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SETTE CHIESA DELL’ASIA Sardi

LETTERA A SARDI
(Apocalisse 3:1-6)

INTRODUZIONE
Com'è facile constatare, i messaggi rivolti alle sette chiese non presentano
particolari problemi di interpretazione. Il loro carattere eminentemente pratico ed
attuale c'invita a soffermarci sul testo ed a scavarne il contenuto.

La benedizione non consiste soltanto nell'ascoltare, ma anche nel far tesoro e nel
riflettere per applicare a noi le verità che ci vengono trasmesse. Queste lettere non
sono delle venerabili reliquie del passato, ma uno specchio per mostrarci quello che
siamo.

Purtroppo, considerando questi messaggi in generale, siamo costretti ad una


sconfortante constatazione: Nonostante le raccomandazioni del Signore, che rivelano
il Suo amore per la Chiesa, man mano che si procede, anziché vedere un miglioramento,
osserviamo un decadimento”.

La possibilità del ravvedimento e del rinnovamento esiste sempre per l'uomo, ma in


linea generale si deve constatare che la cristianità, nelle sue forme esteriori,
diventa una realtà sempre più indipendente dal Signore.

Quando i richiami sono ignorati, si producono le conseguenze. Tutto ciò fa pensare


al pianto di Gesù sulla città di Gerusalemme, di cui prevedeva la distruzione. Ma
ormai era troppo tardi. Nel calendario divino vi é un momento in cui il Signore dice:
Basta!

LA CITTA’
Sardi era una cittadina dell'Asia Minore, antica capitale della Lidia e sorgeva su di
una collina, circondata da fiumi. Oltre 600 anni prima, il suo re, Creso, aveva
ammassato tanto denaro e tante ricchezze da restare famoso per sempre, fu
l’inventore della moneta. Sardi era dunque una delle più ricche e potenti città del
mondo ed è stata una fortezza imprendibile.

Moralmente soddisfatta di sé, sprofondò nella corruzione e fu conquistata


dapprima da Ciro re di Persia, quindi da Alessandro Magno e fu poi rasa al suolo da
un terremoto nell'anno 17 d.C. Più tardi fu ricostruita dall'imperatore Tiberio.

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Dal punto di vista economico


Era ancora famosa per i suoi tessuti, per le sue materie coloranti, per la sua
gioielleria. Questo, però, era solo l'ombra dell'antico splendore. La gente era incline
a vivere dei ricordi delle glorie del passato. Pertanto, al tempo in cui fu scritta
l'Apocalisse, Sardi era ormai sotto la dominazione dei Romani e pur portando ancora
i segni dell'antico splendore, aveva perso la sua importanza.

Dal punto di vista religioso


Vi si praticava il culto a Cibele, dea della fecondità, la “grande madre” di tutti gli dei
e a motivo di tali culti orgiastici, i Sardi vivevano in modo lussurioso e licenzioso.
C'era anche una diffusa devozione a Giove Lidio.

Il nome di Sardi significa “residuo”, “lo scampato”. Della chiesa si conosce solo che
la sua fede alla fine del primo secolo, data della stesura dell'Apocalisse, era
diminuita. Aveva quindi almeno vent'anni, minimo per avere “nome (fama) da
vivere”.

Il MITTENTE
“Queste cose dice colui che ha i sette spiriti di Dio e le sette stelle” (3:1).

1) Cristo ha sette spiriti


Abbiamo già visto che esiste un solo Spirito di Dio ed è Il profeta Isaia (11:2) che
annuncia il regno messianico e spiega quali sono queste sette caratteristiche dello
Spirito di Dio:

Lo spirito di Dio nell’A.T. (Is 11:2) Lo Spirito Santo nel N.T.


1) Spirito di pienezza “Ma siate ricolmi di Spirito, parlandovi
con salmi e inni” (Ef 5:18-19)
2) Spirito di saggezza “Vi dia uno spirito di sapienza e di
rivelazione perché possiate conoscerlo
pienamente” (Ef 1:17)
3) Spirito di intelligenza “La sua unzione vi insegna ogni cosa ed
è veritiera” (1 Giov 2:27)
4) Spirito di consiglio “Se viviamo dello Spirito, camminiamo
anche guidati dallo Spirito” (Gal 5:25)
5) Spirito di forza “Riceverete potenza quando lo Spirito
Santo verrà su di voi” (At 1:8)
6) Spirito di conoscenza “Lo Spirito della verità, egli vi guiderà
in tutta la verità” (Giov 16:13)
7) Spirito di timore del Signore “Mediante la santificazione dello Spirito,
a ubbidire e a essere cosparsi del sangue
di Cristo” (1 Pie 1:2)

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Poiché il numero sette indica completezza, pienezza, perfezione, probabilmente si


vuole ricordare che le valutazioni e i giudizi del Signore sono assolutamente esatti,
dunque non giudicherà dall'apparenza.

2) Cristo ha sette stelle


Abbiamo precedentemente visto come le sette stelle rappresentano i messaggeri
delle chiese, cioè i conduttori. Ma ora la scena che Giovanni vede è solo
apparentemente uguale alla precedente, prima le stelle erano nella sua mano
destra (2:1). Ora non ha più nella sua mano destra le sette stelle.

Qualcosa rispetto alla chiesa si Efeso è cambiato. Cosa significa questo? Cristo è il
capo della chiesa ed esercita un’autorità assoluta, ma non tiene più in mano questa
chiesa.

I conduttori sono sfuggiti alla signoria di Cristo diventando i pastori del gregge!
Questo è un po’ il sintomo della chiesa Protestante: centralità della Parola, ma alla
fine i pastori decidono l’etica e la dottrina cristiana.

L’APPROVAZIONE PER LA CHIESA


Nessuna approvazione per la chiesa di Sardi. Gesù non può elogiare questa Chiesa.
Colui che non ha più le sette stelle nella Sua mano, pur rimanendo il Signore e il
Capo della Chiesa, non può fare nessun elogio, non può elogiare coloro che lo
hanno espropriato Cristo della sua autorità.

IL RIMPROVERO ALLA CHIESA


“Tu hai fama di vivere ma sei morto” (3:1). Sembra crudele questa affermazione per
delle persone che hanno fatto professione di fede, ma essa per essere efficace deve
provenire prima dal cuore e poi dalla bocca: “Se con la bocca avrai confessato Gesù
come Signore e avrai creduto con il cuore sarai salvato” (Rom 10:9).

Questa chiesa si accontentava di avere dottrine giuste, ortodosse, ma non le


vivevano. Da notare che non si parla della presenza della dottrina di Balaam, né di
quella dei Nicolaiti, né della donna Iezebel eppure Sardi vive una vita d'apparenza.

Notiamo che Cristo parla di fama, cioè questa chiesa era abbastanza stimata agli
occhi del mondo e delle altre chiese. Non è tanto difficile per una chiesa far credere
agli altri, e anche a se stessa, che è piena di vita, quando invece è morta.

Cosa vuol dire essere una chiesa morta? Vuol dire che pur mantenendo un ministero
attivo, pur avendo tante attività, e avendo tante persone coinvolte attivamente nel

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lavoro per il Signore, in realtà, è soltanto attività umana, non c’è veramente la
presenza di Cristo in mezzo a loro.

Alcune domande sono d’obbligo: Come mai è possibile far credere agli altri che sei
vivente quando in realtà sei morto? Peggio ancora, come mai una chiesa può credere
questo di se stessa?

Questo è estremamente pericoloso: È possibile per una chiesa, o per una persona,
essere convinto di camminare bene con Dio, quando in realtà, non cammina affatto con
Dio?

Se una persona non esamina veramente il proprio cuore, se sta cercando


l’approvazione degli uomini, anziché l’approvazione di Dio, allora, quella persona,
usando il metro sbagliato, potrebbe sentirsi a posto, quando in realtà è morta.

“Aventi l'apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza. Anche da


costoro allontanati” (2 Tim 3:5).
Questo è il rischio che corrono talune persone che si definiscono cristiane: apparire
e non essere. Questo atteggiamento è molto pericoloso.

Però c’era una piccola parte che non era morta: “Tuttavia a Sardi ci sono alcuni che
non hanno contaminato le loro vesti; essi cammineranno con me in bianche vesti, perché
ne sono degni” (Ap 3:4).

Infatti, se fosse stata una chiesa interamente morta, cioè, senza veri credenti, Cristo
non si sarebbe interessato a lei. Invece, essendo stata una chiesa che una volta era
vivente, ma che poi, nel tempo, aveva cominciato a riempirsi con persone non
veramente salvate, Cristo interviene, perché Dio è geloso di quello che è suo.

L’ESORTAZIONE ALLA CHIESA


“Sii vigilante e rafforza il resto che sta per morire; poiché non ho trovato le tue opere
perfette davanti al mio Dio. Ricòrdati dunque come hai ricevuto e ascoltato la parola,
continua a serbarla e ravvediti” (3:2-3a).

Dio è paziente e amorevole, parla duramente per aprire i nostri occhi e perché lo
Spirito ci convinca di peccato, così il Signore usa cinque verbi per indicare il
comportamento da adottare:

1. Sii vigilante: È l'invito a stare con gli occhi aperti, a non essere sonnacchiosi,
faciloni. Essere vigilante vuol dire essere attento, attivamente, stare in guardia,
riconoscere il pericolo ed essere pronto e badare a non cadere. Dunque, vuol dire
concentrarsi, impegnarsi totalmente, per non subire il pericolo che incombe.
Cristo ha esortato i suoi discepoli ad essere svegli: “Vegliate e pregate, affinché
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non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Mat 26:41).


Dunque, il discorso di essere vigilanti non è indirizzato soltanto a una chiesa che
cammina male, ma è rivolto a tutti.

2. Rafforza il resto che sta per morire: Riconsidera quegli aspetti della pietà che ti
sono rimasti, vivili intensamente, non permettere che muoiano. È un invito a
prendersi cura di quanti si sono spiritualmente ammalati e stanno per morire:
“Fratelli, se uno viene sorpreso in colpa, voi, che siete spirituali, rialzatelo con
spirito di mansuetudine” (Gal 6:1).

3. Ricordati delle cose udite e ricevute: La Chiesa di Sardi riposa tranquilla sugli allori
della sua brillante, ma passata reputazione. Molto spesso, con il passare del
tempo, succede che si comincia a dimenticare le verità che Dio ha rivelato
all’inizio. I pensieri si rivolgono a tante altre cose, e così, senza rendersene conto,
ci si può allontanare dalla verità.

4. Continua a conservare la Parola: Il segreto per una vita di successo spirituale, è


la dipendenza dalla Parola di Dio. Si può conservare una cosa solo dopo averla
ricevuta. Non bastava ricordare queste verità, dovevano anche aggrapparsi
fortemente alle dottrine del Vangelo. Troppo spesso, è facile accettare le verità
di Dio, senza aggrapparsi ad esse. Tante chiese muoiono perché mettono da
parte la vera autorità.

5. Ravvediti: Cioè riconosci che hai peccato che hai sbagliato. Non cercare
giustificazioni, attenuanti o alibi, altrimenti non avrai pace. Dio ama lo spirito
contrito.

Perché queste affermazioni solenni di Cristo? Perché quando si è in uno stato di


torpore spirituale dimentichiamo le promesse future del Signore, egli tornerà e si
corre il rischio di non essere preparati a questo secondo avvento: “Perché, se non
sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti”
(3:3b).

Cristo avverte la sua chiesa d'essere vigilante, perché Egli verrà in modo imprevisto.
Un ulteriore sviluppo di questa stessa idea si trova in Paolo quando parla della
parusia: “Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva;
perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro
nella notte” (1 Tes 5:1-2).

Il vero cristiano é chiamato ad una continua e vigilante attesa del ritorno del Signore,
perché, diversamente, si mette dalla parte del mondo incredulo. Tutto questo é
molto solenne. La parabola delle 10 vergini ci ricorda che non tutti aspettano la sua
venuta.

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Attenzione a non prendere alla leggera le esortazioni del Signore, egli non parla per
spaventare, ma per esortare! Il diluvio, la distruzione di Sodoma sono il risultato
del mancato ascolto.

L’ESORTAZIONE ALLA CHIESA


“Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche, e io non cancellerò il suo nome dal
libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti ai suoi
angeli” (3:5).

Anche per Sardi vi è una promessa, chi cammina fedelmente, vi è la certezza di


meravigliose benedizioni in questa vita e per l'eternità. Qui Gesù ne pone in evidenza
tre:

1) Le vesti bianche
Il vincitore camminerà con Cristo in vesti bianche. Egli conosce i cuori, sa molto bene
chi appartiene realmente alla sua chiesa, conosce i vincitori, che saranno vestiti di
vesti bianche e chi invece si accontenta solo di una professione di fede formale,
come faceva la maggioranza a Sardi. Il bianco indica purezza

“E nulla di impuro né chi commetta abominazioni o falsità, vi entrerà; ma soltanto


quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello” (Ap 21:27).

2) Confesserò il suo nome


Si tratta di una riproposizione quasi testuale delle parole dello stesso Gesù nei
vangeli. Cristo proclamerà la vittoria del vincitore alla presenza del Padre e dei suoi
angeli: “Or io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio
dell'uomo riconoscerà lui davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli
uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio” (Lu 12:8-9).

La fedeltà sarà ricompensata, perciò i “vincitori” qui menzionati, sono quelli che di
fronte alle forti sollecitazioni del mondo, restano fedeli al Signore lasciandosi
guidare dallo Spirito di Dio. Cristo non si vergogna di questi credenti.

3) Il nome non cancellato dal libro della vita


Questo versetto è stato spesso frainteso dalle varie denominazioni evangeliche e
viene usato per affermare che la salvezza non è affatto sicura e si può perdere. Ora
questo sarebbe vero se dipendesse dalle nostre opere, ma siccome dipende
dall’opera di Cristo, allora è bene riconsiderare l’insegnamento di questo versetto.

Una prima considerazione importante è questa: Prima di cancellare bisogna


scrivere, dunque la domanda è: Quando il nome viene scritto nel libro della vita?

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Apocalisse 13:8 ci ricorda che: “L'adoreranno tutti gli abitanti della terra i cui nomi
non sono scritti fin dalla creazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello che è
stato immolato”. Dunque fin dalla fondazione del mondo sono scritti tutti nomi degli
esseri umani con una eccezione: tutti coloro che appoggeranno il regno
dell’anticristo sono esclusi dal progetto di salvezza di Dio, ma siamo già dopo il
periodo della grazia.

Dalla creazione del mondo fino al regno dell’anticristo tutti nomi sono scritti nel libro
della vita, Dio ha concepito un piano di salvezza per tutti gli uomini: “la grazia di Dio,
salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata” (Tito 2:11). Tuttavia vi sono alcune
eccezioni come i seguaci dell’anticristo.

Attenzione però: I nomi che sono scritti nel libro della vita sono comunque scritti in
via provvisoria, tocca quindi all’uomo confermare questa iscrizione del suo nome.
Quando un peccatore si ravvede e crede in Cristo egli conferma la sua iscrizione,
chi vince dunque non avrà il suo nome cancellato dal libro della vita.

Alcuni testi della Bibbia confermano questo pensiero:


▪ Esodo 32:32 “Nondimeno, perdona ora il loro peccato! Se no, ti prego, cancellami
dal tuo libro che hai scritto”. Israele si era dato all’idolatria e il Signore voleva
distruggerlo. Mosè chiede di salvare il suo popolo e di cancellare il suo nome dal
libro della vita. Ma questo non è possibile perché: “Colui che ha peccato contro di
me, quello cancellerò dal mio libro” (Es 32:33). Il peccato contro Dio nell’A.T. e
contro lo Spirito Santo nel N.T. comporta la cancellazione dal libro della vita:
“Chiunque avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non ha perdono in eterno, ma
è reo di un peccato eterno” (Mar 3:29).

▪ Salmo 69:28 “Siano cancellati dal libro della vita e non siano iscritti fra i giusti”.
Davide parla dei nemici che offendono Dio e il suo popolo. Anche questi sono
scritti nel libro della vita e Davide ne chiede la cancellazione, ma vale la stessa
risposta per Mosè: chi calpesterà la grazia di Dio sarà cancellato.

▪ Luca 10:20 “Tuttavia, non vi rallegrate perché gli spiriti vi sono sottoposti, ma
rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”. I discepoli furono entusiasti
del potere che Gesù aveva loro conferito, ma essi dovevano rallegrarsi che il loro
nome era scritto nel libro della vita. Strana questa affermazione per dei discepoli
che non erano ancora convertiti, infatti la vera appartenenza a Cristo avverrà
nella Pentecoste. Ma Gesù sapeva che tutti sono scritti nel libro della vita, anche
Giuda, ma sarà cancellato perchè ha peccato contro Cristo, infatti è chiamato
“figlio della perdizione” (Giov 17:12).

▪ Filippesi 4:3 “Sì, prego pure te, mio fedele collaboratore, vieni in aiuto a queste
donne, che hanno lottato per il vangelo insieme a me, a Clemente e agli altri miei
collaboratori i cui nomi sono nel libro della vita”. Paolo fa dei nomi di suoi
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collaboratori scritti nel libro della vita. Come fa a saperlo? Mica conosce i cuori? Egli
conosce la Scrittura e sa che nel libro della vita sono scritti tutti gli esseri umani,
a maggior ragione chi conferma la sua iscrizione con la sua fede e chi serve il
Signore. Dunque bisogna fare i conti con la vittoria!

Concludendo si può affermare con certezza che nel “libro della vita” divino, vi é il
nome di tutti gli esseri umani, perché il Signore desidera che tutti gli uomini siano
salvati. Tuttavia la promessa di non essere cancellati da esso é solo per quelli che
“vincono e sono vestititi di vesti bianche”, cioè i credenti che sono stati “imbiancati
dal sangue dell'Agnello”.

Non v'è dubbio che il nome degli increduli verrà cancellato e non resterà scritto sul
“libro della vita”: “E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato
nello stagno di fuoco” (Ap 20:15).

Mentre è altresì certo che coloro che seguiranno l’anticristo non avranno mai il
loro nome scritto nel libro della vita.

Questa era la situazione della chiesa di Sardi: Molti vivendo nel ricordo del passato
avevano trascurato la loro relazione personale con Dio e non avevano conosciuto e
creduto che Cristo è il santo di Dio (Giov 6:69).

CONCLUSIONE
Il rischio che ogni chiesa viva sulle glorie del passato è un pericolo reale che porta
verso all’assopimento spirituale. Sicuramente ogni chiesa è influenzata da pericoli
esterni ed interni. L’importante è riuscire a identificare questi problemi per
affrontarli.

Ci sentiamo una chiesa viva perché non abbiamo gravi problemi dottrinali o perché
contiamo molti membri e siamo stimati dalle altre chiese e dal mondo? Attenzione non
sono questi i parametri del Signore. Sardi era tutto questo ma era una chiesa
morta.

➢ Dobbiamo imparare a non prendere tutto per scontato e a metterci sempre in


discussione.

➢ Dobbiamo sempre valutare se il mio operato è apprezzato dal Signore, se servo


me stesso o il Signore.

➢ Dobbiamo sempre stare attenti che qualche radice velenosa venga fuori a darci
molestia e molti di noi ne siano contagiati (Ebr 12:15).

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