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Arte Greca Bejor, Castoldi - Riassunto del Libro con immagini


relative alle opere
Archeologia e storia dell’arte greca e romana (Università Telematica Internazionale
UniNettuno)

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1500 PORTA DEI LEONI Civiltà MICENEA in declino


BRONZO TARDO
aC Scompare la lineare B (scrittura sillabica), l'organizzazione
palazziale verticistica
1200
aC

1100 ETA' DEL FERRO ARRIVO DEI DORI IN GRECIA


aC Inizio dell'età del Ferro, passaggio dall'inumazione alla
cremazione
1050 PISSIDE ATTICA Londra British Museum Non vi è una cesura netta con la ceramica submicenea, ad
900 Atene in Attica iniziano a fare la comparsa d vasi meglio
aC proporzionati, sono vasi per la conservazione di liquidi e del
loro consumo durante ai banchetti (anfore oinochoai crateri
STILE PROTOGEOMETRICO

skyphoi) Accanto alla linea ondulata di tradizione micenea,


l'ornato si compone di larghe bande linee sottili triangoli
campiti a reticolo, cerchi semicerchi e cerchi concentrici
dipinti con un pennello montato su compasso in particolar
VASO ATTCO modo sulla parte più in vista dove il diametro è maggiore; la
campitura a vernice nera copre invece le zone di scarsa
visibilità come il collo e la parte inferiore del vaso.

Del periodo di passaggio dal protogeometrico al geometrico


antico è il centauro di Lefkandi 36 cm rinvenuto spezzato e
diviso in due tombe nella necropoli diToumba

900 Sviluppo rapido e impetuoso ad Atene ripresa dei contatti


GEOMETRICO ANTICO

850 con l'Oriente ricompare l'oro lavorato con la tecnica della


aC filigrana e materiali pregiati in avorio . Tra i vasi anfore
larghi crateri gli skyphoi le pissidi e con una distinzioni per
uso nei corredi funebri: le anfore per le tombe femminili ed
i crateri per quelli maschili. Le decorazioni si dispongono per
fregi orizzontali sovapposti, predilezioni di linee a zig zag
meandri e un progressivo scomparire di cerchi tracciati a
compasso , ampie superfici campite in nero

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850 Intorno alla metà del IX secolo mentre l'ordito geometrico


750 va poco a poco estendendosi su tutto il vaso compaiono
aC raramente raffigurazioni di animali e di uomini resi a
silhouette. I vasi destinati a fungere da segnacolo alla
tomba assumono proporzioni monumentali si affermano
crateri su alto piede con vasca molto capiente altezza media
50 cm mentre le anfore superano gli 80 cm. In questa fase è
anche utilizzata la pisside a scatola bassa e schiacciata il cui
parigi museo del coperchio è dotato di un'impugnatura formata da cavallini
fittili.
Nel IX sec è stata rinvenuta una tomba di una ricca signora
Louvre ad Atene con granaio a simboleggiare la natura agricola
della ricchezza del personaggio la donna è stata seppellita
con parure di gioielli in avorio faience pasta vitrea oro ferro
e bronzo
Skyphos di Eleusi datato ad una fase del Geometrico Medio
avanzato , sulla vasca sono dipinte due scene che
GEOMETRICO MEDIO

corredo tomba rappresentano i più antichi esempri di composizione


femminile museo agorà di Atene figurata su ceramica. Da un lato una nave ha appena
toccato terra un uccello vi si posa, alcuni marinai si
Skyphos di attardano mentre due individui armati sono già scesi a terra
Eleusi con arco e frecce per un attacco piratesco. Sul lato opposto
scontro mentre alcuni arcieri incalzano due caduti ciacciono
a terra si tratta prob di una storia di un ricco personaggio
che partecipò a spedizioni d'oltremare e si vantava delle sue
gesta a banchetto

Con l'istituzione dei giochi olimpici nel 776 aC diventano più


numerosi i tripodi bronzei rinvenuti nei santuari della
Greciai manici ad anello sono decorati con motivi incisi o
ornati con appliques di figurine o cavallini fittili. Anche le
raffigurazioni umane sono simili ai dipinti dei vasi a silouette
aurighi opliti atleti suonatori.
Si segnalano di questo periodo anche statuette in avorio dal
-dipylon raffiguranti personaggi femminili nudi con le
braccia stese. Motivo a meandro ce decora il polos il
copricapo a calotta sta ad indicare che si trattava di una dea
Intagliare l’avorio non è semplice per cui ci dimostra che
c’erano maestranze locali
Molte statuette rappresentavano le offerte fatte agli dei
erano la decima esempio l’oplita

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750 Crescita di popolazione e di ricchezza importazione di


700 VASO DEL prodotti di lusso, le decorazioni del vaso si espandono fino a
aC DIPYLON occuparne tutta la superficie o per fregi sovrapposti o
804 all'interno di pannelli metopali. Temi: episodi funebri di
esposizione (prothesis) del defunto di trasporto del
cadavere, oppure temi narrativi ispirati alla mitologia. La
costruzione della figura umana risponde a regole precise,
vengono enfatizzati alcuni elementi del corpo umano le
spalle ampie la vita stretta le cosce forti vengono
evidenziate le articolazioni braccia muscolose che
impugnano lance spade e scudi, le donne sono
GEOMETRICO TARDO

rappresentate con seni e vestite di tuniche lunghe. Il corpo


appare come un insieme di elementi non come unità. E'
aumentato l'uso della della decorazione figurata, intorno al
760 inizia la sua attività la Bottega del Dipylon che trae il
nome dalla necropoli ateniese, essa domina incontrastata
per una generazione specializzandosi nei vasi funerari.
CRATERE Il vaso del Dipylon 804 alto 1.55 m completamente
ATTICO 990 decorato con tessitura geometrica e scena nel massimo
diametro di prothesis. Sul letto funebre il defunto è steso
prospettiva testa di profilo e busto frontale un fanciullo si
aggrappa al letto due figure sono inginocciate e due sedute
impegnate nel lamento rituale
Cratere 990 alto 1.23 m con episodi omerici al corteo
funebre partecipa l'aristocrazia oplitica.
Il declino del periodo geogetric ad Atene nell'VIII sec si
accompagna un declino sociale e culturale le ceramiche
attiche diventano meno competitive a discapito di quella
corinzia (legge frantalità arcarica per rappresentare l’uomo)
1000 La POLIS dall'XI all'VIII sec è una città COLONIZZAZIONE IONICA trasferimento e occupazione
aC aristocratica di matrice oplitico- stabile delle coste occidentali della penisola anatolica da
contadino guidata dagli aristoi (basileis) parte di gruppi di Greci provenienti da zone continentali, fu
composta dall'acropoli dell'asty (città una ricerca di spazi vuoti per la creazione d nuovi
abitata) e la chora (territorio da cui insediamenti e sfruttamenti di territori
trarre risorse)
ARCHITETTURA IN ETA' PROTOGEOMETRICA E GEOMETRICASono costruite in materiali per lo più
deperibili su muri e zoccoli di fondazione in pietre di piccolo taglio e ciottoli di fiume, con alzati di
mattoni crudi (impastati con argilla e paglia ed essiccati al sole prima dell'uso inseriti in telai lignei di
pali e travi leggere con tetti straminei e pavimenti in semplice battuti di terra - architekton= capo di
coloro che sanno contessere il legname nella struttura progettata.
IN AMBIENTE DORICO I TEMPLI SONO DEL TIPO MEGARON MICENEO E NAISKOS i sacrifici venivano
spostati all'esternoIN AREA IONICA PIU' CHE EDIFICI CHE ACCOLGONO L'AGALMA DEL DIO SONO DEI
RECINTI MONUMENTALIZZATI PER LA TEOFANIA DEL DIO OVVERO LA STAUA DI CULTO ESPOSTA
SOTTO UN BALDACCINO O UNA STRUTTURA DI PROTEZIONE

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1000 HEROON DI LEFKANDI (EUBEA) Edificio monumentale, datato alla prima metà del secolo X
950 di pianta rettangolare alluntata (4 50m) terminante con un
aC abside e accessibile dal lato corto tramite un'anticamera,
prima l'interno è composto da più ambienti comunicanti.
metà
Fondazione in pietre con alzato in mattoni crudi e tetto
X sec
spiovente in canne e paglia. Il peso del tetto era sostenuto
da una fila di pali lungo l'asse centrale e da un recito di pali
tutto intorno la struttura. Probabilmente eretto come
abitazione di un re locale ne diviene poi la sepoltura,
all'interno infatti fu scoperta una tomba scavata nel
pavimento e divisa in due scomparti, l'uno conteneva le
ceneri avvolte in un drappo e deboste in un'anfora di un
guerriero sepolto con spada e puta di lancia in ferro, e i resti
di una donna con ricchi ornamenti in oro bronzo e ferro;
l'altro le ossa di 4 cavalli con i relativi finimenti. Dopo la
deposizione l'Heroon fu chiuso rampe furono addossate ai
nuri per formare una sorta di tumulo. Questa struttura fa
pensare al culto di matrice eroica . I pali che circondano la
struttura fanno pensare a una prima peristasi.
750 DAPHNEPHORION DI ERETRIA Edificio absidato lungo 10 m le cui pareti sostenute da pali
aC disosti a tenaglia erano fatte di rami di alloro albero sacro
Metà ad Apollo che fanno pensare ad una destinazione a edificio
VIII di culto. Verso la fine dell'VIII sec questa primitiva struttura
sec
viene affiancata da un'altra costruzione absidata ma lunga
fino a 100 piedi quindi un hekatompedon. La continuità del
culto di Apollo è testimoniata dalla presenza di un tempio
periptero (III) del VII e VI secolo a C.

VIII ARTEMISION DI EFESO Periptero 8x4 colonne peristasi lignea nel quale viene eretto
sec il tabernacolo l'agalma della dea, l'area è frequentata come
luogo sacro sin dal X sec al tempo dello stanziamento degli
Ioni che hanno assimilato alla greca Artemide il culto della
dea madre signora della natura, all'aspetto notturno di
questa divinità era forse legato anche l'orientamento del
tempio con canonico verso ovest. Ricostruito nel VI sec
750 MAZARAKI presso PATRASSO tempio di In una zona montagnosa a circa 1300 m di altezza è stato
700 Artemide rinvenuto una struttura di forma allungata biabsidata
aC II dedicata ad Artemide Aontia che soffia così detta per i forti
metà venti che colpiscono la zona, il perimetro è completamente
VIII
circondato da colonne in legno
sec

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Fino NAISKOS Piccolo tempio di villaggio, sia absidato che rettangolare con
al VII tetti a falde diritte o ricurve, in legno e argilla esteticamente
sec meno pretenzioso e meno elaborato. Ne possediamo diversi
modellini in terracotta e pietra rinvenuti come doni votivi
nei santuari stessi. Esempio di modellino Heraion di Argo
Atene degli ultimi decenni del VIII sec suggerisce la presenza
di uno spazio vuoto formato dalle falde del tempio che sarà
successivamente occupato dal frontone

VIII TEMPIO DI HERA A SAMO - HERAION Edificio rettangolare molto allungato con copertura piana o
con tetto in paglia. Hekatompedon di mattoni crudi su muri
in piccole pietre squadrate il cui tetto era sostenuto da una
fila centrale di pilastri lignei in funzione di un architrave
corrente nella lunghezza. Al tempio s accedeva da un lato
corto aperto tristico (3 colonne) in antis, la statua di culto
della dea in legno era collocata sul fondo su una base fuori
asse perchè la vista era impedita dai pali centrali. Forse
presente una peristasi lignea
Ricostuito nel VII sec vedasi scheda successiva

Progressiva pietrificazione del tempio: da ciottoli informi si passa la blocco di pietra squadrata dal tetto
stramineo al tetto in tegole dall'uso di argilla cruda alla terracotta della decorazioni. Il legno verrà
sostituito dalla pietra soprattutto nella cella nelle colonne e nei capitelli, i muri esterni non potevano
reggere il peso della copertura per cui si è dovuto ripartire il carico sulla peristasi esterna e su una o
più fila fi sostegni interni al naos. Da questo momento si ha un definirsi degli stili ionici e dorici intesi
come sistemi costruttivi ed estetici
Inizio HERAION DI ARGO - TEMPIO DI HERA AD ARGO
VII
sec Uno dei più
aC antici templi
ETA' ORIENTALIZZANTE

con peristasi
del
Peloponneso
n. 10
struttura
allungata 5o6 x
14 colonne con
peristasi lignea
sormontata da
capitelli in
pietra molto
piatti

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Prima TEMPIO DI POSIDONE A ISTMIA Edificio periptero 7x18 colonne con cella di 100 piedi
metà preceduta da pronao, la colonna centrale del lato breve è
VII in asse con la fila di colonne interne che attraversano sia il
sec naos che il pronao, copertura a falde sorretta da pilastri
aC
lignei di rinforzo addossati al perimetro eterso della cella.
Il basamento è in poros calcare locale, l'elevato in mattoni
crudi, la trabeazione con le colonne e l'intelaiatura del
tetto è in legno. Il muro esterno del naos era rivestito di
stucco bianco con decorazione figurata dipinta
650 HERAION DI OLIMPIA Testimonia la transizione dell'edificio in legno e mattoni a
aC quello in pietra per lo stato di conservazione degli alzati.
Cella di 100 piedi preceduta da un pronao di 20 distilo i
antis. Verso la fine del secolo viene ricostruito con
l'aggiunta di un opistodomo simmetrico al pronao e una
peristasi di 6x16 colonne lignee. Le 40 colonne lignee sono
poi rimpiazzate in età arcaica da esemplari in calcare che
consentono di studiare l'evoluzione del capitello dorico. La
cella in questo periodo viene divisa in piccole cappelle
laterali forse per mettervi i doni votivi al centro del naos
ETA' ORIENTALIZZANTE

erano le statue di culto di Zeus ed Hera. Le pareti della


cella erano in mattoni crudi collocati su uno zoccolo di
locchi di calcare ancora intatto. La trabeazione doveva
essere in legno e vi erano inchiodate metope in bronzo
lavorato a sbalzo. Nel frontone viene inserito un altorilievo
raffigurante una sfinge. La copertura fittile era
caratterizzata da ricca policromia come da ricostruzione
dell'acroterio. Nell'Heraion di Olimpia lo spazio chiuso è
suddiviso in pronao cella e opistodomo che diverrà
canonico nell'area dorica. La fronte con 6 colonne esastila
dialoca con pronao e opistodomo entrambi con colonne in
antis ed è in allineamento assiale con il doppio colonnato
della cella che non è più diviso in due navate da un
imìngombrante colonnato centrale bensì in tre mediante
due colonnati che occupai spazio ma liberano la vista al
centro della cella per una piena visibilità dell'agalma. Nella
trabeazione è presente il fregio dorico di triglifi e metope i
primi sono collocati sull'asse delle colonne e sull'asse degli
intercolumnii lo spazio vuoto che separa un triglifo
dall'altro diventa lo spazio della lastra della metopa ora in
argilla ora in bronzo ora in pietra scolpita. Tra una colonna
e l'altra sono presenti due metope. Vi scorgiamo ance i
primi accorgimenti per la soluzione al conflitto angolare
ossia l'inevitabile spostamento dei triglifi dall'asse delle
colonne al margine del tempio che viene compensato con
l'allargamento della prima metopa e la diminuzione degli
interassi agli angoli, successivamente in età arcaica si
tenderà a prediligere la prima soluzione in età classica la
seconda

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630 TEMPIO DI APOLLO A THERMOS - ETOLIA APOLLONION


625 Per molto tempo sono stati ritenuti i capostipiti
aC dell'archietettura templare greca ma attualmente sono
fine stati retradatati a età micenea
VII
Di fine VII sec tempio periptero, senza pronao ma con
sec
opistodomo molto profondo la cella in mattoni crudi è
ancora divisa in due navate da un colonnato assiale. La
peristasi di 5 x15 colonne lignee su tamburi di pietra regge
una trabeazione lignea e un fregio dorico inglobante
metope fittili dipinte con immagini mitiche. Di discussa
periodizzazione le metope
Metà HERAION A SAMO HEKATOMPEDON II Nel santuario di Samo in seguito ad un'alluvione il vecchio
VII hekatompedon viene sostituito da un nuovo edifcio che
sec sorge vicino al fiume perpendicolarmente al suo corso, di
ETA' ORIENTALIZZANTE

aC fronte viene eretto un altare. Nel nuovo edificio di culto la


cella co i muri costruiti in blocchi squadrati di calcare è
circondata da peristasi di colonne su basi rotonde forse in
legno, facciata tetrastila a discapito della facciata
posteriore tipico dello stile ionico. All'interno il colonnato
centrale è abolito a favore di pali addossati alle pareti del
naos con duplice rislultato sostegno al tetto e piena
visibilità della statua di culto sul fondo. Decorazioni con
elementi vegetali di tipo orientalizzante fregi continui.
Qualche anno dopo viene edificato anche una stoà
suddiviso in due navate destinato ad accogliere i pellegrini
e gli ex voto.
BRONZETTO DI APOLLO CON DEDICA DI Masse dei pettorali e dell'addome evidenti solco verticale
MANTIKLOS attraversa la figura lungo collo ogni parte del corpo viene
riprodotta è il punto di partenza per lo sviluppo della
scultura monumentale greca

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SCULTURA DEDALICA a CRETA Dedalo di Creta nome parlante colui che ben modella, fu
architetto del famoso labirinto e costruttore di templi
Sphyrelata di Apollo Artemide e Latona di scultore di statue inventore del trapano ascia sega filo a
Dreros piombo mastice, -dedalo storico non è mai esistito è il
prototipo dell'artista.
Xoana sono statuette di culto in diversi materiali, gli
sphyrelata sono statue di non piccole dimensioni ottenute
martellando una lamina di bronzo e piegandola attorno ad
un nucleo di legno a cui la lamina viene inchiodata
rimpiazzati presto dalla fusione cava. Esempio la triade
Apollo la madre Latona e la gemella Artemide dal tempio
di Apollo a Creta dove erano esposti su un altare apollo
alto 80 cm ha una maggiore spiccata vitalità le braccia
separate dal corpo reggevano gli attributi del dio. Le
immagini femminili alte 40 cm sono maggiormente fisse
gli arti lungo i fianhi delle gambe non c'è traccia perchè
coperte da una veste più una mantellina accenno dei seni,
il polos. Questa tecnica consente di raggiungere maggiori
dimensioni con meno materiale. Anticipano l'arte dedalica
La dama di Auxerre tipica della dama di Auxerre. Si tratta di una statua
femminile in pietra calcarea tenera realizzata a tutto
tondo di dimensioni notevoli 65 cm ora si trova al Louvre
non si conosce la provenienza ma lo stile è assimilabile alla
ETA' ORIENTALIZZANTE

plastica cretese orientalizzante. La fanciulla fi forme solide


e compatte è cinta in un peplo aderente in origine
policrome la gonna decorata con riquadri e il busto motivo
a squame una cintura chiude la veste sulle spalle una
mantellina. I capelli acconciati in trecce spartite ai lati del
volto con corta frangia a riccioli sembrano calcati sulla
testa come una parrucca. Il corpo assemblato con il
principio dell'addizione assiale e simmetrica delle masse,
presenta elementi nuovi rotondità del seno e braccia. Il
volto trapezoidale arrotondato è caratterizzato da grandi
occhi ipnotici e da una larga bocca atteggiata a sorriso. E'
verosimilmente una statua votiva datato intorno al 640
630 anche con il confronto dell'aryballos protocorinzio del
museo del Louvre
Tempio di Prinias divinità sedute stile dedalico maturo la
kore che verrà riproposta nei secoli successivi
Anche nel Peloponneso vi troviamo lo stile dedalico nella
metopa con triade femminile Heraklion

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KOUROS BRONZETTO DI DELFI Figura maschile nuda fatta eccezione della cintura
possibile origine egiziana posizione eretta con braccia
diritte appena allungate contro i fianchi pugni chiusi il
sistema composto da 21 parti del corpo umano utilizzato
in Egitto era conosciuto anche dai greci. La gamba sinistra
sembra avanzare ma il bacino è fermo. I kouroi o le kurai
sono statue votivi il loro significato rimanda non tanto a
qualcosa di colosso sono guardiani del santuario

Metà Rinvenuta a Delo nell'area dell'Artemisione come dedica


ETA' ORIENTALIZZANTE

VII ad Artemide da parte di una fanciulla di Nasso nel


SEC momento delle sue nozze
KORE DI NIKANDRE
FIGURINA MASCHILE INGINOCCHIATA H. 14.5 cm in avorio con occhi a intarsio forse emento
decorativo di una lira figura nuda ad eccezione della
cintura come per i kouroi cicladici

700 COPPA DI NESTORE La coppa di Nestore è un kotyle rinvenuto nella necropoli


aC di Pithecusa, oggi Ischia, L'iscrizione che si trova sul vaso,
VIII databile intorno all'ultimo venticinquennio dell'VIII secolo
sec a.C.,costituisce uno dei più antichi esempi di scrittura
alfabetica.
«Io sono (?) la bella coppa di Nestore,
chi berrà da questa coppa
subito lo prenderà il desiderio di Afrodite dalla bella
corona» E' stato prodotto a Rodi ma esportato in Ocidente
e rinvenuto nella tomba di un bambino

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Lo stile si lascia influenzare da gusti orientalizzanti


grazie all'intensificarsi degli scambi commerciali
con Cipro la Siria la Fenicia, grandi calderoni bronzei
decorati con animali terrificanti raffinati oggetti in
avorio e alabastro ricche oreficerie, compaiono le
immagini di sirene centuari gorgoni sfingi, in
particolare l'area ionica maggiormente a contatto
con le culture asiatiche si lascia affascinare dallo
stile lussuoso ed elegante di cui verranno accusati
dai Greci della madrepatria che rimane più a lungo
pittore di legata allo stile geometrico.
Analatos
ceramica 710 - 680 a C STILE PROTOATTICO ANTICO
protoattica I vasi attici di questo periodo vengono definiti
protoattici, esempio l'hidria del pittore di Analatos
conserva dei punti geometrici nella forma del vaso
di grandi dimensioni 55 cm con decorazioni
plastiche di serpenti sul labbro sulla spalla e
sull'ansa, la tecnica è quella della campitura a
silhouette e del contorno , sempre dello stesso
autore l'anfora protoattica conservata al Louvre alta
80 cm con decorazione di serpenti, compare anche
una teoria di sfingi e decorazioni di trecce e rosette
di gusto orientalizzante, si noti anche il ricorso al
graffito per la resa dei dettagli nei cavalli.

680 - 630 aC STILE PROTOATTICO MEDIO


Scelte figurative che rompono con il passato STILE
ETA' ORIENTALIZZANTE

BIANCO E NERO, figure di grande mostruosità con


700 600 aC ATTICA

ventri enormi posteriori magri teste giganti orrende


gorgoni esempio anfora del PITTORE DI POLIFEMO
anfora alta 1.42 m rinvenuta ad Eleusi vi era
inumato un bambino, è decorato solo un lato
rappresenta Perseo che dopo aver decapitato
Medusa il cui corpo resta a fluttuare fugge inseguito
dalle sorelle di lei Atena resta a difenderlo, le teste
delle gorgoni sono immense. Sul collo Odisseo il cui
corpo bianco si distingue dalle silhouettes nere dei
compagni trafigge l'occhio di Polifemo. Il pittore
mostra padronanza di tutte le tecniche

I vasi protoattici non conoscono molto commercio


provengono dalla necropoli di Atene o a poca
distanza Egina Elusi Argo Perachora testimonianza
dunque di una crisi profonda

630 - 600 aC PROTOATTICO TARDO


Significativo incremento commerciale con
esportazione in Egitto ed Etruria, prevale la tecnica
di figure nere con tocchi di paonazzo importata da
Corinto
PITTORE DI NESSO personalità inquieta alla ricerca
di formule nuove. La celebre anfora di Atene da cui
il pittore prende il nome è un esempio di
monumentalità h 1.22 m. I cigni e le civette che
traccia sulle anse e sull'orlo sono di esplicita
derivazione corinzia così pure il fregio di loti e 10
palmette, le rosette a punti distribuite
uniformemente sulla superficie sono invece
riempitivi
Scaricato da Martina Baudini di tradizione protocorinzia. La sua bravura
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Dell'antica città greca di Corinto rimane molto poco


distrutta dai Romani nel 146 aC, quando ancora
nell'attica si producono vasi tardo geometrici
Corinto si apre al gusto orientalizzante sia nella
decorazione che nella forma dei vasi, esportati
anche in Occidente, sono vasi di piccole dimensioni
fabbricati in argilla fine ben depurata chiara che in
720 - 690 aC PROTOCORINZIO ANTICO

cottura tende ad assumere i colori del giallo verdino


e sono decorati con tonalità rossastre bruno e nero.
L'ornato è miniaturistico teorie di animali chevrons
fregi figurati mitologici. E' una produzione ceramica
molto ricca coppe kotylai aryballoi ispirati agli
unguentari orientali.
Nel PROTOCORINZIO ANTICO entrano elementi
decorativi quali uccelli cervi pesci cani leoni disposti
senza un ordine preciso sulla superficie ripartiti in
fregi sovrapposti sullo sfondo rosette trecce e
spirali, obbediscono più ad un principio decorativo
che ad un bisogno narrativo
Il gusto orientalizzante diventa più vivace le figure
meglio connotate alludono a episodi del mito il
suicidio di Aiace la morte di Achille la lotta di Zeus
contro i Giganti le Centauromachie la tecnica è a
FIGURE NERE sulla figura tracciata a silhouette in
nero o bruno il pittore traccia dei dettagli con
graffiti e sovraddipinturein vernice paonazza e
gialla. Le figure acquistano maggiore chiarezza.
L'aryballos di forma allungata da Tebe è presente la
caccia alla lepre in basso e nel punto di massima
visibilità la lotta di Bellerofonte e la Chimera mostro
leonino dall'alito infuocato con protome di capra sul
690 - 650 aC PROTOCORINZIO MEDIO

dorso e coda di serpente, Bellerofonte è in groppa


al suo destriero alato Pegaso, la scelta di decorare
più che narrare la si comprende dalla presenza delle
sfingi che non hanno nulla a che vedere con il
soggetto, tema molto diffuso anche nel kotyle di
Egina e piatto di Taso.
Unguentari a forma di civetta Louvre e quello della
dama di Auxerre stile dedalico pre la testa
decorazioni stile figure nere particolari scudi
Aryballos MacMillan (British Museum) con protome
di leone scena di mito troiano con mito di eroi e
cavalcata in basso è lo stesso autore dell’Olpe Chigi

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OLPE CHIGI VEIO Aryballos piriforme


Forme vascolari di maggiori dimensioni
Olpe Chigi rinvenuto in una tomba a Veio
dono di un principe etrusco. Alto 26 cm
segna il momento in cui lo stile a figure
nere raggiunge la sua massima
650 630 aC PROTOCORORINZIO TARDO

potenzialità espressiva con figure disposte in


profondità in spazi liberi da riempitivi geometrici. Il
pittore è un miniaturista notevole. La decorazione è
su tre registri sovrapposti dall'alto una schiera i
opliti nell'atto di fare conversione al suono di un
auleta sono un chiaro richiamo alla forza militare di
Corinto, parte centrale scena cruenta di caccia al
leone giudizio di Paride dal quale discenderà
l'unione con la bellissima Elena al piede vi è invece
la caccia incruenta della lepre e volpi degli efebi,
può essere letto come manifesto moraleggiante dei
giovani aristocratici
I riti di produzione delle ceramiche corinzie crescono visibilmente con un incremento che diventa
630 620 PERIODO TRANSIZIONALE

straordinario tra la fine del VII sec e i primi decenni di quello successivo vi si possono contare
diverse decine di maestri. Le ceramiche corinzie ovvero quelle prodotte dal 630 in poi ereditano
da quelle protocorizie le qualità tecniche e gli schemi figurati il colore dell'argilla resta chiaro
giallo e verdino la decorazione prosegue nella tecnica delle figure nere con savraddipinture in
paonazzo giallo e bruno con la vecchia tecnica di linea di contorno. Il repertorio orientalizzante
continua ad essere riproposto su una parte cospicua di vasi corinzia con intento decorativo. Le
dimensioni dei vasi aumentano, l'aryballos protocorinzio di tipo conico e piriforme viene
sostituito da unguentari sferici con largo bocchello e l'alabastron eredeitata da Egizi e Fenici
prosegue contemporaneamente ala produzione di olpai oinochoai e kotylai. Ma ciò che
maggiormente li differenzia sono i l livello artistico gli elevati ritmi di fabbricazione imposti dal
mercato li trasformano in vasi di minor ricercatezza
ARYBALLOY ALABASTRA OLPAI OINOCHOAI KOTILAY
PISSIDI sono decorati attingendo al patrimonio di
età orientalizzante frofoni sfingi sirene felici uccelli
meno frequenti le lotti di opliti e cavalvate scene di
caccia e banchetti rari scene di episodi mitici.
620 590 STILE CORINZIO ANTICO

Esempio cratere a colonnette proveniente da


Cerveteri ora al Louvre i convitati sdraiati su klinai
sono Eracle ed Eurito ma tra poco si scatenerà il
dramma l'uccisione di quest'ultimo le figure sono
dipinte con grande padronanza di tratto e di colore i
particolari sono resi a contorno o dipinti in nero
Sui contenitori da profumo compaiono i comasti
figure maschili di danzatori con sedere e pancia
imbottiti in gruppi di danze rituali. Il tema è tutt'ora
poco chiaro ma ebbe grande successo

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Inizia nel Corinzio medio la produzione di


unguentari monumentali forse defunzionalizzati
trasformati in oggetti di prestigio si tratta di
alabastra alti fino a 30 cm e di aryballoi ora dotati di
piede alti fino a 20 cm la decorazione raffinata si
stende in altezza con la tendenza a occupare tutta la
superficie. Esempio pittore della Chimera e la sua
590 -570 STILE CORINZIO MEDIO

scuola. Dipinsero composizioni singole o gruppi


araldici nei tondi di coppe e piatti oppure sulle
superificie di grandi aryballoi.
A una fase iniziale del corinzio medio appartiene
anche l'aryballos detto di Polyterpos dedicato
nell'apollonion di Corinto come premio per una gara
musicale raffigura un auleta che suona il doppio
flauto il maestro del coro spicca un gran balzo
davanti a coppie di coreuti, l'iscrizione cita se stesso
come olpe i nomi antici erano più liberi
In questo periodo mentre Atene mette in campo
ceramiche famose come il cratere Francois i pittori
ETA' ARCAICA 600 - 500 a.C.

corinzi faticano ad affrancarsi nel fregio animalistico


570 - 550 STILE CORINZIO TARDO

i più virtuosi cercano di svecchiarsi con decorazione


di vasi di grandi dimensioni crateri a colonnette
anfore che possano rivaleggiare per monumentalità
con i vasi attic,i a loro imitazione a volte viene steso
un rosso che si avvicina al ceramico attico esempio
di questa fase è la produzione di crateri a
colonnette destinati ad acquirenti etruschi con fregi
di cavalieri e duelli di opliti cortei nuziali e
banchetti. Esempio cratere con corteo nuziale
corinzio conservato nei musei Vaticani
Le fortune dei vasi si spostano da Corinto ad Atene mentre restano alla prima il primato della
CERAMICA ATTICA

produzione di bronzi. Compaiono i santuari di donari cittadini come i thesauroi , gli dei non sono
più minacciosi diventano divinità protettrici e benevoli. Sparta ha un ruolo egemonico sul
Poloponneso anche Corinto conserva una certa importanza commerciale fino alla fine del secolo.
Diaspora ionica verso la Grecia. E' nel VI secolo che il tempio raggiunge la sua espressione
armonica e matura con la peristasi che risponde ad esigenze di protezione dei pellegrini e degli ex
voto
580 SOPHILOS Due generazioni dopo il pittore di Nesso ma allievo
570 di un suo allievo SOPHILOS è il primo maestro attico
aC di cui si abbia la firma lavora tra il 580 e il 570 fu sia
ceramista che pittore di vasi di grandi dimensioni
anfore e deinoi. Le decorazioni risentono ancora del
gusto corinzieggianti per i fregi animalistici
sovrapposti ma mostra grande abilità nel
rappresentare i giochi funebri di Patroclo.
585 COPPE CON COMASTI E' in questo periodo che si diffonde il gusto per la
570 rappresentazione dei comasti danzatori nudi o
vestiti di tuniche rosse che si percuotono i glutei
compare ora la forma del Kylik coppa con orlo
distinto vasca larga e piatta alto piede a fusto.

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FRAMMENTO DI KANTHAROS A FIGURE Autore NEARCHOS è uno dei primi esempi di


NERE CON ACHILLE ACROPOLI espressione dei sentimenti individuali nella figura
pensosa di Achille che accarezza i suoi cavalli
consapevole del triste destino di morte che lo
attende

570 CRATERE FRANCOIS Rinvenuto a Chiusi battezzato con il nome dello


560 scopritore nel 1900 un custode del museo di Firenze
aC lo fece a pezzi riducendo a 600 frammenti con cui
venne ricomposto.
E' il frutto della lavorazione di due maestri
ERGOGOTIMOS vasaio e KLEITIAS pittore. E' un
pittore aulico il suo modno ruota intorno a temi
mitologici come le fatiche di Teseo e le imprese
degli eroi omerici, godeva della stima degli ateniesi.
Il vaso datato 570 560 aC è un cratere a volute h. 66
cm realizzato con tecnica non dissimile da quella dei
crateri a colonnette ma rinnovato nell'imboccatura
più ampia e svasata sormontata da grandi anse a
volute. Kletias ne decora l'intera superficie con
scene figurate con fregi sovrapposti il fregio
animalistico di tradisione corinzia è relegato a una
posizione secondario nel punto pù basso. Sul labbro
sono raffigurati la caccia al cinghiale conro cui si
schierano Meleagro Atlata e Peleo che sarà padre di
Achille, dall'altro lo sbarco di Teseo a Delo e la
danza dei giovani ateniesi, sul collo sotto la caccia è
la corsa dei carri per i funerali di Patroclo dalla parte
opposta una centauromachia. Il primo fregio della
vasca nel punto di massima espansione mette in
scena le nozze di Peleo e Teti da cui nascerà Achille
e corre per tutto il vaso, quello successivo è di
nuovo diviso su due lati da una parte Efesto
sull'Olimpo e dall'altra Achille insegue Troilo fuori
dalle mura di Troia. Chiude il fregio animalistico con
battaglia di pigmei e gru. Sulle anse Artemide la
gorgone e aiace che trasporta il cadavere di Achille.
I temi non sono slegati tra di loro al contrario
rispondono ad un progetto unitario la vicenda
esemplare di due eroi Achille e Teseo. Kleitias è un
pittore di vastissima cultura, il cratere è uno dei
massimi capolavori della ceramica.
CERAMICHE DI NIKOSTHENES Ceramista e proprietario di bottega aveva scambi
con gli etruschi di cui dimostra di conoscere i gusti e
assecondare le esigenge creando forme vascolari
nuove come l'anfora detta nicostenica con anse
larghe ad imitazione di un prodotto etrusco in
bucchero

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EXECHIAS Pittore e vasaio estremamente creativo pervaso


dallo spirito eroico dei poemi omerici. E' inventore
dei crateri a calice e della coppa ad occhioni. Non fa
alcuna concessione alla tecnica a figure rosse che
inizia ora ad essere sperimentata. La sua
particolarità sta nelle iconografie nuove come Aiace
ed Achille che giocano a dadi. I due eroi siedono su
semplici sgabelli intenti al gioco i numeri sono
tracciati da Exechias Achille calza ancora l'elmo
mentre ha lasciato lo scudo alle spalle l'armatura di
aiace è sul lato opposto con i piedi si crea un gioco
di incroci davanti e dietro gli sgabelli per dare
un'intuizione di profondità dello spazio. Il disegno è
di livello artistico elevatissimo. Si noti l'elevata
ricchezza dei graffiti nei mantelli sulle barbe e sui
capelli. Exechias mostra un'aperta simpatia per
Aiace eroe secondo per forza e coraggio solo ad
Achille di cui è cugino. Emblematica la scena del
suicidio sulla spiaggia solo Aiace sta conficcando la
spada nel terreno e una ruga gli solca la fronte, è in
tragica ma dignitosa solitudine dimostra che il
pittore ama soffermarsi sugli aspetti psicologici e sui
drammi degli eroi.
Il dramma di Achille è dipinto invece sull'anfora del
British Museum eroe nero chiuso nella sua
armatura pronto a sferrare il colpo mortale su
Pentisilea regina delle Amazzoni ormai piegata ma
nel momento che la regina muore volge il capo
verso il suo uccisore e i due si innamorano
inutilmente.
Nella coppa a occhioni con navigazione di Dioniso
da cui fuoriescono tralci di uva accompagnato dalla
danza dei delfini. La coppa è larga 33 cm Exechias
sperimenta una nuova tecnica di alcuni pittori attici
ovvero applicano una vernice rossa oppure
campiscono interamente in bianco su vernice nera
con graffiti che lasciano intravvedere il fondo nero e
non quello dell'argilla.
530 ANFORE E HYDRAI Probabilmente dopo la regolamentazione idrica
promossa dai Pisistratidi si segnalano vasi con
raffigurazioni di donne che attingono acqua alla
fontana, si apre il dibattito se siano schiave oppure
se anche le donne sposate
potessero avere spazio di
movimento come si può
immaginare dalla scena di
Villa Giulia Pittore di Priamo fanciulle al bagno dipinta dal
Pittore di Priamo e su
un'anfora in cui un gruppo
di donne si tuffa in mare del pittore di Andokides
nella tecnica a figure rosse
560 LYDOS Nome parlante sta ad indicare la sua condizione di
540 immigrato dalla Lidia o la sua famiglia ci sono
aC pervenuti almeno un centinaio di vasi è un
disegnatore prolifico

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550 AMASIS E' un vasaio, ma i suoi vasi sono dipinti dalla stessa
520 mano per cui si parla del Pittore di Amasis. L'origine
aC deve essere egizia, è grazie a lui che si inserisce in
grecia una forma di unguentario tipicamente
egiziana l'alabastron riproposto in argilla. E' un
pittore antieroico ama le rappresentazioni di tono
familiare, predilige disegni di modeste dimensioni di
figure eseguite di modeste dimensioni con corpi
slanciati e gesti pensati. Contrastano con la
grandezza statuaria di Exechias e la drammaticità
dei suoi eroi. Esempio lekythoi di New York alti 17
cm sulla prima è dipinta una processione nuziale
due carri trainati da muli trasportano la coppia di
sposi verso la nuova abitazione che si intravede alla
fine dove una figura femminile è in attesa sulla
porta. La seconda narra un momento pregnante
della vita ateniese all'interno della casa fanciulle
sono intente a filare e a tessere al telaio.
Accanto a questi temi c'è il tema dionisiaco Anfora
di Parigi alta 33 cm il dio con lunga barba e
kantharos in mano compare protagonista accanto
alle menadi. Pur essendo attivo molto a lungo il
Pittore di Amasis non è interessato alla tecnica a
figure rosse
530 TECNICA A FIGURE ROSSEANDOKIDES Il fondo viene campito a vernice, mentre le figure
aC disegnate a contorno vengono risparmiate nel
colore rosso dell'argilla, i dettagli non sono più
graffiti con la punta metallica bensì tracciati a
pennello con la possibilità di dosare l'intensità della
vernice. Il metodo consente una resa più
particolareggiatae realistica dell'anatomia e dei
panneggi per cui è in linea con la ricerca figurativa
dell'età tardoarcaica.
Il primo a cimentarsi è il Pittore di ANDOKIDESche
dipinge da un lato con una tecnica e dall'altro lato il
Pittore di LYSIPPIDES con la tecnica a figure nere. Si
è discusso se siano o meno la stessa persona ma
non si è giunti ad una conclusione. Esempio di
anfora bilingue è l'anfora attica dove Eracle con l
kantaros per il vino è sdraiato nell'atto del simposio.
Il pittore si sente più a suo agio nella tecnica a figure
nere migliore è la resa del torace, nella parte a
figure rosse si limita a rappresentare Eracle e Atena
senza il coppiere ma sfrutta la tecnica nella
decorazione della veste il materasso e il cuscino.
Eracle è un tema caro a Pisistrato.
Rilevanti dello stesso autore sono l'anfora attica
bilingue con Eracle e Cerbero da Vulci museo del
Louvre e l'anfora attica con concorso musicale
sempre museo del Louvre

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520 I PIONIERI DELLE FIGURE ROSSE Sono personaggi colti che partecipano alla vita del
500 loro paese furono artigiani che rivaleggiarono tra
aC loro.
EUPHRONIOS il saggio
EUTHYMIDES il buono
SMIKROS il piccoletto
Si formano nella tecnica a figure rosse prediligono
vasi di grandi dimensioni dalle ampie superfici
EUPHRONIOS il saggio La sua carriera è molto lunga inizia nel 520 fino al
500 come pittore poi prosegue fino al 470 come
vasaio come proprietario di bottega. Dipinge
specialmente crateri a calice sul cratere h 46 cm di
New York ora restituito all'Italia si vede il cadavere
di Sarpedonte ucciso da Patroclo il morto viene
riportato in patria dalla morte e dal sonno mentre i
soldati si fanno da parte sul lato opposto alcuni
guerrieri si armano. Euphornios si lascia tentare
dagli scorci più arditi, il disegno è accurato. Grande
sensibilità anatomica mostra anche nel cratere con
la lotta tra Eracle e Anteo
Scena di palestra sul cratere di Capua con atleti che
si detergono assistiti da garzoni e atleti che si
allenano
Ardimento e novità nei poderosi corpi delle donne a
banchetto sullo psykter dell'Ermitage nude e
sdraiate sui klinai partecipano ad un simposio tutto
femminile
Pittore colto raffigura se stesso nei panni di un
aristocratico cittadino e viene poi dipinto da
Smikros in atto di corteggiare Leagros tra altri
giovani del ginnasio
EUTHYMIDES il buono Rivale di Euphronios
Sull'anfora di Monaco con comasti danzanti
troviamo la scritta come mai Euphronios .
Euthymides però non ne è un imitatore pur
uguagliandolo nel disegno e nell'invenzione
contrappone alla potenza formale una grazia garbo
ed eleganza. Esempio anfora di Vulci con Teseo ed
Elena nella quale il pittore traduce la grazia dei
panneggi delle korai in marmo sull'Acropoli
PHINTIAS, altro pioniere delle figure rosse, affigura
a sua volta Euthymides nei panni di un giovane
elegante mentre suona davanti al maestro

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VI COLONIE DI OCCIDENTE ORDINE DORICO SIRACUSA e CORCIRA (Corfù) Le più antiche colonie
SEC doriche in Occidente fondate da Corinto.
Apollonion di Siracusa L'Apollonion di Siracusa nella parte settentrionale
della penisola di Ortigia sorgeva nell'Acropoli della
città. Tempio periptero esastilo (6x17 colonne) con
colonnato dorico in pietra, doppio colonnato in
facciata caratteristica dell'archietettura dorica
magnogreca e siceliota. La cella edficata in blocchi
di pietra su un crepidoma di tre gradini è accessibile
da un pronao distilo in antis con le colonne allineate
su quelle centrali della facciata entrambe
interessate da un allargamento dell'interrasse
centrale per dare maggiore enfasi all'ingresso. Lo
spazio interno del naos accoglie un duplice
colonnato, l'adyton chiude la cella al posto
dell'opistodomo per adattarla alle esigenze di culto.
Le colonne sono alte quasi 8 m pesanti 33
tonnellate orgolio dell'archietetto che si firma con
un'iscrizione Klemenes , figlio di knidieidas fece il
temio per Apollo e alzò i colonnati opere belle. Le
colonne non sono composte da blocchi sovrapposti
ma ricavate da un unico blocco di pietra, sono
movimentate da scanalature e si rastremao verso
l'alto, l'architrave è alto 2m. Il capitello esprime il
conflitto tra forza portante e gravante si compone
di un abaco quadrangolare su cui poggia il blocco
dell'architrave e l'echino. L'architetto rinuncia a
580 ARTEMISION DI CORCIRA CORFU’ coordinare il ritmo delle metope e dei triglifi forse
aC per la poca dimestichezza nell'utilizzo della pietra
Artemision di Corcira 580 aC. Peristilio molto largo
di ampiezza pari a due interassi probabilemte per
ottenere un porticato di maggiori dimensioni per
feste e processioni, la fronte non è più esastila ma
ottastila con 17 colonne sul lato lungo 8x17
diverranno misure canoniche.
La cella con pronao e opistodomo distili in antis ha
l'aspetto tipicamente arcaico con lo spazio interno
diviso da un doppio ordine di colonne soluzione che
verrà adottata a lungo. La peristasi litica dà
maggiore risalto ai pieni che ai vuoti come per
Siracusa in quanto l'intercolumnio è poco più largo
della colonna sulla quale sono intersiate ben 24
scanalature contro le 16 dell'Heraion di Olimpia. Sulla
colonna poggia un capitello di forma meno secca con una
graziosa corona di foglie nel sommoscapo. Lo spazio dei
frontoni è occupato da composizioni lplastiche lapidee
complesse in bassorilievi accostati e policromi. Meglio
conservato è il timpano occidentale dove si nota una
gigantesca gorgone Medusa alta 3m nello schema della
corsa inginocchiata che domina il centro ai lati i figli del
mostro Pegaso e Crisaore (Perseo) che si pensava fossero
I felini sono decorati con dettagli incisi nati dal mostro decapitato e ancora due pantere
negli angoli ci sono temi mitici Zeus che araldiche a richiamo dei motivi orientalizzanti di Corinto
folgora un titano e dall’altra uccisione di e a scendere immagini mitiche e giganti atterrati per
Priamo occupare i vertici opposti del triangolo. Molto decorato
anche la trabeazione del tetto. La composizione del tema
del frontone non è unitaria Pegaso è andato perduto
Crisaore è meglio conservato. 18

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TEMPIO DI APOLLO A CORINTO Si conservano ancora 7 colonne monolitiche alte


6,40 m le fondazioni furono scavate nel banco di
poros e le colonne son issate su un crepidoma di
quattro gradini che confrivano slancio alla struttura
grave e possente. Pianta periptera esastila di 6x15
colonne due celle contrapposte forse per doppio
culto con pronao distilo in antis. Le colonne ricavate
in un blocco unico di pietra non presentano ancora
l'entasi (rigonfiamento a un terzo del fusto) ma una
lieve curvatura che richiedeva abilità agli scalpellini
che dovevano intagliare i blocchi di pietra del
basamento. Echino poco rigonfio quasi pari
all'abaco. In questo tempio l'ordine dorico è ormai
codificato.
HERAION DI SAMO L'architetto Rhoikos con l'aiuto di Theodoros
progettò a Samo il primo grande tempio diptero
dela Ionia un edificio enorma di 52,5 x 105 m
100x200 braccia samie orientato verso est che si
sovrappone agli hekatompedon dell'VIII e VII secoo
aC coprendo anche una parte del portico
meridionale. La doppia peristasi 8/10x21 colonne
proteggono una cella in poros locale la statua di
culto continua ad essere esposta in un monoptero
ETA' ARCAICA 600 - 500 a.C.

appositamente costruito al centro dell'edificio e non


sul fondo. L'allargamento dell'interasse e il
profondissimo pronao conferisce enfasi all'ingresso,
non vi è opistodomo. Le 132 colonne ioniche in
poros locale alte 18 m formano quasi un labirinto. Il
fusto conta ben 40 scanalature che le conferiscono
un aspetto di lunga tunica a pieghe sottili ancora
uniti nello spigolo come nelle colonne doriche solo
successivamente avranno listellii di separazione. Le
colonne ioniche slanciate e assottigliate poggiano su
una base in pietra articolata in un profilo concavo e
in una modanatura a profilo convesso (toro). I
capitelli non ci sono giunti probabilmente erano in
legno. Nel 560 di fronte viene eretto un altare di
forme colossali accessibile con una scala aperta in
direzione del tempio. Il progetto di Rhoikos fece
scuole per gli anni successivi ma fu di breve durata
in qunto l'edificio poggiava su terreni alluvionali e
andrò incontro quasi subito a gravi disseti statici che
ne compromisero l'uso per cui venne ricostruito.

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560 ARTEMISION DI CRESO A EFESO Creso re della Lidia finanziò almeno parzialmente la
aC ricostruzione del tempio architetti furono
Chersiphron e suo figlio Metaghenes elogiati da
Vitruvio per le competenze tecniche delle macchine
da sollevamento dei blocchi. Aiutati da Theodoros
che ne realizzò le fondazioni in grandi lastre
spalmate di argilla. In concorrenza con l'Heraion di
Samonl'Artemision lo supera in dimensioni. Diptero
59x115 m con triplice colonnato in fronte gli asi dei
muri della cella e delle colonne sono inseriti in una
maglia ortogoale. Sul retro le colonne da 8 forse
passano a 9 ipotetica anche la presena a est di un
adyton. L'ingresso è scandito da un rofondo pronao
e la cella resta priva di copertura con un naiskos
all'interno per la protezione della statua di culto in
legno. L'intero alzato è in marmo la decorazione è
fastosa nei rilievi sui plinti delle colonne nelle
cornici ricche di ovuli e nel lunghissimo fregio che
decora la trabeazione con cortei di carri. I capitelli
sono formati da un toro on fascia a ovuli e palmette
sul quale poggia il cuscino a volute con rosetta a
otto petali. Nel timpano vengono aperte elle
finestre che dovevano alleggerire l'enorma
architrave calcolato intorno alle 25 tonnellate.
L'Artemision di Efeso divenne una delle sette
meraviglie del mondo antico venne distrutto da un
tale in cerca di fama nel 356 aC anno della nascita di
Alessandro Magno
DIDYMAION MILETO Santuario oracolare a 16 km da Mileto
veneratissimo da tutti gli Ioni e tenuto in
considerazione anche dai faraoni d'Egitto che vi
inviano ricchi doni. Il tempio diptero ingloba il più
antico recinto di Apollo. Venne danneggiato dai
Persiani e ricostruito in età ellenistica. le
decorazioni erano rigogliose con sculture di
fanciulle intorno al rocchio inferiore delle colonne
ioniche e rilievi di leoni e gorgoni sull'architrave
530 TEMPIO DI RHOIKOS A SAMO Ricostruzione del tempio di Rhoikos con uno
aC spostamento del basamento a40 m verso ovest
dove vi sono terreni più solidi l'edificio è di
proporzioni notevoli 55x112 ma la sua costruzione
verrà solo parzialmente completata. Peristasi di
8/9x24 colonne al quale si aggiunge un terzo
colonnato sui lati brevi. Le colonne della cella e del
pronao sono in calcare locale quelle esterne sono in
marmo a 36 scanalature separate da listelli. Il fregio
figurato continuo alto 3 m coronava le pareti della
cella.

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TEMPIO DI ATENA AD ASSOS In area ionica viene eretto un tempio DORICO ma


con fregio continuo di impronta ionica
nell'architrave con fregio di triglifi e metope
alternate di impronta dorica. Stesso tema
dell'acropoli di Atebe Eracle contro Tritone
SCULTURE IN PIETRA Si diffondono in tutta la Grecia il kouros raffigurato
I KOUROI come un atleta nudo. Il corpo atletico visile
essenziale contrasta con la capigliatura a riccioli. I
kouroi in marmo insulare rinvenuti nel satuario di
Posidone nell'Attica si distinguono per le dimensioni
notevoli circa 3 m che non raggiungono però quelle
colossali di Samo quasi 5 metri. Il kouros del
Sounion databile dal 600 al 590 aC è ancora
costruito con il sistema additivo delle membra
anche se manca quel brusco stacco tra busto e
gambe rimarcato dalla cintura che caratterizzava i
kouroi dell'VIII e VII se. Il contorno del corpo è più
sfilato, i muscoli sottolineati, mani a pugno chiuso
all'altezza delle cosce torso longilineo braccia
possenti. Il kouros porta avanti la gamba sinistra ma
il passo è solo accennato.
I kouroi di Capo Sounion non sono un esempio
ETA' ARCAICA 600 - 500 a.C.

isolato sono stati trovati anche nella necropoli del


Dipylon lungo la via sacra, i pezzi erano stati
adagiati come materiale di reimpiego sotto la strada
circa nel 479 aC è privo della gamba sinistra e di
parte di quella destra
A Delfi sono state rinvenute due statuette gemelle
Kleobis e Biton che sono stati ricompensati con una
morte dolce oppure corrispondono ai Dioscuri in
ogni caso i kouroi riflettono i canoni stilistici
peloponnesiaci
DOP MOSKOPHOROS ACROPOLI DI ATENE Gruppo composto da un giovane barbato che porta
O il sulle spalle un vitello da offrire ad Atenanil 566 aC è
566 l'anno della riorganizzazione delle Panatenee che
aC segna l'inizio delle sculture votive nel principale
santuario della polis. Il gruppo statuario è in marmo
offerto da un privato Rhombos me compare
sull'iscrizione che deve aver vinto un premio in
onore della dea. Alto 1.65 m dalle membra
realisticamente contratte a supportare il peso
dell'animale è fasciato da un mantello attillato che
racchiude la figura. La ricerca anatomica è accurata
come mostrano gli addominali ben definito ma i
volumi del corpo sono arrotondati e delicati. Lo
schema è a X ottenuto con l'effetto dell'incrocio
delle zampe e delle braccia
555 STATUA DEL CAVALIERE detta RAMPIN Rampin è il nome del collezonista. Il giovane
aC aristocratico raffigurato in nuditàeroica ha la testa
leggermente girata e incinata sul capo una corona di
quercia per il vincitore nei giochi dell'Istmo o di
Nemea. Larghi pettorali contrassegnata l'arcata
epigastrica e i pettorali. La nobiltà del personaggio
è rilevabile dalla capigliatura e la levigatezza del
volto e la corta barba

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540 KORE DELL'ACROPOLI COL PEPLO Della stessa mano è la kore col peplo presenta lo
530 stesso contrasto con la resa schematica del corpo e
aC la vivacità del volto con tratti anatomici fini e
delicati. Indossa un chitone pieghettato e un
pesante peplo è alta 1.18 m originariamente
policrome

560 KOUROI DELL'HERAION DI SAMO Di proporzioni colossali alto 4.80m ostenta un fisico
aC asciutto privo di risalto muscolare e con i dettagli
ridotti all'essenziale

COPPIA DI STATUE FEMMINILE DA SAMO Una è conservata al Louvre la seconda a Samo si


tratta di due offerenti. Le giovani donne indossano
un chitone stretto da ua cintura e un mantello a
pieghe larghe che sottolinea la curva del ventre e un
ETA' ARCAICA 600 - 500 a.C.

velo liscio un lebo del uale è fermato dalla cintura e


trattenuto dal braccio destro disteso lungo il corpo.
Figura di notevole eleganza

KORE ACROPOLI DI ATENE La kore al pari del kuros è giovane e diventa


comune in età arcaica come offerta nei santuari o
come segnacolo tombale. A differenza del kouros la
kore è riccamente vestita ma anch'essa stante
immobile una mano serrata contro il petto l'altra
che trattiene il lembo del vestito. L'abito che mostra
una moda ionica è costituito da un chitone aderente
di stoffa leggera a pieghe fitte e fini con maniche a
gomito e da un mantello di stoffa più pesante che di
solito copre la spalla destra e scende di sbieco. La
pettinatura spesso trattenuta da una corona è
riccamente elaborata. E' portatrice dei valori della
olis aristocratica il suo abbigliamento è quello della
sposa custode della casa e della discendenza la sua
bellezza incarna l'ideale di perfezione. Del 510 aC la
kore n. 675 dell'acropoli famosa per la ricchezza del
vestito e del panneggio elaborati è del periodo
tardoarcaico. L'Acropoli di Atene ha restituito molte
statue di korai in parte provenienti dalla colmata
persiana e quindi anteriori al 480 aC si distingue per
l'aspetto imponente quella firmata da Antenore
prima di partecipare alla decorazione del tempio di
Delfi e di realizzare il gruppo bronzeo, spalle
mascoline volto massiccio ricco apparat di gioielli
ARCHITETTURA IN ETA' ARCAICA
Atene come la maggior parte delle città greche era cresciuta in maniera caotica da qui il
programma dei opere pubbliche promosso dai Pisistrati e dei Cipselidi a Corinto e di Policrate a
Samo
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Prim ACROPOLI DI ATENE


a del Di difficile soluzione l'aspetto
480 dell'acropoli di Atene prima
aC dell'invasione dei Persiani nel 480
aC che costrinsero i superstiti a
seppellire nella colmata persiana i
resti degli edifici
A muro miceneo
B colmata tirannica C colmata
persiana
D stereobate sotto il Partenone
E protopartenone o partenone
arcaico
F Tempio tardo arcaico di Atena
Polias
G piccolo edificio templare di età
geometrica
H fregio dorico del tempio tardo
arcaico di Atena Polias reimpiegato
nel muro nord dell'Acropoli
I primo Partenone in marmo
L rocchi di colonne in marmo reimpiegati nel muro nord dell'Acropoli
ETA' ARCAICA 600 - 500 a.C.

M Partenone pericleo N eretteo età classica


ARCHITETTURE ERRANTI : la maggior parte proviene dalla colmata tirannica a sud e sud est del
Partenone Bda non confondersi con la colmata persiana, si tratta di un enorme riempimento
coevo alla messa in opera del gigantesco stereobate del Partenone intorno alla fine del VI sec
sarebbero stati raccolte parti di edifici in rovina o smantellati per la costruzione del Partenone
tardoarcaico quindi precedenti o provenienti dalla città bassa. Erano edifici di modeste
dimensioni oikoi edifici di servizio del santuario tesori sale da banchetto. A questi edifici sono
attribuibili i frontoni pervenuti come i seguenti.

560 FRONTONE DI ERACLE E IDRA il rilevo frontonale di Eracle e Idra un rilievo bassissimo
aC di spessore oscillate tra i 16 e 18 cm le spire del mostro
occupano la metà destr del triangolo frontonale Eracle
è di dimensioni superiori Iolao e il carro nel vertice
sinistro compare il granchio rosso inviato da Hera per
contrastare 'eroe, si pensa sia il più antico frontone
dell'Acropoli. Il frontone mette in scena un unico
sul lato destro l’Idra i cavalli sono episodio con un'occupazione soddisfacente di tutto lo
pascolanti per adattarsi al frontone Il spazio a disposizione potrebbe essere datato verso il
frontone ha un unico tema 560 aC mettendolo a confronto con le ceramiche.
560 FRONTONCINO DEGLI ULIVI Il piccolo frontone degli ulivi la cui lunghezza raggiunge
550 i 5,70 m è il più piccolo rinvenuto, scolpito in poros del
aC Pireo di colore giallastro ci è giunto in condizioni
frammentarie. Il nome deriva dall'albero dipinto sulla
parete di fondo forse si riferisce all'ulivo sacro ad
Atena. Al centro edificio prostilo da cui compare una
figura femminile con cercine sulla testa ricorda le
coeve korai restano frammenti di altri personaggi due
femminili uno maschile vicino all'ulivo. Spiegazione
agguato di Achille a Troilo alla presenza di Polissena
che si reca alla fontana non convince nove letture
parlano di altri miti ateniesi legati

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550 FRONTONE CON APOTEOSI DI ERACLE Frontone di Eracle sull'Olimpo apoteosi momento
aC chiave della sua divinizzazione post mortem si conserva
meglio la parte centrale e l'ala destra originalmente
doveva superare i 6 m Zeus con una barba acconciata
in piccole perle e capelli ritagliati sulla fonte con
un'accuratezza che ricorda il cavaliere Rampin siede di
profilo su un trono prezioso, accanto a lui Hera in
posizione frontale in chitone azzurro e mantello rosso
riccamente bordati. Verso di loro avanza Eracle con
leontè sul capo e corta tunica. Realizzato in calcare con
note policrome 550 aC La dimesione diversa dei
personaggi è dovuta anche alla gerarchia oltre
all’adattarsi agli spazi. Erano molto colorati. Del tempio
arcaico di Atena si sono trovati frammenti di due
frontoni con leoni e sepenti utili a riempire gli angoli

580 ARCHITETTURA H Si riferiscono a questa numerosi frammenti strutturali


550 e plastici in calcare del Pireo ad altissimo rilievo per lo
aC
ETA' ARCAICA 600 - 500 a.C.

più recuperati nella colmata tirannica, doveva trattarsi


di un grande edificio templare di ordine dorico
smantellato intorno al VI sec. Anch'esso un'architettura
errante come i precedenti (A B C E) viene collocato sul
sito del Partenone e quindi un suo predecessore
arcaico impropriamente detto hekatompedon da altri
posizionato sulle fondazioni Dorpfeld a costituire una
fase più antica del tempio per Atena Polias. Le due
dottrine concordano sul fatto che si trattava di un
grande tempio lapideo periptero dorico eretto tra il
580 e il 550 in relazione alla riorganizzazione delle
festività delle Grandi Panatenee del 566 65. Fu il primo
impegno monumentale sull'Acropoli . A questo tempio
appartiene il frontone in poro del Pireo detto di
Barbablù datato 570 560 aC. Del frontono la cui
lunghezza avrebbe toccato i 16 m vede al centro due
leoni in assalto su un toro, di cui si conserva la testa
resa con ricchezza di dettagli schiacciato contro il petto
il muso del toro è contorto in una smorfia di dolore
l'occhio ancora aperto è insespressivo la bocca lascia
intravedere i denti e la lingua. Intensa è la policromia
con dettagli in blu scuro e rosso. L'estremità destra del
timpano è occupato da un mostro tricorpore alato con
la parte superiore umana quella inferiore anguiforme,
le tracce di colore blu danno il nome. Un frammento di
panneggio lascia intuire la presenza di un personaggio
in lotta con il demone. Al vertice opposto Eracle
comatte contro una creatura marina dal lungo corpo di
pesce. Il frontone del lato opposto è di difficile
ricostruzione gruppo leonessa toro e due enormi
serpenti.

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520 FONDAZIONI DORPFELD Le fondazioni Dörpfeld nome che deriva dallo studioso
aC tedesco che per primo si è occupato della struttura in
questione, si indicano le fondazioni messe in luce
immediatamente a sud dell'Eretteo N. Edificio
templare di notevole dimensione 21x44 m. Il tempio
per il quale si erano indicati due periodo di costruzione
è stato ricondotto ad un unico impianto. Tempio dorico
periptero 6x12 colonne in poros del Pireo crepidoma a
gradino unico simile ai tempi arcaici, ma la curvatura e
la contrazione angolare rimandano al tardo VI sec, il
tempio è dotato di una fastosa copertura in tegole
marmoree. La cella è divisa in tre navate e un ambiente
occidentale con vano di ingresso e due adyta per
officiare i culti che dovevano contemporaneamente
ospitare il culto di Atena Polias e di Posidone Eretteo.
Conservava l'antico agalma in legno di ulivo. Il tempio
datato nel 520 aC quindi di iniziativa dei Pisistrati è
stata di recente spostata alla fine del VI sec quindi della
giovane Atene democratica. In prossimità si è
ipotizzato l'esistenza di un piccolo edificio geometrico
forse già dedicato ad Atena Polias G . Dell'edificio
ETA' ARCAICA 600 - 500 a.C.

tardoarcaico si conserva parte dela decorazione


scultorea composta da fregio dorico reimpiegato nel
muro settentrionaleH dei frontoni in marmo pario a
tutto tondo. Il frontone orientale rappresenta una
gigantomachia la figura di Atena alta 2m giganteggia al
centro del timpano incombendo su un gigante di cui si
conserva solo un frammento di piede allarga il chitone
e tende l'egida dal bordo coronato di serpenti; ai lati si
dispongono i giganti caduti e inginocchiati. I personaggi
sono tutti coinvolti nella stessa azione insieme quindi
viene superata la vecchia concezione del gruppo
centrale apotropaico.
AGORA' DEL CERAMICO ACROPOLI DI Ospitò a lungo quartieri artigianali di ceramisti e
ATENE matallurghi e per questo tanto ingombra da non
potersi prestare come area pubblica civile e politica. Il
programma edilizio dei Pisistrati segna evidentemente
lo smantellamento di queste vecchie agorai legate ai
gruppi aristocratici precedenti ed un nuovo spazio
pubblico designato nell'area del Ceramico che a sua
volta si sposta verso nord. Tra questi vi è l'edificio F un
complesso articolato che si data egli anni
immediatamente posteriori alla metà del VI sec;
costruito in blocchi di mattoni crudi è un edificio
ricercato con tetti decorati da antefisse a
gorgoneion.potrebbe datarsi in questo periodo la
prima Stoà Basileios portico del re luogo di esposizione
delle leggi. Fu invece dedidato da Pisistrato il Giovane
figlio di Ippia nell'anno 522 l'altare dei Dodici Dei che
fungeva da punto di partenza per la misurazione delle
strade. Di difficile collocazione è la fontana di
Enneakrounos unica sorgente che si trova in questa
città a nove bocche

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520 OLYMPIEION A sud dell'Acropoli dove scorreva il fiume Ilisso e dove


aC avevano sede importanti culti intorno al 520 aC venne
eretto un tempio a Zeus Olympios edificio di ordine
dorico ma di pianta diptera ma resta incompiuto alla
caduta dei Pisistratidi i lavori di costruzione ripresero
solo dopo molti secoli nel 174 aC e poi nel 130 dC con
l'imperatore Adriano
Prim KORE DI EUTHIDIKOS ACROPOLI ATENE Kore imbroniata mantiene il costume ionizzante ma il
a del volto è largo massiccio le palpebre pesanti i capelli
480 divisi da una scriminatura centrale in due larghe bande
aC corpo rosbusto. trovato diviso in due parti una nella
colmata persiana quindi precedente al 480 aC
ETA' ARCAICA 600 - 500 a.C.

Prim EFEBO BIONDO ACROPOLI ATENE Della statua si conservano testa e bacino i capelli sono
a del lunghi ma raccolti in due trecce che girano intorno al
480 capo gli occhi hanno ancora il taglio a mandorla ma
aC grazie al sacco lacrimale acquistano una vitalità del
tutto nuova anche la bocca ha acquisito la sua
dimensione naturale. La frontalità arcaica è passata in
secondo piano
Prim STATUA DI EFEBO DI KRITIOS KRITIOS uno degli scultuori più noti dell'epocaattivo sia
a del nel marmo che nel bronzo autore del gruppo dei
480 Tirannicidi. La statua proviene della colpata persiana
aC ma è stata rinvenuta in due tempi insieme a sculture
più tarde molto probabilemente si trovava sull'Acropoli
al momento della distruzione dei persiani. Il giovane
atleta è raffigurato stante in appoggio alla gamba
sinistra tesa mentre la destra è piegata il ginocchio
portato in avanti. Il braccio sinistro era disteso lungo il
corpo cui era unito da un puntello il destro doveva
essere proteso in avanti. La testa che ha la stessa
acconciatura dell'efebo biondo è inclinata verso destra.
E' il primo esempio di ponderazione ovvero di
equilibrio delle membra che paiono tutte collegate tra
loro e agiscono sotto il medesimo impulso. Le spalle
tuttavia sono ancora orizzontali quindi slegate dal
moto del bacino

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LE SCULTURE DEL TEMPIO DI ATENA L'isola di Egina acquista molta importanza in questo
APHAIA A EGINA secolo era anche famosa per la scuola di bronzisti
anche se non vi è stata ritrovata nessuna scultura negli
scavi archeologici. Alla fine del secolo ins seguito ad un
incendio viene ristrutturato il santuario di Aphaia
antico luogo di culto di una dea cretese
successivamente identificata con Atena. Per far posto
al nuovo tempio la terrazza del temenos viene
raddoppiata con un'importante muro di sostegno fino
a raggiungere una forma rettangolare e circondata da
un muro fornito di propilei (ingressi) monumentali. Il
tempio in calcare locale è di ordine dorico con peristasi
6x12 colonne pronao e opistodomo e cella divisa in tre
navate da due file di 5 colonne su doppio ordine.
L'edificio che presenta solo una minima curvatura dei
lati lunghi presenta alcuni accorgimenti architettonici:
gli interassi angolari sono contratti di 2 cm le colonne
angolari più spesse di 2 cm verso l'interno. Una vivace
policromia animava la trabeazione in rosso e azzurro, le
singole statue avevano armi e attributi in bronzo e
materiali preziosi. Le sculture frontonali in marmo
furono scoperte da re Luigi I di Baviera che le fece
restaurare a Roma prima di esporle a monaco. I
frontoni con statue a tutto tondo raffigurano episodi
della guerra di Troia. La figura centrale è Atena anche
se armata non partecipa alla battaglia come avviene
ETA' ARCAICA 600 - 500 a.C.

nell'Iliade la sua presenza simboleggia la vittoria dei -


greci sui Troiani. Nel frontone occidentale più antico
Atena è stante con la parte superiore del corpo
frontale e le gambe tre quarti sx avanzata ai lati 12
combattenti 6 per ogni ala dopo la pima coppia di opliti
due arcieri uno in costume scita voltano le spalle per
colpire gli avversari ce cadono e vanno ad occupare le
estremità dello spazio frontonale. Lo schema è quasi
simmetrico e il ritmo è centrifugo.
Nel frontone orientale più recente diminuiscono le
figure di guerrieri a 10 e aumentano le dimensioni. Al
centro semre Atena quasi totalmente perduta
l'avambraccio sx coperto dall'egida e i piedi da un
lungo chitone da cui si desume che è rappresentata in
movimento benchè la testa sia frontale. Ai lati si
fronteggiano due gruppi di combattenti ciscuno seuiti
da un oplita da un arciere e da un ferito i personaggi
sono disposti in chemi più variati e meno ripetitivi che
rendono la composizione meno unitaria. Tutti
partecipano all'azione uno degli arcieri è Eracle
riconoscibile per la leontè è quindi la prima spedizione
contro Troia. Tra i due frontoni vi è uno scarto di una
ventina d'anni 510-500 490-480 a C . Se si
connfrontano i due guerrieri feriti negli angoli dei
frontoni emergono le differenze stilitstiche. il guerriero
del frontone ovest è rivolto verso lo spettatore con
posizione orzata le partizioni addominali molto
pronunciate i tratti del volto con caratteristico sorriso
ricioli e capelli lunghi tipici dell'età arcaica. Il guerriero
del frontone est è più realistico il volto di profilo verso
terra prossimo alla morte si appoggia allo scudo ma la 27
mano ricade. L'anatomia è meno descrittiva. Tra gli
arceri quello con costume scita si mostra di profilo
Scaricato da Martinaelegante ma fortemente disegnato più efficace è
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VI aC STATUE A FUSIONE CAVA Si deve a Rhoikos e al figlio o collaboratore Theodoros


dall'isola di Samo la diffusione in Grecia della tecnica a
fusione cava (statua in argilla rivestita di cera e poi
argilla) già conosciuta in Egitto. Esempi da Olimpia:
kouros in bronzo solo parti gambe e testa di Zeus alta
1m acconciatura stile tardoantico i capelli sono fermati
sotto le orecchie da un largo nastro e raccolti in un
chignon sulla nuca.
Unico esempio di statua a cera persa in puglia è la
statua di Zeus di Ugento rinvenuta in un ripostiglio la
ETA' ARCAICA 600 - 500 a.C.

statua poggiava su un capitello dorico decorato a


rosette, l'acconciatura è cinta da un diadema e da una
corona di foglie con doppia fila di riccioli alta 76 cm è
stata composta in più parti e poi assemblata, l'autore
tarantino padroneggia meglio le possibilità del bronzo
ma ancora utilizza lo schema rigido formale
dell'avanzamento della gamba avanzata ma il peso
ripartito su entrambe. Datato 530 520 aC
530 CRATERE DI VIX Il più grande vaso in bronzo pervenutoci h 1.63 m peso
520 208 kg il vaso è stato realizzato in un unico pezz
aC partendo da un abbozzo colato di getto da qui per
progressiva martellatira si è ottenuto il recipiente finito
a cui sono stati aggiunti il piede e gli elementi
decorativi. Su collo del cratere teoria di quadrighe e
opliti corinzi corazza anatomica e scudo rotondo le
anse sono a volute decorate con gorgoni la presa del
coperchio è una figura femminile velata. E'
confontabile con i grandi vasi di bronzo e d'argento che
venivano dedicati nei santuari panellenici ma è stato
ritrovato nel cuore della Francia n Bogogna nella tomba
di Vix

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SANTUARIO DI DELFI

1.Tempio di Apollo
2.Altare di Apollo
(Altare di Chio)
3.Halos 4.Bouleuterion
5.Pritaneo 6.Teatro
7.Santuario di Dioniso
8.Santuario di Gea
9.Santuario di
Neottolemo
10.Lesche degli Cnidi
11.Stoà degli Ateniesi
12.Stoa di Attalo
13.Stoà degli Etoli
14.Tesoro degli
Ateniesi
15.Tesoro dei Sifni
16.Tesoro di Sicione
17.Tesoro degli Eoli
18.Tesoro dei Beoti
19.Tesoro degli Cnidi
20.Tesoro di Corinto
21.Tesoro di Cirene
22.Tesoro dei Megaresi 23.Tesoro della Potidea 24.Tesoro dei Tebani 25.Roccia della Sibilla
ETA' ARCAICA 600 - 500 a.C.

Delfica 26.Colonna di Prusia II 27.Colonna di Emilio Paolo 28.Colonna di Naxos 29.Colonna serpentina di
Platea 30.Daochos votivo o Monumento dei Tessali 31.Monumento di Krateros 32.Carro di Rodi 33.Esedra
dei Re di Argo 34.Esedra degli Epigoni 35.Altare votivo di Taras 36.Altari votivi di Atene, Arcadia, Argo e
Sparta 37.Toro di Corcira 38.Muro del Temenos 39.Agorà romana 40.Via sacra 41.Sentiero per lo Stadio
Si trova nella Focide sulle pendici del monte Parnaso sacro alle Muse a circa 600 m di altezza
paesaggio alpestre. Fu Gaia la terra la prima profetessa a regnare insieme al figlio Pitone che fu
ucciso da Apollo che ne assunse le caratteristiche oracolari e fondò gli agoni musicali suonando
lui stesso la cetra. I primi ritrovamenti archeologici risalgono al IX sec aC ma assumerà una
grande importanza nel VII sec come testimoniato dai
grandi calderoni a protomi di grifi e sirene del periodo
orientalizzante. Dopo la prima guerra sacra (600 590 aC)
vengono fondati i giochi Pitici e il certame coronario gare
di musica e di atletica, il santuario diventa così
panellenico e si apre alle potenze straniere quali gli
Etruschi e i re della Lidia. Risale a questo periodo il primo
muro di cinta in opera poligonale dell'altare
dell'Apollonion e i primi grandi donari tra i quali il gruppo
di kleobis e Biton e la sfinge dei Nassii. Il santuario di Delfi si articola in due settori ai lati della
fonte Castalia antichissimo luogo di culto con la sua acqua parlante la Pizia somma sacerdotessa
di Apollo si bagnava i capelli prima di dare i responsi. Per prima si incontra la terrazza di
Marmariàsu cui sorge il santuario di Atena Pronaia. Verso occidente il vasto complesso del
Ginnasio con le piste per gli allenamenti le terme e la palestra costruito nel IV sec su due terrazze
sovrapposte. Si giunge poi al temenos di Apollo che si inerpica sul pendio della montagna.
L'ingresso attuale, fiancheggiato da edifici di età romana, immette direttamente nella via sacra
fiancheggiata da donari e tesori. A sinistra dell'entrata il monumento dei navarchi spartani
vincitori a Egospotami nel 405 aC contro --atene si affianca il donario che celebra la vittoria
ateniese a Maratona del 490 aC, in mezzo il cavallo di Troia donato da Argo per una vittoria sugli
Spartani nel 414 aC e il Donario degli Arcadi liberi dal dominio di Sparta nella prima metà del IV
sec. Donari di Argo Donario dei Tarantini. Incomincia poi una serie dei thesauroi tesori edifici di
modeste dimensioni a oikos rettangolari distilo in antis costruiti con le decime dei bottini di guerra
rappresentano le poleis greche e le colonie nei santuari panellenici. Sotto la terrazza del tempio di Apollo
tra le rocce era l'antico santuario di Ghe dove il dio uccise il serpente, gli abitanti di Nasso ne anno fatto
erigere una colonna di ordine ionico 10 m h sormontata da una sfinge con volto di donna , davanti ad essa
un'area circolare denominata Halos (aia).
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Il tempio di Apollo è stato ricostruito più volte. Il tempio


arcaico fu distrutto nel 548 aC da un incendio e rifatto nel
510 505 aC con il contributo della potente familia degli
Alcmeonidi mandata in esilio da Pisistrato e l'intervento di
uno scultore famoso Antenore che realizza i frontoni:
quello est im marmo di Paro (Apollo arriva a Delfi) quello ovest in calcare una gigantomachia. Ora è visibile
solo quello ricostruito dopo il terremoto del 373 aC in una sala sotterraea sul fondo della cella l'adyton la
Pizia svogleva i vaticini. Di fronte al tempio preceduto da un altare
dedicato dagli aitanti dell'isola di Chio, si apre una vaste area
affollata di domumenti e donari quelli della vittoria sui Persiani dei
tiranni di Gela e Siracusa di Taranto. Girando attorno al tempio si
arriva al teatro dove era la colonna delle danzatrici del 330 325 aC
Sul terrazzamento più alto lungo il muro settentrionale era la
Lesche degli Cnidii sala di
riunioni e di banchetti. . Il
primo tesoro che si incontra
risalendo la via sacra è il
Tesoro di Sicione costruito verso la fine del VI sec lefondamenta
inglobano due altri edifici uno era costituito dalla peristasi di colonne
doriche priva di cella come un baldacchino per la statua del fregio
restano 9 metope datate 560 aC. La meglio conservata 62 cm h quella
della razzia dei buoi da parte dei Dioscuri attenzione ai dettagli qasi
miniaturistica. Dietro al tesoro di Sicione c'è quello dei Sifni realizzato
con le decime delle miniere di piombo 530 525 a C. E' un piccolo edificio in marmo insulare di ordine ionio
8,41m x6dalla ricca decorazione architettonica due korai sostituiscono le colonne del pronao e un lungo
fregio corre sopra l'architrave. l'ingresso è sul lato ovest sono raffigurati Hermes Atena e Afrodite nell'atto
di salire e scendere dai carri soggetto Giudizio di Paride, lato
nord gigantomachia lato sud corteo di cavalieri, i temi sono
tratti dal mito secondo il modello del VI sec forme eleganti
della scultura ionica. Sono stati riconosciuti le mani di due
maestri.Il tesoro degli Ateniesi si trova su una terrazza che
domina il primo tornante della via sacra. E' un tesoro dorico
in marmo con due colonne tra le ante, le metope del fregio
tutte scolpite raffiguravano episodi dei miti di Teseo e
Eracle. Fu costruito secondo Pausania con le decime de bottino di Maratona poco dopo il 490 a C anche se
lo stile è arcaizzante. Le metope del tesoro degli ateniesi riflettono il lavoro di artigiani di diversa
formazione e preparazione. Nella metopa con Eracle e la cerva la simmetria porta a forzare la postura
dell'eroe rappresentati di profilo ma con il torso di prospetto e i muscoli marcati nella figura con Eracle e il
cigno invece i corpi di tre quarto sono disposti su file oblique e parallele per cui si denota la
sperimentazione di movimento canonizzata poi nello stile severo. Frontone del Tesauros lotta di Eracle e
Apollo per il tripode figure massicce

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540 PINAX CON SCENA DI SACRIFICIO LE PINAKES erano tavolette in legno o terracotta
530 con iscrizioni e raffigurazioni dipinte con fori di
aC sospensioni venivano appesi come doni votivi
Si noti la convenzione di dipingere gli incarnati
femminili con pittura chiara e quelli maschili scura
come nella ceramica

SANTUARIO DI POSIDONE ISTHMIA Il santuario di Poseidone è un santuario antico


dedicato a Poseidone situato a Isthmia, sull'istmo di
Corinto, a circa 16 km ad est dell'antica Corinto Il
culto a Poseidone nel luogo risale probabilmente
all'VIII secolo a.C.Un primo edificio templare venne
costruito in epoca arcaica nel VII secolo a.C. e dopo
la sua distruzione nel 470 a.C. fu ricostruito in epoca
classica nel 440 a.C.. Nuovamente distrutto da un
incendio nel 390 a.C. venne ancora ricostruito, nel
IV secolo a.C.Il santuario extraurbano fu sede dei
giochi istmici, probabilmente esistenti da epoca più
antica. Il tempio arcarico aveva una pianta allungata
(40 x 14 m), con un peristilio di 7 X19, e presentava
una fila di colonne all'interno della cella. I muri della
cella erano in pietra locale rivestita di stucco e di
pitture murali. Il tetto in tegole 4 spioventi. Le
pareti della cella erano decorate.Tra gli oggetti
appartenenti alla prima fase del tempio è stato
ritrovato un grande bacino in marmo di 1,24 m di
diametro, sostenuto da figure femminili in piedi su
leoni, datato alla metà del VII secolo a.C.Al tempio
era associato un grande altare di epoca arcaica,
lungo 40 m, rimasto in funzione fino all'epoca
romana.Il tempio dorico di epoca classica venne
ricostruito con 6 x13 in pietra locale, con tetto in
marmo e frontoni e metope scolpiti. L'unica fila di
colonne all'interno della cella fu in seguito sostituita
da due file, che diedero allo spazio interno la
struttura tripartita più comune din quest'epoca. La
ricostruzione del IV secolo a.C. sembra non aver
modificato l'impianto del tempio classico. Nel
santuario erano presenti anche stadio e teatro.
L'edificio dello stadio aveva sedici porte di partenza
con un sistema di chiusura con corde che venivano
tirate via alla partenza. Venne successivamente
accorciato dai 192,25 m (come nello stadio di
Olimpia) ai 181,32 m. Successivamente fu sostituito
da un nuovo stadio di 181,20 m.
Il teatro fu costruito tra la fine del V secolo a.C. e gli
inizi del IV secolo a.C. e fu probabilmente ricostruito
con pianta curvilinea entro la fine del IV. Nel IV
secolo a.C. furono inoltre costruiti altri edifici
annessi al santuario (sale per banchetti di culto, con
cortili e cucine).

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472 TEMPIO DI ZEUS A OLIMPIA


457 Situato sulla
parte
meridionale
del temenos
su un
enorme
stilobate
27.68x64.12
m il tempio è
dorico periptero 6x13 colonne con rapporto tra lati
brevi e lunghi che diventerà canonico. La cella divisa in pronao e opistodomo è divisa in tre
navate da due fila di 7 colonna ciascuna poste su doppio ordine come nel tempio di Egina
necessario perchè la colonna dorica non può raggiungere altezze elevate. Nella parte finale della
cella restano tracce della base della statua crisoelefantina di zeus opera di Fidia. Il tempio posto
su un crepidoma di tre gradini raggiungeva l'altezza di 20 m il tetto a doppio spiovente era
coperto da tegole di marmo pario. Anhe qui come a Egina sono state messe in opera delle
correzioni ottiche volte ad alleggerire il peso dell'ordine dorico: i fusti delle colonne hanno una
leggera entasis (rigonfiamento) che ne attenua la rigidità. le colonne dei lati maggiori e le prime
due colonne su ciascun lato corto hanno un'inclinazione verso l'interno di 60 mm. L'unità di
misura per la costruzione del tempio è l'interasse delle colonne, tutte le misure del tempio sono
STILE SEVERO 480 - 450 a. C.

multipli o sottomultipli di questa misura. Il tempio fu costruito tra il 472 e il 457 tra la vittoria su
Pisa e la battaglia di Tanagra contro gli Ateniesi. Il tempio fu demolito da un terremoto in epoca
bizantina. Ci resta il ciclo figurativo
Sono decorate le metope del pronao
e dell'opistodomo in tutto 12 e i
frontoni erano invece lisce le metope
della peristasi. Sono state prima
sistemate le metope scolpite a terra
per via del forte rilievo che raggiunge
anche i 30 cm. Le metope 1.60x1.50
cm hanno un unico tema le dodici
fatiche di Eracle figlio di Zeus che
dovette affrontare per espiare le sue
colpe l'uccisione del figlio e della
moglie per essere riammesso al
cospetto degli dei. Ciascuna delle
metope raffigura la prova o che sta
per essere compiuta. Lato orientale: la cattura del cinghiale di
Erimanto; la cattura delle cavalle di Diomede; Eracle e Gerione;
Eracle e i pomi delle esperidi; la cattura di cerbero, la pulizia delle
stalle di augia. Lato occidentale: la cattura del leone di Nemea,
l'uccione dell'Idra di Lerna, Eracle e gli uccelli stinfalidi Eracle e il
toro di Creta, la cattura della Cerva di Cerinto, la cintura di
Ippolita. Eracle passa dall'atteggiamento d'incertezza a quello
deciso ed eroico Atena giovane nella prima metopa sembra
avviarsi nella maturità.
Nella metopa degli uccelli stinfalidi la dea è ancora una fanciulla
benchè rechi l'egida la pettinatura a calotta è ondulata sulla fronte la superificie liscia suggerisce
l'uso del colore. Si è scelto di raffigurare la conclusione dell'episodio Eracle ha già ucciso gli uccelli
che infestano la palude di Stin

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Falo in Arcadia e porge un uccello ad Atena seduta su una roccia,


l'uccello era in bronzo. Nella fatica imposta da Augia re dell'Elide Eracle
devia il corso del fiume per purificare le stalle del sovrano l'eroe è colo
mentre rompe le pareti per far entrare l'acqua Atena appare in tutta la
sua potenza armata e vestita con peplo cinto non è semplice spettatrice.
A tempio ultimato sono state sistemate le sculture che occupavano uno
spazio di 26 m con un'altezza di 3,50 m,sono state rinvenute non in sito
ma come materiale di reimpiego . Il frontone est corrisponde all'ingresso
del tempio raffigurava la saga dell'eroe locale Pelope lo scultore sceglie di
rappresentare il momento che precede la gara tra il giovane e Enomao re
di Pisa i personaggi si presentano come su un palcosenico. Al centro Zeus al centro del timpano vi
era l'aitudine di sistemare il

dio invisibile che qui rappresenta il destino fato inevitabile è stante la testa rivolta verso la sua
destra gamba dx poggiata a terra sz piegata questa flessione determina la contrazione del fianco
il torso è nudo mentre la parte inferiore è avvolta da mantello la mano dx doveva reggere i
fulmini la sx tiene un lembo del mantello. Il nudo è essenziale il panneggio composto da poche
pieghe pesanti caratteristico dello stile severo concepire la figura come qualcosa di autonomo. Ai
lati del dio le coppie formate da Pelope e Ippodamia a dx di Zeus e da Enomao e la moglie asx. Il
re dell'Elide barbato ha la bocca socchiusa che lascia intravedere i denti espediente per far
intravedere il dolore o la crudeltà Ippodamia si toglie il velo dal capo questo gesto è legato alle
nozze la fanciulla indossa un peplo dorico stretto in vita da una cintura, presso di lei un'ancella
inginocchiata il peplo cade con pieghe pesanti seguono una quadriga e una figura di vecchio forse
un indovino porta la mano al viso con un gesto che esprime angoscia seguono un giovane
accvacciato e un personaggio sdraiato che raffigura il fiume Cladeo. -figure analoghe compaiono
nell'ala sinistra del timpano uno stalliere la quadriga l'auriga un indovino e la personificazione del
fiume Alfeo. Sul frontone occidentale è rappresentato la lotta tra i Lapiti e i Centauri durante le nozze di
Piritoo con Deidamia figlia del re dei Lapiti popolo della Tessaglia inebriati dal vino i centauri assalgono la
sposa e le donne questo provocò l'ira dei Lapiti e verranno sterminati. Al centro il dio Apollo stante nudo
con il braccio
dx proteso e il
sx abbassato
a reggere
l'arco in
origine in
bronzo il
mantello
gettato sulla
spalla scivola
lungo la
schienagesto
fermo sicuro
che indica la
volontà di ristabilirela quiete frenando la violenza dei Centauri La testa mento rotondo robusto
pronunciato tipico dello stile severo. La treccia gira intorno al capo nascosta sulla fronte dalla spessa
frangia di riccioli. La presenza di Apollo dio oracolare è stata collegata alla
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presenza delle
stirpi di indovini.
Ai lati di Apollo in
posizione
divergente
Piritoo a dx la
spada alzata e
Teseo a sx in
rapido
movimento verso
dx le braccia
alzate a reggere
la doppia ascia la
gamba sx
avanzata sulla
quale si avvolge
l'himation che
scivola a terra lo
schema schiena
contro schiena richiama quello dei Tirannicidi.
Le altre figure sono disposte a gruppi di trein
ciascun gruppo un centauro afferra una
Lapitessa e un eroe si lancia contro il mostro. A
STILE SEVERO 480 - 450 a. C.

sx il re dei Centauri riconoscibile per i fori sul


capo che indicano che vi era una corona
metallica tenta di rapire Deidamia mentre
Piritoo accorre in aiuto il centauro le afferra il
seno lei cerca di strappargli le mani dandogli
una gomitata che piega la testa in una smorfia
di dolore, la sposa guarda fisso davanti a se la
testa appena chinata la nocca socchiusa per
esprimere smarrimento la paura e il pudore i
capelli sono raccolti in un'ampia fascia che gira
tre volte intorno alla testa. Un terzo gruppo vede un centauro caduto che si puntella su una
zampa e tenta di rapire una lapitesa afferrandola per i capelli mentre un lapita lo assale.
Nell'ala destra dopo la figura di Teseo e il gruppo formato da un centauro e una lapitessa è noto il
gruppo del morditore un lapita assale alle spalle un centauro passandogli il braccio interno al
collo er strangolarlo ma il centauro si difende mordendolo. Il
lapita porta la gamba dx in avanti il mantello scivola e si
attorciglia intorno alla gamba sx con larghe pieghe. Presenta
una struttura omplessa anche il terzo gruppo formato da un
centauro che caduto sulle zampe anteriori inarca la groppa
metra afferrra con una mano la vita e con l'altra la caviglia della
lapitessa che tende il corpo in direzione opposta cercando di
liberarsi mentre il vestito le scivola scoprendo un seno
contemporaneamente irrompe un lapita che cerca di afferrare il centauro mentre gli conficca un
pugnale. La posizione dinamica esalta la muscolatura del torace contratta nello sforzo mentre il
mantello scivola ai suoi piedi in una serie di fitte pieghe. Le statue angolari un giovane e una
vecchia sono rivolte come i fiumi del frontone est verso l'interno. Tutti i personaggi partecipano
alla narrazione. Un programma figurativo così complesso presuppone una committenza di alta
cultura che va cercata tra l'aristocrazia di Olimpia (le leggi della patria e le punizioni per chi non
rispetta le regole). Senza prove attendibili a cui riferire l'opera dei fregi si parla del Maestro di
OLimpia che certamente doveva essere un personaggio molto noto ai suoi tempi. Una personalità
affascinante dell'arte greca per la sua capacità nella resa degli stati d'animo e ricerca espressiva
che verrà abbandonata per una forma artistica più contenuta.

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460 TEMPIO DI POSEIDONIA (PAESTUM) Tempio di Nettuno in realtà dedicato ad Apollo o a


aC Zeus peristasi 6x14 che si discosta dal canone greco
ma diventerà canonica per i templi della Magna
Grecia e della Sicilia con poche eccezioni. La cella è
inserita in modo simmetrico nella peristasi,
completata dal pronao distilo in antis. Alla cella si
accede tramite una grande porta posta tra due muri
che la celano tipica dell'archietettura dorica in
occidente. Nell'alzato si notano il restringimento
degli interassi angolari e lungo tutti i lati
leggerissimi spostamento delle colonne rispetto al
fregio che non comportava una decorazione
scultorea
TEMPIO DI HERA A SELINUNTE Tempio E pianta più allungata forse per mantenere
l'adyton oltre che l'opistodomo, la peristasi risulta
pertanto 6x15 colonne molto fitte e slanciate
compensate da una trabeazione molto alta la cella è
qui completamente libera priva di colonnati interni.
Il tempio era decorato sia sul pronao che
sull'opistodomo quindi all'interno della peristasi
come nel tempo d Olinpia da metope scolpite con
episodi del mito tra i migliori esempi dello stile
severo. Il problema del fregio dorico è dato
dall'alternanza ritmica di metopa e triglifo e dalla
necessità di concludere il fregio con un triglifo che
viene così a cadere nell'angolo del tempio ma non
sull'asse della colonna corispondente. In età arcaica
il problema si risolveva allargando la metopa
angolare ma rompendo il ritmo geometrico del
fregio, in età classica l'esigenza di una maggiore
simmetria porta a contrarre leggermente l'ampiezza
dell'ultimo intercolumnio o degli ultimi due in modo
che le metope risultino di uguali dimensioni. Lo
stesso accorgimento si ha nel tempio della
Concordia di Agrigento
TEMPIO DELLA CONCORDIA AGRIGENTO Esempio di ricerca sempre più armonica
Al centro della ricerca architettonica è la simmetria
ottenuta con l'uso di un'unità di misura il modulo in
genere l'interasse

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SANTUARIO DI OLIMPIA

Il Pelopion (5) era un recinto di pianta irregolare comprendente un tumulo (quello dell’eroe Pelope) la cui sistemazione definitiva fu
attuata nel IV secolo a.C. Nello spazio compreso tra esso, il tempio di Zeus (15) e quello di Era (4) doveva trovarsi l’altare di Zeus, che
fu costruito via via con le ceneri e i resti dei sacrifici e interamente distrutto da Teodosio. Le colonne del tempio di Era, erano in legno,
ma furono sostitute via via con colonne di pietra, in funzione di ex voto: alcune erano monolitiche, altre composte di più rocchi, altre
ancora diverse. Lo scavo dei terrapieni dello stadio (10) ha restituito soprattutto numerosi doni votivi arcaici, che in gran parte
venivano forse esposti al coperto, come le armi, provenienti dalle parti più diverse del mondo greco.
Situato nell'area nord occidentale del Peloponneso nella parte dell'Elide, i Greci chiamavano il
santuario Altis che Pausania diceva corrispondere a Bosco sacro. Come il santuario di Delfi era un
santuario panellenico punto i aggregazione di tutti i greci. La località era legata al mito di Pelope.
I giochi in onore di Pelope sarebbero stati istituiti da Eracle che porta con se l'ulivo sacro a Zeus
con il quale si incoronavano i vincitori. La tomba di Pelope era la partenza dei giochi prima della
costruzione dello stadio. Le Olimpiadi iniziano nel 776 con un trattato che prevedeva la tregua
sacra. I giochi avvenivano ogni 4 anni e da allora si sono tramandati i nomi dei vincitori. I giochi
più antichi potevano essere le corse dei carri, solo successivamente la corsa la lotta e il pugilato,
le varie gare ippiche gli agoni poetici e musicali. Come premio il vincitore riceveva la corona di
ulivo e il diritto di offrire un donario o una statua nel santuario e nella propria patria.
La fase più antica X VIII sec è testimoniata dalle offerte di ceramiche di tripodi e di statuette di
terracotta e di bronzo il centro del culto era il Pelopion dove si celebrava il culto eoico di Pelope.
Il primo edificio monumentale del santuario è il tempio di Hera alla fine del VII seco
Nel secolo successivo viene occupata proressivamente con i tesori delle città la lunga terrazza a
est del tempio mentre fuori dal temenos vengono costruiti i primi edifici civili riservati
all'amministrazione del santuario. Solo nel V sec viene costruito il tempio di Zeus che ospita il
ciclo figurativo più importante di tutto il santuario. Nella seconda metà del secolo il tempio viene
completato con la statua di culto crisoelefantina opera di Fidia.
L'officina di Fidia costruita secondo le proporzioni della cella del
tempio è ancora conservata al di fuori dell'Alts nel settore
occidentale riservato agli impianti sportivi grazie alla trasformazione in
chiesa in età bisantina V sec dC.
Nel V sec aC viene costruito il Metroon tempio della dea Madre e la stoà
di Eco. Fuori viene costruito il Leonidaion dal nome del donatore Leonida
di Nasso albergo con portico esterno e cortile centrale.
In età ellenistica vengono sistemati gli impianti sportivi la palestra e il
ginnaio mentre nel 338a C nel settore occidentale presso l'antico
Pelopion viene costruito l'heroon della dinastia macedone il Philippeion.
In età romana viene allargato il temenos dotato di porte monumentali e
la costruzione di una fontana il ninfeo di Erode Attico. Nel 394 con
l'editto di Teodosio vengono abolite le Olimpiadi e i culti pagani da qui l'abbandono del santuario. 36

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470 STATUETTA DI ATLETA da ADRANO Nuova concezione ponderale e di ritmo: gamba


460 destra sostiene il peso del corpo che si contrae
aC inclinandosi per assecondare l'apertura del braccio
anche la testa segue il gesto e si volge verso dx la
pettinatura liscia a calotta piede s spostato di poco
laternalemte mentre il braccio è scostato dal corpo
la mano doveva reggere la palma della vittoria o
un'oinochoe. Movimento armonico. Autore forse
Pitagora di Reggio
APOLLO DI KASSEL Sterminatore di cavallette dedidcato dagli Ateniesi
APOLLO PARNOPIOS DI FIDIA sull'Acropoli di Atene per la protezione ai flagelli
naturali
Mostrano nelle spalle un movimento curvilineo che
asseconda il movimento del bacino. Il dio insiste
sulla gamba sinistra e la dx è flessa
STILE SEVERO 480 - 450 a. C.

460 BRONZI DI RIACE Rinvenuti al largo di Capo Riace quello


450 contrassegnato dalla lettera A maturo barbato dai
capelli sciolti riccioli trattenuti da una benda, bocca
socchiusa per mostrare i denti inseriti in argento. La
ponderazione è prossima a quella dell'apollo di
kassel gambe destra portante sinisra libera e flessa
con piede avanzato il tallone posato al suolo le spalli
430 orizzontali testa girata verso destra il braccio sx
piegato a impugnare lo scudo ora mancante la
mano dex abbassata per portare una lanica. Il corpo
è muscoloso elastico anatomia dettagliata tipica
dello stile severo che mette in risalto le fasce
muscolari la struttura ossea le vene. L'altro bronzo
con uno scarto cronologico di una trentina d'anni
analoga postura bronzo B ma diverso ritmo. Il
bronzo B rappresente un guerriero con scudo lancia
ed elmo il lato destro del corpo corrisponde alla
gamba portante è contratto con conseguente
abbassamento della spalla questo nuovo
movimento fa propendere per una datazione verso
il 430 aC. Fin dal loro ritrovamento hanno sollevato
un intenso dibattito. A è stato prodotto ad Argo B
ad Atene. Recenti studi hanno portato ad attribuire
A ad Agheladas di Argo e B Alcamene
contemporaneo di Fidia

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AURIGA DA DELFI Giunto a noi quasi completo perchè sotterrato dal


terremoto doveva trovarsi sulla terrazza del tempio
di Apollo a fianco del teatro il giovane veste una
lunga tunica stretta alla vita da una cintra che rea
un raffinato gioco di pieghe il volto inberbe è
circondato da riccioli la fronte è fermata da una
benda decorata in argento si sta lentamente
volgendo verso destra si nota dalla rotazione del
busto compiva il giro d'onore e si volgeva verso il
pubblico

477 I TIRANNICIDI Armodio e Aristogitone hanno ucciso il figlio di


Pisistrato e ha inizio la democrazia per Atene viene
fatto realizzare in bronzo da -antenore uno degli
scultori più famosi verranno poi sottratte e portate
in persia ma restituite da Alessandro Magno. nel
477il monumento viene sostituito da un nuovo
gruppo bronzeo affidato alla bottega di Kritios e
STILE SEVERO 480 - 450 a. C.

Nesiotes famosi bronzisti ovevano riprodurre quelle


più antiche Il più maturo Aristoitone protende il
braccio destro teso coperto da mantello il giovane
Armodio colto nell'atto di colpire il braccio sx alzato.
Il movimento resta contenuto

DISCOBOLO COPIA LANCELLOTTI Di Mirone attivo ad Atenenel V sec non ci è giunto


nessun originale
Il discobolo originariamente fu eseguito da Mirone
in bronzo la resa asciutta e accurata della
muscolatura la notazione delle vene il volto ovale
rientrano nello stile severo che non rivela lo sforzo.
La copia migliore è quella Lancellotti. L'atleta è
raffigurato nell'atto di caricare il lancio con il disco
saldamente impugnato nella mano destra, il busto
sta compiendo una semirotazione prima di scattare.
E' una statua che non si prefigge di rappresentare la
realtà ma di fermare un momento
GRUPPO DI ATENA E MARSIA In originale il gruppo fu visto da Pausania
sull'Acropoli di Atene Atena getta via il flauto che
Marsia tenta di raccogliere ma viene fermato da
Atena, entrambi i personaggi sono colti in un attimo
di passaggio al centro della composizione è il flauto
su di esso si concentrano lo sguardo dei protagonisti
mentre atena si volta il sileno resta bloccato in una
posa sgraziata il corpo gettato all'indietro in una
postura instabile. Contrasto del nudo del sileno e
della veste drappeggiata di Atena

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450 ATENA LEMNIA FIDIA ATENA Lemnia dedicata sull'Acropol da coloni


ateniesi di Lemno e realizzata da Fidia in bronzo.
L'originale fu portato a Costantinopoli e ancora
presente nel Medioevo la dea è stante con ampio
peplo a fitte pieghe e l'egida portata di traverso sul
petto mentre guarda il suo elmo la mano sinistra
sollevata appoggia sulla lancia testa dai capelli folti
e ricci trattenuti da un alto nastro una testa giovane
fresca quasi androgina che sottolinea il lato
maschile della vergine guerriera

NIKE DI PARO Delicatezza del modellato eleganza delle forme il


pelo è sciolto la nike è colta nell'atto di librarsi in
volto il vento del movimento della dea che tocca il
suolo solo con la punta del piede appiattisce le
pieghe sulle gambe. il modellato è sfumato
STILE SEVERO 480 - 450 a. C.

ANFORA DI MONACO DA VULCI PITTORE DI KLEOPHRADES così Chiamato dal vasaio


che firma le opere dipinge una scena dionisiaca con
Dioniso le menadi e i satiri la scena è improntata sul
movimento dal gioco dei panneggi delle vesti

500 CRATERE A CALICE CON DISCOBOLO DA PITTORE DI KLEOPHRADES scena di palestra il


490 TARQUINIA giovane discobolo raffigurato nella posizione
preliminare al lancio sperimenta con qualche
difficoltà nel disegno l'instabilità della postura

HYDRIA DEL MUSEO DI NAPOLI PITTORE DI KLEOPHRADES affronta il tema della


distruzione di Troia. La crudeltà il saccheggio lo
stupro la disperazione si alternano a episodi di
disperato coraggio

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ANFORA Staatliche Museen di Berlino da PITTORE DI BERLINO attivo tra il il 500 e il 480 a lui
Vulci vengono attribuiti più di 300 vasi il suo nome deriva
dall'anfora Staatliche Museen di Berlino da Vulci in
cui c'è la sovrapposizione di tre personaggi Hermes
che avanza con un kantharos e un'oinochoe un
satiro che avanza suonando e si volge a guardare e
un cerbiatto tra i due che sussulta al movimento. i
corpi maschili sono slanciati i muscoli addominali
evidenziati ampi pettorali

COPPA DELLA FONDERIA PITTORE DI Vivace scena di bottega ricca di particolari e di


BERLINO oggetti presi dal vero si assiste ai lavori di rifinitura
di grandi bronzi di atleti in moviemento

SKYPHOS DEL PITTORE DI BRYGOS CON Le due coppie procedono a ritmo cadenzato come
STILE SEVERO 480 - 450 a. C.

COMASTI in una danza i corpi inclinati all'indietro i visi


accostati i corpi maschili solo coperti da mantelli e
le ricche vesti delle donne con ampi panneggi
ricadono in fitte pieghe pastose

KYLIX DI DOURIS CON BANCHETTANTI Primo periodo di Douris

PYKTER DI DOURIS Cons scena di satiri in uno scatenato girotondo


tema del gioco è l'uso del vino

HYDRIA DEL PITTORE DI LENINGRADO Scena di agone artigianale tre pittori e il maestro
sono intenti a decorre vasi di grandi dimensioni al
cospetto di Atena e due nikai che li incoronano
all'estremità della scena una donna issata su podio
e seduta dipinge fa parte della bottega ance se non
viene premiata una donna pittrice non sembra un
fatto così anomalo dunque. Dal punto di vista
stilistico il manierismo del pittore emerge nella
predilezione di figure sottili con teste piccole nel
decorativismo dei panneggi fatti di pieghe prive di
reale consistenza. i profili dei volti sono di epoca
severa con mento pieno e tondeggiante e occio
verso l'interno pettinature maschili a calotta
compatta

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PITTORE DI PAN Interpreta con vigore e preziosismo i modelli dello


stile arcaico figure snelle e allungate panneggi
decorativi teste piccole e rotonde mento pieno naso
corto occhi sgranati

RICOSTRUZIONE DELL'AFFRESCO CON LA Il pittore piuttosto che rappresentare gli episodi più
STILE SEVERO 480 - 450 a. C.

NEKYA A DELFI DI POLIGNOTO drammatici deglie venti raffigurati preferiva il


momento che li precedeva o li seguiva preferiva
scene statiche nelle sue pitture le figure erano
disposti in ordine sparso o su più livelli

480 TOMBA DEL TUFFATORE DA POSEIDONIA La tomba prende il nome dalla scena raffigurata
470 sulla faccia interna del coperchio che rappresenta il
tuffo simbolico dal mondo della vita a quello
dell'oltretomba lungo i lati corrono le immagini del
simposio quando ci si dedica alla musica al canto e
all'amore attraverso l'estasi l'uomo può arrivare a
più profonde forme di conoscenza e passare a vita
nuova. Lo stile e la composizione delle scene sono
greche è invece anellenico l'uso di affrescare una
tomba tipico del mondo etrusco. Il carattere ibrido
della sepoltura è legato al ruolo di Poseidonia città
di confine tra mondo greco ed etrusco. La
raffigurazione è tipica dello stile severo per la
vivacità dei gesti per la complessità del programma
decorativo
RITRATTO DI PERICLE COPIA ROMANA Il ritratto di Pericle fatto da Cresila non era un
ritratto dal vero inconcepibile per l'epoca ma
un'immagine ideale incarnazione di un'ideologia
politica e dei valori etici. In originale doveva essere
una statua di grandi dimensioni ma noi possediamo
solo più delle copie della testa in epoca romana.
Doveva essere ritratto in nudità eroica con le armi e
lo scudo similare al bronzo di Riace B
ETA' CLASSICA V SEC - eta' di Pericle

447 L'ACROPOLI DI ATENE RISTRUTTURAZIONE DI PERICLE

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ETA' CLASSICA V SEC - eta' di Pericle

I lavori di ristrutturazione dell'Acropoli incominciarono nel 447 a.C. per volere di Pericle che fece
votare all'asseblea del popolo un decreto che destina a tal fine una parte dei tributi versati dagli
alleati della Lega. E' Fidia l'architetto a cui vengono affidati i lavori. L'attuale accesso all'acropoli
ricalca in parte il tracciato dell'antica via processionale che un tempo saliva tortuosa fino
all'ingresso. La gradinata è stata aggiunta dall'imperatore Claudio. Nel V secolo l'entrata era
fiancheggiata lungo il settore meridionale dal santuario di Artemide Brauronia e dalla Calcoteca
una sala destinataalle offerte in bronzo. Entrambi gli edifici erano erano chiusi nei propri temene,
la processione procedeva in leggera salita verso est. Dal temenos della Calcoteca però si poteva
accedere al Partenone tramite una grande scalinata ricavata nella roccia.

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Il primo edificio ad essere progettato da Pericle fu il Partenone affidato agli architetti Ictino e
Callicrate i lavori iniziarono nel 447 e terminarono nel 438
a.C. sei anni dopo venne completata anche la decorazione
scultorea. Terminati i lavori per dotare l'acropoli di un
ingresso monumentale fu chiamato l'architetto Mnesicle che
in 5 anni costruì i Propilei in marmo pentelico come il
Partenone con lo stilobate e il rivestimento della parte
inferiore in marmo nero di Eleusi. L'edificio restò privo di
decorazione scultorea forse per le difficoltà insorte con la
Guerra del Peloponneso.
Per costruire i Propilei Mnesicle dovette tenere conto dell'esistenza degli edifici sacri presenti
quali il tempio di Atena Nike e del dislivello del terreno. i Propilei si compongono di un corpo
centrale rettangolare dal quale si poteva accedere a due ambienti uno a sud più piccolo per via
della cinta muraria di età micenea e della terrazza di Atena Nike ed uno più a nord di dimensioni
maggiori 11x9 m circa con funzione di sala per banchetti ufficiali e di pinacoteca. Per superare il
dislivello di terreno il corpo centrale era attraversato da una rampa in leggera salita verso est, il
passaggio era retto da 6 colonne ioniche tre per parte le quali grazie alle dimensioni slaciate
potevano arrivare fino al tetto, il dislivello era anche superato da 5 gradini. Le facciate dei Propilei
erano esastili di ordine dorico sormontate da frontoni per riproporre il Partenone,
l'intercolumnio centrale più largo permetteva il passaggio delle processioni. Sul piccolo bastione
meridionale sorge il tempio di Atena Nike edificato tra il 430 e il 420 , tempio ionico ad un unica
cella anfiprostilo tetrastico (4 colonne su tutte e due le fronti) il fregio correva lungo tutto
l'architrave sui 4 lati con tematica la battaglia dei Greci contro gli Orientali. L'ultimo edificio ad
ETA' CLASSICA V SEC - eta' di Pericle

essere costruito fu l'Eretteto iniziato dopo la pace di Nicia


nel 421 e interrotto per il disastro in Sicilia nel 413 e ripreso
dopo il 409. La pianta è asimmetrica perchè riunisce diversi
luoghi di culto, si tratta pertanto più di un santuario che di
un tempio. Il suo nome lo deve ad uno dei primi re della
città. L'edificio sostituiva l'antico tempio di Atena Polias
protettrice della città, i resti rimasero a fianco del nuovo
fino alla fine del secolo quando furono distrutti da un
incendio. L'eretteo si compone di un corpo centrale 20x11
circa m diviso in due ambientri che si apre a est con un
portico di sei colonne ioniche, la parte occidentale è chiusa
da un'alta parete con finestre e semicolonne ad essa si appoggiano due corpi laterali un pronao
tetrastico ionico e la celebre loggetta delle Cariatidi che fungeva da ingresso alla tomba dell'eroe
attico Cecrope figlio di Eretteo e re di Atene. Nel santuario erano venerati oltre a Polidone
Eretteo e Atena Polias anche il dio Efesto, l'eroe attico Bute fratello di Eretteo e primo sacerdote
di Atena e il misterioso Erittonio generato da Efesto innamorato invano della dea Parthenos e
accolto sottoforma di serpente nel tempio della dea. Al lato ovest del tempio maggiore era
addossato un recinto sacro con il saccello dell'eroina attica Pandroso figlia di Cecrope e l'ulivo
sacro fatto nascere da Atena. Quasi tutti gli edifici periclei sono ornati di sculture e di rilievi
inseriti in un programma architettonico e
figurativo destinato a magnificare la
grandezza di Atene e degli dei, l'Acropoli
era ricca di donari e di ex voto. Fidia
costruì la colossale statua di Atena
Promachos posta davanti alla facciata
interna dei Propilei in un'officina allestita
appositamente i cui resti sono ancora
evidenti. Risalgono all'età di Pericle
l'odeion e il primo impianto del teatro di
Dioniso a pianta rettilinea con gradinate di legno e proedria in pietra trasformato dalla seconda
metà del IV sec con aggiunte di età romana. L'odeion di Pericle è una sala ipostila a pianta quasi
quadrata sormontata da un tetto di legno costruito con il legno delle navi del Persiani, destinata
agli agoni musicali.
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Risale infine al V sec il primo impianto del santuario Asklepios a occidente del teatro voluto da un
privato ricco ateniese dopo la peste e ristrutturato con un tempio dorico tetrastilo un grande
altare e un portico a due piani.
Il Partenone non ha l'altare che di norma è posto a est di
fronte all'ingresso, il vero altare di Atena quello che
costituiva il punto d'arrivo della processione delle
Panatenee era infatti situato tra il Partenone e l'Eretteo
dove era la cella del vecchio tempio ad Atena Polias
Ogni anno in occasione delle Panatenee un nuovo peplo
veniva offerto al simulacro della dea che era in legno di
olivo. Il Partenone è quindi un edificio particolare
costruito per ospitare e custodire la grande statua
crisoelefantina della dea appunto Atena Parthenos
vergine.Concepito come un tempio dorico periptero
69.54x30.87 8x17 colonne, la cella era di dimensioni
eccezionali tale da comportare la riduzione dei corridoi del
peristilio più stretti della norma larghi circa 2.5 m, anche la
profondità del pronao e dell'opistodomo è ridotta per
lasciare più spazio alla cella. Questa è divisa in due
ambienti separati il più grande ospitava la statua della dea, i colonnati interni formati da due
ordini sovrapposti di colonne doriche vengono per la prima volta disposte a ∏(pi greco) ed
addossate alle pareti per aumentare lo spazio della navata. Il secondo ambiente prevedeva 4
colonne ioniche che raggiungevano la sommità del tetto, la sala era destinata a contenere le
ETA' CLASSICA V SEC - eta' di Pericle

offerte alla dea e le riserve monetaria, sull'esterno correva un fregio continuo con il corteo delle
Panatenee. L'alzato in marmo pentelico metteva in opera una serie di accorgimenti per
alleggerire la pesantezza dell'ordine dorico dalla curvatura delle linee orizzontali che
l'inclinazione delle colonne verso l'interno. Tutto il programma decorativo era destinato alla
propaganda politica voluta da Pericle. Fu trasformato in chiesa e poi in mosche fino all'esplosione
del 28 sett 1687 e la frammentazione del patrimonio scultoreo nei vari musei europei. Le prime a
dover essere messe in opera sono state le metope che devono essere collocate sull'architrave
prima della copertura dell'edificio, vengono decorate tutte le metope della peristasi 92 metope
larghe 1.25 x 1.37 m e non solo quelle dei lati brevi. Sono scolpite in rilievo con elementi a tutto
tondo i panneggi a basso rilievo dovevano essere ravvivati dal colore e anche il dondo doveva
essere rosso o blu. Temi: gigantomachia a est l'amazzonomachia a ovest, la centauromachia a sud
e la conquista di Troia a nord. Sono i miti di Polignoto e Micone che sovrappongono la
civilizzazione alle barbarie l'ordine al caos ed esaltano la grandezza di Atene. Anche se il progetto
era di Fidia le mani che vi hanno lavorato sono diverse.
Nella metopa 31 il centauro afferra per il collo il lapita che gli
punta un ginocchio tra le zampe entrambi i corpi sono in tensione,
lo scultore è legato allo stile severo nelle partizioni dell'addome
evidenziato quasi geometriche e il volto del centauro presenta
tratti arcaicizzanti. Nella metopa 27 del
lato sud un centauro cerca di fuggire
verso l'esterno ma viene trattenuto da
un lapita nonostante la tensione le
membra del lapita sono più plastiche i
passaggi più sfumati, il panneggio con le pieghe crea uno sfondo quasi
teatrale della scena. La decorazione del Partenone comprende anche il
fregio a bassorilievo tipico dell'ordine ionico, alto circa 1 m che correva
sulla sommità del muro della cella per 160 m visibile tra le colonne
della peristasi. Il fregio rappresentava la processione in occasione delle Panatenee con l'offerta
del peplo alla dea alla presenza dei dodici dei e degli eroi eponimi della città.La processione si
divideva in due cortei di cavalieri carri e personaggi a piedi che convergevano sul lato est in
corrispondenza della porta della cella dove avveniva la consegna del peplo tessuto ogni anno
dalle fanciulle delle più nobili famiglie ateniesi.

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Il frontone est rappresenta la nascita di Atena, quello ovest la contesa tra Atena e Posidone per il
possesso dell'Attica. Purtroppo a causa dell'iconoclastia cristiana e dell'esplosione durante
l'assedio dei Veneziani contro i Turchi tutti i gruppi centrali sono andati perduti. Nel frontone
orientale la prodigiosa nascita di Atena dal cervello di zeus avviene alla presenza di tutti gli dei tra
la quadriga di Helios il sole che si alza verso il cielo e quella di Selene la luna che si inabissava,
Dioniso volgendo le spalle brinda al sorgere del sole alle sue spalle iris con il panneggio
svolazzante porta la lieta novella accolta da Demetra che si volge verso la messaggera degli dei,
ETA' CLASSICA V SEC - eta' di Pericle

mentre kore seduta frontalmente comincia a girarsi. Si avverte un senso di inquietudine. Anche i
cavalli partecipano a questo nervosismo la testa del cavallo di Selene ne è un esempio e Goethe
ne sottolinea la nobiltà dell'animale e il suo valore eterno.Nell'ala destra Hestia si volge verso il
centro mentre Afrodite resta mollemente sdraiata sul grembo della madre Dione pur voltando il
capo verso il centro della scena. Le stoffe dei chitoni paiono impalpabili e aderiscono al corpo
come una stoffa bagnata. Nel frontone ovest lo scontro tra le due divinità si colloca al centro
della scena ma entrambi i personaggi arretrano con movimeno centrifugo allontanandosi l'uno
dall'altra come colpiti dai loro stessi prodigi, il centro doveva essere occupato dall'olivo. Fidia
elimina la figura centrale per muoversi liberamente nello spazio dove tutti i personaggi
interagiscono tra di loro.
TEMPIO DI EFESTO - THESEION Detto di Teseo per il soggetto delle metope
costruito sulla collina che sovrasta il lato
occidentale dell'Agorà di Atene, stazione per i
braccianti che cercavano lavoro a giornata e sede
delle botteghe dei calderai e delle officine dei
bronzisti, presenta una pianta simile al Partenone
ma ridotta peristasi 6x13 colonne oriche in marmo
petelio, cella con colonnato interno a pi greco
realizzato con colonne doriche disposte su due
ordini , il fregio è composto sulla peristasi da
metope e sul pronao e sull'opistodomo da fregi
ionici con scene di gigantomachia e
centauromachia. Il tempio iniziato nel 449 per
volere di Cimone venne portato a termie dopo la
costruzione del Partenone
TEMPIO DI POSIDONE CAPO SOUNION Tempio periptero dorico 6x13 colonne decorato con
fregio continuo in marmo pario che correva
sull'architrave dei 4 lati interni dei pronao sul quale
si leggono ancora scene di centauromachia

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TEMPIO DI APOLLO EPICURIO ARCADIA Peristasi 6x15 colonne presenza dell'adyton sul
fondo della cella all'interno della quale lo spazio è
liberato con 8 semicolonne ioni addossate ai
contrafforti sporgenti ui lati lunghi, l'adyton
accessibile dall'esterno è
separato dalla cella
tramite due semicolonne
e una colonna centrale
per la prima volta con il
capitello corinzio
ricoperto di foglie d'acanto. Fregio con
amazzonomachia e centauromachia

TELESTERION DI ELEUSI Viene ulteriormente allargato, l'edificio destinato


alla celebrazione dei culti misterici era una sala
quadrangolare che conteneva un antico luogo di
culto risalente all'epoca micenea. La nuova aula
quadrata di lato 52 m era fornita di gradinate su
tutti i lati e coppie di porte sui lati est e sud la
potertina sostenuta da 6 fila di 7 colonne ciascuna.
Questi edifici chiusi come l'odeion di Pericle erano
ETA' CLASSICA V SEC - eta' di Pericle

vaste sale a pianta regolare o quadrata dal tetto


sorretto da più colonne in modo da lasciare spazio
alle gradinate per il pubblico. L'illuminazione
perveniva dagli ingressi e da una lanterna al centro
del tetto che si sopraelevava con ampie aperture.
FIDIA Nato intorno al 500 490 inizia a lavorare come
pittore ma si aferma come scultore e bronzista
(statua di Atena Promachos= che combatte nelle
prime file) alta quasi 9m visibile da chi arrivava in
nave ad Atene. Altre opere Donario di Maratona a
Delfi, l'Apollo Parnopios e Atena Lemnia Zeus di
Olimpia. Le statue crisoelefantine di Parthenos e di
Zeus erano in oro e avorio venerate per la loro
ricchezza. Della Parthenos possediamo copie e
repliche su gemme gioielli monete, vestita con un
peplo dalle pieghe rade e pesanti la stoffa aderisce
alla gamba flessa. Nella mano destra sostenuta da
una colonna la dea recava una Nike nell'atto di
posarsi che simboleggiava il dono più prezioso la
vittoria, nella sinistra tratteneva il grande scudo
sulla quale erano raffigurate la gigantomachia e
l'amazzonomachia. Accanto allo scudo Erittonio in
forma di serpente. l'elmo era sormontat da una
sfinge e da due grifoni.La base recava la nascita di
Pandora prima donna creata da Efesto e istruita da
Atena

Dello Zeus di Olimpia abbiamo il resoconto di


Pausania e le riproduzioni su moneta, era
raffigurato su un trono decorato con scene mitiche
Le figure divine create da Fidia si distiguono per una
sapiente unione della natura umana a quella divina,
gli uomini sono partecipi della bellezza clma e
misurata degli dei. Sono questi gli ideali di Pericle
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POLICLETO Nessuna sua opera originale è giunta a noi nato ad


Argo intorno al 490 attivo fino al 420 circa. Realizza
opere in bronzo figure isolate stanti o in movimento
era celebre per aver scritto il Canone nel quale
affrontava il problema della costruzione della figura
umana attraverso calcoli proporzionali. La sua opera
più famosa è il Doriforo portatore di lancia. La copia
di Pompei risale al II sec aC era posta davanti
all'ingresso della sede della vereia un'associazione
di natura aristocratica. E' probabile che il giovane
fosse identificato con Achille venerato nei ginnasi.
Il giovane è rappresentato nell'atto di incedere
mentre inizia ad avanzare con la gamba sinistra
arretrata sposta tutto il peso del corpo sulla destra
stante il braccio destro è steso sul fianco il sinistro
piegato in avanti portava la lancia appoggiata sulla
spalla, la struttura del corpo è massiccia muscolosa.
La testa volge verso la destra i lineamenti idealizzati
i capelli distinti in ciocche ondulate disposte
simmetricamente. Nell'originale bronzeo non erano
ETA' CLASSICA V SEC - eta' di Pericle

necessari dei puntelli.


Ritmo chiastico di Policleto:alla gamba destra
portante corrisponde la sinistra flessa al fianco
desto contratto il sinistro rilassato, al braccio
sinistro piegato il desro disteso la spalla destra e la
caviglia sinistra si alzano, l'anca e il ginocchio
sinistro si abbassano. L'equilibrio è perfetto la
postura armonia sciolta e naturale anche se è una
costruzione virtuale è il frutto di calcoli matematici
e geometrici espressi nel Canone.
Alla fase finale appartiene il Diadumeno l'atleta che
si cinge il capo con benda in segno di vittoria.
Replica statua di Delo. L'atleta è raffigurato rilassato
alla fine dell'agone sportivo gamba destra di carico
spalla sinistra sollevata gamba sinistra flesse spalla
destra abbassata testa girata vs destra sguardo vs il
asso braccia sollevate
Statua dell'efebo che si toglie la corona schema
invertito rispetto al Doriforo gamba portante sx
435 LE AMAZZONI DI EFESO Intorno al 435 gli scultori più famosi partecipano ad
una commessa indetta dal santuario di Artemide a
Efeso per una statua di amazzone ferita. Vi
partecipano Fidia Policleto resila e Fradmone vince
Policleto
La amazzone di Fidia è stata identificata con quella
di Villa Mattei la figura si appoggia alla lancia con la
mano destra sollevata la gamba sinistra ferita è
piegata in avanti
Quella riferita a Policleto sembra essere quella del
copista Sosicle conservata ai musei capitolini

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421 PAIONOS NIKE Nel 421 Messeni e Naupatti dediarono a Olimpia


una statua di Nike dopo la vittoria sugli Spartani la
statua era posta su un alto piedistallo di fronte al
tempio di Seus la nike guardava il tempio e lo scudo
dorato appeso sotto l'aroterio che gli spartani
avevano offerto al dio. La statua è realizzata in
un'unico blocco di marmo gamba sx avanzata a
sfiorare il terreno on la punta dei piedi ali spiegate il
matello gonfio per il vento aipiedi un'aquila il
chitone aperto sui fianhi si slaccia sul seno sinistro

440 PITTORE DI ACHILLE Dall'anfora rinvenuta a Vulci con


Achille eBriseide predilige scene
semplici con figure solide che
sembrano emanare semplicità. Il
pittore dipinge anche numerosi
lekuthos vaso a collo stretto a
ETA' CLASSICA V SEC - eta' di Pericle

fondo bianco destinato a uso


funerario. Sul fondo bianco le
figure risaltano con intensi
effetti policromi il clima è quelo
della pittura

PITTORE DI MEIDIAS Meidias è il vasaio, dipinge vasi di grandi dimensioni


con figure disposte su più piani. Gi appartengono
due Hydrai ritrovate nella tomba di Populonia
rappresentano episodi legati ad Adrodite, nell'altra
è rappresentato Adone giovane cacciatore amato
da Afrodite.
Entrambi i vasi
sono arricchiti di
dorature stile di
maniera con
virtuosismi
estremi nella
resa dei
panneggi
PITTORE DI TALOS Cratere della collezione Jatta da Ruvo di Puglia
gigante di bronzo eroe di Creta ucciso dalle arti
magiche di Medea per aver tenteto di impedire lo
sbarco degli Argonauti sull'isola Vinto si abbandona
ai Dioscuri

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LE STELI FUNERARIE La visione idealistica dei personaggi dei fregi


emergono anche nelle committenze private dei
rilievi funerari come la stele di Egina dove un
giovane tiene un uccellino nella mano e con un'altra
intende aprire una gabbia nulla fa pensare alla more
se non lo sguardo compassato del giovane servo.
O la stele di Rodi dove le due donne si stringono
unite dal destino nella stele di hegesò figlia di
Proxenos la donna estrae un gioiello dal focanetto
che le porge l'ancella
SANTUARIO DI EPIDAURO

Il culto di Asklepios ha un enorme sviluppo a partire


dal V sec. Cuore del santuario è il tempio affacciato
su un piazzale destinato all'altare e alla riuione dei
fedeli e circondato da stoà e dal muro del recinto
sacro il temenos. Numerosi altri edifici dovevano
sorgere nelle vicinanze per l'accoglienza dei
pellegrini essendo questo un santuario di
guarigione. il tempio venne costruito tra il 380 e il
370 aC dall'archietetto Teodoto di ordine dorico
relativamente piccolo 24x13 m esastilo in antis. Era
ETA' CLASSICA IV SECOLO

privo di opistodomo questo gli permetteva di avere


solo 11 colonne sui lati lunghi. Al suo interno era
collocata la statua dl dio assiso in trono fatta in oro e
avorio fatto da Trasimene di Paro. Ci sono rimaste
varie figure appartenenti agli acroteri e ai frontoni.
L'edificio più celebre era un tempio circolare deto
Tholos
costruito
intorno al 350 all'interno del recinto sacro poco dietro
al principale. La peristasi formata da 26 colonne
doriche racchiudeva un secondo cerchio formato dal
muro della cella all'interno un cerchio concentrico di
14 colonne corinzie delimitavano lo spazio centrale
nel quale si accedeva al labirinto sotterraneo. Era
ornato di marmi fregio dorico con metope dipinte di
blu la porta aveva una richissima cornice. All'interno il
pavimento era decorato da losanghe alternate in
marmo bianco e pietra nera di Argo. Dopo il 350 viene
costruito il teatro. Secondo Pausania è opera di
Policleto il Giovane ancora oggi ben conservato

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STATUA DI EIRENE E PLOUTOS DI Copia di età romana


CEFISODOTO Sull'Agorà di Atene viene innalzata la statua della
pace Eirene che custodiva e alimentava la neonata
ricchezza in greco al maschile Ploutos, dunque non
una statua di divinità e di eroi ma di personificazioni
di concetti di beni terrenti pace e ricchezza questo
dimostra come fossero cambiate le generazioni.
La figura femminile è stante e porta un mantello sul
peplo il braccio dx sollevato nel reggersi allo scettro
schema volutamente tradizionale reso con uno stile
che si rifà a Fidia simile alle Cariatidi dell'Eretteo. Il
bimbo ha la figura arrotondata le teste sono rivolte
una verso l'altra da una dipende la crescita della
seconda
PRASSITELE - AFRODITE CNIDIA Figlio di Cefisodoto. Plinio ci racconta che
un'ambasceria degli abitanti di Coo si reca ad Atene
nella sua bottega per commissionargli la statua di
culto per il nuovo santuario della dea ma quando
questa fu pronta gli ambasciatori rimasero a bocca
aperta perchè raffigurata in nudità fino ad allora
riservata alle figure maschili. Rifiutano la statua. Gli
abitanti di Cnido che anche loro stanno costruendo
un tempio ad Afrodite piace l'immagine della dea e
la acquistano così il empio di Cnido acquistò fama e
notorietà. Plinio ci racconta che Prassitele raggiunse
la sua fama prima del 360 aC trentenne. Della sttua
abbiamo numerose copie di età romana. La dea è
rappresentata in piedi mentre si accinge a agnarsi
poggia la veste su un vaso e nel far ciò sposta il
barientro dando gioco ai pesi una flessuosità
ompletamente nuova. on la mano dx copre l'inguine
in gesto di pudicizia. I riccioli sono spartiti da una
riga centrale e raccolti sulla nuca occhi naso e bocca
piccoli e ravvicinati. Simbolo di eterna bellezza

PRASSITELE HERMES E DIONISO Trovata ad Olimpia nel 1877 rappresenta un


giovane nudo ce con la destra porge un grappolo
d'uva a un bambino che regge sul braccio sinistro, il
giovane è appoggiato ad un tronco d'albero sul
quale ha lasciato cadere la veste, questo fa si che a
dispetto della ponderazione poliletea delle gambe il
torso si inarchi con un movimento acentuato dal
sollevarsi del braccio destro un movimento libero
nello spazio che da alla figur un senso di posizione
provvisoria. E' un momento tipicamente umano di
sosta in cui Hermes porta il piccolo Dioniso alle
ninfe. Nei capelli e nelle vesti si denota il
virtuosismo dell'artista. Non si sa se si tratti di una
copia romana o dell'originale

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PRASSITELE APOLLO SAUROCTONO Lo spostamento della parte superiore del corpo è


ancora maggiore. La statua ci è nota dalle repliche.
Il dio ancora giovane è in piedi il peso sulla gamba
destra con il braccio sinistro si appoggia ad un
tronco di albero sul quale si arrampica una lucertola
per colpirla con una freccia che tiene nella mano
destra egli si sporge in avanti in un equilibrio
precario. L'appoggiarsi della figura ad un elemento
esterno consente una rotazione che mette in risalto
la flessuosità del corpo accentuandone la grazia. Ma
questo saper cogliere un momento di grazia
apparentemente secondario nello svolgimento del
mito all'interno di una ambientazione naturale è
una delle caratteristiche di Prassitele

PRASSITELE SATIRO IN RIPOSO Ci sono pervenute numerose copie romane. Un


giovane satiro resta in piedi ma stanco si appoggia a
un elemento esterno un albero il ritmo viene
accentuato dalla diagonale del mantello che scende
sulla spalla destra fino a girare sul fianco sinistro
sollevato
ETA' CLASSICA I V SECOLO

SKOPAS MAESTRO DEL PATHOS Negli stessi anni di Prassitele altri scultori si
cimentano nell'uso del movimento e della torsione
del corpo e di una disposizione meno equilibrata
degli elementi del volto. Skopas fu maestro
dell'espressione e del sentimento. Anch'egli trae
ispirazione dal mondo di Dioniso in particolare per
la statuetta della Menade di Dresda. L'agitazione
che pervade tutta la figura viene resa
dall'impetuosa torsione che dalla gamba sinistra
passa per il busto e il collo fino alla testa gettata
all'indietro e girata. Il volto è pieno l bocca naso e
occhi sono ravvicinati. L'abbandonarsi del corpo alla
passione è sottolineato dai capelli scomposti e dal
chitone chiudo in vita da una cintura che si spalanca
nel movimento lasiando scoperto il fianco sinistro. Il
braccio sinistro perduto stringe sopra la spalla un
capretto il destro è teso all'indietro e nella mano ha
un pugnale.
Dal frontone occidentale dove era rappresentata la
lotta tra Achille e Telefo proviene una testa di Eracle
i particolari del volto sono ravvicinati. Le soluzioni
scelte da Skopas faranno scuola nel periodo
ellenistico e l'esaltazione delle passioni diverrà una
delle caratteristiche del cosidetto Barocco
Pergamento

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LEOCARE DI ATENE Scultore preferito di Filippo II padre di Alessandro


Magno per il quale esegue le statue crisoelefantine
del Philippeion di Olimpia tra il 338 e il 336 aC.
Una delle statue più elebri in assoluto di Apollo è
quella chiamata del Belvedere in quanto è
conservata nel cortile del Vaticano. Il dio appare
stante con indosso la faretra e un mantello he
fermato sulla spalla destra si avvolge intorno al
braccio. Il peso è tutto sulla gamba destra il piede
sinistro rimasto all'indietro poggia a terra solo con
la punta. Il corpo giovanile la mano sinistra doveva
impugnare l'arco. Insieme ad Apollo Leocare ha
creato anche la statua della sorella gemella
Artemide detta di Versaille anche se ora si trova al
Louvre. La posizione è simile all'Apollo il corpo è
ricoperto da una corte tunica caratteristica della
dea cacciatrice. La paternità della statua a Leocare
non è certa.
377 MAUSOLEO DI ALICARNASSO
aC

Nel 377 Mausolo diventa governatore in nome del re di Persia. Discendente da una stirpe
principesca egli inizia una politica di autonomia. Grazie alle enormi ricchezze accumulate pone
allora mano alla ricostruzione di una sua nuova capitale sul mare. Viene scelta l'antica Alicarnasso
che viene ricostruita secondo un progetto unitario che prevede in posizione centrale il palazzo e il
suo monumento onorario. Lo comincia egli stesso, ma deve essere portato avanti dalla moglie
Artemisia che gli succede dopo la sua morte avvenuta nel 353,morta anch'ella due anni dopo il
monumento viene completato negli anni successivi. Un secolo dopo è tra le 7 meraviglie del
mondo antico. Posto su enorme podio suddiviso in tre gradini che misurava alla base 120x100
piedi (38.40 x32m) ed era alto 60 piedi 19.20 m si innalzava un tempio circondato da 36 colonne
ETA' CLASSICA I V SECOLO

ioniche alte 12 m. Concludeva l'edificio un tronco di piramide formato da 24 gradoni sul quale era
posta la quadriga reale. L'intero monumento raggiungeva così un'altezza di 140 piedi poco meno
di 45 m (come un grattacielo di 15 piani) Tutta la costruzione viene affidata a Piteo l'archietetto
che si è occupato della ricostruzione di Alicarnasso. Per creare le sculture vengono fatti arrivare i
migliori scultori dalla Grecia Timoteo Leocare Skopas Briasside. Ciascuno si occupa della
decorazione di un lato. Il Mausoleo si inserisce nella tradisione dei monumenti sepolcrali dell'Asia
Minore come casa sarcofago o tempio funerario su alto podio. Il Mausoleo di Alicarnasso diventa
un modello riprodotto per secoli in sepolcri di più modeste dimensioni. Cade in rovina in tarda
antichità viene spogliato dei blocchi che lo costituivano compresi quelli delle fondamenta per
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Costruire un porto nel XV sec. Il British Museum ha finanziato gli scavi a metà ottocento e
vengono alla luce lastre di un fregio con amazzonomachia e resti di almeno 300 statue
frammentarie compresa la testa di un cavallo appartenente alla quadriga citata da Plinio posta
sulla sommità. Dai resti dei fregi si desume che le mani sono stati diverse ma il disegno unitario,
prevalgono gruppi con liee diagonali e la ricerca più libera nello spazio di eleganti figure ben
radicate nella tradizione classica ma slanciate in movimenti aperti. Da recenti ricostruzioni il
fregio risultava di minore importanza visto l'altezza a cui ero posto rispetto alle statue 88
collocate sul primo gradone 72 sul second 56 sul terzo colossali, 36 di grandezza maggiore del
vero si trovavano tra gli intercolumni 56 o 72 leoni collocati all'inizio della piramide alla grandiosa
quadriga con le statue di
Mausolo e Artemisia. Appare
dimostrata l'esistenza di un
seondo fregio raffigurante le
celebrazioni funerarie una
corsa di carri. Il fregio correva
attorno al terzo gradino del
podio per oltre 100 metri
composto da figure di
guerrieri e amazzoni che
formano continue diagonali
ce si intersecano a X. Molte
lastre vengono attribuite a
Skopas si vedono i greci rappresentati in nudità eroica con elmo e scudo e a destra un amazzone
a piedi o a cavallo indicata anche dalla corta veste che arriva poco sopra le ginocchia. Nei volti
occhi naso bocca sono ravvicinati per una maggiore
esprssività. Tutte le figure sono pervase da movimento
le muscolature maschili indicate nello sforzo della
battaglia. L'amazzone del gruppo centrale poggiando
sulla gamba destra
ruota il busto il
movimento è così
brusco che la veste si
apre scoprendo i glutei
e il seno sinistro come
nella menade di dresda attribuita a Skopas. Ma questi studi di
movimento sono anche di Leocare, i panneggi gonfiati dai venti
possono essere attribuiti a Timoteo. Due statue ci sono giunte
quasi del tutto intere due dignitari e servitori anonimi. La statua
che si è falsamente attribuita a Mausolo è stante nella classica
contrapposizione dei pesi mostra un'acconciatura con capelli
lunghi barba corta. Anche la veste con il mantello portato
orizzontalmente a cingere la parte centrale non rientra nei
canoni consueti. Si tratta di simboli di status.

340 GIOVANE DI ANTICITERA scuola Policleto Statua in bronzo alta 1.96m scoperta in molti pezzi
339 in un relitto al largo di Anticitera conservata al
museo di Atene. Il muscoloso corpo di un giovane
atleta sembra arrestarsi nel suo procedere
mostrando con la destra un oggetto circolare ora
perduto. Il peso è sulla gamba sinistra la dx poggia
con la punta del piede in corrispondenza chiastica è
lasciato cadere verso il nasso il braccio sinistro. Il
ritmo è quello policleteo. la testa è lievemente
reclinata in avanti. Potrebbe essere un paride che
mostra la mela o Eracle con il pomo delle Esperidi

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350 TOMBA A TUMULO DI VERGHINA - TOMBA DI FILIPPO II


325
aC Nella capitale macedone di Aigai oggi
Verghina, è stata ritrovata nel 1977 una
tomba composta da una camera con le
pareti in blocchi di pietra squadrati e la
copertura a botte preceduta da
un'anticamera leggermente più piccola.
Dopo l'edificazione la tomba era stata
ricoperta da un tumulo di terra che
lasciava visibile solo la facciata nella
quale la pota di accesso si apriva tra due
semicolonne doriche tra ante
sormontate da un fregio dorico, l'ampio
spazio è dipinto con scene di caccia. La
tomba al momento della scoperta era
ancora intatta. Addossata alla parete di
fondo vi era un sarcofago in marmo contenente
un confanetto in
ro con piedi
ETA' DI ALESSANDRO 336 - 323 aC

leonini fregi a
rosette e sopra
una stella a 16
ounte la stella di
Macedonia
incisa a rilievo
sul coperchio. Al suo interno vi erano le ossa
combuste del proprietario del sepolcro. Accanto
vi era il corredo funebre composto da: vasi da
mensa coppe anfore cratere recipienti in argento
e ceramici, vasellame bronzeo usato per il bagno,
un'armatura corazza di ferro e cuorio con
decorazioni in oro elmo in ferro con alto cimiero una spada in ferro con decorazioni in oro scudo
con decorazioni in oro e avorio punte di lancia, un diadema in oro e foglie di
quercia e un letto la cui struttura lignea è andata
persa ma restano le decorazioni in avoro. Tra
queste alcune teste di piccole dimensioni
maschili e femminili e in due di queste si è
proprio voluto riconoscere il possibile
proprietario della tomba Filippo II. Il corredo è
dtabile tra il 350 e il 325 aC di conseguenza l'unico re che possa essere
stato sepolto non può che essere Filippo II morto in una congiura. Gli esami
sui resti non sono così semplici visto che le ossa sono state combuste su
una pira. Anche l'anticamera è stata usata per una tomba i è stata trovato
un sarcofago marmoreo di minor dimensione contenente altro cofanetto
pù piccolo e semplice ma con la stella a 16 punte forse i resti sono della
moglie più giovane Cleopatra. Anche il corredo è più
semplice un diadema a foglie e iori e un pettorale
finemente decorato. E' una tomba di straordinaria
ricchezza anche dal punto di vista pittorico in quanto ci restituisce uno dei
pochi esempi superstite di pittura parietale greca.

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350
325
aC

La caccia raffigurata sulla facciata della tomba si solge in un luogo boscoso, numerose sono le
figure partecipanti cervi cinghiali leone e orso. La caccia è condotta da diversi cani e uomini a
piedi e a cavallo. Questi ultimi sono rappresentati n forte scorcio nell'atto di colpire con la lancia
mentre la cavalcaura si impenna. I due personaggi principali un uomo barbuto e un ragazzo sono
impegnati nella caccia al leone nel giovane è stato proposto di riconoscervi Alessandro Magno. Il
particolare uso del colore che crea momenti di singolare luninosità con l'uso del chiaroscuro
anche per dare profondità nello sfumato con cui sono resi i monti sullo sfondo riporta ad altri
pittori macedoni Apelle per esempio
pittore preferito di Alessandro.
A Nicomaco di Atene è attribuito l'affresco
con il ratto di Persefone che dà il nome alla
tomba che ha decorato sempre nella
ETA' DI ALESSANDRO 336 - 323 aC

necropoli di Verghina datata 320 aC. Il


carro di Ade procede con impeto
l'espressione e le chiome scompigliate
sottolineano l'impeto Persefone invano
tende le braccia in senso opposto alla
corsa.
315 PALAZZ0 DI VERGHINA
310
aC Sempre a Verghina è stato
scoperto un grande
palazzo. L'accesso sul lato
est attravers un vestibolo
con tre colonne e tre ante
dordato da un doppio
colonnato dorico al piano
inferiore e ionico a quello
superiore. Il colonnato si prolunga divenendo la facciata
monumentale. Dal primo vestibolo si passa ad altri due prima
di accedere alla corte centrale quadrata. Questa è ornata su
ciscun lato da un portico a sedici colonne d'ordine dorico e
attorno ad essa si distribuiscono delle serie di stanze quadrangolari. A sud probabilmente gli
appartamenti reali. Accanto all'accesso un ambiente quadrato presenta internamente una pianta
circolare coperta da cupola è la sala di
rappresentanza dove avvenivano i
ricevimenti ufficiali.

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ETA' DI ALESSANDRO 336 - 323 aC PALAZZO DI PELLA

Lo schema è quindi di una casa a peristilio, che si ripete anche in altre case scavate a Pella,
risalenti intorno al 315 310 o di poco successivi. Alcuni di questi ambienti sono decorati da
quadretti figurati entro una cornice di girale con il contorno delle figure sottolineati da lamine di
piombo. Essi rappresentano scene di caccia un genere che aveva preso piede sotto Alessandro.
Uno di questi ha due personaggi in pose derivate da modelli classici dei combattenti che
cooperano all'uccisione di un cervo aggredito dai cani in cui uno dei due sembra avere la peggio
ma viene salvato episodio che ricordaAlessandro salvato da Cratero
LISIPPO - STATUA DI AGHIAS Nativo di Sicione si dice seguace di Policleto e
anch'egli scrive un canone, anche lui individua dei
rapporti matematici ma le sue figure sono più snelle
i movimenti più liberi i singoli elementi del voto
destinati a una espressione con meno equilibrio e
più intentistà. Lisippo incomincia la sua attività
come bronzista, lavora a Delfi a partire dal 360 aC vi
erige la statua di Troilo vincitore della corsa ai
cavalli e poi del condottiero tebano Pelopida. E poi
lavora per per Daolco il tetrarca della Tessaglia, a
Farsalo principale città esegue le statue bronzee di
Daoco e dei famigliari replicate poi in marmo per
Delfi. Tra le statue spicca quella di Aghias un
antenato di Daoco. Il corpo solido e muscoloso ha
proporzioni più slanciate delle statue policletee più
lunghi gli arti e il busto la testa più piccola e più
piccoli occhi naso e bocca ravvicinati per formare
una sorta di triangolo. Il peso del corpo è distribuito
su entrambe le gambe per far emergere il
movimento sinuoso la testa volta a sinistra. Forse
proprio grazie a questa collaborazione Lisippo entra
in contatto con la corte macedone. Quando
Alessandro divenuto re intraprende la spedizione
contro la Persia nel 334vuole con se Lisippo e solo a
lui concede di raffigurarlo nelle statue bronzee

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LISIPPO - APOXYOMENOS Tornato in Grecia riprende la sua opera più celebreil


Apoxyomenos. l'originale in bronzo è andato
perduto, rappresenta un atleta che si sta
detergendo il dudore, ne possediamo una copia di
età romana nei Musei Vaticani. La figura è stante
ma arriva ad occupare la terza dimensione la
sinistra è portante ma la destra allungata all'indietre
riceve parte del peso e contribuisce a dare alla figur
un senso di attesa di gesto che sta per ompiersi. Il
braccio destro è proteso in avanti verso lo
spettatore il braccio sinistro è sollevato e raggiunge
il destro con l'oggetto che impugnava uno striile di
bronzo. L'artista ha scelto un breve momento
apparentemente insignificante ma l'ha utilizzata per
inserire un rapporto spaziale nuovo. La figura pare
costuita secondo il canone di Policleto ma è
sbilanciata in avanti libera nello spazio, le braccia
cprono parte della vista del busto che quindi non è
più al centro dell'attenzione dell'osservatore, le
ETA' DI ALESSANDRO 336 - 323 aC

stesse proporzioni sono più slanciate le braccia il


torso le gambe appaiono più lunghe la testa più
piccola le ciochhe dei capelli sono scomposte. occhi
naso bocca più piccoli e ravvicinati la fronte
lievemente corrugata le arcate sopraccigliari e la
bocca schiuse suggeriscono lo sforzo appena
compiuto dall'atleta. L'originale era stato
trasportato da Agrippa che lo aveva fatto collocare
davanti alle sue terme ma Tiberio la spostò nella sua
camera il popolo si sollevò e la fece rimettere al suo
posto
LISIPPO ERACLE FARNESE Una sua celebre opera successiva è l'Eracle a riposo
di cui possediamo copia in marmo alta 3,17 m
conservata al museo nazionale di Napoli trovata
all'inerno delle terme di Caracalla. Entrambi i talloni
poggiano a terra ma tutto il peso sembra
abbandonarsi sulla spalla sinistra appoggiata alla
clava parzialmente coperta dalla leontè. Tutte le
proporzioni sono alterate in larghezza per mettere
in rilievo la natura sovraumana di Eracle la
muscolatura messa in risalto, la testa è piccola in
proporzione al corpo come sempre in Lisippo
l'espressione pernserosa. Le rughe che solcano la
fronte le forti sopracciglia gli occhi infossati lo
sguardo rivolto a terra ne accentuano l'espressione
pesierosa. Il braccio destro è piegato al'indietro in
posizione di riposo e poggia sul gluteo la mano
stringe i pomi delle Esperidi impresa che lo aveva
lasciato stanco. Lisippo sceglie di rappresentare non
il pieno vigore ma un momento di pausa in cui tocca
un lato psicologico del personaggio

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330 LISIPPO SOCRATE Gli Ateniesi affidano a Lisippo l'incarico di realizzare


320 una statua di Socrate da collocare nel Pompeion
edificio tipo ginnasio presso la porta del Dipylon
dove si adunano e dove partono le processioni delle
Panatenee (nello stesso periodo viene rifatto il
teatro di Dioniso e vengono collocate le statue di
Eschilo Sofocle ed Euripide). L'originale è andato
perduto ricostruibile da copie. La figura del filosofo
è rappresentata eretta drappeggata con mantello
avvolto al pett e poi sulla spalla sinistra il peso è
sulla gamba sinistra secondo le regole della
ponderazione gamba dx e braccio sx piegati. Nel
volto Lisippo lascia alcuni tratti silenici come nel
vecchio ritratto le lunghe ciocche ricadono sulle
tempie i capelli disposti a ciuffi grossi. Era il ritratto
di un uomo fuori dalla norma un venerabile
cittadino raccolto e pensoso esempio di saggezza
LISIPPO ALESSANDRO A CAVALLO Lisippo è l'unico scultore ad esere nominato a fianco
ad Alessandro nella battaglia in Asia incaricato di
esegure un bronzo un gruppo che commemorasse i
cavalieri caduti da erigere nel santuario di Zeus a
Dione in Macedonia. Al centro vi è lo steso re a
ETA' DI ALESSANDRO 336 - 323 aC

cavallo. Quesa statua è facilmente rionosciuta in un


bronzetto alto 48.5 cm ritrovata a Ercolano il cavallo
si impenna poggiand a terra con le zampe
posteriori. Il cavaliere senza elmp ma protetto dalla
corazza della cavalleria macedone coperta da un
corto mantello ruota il busto vero destra seguendo
il movimento del capo. Con la sx tiene le redini la dz
è sollevata il braccio piegato sopra la testa sta
cariando il copo probabilmente impugnava la spada
qui perduta. La testa dagli occhi piccoli intensi ha i
tipici tratti di Alessandro capigliatura mossa flunte e
lunghe ciocche divisa sulla fronte. Ogni dettaglio è
particolareggiato. Più tardi Lisippo lo raffigurerà non
più vittorioso ma in nudità eroica già innalzato tra
gli dei come deduciamo dalle numerose copie
giunteci.
ALESSANDRO DIPINTO DA APELLE CON LA Per Alessandro Apelle nella pittura fu altrettanto
FOLGORE importante quanto Lisippo nella scultura. A Pompei
è stata ritrovata una pittura parietale di Alessandro
rappresentato com Zeus seduto che impugna con in
mano uno scettro (Zeus di Fidia). E' un messaggio
ardito da essere impensabile prima di lui il re
macedone è paragonato al padre di tutti gli dei, in
pochi anni si passa dal fanciullo cacciatore al
comandante vittorioso e alla fine al dio in terra.
Quella che possediamo è una copia in una casa
privata ma possiamo immaginare l'originale
sicuramente fatto da Apelle un quadro descritto
anhe dalle fonti letteriarie, sembra che Lisippo
avesse rimproverato Apelle per aver osato troppo

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LA BATTAGLIA DI ALESSANDRO

Mosaico che adornava l'esedra della Casa del Fauno di Pompei, appartiene a una fase ellenistica
della casa datata 130 aC epoca in cui questo mosaico viene realizzato. La sua origine pittorica è
chiara dimostrata dal gran numero di tessere impiegata circo un milione e mezzo. Il campo di
battaglia è completamente piatto disseminato dai resti del combattimento, unico elemento
paesistico un albero morto sulla sx. Tutta la fascia centrale è occupata dai combattenti con al
centro il carro da guerra del re Dario. Da sx irrompe Alessandro in un'apparizione quai sovrumana
i capelli scomposti e divisi in metà sulla fronte i grandi occhi spiritati l'epressione eroica decisa.
questo provoca negli schieramenti prsiani un tremendo sconquasso il campo sembra spalancarsi
come in una nicchia di fronte all'impeto del re macedone e della sua guardia. Dario non può che
guardarlo atterrito indicando
l'apparizione con la destra protesa.
Attorno a lui cadono gli uomini della
sua guardia del corpo e il suo auriga già
sta volgendo il carro verso l'ultima fuga.
Al di sopra dei combattenti il cielo
vuoto è solcato dalle lunghe sarisse le
picche che hanno direzioni contrastanti
la situazione sta per cambiare. Colpisce
e aggiunge vivacità anche il senso di
colore che rimbalza di continuo
fiammeggiante sui volto sui corpi dei
cavalli sulle armatre si avvale di
luminescenze

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327 DIPINTO NOZZE DI ALESSANDRO Dopo la disfatta di Dario Alessandro ordina ai suoi
uomini di sposare le donne persiane così fa lui
stesso e incarica Ezione di dipingere la cerimonia.
Purtroppo è andato perduto. possediamo una
pittura parietale pompeiana che potrenne
appartenere alla generazione di Alessandro. Vi
dominano due figure una maschile l'altra
femminisle la prima ha le armi la femminile ha la
posa di Afrodite, ma i volti non sono idealizzati
hanno tratti fisionomici. Le nozze della mitologia
sono scelte per raffigurare le nozze reali. E' una
scena di interni ovunque sono usati effeti di luce
che rimbalza sui volti sulle stoffe sulle armature. Si
hanno però dubbi se si tratta di Statira la figlia di
Dario III o Roxane figlia del re di Battriaa estrema
regione del Pamir
CASA DEI DIOSCURI A POMPEI Nella casa dei Dioscuri a Pompei sono presenti
alcune pitture che ricalcano gli originali di Nicia
Perseo e Andromeda : lo scenario è di scolgi in cui si
insinua l'azzurro del mare Andromeda scende su un
masso dalla roccia al quale era inatenata la veste
con folto panneggio ricade lasciando scoperto il
seno, il braccio sinistro è sollevato e al polso porta
in ferro col quale era incatenata, la aiuta il suo
liberatore Perseo in posa statuaria con il corpo
muscoloso dai forti chiaroscuri stringe la spada con
la sinistra il mantello gli ricade dietro le spalle gli
occhi grandi sono ravvicinati in basso il mostro
marino che perseo ha appena ucciso
Di Antenione di Maronea invece appartiene il
dipinto di cui sempre nella casa dei Dioscuri è
presente la copia di Achille vestito da donna che
viene scoperto a Sciro da Odisseo e Diomede
facendo risuonare le sue armi. Sulla destra il eè il
bruno virile corpo di Odisseo chiaramente indicato
dal copricapo da marinaio il pileo con la destra
afferra il bracio dell'altra figura Achille ormai svelato
trattenuto da Diomede. i forti chiaroscuri rendono
ancora più evidente la concitasione del momento.
Lo scudo appoggiato a terra riflette la luce . Sullo
sfondo si vede Deidamia amata da Achille che fugge
in tutta la sua bellezza. La copia di migliore qualità
ma in peggior stato di conservazione si trova ad
Ercolano
LACASA Tutto fa pensare che appartenga alla pttura del
DEL POETA periodo di Alessandro anche questa copia presene
POMPEI - nella casa del poeta di Pompei. La scena si svolge su
ACHILLE E più registri Achille deve consegnare Briseide ad
BRISEIDE Agamennone l'eroe è a sinistra della scena con
Patroclo di spalle e Briseide mesta a capo velato
sullo sfondo gli armati, tutto contribuisce ad
infondere nel quadro una grande intensità è una
scena sospesa nell'incertezza se opporsi all'iniquità
che si sta perpetrando.

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IL TESEO LIBERATORE Altro tema riproposto nella Basilica di Ercolano e


nelle case di Pompei è Teseo che libera i bambini
nel labirinto del minotauro dopo averlo ucciso.
Teseo è stante simine ad una statua nella
ponderazione lisippea un bambino gli bacia la mano
il minotauro è morto e giace a terra come nel
dipinto di Perseo che libera Andromeda. Di livello
inferiore quello rinvenuto nella casa di Gavio Rufo a
Pompei le dimensioni sono minori. Nuovamente si
riscontra come ad Ercolano un pittore dalle capacità
tecniche maggiori mentre a Pompei fosse presente
semplici artigiani che riproducevano dipinti per
privati senza troppe pretese.

IL SARCOFAGO DI ALESSANDRO Il sarcofago di grandi dimensioni con coperchio a


doppio spiovente e i uattro lati della cassa ornati da
rilievi. Il sarcofago non era destinato alla sepoltura
IL PRIMO ELLENISMO E L'ARTE DI PERPAGMO fine IV metà II sec a.C.

del re macedone seppellito probabilmente ad


Alessandria d'Egitto, si chiama così per via della sua
figura presente sopra. E' stato rinvenuto in una
tomba a Sidone antica città fenicia oggi nella parte
meridionale del Libano, per questo è stata scavata a
scuro delMuseo Archeologico di Instanbul. La forma
e lo stile sono tipicamenti greci, probabilmente
tomba di Abdalonimo posto da Alessandro sul trono
di Sidone dopo la battaglia del 333 aC la battaglia è
riportata sulle pareti del sarcofago stesso. La cassa è
provvista di tetto di acroteri e di gocciolatoi è
concepita come un tempio funerario. Su un lato
battaglia tra Greci e Persiani Irrompe Alessandro
riconoscibile dai tratti fisionomici. Il suolo è
cosparso di caduti al centro la figura in nudità eroica
rappresenta il compagno Efestione che depose
Abdalonimo sul trono. Più chiara la scena di caccia
dell'altro lato lungo al centro un cacciatore a cavalo
viene assalito da un leone a dx e sx accorrono dei
cavalieri vestiti alla greca avvolti nei mantelli con
loro collaborano dei cacciatori a piedi persiani come
si deduce dalle brache e dai copricapo, quindi una
scena di unione per scopo comune la caccia.

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AFRODITE CAPITOLINA O AFRODITE Copia dell'Afroditedi Cnido di Prassitele fece molta


PUDICA fortuna in epoca romana, L'Afrodite dei Musei
Capitolini ha una capigliatura più elaborata cerca di
coprire con le mani la propria nudità gesto che
aggiunge sensualità. Rispetto a Prassitele c'è
l'invesionr della ponderazionedel gambe che porta
ad un leggero piegarsi in avanti delle spalle.
Direttamente dalla Cnidia sembrano derivare altrri
gruppi di creazione ellenistica di Afrodite a cui
vengono aggiungi in ulteriore segno di pudicizia un
panneggio che le ricopre i fianchi, queste copie
hanno il busto più eretto vi è meno movimeno
come nell'Afrodite di Capua dove la dea doveva
tenere degli oggetti da toiletta. La più famosa però
è l'Afrodite di Milo trovata agli inizi 800 nell'isola
IL PRIMO ELLENISMO E L'ARTE DI PERPAGMO fine IV metà II sec a.C.

dell'Egeo e arriva al Louvre . La statua ha acquisito


una grande fama forse immeritata proprio come
simbolo di erotismo e di una perduta libertà.
Molto più originale è l'Afrodite accovacciata creata
da Doidalsas di cui possediamo copie l'opera era
famosa ai suoi tempi tanto da essere citata dalle
fonti. Afrodite appare accovaciata pronta per
entrare in acqua si siede sul tallone destro la testa
piena di espressione i grandi occhi la bocca
semiaperta si volge nella direzione opposta delle
gambe. Tutto il corpo dalla superficie morbidissima
raggiungendo un risultato di grande sensualità.
L'originale sembra sia stato posto nel portico di
Ottavia.

NIKE DI SAMOTRACIA A Rodi viene tradizionalmente collegata la Nike


alata proveniente dall'isola di Samotracia oggi al
Louvre collegata a una delle vicende belliche del III e
II sec aC. Trovata nel 1867 spezzata in più
frammenti in una vasca all'interno del santuario dei
Cabiri a Samotracia un'isola di difficile approd.
L'intero monumento era composto da una grande
prua di nave che dominava lo specchio d'acqua
della vasca e dalla figura della dea della vittoria che
scendeva ad appoggiarsi sulla prua. La dea è
raffigurata secondo il modello della Nike dei
Messeni fatta da Paionios ma in questo caso si
doveva trattare di una vittoria ottenuta sui mati.
L'impeto dell'apparizione è sottolineato dalle api e
dalle penne rigonfie colpiscono i forti contrasti tra i
panneggi lasciati liberi nel vento e il citone che a
causa della velocità si schiaccia contro le parti più
avanzate del corpo diventando quasi trasparente e
disegnando il copo della dea. Questo l'ha fatto
accostare alla grande potenza navale di Rodi. Per via
del panneggio i forti contrasti consentono di
inquadrare la Nike di Samotracia ancora nel III sec al
massimo inizio II

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313 TEMPIO DI APOLLO A DIDYMA I lavori del tempio iniziano nel 313 sulle rovine di
quello preesistente del VI secolo podio 110x51
doppia fila di colonne ionice 21 sui lati lunghi 10
sulla facciata. Le decorazioni riprendono quelle
arcaiche ma sono ancora più ricche e accurate.
Viene accentuata la funzione oracolare la doppia
peristasi dl tempio racchiude non una cella
consueta ma uno spazio centrale scoperto una
scalinata di 14 gradini permette di salire al vestibolo
occupato da 20 colonne alte 20 m da qui due stratte
corridoi icoperti da una volte a botte portano in
lieve discesa allo spazio scopero centrale di
IL PRIMO ELLENISMO E L'ARTE DI PERPAGMO fine IV metà II sec a.C.

53.6x21.7 circondato da muri alti 25m decorati da


paraste su zoccolo liscio. In fondo presso una fonte
sacra e una pianta di alloro è collocato il piccolo
tempio con la statua di culto restitui da Seleuco I
dopo che i Persiani l'avevano portata in Media
occupata 160 anni dopo da Alessandro. Sul lato
d'ingresso una maestosa scalinata di 24 gradini
riporta dal cortile interno al pronao aperto verso il
vestibolo da un'enorme porta alta 14 m la porta
delle apparizioni perchè non serve da collegameno
ma da cornice ai sacerdoti che dal tempio
attraversato il cortile e salita la grande scalinata
riportano i responsi oracolari.

TEMPIO DI ARTEMIDE A SARDI Analogamente viene ricostruito in forme sontuose


che si rifà
all'architettura
arcaica ionica. 8
colonne sulla
facciata 20 lui
lati lunghi i
muri della cella
sono in asse
con la 3 e la
terz'ultima colonna dei lati corti e con la 4 e la
quart'ultima dei lati lunghi. Questo crea attorno alla
cella enormi spazi. Vestibolo e opistodomo sono
preceduti da ulteriori colonne per i riti locali. I
capitelli ionici e la decorazione delle basi richiamano
quelli di Didyma.

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TEMPIO DI ATENE A PRIENE

E' di piccole dimensioni ma molto elegate 6x11 colonne alte 10 volte il diametro di base esse
cingono una cella quasi quadrata. Un'epigrafe ricorda che lo stesso Alessandro contribuisce alla
sua costruzione con un donativo.
attorno al 150 viene costruito un edificio a pianta quadrata di 20 m per lato occupato all'interno
da gradinate su tre lati era il luogo di riunione della Boulè detto Bouleuterion, nel corso del
IL PRIMO ELLENISMO E L'ARTE DI PERPAGMO fine IV metà II sec a.C.

secolo edifici simili si moltiplicao ovunque tanto da divenire consueti nelle città microasiatiche.
Attorno al 130
il Bouleuterion
viene collegato
all'agorà da
una grande
stoà lunga 116
m e profonda
12 messa in
comunicazione
con uno dei lati
della piazza con
una gradinata
che supera un
dislivello di un
metro e mezzo,
assomigliava
alla stà di
Attalo
nell'Agorà di Atene anche se si sviluppa su un solo piano. Sulla facciata aveva 49 colonne doriche
e una seconda fila di 24 colonne ioniche che dividevano la stoà in due navate.
TEMPIO DI ARTEMIDE A MAGNESIA SUL Aveva una peristasi di 8x15 colonne ioniche la
MEANDRO lunghezza dell'intercolumnio costituiva il modulo su
cui venne costruito l'intero tempio: il pronao era
lungo come l'adyton 4 intercolumni il doppio
dell'opistodomo rapporto 2:2:1. La cella era
circondata da uno
spazioso corridoio ampio
due intercolumni che
conferiva grade ariosità
al monumento.
Nonostante le
dimensioni maggiori è
simile al tempio di Atene di Priene

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TEMPIO DI ATENA A LINDO ISOLA DI RODI

Distrutto da un terremoto nel


350 aC viene subito ricostruito
tetrastilo anfiprostilo cioè 4
colonne su ciasun lato minore
e viene anche risistemato tutto
il santuario. L'inresso avveniva
da una grande scalinata in
cima alla quale fu aggiunta una
facciata monumentale con una
fila di dieci colonne racchiusa
tra due bastioni sporgenti
circondati anch'essi da
colonne. Alle dieci colonne
corrispondevano 5 porte che davano
IL PRIMO ELLENISMO E L'ARTE DI PERPAGMO fine IV metà II sec a.C.

accesso al cortile del tempio cinto da


colonnati. L'altare restava al centro ma la
particolare posizione del tempio sul bordo
del precipizio costringeva ad interrompere
la simmetria. Lo stesso motivo del portico
ad ali fu poi ripetuto sotto la scalinata in
una grande stoà lunga 88 m. E' una
particolare concezione urbanistica che
cerca attraverso spazi aperti di dare una
regolarizzazione della natura che avrà
fortuna in tutto l'Ellenismo. L'architettura si adatta all'ambiente naturale e lo sfrutta per creare
grandi composizioni scenografiche.
SANTUARIO DI ASKLEPIOS
NELL'ISOLA DI COO
Uno dei più venerati e
frequentati santuari in età
ellenistica. Gli edifici di culto
stavano su una terrazza del
monte presso delle fonti sacre
senza uno schema, solo agli inizi
del III sec aC vengono costruiti
l'altare monumentale e il tempio
piccolo ma riccamente ornato.
Nel II sec aC in una terrazza più
bassa viene creato un grande piazzale di 93 x 47 m
destinato alle feste e circondato su tre lati da un
portco dorico, il quarto lato era occupato da un
muro di sostegno sopra al quale i precedenti edifici
apparivao ai fedeli quasi come su un palcoscenico.
Come fondale al posto del bosco sacro viene creata
una terrazza superore quadrangolare con portici su
tre lati aperta vers le altre due sottostanti terrazze.
Una grande scalinata portava dal vecchio altare al
nuovo tempio dorico periptero con sei colonne sulla
fronte che riprendeva le forme del tempio di
Asklepios a Epidauro di dimensioni maggiori.
Questo schema verrà poi ripreso anhe nei santuari
repubblicani italiani.

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PERGAMO
Dal 241 al 197 vi regna Attalo I. Nella parte
alta del monte verso nor rimane occupata
dagli apprestamenti militari e dalla
residenza del dinasta, verso sud l'aspra
ortografia inizia ad essere regolarizzaa on
una serie di terrazze quadrangolari he si
aprono a ventaglio sullo strapiombo. La più
alta viene dedicata al santuario di Atena e
fianheggiata su tre lati da stoai che
costituiscono una quinta monumentale on
i colonnati regolari che consentono di
superare i forti dislivelli. Nel 230 Attalo
sconfigge i Galati e per celebrare la vittoria
fa costruire sulla terrazza del suo
stantuario un grande donario composto da
IL PRIMO ELLENISMO E L'ARTE DI PERPAGMO fine IV metà II sec a.C.

varie statue. Sono giunte a noi copie di

epoca romana fatte fare da Giulio


Cesare per ricordare la sua
vittoria sui Galati. La prima statua
è un'opera di intensa
drammaticità si avvale sulla
contrapposizione di due figure un
guerriero arbaro tiene sollevato
un personaggio fellinile dalle
membra abbandonate dalla
morte. Si volge bruscamente di
lato e sollevando in alto il capo
mostra la sua fierezza mentre si uccide con il proprio pugnale. le grosse ciocche scomposte le
forti arcate sopraccigliari i baffi ne indicano l'appartenenza
etnica era un barbaro galata. Anche la donna ha una
capigliatura caratteristica lunghe ciocche scomposte è lei
stessa galata tendono verso il basso le lunghe pieghe del
vestito. Pur di non cadere nelle mani dei nemici i Galati
tolgono la morte ai loro famigliari e a se stessi. La stessa
drammaticità si ha nella statua conosciuta come Galata
morente oggi ai Musei Capitolini. Il grand corpo
muscolosodel guerriero totalmente nudo è a terra
abbandonato sul proprio scudo ma il braccio destro ancora si
tende all'estremo nel tentativo di tenersi sollevato. La testa
sta
abband
onand
osi
piegata
verso il
basso il volto in una dolorosa contrazione.
Con l'altra mano sembra voler fermare il
sanghe che sforga da una ferita ma più
grave è una ferita sul costato. Oltre ai
capelli alle sopraciglia ai baffi anche il suo
unico ornamento il collare aperto lo indica
come galata.

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GRUPPO DEL PASQUINO Dello stesso periodo e dello stesso stile è il gruppo
che è arrivato a noi come copia romana detta del
Pasquino in cui Menelao rappresentato barbato con
corpo muscoloso tunica ed elmo e scudo porta
fuori dalla battaglia il corpo del giovane Patroclo
imberbe abbandonato dalle forze il braccio sinistro
cadente la testa piegata all'indietro e verso il basso.
L'episodio si rifà all'Iliade.

IL SUPPLIZIO DI MARSIA Composizione molto diversa ma stile drammatico


IL PRIMO ELLENISMO E L'ARTE DI PERPAGMO fine IV metà II sec a.C.

molto simile è il supplizio di Marsia le figure sono


separate ma concepite insieme come si nota da
monete il sileno è appeso ai polsi ad un albero
pende senza potersi più opporre con i muscoli
allungati solo il volto si contorce in una smorfia
mentre guarda la prparazione del suo supplizio, dal
basso volge lo sguardo verso di lui uno scita dalla
capigliatura barbarica chino nell'affilare la lama con
cui lo scuoierà vivo sarà questa la punizione per
aver sfidato la musica diApollo e aver perso. Prima
che si comprendesse che facevano parte dello
stesso gruppo le statue vennero separate lo scita
divenne celebre come "arrotino"
IL TORO FARNESE Copia romana in marmo trovata nelle terme di
Caracalla conflita nella collezione Farnese.
L'originale in bronzo doveva risalitre al pieno
Ellenismo in quanto molte copie erano già del II sec.
Vi sono rappresentati i gemelli Anfione e Zeto figli di
Zeus e Antiope che legano Dirce regina di Tebe alle
corna di un toro selvaggio per punirla delle ingiuste
persecuzioni inflitte alla loro madre.
L'ambientazione naturalistica sulle rocce di una
montagna presso una fonte è tipica dell'ambiente
rodio essa permette una disposizione delle figure
nello spazio secondo un andamento piramidale che
abbiamo già visto in altri gruppi ellenistici. I corpi
dei due eri di Dirce e del toro individuano linee
ascensionali che culminano nella testa della bestia
che torce il collo possente trattenuta dalla presa di
Anfione. Il groviglio dei contrastanti movimenti
confluisce in un'azione unitaria il momento è
drammatico. Esce di scena la donna che oserva da
lontano non presente nell'originale. Il gruppo è
fatto per una visione da più lati. Il mito di Dire trovò
un uso propagandisticopresso EumeneII e suo
fratello Attalo che si riconoscono nei fratelli del
mito è la celebrazione di due grandi alleati Pergamo
e Rodi

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IL PRINCIPE DELLE TERME Molti sono d'accordo di ritenere che il principe delle
terme fosse Attalo. Trovato in una cantina
dell'Esquilino vicino alla statua del pugilatore
posteriore. Si tratta di un giovane uomo stante in
nudità eroica con il peso sulla gamba destra
appoggiato con la mano sinistra a una lancia in
chiasica corrispondenza della gamba sinistra sx
abbandonata senza peso egli lascia appoggiarsi la
mano destra sul gluteo in posizione di riposo.
Nell'insieme la postura rihiama quella di Alessandro
co la lancia di Lisippo il corpo è però estremamente
muscoloso. Rivolge la testa di lato la fronte è
contratta forti le arcate sopraccigliari dal naso
piccolo aquilino dalla bocca semiaperta. La
capigliatura p composta da corte ciocche dal forte
chiaroscuro la barba resa con incisioni a bulino. Lo
IL PRIMO ELLENISMO E L'ARTE DI PERPAGMO fine IV metà II sec a.C.

stile è pergameno del II sec aC. La somiglianza con


Attalo II è notevole potrebbe trattardi del principe
della casa reale quando non era ancora re per cui
rappresentato senza tenia (corona simbolo del
ruolo regale) in questo caso la statua può essere
datata intorno al 170 aC
L'ALTARE DI PERGAMO

A Eumene II si deve la ristrutturazione dell'acropoli di Pergamo e la costruzione di un muro di


cinta e di una nuova terrazza subito sotto il santuario di Atena. Al centro di questa terrazza il re fa
costruire un gigantesco altare annoverato tra e meraviglie del mondo antico dedicato a Zeus e
Antena Niceforo portatrice di vittoria. Basamento quadrangolare di 36.40 x 34.20 m poggiavano
5 gradini dal quale si elevava un alto zoccolo rivestito di marmo che sorreggeva a sua volta lo
spazio destinato ai sacrifici qui era l'altare vero e proprio cinto su tre lati da un portico ionico he
si allungava verso occidente in due ali. La sommità era messa in comunicazione tramite un
colonnato aperto con lo spazio cenrale compreso entro le colonne. Dal punto di vista
architettonico l'altare rientra nei grandi monumenti ellenistici, è eccezionale però la decorazione
un grande fregio alto 2.30 m che correva lungo tutto lo zoccolo per una lunghezza di 120 m con
gigantomachia, un secondo fregio alto un metro e mezzo rappresentava sulle pareti interne del
portico che davano sullo spazio
cenrale le imprese di Telefo filgio
di Eracle e progenitore della
dinastia degli Attalidi. Fu
abbandonato e deturpato in età
bizantina, la facciata occidentale
è stata ricostruita dal museo di
Berlino dove è ora esposta.

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Il fregio è
sicuramente
uno dei
massimi
capolavori
dell'arte
ellenisica. La
lotta è
rappresentata
da singole
monomachie in
ciascuna una o
più divinità
trovano
opposte ad
IL PRIMO ELLENISMO E L'ARTE DI PERPAGMO fine IV metà II sec a.C.

alrettanti
giganti figli
della terra e rappresentanti il caos. Ciascuno dei personaggi ha un nome dedotti dagli scritti di
teogonia della biblioteca di Pergamo. Tutto il fregio è pervaso da un drammatico movimento, il
tema era stato più volte rapresentato nell'arte classica. Le figure si affollano a riempire tutto lo
spazio sbordando fuori dal listello. Le divinità principali sono disposte sul lato orientale quello
opposto dalla gradinata che era però il primo ad essere visto da chi entrava nella piazza del
santuario. Qui le figure di Zeus e Aena costituiscono un richiamo al più classsico dei modelli. Zeus
è rappresentato nudo con il mantello che gli ricade dalla spalla e gli ricopre le gambe.
Esageratamente rigonfi i muscoli del corpo tutto è volto a impressionare lo spettatore con la
visione dello scatenarsi di una sovrumana energia. Porfirione è inginocchiato a terra mentre un
altro mostro anguipede raffigurato di spalle col dorso muscoloso disegna un movimento opposto
a Zeus tenta inutilmente di difendersi dall'aquila mondo animale intervenuto a favore di Zeus.Alla
sinistra di questo primo gruppo sta quello di Atena. I corpi dei contendenti si dispongono su
diagonali fortemente diverenti la dea afferra per i capelli il mostro alato che cerca scampo
piegando il dinocchio verso terra il braccio destra sollevato e piegato per afferrare quello di
Atena e cercare di Allentare la presa tutto il corpo è teso in una possente diagonale un serpento
lo avvolge nelle
sue spire e sta
per addentarlo.
La testa è
rivolta verso
l'alto con
espressione di
dolore.
L'indagine
dell'espression
e dei volti
iniziata con

Skopas e Lisippo è spinta all'eccesso. Più a destra emerge Ghe la Terra volge gli
occhi al cielo profondamente infossati aprendo il braccio destro in gesto di
drammatica disperazione, sopra di lei la figura alata di Nike compagna di Atena
incorona la dea. Tutte le divinità dell'Olimpo intervengono nella lotta sempre
rappresentato con lo stesso stile concitato. Artemide si lancia contro un
nemico lontano calpestando il corpo di un avversario già abbattuto emerge dal
fondo il muso del cane.

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Più vicino ai modelli


pittorici appare il fregio
minore con le storie di
Telefo. Il rilievo è molto
meno pronunciato e i
personaggi non riempiono
tutti gli spazi ma sono
disposti su diversi piani il
fondo è riempito da
elementi paesaggistici, la
lastra più celebre narra la
costruzione
dell'imbarcazione con cui
Auge sarà abbandona in
mare e sbarcherà in Misia la regione a cui appartiene Pergamo. La stessa eroina appare seduta
sulle rocce accanto a lei due ancelle le mostrano degli oggetti grazie ai quali riconoscerà il figlio
natole da Eracle Telefo quanto auesti adulto giungerà in Misia per cercarla. L'intero fregio voleva
dimostrare l'ascendenza divina degli Attalidi atraverso Telefo loro progenitore e il collegamento
con la Grecia e l'Asia di cui volevno reclamarne il possesso. L'altare si inserisce nella fase centrale
dell'Ellenismo. La sua costruzioe è attribuita a Eumene II 197-159 aC posteriore alla battaglia di
Magnesia del 190 e probabilmente dei Galati 168168 aC. Alla morte di Eumene II non doveva
essere ancora finito.
L'esecuzione del grande fregio richiese numerose maestranze che lavorarono però secondo un
unico linguaggio stilistico.
IL PICCOLO DONARIO (BAROCCO Attalo fa costruire ad Atene un donario che
PERGAMENO) comprendeva 56 statue di due terzi delle misure
naturali riconosciute in copie romane, il gruppo
rappresentava vinti e vincitori. Pusania non specifica
di quale Attalo si tratti per cui non è possibile una
datazione precisa
DAL MEDIO ELLENISMO A ROMA dopo la metà del II sec a.C.

IL LAOCOONTE MUSEI VATICANI


Vengono alla luce nei sotterranei delle terme di Tito
presso la domus Aurea. Vi fu rusbito riconosciuta la
statua di Laoconte e i figli che era nella casa dell'imp
Tito fatta da Agesandro Polidoro e Atanadoro.Vi è
rappresentata la morte di Laoconte sacerdote troiano
che si oppose all'ingresso del cavallo, il suo corpo
disegna una diagonale gamba sx tesa il braccio dx si
protende ma il gomito si piega all'indietro come pure
è strappate all'indietro la testa i un tentativo di fuga
dal morso del serpente invano fermato con il braccio
dx. Le grosse ciocche dei capelli dai profondi
chiaroscuri avvolgono il volt contratto . Lo sguardo
rivolto all'insùla bocca aperta in una smorfia di dolore. Anche i due figli di L di età differente sono
preda delle spire dei mostri. Lo spazio è triangolare quasi appiattito su un fondale. Il figlio più
piccolo reclina la testa all'indietro senza più opporsi quello di destra sembra riuscire a liberarsi le
gambe. Insuperabile capolavoro. Alcuni lo ritengono creato a Rodi nel I sec aC altri una copia
fatta dai tre artisti replicando un originale bronzeo di poco posteriore all'età di Pergamo

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TORSO DEL BELVEDERE Si è sempre discusso molto nell'attribuzione di


questo reperto simile al Laocoonte forse un Eracle a
riposo forse un sileno, lo stile ricorda molto quello
dell'età di Pergamo. Sembra che Michelangelo ne
fosse affascinato.

GROTTA DI SPERLONGA
Presso Sperlonga si apre
sul mare una grande
caverna naturale che era
stata artificilmente
adattata come ninfeo di
una villa romana, da
questa caverna spelunca la cittadina ha tratto il suo nome. Il
mare ne lambisce l'ingresso e fu fatto entrare con la
costruzione di un primo bacino che dava poi in un'ampia vasca
circolare ancora più interna. Al centro del bacino d'ingresso
era lasciata una sorta di isola destinata ai banchetti era la
grotta appartenuta all'imperatore Tiberio. Tutto l'insieme era
riccamente decorato di sculture che furono fatti a pezzi e
buttati nelle vasche. Al centro della vasca circolare su
un'isoletta artificiale troneggiava il gruppo di Scilla. Il mostro
emerge dalle acque simile a una donna dall'inguine in su e
assale la nave di odisseo brandendo come arma il timone. Il
timoniere caduto sulla prua cerca disperatamente di sfuggirle
aggrappandosi alla nave ma Scilla l'ha afferrato per i capelli e
lo sta per trascinare tra i flutti dove altri compagni sono preda
delle teste canine che le spuntano dalle pinne del ventre. La
testa del timoniere ricorda quella del Laocoonte. Tra le due vasche due gruppi scultorei
rappresentavano l'uno un eroe che ne trascina un secondo fuori dal campo di battaglia secondo il
tipo del Pasquino, Odisseo regge il corpo di
Achille, l'altro il ratto del Palladio cioè il
furto dell'antica statua di Atena da Ilio da
parte di Diomede e Odisseo.
Sul fondo della caverna un piedistallo
ospitava il gruppo più colossale. Dominava
l'insieme il corpo del cicolpe Polifemo
steso su una roccia addormentato per il
troppo vino il corpo steso obliquamente il
capo abbandonato all'indietro. Ne sono
stati rinvenuti solo alcuni pezzi. Alla sua sinistra i compagni di Odisseo spingono in direzione del
suo unico occhio il palo appuntito lo stesso Odisseo dirige il colpo con le mandi stando all'apice
della piramide, dell'eroe abbiamo solo la testa operta dal pileo. L'espressione è resa tesa dalla
profondità oculare e l'irrigidirsi dei muscoli del viso dalla bocca semiaperta nella tensione del
momento. Tutto il gruppo è teso nell'esecuzione dell'azione. Sulla destra il compagno che aveva
portato l'otre sembra ritrarsi. Questo ciclo di sculture è stata definita Odissea in marmo si tratta
quasi certamente di copie in marmo di originali bronzei. Sul banco dei rematori c'è la firma di
AgesandroAtanadoro e Polidoro di Rodi gli stessi che avrebbero fatto il Laocoonte.

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