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DI
FRANCESCO
PETRARCA
PUBBLICATI ED
ILLUSTRATI
Francesco Petrarca,
Hortis
DA...
Attilio
-1/62
Digilized Dy
SCRITTI INEDITI
FRANCESCO PETRARCA
SCRITTI INEDITI
FRANCESCO PETRARCA
riiuiiucin
Klf ii.i.vsTi:vn
Digitized By
DigiiizM &/
ALL'OTTIMO PADRE
MIO.
OigitizM by
PREFAZIONE.
volume escono
He! presente
luce
alla
alcuni
scrtti
prima volta
pei- la
di Francesco
Petrarca, che la
(p
di della laurea, la
Senato,
il
e signor
di
sono
il
discorso tenuto
al
Milano,
soleva
dira
pei-
mare. L'Arringa
Novaresi,
di'
veneto
l'orazione
gli
isfuggir
alla
le
l'al
are
tempeste di
Signoria
l^'!(.'i;lic
di
1
eli Vidi
terra
Venezia e
di
l'altra a'
Mentis sospettava
clic
fossero opera
del
ma
Petrai-ca,
ili
si
|ji l1
.1
ci oh'
ci
codice della
in
dena, e
>IU;.
il
Mo-
biblioteca estense di
per
a i|uiiiitn (Tirilo
il
la
prima
voli a,
la
renilo brevissimo
Il
discorso di Laurea
Lamenmno.
Non
quantunque
praccennati,
che un
detta
Ben
latino.
pi
studiale
si
lunga superasse
tutti
il
the
il'
latino
latino
non
il
imitarli, e
ma
in ci
l'aule
quantunque
l'are
non sa perch,
quest'opere,
di
gran
Dello scrivere
le
lodila
nella
Il
che
piii
Peti-area
pregio di questi?
certamente nessuno
de' elassici,
contemporanei.
ramente
non
dal
un' ora/ione
attendendosi
di
vero
nell'argomento che
assai
non
riveste;
Io
volgarizzamento
in
orazioni
tlie
ma
le
parole.
Per aggiungeva
ri
ti
invertendo
pn iv
il
e nel
'l'.i
va
il
Dialogo delle
"Vedete
le
ancli'egli a
M. Francesco
elle
Lingue
la
gl'italiani
dire al
il
primo,
Heinlio stesso:
alle
DiOjliZEd
B/CoOglc
VII
volgari, di quelli
ninna
pi'i:yu>ii\
lioi'o
!oro.
lidia
facolt
oratore non
iteli'
si
solennit
le
il
clic
n povero
teneva
ricco,
ne viene che
alla
storia
alla
potenza d'oratore
Novaresi,
'Dei
Cwhuiu
A
ji,:'
([ili.li
;lW|i:i
il
ingegno
che
buon cittadino e
fqrvcitlo
alla
pace
il
-idillio
II-
ii::l
ini
l!..J
umori,
ili'lf
italiani
dui l'iftmrcfl
limili
l'illlimii.
min
ulVi-lln,
e stranieri.
all' Jtaln,
rngir.nn
tu
Eglcgn VI:
Lii!i!--iir;;i
[nielli
In.!
pr-
Vene-
lo stra-
^
tu ven-inr,,.'
ill-llu
li.lln.iini
rivelino
pi
l'ini
quanto
ziani, di
politico.
(lenti.'
letteratura,
clic
appartengano pi
ohe
ni*
ripu-
piuttosto
richiedessero, o
.!:!. i;i
iLirluri',
I"
li
uMk
|nrlli.
i-In-
j.rtriiii
!i.i:li
curi
rm-r
In".
lifln visn.
'-"Ili
nii-i-ium-
In
furie
nulli.'
usp riti u re
un
in
gulisi
li
"
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.il iiiili.ilii
u;ilil|ii'>1ic
di
iiinl'iiziiiiiiiri
Sii
lullipli.
K]Tr,
Tll.lt
.:.i:iu. Ili
timi
iln
i;.]ii-..
].-|nil,
vliu
Hi
li:
iMm'HV,.
iiiiii
Su
ieii]|iii
indivi Junk'.
questi
^urinili
i:
ti unii ud .ri,
ra II tu Ili II
ma pur
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Le preghiere Iu-
migliori.
lui
.1
-ili'
ililMl.lll
[inDu
i.jdjil.
"uligini,.
vivimi]
]>t-r
suonile IV
i|..
i
1
m|
l'iiuli.
fi
<
T 11
f N
iv
, |.u'
liii'lili'i'
Fu mirri, n]
li;iiij-
-[!- i.u
ri-jjjjiv.
li-
qur.-ti
ti. -.l'irli
ulie
ili
contengono
quali
in ire
<m.-i:i
lii
nihtrnjtit-
ilrll' illii.lri^iN,.,
liniiiinu
almeno
pariti
pompa
duvoto u tutto
codici
.ritti
Tur
ri
sdentimeli tu
Aggiungasi che
Eli
ijuulc
L-lil"
iiuil'niiinio.
DigiiizM &y
IX
H'Ai lie
all'
tracci :uv
vari;
di
altrettanti;
in
clic
un
in
errori
i;'li
dell' aiiimiuci.i.-
migliore,
volli
non
dovi' l'errore
gendo
sono
piuttosto
la
essere
lesto, e
e,
commenti
clinic
si
quali
citazioni
Donato,
(li
quali se
autori
die
riporto
il
spesso cangi
come
il
codice
le
varianti.
dava
carsi
senza
viensi a conoscere
dove
il
passi
a memoria,
testi
differenti
citati
si
trovano,
possibile,
li
clic
negli
luoglii
mi fu
avessi dovuto
porgeva, ponendo
del
con pi strafalcioni
elassici
A reo nienti,
inente
segni
troppo o Contrad-
Le
mi
Nella puntazione
inediti di
piiMilica-Y
parole.
rimi'ltcr
cangiare
di
lasciando
capricciosi
l'ussero
Maggior
diccnlisi.
avaro,
piuttosto
ove non
clic
lezione die
pernio I tu ni li un
i-.-c inai
ci.diue
le
rin-
uno.
per
solo
pareva
(.-liti
non seppi
discorsi
codice
codici
elibi
cura di
riferire
le
a cer-
Quando
parole
del
si
veggono trasformati
"celere"
numciis
(p.
in
littori-!
4*7), l'et
fp.
neutri
in
figlio
nCanorc
(p.
<]'
Ilo}.
Catone
.'Teodosio"
(p.
451), e toglie)
[iriiiil[]il;i
^[.iriii*:!
invece
,. ui.h-i'. il*;,
*u
il
cosi
.kltii
.
.].-.
ist udiri
venturi.,
nbuteutem
Apoli'Knrn
a'
mimi
(p.
4I5).
sterile in
(p.
in
455). Nicnore
un ignoto
ktlori
"ingegni"
['ingenui in
et
^sin-
448), in-
(p.
" al n.'itnt'.'m
iti
trasforma in
si
accusato
si
di
si
fa
conrerte in
Sofrone
il
vii:i
|iii-:.
iti-'
il
numeri
.1.1
di
.Slelaniouv
|.ni [,i.
.i-rin
.i[ii-ui
I",
.in,.
ij.. li
:
iIuiiob.
OigiitzKi By
(p.453). Cos
ffaicoa (p. 3
in tutte le sopraddette
Solitaria,
che pure
307)
(p.
"
IJica
1 1 1 1 ;
la
; j
i.- r 1
i-ikjiiuiic
; l
si
-
edizioni.
(p.
309) dammi", e
converte in un
documenti
aitimi
all'amico suo
de' Fiorentini
dal
Pontefice
in Firenze.
tempo
dell'
piili-
impero, Giovanni di
diretti'
I'omeriis,
per
il
ai
Petrarca
erroneamente
mi
parve
sua
leggiadria
degno
e
ascritto
d'esser
per
ima Istruzione
Petrarca
un
beneficio
calme
<i
voglio dire
Maestro
ottenesse
il
concetto.
notevoli per In
illudili,
Olniiiii'-eiwe,
Sagremor de
a
ir
invocamo vescovo
domino
pascitur,
scritto
<%jr;o
Bernab Visconti,
con
al
tratto
essere
le
Petrarca,
alla
quasi
luce
che
e
per
per
la
XII
Per
grafia
la
del
vita
incelila
mi
poeta
da
dettala
valsi
discenderne
si
l'altro,
:on
ricolma di notiz ie
del Petrarca, e
sotto
111
la detta
pontificato
il
biografi;]
speranza
di
piacevolezza,
a quelli in cui
finissime
allusioni
ebe
Leone X. Tengo
molta
importanti
;on
garbo
bel
Cu]
papa
di
poterne
dare
non
tra
elle
ne avveri issi tu qualche leggera inesattezza. Vi premetalcune noti zie sull'antico Lelio, tanto intimo del
terei
Petrarca, notizie
non mi venne
che
fatto
trovar
di
nem-
ehi/
meno
non
negli
seri tti
faccio
lo
amore a
porta
del
mi
a noora,
sia
studi,
s ffatti
del
di-.-el'.i
il
di
poeta.
scusa
>*
Se
presso a chi
come un
considerato soltanto
messa
saggio e
cosa pi degna.
di
compito
di
Rossetti.
qne'
signori
ciotti
addandomi
<!:
Rossettiana,
continuare
Domenico
E
che
la
direzione della
nella via
la
stessa
facile
preghiera
furono generosi
rivolgo
de' loro
DigiiizM by
xm
'I l'ir
fi ni sigli
:l
j
iwnurlii'v
in
Ir
notizie chi'
Mussala,
Addili)
|iulil,lii'^ione
elle
desi
l'In'
me
in
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Anziani.
Udii Mirrila
(pipila
de'
uri
nrrisiixlii'iv,
Arnetb
in
a'
pensiero
al
rsila
<:liiar^sim<p
da ine [lassato
l.rnijjd
in
mi
fu cos benevolo
chiarissimi
siipiculL'
fredo de
il
viennesi,
Vienna,
Corniti.
Cusuv
(Inasti,
Bulgarim
Firenze,
in
i:i
Patina.
di
Trinate, nel
Maggio
del
in
Milano,
in
LoiU
Lnijji
in
Modi.':ia.
Kru-I u
1874.
ifitt
mi
Oiginzed By
INDICE.
PMMmm
r.
II.
III.
IV.
l'g.
La Laurea
Petronui o
Petrarca v
ilei
li'
Petrarca
III leu
guerre
Ini
rum iti
tratti
da
V.
VI.
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Vimonli
C.eiinvn
i'
Venezia
Petra
una
8mma
IV
V
1
8S
135
1RH
VunrtUariat
187
331
377
alla corto di
Francia
Oigiiizfid
by
XVI
l'nil] !']><[
|M'[rjm-|iriEn
ti IJI
[iiM-r.trn
.-i
Il il il .11
SII! Il
UT III
bll-
n.an
predicHin
Anii, fi n
fcetn
fh^mbrp
noilpis:
oui
Miidiolani
de
Olii
nbi)t
morte
in
Domfcii
Ai
ini].-,
ijlln.-i
I>
l'i I i r
liin
uiiiirtii
dirti
Ari'liIl?>
liim
fili-Io
Liimli:in)i:i.-.
Kilill.^
IV t
dietl
rt'lielli
domini
Epjioninlii
omino
friniti 6 l'i
potri.ri-i.'
cillitlis
Jnnii
341
950
Ucl
Ontiaii
333
|ioi'-
ponili"
ilii'TH
iid
iloniini
diminu jjihiii
liillll
i.'dlltll.
non
Xwiiirii'
iiim1li>I:iih>
ili'
jisi
nominimi
.
parure bull
nri'M'Iii.- Miipiilu-ii
ci
i'uiiiih
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fuBScI
ChiilatF
in
Iniirtsittiiii
l'itiiulrrn
lii;
limiiiniiiii Ji^i.'m'iliii
|ii'r
Mni.iln-
..j.i
Iil.
munii?.
tempeitatta
Sfi7
Prima
l'
alloro
piedi
in
Petrarca e dopo di
del
mezzo
d'uo fono
la
festa
dulie
vantare
l'
importanza ideale
lontananza
de l'api
di
tellettiva
laurea
ai
pi
o nelle
pu
laurea del
delta
loma per
la
signora di si stessa,
la
tempo
cui
e nell'idea la
som-
riforma politica
ti-liei,
popolo,
nessuna
politica
tornava
mossa
molti cinsero
de" prncipi,
ma
e
Celebrata in un tempo in
l'etrarca.
lui,
plaudente
di
mani
prima
della
l'orse
ancora
ni
ricini 'e
seconda. Abbandonata
tir;,
onerali!
da'
della
Pon-
da' patrizi,
Bi
prato
il
disciplina,
ferenti.
in
L'
felicitimi
lut-ntc,
sopra tutto
amore
infelice
studi,
e da tanto
|j
alla filosofa
>v
di cuore e di
elle ri-pli'ixlmiti
vagheggiare
l'onci-
della laurea lo
accendeva
non ultimo il nome di-Ila B a amala. Nomi cnsoni, entrambi a lui tanto cori, che in molte sue poesie difficile
a discernere
di qual
che Sant'Agostino
cos'i
lo
laurea
veramente
nome, con
gliartene
il
ilici-edibile
favelli.
Di
ma
risve-
Quindi sin
I'
pari
aiio:-
1:1.1]
i- l
elicli : d-.-lia
'.iiv.'
talo
vava
11
coli'j
quasi
uoiiiu
ujjiii
studio
la gloria
s'.ia
(Iella
ii'ju
ile' (.'lussici
Laura,
gloria,
il
Pi:! riir ni
il
sentiiiicnlu
vc-lpirc, nvL-uilu
iiiuicii,
oc' quali
alimen-
tutti
tro-
tenuto
lei
Di questa vaghezza
Odo sempre
(issai,
sato
di [inibizione e
l'atto
s;
dimentico
?|ii'..
andati,
prima
-/zar tutto
alle teorie
e chiamava
ai
de' nini
in
alle
compativa soltanto
si
rimprovero ch'egli
vanit:
stesso assai
ihoiuli.u
pur];-
detrattori, (piando
qnesta terra e
rivolse
pratiche dell'ascetismo,
delle
vigorose canzoni,
poeta e all'innamorato
inezie,
aveva
glorie ed amori,
de'
la
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patria
faiiii;
in
fcssava
che "l'animo
de' giovani
t-
con
s'accende
ali
giovani.',
pi
si
ili
grezza
quel
ci:
E
Petrarca desiderar tanto
valeva
presto appassita,
ai
per
lui
,m
igiom-
user
ni
i<ir
prodiga dell
gii HIT"
11
in
il
giuri..,
M=it
uh,
rurpi
el
et
usi pi ne.
DigiiizM &y
monili',
il
persino
conquistati. ri
a'
d'un
corona de'
la
che
paganesimo
glorie del
(tulli;
par.-va
pivpti.-t>ti
tardinole
ammirar rii!L'
iti
credente ne'
sappiamo imagmarc.
poichi;
-madre
dido
antica,,,
"
iisi-niTi
sfolgorante
speranze
ili
revoc sulla
tempi.
Usi-bari
di
pione.
l'ombra
bagnato
hi
dett per
la
il
visione,
rjvlJiLh:.
i>rLi-!;i
KIT,
li,..i.-.lH!i.
Ridila
XII,
piiK.
il
l'annui.
dell'
e.
VII, e
|n n-rdi-.i
purauco
ne' pi
il'
ffwrft.cMe
Reuinnin,
i/tr
Stadi
Rum
bei
imliii/^
V
/ijusinfu lurtat'ira a
Papen cordi, Coa ti B,h:o
cfr.
essa
quando
Africa,
l'aveva
diffidenza;
fvpi-rii)n
urli;.
per
il
suo poema
della
Ejftiuja
in-]]'
Itrom
Gregnrn tius
lem/m.
lib.
lagrime
delle
conso-
Omero, e ad
di
riverito
spettatore
lo
di.'lla
splen-
ijucllu
poteva
un momento ricco
!n
Unse una
vita
di
terra
'
die
fiorii:
le
Vinto
passato
1
.
ira
Cui
e il
iti
mo
Mittrlellrr
Rum. Voi O,
MI
0
IVlruri'ii
i]i<>iuin]i<'
ni'gli
(idi'
iillimi
.\ li-ira.
mini
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.Min
il
vini,
.firmirlBivasi
seniore
(ipii
turi".
ri
nceontu otw
i[ii:ilvi>ll
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-iL.iil.'-linimju.-
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faei-ssi'
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versi Ialini
Mini
che dettasse
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delle
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fiduciosi
vate
di
poema,
del
genio
della
inai,
sue
e sono
.s|>eranzi-,
roii' egli
Trina, degni
degni
li
la
che
il
compendio dei
una
sognava
voleva
d'Ennio,
patria,
degni
poeliea
ne'
del
dell'eroe
prediceva
lo-
momenti
grande
del
suo
gloriosa.
DigiiizM 0/
olio
prilli:!
siri'tii.
dalle
epopee,
e
nvfb
dalla
fi :i
udii
la- l'iato.
ilinan/.i
romana,
Cicerone,
agli
ocelli
suo
Ennio
dui
il
r>
corno
si
ramini a
si
Poli-arca:
mente imaginoea,
mondo
dir'
trionfi
dogli
Augusto
pasciti
Vrgilin od
v
tornando
'
CumLuaiuio
,
oidi,
V augurili
ila!
verso 216,
liingv libinoli
filli
ile]
IX:
c.iui
vhIIi^
aeili'iitetii
Aspvxi juvonem
e vnniK. imi
ijtlalidi
acf libravano
e a fianco
o gli Scipioni,
rai'oonld
'Jin'ntd
al
della
vincitori
tranquillo
l'iiKjsnr
loro poeta,
Oi'ii/i.
del
poemi per
altrettanti
storio
la
di
trii ni l'ariti
il
sono
che
uloijiienza
lontananza, dallo
dalla
TrastiiiLirata
storie
per contenuto,
forma
al
reno 283:
........
[A [il k
ir il.-,
vin
iil:.l_ti.i
Laurini,
iili-i;.
Ih
riilllf)
t!'l!)|n
il
Carilj.i.h.iyiu
sevo,
ssai
ben
lo
alle-
pi ancora,
il
eolissimo da' pi
Kaiii
.di.-
n-
.l/.r
;..,r
mdono
in
,(,
/, r
XIX,
c in nitr
volgo
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I',lr r ,,,.
legge ne
Munti
;.\
d1
Doni
Oigiiized By
ili:. l'ii^i
mano
iiiaLiiii!(i.['.u'i'/:i.
In tempi,
elle
uVl
liraecio e
nel
ilipluma fin!
il
]'i|ii-.ii'>
pur
notevole
defimziom dell'indole
lo
anco,
della
sol"
numero
r]i'lf"ini(ii:i]
ri'
creava
alcune
nei-
_-: ]
l'u-
giustissime
poesia.
l'astuziii
ii
guerra o
la
fura
laureato e citlailino
etili
degne
nubili e
aluvit.-uito
pi
et
eli-,-
dottrina, le citazioni
loro
orecchie
!e
ripetere
dirsi
>
classit
ile'
geste,
pregio
e
corpo'
del
quelli'
ila
i.
alpi.
sua
moicevatio
loro padri
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alla
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romane,
glorie
le
quantun-
l*
della
m;Lrj;3;i ti^j
i:
cercavano forse
Trovavano piatire
aiisio.-i
le
1 i --
Peti-arra,
m-l
un Omero.
elle
e*l iinaziniii'
ria
maggior
il
];'.'.:;
lontane,
mi Trteu
attin-
per
come
Certo,
popolo
allm'ri.
pari al inondo, ed
lia
menti
loro
rom ma
11
M|,iri:u-
vi:[
sii
:,|i,rt;i
iii-
vi
uiiillnlil
i-i
li
Il.
di cauli
h.
ini.
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e interpretava alle
ruderi
<pie'
i-iui
ll.H-p1.n-.
hil'
i|in-r-tr-
c.
p.
II:.
i..
l|IIJl.-Tl'ltll!H'
illl.TH
-Nli*.
aramele
31S), inaiava
M temuta
_ VI'I|',".
.-ii...
essi
1.
il
mi:
.ili
'
l'uni
pzinil.-:
lltl|lll-\
ijliiiillni :il:ir;i
!.
.va
che
al
li:iiiiiii:i
-il.-,
li il,-,
|'l
un
loro,
la
pure
OrcRorovi,!*
Ciiui|>i liliali...
niiiLlil
Il
Linm-ii,
attillili
(^ivc U
pdoglio,
clanico
il.
ili
<*UlrH[;ilMlL>
era
intelligenti,
non comprendevano
l-illll
poesia erano
tempo stesso
al
al
passare un
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onore ad un poeta
d'oggi musica e
pio
ni
Far
il
virili,
elle pretesili
poeta d'amore e
irti sorelle,
forti
Mf- -
trionfo in Campidoglio
il
non era
bagordo, tua
allegrili e
ijiiali'io
solito,
di
generale
iti
giorno in
un
'li
il"
un, tuli.
iil"ll'-|;it"l
--imi,
,-
il
'
niii
Orso
iliili
dell' Ai]^l.Nii:
lauto
;l.
vengono
pensieri
Tito
:i!V.;/i
pochi,
dai
all'unum
clic inseguii
il
[1
mimi
PtttnHa
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i-r-i'lninl
(Urrgiimvimt
iiiticinii,
i
fetln
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I.
i-
ili
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i-i
i!
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....
"Il Cainiit-
li-nini
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infral-]!]
ralla
]],
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ilmikl.T Xi-il..
2U). tenni
tln'nuii
che la primi
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-il
fng,
Inni- Mingili-,
ili
Fra Vnituriui
mia.
min Moria
liti hi
triniifo
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anni
di
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solitudine
alla
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binili
avivbbi.-
tli
lucro.
E
l'
tempo pur
per molto
onor
dell'
alloro fu tenuto
del
1-
le
il
susseguenti,
magno
con
vero
resta uratore.
Si taceva allora di
Irina Hriipulo-ri
coli
ne'
altissimo,
Stimato
moderiti
rie"
'
l'iveiidie
primi onori
fiondi, tinche
il
sonno incantato
Sillllt::li
virt
ili
lt*'i
I'
Roma dopo
'^h-hs
iippellulii*.
Arniri.
!;[
Papinio
Aivtlni!,
,tii
iU.|in
la
bara di
illustri
In l'ultimo sospiro
.-.'vvii-.
ex Yrruimn
C.i>1
-mago,
ma
J.l-i!li;irilij
cittadino
-Hi'-
II
Padova,
prillili
ri
Murrir.il.i^in
pur
poei
l-Vik-rici
lotteiv
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Liinri-ii
;
i-
in S.
ru'vi
--'ili
li
l'Yu'i'-'^iiU'
il
Comedo
del Tosso
i-rii
14
dispens; ina
si
putta min ha
Let.
'
IV,
lib.
fi,
Quol
firn.
nV
scHrtuto numnono
j>
gli
inodorili.
l'
li-miosi
cagionasse.
tossii
Il
delfico alloro
il
(peniti
(iiinlv.is.-uv
ili
vilmente
tardi, piando
piii
a'
1-igiiardri
sospiri,
ritinto
iacarta
di
il
,n (jio.
Mima
mmfia,
t in IH1
dolili
I.U1I
riportata dal
ancora
noli'
['it.i
Trajrrii
vie.
le
ngtniii-.
Itili
.'
routinn.i
liil
ili
viiiidiii-
.-d.
il
l'arifiira
Hra:r
il.l
puri;
il
Hlriimil
fili"
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il
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luiiriiH
LI
iliivya
fa Juana
nitri
inur
MT/oiic
lui'
Luncetti,
e dal
lui.
li
mi giovimi;
Campidogli"
im-niioiir.
far
-2-11},
inni-siro di l'.inirea, fu
ri altr.-l:i
i-
d.
volgari-,
Iri-ilii-i-oin-.
nibir in Campidoglio,
fili'
l'i:N-,'t|-,i
R-Bivlli T. Il, p.
i-Ira.
St.
lidi' crii
[liil
Imiroa. Cori..
TjraliOchI
anno
rraiiiiiuiiio
'immilli-
i-upilliiH.,.
Al Indili ni"
iloiiulitm
.ilrvi
r..|ii.-
Cam.
Maritali-
flIKUH. L'Olili
vim-ilori.
In, limila
Sili.
2, <ip.
"mi
11.
ancor
i-gii
in
fiato
i-
frinire
DiqiiizKi By
mondo,
capo del
da
Parigi
d'ogni
"autrice
pi
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Trifali:,
f-
Iili
(.iragorir,
del
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ri.
di
n-aiti/min-
1184 2
B.:ltuiilw,
Voi.
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curii-
rarcusmi
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Daini-.
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|il ,:'li
I'
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cunfi.iuntv
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laureato,
unire
Duno
Scrollili,
Flaminio
j-'iurni
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Amasi.), lauivali
(lirulamu
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fratelli
Daini.,
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ambrosiano
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DlgiiizM Dy
16
dotto Studio
jirisicijH'.
Lib. IV,
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ln[diMi
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I,'
LLVcrnii
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il
fi-mio io
L'Hli-1'1
llil
Limino.
di:[lil
in p.-HHH d:
l'Ii..-
f-i.i
l'iCl'Vl'lT.
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liniiiliiiril-i
i|'i;i-i
di
f;
maestri,'
S..|..i]..io,'
il'.ieni
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i'
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all'aperto,
i
2, /ani.
li-
trad.
Praeanetll.
J
L'ini
dirigi
nel
(inolimi
non
il'
iliaci ilio.
li
l'nnili.'lo.
llVl'I-
.ii
iiitese
iinT(i.Ti
]i:':lldn
lil'l
in
rii-orm-
sapienza nella
'li
persino
6, [tur.
Istt.
L-nmi'.
voll-l-ljl
lulll
L]
IV, leu. 2,
Di. mini
<
IjJliri'jt.
sapessero,
voleva
la
il
lIsl'oiiuV
vinec
lialista
!>
molli
(.
giudici;
poi
i:i|mk*taiiB,
giuoco della
|i]idri'
,il
^ieile
venisse l'invilo.
gli
clu:
^[iy/.-j.
por primo,
viccmh
rk-
giiH'omlri
nel
una
gli sci-ivc
lio
voleva
m'ir iii^i'^mi
Rulioito
sriiitn.
tempi nostri,'
a'
gl'amie
Si sentiva
si'iiliva
"
cnit
ni-lili. ii
ni*
i-li
.'i
luiii-ta
limi
lueitiibiil.
nd
rn.-.i;i-li i.-
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ninnili
|ih..|
Ilni[in.
vn-nlilc
..| ;;iii:i
in..
lini,
i.|ii,i|i;ii:Uji,
timi -.liiiln,
Il-s.iL-
idi
:n.
ni
uiui
timli'jlini
ti
Iirin.li.i
..lilin-i
di
insi-uii),
i
,'iiIh .
Ibsilon.
444).
DiqitizM by
lo
spauracchio
vincere
quello
Re Roberto aveva ve
<li
mano
sua
poeta, che
Napoli,
in
valeva
nspl'
giii
invano a
atteso
Roma
sino
Petrarca, dtisidei'osn
ili
giorno
al
ultimo
ili
dell'
re Roberto, delibera
1 Lr,
i-Ili
ninnili in
lili'ilti
l*OI1n
dia
il
liU.
'In
p.
HI;
-i
"
...
l.
j]
al'tiu.-
l'alloro,
nunzio del
l.inHF]j,ii
IV'.i.i.
il
il
festa.
1341, furono
-;
icrivim. per le
dr. pur.,
Pasqua,
mano
di sua
la
lruv,i villi',
l'ili
In-dici d'Aprii., dl
Zuffirinn Un
*w. Voi. V,
8, <\
cominci
si
di
Anguillaia,
Il
ctngi.'1'gli
Lulun
i:
ll-
iv
i^;i
ne' dncu-
ir
in un All'urlimi,,
di {miglio, di Trie-
tftauatriti nril un
Ih,
1,-n.
IV. fin..
Oigiiized By
Il
giietlti:
Petrarca
la
descrve egti
stesso
'
I!
Le mura
iatcsse. e In
vetusta mole.
Romoreggiirotc. Io stosso, io
Orso, e
D eie so
il
Cinse fra
Produsse
la
(il
vulgo
un
rie
Stefano quindi
il
piii d'
massimo
gran Ifoma
viva.
Tra ((usali
n' giorni
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Ardea
Lumie
e.iinit.i,
me
venia
a dilettavi! insieme;
Perocch tutta
b]
Siculo Regnati
(Hilary af
llir
Pniim
'Ir..
Ho
filose,
da
min
rasa Altieri,
<]<
ili.soi
Lli
ver.i
et
imo
casa
ile
Inveir
in
fjiicj. <
pop.
di'] lo
ilo
|>oi
liitli
hi. li .Invimi
ila
l'Ili*.*!'
Siiuielln, ufi
n Montanaro
(lori,
i'
Coulc, n Orsino, mi
pollammo "Un
In
si iliu
lli'lln
Fra ma '.srl io
[lisso tu:
ir
per
eie
Lauro,
chiamalo
li.
so assettali
rioUn mifii'i
fii-
n Tjuii c-t-.
uno fli diversi
Aiiitialo,
in
mrona
Aswtliaim'nlo,
Pptrn.rr.ha,
i.rtomi
Snialinv
alla
'
comparili
[Inni;
Unimmo. Viva
f.
rii
lou^o
In Kenatni.-.
DigitizM &y
Ma
fu gi
rovina che
gli
gli
non rogUttda
l:1ic
documento
viua "nessun
detto XII
a'
di
Giordano
Qihsu,
fosse
hrlteru
Thcncr. fM*t
il
Roma,
i!
Iiivg<in>-
quest'
di
.-intontii
del
v
1
tome
Ed
iltll'
si
fa
Aiii-milara.
dubiterei persino
io
veramente
oculare
testimonio
lincimi,
lini
Ma osswva
jiarla
di
senatori in carica.
Buonconte
ohe
dell'
ne
BllOn-
Anguillaia
dell'
senatori
pamlri che di
come
Orso
allora
perch
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Petrarca,
eh' erano
Orsini
ii;ultii
Grego-
Per toceru
tutta esattezza.
il
Giordano
^ome
dal
(l'orse
gono
di quanto
in
il.
fa
pubblicala
dnl
pulire
13: El
Niibililim
<|liiu
vimruiu
I ,'ri.i
(.'militi
fi.
Angustino
Salii. II
Summit
A a in ili a rie
Voi.
liti'HIin-um
pi
Jori! imi
22
Tania portate
a'
a diro che
Una
il
vero e l'inesatto)
il
Gentile
Delfino,
In
lantvafn
lo
Re Rode:!
&
t'orali
l'outa,
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in
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r,i-ggi-s
ii
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lil.ii. li.ni,,ri!<ns
&
mi ]"nslin[
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'
p.
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1
li-
H.
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(.
r-i.lili
ili-Ila
ui-i.iiii.il.-
i,|ii[,.liii.
344.)
11
inniii-
Tomo
111
partii
il.-ll'
ci*:
i-k-r.i
11,1
risrurlnliifi-
,f
col
[,ii,.
min
il
B43.
11
,1,1
H.iL-.iu-.
|.,ipa|.i.
Varata,
'(.'ulso
[imfc-s-
iirliiini
11
|iii-
liirraniiii
iiu-i.i-uuaz.iu-
i-li-T..;
,;!
uiriila-
iil.ii|iit<
.mini
il
i-lar-
l'i.i-iiliauiiii
ilii- i|UIul-.
ne tacranitii
|im-li-
alili
ijuil.m
iai.iiiii.ni,.
assai
fl.--.iiii
|irivil.j;ii-.
atii'n
il.-l.i-re
Baldnlli.
ili-I
poeti laureati c
se
jii'r
ili
i-ii..lni
i.-iim
i-H.ranj
lode dell
><iiiu
|>.-rl'riii
G. s.
da:
iaiivn
-i
prr
de Roma,
per
Laureati levatoli.,
vintilo
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ilir.lt.iun
niil.ivii
m|ik-
eapo
Diari di
inai
Sancto Apostolo di
uri
pnKM sunt
ni"
Roditi. L
uri
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.-.
]>i-.vriii-uti-M|iii-
Muratori,
Un li-li non
ti, inalili.
ii/itre.
'
.-ani
altro
ail
I'ujjuIo
<lt-i]-i
in
in
a tutti
[iri-r.i!{iitiiis
.-i
(ire^iiroviiih
l
il
Mi-l-im
rati'*.-" ri
]>>!
presi'iitia
saprei Bc
"i-ii.nn.Tili-
IVtraivfi
a'
'MCCCXLI
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negli
>
ima Corona
])osta
Messer Stejihono
dubbiamo
In
che
l'Van (.-<(
NJesfii-r
Tnangare ad esso,
contenta
si
rilevare
Ultwlilli
aiiiini
MI,
laimpwr
iuiin.l.'i
il
Oigitizad by
die
ci
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n<_- ]j ;i
la
vci-so
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preziosa imti/ia
'li
rli>-
l,i
Vicifo
mia
il
Boccaccio
"lunga,
fiorila
Squarciando
lissima orazione.,,
i;
si
Huonctmlc
contenta a dire
zione
il
romani.
moderni
Monaldesco
di
di']
i:
fatto
il
dell'
discorso,
incoronade' prodi
lode
in
volendo accordare
del
Petrarca,
il
di;l
il
racconto di
tennero parola
Petrarca,
Domenico Kos-
discorso di laurea.
"Un
Fetnra.
he consensi
del
rida uh
.-.
l>.
(Il
Appuri..-.-
urli
eodem
pWirdi
me
I.
dopo
che
luci;
un sonetto
parole
alle
commentando
verso
clic
Peti-area recit
del Mini'tlu
setti
'
ar.
ilntiiillii
praermisNi
il
da
Viil.
riu,;
p.
cif.
il
iti
l>il>li.
prolLu
in
lettere
.Sima
ili
l'is.p
in
Velli
(Voi. Il p. 8.),
839)
un vilume
di.
Gregamriai
il
|iin-c
libelli
(p.
213).
(p.
J:nnli-ri
Citta
7-2),
che
tteii
pulititi
ut ri.
il..'sui
Ed ecco
11
l'clrarea
il
vuile ora la
1
al
fnl.
.li
tri!
figlili
prima volta
al
endici!
Poeta
Boriila
Juifiroy"!
fol.
r.7-
da
Lii^i-iiliii
-Heu
7-2"
niilii
tra!"
il
IVIrnn'i
iiiiliraiiaiK-
il'
l'i
allindati
tni-rn,
La
rivolli,.
dir/
anli.ro,
40'; alla
al
li-rmiii:i
perii
Domenico Aretino dm li
Melma alla png,
Cnraiin-ia:
rei
in.i al
rimile
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memoria,,
.te.
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|mg.
vita
la
1,
[-'7
legge
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nel
flit.
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legge osi
[Virarcliii
discorro
vita
c. r,0"
Yilti
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iii|ili.niii
il
Salmi l'cnitcaiiali
fili.
Al
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lliimilini- l'ivinili
Unri-n
tu Manipiita dal
al fol.
'Vita
annienta:
ni"
<.inanr.zzn Mninnli,..
]ict:iriiill
Tracenarii.
XV;
del sedili
im-tii
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ill.-iilllilLciii
i'
iiij.ui-l.iLiii
in itti M.-it in
-Collalio, rtt.
di
ag-
ti,.l
],.,
ni
ntiir.i
lim
I,
i!li;-.lritlln
11-illrll
fai.
usi" nitrii
uri
iif
n-i;tl:ltii
viti
limili
su'ssti..
ni'j
no' douurm.'nti
della m-i-ihuh
Ii-jigr]
l'otti
40-i la vita
iniNitiiiiu-ia
i<
ldia.
ili
nprr
i-iir.-fjLiiiii
Danto va dal
20*
Iute
la
endice e cartacei!
II
2",
illustri
-l'ripl.PKiI--.
piT
discorso,
il
ili
verso, da cui
ifN^illucu/i'
l';irjonn.'iit(>
verso, ed
il
Da nessuno pero
avremmo
si
ilei
Petrarca.
me
Ine:
Sviste
DigiiizM &y
verso
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:..
Sed
Virgilio
di
(Ielle
Georg
Parnassi de
ma
secondo
usanza poetica,
l'
in tale
da' sacri
lil'i'i
come
tralascior
cosi
mano
nelle
dspute
ai-.'.
svolge
tutte
in
Ripiglia
le
Prima
teologiche.
naudo un
della
i
u ]
1 ]
il
il
sopra tutte
ardua
la
naturale talento.
difficile a
lo
'per ardua
il
costu-
intno-
verso virgiliano e
suo
nel
s
cominciare
di
Madre,
Vergine
usa-
vasi allora
poesia
Lo
le
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studio
pt-L-chc la
lui,
V>
a lagnarsi della
a
difficolt,
gli
fk
Bardi
cancelliti- d
Stetto mi istante
situatiti
i-'il
eccellenti;
"poiilii-
{aggiunge
il
Petrarca)
DiqiiizKi By
lH' apporre
ntc
Glorili,
toltili
Egregwqas
1
-lii.Ii
imi!
i-
l'i
ninni
Idi.
Cu ni] lui;
dagli
7.
li
idi te
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.rnnli! ilrll'
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il.
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IV fum.\ 'Umilili-
Icl.ru Ni
lti-
iulrala-riara.
cure wiiio
.mi mi.liti.
mulinili nih'grvziai
a|.uliini
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.ili
nomili
PriciUgh In
II
unni
-Ila
. dulia
laurea,
di ni. -ili
Un ".pillili
gli
di licinia,. irmi,
|iit
I,-
ili.
deserto
il
vidersi
Inizia
d.l
unii
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.Min
ijnii-i
iiH'.-lli
dui
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..
l^.^r
-i
pallaio
del
mli>mi. I'i'oln
[mpiiln rr.irainn;
lille
lutti..
da
In
liillli
riti"
miti.-
mispid
psii-hirc
premio
ilei
messaggero
lama
memoria
nella
oidio, perch
stile
non
di
poeti!, discorrendone
sago del
cos
futuro e
tenniii
volergli
l'
pregi e
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orazione,
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in
eterno
commettere
non
tacesse
le
persili
allo
ebbero
Tesse
d' imperatori
vivo
pre-
folgore/
dalla
senatore
il
aggi un yen do
sue
alle
tWlno
imilli
' I]
:l
ruili
notiti l'ito
1
II
ili
rsw
otllduni ali
Prtctteglo:
Olire a
Sane ent
imi^
i
cfr.
(W.. ikf
sitimi, qiis.ii,
il
finger
moni
soli
Po.ls.ran. et Ilisloricoram ,
culminili
in
luiUs
le
npere
lotii
iia.ri'i;
(in/Jl
iti
|un
endem rugo
expnaoetiti*
in
poetimi
di
ornamento
virt:
supplicando
laurea, e
la
lo
involti
templi e d'eroi,
di
poeti
vivere
lo
"onor
non
fole.'
di
soli
che
altri
lauro
di
lontane
pi
ilrgrii
geste, o
loro
le
del
poeto
il
lir/imic,
gloriosi,
et
immilli
non sono
trovar
lodi
le
di
limitatore
l'ai
alle
seppero da
loro pensieri
quindi
Kssere
latito.
tempi
ne'
Qumili
de' tempi
u
ventura
la
onore
tramandano
e la gloria.
colore
sotto
hiigiiit-d
pi,
sommo
in
lauto
ili
verit
di
come stimano
Tenuti
dispensano
egnginm n wnatnribi
li
di
le
frase
li
il
tutto concorda
ijurti'ttniinjiitu
abbiamo
particolareggiate che
il
per anco
mio credere
taccia di
laurea,
il
il
nessuno,
discorso oltre
lo
rendono, per
Nel co-
di Lattanzio,
dove
appunto
colle
frammento
porta
bugiardi
e
Una
da
del
argomenti, accettato.
egge un passo
di
attestalo
ricordata
'l'ila
avvertita
T autenticit
nili
Muse
in tHtte le lauree.
nn codicetlo
in
ile
laurea
rli-ilc
raziono della
ime d'uso
ic
del
|Kiiii-L'iniu
tipel
l'intestatura:
poeta
Pe
il
uir !
I.:n-1:i!ill>
[in.
primo niiarnm
b'.-lllini'
por-Ini-
tii.lliliil-
lliriiiri-
r|i:.:ii-H|iii.
>ij
i-ci
ru
)iii;h.i-.-
ipiiie-
|].-.'..||.
iil.
l'i-r
].hili-ii|.jn. filili
Infili, iJ
ii|..i.utimni
]il>r<>
.|
vith
'---i
lirici-Nili
trilli
linrriiniLiiiL
|....-i.li-
~it
<|in.l
l'uni
.il li.'i
ri.i_r
r.liliipiis
Tulli
unii.
mi- rubri, ni
lii'inl-
sp.Tirn-
ilIljh-
I.H.|ii'i:i
N.iunl
i.il.
iL^ri-rll
kiiii
rrmviTMl
;iliqn:i
Ti-pni
.["ili. -in
pmiiT-ipinni
il
in
nrLi-
ri'lli'-
tim-rnm:
'
e quindi ripigliti:
Lnctiitiu^
i'Liiu
t.ij.er,
irili.-..|
lilirn
ijiii
ni
din-
inaurine
lir
ipr-i'
'-
]ir.il.rir
inslillllionuni.
rjinsorinu v.TMih
itoi-lin-i
ji]..rr.-
lininiliir
ai:
"i
c-rrl. -iri'.
limi
ili-
ponili
Limitili
min
lit.ru
|n
iiiiiliv..
rmi-aiii
pviju,i
uri.
ani
pr.K. risii
malr-rin
Limr^nln
i-ir.
cip
iiiiiini
pr.T.-*-
.ilio
lrli-
IjirrSlLu lriiMinnn
urnrili.T
,l,
m
l,-,il
ori In i>
|L,
r\jir-
JuYri,
DigitizM by
l'
altro di
nomi
Il
a'
ji^-lfit
r]i
ZaiioM
moderna fenolo
funerali di
restano
ci
ila
Stiark
da Gian-
Leonardo Aretino,
vedr
persino
nella
'
lieoiant elio
veramente
narr;i
rcisni'
data poco pi
Monetti
come rispondano
al
a'
rompo,
tintori di
forma
olio
si
il
ri
m riso
dulila
celebrasse
Sointoic
l'
sino ad
ora, ed
inroronaziorie.
rivv:i
proso
Il
|ri=tn
dove
Mimalioelii
sulla
Podi
ri
scelsero pi-fibaliilmcnle
tsta,
Iii-Ila
al
che
idea
d'
ma
trionfo
1)11
forse
il
vasto
il
pittore
cosi
autorizzasse a
l'
vede
si
spazio
trovo
fare,
Se non che,
in
le
del
discorso
proposito, quantunque
'
Veneri* Z
we
Petrarca
il
diretta
la
gli
le figure.,
ohe
parola
'
ogni
tolgono
ci
dirondo
tani,
documento
a dar pi va-
meglio campeggiare
parole
Campido-
ilei
qualche
dnhhio
tor-
premessa
Ani
sig.
all'
glio,
luogo rame
il
illudesse
in
qnel-
Giulio
1750,
iT orti italhnt
Ann
II.
Milano e
inlio
ccurn
V<-iiriu
pr.
vwba
-l'i
ult
fi.i-i.-lis..
tiilliu
conni
,h,l,l,;
rfiijKti
limiti,
in
luw
il
nnU
lue
ip!:i
sia.
fiiiisi'niii-
Digiiizod By
deve aver
Htimato
laurea.
li
avuto
degno
documenti
il
estese
hei)
una
di
il
discorso c
due
in
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parti,
t-.'*lcjf^i
fosse
pei-di
i!
da molte
luigiai-di,
di
'''.uro
radici,
confutazione solenne
come
officiali,
tuie va no i"
di
filosi
ili
di pagani,
pei* prouabilmeiiti'
so siosho o la
corolla
i!Ir
sic
itine
irtiitnr
ni
vr rilucili
i'!nl
lovifer
liatierclur,
non luiwft
siile
li-nu.iilonilll
[limbi!,
Epl
enrten trionfi
jicr|i]:.ii.!l(i ti
iileui'
pntriii.
Miavititl.'
magi.,,
nuli
innocui?
Nili"!
ijim
duci'sol.
milk
sub
iti
riiniiiiiililM.
ij.jrL.--.iln
iinciii.
ra
m.-
ul
iili
line
nliM.iinliliiNi
Iti-uniii
sr-ilii
ilurcutii
partili! officiarli
n.ioriljn-
lolltvsl.l
ri^ji l'inai,
iuruiit.1
nVorii
l'I
liulci
lilh'i'UW. m:.^i,
3*
pensava
quest' ultimo
non
comprendeva,
non
dell'
troppo
ricantata
da
amata, e
non
che
de' latini
che
volgari,
quando ne
verone
al
soIq
cos
de'
bugiardi,
esseri'
serventesi sotto
sentiva
sonetti
to-
essi
Ma
persino
dotti,
molto tempo
stessa,
ammalato o
s:
poco
far
d'un
sfogo
dotti,
cuore
Non
felice,
contenti d'un
dell'
per
poeti
verso che
no:)
avesse
altri)
presi
elir
vevano dare
alto,
a'
almeno
stessi a lare
loro
in
componimenti
apparenza,
un
cosi
significato
di
lunghi
pi
torturavano
ohe abbisognavano
studiati
filosofici,
L'umilienti.
<
un Dino
canzone
di
del Garbo,
quali chiosando
Guido Cavalcanti
vi
una
difficile
fanno sopra un
si
libro,
DigiiizM &y
Il
quando venne
Petrarca,
trovi) clic
aveva
stesso
Ili
falsa
ipiella
per vinto,
iletle
pei-e
ili
fuma
in
poeti
ili''
re
Roberto,
ili
tapiri ite,
poesia.
della
bene che
cosi
riesci
vi
il
maggior tempo
culto
a)
abbiamo un
e o ni peti dio
la brevit del
tempo e
permettevano
di
Ma
idee.
che
In
lasse,
siif!-"'
orecchi
il
ziose
onde
lo
circondava
dimostrare
al
illusoli,
di
fjiioir
sofiche
ozioso
le
pi
ii,
forato
il
villeggio re
profonde, e
monte
di
di
poeti, ed anzi
taccie
supersti-
s'
che
per pi
pompa
quanta
quelle
il
al
ri promette va,
ascoltarlo
Con
tutto
par-
quella dottrino
ili
letta,
in
sue
le
perch
invitato
la
giorni
dovi;
innanzi a un re tutto
Y.
al re.
in
poesa.
della
re
ir
],ritii3
dato ben
corte
alla
ch'era
re
iniilliollf
Adoperatosi a convertirlo,
si
il
"mago,
il
manto
verit filo-
k'
Virgilio
Posilipo,
pi gentili
ma
aveva
suggerire
saputo
pi
colla
tuosi
menti e
di
frasi S
Boccaccio.
r.|<?hii,
forum
sar
Gei. Jfforuu,.
JA'ijii.i'iiniioriuid.
lilr.
1,
liti.
XIV
cip.
e.
VI
LllEjlun.
vir-
ohe "non
fatto a dimostrare
il
('taro*
36
antichi consacrarono la
poeti
parchi con ci
doppia cima del Parnaso ai numi
miravano ad implorare da Apollo, cui dissero il dio del;
l'ingegno,
la
a fornire
le
temporali bisogne.,
destrezza
la
notte
dell' ecciti io
Troja
ili
un affannoso
scondono l'aspetto
Dt
'
a
c.
p.
1.
C.
p.
LC^irjIli.'^MiJ
del
lib.
Conlrmptu
Jil
150.
hnrrcniin
intr-lligiitir
piaceri d
Divinit.,/
Dialogn II
p.
Venere na-
noi
138.
N"''fi-
pr'iv.-L
l'i
Tr..ij.ni
humanuc
ir>tiTpri.'U7<H]';
ijlji-SLi
Ili
l'.'IriLrC.I.
nini
accanto, rappresenta
sta
cosiffatte
Versioni:
del
167.
di
,,,
delle
Mundi
gli
l'uomo,
la
clic
risveglio.
degli
ij
1-<:<IltJ:l
49G. Ed.
..'*<i'1ij,
vitaa (latin,
[ut
pi'LCCSBU putii.
Irmi
rifi.lulji Al
Ilos.
1554): Io
rpirun
uni]
ili
ini- jH<"
Culai guidoni oc
Piaqui-
bnvih
DiqitizM by
convenienti
cos
rati
meno
una
l'interpretarla, era
di
come
dottrina, e
queste
chiose
re Roherto
visibilio
ma
seniallora
tempo
quel
tali
esage-
plWiletta,
porgeva
frase e pi diletto
d'ingegno, di acumi-,
sua
suo
del
corte
di
in
discetto,
saggi sar
un
cos
burrasca e nulla
menti
il
si
pi.,,'
tutte queste
proponeva di
Ma
il
andata in
pur sorgeva
forse
si
sopra quelli
forma
la
sottili
la
era
palestra
udirsi rivelare
nascosti intendimenti.
il
poeta
da
ma
ponderava, e riusciva a
L'allegoria
comprendeva una
si
che
predicar-oiv,
sottigliezze
conosceva,
scrittori
anzi troppo
commenti.
[ji
un
questi;
di
pochi
dilettava,
inulti'!,
Kuelilt-,
ilull'
irin-i'pretri/.iimi
ln'L'rolilioro
non era
belle
cosi volevano
era
cose, e
descrivere
ima
saggi; altri-
L'immaginazione poetica
del
seicento
volle in-
del
Petrarca,
stessa
di
r|iliri'.':v.
HbripiHt
:ip[vr(Ti.'
I>'JLI~
sl'[]
irilln.
facilitateti..
Di
I.
Cvnltmpla. Disi.
p.
167.
11.
passim.
38
Petrarca.
cesco,
'
appunti)
veslitu pi
ciib.ari
cenato
avi'a,
con
da
lilialmente
loro,
gambe e
Che
magnanimo
solo
il
una
a dir
al-
tempi a noi
simigliarne costume,
stanze
nelle
fu,
"estimalo
tale farsa,
e cortese atto,, e in
dicesse ripetuto in
da un ministro cardinale,
legatosi
braccia, fece
questo
se
du-
ballato
i:
alla
moresca..
dell'immaginoso Inventore di
vicini, si
gentilezza
pi
{jinlibonc.
in
sjjogli.'j
.-i
esso
bella e gagliarda
piii
mitra incapo,
"per
che
lora uno
da poeta, co'
elle
d'uni, culla
l'orice
in
spalle, .
sulle
mostro ad una
ellile
la
saltimbanco
ila
ariupinti.
pendevano
d'
una regina,
in
trionfo
"solfo le finestre (f una bella e
Humana,
dn-i
[liliali'
ili
verilL'iann-
vivo,
argento
allre misture
da tuoi
Haesla favuleli
l'aduni
per Jncnpo
i:,SX
nel
ilal
Hlii
'Due
Iriivu
il
hai,
ili
in
alile
ed
il
altri
rosala,
aerila
ilunna
Fltenit
la'J Ji
Inibii
Nic.ili,
in
utl
(islilhla
Unte
simili
iielleiii,
easo. clic
ireden-
faro,
aei|ua
era
vose, la
1
nume
ammalio
Falirianii,
ila
1577
Urinai, nel
IMroreliisli,
fa
vedeva
[ler'ttta
ijoesta gentil
linei
donna giovine
gentil
le altre
(li
nella filale
iiri-se.
i|i)i.le
cim
tome
ijlla'ladcllii
1111:1
altra in iseainliiu ne
jjusta
I.' femessendo
1540 in
Ma reste, ni,
IWrti,
ipiella
l'raiien
nel
ISD.
liiiiarra
ili
Ere.,le
in
il
Vsneiia nel
all' A, igei ieri
ai,.. 1/ agli:,
Gio vanumi.
ilei
fint
.lesili'
i|llc]l,1
(li
donna
Petrarca
Il
..
ueeain-iceiate
vi
nini
dal
avendosi
idf
pei-
iota ignuda
la
sentendo oilmr
freddo
della
testa,
conobbe questa
dimandare la doi
seppe negare.
forra dell'ugelli
ha
gli
code
fatti
le
gli
d rapi!
rimcttioo pi,
calvo.,'
Ma
crediTtliiie
chi
ebe
opere
nelle
stesse
poeta
del
il
moderno
del
tasa
E
ch
l'
ai
si
trasforma
che gi
ancor
in
al
Olia,
[j
iiU. li ai
Ventilili
pili!
ima
Ptlr.
Kid. eap.
*
i:;ill.L
t>ti
Frano
ohi
lirussvls
la
fa
iliniiii
iineiiutii
ikia
.Ili..:!;.,
visitati nel
e
s c ir ra
Impcrocli
il,.-
ili
mi
cresciuti
sarcofago.
ir.iVi>
meate
punita
i:
Vedi
ilalla
i
ca-
Tnmnsini,
XXV.
-p.-. lini!
.il
:il.ni;i;.l,i.a.i
l.il.r.
infralirmi;
-acrilici
li.
i-
nel
pi laida
Beceadelli scriveva,
invidia
"generata
imi-I.
bXi.
iti
ipiH limi
-]'i ; !iartpie
l'apit.ili:
lui
.idili.Mi
followiug noie
114.p1.11.- .Ina.-.
l.-llie-
Ialini:."
OigitizM by
lo
molti
tu
uomo
itta
.il
di
che fu
dal
Scnnnccio del
Ben
inni,
quello che ne
scrve
o far di Maggio
Iprilc,
il
com' 6 detto.
il
giorno
lo
dell'
etile
Astemio,
dove che
fi:
i-lait
[l'iinugc
de r^pantro Anna
c.
igiiizMt>y
41
de" passati
crederei
eccoli,
inedita,
fulminiti/
multo
uso,
in
ipn.'.ttii
non verisimile
oltre a ci
pi
itianu^t-itlu
un
in
1
del
Casa Medici;
ili
clic
la
in
fine
che
il
e di lancia, faccenda,
mio
il
da
riemp
lo
de' suoi
lancia
spada
tli
aggiuntavi,
sua poema e
il
rulp
credere
di
Cavalieri
giudicava
iwit
"iiliiaraini-nln
recente, e fonie di
clm pn-icnilc
diede allo
ili
nvi. r ):i
Btiiinpe,
iiivciiiiniu;
ili
alitine,
asnai
[numi
|iiiHliraita
in il incanii fila
154!)
nel
in cui hi
liaimo indotti a
dame
(giunto
giudizio,
colo
il
Ti
u rei n.
Si'cnnilaiiamcnte
Cori. C.
N.
4.
ni
Vaggtt pimi
Cao
6.
p.
il
die
una moltissimi
nulla
del
della
in cui
i-
vmitn
la scritta
Scala.
Situar
endice Degusto C. N.
18fl.
ci
;
Fioren-
ha del
130D
M-i^nitico
pili
Ifl.
49
ili
Verona,
lflii.-iM
il
'inule era gi
dorerei. he
Aliicito ilelli
Filoteo
nel
rivi veiso
n-ionr,. del
i.'.LS,
il
eio
len.nu
1341,
In
imi
nimo
a
i-in
liil,
ilnvni'iii'.
mi Mutino
in
citt
a 'dire
il
ili
di
Verona.
Gio.
In
ed
In
Piloto
i'i-tfiimi.
nel
si^]i(irc^i;inii)n
Uolognesc^
nel
m!
muri sin
esser daln
rirnlii
Vridario
Bologna
(,tc far
dire nel
dr.
Messer Cino,
vita?.
DigitizM &/
PETRARCA E
Lasciata
in Pai-ma
tati
Roma
suo
ntlla
il
lik-ral'
e mentre
dalla
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il
l'rahdli
i-
fortuna,,
'
con
intratteneva
tii
"Nimi'li
(Itila
lini:
<l"Nli:ii
ili-[[a
Nibiiuiiiilc
del aecola
il.-
erano
Roberto di
XIV,
CiMipn
-Vi
l-'itvji/r.
[li
al
ni
.
il
i--
:i
il
La corte
In un milii-e
carina
amini
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Milli-
ibstiisn
di
l'etrari-a k'dt.-k'
il
avversa
nella
Poh-arca entr
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Cori't* ^giy,
lirntmia
dailu
iri
Compio
ila
"prospera e
insii-mc
palliali
Maggio ai
-> I
il
tln' Paniii'ii.'i
Scaligeri),
VISCONTI.
...
.1
potente
di
Roma
priiiin Miirriiitio,
223 tino:
f..((li"
imi. nl.ii
44
li
approvava
e;
favoriva,
li
Panna
dupli
qiiatt.r'
tranquillo
de!
anni di dominio
occupato
Petrarca,
romano
convggcsiii).
molteplici
in
Valchiusa,
in
pupillo
cure,
Parma
Napoli, e ritornato in
Ma
B caduto
pendo
giuri,
termine
il
patti
aveva
clic
a" frati-Ili,
vendette
pontili
sediata
il
Petrarca.
1
(ritta
e di l in
in
compe-
Azione romsenza
agli Estimai,
tlal
23 febbraio,
Il
si
sua stanzi.
Visconti,
col
Parma
anche
il
dimorava
ambasciatori:
del
nel 1344, vi
parola
Inr.a:iti>
om
viaggiava
ora
Avignone
in
farne
e scon-
Avignone
ina anche
li
poco
stette, e
lui
Cola di
pro-
Co-
tienzo,
DigiiizM &y
45
1347,' e precisamente in l'arma,
profitto della
forse
stati,
dimora che
anco
speranza
nella
dasse
il
de' versi e
il
attirarlo
'li
cosi
principe
cortesia de!
la
N erano
Ne
esagerate
Farin
lib.
V[ a
riparlo il eap.
de([li tllii'Hi,,
p.
>
manle
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potenti- signore,
la
<:
sua
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n a torto scriveva
le lodi,
sua
alla
al
liticando
tenza.'*
traendu
ne suoi
Petrarca in
iiinfri
quali:
tacci a
Petrarca
il
i\
un sonetto
Birillo in risposi:,
Vngor l'ulti.
Inoriti tktlti
215.
Mimimi
itle
virim.
Cai parer
AponmD
Uex Pndas
Auqnorn
S<H1
N,'X
nrat,
272 e
trlll,
r:
i-ilji
ij-
r.-^ii:.
itili
i;i;i.|ll
:i:.
TuutituLquir ri^il
.pillili
]:ii.:t ]i,.
:
Ii,iii-,iI|'ii.i
(Iii.tiii:
.lll:.
pug.
ilaln
prniinus Alpea,
pri-iu.-:
Lll[iiunl
11,
sospiri!
i|iios
puent mi
II:-
ij-ji
LTUI
ijiiiijn,.
.iiiiilin
itiii
li;i
dll'if
]iLil'iHL-.
nuri'u fessile
Voi. Ili
dire che
sarebbe po
si
il
procedere contro
la
prora
Marg
voi
lugi'iifii
1'
['l'i
MmIi.Iiik,
101
sprint*,
ii.
I4i
epi.lah
iVueuium
.'
di'
inirlii
suo
1'
Ail
iiilvatnluru:
leciipmv
di Firenze.
NiJlW
[.reset- tm-i
e,
cenili cu*
Medinl:irii
'Kb. VII,
5
Bl
(.'/,).
juWi
15
D.
ai austeritntem rnnirs ir
Ijms expelleudi,
col.
leu.
|el
/Viri jtnrii,
per ,
In
Muratori.
I?.
/fnf.
.S'eri;,!.
Tnmn XVI
821,
piii
i:!4D.
rwrale esempio
.
,.'
ir.
dui!
<-
vellH
ili
*i :l
toso
d'i lui:
i; ,,',:,i.i.-
Luigi
XIII
di
Digittzed by
baldi
n plebei, seppe
nolijli
menti?
vie
le
da' ri-
L'iinriLii-
per mezKi
infieriva
t'avoiv^'i
Knropa,
n^ri
e cominci con
farla rispettali'
popolo
era per
<
la
parto
di
Icone
elei
lui;
tnylitva
l'armi;
Sicuramente
da' suoi.
nitidi ni
peiu.
il
blandendo
ti
ina
[Bipolo
ano
il
diritti)
di-I
circondando
mimilo,
tutti,
E
zione
il
fiaccando
infatti
tutti
la
Petrarca,
lo
a Napoli da Clemente VI
Toscana,
la
:
il
"d'ivi'
di
men-
faccia
lui
costretto
lerorv ardeva
la
come
passare
gneiT.'i Ira
tu
sai,.,
per
l'i-ani
scrive lo
da
del
Pi>,
loro
badare all'antico
alati;
ma
cupidgia non
l'orgoglio
soffri'
confine di sorte..'
probabilmente Luchino
co
sempre
il
il
in
la
CUOC suo
tiranno d'allora,
confine
terminava
magni-
nel
'
renzi,
lilllru
ma
ebbe
Petrarca
il
IJITik
[J;il
Lllftlllio.
ili
questa volta
itIiU*
iij)jiiinlii
la
litolii,
rii'l
l'
11
lice
pirla
ini
Un
un
in veci-
uomo
protesta del
il
Petrarca aveva
uralutu
Anguissola
cavalier
Inrgiace
buimir.
limi
i,;i
Egli
per
[...[ioli
11
Tonio II
111111I
ani ini
Gli.
rln
V.
eli-,
no
Voi, 2,
all'
da meritare
pvimip: (ut
leti.
criteri
italiesi:
HI
ir
le
Inerii,
iuguli
.Viw,<r A,,!,
Vini-nuli.
ti,,.
VII
Fracaaeeui
Pattit
Iliv.
du-
ili-'
p.
ini-
inllllii/iiillr.
ili
Poi-la
ili
j.nl.l.lirlir.
Mitmr Vnl. II
l'ixsit
-ri.prll.i
alle
assai
il
su ni
241.
[mila
IH.
15 o 1S del
relative del
Epistola.
lib.
unti
Cenare Omini,
Cod. Straniano
'
colte
In ni uni
e linoni diiiiiinin.,
slurjf
Lilla. Famiglie
aelti
era.'
le
ili
l'i.riim.
un
Sa-
li'ggi'
m'hm
.1
spintola
'
-
Il
Lancillotto
di lettere e
cavaliere
[hf
iiik'sliitui-a
Visrouli:
cortesie.
ijuril'.iiiijiiM
vi'.-tcoinitilnis uicdioliiiL-iiM'iii.
ili'
sermone.
sarcasmi
de'
piacentino,
anche
Bl'il/.Hi
itllllosii
non portava
Insistala ]mctiro
un Zoilo
aveva satireggiato
tale
rispose con
autore
ini
scrivere
ili
lettera
si'cnridii
la
Mari. Voi,
leu.
12 de!
commenti
li
p.
lib.
407.
IV. /aut.
del
Kos-
Da' mariti
B.
Digiiized by
si
con appare da
varie
egli
poesie
del
l'etrarcn,
e.ipncro.so
argomenti
in
fortunato
ardito
Brillio,
ogni
lo
in
nulla di pi
lucile,
alihia satireggiato.
favore e molti
modo mi pan e
1 B* P. S.
ni
li
II i ,
rn,r,.
in
un
Molti sono
opposizione
cosa
degna
Tman XVI
col.
il
d'
720.
gli infimi
iL-lli-ini-
in
che
i-gli
,>.
II.
in pm-.i
lli.
Ili
L' Attilio
Digiiized Dy
trasfritte
"risii"
proprio
<i
'
M. Francesco,
emuli
[-[istigare gli
Petrarca.
tlel
opere
nelle
soleva adunilo
egli
nome, come
il
originale
[inizio
ma
tacendone
ifl
i'
si
V.
su:,
s-.tl.i.:.-
" L:i
il
i|iicsla
tjn.f.1 [l'uni
mai
inri|iii.
alla
i-
-,
Il,
tir.
riji'irlri
Bntnos
=.-..
riitn.-s.,,
laiuliui,
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l'art.-
Il
,,.1,-,-v;
?.-,;,
lino
r,.
/.,..,.
Il-l.l;-, : ,v,,;
p,
HI!,
.d.
l>
di
.lr,,;,
li,,,
vl.
,|.
Vota
trmi'crintriiu
tirile-
ponti]!:
-ini-..-,,
lV.-ia
:,
Fivncui-i
ioicatiitin-s:
,-;,rni,n
si-riptn
subirli ptione.
,1,-
propria
Mi'(TLVlL
:i.
142, poni,
|wHr
Flni.-niini
leggio in
,,
i-x,-,')l,'iitin-ii]ii
toilirt Siro?.
II
in originali
K.s>li.-
Botoli-
I!-,, .::,.
,1.-1
.mino tmnserip.a
I]
Suppl. p. iJO.
Vri>nti> ('ninnili
1845,
DigiiizM &y
dui valentissimi
per
l'are
ili
e per
filonoli
In
din
la
|n-r
i
li
iti
il"
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palle
rnil
jnliiinn
lu-llu
ilinimi
"ini"
Mchus
il
Inde
fiinro
et
iiish.-i-
anni Mi'ee]
IK'lli
>
iA]iimili'i
furili
li
Ventini
(Ine
iliriski
in
inevesi-iivii
prnitia
iiiiliin.i
asserivo
Commedia
dottissimo
Jiehua.
<;t:;<!:it
|.|-
in
;.]":L'i ;t:
M..l:r.!:in.
JWjam
AabntU
l'ila
rive
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confcrcre
l'I.it.l.-.njM
Il-l
:i i:
l'nitAlnoi.
UH
Sei-Viri
li.rii.-.-.
iilii
X-
-.:
il
ir.
IrirTini'.
cnjn-
(|LL(I..|II
ilifiT
niariii-.mrrris Hililintl
jiiuiv
il.!
rulline
(a
in.-tnitr.
|.rir]ii
.
.
CXXXVII.
il'.rf.e.il
.unirli
il.
fi
plji
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mi
Ili*
murra ita-
-ue.i
arqiie
:.
l'n i-^ai
di iratuire
erili'.mi
lini,,.
Iner-,
i
.i-.l.ii
!'il
1.1
xiin
eie.
Il
Cnmocdin
rraper Danti!
Hurdniui
ril
r.:i.i
il
r.ri.
Un ni inedia
p.
srn inali*
<Ih
i
.'
|
codici'
aneli' egli
Visconti.'
UT..
ilio il'i'inin
ri.
ri^.-v;. ili
parte
dal
delegati
de' sei,
ICHD, quain
Mnilinlani
una chiosa
Petrarca tacesse
il
commissione
adite
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che
quindi,
ti
trovava
ahatu
ascritta al Petrarca
anzidetto
it.
ll.i
liolv.il.
i'.-lniirlin
lino
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Gialli
filili
ulun-
t3
E<
I
grafica.,
GMini,
il
commento,
il
il
Verri,
Tiraboschi
>
Co
il
Sfolto
Hi
ehi
(Jiovamii Kosini
osj)Cltair,
?on
am.Tiu.i,
l,
il
Commento
Tatto
compilare
ilitliitJiiu
ben
si
glossa
I;.
Mia.
bei
:ijiiTIIa
dello
iliir
del Petrarca
il
verit della
della
tilt
notizia riportata
riliutaiv la
al
Danto,
1350.
lo
da
rinomato signore
potente
cosi
commentare
die
fin'
la
letto
cosi
facesse
nel
l'ardir.-
allora
neuimen
coitile
Mdms
ii.Jrj;iKi
mai avuto
tini
tim^vN ora dd
di scrivere
poema
dell'
nel
liill
non
Alighieri
die
:
al
si'
egli
Se in
ordinata a
avrebbe
egli
Borraccio
commentalo,
54
N
zione
a pia
i-In;
il
forti
Melliti
argomenti
portava
ai
campo,
li
presenza
ilei
necessita
(li
Petrarca
Milano
in
splendidissime
ri ci)
tatuati
ila]]'
di l.uilrsin,
li
i-lii>
Luchino
)'
e-iglio
i
'liinatii
cacciati
sapessero
gli
ii
ii
ili
Sitvoja.
ili
lu
llcnialin.
alle
coite,
la
conviti,
principi
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'cadi re
delia
onorate
vicini,
Padova,
in
moglie
la
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[iaiica
Scala.
dire
pei*
presenza
dalla
marchese
del
erano
avevano
aveva
li
loro potenza
la
signore
Il
mac-
nulla avessero
Une
ler
Galeazzo eblie
dell'Italia superiore:
potenti
figli
in
maggiormente assodare
per maritaggi
colle unirli
aveva
licniaini
liW-vnr.u
Giovanni
arci vescovo
nipoti Galeazzo
tra
tor-
de' piu
d'Eate
dimostrazione
del
l'estcrolc
l'arcivescovo
loro
lalauno cantato
in
pace
alla
ni
cantalo
Beatrice rampollo
e Beatrice della
ili
in
tale
fu
appunto
figlia
'
rol.
alla
Noti v'ha
celelira
circostanza,
Scala
una
(.'arra re; e.
di
Mastino
3fi8.
-
Oigilized By
Scaligero e di Taddea
notevole
figlia
esattezza
Giovanni
dell' si
vi
d
si
Jacopo da Carrara:
descrive
-protetto
solo
ijuvll'
storia di
il
quo' tempi,
poesia
l'ubate
in
presenza
la
collo
al
un
tanto
Francesco sarebbe
da
inolia-
notevole
Mehus J
credette
guenii
tale pi
consc-
stato
presente
wcilaln
ier
vogliono
versi.
Probabilmente
peri,
Digiiized by
,-hiudu
mente
poeta o
il
[piT'rjnli'lli
ed ora
.-ori
nella Laurenziana.
s'
cui
attiene
conserva
si
Ma
ben
20
il
era
Petrarca
riamare
ilei
'
Idilli'
L'.l.ln'
K.l
-inis
Roma
por
1.
ni!
numi
:M-I
nli
"I
lirmnbnt .timi,
L'I.
Magi.
Coi. XIII
Ijinr.
Melma
,-<!,
ni
e.
in
ii.
1'
n
'
phnr.
in
[inp.
radili.
fot.
p.
CCLIV
Coni
il
l(s
irami
Uili
fui.
|.nn
iti
|i'i-
nini.-
cililiiui.iii
Mcmoratiir
IV I. i.r^liii Hcdivivi,
I.mI,-
m, mini
Iil-i1h
-ni.- in
-..,1
i:i.iii^;ii ;i-
ii]. jii.|iii'
.[ilnlni'.'Mil
,n unibili
in
11' i.
Aut. MngliuWcliins in
cit.
2R
ai
-ili!
..ili
in nr-.
mi
.ni il-
I.
liililii.ltnni
l'r.itanin
[ili.
ma
Mantovano.
15 d'Ottobre era
a'
,-\:<i:iliini
fiijus
pati-I
Animili
ili,.
odio
per Firenze e
viaggio
A iviii,]..
il, llll^
]->dii;i<-.
Vicluius.
Parma,
in
filo
e quando
nutriva
Giubileo,
t'ttl-illtt
i
l'niti-ii!-
IMrui.
l'ipii-Mliiruin
al
il
H importa die
Fatta l'aiiimu'
alliillo,
all'arcivescovo Giovanni.
giugno
di
n' era gi
di
Mona Imiti
ognuno,
Petrarca assi-
1351
di
amore
vede
il
sappiamo
e non
e precisa-
debole
sia
io
clic
dm
scritti
;
mezza
in
quanto
congettura,
la
li
signor
Petrarca
altro
risgusrdno
n,u-,i
.,.,iUc.m
Haiidiui
iiii],,,-
Jiiblinlb.
.risrriumiu
bine
Voliraii:
Il cnl.
OigitiziM By
un cavallo
orni'
mese
di
celebr
per soggiornali! in
clic
il
si
ile'
matrimonio.
il
Visconti
et ra rea.
componimento
il
mi mhiIhi
k'gLiiiidvn
storia de tempi,
da meritare
e qi
dal
tieri.
riporti)
lo
i-In.'
dovrebbe
In
rn-i
sia
del
ihjti-vi.'V
alla
Jii
in
sempre pi
Teudit
Et
di
non
sono
caratteri
riescire di
gli
Pure, quantunque
J
Milani) ed
rimaneva tutto
puelh
fliim
Seiiligei-iim
Mime
dai prawree,
Porrei in otiBequium
L.'Iil'i-
''invi'
la
panilii
n
1
drnrt
muta
jlr^riiin'
i.
L ..-
10 del
del
lib.
cimi..
ctiori.
inunera ditia
cateiva smini
I.'i
lib.
IX, )'
il
XI.
punii ii^iaM
il-.ii,
11
Que
[>rin~
Cluor?
Qiic
hiceaait,
urliti.
et celebri
gemini*,
pricis in
Dlior?
vestii!*
in
et
vit
miro.
et
i[iin>
mlit.
tpsic
]i] iiii-
At
It
Ut.'l.
'!
il.it
|nh[-.llli-i
Kl 1^.11", IL :
[.ioli l'I:'
li^illlllii
r.i.JLIiir.ll-
i.olll
r.iLp:lJj
ABsistuiit piocmit
t^no.s
il
Sletnat
Unno
[iroi'rrcsiiuv acqoonttir
|ii(ht-lvj.
liiuicn
querna,
ai
efltis
.liliisliijqnv
et
quo
ait
Ilici-.
origo parile
jntl.it in
una,
uiTgpiTi|tit ilouiua.
IWiilaLni,^
Vrhs quc
Te
N,.a.' :
l;-.i
a.-,,,.
tilins
midi.-
l'i'lis
boni, ci opimi?
liane Pt
Moa
leililis agris,
tlllit,
t'orina
iii-p
et
grati
l'ini
decor.
Dolce
Nubi!
)nii-[iuiPE
Omnia
Matris
Qnod
Ergo
Nuoto
pandor
io ore mais.
Corpore
|jni-ft-
ali
pia
lialiei
<inii:i{Ucl
min
sii
liaiierp
decel.
[iiiniata [lutila,
quod
beatrici!
i'oil
et
esemplili-
Inerito, quatli
Nubila diseeda
LeTia
ili
Qne
li
spi;
tmndo
Sia in
*ocat e*
invera
la
non
poesia,
N'inviiiiissiiiia
in
luria
Intu
Mia, e
e
il
in
inondo.
esagera u
Da'
tie."
perieli,
ne
vezzi
merito puri:
pio
il
nome
modello
d"
i-
di
la
pi
donna
dolili
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una volta
le
ili
piccolo
v.
l'an-
merito
l'erta in L'ilio,
"ItuliiLi'
>|.h:in!i.r-
Quin: Imi in
1 Gli
IiiKi
danaio Ullol
tapientudm. l 777,
Uu'iiniin
rrruiii
la
U.-ltiii
Iicalrin
[Hili'fivrriiiiii
chinni.no:
il
mirabili
du
Domina
ci
caparbia di Bernab,
e
rimbrotti.
Ma
vicina alla
tuglieva
e
lialiilonia
sempre
clic
al
pm*
eia lui
Petrarca. Nel
acct'ltava consigli
gli
1353 noi
Mihn.i
ilulil
clic
sembrava
il
lo tra-
ivi
ancora
.l'Avignone. Gi da un
dalla
i.
troppo
anno
si
Filippo
il
clic
ritorniamo
solitaria
vescovi:
di
male trattamento
asprito, e offeso
L)'
lati
altro
;
canto
la
Cavallina.
di
in Ini,
'
L'ingiusto processo e
Cola di Rienzo,
l'amico e
guardavamo
maggior parte
il
bicclii,
lo
aveva
cittadino
cardinali
in-
romano.
c
pre-
un
DigiiizM 0/
jriudm amisatii
sim'jp,
il
Clemente VI
vita gli
in
wr'i
inietto di
il
per
fri
latta .un'ora
[il
c.'iiioii.
il ili'
cniii.iili'ravnnln,
mi l'I'
eletto
f-'
;;:uit;i
scimendo
ila
ini
ri
ii
'i-i >Iili
11
il
do Talleyrand.
parti
senza
volli!
nemmeno
rie'
Virgilio.
ili
n storia:
Si
tempi.
Petrarca
il
<li
dispreizo
pregasse
il
avi'ssc
>f;t
io
no cardinale, credeva
cardinali!
tefice
ni
Mono
liitioceniio.
^.-m
predimi
comi:
ielle!
delle discipline
poco intendimento,
Mitiilato
<I1Vil.u oiv,
percliO univa
rilwllc
mite
In
al
pon-
ricredette
63
il
E
papi,
per rivedere
(iebenno.
gioghi
ti
laseifi
|nitv
il
1'
mi
s'arrest
in-easione di
ani ir
libert
.li
Milano
f'illliirif;i
ma
alb-r""
nl'riva
imponeva
mezzo
in
sol
gli
vescovile,
alla
IohUieio
l!"HI'jiiiil..
autorit
nill'
non
presso di s
ad ogni obbie-
so li 1 di rie,
varc
Milano.
loi-nuuv
[Vii; irci
"del
dall' alto
ispiralo.'
inno
in
mura
lo seppe, tra le
I
cui
Italia
si'iolt-c
dell'Alpi
sliifrsirt-
'
lui,
da'
al
rosi, tra
frntidnn)
scovo appena
piai
esso;
all'uomo
il
dotto
apertamente, di
ohe
(rutto
p.
e.
lui uri
e-'il]
Rompiti
la
sua
presenza
ri-
in
Questo ninne
rrilv.-,. i
,lii.-i--i"iim>.
dui
tornare
|>otesse
gli
Petrarca
neU'Egloga VI:
....
s:iii.-1s.i.iia
dimandarlo
use in
allo stretto
clu.
legge
Dco,
(olii.*,
lilnli.:
ij.u^ri,
a.
-vi.rsus
ini
alla
[lulria.
nng.
2li(i
Imlinm,.
Nl-11.-
l'.i,-..,,.
i^.i-'j
,.jc,
ilaliuiii
,a.-,-,>ll,'
del II Voi,
DigiiizM &y
Milano,
lusinghiero
il
presenza
tua
la
Vinto
mandare
basti
onorare
dalle preghiere di
rapace, fermi
ebbe
.html
piane];, e
!;[
poteva
sua stanza
>
pentirsene. Giovanni
;i'ir
olii
uopo co-
all'
tempera mento
imporre, e per
slato ben
gli
|ii'iu('i|ii:
sola
miei stati..
sarebbe
ne
Milano
in
il
persona
della
l'elio
non
sita.
pi
sopra
rito
(.!hii
atti
siili
i-
il
ma
unniitii,
si
d'
atimn
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circondo
cfr.
Villani
Ah'
unii
uma-
e
ti
iapigi
non
>r
se-
di
tutti
secola ri
Hie
sfar/o.
nello
fs
1 f
putirne
lo. 12,
lib.
XVI
fan. a
"Galvano Fiamma
in
la
Muratori
/.
/.'.
$.
Toma
1086.
co).
3
Il
giudice
ticolari
superiore
XII.
[ut-
nella
cortese
pastorale, e
il
e parole
ntaliiirnure
l'armi che
Glutini all'amp
ni
lib. II,
^iIii.
pi-ovcfaxrgli.
hi
,.51; uni
^inrii,
1323.
,:
-.'ljl.r
quelli
min
KUjA'Vuii"
itiitii iliui'iiii-
umili
mci-nuUm.'
jiloi
iln
liui-
udii' solennil
relli.
I.n
della
contegno,
viali
jj.
convitava
nomi ni
nlm
lidio
d;i
Ciihrim'
un
elihe
4l
1 E
figlio,
Fiimiuiii.
Ipe
yi'nia].' (iivtnlii:
volentieri
eliiiu
.anellini-
Ijelli'ji.
in
el
i-lllT-ilidlie.
l-illis.
111
Tiieielial.
Qoibii*
tinn
<.|
in
cnl.
mi
Ir.-lipi'V
;i
qui or*nt
di-ui-jisbiit.
ulii*
il.
liil
vi
.i-tl:ilir
el
et
le. ini
il,
vii]
Jiej.
lJiiI.'l.Im, .
rinii'iliil
ilielili.
[s
uer mquLLin
.emper
i]
fT Pnn-
eipilalllri.. el
ni...
in iliind i-nmcdrri1.1
la
]iut<-liritniiine.
ni ia
v..t.iin:im
t':,
pi
|..HiT,nir
]m.ili(,-Lii
eh m.
ili.
l'ia.-lrirn. in
A. unii .11..
e* |i elidendo.
rnrpiirt
ri
iiil'iniL.-
mi-, .vallile*
|i;ilLIH're*
in
Cork,
linri. iliver.n
Et
i|iiilillsi|iK'
in
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T.X
Piinei|>e.
niii-liihliii..
illilinc Pi:ii>ltitu.i. et
rliii inil,-,
[.aiijiere.
|>n.eil
F.ieellil iTI.iipi'r
Nobili*,
co' gio-
ile
ililloruill |llialeli.
ilonii-
uomo
torte
sempre d^uikiso
co' sapienti
di
amori
suoi
ile*
cliicnc.
i-avellani,
.-liii-jiji.
valeva
vita
erevil.
ri'iu..
Un
liudiciA
Ptni-eritiii.
Azuri
835.
DtgMnd
Dy
mente n
patema
la
del
padre.
Cosi
I'
nomo,
assui
pi potente
il
Lo
di
ut fi
l.omlinnln.
'ju.i-i
l.mnl
<;ii'rli;i
provi)
della
innlilc
l'atto
mare
al
.juoli arti
Ii.mi
fi t
appello
sotcorso
il
servilo
a' ilistor'.li
il
Visconte
ila
non
non
t'intani, titiiva
amalo
le
con chia-
imperatore.
con
serpeggiava d'attorno,
<pieir-a*tLlta volpi'
h)h-I
I )
fiera
ani
cji >.
tipo
comi-
d'I(al>.
volavano durali
Tram,
la
di fargli
off.'
ecclesiastici
d'ogni parte
persiani ore
stremo, 1 ap-
allo
maggiori, OSO
miiiiit-uiosn.
Bologna.
non
perche
mal confrontato
tu
Matteo Villani,
3 Haeri'licns
au
rlacalii
Fiamma,
et
1.
II cap. II
por
II.-
]<ute
eoi.
1046.
was
tti..
Imi!
il.
noli'
suoi
open;,
lib.
ei
moiuei
condennari
IH
pbniciem
moni
"Jdlm Viacnnii
Ciir>ii':m.
ne' concepimenti
al
un altro ancor pi
mantenere o perdere
trattava di
si
Arditissimo
virine!,
(if
III.-
durissime
proosnmi.
Wall
limili
fogstil,
Galvano
Uh
miglbv
l'wrtiirj,
unii
Oigiiizod Dy
por datagli
dall'ai
dispc-
Persino
re di Francia
il
si
grande spavento
nativi dell'arcivescovo, a
ili
della signoria
Buduted PeUnrcb.,
mulo
limili' in
dw
t'aviilo-,..
i!i
rfapoiu
li'
ilipijL^itjm
1AJ, uj Prtnmt,
Malico
'
Villaoi.
iii-ani..|iti-
nniri
concini
il
contessa
di
Tornimi governalo^
ivi
pajia
urli
lii-iiCiiv.
piT
sanili
limilo
-L
iimi-eva
Iisujnn-,
lii
i-ili
il
]>r<i.::imi'>
1
p.ijia.
eoli
;n.|
In
pailiv
i-mimi-iili
aiuril.
,.
I:r'
doni.
olire
ili
Viilnin
pt-nniiraiv
la
rkonriliuiiimLi:
l'ordinali
ia..:ilo
pupa, ci
pur
ai
N'e]
piiivuli
ini].-
eoiitiiuiti
.!.!
>
In
liiitp.irali
bui'
-i
granili
mi
|>i
[rullili.-
smeltiisse
i
suoi buoni
VI
nemico
Naturalmente
buon animo
di
un momento che
scovo era
poeta
d'Italia,
la
le
e se
all'
Pe"rar<;i.
il
l'
aveva
arcivesalvato
aveva
italiano
giudicalo
scri-
tiranno.
luaeiiili
della
inflllu
da un canta
Repubblica floraituu
Lettera dulia
il
sauri
riti.
r;u-ct>[[.1
riddili
le
[liaiiinc
Filippa
c,
La
,in.
.'issai
da cos pericoloso
l'Italia
Visconti,
par,-
d'Aprile 1353,
vide
lo
Fioren-
I.
varcasse
"Fremer
.li
Clemeim;
anche
vinto in battaglia,
iliploiua'.iii.
Da
ri-
fatta, e
i':nii|)iii>[U'
Inni.
1'
pace fu
Alpi a liberare
KV/.7.H
ii
in
Bologna.
filosofo
il
penisola,
vurc
intasi
vincitore
onori- gloria
la
Poclii mesi
in
il
questo "scis-
in favoli: di
uffici
di ri-ancia..
tfr.
eoa*
Petra pi
Il
i'ie,*i'Ili.
In
'
l-/i
tie<
ili
Frauda
rito di
F.
il
rr(i'ilin/'Wir
1.
Maiz^-i*,.
ftm.
titilli
Velli
kl^'llil
(Ili
monti
]'
stili'
Ati.iirilli
j.id.
permisi
merlili
e guasti.
lu
il
quando
ci
incendi e delle
stragi
ijini, ulti
ri-i-dt-|-j|li
codazzo
la
N'nl li
i;i
5
le
L' ri i! nl'-
fari,
di
11
rliuiorn
in
fioren-
ima dura
let-
appena
Petrarca
orrendo
Boc-
il
ivpulililica
al
Visconti:
del.
mento, lo
co. india
gli
elogi
"chi
ili
,|,J,^,
l.li,
XVI
freno
ttii
li
,i
(1,1
a'
di tutti
pi
in
si
vizV,
ina
poi
rimproveri.
Itcccmiiu.
Moncghclli
'
si
Gli
pubblicato
ti,
l'ade. 1810.
La
fam.
Bn,..i,tii> in fjui-Hta
alili
il
potrii
un tiranno colmo
prima
di imi
iindupe
dell'Etiopia,
glielo
olii
di
ra-
Petrarca scagliavi)
il
tk'lla
miniava
all'
indirizz
,'
il'
al
muli
tanti
tutti
beivi-
Padova accolse
in
trli, li:
clii'
mise
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ln-niiati
altre
Minutagli,.-
li-
aiiil.asi-ial,ji-i!
lii.ici.-ai.'
rimproveri,
accusa
iis|!i'iii>
tra
le
.lmm..
capanne, e
lii
invettive che
le
Visconti,
il
E
ili
All'
volesse,
inni
Queste erano
tera
pasturi,
li-
lil|ii
IliunJii-i
rirali
tl.-tr .\
....i:,
udii, ti'
i,
caccio inviatogli
tina.
-ni
gregge, Iuguli
rli
di'
piidrnnilii
[il
ed gazati
Insili,,-!,,,
l'i,-,.,!,.,
], .Hiiv
llrimelii
ne' deserti
cootto
fin
i-iunpi
delta
volli
Umilili, ,l
,lii-[ii. i-m-
ili-triilii
|i;,s;-l,i,
Kiirii
iCrillami.
tli-IIe
unghie
enne
1,-lti-ra
d'un principe
rinfilivi;,
elle
dava
pure
ni
unito
Petrarca
rraiajdi'i
70
rispose
non
il
Petrarca,
us cogli
gran peccato
quel
in
altri.
ma
smora;
trovasse
ai
jivoUiViilnn-nte
Sembra
pi
il
visitarlo nel
che
per)
1359
benigno e sapiente
un Galeazzo
solo Boccaccio
mal
la
pi
che
la
gli
rispof
Pet
del
campo
arcivescovo,
Visconti
a'
Petrarca aveva
guelfo, e
non dispiaceva
quasi
tutti
suoi
doveano vedere
questi
di
fatti
le
anc
tardi
ad invito
in
e un Bernab.
amici nel
per
certo
venne a
non
chi in
se
tuono
mite, secnuclo
peramento o l'intrinsichezza
la
clic
chi
Italia.
in lettere
In-
acerbe
avevano
col Petrarca,
Oiginzed Dy
71
10
si
amico,
illustre
il
il
reggere
mal
il
fatto, se
degli altri:
fa
ci
Dio voglia
lenza,
poco danno.
no,
ne pensi,
io
che pi
clic
tu
sono
Se
non
ri
;;fjiev:i
(!;.'.
il
nostro poeta.
Il
Desiderava egli
Kneva e unita,
l'ubate
del
Un
de
R.:Jr
Sade
ili
l'Italia
e pi ancora,
mondo. Avrebbe
smihi
'
un animo
con
le
die nulla
tranquilla
Roma
felice,
capitale d'I-
desiderati! the
ma
persuadersi
a^evuluie:]!'.-
vio-
Giovanni, una
forte e
farti
l'arcivescovo
volta avvicinato,
talia
eot
conviene senza
ti
il
Un uomo, com'era
io
^i;i
Petrarca
e gli
11
Militala in
tale union.'
fnuiron- dal
<,u."i;n
r
Voi. III. p. 311, da un endice della BbHoten
ili
Parigi,
1.
r.
:i
li,
TI
per opera
facesse
(.'ola
Rienzo,
ili
opera
popolo, por
ili
romana,
pos.siliilminto
[><-!-
caldo
il
voli rinascenti
lui
lo
In
tnlinnn
parta'giaiv
fedeli-
.>
speranze e
le
in
pare
'i-nnijiiilllCi
Li
i'
Cu.'
preferito
all'Italia
i-;i|nln
clu
dall' ui-
loma; ina
erede dell'antica
disingannato
:
r-gi ia lineili
ili
Roma;
abbracciare
signori
cittadini
valesse
disegno e
tante-
>
ad
attuarlo"'
Il
Visconti soltanto,
arcivescovo
I.'
signore
d'Italia
aveva
listante energia
farsi
audacia
ori
di
:-a]H)i'al
ili
ragioni
'poterlo
Italia
l'are
il
presso
rli:l
parte glnU'lliun
volere sottomettersi
molle
dimostro
col
nome
il
di
liti.
il Italia,
comune
e
di
Firenze,
il
II.
nip.
ac-
loro
confer con
com'era venuto
con
tempo da
La Signoria
Visconti', indefesso
il
fatti
nemico
instava
a'
danni
GuclK
IV.
Digiiizad &y
procurasse
l'Italia, .0
l'udova.
del
"devoti,,
dell'
Se
sosteneva
tal.:
l'urine
tefici
religiose.
a
la
-la
propria e di
libert
armonizzava
de' pia
nemici armati,
le
eman
per
ti'
pon-
ispirilo
anlisi-e
c-cmiaic alcun
come console
frcolnri'seo.
delle
fautori
caldi
por ijjjjiosizifjno
faccs-si.
l'i
suoi
il
clero
rispettavi! (Ini
coli' arci-
Il
uno
era
i-elisio"'.'.
a' cardinali
dominio sopra
ni'lrio
clii
'lei
tirannia et occupazione.,
difendere
pulititi
devoto credente,
di
continue
cose siip-
tiranno,
ri
(li
suoi
altri
li-
pessimo
piani
degli
le altre
indulgenza plenaria
questo
contro
"vugliirmlo riparare a
tutta Italia.,
e tra
Verona,
di
Ferrara, e
Toscana, contro
.-
concedere
militando
Signoria
A rei vescovo;
volesse
morisse
la
Marchese
I.Din lardili
di
-invasioni,
jilicava
pena
della
pubblico
nes-
nnlajo o simile,
scomunica
di
prender
H vedendo
ilare
ile
ganti
comand
elle
anche
si
piii
caricati
App.
Vedi
le
kllcn AeBa
pelle
Signorili
/lo/inno.
l'atti
l'ini-
pi ele-
vestimenti, non
secondavano anch'essi
chierici
ina
de' henelici,
pecuniarie
pqbhlicBt-
solo
ma
coloni
ad
Voi.
si
che
VII.
74
s pranzili.-
Voglio credere
('Ili-
piTilk'
aliiti
gli
t-
gingilli.
simili
ma
cappucci, o
ili
adornassero.
fosse
riforma
sulla
d'una
piii
si
IVtmrca min
il
csayera'.ioni.
siffatti-
i-lesiastici
de'
volta, e pi ti
con
inteso
costumi
ce-
veceliio,
piii
spesso.
E,
lettera d Luciferi!
tanto
allora
creduto
fu
al
questo
autore
pontefice e
scalpore,
caddi- a
lasciata
appunto
coincidenza,
strana
arcivescovo
questo
prelato
famosa
delia
che fece
cardinali
a*
posta in concistoro
ln-lla
Villani,
un car-
ila
fit
creduta da
egualmente
opera
taluno
improbabile
l'arcive-
il poeta. Troppo
politico il primo che
d'Avignone faceva ben altra guerra che di
scovo, o
curia
troppo
tere e d'ironie,
Titillo-,
-.Sin-.-
libro poi
nei,
ina
prudente
grande
eon
raecoijieca
aliiilanili ilo
a' posteri
poich
secondo,
il
senza
cautela,
nini
allora
ma
Petrarca,
del
scrivesse
la
"io
'
alla
let-
elle
le
appiis/imie
iiiL'iii]
sar
iuia-
morto,
dice
il
innesta,
io
sarommi
gi
in
porto
come
rfr
' l.
Gioii!,
II
n.
1853.
Hip. 48.
Digiiizefl
by
di Planzio oratore:
fantasiine.,,
nella
che
differenza
colla
bolle
ilelle
colle
[liii
messaggio
il
non
papi,
ile'
li'lll.:.-
odiurn. limi
UJllJ.Jlili.l.
UE
rumlnili
in.:?
Min
Olir
multai
qui
viniln-t.
in
l'ai
Sin
in
l'i
.1.-1,1 ir.
IIMjl].iiinl.
Rinvi...
lutili,
Iiic
ivrilas. sii
Comkus.
il
.>ill
s;n
uf
rll.
rninwi
l.
il ili
iti
in
luto
.mi
nilii
papi e
llUlill
ii.ivrit.
il
.1.-
Illic
l'ili
rjiii
[limi Plninij
Clini
'jllid
urli,
ucn
-iilicci'h..'.
Sii
i>st.
licci
navigai,
Ii-Liuri;rr^u-.
Cu
umilili" Inni
unitati-
nf-lln
ud
iiiujiii
l.'iiui
[inti'si
min
ra
.uni
IVlnirca
illli-1
|H|.<|-
Illllli'lil.
:m>miih
mini
iniqui:
trmliili.
iaui
lilicllim
sci
il.ii.li.ini.
lilJ.-
[uiu-ill.
vii.nu
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cono.ice.isi
i-st,
l'ili liiillcii.
liiin
..Ili. 'VI..
.Ir vivi*.
vin.Hci
che
iiur'::i]i
nirlili.-
r-f
lllllll
iisi'iiulni-.
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jilmvi.
murino
qunni
]i:-mi(i-iji.
r.-.|..i:i*ii linlii-iiiil
Antriium
lumi',
furr
'li
lodalo sarc.isriraiiiriitr
Ir "Siiu-
infernali.:,
tessuto
li
rjUA.iailum
un
chi.'
cardinali,
Lucifero molli
di
lettera
e persino
parodi a
le
-il
r.
larvas lu.l.iri.
ubi
illns
liuii
riTlamf n.
Di-ii
indire
TMo.
riguardo alle
assai pi vaga
ma ben
persone,
pii
contempo ranni
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gli
ni, a
-.
.-li..
n.m; S '.i,
(
ili'
l'i/i
llr-'
llll-lli
in- a[m|-3,iiui
il.'il'
Inlk-rari'
razioni
lib.
rhu
II.
il
ipiiiviv
llr
qua
ai
Il
si:
nilimr
1
sai. -il
ne
i-i
l'ai-
pniiw
li
lor.i
p,-r
|..-|-
"
iml.i-m-
limili" <-lpi,-
fu Irnuli) j'ojwi:
Ili
ili
ilii-ili'
pi.-l.-ii
e. .uva lui
t.
lljllTlnilllll.
S.-il
(un ti irai.
..
in
il,.
Sliithr
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de' pudori
vii!
Man,,,
<:.i
Mulli-i.
piTihii-i-M
~l;ititi
maiiili-hli
tlir.'lli.
nuli valili!.,
La
^lllt.l (.'lllr-il,
imi ni renili
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jllii
dilin.-m-nnina..
rollimi
papa
In.
ai-i-i
-il" ricini.
(li
.li
uni
linuimi.
siilio ii
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|.;i.-1,>li
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imuiii
tutti
i,
Villani
al
NYiii'iiliiirgu
"Br
iiailtii.
iiilimiila!,-
t.-ri[H,ir,,
t
n,-l
Ma
48, del
rap.
|ir,:dici<-
doec*-
inni.
racrniila
,-iiiiiinntiis
^i.
ni
,1-11,1
lil, ri-
\mJ.
iarea:
papa
p.-i--
ilrtitn-tni-.
,
rrtitir:iri
4." Vnl.
[i.
281
77
XVI. Vi
si
come
lodandoli
vzi,
ivoriano
metter
pace
avete distrutto
regno
il
deggi,
mia
pi'i-i-iii-
non punsi
pace,
nazioni
le
viv^
grandi!
volta
deprimere
Lucifero, e
Fngano corno
e
di.seonlit.
Ir
impero
l'
ili
|n'-f
tra
mantengano
nascosto
di
miitiimaie
venuta dell'Anticristo.
fecero sinora di
ma
numerano coli*
si
chierici
della
paratriee
re,
"(iii
romano, e cosi
igno
gran-
per dominio
e per
altro
voi,
h|
jo^I larvi
di
qu e,'
fluii"
Anticristo,
Continuate
pure
favor
in
scritture
vostro,
mente e audacemente, e
segna contro di
voi,
Cosi Lucifero,
se
di
con sentenza
ma ognun
Chi aveva
Forma.
mine
eimie.
la
di inai affare
|j.
l.'cplHliih
del
Wolfi
800,
In
"[
sapete
il
di
torta-
predica
in-
scomunica op-
vede che
coraggio
sesta e la settima,
principali, e queste
il
che
commentandola
egloghe
ne' vizi
allegando audacemente
qualcuno
tra
le
"Sinc
scrivere in vita
dove
capri e fem-
le parti
7R
imperato!
Germania,
Hi
avrebbe
l'etrarca
il
come
in-
al
bene
erano
("dove
immaginare anche
polliti!
"d'alto dittalo,,
accolte).
dispaccio
questo
chiama Matteo
lo
Ma
Villani.
per mandato
chi1 probabile, e
meno, che
fece tanto
Visconti
il
la
irarea allori
che
reconsulti e
letterati
nictli'va di rifornirli'
stringere
efficaci
alla
fratelli
lotte
Divina
Visconti
tra
il
in
a'
quali
a'
com-
suoi procedimenti
Tra
alleanze.
Lana
per
intendeva dare
Viscon'.i
di
f.;li
alle corti
chiesa
colla
lotte
il
gli
commento
il
tkimmedia,
Avignone
al
fu
Alberico
altri,
di
Jacopo della
ambasciatore
tempo
delle
de'
difficili
ragguardevole
ufficio
grandi amici
5
culi.
migliori
Storto
si
discepoli
,M
Diritto
Ramane
Petrarca.
ri
AIUo
Eiv.
52.
cfr.
i-
8 avi gay
aialini all'anno
135]
o Tirobnschi Voi,
accadane
11.
pug.
347
di riparlarli.
Oigiiizfid
by
mancavano
dell
ira
alla
altri.
l'
tenemmo
parola, e
l'
autore
di
da
e favoriti
in incori Ini
cui
ili
tomba
soldo
torti;
;lcj-
di
guissola
sulla
lui;
lo
An-
dell' epilalo
de' gannirei,
uoldi nuore.
alla
corre
insigni
l'i
avveniva
si
areivesCi ivo
liei]'
durevole
ollVi rgli
elle
una
Petrarca trovasse
schiera
u con
lui
de' suoi
nomici
<'
ila
cari
invitava
1'
Italia
frastuoni
studi,
a
;.
gli
ora
ari eci
pare
pi
a
loro
suo talento
importuni
la
inmiiiii
d'Italia
citta
soggiorno;
grato
il'
alcuni di
Nessuna
amicizia.
|>iu
il
ln:lla
e dottrina,
talento
per
-diligesse
poteva
teneva
visitili uri,
sfarzosa
splendide
corte
leste,
Quasi
l'eirarca fu
tutti
ilei
consiglio
clie
Visconti.
il
Petrarca coprisse
mai
'
1
iui.!H>
leit.
Cimi
:,l..:il<-
Cliu-ilipi'
cosa non
si
regga
Petrarca stesso ne
iiiuiiii
come
tale opinione,
ili
XVI
!ib.
per rupcri-
Sa,i
['rai.fls setti.
il
menzione
11 del
il
ili
dubbia,
ili
il
i|uesii>
l'onsidierato.
Non
il
fan,.
alili
umilissimi iiudir
Timi".-.'!.;,
il
Il:il.i-lli.
il ti
il
sii-
Ginlini, !
i]
80
Ilncrnei'io,
Leonardo Bruni,
nini
Seniore,
il
ViM'inu,
gratin
i-
curie
'li
persona
il
cl lr
|,
ii'V-c^li'-ii/ii
i--.
il
Aretino,
)oiin'iiin)
-I il
ii
i-i <;i
i-.
questo cousiglic-
di
alleile
in corte
molte
'
li
182fi
tifi
i'
(ii
imi
Mar-ami
ibi
disponi
nella
ilei
ini ni i-n-,
Rime
ni
scrittore, e il
Tempo
ila
riguardo
in-lb
Hil.li.il.-ra
di
tiiiim,-,,,!
codiai
Il
Vita Merlila
coiticiilo
chi-
min
il
senese
(.',
ai
-ri-
legge
iuL,
V,
>.
il
vrrtosii
pini
Trattato di
epoca
d'i
sig.
Riiuingiinli
prof.
"
il
J"
l'aulir.,
|>i
Oiuatu
mm-
Iralnitina
Bologna, 18G9.
con
dell'
lii-llu
varianti
molle
e
di
ni tri 11
Automa da Tempo
do Teuipo
CCI.XXXVIII
elle
Roma,
ili
all'
'Scelta,
dello
ami
Volgeri,
per cura
segnino
Siena.
all' e vidi
(.'ai
Delle
Ines
in inhni la
Vita
fodioi!
di
ri-laiii(iala
iliilioslni
rntiiri-
Antonio.
data
Ma appunto
(ISIil).
f ir imi,
altre.
oo-
il
in
alla
vcuuli
iruv' litografi
\~.
!!.-
prelato, non
[joli'iilo
Vernicilo
arci-
Li
quali'
il
ilnl
'
stato
le
t'osse
ijiie.-ti
Petrarca e
(...!
po.-Mi
aulic-liii-i
che
fieli'
profiiiMJpi
-cri-.^i-
questo niicm.
ili
come
tardi,
i-ato
il
cenno
alcun
la
piii
in
ma
Visconti',
ilei
inililie
lini rai
il
IVrrarca prima
ilei
Villani,
inni
non Vergerlo
Pulciitont'.
L;i
di
Modano e
HiUintecn
Ci inni ufi lo
timense
quota
Uamniiuito
copili
di
Digiiized By
trare,
ehe
il
morte
alla
succeduto
Giovanni
consiglio,
nel
ili
anche
de'
allora
Popoli
e'
voce
fosse
gli
narrata
tal
cosa.
Petrarca),
mi tenga
che
fa
raccomandato
Signore, e se questi
dopo
il
suo
al
morte
la
Non
creda.
vi
v'
campar
capace,
fossi
non gi perch
limosi!
chierlinnlu
ne
ma
cosiffatto;
servire
perch
de' miei
sembra
il
affrettare
e forse
mio
il
'
la vita
volessi, se
un signore
qui prenderei
Da questo mi
suno de Visconti, in
a ritenere
clic
lini
CCCXVUII
Mu.dri.ili, et
In Mito
Agli
dello Hiiigriifm
line
Cod. Mudimene:
qunle mino
contrario.
il
porta in
leggo
X.
mi po-
di
ritorno.,
di
non
io
consigli
assolutami-riti.- in
ma
che ne rida,
non
[''iuiln
amici
dovrebbe portarci
malcontenti della
hi
slenu
e]
Sanciti, et.
XXVIIII
CCCLXXVmi
scripln di
mano
din
si
ri XII
Capitoli.
Francesco
ili
("t"
finita
di VI. di
Mano
di ine
di Cliinnn di opra.
'
Lib. leu.
37
l'or.
(rad.
FracnHHctti.
di
Vnl
s'
avesse a
ijiialilri
mutar-..:
iIi'IIil
mi
intera
di tutto
iii.-l
dilh mia
eitorc
aggiungi'
i-ins,
poco
vita,
sempre
nella
guisa die
iti
Petrarca
ebbe a
mio tempo.,
'
"ohe
asserisce,
nella lettre
ma
molti,
a'
Posteri
il
dall'alto
ritrarre vantaggi
nessuno.
fastidio
Di questa
libert
egli
tanti,
ufficio
siglienti:.',
distinti
vanni
iiiii'urta]i:i;.-i:ii'.i
[>:'r.-ii|iaggi
'Iella
nuli-
dopo che
contei,
piantato
U
cipi
tifi
di''
consiglio
il
Inltii
consigliti
il
di
mento
tale ufficio
gli uffici
solenne,
iri
affidatigli
il
Lolt 11,
ma
ll..
le
lo
con-
da' pi
tjin-
quali a
Comune.
Ben
Petrarca.
volta
rispettato,
il
prin-
lo
ono-
tornava loro
famoso, auto-
erano di aolito
di arringare
deputa vanlo
stranieri,
e repubbliche,
'
un nome
di
valersi
ma
Lo pregavano
ambasciai.
il
mi
ria
generale del
cbiamassero a
revole,
forma.
ailoi'3
Yi-coiili.
del
tome era
tenuto
da un Pandolfo Malatesta,
de' Pepoli,
popolo
ricevere
in
di
pura
un mo-
principi
XVI/an.
OigiiizM &y
jxirtanxa
cimi' ora
una
deva
Petrarca
consiglio
il
mal credulo
i-ssi
avrebbe
mai
dir
stato
rli
iivrrliljk'i'u
affari,
adatto
accettato
rieliie-
credo
vi
nh
il
il
Petrarca,
un
incarico
tanto
Chi
caso egli
cli in tal
ne l'avrebbe
e.
ma
privati),
avrebbe
l'atto
non
anzi
non
solo
il
possi-
(-L':1[-, !j:.i
il
:j
eoutrariu:
avventura
ii.i
in
i^iiii rL-uri-zza,
Ho-
Volume
di'l
DaterolinimB
ijU.
mente
lli.
.-<
Disi.
di
OiLiimvr.li
isiiririii:
ii
una
di
lettera
min
il
2.
S.
.*<>s|n-tti>
6.
1858
iiianjriori
me
cosa
iriii-ij
del
lOii-
X.
lessi
dal
i-
la
datai
ixiiri'iilii-
l'i-Irurni.
poeta
ra^tmiiidi;.
li,.
flussi;
Luounrdo Heccanuji.
Bernab che
dnr
1388,
finco-
qii:ili>lii-
jiuljMinitu
eliarissimo
lun-
uutn.i-
Andrea
di
{t-Iiii
ili
oggi
Mantova)
nome
fusse
il
segretario
sigillo A'
una
trovarsi
nome
i
Irltcrn
nel
del
viscwik'a
regio archivio
Petrarca
in
ufficio,
Ippolito
lettere
il
la firma
de' Visconti
queste
il
[jotri-blji;
firmato
dove apponevano
ma
sono
consiglio d Stato.
poi
lettore,
eh' egli
lont.-itiii-sl
mi-
III.
PETRARCA
GUERRE TRA GENOVA E VENEZIA.
"Gii
pi-i
il'
lioiTiili
Italia,
inaiii.'
l'altro
-:
i
Impero
t ;i
il
dillo
due popoli pi
!..ve.
i:i
quinci r
i|iiiu:li
Mezzogiorno
vacillante
Kiininiiii,
il -:
pia
liiffin
al
ali"
ni^i. fMi
ni
I'
Italia
li'
due
ii
parve ver la
llcll'
ionici ninnile
Settentrione ed
Ponente
poco non
puro
potenti,
pi .^ilrndidi a>[:i
ginditio aicoiiciaiiicntc
mici
:lcl,ititj:i>.
I'
che
natiiiii
collocati,
Levante,
ni
rivolti, mcstr;,tti-
d'usi
difliitto
ni
coin
tutto
signorili
.siili;
impudente the
Uh. XI.
1.
leti.
8 fam.
V.,]. Ili,
sul
p.
^:ii
giaaimni
laiun
mare., 1
53
!rH d.
del
Frncaa-
86
io
vqjKl.Uirh.'
potenti
pi
(ine
Per questo
all'armi.
reggiato
Greci
spremo
d'
Europa
venivano
Romani
Siracusani,
Cartaginesi,
italiano
cuni;!
aggiungendo
ili
ghilterra,
(.'antese
l'
ali
antico
di guerra.
al
Invano
papa
Alessandro
VI segnava
formulata a giorni
il
fantasia
llu'to
di
un
senno politico
"mare libero,;
duramente che non
la teoria del
meno
nostri
la
sul'iiisinKlu
logica e
la
fatta
tai
fatta
di
Vei
meno cruda
rispetto a
Di
era
dall'esperienza
3
a,
ai
combatteva
doge veneto
le succitate
guerra
al
che
madri entrambe
tolo della
l'altra gelose.
de' se-
la
di
patria erano
arditutti
Pretendev
Oigiiizfid
by
de'
commerci e
signorie,
dello
ne' porti,
collimila gara
in
vavnns sempre
[ire.iominiu,
di
in
lai
con l'aloni,
loro
ma
clic
Turchi
Galata
stessa
nella
ori
trami >c
nemmeno
tardi, e
gelosa
GnutauiuiU
-I ^[inniiiiiiiii
iTrer ndia.
lei.
jinri*
miilri
i-I
ii.'iiiiilmi.i.
Aivi-iUitmt,
lli" l'Ili.
mal
sobborgo della
nel
errori,
rispettata
rijiiriiinliu-
.-si,
'
flliwilt
vi-I
trionfante otto-
poteva
tregua
omau/m
lb.
Mri|ili.ris.
iilr.ivi.
V.'iu'li
lllHlllllilH|l|i'
il
se pace
i..
chia-
pochi
di
Stick*. 1 Voi.,
p,
130,
ni'i'i'[i!aruin iniiiiiiiriim.
ut ilirluiii
il
quand'era
Berr
qiiiul |".si([
co'
tragittavano
due repub-
es-
miirmio
per
loro
pag.
per
mercanti
vennero a
s'alleava
bastavano pi a ricacciare
presto
Genova
combattevano l'imperatori?
iiironolihero
La sventura
via
Tartari della
ivinilil, lirici
pi lardi
Genova
soldo di
al
Bosforo, e
capitali;
bliche
poco,
wi' Tartari,
li'ff;
Turchi;
per
vera
prigioni
far
e
fini-
ir
ili'
patti
faceva
gii
frali cri
rivali.
la
quando
porti d'Oriento,
rio'
prominenza, tro-
di
di
i|lli
il.-
r, 'iti ,1
ni
luvnlii.. iiii|icnjrjiic
mimili in ruminili
!!i'iitii!
.'l-lll-i,
n]>iul
L.Uliri'1-
i'Vii.:a.aruni
.[
i'nl
tulli
mini-
m Ninnili
l'ili"..
ll|[l|U|llll
ni|>1uliiii
ri
i.'Sroll'lll-
itimela,
sa
anni, furono
; 1
1_-
Genovesi,
navigli
l :
VL'iioti,
allora la pace
pestilenza,
che
lando ia
vera
iti-aggio,
comprendere
armi.
involvcsse
ma
che
in
armi
governo
saprebbero
mano
simi in
scampate
narono
al
a'
Ma
nemici.
con
Erano
inteso
il
cosa, e riavuti
cose in tale
stato,
tanta
di
il
di
con
due
moltis-
colle
('.-,
soli
Fu
mari
prigionieri
le
rinnovarsi
ne'
Genovesi
quattro navi,
Genovesi
^echeggiando ogni
farsela
pe' Veneziani,
salvatisi
facesse
addivenire.
forza
fu
fortunato
temerario ardimento
legato:
Genova,
per questi
tempo
stesso
ori
dissimual
di
privati
nello
iliniegata,
all'
commiscro
il
incontro
primo
Negroponte,
lraiasvaim
i.
do' fatti
soddisfazione
chiedessi!
coli'
portata
non
accuse
nelle
ilrll'
a Gaffa in
incontratisi
li
Veneziani
galee
mari, ritor-
im vndiamiu
prigionieri rifecero
quando
guerra,
il
Petrarca
profondamente
'
Aiii>,-i-|.iii.'
1
JB74,
MDNXSIX
p.
744.
Francesco Vsrdiiolti, Di
Folti
Vaut. In Viaieli
aso.
Si gdiiii.i h- Slori,,
a del
ili
V.-iinan
tiri
111.
Digiiized by
gado.
Non aveva
tre
che
c'
tempi
straordiniiria.
fallano
stessere,
Pelrnri
uri
Desiderava opti
inni.
nel
un giovane triestino
iiinisin.in.
ili
In-Uii
ze
nini
il
del
nutro
dhmmrn
Me
viaggio
di'
i.'
Cupo
degnissime, no
<i'
elle
1350.
viirrrliln'.
venir pivssn
il!
il
S. Giulio. Per.',
ijni'lln
K.kitltii
un
:i
Istrin
regmi
Ini
a
nini
loti.
3.
In
essa
in
ilei
il
Viuir/ia.
Trieste
l'etrarra invitando
l;Il
"dove
dnliiwiin.i
\>rn\
per
tempra
pni-i-
letlcre
di
di
clima.,.
che Spirava
Il
sua
concittadim la
fiducia
la
fedele
visse, e
sua
la
sapienza.
precoce
mentre
dopo
anche
panegirista di Ini
morte, tesseva
^Rieplende
gegno une
tonta
in lui
i-cW-e* innalzato a
tanta
ignora a reggere
private
sommi
in
le
conoscenza del
il
distinse
saegli
A'
diritto,
sorti
in
molte
combattute
battaglie
d* in-
e le pubbliche cose.
la
altri
men-
miserabile
Arte nessuna
fortuna.
l'eloquenza,
altri
ingegno
animo
virt d'
in
a'
privato
causa, per
ri
oliti'
di
li
nvt'usi;
Aqnilcia.,
rtu
I'
ila
Coti
umilili
umiri'
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visi In
dei Pelrarra
-il.il-,
inni v,il
il
li'tmra
i)5|>itiiri'
hi!
--"li
Petrarca,
nulli
il
min
|-rnndo
uni
v.Jiiln
Trinilo
ili
u in
pocln.
ne]
In
Tinnivo:
del
n.inuriru
(im'i
ni
Andr Dnndolo
di- Triesti-
ii^ni
muil.i In
34) u enei,
i-v'lm
-ini.
ri!
impon13S;,
OigiiizM
t>y
che
cosi
di
la fetta
ma
finch viva,
fatica
pu stancar
non
ha tempo certo
di
veglia
rulilwro,
dai
scudi r dp
virtiiusi,
vostri
corpi
sondi
.uclle
vi
coprirei
sulle
abbon-
splendida
uU-emilo
Imi, e iuse^uiri-hlieni
di
altri liberale,
et che pi
nvi'eliln;
]wrti
che pareo,
sonno, ne
di
davano d'uotnim
fiorir
pi ancora avr
Nessuna
gloria.
il
hmh
flutti!
di^li
i
l'ug-
combattere od n trionfare.,"
ili.]
(Jtl<-*u>
Tnmn Xtl
Lil,.
pus. 61.
"Ne
di
XI.
si
li>j;s>:
iieH'i>n K iii:ile
rw-rotlii Mllraloriann
leti.
8 /<m.
irmi,
del
su] va V,.jn'Kn:
.'
elogio
ilulla
irli."
ipieslii
elle
.
*i;
parli!
ili
ilo'
tal
K.
imi
/.
alla
]i!ij!.
IO
.Vcr^lwm.
XVIII) scrive
[ialiti
rim
]ierisi.c. resili r
ila,
i-
mi
|ioIism-
tulio li parie
32
"Dovr
sentire
Italiani
io lacerti
;idiini|iii-
Ri sponde mi
ed
sali:
diurni rivolti
allo
Oli
onde
l'ama
elio
uni
tiranni
dove
al
membra
doge
stesso,
i c
non
si
l'
pos-
menaun
in
tiranni
tenta
del-
In
madre
ferirlo
li
ii:]po?.-iiHlc
narra invece lo
[Unii
belle
ni
non
le
conosci; va pi debole.
lo
stringessero
si
dei
dell' uccidenti:,
gli altri
rivolge
ni
l'amore fraterno,
gli
Oriente chiamarono
Poi
il
vantiir
tutto libere
al
l'
dovrebbero,
la
dico
ipirmtu
di quelle ire,
carit
bile
invili tn rnaii.'
hi,
che vniei-ai
replicando
io
callo noi
fui
d'haliaiii
jiiii
Italia
li^li
gli
^ll'allro di mi.
sono e
tpial
alla iiilelicisshna
stilli
venivano paro
germe
mina
.1
pu limano ir
vederi: a'
d'Aragona rcecnfeiainto
dell'
c'intiMItn
il
de' giovani,
lui
vecchi al
primo
mentir coitipasFrione
Gli
poeto,,.
(11-!)'
ingegno
del
poco
dogli
s'
quiete
delle
le
-A
siglio,
l'
Muse.,
io
armi e
strepito dell'
tenia intimorirlo
la
i'ap;.n\-ie ni ali-
a te esser dovuta
In
deliri
i.-.ipo
d'orai con-
etti
11,
del-
euro meriterai.
Digitizefl
bf
sp quando ci aia
nome la connine
meglio -Inni
([.'inolio,
elle
i-it
tnii[n-i;rrii,
ed
buon
turbe
alle
clic
he non ipltilo
i-iii
eon ai sitarle.
cosi continua,
ammonire e
tra F
supplicare,
il
d'insegnargli,
tempo
i
forse
pi
avvisato
fatica
quale
al
avrebbe
ma
antico
di
solo
tra
il
perdonasse.
si
compreso ch'egli
liano,
1'
sempre
ridonare
all'Italia
Cosi pensava,
pubbliche
tutto
si
ci
nioiki,
.jmiil
p.
il
inverno.,
Dirigi
leti,
consigli
Dandolo
il
che
al
urlimi
Minili!, un
stesso
citt
sen-
il
due
re-
rivolgeva
piaceva
Ietter
fuma
non
di
gli
est. orniti
[il. rii|i;,-
tortini
wuwnlis
citala.
Ma
delle
Petrarca
quella
mitltisijiu' miti'
ni
Petrarca.
il
probabilmente
"Perveiusls,
non putant,
all'Ita-
una
d'
sentiva
Forse
rividi.
mente
scrivergli
agiri!
l'antica
cob!
interessi
al
un
in
non determinava
timento
nella
particolari
guardava
sperando
ma-
infinite
non avrebbe
Stato
di
Era forse
'
solo
il
politico
terie alimentavano,
uomo
piii
anche
era
getta
veneto era
che
contemporanei
ma
Un
doge
il
nini
Anche
per
Dandolo amava pi
il
se
per
sua
la
la
ma non
Venezia,
d'umiliazioni: conosceva
Amava
pure
egli
le
vuoisi l'osse
primo
il
onore a
tra'
cittadino e
riformare
il
tutto,
grande
il
studi dirgeva a
gli
sapere
adoper
legale
la
dal vero
doge avanti
pr della patria,
alla
Malombra,
ottenesse
che
Veneziani
tra'
lui
laurea in Padova, e
si
occupazioni
tranquille
annoverandolo
Ma
batinfe-
lice di
vilimento.
patria
prezzo
la
taglie e sapeva,
pi
compiuta
cittadine.
Gli studi
sua Venezia
glorie
delle
la
li
geritori
fiacchi
di
consigli,
prima che
letterato
si
sentiva, cittadino.*
illsia
"Il
il
rniu.fu
prillici
rifrtiri-
di:'
((et
Vi' tibiali.
Wiulsm
ili",
Morun
Nella prouuionii
mi
tli-.iii-iii,
aflVcliJ,
.nini,
iiatltis
ijii.nl
Ululo
ri
tpiid
(jliiriiiBiii
ricini
nm
-.trulli
l'mnrntiiu fauni
li
lnurRl
1:1
al
|>intTnliliiti*
[ir.
.[insilimi
[.rini'ipuiii
orescil,
V.,1
IVtif.-.Vim.
LQ*r Alu a
al
i.rgn
rJ il.]in,;d:u
-Min-
in "tifila
ni versila,
ili 1 !
l.illil-
wjli irrinar
^
darri
che
niilli'i'llisw
LO*
grillili
I,
p.
Vili.
Btosw,
il
patri funi-
ri.-upiusmtit.
...Ici-t...
gnauli,
vif-iljii
iii-nniilius
i.t
Unni
.lnni-
intimili-
OigitizM &y
veneravo come
l'uomo
rispose
del
pi colto
liei
uomo
grand'
al
lusinghiera e
pi
cortesia
colla
non
parali;
per a di tende re
stesso e
s-
"Ammirare
(scrive
con
rimiiicauiii
patria:
la
dogo) un animo
il
si
cecelletitis-
raordiuana Iaconi
l tn.
puter venire
clic
la dolco
lasciarsi
opprimere da'
Venezia
l'orzar
reaero infesto
la
Mirimi insuilmi
:
.1-
lll'l!
un
..IHHH
i|iiil]|l-
in.
nli-une
li
Genovesi,
(le'
il
clic
Vonun.
(rati-
l.l'l
11
unir
Il
laistu. T.
follili
.-
IH"
[1
],
Il
>
I; 11
!-
-IH;
[nudi
-:.
-icniiii
Cium;
in
-1
I-
ijiiiiiu
.il.
.i'.f
i|iiiuili
<
ibi'
Tnfr-I
lini,/!.
ilo-
iler
IL
jll.
-.m-
|H] ir i|l,
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p. '.Hi e se.
Viiiinir-si.
Atwltuiie
nc-in.-
i'hi.i T.--
|l!|ln.-
l'ili
h"
ih
ilii'
il
i'[i(:imi^
V. il.T.I
Ili
[.ril:' i|i:ili:i r
VILlr.LlLlll^..
.i'ior.
vnriiiiili
Thomas
"conosciuto
ih.i^i'-'iliir,
,-.f..-
pillili,
Itimi
i-iin
[i.ijiili-.
liefl
iliviniliL.-
]'n .
ingiunti)
Alla guerra
hiiipn'f
i-d
iieijuim
il
inr/m-fwJjm
stolto an/i
larelilie
superili
si.illeiv.t.'i
aueii'cgli
p.
2U
Kg.
1
lumi:
ril
ni]
Scrissi-i"
umilili,
liti'
uc
i;lii:
,i
ruiniir
uVvi-si
[impilili
I.
li il il
alviitii
ountii
roiliri
optili
aumiutem., H.
mi
Script,
ii
in,
il
l.-^yi iv
nllri
T. XII,
CiTtuniim:
Munii. .ri,
i:
C'ottusimi
-i^iiiliiiiiiii.iii:
"Sfii
iiiejitu
-ijun
i-iunalaivni
p. 3.
liu-
non
cose,
privo di
tilt
improbo,
cos
senno
dir suonava
(.-fiutola
una accnsn
sola,
il
clic
uomo
nessun
credei-e
cos'i
confessare
rmnno.,.
le
pu
pi.rdnl".
copi
stretto
un avvertimento.
Dandolo nulla su replicare:
Ed
era appunto
momento
il
vecchie
le
tarono la lega
ijiiali
tutela,
di gran
il
spese di
Corsica a
la
maggiordomo
[ii-rilillnii.
i-I:ii1i1;iiiiiis
l:m,ijui-
e |> li.
W.
affidato
sassi'
mi,
Qllo..l;i
liirciii,
si
un
qui
i^|i.'rl.'i|],
o[i!.t, ila
hciI
di
ven-
pi
le
cronista del
ud]
juri.
j,,,,
un-.
nmitliroui, di linoni
leggi:
Frane.
di
tanto
pagava loro
terzi
sua
alla
Genovesi
da'
vi correvano
crediamo
se
se-
il
imperatore usur-
guerra;
fortis-
Sardegna,
la
fattosi
balestrato di
della
clic
(ini;.
Cantacuzeno, de'
ii
Aragonesi e Bizantini
volonterosi,
''ili
il
offeso
(Salata, alleati
detta,
Aragona e
disputavano
clic gli
condo,
pando
Di
conforti.
re d'
il
disellilo
11,
11'
uriiii.mli-
:.ll:i
Prtrarckot d Simulilo
Crwpinu, 1601.
Joanni C
od.
Vmota
coienl Z/.f
lit
IV, cap.
XXVI,
1721).
Digiiized by
tempo
ili
Veneziani
noi:
ugnarono persino
sii
Intanto
e
coma nt lamento,
d'andare che
'loppi,
fortuna,
fVimiri-s:
Paganino
capo,
gran
schiatta
il
bandi
volont
vinse
nivun< invano
vincitori.
si
mi
iprn-^Lg'iriti
vet-
esperio
rampollo
valentia,
salpan
cosi
ti" ;it-ini
uomo
Doria,
gran
coraggio,
di
la
ili
simili
ogni galea,
nijliilmciitv,
guerra,
una
nova
nemiclie.
I*
gente,
di
volontari
pi
sopra
r.
-ai'innii
tovaglie.,
di
d'
the
rimanere.,,'
ili
rt:'--,-m;.-Li]iinttm
popolani, iner-
maniera
ogni
minori,
artefici
il
l'aiuto
"certi Turchi.,
eadanti
da
Ge-
Petrarca cosi
Il
"E
chi fu mai
'ilivitlLv,
il
il.
indi-
^i^iiiilf
dementili
"i
ih
(LOltt-,
sul
spi<<'aiT>ni>
liir
<lrll;i
congiunte,
incielili'
scrinar!
.lln
le
(jiicll.l
(li
Ostro
da Gallipoli
n.'
eha udir
!;i!T.j]](o
ini[.i'lii.i-i-:.iiiio
lettera
Gonovai 3
rizzata al doge di
^t'iii
una
descrive in
la
a'
Mnrin
il
Oanvsni,
l'iili'jHi-m,
ri
In
nuli
Sun lettera
ri
dnn-l>l>i'
eh.,
I'
nnim
.li
il.
in- !.
l-nni
IridiiM-iiirla.,.
ni'
gi
fi
B n'Unta,
li-Ita
ih-
appreso
vinili'
eutro
inni)
poale, di
umilili.
Ire
.pirli'
nazioni
sepnrate
tuna di
il
lil
<-
omniii
il
1
loro
traditori,
rompendo
Solo Uni
1
i-Ili
elle
la
ad
jiiiiti.iidi.
l:u-itli,
'i
'1
gl'Italiani,
ruoi'i:
i
' LiU.
p,
XIV,
lelt.
elisa
cpii'llo
mliln.
ih;
pine
i-nntro
Milli
niiseiir
n;t LHli
E L L
UDII
h?iuL'ii:i;ii''nti'
/<*.
il'
rowFor-
trad.
i-
valore.
il
mercenari
llnlia
solennemente
"
-
Genovesi
vile urli in Un
le
.H3i]
ijlinli
clic
volilo.
il
riunito o
lunghissimo tratto di
dei
tutti
muri',
non
por
il
valorosissimo enmluivimi'iili..
ironie in
fm
distinte:
(ma
armi,
li'
seguente,
cimi
eimiiiinaflti-
nemii'i
avvilii
I'
giurali. .Se
roinr.iniiiro
Viilli'in
ini'-i
ni
l'ororehio.^
Fracassoni,
l'i'Ui'li
V.
ni,
un;.
Digitizefl
bf
modo
t'erti
turiii
de' retori
Genovesi,
di-'
esagera
Peti-area
il
ma
vittoria Cu invero,
eliv
vif-
In
san^ni-
Non volevano
c
quando
lineati
confessili-
f ironico
rispondeva tra
gli
del
Venusiani,
rammen-
trovali
sul
lo
stizzito,
nome
dello
pumi
era
fronte, cos
(li
eli e
stretto
ijuioraiitr
l'arto;
sbagliano anebe
Lo
sconfina
la
tava al
Stolta
sapientissimi.,''
jj.'Pluvcsi-
nci-iri;
tifili!
Kllit
Ktoriil
-Miil'tii
rlllMM
nona die tram Jnmiriin-s adapt rrinmplnrai, qui superi lue tanultnr et licei
ritmili
alieni
In..'
i-iilitur;
vittoria
alimi
:|
nljlal
et
cimi istmi
-l']f
la
li
i; :
!>ee IV.
15G0.
aerili,
lib.
Il,
qurid in
: 1
hhiii
q..-
11
irinmpln.
de ri
cnusam
D,
(ILb.
In
viri
:
imj-.i*
recida
amami
lielleielitilin-.
Malti! Villani
Lo
etorico Giusti-
ii.^unnrntlae pagine
Vieisri:!
Patri Jnutiniani B.
p.
qu.Kl
mimile palma
firmari collegi..
tuiltaslia perivi
l'.ll'jnil
'Ilei
lidi ji.j
amen
iji.ll
tiNsilII
liiijn:-
vid-.:vnr
iriquil
te-1 ini.
ili"
L'i!
ani
ualTa
:i.ii:l.
Ci'lltiei^e-
114.
"Er qiwmvta
ini^iri
hit
l'ulrarLl.l'j
ila
ucribcos
lim'
tempesta marina.,
ne quiil
rione.
L)ni
liane
inccno, c di questa
come
i:.-i'.itl-
ex perenuii
extiterint,
[lana. Ci-
a. in
:<li,j
pra-di:' ,,i?IT
tiiL'In
iti
sic emivi'ris,
ut
ite
Ioni,
queni
mi
deicrip-
l'i-ii|iniiliileiii
ii:iiui|iie
ip-i.-
Ha
cun-yir.i'li
dopo
di
al
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immischiarsi
[iki^h
[!!)](!
suporiii-f
li
j.i
belle
latta
le
lit
l'nvvo-sariii
priivii rlfl
do^e
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Cessato
il
In
biMllllfi.
sollecito..
al
che
altrui,
fatti
siiNimniti' per
ni ri
Coai
tra
di
Veneti
co'
(fama,
di
momento
il
fatto
Carisio.
di
die in
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aveva
fona-
pace,
la vittoria
La
e
guerra.
lu-llis-
im-
poscia
assai
lo
tiene
di
m
lamenta allo
lifpostp
del
fallii.,
Pedana,
nell' odltloiio
sue
Crispino, p. 480.
la
XIV
/ut.
OigiiizKi oy
voi, e d'
ambedue
tome
lidi,
ijiu'll'
il
Or
altro
Fortuna
>ol
d'
il
1100,11
liasti
Mirilo
Allude
alla
i;
([Old
vittorios.
dio
vostra
incjto
Ilenia
volili
chi! vidi!
|iiii
li
la
li
non
coititi:
li volgeri'
seguali dilla
lusso,
il
rivolgere
diano
rientrava
olimi
ili
l'i'liio
tral'drarouo, e sopru
si
in. inno
.ICi.'lllllilLllU'
prima
lini-
vi
allbllai'
si
risjx-ttu
l'Ili'
tooi|jo
quando ordinal
istmo mi
l'.lpo
di
pensioni,
popolo tutto
l'Iallsi
iiuteufu
i!
Ik'ttii
I-i
ili
bellamente do
di inni In citta
l'invidiu.
gioia
ri
mi
osassi! ronza
olii
mure.
le vittorie
toni])iC5ii
inuliluiiijlL-
mi grullo vviml;!
era
il
la
superliiii
vostre
lo
[''iuiillLLlTllo
sorli
per
n--i diiita
Alludo
alla
villi.rn
ic.uNiNi
da
minore
su'
ila' (
li
ijiirlln
non
ili
-i
-:i'
I.iijuiiiu noli'
ili,
A mu-
Oigiiized by
da
reperti
linea 5 cercaste
vriaini-nle e
cessarono
acconcio
nimist,
pagna sua
prosperare
ni
odii
fjli
soli
secondo
clic
Io avvenire. Aulico
e.
Rr|ml,l,li,
(Itila
sgombrate
speliselo, e
si
cicl
uttoncurnto,
n
il
dolce concordia
In
nemici.
me
si
Or
tali
paro,
proverbio che
il
r..
li'
de' cittadini.
(li
ri-
com-
jir.ndc/za :
(li
vincere
il
invilir.
1)
giustizia,
In
mirili:,
|i(-i:ii
Imto
il
piti
il
le
uioslo
frr-
essendo le cose,
provvedile poioh!
dice:
potes-
si
sero far
corso
e ni mio randa
tutto
il
la
impossibili'.
lesione,
'
Che
Prilli"
fo del
Dogi:
che
dimenticai
ninnila
sonila, Ianni
il
la
vera
lelieit,
voi credo al
gi
sapete
voi
e (pianto ma;r-
over se ne avere
piii
golo.vL
1318.
'li
Genina
Ai
1339.
Digitala tf
del
ti
lui
commessi
104
Quel
li;
per
d' Italia, e
immoderate pretese
le
domandava
citori
cr.ulcle,
l'In
lit.-LTtio
l'i.'iijii'va
Ma
pratiche
le
cunsuric ui quel
alili
(a'
affari
Genovesi vin-
[-:
di
pace di
invi rat u
tri-j
Genovesi pur
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Serali
di
Aragona
euinl'iilteni'o
IL-rica.
non
di
non
pontefice
il
che
d'
Veneziani
spinti
siipplifarunu
forze,
Ungi il' ri a,
ne'
mari
di
uniti.'
le
all'
le
d'Ungheria;
re
cui
e- tirimi,
l'imperatore
ri si ri utero
ronsi disperatamente
e Ai'ir^Liiieii,
antichi;
per mare e
alleanze,
terra.
il
re
aruia-
i;
Veneziani
vennero a combattere
Bizanzio,
il
Geno-
fino a
tutte lo
raccolte
rainjuillasae
pur
gli
(.fl'urte
la
pi tremenda
'
Latt
ti,
ll>.
XIV
/on.
VoL
111 p.
322
l seg.
mi.
del
Fi.oa.aelti.
"
23 Agosto 1353.
Digiuzed 0/
LOS
de'Gcnon.'S
battaglia?
Se
il
la diresse a
sua
citt
natale,
spontanea,
cosi
sperato,
zione
alle carte,
Late 3
lib.
osato
non
all'
Geiius-tti
aveva
pu
lettera
della
tosi
amico.
predire,
mare. Aveva
affidare
la
predi-
XVII/on.
dd Praent
106
E
il
nemmeno
pente
si
panare
la
non
die
Petrarca
il
il
presagi di
si
trovava da pochi
mai
potr
seguito della
una dedizione
verso
corte
alla
quandi
nn;i
rim-
tale
fargli
allude
che
lettera,
Genova
ili
Geno-
servilti
del quale
non
di
egli
al
signor
cui]
ondili
Milano.
di
Quanti.,
li.
tiisl.i
nuova
(.usi
il
l'.tii.i.
n)
l'in
ni
gi notti',
Ws-H'ii,
le
ni
Iffiinl.re,
e tutto
ila
a mi'
capi, a pie
mi unii pel
nono
ne' mici
i"ll|]|">
nit;'.
pensieri, stesi
[U.I^'Viini
il
SerVl-.T
la
mnio
il
lUllll.C,
penna:
alla
111
SllrjriU),
clic
vasto
)]
ll.Hl|-
ili
n^la
I]
i-c.tipliiitli
Digiiized By
107
nienti'
ilella
ri
cipio
rivendo mi
li
mi pensava,
miopi
lii'iie
il
ine
chi-
guerra
.|ilintB
IT
ii
mi pensava instanti
Fra
itila
rinl'rnni'aie
oppmtunii disiwso-
i.1.0
coloni
da prin-
inpL e lin
Si
cmfpuTiir
.1
dappoi
plausi,
feii
[talipivi,
usisieee alle
poter
torti
e seonlitti
Chi accusa
le
l'atto
tempo
attillassero
inf..
nliu di
1'
CbnMCM,.
poma,
del
ljuc.'
elle
il
Maini, .Ila.
I.
ili
Ini.
:.
in
(mulini iaj
l'iticeli na,
agenti
l'etrarea dente
dal!
villi
rj
ri.
che
mi:
lli.ll
ili
t:lv.
i.-t
11,
.:
pili,
11
.tu
ano
vin-
umilio
stalo
espiler
un
essere
mun;
iniilln
specialmente
eli'
noi.
porre, in
ili
nella
Pluteo !H>
polrellie
eia-
uao
335]
(eoi.
deseiillo
unti iti e.
ilei
hiarrarin .Wrinra
llinvauiii,
r i
Viscoiili
Azioni
1'
milanese,
l'illaiiiiin
e
ei
l'i il
Iniiretuiann,
il
Genova
437. Sii-cu
eoi.
un codice
nreive-eovo
liti!
suo tesoriere
11
Manilelln enlramtii
grazia
nella
manteneva
asserisnino
Giovanni de
pensieri
viveri, e tenen-
si
stesso
le
Antri
'
litografa
da Tortona, da Alessandria,
Luilifibtia
e nel
oni
lati stretta
volere
al
proiliiva che
dalla
il
pensar,^
seri: al
e"
di
dola da lutti
in
liLLL-i
li-
Ltrniiili
lv
i.ii:iM|._
il.
resa di
Genova per
:l
riun
.Li.ui.-
appunto
ili.H'.W.ari.,
negoziatori
(,..1. ::i7)
precipui
dl
della
tonimi
[a.
1353). Al conirorio
umanit
olla
di
wiiviiin!
in
i-li
vaiuaL'gio
a' soli
Domali co
d'un
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volino,
ni
ubarono
uYI
>I
.1:1
Livi
ornili
diviso,
IllLlk
m.-iri
n'
(.limoli,
.ill.iJI.;
il
Irast.'i
prilli.!
[n-iisicro,
Storia
rli
Omea
volere.
lilli-vu
p.
bat-
il.
don,-
iippinenevii
Lii
alili
il.,
|':iim
.mi
diil
Lini. .li
...
ritim-
svivbllirra
I"
ili.
in
Milli
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d' iu lemure
eli,:
i
P^rthO
Arrigo
il
|>lebe irritata
uorio.'gio
inip^rs-.Ljil,-
VULL-I
l^ii^ii
risorte
mudo
fu
Itliilirdliui
il
|1||
lenijii
ln-lliir-ein:
periglio
Non
scoperta.
ullu
ijll;.!u: ii^li,
consiglio
ili-'
-Jli.
tante
ili
nelle
e ghiU-llini
guelfi
XV, die
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inmuinujtiii.
fuG-gilivii
i,]i]...iivviirin
i-i
l|ll...-:
c;ei:i|ijo
ii^^jl:
signori
ile'
tallio
T Alghero si
a questui
portavano
1
le fazioni
sovrastai'
al
un codice corretiisHino
Tl'IL
stanco
|iu[i'jlu
il
nobili, capitani
quando vide
jKirsinu
I'
Visoiltli
lIl'I
taglie,
in
serbava ancora
Petrarca
il
il
nava a t'avur
lottu,
(.iti. -Ili
J II
U'.l" ilu^
pillili'.
|.L1
1,
iSi
]:-l;;i-
Irisle
e Oli si alio.
340.
DlgitizM &/
pcvano trovare
considera/ ioni
non
storia,
Erano tempi
di
come
la
liana,
egli
ma
sua,
vlptra
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iiier.tie
Genova
ina vere.'
Pe-
il
nobile
meno
ita-
avvisando
e imparziale,
era
dimorava.
quali
a'
i.iaMm>,
di
soll'ermava all'oin-
ai
meno
della sua
principi presso
etiti
murale, di iiltuoiia
un uomo come
avrebbero
che
Jusinghe
I'
sventura
non rassegnate,
questi, che
i]tti'K!:i
braccia
clic nelle
miil'ucii
i-N'li
alla
<V iirrlini'
fredde,
infelici
pur
pallrosi,'
aneti"
.'illuiM
compassione
calda
dalla
venne
della
scampo fuor
altro
dell' nt'cvL'si'OV),
eri
iiii'SLu
ulivi
in
miI
in. ili
!i
i.il
eaMi
iri
ai
eii'iu.i'utI
lalc,
ili
in
sr>
ri
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b'
in
nd
mi
non
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lira.ii
r.nsepinrsi.
I-a
Difillo
pelisi
In
ej.irin
Tu
parole
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l'il'
martiii'i
A
I'
ben
it
dissi
.Su
lilHlllll^iii
cui seui-
quel
i-oiimjJu
fin
dir pillara da
me
a ino sleise,?
purinrisi
ritti
ni'
confutili di qual-Llo-.e
fini:
ijui.l
evenir).
fare,
nnn
quella
reeul.i
tilt consiglili,
i'i
Tirivlttjc
parlar,:.
lo so.
lib.
vani
birri
eloquente
n s ri rei n
dici, prudenti:
villi appigliai,
animi)
inayruliri,
veiini-uii
si'i-M'VU,
non
rlis|iri.li
lir;[li
l'
per
l'Ha
ri
virt 7
nnilii.,
niiiien-
Cnnvieu
lell.
XVII fan.
'
Mi.
1.
del
lib.
XX /.,
1350.
S del
110
quando
Cosi,
corte
Militilo
ili
l'
dedizione
la
venne
genovese
ambasciate
nitrendo
della
alla
citt
al-
propose
Visconti,
del
din-orso
<lp;;li
prendendo
la
probabilmente perch
si
rispondesse
Petrarca
al
amba sciatori,
pretesto
ma
del tempo,
d'un
ialin
in
ni
pi
impacciato e
san-buc. trovalo
ni
elle
egli
ne scus
se
Peli-arra
il
brevit
al-
Guido Settimo,
stesso a
rhieuui'jnto storico
per
in
una
lettera
che
che
particolari
di
pi. clic
non
non
notizia che
Pareva
jne
Ila
si
il
damili.
]n;ti':)iii:o
comi!
limi
venne
insiemi!
oi-ili,
ipirl
lineili'
ci
si
il
]!:.'
raccolti,
asiirllando
cenno obbediente
io
le,
lib.
lui.
ini
tini
patria,
(lill:i
li
il
ni
iti'
il domrzBi n
scintilla
tratta!", n questi
[natiche
a
il
e l'ari lei
..di u'mi,
iti
assegnati!
fiorii
filmino
slelfi-rii
nessuna
tempi
suoi
v.mp. irgiava in
alleili
re]
Or
altro
una volta
le
ile'
sapesse gi senza di
Inre del
di
storia
racchiude:'!' pei' la
un vero
nessun
ed
ti'
porsi
]ier
lo
labbro
Imo
In
e.
il
sessione, e
impose
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(.articolali.
all'ubimi!
me
Siglimi-, e
fi'
inlcrte-
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grillili
desiderio elle
XVII fam.
Digiiizcd Dy
detto primn
a Bubbictto
(lollil
UHI
jii-L'iiiu,
le,
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iciirifiirii
mi n
ch'egli
lungo c
Ji:itrU.
dolni<^:i
ni
Hlt(l"N
dovei
nssni bene,
diiroisn
mesti-"
Strillaci
soli,
l'iinviineliljc
i-i
asme
1'
intelire
prendemmo
i-ondiziime
im-i^i'UKive
il
il
trattami-nt.
C'ibjiitnim
nude
lll'llll
mi-
Cuitu-
^iiie.-i
o per
lisi' i -i
[i
jiti'litnii
a morir sulla
d:ill:i
croce.
ed
li:i!ra;;li:i.
Mi
del
di.-perito
ili;
quelli
^umeiilo,
(liiiinuli
11
cui
112
ni
coli'
mi
ini:-.i:
Min
nella
"sui
ili,
ili
per vulere
Hr
[irosi!
ili
il
(lei
In vilt,
or;ni
E[!crai)j;;i,
lo copi;
sacro u
Min dominio
parlo
k'^xrAfi::!
.Iella
venuti]
i-ijli
nor
sommn
Irne
fajifi
il
(ji.'lIi-
Esser
juctf di'
il!
n.
|jop(i!o
ni
mi
cittadini,
torvo
della
:il
iliili/inln-
B'.-ntcstmi
otti-rii-frli
il
more,
wm-
campi,
l^-di
tutte
reruilililica,
mila
i|ilchm
[irotiiiic
1
le
nd Er-
deliri
Mnil
ne
DigiiizM 0/
riti-imi.
annusi, i ilii
Anuye
clic
Si^llUl-l.'
di
clic
tanta
i,lL:Cell
ll^li
Mitri
lil
ti
coslliiltii
soeuirrerli,
di timi
f^k la spemnsa.
'
Lil).
dette
dulia
[lui
hliliro
il'
illl.'lili
MHHII
pili
ii..iii. ( lji
.;ulo
il.-i
se non
Iti
sol
reso
il
^liltiL
dell.-
compreso, osi
olio
i|unlc
,.;
compiessi, me quel
il
l|U:Lj]
nienti nitro.
si
pt.prin vi,-!.
ncTli,
>>, minossi,
Di
Testo.
Ini
cln
mano
jii'ra
rispositi
ini
aro. Noti
jrli
in
tillVl'L-
ei-iiii,
1'rie.cipe
(alln
nienti
Ini
pi.,-
eccelso a
inayiiiiiiiiiKi
vengn a
Jll'o
porse
la
In
vidi,
liiltii
a loro aioiira
XVII,
leti.
/trai.
lenii-
Frneas s e
1 1 i.
Genovesi
rimetterli in
di
promettendo
stato e di
felice
aiutarli
l'
angustiata
comune diede
Al
miniti
perclii* annasi- e
conduce a Nizza,
giunge a
rjualsiafii
tissimo
scelta
Visconti,
il
ch's-'
altres
lo
dire
genovese
file
Guglielmo marGenovesi,
uomo
pnr apprestandosi
differire
Petrarca,
che
lotta a
la
continuare
per
tempo
Veneziani
l'amicizia
ViTnr,
a II
348,
aman-
pnideiitissiina
hi
fu
slessi
ma
Ma
siderasse
tutti di
genovese,
il
moderilo
abbondanza,
coli'
fiorellino c guelfo
clic
ile^li
a'
ab-
denaro
strade mah/mici-
li'
contemporanei
Stella,
capitano,
del
non
j;h-<
clic
esaltano
'articolami ente
lece
chese Pallavicino,
assai lodato
non hanno
patri,
acquistata,
e-lj
storico
"l'arcivescovo
la gioia.,
Matteo Villani
colori.'.
doveva odiare
jalec.
uno
che
dire
ricondusse perano
di
di vetto-
prestanza molto
in
cori
dimo-
lo
citt
cfr.
Siimi
Storia di Ornava. T.
[il
[liti-
Lilin. Fmagth
-un
.tlvlIit.'
aUM.
la
la
guerra,
pace o de-
opportuno,
pi
e a tale ufficio
ricucire
II,
smise
doge e per
col
p.
).U'ij<i
a'
la
Veneziani
315.
ili
iurljM;,,..
Pzuluvicuio. Tuv.
XXVTD.
Digiiized by
suoi
desideri,
che
ufficio
finalmente
Legato
principe
di
porgeva
gli
il
i.re-hu-iv
Ir
eli,:
vnglii'g-
die esortava
potentissimo
Venezia non ha
suo prestigio. E
alcuno
rimproverarlo
aver accettato
l'rto''o-:i
ad
i',ip;;ivn.;i;t,uvi
altri
non
tari
.-
V e lo qu tu;; ri
lui
Lo
c-!ii;
proposte
non
formulate,
li
..-
erano affidate
poesia
ci
le trattative
politiche.'
emi
inu-llii
di
ufficio
il
potrebbe
ninnn;
nari
IG
un discorso po-
concrete,
de!
itila
lib.
18
niilijia
m' iigiinmi
P o-
bens
firn.
'Eppure
rn-rtii-nli,
di'N'
umico,
l'In-
e.-ixisi'
116
T'nirbi'ria.
il'
ciana,
di-I
nuli
jj<iL'ta,
'ia
ili
il
(iiiusni
mua
ha
vendo
Su ne purla
lavori
altro)
(iiiigii.-ni'
in
dal
n.-lla
inni
ilei
senato
aiielu-
E'etrnttii
un
Ma
'
aiico
Iril
ili
Litri
JuMitu
nostro
che
oj:i
In
l'
esislclliRi
migrili fi,
leatimoniaitu
pubbli-
Visconti.
muto, h'
ristri-ttissimn
ui'l
che
in tinnir del
Itlltrarti dilatili,
se questo
al
dubitare
dell'arringa
sua Sfuri
ili
ultima
ragioni:
vero autore
al
paci- cui
tratlat-n di
|jei'
si
ascrtta a) Petrarca.
B.'iiinreiidi
v'
diiiatm
ini
scrini.
e elio
erroneamente
tlisciiiv-u
Petrarca sia U
i-
tett
nllVr-
che
rincl l'iuiuli.i
Oigiilzed By
17
(love nel
nomi e cose
Itoti in tendi
(rwlllllurf
usi
Adiscili in nu.-lra
lii.-i.-nii
tamia.
.X]:]-iiLii li.lih.
il"]]:.
|>rl<>]
ini
i-t
.1
]!
int-ijiil;
..nimi
ut
nii
Jnmuw
ad ipaura accrwif-r.
Oamliih Dm-i
MvniiniflMTir,
.il.
iailii.
I.i
Pilmrchn
|iiii.>i-ni.-
lli
tiniiiiiiauni
liajil."
Basii.
ai)
ij-n- et
iti
oliala
ntini
II,
sulitt
discorse
Il.i.li.'rlln
.li.-
i:ijm:-
pag.
iiuiic
ri-.'l
rvoial
n,i^i-s..|.
9fi!).
uis,
impiT EL a Veniftia
Jnlimitlis
.linilli-nsii
iiuininriam
i;i-ai:i
1581. T.
Ar.'l>gun,
del
aH'i.i-(i'!i;l*.
mostrano
Dorumiiiii
Ardii qiia.i:i>]>iuii
ili
l'aiiteulk-ilii
A'qui
Xil.il
Jnnuani nitro
l'ulte
itnlalii
.-a
(Mnl-
filisi..:
Epi.'l.ilam,
l--i;ilirr
dr.
Inani
(
)p|..
rem rama da
118
innanzi
senato veneto
al
da una
Il
gionamento
Come
Sud
nostri,
liicumiiu
cl
in
1,1-1:1.
ni
'unni
[iiiiinraiii
diil-
FUn Un
Il
i,
n dalle
di
l ,.,.,
abbaglianti
lui
nulla
quidcii!
16, del
illn.l
rulli
nini
jiosiul
invili,,
r.'in. gai
mie- imitimi,
ri.
inviti.
i.ij-nt
.]ii:u>
i.rririimis
= n uni
irgli
riclbl.ir
iui r..
niliniri.
lilii.lu
>i
inij.iit
r-i
vii;
viri
,.<f-i-;
ijiiip|ic
|iur-
i|>hu
cicuronii.no
rullili
nniirin
ridirci
Eps.:
vinilictc..
QunJ
arcione: In
li:
iii.pv.tc
111,1^11:1
itiilin.
nuli'
iti: tri
un.
milii
inilr-
r,|ui-
uniiiiax
rlnrprt:
XVIII /. E
iipiiiiiiini
..
ne sedurre
parole,
io ni us-ul
inilii-itiic
[in.
riun
primloti?
.11
Ciivr.iniiLi
;i..|':ii:is:i.iii!
qni'l
ci cu ri
vi-l
ii.ilins
ipso
luti.
Fin
al
,,,tW
autori,
nicluons
11.i1
non varrebbe
principili
.une* Sena.
iui|ui.
dal
si
pubblichiamo.
Cos mila
lagna con
si
orecchie turate ad
facondia ciceroniana.
|jn
'
iiidiiliLnnit'iite
ohe
ostinati,
la
pavrntniido
J t.es.-i>
le
al tutto
ma nemmeno
sua,
la
egli
l'arringa,
li.ili
dimostrala
ad aprire
"che;
muover animi
e a
dici
Andrea Dandolo,
arte,
non pur
.l.ii
prirri 11:1
nuli
tu-
(ingnillire
rlurisptmi
ir olinli'utur
nuli
mu-
119
classici
bene della
gior
patria
norma,
imita
coscienza
la
provato
tante volle
politico
mag-
il
un
di
seconda e
ut-ila
senno
nell'av-
versa fortuna.
da Carrara
tore di Francesco
del
colto
Fu
Se-
il
quando ambascia-
chiaramente,
apparve
veneto
nato
Petrarca ispirava
al
presenza
alla
venne
zioni
fatto
Visconti
Invimi!
porgere
di
Signore
'lei
di
intorniata
allo
giorno
il
saluto
il
Padova.
seguente
gli
raccomanda-
le
nome
L'orazione in
del
"So mai
stesso sentimento.
punge pi
elle
Signore
il
le
menti non
SnniUL-li- liouiiiin
l'uri...-].
l'i
il
giorni) di
it
ilei
<|ii:il.|,t.i
liv.i, ik,
cilondo
follo,
.-..inn-
.1.1: .il
ti.--.iin,].
il
.ijjlint
il
rinvili
jiiii'lii
mi
i'.il[iiiii
p.
,|l|
potMfc "Spnrre
soccorso
mondo
al
la
buona
S'invilii
872
t*.
ii.-i,.i,l
il
nini
parla drd
-irli
Vauzia (Voi.
Mli)
111. p.
|,.,.
In
-J
naia,
EVI
in
liqdti
della
che une
ili.;nis:i
ili-I
discorso
pace
il.nkinii
s
il
il
,li
UT
Cndice
pinJi.i.|.
tintinnii,
C.
.-!,.
unw-
CCU.
vede, nulla
-vini..
fili!
p.
.li
ri
M.
liti
iliiiii:ill:U.
-ii;
l'Viiili-i'ivii
mli'id.mn inlln
'.lln
ordirmi
IVi.ii.|.--..ii
CXXTOT,
rnldo, Cod.
i-li.-
il
in,
Iti
Ini-,
,li
Ciri uni
'In
I'
n:v>.-u
all' i'ivi-Imi
.Sh.nt
ui-ltii
S'inrllu
l'r^r:ii:..'i.
>Li;iiiir
Il
venne
che
Lo aiuteranno
Ili
fosn
120
cuora
non
finge.
sinceramente
la
novesi
fame
Ma
guerre.
Veneta
della
partecipi tutti
donata Genova
serei a lui
de-
egli
ma
non dubita
vnnli;
che
avvenimento
fu
vuole
pace con
la
non pur
repLilililira,
suoi.
suo
u,
in
alla
l'amicizia
sflt't-a
signore di Milano e
Il
puee,
veramente non
chi
ce-
l'
gratisaiino
Veneto senato, ricordevoli; certamente d'aver ofnon passato ancora un anno, all' arcivescovi)
al
ferto,
:am.
alle
illil'in-Li.ili-.
Zini. .un
pi
ili
vinili',
un
da
fultn
.|nanilii
iuv,.Tii-!i;ili-.
l'ili
v.v.^i'
ragione f.
li'
ed
Cittadella,
il
Caroli]
umili
etili'
[ilici
1
,
cil
per
prc le mi cri-,
ili-mici
tulio
lib.
della
con
XIV
lui.
non
hi
Cut
cui
la
[in^'ltla-.-.-
."i
bi
sue armi
in
eirni
avesse a
e col
i
11
ItiUiuin,
ita
silenzio
Il
clic
ilei
egli
ani,
voluto
i'
accomodare
per terra
le
lotti
in
Ott'tlursi
per
eli
antii-lii
riputare nemico
in
Mini hEnli
casa sua,
ijiiali
datisi a lui,
G. Cappelletti.
assc-
storici
innmio
iti
|iii!.snj!n
ri'piil.iilicn.
XV,
minori',
essere etnlretln a
OH
Venezia,
eli ielle ri e,
il
era uv-
clrarcu
''In'
cronacisti
avrebbe
che
intanto,
ile.
ili
clic
il
villi;,
Vi,].
IV. p. 187) e, Bc si
prova per asserire non scc'iit'i
tanto
autorit di Flaminio
r..[n,l.l,li,-n
prima
il
Visconti
11
amichevoli
inlii,
clic
ji.-ii^i
-i
la
Ae-of,',
e reputatissimi
niuMuVriiziniH'
morii
Annotto
ITU
Ili"-
fl.i:;
altri
Storia
<d'
l'urina vanii
ili
Casa
un sedo
Fawrto. Voi,
IV.
p, -251.
Olgitized by
121
il
Adesso
tra.
vi ^iiinln.
.'Ile
Signoria
In
aveva
linoni Dille
elie
li
decanta
che
confessi
Si
quanto
la scuola,
Il
la
lincia,
come
pace
che.
Veneti, da nomini
l'orazione
mimo
retorica
eli
Le stesse cita/ioni
oggi
ed
non erano
sosl onere
rieordcreliliero
tempo
luogo
pare
ili
t-ienovn,
sapessero
contro
clic
potu'o nrilcr".
avreldie
si
leggono nell'originale
si
posito.
ili
padre,'' di quella
troppo
mallevadore
pupillo
il
mio
di
dominio
al
s'nltiv
i-:;li
Vene/.ia
di
flotta
naro,
loco
diritti
moderni.
IriMuicmi-
imi
sii.-.
li.
ili
tra' veneti
Archivio
Coni.
li.
(tir.
ile'
l'raH,
Cirri-letti,
' Alludi!
[iciM.lii.-ii.
11
Un p.T nn.-nlNrn
iuliiii
11.
filato).
direlui
varrelibi-
11
ilare
lini
i-liinr.
Fu
in biinnn rmoriia
il
o>'
122
illudi
[11.
Morando
Ravcgnani
de'
forlivese,
gran
ma
romperla
di
ciiirar.'ivesi-ovo,
rum
vh-
stuprili,
!'etran;a ottenne
1
Cane
amiti
onorato,
in
irremovibile.
tu
troppo potente,
ir
Genova aggiungeva
zione di
l'i)'
Neri
il
is
repulililiea,
Iti tegolato,
tu
il
tempo
no.,
eauctillutre.
della
segretario
del
tutti
materia
tanta
"l'applauso di
tutti,
voto d nessu-
mano
Padova
(li
ad umiliare
strinsero con
si
Faenza: solenni
di
Viseonti.
il
IV
Mantova,
Mnjias<ict'ia
supplicandolo
divulgossi
infatti
fondati
a'
discorso del
il
il
.signori
in
venisse
la
fama
istanza della
ail
Italia
il
Il
e la dedi-
doveva
detta lega.
agitare
II
mente s'approntava a
Tulio
-.lesso)
rlir uni
lii.-.l.-iim..
l'iiri[..1n
vanii
nnetre,
"rett-llie
il.
ali
-Ila
r-fiiii-r
ni
tu
lui-ale
a-'
venire, e contro
indurmi, (rosi
mugliali
ni;ri:
Inni,
-afnrar.-
^H'-ira.
pare,
1..
od
arte,
.l.-lli-
vi.-
..
di
:irmi.
li
r:nl
ilnjff
elupisen, in te
i::n:-l:i
Ivi
|'l
l.'liimii-
li'
al
Visconti che
Immuni
pi
nni
filini!!-
Cicerone
muover animi
a'
pi
orni' in
a\ vi-
crai' io,
l'etiurcn
il
v qni-lln
1rai;or
ri
iinji. .lil
r-.i
quelle
turbini; di idee
notizia, qua]
tale
di-^li
ndii
"ina n ! [Hirnln
potano
entrar
iuttn
ostinati:
le
elle
di ernia, rin-
liti.
XVIII /ni.
tempo die
Italia.
il
Di
egli
eli'
piti
non
consi-
logli
cintiglio pericoloso
da non
tanto
prenderei u
precipizio.
Ci si umilili!-!'
stesso
,!>[!
sclihi-m-
:il
allo
I>!iT](li)!ii)
liisllilliarsi
il
Tenuti'
(l
ili
E
1'
di'-lriiltori
il'
clic
li'
Italiani essendo'
Italia.'
de' Veneziani, e
tacerti
"Pure ultima a
'
teit.
16,
si
rivolse
in
allora
vedendo
lasciar
iib.
liliali,
contrario, o
commuovere
nuovamente
al
lonscr
animo
con
novit (vosi
ri-Iti'
ver Si-tlnitrionc.
L'caiione
XVIII
Venezia,
da
lui,
inutile
mortali e
firn. (rad.
la
ilei
(cosi
Dogi-
mi-
di
Petrarca
il
mesto
vergo-
ed ora dovrebbe
ogni
sua
speranza,
parola.
li
speri*
Friciiiulti.
124
pi sana In mente,
dulia
ai
Tu
maturo
mai.
vinti
ma^L.'ii'i'i
cade
u'i.i
stati
:l<-i:ti
ni
vincitori, cesa
ti
credevi
ni
nii-rraiiila
-lille
linn-fi
inuih
in
l'
Fosti.'
<|ur^|.i
vallai
...
Lil..
XVIII,
Int.
iil
vrti alla
di
e in imi/al
e
Ili
contro
fan.
il li
grilla
alli'
il
Voi.
tl'aver
l|-iivi
|MiMiKM.ir
i-i vi
culli'
quali
S ead
j;c-
sfor-
si
doge, ribattendo
Visconti e in
TV.
iii
avri-Iilirni
richuunarti ci
il
1"
fortuna, o
ijiial ]>ro si
questa lettera
Iole
cusa
sultiunc.,
li
^i-iii'l''
li.
rattcnerti
ni cltii
|>ci-
vinti V
di;'
Gemivi. si
ki>
tari-
Liguria, e
il
|.r.
questo ac-
So
^uai.
avven-cMie
inai
aver a
li
iidri>la aUia.-tantfa
in Ir ni
ili-crudia
alla n [nullit
'
non
se
confcssaiv
vogliali'
rsfj^-i- n-i
consiglio,
il
dall' i/sjn-rii'ii/.a.
non
clic
piii
i/qjo
aliui'im
e vinti, in onla
d'essere
l'atti
pi
ilitvro
raiiinnr,
vincitori
p.
147,
parte
iroiL
del
Visconti
l'
alla
chiamata
siiti
prosperi
successi
siamo
accusi
d'
da
i-
colti
non
da
animi!
ambasciata
le
nostra
El-
pace,
fummo
chi
si]n-;:i;i
amicizia,
che ta
dove
paci',
tuoi
al
capo
all'
La
meraviglia
alla
ripuijiiftijtc
seguente
nostra
nostri)
con
in
atitielii
pccola
condi-
le
di-Ila
vinti
sempre bramammo,
noi
Visconti)
al
Iciupi
Carlo IV.
rli
sul
dica
ci
espressioni.
nelle
testimonio,
specialmente (alludi'ndo
luo^anc-iiS-
Italia
giustizia
In
accumulali
Perch quantunque tu
cliiomo Iridio in
in
doge) mi scusino
il
Provarono
de' tempi.
zioni
dal ciclo.
ci
mite ed
la
compagni
c la sus-
abbastanza
pontefice,
punto a
tu,
il
trulli
clic
suliliarcaiuuio
ci
per
testini oniati/.a
pi brutto che
nostra
liberare
a poco a poco
le
la
se
bene
ci
il
l'Italia
libert
che
combattere
con
rammentiamo,
gi
tini
Cicerone, nulla
servit, nulla
in 11 licenza,
ap-
s'innestava e
da quell'amante c predicatore di
sei,
.cai
tasti.ii
codesta pace,
riuteitc-c
da quella servii
che
siniulaln.
(aiin.'uti-
tuo
di
v'ha
di
pi detestabile del
discorsi)
rivolgi
piuttosto
affinch
il
egli
stesso
cui giudizio e
(f arcivescovo)
sempre
retto,
non
che giusto
li
sobilli
ne accenda
vai
Il
ove
quel!'
Hiajrmicailil".
secondo
il
.Noi
variai- de'
la faina
l'
crediamo
noma
'l'unii
assai e
lo
val'ioo
siamo
salva per
la vita.,
sapeva, ed era
t.utt'
la
"eloquentissimo,
saluta
!o
siamo pronti
concittadini
oro Y argento
I*
per ultimo
'clic gi
fatto
tu
filale
consigli,
paco,
alla
con
verr
ti
tale
umani
gli
disposti
sia
iplalihi!H|i|..- s]il'>-(>
jt'i-i:.
|
tempi
che
le furie.
iiL'i-voliiimte,
altro
die
politi,
qili'sla
risposta
crepacuore per
tro Genova.
al
Petrarca, e
Il
Pnehi
avea
lo
aBBmc:
mie
e
,i
(il
prima ch'e
ma rie se
ti
(X Dominio)
fiLu.i
co:l
[li
r[iiL'l!i'
a lui
di':
diffieili\
onrilutarc e ribattere,
nel dire csi'reitat.i,
:-.lli'
ragioni ed
al
ma
lettere,
che
si
trovatoli
ir-,'
e-
urte
oiut-
l'Illl
Imoa parlatore
uno truieva
Liratiii-iii
ri filmili
ricevute
afl'ranu.
presenti,
stile;
dandosi
o ni eloi|Lin;if
illC.'ai
irli
Jiiijji-roei-li,
ri m-ll'
vero
1 1
le
lui-uni-
feiLU'11'.''
coni' era e
ma
rivali:
'!
()
Digitizefl
by
127
Incero
i-
avvini
binliirr-.il..
mandi!
l'
nllil
cervo]
nitro, elio
sette
In
quelli,
H.
ti.iB.ni
veneta
alla
Ma
od
laguna,
il
pi
rie'
si
sln(;_'i:ii:i
imitil-
fu
questa
ma
malattia
nei
j-iu-
furali l'essoi
i"'
In
risposili,
un messo suo:
tolse
pliel
versaie aspettazione,
ti
nollii
pertanto
l'oii-h
dopo
silfi
srliz.l
tardi per
pili
verit tutti]
In,
-cupi' rio n-
ed anello
P:iri
nel
che ceda,
il
mosse
miri
il
(rinvilire
im
snvriitc
lini
i'H7ii
ti
momr-
stili-:
llillri
vinto;
flu
ri
scirni
prnmise
n l'ima io vidi
o F afflalo no.
Ini-
sommo
ci
ardire nvviri-
straordi-
prudenti consigli
ilei
Pe-
trarca noti avevano pollilo ridoni re ali'llaiia. lilialmente addussero le sventitru ecioiotii-j. e pi ancora
la
d'uomini
danari.
di
L'Adriatico
repubblica,
Venezia
al
suo
amor
di
disti' ut te
Lib.
tutto
Parenzo
Lesina
da*
Curi ola,
Lido
lo
galee
della
invisa
coreo
loro,
XIX,
lett.
1)
f,m. Voi.
rivale.
indarno
i,
p.
1K9,
di
Coraggio,
ironie alla
trial,
del
Prii-
cogliere
tilt
i-
die
siiL'vmi/.n
[urlili
IV apportasse nuova
Iona
Intanto Carlo
Kb una
tenraie. S.
1
ni
iln^i-
rami!
si
ili
(.Hailno^i.,
intuii-;
r|iii:.-1n
chi-
IV
un
Tu
Storia di
]iii.'ii
Il
>im
ma
la
rileva
il
rulli v.
dall' htrti:,-m-
Slor.
lisi.
Sugpnhcini,
ili>'
Cai
ii
rovina
pat
la
]..
a'
ai fe'
iraniani irnienti!
rinfili.
li
^.ji]'i
fluii;!
ire miai
App. VII,
Gf.rf.Vf.fr
Ji'llii
liuti i
V L'insinui
in
iiisi'i.ni
gnone. (A
iiBa.'rni
disfalla
Ho mimili.
Eppur.'
vumla
hi
a" collegati
ile-,
p.
ni
Inn'.o
1:1
300
uiiul..
.-rlitln
l'avnlirri,
305)
Ji?irC,n
A lolla ragioni'
VM/f He, 18CT,
fitta
11
una tregua
l'uccia
tua tregua fu e
Ben
fu
falla
.
non pace.
para anzi
Saputosi che
lettere.
s'era
mosso
Miil;i;hp.
AkMM
Il
iNh-li itiinli.
F-ln. Voi.
II,
p.
.':
Vis-
Milano
di
dt.lt
ij[.orHfo
i-i-2.
il
l'imperatore
pregati
re) a
lega e
Carlo IV
tra
Venitesi
la
Genova e Vene-
lega
11
tutto.
.1
ili
Visconti, ed
10
candii"
PortoJungo
di
finalmente
i
zia
.li
<l:il
O.111
Mur
agli
11
di
m
voci,
nobili
suo Lelio,
jjioi'
le
pi
ni'
miijjji-of
ili
i]iii'ii]^iclii'i/;i
d'onore
della
Non
in
so
la filma,
unii
mentito)
ti
rlii
i-ri'fiii
termini
(i-li''
L
.
i-In-
detto, e tu
s.'lilnri io
i l
pullicaim'iile
T avesti
Lpt1. 3.
liti.
arnif-
voci die
XIX
mol
/-".
Vai,
e lizzilo ri
ijurpla
^orat dopo
IV,
p.
volta
poco della
a sappia quanto
delle di[di
le
proposito:
tale
iln
tii
diu
liimigliaritii
questi
al
ni' principi,
si
mag.
il
l'ama
cime
nuslraziuii
i'^i-l
iili!iiil
io stato
p;lori:
la
Fra-
Di
.:
:-.'J
Lv
131
seguitando
racconta
gli
He' cordiali
franchi
La- glorili
min
filili
cara
lui
In
viiiilii'iniiiii
il
nnn
e
Ed
li-
tre
pili
di
li
rivali.
imi
prineipi.
ilal
con
lo
lascio
lui.
il
InmL-nilii
'li
Visconti,
avesse
Petrarca
il
vennero
finalmente
cui
Ma
di
ciglio,
non
cui
un
morto
il
piccolo
car-
curava, apparso
quattro,
gli
il
alti
Al Dandolo
pubblico pianto.
coraggioso e assennato,
eri ti-
In
imi l'aiutili di
la
IV
arcivescovo:
salili
il
sol
che
definitiva
novembre
(micetti
iiifistessi
io
lille
probabile
assai
l'tipnLblii-lie
rifilava
bonchiello
ni
ma
nace.
dell:!
tiri
alla
pace
alla
lini-
com'era
io
cliiodorh
presenti-
fui
dunque
in
d'oillli l'usii
]iiil
mia Fortuna.
oltrech
pure
parte
por
cottesi'
|ii'it1ii-
ministro
fui
Non
lodi.
esso voliera
(li
ma
]i:kt:i.
mandato
fui
di
n>i.r
.tijail.iiiie
Cernire, e In
egli
Non
-verilh.
e.-im-taznni
~.i
mi vuole esser
altri
min mi
]irn'lu"'
ma
"giovane,,
era successo
pril-
Faller
i!
pensava
lui
ili
il
il
trarca),
ma
"perche,
i
Petrarca.
avvenimento non
tragico
ind. Ilei-ente,
vevano addotto.
sdegno,
posteri
bens
certi
mutamenti,
repubblica
il
ignaro
piet
che
somma
terranno
condanna
nelle
lo
il
l'ae
il
e pazzo,,
trovava
condizioni
che
Faliero
(aggiungo
stolto
la
aveva lascialo
cagioni
delle
moveva
Io
sventura
lo
ti
Pee
la
"forse in
antichi;
introdurre
della
Della
Cosi
scriveva
cittadino
l'ultimo
ai
sossopra,
lai'ciaiu
paco fu
discepolo suo.
innalzata
modo
tal
li;
col
li en intendi,
nomo
23 anni)
gioviLitissiii)!]
al
grande merito,
vire-taiiiCL-lIk'cat.
Agostini
i,
H,
p.
nelle
334),
me
ft'uSrit
l'Argelaii
tfwso
nella
agii
il
Padre
Scrittori
lUMh. Strip.
OigiiizM &y
de
poi
quando
iti
sera
H li
di
sempre
eaneei-
lineili'
ibe
i,
la
il
al
lee^ic
soavi'inenle,
loro case..
della
far
larido
dotato
(1357),
Ettore for-
sni
1'
dotto,
jrico
alle
Ungheresi
agli
dt
dr
in
fiere
'
tarda unite
mare ennfatmli
rieniidureva
IV.
Morto
sciuto
gli
l'
Gilli'iiZ/u.
i'
allargare.
consiglio
del
1j!i1:i
L'iill
stabilita
prof.
Siokol
oramai di
sul
Vicariali
ddtc
l'atto,
de'
generale del
alla
ebbe
ai
il
(j(in>i^lii)
rincora
maggior-
l'Ili'
podii.-^inic
.salve
moiiarcliia assoluta,
la
confronti
facile
In
maschera
Rumiti: nUunpiilo
* *
1389
Matteo, Ber-
nipoti
.'impili
sederi
comuni,
kBM WAccadcmia
piil
ossi
liberi
II.
per decreto
nulli)
mente
GALEAZZO
D!
Filma,, Voi.
Irn lo "dhsrr-
XXX.
dolili
it
di
Il
ressa
mutuo
il
EA
da'
di
io
le
quegli titulmnle
precisi)
finito,
i-d
il
veduti) sliutlnre
irli
luisallte,
uni riiievann,
gem.'i-a li nenie
comi
Un
liii-niiln
vecellin
un immessi
a.
pi. poli, di
atn.ini
snidai,,
tiu-qui.
ni
|ioiiv>
eccitarmi
<Jnaiido ln>
dell'ungine
aspeltai-niiu.
stoltizia
mi
illuni
ri vultu,
fluitc.
n mi smeurrc fiivulettn
Milani). I.u avresti allora
grill tarai
gli
In
dipeorso,
mi-
min pulirne.
in gli risjuiK{
il
il
manuale
lelicc,
lilo ilei
rulcixtii
mentre
iueertu,
uni
dell'
lieivh.': ripiviiilcMsi
Ini
nuovi
die uou
giunger
forzi',
compri giureconsulti.
die preaero
Ma
livore delle
'Mio proprie
tempo
|inen
iiiliiisi
ili
.-.laute
innanzi,
r altro quGHto
illude gli
festa
la
fronti;,
sdegno,
irridale!
pnl'se
ni
allora
fece,
astrologi
tutti
la propria ignori
87
n buon
che
111
diritto
dovessero
Ir
tinto
liniere
Sorti
come,
tatti
11
iti'" tri'
fu di fritto altrimenti:
ancora un nano
inni
fratelli
passato,
vini;
mini
nitro
un dcceimifi
telile.
il
ili
In
cicali
indnl'ino,
i[iiii!e
il
prospera e
pin
il
pili
considerare
di furio
qui
in vita
clic
-flii]ire
linllii
Cos
Petrarca:
il
l'astrologo non
si
ma
discorso
il
conosceva. In on
Ma ni ndieoel liana,
liliutri-n
ha per
titolo
ut-i ni
Innensis:
i]
ibi
Mediohmi
t'acta
l'uit
Diminu*
Comincia come di
Vi
conturbatole est..
1 II
Ut,
sovrani e
paR.
latt.
endice
segnato Classe
ili
495499
fa
Cor
con un salimi:
il
min volta
XXIV
n.i.
inverso
repulliliehe,
porta
il
al
ira'
a'
si
poveri
loda
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Mnliiiln-ccliiiiiii,
in tol. della
piovvi. inni,
disuma
vi
Frac ni se t ti.
Hisri.mbiio
_':,
nieinn
umano,
leale
Liti.
IjOi ni tardine,
tothts
Laureatimi,
Milito
si
devoto
arcivescovo,
'
il
clic
Mediu-
Archiepiscopi
quasi
ditti
pietosi),
dal-
t'Iti
orazione
in
Domini
morte
de
rjni
come
urta
in
"Arringa
Vij
interrotto
Nazionale, di Firenze
tira
la
di
pili t
risposcmi
fiore
liei
potenza
la
empio
prolmi!!"
si
nitri
soventi volli mi
io
liei]
umico
quel]'
nienti.'
citt del
piii nobili
milizie
ricordato.
fine.
ili
storia,
.(.1
e alle
Oigitizcd D/
138
ud
clii
shht?
lui,
len
che
propria scuola
giorno
il
il
biamente, tuttoch
ultimo
vita
i'u
nohilissiuio,
che
vivevano
tutti
pace e
in
chiam a
paci',
se
non necessarie,
umisoliaiuoci
gnamente
nuo\
po-
un
sotto
il
nostre
nuli' altro
tu'
accogliemmo
la
sopra
tanti
giustizia
piuttosto
parve
resse
puii
si
filosofo
regn
questi
laddove
soltanto,
sua
Pla'oue
di
Chi' infine
soli-.
sommo
tanto
cortese,
(.'lii
pili !.c:i!giiu
ancora
dire di
ei
preghiere quantunque
rimane a
in
poich
signori,
gramaglie
siccome
de-
morte
del
la
grezza puohlica
niii>vi
altrimenti
principi,
amore
Signor
prego, che
et
di'
volti, et
partilo
dir di
la
murlo non
tre
noi
ingiuriosi
lussi tuo
le
linoni
di
Per
vivi.
e tolto
la
del Signore
a'
i:
ei
poste
migliori animi,
da noi ciascuno
et.
giuao,
et
con
elle
s'ingegni,
et
s'
appresi
Cos termina
;iiauii;i:ritto
l'
arringa nel
appartiene
alla
fine
codice
del
surriferito.
secolo
XVI
Il
ed
1S9
meno
quindi
trassi
punto
riigli
alieni
meno autorevole
antico e
discorsi tu
discorsi!
ti.-i3i.-i il
pensare
Che
Petrarca.
forse
l'ima quasi
potrebbe
alquanto
il
ch'egli
E
ri
ri feri
d.
salv
verso
non
discorsi
fine.
la
ir
del
Po-
farebbe
cosa vet-i-iniLe
ntn uecessaria-
d'arai
interrompendo
Petrarca
il
ne.
ghe non
ila
si
Bernab,
il
buon punto
che
dall'altro.
l'arringo,
la storia
avrebU-
studiavano di
in
un' apoLc-usi
Macca re zza re
originai',
sua brevit e
dalla
Infoio, e
signori
tonila
umilio
ilue
tetie.-ie
mi'aiThifra
dedurre
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duiiio di-ll'arcivcscovo,
del
la
iuinrt.ru
ili
questo
cour.etti
sia poi
si
dall' apparirti
donde
de' codici
l'affinit
i
lnllo
logo,
pero
manifesta,
ali ri
ilal
l'attenerlo
alla
loro corti:?
la
figlio
il
u non fu degna-
del
poeta,
Magai' piHT,
diliTli'
Dru
memoria senza
aurato
Cavaliere
che
aveva
il
genetliaco
appena due
140
marito a Isabella
fu
ridurr mai),
pero
si
tanto amare
fe'
sopra v vi vere, e di
sforili
]r:;i;i!-;i.
a pochi
II
pi
altri
il
per duolo
discese
nel
Marco,
questo
scena
piceul.i
uu;t
Petrarca
eie
Isabella,
pot,
giorni
sposo.'*
l'i r,-'.
Viscontee,
da
non
nelle naie
por
Federico duca
figlia di
Baviera.
di
padrino
se-
cui
la
d'
amore
dono
fece
Lo-
laddove
"piccolo,.,
"un
bacile
perle,
anella,
sei
Coppe
d'
zibellini.,'
padrini erano
I!
quel di Mantova, e
per
Visconti,
il
il
marchese
gli
gli
al
delle
Gi oli ni
terra
appunto
do' fiumi
porcile forse
gli inni,,
;l
U, Maria
h.
'
1368,
Cri..
.li
il
un
poeta
Genetliaco, o
il
che
gli
saranno
1356.
135S,
Dunque
narrava
di Ferrara,
repubblica di Bologna.
la
nome
e tanto sfarzo o
giorno
di
di
erintalu,
di
argento
piodo
Marco
a.
13B8,
]..
214.
a.
Visconti,
si
luggt
n.-t
risii..
Giuli
Cos
ni
a.
1382.
Oigiiized &/
141
Marci):
mente
non
se
fallo,
lia
popolare,
minaccia
ni
Bruto,
figura
Ira .piesti
i;
Giunsi
il
ben
non
ri;
l'
osassero irritare
Tieni
inope ingegno
versi tbc di
ni \X Ai."t'"f>
lieti
liirluni
et
putrine,
Mi re
leste
-.ilici-t
"
''"
Lu
till I
nMitiiH,
Gammi,
inspirimi
ni'
i..w,.',^
ptitrins
Imr
ijiii
ir- In
non
iliCi n'l'-
aiimrr
qui
ulTectn
virili"!'
licei
Fjii-iji
\iiiij..'
virliili*
el
i|im
i^te
III 11!
lilierlulis
murili
csneril,
>it,
li.
rcli-.
vitn|i.-r;il.
t|iii.il
fnrsitun
intenti
liil. .in.
.|n:ini|nuin ne.'
rude, zi imi:
e si
doni
viva che
veritnB ibninnrr,
nuiU|UiLin
lllirinti
tno
il
piti
Imito
Ornsie.:
[inni!
Ni.-1-iiiiiiL.,
Bu-Meti,
ed.
'
est
srse
ulla
freniti
lri;e:i!ilni.
potente
lontano, nli'unn
ijiiiL.''iuri
n te, la
I.'
me
fu, di
nccomnnd,
t'
u-
exnendil
m'inori;!.
altri
Mi
il
potente padre:*
al
et fugace
Cospetto, ah
Moli'
l'In'
cara-
|>i
vi
clit
vedi, se
tei
Visconti,
celebro, certo
Marra
<picl
|ii
riii.irliilii
leene Illa
pag.
nel
nnilu.
mi
psii, iief
ni.
lini]
:il>
leste
1S8, Voi.
II,
ilei
iintiililiin.l
allo Immillimi
prof.
delle
I"iinsi-]iin-
Mi
AlOTi
Rnasetti.
Oigiltzed by
un tempo
con molla
glorio, fu di
al pia
al
Hnrta Ticinesi- mi
m' aveva
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ad iiicnntrarlo
leci
altra
ini'
nostra natura
|imva
si
ed
ajtgiimse
ivi
ili-Ila
alle
tanti- elle
Iraiiilit
ojrvii
il'
ili-petto,
spinto.
salute,
i[nel
avvilupparono,
merure
alla
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ac.cnall.
resevi.
siwa. vnlerln,
d'.jli
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licerli
ai-;;deati
|i(.lvere,
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anzi a
cavalieri
il
ve-
vidi Mi-
u.i
"celli
riarso
nella
jela
il
min man-io
il
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linfe li le
rinvi
altrui e
mi preeipizin
'
io
nn zzo
liei
non esserne
aneli' ei
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nel
Or come
polverio,
parola,
|ier
jiille ei
l'u l'altro, od
derci
della
Impennili.'
li
passaggio
mezzo
"incontrati LbHVi-iveseiivii in
Milano,
ed
Lelt.
6t>
clic
IV.
i;li
era vicino, e n
trad.
gelarono
V.
rii
p.
limine
447.
113
(.iirti.sin.
in
;:lt:
:irl
niiai-ilia
min
dir
vero
all.u-a
|>[-rii-i>k>,
.piando
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limai
vallo, o ini
Ina
invisibile
ipioH'
era.si
per
(li
amorevole
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piios
giovanetto
liti-,
il
non
se
niam-alii^li
mai
di
lui
ine
siiti.
ili
i.vidnto
di
friii
il
.lare
:!
non dal
trattassi
(lei l'a-
menile
avvicinati), e
servi,
ila
fondo,
ni'l
31
all'
ejrli
l.'jrcnii
non
collii
jrral
iti
.ciuri
l'osse
pi-'ei-
ma
Imiti.
indietro,
isfimo tutta
la
vita
podagra:
dalla
elio
il
Petrarca
in
da
piii
pollatili: n gi solo ne
mollili
si
Iato
che
oieccllie
hello e spacciato.
pei'
poefa a Galuay./o
Tiai-lii
assai di
1101110,
.'rami avvisi,
chi'
li-
appena ulular
terni
siccome dove;.,
visti, ini
('li.''
cinnamlii .rendevano
sii"
valli.,
ritto
ripa,
IO
altrui
(li
spuntare
r|iiclln
li.
nulla
ili
grilla
eoiiipresi
ini
1-niiHttd
Snrie. snliituiiielltr e
inaii;iin'
1". elio
dalli-
piii
soltanto
villi
per
Idilli
..I.ir.l
mi live avvisato.
spaventato
intorpidito,
so
144
mi passo, ma
lutto
ipirstd
Etnr
lo
]jur
litio
vista
degli
suo corpo
i)
rl'l
-Ili
|i
l'orto)
prodighi
Lil
d'arcuato,
il
Io ciglia,
ma
tormenti
Cosi
maneggio
nel
InlciTiign ([m'Ili
udrai da loro
sereno
1'
rnstanza,
Peli-area
il
derato,' egli
miniato, ed salo
nono
1 n
binimi
non
ma
gli
sfugge dal
laliliro
uomo
nel decantarla
costituii',
che
le
virili
mo-
di Galeazzo
vizi.
esagerate
aggiungevano
ta lelt.
gran-
-evidente, liberale,
saranno
cfr.
stanno
gli
Viscontee
'
in
dissimulandone
conti,
mi altro
il"
]iaiu:in::i
<
l'iiair
aspetto, inai
I'
K
olio
berillio
li'
che lo dila-
russe
se
Ili
impossibili'.
dolori
ijllill
lumi
un
^tiiprlalli
l'animo
rmn
ci-ndclinsiini
iinji:is.il.i|r,
straziati! ila
aiuniirzirv
gli
soffre
l'gli
27 t
di
del
iti delta
eerto;
de' guelfi
continuo
t'fe
lo
midoh
troppa
contro
alle
era
Vis-
a litici e
i
nuova materia
non pu
vava
serne
si
a'
ehi
Visconti, se anche
una veni
ma
noscerli,
che
manto
le
igne' tiranni
che
loro
(es-
Ed
era tanto
crudelt
pi
morte,
facile
rico-
il
loro
ma
governo,
di
di
di-
imparammo
uomini non
necessaria ragion
gomento unico
perseguitava
di quel
li
appena
tariti
aliljorrire;
il
loro malvagit.
vennero pi
osser-
Galeazzo colle
gli
come
tuttora,
pure Bernab e
'
ad
manca
questa famiglia
Giulini,
il
crudelt
Pero se nuche
di offese e di vendette.
severissimi
una
bandi
un
loro
iniquo
del
fratello
capriccio.
Bernab-,
eurliylnna,
salvo
che
r [nci:n
migliore
era d'indole
violenta.
Per
tollerabile,
pili
soddisfare
tormentava
alla
sudditi
pi
sua
d'un
donde pi
garbava, imponeva
gli
questo
capriccio
pompa
esterna
lato
sovrano,
pitturi
per
una
d'
pagare
del doppi.,'
alikijjiiiiM
dalla
ma
perdonano;
edifici
amara^clic
li'
clic
splendidi
di
vadano a male
balzelli
lucrai pi
non
pe.re.lu'
terra, dolci al
imporre severissime
pa-
adulatore di
quest.
nemmeno buon
on poteva avere
e
mura
che
proprie
gusto,
nome
portassero
ammirazione
Cominciava
parila
sfuri ur,
|.i
mmi.su.
vi
trll,
si
ili>fi.rri'l.
linfi'iihii-
patitili-,,,
3 cfr.
tu-
pra
El
7,i.l,i;i..
<]iii"
Giulini
n.
Semi
tutti
ili
M>-.ii..
illk-u
(rutti li ni,
ii
l'Anna, L
1835, p. 23!)
1
1
:n-
c.
a.
della
Tifili" Tiimilr...
mi
inijuii Cini
j.i=i.-.-ipin-
\.:mlii;i,-,
col.
ap-
di
pompa
Umilili.
in
L-;ipi-rel,
::i-li
secoli
de' principi
menar
|>rr'fi|>u<'
furiasse
nic
.:
Cosi racconta
di
vezzo
il
Augusti
altrettanti
5 Joshi
uc
allora
in
fii-.i
e)t>-
innreins
.,i:il.u-
408.
1355, p. 403.
DigiliziM bf
e.
'
.li
fi
.
Sai,
innilhioil
.inno
DJWo(%k
efr.
<il
'["'il
li-Iir
D.Oislr,
(isf
I.r
h]
-!
W.W
^E
J Man.
fcyifriok. p. 129.
la
leti.
del
(.
liti.
II,
XIII,
il
l',
piatola
Hip. ultima,
i.l
ttb, I.
29*.
3 III,'
unita
ritmate Mrfiof.
trmpus
I.
non
c.
viu.ot.ur
col.
in DiTivliilil.il>
iHO.
(.'mi
l'I
A:,iilit.
iltitManaari
I.
Uro
PP>
II]
ti-si'i
sempre
kn>
di
.i
benvenuto
per
se
si
v.l.v. d'op,i
p.v,''~;'
i:iitji:':i'ltlit;ci['in
i)
giani, 'luhito
glielo
pena
la
piv
alti-i
Per
lai
stato
sar
pronti
citavano
desse mai
suoi corti-
egli
stesso di
sfogliare le Decretali.
l'issimn
lunga
il
v,
r'i
ni
lni'nia
le
dita
Mi-dinlaii et Kicnriium
in
i.
Militimi
Snl*o
jirn
il
Mutuimi
la
.l.>
-li
degli
pi magnanimo.''
recava tra
si
Saliceto
liinyiii'riin
studi)
di
lui
penna
ili
il
gran
Giovici
d'oro
BononW don
modini uno il
ilHai
Visconti,
scrivere
sua famosa
i'f
l'iiirc
hradamentn Me.
Oigiiized By
un
lodava a
al
Augusto defunto,
preghiera
imperatore e
medicina, tsica e
in
giureconsulti
anche
nel
fare
cosi
che
aprire
canonico e
diritto
in
dimandii
di
chiam ad inse-
pur
proteggendo
suoi sudditi
viuiver.-iti,
alliv
in
riceliezzir
(r,d-::</:t.o
privilegio
logica, e
medici
bene,
il
proib severamente
studiare
fruttava
gli
de' Pavesi,
ottenni' ricco
si
universit
civile,
gnarvi
facendo
dignit.
all'
qmist'
cielo
tempo
dagli
si
rijeriiainlosi
gli studi,
recassero
punire
ili
irti'i
F.
da'
ulni;i
secondogenito
nello
re
del
Petrarca.' Al proprio
G-Iili'S/zo
ut.
(e
nnsln.ni
aff. renda..
Il
SatiRny.
Pania*
Federico
Vedi
gli
die
al
poi
fu
il
primo duca
il
fanciullo di
t-
Lio-
tavolo
da principi, sedeva
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II
slatini
dosamento
'l'orini.)
fallo
J
un
con
d'Inghilterra:
il
pi
II.
legge
ai
p;iS-
aveva
liti.
figlio,
era
allora
insegnava,
EhgUnto
m fiora: lui.
Petrarca, lo
Violante
figlia
di Milano,
conti.'
le'.U'i'iiti
da' posteri.
por
I'
nelT
A z ari n
nd Hrdio E.
fi.'
ricorda
Au.inle..
j;i
e lamenta,
Univa*
Medinhnenees
Uiotini
a.
1368.
di
I.
Vnl.
elio
In
:,rl. iti-io
e. cnt. 40t.
I,
cnp.
Il
XXI,
eletto hnndn
Napoli.
e.
eoi.
73!,
Corin
^iilt
r
h li ospiti.
(n-r
spogliali,
pomposo
3 "l
iLlKJf'U|LJ
''
Litirl
I.
liberali!
T.ii
il'lllll.
afi-LTiw
; ;i|>n rifluii
p.
le
dalli*
(nslrmiiile,
oli'
e per
vuote
veti elidili:'!
Ma
veramente
ridotti
e
principe
ii
esazioni
liiili
estremo,
Galcamo da
natura,
per orgoglio
famiglia,
d'un
tratto
LllLLlH]
l'anlii
[J
J"
hi
Mitri ina
El
Jll
|>ri'SS
a tiiloaiin
ai
iD.iBlrann
A*ario
c.
col. 40-J.
il
fialtj
Itltli
(.Mulini
ancora.
V.
'.:ILIL
Hill
a.
Delitti!
M.
depauperarli
elff.
1.
Oigiiized &/
i,
alvano
marchio
il
(i,'ik'.i//o,
meschina;
<V infamia
il
che ingegno
Eppure presso un
Convien dire che
ne'
tal
uomo dimorava
tempi
debole
fosse
ricco,
mezzo
di
d'
nobile
rola
coraggiosa in
mento
pei'
Onatvanei
R.
I.
Tomo XII
S.
'
|ilt
11
i^icii,
r|
... A i
Flemma
1032
11
lui
liihn.i
acR
.1
il
Petrarca.
sentimento
non
nato,
una pa-
o almeno un
la-
probabile che
gli
n.
]..'...
Opucufen
in
Muratori
Inxillua,
ci
i3.'|>,].]].i'i:'.tj;iii ._
coov.nmnlcs
Cini
]-;.. oli
1,1
dell
m.
Bii mondi
dr.
Vi-jjib
muovere
ueiic.oh
|ii.i.-ps.'
la
d<,
col.
(uni co ludcr.:
l'Aiariu, col
|inr<"
Ned
il
scrittori
loro sventure.'
le
plebeo, povero
quasi
anzi
assai
l'ini
Bitolrt di
quale
iiifrlicc
per
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Li lio,
parlari-
Franali
riguardo
piet d'un
e
il
il
cip. Vili
i'cirurtn
uanliiutl
l'iilrllir.-iid.'ri:
a' Vincolili.
di
"C.'rld
scrive a
Ltlii>
munii' 1:1
liuviiii.:
.-li
uiviujliil"
ia-2
ammonimenti
del
r orecchio del
accarezzato da
tutti,
l'otraiTa dovrei'!".
il
mcn
a colori
rarseli
trambusto
(piando
Europa
1'
Germania
ai
pummeute
ili
lei
TI,-.
nulla
|>drnii
1!
S.;
i-
ili
Ir
111
[rumila.
.1
l.
l.rar
allori
E,-
un,, ella
brucia.
ertilo
ia
un
Lio. Ili,
.
tal
mimarsi villano
il
.,||i.-TL.
,li,','Hllil
.'III'
HraTir,.|tiri|llr
assente: tosi
j.nuaialn
il.r
Avalli
supplii
uni.
ku. il
ili-
I,
'.il,,
l.|
potesse!
il
liLiiiia.ja.l,:
li.
Ir'
all'
i!
Ardemmo
uopi.
nasini
pia:!,-
parli
rimar,,:
,1,11.
trsd. dui
come n
imi puri.
A]:|.i :ia
saaagin-
lai
i-li,.
s'-i.liri:
/ara.
Mainar
vri|.
ili.../.
Hi'bballr-
disumana
V-
pauionc,
111
allinda
i'
vi
':'
non
certamente vicino a
.'
limitili
tgli
id.
il
na-lio
I-i
ama.
ma
1/roro,
dir-
vuli^-i,
lina
ctie
Ini
dell' Italia
matrimonio,
ili
di
pni ih^li
siliqua,
villaggio
'Ila
eli'
enn
un/zi'
c.-iipi
dr-1
raliai".
l'altri
pannili:
Francia
peggior partito
connine
rea! et ita, la
quel
in
oppressioni,
sconvolta,
tutta
era
trovavano
uiale-
raffigu-
di
andare
di
di-
quali
loro
cura
la
Ma dove
scorribande,
di
jniTilo
materni
protettori,
poeta
al
crudi.
guerre,
di
trovando in
de'suoi
delitti
lui
o pur ne lasciavano
fici
riluttarli.
,lcl,al,*it
<<,,-
FrscumUi.
(tv
IVsptrr
il.-
lirllli'lili
Digiirzed by
partenza
desiderio di
signori
questi
che
mi
trionfatori
poteva
volevano
io
vano
egli
legato
dipi
al
li
&
romani
il
rispettare da'
piii
msiyliii di stato.
Ira. Mi'jiii't-.
i-ngiimc:
li'
1.'-
n'irai)
l-ilrarq.it, p.
Visri>i:Ii
('.Turili' iI.pui
flpa
li-
aln
.'rni.-n!
ri'rii
le
l'ail
ilr.iii
393,
di'
[ioti:
2.' -din. Il
souilli's
t.-iiiir;
che
Vivev
par uVs
niiun
Si.smondi
rrirni-s
iti
aucur, nnin-unrin
parler de un
virili,
rnp.
>am
dee m-le
di'
X,
p.
l'Eu-
214.
Oigiiized &y
151
sempre
l'estate,
in
moiri.
ed]:
iK-i
campagna
a' fiori
di trovarsi lontano
tutto a se anche
pesciolini
a'
Milano,
XIX, ku.
Lib.
Della
villa le]
It,
K per
Unterno dcorrono
canonico
il
Lmimia- Ytnto,
Sc-
il 111.
Ili.-!,
|ilnr,in
XXX
I,
Ara de mi ri.
([ili
i-au^i
nljiLi
E:.-
<
jii.-su
nlinlTrii'liM
Limi' mi,
d.^.'iiiLl.
lili...
infiulii
ni-rum.
Mi
-![! 'IC-
li
\"
'
lin.
iti
<
M,<l,;l
ifiil)
|>-
il
Ani. .Minili.-
.-.I.i-i-i
ilii.i-mn
fiij.L
1,11.
li,..
CXUX.
(nifi.
i.
(junrl.i
li:, i.-.f
iri^-.
ini
ii
il
Gi li ni,
metta Eurq,/*
.-..I.
:17!i
10a-
ne]]'
Se pianimi"
1.
n.
Crona
(laasiatense,
rij-.n dalla
gli
Cronun,
K.
-.1;.
lunule ah
llr,
n,:i.i:ii
i-
t,i
In-
L'iMU'lUvi
mi
uni
ini.-.
l
lliK'
M lidia ni,
sm-
Dai:,:
An-
jni|. In
Ku li .fin
l'riiu-ipin.
il
l'ull Hl
C 'fiLi.'iiliai'
v
Limi- ..In-
l'iicuu-UNi
.|
pHVH'M'i..
M.il:
|.h:
nella
162
[>.
cimili L.nin.
uhi
Inni
Et ni -mi rum
la
disposta
Cenare Cani,
Voi.
fladdi.
essere
ridusse
si
/ara.
Petrarca
1368)
tiri
l'elice
1359 abbandon
nel
Angelo Bellaui
(.
del
uraliani
Il
compia-
uccelli,
della citt.
da' fastidi
in
agli
elle
<i
Percorreva
ore.
al
di
1"
cendosi intorno
dimora
limici,-
chi-
I:l
Ini
visse,
iliHiijKjli
|n!i
la
nei
villa
1358
Dal
almeno
Viil.iii-,
iiiui|iil.|i-.
Ai-ud-niiiii
iji,i
Oigiiizfid
by
1SS
modo che
per
popolo
il
1 1
visiti'.
strnjcarc
ottimi
iniiiimciifi
T'unto per
vi-rsale, cirsi
mi
l'uni
s:iLl.Ii!ii
(pei
vi irono
w'i'ic
il
ino
iti
virino:
l'usi
la peate,
di
hi'iii'vnli,
limali
il
iiinin.
fusi
tutto
stimava
"non solo
dalle
fevore dell'un-
il
in ri
llis.-.nsu)
lido
1111'
sogj
;l]
11..11
mi levano
volali
rlll.iil;!
l'ogliiun.i
in
ri
in
cii'i
solimi' ntriitu
e forse
il
ma
-li-sso
dall'aria,
Milano,,.
ho ocl.rlli: n- plliv
schiTinirr-i
signori,
volasse
lo
siili-
che
poti.- va
i
i-i^l
se
ili'
jriuiici, lli'lla
Ioni,
lai-crudi
me
cilindrili
limi
Ul,[.|.ii
sismi in.-rllissinnir
elio
ma nemmeno
cittadini,
l'irlo,
limili
inni |jiH'-
1"
po:o;-si
dagli
una porticela
per
imporrimi'
drilli-
^iililiraiidu
il
mie, inni
l'i-lil.i
ilIi;..
i-hlicr ajrin
di Tanni
incanna,
a loro
cri
l'i
19S
tempo, allora
il
Come
1353
nel
ni nel corteggio
CcIuiii^lhu
sieme
ili
torio
del
IV a
Cai-In
vedemmo
lo
dell'
-intimile
ma
soltanto
in tutto
Ma
Il
do Frtnp,
ffiU.
scgicurio
Avonniaon
IV
Canti
Alit. I.
I-in.
hnp.,
din
h...|
in
urbe
,-i
ulti
iliriimiliu-.
viudas
in-'
il
|,it
zuiluiii
Ki-LlF-r
pin-la-
[iran'H'iilia
jinn-m-nliM.
dnliila
iji
.n
dn
.1
unii
"Uher
il
jinpiilinn
ii-
^rutiis
l'inn-li-
cornatami
;ur (Wf.i'wlf
pag- 51
li legge:
-..huii
di'
urlili
linirt-ari
(|
iiilni.-
ninnili
in
11
fin-
i'hI
It.a
i-Heras
i
lumi
itli-n.ui-
Miigulia
diurni Ini*
rat
inni
,,fili)iiaili
(l'ilyartaK).
.-.itinii|ini--lii|..
miinibn>
Win,.
"Ibi dieta
qua nalus
militili li- ni
Frimti.i-iiiit ju rd-iicliilnni
Inijin-minli
ijni
,a*.) :
(errar uni
ni.i'linii.
Sellili uni
de l'Europi'.
tornirlo
IMnrj.
Intimi
et
filljlllliv.-ln
dominimi
(U.w rralalur.
'In in
era
An
pidibliniii,
vuruni
alma
ep. XII.
dd urdinlt
(o pmttorto
liori-m
nuiilim
vil-ilis
fu
il.iit
Cnitin, ili.-
KliuvriliiU-
il
appresso.
di'
credesi
l'Yrmtrsco
Petrarca l'anno
Siam ondi
della
chiaro
lui
Messur
di
nel
detto
il
fiore
il
mondo
il
scgiv-
li
'Trov
lui:
Albur-
cosi
liomaiii.
ile
di
Petrarca.,'
l'
reduce
Ostiense,
Cardinale
incontrai!
arcivescovo Giovanni,
iiiipL'i'.itor
scriveva
cardinale
rilns
panno
ialine eon-
mundi pm-
dieluni
doni.
Oigiiizcd Dy
1B7
Giui/aga,
l;i
iln
Knma
i-iinsriitisse
avtvaii fulto
i^li
tutti!
lo
loro, e
citt
Pavia
'li
simo prozio
rollini
suo ritorno
al
chiuse
(rovai-
porte
lo
di
nuovo Cessili
E quantunque aves-
viaggio del
il
a'
'
veramente
e imperali
palli
La
che
traditi,
vicariato
quale
ni la
nuche l'Impera-
segreto
una fu^a.
somigliare piulla^to a
aveva
Monfiin'cto,
'li
in
lieti
quasi
man-lu'-e
rial
pure
nell'
vendetta
di
lui
il
raris-
imminente
e
precipitata
conciliarlo
Petrarca.
il
politica,
cara all'impera-
ma
' onoi-
|>.T
iii.il:-
fi-m
Li!i;ibil:iliii
ijiln.H
tin-i.
riiat,
in
n.iii
tli-
\n->|.l.r
inn-lii
sui-
II
p.
ri.
.-.H
i[iiiil.-iii
fimmi'nil,
i-st
iltii
;n:i.-n
iil(|in-
in-nLi.1^11
;i>
iuli-iili-
::i
408.
siriir-vn
lilla
il
Signnrin din
iij
il
iiriuril'-rii-
Iri'-iij
If^gBIn finrrmlinn
App. TU.
jini-iiii-i.-.
-unir
alveran dodt,
llai.
Li.
jili-rHijlii'
ilii-iiis
l'
pi-iiIii-
XXVI
im|jfm-
ise
faticoso.
Il
per
ladri.
<li
Peti-arca
il
viaggi
de' lunghi
mezzo a
in
Lande
intestato da
pericoli,
e.
masnade
l'esperienza
"aspro e penoso,
viaggio fu
travagli
infiniti
dati e da
sol-
ili
sapeva
lo
volta
altra
fatti:
passare
le
discende
tarili
gli
rispettano,
lo
tempra questi
torce
terre,
forte
ima occasione
da' suoi
-si
sato,
.si
in
di
Milano, ep-
nemici
sua
Alla
tratto piacevano:
In
lui
dotta
ia
abbastanza
clic-
gremito
P,
il
presentano.
lo
tratto
briganti
di
di
nuovi uomini.
pure
risale
de' signori
un
onorano,
viaggi
vedova nuove
poi
(Mtl'ii)
pure nessuno
lo
frotte
liriganti
di
La Condainine,
del
lo strappassi; a
studi
non
vero,
lo
si
ina
accella
(piasi
l'elidergli
correr
lasciasse
fin
presso
al
mare-
Artico,
con
codazzo
di servi,,, quindi
aggiunge
ipuiiulo
'
Uh. X.
trattasi
leti.
di
licne
pubblico,
ugni privati,
Sd.
OigiiizM by
159
travaglio tollerare di booti giudo
per
altro
clic
questo
per
dal
conviene.
E non
signore <vh
Liguria
si
di
lui
die
20 maggio 13S(i
il
dove
la
ai
attese
rec
(riglii'ti/v
invano
a
11
l'
mise
inipei ntore
Praga."
'>ih:siv,
Al Petrarca Cu
e di
in
viarie per
un mese
Dall'imperatore
di
i-oiilcritn
jir.odc
la
Mima
dignit
di
il
Basilea
intero,
ebbe
ie
e di
solite
fifiiisidiT.'iz
mite,
ione.
palatino,
diplnma;' ma
160
,
la
scucir
L'onijiafivii
pronto
ii)crimiiv.
i-rt
i'
Carlo
fui
li
iil
la
sua politica, e
le
Villani) nvi-in!
l'
aveva mano.
ic crisi;
liei
vittoria riportati
ni?l!i:
stj ori
fitte.
Ma non
inattii'iifsiTu.
risi"
(nilli'-roti,
Questo fu nllora
appari IV.
clii-'ivanionr'.-
vi
[tritL'iT
profitti re rellu
e pronto n disinmosiiL'rli
animo fonivi
Matlco
(narra
irupcvailoiv
signori di Milano,
a'
uomo
valoroso
"l'[-'K'S>.0
tuli-
li]
arme
l'iinrln
dif SiiiRriMimr
coita
.
in
di
era
di
<:
Lj
...
grandi'
Liil.\.
bri
pi
<ul][vo
clic
anitrl'i.
;l
fl'rm.lLiV
un
Hntijiliri-
Ui Vieni,,,,
oli,,
ni
Irovuvn
orili,
1! il, lini,
ni l'unlimi
l'i
zo-'i
b,
per
Iti*
privilegi,
miio:
enmmel leivloli
se
con nuore
sicch,
rit,
liurico de
molto
poraneo
a cui
bene
Lipsia,
Ji
uvev
il
nulli,
li
enpia
il
di
ni
puMilicnrnc
Politi fAmer
Hlnililii
Cnpiliilo
lini
IMerri-icI]
vr.il
Intitolami
Prti'arc-i;
vi.i.d
Nerone
Duomi,
si
lulti-iv
lidi'
tolti!
[ur.i
frrilr.-oi
"i
impc-
e Bug.)
p.
Impura ture
non
una.
lille
dui
pens
pubblic
puri'
Suini,, cun-grvln
Ni'H'Art-liivi
rfljir.u
clic
dell'
Capitmiu loro
Alcuni! ne
1780) dn
di l'ra^i.
cimwrva mi
quel-
contem-
pure
egli
dm
In-rolireuil.
fare, al-
fare
consenso
di
soltanto.
alcuni-
lini
da
limi,; IVawrMrf
Apologie
potesse
il
nhl.ieiiiremo.
pnrrrrtiir
ili
(17(o
iis
segreto
in
istrutto, scrive
Mi!
concedetti' tacitamente
mostrasse
iJicssenlioicu, cronista
li
'-Le
imperio
dell'
ma
vescovo,
la liberta, al
potili
voli Jlllio
unii
Hai
Gnau.
lima
Anelili, min.
162
da park-
societ
dell' impoi-atun-.,.
Tanto
intrigo
appellava
IHiorra
rarca
1\;1
il
ordini
al
del
Visconti
citati
tobre
(1355).
contro
Esacerbati
mal
ili
l'ra^a.
ila
maschera, aveva
undici d'ot-
gli
fremevano d'ira
coltamente audio
Iromeva
ne
suo
del
clic
passar l'Ap-
pi innanzi degli
la
Visconti
altro cronista
appai-cccliid
al
raggiri,
tali
Petrarca
un
tanto
uni rlornn
andato
Il
>
vicario, e
politico
il
viaggio riportava
riescilo
s'
fiu-innl
|in-l
limici
in
.\ L [i;ir
vi
li-ri-iili
..Tiiat
il ili.
coni
munii, itiiHb.
1 Oli
PiMnu.
543.
Lnntiaidio,
!i.
III::
in
mini
i..
fi.
7.
l.
il ii
min
in
sncii-tnU'
Voi.
il.Mtotiim wdiiak'
IV
JUi-
'
1] i!
i-x
p.
ili
-i
>
putii-
]>jt
' i
mi
il
ruvrrsu.
irato
'
rLlii[ns
moteBtabuit
juriirn.
.[-..
le
-i
Iviiiiin
(.'rill.-l.ul
iroprrntijris
culli
105.
pndicli-
Re Udori e a i
ili.
fuin-
I.;,m1.iv.-
ili-
libelli)
ripetere
A|iutjin,
in
iiii.lii]iii]|].
dir del
Senza
(Nuli |.nii.
M.
Km..]].
.le
illia
ft.
IIi-inricuB
vcranl
riLiir
v. r-ii-
,pi]il.Li:i
che
vescovo.
di
consensi! im|ii'Kimri>
ililmii
p.
titolo
il
l[lli:
I.m;i.;.i:.;-.i-iIj:-
di'
a Marquardo,
contro
arrogava
i|ln:
sospetti,
insolente
R.
ri-ridi-ns di;
Gtrm.
I.
riviuili-
Voi.
IV,
inchini;
di
questa
nlioi-i'ava.
i.-iii
lettera
render
dopo
ingiurie
lombarde
libelli
(lice
perii
l'adi
non
se
ingiurie,
certa,
e subito
completa
paiirruiiiosa,
che
Visconti.
a'
fu
aspra
rc
le
tempo
salv
potranno vedere.''
si
stento
prigione
fu
vita,
la
tro di
prre
lui
il
Vi'aizb
>
i.-i-iii'i
l'Ili
BaG),
Agostino
Dati? pania
itii
|.;ii lii
!:;!]
l'tjiiiii.ci'^-
Jd
l.'.j..
unii
ri:.|n :li.
i.L.li L^i:ili'
ili
senza
3
l'
illesa
fosse
si
mal
npuscnln nppoillo
in
conosceremmo
.m-.;.
i.-.-mvi.
sconfitta e
CicORilii
Front esco N.
nnl. vnli.
l-Ih 1::
La
Emnnoclc
follone da
|i:ill'-
.[i:i -li.
che
libello
11
fatto
a un anno (nel
l'i
libello di sfida.
ragionano
nvfazionc ni Volgnrizziiini'iilo
Mal'^liil
Marquardo
vescovo
libert,
iti
atto le
in
portava
qnaU lolun
Di
Lantlmv Incitivi
tonti'
Il
il
condotto in Milano, e di
i-
con
Casoratc (14
battaglia di
vittoria
Puliti
di''
cosa,
In
rispose
si
coli'
le citt
la
min
Alcuni u dubitarono
mi sembrano
ricordati
fu
sfnla
ili
Petrarca.
scritta dal
n,
[t;l
:';it:.>
i-ii,
:'n
-Ir.!
:;!
fosti-
ehi
il.
"
li
|jrk'liim\ tri
|iiii
|.i.:i i:iv
M A. [ili-
111+
{nula
piii
vano
Hi
siine.
[jai-ticnIafinttitL-
pomo
laonde
invi n! re di
l'Yanri:!
IV,
IDMorle
Italia,
i-
u"
li
rjuvsli
[ilii.l.
1317
licita soraiiinisit
Nel
p.
in
di
Pi-:.
mar-
jie-
ii
avergli
n.lopeniaao a ri-
HtiJ.
pi
l'arti sji.i
Avignone n BoppHea
penavano
clii:
1354 accompagn
nurnlM-
Visconti
pace senza
Angusta.
1 1
Monferdi tutti
all'era
marchese
di
ptrcliv
noi
li-
Navara
Il
di
munte che
ni
tiri
il
ji.ml i-icc.
e ritorno
sulla UiTiniiiiia.
giti
tra
trattar
Filtnpn.
il
risjn'ttd
di discordia
risolvettero
t:rn 1
Bologna, di
di
marchese
il
s'avvidero
renne
\ isconti
Mantova,
di
Genova e
gli alleati
nunzio apostolico,
il
signori
doge
il
Ma
Colli
rieoininriii.
Kstc,
<i'
Pavia,
rato.
cardinal legata,
il
dic-sc
l.Tirv
Carlo
ninni in
ancom
il
boj;-
IV
in
ilili~a
DlltiZ'XI
IJy
Ci
t;:,
giugno
fu fatta (8
pressioni,
di
per
Per
iiLliiiTk.-.
incntr l'aliavo In
[AhiiM
,M
13B8]
il
Friuli, nVI
.-..nr--
dimostrazioni
aiico: a
,
accordo con
ad
riluttava, e
Ini;
final,
all'
iiinrchiise
,i.
d'arme,
iiiart'ln-so
il
Huii's.-u
cedessi; al
(.alea/.zo
tarile
venire
possibile
fu
giuochi
litanie,
1
frioLt
non
1358) con
popoli infelicissimi
Firmi
Alba
terra di Novi,
la
Visconti.
al
..
ili
Mingimi., Trliric
ItLiS.
IV
lii.vji
..1
alluni
rilNM.'L'i"
(iuJii
li'
Baraio,
y.ihuln
iivevn in
eli,-
il
Udine
lv>[iivi>
in
ili
<
iiui'..rili:i.
'eoiiinida di
Gimuuno.,
'
(Mulini
a.
1858.
li'ir;
lmi ..etili*,
I'
oapedik
16G
Cosi Galeazzo
signore
ritorn
pria
e sotto
Effigie
feci;
;l:t:i::;i]v
popolo
il
culli
parali',
solenne di perdono e di
che
tnica,
stesi inulta
1
desiderio
il
Galeazzo
Socara
Storia di
umane
di catti-
scelse
buon garbo,
nel
Voi.
l'e-
il
clic
Morbio
sera in
la
miri e
pi'.i
[>ace,
il
combattuta
della
citt k'
Novara
parola
la
cliii-sa.
suo
il
Comincio
'
fucile
Facions tumori
KDUUt.
mimi,-.
rni.-!..
Coi.
Il
Um. Um/oj.
|'.-Ii;iitIi;iiii
Tin-lni
l>l.ti:uii(i!.ui.
i.joru
Siiviu
ejm
Rer. Italie.
Cmuerutur
ri
prirptlr
eiii
.
I
unii
i-I
tarditatem
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sili!
Viri-i-.-miliiin
M;hvIiiiiil-ili
Tuniii-Uii
col.
I,
IX'r'
rli-lilii.
t- lj. tj
llliiatralione de'
Voi.
taf.
|>,-r
Opir.
iU.-tj.i--
i.-u.iini.siiii
n-mptiri, iriiiimni
ien a
ijuia
ilin-nr-
in
llillillNl
ili
Mt'diliim-iL-
Fi-miti
l-
i>
imi mi uni
orln.ni
T.
XVI
iln icisrr.-snis
cui
Nnsu-r
r.r,-K,-ii-",i..- i(F
503:
.Minili*
urbis
lii.liuH
il.-
Piada,
Cimimi-
in
iKi|iii'
Xuvili-l-iih-j.
.Tuli.
narrar
e.:
Valli
mentimi
fiiriivssisfi-, ali
tiuviimiH.
Script.
ili
col 368.
c.
1.
D.-iiif
JJiKmlS. Poi.
ili-t.-rlis
doinuni
palliarli
!.im:i
Arene
Amrio.
ili
prtlt-rM
rtr.
mot
Duna inni
rmm
Wic
notai-
siili
l'arti;
OigiiizM by
167
ooim;
mo:
solilo
a)
un
con
"Convertetti!
biblico,
testo
fu
eli",
sal-
il
conatituit:
Li-niuirdnm alqm-ra
Ai:
la
Utino
iisl:iruln
divismi'
pini rtirn-
Feo
del
iva
,.117:1
db
fa
r|u.-stii
ili
invilire da Mnr-
uifiirliiji
dtt
li'
nul
130).
v i.'ej in-
-Allora,
puimin:
andarono a
[iljiniivirtii
li-iub
Imi
pinchi':
ni
nd
pratili ut li
-.:u.iii
iiHuiniiKiri'
i[ni-
ili
n.
13&I).
i-
"il
iii-i
In aiuiAli-tii
jilliV
liin,-ili
battala la batlaglig
i-In-
di
lui
1.1:1
tillcrmii
;i
ili
il
ili
.MIarii.
Curio,
imliiiiw
ijiuriiii
il
ul.l.hrjii
ijuali
c.
ulli-iili
j-c^uuiiu-
<ii
iiii
'ii-
rn-i
pii'i
iitii.
rj^xi^-l
Ln
ne parlanti sodo
Mutai.
ili
a.
nilln
i:.i-,-.,ii'.t.-.
iju-.-llii
i-i;..
ili-iiiiiin|iiiiriu
Cuorate, (GUI.
gli
che-
sola
uhi:
i-
n.i.,,,
Cronaca
KnliiKi-,
81
L' Azaria
Ni.inri-.-i-.
liiin.i^lin
Ni
Iti
iJin-.-l'iilill..;
l'inverno
ipm-ri.-i-i.
.:i..
(llilllilii
iinvcnitire
1-156).
fa
"Gli
comalleati
m
iI'oIjIjIl'o
Definisci'
Ini
ili-|niM-m
in
a'
|ir<-.-c-ji1 1-.
in Novnt.1
ni
fmro
cli.i
Mili.il.>.
min
si
li
Inriinrc
((lini. .
iilli-iit]
dillo
IV iri.r
i-i-fi-lln
-(ili
ud giugno
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cun versione,
|iai'nl;i
la
in
I.'.'m).
ut,,!,
L'ffL'tlo.
(lamia
la
l'ainpagiiii
|iri-li-jiilrv;inri
apri-niLi-i
ili
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rmviisjii in S'nviim
Uri'.-.'
quindi
l'in. i* f rnilii
n.-I
diniuni in Hit^i
piagni)
diri
|Kirlii
V.KiH;
lupai
tori
chu percorreva
vasto
occupi)
che
.innati
[.-Ile.
un
Italia,
lungo
in
fu
si
elle
fece
de-
non pavent
parte
lasciati
ed
gli
fama,
alla
a^gloiiieiiuneiito
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devastavano;
tulio
non
effetto
pi-
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merca-
a'
romani
schiavi
storia
alla
largo
se giunsero a fare,
ili
d' Italia
Ma
devonsi credere
che
precipuamente in
iliidiiH-
nonch
e,
eserciti
frotta
parte
Roma.'
'l'invadere la stessa
muli
tulto
Kuvvi un'immensa
la Sicilia,
esemp
il'
mare
i]
agli stessi
a' peregrini,
<i
tci'riliile.
il
Cosi
.iriiiiiiliu
vincitore
|ii-Iiig(i
vinrnh
snl tintinni
[i-
]S|1).
L;i
'iil
lumi
XXIII
MI,.
|.njvim:i:ii.
iili.LH
invi
rulli-
ns
Inli i'i-ijll-
vivi-ri-*;
'.tu
liiiui]
[invi
|>i;i
illliliiliiNi;
nomini-
opera implnint.
efr,
u ni
!'
r.
lj tj
ut
tutu
1"!
nlqnc
in
pr.Tiir.T
ul
misernlii lilrr
111:11111
s e Iti,
lti.
in-
Voi. III.
militimi,
.-..viiiiiri
iiisinlimit
ile]
infrjitllin
ilramiiati,
ni 068
misi'rc
lo leti.
[.riifiliimim
HI-
min
-Ailvi'r.-n^
l'aliimi
il
).ii|imrn-,
|.nrv
K mila
.'il
<l-.|n
uni
hliH
ti-mp<irr
lilii
-Eh
>..:
..(lumini [nuli',
maKm- l'nmpui.
lirt-visMiuii
utiriiun
l..|NT;i
Suri-tiiri,
neldlem
Hill.-
i-Iiii.. ili
ir
del
solini
i|iiiiralani
Irti.
Fi'lrnrisi
il
Firmi:
min
l'iinii-rini,
-imi mimili
Magi
limimmi.
l'iil.'rvim.
inni
-ilii
IviiiilaMi
l.-lt.ni iit<r<l---ij|in
il
m-Uu
pian;
.1
liumnnnm
Sen.
rt
170
nemmeno
se
Sfogata
(rimproveri)
ben accolto
al
ogni
tiva
a voi
ehi;
di
non
popolo
diritto e la giustizia,
il
v'
ha
conforto
cita
il
novaresi: chiamandolo
nome convenga
tal
lo
me
Visconti,
a'
compagnie pa-
queste
che
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strallo),
suo dire
a dimostrare che
rola al popolo
una
contro a questo
anche
indiretto
popolo che da
quando manchi
del
ira cittadina
{-insta
l'osi hi
componiti
inai
turba di ladri e di
"Societ,?
predoni,
vostro,
sia
nome
prudenza,
rit.
ma
fu
non
cfr.
ne
poteva
Visconti
dire in
che ebbe
Mort.in
1.
del
<:
p.
contrario.
ve-
tutta
il
nome
di
avvisato poli-
'
opportune.
pivi
dacch
Novaresi e
migliore accordo, e
nel
citato
Ricorda Matteo
"grande,
tico;
con No-
tal
delle pi care
Fu
lui
abbiamo
tante
volte
89.
OigitizM by
171
non
-protettorati
mato per
eapilauu
O piT
(iltlUIV
Novara per
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Novara, ne
pare
ili
cinque
fftli
senio
arte
Le
nielli.
da morte prematura,,
tome
uomo
d'
Era
ili
vincere,
la
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de' l'or-
die
poeta "tronche
il
che. in
eletto
simpatia
il
in lu erano le sperate, e
di
dopo
per opera
fu
t'u
Podest
scosluniato, impru-
titS!:
fortuna
liiHI
',-]
lillU
Meno
anni.
Galeazzo.
figlio
il
scacciato nel
fu
[lattaglielo
dente,
favilli'
natii in terra
di
Azione,
meritava pi
principe
di
cedo
e fu
ma
pi amato principe
il
forse
rimprovero
inanimai.
'
V, di
:
tutti qnes.1t
Lilia,
Mar hia
I.
t.
ne
lui
te-
regn
am
diede
le porre!'.-
la
in
sua
prove
Ili.
dimenticare
Famigli! Oltiri,
p.
disa-
in
al
signore,
Vi-
casa
Giovanni Vis-
nessuno pi largamente di
un
"Dell'arcivescovo
nervi parola
di
il
Vicini, Tav.
111.
il
12
onde
t'
prover
biasima
tr;
mi
illii
Dumi ima
invece di
marchese,
;re dal
Tuw
eg.i
fui
ne
trattare
furono
nelle
t:nli-:uiti 9 nii.-it
Animisi Pntwtate. Hi
ri iti
perche male
il
olio,
ul-
parto
il
Milano;
rono.
TnmircUn
all'
Galeazzo;
commiserazione e
*i
lusinghe di
allc
[temporaneo, ch'ebbe
Azelio, cronista
in queste trattative,
|>r<>
Domimi Anioni
Ainriii
r,
ninniti.
I.
ai tsa
mi'll
El
quidem
telili.
im-rilo.
lii-ju-rtiascl
a
offerri,
Iti
Ki'i|uM
nisi
Villi-m
.'i
venditi fncnuit, ut
iiiiirijiiri^
l'riim
IJiwhliis
i-i
[tinnirli
l'ilio,
tiriviitcs
Inni
l'ili,
il
ma
li;.]. :,\:
imi.
(urlili,!
[Ininiim;.. irmi
[iiu<
I.
c.
miiilui'i ni)
col,
i
[l':i.
Gl'Ululi
i]ini|ii
364.
alluni, in
ririininm
ncfdeatea rainlert.
oigiiized &/
iu.
seppero
loro
signor
il
Ma
e avutili cari.
avvenne
elle
tutti,
signor
il
gua
marchese
e
dini f
i'oroi
il
come
loro,
cosi
tal calice,
Itti
Novara,
molti
sa-
che
mingenti
amare;
Oli
compa-
ma
ceiT;mu.nt-.'
il
citta-
sarebbe
perfidi,
perdoni),
desideravano ritornare
ne prese ad
conveniva.
si
gl'
consegnato
esigila ti
altri
primo giorno
il
in
altri
gli
pagat-miu
fio
Cosi
l'Avario,
dell'arringa
clic
sincere
perdonalo
loro
che agli
castig,
in
iivi'ssei'u
come
tendoli perch
vero
Avrebbe
fatto.
vere e
cuoi-
li
assai
tutti
il
ritornare alla
crii
mal
por
eattivi,
maniere
tali
esempio. Poich se
stato
ilei
tenute
avrebbe
era indurato
ili
di tante e
di
il
buoni
che
e
ranno
Milano
di
accampate,
scuse
le
rettori,'
cattivi
Unti
evitare
nessuno
d'uno
del
concorda
Petrarca:
perfetto
scrittore
pagano,
le
arti del
havvi
li
in-ci]jii
pure
in
tutto
in
poi
^ta
mondo
esser
di
seguito
col
bene
peccato,
l'ottimo
chi
signore
il
dir
meno
parcere aibiectis
qiianlum
lidiuil,
il
et
174
fIMIure
Per
miperbvs.
cousidcra/bni
tali
ma
perdono,
la
voce,
mentire, e sia
fronte,
la
luogo
i'-ser
avvenne
contro
entravano
di
alla
proib
vile,
pena del
taglio d'
soltanto
sorpresa
dilVsa.
con-
possa
pi
che tutto ci
di
per violenza
la
Novara,
in
ma
il
chiunque di
un
la citt
piede,
cittadini
podest,
diffi-
correre all'armi
e revoc appena
il
ma
signore,
il
tolleraste
lo
volevano arringiTsi
dente o
sotto
negli
mente, che se
vi
guelfi
siili
la
non
voi,
tutti
al
macchinato
che
coneede solo
voi
in
contegno,
il
signor
il
voi dtladini
(la
vi
riveli
ai
corde
non
accoglie ancora
vi
pentimento
limili
atti
del
marchese,
averi e nelle
sofl'erlo negli
che,
ricscii-
se
loro
non
since-
ramente gradita.
Ridotta
ugni
il
sl'oc/.o
in
suo
penna. La
rivolse
citta
di
il
nome
e la
citavano
all'
epoca
rli
l'atto,
nome che
teniamo parola,
cui
di
per levare
la
maschera
conquista della
vi
(empi)
rli
a partili'.
combattere
L'
apertamente
Per
citta.
ornalo,
l'
avidit,
dissoluti
alla
difenderla
eloquenti:,
'
Bei
Galezz<
di
stimato
imprudenza,
supremazia
accingersi
vagheggiata
un oppositori
trovava
pi
era
uhi'
costumi
il
chezze,
al
finch
le
unirlo loro.,
vano
alle
sue
colle
pi-octielii;
cendevano e lodavano
giunge
l'A/artu:
le
per
li,
.gli
(sici'oiiH!
nomi
modo
eke
':ull
tulle
in
dell'autica
elie
apertamente
Veruni
nlii
limile
rillTlCO
le
sue
Roma)
juveNes
andava
accompagnacru-
lllierl
.|iii
|>li|uir [triti
minili sun.
eie
licerli di-re
liuti
riconlav
pfi'diijhe
muri',
et
ma
cosi
vecchi
contro allo
di
.>.liniiil;iri',
l'
V ac-
ti
vecchi,
per questo pi
liliale,
la.-"
giovani, e
l>
correg-
mal fare:
pigliano
si
pari
;il
;::>]
perch
dal
VLjljK
Per
gli amici,
nolo
giovani
'rini-lie
a questi sip'imri.,
mogli
buon
ilei
Pavia e ritraesse
lic-si.'
-i
avvenne
Matteo Villini,
l'I
An
:i
wtl
Aftlirifi,
Ito.
Vili,
e.
pgraliiltm nuli
TI
4i
I.
r.
n,l.
Vliljj.-iriter
J.
e.
lie-
$74.
ilieiuir.
374.
U.
Oigiiized &/
Redi
luuwm
lazzi
vendetta
rlie
pietra
pnnolani
and
:)
ardendo
tutte
due
tutti
[oro pt
pietra, c preii
le parti,
Pavia, questa
DigitizM by
17R
superbia e
di
Irati-
'liil;in^i
i'
pi
i]"ii(niiiiii
se perci
eccellente,
fin;
al
pnif
d'
ii
milk'
ci
inliii ile'
esinn
paiii-i
imi
non
stesso
ma
dire,
sema
la
ti
al
a tanta cima di
di
quel bel
Covando
nevano
gli
lo
in
lo
Ir* Vixi'imli
i-rsiil
il' ilei'
ti
il
l'e-
nuovi
dol-
(egli
dovere
cittadini.
sedendn
diceva
il
popoli che
qifel
l'eloquenza
iniqui
Tu ehe non
Pel rair
l'Olir-
de' quali
tatto giorno
battaglie.
il
-orla,
gloria sollevato
bellica
coro
di
conduce
ti
che pi del
si
cotesti tuoi
di
numero imo
qui
a tanto
sappia,
*i
lacci
mondo,
jier
tiranno,
farti
compiaccia) non
buaggine
Jacopo,
ni
unico
Signore sopporta.
tale
giunto
artifici sei
tenti
ricliiiiiiio.
ed
od inauditi
li-ate
import
ili
Senatore
ili
(rarre alla
"T allegra
che
l.iiiiiiu
il
principio
ti
pin
hi
pel-clic
e nulla g'
nome
il
solo
lui
risfi'tiiiu
stilo
causa, fonte,
in.'llu
credulo volgo. n
rrarla) e
incolpa
nrgoglio,
ili
i l j l 1 L
Itali
francamente
questo
ii
|ii'i
ailupwa
il'
d'uomo eloquente
ludi-
sar detto
Usuici
inali.
il
parte
tii-lla
a^.^ii alla
di
del
tuo
Tu
olle
parlando,
sei,
il
e fatto
salmista
pensieri, dispo-
scendi
mai a batta-
si
il
irate,
Dr.]
iivl'i-
hi-b
priijiro
iil.'es-, (|>.
ii'.l
.)
DiqiiizM by
Questo
i.
.11
ai,
Voi.
(lai) delF
U,
p.
240).
lumininone d
'Questi fu
il
Sanimi
i'
v.-ngn
virtuoso
ISO
il
Petrarca.
Il
avo
pi
la
invidiabili'.
immaginava
con s Pavia
suo carroccio,
il
il
quanto
folle
misero frate
attorniando
t'hc
correva
non erano
si
potesse
volta
che
sarebbe
-Voti
stata
schiere Visi'Otilec
italiano de'
tempi
prima
la
piccato davanti
avessero
non
cui
diretti
mezzo
indipendenza repubblicana.
invitte
al
nemico,
sua
antica
Visconti
impa-
ricuperasse la
stesso
J-o
Iacopo,
lo
Pnri'ccld lo
invoco
in
pupilli
accarezz,
dipiii:-i ri.
quella infelice
dilli'
coitomi, e
l'
1
-
i-
|
1
11;lN
nliissn.
in
uin
cpom,
cui
li
Ini
s.iviiTlitoi-i'
lv,i
"
ili
;ih.i
:ill. i;iil.:il
mV
frulli
i:iii-.ii
|.r
,mi!
in
di'
]|.':imii
..
jioprdi.
iji
fu
preci pi hi
d.ililinnc
jiliLl,
t''i*i
1111
il
faslii. In
Civilnls
Fra
mostra mitili
ninlleu
Ingnillii
Di.msmi
-
nmsiglfi con
si
mi
da
resistere.
le
slata la
di
tutta,
felice alle
pi-r
rum
turbare
cittadini.
E quando
tempo
sbarazzarsene,
di
aperta me- ri te
lo
non
richiedesse
contumace,
os,
amie
i-il
imtretto a lasciar
ma
il
quantunque
l'are.
Non
suoi consiglieri.
[n-1-
n-.i.r
del
popolo
alla
credi
irintitu
incarcerare;
generali;
perii
dell' onlisur
-1
trattar
potesse
malincuore,
l'osse
con un ciurmadore n
incompianto
frate,
lece
lo
finse
egli,
di
rsl
(rubi
yiiina.
con
l'ca
Galeazzu
.laciipo,
togliesse al frate
consegnarlo
l'a-
indifeso
DOCUMENTI
ti-Jtli
ilii
Que
una Suuuua
in
quindi;
hai-
CiiTicpIliiriiim
li-ila
mimi
Siilntm-f
]i] t j.iii]:]iciii
aula
sjiltilaivl;
sii
Ciin.iii
;iil
diluisci
(jiiii
tu
iiouitiis
;tr
s.i.:i-r
Cri'ili'linl
amor
sii-
ol)liuisci-i\ilnr
IJnoll
i-sjii
rni.-iiilii
ctrnisiain
(Vmii
l'ini. l'Ilari]
n'himui
cinsiui
ami. li-
wiliilitzit-.-
olii.
u-
i-sst.-t
i-[in[niii
ijiu-
itisi
tjvnr-msiiiti
]iri.ln\i uras.-ii-iinii vt
<jt>i
1<>>- ililr.ilillitl
h]
sci'ilicudo
naiinjiic
uni lii<:undi
sns|jimr.
IV
di dirlo
naottun aiuotvm
i[in-
lni|n-inlin"iii
non nossnni
tiiiiliitn
jintiilTt
raciouc condiuit ni
inilili'iir.
ni
Ccsiii-i-a (|i:ctn
militis
immdiUi
cut tini
isii!il:iry vi ri ni r
imI
Ii'ihjhi
Giiiccthiritu- il-l
siluro
forti'
vim
nonn-ii Imiti
-a|](irnsi vini
(stupii
si
causa
OigiiizM &y
Imiti;
Al-L'hiq>isiv[ni.-.
Si
sciilul.
uniiiiiis
i'.vf|iiiniiii
inoculi
i;.t:ii
.-vi,
tempore rccommciido
timi'
ci
ipiuntii
Ih isli
L > 1 1
ijni
(ii.-i-ipuliis
hiv
disuicriu Ci'i-iiums
Mi
.jiiiln^
iri'iiiiiilnis
(lilliin
ipii
:;i;i-l.nliiun
gradusi! mliiiuit
liiimiiimiii
pus
(lil.'in'in
viiui'iiiiL
lil n-iiiii
Irai
Ini
iiiiin.i
E pi
piiti'Minli-
'.mi
fiit
('iLiiirlliii-in.--
ueluriini
In
~:Erijiri-:.
li
rir;u
Cui
tu
denotiti
iiilWililms
^iiii'-
umili
elt.
F. 180>
Kurolns
II.
l'u
lite.
Mi'ililn
ili!
nostri'
is
il ut
ih
snviiil.ili
Iiii|iiTiik'in
Nntiim
dllilliln
uni
Ikiiintis
intra
ctu.
iiiliuiiiliim
ilii'ins
1!. (Iti
Quod
|puii'.i'5si-liltil
lliniilbiis
in
Mulinimi.*.
tpnnimis
lluhiis
lillitn
Sa^-i-i.'nun-
i!r
illuni
li.
ipi'iliti!-,
Siigii'inur u
ui.-i.iiyi
186
ad
ucuiret
nostri
li.ininiii-in-i
flinpi
]
ir isti
Li'
atri
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vi.
li.
[iiiti-iiciaui
ad
il
jiilitiniti
:.r
jicnitu? attulit
1 1
ad
parti'
l.
tii'i (-iiis-siint
]i,it,
.mi-mI
fi o-,.i|i.|.
poU'statcni
intiT
|)n'*rris
cnndcin
et
imstraui
ijum
..
Salvino"
li.
jiloil
uni
ali
li
viipn-ic
stati:
[:[..]
m;i
t-to.
|.i
Kinrtam
in liuto
:ii:itroui
oiflr-
i|.y.-
jn-ruHiiiitiis
ili
nillls-ii
donni
in
lli-Liif
qnroii i|isk>inrt
ni i.-i.a.L
iiillliillj
I|i^,'
liLLli.ar
|lli'latil
l-
Petranra,
lrniisi
due
Iutiero che
sconftta
Guido
re
(iel
Fricniatl
([ll'^f'h.
i
'II.-
il
li
'
conlrn
l'.'irjtl.n
iir.ilirtl.il.'.
il
1'
unni
uutL-iiritii
l"n
per
lui
condolersi
nuli
ilimi.ri
in
della
Di questa
rimi
al
Delfino di Francia e ai
al
Uovi loglio,
di
Giuvaimi
Inglesi a Poitiers.
vogliono scritte da
si
DI FRANCIA.
rotta
Ji
[|Ui--(.:
hr-jjiinrirjn
r< n-Fiti.
itogli
Petrarca parla
il
lir
ra
Ii-ll.-r.-.
saivlih.
K rl.
IVlmmi
Vih.rj.nli.
i-Nv
il
188
anche
in
"ima
allibitine.
li.itr/zn
piede
liei
lisciala
111
pei-
prole
tori
di
sventura toccala
la
.1
ili
meo la ni ente
si
riseoutm
p,
240
in
un
[lise,
impressa
genicidi
capitale,
citt
tenore;
Ir
(l.'Serlc.
cill.i:
ueiiiieu.
tin
sulla
1:11111]
nesa
seni ivndii
fio
le
mi ibi liugni
in
Iiiolti.
sangue
(reseli
(li
Parigi,
regale
jnirte
sparti-.
Cini
Miglia
delle
sue
spaventi! f di
di
riturd.to
Lumi,
dal
Le
.!..l,;iinmi
(ja.iii
(li
inni'-tii
eiealrid
L11
i'.u]l|ii.
ge-serii ninni
I'
sempre
eotupassii.nc
ili
!'.
re di Francia.
idiliindiilNiti
le
opere sue,
altre
uiti-iividia
al
ah
sluase
idee
trinici rum
aMu'lis
ri.cuutninci nel II
ri-s
i-.Mi'iid.ili-
iuvrlininiii
mi e ci
infu.lniiiiiiii
pavidi?
a1i|iie
.-t
-unni
niillini
11
Sic el
Valeri' hn-
IVmrm.
dr.
[.lellllllls Hit
Man, -e
Villani
lib.
lili.
IX,
IX de
f'<,.,7..
flln.rn
ap. 85.
ENoMM
&y
parlando di queste
ria,
rotta,
audita, che
il
re di gran lunga
da un nemico
e tratto prigione
tempo
lai
Francia
di
ch'egli
alla
morale, riconosciuto da
L'antica
alleanza
svillau;-^Kiti'.
iivni
re di Francia era
A'
nemmeno
Europa,
si
senza
predominio
tulli,
papi
co'
il
supremazia
corona
fu
'li
ammonito
che
vera
senza
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aveva
lo
potenza.
nel
I.'
nulla
imperatore
un
sovrano
furano
rotte
da
come
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de' tempi
valer
pretese
le
romano
si
vide
potente
delle
idee
il
cos
dominanti.
Tatto
le tradizioni
energico
cosi
il
Una nuova
ra si
concetto di nazionalit
romano impero,
p.
Leu. 14
lib.
XXII/on.
trad. dei
Fraoii ett
478.
J
lib.
Il
n.
305
(Ed.
Bat. 1551),
i.
Voi. IV,
il
la
di
duca
di
corona
Ir-
di
Giovanni
vicariato di
tnnqiie accampassero
n'uti^si- muIIii
crai ut ti-
i-3n.-ri.jili-
oblig
di!
m-util
prGter
In
.urliMit
orniti
il
J mnii-
h-
Ljlllr..'ll
I-
IVri[]L.-iitli.
/.'/.'.'"f.Mr
oli' ll.iliu
Uflc'r
/!
i];i-
il-
l-
li
mi
lic-iiotl
lui
aes nmbilinns:
il
.-ti
p. 12!).
lilial
jVj
>i'.::i
111:!.
|..
mimi Giovimi
Mipiii-ur.
Ben jnlonsios
n transli-riT l'empirr
Ku.-]ii_'
riiiunrd.1
dr.
.in
de
nViicntri-n
Villnni
nel
Scwn
ri
i-Waii
lil..
10.
Voi. della
<1.
cfl
inti.l ilm
.),
-[-Ijrvip
Il*-' |ir.i^.-lli
Baiala
ili
cnp.
VI
p.
J,,,,
l'\
l'Y:ili.i:i
l'XCVI.
Serie
di-Jlf
i3.
OlgilizM by
lotto
tra
popolo -volubile,
il
che
Multi voli,
Francia e l'Inghilterra.
la
r;i|i|ii'i'M'nl;i
milizie
cliii-ilc
"Vu-
a.
sventura
a
del
racconta gemendo
re
che
inglese,
quasi
tico,,
il
nell'Egloga
porta
re dell'Orsa,' e
Senza toccare
pastori.
reame
che
luero
il
Inglesi
gli
narra
ed
successione
ili
prineipalc
che
S.
la
della
la
il
al
d'li:;;liiIie]T:i.
Vo-
infondate,
stiniavatio
stessi
cagione
ingiusta,
fa
Ar-
d'
pi potente tra'
il
pretese
palese
nome
il
re di Francia detto
primo,
il
delle
di
si
il
lotta
essere
il
predilezione troppo
Sede portava
al
re di
Francia.
invero, trasferitisi
I pontefici
hul
ri
priaie
(|unJiini
nilll
ri'L'i-i*
.'si'.-llilis
unii ileUiim
ui'lis,
ri
ii|i|K.lliiri.
ri
si
('In-
1
.
rei ali
.ili
troni
ili
umani
1111
vexinie
rnili.-e
-li'lln
R a XII
-iiji.t
111:1311 il
Heptentriniuili
u.t
super
.>[
nini
ini.-
107
mb
emi-
Orni in min
slaru-
fi
liei
-~
ai
Rep
f'in'i-tii-iib*
tii'n
il li
Frano! 'Vii
II {Suppt.J p.
del l'Ilei
francesi,
di
ni
OlliliT cillirlia.
niliit'r
lettera
cut,
ktki
mimili.'
umto
collegio cardi-
Il
massima parte
la
Bnrentlni
M.iJi'Hiiliin
Avignone, erano
li
CntnliiRn.
qua melili
nn-iii
OncmiiMili Aggiunti
ni
Volume.
rche
a por
:
ed
patria,
alla
ogni questione
Iti
della
voluto
serbami
Francia.
Clic
se
impaniali,
anche
re
di
il
papi
avi
Francia,
vii
che
1*>
;i
ipu'sti.
ripugnanti.
;i
tin/ionatc
riluti
fu
in
ligio
rmiti'iiiporarieo.
univa
Inglesi
l
i
il
l'rniin-si'
clic
"ai
bencli
pens nemmeno
sovrano francese
al
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asserisce
nascita,
all'
un
odio
ss fu dogli
slamente alludendo
n'ilvri.',
noti
tutto
uccisi
colpa
VI
mite Clemente
Il
resistere, e
al
li
de' parenti,
re di Francis, gli
re dilapidasse
vuoisi Be-
adoperasse in guerreg-
tesori
appongono
della chiesa.,'
Oigiiized By
Non
Cobi
l'altrui
coni')
di-'
meno
pciv.
in
energici.
della
rijiiianli
all'anfore
Edoardo
nerbi?
anche
di|il"]nyzia pi clic
III
fu
Urbano
riscosse
vassallaggio
alla
,l
([-.lille
contraster
S.
con tutta
non iscoraggivano
screzi
conciliatrice
di
piegava a danno
ascolto,
le
Non
la
la
parla-
al
Ma
Francia
sorte
quegli
'
rifiutavano
si
mostrandosi
In-
dell'anni
in
papi troppo
isoti
porsero
pili
inclinati
alla
parziali
di
Francia,
pace e
tando
peri)
papale d'intromettersi
uiaiKtes-atiieure
loro
ricorse
sua potenza,.
quando
do' Francesi.
prime gl'Inglesi,
sulle
la
la corte
parlicubrnirutc
;:leltcrca.
Edoardo
nieiitM,
gli
governi?
rimproveri
tenevano
tregue
Traduzione
dr.
Paoli,
proposte
da' pontefici.
Larrnzn Mancini,
tWteUl Nrl li.jt.,,,.1.
Ma
siccome
di
Colila
IHjj.
Voi.
134
ogni
quasi
con un pretesto o
volta
maiicavn
''rancia
ragione,
;i.'i:kii
rintronai
pa;ii
ncora
'
due
sul
campo
cavalcava tra
sperava
cipe
che
riescire
era
ma
.Edoardo,
villo
sicuro delia
mal consigliato
il
in
lotta,
re di
Krancia
col prin-
suo confidente. Vi
Francia che
di
levi)
ili
vi'iiin:
ci
alle
tempo.
legato
sovrani
Tal
ile
Figlio
per
ey
uno
rami,
della
ile' piti
illustri
di
neH'Bglogn:
Ella le guance
d'
Delti di pnee;
Mand
mn
pnss la unite
rhel.i snccorjio;
rStllltii
ili
Ruminava
luti
r;il,l,i:i,
gli sdegni,
anta
(..pirli
e dol limare
'
li,
fra
geli
il
uomini
affinit
d'Europa,
Osi
ai
:eneva
mani
tali
vinti
un cardinale
buona amicizia
per
re
imn.'L/xnlc
da* suoi,
nemmeno
il
Francia, e tarlo pi
re di
il
passava
anzi
inglese,
piei^va
glesi
ili
battaglia di
le
Eduardo ed
principe
if
di
nemici trovavansi gi
eserciti
il
l'altro
col
guadagnar tempo
per
solo
tregue
le
quando
patii.
il'
chi.-
proponessero
ristorarsi di forze.
Poitiers,
il
foco.
tutti
cedere
la
zando
gli
acutezza
non bastava,
l'eloquenza
njiiinnlo
srinidi'iT
ili
nomini
ravn
per
nitri
ingegno
d'
ilrittnna,
amava
ciotti,
di
vastit
il
non aveva
bollente prelato
il
ingiurie,
ali.'
'.'
puiitn
sul
fu
di
'
:
tevano
al
a' quali
fici,
Era poi
a
port-nle
il
senza
i:linini'.
e;dilii-Hii;o
:,-:ir[i;jiaiii>
clinato a favorire
magnanimo
cardinale rimproverava
degnarsi
p-cKi
Petrarca,
In taccia di
meno
rfr.
allude
sue
le
ini] ).-v;i<
<
molto
rispetti
lo
n-e,
in-
chiama "eccelso
il
Romano Pon-
danno,
lui
come a nessun
me
e a
il'iifLiai'.
li:
Christophe
Lih.
furono
altro, cos
presto
XII,
lib.
cap.
nem-
scoperto,
S8i a qneilo
il
ululisi* qui
l'nnr milisvr
1 )
arti
Olovanni Villani
Erre due,
-
tulli
d Inghilterra
futili
Carlo IV
che
che dopo
inra-
coiiipronficro.
dir
il
ili
sov l'accennati
il
personaggi:.,
primo lume
tefice
si
l'urlo
'li
l'urdiiiiil.
Ilittoirc
XIV,
medio
n ripete In
se
In rmmurits
lett.
<i
d'iisilcr
la
fiiimictil
ini. l(|ins
Pepanti V.
Le
reps,
rju.-iieiia
II, p.
de
il
l'-tail
bchuici-.
324.
2 /am.
famn.
cernii urgent.
90
([ili
il
lui
egli
la
nc Rhi, nffennnn
dopo
l'altro
il'
due Illumini
iindarv iWiitnri
indila
-li
^-
(li
ii
li
1 -
.'il
|i;iil,ilid'i
im-.i
t'unii
'l'in
(Ii-l]"i]i-ii;il.:
ititi!'-
|niri;.\ l'r.i.
>i
1
menomare
la
parlamento
Piiijtvhci.
ni. ri
I
111:1
|.nliij.
Lti.
iliill.-
XIV
per
'
grilli.
i
librili
CIiim
ui.-iiniri
Ili:
inni
.nlpi'
in.-
n.iu
itimi 1-11:1
-l.'iTi.iin.-iili-
illuni
kit,
pre-
le
limi vedi) Ih
<-'i.-i:bll:i
ili
il'.n.v.
-i
IL.':
quali
iTi-luiiri
i*ini;.il;iv
intLUbl n
l'^li
Inni
V V li
propria virt.
schiere di
Inghilterra nelle
uniisi. un-
2 fam. Ind.
Vm-
aasrttt
u Si
'
l'onlrair
I.
.-.
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,,.,
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li'-
lf
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Immisni'-
feri?
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nimtri-
qc
Si'ijifiir
soit
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fu In
rmirti'. ci
lini., pr.sii
11
pi.
Punii
481.
Nfilluui
iniiii
.(,-.
(,'ii.i
trillivi
iTidimiii hi ti
ili.l
l'unii
I.
.-medili
.-.
p.^..
piatili.,
ipi.nl
Ili:.
;m-
44(1.
DigiitzM &y
197
Dopo
descrve
[In
rimproveri
a'
le
contro l'altro
itiliiiiimiava l'ini
Di Cari
110
Indi
olirajfjri
sigli
ri
jiopol
mostruose gesta.
le
jilicnii.
il
Mali- t'indi,
Di pio, di saggio,
miiiiiciv
illr
due
di dicevo],
i-
cielo
india
Pimi
di''
suoi detti
vero.
il
Il
E une
il
vxmiv
Cirio
denza
di
mi
Bruto
detto
agli
Magno
Ti'ija
linea da
popolari;
Inglesi, e al
]i.n-iii
ffiitoirt
ili
rlr
presso
a'
cosr
discen-
in
diretta
d'Enea, a
nipote
a'
degli eroi.
alla
vantavano
d'Ascanio
ingiurioso
cavaliere della
l'eroi.-
Francesi,
gl'Inglesi
clic
figlio
Guasconi
come
Iti
Ini
T.
lrni[.HN h
1.
moult bkn
p.
ri|inr;ala
83 nnrrn
mmom
dui
Tamii
niicli'cBim ili;
G rsc
'
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<
../li
conili] enti,
sitiriqiiii..
ali
liei
33
cor).
Miilltm mai
,.j;iii,i
J/iWcM/rr..
tiniilii!
del
i-sh.i
f,
,1
une
legge
pro-
.[unni
i-
Nel
ilw-Jarai
iMl Origlimi,
iiili-iidrirlil"..
.-i
di
53 Laurent inno,
Ploir-o
dtin,
dumi -rum
ilr'iln
limi
VI
iap.
I!
ci
limici,
ili
vciitlu
ULU.ai
il
li.
il,,
culi.!
L'In-
ini dilti
tniiiiii. l'In
iii-irediziniir
L'.'i'i
sL'iirri-tlaniciiti.
rii.-i
i[m-r E]
la ni a
M ai
conserva
.SV'* A
Die ,jrw r
nasi nili
ufi
uii-Hjtii-,
vosco Lupinuni'
e.
etr.
t)
U limile. Ili-tory
Sisniond. Munire
iliiils
liilioTi
riiiiiln.l-
saisiiaaieiil
<1". i-i'uhiiim)
do puri
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pi.il.-i
Tulio l'allni
rile
lusi,
"iMl'aiiiuin
do
sl'odio di
[inii
[loltniin
i-
],.-
ni:
pur
li
nllh.ro
.r
ili-'
d'udiri,
il<-
d'
i-oulrii
gui-rrr
cu venir
86
(cap.
dui
82
w-ri vi-
lii-iiriiaiv
:;!i
luglii-
nutrivano runa
XV;
limi d'irrii
nsilili
n al
tifatili!,,
jinliri'
Hip.
II,
Iiiim'
auliv
Ics
Voi.
Dfcj.
avui.'iil
il
Minino Villani
rilevalo
avevano
ii.in
mille
variasi
ci
limil
.inpro.-stiiiuiit
i.v.ii:
Km/W.
<-J
rf Fram/a*, V.pag.
(iil;ki"i.i!,-
ulna
li-
Di uuc-
dut unzioni
Tra
accusi; che
le
contemporanei fanno
cronisti
piti
>nni:it"
sop
crociata.
[ii'iiliiiii
cosi
[ju)
.-ii.iii!:
li-
;n'(.
n-Al Egloga
i.'
mi lai
ui
in
salemme,,, nella
cessore
madre "Roma,, e
trono
al
Luigi
di
tuoi pergiuri,
le
Su che opprimi
il
rapino,
mortali,
ilei
Santo
por
la
re
il
recarsi
di
danna
antica
nell'
i'
rimprovera
si
di
"Geru-
"nipote,
suc-
il
di Francia.
furti,
Numi
inganni
Me
pianto
il
Di tue promesse
La
suo no se uuia.
La
serba
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scovo,
il
il
L-LLllimiLl
giurarono per
mare
il
figlio
.11'
siili
ci
nana che
r-.d
I'
Hl.iMll
(Il
anima
impedire
|.rll.-ail
nel
suffi-
del re Filippo
persona
in
propria,
il
se
padre, v'an-
suo Giovanni.,'
Li^,<.-L
nella Prof,
di calli ante-Ita
drebbe
un nipote
ch'egli passerebbe
della
ili'-
d'
Enrico de Diesseiiliovcn
ciente mandato,
i.na
vano, e
il
ILI
LiILf.ll.l
l\
Bueklo
Ji
nel
dUnghiltirra.
IL
IL
IL
Voi.
200
avesse
s uni lata
dal pontefice
e
alt iv
soltanto questa
decime
"le
per
crociata
ottenerti
del
i.tniic
-,
ci
muovere finalmente
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messo
"per
chi;
divino giudizio
dagli Inglesi e
il
molto
si
-tiudedijMj.
la
voce
al
di
questa
Francia fu
di
fi:
Andrea
cristiani gi
crociata
alludono
in
Luigi-
ll,al t
<[,<
da'Turclii
sonetto
il
II,
111
Marnili,
amico del
ii,-[Li
mila
IX
del
in
l'are
ti
l'etralCil.
IV.
Siidv
le
-Jd
culpa
spaisi.
eziandio
-Il
eru-
questo passaggio.,
tosi
veri
d'Antiochia die
ehiiiiiiaiuldo
Fili;j|i(i.
pro-
vinto
'
frate
di
sembra the
fallita
adorassero
rampogne
reame
il
la croce, e
re di Frauda,,
lo
re tratto in servaggio.,
Di questa crociala
denti
acerbe
pur
cronista Mi-
il
santo passaggio
il
guerra.
alla
al
V.,1.
<k-ll.-
risolti
?ae J/r>
dnlrie.
Petrarca
folendes
Cnrli>
IV
imperatore,
il
Muratori
oVN'iwr
rimaci
diililiiimi.
eh.
ri
in
tnrln
curo non
il
(jm,iiimiijili-
si
('Sllllldn
svi
multo
Digiiized 0/
301
oi-
di lioaim,
li'Okisria.
sentii.
fllL-
ma
i'iuai-i-
Cmlillal.'
ni
d'r.iyliilti-iia
iill
si
tu. .
Vni, mimai'"
liii-ssf-r
Ika-
di vaiti?
quel tempo
irOlli
yiinia
])'li
[Sii
l':l|ia,
lina
ili
li.'
imi
fra
ili
t'rmi.ia,
mamli
(
li
'l
l'In'
dite: Fei-m
ir*ta<iy ivi-,
i-tiuui rlir
|>ri'M-lit(-,
la
in
.ciucimi
.Itrataltm,
rulli
i-iL-1'.-.si'
uiaiisti.i
i|li:llualu ClrlIUHlti-
sc-fuiiHir- (limiiixi al
In /accia
putii in
tu
<|i)i.-!>ti
pnsln fu
m,ie
(
i)
li
piiwiig-
i.'uiliinriata
diim .uuiom,
la
In
202
muova
conforti e
li
(li
Ttulijmi
li
essere in
il
Pm,
pillando
irusi
unisse
costui
le
rinfaccia
a'
|jir-ttv
mi io ve re
piiii
non
principi
il
sepolcro di Cristo,
il
(Usilro.
eccita a
li
lana
per
lavare
di
ma
nliriii
lilii-
^ii-i'Uh:
nella
11
tett.
IluUuj
L'I
-Lini
inimici
unica del
lib.
lib.
llirUlII
11
nu-tre
ci
Ielle
l'ora
Milrniiicrlrili,
.1
fc
jiii-ii
ulli-
in
VII Hch.)
tiene
liirn.
i.ijiii
Ila
un capitolo
della
in
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intitoli
^luliiiliunilues, no cacti-ris
diepi'Uliill
SJinfljll'
clu:
lini:
ijiiivl'-.i.
[iMwwajijijiiu
lontani,
olio"
malagevole
rii(iini|iii-
liriga
tarila
Giovanili
ili
ferrili'
vinili:
Turchi
vittoria
dulia
IiutLs-. suljiiiiiiruiu
tui-|ul.ii.
ilLLlIUll-Ullt,
rclur,.
porge
si
scemato l'arder
avevano
moliti-
nella,
a Vita Solitaria a!
\i,lu[n:iliL.ii^.
degl'infedeli
dalia
in
impresi',
oginii'
l'oncia
tcllimil.
Petrarca
il
croce contro
la
cimo
i-ittil
che
difficili
speranza
la
liella
..ni
nell'Egloga
potenza
di
ri!
Cruciata
'Iella
la
nulla
(pui=i
cinujiiista.
il
tuie, coni*
intera dolcemente
siili
Illuni clellit
II-
Italiani
prenda
pi s'accingeva a queste
religioso,
lave
il
li
soltanto
guerra i:ontra
(pii'sla
i|licilu
irli!'
"III-
ogni
csnttaziiiriL-
(.Tisi
sitivi.-
i-^li
Gerusalemmi-, un
che,
ini|,re.-a
i-i
fallii
rasjioru-
a imi
! urei il.c
ccumi
il
unii
203
cresciuto forse
tordi,
|ii
lungi
d'Inghilterra,
vagliata
l'armi
il
annu
quale,
le
dal
llo
simile
ronteinpniaii.ro, -riluceva
vano giocondi
le
liete,
di-Ila
il
pi
Manica
del
se recando
gioia
patria.
la
de' re
incognito
trono
d'
nel
l'amore
pi
di
Filippa,
il
loro
della
sempre
quasi
accanto
che salv
letterata,
Fruissait,' cavalieri! e
feste
eaccia e le feste,
la
quando,
cavalieri
ratti furava no
vendetta. Eroina e
attendevano
alle
ne' tornei,
vincitore
Inghilterra
tuosa regina
lu,,;
le
visiera,
pri-
ne parti-
ma
terzo
ospite
lutti
fili;
ingiurie,
prigioni:.
i'1'j.du
La corte
pompa festosa
giostrava
Ej<h)a
grj/.'m
accoglienze,
cortesi
il
suo
il
Edoardo,
d'-ll
minacciose
tra-
caccie,
le
tornei,
Aiiiio
"rauche,
le
Francia
della
-ii.-lv.-iy:i>
.lui
e non
soggiorno
sfaccendato
miserie
feste,
divri
liei)
nello
dalle
menilo
in
gli
il
la
vinalzata
loro re.
Sul
buona e
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cittadini di Calais
marito da
accettava
le
un'
immane
dediclie
di
moglie
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grand avo
il
bella
finse di
tinteggio
il
diede
dello
e
il
cosi
IVr i-ii-evwlo
imbattutosi nel
benvenuto c
|>oi
il
lo
re
Cavaliere perfetto
lazzi.
degli
Petrarca.
caccia,
gli
lui.
Giovanni.
re
il
sentiri'
recaci
Giovanni
di
nostro
tifi
era pi-illune
irortn
Edoardo
'Iella
imitatore e conoscente
Turpi
delle
mpres
tento di
Creey o
i|ua[][iiin|iie
geniali.-
la
ITiui'alo
mille
gli
volle
DiqitizM by
Eppure
f
egli
coma
il
ift-
lette,
no'
al
ma
qiiiintlo
il
(1m'(K-si
il
re
primogenito
ili
ebbe
Kohcrto
di-1
il-
di
nome
il
proclamava "fra
UHI
iivvi'iiliii'n
narrava
allora duca
che
re Giovanni
lo
Gi Ufi
i-iirlutii
cia,
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Petrarca
il
simii.
"Buono.
di
re tutti,
poeta n~i
siiLIh
che-
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inilis-
Napoli,
in
corte
(li
(''ran-
incontrasse
precettori
del
opposizione
figlio
forte
vedeva
nel
tanti
alle
padre,
nemici.
chic imprese
Ieri
Tito Livio
lece tradurre
d'arie.
cato,
che
fi,
"legatrice di libri,
romanzo
* un
sua
dottrina
nel -romanzo.
ina
In
mer-
Ne' o,u:ittr'anni
Margherita
pare
lo
di cavalleria.
era appunto
Giacomo "legatore,
questo
nella
dice
tutto;
la
avesse
gando innanzi a
lui,
dimenticato, se
e per
lui
Petrarca arrin-
il
(sebbene
in
latino), vi
in
Giovanni
9 era
addimostrato benevolo
amici
italiani
del
Petrarca,
che
alla
illustravano
corte di
al
Pe-
Francia e tanto
l'Universit
parigina,
Per
tutti questi
rispetti
il
di Francia,
Petrarca era
Visconti
il
pi
potesse
aecctto
mandare
DiqiiizM by
reduce
prigionia
dalla
degli
fk'fifkirop
iicll' t'sglio,
Galea?
Inglesi.
in
(l'unirsi
colla
illusivo
|>H
isposa
in
Inni
suo
per
Bonna
di
i;i
Rampa, aveva
il'
Gian Galeazzo
figlio
Giovanni
Isabella, figlia di
Buono
il
Lussemburgo. In
di
tempi
altri
ili
la
Fruii.
sape
iglia
sangue reale di F
italiani,
>a
lui
piace ssero
ni d'o
offrivano
lai re di Franci.
altro ttont
che pi a
della
gic,vine
pagare p er
il
posa.
re
Il
grande rumore
maritaggio,
formare
Matteo
Villani
all'
assai
casa di
volta
un qualche
facesse
la
persuasione che
sagrifizio,
reali
di Francia
il
Lib. IX,
c.
103.
re di
Sismondi)
per la
prima
anzich gra-
nome
regio,
non avessero ne
limiti da
'
al
Francia che
a radunare.
rimproverava
incanto
la dot.
d'or,
pagare
fece in tutta
si
avrebbe penato
Francia esausta
Ma
pe
Frane
s< lidi
appunto
bastava
Visconti
di
suo riscatto k
la
faraii
208
ed
la
troppo
gi
spese,
lille
Francia:
anzi
pressa regnanti
le
Non
taggio
nazione,
ilclla
calamiti tutto
potevano
Vak'sii,
prosiinzione.
che
Venne
sposa e
la
ma
dinaria,
le
terre e
Petrarca
Il
dell'
<;sl -ili-
die
ile]
partir
l'
re.
per
s-tiaoi'-
sembra
promessi
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dovetti;
inverno, passi)
pompa
m-colra con
fu
i
improl
i-
Peti-arca,
nomini..
altri
tar-
ambasciata del
mirasse
Parigi
anelli'
cuor
nel
le
Come
nanza solenne.
Coti
'
C'allago
nel
'
P^Uin
di solilo,
traduttori
ari-ioeii
*-i
d Viriti,
derali.
(fidici 4-l-'e'
tjuali
il
ri litlhs
du Hoc
i'oiTL'i.'3inilii
pr.-n-i'tl'TiilriM
tru
luvri/ilnm*
A. Bnrljeu
sig.
Fuma*
stampala
(LI'.
Uni'
l'i
')
drilli
((imrfriir tlf
di
4111.
p.
ni-l
adu-
in
filaria
della
Voi.
1 Sfili.
Ile r,
molli
mi dotto
Mire, di
Questa wurionB
nel
Insinui
Frunre, dal
ile
errori
JsL-nrsu
diploma ci
precedenti.
[854
ci
-i
lori-eduli,
mo-
iloci
mi
ioi'iiiii.
1i
della
Digiiizad &y
il
-Exnudivit
biblico
lerusaleiu
orat io cui
duole non
Et
giorni
re di Persia.
cjns.
come
l'avrehlm fatto
Lo
tissimo
delle
lettore
lngua
studioso
omeri
agli
suoi,
Lo
dice
Petrarca
il
modo
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in
reali,
peso del
il
la
soma
galifimi
liiiSiimn
iiijfiiij,
mi-
rarmii et
ui-tri
liium
ili;.
li.llll
lutili]
i
.--!-.L
il
umilili 11UM
1- J
IL
H It n
licilil.
nmicis
IUn[i'
[in-aiim
ciuilmi-ilmii
wilimrw
minili
si-ire;
l.leliljiii-
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vi'i-iuii
ai
licuissel.
jluriivi'tr
(UlliitV
fXL-LLMl mi-,
l.milli
Immuri:.
tin-r
nili'imn
llilS.'lTlI
ri-^in
..[
in:
sartine
viiri.triirn
LL'nipn iiirmii-pM-i"i:s
iniiluiHHCii],
=r-
wi.i il
el.H|iiii
pontili.
ridili
npiiciiafiirLiLt.
iiiole-tiv,
ali
prillili
pr.-i.-si-itim
rupi ih il un:
ili, ni
ailVm-
li'-'
(jm,d c-pr
e ri inni a tintili-,
delle
Ond'
domini gntau
ntl' arringa:
stc-110
fedeli
aman-
re fu
il
il
avesse
consola per-
latina;
regnare, imposto
pi
per
se
volentieri
da alcuni amici
'i'ibi
potuto appren-
Temistocle
ne facilmente apprenderebbe.
nosce,
scusa se
si
noto
pi
averlo
fece
nini
rt'diixil'iui;
sarebbe
idioma che
nell'
pochi
in
Anzi tutto
regnimi suuhi.
in
non parla
accetto al re, e
dere
lior
]n(|lli.
(tu-
nliijiii.l
liupiMiili
i.niiii
0]llTnHP rmli.riln-;
celaiiudn.
210
cedere
li
n'Iilic
quest'officio
gli
volere
il
permesso, e
fu
('.-l
dire
del
meglio disposto
stalli
ma non
scusa
pi valente, c *a-
die
udire
a parlare:
supplica,
perii
gli
Arldiuv quindi
Signore.
s'addimostr
taiilo
regni.
mondo,
cuore
tutti
ma
buoni,
fedeli
le
vostra
quasi tutto
colpi
innanzi
tlel
alla
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sacri
che mai
prepotenti:
eia
testi
ette
tutto
fi
li
Maest.
ma
testimonio,
il
il
idi ri /.'
suo
del
tutta,
l'Italia,
sorti di
sempre
seguita,
pone
Milano,
alla
regia maest
'
[il nl.iLT
l]
pii.
fm-luiiara
r.il,
!<
mimimi] Ululimi,
rurn
nrlicm
i-t
i]i|iir:ini
-su ili
ti.i
<-
r,liipii<I
ri'ijiiifiii
v.-im-in ut
immillili liWiiiiii
i.!-ij]
[)(;.
Barbrii;
Ylnlin
ittico
est
i|tii
ad
non
quiul,
ijiliHjllc
Ime
il
radj
pnii'nr.-ijrii
Barbilo;
il
iipbii-''
rf-
Ii-hin,
frulli!
[Il
i.-ns ci
alia eri-
illusili-
l'I
minimi
niilli'r.ilin
ogni
con
signor
"Il
Visconti sigimi-
(ralea/zo
Me.isi.-r
raccomanda
si
pro-
fiticlii-
lo
ililcxil]
umililo
[roll.;
cui
ri'gia
l'umilili-}
sui
ri'|>ni
lp.il.ilus
""1 iinmis
linliiiii.
imilaliis
(nil.
Digilized by
congratula
affetto e riverenza,
ci]
offri"
[jcr
niero e quasi
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l.i.
Unum
.[inni
l<
MiT-l
Ji"il.li:ni
i.lil.il
Di
Pillili
ni'i
poterai
plliii'i
i|ii'i'l
pii.
di
:
genitore
al
la figlia reali:
altamente
inganni
s'
nel
iuogo ne poteva
trattata emi
nome
in
di
Galeazzo
preziosissimo
stato
ei genitori
in
is
ir.
aut
m.'iis
!
:i..1
lamlliari
ftlie,
virgo
Adelina,
ili.miii-.i-i
gnu
ni]
.l'erri-
issi illuni
alla
lui
ri'jriii
.ianim midi'
ii'inill
trattari
ipsi-
dici!
in jlllli. in
ani
l":ili'fiir
iilliii
da
perduto
per,
hoc tanica
[dilli
ir.llii-r.
i:i-
re
talismano,
n'.ifi.ll
[itvijiliT
[irovidi'iini'
non
nessun
in
sue)
ac-
stra-
regno,
figlia
uno
lideri leciui
mirini.
Sii-
l'
un
iijlli'in;
i.l.i-M.
cose
fedelt,
dell stesso re
quasi
dice
molti pi
molto
(ov' egli
finisce offerendo al
anelli,
gji'ima
reale
Petrarca continua
essere con
due
presso
altrove
pure
giudicar delle
maggior
alla
il
(Galeazzo)
egli
vostro
figlia
collocarsi,
suo
il
gli
mentre
die
umanissimo ed onorevole
Accennando quindi
trattamento,,.
vostra,
ivgim tutto
ilei
intratteneva nel
s'
vostra
avesse
liberazione
alla
re e
dimenticar mai,
esule
Maest
dalla
la
E non pud
corda.
ebbe
gloria
L'i
quanto
potere e
lurari
full
ni.
il
reuerenthii
s'Iii
|.i'i.ili-.
-il.
i.i-i
-|<r:il
.:
Mi-ii-
iintum i'Me.
quello
piropn
l>r
il
mani,
Pellami
Fa
ulniia/iir /orlupior.
D.
Il
Urani,
eliti
ri-
212
battaglia
di
possesso di Galeazzo
che
glielo
accolli pannate
M'iiml'iisi-tari,
gemma
d'altra
('.'l!:i
(Vc-Ltuit:.
l\-trair:i)
il
mano
preso e
re, da'
nemici stessi
fu
jicr
ma
li-
in-
un anello
un
dito di
voi
gran-
sita
quella
in
indegno,
de' nemici,
al
di
fortuna
jjoichf'
vostra
Mai'stti
la
evento, cadde in
tanto
strappato;
noi,
il
signor
il
mio non
perare
per
il
ma
nostre mani;
le
pagno un
al
untissimo de'
duo
mandati a voi da
re,
com-
adunque, o
anelli
regioni.' lontana,
ma
augurio che
prima
la
ma
felicit,
la
raddoppi ancora.,
(pabblioto da D. Conimi
il
carbuncolo
[|iiiiic
lino
ri'
non
ma
iti
ptir
infausti.,
qua
ili
in
Bologns 1867)
erri
il
(litri
uno
il'iiti'umi
aono
l'altra
il
molti
anelili.
r-flr..ri;(
la
n ancoro
ili"
egli
anni
ri
fn
fu
scrolliti,
n.'-
eli
ricomperato di
manda In gli;
Vero chini
si
ili
rtir
il
prezni
ilnlcur.ni. npiTiir.iniii',
ne Fortune rellnniu,
niiijcstaB
non
di qnrlb- clip
Non
Stolli,
di
eoo umico
iiumitril
se
rei
;inTitn[n
cnrliurn-i.lo,
strappato
In
Jonnni
di
ned
ucaln-;
et
si
quid
di.r
lio
indigna Montai
DiaitizM by
218
Di tuie ambasciato Giovanni di Francia
Vintomi.
Ml-iiI
figliti
Carlo,
l'elice
uomo
colli'
narola,
era
t-
aTter.Jev;;
(-irli
avere
di
dimo-
legati
ceriiilunie,
taceva
Petrarca,
it
suo
un tanto
d'ogni
sua
1-iyiinrdu
alla
tesoro
ossemi /ioni
colpito da alcune
;l
si
onor
da
s|iK'Nri/iout
Ora
Hie
[H'UTl
af'1'L'.'L]
i-m unitamente
dui Ile, [>ff|
c dolti
jir.inzn
:il!a
bulina
la
(tosi
la
la
i>
:<
i.
i;:ili'
ini
i;h/ijiiu i-lic
India pn.-lii
ni ed
eliminati,
Di
SuluilllL
il]
si
ira
..i>]iia:ii
>i1.a]i-ii::,
idii.oi^imi
tasso intorno
questo io ia'ebb5
tutto
minio zelarne
Lib.
XXII.
ali lairuiLae-
leti.
inaili,
un
i|i>i.-
snllecito:
i]Mi;liii
ii-.jilii-
ILI
infii-a
alla
alili
me
veramente
jiial
mia sentenza.
i'niiviiaii,
ialina
ji-
lllMMl^', al
Jlliil
itjIIoj'i
nani
il
l|l]e|
1 IL
miei
ai
[iiwocnsle ad e-[>om-
r\>t-tumi
avvino
medesimo.
avvenne
egli
1'
lui
ai
l'arni
ia inl.i:h
mia
sebbene
i.J
lincili,
r. jiirj'.
tnir
214
punto
io
[ime
stilli!
paioli'
netta
avere
io
colloquio
era
ri
ti
ti
tal
come
il
>
dottori
per
di
modo
poelie
fisi
non risponde
mi
studiassi a
il
loro
il Re so ne
mi trovai sciolto dall'obbligo
non essere astretto a parlare
molti, cosi dolente di non
io
lieto di
parere
ijiifi
sopei-ehio
ral'eol.-ii
di
l'SOliH^L.-i :-!l:lli.-.iai.
1 Lll]
ul-l
ol.'_1iu
mane lite
tre
impl'm-
poeu d'ina
,:ui]
per
ti
mulujjevtili'
all'
("Ili
in
vano nome
offendere
cosi
i'
i!
suti-
distrutto,
ni
elle
un
u lui stesso, c
pubblico contro
jaiiLeeliia-.o:
oeeli
tutto
iiviic adititi)
L,':iLllzij ili
p
veramente pi ad impiumi-
tii!!i
pieno
latin
Ii;i]il
pi, ini-
poliiva In
i.i
lincili
Fortuna, die
sorta:
m'inpalu
ci-i-ei-
iiubsramo,
venne
;lm
ine
dire
in
:;]]..
sporte
1-icisa
.'
la
di
mici discorsi:
volendo
ut'
mi
libri
questo
trattare
risposta, in
li.
Hi
creduto
ip nte
abbietto
(lai
aiuto
il
ri'sisti'iT,
]ien-n-'ri.
vi'iiirmi
il
trovarmi m'I
miei
e Senza,
vi' ni
apparecchiato
tosai
ulrii
rn-UMiiiilii
miri'libe
viso, E
i
non
e milln
liirtti).
giorno
di
ste.-wj
(In
sesta a seni
lo, e
quei
tonvcuuli
nella
min
cortesia
ed
altri
piacevoli ragionamenti.
tfomuuidia,
eho
Oigitized by
che
litio,
sin
sua prima
alle
fede
padre,
inir]
diar
in^imu,
sola
a'
fortuna
un
in
'
ebbe
dr.
la
dal
tutto
nella
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non
fu
tli
[empi'
nobili
suoi
provoc sventure
padre,
propina togli
in
li
abbandonata da'
veli; no
dill'ei-cnle
data,
elibe
Li natura malinconica,
lettere.
pur
(dice vasi
giovi*] idi)
dalla giovinezza
amora
particolare
cagionevole
e dal
danni.
sulla
virt
succedere a
dit
lasciar
Biirbeu di Hochor,
Mailer. Villani
la
tome suo
un sovrano
Francia, vedendosi
Assennato,
Francia,
di
del |jjju1u
I.
come aveva
fare,
c.
p.
il
fatto
non
suo
vanto che
202.
Delfino,
Lb.
VII,
:ized
ay
216
quando
scese
trono,
dal
due
hoi
glorici
Europa deslavasi
e
loro
margini
lilii'i
Kuleiirlurc
io
libri.
liiccvnuii
uiiiiif.ti
ijiH'lln
in
tutte
latino,
<li
discipline
le
a' libri
la
nous Charles
le
tranlater, escrire
Co
tempo,
del
intendeva
MCCCIAV., A
Voi.
O,
p.
la
ne
v61ta d
fe'
100; pi Iwmwuaetite
Mi
seriti
Watt,
nelle
il
tg.
punteli
In
Me. p.
le
est
et
fimes
est a
nona
Franee,
l'an
una
le
pareti di legno
cipresso, e le finestre
di
(liognu 1871
il
onore
istorici',
giudicarono
40
M Vili
Charles Girimi!
del
bene
in
ofises
Fan MCCCLXXIIII;
escrire
ricoprire
lagno
su' prediligiti
de notre noni, et
ordener,
custodire
Louvre,
del
torre
d' Irlanda,
regolari, simmetrici
des divina
tnut pai-fere
et.
di
non conveniva.
passione,
tratti
cinquiesrae
coriger,
madre
libri,
V. Istruito
le
limes
le
vera
Basional
livre
Charles
et
una
sua firma,
nomm
livre
tutta
principi,
iniziali,
ili
anch'essa simili
si
l'ortaVB
amava appor
In
lettere.
colori, tiuu
-HVfii'iati
amava
Mn
iijt.
1 5-
>
fivgifit-
"Cwt
a dargli inn^iin-
Se ne compiacevano
istorian-,
orn
;ul
Bornia di Lussemburgo
cli'i-
delle
ad ogni genere di
io
ir]],,
Leopoldo V
Vi.l.
nV Sanml.
due
Steve
da daa Uondf,
217
munii'
graticcie,
di
a dirci
nialuie
studi.
agli
Per
dagli
li
ii
iiihi-..;!
ninnami
'.I
libri d'allora,
i-usi
'
"puur
Au
deffeiiau
dal cap.
c.
ol
e; li
tonica ituns
'"Vnns-uvei,
pkiro
il
s'i
dra "isenuy
lui
vau
Cj] riatin,-
liu
ile
s(r:iridi;iui'Ut
fai!
dil-il,
i'isiiu
de Kiioul de
ti
t'iiiirleU
puiaiiunt
i'n
translaler
vimmi-nt
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yoBlre
cesi asiasoir
de Dro.
ili;
Il
litro
rio
que
iiioii-d^iiiiir
tee
Inule la chre-lienti',., se
linoni
Ulna,
plusicnrs
voi Bubgs
indi'-iiniser
de
Bini
,-ii.ii:t
tenui "pour
Irciiivniiiil
Dulia Ir,
travail,,
.lei
1'
Doliate
il
I.
de IVea-
du
ci ^titilli',
In
e.
p.
di'
30.
Cil
rniiuiauj el
nuni, .111:1:1
linoni
pnur
Ioni
Vena uvei
prouit el mi-
le
Aujnsliii de
uiilil
tinn
limds
= i joinilri'
proti ut.,
parail
del suo
Le premier do
1'resles.
cliargc
mira non
di
l'utilit
untrea lnn,li;s.Vodi
ci
*ein|.:
:n'.i.:j:i.j
Cristianit,.
la
X.
[cnujisiiai.
l'olici f.liquv.
di
Massimo, Tito
"aveva
pmfilto e
].
fu
rau'ndi)
il
con
bene: opero
ri
|i.. ileil
-III:
ii
lie
li
stato consacrava
famosi
fatta amisi
miir
uiii
fi
di
nfihri
facilitare
altri'
le
leggeva,
ii-siduanleiit'.'
scelta
amasse soltanto
liliri
chi
od
^dagli uccelli
difesa
de'
elle
sfarzo,
Io
IVi'si*
iti.'tui'
pnur
218
Anche un'opera
il
libro
uno,
Seneca.
pure
tradusse
maestri
suoi consiglieri e
Birno,
"vuoi
li.',
pili
Hi.'i
Binio e
1"
alto
sani
.:
tulli
tini:
il
fu' [piasi
della
fidi
il'
di
0 VL-,
Carlo
io
IV
2.
liti.
per
(,..(.
XXIII /oh.
t| i,
coti
Voi.
[lini
UH-
de' Francesi,
ljiIcii
meliti' pre-
nulla via
lettore
V,
ani.,
He
Insignii
di :ivi>nm'iif
s.pe.iliti
mi:ra, con
* Leti.
imperatore) 1
dimostralo io mi sarei, e n te
]i!L!fn
il
scusava
a
,,,!
nuli
Giovanni
monarchi mite
ipliili'
re
Petrarca e quanti
se
si
prova di ti-attuuemii
mia dipanila,
nobilissimi
stesso
lo
di
IT .io
.laiiieiLU'
teni[)(.,
sopra
.iisjiiiitii
gato,
diluiti'
si
serivuv..
radicala profondamente
"Rimedi,
inviti
tenza,
Oi-nie,
da Giacomo ian-
libretto de'
il
Fui)
i
l'onore di
d'una volta:
da Giovanni Doudin
baccelliere in teologia, e
chant die
pi
de'
canonico
ebbe
Petrarca
del
e fu
[>.
da me corso
a voce
tutto
.,
9,
trad. del
Fra
DigiiizM&y
aie
:'i
Francia
in coite di
rcntini che
in
l <
ei
Francia vrik-sse
d'Angi che
i it. S i
nome
il
o = e n T.'i
i
disputavano
si
cui supplicavano
in
alla
cii:i-i;i lini.-
l.inli-hu)
corona
la
di Napoli, ;ra
VI
l'i.r^L
152'
f.
ili
si
Francia,
legge nel
sciita
Suririi
a quanta io sappia
si
fu pubblicala ancora.
non
lilr.-
iIllI
HLlili'llotu
si
vedi'
l'Ili'
fu
Vanni
do' Casigliani
dali dallo
illudi
Ir .ili
pero
ii:;-lri.-
mu8. Dalla
h[
diti
1'
i:
/i.ui.-
puma
1
1
pri'L|iii.i
L?
del mti<u
.1.11.
l'in
si
Brucati
I]
i.-..',
si
uii^lri.H
il
ili.tIi.
nomina.
l'Y-'j^H-
::ll
dalla
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l'i;.,
i].r-roir
lett.
niii.i.iLoi
L.ar.i.a
filaria:
n,'ll<-
lalUH
dmn
ohtuli-
/on.): -Snnclius
i.i.-.-.-^i'iiail
Iralooi.iiilLlii.
.[iii^ii.
ii.
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(lib.
iiLm:-c
tujuii
pupilli..
ini-:-.!.!.-
non
rlic
Dandolo
./Ululi
LL.jllria-
illuni,
r. ilirl ir
ii.iiiliaioo:-.
lettera al
i.hiili^.i
ik'r<-
(iraMit
Petrarca sona
(ed.
I.
-lllluiiil:
I' li:-.
ad regejBp,
e successore di Carlo V,
figlio
Colucdn, e
ili
iruvs al
'
Slroziiano.
gii
Il
Brulli,
le
codice
re
il
Lui;;]
i'
].,'LL;r
in.fn".
ilie
.1
il,
pralin
uili'Iil'
min
sembra
piil
cduiiini sUuupalc.
DigiiizM 0/
Chi
sci-izinliu
della
Per
politici]!',
<
del
ftrttr n-;:l
intesa.
ponimento
un
illim
sotto
<
il
morali,
disilluso.
narrare
non
ora
sem-
di
com-
drammi
nel
la
itli'iliiKiL'i'Jl/ii
certo
gora
il
troverebbe
si
l'altrui
che se
italici
rr>..l)l)lii
campestre
l'Egloga era
idee
propria
vita
pre
nell'Egloghe
rlf'
vita
Ini
mere
il
de' poeti
primo a va-
pastorali di tempi
tra questi e
le
JC:-I<
Petrarca
il
l'
giualle-
pi delle volte
232
acerba invettiva. Ne' drammi l'allegoria volevtsi trasintesa
parente,
tutti,
ria
le
che
amici,
agli
non
ciata e
appunto
non
Egloghe
nomi',
tefice,
la
difetto,''
che
pastori
di
i;
!'<!
il
re
Francia,
di
Egloghe sono
detti
11
che
chi-
il
troppo
pastori
non hanno
delle
elle
il
ghilterra,
nelle
fatto
Il
sue cri-
non conveniente
tropp'alto,
stile
petrarchesche,
rappresi ini ano
le
Petrarca
al
-,
che
poesia
di
il
'
Egloghe usasse
nelle
maniera
onesta
nascita
chiarirci
una specie di
riguardo erano
tale
naturale,
dalla
vera,
rimproveravasi
Cosi
tiche.
in
Com'era
adepti.
portava seco
il
il
re d'In-
V
a
la
in
rompersi
p.
cfr.
il
capo
intorno a questi
Settembrini,
Cernii
di
alla
ivpuU'lica,
mimmi. 1
Utttratm
iM.
Cos,
Vml.
1,
'101.
* Lib.
U,
lt.
Sm.
est ut,
nini
e.
m
unitamente
alla
fratello
al
Ge-
<li
di
i>
prometteva
tutte
nienli appunto,
lonservani.
Nel
coi!. :I3
Pluteo
dui
II
min
XLIL
X,
1 Ondici!
:
i-rii-
.inum-n
Virgilio
siuiin,
il
col n.
e le
j :i
trovano
si
V rn cn
ed.
s h
II
gli
i1.1 i
;i
ili
.illi-
Aurelio
Codice cartaceo
CCXXXIt uV
dd
li.
in
latini.
t-:
sei
Ni
fnl.
da
principili
Bnndiiii
del piiui'ipii.
in
F i
Il
eccolo
putta ni
ni?
LmrBOimB.
CiUalago
ilei
in 8."
Virgilio.
ili
Klili-lic
HO,
Voi. IH, p.
membranaceo
e; ul; ni',,
i
opera
detti
sappia, ad erezioni!
XLIX.
,-
Egloghe
io
4 /ora.
lett.
l'or,
orile
'111'
no ' sono
quanto
elle
Inr.
Lib.
Lib.
pure
deli
si
Petrarca.
Melma,
siimins.ni.
Pluteo
del
'Mi situi
al
questi Argo-
l'cti'arra
coditi!
lionato
di Mai's(rt)
ascritli
del
un
in
vecovu d'OIuutz,
al
.
-
KsUicjir
lini
del
.-ivuln
nrii.n.
il
XV;
'
3 L
li
iwolo
L'.i
i-nii
Culi*
t'nlpurnio n
ili
Tiiesijn.
della
ik]
I'.
:li
Ncmc-
ani- |ii<jr;if;l.
XIV
segnalo
2*4
Argomenti
Con
manda
in
dono
Egloghe di
impro Imitile
gli
Argoimiiti
aveva
in
volesse
con-
falsificarla,
ingannare
confrontino
Si
allo
fatto
Alban-
degli
Messer Francesco.
Argomenti orano
gli
ogni
pmiMiiro,
dell' autenticit^
R.-.ynirolu
die
Petrarca.'
del
del
11011
lettera
la
tngliv
di'
ch'egli
di
compiacesse
si
che
colf asserire
suo
che Donato
mano
di
apparenze
alcuno
clie
in e redi bile
l'rardlo
essere
aggiunge,
luynii'ohi
Petrarca,
stessi
scrtti
dall'autografo
Per
agyi'.inin.
loro
fratti
al
'nielli
lettera ha tutte le
cuiii"
va
Francesi;
trascrivere da
zani possedeva
La
medesimo.
poeta
'iitivariiii
ijiii'sla,
t'li
Ini,
dal
codice estense
nel
diilil'i.
potessero
ili
t,
dettati
l'ossero
che
anonimo
radice
del
mollo lontano da
il
copiali
di
fatto
oli
M,.1m,h.
1
mail'i.-
hht
IVI,,
Ln
/l, (1 l,v, uV
Ji'tli'ra
li
in
l-i
il'ililini
mirti),
Tr
Kl
rii
et iloiin
ijii.-
[n-i-r-plor
-I
.in-iirii
-rniii
:mii--
-.inumi
.
1
I..
illn-oii
dai
invali,
rayiiiiuli'.
qu;mili'['iT<'
1^ii:i|.|.n.fiOi
ln]r urn
si^i.':-
in
ijiiii^
,1
vir
nnnjiLiiviitur
iitagi^li'r
aiurrliiraii- / mirili
l,|ii:-
fruirai
porrmi / Frapur,.
I.im.nliii-
triiTisiTitiiTvimir
mlt-omii-
mi
l'iliii^i.
pnmU/datDue
----|
ili-
.unici,
rapato
hl'rviliuill / ut
nh !(
'256.
iI.'IhtIiiIus
Va
mitri
|i.
Mi'.if
m|'2II*'|-lIi^:
ii.Tvir"
I?r[|i1iiri:i /
ili'
t'un.-]
illi*
In
i-
l.i'rio-idia
Ili'
(iililin
urferil) febeo
.'
dmintiiB
piimr.
i'ilim.tii
min.'
Illii
ali
iii^iiiucmii.
de
? Assentimi/
Imkr-r
prnrs sr.
DigitizMt)/
ti-iiiaii"
noti
ni'll'
KpKtDNirtn
si
dal
stampiti
Manni.
mnml
ip[u-
|.n.|.ri;L
pi
completo
ci
invi-
]:irinln
bru
L'i
JiliTI-ini
'-:
iiri'.riLri'
i;,.il|-|.ir-.
'
prndc.^i-
si
ri j>l:i.
"rvitin,
Lfurmii
(.'urli
,':ii|..'iii
|ii'i:liili'
i.'I
illU-lli^i nliaijl.
iiiIj
:IiiiIl..
'
i-r
rjlii
.-....IH i,
i'i
Klljvr hin'
[ranwi-ilnjiJiiiu
ai!
quandi.
|ili?hi
che
ud
le,
[i.^in -
libi
:i::r.iri[Li.i.
^ii.t-
[nel
lV:u
in
i-j
r:i
snidili
i':m^:i=
Ti'iatir
ci
non
r'
itulin
e in
Ululili!
voUlli-
Lillli'iii,
ri
Qniiv
i
in:nn
insndnliis.
ad honorem
nncris
ri|iii'llliar]l
aveva
i-i.iiclas/
linceo! il-
dii'li
lati ivo-
gli
;u Iriin'i- ^w rsr
fralril'n-
unnsriTBri velini.
ninni
fin-
nar-
11
Gandulfo,
padre
<!a)
vcrlrii
si
airOTiijiajiluva
un codice
in
Ad un amico
'
consuliia
>
|iui;t<>
Petrarca,
IrgjFoiio
hi
t'iic
furono
riano, e
iii-sssim
In
del
le
Hiu^li Ar^diiii'iili
eoinpi'iiilio
i.urUi.
inni
imitatore
fedele
racelo,
anch' egli
ci
utili,
^|>rrin'iiji/
:llIjiiiiii iii:l
llori-
vicinimi,
dcmliil
rijjiivii
siila tti
rimproveri
la
quanto
Petrarca
gli
vedremo
lo
ilJ-rji'
is^ill: h
poeti
a'
loro, giu-
non
dicate
Egloghe
<)ello
Collimo ante-
'
da mi moderno
latti
(li
per
importanti
sieno
Argomenti
Egloghe del
le
medesimo,
dall'autore
dettati
dal
clic
;i[lc
Inrolin
tiniugllL'
(la
triti!
Le
altri.
quali
grande,
riosit
per
tra
nome
il
poeta e per
del
il
Sotto
tissimo.
Ln
.llii-mi
din
-L
cnrnii-u
ri-.-lionili-Ti-.
liili.T
i::r
avliiltui
ijuidi-tn
liii
IK-i'i.
Imi:
ne;
|ir.i!(ivdii-iiIi B
iiniirilii-
trova
di-1
Manlio,
p.
ii'IIVdiiiniii;
-2.
G.
_tujua
3BHI
)u u
r.lTti
d'i.
il
un
KigacH.
f.
nli
,|iii]i-,i-
mi
14 * dui end.
in. in
I.'.
crirlic-i!
ut
milii
ii
qui'in
IH-r
.11
uncinili..
Questa lnHers
Fin-n? 1741,
min
iiiridiizi-
iiiii'tiisiii-,
.UIH
i>2
din Limili
Ptiisus,
nd rescripm
iii-c
i|iiiil
.li, PI,
Jnli-1
id
loliitilulu
ri'S|ninsL.HLB
parlavasi
legge ni
Ihi-i- pni
ijiiid.Tii
del
si
pastorali
versi
lt:. LY;i'
siili
mimili
Mutili
iini.iFiLji
-"IH
si
:il
f.i
l>xci
reperire
IrUfllrn
ni
i'l
Colutelo
di
Iutieri,
l:i
juisliirsili!
velame de'
il
in
unii
qmlk
Firenie 1741.
V ni g
lt
\VinhrM,li
ilei
rli,;i-clie
Alarti,,,,,,..
227
di''
iiuiik'fici,
.mit-rro
he
aveva
volte,
sua
cura, avevate
di
il
la
contro
rammentavano
si
invettiva,
la
Curia
la
J
l
il
di
ri;Hcii/:i>,
IHoii ul io
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a'
udire
le
'
beer
le
Petrarca
dell'
dr.
Fui-.
ricordi! le
le
-"fiotti
lowc
compiacciono
si
metafore,,
Egloghe
a
in
e per
significargli
"graniti Riunte,
di' egli
bob Buccolica.
Cn luccio Snleieli,
p.
Qmtalogin Deorum,
niivisiiiims
[nlllili.-
ili
vero din e
del
Olmiitz
d'
"sottili
allusioni,
questi
fi-istiniiissmi
si-ojaviida
i-,
lodi
le
vescovo
Il
imperatore e prolato
il
Nelli liniera 65
alla
UU
'
trinit.
e,
fine
ringraziare
|icr
d'eresia, cita le
poemi
A ratin
nell'inclita
Cario IV,
ini
senv.a bine,
amici
gli
non sospetto
l'etrarca insiemi.'
talvolta forse
non raffreddava
de' papi
piil
cliln-
tinelli-
le
panegirico.* Imperocch
esagerata,
Le
corrette
qim.-i
cari
iu.
dopo
di
ini]' lbiti
tanfo
vita,
ammiratori
agli
l'ii'i'i'.L'LS-'ilr
ii
che
sU'-s,...
di
tasi
ivlijjtiw,
rifornii-
(li
'jlon:;i
cri
molta
con
conlimio
per
alcuni
amici
scritti'
1
del
di
agli
vita.
l'alili ria l,
ili
r.eli.'1'l-i.
tuciava
a sapersi
piiL-r:i
|.;i:i:.i--.ih-
j
i
-.
56)
lib.
il
le chinimi
XIV,
cep.
IVjiirflai
ili
li.-i
ci
"divine Becnlice,.
XXI).
ili
in.
lil illustri
nlque
Ili Ijiliili^,
vl--
hlLili
ii:i.-i|ui-
i-in-.
iii'-..]iTini.--
inumili Ti
fi-i
[invir-uliiiii
iiiiin
i]c-rii|ilii.i:i
22B
contento, vanno
V aito loro
cerca
in
delle
ancora sempre
parendo loro
peregrini*,
pi
frasi
non aver
ili
detto abbastanza.'
Ma
tutti
perch
al
non
de' Ramlialdi
tutti
volevano
le
aci-iisoro
da Imola
Ifjigi*
stampai
Vignai
con
fi
lii'in*
tiri
sic
-i
qn.-ili
ii::ri_.-ri'
aiit-iliiia
ijncm Hn.-Mir
ilislim.-inai.
gratin-.
not-ta
csprt-ssiciiii
ima
i;i
.:i
'
i.-
iinl.itVs
Ir.
di
lai- uri'
ni
.il
jam
ri lai-
nondni
ili
,|
l'I
ili-
rf^ lpli-i-
ri-lntiisiu-
h'iiiiv'i
lirn<-|iiirnvit,
ti ti culti,
lai-las
data
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[vi-
i|iirilnl
inatta
"1 piTanuaiit,
di
Benvenuto
-i:p|iiicnvnnr>
illri-alar,
e
si
Benvenuto
Albanzan
degli
commento
liliarali
..llatin
Il
del
turano
un'edizione di Venezia
in
mn-jHlri
tVnlits,
Donato
due amici
intendere,
facile assunto.
ut nd(Hi|ilia-
sii;
slamiti
imitili-,
plaiaiili-
[i]a-
OigilizMt)/
iinn-1-lii, rliu
ri
mento
aveva
maggiori poeti
trarca
stesso e al
uomo
dottissimo
capace
per,
non
TiiUL.'gnij
'
:
volgevi
]K>eta
al
abbastanza
fosse
esattamente ogni
Aggiungasi
che
la
vero
erra ri
di
l tlio
manifesti
nomi
pochi anni
edizione
l'onda
cose ancora
di
eletta
E^li.'^lic
inedito
Ve^l-i
cosi
su]
:irli;-.il,,
1:1]
legge al
r.
lettera
i
il
per
Ji^li]i .^i.lM.'.
.cccnimlH dui
etr.o
dagli
confusioni
Eppure
fino a
.l.b\>
ben
ini'. rr;i
unata 1814. S.
col
si
In
com-
del
di maniera che
Parma
del
si
che c
lieiivenuto.
di
meii/iime
la
si
Donalo:
Sebaaliano Fso.lo
urei
ri-
Orgono,
che
commento
solinolo
di
dell'
spessi,
pi
all'ime
mento
di
suo commento
il
maggiori.
commento
riposta
tempo
argomentare
possono
fa quel
ridi'
ijiiaoi
in
tanto
leggerla,
si
Pe-
al
intimu del
pi
significato dell'Eglo-
stampa,
un
com-
un
Benvenuto era
ghe.
Benvenuto an-
a Dante,
Infatti
di
non giungesse
que' carmi, o
di
stampa
> pori' a
progettato
d'Italia,
Boccaccio.''
MiKi,
liei
la
Petrarca che
at
tre
a'
':
|j|'i>l';iliilriii-!i(i-
fu conservata
nunciava
t^msnto
di
'li
13.
M.
Longiano, 1532.
\ >n d
nel
V.il.
HI.
p.
569
del
280
rame
vede
si
ma
citato
l'osse
si,
consultato
assai
parcamente.
tuttavia
con Benvenuti),
riti
gato
al
Petrarca
seconda
ma
ossequiosa
di
canoniche
teorie
le
l'Alhanzani
gere
al
cesco
speciali
le
sentiva
Petrarca continui
non
ci
ponimento
quasi
piacere
che
por-
nel
e sebbene M, Fran-
ili
i:
parente,
figliuoln
>,
del Petrarca.
figlia
singolar
doni
le-
tenera amicizia,
Franceschi
il
per
era
gli
le
Imolese,
dell'
attinenze
che questi
del
cos lo rimprovera:
....
I.)
il
chi.
[.!-.
co-tilnii,
|.im
elle
l'j.-..
l.'-.fjl
olii
umici.
inii'lliL
risiili
uni
tutti,
nini doni
Imstii
in
'!
I,;i
scindi ijucsli
Or che
voglio, n iii
mio IWiitn:
il
i!
cuiiri',
umori
ili
ti
al
ns.-'-nscc;
In
"Solca
nonettoci
'iii'-.Iii
.'omeiiutiuiic
Leti.
unni
IV,
.licii
fa
lib.
lontana
ni:v
uidhi
iiiulH.riliL
li ii
10 Sen.
lcu iiM
I
fine culi
limine e
te
... Mi
l'el .tir
e non
11(111
Da
e venali.
tri
che
limi
ilcllc
ci. emiri
ijiieslri
ni[ii-rti<r<m!.i
l'umci/iu limi
fui
sfilili
iijrli
amori
ngli
niiliiiiii'iite
niccu
qniili
l'iiM
([iii'ilo
emnpnitm
Squarciai,..
nc|[;,
dil
lln
i.iii.
i'Si.-iiii^..ii,i
rVirarelw
ii.
331
dunque se n
(Ir pillili'
in
IMI
II-
il
Ho
sembra
ine tu
Uv"
V0!U;i'H
.'
dona e
si
trascritto questo
ti
donanti,
lu'lliljiliillM
l'alti.
rlii
lli
biotto di lettera,
l'
me
animo
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ll' i-.li.ii
i.'.i.i.
.1.
non
sui
compra?
si
perche mi
espan-
afl'etluos.
Petrarca, e
nel
si
ilio
lui
imitarono,
uose
donatore
fa
il
Petrarca,
il
quale
Donalo,
"dolce,
dal
a dire
schietto,
dello
amorevole,
dotto
pio.,''
uomo
Onorato
mini
'
Petrarca
del
illustri,
lierjbuB,
p.
del Boccaccio.
Lib.
XV,
leti.
IX
433-35.
Leu.
f,
lib.
Ili
1-.'
e l'opera
Era uomo
.Sen.
Inni.
do "Claris mu-
di corte, caneeliiere
Il
Sa.
352
di
Nicoli)
1
alunno;
illustri
rranccfco.
ir
iiviino
'liiin-iilli
avrebbe
quanto
sovente
di
limine
marchese
III
ed
trovarsi
ili
iiij?eiia
ile]
<-
era
stato
stesso,
suo
ebbe
compagnia ili
pucUre ili M.
in
chi'
udirlo
in
chi'
Petraiva non
il
pi amorevole, n pi"
clie
elio
ijvniili'
perdute
lavori.
potuto desiderare
lettera al
Este
narra egli
Petrarca
lattameli ti:
sioni
d'
ti
eoi
iunauioi'iilc
cosi
egli
-il
stesso
In
una
Donato Appcnni-
Donato eredit
col
nome la
nome
Donato, ch'egli
simo,
avesse
portava
potuto
al vati
probabilmente
poto
sopra
dai battedi
lui
per
DigiiizMBy
233
imitare
rrjnsijriini'l'i
tatoie di Virgilio.
il
fatto
Il
diventi) egli
;.rjr;i
pure
^JTL-rLit
tica;
i
lSofrateio
il
t
1 i
particolare
gli
stavano
dedicava
anch' egli
mandava
In
avr dati
gli
Egli
mano veniva
sumeri nienti
clic
pin
ledei
piti
il
esatta disa-
piii
In
mente
inter-
pretare le
sua
le
cuore.
di
come
mina,
re "dulLor di ^rauiiita-
-ili-
eimmiento, c forse
commento
gli
IVlnirca
il
tutti;
alle
f:.i;i.'i;du
aperse stuoia in
ili
del
loro autore.
completo e riporta
postille
le.
codice
il
i.
di alcune
anonimo
Eidojdic solcnrretlo
tanto.
Per
codice
il
dell'
piii
dt-l
un'opi-
'
Ti ribollii, .
Va.il
tri
.i.li sjijijin
il
d.
n.
J.
29
ijuralu capitole
ili
(jiH'-ti
lift,
PI
n.i
c(iiiu!il-miL
il..
Voi.
II,
XXXIV
|mi[ni[i[iii
-i
p.
479.
tannai.
ilmiim
ili
inviliti, iuiiIVdiiIim.iI
dare un pic-
mi
lf cilici!'
-234
La prima Egloga
nume die
in
antico
"Partheniap,,
intitolata
dal
si
die
inviava
reconditi
ICgloga
concorda a puntino
fratello
al
Geranio,*
Allo
dell'Egloga.
sensi
cit l'imoleee.
l'
per
spiegargli
stesso
modo
assiti
pi
rappresenta
il
d'appartenere
istria
'
fratello
un
Pai-tliuiuas.
vn!;;.i
Virgilio dr.
ma
die
Herder
"Houle Vergine,
royilio
-tei
di
Medio ito,
unnieu
:.-
-\:
:i<-
Napoli,
p. II, cap.
nulla.
li--
jhii
rr<-
-i
l'-f.'
de l'trecamliti
non cuncliiudu
vanta
si
non
"che
conventuale
ijuod
..jl|.L-[l:ili^
tu'ixiuini
r-v uliii-H'iiL^-tL-l
ili
itili'
"Mouiro.
Petrarca:
N\ji|,o[i
i.ix
ciiia
curiosa,
del-
vicino di Ik'iivcnuto
ordine
coni-
Perii
Donato
eolla lettera
Petrarca
il
l'antico Donato,'
intcrprclatnr
.||[:,||.].|
I.^ci'i.'.
IV.ijif.'Mii.i.
quello
mi:!!ii
nnini
E(.inl:,.\
LMI.i
]iiu;:-
ripi'rircuiola
nume
l.^imln
di Par-
Virgili..1111
dr.
Domenico Comparetti,
HI.
Il
Boccaccio
cliinm
ed
nome di Partlienia lo tlmm FcIHvri* dicendolo ade., verecundu, al inde dicntur PurtheniaS llcr. Geuenl, Deor. lib. XJV, cap.
XIX. Sptrrnne Speroni forisi! con eguale pensiero lo chiama
* Lib.
X,
leu.
4 /a.
Pure
Geranio
vorrei >lie
distogliere
che
Petrarca,
il
profano
Muse.
delle
mondo
nel
allora
Argomenti
negli
ma
molese
Donato
fratelli,
che
partito
non ere
nella lettera, e
La
pi vagamente.
assai
duo
il
poeta lo dichiara
Il
Donalo
segue a puntino;
cosa,
disputa ch'era
tra'
poesia
la
religione.'
alla
la
qui
nell' l'egloga
contraria
stesso
egli
lo
Infatti
riproduce
il
sosteneva in
punto
ancora
manifesta
piii
nell' inter-
M. Francesco dovevano
secondo
scogli
potenti
ricchi
ricchezze
"dalle
virt
della
suo
egli
poetare,
DtinjLl
v. lliili.l
'.r[Y.j:id;iiii
dal
lievi
i:
lr
diapi'lllul
nell
illi
i.
lln
ni.-
:Ki^r::iriL.
Cosi
lib.
l
del
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che
de' monti,
legoria
XV
il
Petrarca. Questi
il
si
LXXX
!,|
li.ii^i
i:iii-;ir.-
In
ii;lr;iiLiii
.-
;[l:-
in
tulle
,1,'llii
[inizia
Vi-fl.i
ftl.ji IJterum
ni
(lui
r_
n _;
te
L.-]
cap.
II-
[ili i->
<. ri:
i|iii:i
pure
ari-
del
l'I
ul
al
nuli reLXpli
ri'galam
vi(l<Tlttir
cfr.
si
il
XIV.
n!l-
JKil'il-
lett.
crede
-in.mNii rrl
Vidi
lli.
da
pregio
potenti clic
pnhi
no:,
sul-,
Uinui,ii(iI.
XXII
il
muovono
i
unni
-li
ij.
quasi
l eotto l'al-
ricchi
liill-liliilllc
significare
loro
sentire
in
non
\nWrl:nl
1,111.
Pelrarcii
(li
come pi
ancora
significa
11
in
i,.ii>..i.
li.pic;n-Mii
286
pigliano poco piacere alle Muse.
quo' inoliti
.-(ino
[mmiii'i
li:
dovi* nessuno
sono strane
il
;d
'
il..-n
ninnato
commentatori
ma
La
moderni.
non
poeti,
antir.lii
ciare in
stessi
contemporanei
do vano riposte
Ges,
sigoiliclii Mari;.
che ama-
quelle
sottili
copia
anclic
tanta
in
fecero
de' glossa-
paganesimo, die
ilei
iiiiinc
di
de' tempi,
de' poeti
ne' poeti
ci 'e
tome
non
hen
'
alligna
possono cac-
si
frizzo,
colpa
vano ritrovare
tori,
allegorie elio
poesia,
della
clii-
a'
gli
musco. pianta
ciuiuuui..
assai,
interpreUnc
m-ll'
la
dea Pale,
Vergine madre,
tempo che
tuttavia in quel
a'
alluni
primi
la
matte
due
olititi
min
iSilvin^
II,
qui
,-,
p.
HCH[illll
[ini
viri;"
(joiiTiinlinT.-
i-uni.
turali
pud
liti.
mm
Li-ir.
X.
Palcfc
rjvgilln
ila
|iii.iluriiiii
horrida
Silva
et
ijivilr*.
i-i
X-
reli-
l'u-
l'erudizione
|,l,1
un,
1:1
i,
gnu
monte*,
crii
ti-
fai",
^ 1.1
ni
inin.iar
vulnus iiii'ulnuu
imiii'ilIuiii.
lib,
devozione
fortissima,
cari,
,.|
i-^i
FnicaBnel
li
8W.
[JoimNii
'I
Mini ]m1|.|i:i^
ilitlniliii.m
i.|iiiiii.|iii.s.
|irini:i].|.>
Voi.
^-i>pnli
Muaciisi
egualmente
concetti
pagano era
classicismo
il
risorgimento, e
del
giosi!
nione
lett.
jiinlri-
ilei
nniti'i
idu.i
liti
liit'il
/.un,
iatelUgi Muri,
:mlii|iii>
ib;i.
muli
lniiiiiiuaii
.-ii-
ve
lem
l'alcs lini
Jin
i-M
fcili
ipii
il
uiiMCirillll.
mundi
J il pai,*.
i-sl
dieta
[inll'S
ut
piisliiriiin
nraler.
Iiil
cut
lem
liuti
past.irus
il
l't
l'eltona
dun:
posse!
ommetlendo
rmest; Kglogii
affatto
Omero,?
Petrarca stesso
vide, re c poeta,
ci
eppure
riscontri oltre
che
ili
"disgrada Virgilio
la
spiegazione
Donato anche
in
ed
uguale
si
chiose di
nelle
Benvenuto.
Se F Egloga prima
manici
1
di
del
ili
poesia e
pensare
ili
L'Egloga
sione
secoi
a Roberto
re
principe c
de' tempi
religione,
la
ilei
seconda
Petrarca
rilette
la
in fatto
l'opinione
contemporanei sopra un
fatto
238
Ido,
Pitia
nomi dichiara
Sulmonwc,
Questi
Silvio.
non
tutto
al
meno ancora
il
pero
iM
perch
pili-li
s.'iiiiliji,.
11
'.:'*
ri
;i*[i'i1:ll:i|!.
-111
fascicolo
II,
15 Aprile
i-iipici;;;.
medici,
ckbiii
in
rlinl.-llii
li-ncn l'ime.
Qoui
Leu
Mae.-lfi
ili
quale
la
pubbli-
Donato, e
ni .
u."
il
Il
Barili era
il
monte
Ida,
in im;i!iciri;i .1
An
'ri'
[liitnrnli
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laurea
umlic
in
i-crii
li
dine
hi
Ic^i^i:
i-iHiiniLCM-.i,
Mi',..
Mijirii
l!
Al h> su Hit in
cliinriiv-iiii:,. ]'iiir'.
ili ,t:h'ii[I-
Piwcrlari.HH>
lo stesso
1
si
di
rome vcdcniinu
rappresentarlo alla
u].liuin-
die
commenti
Petrarca
dal re Roberto
delegato
a'
alle
amicissimo
Barili,
a;Ji ai-jr.mit-nli
csattaiiiuiiti!
i'[>tTs[>rmd(-
cano,
.,
/,V(fr,-..(rf
IK.ic
l> (Ili
niciuionato la
jirimi.iil
maglin!
"Ku muri
frullile
,-.,l,..
,.,
II.,
Vauclutt
239
nome
il
ii]iliiUf(i;^i[iin
-piani-ta
Giovi',
di
mi-
credette
in viri;
J-eiiveliiilo
sione
da
ricev uto
alla coite di re
lui
Barili
il
nomo
"E
urln
Vi:
pur parola di un
fa
r;ivvi-i
si
i;
ino]
(l'Anonimo
![
libili*
hi
il
rip.i:i:
riiL":ll:
il
Jomn
Ululili
qui
;ir.i|:1..T
pu valere
HAi.
il
"nonni
scrive
Do-
iuppjtcr
Cn-
nro ut
ipi.liiiii
i:i.it|.':ii
ni njii
.niiiiri:^ 'm:
mi].-,
ir.s,.|Li[n
(Ali
il
pla-
limili
iiuiilis
.1:1
il.ni
doluit.
H del
il
p.
Fracassati
il
lib.
l'vihiji:,
unni-;
d.-l
come
fi.it,
l'ir]].-
111
Urti
dar conto
di
Barbato e Francesco
il
L!ili\!l^iiii
|:r,.
J. il::ilm.
^l'IilliuiL
commentatori
Kuhiioiii'si.'''
poeta,
porln: morata*)
l].i:i:],ii:-
modnm
alla kit.
selli,
Barli;i:.i>
ini cu del
m:ili-ll.lli:.
Vi u-:il :i[iir
Lltr.)
i.utritus
sull'Ida,
nutrito
Napoli.
di
d' Ido.
L'Egloga
Pel rari -a v.n.l
lerVi-at infimo
nato.
Rossetti
del
questa
del
corte
alla
dell'edizione
ii::ii
^ri-.-.h
.]|.:
limi"
intimili!
d.-lv
.: rj
Fitia
codici,
-.n.-Uh:
1.-
|)i
13, v
nella ooui
come
din
il
Ros-
il
anelli-
allenili
'['i-itia;;
Salma
In
del
aio
corfarnia
ibi'
fi
nello
240
(continua Donate), no' loro
spesso
che
predio
colloqui
la
venuto
ei-a
uomini
sellilo
tra' perversi
morte
previdenti,
que
che
mali
bene
dopo
loro
tra
re Roberto.
il
discreti
Poich, cesegni
brutti
ili
avvennero
poi
sede,
lutti
tuffino
rn
latto,
'li
soglia
vedere
quindi
e.
il
moi
la
tra' quali
re
molti
di
'le'
duca
lo stesso
fu
Dumsto
di
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del
rpgnj quo.
Hill
ia
II
similmente
itncirblllll {coti.!
regi
rta
in
tioliiliiiiu
Andri-i! i|ui
et f imperivi'
Jina.
inter
pravi uVIi.-mt
Dnnum
qua
aul.'ni
-ulTii.ritut
ili
sinici
li*
(cui.:
<>[
ipBinn regnimi
liil
ji-i-
i|i-.'
ilm
pliiliii-
nella
deca-
Silvio per
stossa
iiiu
lus
;egni infausti
et
-"li
I,
niiLiiiEb
in neri (un
s ignito! ufi)
regina
i-t
iikiIji
ntorteni
lrnii[-ii-
per grn-
tinien nuiiiTe
Durartrij lumpitKtiis,
hilvim
et
uh
prilli umili I
seguila
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Imnn
ridendo,.
di
anche
dopo che
Napoli,'
sue lettere
pure
pensava
it^iiI.
priilidisstl
ci pisi
H.-tiif
Le
Grillo,
a,
ViImn
liilllilL
-.-
.||||
re
dpi In
veln
etto
jiiiiicissiniii.
Ili,
j^i.li-ij-
ipiia
di'ridclile..
!
suoi
a'
<!nl
mal fum
M:i rris.
in
uri!
Malata
eam
iii;m.i;i.
|iliin.l;iri]i.
lianiii.-s
vLili'uil
ip-ani
<U-r:*eirtL-
n'grm sim-
vnt
i;uili
ad
ideudo.
che didiiaravani.
Rotierlu c pai
il
<-<hr-LiML
IrjlliLllil
liiciitiari!
proietto
tutto
i'cl.ann
il
uppi-H.in,,
Regimi Gmvaima.
filmini
Augi-In
in
poi dal
ut
ip-rj
ipsam reginam
Icllere patenti
di
rie ri
scrini
lln
Boia lalioiic
l'X
ci
luminai
nelle
tutto quello
dir
volle
5
.
.1
|iri'-..'[i(.-
pi. villi--.
.-iiil -r-.
ruiupialra rfgnj
pliiTin,
i-aliicriiii]
Gin-
di
Unlierto
il
invce
l'etrarca pales
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Pfl&tquajl] umilivi
villi
cimi
i'l
chiama-
re
reeina '..iovamia e
alla
'|ne.-l"H;:k>e.a
allegoria,
di
vveva, bench
pi non
esse non
in
ciimai'ilu
In
'"is^lii.'.'i.
i'i]||.ii|<jj.i
re
biasimi fortemente
napoletana,
ehe
adoratore
fedele
il
del
l'elle
licenziavano
lo
[ini
Il
vnnna
tlell'
facevano
si
re
limi
leltera
Tornasi ni
XVI
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a efr, lib.
VI,
si
al
nel
de'
Petra
Gaviali,
ftuA'n'rn,
documenti.
Iftt.
C /dm.
Ili.li.lli
(Vnimia
quindi dal de
lllld);
Sade
in
clic
che,
Se
corte.
commentando
questa
(li
non avrebbe
la
gina Johatina,
rMiTrspNiidc
'non
alia
contenta de
tali
'regina libidinosa,
Del resto
menoma
avuto
la
cente,
egli
gli
il
che
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piantava
"clic
commento
certo elle se
marito,,
il
Hen-
di
Petrarca avesse
difendere
la
conto di
li'i.
Dell'Egloga
la
non
K|,purt'
111
il
lo
fece;
di
forse stimava
c.
Dafne, al sentimento
d'affetto
Bam/enuto; senonch.
per
veramente nulla
la
dice
l'Egloga
le allusioni
le alle-
sotto
nome
il
stia
amata.
di
laura,
soltanto
alie-
so.io manifeste, e
Do-
poeta
il
lumi,
lo
"Le
ardenti
Ftt VmiTnti
celesti
faville
chiome
inl.-lli^r
.1..
che lanciavano
sparse
Iian riun
all'
aura,
dolci
che
ivjrirmiu lil.idiixiKaiiitnt.il-
-243
quell' epistola
verace,
la
(Ialino
sopra
ofrni
"le signore..'
chio-
cosi
delicati,
iliiiosrra
invece
bellissima
colle
mine costumavano
raeri,
T'ornato,
clic
Laura
ricordar
di
umana,
Donato
dell'eloquenza,
-chiarezza,,
pi
parevano
nuli' nitro
li'iivenuto
argimicnto
cosa
rolli'
all'
increduli)
il
occhi
gli
v'era
nulla
e di castit esimia, e
disonestamente,,,
il
mai fu veduta
poeta indarno
si
"in
ripete:
d'inonesto,.,-'
ricchissima,
lei
noliilis.-i:n^
Madonna
fare
non
di
altrettanto.
que muse
*In
tempo,
quel
dictiutur; lidinrris
idei! saia
!
pag.352
1
-
'
.
ei
del
Simiih
dici:
diliMina
sasuin
id
biun
Ii'i.'
iti
|ir.i,
;!,[
ai
Ipflgf
Rosselli.
II
Frangere
..L-liiiili-
Jilij:-. -.il
vrs:i
l'uil
il
lleenre
' ili^-ibjm
fnit.
Oigiiizfid
by
2*4
(((in ti
mi a D'inalo) quando
egli
donna
pari re
la
morte
tutti lo
ijiiindi
cnn
faci: va
del quale
deridevano
viimo.
agli
-Indiava
siceonii-
allusione
il
alla
pas>inin-.
-allo
piet, per
[.ri-
stessa
-.Indiare
limoni del
purispnidenza. dopo
pure
ili
nasnisio
pi-reli
"Ma
ramo
fere,
ci
die l'otior
virt dello
ma
come
alluni
voleva dalo
dell'alloro e
e
li-
garlio
liei
che
lo
''he
della
[.mira,
dichiara
(icciiltaiin'iiri*
ma
per riguardo
mollo scrsse
alla
in vol-
Lai
:eJ
rito-
si
di
Egloga,
fi
tWnrwlfe
In
un
;i:l"i|i;;il
t'ili-illiili''
lfii|iir.r^
iitlnri'
ltei
1.
I-
i|il:iln
i-I
^1
vali
r
irijih'iiij
] 111.'
iniriiliililir
ninnili
unliir
ili
ut incognitii
dal
Ini;
brama
ignote
u
al
"Gallo,
cosi
sarebbe
"1
ptnentuii.
aiihi
nulli
i(ui
i't
lem la
1^11
ili
llnr
[HrlriH
i
13
viili lniri.
'aia.
uni
hi-
l'inerii
fiiinlllll.
liil
sneuralu*
i|Uni|
11111
1l:i:i'.-M
ili-
i-I
Filipnii,
liH|l|i'll|i
i-i'Ii-Iii-itIU
fiu lllllli'
J11
cui
SI
uni |irimii
r.'lnr
i|.|.LH
1:1
jnilrurrr
frullrinii
lnifuuris.
egri-gius
arcane
le
l'K.'i-IIrliri.iril
l'imi
iiiU'S
tliiasln mrivi-
i|Pftia-
llilj
,i.-i-iilii
Petrarca
avanzava per
iLiindiiliiK-nte
vivi;*
unnt li
if-wfrinw,
ite<
iiniirn
liH'1
!i:n\iiiiii.
ecclesiastico.
lo
svieima.
di
riinliiru
ini 1I1TH
:irg.>-
a[t|j;issi
indagare
sitibondo
ni.riiin.- r;ii[i|iN-.
l'I
canto
del
conviene
si
Rliodez e
ili
"nessuno
ehe
sapere
ebe
dell'
g 'In irai
li|j[n f
uomo
nell'arte
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cose,,'
lissiinus
[Ja-li
il
k:m:
fi
Meaux).
lui
ardente
et
-Doflal.i,.
l'
d'Albi, vescovo di
{di
celebre
dice
rimi.,
non
Bertrando
iii-ti'tiniHiiu,
ili'igli
Kgluan.
iH'Il'
melili e dal
francese
ululiti!
246
diti
che
alcuni
il
vescovo
col
ment:
in
lioialo
'di
e quasi
le
voleva
iaruii'.lia
;iijjR-ii:i.
parole
stesse
si
sfossa pi'isona
debba
inten-
Argo-
neiili
Ges
rappresentare
vii'tit
riscontrano
senza
quindi
fu
in
Donato, e
alunna
commento come
di tale
eru-
gli
negando
Vitry,
si
poeta stesso
il
egli
In
che
Gii.
spiega
Benvenuto, die
rimproverato
Ifeamt.
Dedalo
di
musico fosse
celebre
di
in
un dubbio che
del Petrarca
di
ragione
"profanaiione
inopportuna.,
L' egloga
"buono
1347.
che ne interpreta
porge
le allusioni,
molese. Collocutori
..libre
Roma. L'
Ne
nmyi'n
.'HI
Difilli;
qv
ligi',
fili
al
commenti
altro
M.
p.
(rateilo
il
Ftie
E.
i'i)
irqui;
di
tempo
del
lettera
istesso ti
Donato e
dell' 1-
dell'
dubita ancora
desnnels osi
iHie
le.
primo
al
il
questa
stato,
Petrarca gliela
Il
noi maggio
de
(I.
Apici'
Coumnukcr
crnii;nl
ile
ijne
McMIX!
l'iuUullr
I'iji!lilili'
lmi!
me
il
s'ugil
'punii!
nii
DigiiizM &y
217
Cosi
t
r LI jLJio
con
Colonna 'uomini
tissimi
i'L'.Ij
La
conviti,.
a'
patria
loro
Ira
lili^iii.
abitanti,
unii
i-|ii-
'i
Adurrii lU'UVdii.
i[,'li'Ai;;"IU''tim
I'
migli luti-
.'-^ili-ut,-
[u1i:i
*.
luti
-Ai
n-njH.'
limimi.
.-I
Ir-.hV.i
ili-I
''Hill'
lei
.-i
li'
luijn-.
{[,.
nomi
poteva
tribuno
medesima
cittadini ifila
71),
liciti'
,'
di
KepubUica
E ben compresero
il^
et
quilim ninni'
tu mi II..
i
Inul'illn
il
Cini
iti
ulii-
ili
tl|iiii!'.
mi
tirili
iInII'AIIiiiii/iiii.
trust-iiv
iiiJh
chm-
11,
rijii.rl.'i
cliiii.11:
Diurni
r-e.li.;;.-
retlni'ln
..
"diligon-
dichiara
il
sentire della
n.-ppur.
l],-in.l:if,.
i-ndii-i'
iiilininiii
ri liliali.- usi
Omni
(li
nel
Unni-Ili
l;npi| 'IiIi:iii
mi
ma
puzza discordi.
jjran
gli
perche
al
(il
puntimi,
non
lettera
[ii'iilial'ilini.'iili'
filili i:>lii-
si
Auco
bellicosi,,
ura sci
cimici. rdann
la
ihuis
l'viiaiiiiv ritti
IMII
|.arlc.i
dimmi
.1
|..i-
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vi,
niil.ik'B
i<t
entrami']
jwrft
commentatori
nell'
errati
interpretare
tutti
due.
l'
(piali
(li
t'ami [^li
tlie
i!
soprannome
verso
la
Donato invece
patria Konta.
dii
di
da pitiv
uomo
trattasi-,
si
l-
Benvenuto deriva
senza
in
mag-
uno
gazioni
di
cosa
davvero
ognuno sue
quindi Apitio
orsina.
ripetere ilio
rnc-.ioni
sullo
tedi-
intendere
siffatte
Fracassetth
co!
chi:
deve intendersi
tarile
Ma
commenti, e quan-
questi
I'
lliau/ani
legato
spie-
"l'accia
volte prek-n-
lui
di
conoscente
strettissima
Diqitized By
249
amirizia, [ture
;i
iiiiw.-itas.n'i'i)
Li'ln?
l[ i:3 t
o perch
perch pareva
po' pi lbero
che
si
si
IM1V)
fantasia
alla
come
V.
data
n
[a.-cinii-
alcuni
iti
l'acilllll'rilc.
jiill
azione
j.uUt
il;
[imiti
questa licenza
l'ili-
Vl-'ll'VIIll'l
In
volti;
limi satire,
eorso
il
WaiHI
glosse
riuli'i-pi-t-t
lt.ro
pl'flli
Si
stesso
tilt
;lIh.:hmi
rnimncnlavaim
unti
dall'autore,
"siile titillo,
il
Giiigueu,
verso, poich
in
io queste vi
si
sentati in pastori
capri.
commento
il
Oli
Donato
di
Argomenti
cutori
Pietro,
trarca
per
sono
Panfilo
aver posto
somiglianza
della
Panfilo
significa
Negli Argomenti
tal
nome
que-
in
nuove. Interlo-
all'atto
Mizione;
certa
personaggio
del Petrarca
porgono anche
ci
il
S.
Pe-
a papa Clemente
di
Il
che
subito
nella
prima
scena
Toma
11,
XIII.
250
gliene passo,
gli .lo,
Da
ulti
tenermi secreto
que
sottile.
liei
che
gli
fanno
altri
meglio
libinoli
benignit
-julla
1
Cosi
infatti
a lui fu
e simile
petr.-irehesea,
il
colla
nato
trono
pontefice.
papale
Ole-
questa
quella
spiegano
Benvenuto che
di
riverenza,
Milione dell'Egloga
sul
indulgente
Do-
di
quasi
Milione
pingue c mite.,
VII
Nell'Egloga
figura
donna ch'
detta
"Epy.
derivazione
della
parola
per questa
intenda
aver egli
gloga
Epy.
Messo
Petrarca
senza
questa
interlocutrice
per dirci
ci
ima
la
cosa egli
Doi
epiei
la
in
Il
come
'mia
trarca
zione
Epieuria.
stesso
M20I10
come
Coti
Pure
deriva
M che
greca
questo
scivie,
si
aneli
fu
negli
Argomenti
nome d'Epy
il
dalla
.l<M,il.i.
dnirAntonelli. (Veneri.
il
prepo !
intento
voluttuose
alle
comprender leggendo
icoaa
1811).
1.
Mio
I.
11
diligentt'iuen
ralgsri
251
'[in1 .-!'
Eiilogu,.;
Ai'^iilili.'llii
;ivii'lil"'|-o
osati;
'
il
!-,'L])iTt;
Dopo quanto fi f
Sohlegol
nel 11 Voi.
1S1H)
grecquu:
-E/\//,
/m/i.,
m'olmini:
dirigilo
de
rapporto
sique.
ultre
Ili,
M.
l.-rm-ji
fiiNiii.iicu
et
le
nllii
qui
nirtUlklil
voli*
/i
puisi|ii
lo
|iu-.
mi
[rimino
letttoB.
.rifili,-
Li
ili-
Jc
foroiiie
n'ei.1
ufiti
nonilo
luit
pbrf
dotta
i il
iv
il
dnnner un
I
nir cIjib-
Vi iniquo, pour
u[i|ireiid
quo
oiiqnireiir
iri
liit-li
fio
tnign,
d.-jli
Ini
ile
su lini
il
la
il
riun
|"i.l
ili:
mori
leni'
ii
uiiJiiq
.-'.-st.
uiiu
Ji.iiiioi
uii-ntiiui
fair
lu
[ut
iinn.il
d.-lil,
ino II nielli,
min
(eq
lliin-
|iih
(io ini .
,-f
:i'i
IL'.-
-r.i:iii[.i
ri-
Ili-!:-
Anjlu,
irti
Ii<j-s..'t1i
>inii;;r,iltlllH-i.,
ilifliiieiu
ii
/-'n/ii.i;/,i
situili,-
A filili,,
unii
mi rnenii-nt
li
Henri VII
on flagrimi
[ir.rj-.-i-ii
'l'
./,
/.,
-li,./J.
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M. KofSftli
?i-
lui; ri iiii-iil
dire,
un
tu rupe hvrfutu
ititi
ijor'
qui
l'cnijierciir
quo
on
sfiliiiix.
il.-
illlll.-nn
lini-
l'vdrarqm?
in
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f.i'/nuli'--
n-if'li-
il'
uno iiinmo
Miir,
i.iu
viii|.'si
ii,,-tt,-Me
lirudilioii
il
il.il,-
tunosi'i-n:
<.'
lauto
f|unnlo
voilrii
ni
nollu
in
|itvl;iti
gli
molli
I-usti.. W'-ii
ijllf:.-tii
l'i"
i|tli.'sti
ili-Ito
lliiglielni.i ilo
!.-!!,
\'
libili uni'
fusioni
i:lii
ino. liprodiifi'iiilii
,1110 ni
il
(.'
i-tL'h.-i.
(li'siik'1'itlo
;nlt
lni-ilili-,
ln-ii
pi
iiin
Ir m-ctriiroy
eli
rliiffros
ri
rju'il
lo
tiiils
unum,
lungi
il. il
Cosi
rem
fi
s
y he Tra
commentare lune
1 1
C.q;
' I
l-
di
gli
ej
intendere e
t-c-ssurii
storia
quel
di
Cork; papile
Al
altri
de Sade
il
proponeva
.fi
le
all'imi
sv'fjl^iji-i-iTd
del pontificato
Clemente
di
le
avvcniinniti
particolarmente,
secolo,
tempo
al
successore
i'a-
di-Ila
stato
lo
della
Clemente VI.
ili
alludono
'
seguenti
E degno
nota ohe
di
danno
venuto e Donato,
del
opposto.
tutto
due commentatori,
"elle
'
Tot..-. II.
verni
Pertica
rVlrarrn
ri, e
p.
li
i'u
il
contrario di Clemente,
poto
ni]
leggono
il
tu
dav
Hi
.ill.-in.va
ili-
hi vanii
iinllii;
nono
lindi
IH
alla pag.
Salirli.
liist-
pensiero
.SVjy.yii.
din-;
ilelle
imi
ili
pi
iiiitjIi'i
Principi
popoli
.il-
|i.t-.._'I11i.
i;i
rVhvrrn
Ben
raellri-
lii
nitrii
mi!,
l.ell.i
la
sue
Nelle
Ini
-inr
|>.
I!
7)
tnriiia.
niubiwcieri.'
hi
fu
iti
iiiisrjii!;i]jliili
Ciillli"
li
Rosselli.
(V.fifi. ,ri(
non distinguevano
viilguriitiiiili
dell'edii.
aniiiiiravaini
rose.
hnkivaim l'Lugopjuu,
beneficio a nessuno
355.
riportali
ni
(iil'll:i
-pnrlnvn nnlilo
e
Rimili inni
lieti-
Donato
(l'Innocenzo
indiretta
il
liella
ili'
ora-
itimi
l'uomo
iiii.mi
ili
ila!
.imi,.
rima conoacrat.
un papa
In
vita,.'
Benve-
inerte e pigro,
tristo,
meglio
e probabil
Donato
di
Ganimede troiano
spiegano
come
il
fu rapito
d'accordo,
Lucano
il
(commenta l'Anonimo)
mato
cosi
da
quel
della
negli
pastore
Cosi
Argomenti.
Amichile rappre-
Farsaglia,
il
'
quando
stesso,
poeta
ma
poverissimo,
"Divortiiim,,,
quale fa
il
della
poeta,
stesso
nome
clade
dell'animo,
del
dall'aquila di Giove.
poeta
il
nel
il
ri-
Petrarca, tolto
scrive
ili
concetto
cute
chialibero
menzione
L'Egloga
ossia separazione,
allude
intialla
Molte ragioni
in
Italia.
la
maggiore accennata
parteggiare
dichiarato
del
"l'ottimo
tra'
muovevano
lo
por
Cola
lettere
era
pessimi^'
"fcme
"Taci,
meno non
che
se
al
Avignone
e
il
Petrarca.
che
c:ir<]itm!e
anche vero
facciaincene autori,.'
Unii
Titut
sulla corte di
deva:
di
de' Colonnesi.
delle
Egloga:
noli"
Petrarca
nemico
una
In
il
fili
quanto
ili
la
Petrarca
rispondici,
Questo racconto
alci
Evnngelicum: Simun
Digiiizefl
bf
25S
rivela
fossi
qan\ natura
di
nale
ile'
goi itiuliue
ili veri
il
cardi-
stanza
ricordare
le
inter-
ne' primi
versi
Petrarca,, anelili
il
pretazioni
tra
>
liei
accordatagli
cardinali'
tanti
ni
anni,
<li
trito
in
casa
darno, poich,
Ma
tua,
une
bene, educai
sai
'Se
desiderava ritornare in
canonicato di
nel
tuo
il
la
pane
venivan
Collins,
ni
unii
fnli'
fatte
o.
vlii[in'
siilnniigei-ciii.
grandi
da
ego nnn
liil.-i
Hit-
mici
papa
Cle-
sollecitazioni gli
ri
che
l-lgli
conferitogli
le
amico
un
fidi-a In.i,
mina, ijnac
lil.crinrv
da
crjoi'aihi
ilclicinl
per
in-
tua famiglia..
Italia,
l'arma,
1346,
mi-
fui
del
mente
di
ijui'-t'Egli^a
lidci
dcfrcln,
iiiteipivtKte,
m-il ctiM'ni-iirii
Ira] ili
me
versus Tan-
idee
(iii<[iiii;
3M
scrivi-
clic
"questi
uomo
ii
irli'
Petrarca
tempo
hucj.
:<
ma
nomo
Ma quantunque
lata
culli' v
desideroso
da
'
Od.
11
141
* GilijIH
-iiii-il
I..1I
il.,
i-I-
lilini
"iinrln.
nn-liii
II,
<|inid
r],.
niiT.lii
|nHl[li-,lf]|.
<_'.
segu
l'
certamente
eoli'
quando per
Petrarca inlese
il
concordano
Imolese
.vgada
IX
a.
que-
Imolese,
gnislaincule
rivedere
XXVI.
del Pluteo
oro Lm-winani.
g$ SWwriani,
14i'
.inloivvoli. sia
che.
pili
md. XV1I1.
u^riii'Jilliiiih
-.H:il
rli.uiinn
lli.lliil-.l'lil
di Firenze, che
poela.,'
il
di
Correggio.
coditi' L-.nren-.uuin
' Cla-s.
till^.-llll"
-.li
D questo
comune
lezione dell'
codici
russctliana
commeiil ben
amico
Azzone
la
lezione di
edizione
dell'
-piell
tanti
(la
migliore della
e
Acciaili
erari!
Peli-arca.
assai,, e
liberale
"qualche gi'iierusn
Menili
il
st'ultimo
rominciilanilo dire
;i
Massimo
berilli kilt-
li
'
un codice
iti
am messe-
capitolo ultimo de
strozzarli
codici
legge pure
llinlt-ss.-
filivi-
aijriynirmr.
due
Il
esso,
agrigentino,
iu
il
si
Venezia/
tillias
che
civile
e Cillas
Gilliaa,
solo
ili
Tedaldo
variamente.
assai
scrivono
della Marciana di
ultimi!
(Pillili,
i,
tuli
linieri
I.-.ni
di-
i-In
di-
pru
uni
liti.
.l'lillll.1
fi >j .1 li L.
i;i3i>.
. [
filili.
l.lll|l.il|.
Jl.ilviifjii
ili'
i[^li-.]|lil]i,
lilni alitili.
rt-.-i].itut-
iijii 11
i.li
ii.iiiiini.-
li,-
i|iii
lUlli.l
Alino
llnn-iitic
UHI.
idilc
llllth,-
diiil
4111.1I
<|ijml
tillliiilll.l
Y.llilij
i-t
forti-
II......I,-
rivolga
chi
Gallina,
Parma
pensiero
il
e Verona,
ben pi ancora
Gallia cisalpina,
alla
ma
citt
adatta
gli s
nome
il
di
poich,
Gillia,
ci
d'uopo d'aita
conviene
pagno
"
Azzons
nel
1341
con
tu.
j
|
bene
duce,
con
si
gli
molto
gli
reco
>,
patl'oluv
dire che
il
per
essere
'aveva pere-
quest'Egloga
com'
aspra,
duti
che
al la
(.'hi
usa
s ombrava
Rossetti
al
di fatto , tutti
si
jioiiiln:
laureato,
liimnii'.
gli fu
Aj.71.11n:
da Marsiglia,' quando
salpato
Roma
di
V,
at
era
egli
si
Petrarca
stesso
lo
codici
da me portano quella
avrebbe
lezione,
desiderato di attenua:re:
Te
divo:
ladicbit
Inali!
Amiclada
nlii
ilio.-
Donalo: "udimnus
.
I'li:[.
jani
XIX
e pi in
iliii'iTji
(iillk'.-
Ii:jn-
nella
diclo ad
for.
III;
gillins
(Ii[v.\i(
IJli'.H
iiiia.i'll
coriglo
un
Ili'.'
ufo
ail
nir'iMim*
v.^l
som
invitnvlt
curri-ij
ile
ad
r,|>lnlii
a'uiao vlalica--.
<.'"-
a^-i'alill'iima A:v<
:L(!r:l.(i:r;ir
Ninnimi
Afilli
P"=-
Boecaccio
Amie, Min
1
f^ifiil-'in
MaCH-inua:
lil':-:.ilLr;iia-.l^
do
nctio
Biografia
del
bcli'lam Rumarli
Pilmrcu
citali:
euro
ivail
Alone
iliacri'.
258
lamento
terra,
alla
l'amante
fica
Dio.
di
Mie
Argnmcnli.
Cosi
sente attac-
si
consola signi-
lo
Petrarca
il
cimisi; ddl'Ailiaiuani
stesso
negli
cercherei iUto
si
venne
Ili::i^
uno glossa
fatto di trovare
tiii^m.i
A.-(H'1':17.
^lui.-.J.
IioITIioiilK
UH MI
descrive
lu
versi:
a'
lini::i.i
<.-
IllL::!^!;
IV.
:.
lictls.
"che
Petrarca
il
il
L.-r^.'-ini
Gange
l'Indo
leggono
montagne
monti e
dell'Asia,
cln-
caso,,
liaii:m
il
molti
scritti
nu'iiti'cgli
l'
greci,
tra'
figuratamente
quella nobile
canni
^Ilkmt
donna
in
era
poetica,
clic
die
Incidentemente
latini
barbari,
ragioni della
lingua
egli
am
materna.
te'
il
il,-'
I,
n.
282.
poeta
si
men/.one
la
pu dire
si
morte di
Laura,
di
E madonna
come apparir
assente,
mori
'
il
alle
cime
all''
che
mente
tigri al piede,
'L'Egloga X, che
di
le
Pur.- tutu
pncisdo
co' ghiacci,
tigri
tigres,
louststeiv delle
il
primo
-259
chiamalo
cosi
jjorit
come
ria silva,
ed era mi alemanno
culeln-u Soi-ratc,
'Ini
di nomi: Lovisio,
issimo
musica, consocio e
nella
Silvano
poeta stesso,
il
Cosi
detto
Pe-
il
Lovisio
Il
di
cui
.Iella
Belgica
Ottilia
ben
per
pu
dui!
e sotto
Egloga, purch da
zioni: ilei
di
'jilvit,!
ricco,
si
come
diritto, pro-
della
infogno
Il
:..>t'bcut<!iT.
XP
la
il
il
gloriarsi d'
ci
in
Brabantc
il
Petrarca denomina
il
(come scrive
patria,'
non pu essere
l'Olanda,
tra
sinistra
clic
parola,
fa
si
altri
I,
lui
Veruna
in
p.
251
che diuiurava
il
Nota
nella
in
annunzio
triste
alla
Prefa-
Fracassetti.
Voi.
Angelo Fezzana,
Vita
ile]
1,
p.
251
/.
Il
padre Paciaudi
sulla
Arie
'
.l.'i i.*..',i',.
ne
min die
di
Lodovico.
lV,r
le
1 Lelt.
<;/,<.<;,.
A<.'Yf-
[umile
di-I
IV lini.;-.
2, lib.
IX
/ohi.
.[' ;i:|
t.Jijur
ii .[-li.ni
Si
i|.|
tluM.i"
n^nl
i.'i.i
>ull:i [i:iiri:i
morie
ili-Ila
(li
del Virgilio
molti
come
Laura,
Ambrosiano.
legf
si
Ben
fa
ma
dulia nota,
autenticit
l'
I.'nntic
scrittoi
din
i-asmi
(|iii'lhi
di
i.-u^Ii
,-lt
morte
"...
IJfe
Voi. Ili,
nirmiT aurini
ami Characler
ledo;
c.
suni dnlmi
un
certilirMio
dcll'nlr.
l,lN(,:mri,.
dell Marrsiuia
o dal
il
1'.
modo
nnn
Iji
dichiara
l;dsa,
1
rabifit'arii,.,..
possa
Liuluviti
criticai
nui.
ni,-
E**ay on
langaa Tmmnt*,
Tu
nlle
sue
.liei ria
L Marsali
ruvrinu
Iil-iii-
alterata,
"lellu
ImUiL
variarli!
rie!
l'upper,,
bi,1,
il
ia JJrwe de Pttrarquc,
ma
leimri
ranil.ianii-iilii -iilii
aiini ili-re
Mmnucliclli ed un aliro
Hl-ho. el.e
Bsldolli.
<[ir;il.:
lir.ru-
(A MtloriaA and
0/ Pttrareb,
BrOCD-Whj-Il HMoitt
il
do Sadu
al
pir
iiil'.lix
Wondhousclcc
5 II
ti!
vi prest
quelli:
il
1H1S,
il
e la riforma a
lait
iim>~[ rari-
"Dans lontra
avant su
ijual
ii.loni
Irs
copics
Donato
dicendo
di lui
alla
Socrate,.
due
non
commentatori
[noi'
furor
felici
in
montatori moderni.
Clic
su
Petrarca,
il
e.
dura prova
L'Anonimo
noseiUle
nel testo
Donato. Tra
un
[miniiiii-i-:-,
/..:/.". iti
lil
Lelio* quifniliclii'i/ii
(i!x;.;i
(ijjli.l
m-s
i:I
s'
ri
.In
l't.'livii;
l'siimqn.'
Saii!
mi
udr.si.i-
ili
Ni.-.in
uni,
lnilT|Ui'
ceri vii lu
i-gli
llrgu
codice
Mi'.l
,111
,li:
jultiiiia
n'.-llt
Prtrwcn
il
|M1
lui-rai'llio
alxinrik'
de' copisti,
irrico-
qui'
.di
lij[ljr[riu[il>
mi/.
|iiri'
Imi!
ti,-
;
,
ijlli
.V
N LVIj
Muli-
essi
.-I
[^iuk .1
volt
Inni :UI)||>
'
|ilusi.:iirt
s.i:|ip'isiiiiii?
osi
C:
[ipjn:],!
(p. ]B(i).
n visse
tette
co in ni untare
il
daini
mori de Laure,
l'Ile
.-l-lll.'
il.ri'Ur
pilla
uni depuia
.'Yi--li
le lettere
l"i
lui
"L'ip Hir,lMO:
iicrils,
i-sl-il
sempre pi
abbiamo a
Laiirenmim
che ne
il
a segmrk, nel
solito
Benvenuto
suiii'ivttksinio
e corrottissimo pure
stampa,
e' csl
di
Donato,
esatto pi copioso di
di
tempi, gentili
S l. a ,tor, mtapac.
*u,
dotto cammino.
un
llilll.
ciiliitis:
l'upininn
rrilvxinn qui-
lil
*i
che
:i!
N. XVIII
ses
legitttrouiaDti
dclrscletir!,.,
2a'J)
accoidMe da Clemente VI
al
il
figlio
ile
dui
quest'Egloga
riesco,
come osservava
il
nella
clic
un
loro
'
In
tipografi,
Copisti e
mimi
fantasia;
poeta,
i;
convertono
editori
pi mal trattato
di
non
delle
"fasti-
oiiiTiiet.tono.
esistei (ero
Filopemenc
clic
quello
nome di Siiio
Licinio. Ma da' copisti,
ignorando affatto
in
traduttore di
impresa
glossatori
e poeti clic
intendono
ad Escliilo.
.i]i!..:i'ticnc
prticuttis
Italico,
ingloriosa*.
storpiano, urtami
mi putta
il
di Sofrone,
il
l'n
celebre limnografo
si-
tradizione
conservataci da
Diogene Laerzio 1 e da
si
trovasse
Sufi-uni*.
delle
sotto
"Memorabili,
il
capo
trailiiione
IJuvsta
e
alla
morte di Platone
un volume
de'
-Mimi,
X:
2G3
Ma
1
ogni
attimo
le
qua)
110
tatto
avevano servito
paro
rJovi'va
.-In-
di
iionario,
intc-prelc
modello
elle
al
molte cose
ijuellc
tritino
"miim>n,
Donato
Snphinn
vini
ix>b
il
end. Lanr.
l'Anonimo
i:i.]t:;i
.l-
[lllllJllif.
[u;ii (|ii.-
viihiy
l'u
iinrii'i'sjli
"ale dir
qui
-.i.Lmii.:
-.T|.-.
i.
ad mortem.
sioni::
(tic)
l'bt.ini.-
IruiUiM'jri
:i
ameno
stessi*
11
ilei
il
colli'
parol,'),
pluteo
Petrarca
90
iiif.
Benvenuto:
t
:
ili]
>Sui'ro:n;
"stanco e or-
letto
quando
scrivono di
ftdt
v:
-.In;:]]'
l'hlliuii:
<:fini.irini
Iri'llili]
l'.^.ii..
ili-'
ri[H:!.Ti- In !.iv..l,-ttn
(.ifiltlii-li
il:
poi,
'Et
elle
filosofo cosi
padre Apollo e a
filosofo
clic
Naturalmente
velo,.'
un com-
d'
grande Pla-
al
quel
di
per
Meno
ignorando
Poiclir
l'Anonimo
sotto
sono tra-
co' dialoghi
aver avuto
lionveniito
le
a'im-
fanno subire
metterli
irlf/iir
mitrici
gli
"Mimi,,
noi
Sofrot!
di
foni montatori,
io l'i'u-'i
in
un commentatore.
'Mimi,
tone,
un
1 1
il
mentato,
di
nome
volta nel
copisti, uditori,
smini
[/lii
stesso in Eufrone,
!.
TriiiuLi
:'nl:r:i
:i
!.
[i[.r.i;iin.
.1.1
iiil.li.-
/L ri
l\lr;ir,';i
.si
l'hil.ipfjphus l'Idei in
lusserete krallklieil
61
un
fonde
Atncino
non
li
o Benvenuto.
accennare
infatti
dell'esule
lassi'
turare
che
questo
verso
tragedie
ili
r,.
storica,
in
Credeva
delti versi
Lesbo.
sfiliti
-"
l.-l
..-
TmN/ ni
/',([.,
antichi
come voleva
da
Tucidide
.Vi.'.'i:
Jlj'k.,'i'w;J
nb
con
par-
dicliiiirat'en!
Petrarca,
il
parola
fa
....
i-isilein
diidil.
l'jr^Njf-,
fin
i ilimmi^m.
TbUfyJiik-s fiTiplur
tanili-m
Tnifinrdiac operaia
si
liismriiiMiiii
putii
pulsila,
Ed. Bai.
conget-
Pure ardirei
eoinmcniatiiri
proprio
fuil,
ite'
invece,
que'
libro
seguenti
versi
Donato, l'Anonimo
Commentatore moderno
ritornare
di
cac-
a conforto del-
"forse
stauSifoiio
Il
maggiore verit
licenza
tsi
slessa
nella
Petrarca,
X:
Tucidide
di
Varronc
del
il
intendono
ilv.iUr-inio
tallo
dell'Egloga
credeva
Ateniesi,
dagli
pi giusta, e con-
Terenzio Varroue),
danno sempre
secondi)
dato a
s'era
estglio,
la
(com'
altro,
l'
storico
collo
ijnalv
il
bando
cialo in
l'
che non 6
con
autore
poeta,
ne avvedono mai
se
Tucidide,
questo
in
(;.
-irrr/.f
Tirtn'
L'r/iiT-
'iij -;,'.(!
1578.
B.isiltu
pi.pul.i
l'urli-
p. 4(17.
che
anche nel
Allt-'iiicnsi
mi
iMlij
pmi-
m.I.iiiiiin.
il
cuni
infatti
codici
scorretti,
quali
poeta da
nostro
di maniera
rotto
diventa trogedo.
esser dubbili
Ma
ilunu di
Memorati' scrittore
Magnili'
in
di
Kpicanim
pub
vogliono
luogo di
in
Nu
corstoria
vi
agricoltura,
Massimo,
ili
l'iiiteii
lungo
a Tucidide
se riguardo
meglio englicsse
elii
al-
ancora
portano
ut)
del Petrarca
foia
che
ri-
la
pi notevole,
^i-.i-lami.'utc
sai'i'lilic
deli'
Egloghe,
Delle
tolto
l'
Kgloga
ove
Da
die Dio.
Cosi
il
questa
ci
Petrarca
Galateo
cap.
XXX, E
.ululi coTipullati
mi*
dall'
fusi
il
ini-,
scnulta
tu
"Galateo,
da
"dea candida,,.
e Fulgida.
Ipjuji
dell' ni
luogo dovi-
che vale
negli
ii]'[hi
Eiimik.i llailinro.
potere iinerprelar
si
intendersi
controversa
pi
la
intitolata:
latte,
galathea,
stesso
debba
in leu zi ni; e
virr;i
la
Allusioni,
p-.jtrarcheser,.
undecima
perch
iiidn
st-ci
moderni quelle
facilita de'
eli.
Nel;'
Egloga
Kinbc rappresi-ut a
il.
imi
f.i.li.
iti'.-iiui.i
C. Filai Secanti
p.
Vaia-
XXIII.
Oiginzcd Dy
266
il
poeta
Fusa,
per
addolorato
die
nel
he
dispetti,,
v'ha di pi
consola S ii
morte
la
l'origine
significa i'ira.
i ]
pi
pri-
morti
donna viva
sua
la
s'
la
fiele,
concupiscenza
supplir
l'osca
di
dove lirama
latei
la via
in
Legati
ni
eolio
Fosca
da nodose
stati
all'
egloga
Vedi
cndJos dell'
*
Uova
gli
non
letigir
ipsius
Arganetti in
rinno
le
che
mone
buoi
timi,
line
Volume;
del
me
Introduci!
tres
el
"PwlijMm
parafrasarli.
tinnite amasia
eoaiplorulnm
nane
mulip
A nulli aie
Qui'I-iF.^Ililm
nelle
com-
Di color cenericcio
minimo
la
Edieola, in
fneil
dal
Hiobe
sepolcro di Ga-
il
pianln,
Prendi
indicare
volerli.'
sciogliersi
il
per-
ili
ne lamenta;
sua Binata
della
ai; d a.
Dio
,-.
la
li
L'ira
trae
la
l'ihrlla
chiaro, di
afflitti
ose celesti.
I"
dolor..'
si
^:] jrM'/;hH
P*w Muri
ed.
lini
( '-.iuIi-
l. Ili
II
Ij [1
>
Rossetti.
OigilizM by
287
Benvenuto e Donato
sottostanno
al
collo
si
dell'olii
frinir
d iotiza
minori, tlie
frati
portano
frati
intendono
Albanzani
degli
s'
la
cin-
intendano
vestiti
di
gri-
gio
neri
appariva,
confrontata
non
glinoli
il
di
nome
al
"domini
tato quasi
K;Jo;rbe
dava
si
delle
dell'
lia
S.
che
allegorie
colle
punto
antecedenti
mentare
gli
e la
l'ani,
un ordine
di
inquisitori
sono
nota etiruolnfria
religioso interpre-
canea,,.
che
ricorda
d'Avignone. E
chi'
si
quella
in
apparteneva
polcro di
lei
diceva
del
d'una donna
intorno
a'
al
II
ruminili
del
Petrarca,
wunbra
clic
una medaglia
minori
tmba
la
ili
-la ce.
Ma
di
[jiii-slii
Ciiztitiit-ri'
tra
nriiprln
U:
tiri-
morte e
colf effgie
interpretata:
commenti
la storia della
la
togliersi
capo ha un'iscrizione,
nota ambrosiana,
>-iiiziiitii
frali
cbie.--a
a'
stesso Petrarca
Madonna Laura.
si
quali.' lo
Ma-
all' [Cirjnpi.
fi
!iw
|>rriiiMM> a umile
umili' di
Giovanni de
968
tutto fu
m unenti
ci
nota
e (iella
tomba. Che
la si
minori
irati
di;'
ma
l-
1 b
liuti
l-
u H'
li/i^EuiifiL-i-
bero piuttosto a
<:u la iassiu,
gran
in
furono
dubbi
pari'.-
pero
'
di
aeuiissima
cosi
u.
ora
role
volgare
tutti,
"e
suprii
^illii.
senza
parte
Sfuggiti*
cai
1!
gatme,
c[r]i
jcn'"'i
li.'ll
Nelle
al
si
la
Alwe
de
vogliono
si
Sulle,
cin
in
trovato
monumenti
rAenilMt
parte
principali
Iiov;i;l
l
interpre-
leggere
l'argomento pi forte
i-lie
la
un
originale, or
dell'
latino;
Liinl:ii_>li:i
sonetto
ora
tener conto
pur
ohe
in
dai
grande invcro-
In
del
copia,
ma
tallita,
taulaui
scoperta
pretesa
della
dire
in
e
si,
medaglia,
della
in
il
Non
de Sade.
dal
il
dimostrare
ora
no,
arbitraria
^'i
sonetto
de' tempi,
leggibile;,
pi
varreb-
abate di combattere
dotto
racconto
il
Ancbe senza
sepolcro,
conda
co |: erta,
dutiiiava
confutati
al
l'arile
critica
Bnigtaza.
alla
Lord Woodiioiisrlcc,
tazione,
si
vittori osarne 11 te
slato
saivlil.'i'
i
nella chiesa
assai probabili',
i-
alia
: .--;e
dlnlnij.-L'vi'la aliiltir.
Bimani
che
K
sia la indicata,
l'
lardi,
:i
:i
'I"
liei
si [>.iSi
liilIii,
Avi-
lo in
dis.li airi;,
lii.rrljit ni T.
na.
17,
:a Uy
ip"
oltre
An
of Ptlrarch. Ed. 2. p.
iLitHk-
i:i
il:i
i'i,i[|,Tinn
iti
i.LMV
'
.-li. li
e'
non
K^ai/
scettici amo,
lo
ldiiii
IMI)
f^.ni
ijiiNi.iirc
i-i-.iL-.-in
i].-lb
-.
oi^rj.'
lumi,;*
.1!
[iiim
ili
Non
[In- sin
Linirii,
:>.'rii
U'r...l!i.i<i^ri!'.'
:i;1I.TK.;l
p.
s]jiiif,Tiiilij
mente
che
o ai'j.
tl-^
[..nirlr:.
jiin-.'i,
poso
"ic
h-
il
d'I
I' !;
i':::l
r: r-.[: li- r]
il
<
lt
: V
lir.iijn
sarete,
Puh
liii.
S'iiiiiU.n
r:i.:i1n-
HisylIuI.'
imji
i-ri-
ili
Mim.
Irpidim,
Izedby
270
l'inverosimiglianza
dell' essersi
toglie
valore
il
ninniti
liantit.
ne
una
falsata
fii
nego
egli
.-ana,
nuto
ilove
lii
timento solistico
Pi ardito
verit
ijnale
il
slrare
frali
minori,
IN" ri
commento
al
l'allegoria
invero
tu
aml.iro-
di
Benve-
cordelieri, e
de' frati
ciliare espressioni
pi
delle
di
tutti,
neg
il
Costaing de
app-inr^
di
ipirst' l'igl;.'
appaileneva
non
ma
gi
egli
Grange
dimti-
per
de ISaux,
de'
el lieta
bene in
si
nella
au-
tomba
1'usigiiaii,
luiiigla
alla
Avignone
in
dell'
scoperta della
la
commenti
I.aui'a
eliti
sepolta
fu
de'
vaisi;
si
non
the
sarelilit-
della
ane.he
anche
ff.de
rlh-
arriva a dirlo
e la
Ma
tmntia.
pjiicgn
apocrifi entrambi,
circostanze
;
il
parie.
scupurra della
ilolla
altro
alle
niipn.iial.ile
'Irli'
sretticismo esageralo
nome
In
stemma
di
degli
timljill'ilf
uhm
lui
i-
i:lii'
;i
3:l
lui
i-
f landra
line.
Nmi
.ih-
ffl
il
i]
sepolcro di Laura.
[|1>:!I<|
ilel.liie,
lt-:l
Jii-i
l'jidiiKT.-
-.|.:.[ni]
jlIllili
tj
ti 11 JlllL'l ili:
costo trovarti
il
finii i:Im
sfili iTi-itri'
|,iekili,li
i'j
ri
Vuldiius.i,
rl>
ti
Ij
r^i.
Merlar
pi Ti
il
il
v.'isi
|nf--ln
hi
l'Ili
li'j.
p":-:li:!i
In-,.
Si.ni rin
l|:]:ii;<[i>
1.
Il
de Baux e dov'egli
ri-tlil'ii'in].-
:.f|Hili:m,
sepolcro di Lsurj,.,
il
KilM
In-*.'
|,i
ti
III'
;i|H-9'1n
].ii'|mliiLu.
..hj.'.Ll
ini
thyut
c.
Pftrarqui 1819.
igitized by
le
qucrcic
l'attorniano:
elio
nome
que' popoli
d'egual
crescono
le
olle
abitano
argomenti
ineritalo
biasimo
il
serio.
piii
ogni
l'Epiro, dove
altra,
accampa
Accecato
ila
il
ma
gli
Costaing
idee precon-
cette,
modifica, sconvolge
soli' iiulurirli
ehe
ili
mai
se
versi
che un codice
il
de' quali
a dirsi
esistettero,
del
ma tu iscritti
alcuni
Costaing.
solo, di cui
il
egli
mai probabile
il
egli S'ilu'
non
.-i
trovano
'
i,
|j:n-
pm-
Ili
I.
e.
ni la
iliv.'i
180.
p,
360.
bMiolbiqi
elle
in
si
nessuno
de' codici
conservano
tilt.
373
murice,
ri
ino.-o
precisamente di
poesie
Roma, Cesare
egli
-copre
dittatore.
delineati
Cesare
diventa un
guerra
gallica
il
suo
un
Madonna
di
l-aill'a.
invece
viaggio
dolce
della
Palestina;
in
cavaliere
nulla,
di
Adriano,
di
casa
"portava
l'Ile
vvt-si)
la
111
inc
voce melodiosa,
gloga
"cornine
storia di
Cumana
egli
del
discopre
1.
d'
Orange,
,g. 76.
cielo la sua
sertis
in
San Velano,
Campidoglio in un corno da
Petrarca
primo principe
'
al
convertendo -viclricia
Sibilla
Alrlana,
versi
giocosi,
la
parenti
(re
di
tre Cesari
a"
Cesare Augusto,
"de Baux,
la
le
che
[l;ni\-Oia:igc.
ile
consentimento
allude
si
tutte
scopo
altro
ree
racconta
"belli,,
i'nniiglir;
X. (love
tulli,
di
Spagna
di
hanno
della
Egloga
dell'
I.a
de Baux,
non
genealogia
la
Ne' versi
a'
Petrarca
del
cantare
Murila.
continua allusione
ia
tutta
la
d' Acpiitaiiia,
vittoria ch'egli
riport a
273
Valchiusa su' barbari, e una pia offerta di aranci die
fece alla presenza della principessa Aldana sua
che
fino a
si
monastero
Ma
madi e,
stbilonhis)
ove mori
Gellone
di
aanta-
se l'ardita
Egloghe del
(sibilus,
prinee-au-cornet,,
"le
ritira nel
Petrarca
cercava
a rincalzo
fatti
delle
del
rimutava a
le
piti gli
assegnando loro
capriccio
pareva,
commentatori antichi
nell'
interpretazione
I'
delle
Il
pei- essere
una
commenti
esatti
Non
meno
e tanto
la
diceva
poi meriti
nome
il
di
de Sade;'
il
"misteriosa, come
di fatto,
I.
pnm
quando
tempo, parrebbe
e.
\'-i>.
]'.
si
casi
crncliruU- .lnund.i
'Ci--
dentiera
earnr.liV.-.:
moi&OTi d'Oratici-,
de bod nom,
1
T.
et
lihivki-]i
d.:
.jui
ricer-
cu':!!!!-
-1
i':i
l":ivi
1
i'-iim" !!!,
de sta posiessiniu
in
a-tlc
l'oriiiinv
p.irt.'Eil
Lnnre
di'
Ii'h
J*
ile
dii Ttq LI
Viiiic!ne.
Ili, p. 43ti.
OigitizM Dy
374
che
a'
per
fiume
quel
it.-ilteo
il
caso r
il
intendi
fondatore di Parigi.
II
gli
re Giovanni
di
che
il
Francia radun
alla
quale
punto alludere
raccolta
succitati
il
suo esercito
della
Lui l;^]
ia
potendosi
hit ravvedere
la radice etimologica,
Sequana
dell'
A^iuiiiriisi
chi-
Tiell'
nel
Egloga.
Per
commentatici.
Invettiva
contili
'
al
"secanti,
participio
come scrivono
o,
ili
di
versi
nome
Soi:a:ii;.
mi francese
il
'
Le
Correggali eiiaiidin
Pan
il
Cav.
Voi.
iiiric
Lorenrn Mancini.
r,
p.
vena!
etti,
297.
Piene mari,
li/..
Rol-
in Francia,
rili!
tiTiira
parola
fa
l'ondala
(lolla
Giulio
ila
senza J'ainro
enimmi
d...'
Cetaiv.
eiiriimeiili
Ili
antichi
ri liarinn
.tintili
sie.iei
importanza.
j
Ma
Ne
mfilrissiini.
quali,
la
['ic.'iiilit:
li'
=i
la
passi
Kyltifihc.
m'irli
che
sr.;-.-M)
del Pe-
accennai alcuni,
pori
riprodueetido persino
tempo, sono
il
da'
interpretare
fiiiijitaiiif'iili'
anzi tutto
iiiii
t'ebbero
twW lunghe
difficile sckt^lmwifri.
di
vi-
unii
ili
minore
vodc: c nr.ant'i.
-
sia
nrcessariii
e r,n temporanei,
irrori
il
pensare del
Agli
oucli
ad
Il
il
delitto
un
in
non
in
chierico
ancora
era
altri
Petrarca,
che
che
dimostra,
se
la
non
di
la
mai
creduto
una colpa
contemporanei non
rentemente,
il
beale
idee sentimentali
di chiesa fosse
i
delle
la
ginarie,
uomo
destate
l'amare,
per
sonetti
far
virtuosa
dell'arcidiacono distruggeva le
rmnrmliclii;
il
fosse
del paladino
fichieri!
molti
lo
alcuni
corteggiali;,
quanto
(li
quui;dti
prestigi'!
brava
propria co-
che l'essere
pi per un amante.
pensassero assai
altro,
quella
diffe-
favoletta
elegante
mondana
futi
al
il
eiitan dogli
de' nervi
Irn-im-ut
idrata
ei
iii.Bliv
da increspare
ferri
pMlilgamuiltC
nini muti-i?
Quante volle
stessi ?
capelli, e
<ti
ni
ostentare
la
chioma
liarliatu
levatici
la
mattina ci
di
li'
i^iihihi
(Jual
noi
[u-ltiiKLliirt'?
|im[ll!l^auillH)
I)
nicizii
il
che dar
-usa.
delle
dulie
liltica
['ainmo
mma
arricciata,
da seutt'uninnj
E
minci
poich
irp t
presto
ad avere
S eoo Polentone,
Lik X,
kit.
HI
/uni. V,
assai,
capelli
Inanelli,
p.
II,
17!)
egli
confessa che
P . 463, imd.
Fmc.eeci li.
Digiiized 0/
279
non
trovava
si
vecchio
pi
tosi
di
troppo
qunnd' ora
contento
]';ihHC:pia/in:i(:
di
ur,
nt!!i
Jiitien.-lli
ijiit'sti
giovane Petrarca
del
tenuto
quantunque mo-
di
maggior
sli-asfi)
si
(.i
non
ae altro
,
i
il
vicinato." In
;:itin, iito
fosse,
la
vita
meravi-
la
proverebbe
portavalo
erano
ascritti
laminato con
di
Nicol di
S.
di
di
Marino
arcidiacono.
fatto
perii
qiii.lli)
mini
ed
si
;i
'
gli
fe'men
divagameli non
figlio illegittimo fu
il
li
tutta ragione
nella
Petrnrea
il
la
Sana
dal
di
nel
Pisa,
maggiori benefici
il
dire da
Agostino;
ti.
pai-tiL'o! irmeli te
sono
blandire,
l'
de Badi;
ni
gli
uo-
scendere
lo
ingannare,
Sa.
ripartati.-
diocesi
in
giovano ad aggrandire.
il
que'
Clemente Vi, e
Pi dignit
ebbe un
l' un
dopo l'altro. Nel 1335
Lombez, nel 1342 il priorato
Ed
benefici
canonicato
il
Ma
a gran colpa;
lettere
ottenne onori e
ebbe
studio.
che la vecchiezza
temperamento
l'ardente
solo
di
nome Francesca
figlia di
ma
contrario:
il
non vivere
chiamato
tiglio
S. XVIII di
il
280
promettere,
arti
mentire,
il
l'
infingerai,
il
Tu
guisa d'indegnit.
ogni
soffrire
dissimulare e
il
di queste c simili
non
Ed
il
Un
a tal prezzo,,.
si
dialogo avuto da
doggia accattare
lui
su questo pro-
una
let-
lllil'i
de." iii'otctltiri
rsp:j[idlSS
COI]
'^N'
illl
L.iV.'ft;!
fi t
'l'I
La
-i
1
possa.
a per altra
altri
poter disporre
di
molti, e a
fui
Ed
E
glie lo avesse
che.
che
richiesta
conosca
Ella
via.
'lillOll''
vuole per
impedito
me
ii
Mn
[|ualche cosa.
1:1
me
orni
Ma
il
tare onori
ofl'i'i-tc:
d'esser
Signor uosini,
inutile
ecclesiastiche
il
1 Leti.
15
l'or.
Voi. V, p.
354
uou
ijm-llii
dignit
dedim'i
lui:
tacci:,,
d'alcun*
nemmeno
rijit.>tul:mii;nto.
r-
i a
fatto ccrta-
se si aspetta
tale, e
io
sa benissimo
Santit voBtra
degli umili
,
1
che
gli
accet-
venivano
li,
p.
trad.
DigiiizeO 0/
381
offertogli
strette
da
tre
pontefici,
fi
linimento
celleria pontificia
conveniva
si
un canonicato
non volle
1
;
o prelature.
quanto
volenza
il
di
valevoli
Petrarca, venne
verso
di
can-
rifiutasse per-
spoglia
testimonianze.
opinione
alle
suri-
il
lui,
che
persino
il
gli
tanta
offerse
Si
quale narra di
grandi onori
alla
Modena rinuncio
in
ma
sino la porpora,
babile
mosso
cattiva
in
grazia
bene-
"motu proprio
QueBto rac-
cardinalato,.
(itila
del Petrarca,
sorella
tal
conveniva,
ai
i-Lln
IVtrilli.-lia
i]
ina tu et
tulli
rtigTiiiMautn
arilata
li
da
Alai non ro
.il
la
Brunello,
[ralili
ni. 'Ut
si
nl.'^uat.i
ad
so chi
miiiine-lm
ili
ni!
.[Ui-Uli
Ira
(aniiln
in
lli
il
Papa non
nero grondi!
Corte
mi
non
l'are
si
dispiaci-,
da mi
i-iturn
la
lu
cali
eer-
rare onta un
Inni iliiiniiiidnrn
r.
glvla limi
difl'erontia
per
liiti
Cardinali'
vi alo ti ano
arrossi,
gante
la
ardine de
li>
li.-
se' ni!
Imona et pa-
pei
nudar pi
imesn
Et givardu
tomi' in ostina.
nuli
rispimdiTini
ero eonuenientc
parti
di
i|IU'l];t
I'i-it
mutar
poteri-
l'eia'
liuesli
.n.i-lil.'
lk'f^nt
Mi
prii-ioi-lu!
in
come a
i-;.li
si
piti
i!
sull'Ila
parendu di
l;1
ila
si
fratello
i-nstnuii
Fruiiucstdio
in Ci et ind.)
ma diramimi
ili
l'i'
od
i-t
l'altro,
gratin
pili
ehc se
i-j]ii-rii:itia
l'ctrarcha
tra ri: lui, la
ultic
di-
queste
tali
risposta
nuli
se
dunque
il
in
papa non
In
limita
ucilii
Hliia
ili
Ciciai il
cardinidi.'
Ilice
licite.
i
-:
Lui-
un
il.
ni
Vi ardili,
l'Ut
cosa
iiintii
l'a-a-iu
filili
|iiiilii"'i
ini
'li
raggione unle uh
la
l'Irina
'il-ii
Il
-li
ili
di
lii'ii-tiij
ri:ii[ili'
Ciillilln
ili:
1111i.
.si-
per he
cllil'Hll
1;L
et
dirli
e,
i'lli>
alLltiu-itiliif
ili:
sia
al;-|inua
li.-u
il
ucrao se Rodesse
uod se auucde che
cli'd
IrarduVi
chi
tali. lai
la
ili!
la sorella
ai
IV-
del
sonno meli
i-uesti
sogni..
Ma
se
Petrarca non
il
si
meno
rebbe,
potuto
t'usi
il
per
capitoli
bero
citt,
una
Iutiera
in
tVii-
Padova
data
j ;
sua
l-
Jacopo
aprilo
il
Ji
Fiesole.
lliiiuliiii
'
cfr.
FnmaKO,
Questa
tiejn
Antonio
l'ade-vn
lettera fu
biogvatia
del
'
lali.i.
primo
di
avreb-
nelle
lo
l-.no
faceva
Fiorentini, con
supplicavano
canonicato
che
il
si
rn-nai, o in quella
pulii di cita
l'elrarea
M un 0 gh e Ili. Dd
1818.
pi>:i[rlii.'i
clic
(.Umora
da Carrara
caltcdrale,
ad accordargli
pontefice
canonicali
indurlo
in
un'azione obbrobriosa,
avvilito ad
averne,
jici'
principi e IcplJ
di
poi ai aa-
eli'
da Lodovico
egli
premise
S8*
del
all'edizione
pi
e credo
notevole
inedita,
conserva nel
si
regio
che
la
signora
di Fi-
Romena,
Rinaldo da
maestro
renze dirige a
profes-
un maritaggio
fra
Un-
inguailo a
del pontefice
gheria, che
La quale
minutamente intorniato
debba portarsi
egli
dazione
et
f'.lifieienlia
eilladuie.
:
ili -.Lee
le
grande
ad
liatiitarc
eoi
per
beiieli
desiderio
in
pi
ha
ci
I-i i.iijti'
]:i
papa, vegliami]
liiLiiiilissiiiie
dirne
de]
udii
priin:i]i:tUil
visitatf
clic In
celebre
i'etiacclifi
nastro
indulti
per
ii
et
induce di
ili
"
iman
di
esseri:
dopo raceouiandiUkmi
bum
in cosi
difficile
et
papa
L'on
tenzioni
1J
Uiarllupgie a eui
avTBDin
Siriana
arili
el.lie
Vrtirelarj
GsOAiella
figlio
.Ivi
rulli
cUcAU OvtTTek't
ve
IV
HaMmtg,
Voi.
Il,
.'-
]>ru[,aliiliner]le
(|lll:llr.
elle
Lralnvicn
[Hi'Sli
Carle
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Matita
allude
hi
U-n Alberi.,
iraielln
[uncn;
da
li
.-|"ui-iili.
i.
pwte
rjli.ialielta
Vedi
p. Il>5
figlia
majitaenie
l'n^linj]:,.
iiririeratore.
te
l'Ili-
er<i]r]i;<.>a
Lrhtinweky,
Moynerl
Gt-
pug. 204.
Digitizcd by
285
cill I Hi peiet
sui).
rijj.isi.
ptiininiii] inni
pei-ueli
et
cimiiiiii-Hti!
concessione;
[.
riun
corte,
ne
il
il'iu'rjni-
accie, dirili
:;mliii
idetma
miiiiihstriulL'
minili ultra
questo
(li
ciiqni
ili
alliiliciitu.
onci'ili-idi
ominidi ex pes-
v'
s'
fin-lill
lY aliilaie,
viicmili-,
sin preferito
precoda, et
il
della
mundi!
llik-cw
si
Ini-eimc
ili
si clic
tante, et nullo
dolio etile
niolki lulicliii
(lei
in Fin-uni-
lui
inni
xt'i-iiliiinieiile
L'icepln civlesiasticn
il
con
1] (inali!
E-,
alarP,
la
pi" larga
ch'esser pu.
Ammirato
Scipione
rentini
presso
il
ia
pontefice
al
Perii
'e t-iin
spiegazione
rentini, in
che
quelli
sero
tieni
il
desiderava
offrirci
non "eccle-
a dire appunto
di
al
'
al Caso,
anelli'
era
erano
rimediare
lasciata
ire
in
un atto poco
verso
come avevano
confiscati
il
Petrarca,
s'accingeva
sperato,
gli
ritol-
al
pubbliche spese e
fessore della
potrebbe
Peti-arca vivere se
gran parte
1350,
gi
un uomo com'era
citalo
venire a Firenze,
perati
si
nel
voleva lor-e
generoso, a cui
quando
di
benefcio per
i.ocnuierito
la
facevano
piii
riserva pontifcia.
pontefice:
ut]
il
non volere
siasticamente ,
Fiorimprovera
andavano elemosinami"
giovane
il
perche
grettezza,
di
restituiti
al Petrarca,
che
rancore da quel
'
Nelle
Giunta
al
libro
XII,
2H
1
Petrarca,
vita
t:i
opinava
stallili.
accettato
cercare in quella
sempre
'
mai; e non
sarebbe piaciuta
Mie
Meniglieli!.
il
aver egli
gli
la
guisa,
ma
pr-i
ragioni-
a torto
non
dui
inviti
indefinibile
instabilit
sempre desioso
che stava bene dove non
rendenti!
clic
inquieto,
era,
e trovava beato
5
quel suolo da cui vedeasi per lungo tratto diviso,.
gli
il
E'etravia
leva
-udir verini,
Infatti
dall' et
nell'
aveva
|!i'it1ii>
osservare
le
Vigilie,
cos'i
e, ira
co' fiorentini.
io
sin
"Digiunava tutta
fallo
della
pratiche religiose fu
le
giovanile ideTUpolosissimo.
Quaresima e
aveva
al 'liastan/.a
sua; e
dell'anima
ria
continuo
il
la
di-
fino alla
d puch mesi
iippeiiu
filila ep'tlota.
Antonio
Uenoghelli.
5
uno
(hurtatiim
Voi. 4. p.
136
ticelo, ed.
Lu
delle
Optn
Monnin-, V.
Stiler
clr.
I,
e il
tiri
fiumtiai ni
Sat/tp di
l'rlrrtini, nel
Critica di
Ugo Po-
de
SancliB.
J Leti.
Ver.
XV.
Un toxl
ty
Ci
387
Cos Monsignor Reccadelli.
vecchiezza-.
grjfo.
rico,.
contemporaneo,
'pl.'isi
spesso
vestito,
per dire
mozza
,1
divino,
l'ufficio
iiSMeniB
ci
Un
"Tempo
non aver
altra l>io-
conviene a un chie-
si
prima.
'
ell'e^li (lnrll:iv:i
la
"come
al
pose negli
ci fatto assai
priore
ile'
Santi
ili
Cercai
solleciti.
cerco:
ne.
letture
nelle
per
il
diletto: ora
anzi
tempo,
se
(issi
tal
opra
occhio
l'
io
mi
sul
sia
grigio
l'utile
io
cosi fare,
messo troppo
colore
delle
Quanto
dimostra,
"Venne
.
die
che uon
luto
si
geloso
fosse
egli
pi
che
stesso racconta in
ogni
una
di
dire,
questi
un
autori
nrll:i
min
liililiolccn
sacri,
che
episodio
lettera al Boccaccia
nltnuiincntf
egli
un
di costoro
e.
a dire
Vedi
I'
linone
(Verona) rnrata
ii.I
del
celebre
canzoniere del
Leu. 10
lib.
Giullari
del
1799
Jacopo Morelli.
Sicco Polentone
p.
cataettt,
lib.
XXII fnm.
ilei
Tom musini,
Fra-
Allieto!";
ili'li"
A puntolo
tuo,
|ii:n-cisli
l'i]
allora,
pazzi).
Ma
.-ai'ionr.
spiTC
si
della sci-nuda
I-
un
ii:i"l^ii
dal santo
egli
non credo n
altri,
gli
i-lie
cotesti
A veri-or:
tuoi spacciatori
altri
mi
tu,
suo costume
2 del
Oh
'
confesso,
il
le
me questa
vai:eiii alla
iunior.'!
ni
convenisse,
iti
un
lo
osservava
filosofo,,,
Lelt.
e tulli
modo men
si
"Cosa rara
di
Quella
Agostino,
Ne
ili'!!:!
seme
il
ili
pur
mirai: e Paolo, od
contesa con
o filosofo:
antioo a Ini
se tu leggesti
0 a
e rimanti
rise,
di roteato io
1*
dilettili
fedi-;
[iprest,
Fi-Ili ]HT(i('
vomere
seiniiintor di parole,
in
altri filosofi in
l'I
lui,
(In
t'u
ln'itvfj,
poMT
Siria.
sor, e
avcrno
il:;iui1cui-ilh-
n>!r;':ini]"i'
per ai>prappiii
della
lib.
V Sm.
Voi.
gli
1,
p.
il
il
Benin-
Petrarca.
Averroisti
stupir
cassetti
l'
Crispino
la
IWma
del-
XI.
Oigiiized &/
m
rii
punga mente
consideravi Avei-ru
i-li'fL'Ii
cristiana.
Senza diro
universale,
dell'
iiki^uv
il
delle dotti-ine
eternit
ilei
iniiiiilu,
il
le teorie
di
i'he
un
pure nella
noacibili.
che
pi
latinit,
Oltrech
'
Ari^totilo.
ma
s'
a'
bilmente fatto
N
suo e
il
pili alla
delle.
sempre Platone,
modo
tempi
ragione
d:
guitta
a
piti
Cristo
sarchile
si
indubita-
soltanto,
pensare
E come
iiwitt tikisotVj
di
cristiano.,.
questa
ili
Stalli-ira.
ili
eimseiTate
j-.i-cl'fi-L
avvicinava al
vissuto
fosse
|i
travisati-
Petrarca, mettendole
il
aristoteliche
'.li
tj:"j
ma
tutto
il
viver
ohe
all'
[.arie, e
indagine leale
quasi ina'.s(ro
Digiiized 0/
cosi
11
scrin
non
quella
Ma
A veni unta.
pu
piacquero
ai
tirata
ciuf
scuola
zali
(lisj.iinare
polipo
turalisti
'quanti
l'
erano in
fatti gli
De
-ni i/isini
p.
agli
abbia
sul
al
li
nuova
dir
capo
d'Air
piaz-
su'
il
leone,
coda, di quante
I
del
studi
o
medici e
spiro
i
na-
arabici:,,,
'
porgevano
i!
cosi
sempre contro
CB6.tti,
che,
itrai.lo
le
alV
oi'diiiarii'.
ispncialitii
avvolga,.*
si
"menzogne
Petrarca dice
crini
avvoltoio nella
naufrago
il
mut
(empi del
a'
cutitt-addiiv
al
munti non
molto zelo
cori
vcilevauo per
ti
nuova cagione a
ebbe
Petrarca,
in
de' medici
attendevano
quante penne
platonismo
Minzione
insulitii
naturalisti
de'
naturali, e
meglio
Certo
tanto in
dA medico
nco
punto
seguire Aristide, in
tutti
l'i 'trarca.
cose
dal
Certa
in
pili
il
muover
del Valla,
di
liotiitiasui
Vedova
per
forse
paiii-i
del
clic la
dirsi
t-cin bint-ril
teorie.
pigliato
.Santi
sii
attinenze
delle
loro
alle
iivivU'ci'o
Ficino e
in
platonicamente,
credenze
molte
in
maestro,
siri
Italia
Petrarca
del
come pi rispondeva
dire,
che
in
liuritn
sonetti
10
medici.
ulicri:iH
i,
il (Vcnoiin 1808).
Sa.
..(.ir.
Trinili zi un e
del
Frn-
mettevano
segnati
.^oi-Hiii
di-Ile
ma
si,
imofc
Venezia quattro
e in
vollero
(eolie
parve
lui
di genti abitata,
liliali
L'hr
come molta
singolare,
in
fanno da giudici da
veramente
abusando avvi
difendere
se
ignoranza propria ed
cui nulla
la
miei discorsi
amico
suo
tenuto in
e ci
e 11 cu
una
di
lettera
Demi
pa B
quanto
vile
veri,
sapere,
tjiia
ti
io
eli
ili
modesti,
tati- ^
elle
la loro sentenza,
eremitano,
de' Mai-Bili
all'
universit
a'
Parigi,
di
per "santit di
autorit di consigli,,
perch
iillnrum
trinili
la dii-o/ione:
letterati
uomo dabbene,. 3
grandissimo onore
ardente
della
libro
superbii!
letteraria
di
ribadiscano
Lodovico
un
scrisse
sapienti
parole:
nelle
libert
filosofi,
altrui.
costoro,
tengano a
ivi
di sovente
stesso
pei
tanto grande
molti vi sono
clic
troppa
della quale
sover-
ardiri;
Venezia:
ma da
pei-suiu
lui e
Questo a
illetterato,.'
accingesse
ryiioniuriu, Irati.
vita,
scriveva
a confutare
Fmcallrtli,
110.
3 ibkL
p.
;W.
,,.
Vedi
la
110.
47.
alla leti,
ti
ilei lib.
XV
Sen.
292
Aviti-ul-,
lii^tcnitiu'
ci.ii
lacera
fede,.
'
cattolica,
sanfo
il
furare, coti
raccolte
parti;
Cristo
di
uitjj
oltragcattolica
la
consacrato
a'
ma
da' classici
cremiti
monaci
pi
L'Ozio
gran
certosa
dulia
a;s;>
quasi
dirsi
cristiani.
della
cardinali',
poi
fu
e l'apoteosi
chiesa
della
le
potrebbe
talch
da' pi celebri
pratiche
alle
un vescovo che
esempi
infiniti
de' santi,
vita
dottrine
alle
s'appalesa in tutte
dedicata
toglie
ugni
il'
nome
conforme
iitnria.
mkrnak-
q'.iak-, iij^ittto
il
latrati
gia e
storia
la
de' Religiosi,
Montrieu,
di
Rimedi
della
continui
stano
delle
libri
a'
conforti
consigli
della
fede
s'inne-
Ne' quattro
non e
parli
si
tralasciata
insistere
ni,'ini f sto
nel
dottrine,
Questo
antichi.'
continuo
sulla
loro
fede,
mondo,
natura
ancora
apparisce
rivelano
ni-ll'
rk-
questo
sentimento religioso,
'Disprezzi! del
latini,
della
filosofia.
ma! occasione
pi
Kpi-lohrii
>.
sentire
l'intimo
del Petrarca.
Eppure,
tanta
piet
a!
frate
Geronimo
Mali-
pieni
Leti.
6,
* gfr. ed.
del
lib.
XV
Sa.
507. 523
637.
DigiliziM Dy
:l
nifi
Ulbr
l'n.y,':.
n'ari
la
splendida can
alla
pu'
iMipk-
fl 1554,
ji.
J'-aMiarn
aliijaimtl.i
p.
325.,
.-
|-,ri.k
rii
prTirianj.
Un
Ili
l'ila
l'-ry-,r:!i
I_3
S-A'-larii.
IV
i>---rril-
pi beli
la
-1:
:\'r-i'i-
'
|.vr,fllhiili
]all
.-Ilio
291
tutte le lingue d'Europa, a l'inno a Moria Maddalena,
composto nello
spetti
della
;irin[iTjrLLL^
ni:
.1
cmitc
Hcmtira
sii
:u
;':'i:il.i^:i
olla leti.
h.:
lii
quvl
inflitti
in
vii.il.i
Rurt
11
che
di-I
l'etrnrcn
il
ii.a--
f^i
(i-i'r.
Morii Magdaltn
Spirittlj
Onesti
dii)
il
In
multo
"fortunsi:
tali!
coronagnu
.M:iri:L MikIiLiI.jl;!.
10 do! Iib.HI/oii.0
cu
endice della
fu gi di Benedetto Varchi e
iisii
versi
Mummia
di
si
trovano
Veneiia,
Tornatili a pag. 83
in
ascritti
udub.
al
Pctr
nn codiee Vati
Ktdmtm.
Di
.1
r.v
non contiene
[iuit
osmtte
Palatina
contro
Orazioni
iliilli-
trovano
tL'inprstc,
li:
rasche
BeK
et
dini,
ile]
alia
il
nppmilii
illud Pel.
XV
Grillili
di
il.
errivi;
Laar.
Alla
filli!
il il'
"l'iniliulur
il,. IH, li-
dn
niptoni
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(natura,
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ili'
llll^.
i-irrinl
i-
8.
in ila
png. 378,
lagebutor,
l' 1. 1 1
Ambrogio, dr
131--1SG
(f-
.ili
al
film al
IVIi-arrln:
nutriti',,
Sanc
all.'iiln'
[inrp'iiiln
Bnu-
lu lettera
nlln
nomao
f.
in
i.
9 del Bo-
Officile;
il
tral-
1B7': "Incipinnl
g u
[nnhiL
Laurnifio
"Swioitar orarli
l'I
di
amicornm.
['-"lii: 1,
193, rondelle
limi
IL
pulililic
rodici'
pnaeceaurie
fine,
Pebur-
crai
itti aldo,..
ili'
viiliiirirlln
ijiiralii
ili
"In
deklam,
* 11 cndiiv
rnio
raiiimn
i|iu-siii
ila
ad Omero,
C'alai.
lilora
si
della
il
delle
non ha riguardo
cb' egli
JuiiMiiiH'iii
A'1
ijdali?
Pctrcircn
sed none
ijtinli
oiforc
marine,
leggono
si
io
un codice
Petrarca anche in
al
Vienna.
ili
i-
Si-euiitur
1W,
il
OruciniKss
leggi':
riirillli
A Bsta.
la iin.ini'asa
dm- nilraiun
listili
il.-]l<;
Conni
rli"
.15H
jir.-i-i
si
vrdu, lo ecriltore
inni
l'alia
n.'D'in-
'.rimira li-[npi--lalte B
296
confessare
al
dove descrive
tera'
a Napoli nel
(cosi
sorgere,
in
temo
vento
Sarmata armata
il
agli
crudelmente
n.-pili
terra mi spingere
ili
min
la
adunque
(in
ili
il
lm gl'Indi. Mi,
il
in
pericolo.
peimettere
tiene a
ma
;i
li li
di
ili.
ve
ini
poi pa-
se In volessi
riuioi-
spazio
lo
.... Fu
sia
finirla
di
ugni luogo,
clic
li
ri-
pi
il
l'u^i-iuii'.:
frecci c,
rivendicare
eedci e aluieiio al
uguale
Illusoli:
esser in mare
ut e
perii l'arai
vorrei
lihcri
|iineei;iti
che dicono
ri-
l>ell";iril<i
se potesse
in
terini
forai .uucnle
Munii
d' arco
di porre
e
ni',
flutti;
lei ni.
let-
innanzi
comandarmi
Pupa,
pesci
quinci
faccio avvertito
ti
de'
ni
ni'
al
i
te,
Da
1343.
iihliin
de' venti, e
lialin
questo n n
in
tre.iin.'nda
del
min
clic,
uccelli,
la
novembre
Peli-arca al cardinale)
il
la vita
dico,
e solo
appa-
pili
com'essi vogliono: tu
mito in terra,
ili
terni io
Sto per dire die non v' mare fra noi, ov' io qutdvolta non nliliia niiiil]':icii[n. l-];iptirr l'r.i li: pin milite
muoia.
elle
giii-uuiieiite
lici
mnuvor
iiu.-roli'
chi
soooikIii
lui
nel
tanto da
iiiviiiciliilc.
|
wl egri aggio
1
e i
Leti. 2, lib.
5 Voi.
II,
p.
viaggi di
essere cagiono
proget tato
non
mare
precipua
T aceotiipagtia
in
dio
iti
fm.
Oigiiizcd 0/
237
e non potendo colla persona, ei contenta
compagno in ispiriti), descrivendogli in un
da Genova in Alessandria d'E-
Terra Santa;
di
essergli
libriocinolo l'Itinerario
1
gitto.
Non meno
m/toh'mI'i'
del
ioglii
tli'l
tempeste
delle
i'uiuiiin/,
i'ho
il
Ibi. ite.
Agostino
S.
mi
atterriva lo
stesso ne'
i-gli
iit'.o.-ki
Segreto, rivolgendosi
<.. in
mare P
di
dessi
rlia-
culle
rimprovero
Venata a Barilecai:
ninn'ic noi
luiin
!ni;iiv; ;
ninicaionc sopplicinm,
iiii
iimi:
q:n;
raLir]
-n
inchini
io. m;ki'iJ.
Mime
fini
rimi,,
AVt.J
rinri
i-
i.n j
prti.'inTir,]
7.V*..-
ini:,
lin.;i..
1:1: lilli
vxli-irrco,
sii.
quem
Iste
luum
inneru nbomiuor,
me mine mctus
icnidet
forinno.
rjnain
tupllii
lik iktinri.
An unqnmn
rum
remili nf>uiLrum
ci.
L'iniii.'.-siiiLi
(quelli
in.i:
^.'minavi) pneiug
l;ii;.i
intani!
lii.li'sni
jir.n
uduu
sic
y.:,
iunmi
ilelcclur,
smpnr
liijiitis
eoniectara eM.
bone
398
timidit perch lo scrosciare
soVL'rcliia
(li
m'alturnsea:
Colture rispetta,
amare
ori
lauro
il
cui
ti
praccennate contro
tempeste
le
stessa
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orazioni so-
le
terra
rli
la
Cesare
Non
del fulmine
io,
mi ultima cagione
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ralit
tlie
ascrivono
le
nmt
Ben pi
sua.
procelle,
le
un codice' della
erano
un udita, che
l.<
|if
Lll
H
i
.
-
\,
f.
1 C<id,
il.'"
h]S<? ni.
C.
i."
an
L 1 1-. t
r.m
C| 1J i
HL =
l]i:.illl,i;i-
.T]jt:^
il
in
clic
le
sue
acci.' l'Iato
elio
quotidiane
del
nity
.-;
fosse
Lnnrcniiarm n
il
]Nisirj|.^
HTQlins
fati patta di
4899
di
-OriLlio
(li
-.1.
rnir:ic!il
licitar
ermbrn aver
se
orazioni
le
non n
_'[.
inui.:
lilrjlinuTi^i
"Exiilicir
per,
rrimirirm:
ll.HLJlilim
preghiere
alenne.
di
veramente
poela,
vede dalle
si
sarei ii icro
Palatini!
Come
fortissimo
mente opera
Petrarca, codici
al
1
iil,i.|ui
f'i.miJIUTH'H
Vienatte.
il
Il
ilrillf
[TU ]>.-.--[;i(
puk'MilS USI
JIiity
cnllii
Il
._
[liLUb
fncsirole
libro.
in 4." del
swoto XV,
di
ff.
41u.
izM&y Google
299
supplicano
chi:
accostarsi
giorno
ogni
cele! irato
ilio
Dio
all'altari!,
la
Queste
mussa.
la
orazioni
essendo
dette
^-quotidiane,,,
di-
non
supporle
voglia
si
messa
cudiee laiiivnziatxi
professiuDC
di
Wootgm
chiesa,
per preti:
Inaiente
"quotidiana,
Ben potrebbe
asseriva:
"certo
che
quuatunnnc mai
l'arnia,
sacerdote vuol
chierico,
11,
a schermo
ui'iii.iuii
canonico
il
Petrarca
don prendesse
p,
Nel codice
21, ed.
S
canonico di Padova;
Ungi
onorarissime
am U
ma
Monsignore, non
darcelo
di
codice
il
sia
Zeno. Tomo
preci "quotidiane,
are iJ im-< m di
allu
tiiiUaiiiuiite
Ecclesiastico,
sacri. (F. P.
gli uriiini
si
Lodovico Bandini
'
(sndo
come
e del Petrarca,
di
tale
in attribuir queste
delle tempeste,
fu
di
fosse
si
|j;lImM:h> l'unico
al
chiose.,
annotano
di
se
dice
Bibliot.
Apostolo
Parma 1801.
leggono da]
"Elpliciuut -[:l--m
4U' 41G'
f.
ps alimi
palnireliu
dopo
Baimi;
f>'()
Dopo
ilicau
si
te
In [irinta
ad
orazione
iliiwrb'n-dinsii
clic
il:
inclinare
palesi
liumaaa
miseria
300
quusta
l'In-
L-sM.'1't;
alcuna
niliiflo
li-ggi;
et
(or)
line
non
le
"Amo
*:ilirl.i
s;ui|ivjii..|ii
per
111
eul
iliijmis
nriML(|!iiil
hriiniiioiii
111
Ululili'.'
....
Iii.io
....
Ini
culix imi:I
[ii-tn
ll.-.I.Ji.T.'
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jn.thlis
ma
pijBMiiiii
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ln
ritriti
fi
Volume,
>
.'.ir-
Mimi'ro
iln
es deus et pretel-
(WJ
|iL'rraiiini-
6m Uignus quoti
Burlila
in
luctuni
Bull
onnn
i[nmn
cum
1Y.UL-
pntrin lini In
In liumili;i=
A'l..xil"i^
me:.-
LlirjMiri:!
'unni
mi
uinudiicen sud ut In
ilio
pilli. in
ivli.-f I.
11'
Li
sin
iirrii.jmri
ni
domiti..
in
ili
monslrnrc uuuc
ut
HUlTlllJI'.limii;
<iii.-ti
il. 'Il-
ili-Mi
iplin
minii'U
(sic)
ni
liilii. ili
mutui!,,
ili
cnlpu
im-rlli:
ri
UI
mini
oculi
1]|
imi:. 1:11
l.ll
prima,
la
-ni
ri.-iiIi.Tj
min aolum
Corpus ilaque
uuem
pecestor
itirlinr
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....
rettimi
:.-iiril .1:11
lilij
liic
:!"
ino
il.scondoB
('<)
il
mini
Bum
ego
[prie
sci]
im.vsL imhiisli
ili.
spirili!
.njii- jil.iri.mnNi
aliti:,
seculornm
:;ii
domine
ocalai
imi
n:if.-r
lilij
l,rtj:j;r]us
Dotnmriiti
tra'
t:
mi.'1-i'nr r.!itiis..t
[un Mintili
tm'jiH
].n:i:,'-
i:l
continua:
Ponitlll'
j.n-
IHTi-pere
allusioni.'
seguenti in-
lo
erroneamente;
ascritte
miri-]..
."ilio.:
l'orante
n M. Francesco,
sola
state
tutto
niirt.i
Ill4
non ha
viennese
codice
e nel
essa
sieno
al
ijiial
jii'i'ghiera, la
all'ufficio
;;('!iii'Li :ig,i
vece gli
guardi
mi Et
in
'libili
[i.i.---i:il
dllll.Lllvill^
lumi iiucipi
V.
Li. Illl
dniniue
ri
....
llilJr:
cutoruui
virinni'
vt
dui
in te lenirli ti:
uimilrke
dinimi
.i.'uL'Mnutituni
iiiiliKiimn
[ini
murili
tu
Regen
iliitiiin.
ni.-
Cora
.iiniiiimii
ni
muorimi
limili
ri
urani li un
iipiisloliruin
principia
vincula puc-
-olili'
dodosn
semperque
Nini.tis
luis
et
quorum
nmneni or-
duiMbnonini
Et
me
corp.iri.i
DigiiiziM Dy
alla chiusa,
dubitare,
litania
versi,
in
che
sieno
onore di
tutti
Ma
non
se anche
il
al
le
opcr.
non negarlo
che pero
litania,
questa.
abbiano
voluto
riformatore,
sia
ni
quale,
si
comprende quanto a
rappresentare
poi
il
ci
il
facessero-
Petrarca
per
ascrivono,
torto alcuni
quale
torgli
un
per
:>->
sono
Sonetti contro
sufficienti ri
fu ber: esagerato
1
del Petrarca,
verit
il
Vergerlo gianiore,'
che
avrebbe
molti di
que' rimproveri
accuse
che
laddove
egli
le
del
amici
il
pontificato
tacere
fatto
de' suoi
in
lai
curia
alla
il
Lombardo da
il
commisero
lanciava
eh' egli
d'oltr'Alpi. Nell'opinione
era
Koina
Avignone,
ristabilimento
il
Petrarca un
nel
di Riforma, e
contro
contro
scagliava
Flaceio Illyrieo,
il
scorgere
di
teorie
rivolgere
di
probabile
assai
se
diacostarono dalla
l'errore
non
precursori di Lutero.
tra'
il
troppo
Petrarca
Eglo-
le
la
un posto
procacciargli
Petrarca
Serico,
li,'
Una
IRumrt
Ecclr>. (Voi.
F. Petrarchne
lr-i il, ipriti ile
r.mrilifaln,
Col. Tal.
1.
a?).
HjiMIiu Xt'I,
il
X,
ile Dilli:,
Tom.
dir.
p. 846.
ritii-i
Cesi.
Furi!.
piane
ii-i.iinia
ili."l.">.
XIV.
i]t'i:i
I,liiiili:inl(i,
iIiiiii
["Unii nffliirH
ilills-.iiii!!.-
iprilm-
rruseril. Ari-1Lt.irat
I,
1 "Lombjirdii
in ciijns sinu
ilei
vi-ririils
ii..lnil:i..
i'i(iiravil,.
fin
Filiii[n.
amidi,
-[liriluiii,
.jiee.ieiti,
]irn,
ai-ri'iii
ijuiir,
nulli. i:
I.'iiiismihiim]
more fami
i-l
uri'
IVI
cullasse
eiusii
rari--,..
ili
can-
tllliris.
in
DiqilizM by
Dei
degli
Boccaccio
il
proclama
lo
uivinum
-li Niiit
natra
Cosi
Da un
Multa
lettera
lettera dalala
luglio
1388, cubagli
sin.
"An
ili:.,.
rjum,
difficile
l'uri,-
ilei
!jk
-i
f.'ili
Viaeuiii,
"i-
lutili
"
fabella,
ti
Lnzeri ebe
El
padre
MWWininr
peri: ni su-.
qnam
rinvi .lieti
dI'iti,
aliqua
Alq.i-
"(iiiimh-,
in-c
scrijili>r
medi e tu ani
liiue iiiminlin
Cvlt-ixm
l'Ili
ilili-
diversa.'
illn I.iimlianl!
ut illoslrioreni amici
ileeillei'i-
ni Mini/ini, <|i:i,ii!uNi|iu-
,1
exyilisita
siile
Jijudiuarc.
in
Fruaeisci a Serico
.-inlrp-iii
fuit
nlil'iiii,
ilisLT>-i'imU'.Miini ile
in
11
vero apopleiia un
nurmt, et
jjtnli,
di
aperto contraddizione.
del
:e
iste
cui
li:i
e Vestigio 6uspicata.
tra loto in
la
fore,
Inali lisrissimu ai
tura
codice
dulia
Venezia,
di
una
in
nonna
migrasse,,.
Villani,
il
p. 88).
Barliarigo
Deo
spintoni
illuni
ad
sa-
"venerabile
virili,
.l.'llllilti
mor-
rt.rireinpnrarieii e fiiniilinri-
loiiavi-ntnra
onnliimk-
panegirico
da
l'eraga,
"inai'tire,,
ilei
frati'
(.l'iit-min
Petrarca,
iiguntiiiiano
II
parlava
ili
ili
iMk'
lui
[incili
esuqtiit!
coin
il
d'un
OigilizM
bjr
a maestro Rinaldo
|cli(
d'M
in corti! tifi
sacra Teologia
in
di sniosLkr.' li ^insali
primo
il
canonicali.'
vacante in Firenze.
Sarete
et
itllui
n.
lo
Vcschovo
noitc.i
divino
nottti.a
promessa facta
fra
ci
(*:<}
d'Oitarich
tempo
clic
(jiii'Stii
:i]>T.:irisiii!
torse
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predecto;
ci
la
qnile
(ledo re vi lue
per
inditelo
per quello
clic
li
'1
la
dogio
nipote
ci
promessa
(In
si
fece
al
iictesttii
et
Finwr
certo tractato
d'Ungheria e
re
l'aie
dogic
(li
Cile
stato et
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-la
promessa;
et
(liairngnn
ili.
v ole flirti
ci
iaicljlic
aarelilie
contento
elle
306
<l
nllrill
avrio
do]
INLIii
[11- -I
ni^llitione
11"]]
J,;l
(inilind note
tosa, ci
ntt-rv cimi i
filali
.i
1
i
|i:i*sa
^jlLiltl-
sama
mi mitela
i<|
(1
Li ijlialr iiii|ir[rat.!
it
licito
n!i
-uaiiiLili
Sanit Chiosa
tra
i/
il
ne li [Hoc d
iiin.\iir,iiiiiiii:r
i|iiali
elle al tianeto
acciuch'
la
i|iiai)tiiiii|iiii
lo
italo
mondo
furili
Io
it
ivauim
olii
ili
i:iii:i
de la Mancia.
poio hanao uvul.i in
a]
paese jlnlieo ot
devotissimi
Salirla
di
sua Beatitudine.
perii nii
srluiiiiv (Silvie
dir
n(,i
-ari uni
i:
uni ini
parentela
ipiestc rose
dei
[lllTi:i
ciii
vi dica
dirett-gli olir
princ-ipi
iinpiiiali
i-
illi
Pignone over
Vrsoliovn se Hi
si,
(.'bieca et della
JHT
et
porli
srair ultimi
dir
[lille
fum]ii[]jL-uli)i
dotto re
Bono: et
uno
piano assai
'srado idi
avesse
.Urlilo;
Imilaiir.
pnic
peroell
ptitt'i-eMirnti
\i siali
307
dune
sull'in
uni
resse
l'Ini
scL'urnd
;il]r:i
tandoli
s urtili
decta
eleli
un re,ns ilrdii)
il
ditti pericoli
che
unii:!.
m'irretii nienti'
ili
tcdcsclio.
Kt peli) un/1
l'nlL'lia
chi-
(levofiiinr
irridili
elicti,
et
eiii
Oiicsa
S;inct:i
(li
induri',
e'
liiM'uir
rli'iigiii
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pericoli,
decti
Miiit.li.-
il'
di quella
ri
liirei
perch
et
mintili ricordo
ione
di
reali
ftiirsn, iln-
erven una
volont di scintale
pa-
papa, rarcon-
iiicirlio
K;ti:rt:i
'JurKli.
in format
nn-tra
hi
riil
eiir
a uno dei
flimtii di
una autorit
pnrlci. te
maritasse
ni
altri)
(i
ni'
un mstrumi ti li
iancinlln
Francia o
nllili
inim nr parlaste,
fiiluri
'
sincera
Se
ture (ale
al
i'este
ch
un
la
caso die
Vrscliovo paresse
ni
liii.ULiln
u:nl>.i\i..l;i,
Sancto Padre
..-lic
li-
clic unii
Insognasse
et
cosa no., eia per avere effeoto, non fale l'amba siala,
sullicilati'
i'apa
parlalo,
Se
:li
tornare
1*
(i'clu
trovaste
il
presi' ut in
alla
amhniiata, cu
VcschoTO
in
l:i
Ma don
nostra.
:il
lirncditiotir tur-
siili
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Ini
palcxats la
et
toniate;
delle
si'
pulirete
diressi' rlir
cose,
lustra ni ii imi ss io ne
tl.'r.tu
micletivi
et
:i
L'ii
allora
et
ne.
hnomo
sapirc
et
Vanirne
ni' in eiiroiiiinu et
del ninnili)
senile
Et
vostra uiiiha-
la
iledii
quello
dice, et
in
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lo noiosi aonsach
(lalirielli diiDa
eiir
eh' ci
sua
i;iov,
nobile
cavaliere
il
cie se
pregherete
ne
chi-
messer Jacomo de
trdele
stato
aia
onori
''Tri
In'
uno
i
stili
sp!
fi
;ii
Sancta Chiesa
noti
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ilr-vi.no
pia
mai dagli
cssn
u-
in-
in
lieiisrni
(ii
malia
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ila lanl.i
pi
di
(nielli!
(li
nljioti
IHimIo sienn
sieri:",
questo
il
devoto
ri
nliediiaitin
i-i
suoi figliuoli n
..riti
iiijiii
delia
l'ioni'
Pin devetimic
fi
pi
per la nostra.
In
principali!
vogliamo
il
vlstnlp
che
dii rH'
Fianersclin
la
.'
.
i
dopo
ci
1
l>,.i:ai.rl-o
ha indocti et induce
al
con
lama
tmsti'o
ci
mondo
Firenze ne
s'
citt <:
diletta, d'.ihit.irc,
et
accio
elic
ricepto
il
scientifico
altro canonico
per Tari?
secolarmente non ai
et
re
a augni
inacsil-o
(Ini
ad liabitarc in Firenze
Il quale
d' acquistare,
liniailissiiiio
si
studio
facilita
sidtei.Tlia
et
cittadino chi
di liiUicerlo
parti del
in
|-iiceo[i]a:iila"iiir.:
c\|ieoa:ite, ci
si
nullo
stile
che
il
sin
preil'i-itu
preceda, et di
della corte,
si
che
Datum
Indictionc) 1363.
OigitizedO/
SCRITTI INEDITI
FRANCESCO PETRARCA.
't:.J!tttii> ,-,/itf-
reme
lU-rtiitinum
me
Sed
amor.
idei:-
l'avuiv
viri
vis
Hodiemo
mihi
polititi)
dio
noiiiiuis
L-xojitatn
Reliqua
oli
eandem
illis
dedali mtionibus
itiviictito
illaiu
magnifici
more procedenduui
Insuper et
ad presunsi distinctiombus
tliuoliifrii'is
qiH'iu
w
est.
liluriuii.'
virginia
<.'aiis.nn
niinutissiiiiis
uti
ut
soletit,
liiwl-simis ahsolvaiu.
iti
hoc
ac
ma-
olitintriv
/mm
j)i'ii|nisi;ioi]cin
in
divini
rcar salutatici in ii
liV.r.
III.
Initrtittiont! mi..
deserte
Georgieonun
1-L-iK'i'aliili-H
poelUs
resecatis
quibus
in
Parnasi
quaiii
ai'bi-
Avo maria
etc.
georgicomm
indirai
[il
tertio
spositi
scripta
nifi
non
.-iliiurmit
non uiudioa'ein
innrii
en appan-1 quid
l'x
suiit,
faciloni
laborein, sccunda
studiosi- mentii
ini:
ardorem. Pri-
Secundum ex eo quod dulcis raptat amor, ubi attendo ndu in pr amor et. pr dnlcis amor et pr raper
et alterimi
deserta parnasi
cupi:
((11(1:1
dum
magna
pei'ipatl letica
norum
pei-
ardua
habet amare
necesae
amai
consequen-
ad
diligit
delectatione et voluptate
producat effectus,
ut
applicata
ex
ex opinione
potcst
collgi
ttactatur a tullio
idcganter
'iw.
1111. et patct
rem
ascendere
cupit
i]iiis<[u>
tior est.
illa
tuscula-
quod
ponit
niellili
dceet,
positi
mei,
vid'.'lio.-l
Ut
invi'iiririun prillo.
ii-lmii
sum
ij'^o
J-r-i--.-il
Fortuna
!!>
vobis et ut professionem
principali ut
tria
natura
inilli
ti
a.
pro-
Ipsa
lei
iiiexnrabiiij
:)
dura
ralit.-r
onm
agitili-
varia
propositi
dili:::ilt.'is
in
terminimi
n il
et averta
(ici'veiiit'i
siili.'
infusa
uratioiiu
artibus
ceteris
aie
vi.
Non
et
labore
possit
ad
divinila
i|i;;naui et
i:i
anniu:ii
simis
atudiis
arte
in
interna
Ab
aceepiiuuM,
genio et dottrina et
celerarum
aiti'
rerum studia et
poetam natura
constare,
inip'aa
dam
spinta
offlari
ille
bennius
313
suo quodam iure sanctos appellet poctas qnod dcarum
qua
marco
Ollldlti-silUol-Ultl
rotiiaiinnim
Bum
uexiBiase
posuisau
eonsideraus
faciesque
L'aiiiilfiiiq.ie
sententiam
ait
et
quenam
rutilimi confun-
oomi-idoi-aii- Iujmiuik in
vatum
labor.
nono
Videtur
ti
ceteris
Hanc pampe
magne mentis
poetis p:
sacer et magnila*
sufficiente]-
valis i.ropositi
(11-
dottissimo
Batricue
deorum aspicere
Unno eandem'
voba
ne
vii'OI-llllI
Joiii'u
lici-iriis.
ilrjt
exclaniavit
eam
HH'lUiunc
omnium
creditur in libro de
diftcultatem
ease
([Uldoll!
vari-olio
regulariter scriptum
labor
euni
tsmen
a poeto quod
ait
in
labor
iLinii
cilitato
di:
st-o^sU-it
viddicct
bilie
disciplina
quam mini
et dura quantis
lescenti:!
;;ltifsit:u:s
sunt.
ilia
temjius inutiliter et
uutk-iicitor
in
liac
Ego
mea
qnot
et
lieo
fortuna
me
ilo
[ji'iuio.
fuerit
Sten ridimi
somper inexora-
eius
uovc--iint ini
fa-
libris
pertiilerini
insultila
novit
Quantum
si
Virgilio
JHum'c
puer et tollerabile
yovL- buccina
^'.'iiiti-iii.
v-atcni
positum''
sii
nei;
loco sed
et itcnuii t'ucliim
ex-
moneta, lume
t'uit.
nini
pui'tir
quo
quiddam' tempus
quaindo
in
li'jiiorf
deit.de in ytalia et
sul.)
quo
valcs
live,
De
de secundo.
(Jinrius li/friuius- c!
fut
etas
inaxiuiu halicl
piana
iUiguBti
pmertiin
cgivgii
fontiius
!.il-udi s
tertin
vuVmus,
quidam
ialiti!!-.
sul,
fulciur
In gi>a:ia
imperio osaci*
floniunuit.
Virgilio
Il
cod.: uptrhmt.
Il
end.: frrwnt.
11
ci>d.i
Il
ili,
^ij.
|Wirta
in iluirgiiu!
ed
ftnuJdnm.
DigiiizM 0/
819
utile
1.1
pl'ul'atliJUO
.-[
et
qui
I1I.1H-
hji-u
t-iu
[lll'1-tii
dccemliri,
iti
aperto
diti
pIlSSll
ti
llicis in
parva MiUimia
.-I
svilii
<-ariiiiiia
spes
inaer
ymagitii-
veuins
ut
nulla ultcrior
js
ut
animo*
facilini
ci
imitili- Illa
iunoiiis
[iiu'ri
paiions
pelaci
huln'im!
ut
tuiie'
atque
serpa-
suainquo
nuda soneclUB,
et
de
ht'C
ex
tei'tiu
pei-
hoc nmice,
que
(odia tutu;
ti'i-sicH in'i
t Litio.
nulli
j;
olas
defluii
si'd
li;;uius
odit
leo tutit
est
avelli
tas^iJis
Bit
rjuid
Ut
Olili
diynus ederis
didoil
daiv
lini)
ijiiud
tirieus dceliat.
rjuaiti
nunquid morelli
et
nativa
dil't-
fortuna.
Unde
ut novis et inmiets
iiiacccssuin uiiisai-uin
nemus. Video
romani csves
lieo
deserta parnasi
dili-etissiiiii
lio-
su
parnasi deserta pei- ardua
pens
Hine
pivrlisse
spectat, ani
ex
pro-
^u.i.l
deferta
parnasi.
quia
tjau.ii'
.iil-
osten-
iroiisiii'geiitem
raiiicil'Uo
iiiiiicuhatis
vicini'
ilius
(marum prima
i.xoritin-,
eadem urbe roma omnium arce terrahoc ipso capitolio romano ubi
in hac
ut ait
mino
industrie. Priiuuni
alieni.'
quondam
inci-
ut per
pai-titula
~i-ilieH
Ul'i
velud
(riI)Lia
houor reiuublu'c
est
ealcar
e,
ardui
jJt'r
rum
rx
e.Miril tir
me
preseii-S
sceunda prinripalis
rursus
ipinu'
propoMlionis
poM labarcm
H-.-i|iii(ur
amor ut
quantum ad
difl cullate*
positum uienm
dear.
dulcis raptat
djci
omues has
culli
cicero in
insislunis
morem
suiti
noe obmissum
laureali]
non modo
illuni
ad ealineu preclari
taiitiiifjm' vak-s
tot.
tantum
reportage mine
sed obinih-
in lenii issimi
sed
in
miroculum
esse
Si
quidem post
tali
burnire
diu senescente
'
II
eod.
noto
quella mHBiurn
statimi)
temporibus
deetnat uni,
republica
rt.
pampincum'
florut
'l'ani;!'
illnstrem
nullum
imitili
ut
romanorum renovera
in
si
legi-
iam
deus
p.
che
anelli!
il
nome
in altri
ili
Pupilli..
codici.
Stailo
irrotto
di
317
morem
annnerit pulcheiriimim
ubi
lluc
gratta
et a ipiilutsdani
hoc consessi!
viro
claris
ilts
nniversitstii
viris
ho
parisiensi
ad hnne psum
llhia
liendnm umilia
idii illina
pnipter
Et ego
pr ecibns cvocarcr.
de
iferre,
in
ce)
prescntem
amor
patrio
r lec
dir queso
t lisi
ut
a in
fiorili :runt
liic
vixerui it hie
ile
ail.
li'jfiliiiK
Ego
(ibi
islam
tullius
iusiaiii caiisani
sequitur
Movemur
l'iiini
Indi'
quideni psc
opcribus magnificis
ijnM|iTi-
Ivibiiaie
ni
ilio
cxquisitisque
ji
striare
uhi
ilisputaiv
sii.
autem
niendi.
fatoor hcc
Cetcnim queeunquo
' Il coli.:
poafr!.
sit
tam
antquorum artibus
soltu*
lio
mihi
318
et buie urbi et
heo
p".
ile
ut varia
ile
lli
De eeeundo
decore proprie
s.
quo
posBent
ilici
promiss
grati
glorii
snfficist
nulli
t.,
aunt
repi-rti
qui
MM
vere
ex co precipue
quoi
appare*
quia
in
sfripsi'nint,
tuM'iilaiKinnu
cesare
iulio
pauci
i|)nn-ii[ii
rii,
.ut
questionimi
ipsa
hac
in
verba
aula
feciens
Videte
quid ait intcr cete glorie te avidissimum quanv sapiens non negabis. Quid multa veiissimum est quod alio
quodaiu
tis
loco
idem vix
ait
periculisque
gfjtannii
rifal
glorili
gloi'iam
miiiis
habet
rincet
s.
Kl.
lice
amor
nm
patrie
illud
ergo
vi
Exiri-
secunilniii
111.-
lirgilii
adaptavi
ut di-
laiuluiiiquc
t'irai
re rum
ovidij
nv.ril
hoc
vcr.-us
Icrtiuiii
iiuh'Iiki
hoc
est.
in-
calcar
o ermo.
Il
twifanoru.
Cn-i
in
niiirjrin*-
meitedem
villus
pivci-di'iililms
d sccimiio.
8'nggioBgai
ut
inti-Ri'ci-rat.
pari in diiuidiaiu
canins
izio
quasi
linde est
!;iir:;iCii'jii'.'
calcar
laboribus auBcep-
est qui
non
aditis
fiorii lor<.it
amlitur -nulimn
iiii'iisnin
in
ri*^i.
/"itiriitr fruii.
DigiiizM&y
,'igi;iv<i
l'cfiH-miiliiiit
ytaliani
novi eniditos
<li'[]i
studiis
AuilacliT ilfique
bu
et milli
expavi
['L'tL'i'is
nt
triple*
illa
quo
afl'iiisse
datur
sitii'h.ilios
non
non
virus
anious
uitlii
ine in
eis-
ahlii'-
videi'
im-
laborioso
f ani
artiitror .seniruns.
Et
hec
rotlni-ramiur
in
inilii
ninlitalein
quandam
quam ex
aito sui hi
inficior
omnium
lioram
denti
arri-
quam veni
ni
calle
post hac
t'i'iro
injreiii
Irilmit
ffil
inei-oiosos
et
ressautilnis
penculusii
quiilem
miittiis
lerb. Sic
superata est
di'
quiik'iii
i'ai]i-nii[iLi'
l'urtassi*
proposito
ijualffi C{o
deililus
ilio
inquini
deus
per upposilas
ilifficut-
tatcs
sperein
ali'iuid
vcnintaineti
decere
arliitror
proli 's si on is
ut
aliti.'
qunlitalc
viri
poeti-
imino fero
multi
'
wptinto.
Dupli
s ufficici it-
iii'titiuin
Sc'ire
atipie
mmivlin,
L-i^.'vu.i
iii-t
deeet.
preda-
piol'essioucm
crul.i
(fu
quam
ut elegante!-
modi'Ha.
ma
fu
320
modus
poetico limitili
in
spe'ie
aiia
et
i'otis
lirico
L*t
pili. Ill^l
siili
Idilli,
per quaiii
invilantilius
sitfiiiirassu
bis
qui 1 ob hoc
quonisiti
Hec, macrobius.
lovia oxurit.
vestii*
puctas
.111-
.olfcTl
L'ibulof ;un
orain
Longutn
iiraieviiiu
velamine
i-l<--l
o[iilIls
occcani
ah-s.ru
ilo
Et hoc
ile
lthii.pas
circa
rillT,
etliii ipi'iiis
volimi Imuriri
ribus
dixit
.'ililIi-.i-
iinpi-tv
'
quani poetaiti.
verbis
pruiccliini in oi'ct-aiium
sli'liis
Iiccat
.re ali.jij.
ivt'cnil
jjntins
ait
esse vouut
lioninti
>
secundo comentai-b
Sf-l-nlll-PI-
deci
ni- ci. in
auteni qm.nl
menila
rcpubiea
progred nubendi.
rjiiousiji ir
totiira
esse
iiu'piiiiii
idi-st-
Hec
iililiquis Jiiiiirati:
tradueat,
i.'onvyr.-: a
lifinicn'onuu
(lc!ii"ii-
mini:
fisica
teresse
quod
II
* Il
'
end,
morali scu
naturali officium
inter nubilosmti et
serenmu celmu
hoc
in-
interest
rtfiraa.
end.: qui.
Qui unni
In
paroln partrptt.
Digilizefl
by
cimi
eadeiu
utruhiqiie
venta
poetami more
vis
vider
ut
velini
non
sini
teme
biatili',
rili
tam
poctiee
quam
tato
chi-ita*
sit
subitelo
in
qiiu
et
sperato.
et
Id
ludere
alnd
si
quam
forte
pr
in-
quam de
ncque enini
poeta
sic
poeta.
Restai
et
ili
se ipsis, sei'unda
Iiiquiliir 'jvidius
De eodem
in
firn-
thebaiJ
(meni.
Iiis
pi']'
atstiua
aimns
.ia:n-
NLL'laiiairi.lii'-ei)',
in
lais
si-d
magis
ipso
st,
deectet.
equidem premium poeticura imprimis glode hoc sntis est dietim], beni tiominis
est
decus
iitiilol-laliias.
in bis qui
[i^siiui.-
me
de
dixisse satis
in
fine
tlie-hai, et
Dum-
milii bisje-
qui-
sequiuilur
il
aerati
si
more.-
yupiTabilis
in
amius.
De
iitraijiie
simili
legent
lira
me-
loquitur
pliarsalia
aliam
iib
quia
niei
animo habuerunt
hominis
lilterati
que
in
stilo
neasverant. Nan. ut
tusuulanarum p."
ait citer
fieri
lieteiis,
yel
bellicosi
ben
et-
(le
est
quod elogantcr
finte ante
nocte
premunir
sacri), (juinl
enni
in
quia
cum
non
nominis promeriti
contigit
acquimi-
]j]'ovidu(]ti's
quidam ex
itei
Mani regulani
iitugcre
il
oratone
exuquiiu:-
duees
elaros
claudiaiii
musas,
Carmen
illusi rilnis
viris se-
ad posteros. Qnani
prefata
ncc
pr aulo
licinio
aliquid miri
est
poetas
diligunt
Gaudet eniui
amai
vate
traiiMiiictirru |jossl'I
talltus
d il
illacrimabili
careni quia
ratio
in
bellorum
in
scriptor
carminimi Videro
rem M.
Areliia
eia
et
i-lari
Fortes autoin et
lirteratis.
et.Iu-rniratem
alias
abiorunt
i;blivioni:ni
multi
vcris
si
propter
quisipip
caniiim- diluii
cod.: Umberti.
Noi
orni,
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If-cjji.
Arriil
Digitized
bjr
L'i'i'lt,
(.-SI
quantum ad uumdatiatu
i
Li
l'I
H i
virtus
('data
inlierlie
;l-L
:i
r?Tl
El
venisse!
ai'hillis
c[Lxls>f>LJ
qui tntem
adolesccns
qui
^liiriani |ht-
-L'pllle
ad temici lini
liii-tuiiate
prcconcm
virtutia
preteniiissi.s
iiilextiim
dedita
lii'i't
i.inii;-.
dieiTsitalcs
duobiiB vui'sculs
1
tuia.
Inibiti*
Ne autem
[jumiiiioiip-
uiiis et
te
iiiipiitari
pivsctis'
simplid tkixt
epistola qiindaui
iti
qilaui
sicut
mir-
taineii ut lauri
ui
brevi:. t
I-uriti.-
iti
11".
ra r>t
pi'i-l rjri^iidi-
quod
i't
sensns
querillit
Miut.
iurli-
egloga ut vos
ut
carpaui
lauri
quando suaves
uiisei'tis
quod
laurcis
ex minilo in-
.'
lauri
bucholicis
iti
ipfci
odores.
enini
{fu
ti>Uofri. S'uni'
el
achillis
ad
igitur et cesari-
inteiiliim
imprimi* hec
Ai'ii'.".!-
ipiilius
ex frondilms
Kci-tuni
illud
nivl interdilli!
tuaque hedereque
vitta
est
ponlti'iiin
ex edera
terdilli!
premia puetaruni
alia
bus ut poetis
(jiiiis
in venisti
1
i'aiiiaut
teiiua.
Ms
difilli
['sciamati"
Iiik-
cimi
sn.s]jit"i[].-
l'ertili-
tue
i'a.lll.lk
LJ
tiiiiiii'uiu
aluxandri macedonia
est
illa
!!
.ri hl'.Hit.j
Vel'llln
tlIICt
cesares
ex anima
et
et
et
potati
poetu eeleriun
corpore constaiuus
et
sic
324
quo diveres
licet
ineonvenienter
nlijin-
fera
N-li
!!!,
lii-i^nant.
gluriaiii niti.
ini
eodem
itmeribue
unum nbrUque
Kt
dixm
ut
[ic'l'.tva
;irl ...i
accommods
XLini' oda apio ram Unnsa feri
et quieti laborantium
ovali!
Cimi
teiidant utrique
prin
odorem
ehisdem oda
latus
qi
depone
sub
XLVI
lauro
lor
mea, b
qnod
singulsriter
propria et aliorum
poctis
convenit
famam
quorum
a corruptiona
opei
defendi
nude
eint tteti
losqiiu
et
medio
virgilius
enedos
jiciictralilms altis'
coiumeverant insta
illud
II.
io
aeptimo
socra romani
ci
eneidos Eilibus in n
Digiiized 0/
325
nudoque sub
'
otlieris
nn.i'. Iixirur
in-
unii
ri,
tempora lauro
vciiiimt
modo
tnnplormti
poscunt
sai/ras
singula
arr,
ajjl
Pliebique
redimttua
[liei-salice
ad
min
et sacra
Unde
VI".
Dies
lauros.
ut
me
deficiet
omnia
si
gimiliter
et
ciceronianum Utitur
illud
certa
et
capitolili
prosequar
sacros appellar!
(juii
ai.
r-.' fili
vietiti
in
Oninuientum non
ln-.inis-,
re
iuxtaque ve-
fuit
fil'iu
sai.-ei'dos
lucamis
et
phi:liiii
in
trea
quod
priin'i
Noe
somniaro
stretur.
moia dentar
facit.
Item
illud
persi
Hoc
sci-
contenda mon-
respectu qua ut
alio
pi-e.-i'iiiiiliMti
j>>
li
-ti 31-
ipnnl
i.t
ei'i^'i
apollo
al.
poelas
ausilio
ipso
fi tijLTJ
ap
il
videri
lini
quantum
dii in;i-ii
potest
ri>ll.:
dei
sui
arbitrantur
.Seeiinila
"icilbex.
mis
propler
Cti j-
iiuiii'iipaliaiit.
Il
deberi qims
reliqus.
veritas
iiini-inim
l'uit.
insta
et
aoninia vora
liuti
parnaso
in
solitos
sommasse parnaso
in bicipiti
iotelHgentibus
se
dormienti
adliiiiita
l'acit
aiunt
licet in
l'rondljus
et
quem
mi'iiin
coronari euius
delira
ingenti
326
est
l'espectutu
sua
veneri
fabule Incus
quc
videlicet.
ut
farete
eiusdem
illud
quam
eneidos.
plielm
hiliitus,
et
vegetatio
ilnpneni
ratinnc a poclis
et
vita
sulis
amica
desecndit
sit
illa
linzit'.ir i[un:n
quo omuis
tainen
digiihis
limi teiiet
talitalem
bine
amnvcnt phcbus,
eius
inele-
eouseerata
formose mirtus
Callida
phnseos p."
quam
et
pliebo,
u(
l'ui
dapnes cnim
lniceolieis
in
pater
ferebattir
ipae
pheiiri
dilecta
plii'lm
'
illuil
laurea
Quam
septimu
artee
est
[>oetis
bt
nude
rlirifur
alt
Bdribua
siinilitt'r
non
arl.oris
gante]'
titil-
et
tain
hellu
quam
pviiprLi'tatiuu est
magnimi
iutepimns iisquc
'
naturis
Il
in lineili
pi''
ile
fulminatili-
quoque
ut sicut
coi.-,
Qui
Cnsi
umilila-
quia ut intcr
il
il
fiiw:
;'r
imilii-'tuUhiloti
l'/'j.Hr
oli
taptdxM-
4 11 cod.: potitsimus.
Digiiizefl
by
327
causa
ftiit
mami,
ergo
quoti
enm
st
qnam
fnlm vn
giuria'
quo
fronde
more
pietc
line
ita
t-( >t-t
.-ed
de cesaril
cthenios
lauriis
ti lei >ai
idem
loquitiii'
vatuinquc
limi
de
el
statius
dncnmque
cesarea
tjiu.m
ani.
i|>sntii
aut
illa
tenniniv oceur-
i'n
ut
s.
et
acliilleidus
dieta
c.1
cui
l'um lau-
utrisque simili
gemine
Et
siiit.
di-
Cui
triumpho.
erit
Do
.11.
asicrli..:i]il,ti;;
XL.' oda
oratimi
diliyeiitius
cesare
inuiiineraliilil
.-dneidis
Teni]iiis
ccrtatim Inuma,
poetica
niilii
uiiiiictatc
in re
causas
dalmatico pciterit
(iriiuoi'diis ;,i,esis
vcptram video cu
A ud visti*
sbollii
don un.
ai lini.-
(allieta
nit-nt n- |>u.-sct
uiH loquitur
liuiiures
]HiCtis staliufi
mi-
laniain.
ci
coroiiauhir
fiilminis
se ics liabeat
miteni
couiprubiiii
reslibus
Mil'lcii'iitcr
Do
IVoikIi'
ijuuil
ri'i'iiul,
i'l
rebus
diuturiitas
iHintnliiiiii
fulminis
illnm
in
tumporis
opera et rcs
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conteiu]>tricc
(inumili
liil
arbor
ut
violentili*
lice
Multa
floreul
de laurea
quide-iu
^eneriliiia ne diver-
[ii'uvideudum est no
Ibi-silati
iiili'i-ruiii|iaiii
vosi ras.
328
Finciii
ifiilur
iifrilnis
et
et
amici mei
rursui
hue
et
odio et sino
Inurf.-mi
gv-
ihiulius
conliiigurc vi-
pupilli,
videritis
post vos
et
domini
vos
noscentur
quos
poeticam
siijijilicitL'i-
Sicilie
postulo df iiuuiilnis
Mriraiuii
milii
iuta
qui
me
siiif
est
reliquia
sinif
iitruiii
fortuna
viderint
spero certioiviu do
<jiiftni.ni>
faciain
pi-fini orimi
deus
ilerit
ivijisi
line
cuius
vero
eueee tlat
vt'Jtrs
in
lhistris-
illn-
qnidtlH
piv-
alti.-siino
oliservantiam popoli
Digiiized 0/
Struttimi
It.itt
fida
miiccijs
.Jattti.f.
nmgnitkc dnx
Si vnquain alias
nani
et
prescrtim
nulla
iiini
illius
enim
niielii
ccilwnv.'ic
vosque
110-
viri
buina-
linguaio
tuli
siiffin-ru
hodiemo
ititi-
exjji'iiiii-mlis
die
inagis
ma-
do
iturua
terris
celimi
nol>is
diaeipulis
non
niei-elnnjiiiiun distraili
auiiumn imluptati'h
dixerat Venite
prodiga aupra
et
videte
(urrani
archum contcret
conburet
ad
illos
quos
diuicas ivliquil
eL'lceti.1
iiiinanles
terre
non
incan
affeetibus,
aniiuj
gi sqtie doleo,
.it'iihio
t:l
stipe'
/ trckv
fi ./ottn.ttuti
jxtrtr,
i;tn.
iiles
ad plenum
iiottcmltrttc
velluto -tic
1.1.1,1,
tititititt.t'
litstvpum Jkt<irt:inen$'.m t?
igni.
Non
.li-
opera
auleiviis
et
]n:r
domini,
bella
confringet
hee nel
i;iiihns
borimi
pniplictain
quia
usque
arma
aliquod
posuit
ad
fines
et
acuta
reliquit
330
suis
sud
monili
uobis. de
ci
pacein
de
motiicinu
inquit
misi-ricordia confido
di'
uiessein
ul.iercni
quoque non
vobis
i:n]u:,ni
ilil.is
uostros aperiut.
bonini incorimi
quorum
relinquo
incan
[Bidelli
'lo
anitiios
ijiMiil
audienrium
iugenijs
Sud
est proprimii
notti
ab micio
ut
Insili
lluius
quod totum
ad
epistola
treni
maxime
quoti est
uun^anic:'
te
missa
.'.il
iJi;i-iii:i;:i>iidi!(ii
pei-cipcro
et
fero
quod sen-
potuisti. Itaque
ci'iicas,
t.'ivdu
e:'o;;i.iv
uerbis Inmiscentem.
in primis clirsti
hoc
caiianui
dimoueat
si
appo-ur. ut
est
cansam
quod
forte
quiduiii
illud
ducti'iua
inquit
sed
ipse
prestale ergo
et mister
uesLra
pui'su anione
l'epuri ialite,
aforet
si
inilii
et
siiam
oro vos
Rbcruin
pro-
In primis
oceurrit In Omni
optimum opus est
nedum ego
quid enim
persuadere
viri
hoslis
pauis
ut
repurial.
Ciceruniammi''
umili
inni
tornio incus'
curda
ad
inib
iiiqiii'
animo
cicero
suus
ipKili.-n'iiiiKjLk'
nuinque aditimi
ut pse
posset
clarissimi
invitis,
non repu-
memoria
offensaruin,
extingiuitur
libido
vindicte.
Ita
durami
vi
erit.
conlia
'
rloiuiniis
ho
dominos meos
et
me
y trilli;
cipui:
salutar un,
pncem
seilicct
mbet natura
rei
requirit
qua
nicbil
est
liabuit belluni,
sed
pscem
alieno
me amor
fallai
Sa
suis
urtutibus
quadam
bubih
et
sed
sectator,
nomine
exigeuti-
publice
nota
multas longe
rouuuuV editn
prima
paci studeat,
332
dominio
qimd
iiis accussi't't
vol.is
spacio
alias
parumn
sese
totliitori'in
quos ut
inter
nel
uos
nuliis
1.
bollo
ut
pi'L'i-tUt
pi-opter
nisi
ll^fpi L'Ildil
ine-
hoe
ita initur
IlL'lLl.
Bllllt
non pu-
inquit Cicero
am
fere dictu-
cidamus,
lumini
tied
ni;
quoSC
cui'
1" ''"
cai ntle
Bm
Imeni
dco
cod.:
Ambe.
Il
end.:
mintimi!.
1 ]] end.! noli,
nielli!
sine
iniurijs
sino
ininrijB in
in
'
II
pax
et
at
libenter equain
eam n
{.'iiastiw
conoor-
pattar,
vestro
liuiam
ante
nolite
S
viri
quam
audiuistii,
p.oom
cum honore
alimi uatj ne
per
Jainieisi'in,
patrilins
l'Unni
est
et con-
exhibeat
is
inni
pruti-iifo
liorc fortuna
urbis
non
popiibiin
et
ucl
uidistia
anni tem-
armati; classis
iiuitim
iudicat
inlei-
et
ei
ci, i-die
hoc ut ad diete
ad
elapso
cessarent tamen
.
none quoti
et
scilicet
L'I
mcmor
nntiqm'
vostri; cai-itatis
tliiliitiit
pore,
die min
ilii
Imnn
fai
nisi
mwi;
furai:
/irr
rato*
L'n tz-j'ic.
Co
saeialiilis
extremam
quam
opfasv
plus aliq:ik:
l'urte
imiti iilcioneni el
antiquo
ile
paceiii
uicto-
liostc
riam scd uidetc ne deo non probentur speriora Conet cogitate fortune
silia
et
vnum
roUim
esse
siinul
uolubilem
quam
Me-
lor enini
sperata
vic-
aurea
grauat
nalde milii
quoti
ladani
lineili
ad
legalo
uidetur,
non se
prterd.
iiclurilms
quam
intelligeret
Komaiiis paeern
uictiis
<itllnli'
teciisent
ariti:
coiidirioiies
mundus
vmim adddei'o
cum enim
si
proposi! imi
!:clli>
pati.
adita ut
hvs
Itaque
obt.idit
scilicet
Ideili
cum
votila
ytalico
l'ulise
vestram
uiduhtm-
vinciti*
ai
aolius
si
laureatili.
il
prestate
dcclaretis
qnc
fortune
glo-
facti
timi alien^i'iia
l'uil,
ims
fuisse
petrareham poetar
illis
Wllimi
pupillo
riamqne
parem
si
est
rottnlio
vietovirtulis
quoque ucstros
de graeias.
per
d.
/rantiKum
Sfrrinfa /neh,
ecteirit
i/ui
Semini-
Sminu
fini
,/uinlii
ijinxi
mentis. Per
li-irti
H. 1,
Ohm
Hill.
ns4 Sit FW
Millesimo
Jtetliclan in
morto
ite
Aircl.rpiscopi
Irti i/s
Jl'iiir-hmtniiis
pei
Si'rlillurJitir,
Gcminum Sraneiieum
ilir
cnjl
Fttretrrnm
Pestata S&turialunt.
meum
Cor
mea, et lumen
oculorum meorum,
Comandato m'
mei comandasse,
Signori
hanno
la
il
parole
le
tre
parti.
eh' io parli
tempo, e
che io
Cor
vi
meum
l'
me
vrhlB
ipsum non
et
breve, e
hors
me
a' altri
est
non
comanda.
'I
ho proposte brevemente
conturbatane
est,
questa
la
seconda:
est
vano
batum
est.
mio cio
siconie
molti
altri.
Le due seguenti
la
io
pio-
contur-
Il
il
parti
meum
credo
3an
parale
delti;
cose che
Dercliquil
piaceno
felici,
CI Hill'
molte
si
dentro
di
1
m-ijiiislii
diventa
fa
fniiniso.
p..-r
I;.
Se
dirla.
chiaro.
il
clic
1-1
gii
ii
Se
Dereliquit
est,
di
io:i
giumln
si
verso
piet
maniera
bandonati.
conturbatum
divini
uft7j
i-ii^!;i?Z7i)ni.' ?
verso ogni
gente!
me
sua
Ig-
conosca
di
Dio,
il
lui'un
dui' monio.
piacente Coiiipagnia
biamo
perduto,
d' intelietto,
Il co.:
stare
<h\ Munito,
poveri!
tanta lesiti
mea,
che
come vedere
cose
altri
Cammini!
virtus
perci dico,
et
cor menni
Cor nostro 6
et
il
1'
io
cammino
Messa.
tanta
or.
In
benedetta
uni j-ininn
i,hfiI
d'altri
guarda
Si
ha
la
fu manifesta tanto,
ne mia lingua ne
chi
le
filami
virtiite
che
temuti, et
riveriti,
lode,
dentro e
santa, c famosa,
la
sigimi- uoslrii
del
virt
bastevole
chi
tutte
luiomuii
gli
bench
ijll.'Li/giil,
giuria, e
ht
questa
mia
Signori
iuta.
IWIV
ce
altra di fuori,
corpo,
fi-li
riuomo V
b
norati,
di
virtus
in
pu
si
al'
d'anima,
che piaceno,
beile figure,
dilettevoli,
vedere
conversare con
ninno
si
grosso
qui,
si
[invero
tocfiibfoto.
OigiiizM by
337
dir
signore,
in
dolcezza
ehi
ili
ina
huomn bavere
alcuno
in
tro
soave!
era
occhi]
nostri;
veramente
Questi
quale
il
Quest'i
nostri.
[lmi
rallegrava
'lejili
Ititi if
l'ira
il
altri
Quel di
mane
che
Plato
parse che
dopo
scritto
Sol
coelo
morendo
lui.
de
le
simun,
ria,
et credo
bene
ci
nul-ilissimi)
fama grandissima,
che a
Ma
et
il
Ma
comparazione da cento,
dngento
Popoli,
tutti
nostro Signore,
viveano
ai
et
con glo-
lui
morendo
sia
con
Non
Hlusoin.
gli
che non
loco,
cose Im-
'1
fu
fili
ne
p ne
oscurato
die Plato
visus est.
cecidisse
part
si
Quo
ti
nostri
n'
nostri.
hanno
1'
degli
occhj
l'altra ni
et molti
lume
era
gli
iiccliij
perch
il
tanta
pace e giustizia
in
quali tutti
Tanti
sotto
il
il
et
pi meco, ecco
rimt'ur'ar
i.
voi,
1'
altra.
fi
ti]'
Ma
io
338
i.ltl
contrario.
non
ragioni;
la
l'I
lui
ma
sia pi qui,
Ciascuna anima
questa.
i-
sottomettere
volont di Dio,
con
lui,
ma
voluntade alla
sua
la
piaciuto che
sia
vorrcssimo,
signor nostro
il
liallo
la
morte
stata
sieri anilnta in
Dunque
onde
si
pu
pnto,
mihi
autem,
accitiit
amieum, sed
angi non
vita,
molti pen-
allegrezza, e di riposo.
il'
egli
loco di parte
di
egli,
La
dovemo
tale,
1'
che
spi rare,
vivere
lasciato
quanto volle
Nihil mali
acci-
illi
inetimmodis gravitar
ipsum amans
se
Et infra
est.
ijuam amici.
nuto.
d'
Ma
Niente
dolerti
medesimo.
iti
de
ibi-te
1'
amico,
suoi
ma
danni
lui
avve-
sia
non
opra
Il
da ogni parte
Signori
lagrime, che
gliano
pianger pi,
gnanimi.
-y\n\
ip-lllii
nostri
Lo
.limi
IH"
stato
rluhli
in
ni
conviene
poncr freno a
:.<< [] j v-
non
atto
Signore
Sn|ii<mi
:il
<1L[|.
le
vo-
da huomini ma-
nostro non
].iiIh,i
IV-
si
milii
Qinir;l
si
vuole
-',
rjiiifl
IIHH-l'i-v.-
i-jus
:n.i<lil.
OigiiizKi by
ipial
di
poner
le
quali,
ma
alle lagrime,
fine
avvenga che
nuocere non
sarie,
Inumo
clic sia
alili
creda, the
io
onde
piissimo;
noi si
di
(.'iasi'iino
quanto
lauto
dura,
vita
la
Che
lui.
lingua
ni
egli
pu
si
ben degno,
n.-inhito
(pianili
stalo
noi.
jjiis.-il.il,'
;,:
gli
pagato
suo
il
non
il
et
si eo mi-
fine
al
quello
di
noi
in
quella
Si
hulx.'miis
alios
passare
alleare/ za,
clic
t'e:le
ini
JAY
niereuiur- et
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principio di Co-
puMea
nostra
di
atniC'.~
con-
si
Seneca
orile
ile
in
in
hijs
uuius
Questa parola
si
non
se
questi
la
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Signore
'
''
Il
del'
lussino
uno,
duhitai-ej
morto non
pissn clinic
In mnrghif:
si
fussinio
Ipjjijr
/lirriinf,
ii.-t]"/-:;"./.j/i7
Csh::nt
a'
Signor vvi.
l.XIll ad Lurilium.
Urfirus
Ficreamito
-n-
340
Per
le
la
qual
kgninc sieno
vestii
et
ili-gru
migliori
amore che
partito
estinte
hora innanzi,
da
queste
et
servito
et
con
havemo
quella
al
fede,
volti,
e con quello
di ser-
DigiiizM by
s-lrengnti
eiusdeni
/,
per
fuetti
latmalum
pOiiat*
ciuitatis
vicseensilint
nfi/lis
ipst
S'aliai
franascum
ilem-mwi
in
Uliuiiati
medi:\ine d.im
ad
riditela,
MCCCLVP'
Gonuerletur populus
dieta
mais
hic.
pupillo
emina
i/a'eaz
cn/itai filistei
cftdniici'i-it
X Villi
pclrtireimi
ceraia
Souaric
Jlvgnijieo
presenti.
et
de
domine
-.lieti
drniinr
JunU.
ptalmo 71."
Et
pi'iiptei-
oliedit'iickm
liijs
sin:ji!ii'itcr
in
et
sine
quo nec
aliquid pntst
dici
nec
funiLiiiii
non
pretweo
at'jin;
pi-L'du'acionis
stili
nec cogitari
(minino
boni
oisi
ti
Salmo 72,
r.
10.
et
honorem
la
ne
temparalis
statimi
requiem
luiius
defisso'
ac
riiiilatis
populi ad
qiiein
mifii
suo
de
loquentis
populo suo
nouariensi
tantum
partes
pactatn
duido
amabili,
quod
dico
incus
kic.
siliik-
iter
quia populus
Du
2 J dico
meliua
equideni
prorsHs,
suls Imi-
cnI
errorcs demiim
nibil
(U.ile
rectum
Sccumla
cmuurU-liir,
LiikLiiIi,
possessionis
De prima
duas
ad
ergo cor-
noster
In
siil'iiI!^
iruiin u.r'is
in
intuens
Primo
de nomine inter antiquo quaest et inter nos bodie queri potest Quid sit
est duliiiiiii populum esse liominum cctum.
Nimquid nero onrais liominum cetili- est populus absit.
Mutuili pignora nel honoris [imenie! nel ainoris.
equiilcui ait populus,
ntum
populus net
Ftlit
II
11
mi
i'oi
ti
~i)vrii(i|niHli,
hWo
Eltowtt
a! Htunmlii
1
2"
|
r.
prima.
[
DigiiizM &/
B43
mudo
nastaiiil
ystui'iu
'[in.'
ylalie pai'leiu
ut,
ad lumi; imeni
niila
pupulus uim
iiilhiu;
quem
nisi
ShI
uoliuant
'ii
si
ri'gu
iuris
3."
tulio
ci
Voluit enim
sed
mi;lli!i. diui-
e j
populum
((.Inni
iuquif
1.-I1UI
mundum
lume
1
1 ;h.
ut
[Hi.-1 l'a
[\ Li
Sed an ideo
homimim
vnum
.-ioirittas.
iui'is
lril
-,
i
regit
i j
- -
'
de
est
iili
fiat in
in:--
et
ciuitate dei
ili>o
turris
mciali
et
augit-
memi-
omnem cetum
non
('(Kisi'iisii !!
principi
quod
iiDuiiiium
quod
tcnet
dif&utam
esse
utiltatis eoni-
iugciis
quoti
HCO!':
mille
>:i'il
uodus
iusticie
publice
rei
e'
uocaiit.
cijiiucniant in
>-t
Quid
ci'il.
cetus
iiastanten
irilli(ii;.
vlit
ri)]lfii.'iu
est
Marco
cuncta
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minime eciam
potest,
dici
oitiisaia
ipsi
precipue
ytaliam
LI-
l](!|-L!lu
lias
fecir,
pop ni us
per
armatorum
UD!
plJSSl'Ilt
crudidimus
fanieqiiti
aspeximtis
stris
liominuin
pcro
ncqui!
natiif.
ijiss
l'ugitiiiorum
fuit
siciliani
ul
rei
piiMico
qui commuiieiii
aixvpeiu; quani
'
(.Juc
(.'inilafi'K
nulli ciuiiaii
appellantur, quo
uiunt
quam
omnia
legibus
equis.
Vnde
est
communi
ergo
utilitati
limi unibili*
atudet et
appeliacic.
jiiimhis.
dam
]itjSSL'ssicii]i:iii
sibili
rat,
mino
que
et
alio
(juam
barum ex
iam
conuictn
Ego
se'
Mathcus
vicecomefi
....
illi
luit ul
prima
flius
tunc
domini
l'ratei-
magnu*
palruclis
popoli
andini
paren-
abolirci
cintatia
strenuua
ae
rexit
domini
summa
sventure
indole
claruit
cmifsiinani
ac paternis
anitis
Irains-
na-
singulare re-
prematura
virt tis
sisleus
uel
ergo ut
....
et
bune populum
etate
ac ride iam
iustica
est
huins
iudel'i'.ssus
reeeptaculum
ciuitas fduin
fugium semper
patruus in
senior
ilio
protectur
alias'
udistis
Nulum
istiufi
enint
ncolis
et beo
presenti do-
lungo
si
tic
galea! z
uoiiis
nmntor
i'uit,
ucstigijs
pie
in
memorie
domini
Ijuus
hic
ciuilatem
II
fuit
vix
liane
mediolanum
rexit
dilexit
r,ii!f(i(f.<
patriarci
quem
iIir,-.'
suain plusque
amorem
mults
345
ut
magnis
indicijs
quorum uos
aprohauit
obliuisci
bic
ac diliget
tuis
UOS
ai
appropriacio quia
auum
dicit.
ait tneus.
et
Est
et
priSL'ns
ordini-
iiunquain
cu
ali
ciukatikis
ut
aperat
ergo
hunc
antimi amieabilis
babens omnesque
tuin filiuui
quos diligo
ecce
deinde uersus in
mini iocundam
qui
in
iila
Omnes enim
1.
cliiLbtQ
iberni
spiritu
enim
ut
faefa
spirita dei
ail
filij
end.: iWcjj.
filios
hij
ood.:
mkill comedi*';
Il
cod.:
Som.
Il
cod.: nu/rificaucrimui.
Il
endice
mn prima
dei
filij
per fider
in
Sed
ita
inortificaiierimus,*
aguntur
Il
excelai
Burnus
dei
aposlolus ad galntas
carnis
Il
monte transfiomnes et
iti
si
ecce
facilini,
aliquid demonatrari.
ilio
liannia
vitam
3.
qnictiuiqin'
sunt ut
ait
forje: carnea.'
ifitilu,
ma
fu
poi punto.
idem
346
ad limitano
sud
4.^
aiitipiiuiii-
tionis
per
captalo,
eniut
ut
illius vniiie
[iiii-ri(!]ja]itlo
hic
quidem
natura
esse
plurimos
est
Mathei
17
et
"
in
marci K".
romani illustribus
Cesarem uentum
viri
est
ait
ad
se-
deus
nero
quam
in ter
filiuni
quem
beatua
tot
filioa
designaret
quo mihi
flit
complacul
uir
maiorem expressionein
psalmo
ed fiunt
dij
VI'.
Orni eiiim de
loqueretur ubi ad
bio
Burnus
Lcijini-iuni'
super
ergo
hio
ubi
|jut-i
et.
ornivi*
partieparione
viiub,
dilettili
et
lieiledio
predestinati
!>:'"
Augustinus
sunt houiincs
Boecius ait
virim naturaleii)
meuB
filili
3."
quam
in
prohibet ut
nil
iierani
.iduptiuo.i
spirinim
aivi-jiiiiLiis
i'jilii'sii>s
ait
existndo
CUtua in consolacene
est,
ijuiininiii
ut iliidein legitur
ibesuni rhristimi ad
diuinitots
OXVnn.' non
bis
est
angustimi
ti In
digiuno'
positmn
quem
genus,
est
hit.
Idem
'incuto
pnaso Hi
Osi
>
Il
il
caji.
Vili
wdiwj
il
14.
a Viu-. del
Dici
XVI
fa
Butani CXVI1I.
tftnue.
Digiiizefl
bf
andria
in
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est
Ilio
ergu
Est
ilio.'
meas
populia
Conucrlctur
e^i-egj
longam
ti.'
oi'utii
nip un s
panca
uonuit
Dune
et
si
ira
in
liane,
unni tempori*
de
inti_'j ],t-iliit,
nostrum
homo
li.-ie
AinbiWus
leeti
3.'
uulusiiiue in
vcritati
quain
est qui
discernil
eterne
clamanti
babemus
est,
estui
liliel-
in sanguine
lauit
si
Quo
nee
taniqik'
uiuiiiuiu
stulcior
Qui su pueeatuiu
adueiantur predi-
diserimus quoniam
apostolicam
ili
quod
poterai,
mie pechaberi
sanctus
tara
rum
e! limilo
peccatimi non
optimus
et
uel
qui deus
bobere contendunt
non
ubero experitui'.
vitani
nobis non
iliuism
vane
in
ut
tiiortalein
et
non posse
ilbitii
dicwii
vmisqiiisqvK'
breiieni sulri't
lio-
pre-
occidui
bora
psirlibiis
limila
me
maxime quia
et
ergo
aliquando
mine
inib
loqiientcni
lnvuitas.
eiim
permixtiiii
tiiiiiuli- dici
et
cxprussio
notabili
Plurima
Aie.
eiies
ascei ideate ni
nam
minimis
seiitutieiain
in
gentilis
vrgetur.
Veruni utique
348
est
nasci
sinu
ih-ithiu'iii
mm
Vndc
coucipi.
pee.ciilis
ecclesia
Ecce cnim
Scd utrumquc
nccutis fortuna
originis
viciuni
non culpa
paterne
mater mea.
dicidu-
ilie
ctiim
quod
jiiolio]-
communi
usu
in
ille
.licitili'
non
est
sit
ne e extra
qua
de
Immanam
bonus
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ad hoc Lreui! er
rare!
hominibus senni
de
cum
loquimur
ciceroneui
aput.
leliiis
ita ait
vir
fjm>
ille
o;;tinn!S,
quod
eat
cum
quo na-
in
peasimum
est illud
vii^js
dauidtico-
iniq-.iitatlms
me
ait
io,
de omicida
dialogo
que sunt
uso
in
vitaque
qm
Et.
tur,
ideireo
liac
luiiu^'il'ii-
..'uni
ut
culpis
iiiilltus
talis.
iudicij
mollit ac temperai ut
iuiscille
licet
enim
Si qus
oimiinrj
animus
sil.i
culpe
iiicliuaretui'
peccato
Scd
ita
demuin
si
peccati
est
hominum ignoBcamuB.
tatem
sine
sorrtes
detri-
oeuiteneie
DigiiizM&y
rigor absterserit
superbia
qui ab
et
ilis
illa
enim
pan/io;
i'sl
auersus
officio
is
arte
i-ius
sii,
i.'t
grauiter
]i(j!L!irii'iises
csset
di-fn-lliiri'
lesua
esse!
G. enei-
M.pL'ibi- bijs
a uobis
utiquu
Cine*
enim grauie
araantein
nostri
tani
ueniam
largire tur
sud graciam
nec
Bum
mitis
animi
eum
et
qui
post
negaret
redderel.
qui ab offensis
oept cui
Nam
est
magni
obeequium
si
tamen
fidei confregisse
misericordam non
conuersia
jjcniceiitibiis
nec tantum
cui
si
cttensio
per
erat
vosi a ertati!]'
oiiitiimoda ulk-ili.
a poeta dcscriptas
sulsii'ttis
lcait
.
benefitanm
ledenti
quam
pine
nenia
debetur.
posi t uni
oius
Neque
cum
omnium
provir-
' Il
prindpum minime
end.! tniif,
die cnnvetrebbp
nescius
inter
se laude
antiquos
al piiasii
ili
360
phiiosophos qucsitilm
1
omnino
ltterarum iurte
in
irsi
Tulliiis
dixerim
ita
inter passiones
in
ta ci
non modo
est
in
virt tein
li
fs^c
cathiliiie
A pud
in nana ni
in
misericordiam
eorum
racones
iniscricordiani.
niloricis
namque
coidisque
vicinili
iiiisiiriani
et ideo Aristoteli^
Sallustio*-'
Seneca
diffiniunt misericor-
et
in 4."
2 de clemencia ad neronem
indicat,
omnes
Siquiilem et stoici
primus
ignari*
iniraliili*
Vndc
illa
iliui-
com-
domini
ali
Nel
Il
cod.:
uria mnima;
cod,: twculanorum.
Il
end.: iudiear.
11
d.: mmial.
Il
IrgglTSi
cinsi
umilia
Pillici'
ciuf
(?p(rr;i
mille
filini
que pro-
talia
eon.-iiiltiM
il l<
rni^L'ii
precipuain conutchii-
il3 ini
In
li
uracione
In
virtuali
|>r:ui[>e
pr
libarlo
-Tiilinm
iiiitutilius
tuia
sericordia
est
et
racioneui
efficacissiinam
eiuB
(lieti
quaui
accedimi,
nec fortuna
bac
in
maius
ut uelis
sitiiilliuiliiii'
ijjsa
niin'rk'oiclie et
alibi
salutali lifiniiiiilms
tua
quam
nielius
pr.)
vincere iracimdiam
uersarium
modo
ut
,-.d
dando,
uiliil
possi
nec natura
ingeniti
iacea tem
sed
balie!
quampiuriinos.
li!
De
per
aetiif
Tulliiis
idem
ini.
ili.'i
lioinitiis
cohiliere''
nobilitate
atollere
quain
coi iberna re
ii'iuiiis
conseniacKiiiis
oriiL'iiiiiL'
animimi
prestanteni
eciam
amplificare
non
eius
prigtinam dignilatem
summis
uiris'
Augusttnus quidem
0.
de ciuitate
dei
superiori
opi-
dabilem
et
ueraiii
uirtus
II
cod., iacBiU.
11
cod,!
imi
modo
siL
tod.: .uni.
* 11 end.: prahitrrt.
luna-
ut
ad
rem
853
reddeam cxcmitssc-t
maioi'oiij
t j 1
r j 1 1
ri
jt
iml.is
in
pi'(>|ionutvt
niucii
in'. ci
tlissi
ali-
nunc oni-
quod dixi
Nuli itiScior
fiictiitias.
iiiiiiii
nisi
Et est ne
(.XL.'rci.'ri.'.
quid
maiu*
sed
tnin'tii
itiisf-ivl-.ir
ij-.ii
radieitiia'
rione
tilii
ubi
cum
siinilis
Ad
hcc
quod
milii
ac.
nichil
uisus
seculo sunt
inox
reepcere
magnimi
aliquid
;.-ecjt
miad-a-
i-ciiiiiiiscci-L-
luamm
11
i'hI.:
11
cod.1
Il
cod.:
li
Il
coi!.:
il
u(
esl
apud
liuiimi
libri!
et
lji'lli
[jiiiiicl
dittavi.
[]r.il.rLl.ili:i.-:i'i-
Mmitmt.
t. 6.
:!
Jm'.i'
.1.
M.',
dum
polliee-
Mh
Baino 2i,
et
cogifabat
tapwfmUt*,
itjiI;;';
que
niiliuioiicm
Unti
laude
iuiufaw
nisi
psalmtsta
ipsa ora-
Bumma
soleret
est
adiecit
ignorancas meas ne
rlarssiiims
illa
in
iinploraaset precimi
tiu-
^t.iijK'.-
..-st
pam!
enells'iiti.
1
i't
alisttiidcnti
xios suporikietitor"
Kirr|i.jr*i
353
x I j rol.j ral.n n 1
i
1"
si
U!!i>
prorsus
Et
lai
incili-
nljliuisr-ar
qninl
vus ol-liiii^'animi
.ni
vus
vtiiiii'l-'i.s
L-rroi'is
preci a rum
dietimi.
utinaui
"*
1 1
ijii;mi
l'ol'lm:
allinei
mutimi
ut
et
quoque
haric
noster et pollim-i'lui-
mitissimi dueis
sic
dominila
oUiuioiiciu
uoliis
no 3
largire! ur
et
quid
riesci
muse eckmi
mini
e!
vi.iL
p-admi!
iio-ncio
mainili,
uisi'i
ubliuisratur.
predirai
ri il ri
i!n-d-la:us
tanicii
caui-aiii
quo
tl-ipariiUi
pium medium
quo
statuiti
'
il
Il
end.:
Cna
r
-
II
co<L
b'
do-
ipaiua
iell
imi \s ani
vt
ciua
lieo ciuitas
tres
partes
tcuipuriiui
uoeo diem
ai-
pi-inc.i-
illuni
KrprMunOir.
natati.
rei
noHt.
oviltl-llti'
uihilqui'
atque
quo
in
i-sl
Principili ni
il
r:'
ti.-iuj.n~
iiuuiiimi
cod.: no..
Qui
11
uh!,
finia.
libro Vili
1 II cai.:
1
et
atque domioiuin
tic
solitus
agitata
dii.is.io
olili-
et
indirai
excusare
lludilms
ivniiu
iiiiuai-iim
diuidit
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uiilubauimi uos" ut
Iiiuoi-ennau.
uolit
|iarci>[
nulla re ofleusuiu
quia eo tempore
qiiij('ii.-iis
;u-i:usari.'l
ut.
quoil
1
mira-
cogitasaet
pjn-corc
si
esse
ideirco BC a uobis
Et
io di'seruisse
[;i-i-;i::ii-
agore
et
uiliil
im]l]lis-.i<.]u-.
c.
2.
354
culpam
a
est
auertena
in
l'iiiii]
ji
....
in
jpL-rl
adusti tutu
liostis
in
qua
si
uoliie
iliril.
13
>!
ni
viriliter
'
:>ili
don din
cepsse
atijiiu
'
.
< J
ri
.-.^
tupsiis
ali
queinque
iis
diseed elidi
al'
inhermem
irt.
armi* ematiauerat
flirtimi' viiiieiicia
virus -ir
furtes
euentum.
scrtis
edi tinti
extremis rasibus et in
[.i-iirsus'
suinma
r-Ciiiti'impiiisSi.'
necessitate
omnem
si.-
torpentibus
lupo*
pastoriUis
scarso
uullu incucili
ceiani
grege
iti
publce
rei
iiisdijd'iLiilur
seti
pi\J[iiili&
pitisque
domimi*
fuit
qua
ttescio
alinijuin
giam
re-
intra
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IsudS"
peoanim
feriste malissimo';
et.
ptiblicc
armatos''
t:m.
donios propras
grifoni turo
propriam expeetaise
andito
ilio
et
v estrani
et
iiov
terribili
el
deinde
domum
[trecepli
('[ii,lin:'ii>
iiii'-.-|itu
interni inari.me
uerti
sic
rom'estim
sed
dclenstii'fj-
suos uertit
presides
ac-
liabcEV
orma
triam
irrt-p.-Li-st.',
.Iiiii
ncque
consii-
qui
ouilibns
ergo
nnllaiir'
idein atque
obedienciam reeognoscit
ime
tanta
oigitizBd by
uestrum
vnusquisque
nee
fuit
ilimiiuii uni
dura
obtoniperat
credit
Jeremie
perditi
gres
V.'
quod
precepto
propriam
saliifeui
fnctus
sui
dieit
lioe
popnlna
eal
montilius
habet
auetuda
sermo ti is
ut
gari
monto
ali
recto
in
niliil
quod toto
aivedit
pi'io:is
ilio
muore d
(iuiiiini
inferno
ves!rmn
nostro'
proprijs difidere
si fieri
falsissima
Il
pano
end.: nino,
Porse: anlianr
11
ti
non
in
est
1
legai- al rap.
coil.:
multe.
Il coi!.:
noni.
v.
Il
Ita
et
odio se armabant
50,
ali
uos a
populmn
inumi san^uineni
possct in dominimi
si
et
fama
in Testisi-
triim-'i
sitiro et
qui? quideui
fm-ritis
oppiasi
omini nisu
strali cren t
qui armis
abstop.ie-
''i
tempore Gessatura
ninni
quoiniims
lioslilius
et si aliqiii
Ipsf
statila
snspi-iji
omtic
tempi
voliis
primi
nono domimi
uoco
desidie
ilusidri iw
per
deuiantes
tramite
Medimi]
solenni-
dici
ire
runt quod
pul
hot
ilio
tulipani
un
eniiii
dello
aperti 1
Prof-.
DigiiizM 0/
35fi
iani
placatimi
ci
o-
[ ]
et ipsitis (lumini
indirat
friiiis
suetudo
(ri
indicabt
interque
litteris
ad
psissiliiis
iiisi
et
rt
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talesuos
gracili
omnium
mens
!)ate:
in
.ur
uox
ersi.
torcium
ci
eorda
dicinm
leginnis
slahilcm
seilieet
moneretur
e*cila-
r.iin-liijriiiii
nurbis
est
eiuiuni
non
mctus murtis
si
lied
viro
popul
m'iud
,,
rebus
iiescinnt
vii
miltiis
sic
ur.quaili
mi
vndique
aiiilus
uei'itaii
et
flatinus tempestateli!.
que mentili
si
predusis
aiiam qnaiidaui
lam
virili',
sapiente
ijiior.lnni
iliiid'-
man-
subornatie
l'uli'icliatiii'
dominila
miratili'
immuni uii:
concussi t.
vnam
serena
et
niagis
et
tamen
riiinortnis
multis
mendacia
tot
nestrns
ani'i's
Qiiaiuobrem non
presertim
niens
tranquilla
presenti:;
in
actnum
inijui-
gr^tilais
in
ostenditis
in
sileiicio
liijs
singnlormn
sic
cciaui
dubitatimi cssel
vna
Iraliitns
bqiiitur,
dubitaci ainplins
non
vt
jti^si
vob nichil unquain nel egisse nel cogitasse con tra do-
minum
sed omnia
quo
uccidermi t
<
l^jii
in
pei-
frontibus
vini
hostium
scriptum
i^l
eoa.: mitrai.
m:ilii:i
|ir..l-il.itmi re.'
3 II ind.:
naornm.
* II cod.:
km,
DigilizM 0/
3i7
rtis
coque amore
cii'tuiijsistttis,
pvesuiitm
cimdia dolore
semina
gauiln
igni,
ut tacilo sibi
coniiieutaliti'
pimenti
finii..
oipio
positum in
li
virgilij
et uei'siiin
ubi
magna
siTi.nt.-iU'iii
sit,
et
ni
uerout
ait
aliqua jiroinit-
egu eum
ualidis-
fine posuisse
teinporis
QuamobiGiii
om-
uobis
et
eiiis
orni,
oontcndunt.
contcntue
soluite.
ero Soluite
mrtimi
prisiiimni fulut-rinujii i:
wi-Iuililc
n -tipi te vno
sd te domine faciem
sis ei
XXV J"
populus peculiari*.
M.
tarulli
nuli
n|-l>
III
il.llllillLIII]
quuil
(rilniiit.
siili
in seculn
;il>i
e(
ne
IIUS
III
[HVL'SPt
i.'uriilio
Imssu
optare ;mt
Volili
,'ml
alluni
iiiiliis
111
e!
III il ll'l
L-fl
lidi'
Siili
fttiJIU!
i"A
pojmliHi]
plus
clii'islns
iuslicill
()W<pill Ml-
presti;!
nmarc
dominimi
curuiniiial
Jeo gracias.
Franatela pdracka
Digiiized 0/
/.'
iO'.UIIC
ff'fisil
T 'Ile */
J/:ri]>:>>:!
Nani
liatus.
irylo^ii
Uita nuro
constat.
per
Silvius.
siltia
ot'io
protereo
Nani
nx
liuiiana
incolli
pi-r
li'ater
Co>i
vii pro-
rpKjil
it.
ul'1
attinti
duo
deomm
rt
gcnti-
r:oi.T;iipl;itiii:i
pastore*.
Motiiciis
siluiia
tot uni
liernrdu.i
rtonenneiHij
quoti
dici
[alani iuseripti
fiilniiim
no
pr cimiate pur
umiliami
poteet
fk:
Intruriucuntur autyin
inlrlii-i
suo
,mni
in
disputali;
pracipim.i
limu.
Unii ut
in traduci tur.
viH'clm- par(litmia~.
isla
l'aliocutoivs
ti
ut
probatus
vita
pnstor
palia
ufflieii.
intimate
o,n,n
|,H, t i,.
ornili
1 ,>flc,n<\!tl
;
il
aiiua.
i.
Cai'liisi;-u?in
d.
a duitati:. Nani
moiiaciis ipsius
modone;
il
ol. di
Do-
360
jji'i'iiiamiK.
siluij
vani,
s.
n;
p.
oriundus
mine
pliitias
fuit.
querela
ilio
Biluius.
et
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t'un-
tatmiaiii
lntroducuntur
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antimi
Idcus
nilcs
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l>;n-ilu
monte
yda
di-
qua ponun-
et
ab Argo
elefante
ijui)
Johannes
ipsius regis,
dictus ydeos ab
regis
tiocalur
ili:
teca
quidam
unam gerens
i-lr.
Sicilia
Arguu lue
insignite,
ouidius,
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uotatui' Argtis in
Roberti
Incliti
ejuE. qui
luuduilius
timi
dieitur intmat'biis
l'i
:-u][f'.-i]i[il:iti(iin
Secunda egloga
2. *
laudcs
tnr
molte
cretensi,
vnde
et
ipae
ipsius
tic
ea."
dictum
dieitur.
Sequitur
ririt
artnii
in
Stupeus
i.
di.-posit.ti!.
et
prima
egloga
pastorius
damile. Stupeits
ip-e piieta
irn
que amor
egloga
teitia
Collucutores sunt
a stupa dictus.
ii;t-l
nutem
de Siluio
est.
3. "
i'uit.
Ili
dictiia atupi'iiH
cuiiis
ad
eiiini
poetcanl
ai'retii.
Nam
damtie greco
qua
l'ai ili
Ione
Cosi
il
damuu
scribi t ouidius
cod.
filia
li."
modenesi! e
il
peney' flumins de
p."
et ciiius
cod.
i't'uiidi
lui^
Donato; l'Ano-
nirani pNtku.
1
/Ma
Ciis
fernet i
il
cod.
modencaei
l'Anonimo: da/m
il
rapia
filici
permei.
DigjiiziM Dy
361
ornantur.' In fino aiitem egluge roncbidit porta
poeti)
homo
nomina
tyrama.
j.
i]iiis<]iu:
naturai
i.
Italia
ipsi-
Igristuiii
fuit.
C-alltis fuit
ipso
poeta
in
hoc
est.
gius
est
'
ai-| ItV-N
TyrenuB a
Et disputant
ilulico-
titillila
dator.
quidam pro-
musiija :;u;imma
Pietas pasloi-alis
in-
ipii-mie
omnium
artium
et
tyivmis.
il.
:.IiI|jMis in
e.-se
ijiiiiite
ipsi
duo
feliecs.
liglogii
in
primi
stiims,
1 It end.
ijui.'in
hiipi'i-
virtutum
in
fuissu
Ivgcn.
pei'
l'iiini
gallila
(.iiiichidk'ns
lluruit"'
<|tia
5
est nota
de quo
i-idu-
gallus
rome
biuieatioueiii
tn
JLLi
atque
ColluL'iiloi'es
> gallia
talii'o
aerano,
in
tinn
Irlliiritt.
prio
(j
ut
capitolili
in
4* Egloga
ni'chitetui-i
duo dsputant
di
Dormiri:
di
Duuntoi
iuiiiii|uid
[iiviiiL'dsu
jjojsnt
reparam
a poeta.
la).
1 II imi.
1
41
Cosi
il
end.
ili
L.i.l.
dolalo
ilio.
Donalo; l'Anonimo:
L
Cimi nncln-
' 11
nimo:
snelli)
oo. di
ijallia
il
Donata:
ijatlif
Cosi anche
l'
quia
in
lf.rmi.hi
in
hoc
i/alla
Anonimi);
il
il li
ni ino
naiatar.
maijnw.
cou.
ira conrrr.<nfu.<.
ili
Donata:
/forno*.
362
qaam
romani
sium
conuiuiis
manus
Martina colloncn-
vocnnt.
ipsi
domus
Vrsina,
magstro.
Cam
Appitius
epulandi
arte
et
inati-em
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sunt.
diligentiasimi
liomiu.-s
ab appitiu lumino
et
ipsi
Vrsni
Fcatinns
sint.
in
epulis
in
populus ro-
ijui
tandem
l. C
1. J L
t.'
K^lll^'l!
ili'
RtllllLlllia
icul
[iiiisi'j
'[ii.i]
:<ii:[)i
est
titulus.
i.
fjuoii
i*s(
jjriSt'Jt'ii'llS
passi.
sunt
Collociitores
piiin-
[jl li
lilla
lliiliu.
ili iti
[ili il li;-
tot
ila
rk'tue.nli'm
pliiriiiiiinr
minatimi,
7."
ina pur
iti
si ix timi
allliet-.l.-
iiiit.
roiiimium
indulgente
ile
|.n.'tlT1.5
pontifittiu
ilici, li
totns in
Mittonuiu
iuidli^i.-
uuhi[jlalit'iis
nitiano terentiaiio
Egloga
sii:
amor quia
pel-
In line sqjtirna
qutm
l'sl.
pliylon
Ut
anidre diritti
cogno-
legitur.
titulus
i:st
grtx
in (Vit-
smuinmii pastorelli
lasciuia et
uoluptatibus* infettimi
sud
din]
Milii>
Iaseiuiam
E[iy.
ri.
si.
ilicl.mi]
Tot us
etiaui
supra
lutine
sigutticat.
uoluptiiosus* lasiujs
iiitenlus
patel>il.
'
8."
Ganimcdes
tori
pm-edeuti egluga
priisiin.'i
il)
grecu
miti
pun
CoWiitoiv.-i
erii-diiKiliniii.
de Milioni:
Epy uuro
ipse
fuit ut diligente!-
et
diuortium appellai
amielas.
ips*
Vinle
ad
troiano
euneilium
lonnam
M'i'tliit.
uiilIus
dinnliuin
(leonini
aquile ti-ailaful-iuacuuL.
et sterna
et
X." sin
li."
tractus
pauperimo sed
liliei-a
ipse
est.
lilieri
.iuidil-
tj'.io
ut
Gat)iiL:rde
Jouem
per
rapto*
ile
iute
li
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animi
pi seni ore
"
in
fal.ulain
colle^ium
ad
predpuaui lueiitiunem
earest
de cuub
ulta
lueamis
liliru
l'ae:t
quinto.
il.*
qiiereria
geni.iris
Qucruluts
dictua,
tempore
est
est
titulus
eniiu
magne
none egiogo
querela
epidemie
queror
de iactura Immani
que fidt
1348.'
364
sunt nomina
quod
theos
quod
[.liylugi/iis.
10.*
rlolet
ci
Ut
eniin
dici tur
et phylos
quod
geos
aiimiis
Thoupliilus
amor. TI mupliyluy
Pliylogeus a
ct'.ntoinphos.
diuiiia
amor
tniTuiia
vude
terra
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lonvnis iiiMstens.
n--|
iriilciis.
i'
est
i.
fitta,
Jena
est
ipsa cgltign
in
Culli n'Utori's
logcue, et
delicere.
greds
muiuoca
ti.
IiicideiiIalUer
faciat
tauit
mentionem de multis
possow
ctiaiil
mentionem de morte
illius
lafuiis et
Imrliaris.
diivre
1
ijiind
laiu-ee mii-
idilli
^iIiIIilm.
Ijlld
]a>.
candida
'lira
Cht
i-
domina de qua
cara'
:iii.'i::!iiik-11l
:l
io
end, di
Donala:
Il
coi. di
Donato: tettsms
II
cori,
ili
1 II cod. di
lltCOS
et
iji-j-
4tian:
iJIHIt
HLlcILl
tornite)
l'
tl'op
dl'lls.
1
n:
Illa
Anonimo:
l'Anonimo:
oi)liiii:iri'icos.
l'Anonima:
D'Hiiilu: arpesitmliH.
Dnnuln
greco
Osi
ini oli
-'Cll. l[ltl':jili|0!llll!IL'
etera.
lari'.
ijisiua
Nvnlie. Fumisi.
l'I
crmeupissibilc, irascibili:
iit!
ipsc poeta
tuain
Ulani
uiiicie
ci
uideiv.
et
queritur. castigai
et
liililns
in
niobe
Icria
de
multa,
.lulirmiiii;
incliti
1
134G.
nominibus
sis
autem pan
totiim
-nj.i'r
regi*
et
Art ii/us
atigliei-iram
Irasci-
in-
mouetur'
rege.
uult.
ut ait
ncoi-um ijnud
regia anfl.
pan. et
equiuocum ad
franconmi a pan
Arduro
rex est ab
origini
et
ratione
qua Angli
sub
Iriniiali
primo Bue
tVn
addoai-di
est
ipsc rcx
est
nel a
pasiorcs.
ni)
nt rodai' un tur.
est
pasu;r
litcr
cnim
Iracim-
illa
scribi t onidiiis
Fulgida quia
est.
ultime.
etatis
qui sul
articus.
(juod
turpibus
belhin
t'st
anno
glici
Nyobc ab
qua
6.*
ciipifcvjiilia
fui t
et
Ille
originei)]. Rati"
Irallil
:i-;c
felici
li."
ex epate coocupiscenliii
et,
enm mor-
Ii-ascitur
appetitimi
ratio
est.
nel
ab
stella
septen-
ai'cl.iiTO
troiani*
CollocutorcB.
Et
uoliLcer
i.
Multiuolua.
fama quia
i.
fnei-
Lo
5 11
strati
con.
ili
dm hanno Donato
Donato
t>
l'Annoimi).
monitor.
Gloriosi ss in
ci le
adintus
toria
ijiii'stiinus
cjui
flamiuas
apuc
eum
celesti
valli
a quii
nostrum
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uLtitiLpotiiiitiam
ii)
,i.-
Milvia
il
in
vi-slmni
liiliits
supe-
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via-
iristum,
per
ijisus
Mitji'i'ulltilr.
ni
miTiiisti
jet rari:
que
virgo agata
lirista
pcstiE-T
ab
estuanti
filine
tuonili]
ci vinili
iwrvicibus
oraiuus
devoti
lui
inpendentam
''
4108
arceretur,
impetra
proccllamni
l'orditw avertantur.
ut
gin
lem
vapor a
iiol>is
et
iin-
el.iam
turbine ae vapore
nostri
capitilo miscri-
0
Per hristum' doniinmti nostrum
Fulmina di Vienna:
11
eud.
Il
dulia
rmuhm
in
lun Ed
, a,xrmus.
ili
Ari-lui.
imperimi!
animo
iiinnilmn
usi.
(jniiiipoteus,
ot
in
nomen
me
ti;
yra
ali
eripias
eoustematiis
et
et
infclix
(amen
et
conscius,
seri
tua
lias
liberatwn
perculo
enpplex
oro ut
repentine
mortis
fliiniuiuumaf menibnirimi
ruinris, liane
desteiv
quid
virgo maria
post lave ri s
1 1
(illuni
iiliurilms
bus
salutarla
tuia
saluti
et
1
ereriniri.-;
materne
iiileri-nlas
liominibus
nei:
unicum
immilli].*
preti'iilisqite
(piatemi-
long,'
pluviali!
animantibus
cum pace
in-
itlela-
eonfidimue,
esso
appnd hratuiu
ut
i-lemetitis
ut
nostri
filmi
terre fieni.-
impelratiinuii
perantem pr nostra
ieiiipei-tatilius
UC.
salvatoris
depreca mi ir
snliplicus
preduleem
Minipsit
elementnquo tuo
l'oiiipese.as,
vir^LIUIIH cA
l'I'j'
bilia
virtnte
deaileat-
te
et
imilli-
l'uyali-
de nubinee
satis
Nobis gue
rapide niortis
rlin rimine
liberatili
per eundem.
DigjtizM by
Orario quotidiano.
mea
Salus
ihesu
triste
melinare potest
ineani
tilii
saluti*
vinili
et
in
illa
iTiintHL-Eiri.
bue
in
placitaiii et
suprema
ad
iuiiiciuiii
tui et
ri;
il
incaniti),
servo
nini
ut
in
Cni-i
cci.nFu.-ia
il
'
'"l.
il
misera
dirigi!
in
end, 4S!)n
I.niLreiiz.
egredientom ox
i'
il
uLsei'ieiiTii.-.r.iin
mee
l'aveas.
ri
tuanim ad superbiim
pi-r venire,
laiiielieis
fieri
te salvator.
Palatini di
ilcla
coli.
aut predimi
Qui
inib
ranse
agi*.
nnitege
iim:ui;di.s
sod
dniriiiu'.
tini
miucrLiica
ineas
raisericordiam
perenTinal unirti)
omnes
ili
spiritimi,
iiiisi'i-ii'ui-dilL'i
di't'onuitates
dana lume
ii
;'
mirili
ini'juilatum
carpasi. ulo
finis
fai;
givNsos' mcns
diisnutv
ctlenii.-.
te
si
mi-nia: adesto
Liimatin
et
Violila.
Vienn.
Vkmi.: jiiim.
Il
coli.
si
Icj^CEinir
ndlit
870
si
non
calore
cuius
est
qui
poteste
ubique
Qui
tiiink-ns.
IfU!
supplice
te
fliict.ibns.
tiiii'.itlo-
'
ili.-icijjiiijI'iiUi
livpi'inutuu
trepidos
tuam
lilic-rnsti.
pcrienlu
inortis
Non
terre,
et
qui labui-ar.
qui pclruiti
iiavkiilrut).
nos
poi'
ili
colimi
fluctbiis
laboi-anto
ai:
isiisi.'itrni-'iian:
creatura tuas
tu nos creasti, tu
n'spicc.
a
et
desccudeni ad
iinperas venetis
in
fluctiis platani,
palagi
perordi
vicine
libero,
iiwcsiilatif
usi
quoniam
abscondat.
se
posciinus.
in tanta
non
nerea.
terris
miraculifl
quorum anime
requiescunt.
qui
in
siti
advursis.
Ina
pag. 2flB.
1
Cuh
il
fncsiijul--
ltops^riiaiin
i]
cuJicc Lirareniiano
tu
371
Larulum
lliit-rtias.
bsu
CaioUm. 1
possidene. hit
q-.
ri'[ji'tls
iactiitis.
latjTiiuque vasti
coutmevirUis
'
mine adc-
eie
presentiam
tamia
Noctu
apuli
in
ipsnill
aitrua
es.
mmpo
fac
aduna,
ut ciipiam
sancti.
ii
iliesu
ad
C<*
II
Coni
il
nii.-'.niIl-
focsiiDilt
Cnsi
il
Cnsi
il
Qui tcmiiua
fncriniikcuti,
ventre
eupieiilcm
jui-,(euta,
rei;''.
salis,
Salvatili-
nomino
in
q.ii
jjrn
Lnurunz.:
il
Lini.
il
il
[numi.;
il
stili
et
si
patria et
lu'i.-tc
noris
inter-
mirabiliii
itidieiuni rever-
Amen.
In natali u^que ad
lleu-.
noctis.
ad te
et.
dirige,
siiIiIl'vb.
et spirtiis
dignatua ea
vestram
iiobis
uubis
ihesuiu hristum.
iii^ii'iuu
venisti.
lioras
Adeato precor.
ripe.
panim cupio
filij
pi''i
ijuii
multi
lume lomtdiuu
tilt!
nostri
talli
nos quoque
rrepti
verba In advontu.
sitigciiies
moiil.iiri
cn^uuseamu^.
quwmmis
cediti
rci'eriml. ut
crii l'retiquc
pe-
il
facsimile.
//ncirfrim.
facsimile! fan.
na.-ei
UEus o ihesu
heus o
hristc
'lii;iiatiis
iheaii
tilii
vii:
libi
vi
et etc.
libi ric.
tibi et e.
9'
igiiized
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