut
tando le conoscenze e le
acquisizioni della scienza.
2. a. la tecnica (linguaggio
comune) declinata nell'ambi
to disciplinare infermieristico.
b. l'unit elementare dell'a
zione.
c. la sequenza formalizzata
degli interventi messi in atto
dall'infermiere
per eseguire
l'atto specifico dell'azione.
3. L'atto infermieristico, per il
suo significato
intrinseco
all'interno del Modello, non
coincide con la semplice tec
nica, ma pu essere espresso
attraverso un procedimento
tecnico che la include. Solo
se esiste tale esplicitazione
plausibile asserire che la tec
nica infermieristica diventa
un mezzo con cui rispondere
ai bisogni di assistenza infer
mieristica
della persona
rispetto al continuum autono
mia/dipendenza.
4. il significato di tecnica infer
mieristica determinato dalla
scelta del Modello concettua
le di riferimento all'interno
della Disciplina infermieristi
ca. i nfatti, come i I metodo
disciplinare utilizza propri
strumenti e tecniche, cos il
metodo orientato
da un
Modello concettuale ben pre-

ciso determina gli strumenti e


colloca le tecniche in un
modo peculiare e unico.
5. Risposta individuale.
6. Conoscenze etiche e deonto
logiche interiorizzate.
CAPITOLO 2
1. Entrare in relazione con la
persona, raccogliere
dati
riguardanti i suoi bisogni,
identificare i bisogni di assi
stenza infermieristica della
persona.
2. Elementi trasversali.
3. Approccio analitico/riduzio
nista o bio-medico.
4.

PersonaIit, situazione emo


zionale della persona, mani
festazioni non verbali.

CAPITOLO 3
1. Bambini, anziani, persone
con deficit sensoriali e/o del
movimento.
2. Pavimenti scivolosi, illumina
zione non adeguata, arreda
menti con angoli a spigolo
vivo.
3. Suola antisdrucciolo, altezza
e caratteristiche dei tacchi.
4. Casalinghe,bambini e anziani.
5. inalazione, ingestione, con
tatto.
6. Tosse,vomito, dermatiti.

397

Risposte ai test

7. Armadio con serratura utiliz


zato unicamente per questo
scopo; al riparo dalla luce,
dal calore,
dall'umidit
e
dalla portata dei bambini;
confezioni originali.

dalla camera. Abbigliamento


consigliato: camice se si pre
vede di sporcarsi, guanti per
contatti con materiale infetto.
Raccolta e smalti mento diffe
renziato dei rifiuti. Raccolta e
pulizia/disinfezione
differen
ziata della biancheria.

8. Temperatura:

18-25 C; umi
dit: 50-60%; ventilazione:
0,5-0,15 m/sec.

9. Benessere dell'individuo

(la
persona non manifesta disi
dratazione di cute e mucose,
sudorazione,
brivido); ridu
zione del rischio di infezione.

10.a. Protettivo per la persona


assistita.
b. Per evitare il contagio di
altre persone.

11. Raccomandare

un'accurata
igiene personale di chi assi
ste, indossare la mascherina
in caso di raffreddore o altre
patologie delle vie respirato
rie, effettuare lavaggio anti
settico delle mani prima e
dopo essere entrati in contat
to con la persona,
usare i
guanti per particolari proce
dure; introdurre nella camera
solo oggetti puliti e, se possi
bile, disinfettati; alimentare la
persona con cibi a bassa cari
ca microbica (ad es., cotti in
pentola a pressione o almeno
bolliti);
utilizzare
le indica
zioni fornite per l'igiene per
sonale e la pulizia ambienta
le; uti I izzare biancheria lava
ta separatamente ad alta tem
peratura (almeno 90C).

12.Camera singola se il livello


igienico della persona scar
so; lavaggio antisettico delle
mani all'ingresso e all'uscita

398

CAPITOLO 8
1.

c.

2. Rilassanti: il caff lungo non


una sostanza rilassante.
Eccitanti: l'alcol in piccole
dosi non una sostanza ecci
tante.

3. Fumo, attivit

fisica, tipo di
lavoro, uso abituale di alcuni
farmaci, stile di vita.

4. Tappi auricolari,
mascheri ne
oscuranti (negli adulti), gio
cattoli (nei bambini).

CAPITOLO 9
1. b.
2. c.
3. Falsa.
4. Per rimuovere le incrostazioni
delle secrezioni che si posso
no depositare
sulle pareti
interne della controcannula e
avere la garanzia di averne
completamente
I iberato i
I lume.

5. Piegando
dita.

6. c.

il sondino

tra le

Risposte ai test

7.

(... ) evitare l'inalazione


di
secrezioni dell'apparato
respi
ratorio e di materiale
prove
niente dal canale digerente.

un'unica
via di sornrrurustra
zione, altri possono essere
somministrati
attraverso diver
se vie. Ad esempio, occorre
conoscere quando necessa
rio utilizzare
un solvente
diverso per la via intramusco
lare e per la via endovenosa.
La giusta dose: buona
norma verificare
sempre la
correttezza del dosaggio cal
colato con un altro collega
(sistema del doppio controllo)
soprattutto se si tratta di far
maci particolarmente attivi.
La giusta registrazione: una
corretta
somministrazione
della terapia prevede di regi
strare la somministrazione del
farmaco sulla scheda della
terapia con la firma dell'infer
miere.

8. Falsa.

CAPITOLO 11
1. l'introduzione

di farmaci
nell'organismo
attraverso le
vie enterale e parenterale,
allo scopo di ottenere il risul
tato terapeutico desiderato.

2.

La "regola delle 6 G" consi


ste in una serie di passi che
l'infermiere
ripercorre
ad
ogni somministrazione
della
terapia per tutelarne
la cor
rettezza
ed eliminare
e/o
ridurre al minimo
la possibi
lit di errori.

3. Il giusto farmaco: controllare


la corrispondenza della pre
scrizione medica con la sche
da della terapia, conoscere
l'azione
del farmaco,
il
dosaggio e la via di sommini
strazione,
i possibili
effetti
collaterali,
eventuali incom
patibilit con altri farmaci.
La giusta persona:
prima
della somministrazione
con
trollare i I nome della persona
e il numero
del letto con
quello presente sulla scheda
di terapia;
se possibile,
chiedere alla persona il suo
nome e cognome.
" giusto orario: la ripartizione
della dose giornaliera
deve
essere stabilita
in modo da
mantenere
costante
il suo
livello ematico nelle 24 ore.

La giusta via di somministra


zione: alcuni farmaci hanno

4. 6,5 mI.
5.

Et, presenza del riflesso della


deglutizione,
lesioni orali o
esofagee, presenza di sondino
nasogastrico,
eventuali
aller
gie, necessit della ri levazio
ne di parametri vitali.

6. L'iniezione di un farmaco nel


tessuto sottocutaneo
situato
sotto i I derma e costitu ito
principalmente di adipe.
7. La zona addominale dal mar
gine costale alla cresta iliaca
ad eccezione
della zona
periombelicale,
la zona del
toidea, la faccia anteriore e
laterale della coscia, la zona
retroscapola re.
8. Il muscolo deltoide, il musco
lo dorso-gluteo,
il muscolo
vasto laterale, il muscolo ven
tro-gluteo.

399

Risposte ai test

9. Presenza di lesioni,

eritemi,
ecchimosi, ascessi, un'even
tuale eccessiva
magrezza
della persona,
lo stato di
coscienza, eventuali allergie
a farmaci.

10. Per Controllare


cateteri
venosi centrali
si intende
verificare
in tempi stabiliti
dall'quipe
la perviet
di
questi presdi e/o la presenza
di segni di infezione.
11.lnnalzamento
della tempera
tura corporea, dolore e/o bru
ciore a livello dell'arto o del
l'area toracica.
12. Infusione endovenosa periferi
ca: aghi a farfalla o butterfly,
cateteri
o cannule
venose
periferiche. Infusione endove
nosa centrale: cateteri "tradi
zionali",
catetere Hickman
Broviac, catetere di Groshong,
"porte sottocutanee"
(Port-a
Cath).

13. Distanziare

il punto di inser
zione del catetere dal punto
di infusione/prelievo
riducen
do la possibilit di infezioni;
inoltre la cuffia in dacron o
in materiale plastico, favo
rendo la reazione fibrosa del
tessuto c i rcostante, costitu i
sce un ulteriore ostacolo al
passaggio di microrganismi e
favorisce i I fissaggio del cate
tere.

14.Lo stato immunitario


della
persona, il numero di volte in
cui il sistema viene aperto
nelle 24 ore, la concentrazio
ne e le caratteristiche
delle
soluzioni
infuse,
il luogo
dove avviene l'infusione.

400

15. Catetere di Hickman-Broviac:


soluzione eparinata 5-10 mi;
catetere di Groshong: soluzio
ne fisiologica 5-10 mi; "porte
sottocutanee": soluzione epa
rinata o fisiologica dipenden
temente dal loro collegamen
to con un catetere Hickman
Broviac o Groshong.
16.Cannula
nasale o "occhiali
ni", sondino nasale, masche
ra sempl ice, maschera con
sacca di riserva, maschera di
Venturi, tenda ad ossigeno.

17. Maschera con sacca di riser


va, maschera di Venturi.

18. Per Controllare

i drenaggi si
intende l'osservazione periodi
ca da parte dell'infermiere allo
scopo di accertarsi che non vi
siano ostacoli alla fuoriuscita
dei materiali da drenare.

19.11 materiale

pu essere costi
tuito da pus, sangue e/o coa
guli, siero, linfa, bile, muco.

20. Durante

la fasciatura l'infer
miere deve trovarsi di fronte
alla persona in modo da poter
ne valutare costantemente le
condizioni;
la benda deve
essere impugnata in modo che
il rotolo rimanga nel cavo
della mano di chi fascia; essa
deve scorrere sulla superficie
della parte da fasciare e non
essere sollevata; i I bendaggio
di un arto deve essere effettua
to in posizione di riposo dello
stesso; il bendaggio di un'arti
colazione deve essere effettua
to in posizione di flessione; il
bendaggio degli arti inferiori
deve seguire il senso della cir
colazione venosa.

Risposte ai test

21. Le fasciature possono essere:

circolari per le parti cilin


driche del corpo come i I
collo, il polso, la mano e il
torace;
a spirale per le parti cosid

dette a tronco

di cono

come la gamba, l'avam


braccio e il braccio;
a spiga per fasciare le arti

colazioni;
con
avvolgimento
crociato o a "cifra otto" per
il piede, il ginocchio
e il
gomito.

22. Le medicazioni semplici sono


quelle che si eseguono
su
ferite
che guariscono
per
prima intenzione,
in cui i
lembi della ferita sono lineari
e ben accostati,
non sono
presenti
secrezioni
e non
sono stati posizionati drenag
gi. Le medicazioni complesse
si eseguono su ferite che gua
riscono per seconda intenzio
ne in cui i lembi della ferita
non sono ben accostati tra
loro a causa di una perdita di
sostanza; queste ferite guari
scono lentamente lasciando
cicatrici di dimensioni varia
bili.

23. Valutare le condizioni

locali
della zona per la presenza di
segni di infiammazione,
rac
cogliere i sintomi riferiti dalla
persona, osservare i I suo stato
generale.

24. La verifica

periodica
di com
portamenti
da correggere o
da rinforzare in occasione di
controlli
ambulatoriali
o al
domicilio
della persona; l'u
ti I izzo di sempl ici modu I i
anche elaborati con la per
sona e/o le persone signifi
cative; l'uso e la realizzazio ne
di guide o manuali; l'in
dicazione
di un recapito
telefonico disponibile 24 ore
su 24.

25. Per Insegnare le modalit di

utilizzo dei materiali e dei


presdi sanitari si i ntende, i

n una situazione
reale,
spiegare
alla persona e alle persone
significative come utilizzare i
materiali e presdi sanitari dei
quali necessita al fine di eli
minare o ridurre i rischi e gli
effetti indesiderati che posso
no determinarsi in seguito al
loro scorretto utilizzo.

401

Accesso
- venoso centrale 274
- venoso periferico 274
Ago/aghi 261, 262
- di Huber 279,292
Alterazioneli
- dell' evacuazione intestinale 120
- della minzione 123
Ambu 189
Antisettico 366
Applicazione
- di cerotti adesivi 259
- di ovuli, cande lette vaginali 254
- di pomate auricolari 253
- di pomate nasali 251
- di pomate oculari 249
- di pomate, unguenti, creme, lozioni 259
- di supposte 256
Aspirazione
- dispositivo di 186
- del farmaco prescritto 270, 271
- delle secrezioni delle prime vie aeree 185
Assicurare
- il movimento 86
- il riposo e il sonno 174
- l'alimentazione
e l'idratazione
150
- l'eliminazione urinaria e intestinale I 18
- l'igiene 44
- l' interazione nella comunicazione
12
- la funzione cardiocircolatoria
198
- la perviet delle vie aeree 188

- la respirazione 180
- un ambiente sicuro 24
Assistenza infermieristica 3-5
Ausili per l'alimentazione
161
Autosomministrazione
32 I
- di insulina 322
Avvelenamenti 28, 29
Azioni/atti infermieristici 4

Bagno 48
- a letto 49-52
Bilancio idrico, monitorare il 164
Bisogno
- di alimentazione e idratazione 150
- di ambiente sicuro 24
- di assistenza infermieristica 4, 24
- di eliminazione urinaria e intestinale I 18
- di igiene 44
- di interazione nella comunicazione
12, 13
- di mantenere la funzione cardiocircolatoria 198
- di mantenere la funzione respiratoria 180
- di movimento 86
- di procedure diagnostiche 332
- di procedure terapeutiche 238
- di riposo e sonno 174
- specifico 4
Borsa dell' acqua calda 198, 204
- applicare la 200, 221
- conservazione della 20 I

403

Indice analitico

Borsa del ghiaccio 202, 206


- applicare la 202
- conservazione della 203
- sintetico 204, 206

Cadute 25, 26
Calcolo della velocit infusionale 282
Caldo
- complicanze delle applicazioni di 208
- effetti fisiologici del 207
- effetti terapeutici del 207
Campioni biologici 36
Campo sterile 290, 292-294, 296-298, 325
Cannula di Mayo 190, 191
Cannula tracheale 181, 183
- pulizia della 181-183
Capelli
- lavare i 52-54
- pettinare i 54
Caratteri
- del polso 222, 225
- della respirazione 191
- delle feci 118-120
- delle urine 118, 122
Catetere/i
- Groshong 277, 289, 291, 295, 324
- Hickman-Broviac 277,289,291,295
- rimozione del c. vescicale 136
- tipi di c. vescicali 130, 131
- venoso centrale 274, 276, 277
- - periferico 274, 276
Caterismo vescicale 129
- tipo di 130
Clistere evacuati vo 126
Competenza tecnica esclusiva 3-5
Comunicazione
- mimica e gestuale 15
- orale e scritta 16
Concetti fondamentali della disciplina infer
rnieristica 4
Continuum autonomia-dipendenza 4, 6

Deambulazione 95, 96
Detlussore 280
Detergente 366

404

- tipi di 366
Dialogo, modalit di 18, 19
Diete
- elementari 157, 158
- naturali 157, 158
- parzialmente idrolizzate 157. 158
- semi elementari 157, 158
Disciplinale 2-5
- inferrnieristica 4. 5
Disinfezione della cute 283
Disinfettante/i 366
- fattori che influenzano l'attivit dei 367
- princpi attivi e schede dei 368-373
Diuresi 123
- oraria 124
Drenaggi 304
- controllare i 304

Elettrocardiografo 333
Elettrocardiogramma 333
- esecuzione dell' 337
Eliminazione
- intestinale I 18, 140
- urinaria 118
Escreato 348
- caratteri dell' 348

Farmaco/i 238, 239


- armadio dei 238, 239
- calcolo del dosaggio dei 241
- conservazione dei 238
- galenici 239
Fasciaturale 306, 307
- del capo 310
- del ginocchio pag 312
- del gomito 312
- del monco ne 314
- del piede 313
- dell'avambraccio 313
- della coscia 314
- della mano 313
- effettuare 307
- modalit di esecuzione delle 308, 309
- secondo Desaulte/Gilchrist 31 I

Indice analitico

- semplice del torace 3 I I


Febbre 214
- classificazione della 214
Ferite 315
Fonendoscopio 228
Freddo 206
- complicanze delle applicazioni
- effetti fisiologici del 207
- effetti terapeutici del 207

di 208

Guanti
- come si indossa un paio di g. sterili 386
- tipi di 385
- uso dci 384

Ideale di servizio 3
Igiene
- del naso 60, 252
- degli occhi 58
- delle mani 35, 380
- delle orecchie 61
- e sicurezza dell'infermiere
364
- fornire materiale per l' 79
- orale 64, 65, 186
- mantenere l' 175
- perineale 62
- scopi dell' 45,46
Illuminazione
- artificiale 3 I
- naturale 31
Imballaggio
- caratteristiche dell' 376
- tipi di 376
Imboccare 159
Impacchi caldo-umidi 204, 206
- applicare 204
Indumenti, togliere/mettere gli 72, 73, 77
Infusioni
- con cateteri Hickman-Broviac e Groshong
289
- con port sottocutanei 292
- sospensione dell'i. con cateteri HickmanBroviac e Groshong 291
- sospensione dell'i. con por! sottocutanei 294

Iniezione
- dal butterfIy 285
- dal gommino del deflussore 286
- dal rubinetto a tre vie 286
- endovenosa 285
Inserzione
- di un butterfIy 288
- di una cannula 287
Instillazioni
- auricolari 253
- nasali 251
- oculari 249
Interazione
- con la persona 17
- con le persone significative 17
- procedure per intraprendere e/o mantenere l' 19
- scopo dell' I 8
Intossicazioni 28, 29
Introduzione
- del catetere 135
- - venoso periferico 275, 286
- del sondino nasogastrico 153, 155
- della sonda rettale 128
- di sostanze terapeutiche in flaconi o sacche 284
Isolamento 32, 33
- da contatto 34, 37
- enterico 34, 38
- per drenaggi/secrezioni 34, 38
- predisporre i locali per l' 39
- protettivo 33, 37
- respiratorio 34, 38
- sangue e liquidi biologici 34, 38
- stretto 34, 37
- tubercolare 34, 38

Lavaggio delle mani 380


- antisettico 381
- preoperatorio 382
- sociale 380
Letto
- rifacimento del I. libero 388
- rifacimento del I. occupato 392

405

Indice analitico

Manovra/e
- di Lesser 263
- rianimatorie 186-191,210-212
Massaggio cardiaco esterno 209
- effettuare il 209
- nel bambino 212
- nel neonato 212
- nell' adulto 210
Medicazione/i
- complesse 315, 318
- dei cateteri di Hickman-Broviac e Groshong
295
- - venosi centrali 283
- delle ferite 314
- - con drenaggio 3 19
- - semplici 315, 317
- - settiche 3 18
Metodo
- ascoltatorio 222, 228, 230
- australiano 103, 104, 107
- cruento 227
- disciplinare 6
- incruento 227
- palpatorio 222, 228, 230
- tradizionale 103, 105, 109
Microclima 30,174,180,198
- mantenimento del 31, 175
Mobilizzazione, criteri generali 88
Modello
- concettuale/teorico 4, 6
- delle prestazioni infermieristiche 3
Movimento 87, 88
- scopi del 88

Nutrizione
- ciclica/intermittente
- continua 158
- enterale 157

Obiettivo/i
- dell'insegnamento 2
- della professione infermi eristica 5

406

158

- di tirocinio 7
- generali 7
- intermedi 7
- specifici 7, 8
Ossigeno 299
- fonti di erogazione dell' 30 I
- ossigenoterapia 299
- presdi per somministrare l' 30 I

Pediluvio 55
Perspiratio insensibilis 165, 169
Pinze
- anatomiche 394
- autostatiche 394
- chirurgiche 394
- di Pean 394
- emostatiche di Klemmer 394
- - di Kocher 394
Polso arterioso 222
- caratteri del 222, 225
- rilevazione del 222, 223
Pompe volumetriche 281
Posizione/i
- eretta 90
- fondamentali 90
- declive (Trendelenburg) 94
- di sicurezza 92, 186, 187
- dorsale 95, 218
- genu-pettorale 94
- ginecologica 95
-laterale 91, 99, 128,218,270,392
- proclive (anti- Trendelenburg) 93
- prona 91,101,270
- seduta 93, 160, 186, 244, 270
- semi seduta (di Fowler) 92,103, 155, 159,
244,392
- supina 91, 98, 218, 270, 392
Precauzioni universali 34
Prelievo
- di sangue venoso 353
- - attraverso cateteri Hickman-Broviac o
Groshong 297
- - attraverso CVC 297
- - attraverso port 298
- - con siringa 355
- - con sistema Vacutainer 356

Indice analitico

- di un campione di urina delle 24 h (da


catetere vescicale) 343
- - (da mitto spontaneo) 343
- di un campione di urina fresca (da catetere vescicale) 342
- - (da mitto spontaneo) 341
- ematico capillare 358
Presa
- tipi di 89
Presdi sanitari 321
- insegnare le modalit di utilizzo dei 324
Pressione arteriosa 226
- rilevazione della 226
Prestazioni infermieristiche
3, 4
Procedimento tecnico 4
Professione infermieristica
3, 5
Protesi dentarie 68

Raccolta
- di campioni frazionati di urine delle 24 h
339
- delle feci 345
- delle secrezioni (escreato) 348
- delle urine 338
Raccoglitore esterno per urine 137
- applicazione/sostituzione
del 139
Radere 69
Recettori sensoriali 206
Regola delle 6 G 240
Regolatore di flusso 281
Relazione 12
- d'aiuto 18,45,46
Rilevazione
- del peso 15 I, 152
- del polso carotideo 210
- - centrale 225
- - femorale 210
- - periferico 224
- dell'altezza 151,152
- della diuresi 123

- - vaginale 217, 219


- dei caratteri della respirazione 192
Riposo 175

Sacca di raccolta per urine 139


- applicazione/sostituzione della 139
Sacche per stomie 137
- applicazione/sostituzione della 139
Sedi
- di iniezione intradermica 264
- - intramuscolare 266
- - sottocutanea 260
Sfigmomanometro 227
Siringhe 261, 262
Somministrazione
- di alimenti tramite sondino nasogastrico
(SNG) 156,157,245
- di farmaci 239
- - compresse e capsule 244
- - di gocce 245, 249
- - sciroppi, emulsioni, sospensioni 244
- endovenosa 274, 275, 280
- intradermica 263
- intramuscolare 266, 269
- sublinguale 248
- sottocutanea 260
Sondino nasogastrico (SNG) 153
- rimozione del 156
- tipi di 153
Sonno 175
Sterilizzazione 374
- fasi della 375, 376
- fattori che influenzano la 374
- metodi di 377
- tipi di 374
Stimoli sensoriali 14
- olfattivi 14
- tattili 14
- termici 14
- uditivi 14, 15

della
frequenza cardiaca 221, 224
della pressione arteriosa 226
della temperatura ascellare
217, 219
- inguinale 217, 219
- orale 2 17, 2 18
- rettale 217, 219

Strisce reagenti
- per sangue 359
- per urine 339, 340
Strumenti chirurgici comunemente impiega
ti 394, 395
Svuotamento manuale dell'ampolla rettale 125

407

Indice analitico

Tampone 350
- auricolare 352
- faringeo 351
- nasale 351
- per esame colturale 350
- rettale 352
- vaginale 352
Tecnica/tecniche
- di iniezione a "Z" 273
- infermi eristiche 2-4. 6, 7
Temperatura 30
- corporea 213, 220
- - valori normali della 214
Terapia
- farmacologica 238
- moduli/schede 241
Termometro 215
- funzionamento del 215
- tipi di 215
Trasferire

Umidit
- assoluta 30
- relativa 30
Unghie, tagliare le 71
Urinocoltura 340
- procedura per eseguire l' 343
- - da cateterismo vescicale a permanenza
344
- - da cateterismo vescicale estemporaneo
344

Ventilazione 30
- manuale con Ambu 189
Via
- endovenosa 274
- enterale 238
- intramuscolare 266
- orale 243

- la persona dal letto alla barella


- la persona dal letto alla poltrona
Traumi 25, 26

408

110
106

- parenterale 238
- sottocutanea 260
- transcutanea 257

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