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Riassunto Steiner – Turco Liveri

Die Aufgabe des Übersetzers di Walter Benjamin del 1923 si concentra sulla tradizione gnostica. L’autore
parte dal presupposto che chi comprende un testo perde molto del suo significato essenziale. Di conseguenza,
anche le traduzioni non permettono una piena ricezione del messaggio dell’originale. Le cattive traduzioni
comunicano troppo, limitandosi al non essenziale della struttura originale. Benjamin si sofferma, dunque,
sulla questione dell’intraducibilità. Se la traduzione è una forma, allora la condizione della traducibilità è
necessaria a certe opere. Secondo Benjamin la traduzione è allo stesso tempo possibile e impossibile
(paradosso e dicotomia), poiché tutte le lingue sono frammenti le cui radici possono trovarsi soltanto nella
reine Sprache. Allo stesso tempo, però, essa ha un suo compito ricco di implicazioni filosofiche, etiche e
magiche. L’esistenza di un’Ur-Sprache è provata anche dal fatto che gli esseri umani intendono le stesse
cose nonostante usino parole differenti. Una traduzione mediocre abbonda di modi di dire simili, ma perde il
legame del senso, mentre una buona traduzione realizza alchimia (ci mostra un bagliore della reine Sprache)
e conserva un’estraneità rispetto alla propria lingua.

Riassunto Benjamin

Il compito del traduttore è completamente diverso da quello del poeta.

Tradurre significa trarre l’intenzione della lingua d’arrivo in cui si deve risvegliare l’originale (è in questo
che la traduzione si contraddistingue dalla poesia).

La traduzione si trova all'esterno della foresta del linguaggio. L' intenzione stessa è diversa: nella poesia essa
è ingenua ed intuitiva, mentre nella traduzione è derivata, ultima, ideale. La traduzione si trova a metà tra
poesia e dottrina, ma è loro inferiore. Il compito del traduttore è portare a maturazione il seme della propria
lingua nella traduzione. I concetti tradizionali di fedeltà e libertà: libertà alla riproduzione dev’essere
conforme al senso. Fedeltà alla parola, che però non può quasi mai riprodurre pienamente il senso, in quanto
esso va Inteso come compito a sé stante, diverso da quello del poeta. La fedeltà letterale alla sintassi
sconvolge il senso.

Un cattivo traduttore è guidato dalla libertà indisciplinata. Nella traduzione bisogna sforzarsi di attingere
nella propria lingua il modo di intendere in cui si possano ritrovare frammenti di una lingua più grande, la
lingua originale. La vera traduzione è trasparente, non copre l'originale e non gli toglie luce, ma fa
riverberare la reine Sprache

La reine Sprache, prigioniera nell’originale, deve essere liberata nella traduzione, il compito del traduttore è
dunque quello di spezzare le barriere della propria lingua.

la teoria di Benjamin può, dunque, essere definita cabalistica o esoterica

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