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DISTRIBUZIONE IN BASSA
TENSIONE IN PRESENZA
DI GENERAZIONI
DISTRIBUITE
DOCENTE: CANDIDATO:
Cabina secondaria
Linee: portate
ANALISI DELLA RETE
I carichi in BT sono modellati attraverso lo ZIP Model,
visto come la combinazione lineare di 3 contributi per
capire il comportamento della potenza di assorbimento in
base alla tensione nodale:
I valori di tensione sono contenuti nei vincoli di buon funzionamento compresi tra il ±10% della
tensione nominale, ossia con pu: Nel nodo 1 è pari a 1 pu e si abbassa fino a raggiungere il valore
minimo nel nodo 14 del Feeder A e nel nodo 24 del Feeder B. Ciò mostra la caduta di tensione
Carico Totale
0,1052 MVA
%=1,8652 %
Modello Y=cost (caso B)
Modello i carichi a Y=cost, la potenza viene definita come
Carico totale
Nei grafici sono confrontati i profili di tensione ottenuti nel Caso A e nel
Caso B per il Feeder 1 e Feeder 2
Inoltre sono riportati le rette «Vincolo1.1» e «Vincolo 0.9» che delimitano
l’intervallo di tensioni di buon funzionamento.
Confronto risultati Caso A e Caso
B
I profili di tensione del caso B Y=cost sono più elevati
rispetto al caso A P,Q=cost dato che presentano una
caduta di tensione più bassa.
Caduta di tensione
Feeder Metodo Metodo Errore Errore relativo Errore
analitico numerico assoluto % normalizzato
A
B
Indice Iv
L’indice Iv è un fattore che rappresenta lo scostamento, la distanza del profilo delle
tensioni nodali rispetto alla tensione di riferimento (1pu.)
È definito come la somma degli scarti quadratici medi delle tensioni nodali in pu
rispetto al riferimento unitario.
, dove N=numero di nodi=24, Vrif=1pu.
= 0,0030 ,
Per ricavare lo scostamento in Volt rispetto al riferimento
Tensione Sbarra MT 22kV
Tensione Sbarra MT 22kV
Dal confronto rete attiva-rete passiva si evidenzia l’inserimento della GD nei nodi 3 e
17 provoca l’innalzamento dei profili di tensione perché la rete attiva presenta una
caduta di tensione più bassa.
Lo si evince dalla formula della caduta comprendendo anche la GD: per la
convenzione dell’utilizzatore la potenza da essa iniettata è negativa e abbassa la
potenza circolante dalla cabina verso il carico. Quindi si ha ΔV minore.
Le tensioni nodali sono contenute nei vincoli di buon funzionamento
GD inietta la potenza uguale al carico derivato dal nodo di
alimentazione
Indice Iv
La GD innalza il profilo delle tensioni verso l’alto, rispetto alla rete passiva
riducendo l’indice Iv.
+ + = 0,039 MW
++
GD inietta potenza che alimenta carichi a
valle del nodo di alimentazione
Nel caso 3 la GD, nei nodi 3 e 17, inietta una potenza superiore ai
carichi a valle del nodo di installazione.
In particolare i nodi 3 e 17 si scelgono con le seguenti potenze
iniettate:
= 0,00457 MVAr
=0,05788 MW
0,02567 MW
GD inietta potenza maggiore dei carichi a valle del nodo di alimentazione (=20 kV)
Perdite attive
Sono leggermente aumentate rispetto al caso precedente (
GD inietta potenza maggiore dei carichi a valle
del nodo di alimentazione (=22 kV)
Si confrontano le correnti della rete passiva e rete attiva con GD che inietta potenza
necessaria ad alimentare il carico derivato dal nodo, con tensione sulla sbarra MT pari
a 20 kV.
Come detto, le correnti circolanti nelle reti sono molto piccole rispetto alla portata.
La rete di distribuzione è sovradimensionata per futuri aumenti di correnti legati
all’aumento dei carichi e delle GD.
I profili di tensione in una smart grid con
controllo centralizzato
C’è il confronto dei profili di tensione di Feeder A e B in una Smart Grid senza
regolazione e con controllo centralizzato (caso 1).
Col controllo centralizzato miglioro di poco il profilo delle tensioni, fornendo il
reattivo massimo disponibile dalle carte di capability. Coincide con il punto di
saturazione di molte DER.
I profili di tensione in una smart grid con
controllo centralizzato (caso 1)
Per evidenziare l’effetto del controllo centralizzato, confronto l’Iv della
Smart Grid senza regolazione e l’Iv della Smart grid con regolazione
centralizzata.
Confronto Iv = 0,025 %
C’è il confronto dei profili di tensione di Feeder A e B in una Smart Grid senza
regolazione e con controllo centralizzato (caso 2)-
Col controllo centralizzato miglioro di poco il profilo delle tensioni, fornendo il
reattivo massimo disponibile dalle carte di capability. Coincide con il punto di
saturazione di molte DER.
I profili di tensione
in una smart grid con controllo centralizzato (ca
so 2)
Per evidenziare l’effetto del controllo centralizzato, confronto
l’Iv della Smart Grid senza regolazione e l’Iv della Smart grid
con regolazione centralizzata.
Confronto Iv = 0,025 %
Indice Iv
Si è aumentato il range di capability di reattivo fino a 100 kVAr.
Ci si accorge che alcuni impianti saturano a 100 kVar. Se
aumentassi ancora il range di capability potrei iniettare ancora più
reattivo
Altri casi studio con
approccio centralizzato (caso b)
P e Q iniettati dalle DER
Indice Iv 0,00081 %
In questo caso si varia la potenza attiva a scendere mentre si blocca il reattivo. Si effettua il
curtailement, taglio di potenza attiva effettuato tramite il sistema di controllo dell’inverter e
che produce minore caduta di tensione, un Iv più basso e un miglioramento del profilo delle
tensioni.
Piccole variazioni di P, forniscono un risultato migliore di grandi variazioni di Q, perché la
caduta di tensione è più sensibile a variazioni di P in BT. Di quello che viene prodotto, la rete
usa il necessario, il resto lo butta.
Altri casi studio con approccio centralizzato
(caso c)
Si prenda in esame il caso in cui tutti gli impianti GD inseriti nei nodi visti
poc’anzi siano dotati di sistema di accumulo. Il sistema di accumulo verrà
caricato e scaricato in maniera tale da avere flessibilità in termini di potenza
attiva.
La batteria inserita permette di avere una variazione a salire e scendere di
±5kW, per cui avendo il punto iniziale a P=20kW, Pmax e Pmin saranno
rispettivamente 20+5=25kW e 20-5=15kW
P e Q iniettati dalle DER Indice Iv 0,00048 %
Tutti gli impianti saturano in potenza attiva
con l’accumulo a 15 kW. Potrei migliorare il
profilo delle tensioni abbassando di più la
potenza attiva facendo più curtailment.
Si può realizzare abbassando la taglia
dell’impianto o cambiando la taglia del
sistema di accumulo (gantirebbe margine a
scendere più elevato)
Altri casi studio con approccio centralizzato
(caso d)
Si prenda in esame il caso in cui tutti gli impianti GD inseriti nei nodi visti
poc’anzi siano dotati di sistema di accumulo. Il sistema di accumulo verrà caricato
e scaricato in maniera tale da avere flessibilità in termini di potenza attiva.
La batteria inserita permette di avere una variazione a salire e scendere di ±5kW,
per cui avendo il punto iniziale a P=10kW, Pmax e Pmin saranno rispettivamente
10+5=15kW e 10-5=5kW
P e Q iniettati dalle DER
Per ottimizzare il profilo delle tensioni quasi tutte
le DER fanno curtailment della potenza attiva: la
rete sfrutta meno di 10 kW e il resto lo accumula.
Nel nodo 6 c’è bisogno di più di 10 kW per
ottimizzare la tensione in quel nodo e il sistema di
accumulo fornisce i 2,4 kW in più.