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Come Si Analizza Un Testo Narrativo
Come Si Analizza Un Testo Narrativo
narrativo
Ha un
Ha uno schema sistema di
narrativo personaggi
Come può iniziare una storia?
In forma
In descrittiva
In forma medias
narrativa res
Come può finire una storia?
Lieto Finale
fine circolare
In un
sistema
In una
gerarchia
I personaggi sono caratterizzati
Nell’aspetto
Nello
esteriore
sviluppo
e interiore
Che cos’è il tempo in un testo narrativo?
Tempo del
Tempo della storia: i fatti si racconto: di quei 60
svolgono all’incirca in 60 anni vengono
anni raccontate solo
alcune sequenze
utili a montare
l’episodio che
interessa veramente
Tempo della storia:come si calcola?
Per valutare la ‘durata’ del tempo della storia dobbiamo ricostruire la FABULA,
cioè l’ordine logico cronologico degli eventi.
Nell’esempio dell’Orfano,dobbiamo partire dalle vicende della protagonista,addirittura dall’incidente che nell’infanzia l’ha
sfregiata e ricostruire tutta la sequenza degli eventi fino al tragico finale:
Ricostruita la fabula ,concludiamo che il tempo della storia copre circa 50/60 anni (dall’infanzia della protagonista
all’elezione a sindaco dell’orfano)
Tempo del racconto : come si calcola?
Per valutare e analizzare il tempo del racconto dobbiamo considerare
l’INTRECCIO, ossia il modo con cui sono raccontati gli eventi:
L’infanzia della protagonista viene rivelata attraverso un flashback
Gli anni di collegio dell’orfano vengono omessi , grazie a una ellissi
I rapporti tra la anziana signorina e l’orfano , affettuosi nei primi tempi e
progressivamente inquietanti , vengono spesso riassunti in sommario
I pochi momenti in cui il tempo della storia e quello del racconto coincidono
sono le scene , costituite da sequenze dialogiche.
Gli eventi sono stati ‘intrecciati’, manipolati in modo da ottenere un racconto che
in meno di dieci pagine sviluppa una vicenda di circa 60 anni
Tempo della storia/tempo del racconto:come si
relazionano tra loro?
Riepilogando:
L’ordine degli eventi della storia(fabula) può essere manipolato nell’ordine degli
eventi del racconto(intreccio):
raccontando prima un fatto che avverrà dopo (prolessi) o raccontando dopo un
fatto avvenuto prima (analessi)
Il tempo della storia (TS) può essere alterato nel tempo del racconto(TR)
attraverso l’uso di:
pausa, sommario , ellissi, scena
TS=TR
TR>TS
TR<TS
Lo spazio narrativo
Pausa : il tempo del racconto si ferma ,per dare
spazio a una descrizione o una riflessione.
Sommario: nel racconto sono riassunti in breve
periodi più o meno lunghi ,ma non interessanti
nell’ambito dello schema narrativo.
Ellissi: nel racconto sono omessi del tutto alcuni
periodi ,più o meno lunghi , per ragioni diverse.
Scena : solo riportando i dialoghi dei personaggi si
ottiene coincidenza tra tempo della storia e tempo
del racconto.
Incipit narrativo
«Quando il signor Bilbo Baggins di Casa Baggins annunciò che avrebbe presto
festeggiato il suo centoundicesimo compleanno con una festa sontuosissima, tutta
Hobbiville si mise in agitazione.»
Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien
Eccoci dentro il racconto, e subito viene da chiedersi: chi è Bilbo Baggins e come fa ad avere 111
anni e perché il fatto che voglia festeggiare un compleanno mette Hobbiville in agitazione? E
poi, cos’è Hobbiville?
Insomma, questi dati inaspettati snocciolati in poco più di due righe ci sorprendono: sorgono
spontanee già tantissime domande!
Gli incipit narrativi riescono, in una manciata di righe, a portare l’attenzione su dettagli
all’apparenza banali ma che intuiamo essere importanti. La curiosità, infatti, è come un
pruritino: dà fastidio finché non ci si gratta! Di pari passo, si tende sempre a voler soddisfare
una curiosità, anche se solo una scintilla. Questo ci fa andare avanti nella lettura.
Inoltre, gli incipit narrativi hanno il pregio di condurci quasi per mano all’interno della storia.
Incipit descrittivo
«All’inizio di un luglio straordinariamente caldo, verso sera, un giovane scese per
strada dallo stanzino che aveva preso in affitto in vicolo S., e lentamente, come
indeciso, si diresse verso il ponte K. Sulle scale riuscì a evitare l’incontro con la
padrona di casa.»
Delitto e castigo di Fëdor Dostoevski
Una manciata di righe e abbiamo già tre riferimenti: luogo, tempo e personaggio.
Non ne conosciamo il nome ma il fatto che sia “come indeciso” ha un effetto
sorprendente, poiché instilla curiosità ma anche sospetto, confermato
immediatamente dalla frase seguente.
L’incipit descrittivo funziona come un faro che proietta la sua luce su uno o più
dettagli in particolare. Canalizzare l’attenzione e l’energia in maniera calzante
richiede tecnica e un buono spirito di osservazione. Per la riuscita di questo incipit
è consigliabile anche dare vivacità alle parole, giocando con la musicalità e il ritmo,
per non rischiare di appiattirle.
Incipit in medias res
«”Tu lo capisci, vero, che dobbiamo ucciderla?”. La domanda fluttuò nell’aria tranquilla della notte, parve
restarvi un momento sospesa, poi sprofondò via, laggiù, verso il Mar Morto.»
La domatrice di Agatha Christie
L’incipit in medias res è anche tipico dei gialli, dei thriller, dei noir. Viene
usato per creare suspence e, se capaci di farne buon uso, per fare
immedesimare il lettore nei panni del detective della storia.
L’incipit in medias res ha il pregio di essere immediatamente
comprensibile, funziona come una calamita: l’incertezza che riesce a
generare attrae, volente o nolente, chi legge, costringendolo a voler
proseguire la lettura. Tuttavia un rischio c’è. Lo scrittore, infatti, deve
essere bravo a mantenere alte le aspettative, deve rendere la storia
credibile e deve riportare a un ordine delle cose, pur non spezzando la
magia del racconto.
«”Tu lo capisci, vero, che dobbiamo ucciderla?”. La domanda
fluttuò nell’aria tranquilla della notte, parve restarvi un momento
sospesa, poi sprofondò via, laggiù, verso il Mar Morto.»
La domatrice di Agatha Christie
L’incipit in medias res è tipico dei gialli, dei thriller, dei noir.
Viene usato per creare suspence e, se capaci di farne buon uso,
per fare immedesimare il lettore nei panni del detective della
storia.
L’incipit in medias res ha il pregio di essere immediatamente
comprensibile, funziona come una calamita: l’incertezza che
riesce a generare attrae, volente o nolente, chi legge,
costringendolo a voler proseguire la lettura.
Il lieto fine
Al termine di una storia più o meno drammatica o
intricata, i protagonisti ottengono ciò che cercavano,
coronano un amore, sventano un attentato; in sostanza,
ciò che può andare per il verso giusto lo farà.