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LETTERA A TIATIRI
(Apocalisse 2:18-29)
INTRODUZIONE
La caratteristica di questa lettera è quella di essere la più lunga fra le sette, questo
significa che il Signore ha molte cose da dire su questa chiesa, dunque se Dio parla
troppo è necessario ascoltare.
Da questo punto in poi, nelle chiese che non soddisfano il Signore, i richiami divini
si fanno sempre urgenti e minacciosi, c’è perfino una minaccia di morte per chi non
si ravvede (v.23). Tutto questo perché c’è peggioramento e avviene quando non c’è
ravvedimento.
In altre parole il messaggio alla chiesa di Tiatiri, mostra come facilmente si possa
andare verso il declino spirituale a causa di tradizioni religiose e di assopimento
spirituale.
Paolo lo aveva già detto: “Non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di
udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e
distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole” (2 Tim 4:3-4).
LA CITTA’
Le rovine di questa antica città si trovano nell’attuale città di Akhisar, circa 60 km da
Ismir (Smirne) e a 30 km da Pergamo. Letteralmente significa: “Colei che offre
sacrifici, incenso”. Nel 190 a.C. fu conquistata dai Romani, è una città di scarsa
importanza.
La sua industria principale era conosciuta per i suoi tintori in grado di produrre un
particolare tipo di colore, “la porpora”, tratto dalla radice di una pianta, un rosso
brillante che non poteva essere eguagliato.
Tutto ciò é indirettamente confermato dal libro degli Atti. Lidia, la prima donna
incontrata da Paolo a Filippi, era negoziante di porpora della città di Tiatiri (At 16:14-
15), essa forniva i capi di abbigliamento all’elite delle donne romane.
Il MITTENTE
“Queste cose dice il Figlio di Dio, che ha gli occhi come fiamma di fuoco, e i piedi
simili a bronzo incandescente” (2:18).
Questa attestazione fu fatta già da Pietro quando Gesù chiese ai discepoli cosa la
gente pensava di lui e Pietro fece quella famosa dichiarazione mal interpretata: “Tu
sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mat 16:16). Dunque “Chiunque nega il Figlio,
non ha neppure il Padre” (1 Giov 2:23).
▪ Il primo afferma che la natura umana di Cristo era assorbita da quella divina e
dunque in lui era presente solo la natura divina.
▪ Il secondo afferma che in Cristo convivevano due distinte persone, l'Uomo e Dio,
Maria era madre solo della persona umana.
Si presenta così alla chiesa di Tiatiri, perché egli vede quella che è la sua reale
condizione. Dio non guarda all'apparenza delle cose, per questa ragione nessuno
può ingannarlo: “Non ci si può beffare di Dio” (Gal 6:7). Egli è colui che investiga le
reni ed i cuori.
Davide diceva: “Tu mi scruti quando cammino e quando riposo, e conosci a fondo tutte
le mie vie” (Sal 139:3).
E’ impossibile quindi nascondere qualcosa a Cristo, egli stesso conosceva quello che
era nell'uomo (Giov 2:24-25).
Una chiesa da invidiare perché ha un serio impegno nel lavorare e faticare per Cristo
e viene prontamente lodata da lui. Da ciò capiamo che la vera vita cristiana, a cui siamo
chiamati, è una vita di fatica e servizio per il Signore. Non si vince una gara senza la
fatica e Cristo vuole insegnarci che senza fatica non si ottengono risultati.
E qui occorre una riflessione: cosa significa operare nel nome del Signore? Una
domanda importante perché il Signore ha definito alcuni che profetizzavano e
compivano miracoli nel suo nome, operatori di iniquità o malfattori.
Dunque il fatto di essere a posto su alcuni punti, non significa che sono a posto su
tutto. Infatti nell’elenco elogiatore manca un aspetto importante: la fedeltà alla
Parola. Infatti Cristo si lamenterà per la sua tolleranza verso il peccato.
Cos’è la tolleranza? “Indulgenza nei riguardi dei comportamenti, delle idee o delle
convinzioni altrui”. Dunque era una chiesa di mente aperta, pluralista, dove tutte le
idee trovano posto!
1) La tolleranza
Mario Manduzio | Dottore in Teologia 51
SETTE CHIESA DELL’ASIA Tiatiri
E’ il pericolo delle piccole cose che guastano grandi cose. Giacomo lo dice a
proposito della lingua: “La lingua è un piccolo membro, eppure si vanta di grandi cose.
Osservate: un piccolo fuoco può incendiare una grande foresta!” (Giac 3:5).
Quante piccole cose tolleriamo che poi portano a disastri nella chiesa? Si tollera la
maldicenza, il cattivo comportamento, piccoli peccati passabili per atteggiamenti
necessari. Siamo noi a decidere ciò che è peccato e ciò che non lo è…….
La chiesa di Corinto era una chiesa tollerante: avere un rapporto incestuoso con la
propria matrigna non era adulterio, ma relazione sentimentale (come insegna l’etica
odierna). Paolo esorta la chiesa a disciplinare colui che ha commesso tale atto
osceno (1 Cor 5:2).
Perché la tolleranza è pericolosa? “Non sapete che un po' di lievito fa lievitare tutta la
pasta?” (1 Cor 5:6). Di fatto la chiesa di Corinto, pur non mancando di nessun
carisma, era una chiesa divisa.
Come fa Paolo a sapere queste cose? E’ stata la famiglia di Cloe a informare Paolo (1
Cor 1:11). Evidentemente quando i conduttori ascoltano e non intervengono per
opportunità allora di fatto c’è già la divisione perché ci si rivolge ad altri fratelli fuori
dalla chiesa.
Ma il Signore dice che ha proprio questo contro questa chiesa! Cosa tollerava?
Tollerava Iezabel autoproclamatasi profetessa, insegnasse e seducesse i credenti a
commettere peccato. Ora noi sappiamo che il vero profeta insegna la santità e non
la dissolutezza.
Non sappiamo se a Tiatiri ci fosse veramente una donna con questo nome, ma il
richiamo alla moglie di Acab, re di Israele, ci fa capire che probabilmente si trattava
di un nome simbolico e di un problema che affliggeva la chiesa.
2) La storia di Iezabel
▪ Una donna pagana, moglie del re Achab e come tale non avrebbe mai dovuto
sedere sul trono di Israele.
▪ Adorava Baal e Astarte. Ottocento loro profeti mangiavano alla sua amensa (1 Re
18:19). Possiamo immaginare l'influenza negativa e blasfema verso il vero Dio,
determinata da questa presenza ai posti di comando di Israele.
▪ Quando divenne regina di Israele, cominciò a introdurre nel paese il culto di Baal,
così fece uccidere molti profeti di Dio sopprimendo il culto al vero Dio (1 Re
18:13).
▪ Inoltre si servì del marito per intrigare e fare uccidere gente onesta, come Nabot,
con una menzogna fece accusare Nabot di spergiuro contro Dio e lo fece
condannare a morte prendendosi la sua vigna (1 Re 21).
▪ Il culto a Baal diventò la religione del popolo, la religione di Stato. Il male non si
limitò all'interno delle frontiere del regno d'Israele, ma penetrò nel regno di
Giuda, poiché una figlia di Iezabel sposò Jehoram, re di Giuda (2 Re 8:16-18).
▪ Ci è mancato poco che tutti i discendenti della casa reale di Davide fossero
distrutti da Atalia, figlia di Iezabel: “Atalia, madre di Acazia, quando vide che suo
figlio era morto, procedette a sterminare tutta la discendenza reale” (2 Re 11:1).
Iezabel dunque recò idolatria, morte e distruzioni in Israele e in Giuda. Questo breve
quadro é sufficiente per informarci su quello che era successo nella chiesa di Tiatiri.
Aveva accolto come membri persone “non rigenerate”, che non avevano fatto
l'esperienza della nuova nascita.
Cosi, poco per volta, queste persone senza scrupoli avevano preso il sopravvento,
compiendo un'opera di seduzione, contaminazione, fecero entrare nella Chiesa la
mondanità e l'idolatria, l'adulterio e il paganesimo.
Per questa ragione la Chiesa di Tiatiri è vista da molti studiosi come la Chiesa del
Medioevo, nella quale la tolleranza portò i credenti lontano da Dio e dalla sua Parola.
3) L’insegnamento di Iezabel
La sua storia ha anche un insegnamento sul ruolo che si deve avere in famiglia e nella
chiesa. Fin dalla creazione l’uomo ha subito il fascino e l’influenza, tanto che il
peccato è entrato nel mondo.
▪ Sara che incita Abramo ad avere una discendenza da Agar, un consiglio che ha
portato a d una guerra senza fine.
Anche la chiesa non è esente da questo problema, spesso l’autorità non è degli
anziani ma delle mogli degli anziani che governano la chiesa da dietro le quinte,
dando istruzioni ai mariti.
E’ per questo motivo che Paolo in 1 Timoteo 3, dove parla degli anziani e dei diaconi,
stabilisce anche delle qualifiche per le loro mogli: “Allo stesso modo siano le donne
dignitose, non maldicenti, sobrie, fedeli in ogni cosa” (1 Tim 3:11).
Entrambe le posizioni devono essere respinte: La verità senza l'amore, come pure
l'amore senza la verità, sono entrambi disapprovati da Dio. Ma sappiamo che al
primo posto c’è sempre la verità. Paolo dice: “Seguendo la verità nell'amore,
cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo” (Ef 4:15).
Ripetiamo ancora che ogni chiesa propende per una cosa e rifiuta l’altra, ma ciò
non pregiudica la comunione.
Tiatiri mostra le tristi conseguenze della chiesa istituzionale e non corporativa (la
chiesa è un corpo e non un’istituzione), così abbiamo la chiesa del compromesso,
attirata e confusa dalle false ideologie religiose e la chiesa deviata e corrotta, che
vive lontano dalla verità del Vangelo.
Non dimentichiamo la fine di questa donna: Fu uccisa e divorata dai cani. Ecco come
è valutata nella Bibbia: “Andate a vedere quella maledetta donna e sotterratela” (2 Re
9:34). Ma non trovarono solo che resti, si adempie così la parola di Elia (2 Re 36-37).
Se non c’è ravvedimento arriva il giudizio: Iezabel fu uccisa ed il suo corpo divorato
dai cani. Ecco come è valutata la sua fine nella Bibbia: “Andate a vedere quella
maledetta donna e sotterratela” (2 Re 9:34). Ma non trovarono solo che resti, si
adempie così la parola di Elia (2 Re 36-37).
Con lei saranno “messi a morte i suoi figli”, in altre parole tutti quelli che prolungano
l'opera e le medesime dottrine incorreranno nel giudizio del Signore. Dio aiuti le
chiese a vivere un cristianesimo pieno e sincero!
Il Signore dopo aver chiaramente descritto il sistema corrotto della chiesa di Tiatiri
e le malefiche opere di Iezabel, si rivolge al residuo fedele, alla parte fedele della
comunità, “agli altri”, cioè a quelli che “non professano questa dottrina”, che non si
sono compromessi.
Questo invito ci insegna che bisogna avere il coraggio di rompere con l’errore e la
falsa dottrina, si deve uscire per non partecipare ai peccati di Babilonia (Ap 18:4).
Talvolta sentiamo che le divisioni non sono da Dio perché bisogna stare uniti
altrimenti producono uno scandalo, questo modo di pensare in realtà è chiamato
“profondità di satana”. Il Signore invece ci chiede di restare fermi nella sua Parola,
di essere il piccolo gregge e il rimanente fedele.
Il Signore non schiaccia i credenti con pesi che non possono sopportare; è Lui che
prende il nostro peso mettendo al posto di questo un carico dolce e leggero che
porta pace e riposo alle nostre anime (Mat 11:28-30).
Cosa dobbiamo tenere fermamente? Paolo dice che tre cose durano: Fede, speranza,
amore (1 Cor 13:13).
Non basta essere credenti, bisogna perseverare nelle opere di Cristo, non nelle mie
opere, ecco perché possiamo lavorare per il Signore ed essere operatori di iniquità.
Ricordiamo che vincere, in questo contesto, vuol dire essere veramente salvato. Chi
è veramente salvato persevererà fino alla fine. Cioè, quando uno inizia il nuovo
cammino e poi torna in dietro riprendendo la vecchia strada, dimostra di non aver
ricevuto veramente la salvezza: esempio Simone il mago.
La vera salvezza comporta anche la perseveranza. Per questo, volta dopo volta la
Bibbia ci esorta a perseverare nella fede.
2. La stella del mattino: Cos’è la stella del mattino? La risposta è in Apocalisse 22:16
dove è detto che Cristo è la stella lucente del mattino. Chi rimarrà fedele fino alla
fine, avrà la piena partecipazione. Cristo risplenderà sempre più in noi e per noi:
“I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento e quelli che avranno
insegnato a molti la giustizia risplenderanno come le stelle in eterno” (Dan 12:3).
La stessa conclusione delle altre lettere è anche qui ripetuta: “Chi ha orecchio ascolti
ciò che lo Spirito dice alle chiese”. É notevole vedere che nella lettera a Tiatiri, come
Mario Manduzio | Dottore in Teologia 56
SETTE CHIESA DELL’ASIA Tiatiri
CONCLUSIONE
La riprensione della chiesa di Tiatiri ha evidenziato che in una stessa comunità vi
possono essere membri sani e membri malati.
Ricordiamo inoltre che Gesù concede del tempo per il ravvedimento, cosa che
invece gli uomini spesso non fanno, poiché giudicano immediatamente o sono
presuntuosi nel loro cammino.
Questo significa che a volte possano avvenire delle divisioni: “E’ necessario che ci
siano tra voi anche delle divisioni, perché quelli che sono approvati siano riconosciuti
tali in mezzo a voi” (1 Cor 11.19).
Il Signore da del tempo di ravvedersi anche per chi insegna falsità, ma non bisogna
abusare della pazienza del Signore.