A cura di A. Dal Muto - A. Silvestri - M.C. Vincenti
“Dopo il Monte Albano c’è la città di Aricia, sulla via Appia … il luogo è incavato, ma ha tuttavia un’acropoli fortificata. Sulla sinistra della via, per chi sale da Aricia, c’è il santuario di Artemide, che chiamano Nemus…” Strabone V, 12 AUTORI Vincenzo CERAMI – Riflessione Critica Chi avrebbe mai detto che un piccolo paese, come Ariccia, appoggiato saldamente su uno sperone di roccia lavica , un balcone naturale sulla Valle di Ariccia cantata da Ovidio nella sua opera “Le Metamorfosi”, potesse avere fondamenta che affondano su in una storia che nasce molto, molto tempo fa … … e la storia nasce quando il complesso dei colli albani era habitat di una natura rigogliosa e incontaminata; quando la “ Vallis Ariciae” era ancora un lago … … e a raccontarci la Storia di AriciAntica sarà Don Emmanuele Lucidi, un canonico e insigne ariccino che della Storia di Ariccia ne scrisse le memorie nel ‘700… … ecco il Lago di Nemi, lo “Speculum Dianae” immerso nel suo nemus … … la via Sacra è ancora lì, laddove fu pensata e costruita, per rendere omaggio alle divinità naturali, in una natura non ancora ferita dall’ignoranza … … Aricia, la regina dei colli albani e del Nemus… … giace ancora sepolta e ben conservata “l’agorà aricina” … … questo angolo del “nemus aricino” ancora mantiene quell’antico silenzio in cui viveva la Diana cacciatrice … … Quando la via Appia, “Regina viarum” passava lungo il suo tragitto originale … … il Tempio di Priapo declassato a casa colonica, ma grazie a questo uso è arrivato fino a noi … … immersa fino alle “spalle”, la Porta Lanuvina attende il giorno della sua rinascita … … mura fatte per sfidare il tempo! I romani la sapevano lunga in fatto di robustezza e senso pratico … … nonostante gli acciacchi e gli insulti dell’uomo, ancora sorregge il passo del viandante … … grazie ancora “all’uso improprio” certe testimonianza sono arrivate fino a noi. E’ l’inevitabile trasformazione che il tempo fa nelle cose della storia … … arrivederci! … salutiamo anche “La Riccia del ‘700”, vista da Colle Pardo, e che vide l’opera di Don Emmanuele Lucidi … … ecco il paesaggio amato dai protagonisti del “Grand Tour” … D’Azeglio, Corot, Gogol, Whittman … un paesaggio che, in se stesso, era un opera d’arte naturale … FINE