Oggetto: Relazione smontaggio motore 1000 fire con descrizione componenti e passaggi.
Schema:
1) Esploso motore dove si possono notare i componenti disassemblati del motore, coppa dell’olio,
pompa olio, coperchio punterie, monoblocco della testata, collettori, albero motore, bronzine, bielle,
pistoni, valvole, sedi valvole, bicchierini 2) Immagine sezionata del motore fire 1000, dove si
possono ben vedere i principali componenti 3) Esploso motore fire 1000. L’immagine rappresenta
l’esploso del motore, ossia una raffigurazione scomposta di un elemento unico (complesso blocco
motore) in modo da visualizzare i suoi componenti interni e la loro disposizione.
Considerazioni teoriche: Il motore fire 1000 (acronimo di fully integrated robotized
engine) è un motore a 4 tempi alimentato a benzina con 4 cilindri in linea verticale e distribuzione ad asse a
camme in testa a 8 monoalbero.
Caratteristiche: -cilindrata:999 cm^3 -alesaggio e corsa:70x64 mm distribuzione a cinghia dentata con v
alvole in testa -rapporto corsa/alesaggio:0,927-potenza massima:45CV a 5000 rpm -coppia massima:80,4
Nm a 2750 rpm -carburatore monocorpo Weber 32 TFL/250 -albero a camme in testa azionato da cinghia
dentata -valvole di aspirazione e scarico verticali e parallele -5 supporti di banco
Materiale blocco: ghisa
Materiale testata: lega leggera d’alluminio
Raffreddamento a liquido
Il 1000 fire 8v fu prodotto in Europa fino ai primi anni 2000, in versione a carburatore dal 1985-1992 e a
iniezione elettronica SPI dal 1987 al 2002. Nel 1989 il motore 1000 fire 8v vide la predisposizione all’uso
delle nuove benzine senza Pb e quindi la coppia massima si ridusse a 78 Nm a 2750 giri, e il RDC passò da
9,8 a 9,5, cambiò anche la taratura dell’anticipo dell’accensione, ciò però generò una perdita di prestazioni.
Fu un motore che portò a grandi innovazioni con l’uso della ghisa ridusse il peso del basamento di ben 6 kg
in meno rispetto al motore monoblocco del 903. Inoltre grazie all’uso di tale materiale è stato possibile
limitare lo spessore delle pareti del monoblocco a soli 4mm. Altra novità fu la testata in lega leggera che
venne realizzata in un unico pezzo. Altra novità fu che tutti i bulloni e le viti furono progettati per essere
raggiunti da chiavi a tubo dritte e quindi facilitare la manutenzione. Apprezzato ed entrato nel cuore della
storia motoristica dell’Italia e del mondo ad oggi viene ancora installato da Fiat.
Attrezzature utilizzate: Per svolgere l’azione di disassemblaggio del motore sono necessari svariati attrezzi,
forniti all’interno del carrello attrezzi. Sono stati ritenuti necessari i seguenti:
Dopo aver rimosso il coperchio delle punterie ci si trova davanti l’albero a camme collegato
alla puleggia della cinghia, e il condotto “cannetta di lubrificazione” dei cappellotti
dell’albero a camme, prima dello smontaggio di questi componenti è necessario eseguire il
processo di messa in fase del motore
Messa in fase del motore: sul motore sono presenti dei segni di riferimento, necessari per lo
svolgimento di questa operazione, tali riferimenti sono presenti sia sul banco che sulla
testata, più precisamente corona-albero a camme, monoblocco e testata. Ruotare il motore
fino a portarlo al PMS del cilindro 1
Successivamente si procede con la rimozione dei 3 cappellotti dell’albero a camme, fissati
ognuno da 2 bulloni, rimossi tramite l’ausilio della chiave a bussola con inserto a bocca
esagonale da 10
Per completare l’operazione si rimuove la cannetta di lubrificazione dell’albero a camme,
fissata ai cappellotti da una delle due viti di quest’ultimi
Smontaggio testata:
La testa del motore va smontata a motore freddo, per impedire deformazioni. Si toglie l'acqua dal radiatore,
si toglie il tubo di gomma che permette il passaggio dell'acqua di raffreddamento dalla testata al radiatore,
allentando le fascette di serraggio. Tolto qualsiasi altro collegamento o complesso che intralci l'operazione, si
procede allo smontaggio della testata. Allentare prima i dadi dei prigionieri che uniscono la testata al
monoblocco. Occorre una chiave fissa, possibilmente ad occhiello. Sarebbe buona norma allentare con lo
stesso ordine con il quale si deve serrare e cioè operando sui dati diametralmente opposti, per eliminare
pericoli di deformazioni. Controllare la presenza della doppia ranella sotto ogni dado (quella di ferro per
permettere la libera rotazione del dado e la distribuzione della spinta su di una superficie maggiore; quella di
rame per assicurare, con il suo adeguamento, la tenuta d'acqua. Queste ultime se non vengono sostituite
devono essere spianate e ricotte ogni volta che si rimontano). Dopo essersi accertati che nulla più trattiene la
testata, si prova con le mani a smuoverla e sollevarla verticalmente per impedire che si abbia ad incastrare
nelle filettature dei prigionieri. Se non si muove, dare tutt'attorno dei leggeri colpi con il mazzuolo di legno o
gomma dura, così da staccare la guarnizione. Provare nuovamente sollevarla con le mani. Se ciò non serve,
fare leva su eventuali sporgenze di fusione. Non servirsi mai di cacciavite ogni qualvolta si toglie la testata,
in modo da non rovinare la guarnizione ed evitare di sostituirla, si potrà anche adottare tale sistema ma si
corre però sicuramente il rischio di produrre delle rigature, sbavature, deformazione sui due piani, con
possibile conseguente perdita di tenuta dell'acqua che di compressione. A testa smontata si possono fare
parecchie osservazioni sullo stato di funzionamento ed usura del motore.
Nella foto sottostante è presente l’immagine della testata con tutte le sue componenti. La testa è composta
da :-valvole (in questo caso 8, 2 per cilindro una di aspirazione una di scarico) -guida valvole –molle –
semiconi –fermo a semicono –paraoli valvole –scodellini per il registro valvole –bicchierini(composti anche
dalla pasticca che variando la dimensione determina il gioco delle valvole
Procedendo con l’operazione di smontaggio, tramite la leva di bloccaggio in posizione del cavalletto
del motore lo si pone sottosopra (con la coppa dell’olio rivolta verso l’alto)
Si rimuove la coppa dell’olio fissata tramite un alto numero di bulloni, rimossi con l’ausilio di una
chiave a forchetta da 10
Rimossa la coppa, ci si trova davanti la “cipolla” di pescaggio olio, detta anche succhieruola che
alloggiata all’interno della coppa svolge la funzione di filtro. Filtro a retina che rispetto agli attuali
filtri motore in materiale sintetico, consente il passaggio di impurità più piccole ma comunque
dannose per il motore, trattenendo solo scorie di “notevoli” dimensioni fermate dalla retina, tale
tipologia attualmente non è efficace, proprio per il motivo appena descritto.
Tale cipolla è fissata alla pompa dell’olio tramite due bulloni rimossi con una chiave a forchetta da
10
All’interno della pompa ci sono 2 ingranaggi, uno grande esterno uno piccolo interno, dal filtro, l’olio viene
pescato, passa nel condotto della pompa e arriva al monoblocco che poi andrà a lubrificare le parti.
La pompa prende il moto dall'albero motore. Dalla parte dell'aspirazione si allargano gli spazi tra gli
ingranaggi l’olio entra, passa nella parte opposta dove gli ingranaggi si restringono e l’olio entra in
pressione, attraversa il canale e va al monoblocco, eseguendo la funzione di lubrificazione. Il
coperchio sigilla e chiude la pompa.
La pompa è fissata esternamente al monoblocco tramite 5 viti a testa esagonale, smontati tramite una
chiave a “T” con braccio lungo che consente di arrivare in maniera agevolata alle viti, una volta
rimosse il blocco pompa olio potrà essere facilmente estratto a mano.