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LETTERA A SMIRNE
(Apocalisse 2:8-11)
È la più breve tra le sette lettere (solo quattro versetti), ma non per questo ha meno
insegnamenti spirituali rispetto alle altre. Il Signore ha poco da dire a questa chiesa,
è soddisfatto di questi credenti, Dio non ha nulla da rimproverare, ha un solo
consiglio: “Sii fedele fino alla morte….”, cioè: Continua così con perseveranza fino
alla fine della tua corsa.
LA CITTA’
Smirne è stata fondata intorno all’anno 1000 a.C. fu distrutta dai Lidi nel 7° sec. e
ricostruita nel 4° sec al tempo di Alessandro Magno che la progettò direttamente,
fu una città molto chiamata: “L’ornamento dell’Asia minore”.
Smirne fu molto fedele a Roma, al punto che il senato la scelse per l’erezione di un
nuovo tempio dedicato a Tiberio. Quindi una città molto pagana!
Ad un'estremità della strada principale, la “Via dell'oro”, sorgeva un tempio di Zeus
e all'altra estremità sorgeva un tempio di Cibele, la “madre degli dei”. Il culto di
Bacco con le relative feste, le Baccanali, contribuiva alla corruzione dei costumi.
Oggi si chiama Izmir, ha più di tre milioni e mezzo di abitanti ed è la terza città della
Turchia dopo Istanbul e Ankara, oggi è ricordata per la sua università, la sua fiera
internazionale e il suo porto che le assicurano prosperità e turismo.
È facile anche supporre che, grazie ai continui scambi commercial, fosse giunto
anche il Vangelo, il messaggio che non ha confini e porta il vero benessere.
l nome Smirne deriva da mirra, una gomma-resina dal gusto amaro, proveniente
dall’Arabia ed usata in cosmetica per i profumi, in medicina come antidolorifico,
mentre nell'antichità serviva per imbalsamare i cadaveri.
La mirra fu offerta a Gesù alla sua nascita (dai magi come dono) e alla sua morte (dai
soldati romani come bevanda mescolata al vino). Il nome della Chiesa di Smirne ha
pertanto un duplice significato profetico:
1) Amarezza
Smirne sarà perseguitata a motivo di Cristo. Fu proprio nel secondo e terzo secolo
che la Chiesa di Cristo si trovava immersa in un mare di dolore, fino alla morte. Fu
allora che i cristiani si radunarono nelle catacombe e vivere e nelle caverne. Questo
fu il tempo delle persecuzioni, dei martiri, in cui migliaia di credenti persero la vita.
2) Profumo
Smirne nella prova, nella sofferenza, nella persecuzione, diffondeva il buon profumo
di Cristo.
IL MITTENTE
“Queste cose dice il primo e l'ultimo, che fu morto e tornò in vita” (2:8).
Yahweh, il re d’Israele, il re degli eserciti diceva di sè che era “il primo e l’ultimo”, e
che fuori di lui non c’era Dio: “Così parla il SIGNORE, re d'Israele e suo salvatore, il
SIGNORE degli eserciti: Io sono il primo e sono l'ultimo, e fuori di me non c'è Dio” (Is
44:6).
Guai a coloro che non credono alla perfetta divinità di Cristo e lo offendono
relegandolo a un dio minore.
2) Gesù è vivente:
“Fu morto e tornò in vita”. Poco prima Gesù si era presentato con questo nome a
Giovanni, quando questi cadde come morto davanti ai suoi piedi: «Non temere, io
sono il primo e l'ultimo, e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli,
e tengo le chiavi della morte e del soggiorno dei morti” (1:17-18).
Dunque Cristo si presenta come colui che ha vinto la morte, egli è morto per i nostri
peccati, ma è tornato in vita per la nostra salvezza ed intercede per noi.
Inoltre se Cristo ha sofferto vuol dire che anche la sua chiesa è chiamata a soffrire:
“Poiché dunque Cristo ha sofferto nella carne, anche voi armatevi dello stesso
pensiero” (1 Pie 4:1).
Se il messaggio della chiesa è uguale a quello di Cristo non può aspettarsi che
persecuzione.
Nel senso spirituale tribolazione significa macinare, torchiare, questo ricorda che il
cristiano fedele è continuamente schiacciato e sotto pressione. Anche Paolo
descrive questa situazione quando dice: “Per amor di te siamo messi a morte tutto il
giorno; siamo stati considerati come pecore da macello” (Rom 8:36).
Ma Cristo dichiara alla chiesa di Smirne che conosce la loro tribolazione. In altre
parole, anche nei momenti di difficoltà e tribolazione, Cristo non li aveva
abbandonati, era sempre con loro curandoli e sostenendoli.
2. Inoltre essere cristiani, allora, si rischiava di essere espropriati dei propri beni
terreni. Può capitare che i credenti possono essere derubati a causa della loro
fede.
3. La fede e l’etica di questi credenti impediva loro le speculazioni che sono proprio
del mondo corrotto, dunque essere cristiani comporta spesso sacrifici economici
perché non possiamo scendere a compromessi.
Per Cristo invece essi erano ricchi, spiritualmente ricchi. Dunque il più povero fra gli
uomini, è ricco se possiede Cristo: “Quel che fa ricchi è la benedizione del SIGNORE”
(Prov 10:22). Perciò Paolo poteva scrivere: “Come afflitti, eppure sempre allegri;
come poveri, eppure arricchendo molti; come non avendo nulla, eppure possedendo
ogni cosa” (2 Cor 6:10).
La povertà economica non è il vero metro di paragone. Quello che importa è lo stato
spirituale.
Abbiamo detto che a Smirne c’era un tempio dedicato a Tiberio e molti ebrei si erano
dati all’idolatria, trasgredendo le tradizioni dei padri.
Così fu condannato al rogo per la sua fede, gli Ebrei di Smirne violarono le regole del
sabato e lo bruciarono vivi.
Chi lanciava le accuse contro la chiesa di Smirne? Erano persone che si dichiaravano
Giudei, ma non lo erano, infatti erano una sinagoga di Satana.
I Giudei erano il popolo di Dio, ma con l’avvento di Cristo chiunque crede fa parte
del popolo di Dio. Il vero Giudeo allora non lo è più per sangue, ma per fede.
I Giudei che perseguitavano i credenti di Smirne, lo erano per nascita, ma non per
nuova nascita, dunque erano dei religiosi che non seguivano Cristo. Chi non segue
Cristo segue il diavolo, perciò erano una sinagoga di Satana.
La situazione oggi non è cambiata di molto. Sono persone religiose che lanciano
calunnie e attacchi contro chi veramente segue Cristo.
Un grande monito per la chiesa di oggi a non usare la calunnia per denigrare l’opera
e i servitori del Signore, così facendo non si onora il Signore ma il diavolo che è il
padre della menzogna (Giov 8:44).
Il Signore ci insegna che siamo beati quando siamo perseguitati: “Beati voi, quando
vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di
male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli;
poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi” (Mat 5:11-12).
Per la grazia di Dio, possiamo non solo sopportare le calunnie, gli insulti e gli attacchi
verbali, ma possiamo avere motivo di rallegrarci e giubilare, perché a causa di questi
attacchi verbali, abbiamo un grande premio in cielo. Gli attacchi durano poco, il
premio durerà per tutta l’eternità.
Credo che in ogni cristiano dovrebbe esistere l'ambizione spirituale di essere una
chiesa che rallegri il Signore.
Ricordiamo che Paolo e Barnaba: “E, dopo aver evangelizzato quella città e fatto molti
discepoli, se ne tornarono a Listra, a Iconio e ad Antiochia, fortificando gli animi dei
discepoli ed esortandoli a perseverare nella fede, dicendo loro che dobbiamo entrare
nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni” (At 14:21-22).
“Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi
in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele
fino alla morte e io ti darò la corona della vita” (2:10).
Proprio perché il Signore conosce ogni cosa può dire: “Non temere”, anzi li avverte
che le cose peggioreranno, “ci sarà prigione e tribolazione per dieci giorni”.
Anche Daniele e i suoi compagni furono messi alla prova per dieci giorni, ma alla fine
avevano migliore aspetto degli altri.
Cosa significa dieci giorni? Ci sono due ipotesi tra gli studiosi:
1. Nerone (64-68)
2. Domiziano (93-96)
3. Traiano (107-117)
4. Marco Aurelio (163-180)
5. Settimio Severo (202-211)
6. Alessandro Severo (235)
7. Decio (250-253)
8. Valeriano (257)
9. Aureliano (272-275)
10. Diocleziano (303-313)
Questi dieci periodi terminarono poi con Costantino che si converte al cristianesimo
e cessa la persecuzione.
Questa interpretazione si basa sul fatto che la parola giorno a volte nella Bibbia
significa periodo di tempo (Sal 20:1; Is 10:3).
Ecco perché il Signore incoraggia alla fedeltà: “Sii fedele fino alla morte e io ti darò
la corona della vita…”. I persecutori potevano togliere la vita fisica, ma ciò
candidava a ricevere la corona della vita. La corona è il segno della vittoria.
Ai credenti di Tessalonica Paolo disse che loro erano la sua corona (1 Tes 2:19).
La corona della vita è citata anche da Giacomo: “Beato l'uomo che sopporta la
prova; perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha
promessa a quelli che lo amano” (1:12).
I cristiani di Smirne avevano l’onore di essere contati fra i vincitori: duramente colpiti
sulla terra, ma largamente ricompensanti in cielo, dunque questa corona è offerta a
tutti i credenti che nell’arena della vita cristiana combattono contro il sistema
maligno.
Ai nostri giorni e nei nostri paesi i cristiani non c’è più quella persecuzione aperta
come un tempo, però in altre parti i credenti vengono gettati in prigione, torturati o
uccisi a causa della loro fede; dunque le parole di Paolo continuano a essere realtà
per ogni cristiano di oggi: “Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo
Gesù saranno perseguitati” (2 Tim 3:12).
Il mondo tollera una certa forma di pietà e a volte la loda. Noi possiamo anche
frequentare le adunanze e dire di essere convertiti, sovente il mondo sopporta tutto
ciò.
L’invito ad ascoltare la voce del Signore è perché ci vuole vincitori e fedeli. Solo se
ascoltiamo la voce dello Spirito saremo sensibili.
La promessa a questa chiesa rivela un altro particolare sul destino dell’uomo: c’è una
morte seconda. Questa espressione é nuova nel linguaggio biblico.
L’uomo, a causa del peccato, morirà due volte, la prima volta quando lascerà il
mondo, la seconda volta quando sarà condannato dal Signore.
Siccome la parola morte significa separazione, la prima volta c’è la separazione tra
il corpo e l’anima, la seconda volta c’è la separazione tra il Signore e il peccatore.
1) Apocalisse 2:11 “Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince
non sarà colpito dalla morte seconda”.
2) Apocalisse 20:6 “Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su di
loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e
regneranno con lui quei mille anni”.
3) Apocalisse 20:14 “Poi la morte e il soggiorno dei morti furono gettati nello stagno
di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco”.
4) Apocalisse 21:8 “Ma per i codardi, gl'increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i
fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno
ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda”.
Dunque la morte seconda è sinonimo di Inferno, il luogo di punizione per gli increduli
che hanno calpestato il Figlio di Dio! Tutto questo parla di una terribile esistenza
eterna senza Dio.
Dunque alla luce di tutta la Scrittura, si esclude l'idea di una assoluta cessazione
dell'esistenza o di annientamento come afferma qualcuno. Senza Dio c’è sofferenza
oggi e ci sarà per l’eternità.
CONCLUSIONE
Anche nel caso di Smirne, notiamo che la realtà vista dagli occhi del Signore è
completamente diversa da quella che appare agli uomini: una chiesa povera, cioè
senza grandi mezzi per il proprio sostentamento eppure è una chiesa ricca
spiritualmente.
Dio consente che il maligno agisca verso questa chiesa, ma solo per un tempo
limitato. Ciò potrebbe essere motivo di scoraggiamento, ma non dimentichiamo che
Dio non ha abbandonato questa chiesa, ma ha solo permesso che subisse una dura
prova per un breve periodo.
L’esortazione finale dimostra che Cristo ha fiducia che Smirne ce la farà: “Sii fedele
fino alla morte e ti darò la corona della vita”. Anche
Pietro incoraggia i cristiani affermando che le prove durano solo «un po’ di tempo»
(1 Pie 1:6-9 e 5:10).
Questi elementi ci dovrebbero fare acquisire la consapevolezza che sia le prove del
singolo sia quelle della comunità intera possono durare solo per un tempo limitato.