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Fin dalla prima collezione del 1947 era stato evidente che la novità che più aveva colpito l'immaginario collettivo era stato il repentino allungamento
delle gonne, al polpaccio o alla caviglia, negli abiti da giorno: era il segno, simbolo del New Look e Dior lo utilizzò nelle stagioni successive per
indicarne i mutamenti.
I giornali lo seguirono in questo gioco , tanto che l'attesa sui centimetri da terra, a cui si sarebbe fermato l'orlo , divenne l'argomento ricorrente delle
cronache di moda dei primi anni Cinquanta.
Dior scelse di sviluppare in ogni collezione solo due temi cui venivano attribuiti nomi che riassumevano le caratteristiche fondamentali della silhouette.
Le denominazioni scelte avevano lo scopo di suggerire immagini grafiche o dinamiche cui collegare, in modo immediato e diretto, le complesse strutture
sartoriali degli abiti.
La rappresentazione teatrale della sfilata era preparata con metodo e seguendo un rituale sempre uguale che vedeva Dior al centro dell'intero
progetto.
Il mito del couturier creatore trovò in lui la più perfetta personificazione: l'ideazione dipendeva solamente da lui, dal suo gusto, dalla sua capacità
evocativa.
La composizione della sfilata dipendeva da diverse variabili, ma soprattutto teneva conto dello spettacolo finale e della sua regia.
Ogni collezione comprendeva dai centosettanta ai duecento modelli ed era essenziale che essi colpissero il pubblico nel loro insieme, offrendo
un'immagine di armonia complessiva in cui dovevano trovare posto sia i capi più vendibili sia quelli più fastosi e spettacolari, di cui avrebbe più
facilmente parlato la stampa.
L'evento veniva organizzato nei più piccoli particolari e provato su un pubblico ristretto e amico fino alla sera prima della sua rappresentazione
ufficiale.
D'altra parte la sua riuscita era essenziale, perché su questo spettacolo si giocava ogni volta il nome della griffe, che ormai costituiva un affare di
dimensioni colossali.
Già nel 1950 la produzione Dior rappresentava, da sola, il 50% delle esportazioni della Couture parigina.
Sfilata all’interno della Maison Dior: la
modella Victoire indossa il modello “Porto
Rico”, collezione haute couture 1954; foto:
Mark Shaw.
Christian Dior nel suo
atelier parigino, 1954 ca.
Atelier Christian Dior, 1954 ca.
Atelier Christian Dior, 1954 ca.
Due settimane dopo, in una conferenza stampa, venne dichiarato che la Maison avrebbe potuto continuare il suo lavoro, perché erano state poste le basi
affinché tutto potesse proseguire nel senso desiderato dal suo fondatore, anche in sua assenza, perché era stato creato uno stile, un gusto, una tecnica e
un' organizzazione, che avevano sempre caratterizzato le sue creazioni.
Da questo momento, l'immagine della Maison sarebbe stata legata al nome di Yves Saint Laurent, che era entrato come assistente allo studio solo il 20
Giugno 1955, ma già nella collezione autunnale di quello stesso anno, il maestro aveva inserito un modello del giovanissimo assistente.
Infatti, la sua collaborazione non durò pochi mesi, come accadeva con la maggior parte dei giovani assistenti, ma al contrario si consolidò con il tempo.
Proprio poco prima di morire, Dior aveva detto “ Yves Saint Laurent è giovane ma ha un immenso talento. Nella mia ultima collezione ben 34 modelli
saranno suoi, penso che sia il caso di rivelarlo alla stampa, il mio prestigio non ne soffrirà affatto”.
E cosi, il 30 Gennaio 1958, il giovane Yves Saint Laurent presentò la sua prima collezione, concepita su due linee: la prima era costruita sulla figura
geometrica del trapezio e sulla purezza della sua costruzione, la seconda riprendeva lo stile Dior, gonfiando le gonne a cupola o a palloncino.
Fu subito un successo!
E l'Haute Couture diventa una celebrazione teatrale della società dello spettacolo.
Per oltre 25 anni la Reggia di Versailles ha tenuto le porte chiuse a riviste di moda interessate a fare dei servizi fotografici al suo interno.
Nel 2006, però, ha ceduto al fascino di “Vogue America” permettendo alla rivista di utilizzare suggestivi angoli della reggia per un servizio sugli abiti
ispirati al film di Sofia Coppola “Marie Antoinette”, indossati dalla protagonista Kirsten Dunst.
Nel 2007 è stata, invece, la volta della Maison Dior che ha tenuto presso l'Orangerie di Versailles una spettacolare festa in onore dei 60 anni della
casa di moda francese.
Orangerie - Reggia di
Versailles
È proprio dal 1947 che la sfilata, che ha alzato il sipario sulla Haute Couture parigina all'Orangerie, è ripartita: John Galliano, direttore creativo per
Christian Dior da dicembre 1996, ha scelto infatti di ispirarsi ai busti arrotondati e alle ampie gonne poggiate su sottogonne rigide create dallo stilista
francese.
Il primo capo a sfilare all'Orangerie è stato infatti una riedizione del modello "Bar" - un completo originariamente composto da giacca di shantung
crema con baschine arrotondate e collo a revers e gonna di tessuto di lana nero a pieghe - riproposto in nero e indossato dalla modella Gisele Bündchen.
Echi delle illustrazioni a inchiostro di René Gruau e Jean Cocteau si ritrovano invece nell'abito bianco con una grande rosa stampata in nero sull'ampia
gonna, mentre il colore esplode nella rosa surrealista che spezza il bianco dell'abito bustier completato da un cappello-tavolozza.
Tra i modelli più scenografici vi sono l'abito dritto a colonna in chiffon lilla ispirato al ritratto dell'eccentrica Marchesa Luisa Casati del pittore Giovanni
Boldini, l'ampio abito-mantello alla Poiret ornato da un rigido colletto bianco stile origami e l'abito da sera rosa con balze sagomate e sfumate.
È presente nelle creazioni di Galliano anche l'eco della tradizione dell'eleganza latina: lo stilista, il cui nome di battesimo è Juan Carlos Antonio,
è nato infatti nel 1960 da madre spagnola e padre di Gibilterra.
Sul sottofondo musicale fornito da un gruppo di flamenco scelto accuratamente dallo stesso Galliano, sfilano abiti da sera in rosso o in nero -
questi ultimi ricordano un po' l'abito del quadro "Ritratto della Duchessa d'Osuna" di Francisco Goya - sormontati da lunghe “mantille”di
pizzo o da cappelli da torero.
Le origini spagnole di Galliano esplodono nel gran finale, per il quale lo stilista sceglie di entrare in scena vestito da matador, un omaggio forse
anche a Picasso e alla sua vocazione frustrata.
Lo stesso commento vale per la festa-sfilata Dior presso l'Orangerie, un evento che ha celebrato la nuova vita dell'Haute Couture, che sta rifiorendo
grazie anche all'interesse del mercato asiatico, e che ha dimostrato come Galliano sia riuscito a mettere al centro dell'attenzione uno stile, una scelta
estetica e l'eleganza che ha caratterizzato da sempre la Maison Dior.
La sfilata è stata un omaggio a Dior, morto nel 1957, ma anche al collaboratore di Galliano, Steven Robison, scomparso prematuramente ad aprile
del 2007 a soli 38 anni, mentre lavorava a questa collezione.
Marie Bracquemond Abiti Christian Dior by John Galliano
Trois femmes aux ombrelles, olio su tela, Parigi, Collezione Haute Couture autunno/inverno 2007
Musée d’Orsay Da sinistra: modello Amber Valletta ; modello Anna Mikhaylik e modello Viviane Orth.
Il 18 settembre 2007 John Galliano era a Londra presso il Victoria & Albert Museum per l'inaugurazione della mostra "The Golden Age of Couture:
Paris and London 1947-1957", che ha visto esposte presso il museo londinese, dal 22 settembre 2007 al 6 gennaio 2008, oltre 100 creazioni non solo di
Dior, ma anche di Cristobal Balenciaga, Hubert de Givenchy e Pierre Balmain.
Fa piacere sapere che l'assoluta magia dello spettacolo della Haute Couture, rappresentazione teatrale della moda nella quale il couturier ha il ruolo di
incantatore e gli abiti straordinari sono simbolo del desiderio di un fasto accessibile forse a pochi ma ambito da tanti, non si esaurisce facilmente, anzi era
al sicuro nelle mani sapienti di Galliano, come provano le sue sontuose, preziose e incredibili creazioni.
Dior Haute couture
Lara Stone in Vogue dicembre 2007.
Il New Look è nell'immaginazione di François Demachy, profumiere-creatore della Maison, che rende omaggio alle donne-fiore di Christian Dior con la
fragranza della Collection Privée New Look 1947, dagli accenti di rosa, iris e gelsomino.
Il New Look è presente nello spirito di Raf Simons, che reinterpreta, stagione dopo stagione, le curve della leggendaria giacca Bar, immaginandola in
versione bustino o dotata di più falde, disegnandola in denim di lana, o vestendola di tessuti stampati d'ispirazione maschile.
Raf Simons per Dior “ripulisce” gli abiti della sua nuova “Collezione Cruise” puntando sulla leggerezza, funzionalità e tagli couture.
In passerella abiti a grembiule, pagliaccetti in maglia, gonne a rete, costumi da bagno, giacche con maxi tasche. Must have chiave della collezione
gli stivaletti a punta in suede.
Maria Grazia Chiuri ha disegnato la collezione Dior Haute Couture primavera/estate 2017: è la sua prima linea di alta moda disegnata per la maison
francese.
La stilista italiana, che ha esordito alla guida della casa di moda nel settembre 2017, è approdata all’alta moda parigina con una serie di vestiti da
sogno, fiabeschi e leggeri. Un vero incanto per gli occhi, un gioco di contrasti e volumi che conquista.
La designer italiana, forte della sua esperienza a capo, insieme a Piccioli, di Valentino, ha reso più leggero il mondo Dior, che era stato
completamente travolto e stravolto dal suo predecessore Raf Simons.
Dior Haute
Couture P/E
2017
Collezione Dior Couture Primavera-Estate 2017
Collezione Dior Couture Primavera-Estate 2017
Christian Dior Haute Couture A/I 2017-2018 by Maria Grazia Chiuri
Christian Dior Haute Couture A/I 2017-2018 by Maria Grazia Chiuri
Dior Haute Couture A/I 2017 -2018 Lucie De La Falaise, Christian Dior Haute Couture A/I 2017-
2018
Inside Dior : Collezione Alta Moda Primavera / Estate 2018 di Maria Grazia Chiuri
Parigi Museo Rodin
La collezione trae ispirazione da Leonor Fini (1907 – 1996) artista surrealista argentina (nata a Buenos Aires), la cui opera e l’audace stile personale
avevano attirato l’attenzione di Christian Dior, anni prima che fondasse la sua casa di moda.
“Sono molto affascinata dall’idea che prima di essere un couturier, Monsieur Dior era un gallerista legato a un incredibile momento artistico della scena
parigina,” spiega Chiuri.
“Fu il primo gallerista a organizzare una mostra su Leonor Fini, un’artista estremamente anticonformista per il tempo e una donna decisamente moderna
che indossava capi molto cool.
Era solita dire, per esempio, “non voglio indossare un abito da sera per un ballo, desidero ballare, scoprirmi.”
Dior è una delle ultime leggendarie case di Alta Moda di Parigi a mantenere viva la tradizione della sartoria realizzata con una storia che risale alla
corte di Napoleone III.
Attualmente esistono solo 15 stilisti a cui il Ministero dell’Industria francese ha permesso di fregiarsi della dominazione ‘haute couture’, un numero sceso
dai 106 del 1946.
Questo piccolo gruppo di stilisti opera al servizio di una clientela ristretta ma sempre più globale con la passione per capi realizzati su misura, magnifici
ricami e piume applicate a mano e le disponibilità economiche per permettersi di pagare cifre di dieci mila – se non persino cento mila – euro necessari
per realizzare tale creazioni.
La scenografia della sfilata Christian Dior Haute Couture P/E 2018
La collezione primavera estate 2018 Haute Couture
di Christian Dior, un sogno a occhi aperti che
rimanda alle atmosfere sognanti de Le Bal
Surrealiste di Christian Dior.
Il couturier è il creatore e l’atelier indica sia lo studio dell’artista, che quello del couturier. Ma il vero studio dell’artista è la sua mente.
In questa dimensione di ricerca e di esplorazione in bilico tra sogno e realtà, tra fantasticheria e progetto, si è mossa Maria Grazia Chiuri.
Perché la couture è il sogno della moda, un luogo in cui è permesso muoversi liberamente per sperimentare forme, tecniche e materiali.
Immersa nel Movimento Surrealista, questa collezione prende forme immaginifiche in un continuo spaesamento e ribaltamento della visione.
Il Surrealismo è un’arte fatta anche di parole, di testi evocativi che hanno guidato Chiuri nella definizione di una collezione soprattutto black and white
caratterizzata da illusioni e spiazzamenti.
Mai fidarsi dunque del primo sguardo. Così, le grandi pieghe dell’abito da sera bianco profilate di nero si rivelano pagine; la stampa fuori scala in bianco e
nero rivela la sagoma di quei manichini che l’arte e la moda hanno in comune; la gabbia che appare in tante opere surrealiste è trasfigurata in un reticolo
di tessuto tubolare nero che costringe corpi e sottolinea trasparenze, mentre una rete da pesca di fili d’argento si accompagna al fitto velluto.
Ma è la carismatica personalità di Leonor Fini a definire l’attitudine austera e assoluta della collezione .
Quella Leonor Fini che, arrivata a Parigi dall’Italia, organizzò la sua prima mostra proprio nella galleria di Christian Dior, e ne diventò amica, indossando
spesso, nelle sue fantasmagoriche apparizioni, i suoi abiti.
Lei che ha impersonificato la rivoluzionaria idea dell’essere sempre indipendente e di reinventarsi ogni volta da sola, incarnando infinite realtà possibili.
Leonor Fini usa gli abiti per definirsi e rappresentarsi, per imporsi agli sguardi sia in pubblico, che in privato: austera, autorevole e regale, posa come nei
ritratti maschili rinascimentali in una continua interazione tra vita e opera d’arte che fonde naturale e artificiale, in quella dimensione sospesa tra sogno e
realtà in cui fluttuano le meraviglie dell’haute couture.
Quella stessa couture da giorno a cui Monsieur Dior ha saputo dare una interpretazione nuova nelle forme anche grazie all’uso di tessuti maschili.
Partendo da qui, Maria Grazia Chiuri trae ispirazione per proporre una serie di tailleur che sono una declinazione moderna delle forme Dior e che
fioriscono in gonne dai molteplici scarti visivi.
E nella migliore tradizione surrealista della parte per il tutto, del feticismo del corpo a pezzi, sono gli accessori a diventare presenze inquiete e
fantastiche: la calza a rete che vela il sandalo, i guanti che stringono la caviglia.
In quel guardare e farsi guardare, in quello sguardo spalancato sull’inconscio e sul mondo, Maria Grazia Chiuri articola ricami, meraviglie e decorazioni
preziose e delicate, che sull’emblematico abito attraversato da una fantasmagoria flamboyant di piume di pavone, diventano mille occhi che scrutano ed
esprimono l’interiorità misteriosa e potentissima delle donne moderne.
Bebe Vio, alla sfilata Dior
Monica Bellucci
Wang Likun
Maria Grazia Chiuri presenta la collezione Dior Haute Couture per la stagione Primavera-Estate 2019 in un’atmosfera ispirata al mondo
circense
L’universo favoloso e poetico del circo ha alimentato a lungo la fantasia degli artisti. Maria Grazia Chiuri ne ha tratto ispirazione per la collezione Dior
Haute Couture Primavera-Estate 2019, presentata sotto un maestoso tendone allestito nel cuore dei giardini del Musée Rodin di Parigi, tra le
spettacolari acrobazie della compagnia circense femminile Mimbre.
Dior: la meraviglia della Puglia con una sfilata-evento a Lecce
In diretta live streaming da Lecce, il 23 luglio 2020 è andata in scena la Collezione Cruise 2021 della Maison Christian Dior che, per la prima volta, non
ha sfilato a Parigi.
Lecce, dunque, è stata la città prescelta, come simbolo di valori, quali arte e bellezza, di cui la collezione si è fatta portavoce.
La città della Pizzica è, non a caso, luogo d’origine della famiglia della Direttrice Creativa, delle collezioni donna, Maria Grazia Chiuri che, in diverse
dichiarazioni, ha più volte ribadito la volontà di dedicare lo show alla sua “casa”.
L’appuntamento è stato del tipo “blindatissimo”. Niente pubblico causa Covid. La piazza era deserta, fatta eccezione per una selezionata cerchia di
personaggi già testimonial della maison francese, tra cui i Ferragnez, avvistati da giorni nel centro di Lecce. Tra gli altri ospiti anche Stefania Rocca con il
marito Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, il magnate di Lvmh Bernard Arnault (del cui gruppo Dior fa parte). Ma
anche celebrities internazionali come Charlize Theron e Bella Hadid. Tra gli ospiti anche Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro, che in smoking si è
esibito con una speciale performance al piano e omaggia la Puglia cantando “Meraviglioso”.
Ad accompagnare musicalmente la sfilata e l’esibizione di Sangiorgi, L’Orchestra della Notte Della Taranta, diretta da Paolo Buonvino (maestro
concertatore dell’edizione 2020).
La piazza del Duomo appariva maestosa, abbellita dalla cornice artistica realizzata da Marinella Senatore con le luminarie.
La sfilata, svoltasi senza la presenza fisica del pubblico, è frutto di un progetto collettivo che coniuga il patrimonio di Dior alle tradizioni e alla
maestria artigiana pugliesi.
In omaggio a un luogo che porta nel cuore, Maria Grazia Chiuri ha invitato numerosi artisti e artigiani locali ad apportare il proprio contributo alla
collezione.
Dopo mesi di preparativi è stata svelata la Cruise Collection 2021 di Dior in una cornice magistrale.
Nel cuore di Lecce, le modelle hanno solcato la passerella nel rispetto delle regole di distanziamento sociale, senza pubblico.
Molto di più di una semplice cartolina, questo evento live è la conclusione di un percorso creativo che celebra questa regione del Sud Italia.
Dior Cruise 2021. Sullo sfondo due ballerini che danzano
la ‘Taranta’.
Le donne stesse non hanno mai preso coscienza del lato creativo
di questi lavori.
«Ho sempre disegnato abiti che siano in grado di trasmettere una storia e una memoria»
Dior, Cruise Collection 2021
Dior, Cruise Collection 2021
Dior, Cruise Collection 2021
Dior, Cruise Collection 2021
Dior, Cruise Collection 2021
Dior, Cruise Collection 2021
Dior, Cruise Collection 2021
Dior, Cruise Collection 2021
Dior, Cruise Collection 2021
Dior, Cruise Collection 2021
Dior, Cruise Collection 2021
Dior, Cruise Collection 2021
Dior, Cruise Collection 2021
Dior, Cruise Collection 2021
Dior, Cruise Collection 2021