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Al fine di valutare la vulnerabilità sismica di un edificio viene adottata una scheda di rilevamento la quale permette di

stimare il comportamento atteso della struttura in condizioni sismiche.

Scheda di rilevamento della vulnerabilità sismica

• 10 parametri che sinteticamente descrivono la


risposta della struttura in condizioni sismiche;

• 4 classi di vulnerabilità (A, B, C, D)


caratterizzano l’edificio da un punto di vista
tipologico e strutturale. La Classe A si riferisce a
strutture progettate secondo i canoni antisismici,
la Classe D, sono tutti quei manufatti edilizi che
non presentano un efficiente sistema strutturale.

• Peso (W) prendono in considerazione la diversa importanza che i vari parametri assumono ai fini del comportamento
sismico della struttura. Essi sono stati calibrati sperimentalmente sulla base dei danni registrati da terremoti occorsi.

Indice di vulnerabilità sismico

E’ l’indicatore del livello di vulnerabilità raggiunto. Esso è ottenuto dalla


somma dei prodotti dei punteggi delle classi (Si) per i rispettivi pesi (Wi).
Parametro 1 – Organizzazione delle strutture verticali

Con questa voce si valuta il grado di organizzazione degli elementi verticali, (pareti in muratura): l'elemento significativo
è la presenza e l'efficacia dei collegamenti fra pareti ortogonali, tali da assicurare l'efficienza dei comportamento scatolare
della struttura.

• Classe A:
o Edifici costruiti in accordo con le normative sismiche per le nuove costruzioni;
o Edifici con murature consolidate e/o riparate secondo le prescrizioni delle norme sulle riparazioni.
• Classe B:
o Edifici che presentano a tutti i livelli e su tutti i lati liberi collegamenti realizzati mediante cordoli
e/o catene;
• Classe C:
o Edifici che, pur non presentando cordoli o catene a tutti i livelli, sono costituiti da pareti ortogonali
ben ammorsate fra loro;
• Classe D:
o Edifici con pareti ortogonali non efficacemente legate.
Parametro 2 – Natura delle strutture verticali

Si tiene conto con questa voce dei diversi tipi di muratura più frequentemente utilizzati, differenziandone, in modo
qualitativo, le caratteristiche di resistenza. al fine di valutarne l'efficienza.

• Classe A:
o Murature in laterizio di buona qualità, murature in pietrame o tufo ben squadrati, purché omogenee
in tutta la loro estensione;.
• Classe B:
o Murature in laterizio, pietrame o tufo ben squadrati ma non omogenee, anche a sacco purché dotate
di collegamenti fra i due fogli;

• Classe C:
o Murature in pietrame grossolanamente squadrato o in laterizio di cattiva qualità, in presenza di
irregolarità;

• Classe D:
o Murature in pietrame irregolari;
o Murature in laterizio di cattiva qualità con inclusione di ciottoli;
o Murature a sacco male intessute e prive di collegamenti fra i due fogli.
Parametro 3 – Posizione dell'edificio e tipo di fondazioni

Si vuole con questa voce valutare, per quanto possibile con una indagine a vista, l'influenza del terreno e delle fondazioni.

• Classe A:
o Edifici posti su roccia con pendenze p inferiori o al massimo eguali al 10%.
o Edifici posti su terreni sciolti non spingenti con pendenze minori o al massimo eguali al 10% e piano
di posa delle fondazioni ad un'unica quota (∆h = 0).
• Classe B:
o Edifici posti su roccia con pendenza 10% < p ≤ 30%;
o Edifici posti su terreni sciolti con differenza fra le quote di imposta delle fondazioni ∆h non superiore ad 1
metro ed in assenza di spinte non equilibrate dovute a terrapieni;
• Classe C:
o Edifici posti su roccia con pendenza 30% < p ≤ 50%;
o Edifici su terreni sciolti con differenza fra le quote d'imposta delle fondamenta ∆h non superiore ad 1 metro;

• Classe D:
o Edifici posti su terreni o roccia con pendenza p > 50% ;
o Edifici posti su terreni sciolti con differenza fra le quote di imposta delle fondamenta superiore ad 1 m
o Edifici senza fondazioni, posti su terreni sciolti con pendenza p >30%
Parametro 4 – Distribuzione degli elementi resistenti in pianta

Nell'ipotesi di un perfetto comportamento scatolare la valutazione della resistenza di un edificio in muratura alle azioni
sismiche può essere condotta col ragionevole affidabilità.

Parametri di calcolo

o N - Numero di piani a partire da quello di verifica (incluso);

o At - area coperta media al disopra del piano di verifica;


o Ax; Ay - area totale degli elementi resistenti in due direzioni ortogonali. La lunghezza degli elementi resistenti è
misurata tra gli interassi dei muri ortogonali di intersezione.
Parametro 4 – Parametri di calcolo

Indicando con A valore minimo fra [Ax e Ay] e B valore massimo fra [Ax e Ay] si definiscono:

Fattore di resistenza a taglio

o τk, valore della resistenza tangenziale caratteristica del tipo di muratura (valori tabellati nella Circolare esplicativa

della NTC18);
o q del peso medio, per unità di area coperta, di un livello dell'edificio (somma dei peso di un solaio e di un interpiano
di muratura);
 Pm dei peso specifico medio della muratura;
 Ps del peso medio per unità di superficie dei solaio;
 h altezza media di un interpiano;

o N è il numero di piani;
Parametro 4 – Parametri di calcolo

L'attribuzione di un edificio ad una delle quattro classi avviene sulla base dei rapporto α =C/C fra il valore di C, ricavato
con la formula precedente, ed il valore di C di riferimento pari a 0.4

• Classe A: Edifici con α ≤ 1 • Classe C: Edifici con 0.4 ≤ α < 0.6


Classi di vulnerabilità
• Classe B: Edifici con 0.6 ≤ α < 1 • Classe D: Edifici con α < 0.4
Parametro 4 – Esempio di calcolo

Ax; Ay - area totale degli elementi resistenti in due direzioni


ortogonali

At - area coperta media al disopra del piano di verifica


Parametro 5 – Regolarità in pianta

Il comportamento sismico di un edificio dipende, a parità di altri fattori, anche dalla pianta dell'edificio stesso.
Nel caso di edifici regolari è significativo il rapporto β1, viceversa, per edifici non regolari, si considera il rapporto β2.

Configurazioni planimetriche

• Classe A: β1 ≥ 80, β2 ≤ 10 • Classe C: 40 ≤ β1 < 60, 20 < β2 ≤ 30


Classi di vulnerabilità
• Classe B: 60 ≤ β1 < 80, 10 < β2 ≤ 20 • Classe D: β1 < 40, β2 > 30
Parametro 6 – Regolarità in elevazione

Nel caso di edifici in muratura, soprattutto per quelli più vecchi, la principale causa di irregolarità è costituita dalla presenza
di porticati, loggiati e altane.
• Classe A:
o Edifici con distribuzione di masse e di elementi resistenti praticamente uniforme su tutta l'altezza;
o Edifici con massa ed elementi resistenti decrescenti con continuità;
o Edifici che presentano arretramenti comportanti una riduzione dell'area di pianta inferiore al 10%.
• Classe B:
o Edifici con porticati e loggiati di modeste dimensioni, tali da interessare meno o al più il 10% dell'area
totale dei piano;
o Edifici che presentano arretramenti comportanti una diminuzione dell'area della pianta maggiore del 10%
ed inferiore o uguale al 20%;
o Edifici con torrette o torri di altezza inferiore al 10% dell'altezza totale dell'edificio.
• Classe C:
o Edifici con porticati o loggiati tali da interessare una superficie maggiore al 10% ed inferiore o eguale al 20%
dell'area totale del piano;
o Edifici con arretramenti comportanti riduzioni dell'area di piano maggiori del 20%;

• Classe D:
o Edifici con porticati o loggiati che interessano più del 20% dell'area totale dei piano;
o Edifici con torri di altezza superiore al 40% dell'altezza totale dell'edificio.
Parametro 7 – Orizzontamenti

La qualità degli orizzontamenti ha un notevole peso nel garantire un buon funzionamento degli elementi resistenti
verticali; d'altra parte non è raro il caso di edifici nei quali si è verificato il collasso dei soli orizzontamenti con
conseguenze notevoli in termini di danni e di vittime.

• Classe A:
o Edifici con orizzontamenti di qualsiasi natura purché questi presentino deformabilità, nel piano dei solaio
trascurabile; collegamenti efficaci fra orizzontamento e parete; assenza di piani sfalsati.
• Classe B:
o Edifici con orizzontamenti come per la classe precedente ma con la presenza di piani sfalsati;

• Classe C:
o Edifici con orizzontamenti dotati di deformabilità nel piano significativa purché ben collegati alle pareti;

• Classe D:
o Edifici con orizzontamenti di qualsiasi natura mal collegati alle pareti.
Parametro 8 – Copertura

Gli elementi che caratterizzano l'influenza delle coperture sul comportamento sismico di un edificio sono essenzialmente
due: la tipologia ed il peso.

• Classe A:
o Edifici con copertura non spingente provvisti di cordoli di sottotetto e/o catene;

• Classe B:
o Edifici con copertura non spingente ma privi sia di cordolo di sottotetto che di catene;
o Edifici con copertura poco spingente provvisti di cordolo di sottotetto e/o catene.

• Classe C:
o Edifici con copertura poco spingente privi sia di cordolo di sottotetto che di catene;
o Edifici con copertura spingente ma provvisti di cordolo di sottotetto e/o catene.

• Classe D:
o Edifici con copertura spingente privi sia di cordolo di sottotetto che di catene.
Parametro 8 – Esempi di Coperture

Copertura non spingente

Copertura poco spingente

Copertura spingente
Parametro 9 – Particolari

Si tiene conto con questa voce di infissi, appendici e aggetti che possono causare con la caduta danno a persone o a cose.

• Classe A:
o Edifici privi di infissi, appendici o aggetti o controsoffitti;

• Classe B:
o Edifici con infissi ben collegati alle pareti, con comignoli di piccole dimensioni e di peso modesto e con
controsoffitti ben collegati;
o Edifici con balconi costituenti parte integrante delle strutture degli orizzontamenti.

• Classe C:
o Edifici con infissi esterni o insegne di piccole dimensioni mal vincolate alle pareti e con controsoffitti di
piccola estensione mai collegati ovvero di grande estensione e ben collegati;

• Classe D:
o Edifici che presentano: comignoli o altre appendici in copertura mal vincolate alla struttura, parapetti di
cattiva esecuzione o altri elementi di peso significativo che possono crollare in caso di terremoto;
o Edifici con balconi o altri aggetti (servizi, ecc.) aggiunti in epoca successiva alla costruzione della struttura
principale e ad essa collegati in modo sommario;
o Edifici con controsoffitti di grande estensione e mal collegati.
Parametro 10 – Stato di fatto

Si tiene conto con questa voce dello stato di conservazione degli edifici.

• Classe A:
o Murature in buone condizioni senza lesioni visibili;

• Classe B:
o Edifici che presentano lesioni capillari non diffuse, ad eccezione di casi in cui queste siano state prodotte
da terremoti;

• Classe C:
o Edifici con lesioni di media entità (ampiezza della lesione: 2-3 mm) o con lesioni capillari di origine sismica;
o Edifici che, pur non presentando lesioni, sono caratterizzati da uno stato di conservazione delle murature tale
da determinare una significativa diminuzione di resistenza;
• Classe D:
o Edifici che presentano pareti fuori piombo e/o lesioni gravi anche se non diffuse;
o Edifici caratterizzati da grave deterioramento dei materiali;
o Edifici che, pur non presentando lesioni, sono caratterizzati da uno stato di conservazione delle murature tale
da determinare una grave diminuzione di resistenza.
Esempio Applicativo

VALUTAZIONE DELLA VULNERABILITA’ SISMICA ATTESA


DI UN EDIFICIO IN MURATURA SITO A PIMONTE (NAPOLI)
Prospetto Nord

Solaio: latero-cemento

Muratura di tufo

Prospetto Sud
Scheda di vulnerabilità

Indice di vulnerabilità

Indice di vulnerabilità normalizzato Scala di vulnerabilità

Bassa Media Alta

0 0,5 1
Calcolo parametron 4

o τk (valore della resistenza tangenziale caratteristica) = 28 KNm -2


o N (numero di piani) = 2
o At (area totale copertura) = 116,92 m2
o AX ed AY (area totale degli elementi strutturali nelle due direzioni) => AX=15,17 m2 AY=24,41 m2
o H (altezza media di interpiano) = 3 m
o Pm (peso specifico muratura) = 16 KNm-3
o Ps (carico permanente solaio) = 5 KNm-2

o a0 = 0,12
o y=1

• Classe C: Edifici con


0.4 ≤ α < 0.6

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