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INTRODUZIONE
(Apocalisse 1:4-8,11)
Il messaggio alle sette chiese tratta della dispensazione presente, il tempo in cui la
grazia è all’opera, è un periodo molto importante e lungo che va dalla nascita della
chiesa (Pentecoste) fino al rapimento della chiesa (Parousia).
Sette chiese furono scelte dal Signore per ricevere il suo messaggio! Sebbene tutte
fossero in prossimità dell’isola di Patmos, non furono scelte per la loro posizione
geografica. Ciascuna lettera illustra una situazione spirituale in prospettiva del suo
divenire! I problemi delle chiese dell’Asia sono comuni a tutte le chiese sparse nel
mondo.
Inoltre il numero sette Il numero sette indica totalità, e se a questo aggiungiamo che
le chiese dell’Asia erano più di sette (infatti ce n’erano altre nella zona: Troas,
Colosse, Gerapoli), se ne deduce che il messaggio oltrepassa i confini di sette chiese
delimitate geograficamente per raggiungere la chiesa universale. Dunque è un
messaggio anche per la chiesa di oggi.
IL PERIODO STORICO
Queste sette lettere (e quindi tutta l’Apocalisse) sono state scritte probabilmente a
Efeso dopo il 90 d.C. Giovanni, quando ha la visione, che da origine alla Rivelazione,
si trova esiliato nell’isola di Patmos, a causa della Parola di Dio e della testimonianza,
dall'imperatore Domiziano.
Domiziano Tito Flavio era il fratello di Vespasiano Tito Flavio, colui che nel 70 d.C.
distrusse il tempio Gerusalemme. Fu chiamato il secondo Nerone per la sua crudeltà.
Egli scatenò un periodo di tre anni (93-95 d.C.) di vero e proprio terrore.
Un altro grosso problema per la chiesa di questo periodo era l’eresia, che si
manifestava sostanzialmente in due modi:
1) Lo gnosticismo
Lo gnosticismo era un movimento filosofico religioso, nonché un miscuglio di
religione e filosofia che si basa sulla conoscenza. Consisteva soprattutto nel ritenere
importante tutto ciò che è spirito e di poco valore tutto ciò che è materia. Gli gnostici
credevano che l’uomo dovesse liberarsi della materia ed occuparsi solo dello spirito.
Questo avveniva tramite l’esaltazione della conoscenza.
Secondo gli gnostici l’unione completa delle due nature era impossibile e
proponevano due spiegazioni:
2) Il culto dell’imperatore
Per molti cristiani di quel tempo la minaccia romana era rappresentata dalla persona
dell’imperatore che sembrava essere il rivale di Cristo, il Signore. Al tempo di
Quando appariva in pubblico, le folle erano sollecitate a gridare: “Ave nostro signore
e alla sua signora”. Inoltre chiunque si rivolgeva a lui per parlargli doveva esordire
con la formula: “signore e dio”.
Almeno tre delle sette città cui fu indirizzata la lettera (Efeso, Smirne e Pergamo)
avevano templi dedicati all’imperatore.
Ecco allora le lettere alle chiese, nel messaggio vi sono numerose esortazioni a
respingere l’eresia, a rifiutare il culto degli dei stranieri, ma vi sono anche forti
rimproveri per coloro che stavano cedendo e lodi unite a incoraggiamento verso chi
LA DEDICA
Giovanni è il mezzo che il Signore usa per scrivere le lettere, si presenta
semplicemente con il suo nome. Però scrive con autorità, tuttavia la sua autorità non
è quella di apostolo, ma quella di un servitore cui è stato affidato un messaggio. Nella
dedica vi è un annuncio e una presentazione di Dio.
2) LO SPIRITO:
Viene indicato come “i sette spiriti che sono davanti al suo trono”. Questi sette spiriti
sono associati prima a sette stelle (3:1), che sono angeli o messaggeri (1:20), poi
all’Agnello che apre il libro della vita.
Lo Spirito che oggi agisce in grazia per convincere di peccato, agirà domani per
convincere di giudizio, quando il piano di redenzione sarà alla fine.
Il profeta Isaia (11:2) annuncia il regno messianico e spiega quali sono queste sette
caratteristiche dello Spirito di Dio, è interessante che tali caratteristiche si ritrovano
anche nella vita del credente, sigillato dallo Spirito Santo.
3) CRISTO
Viene presentato nei suoi sette attributi
1. Il testimone fedele (1:5)
2. Il primogenito dei morti (1:5)
3. Il principe dei re della terra (1:5)
4. L’alfa e l’omega (1:8)
5. Il Signore Dio (1:8)
6. Colui che è, che era e che viene (1:8), dunque uguale al Padre (Ap 1:4)
7. L’Onnipotente (1:8)
FORMA E CONTENUTO
Tutte le lettere sono articolate secondo uno schema identico composto di alcuni
elementi:
1) Indirizzata all’angelo
Giovanni riceve l’ordine di mandare lo scritto alle sette chiese, ma vediamo che ogni
lettera non è indirizzata alla chiesa, ma al suo angelo. Questo metodo inatteso di
rivolgersi alle chiese mediante i loro angeli trova due spiegazioni tra gli studiosi:
1. Si può riferire letteralmente agli angeli: La Scrittura insegna che gli angeli sono:
“spiriti al servizio di Dio, mandati a servire in favore di quelli che devono ereditare
la salvezza” (Ebr 1:14). Essi sono presenti durante le riunioni (1 Cor 11:10),
dunque non deve stupire questo indirizzo.
2) La città
Sette città sono scelte dal Signore: Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatiri, Sardi, Filadelfia,
Laodicea. Esse rappresentano una selezione, poiché, a quel tempo, nella regione
esistevano altre chiese, come Troas e Colosse. Il numero sette dunque dev’essere
inteso simbolicamente, è il numero della completezza e conferma l’idea che
l’Apocalisse è indirizzata a tutte le chiese.
3) Il mittente
“Così dice il Signore” e poi seguiva il messaggio in prima persona. Il profeta ripeteva
semplicemente quello che gli era stato ordinato di dire. Il messaggio di Cristo invece
è diretto, ma c’è una grande differenza tra il profeta dell’A.T. e il Signore Gesù, il
profeta trasmette perché ha ricevuto, Gesù trasmette direttamente la Parola di Dio.
4) La conoscenza divina
Ad ogni chiesa con tono ora minaccioso, ora rassicurante, il Signore dice che
conosce ogni cosa della chiesa. Giovanni presenta Cristo come onnisciente,
caratteristica logicamente solo di Dio.
5) L’approvazione
Ogni chiesa ha i suoi pregi e difetti, il Signore elenca prima i pregi e poi con il “ma”
spiega quello che non va:
6) Il rimprovero
“Ma ho questo contro di te….”. Nessuna chiesa è perfetta!
7) L’esortazione
o Efeso: Deve ravvedersi e compiere le opere di prima
o Smirne: Deve continuare nella sua costanza
Mario Manduzio | Dottore in Teologia 7
LETTERE ALLE SETTE CHIESA DELL’ASIA Introduzione
8) L’invito all’ascolto
“Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese…”. Un elemento
caratteristico nelle forme letterarie profetiche dell’A.T. era l’invito ad ascoltare:
“Porgete orecchio, e date ascolto alla mia voce! Ascoltate la mia parola!” (Is 28:23).
Giovanni inserisce questi appelli ad ubbidire nelle parole conclusive del messaggio.
Queste parole profetiche sono attuali perché riecheggiano l’ubbidienza del
cristiano: “Badate di non rifiutarvi d'ascoltare colui che parla” (Ebr 12:25).
9) La promessa escatologica
Ogni lettera si chiude con una promessa di benedizione, espressa però in termini
apocalittici per quei cristiani che vinceranno. Dunque la vita cristiana non è adesione
a principi religiosi, ma è una vita vissuta in vista dell’evento di Cristo.
Inoltre “vincere”, è la parola chiave del messaggio delle lettere, ma anche di tutta
l’Apocalisse e ciò si riversa nella vita cristiana. Come è possibile dire che Cristo ha vinto
se non ci sono vincitori?
TRE ANALOGIE
L’interpretazione del contenuto delle sette lettere passa sempre da Apocalisse 1:9
“Scrivi dunque le cose che hai viste, quelle che sono e quelle che devono avvenire in
seguito”. Leggendo i messaggi alle sette chiese dell’Asia possiamo considerare:
Le cose che hai viste: Si tratta di chiese locali realmente esistite all’epoca.
Abbiamo dunque un messaggio specifico per le chiese citate.
1) Tribolazione
La vita dei cristiani è vissuta sotto il peso delle pressioni causate dal mondo ostile
che Giovani chiama tribolazioni, lui stesso se ne trova coinvolto, esiliato a Patmos.
La tribolazione può anche trasformarsi in una terribile persecuzione.
La chiesa dunque non è spettatrice della battaglia spirituale tra Dio e le forze del
male, ma sperimenta tale persecuzione sulla propria pelle e nella propria vita.
2) Le divisioni
a) IL MINISTERO
Le chiese hanno conflitti esterni, ma anche tensioni interne. Vengono visitate da
personaggi cristiani che pretendono di essere apostoli (Ap 2:2) e autorizzati
messaggeri e maestri per la chiesa. Ma il loro insegnamento non è in linea con quello
di Giovanni ed egli elogia la chiesa di Efeso per averli messi alla prova.
E’ interessante che sia la chiesa a esaminare i ministeri perché questi fanno parte e
sono stati dati alla chiesa. Chi esercita un ministero deve essere esaminato
dall’intera comunità: “I profeti parlino in due o tre e gli altri giudichino” (1 Cor
14:29), in modo da evitare che i credenti siano sballottati da ogni vento di dottrina
(Ef 4:14).
E’ la chiesa che decideva ciò che è e ciò che non è apostolico, vale a dire quale fosse
la vera dottrina cristiana.
b) LA DOTTRINA
C’era il problema dei “nicolaiti” e della dottrina di “Iezebel”. Ovviamente questi due
nomi simbolici, ma presi dalla tradizione giudaica e dall’A.T, ma che indicano gli
avversari e i seduttori del popolo di Dio.
Iezebel era la regina che aveva introdotto e promosso i culti stranieri in Israele
3) Le opere
Ogni volta il Cristo risorto dichiara di conoscere le opere dei cristiani (Ap 2:2,19 –
3:1,8,15), le quali, un giorno, saranno vagliate nel tribunale di Cristo (2 Cor 5:10).
Nelle lettere e in tutta l’Apocalisse il verbo credere non compare mai e la parola fede
è intesa nel senso di fedeltà (Ap 2:13,19 – 13:10), la fede indica ciò che si crede,
mentre fedele significa leale e perseverante.
La vita cristiana non è una semplice attesa passiva, ma è servizio, dunque Giovanni
chiama le chiese non solo a resistere alle pressioni mondane, ma anche a servire, c’è
una missione da compiere.
4) Il ravvedimento
Alcune chiese sono lodate per il loro comportamento, altre sono rimproverate,
quasi tutte sono esortate a ravvedersi.
5) La perseveranza
Per Giovanni il cristiano ha un’unica possibilità, quella della costanza o perseveranza,
che non è rassegnazione passiva, ma fermezza dinamica, un restare saldi nelle
proprie convinzioni per amore di Cristo (Ap 2:3,13 – 3:8).
Alcune chiese sono lodate perché dimostrano di possedere queste qualità, davanti
alle pressioni culturali esse restano fedeli alla loro confessione di Cristo, in alcuni casi
fedeli e coerenti fino alla morte (Ap 2:13).
CONCLUSIONE
Strano a dirsi, ma queste sette lettere dell’Asia sono state molto trascurate, si
studiano solo se si studia l’Apocalisse. Ci si rivolge alle lettere di Paolo e di altri per
conoscere le verità riguardanti la chiesa apostolica, mentre questi messaggi, sebbene
pronunciati da Cristo, vengono completamente ignorati.
Forse perché i messaggi sono così forti, ma questa indifferenza ha prodotto la chiesa
a non conformarsi alla volontà di Dio.