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Devoniano

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Nella Scala dei tempi geologici, il Devoniano
(da Devon, contea dell'Inghilterra dove gli Sottosistema/ Età
Periodo Piano
Epoca (Ma)
affioramenti di rocce di questo periodo sono
abbondanti) è il quarto dei sei periodi in cui è Carbonifero Mississippiano Tournaisiano
Più
recente
suddivisa l'era del Paleozoico, che a sua volta è
la prima delle tre in cui è suddiviso l'eone 358,9-
Famenniano
Fanerozoico. 372,2
Superiore
372,2-
Il Devoniano è compreso tra 419,2 ± 3,2 e Frasniano
382,7
358,9 ± 0,4 milioni di anni fa (Ma), preceduto
382,7-
dal Siluriano e seguito dal Carbonifero.[1][2] Givetiano
387,7
Medio
Alla fine del Devoniano scomparve circa il 387,7-
Devoniano Eifeliano
393,3
60% delle specie allora viventi, in seguito ad
un'estinzione di massa che alcuni studiosi 393,3-
Emsiano
407,6
407,6-
Inferiore Praghiano
410,8

410,8-
Lochkoviano
419,2
Più
Siluriano Pridoliano -
antico

Suddivisione del sistema del Devoniano secondo la


Commissione internazionale di stratigrafia (ICS).[1]
attribuiscono, come quella dei dinosauri nel Cretaceo, all'impatto di un asteroide con la Terra.

Indice
Suddivisione
Definizioni stratigrafiche e GSSP
GSSP
Paleogeografia
Clima
Fauna
Il Devoniano in Italia
Flora
Estinzione di massa
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Suddivisione
La Commissione Internazionale di Stratigrafia, riconosce
per il Devoniano una suddivisione in tre epoche e sette
Età, o piani, ordinati dal più recente al più antico
secondo il seguente schema:

Devoniano superiore o Condrusiano


Famenniano (372,2 ± 1,6 - 358,9 ± 0,4 Ma)
Frasniano (382,7 ± 1,6 - 372,2 ± 1,6 Ma)
Devoniano medio
Givetiano (387,7 ± 0,8 - 382,7 ± 1,6 Ma)
Ricostruzione di un paesaggio del Devoniano.
Eifeliano (393,3 ± 1,2 - 387,7 ± 0,8 Ma)
Devoniano inferiore o Renano
Emsiano (407,6 ± 2,6 - 393,3 ± 1,2 Ma)
Praghiano (410,8 ± 2,8 - 407,6 ± 2,6 Ma)
Lochkoviano (419,2 ± 3,2 - 410,8 ± 2,8 Ma)

Definizioni stratigrafiche e GSSP


La base del Devoniano, che coincide con quella del suo primo piano, il Lochkoviano, è fissata alla prima
comparsa negli orizzonti stratigrafici dei graptoliti della specie Monograptus uniformis.[3]
Il limite superiore, che segna anche il confine tra Devoniano e Carbonifero, è fissato alla comparsa dei
conodonti della specie Siphonodella sulcata.

GSSP
Il GSSP,[3] il profilo stratigrafico di riferimento della Commissione Internazionale di Stratigrafia, è
identificato in una sezione della collina di Klonk, nel comune di Suchomasty, nel distretto di Okres Beroun,
a sud-ovest di Praga, nella Repubblica Ceca.[4] È nello strato 20 che fanno la loro comparsa per la prima
volta i graptoliti della specie Monograptus uniformis.

Paleogeografia
La paleogeografia del Devoniano è
dominato dal supercontinente
Gondwana nell'emisfero meridionale,
dal continente Siberia al nord e dalla
formazione del piccolo supercontinente
Euramerica al centro. Fu un periodo di
grande attività tettonica nella Laurasia,
risultato dell'unione tra Laurentia, la
Siberia e la Gondwana.[5]

La Laurasia si formò all'inizio del


Devoniano in seguito alla collisione tra
la Laurentia e la Baltica e si posizionò
all'altezza del Tropico del Capricorno,
Il supercontinente Euramerica durante il Devoniano. una zona particolarmente arida anche
allora, soggetta alla convergenza delle
due grandi correnti di circolazione
atmosferica dette cella di Hadley e cella di Ferrel.

In questo caso i deserti formarono gli antichi depositi sedimentari di arenaria rossa composta di ematite,
ferro ossidato di colore rossastro, tipica delle zone secche senza sostanza organica. La formazione delle
arenarie rosse antiche, old red sandstone, e del materiale terrigeno che costituisce questi depositi è
strettamente associata all'erosione delle catene montuose della Caledonia, che erano state sollevate dalla
collisione degli antichi continenti Avalonia, Baltica e Laurentia durante l'orogenesi caledoniana.

Nel tardo Devoniano l'arco vulcanico cominciò ad avvicinarsi alla piattaforma continentale, preludio
dell'orogenesi antleriana che si attuò nel successivo Carbonifero.[6]

Clima
Il Devoniano fu un periodo relativamente caldo e probabilmente privo di ghiacciai.[7] La ricostruzione della
temperatura superficiale delle acque del mare in base alla distribuzione dei Conodonti negli strati di apatite,
indica un valore di 30 °C nel Devoniano inferiore.[7] Il livello dell'anidride carbonica nell'aria si abbassò
notevolmente perché lo sviluppo delle neonate foreste sottrasse il carbonio dall'atmosfera e con la caduta nel
terreno degli alberi, lo fissò nei sedimenti. Questo può anche spiegare la causa del raffreddamento di circa
5 °C che si verificò nel Devoniano medio.[7] Nel tardo Devoniano la temperatura ritornò ai valori del primo
periodo, come si può dedurre dalla distribuzione delle piante.[7]

Le condizioni climatiche influenzarono anche lo sviluppo della vita nelle scogliere marine; le forme
microbiche furono probabilmente le più attive nella costruzione delle scogliere nei periodi caldi, mentre i
coralli e le spugne stromatoporoidi assunsero un ruolo dominante nei periodi più temperati. Il riscaldamento
del tardo Devoniano può aver contribuito all'estinzione degli stromatoporoidi.

Fauna
Nei mari, le comunità di piattaforma carbonatica raggiungono il massimo sviluppo e la massima
diversificazione di tutto il Paleozoico, con comunità a tetracoralli, tabulati e stromatoporoidi. Il livello del
mare nel Devoniano era generalmente alto e la fauna marina continuava ad essere dominata da briozoi, con
l'abbondante presenza di numerosi brachiopodi, degli enigmatici Hederelloidea, dei Microconchida e dei
coralli. I crinoidi erano abbondanti, e i trilobiti erano ancora abbastanza comuni, anche se in declino. Tra i
vertebrati, i pesci con una corazza ossea senza mascelle, gli ostracodermi, sono diminuiti in diversità, mentre
i pesci con mascelle (gnatostomi) sono aumentati contemporaneamente sia in mare che in acqua dolce. I
placodermi corazzati erano numerosi durante gli stadi più antichi del periodo; si estinsero nel tardo
Devoniano, forse a causa della competizione per il cibo contro le altre specie ittiche.

Con la crisi biologica del Devoniano Superiore (transizione Frasniano-Famenniano), questo complesso
ecosistema subisce un collasso e una drastica riduzione della distribuzione su scala globale, tanto che le
successive piattaforme carbonatiche paleozoiche saranno prevalentemente di tipo microbialitico (costruite
cioè prevalentemente da batteri e alghe unicellulari). Per quanto riguarda i cefalopodi, sono ancora molto
diffusi i nautiloidi, soprattutto gli ortoceratidi, ma le ammoniti, comparse all'inizio del periodo con forme
primitive a sutura semplice (goniatiti), si diffondono rapidamente fino ad una evoluzione esplosiva nel
Devoniano Medio e Superiore[8]. Compaiono i condritti (pesci cartilaginei) e gli osteitti (pesci ossei) che si
diversificano e svolsero un ruolo importante nei mari del Devoniano. l primo genere abbondante di squalo,
il Cladoselache, apparve negli oceani durante il periodo. Alla fine del periodo si estinguono gli
ostracodermi.

In terra, tra gli artropodi compaiono gli insetti senza ali, prime forme documentate di vita animale terrestre.

Compare un particolare gruppo di pesci dalle pinne carnose noti come tetrapodomorfi, dalle caratteristiche
intermedie tra pesci e anfibi. Tra questi, Panderichthys era probabilmente un abitatore dei fondali, mentre
sembra che Tiktaalik fosse un abituale frequentatore delle terre emerse.

Nel Devoniano superiore compaiono anche gli anfibi con il genere Ichthyostega.

Ma questo periodo, detto anche "Età dei pesci", si distingue per la varietà e l'abbondanza degli abitanti degli
oceani.

Il Devoniano in Italia
In Italia tracce di questo periodo sono state rinvenute nelle Alpi Carniche, dov'è stata trovata una vasta
gamma di invertebrati (celenterati, brachiopodi, trilobiti) e in Sardegna, dove sono stati rinvenuti tentaculiti
ed ammoniti.
Dunkleosteus Cladoselache Eusthenopteron Bothriolepis

Coccosteus Cephalaspis Cheirolepis Ichthyostega

Acanthostega Hemicyclaspis Titanichthys Bundebachia

Heliantaster Loriolaster Pituriaspis""

Flora
Le felci sono un gruppo antico, apparso già nel Devoniano inferiore . Erano molto diffuse le psilopsidi, si
svilupparono gruppi di pteridofite quali licopsidi, sfenopsidi e pteropsidi e incominciarono ad apparire le
prime spermatofite (pteridosperme e cordaitali, Archaeopteris ). Da segnalare le piante devoniane, come
Protolepidodendron, Archaeopteris, Pseudosporochnus e Wattieza, e la Barrandeina.
Psilophyton Pseudosporochnus Archaeopteris

Estinzione di massa Taglio radiale in


scala=0,1 mm di legno di
L'estinzione più importante si verificò all'inizio dell'ultima fase del periodo
Archaeopteris
Devoniano, alla fine de Famenniano (il confine frasniano-famenniano), circa (Callixylon), pianta
372,2 milioni di anni fa, quando tutti i pesci fossili agnati, ad eccezione degli estinta del Devoniano
eterostraci psammosteidi, scomparvero improvvisamente. L'estinzione tardiva
del Devoniano fu uno dei cinque eventi di estinzione più importanti nella storia
del biota terrestre, e fu più drastica dell'evento di estinzione più nota che concluse il Cretaceo.

La crisi dell'estinzione del Devoniano colpì principalmente gli organismi marini, e colpì selettivamente gli
organismi d'acqua calda poco profonda piuttosto che gli organismi d'acqua fredda. Il gruppo più importante
ad essere colpito da questo evento di estinzione sono stati i costruttori dei grandi sistemi di reef del
Devoniano. Tra i gruppi marini maggiormente colpiti vi erano i brachiopodi, trilobiti, ammoniti, conodonti,
acritarchi, pesci senza mascella e tutti i placodermi. Le piante terrestri e le specie d'acqua dolce, come i
nostri antenati tetrapodi, sono state relativamente poco colpite dall'evento di estinzione del Devoniano
tardivo (un controargomento afferma che le estinzioni del Devoniano hanno quasi spazzato via i
tetrapodi)[9].

Uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences il 19 agosto 2020,
elaborata dagli esperti dell'Università dell'Illinois, che hanno condotto uno studio per rintracciare degli
isotopi radioattivi nelle rocce terrestri, ipotizza che potrebbe essere stata causata dall'esplosione di una o più
stelle perché analizzando i campioni relativi al confine tra il periodo Devoniano e quello Carbonifero
(commenta Brian Fields, docente presso l'Università dell'Illinois), è emerso che contengono centinaia di
migliaia di generazioni di spore vegetali che sembrano aver subito l'impatto dei raggi solari e della luce
ultravioletta, il che potrebbe rappresentare la prova di un evento di impoverimento dell'ozono di lunga
durata. L'esperto spiega inoltre che le catastrofi terrestri come il vulcanismo possono compromettere
l'integrità dello strato di ozono, ma una o più esplosioni di supernova a circa 65 anni luce di distanza dalla
Terra potrebbero essere state responsabili della prolungata perdita di ozono. La chiave per dimostrare un
evento esplosivo del genere (sostiene Zhenghai Liu, coautore dell'articolo) sarebbe rilevare gli isotopi
radioattivi plutonio-244 e samario-146 nelle rocce e nei fossili depositati al momento dell'estinzione:
nessuno di questi isotopi è presente naturalmente sulla Terra oggi, per cui l'unica spiegazione per la loro
presenza sarebbe un'esplosione cosmica[10]. Detta ipotesi resta comunque ancora oggetto di studio da parte
degli scienziati.

Note
1. Commissione internazionale di stratigrafia, International Chronostratigraphic Chart, su
stratigraphy.org, Unione internazionale di scienze geologiche. URL consultato l'8 marzo 2024.
2. ^ Gradstein, F.M.; Ogg, J.G.; Smith, A.G. (2004). A Geologic Time Scale 2004. Cambridge
university press
3. Global Boundary Stratotype Section and Point (GSSP) of the International Commission of
Stratigraphy (http://stratigraphy.science.purdue.edu/gssp/), Status on 2010.
4. ^ Chlupác, I. and Kukal, Z., 1977. The boundary stratotype at Klonk. The Silurian-Devonian
Boundary. IUGS Series A, 5, p. 96 - 109.
5. ^ Copia archiviata (PDF), su gl.fcen.uba.ar. URL consultato il 20 dicembre 2011 (archiviato dall'url
originale il 29 settembre 2011).
6. ^ Ron Blakey, Devonian Paleogeography, su jan.ucc.nau.edu. URL consultato il 30 gennaio 2010
(archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2007).
7. Graph of palaeotemperature from Conodont apatite, su sciencedirect.com. URL consultato il 30
aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
8. ^ Palaeos Paleozoic: Devonian: The Devonian Period - 1, su palaeos.com. URL consultato il 24
gennaio 2019.
9. ^ George R. McGhee, When the Invasion of Land Failed, New York, Columbia University
Press, 2013.
10. ^ L'esplosione di stelle potrebbe aver causato un'estinzione di massa, su la Repubblica, 19
agosto 2020. URL consultato il 20 agosto 2020.

Bibliografia
Felix Gradstein, Jim Ogg and Alan Smith: A Geologic timescale. Cambridge University
Press, 2004. ISBN 978-0-521-78673-7.
Ahlberg, E. 1995. Elginerpeton pancheni and the earliest tetrapod clade. Nature 373: 420-
425.
Amos, A.J. y A.J. Boucot. 1963. A revision of the Brachiopod Family Leptocoelidae.
Palaeontology 6: 440-447
Berner R.A., 1999, Atmospheric oxygen over the Phanerozoic time, Proceedings of the
National Academy of Science, 96, 10955-10957
Ogg, Jim; June, 2004, Overview of Global Boundary Stratotype Sections and Points
(GSSP's) http://www.stratigraphy.org/gssp.htm
Van der Voo, R. 1988. Paleozoic paleogeography of North America, Gondwana and
intervening displaced terranes: Comparisons of paleomagnetism with paleoclimatology and
biogeographical pattern. Geol. Soc. Amer. Bull. 100: 311-324.

Voci correlate
Scala dei tempi geologici

Altri progetti
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Collegamenti esterni

(EN) Michael R. House, Devonian Period, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia


Britannica, Inc.
(EN) Opere riguardanti Devoniano, su Open Library, Internet Archive.
(DE) Esempi di fossili del Devoniano, su geo-lieven.com.
Thesaurus BNCF 32589 (https://thes.bncf.firenze.sbn.it/termine.php?id=32589) ·
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