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Il motore a scoppio

● storia del motore a scoppio


● come funziona
● tipi di motore a scoppio
Storia
Nel 1854 Eugenio Barsanti e Felice Matteucci brevettarono e costruirono il primo motore a
combustione interna che abbia mai funzionato.
Le prime esperienze furono eseguite con un cilindro in ghisa munito di
stantuffo e di valvole che permise di studiare gli effetti del miscuglio detonante di ossigeno e
idrogeno, aria e idrogeno, aria e gas luce. Questi esperimenti servirono anche a capire il
problema dell'espulsione dei gas di scarico prodotti dalla combustione. L'accensione della
miscela avveniva o con scintilla elettrica o piccola fiammella di gas, soluzione quest'ultima
presto abbandonata a favore della prima. Da tali esperimenti dedussero che la forza prodotta
dalla rapida combustione dava una forte spinta allo stantuffo, che non arrivava però alla fine
della corsa se non in due casi:
●Carica di gas molto elevata
●Stantuffo il più possibile libero durante la corsa di andata

Eugenio Barsanti Felice Matteucci


scoppio e scarico). Quest’ultimo costituì la base per tutti i successivi, tra cui quello di Daimler, che sviluppò un motore a scoppio leggero e potente, in grado di essere applicato sulle automobili.

Nel 1889 Benz progettò e realizzò il primo modello di auto commerciale, nel 1892 Rudolf Diesel brevettò invece il motore senza candele che prese proprio il suo nome. Pochi anni più tardi, nel 1901, Maybach realizzò la prima automobile moderna, chiamata Mercedes dal nome della figlia del console Emil Jellinek che l’aveva commissionata. Si trattò della prima vettura a motore non derivata da una carrozza, ma progettata su un
telaio concepito per comprendere un motore.

Successivamente, nel 1860,il francese Lenoir costruì il primo motore a combustione interna che ebbe applicazioni industriali. Era un motore detto a doppio effetto cioè con distribuzione a cassetto in cui la miscela , costituita da aria e gas illuminante, veniva aspirata dal pistone ( all’interno della camera di combustione ) per circa metà corsa, successivamente, si accendeva una scintilla elettrica la quale incendiava il combustibile
che a sua volta spingeva lo stantuffo per la seconda metà della corsa compiendo così un giro utile.Il suo rendimento era del 4% e ciò rese notevole la diffusione di tale motore.

Nel 1866 i tedeschi E. Langen e A. Otto costruirono un motore verticale a stantuffo libero, analogo a quello di Barsanti e Matteucci, ma alquanto differente per alcuni accessori come lo speciale innesto tra l’albero motore ed il rocchetto il quale controllava il movimento dello stantuffo.

Questo motore Sostituì ben presto il motore inventato da Lenoir per il minor consumo di combustibile ed un rendimento pari al 12% nonostante le enormi dimensioni di ingombro e le violente vibrazioni che trasmetteva alle strutture di sostegno. Nel 1860 il francese Beau de Rochas ideò il il ciclo a quattro tempi secondo il quale in quattro corse del pistone, all’interno del cilindro si dovevano effettuare le seguenti operazioni:

* 1° cosa: aspirazione della miscela

* 2° corsa: compressione
Nikolaus Otto

* 3° corsa: accensione al punto morto e successiva espanzione dei prodotti di combustione ( scoppio )

* 4°corsa: scarico dei gas combusti


Come funziona?
Il motore a scoppio è più propriamente definito motore a combustione esterna

Il motore a scoppio è una macchina motrice endo termica. Esso permette di


convertire l’energia chimica, all’interno di una miscela aria combustibile,
come ad esempio la benzina o il diesel, il cherosene o il GPL, in lavoro
meccanico. Questo lavoro meccanico è reso disponibile all’albero motore e in
generale al sistema di combustione. La conversione energetica avviene
all’interno della camera di combustione. All’interno di essa, i gas combusti
generano una alta pressione ed aumento di volume, spingendo il pistone verso
il basso. Il pistone a sua volta fa ruotare l’albero motore.

La miscela impiegata per il funzionamento del motore a scoppio è un


combustibile: potrà essere benzina, gasolio, GPL o altri derivati del petrolio.
L’ossigeno dell’aria funziona invece come comburente. A seconda del tipo di
combustibile impiegato, varieranno le caratteristiche del motore a scoppio e il
suo diverso impiego in vari ambiti.
spillo massimo

spillo minimo

carburatore

spinotto pistone

pistone

albero motore

avviamento a
strappo

luce d’ingresso
spinoso albero motore
albero motore volano albero
carter
motore
Tipi di motore a scoppio
La classe dei motori a scoppio comprende una grande varietà di diverse tipologie di motori. Vi sono motori
volumetrici, nei quali il fluido motore viene elaborato quotidianamente all’interno di un volume ben definito e
generato ciclicamente dal movimento di alcuni organi meccanici. I motori volumetrici sono poi classificati
in motori a movimento alternativo e motori a movimento rotativo.

Vi sono poi i motori continui, ovvero il fluido motore viene elaborato in maniera continua in una particolare
zona del motore. Essi si classificano rispettivamente in motori turbina a gas, motori a reazione, esoreattori
ed endoreattori o motori a razzo. Infine vi sono i così detti motori alternativi che si suddividono in base al
tipo di ciclo termodinamico. Vi sono motori ad accensione comandata, impropriamente definiti motore a
scoppio e motori ad accensione spontanea (ciclo Diesel).

In base al frazionamento del ciclo i motori si suddividono invece in motori a due tempi, motore ibrido,
motore a quattro tempi, motore a cinque tempi, motore a sei tempi e motore a sette tempi.

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