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Silvano Salvador
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In età moderna il più compiuto esame diretto con l'ausilio delle fonti
antiche lungo il tragitto della via Appia si deve a F. M. Pratilli. Nel volume
Della via Appia riconosciuta e descritta da Roma a Brindisi libri IV (Napoli
1745), egli si cimenta in dissertazioni erudite e propone la propria tesi, dopo
aver giustamente riconosciuto che l'oppidum di Aeclanum era ubicato a
Mirabella Eclano (precisamente a poca distanza dal passo di Mirabella). "Tra
il XIV e il XV milliario da Benevento si veggono gli avvanzi di Eclano, o sia
Eculano, poco distante da Mirabella; e nel medesimo territorio le sparse
vestigia della via Appia, e specialmente nella pianura di sotto Mirabella, al
presente chiamata capo di Gaudo [...] Questa via mena a destra del colle,
sopra il quale è situata Frigento, nelle cui più recenti rovine ingannossi il
Cluverio, e con esso lui il nostro Pellegrini, e ancor altri, credendole della
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antica Eclano. Abbagliaronsi essi a cagion della scorrezione del numero delle
miglia sull'itinerario di Antonino; ove descrivendosi il cammino da Benevento
a Taranto per l'Appia, si legge così
Item a Benevento Tarentum M.P.CL. [...]
La scorrezione è manifesta; perocchè essendo vere tali distanze, la somma
delle miglia non farebbe già cencinquanta, ma ben cencinquant'otto. Più
chiaro è l'altro abbaglio del medesimo itinerario circa l'altro cammino per la
medesima via da Benevento ad Otranto: benchè il nostro peraltro
avvedutissimo Pellegrini giudichi una essere stata, e non due diverse vie da
Benevento a Taranto, proseguita dipoi anche infino ad Otranto. L'itinerario ha
così:
Item a Benevento Hydruntum M. P. CLV. [...]
Dice da Benevento ad Otranto esser miglia 155. e poi computate le distanze
particolari ne risulta la somma di miglia 165. Alterate adunque sono le
distanze da Benevento ad Eclano, dal ponte sull'Ofanto a Venosa, da Venosa
a Lupazia; e o nell' una, o nell'altra (se furono due differenti descrizioni ) si è
preso errore, per la poca cura de' copisti, e forse in amendue i cammini.
Certamente se Eclano fu dov'ora è Frigento, e conseguentemente lontana
miglia XX in circa da Benevento, dovrebbe essere stata descritta in egual
distanza Frigento da Romula, o sia Romulea, al presente Bisaccio, che questa
dal ponte sull'Ofanto, di S. Venere appellato, non lontano da Monteverde. Ma
in tal maniera non sarebbe la distanza da Eclano a Romula, che di miglia XIII o
XIV e quella da Benevento ad Eclano di miglia XX in circa; il che discorda
troppo dagl'itinerar. Dovrà dunque dirsi vera l'opinione del dottissimo
Olstenio, seguita da' padri Benedettini della congregazione di S. Mauro nella
loro edizione dell'opere di S. Agostino, e da altri accorti moderni scrittori che
l'antica Eclano non fusse già dove è al presente Frigento, ma in poca distanza
da Mirabella [...] Da Eclano usciva la via Appia dirittamente verso Frigento tra
l'oriente estivo, e 'l settentrione, e trapassando alcune picciole collinette, ed
amene vallee, lasciava a man destra il castello di Fontanarosa circa a tre
miglia da Eclano distante [...] Rimettendoci ora nello intrallasciato cammino
diciamo che l'Appia poc'oltra a sinistra salendo per un'amena collinetta
menava tra Gesualdo e Frigento, nel qual luogo qualche vestigio apparisce
dell'antica selciata; e sebbene non portasse ella per dentro la detta città,
passava però poco di sotto. E' situata Frigento circa al XXI milliario da
Benevento. [...] Da questo luogo sotto Frigento comincia l'Appia a salire, ed
entrare per uno stretto di varj monti a destra, dov'è la Guardia, che
volgarmente chiamasi Longobarda, e indi il gran bosco detto Formicoso; e a
sinistra cominciano gli Appennini. Trattotratto truovansi reliquie della via
lastricata, e veggonsi anche delle selci spinte giù ne' valloni dalla forza delle
acque piovane, che quivi in copia grande si uniscono, e han rotto e guasto
essa via; sicchè poco se ne riconosce per lo spazio di ben sei miglia: dopo le
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quali salendo ella alquanto più in sù, fa meglio discernere le sue vestigia.
Circa a due miglia prima di giugnere in Romula, nel luogo, che chiamasi alla
pianura, si riconoscono molte rovine di antico specioso edifizio, e marmi
mezzo sepolti, e frantumi di colonne assai grandi reliquie certamente di
qualche nobile antico tempio; ma non vi ha nè antica inscrizione o altro segno,
onde si possa argomentare a qual nume fusse stato dedicato. E per lo
cammino stesso fin sotto Bisaccio non mancano altre rovine di edifizj, le
quali fan comprendere che quivi il corso stato fusse dell'Appia. [...]
Nell'itinerario di Antonino riportato nel capo antecedente vien la città di
Romula, o sia Romulea allogata nel XXXVII o XXXVI milliario da Benevento, e
nel XXII o XXI da Eclano. Egli è stato però manifesto error de' copisti:
imperciocchè dalle vicinanze di Mirabella, dove fu situata l'antica Eclano, fino
alla città di Bisaccio edificata sulle rovine dell'antica Romula, non si contano
che miglia XVI in circa. Or altrettante essendone da Eclano a Benevento, ne
siegue che questa fosse lontana da Romula circa miglia XXXII. L'error de'
copisti ha potuto nascere dal prendere un V per un X e così scrivere XXI e
XXII per XVI e XVII. Fu Romula città degl'Irpini situata sull'erta falda
dell'Appennino, non toccando ella il piano, in cui esser dovette qualche picciol
villaggio, od ostello per comodo de' viaggiatori, chiamato perciò Sub Romula
nello allegato itinerario. [...] Quindi la via per lo luogo, che chiamano la
cavallerizza, svolgendo alquanto a sinistra menava verso Lacedogna città
circa a IV in V miglia distante da Bisaccio; indi verso l'antica distrutta città di
Aquilonia che restava alla destra discosta miglia VI in circa, non già XI come
vogliono le tavole del Peutingero. Il che fece giustamente credere al Cluverio,
e fu approvato ancor dall'Olstenio, che Aquilonia fusse in quel luogo, dove al
presente è la terra di Carbonara [opinione che condusse al cambio di nome
del centro abitato da Carbonara ad Aquilonia, ndr], distante circa miglia sei
da Bisaccio, e miglia due in circa dal fiume Ofanto (non già sei come vuole il
suddetto itinerario) su del quale per nobile, e magnifico ponte si passava per
gire a Venosa. Nè mancano in quella parte avanzi mezzo sepolti di superbi
edifizj: chiaro indizio che vi sia stata qualche città già da gran tempo distrutta.
Fu Aquilonia da Plinio nella seconda regione d'Italia, e fra gl'Irpini annoverata,
le cui parole di sopra riportammo; e così anche da Tolommeo. Onde
s'ingannarono forse [...] i quali credettero essere Aquilonia lo stesso che
Lacedogna città circa miglia quattro quindi distante verso settentrione,
situata sull'erto di un monte. [...] Comunque ciò sia, certa cosa è che la via
Appia o fusse passata per di sotto la terra di Carbonara sul ponte dell'Ofanto,
che viene dal volgo comunemente chiamato di Perdiloglio, o per di sotto
Lacedogna verso l'Ofanto lasciando a destra in qualche distanza Carbonara
(siccome stimano i prattici del paese) non potè dire il vero l'itinerario del
Peutingero, disegnando la distanza di miglia VI da sotto Bisaccio ad Aquilonia,
e di altre VI da Aquilonia al ponte dell'Ofanto. Poichè questo fiume è miglia III
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Percorsi ipotetici della via Appia con guado dell'Ofanto (Pons Aufidiì) al ponte
di SantaVenere (lettere A, B e C), da G. Ceraudo, La Via Appia cit. Il tracciato
più probabile è il C.
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