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Eracle vortigina verticosamente sull’ecatonchiro appena emerso, i due lottano e in lontananza una
tempesta di fulmini si abbatte sulle vicine isole dell’orizzonte, infine il semidio asceso viene
abbattuto con il suo cavallo alato sul crinale del monte di Chios dove sono gli eroi, prima di cadere
l’eroe scaglia la spada di Teseo contro il mostro squarciandogli il petto e inchiodandolo sul fondo
del mare. Gli eroi avvicinati al semidio lo trovano moribondo tra le frasche degli ulivi abbattuti
dallo schianto, l’eroe con le sue ultime parole parlerà del concilio olimpico e di come gli dei
abbiano declinato l’appello di Ade ad intervenire contro i Giganti per paura di una nuova
sanguinosa gigantomachia, rivela che solo lui ed Ade si sono opposti al concilio e che il Dio ha
pagato la sua insubordinazione con la prigionia in uno dei livelli del Tartaro, inoltre esistono delle
forze che intendono spingere gli uomini a liberare i giganti promettendo loro poteri dalle vestigia
che cercano. I cercatori sono anime ignare dei pericoli che riguardano un secondo disastro come
quello avvenuto dopo la caduta di Troia e i guardiani occulti sono stati istruito d’Ade stesso a
vigilare sugli oggetti. Eracle infine rivela la sede della setta dei guardiani o protettori nella città di
Alicarnasso, la città dei morti ed intima il gruppo a cercare una persona di nome Daharios Kurtea
che vive lì e che potrà dare istruzioni su come riuscire a limitare i disastri che il gigante Oto sta già
compiendo tra Corinto e la Megaride. Il semidio esala il suo ultimo respiro divenendo polvere
dorata che un vento innaturale spazza via nell’aria.
Daharios Kurtea
Capitolo 1 La città dei morti
Alicarnasso
I cittadini di Alicarnasso sono spaventati da un necrofago che dissacra le tombe lungo le vie maestre delle
città, lo chiamano il “terrore notturno”, mentre il gruppo è in cerca del covo degli occulti una vittima viene
avvistata disseppellita e divorata, una donna di origini egizie morta da pochi giorni di nome Asheti. Il covo è
un tempio sotterraneo in rovina molto antico, al quale si accede solo se invitati, fortuna vuole che gli occulti
tenevano i loro occhi sul gruppo dal loro arrivo in città.