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LETTERE ALLE SETTE CHIESA DELL’ASIA Introduzione

INTRODUZIONE
(Apocalisse 1:4-8,11)

IL CONTESTO DELLA RIVELAZIONE


“Scrivi dunque le cose che hai viste, quelle che sono e quelle che devono avvenire in
seguito” (Ap 1:19). L’Apocalisse si divide in tre parti e il messaggio alle sette lettere
dell’Asia rappresenta la seconda parte: le cose che sono.

La suddivisione dunque è la seguente:


▪ Le cose che hai viste: La gloria di Cristo (passato)
▪ Le cose che sono: Le sette chiese (presente)
▪ Le cose che devono avvenire: Il futuro del mondo (futuro)

Il messaggio alle sette chiese tratta della dispensazione presente, il tempo in cui la
grazia è all’opera, è un periodo molto importante e lungo che va dalla nascita della
chiesa (Pentecoste) fino al rapimento della chiesa (Parousia).

Sette chiese furono scelte dal Signore per ricevere il suo messaggio! Sebbene tutte
fossero in prossimità dell’isola di Patmos, non furono scelte per la loro posizione
geografica. Ciascuna lettera illustra una situazione spirituale in prospettiva del suo
divenire! I problemi delle chiese dell’Asia sono comuni a tutte le chiese sparse nel
mondo.

Inoltre il numero sette Il numero sette indica totalità, e se a questo aggiungiamo che
le chiese dell’Asia erano più di sette (infatti ce n’erano altre nella zona: Troas,
Colosse, Gerapoli), se ne deduce che il messaggio oltrepassa i confini di sette chiese
delimitate geograficamente per raggiungere la chiesa universale. Dunque è un
messaggio anche per la chiesa di oggi.

Il messaggio alle sette chiese risponde a tre scopi per noi:


1. Ci fa capire cosa è gradito al Signore e cosa egli non approva
2. Permette di fare utili confronti tra la nostra epoca e quella passata
3. Riflette la vita della chiesa nelle diversi fasi della sua evoluzione

E’ importante pertanto prestare attenzione a questi messaggi e trarne i dovuti


insegnamenti, utili per il nostro cammino spirituale. Vi è sempre una benedizione per
chi legge, ascolta e mette in pratica (Ap 1:3).

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IL PERIODO STORICO
Queste sette lettere (e quindi tutta l’Apocalisse) sono state scritte probabilmente a
Efeso dopo il 90 d.C. Giovanni, quando ha la visione, che da origine alla Rivelazione,
si trova esiliato nell’isola di Patmos, a causa della Parola di Dio e della testimonianza,
dall'imperatore Domiziano.

Domiziano Tito Flavio era il fratello di Vespasiano Tito Flavio, colui che nel 70 d.C.
distrusse il tempio Gerusalemme. Fu chiamato il secondo Nerone per la sua crudeltà.
Egli scatenò un periodo di tre anni (93-95 d.C.) di vero e proprio terrore.

Pertanto le sette lettere e tutta l’Apocalisse sono state scritte in un contesto di


violente persecuzioni contro la chiesa, hanno l’obiettivo di rialzare e rafforzare il
morale dei cristiani afflitti. Si tratta quindi di un messaggio di consolazione e di
speranza: anche se le cose sulla terra vanno “male”, Cristo ha già vinto la battaglia
nei cieli e chi persevera vincerà con Lui.

Un altro grosso problema per la chiesa di questo periodo era l’eresia, che si
manifestava sostanzialmente in due modi:

1. L’adesione allo gnosticismo


2. Il compromesso con i culti pagani (dell’imperatore)

1) Lo gnosticismo
Lo gnosticismo era un movimento filosofico religioso, nonché un miscuglio di
religione e filosofia che si basa sulla conoscenza. Consisteva soprattutto nel ritenere
importante tutto ciò che è spirito e di poco valore tutto ciò che è materia. Gli gnostici
credevano che l’uomo dovesse liberarsi della materia ed occuparsi solo dello spirito.
Questo avveniva tramite l’esaltazione della conoscenza.

Il conflitto con i cristiani si incentrava principalmente sulla natura della persona di


Cristo: il problema era stabilire se il Figlio di Dio, cioè la divinità, potesse amalgamarsi
con l’umanità.

Secondo gli gnostici l’unione completa delle due nature era impossibile e
proponevano due spiegazioni:

1. O Cristo non si era realmente incarnato (quindi fu uomo solo in apparenza).


2. Oppure Cristo si è realmente incarnato, ma lo spirito di Dio non ha abitato
costantemente in lui (solo in certi momenti).

2) Il culto dell’imperatore
Per molti cristiani di quel tempo la minaccia romana era rappresentata dalla persona
dell’imperatore che sembrava essere il rivale di Cristo, il Signore. Al tempo di

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Giovanni, l’imperatore Domiziano decretò che tutte le leggi governative


cominciassero con le parole “Domiziano, nostro signore e dio ordina…….”.

Quando appariva in pubblico, le folle erano sollecitate a gridare: “Ave nostro signore
e alla sua signora”. Inoltre chiunque si rivolgeva a lui per parlargli doveva esordire
con la formula: “signore e dio”.

Almeno tre delle sette città cui fu indirizzata la lettera (Efeso, Smirne e Pergamo)
avevano templi dedicati all’imperatore.

Si capisce quindi a quale tremenda pressione erano sottoposti i cristiani: adempiere


la formula di venerazione o affrontare le terribili conseguenze? Quali scelte fecero i
membri delle varie chiese del’impero?

1. Abbandonare: Molti scelsero questa opzione. Rinnegarono Cristo e si


inchinarono davanti a Roma.

2. Mentire: E’ la cosiddetta “etica situazionale”. I romani non capivano la fede


cristiana e venerare l’immagine dell’imperatore era una pura formalità. Perciò
esteriormente si mostravano leali all’imperatore e internamente adiravano il
vero Dio.

3. Combattere: La cosiddetta resistenza partigiana. Una azione di ribellione e di


guerra armata contro l’impero.

4. Cambiare la legge: Credere in Cristo come Signore, ma nello stesso tempo


entrare a far parte della vita politica di Roma, cercando di cambiare una legge
ingiusta. Molti cristiani scelsero questa opzione.

5. Conformarsi: Le idee del cristianesimo possono essere compatibili con la politica


romana, in tutto c’è sempre qualcosa di positivo in tutte le ideologie. Inoltre Dio
è creduto anche nelle altre religioni, anche se chiamato in modo diverso.

6. Morire: La situazione di Roma era un’opportunità per testimoniare la vera fede


nell’unico Signore, nessun cedimento se non il martirio, come avevano fatto altri
prima di loro: Gesù, Stefano, Pietro, Paolo……

Le chiese cristiane avevano quindi un grande dilemma: Qual’era la volontà di Dio in


questa situazione politica e religiosa? Tutte le soluzioni erano difese come giuste.

Ecco allora le lettere alle chiese, nel messaggio vi sono numerose esortazioni a
respingere l’eresia, a rifiutare il culto degli dei stranieri, ma vi sono anche forti
rimproveri per coloro che stavano cedendo e lodi unite a incoraggiamento verso chi

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stava resistendo. Le sette lettere pertanto rappresentano un’opera apologetica


(difesa della fede). molto importante per la chiesa di ogni tempo.

LA DEDICA
Giovanni è il mezzo che il Signore usa per scrivere le lettere, si presenta
semplicemente con il suo nome. Però scrive con autorità, tuttavia la sua autorità non
è quella di apostolo, ma quella di un servitore cui è stato affidato un messaggio. Nella
dedica vi è un annuncio e una presentazione di Dio.

1) Il grande annuncio alle chiese


PRIMO ANNUNCIO: Grazia e pace vi appartengono
“Grazia e pace a voi”. La chiesa deve sapere che gode della grazia e della pace di
Cristo. La “grazia” denota il favore e le benedizioni di Dio nelle nostre vite e significa
che ha un ruolo attivo nella nostra vita. La “pace” indica Dio non è più nostro nemico
e non cerca di condannarci e punirci.

SECONDO ANNUNCIO: Cristo è il Redentore


“Ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue”. Il verbo amare è al presente e
questo significa che Cristo ci ama sempre. Ci ama oggi come ci ha amati nel passato,
infatti ha preso su di sé i nostri peccati.

TERZO ANNUNCIO: I credenti sono re e sacerdoti


“Ha fatto di noi un regno e dei sacerdoti del Dio e Padre suo”. Il termine “regno”
denota governo e autorità, i credenti governeranno e regneranno con Cristo. Il
termine “sacerdoti” indica che abbiamo libero accesso alla presenza di Dio, non
abbiamo bisogno di mediazione (come per l’antico patto), ma liberamente
possiamo elevare a Dio, preghiere, ringraziamenti e gratitudine.

QUARTO ANNUNCIO: Cristo viene


“Egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà”. Questo è l’argomento principale
dell’Apocalisse, il suo ritorno come giudice. Qui si sta parlando non del rapimento
ma del ritorno visibile. Infatti ogni occhio lo vedrà e chi lo ha rifiutato farà cordoglio
e piangerà per i suoi peccati.

1) La grande presentazione di Dio


1) IL PADRE:
Viene presentato come “Colui che è, che era e che viene”. L’Eterno che è al di sopra
di tutti e che “da eternità in eternità, è Dio” (Sal 90:2). “Io sono colui che sono” (Es
3:14), questo è il nome che Dio ha rivelato a Mosè, colui che ha liberato Israele dalla
schiavitù. In altre parole egli è eterno e immutabile. Oggi Dio è com’era e sarà
sempre così anche in futuro.

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2) LO SPIRITO:
Viene indicato come “i sette spiriti che sono davanti al suo trono”. Questi sette spiriti
sono associati prima a sette stelle (3:1), che sono angeli o messaggeri (1:20), poi
all’Agnello che apre il libro della vita.

Lo Spirito che oggi agisce in grazia per convincere di peccato, agirà domani per
convincere di giudizio, quando il piano di redenzione sarà alla fine.

Il profeta Isaia (11:2) annuncia il regno messianico e spiega quali sono queste sette
caratteristiche dello Spirito di Dio, è interessante che tali caratteristiche si ritrovano
anche nella vita del credente, sigillato dallo Spirito Santo.

Lo spirito di Dio nell’A.T. (Is 11:2) Lo Spirito Santo (N.T.)


1) Spirito di pienezza “Ma siate ricolmi di Spirito, parlandovi con
salmi e inni” (Ef 5:18-19)
2) Spirito di saggezza “Vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione
perché possiate conoscerlo pienamente” (Ef
1:17)
3) Spirito di intelligenza “La sua unzione vi insegna ogni cosa ed è
veritiera” (1 Giov 2:27)
4) Spirito di consiglio “Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche
guidati dallo Spirito” (Gal 5:25)
5) Spirito di forza “Riceverete potenza quando lo Spirito Santo
verrà su di voi” (At 1:8)
6) Spirito di conoscenza “Lo Spirito della verità, egli vi guiderà in
tutta la verità” (Giov 16:13)
7) Spirito di timore del Signore “Mediante la santificazione dello Spirito, a
ubbidire e a essere cosparsi del sangue di
Cristo” (1 Pie 1:2)

Se nel passato lo Spirito Santo ha agito soprattutto durante “l’anno di grazia”


intervenendo nel destino degli individui, i sette spiriti di Dio eserciteranno il loro
ministero nel “giorno del giudizio”.

3) CRISTO
Viene presentato nei suoi sette attributi
1. Il testimone fedele (1:5)
2. Il primogenito dei morti (1:5)
3. Il principe dei re della terra (1:5)
4. L’alfa e l’omega (1:8)
5. Il Signore Dio (1:8)
6. Colui che è, che era e che viene (1:8), dunque uguale al Padre (Ap 1:4)
7. L’Onnipotente (1:8)

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FORMA E CONTENUTO
Tutte le lettere sono articolate secondo uno schema identico composto di alcuni
elementi:

1) Indirizzata all’angelo
Giovanni riceve l’ordine di mandare lo scritto alle sette chiese, ma vediamo che ogni
lettera non è indirizzata alla chiesa, ma al suo angelo. Questo metodo inatteso di
rivolgersi alle chiese mediante i loro angeli trova due spiegazioni tra gli studiosi:

1. Si può riferire letteralmente agli angeli: La Scrittura insegna che gli angeli sono:
“spiriti al servizio di Dio, mandati a servire in favore di quelli che devono ereditare
la salvezza” (Ebr 1:14). Essi sono presenti durante le riunioni (1 Cor 11:10),
dunque non deve stupire questo indirizzo.

2. Si può riferire simbolicamente ai conduttori: Infatti gli anziani devono vigilare


come angeli sulla chiesa ponendosi al suo servizio (At 20:28-31). Poiché in greco
la parola “angelo” significa “messaggero”, è abbastanza verosimile che il
termine può essere riferito a un essere umano. Giovanni Battista (Mat 11:10) e i
discepoli sono messaggeri (Lc 9:52).

La maggior parte accetta la seconda ipotesi, ma questa opzione diventa


sorprendente perché significa che il Signore ritiene loro responsabili della chiesa e
del suo benessere. Se la chiesa di Cristo versa in queste condizioni significa che i
conduttori non hanno espletato in pieno il loro dovere. Il messaggio è quasi sempre
alla seconda persona singolare “tu”, Cristo terrà conto del loro operato.

2) La città
Sette città sono scelte dal Signore: Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatiri, Sardi, Filadelfia,
Laodicea. Esse rappresentano una selezione, poiché, a quel tempo, nella regione
esistevano altre chiese, come Troas e Colosse. Il numero sette dunque dev’essere
inteso simbolicamente, è il numero della completezza e conferma l’idea che
l’Apocalisse è indirizzata a tutte le chiese.

3) Il mittente
“Così dice il Signore” e poi seguiva il messaggio in prima persona. Il profeta ripeteva
semplicemente quello che gli era stato ordinato di dire. Il messaggio di Cristo invece
è diretto, ma c’è una grande differenza tra il profeta dell’A.T. e il Signore Gesù, il
profeta trasmette perché ha ricevuto, Gesù trasmette direttamente la Parola di Dio.

All’inizio di ogni lettera c’è un’affermazione cristologica, egli è chiamato:


▪ Efeso: Cammina in mezzo ai sette candelabri
▪ Smirne: Primo e l’ultimo, il vivente
▪ Pergamo: Ha la spada affilata a due tagli

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▪ Tiatiri: Occhi come fiamma di fuoco


▪ Sardi: Sette spiriti di Dio
▪ Filadelfia: Il Santo, il Veritiero, ha la chiave di Davide
▪ Laodicea: L’Amen e il principio della creazione di Dio

4) La conoscenza divina
Ad ogni chiesa con tono ora minaccioso, ora rassicurante, il Signore dice che
conosce ogni cosa della chiesa. Giovanni presenta Cristo come onnisciente,
caratteristica logicamente solo di Dio.

L’occhio penetrante di Cristo rivela la situazione di ogni chiesa, talvolta


capovolgendo l’autovalutazione della chiesa: la chiesa di Smirne pensa di essere
povera, ma è ricca (Ap 2:9). La chiesa di Laodicea pensa di essere ricca invece è
povera, misera, nuda e cieca (Ap 3:17).

Cristo conosce le opere, la fatica, la costanza, la tribolazione, la povertà, dove abiti,


l’amore, la fede, il servizio.

5) L’approvazione
Ogni chiesa ha i suoi pregi e difetti, il Signore elenca prima i pregi e poi con il “ma”
spiega quello che non va:

▪ Efeso: è lodata per la sua costanza e sopportazione


▪ Smirne: E’ lodata per la sua ricchezza spirituale
▪ Pergamo: E’ lodata per la sua fedeltà
▪ Tiatiri: E’ lodata per le sue opere che aumentano
▪ Sardi: E’ lodata per la sua purezza
▪ Filadelfia: E’ lodata per la perseveranza
▪ Laodicea: Non ha nessuna approvazione

6) Il rimprovero
“Ma ho questo contro di te….”. Nessuna chiesa è perfetta!

o Efeso: Ha abbandonato il primo amore


o Smirne: Nessuna accusa
o Pergamo: Professa la falsa dottrina
o Tiatiri: Tollera l’idolatria
o Sardi: E’ una chiesa morta
o Filadelfia: Nessun rimprovero
o Laodicea: Non è né fredda, né fervente

7) L’esortazione
o Efeso: Deve ravvedersi e compiere le opere di prima
o Smirne: Deve continuare nella sua costanza
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o Pergamo: Deve ravvedersi per non trovarsi Cristo contro


o Tiatiri: Deve tenere stretto quello cha ha
o Sardi: Deve continuare a conservare la Parola
o Filadelfia: Deve tenere stretto quello cha ha
o Laodicea: Deve comprare dal Signore

8) L’invito all’ascolto
“Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese…”. Un elemento
caratteristico nelle forme letterarie profetiche dell’A.T. era l’invito ad ascoltare:
“Porgete orecchio, e date ascolto alla mia voce! Ascoltate la mia parola!” (Is 28:23).

Giovanni inserisce questi appelli ad ubbidire nelle parole conclusive del messaggio.
Queste parole profetiche sono attuali perché riecheggiano l’ubbidienza del
cristiano: “Badate di non rifiutarvi d'ascoltare colui che parla” (Ebr 12:25).

9) La promessa escatologica
Ogni lettera si chiude con una promessa di benedizione, espressa però in termini
apocalittici per quei cristiani che vinceranno. Dunque la vita cristiana non è adesione
a principi religiosi, ma è una vita vissuta in vista dell’evento di Cristo.

o Efeso: Mangerà l’albero della vita


o Smirne: Non sarà colpita dalla morte seconda
o Pergamo: Mangerà la manna nascosta
o Tiatiri: Avrà potere sulle nazioni
o Sardi: Non avrà il nome cancellato dal libro della vita
o Filadelfia: Sarà una colonna nel tempio di Dio
o Laodicea: Sarà seduta con Cristo sul trono

Inoltre “vincere”, è la parola chiave del messaggio delle lettere, ma anche di tutta
l’Apocalisse e ciò si riversa nella vita cristiana. Come è possibile dire che Cristo ha vinto
se non ci sono vincitori?

TRE ANALOGIE
L’interpretazione del contenuto delle sette lettere passa sempre da Apocalisse 1:9
“Scrivi dunque le cose che hai viste, quelle che sono e quelle che devono avvenire in
seguito”. Leggendo i messaggi alle sette chiese dell’Asia possiamo considerare:

 Le cose che hai viste: Si tratta di chiese locali realmente esistite all’epoca.
Abbiamo dunque un messaggio specifico per le chiese citate.

 Le cose che sono: Si tratta di tipi di chiese locali. Abbiamo insegnamenti ed


avvertimenti di portata universale per la chiesa di ogni tempo.

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 Le cose che devono avvenire: Abbiamo un messaggio profetico che descrive


l’evoluzione della chiesa nel corso dei secoli. Dunque le sette chiese possono
rappresentare sette epoche della storia del cristianesimo.

1) Prima analogia: storia del cristinesimo


▪ EFESO: Il cristianesimo del tempo apostolico (30-100). La chiesa Nascente che
sopporta molte cose e ubbidisce al mandato di espandersi fino alle estremità
della terra.

▪ SMIRNE: Il cristianesimo post-apostolico (100-313). La chiesa Perseguitata che


viene oppressa da Roma

▪ PERGAMO: Il cristianesimo di Stato (313-600). La chiesa Indulgente di


Costantino che rende il cristianesimo religione di Stato.

▪ TIATIRI: Il cristianesimo del Medio-Evo (600-1500). La chiesa Pagana che vende


le indulgenze e fa della fede un guadagno.

▪ SARDI: Il cristianesimo riformato (1500-1700). La chiesa Protestante che si


divide dal cristianesimo nominale e pagano del Medio-Evo per tornare alla
purezza del vangelo.

▪ FILADELFIA: Il cristianesimo attuale (dal 1700 al rapimento). La chiesa Pronta


ad incontrare il Signore nell’aria, dunque è la nostra epoca.

▪ LAODICEA: La chiesa ecumenica degli ultimi tempi (dal rapimento al giudizio).


La chiesa Apostata, la gran meretrice farà un patto con l’anticristo e che sarà
annientata dal ritorno del Signore.

2) Seconda analogia: sette parabole del regno (Mat 13)

CHIESA PARABOLA ANALOGIA


Efeso Seminatore Al tempo del cristianesimo primitivo, la
(Il seme cade su diversi Parola di Dio è stata seminata
terreni) abbondantemente
Smirne Zizzania Il cristianesimo cresceva nelle
(Cresce insieme al grano) catacombe e insieme ai falsi apostoli
Pergamo Granello di senape Il cristianesimo che accoglie al suo
(Albero che accoglie ogni interno ogni sorta di dottrina
specie di uccelli)
Tiatiri Lievito Il cristianesimo che cresce con il peso
(La pasta che cresce) della tradizione e del peccato
Sardi Tesoro nascosto Il cristianesimo che trova la verità e
(Trovare la verità) ripristina l’autorità della Parola
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Filadelfia Perla di gran valore Il cristianesimo fondato sul valore


(Trovare qualcosa di prezioso del sangue di Cristo
valore)
Laodicea Rete Il cristianesimo che accoglie al suo
(Raccoglie ogni specie di interno ogni sorta di credenti, ma che
pesi) alla fine ci sarà la cernita

3) Terza analogia: la vita cristiana

Chiesa Problema Situazione Aspetti Aspetti


negativi positivi
Efeso Abbandono Freddezza Rilassamento Ravvedersi e
del primo spirituale compiere le
amore opere di prima
Smirne Sofferenza Martirio Fedeltà fino
alla fine
Pergamo Miscuglio Clero Accettazione Non rinnegare
dottrinale di compro- la fede
messi
Tiatiri Dottrina Tradizione Le regole Tenere con
immorale prendono il fermezza
posto della quello che
Parola di Dio abbiamo
Sardi Sonno Liberalismo Torpore Essere vigilanti
spirituale spirituale
Filadelfia Potenza Espansione Lavoro
nella missionario
debolezza
Laodicea Illusione Orgoglio Durezza di Il castigo
cuore come mezzo
di ravvedi-
mento

LA VITA E LA RESPONSABILITA’ CRISTIANA


Il messaggio delle sette lettere ci aprono una finestra nella vita della chiesa in Asia
verso la fine del 1° sec. Come vedremo non c’è una situazione ideale, ma un misto di
fede e incredulità che caratterizza la chiesa in questo mondo.

1) Tribolazione
La vita dei cristiani è vissuta sotto il peso delle pressioni causate dal mondo ostile
che Giovani chiama tribolazioni, lui stesso se ne trova coinvolto, esiliato a Patmos.
La tribolazione può anche trasformarsi in una terribile persecuzione.

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La fede cristiana è minoritaria e il pluralismo religioso è ostile:


▪ Le sinagoghe sono ostili (Ap 2:9)
▪ La religione pagana pretende il culto dell’imperatore

Giovanni considera questo conflitto chiesa-sinagoga-stato la proiezione terrena di


un conflitto combattuto a livello spirituale.
▪ Le sinagoghe di Smirne e Filadelfia sono sinagoghe si Satana (Ap 2:9; 3:9)
▪ Il tempio dedicato all’imperatore a Pergamo è il trono di Satana (Ap 2:13)
▪ Quando i cristiani vengono gettati in carcere, dietro c’è l’opera di Satana (Ap
2:10)

La chiesa dunque non è spettatrice della battaglia spirituale tra Dio e le forze del
male, ma sperimenta tale persecuzione sulla propria pelle e nella propria vita.

2) Le divisioni
a) IL MINISTERO
Le chiese hanno conflitti esterni, ma anche tensioni interne. Vengono visitate da
personaggi cristiani che pretendono di essere apostoli (Ap 2:2) e autorizzati
messaggeri e maestri per la chiesa. Ma il loro insegnamento non è in linea con quello
di Giovanni ed egli elogia la chiesa di Efeso per averli messi alla prova.

E’ interessante che sia la chiesa a esaminare i ministeri perché questi fanno parte e
sono stati dati alla chiesa. Chi esercita un ministero deve essere esaminato
dall’intera comunità: “I profeti parlino in due o tre e gli altri giudichino” (1 Cor
14:29), in modo da evitare che i credenti siano sballottati da ogni vento di dottrina
(Ef 4:14).

E’ la chiesa che decideva ciò che è e ciò che non è apostolico, vale a dire quale fosse
la vera dottrina cristiana.

b) LA DOTTRINA
C’era il problema dei “nicolaiti” e della dottrina di “Iezebel”. Ovviamente questi due
nomi simbolici, ma presi dalla tradizione giudaica e dall’A.T, ma che indicano gli
avversari e i seduttori del popolo di Dio.

 Iezebel era la regina che aveva introdotto e promosso i culti stranieri in Israele

 I nicolaiti erano i sostenitori della dottrina progressista, la fusione nel


cristiano nella società e la divisione tra il clero e il popolo

3) Le opere
Ogni volta il Cristo risorto dichiara di conoscere le opere dei cristiani (Ap 2:2,19 –
3:1,8,15), le quali, un giorno, saranno vagliate nel tribunale di Cristo (2 Cor 5:10).

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Nelle lettere e in tutta l’Apocalisse il verbo credere non compare mai e la parola fede
è intesa nel senso di fedeltà (Ap 2:13,19 – 13:10), la fede indica ciò che si crede,
mentre fedele significa leale e perseverante.

La vita cristiana non è una semplice attesa passiva, ma è servizio, dunque Giovanni
chiama le chiese non solo a resistere alle pressioni mondane, ma anche a servire, c’è
una missione da compiere.

4) Il ravvedimento
Alcune chiese sono lodate per il loro comportamento, altre sono rimproverate,
quasi tutte sono esortate a ravvedersi.

Il ravvedimento non è un atto da compiere “una tantum”, ma è la sfida lanciata


continuamente alla chiesa. Non si tratta di dispiacersi per le cose fatte, ma un
orientamento di vita basato sulla vita futura.

L’appello al ravvedimento non è quindi un rimprovero ma un’opportunità, i credenti


di Laodicea devono ravvedersi per sedersi accanto a Cristo sul suo trono (Ap 3:20-
21).

5) La perseveranza
Per Giovanni il cristiano ha un’unica possibilità, quella della costanza o perseveranza,
che non è rassegnazione passiva, ma fermezza dinamica, un restare saldi nelle
proprie convinzioni per amore di Cristo (Ap 2:3,13 – 3:8).

Alcune chiese sono lodate perché dimostrano di possedere queste qualità, davanti
alle pressioni culturali esse restano fedeli alla loro confessione di Cristo, in alcuni casi
fedeli e coerenti fino alla morte (Ap 2:13).

CONCLUSIONE
Strano a dirsi, ma queste sette lettere dell’Asia sono state molto trascurate, si
studiano solo se si studia l’Apocalisse. Ci si rivolge alle lettere di Paolo e di altri per
conoscere le verità riguardanti la chiesa apostolica, mentre questi messaggi, sebbene
pronunciati da Cristo, vengono completamente ignorati.

Forse perché i messaggi sono così forti, ma questa indifferenza ha prodotto la chiesa
a non conformarsi alla volontà di Dio.

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