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NULLA MI MANCA

(Salmo 23:1b)

Introduzione
1) Dio è pastore
È la quarta rivelazione di Dio nella Genesi: Si presenta prima come
Creatore, poi come Giudice, Salvatore, Pastore.

Dio come pastore crea due problemi a Israele


1. Per salvare il Pastore deve diventare un Agnello
2. Il pastore ha anche altre pecore fuori da Israele

▪ Mentre nell’A.T. Dio è il Pastore d’Israele


▪ Nel N.T Dio vuole essere il pastore di tutti gli uomini

2) L’uomo è una pecora


“Siamo suo popolo e gregge di cui egli ha cura” (Sal 100:3).
Tre tipi di pecore
1. Pecore senza pastore: Noi tutti eravamo smarriti come pecore…”
2. Pecore che seguono pastori umani: “non risparmieranno il gregge”.
3. Pecore che seguono il buon Pastore: Questo salmo è per loro.

3) L’importanza dell’aggettivo “Mio”


1. Indica conoscenza: “conosco le mie, e le mie conoscono me”
2. Indica una relazione personale: Una vita vissuta insieme
3. Indica confidenza: Ho libertà di parlare, di discutere, di chiedere
4. Indica bisogno: Sono soccorso al momento opportuno

Se il Signore è il mio Pastore allora ho dei privilegi e delle conseguenze.


Davide fa la prima affermazione: Nulla mi manca.

Questo è vero sia dal punto di vista materiale che spirituale: abbiamo un Dio-
Pastore che può supplire ad ogni nostro bisogno.

Un pastore che trascura di provvedere ai bisogni delle sue pecore non è


affatto un buon pastore.
Anche in un altro salmo, Davide esprime questa verità: “Nulla viene a
mancare a quelli che lo temono. I leoncelli soffrono penuria e fame, ma
nessun bene manca a quelli che cercano il Signore” (Sal 34:9-10).

4) Il Signore provvede
Probabilmente Davide si ricorda della bellissima espressione ebraica Jawhè
Jirè: “l’Eterno provvederà”.

Dio si rivela in questo modo ad Abramo nel momento più difficile della sua
vita, quando gli chiede di sacrificare suo figlio Isacco: Dopo la promessa di
una progenie, ora sembra tutto svanito.

Ma Abramo ha fiducia in Dio e ubbidisce: “Ecco il fuoco e la legna; ma


dov'è l'agnello per l'olocausto?» Abramo rispose: «Figlio mio, Dio stesso si
provvederà l'agnello per l'olocausto” (Gen 22:7-8).

Al momento opportuno Dio non permette il sacrificio di Isacco e: “Abramo


chiamò quel luogo «Iavè-Irè». Per questo si dice oggi: «Al monte del
SIGNORE sarà provveduto” (Gen 22:14).
La provvidenza esige ubbidienza: ma che significa nulla mi manca? Il
credente è un essere materiale e spirituale.

Nulla mi manca dal punto di vista materiale


1) Dio interviene nel suo popolo
“Se vi comportate secondo le mie leggi, se osservate i miei comandamenti e
li mettete in pratica, io vi darò le piogge nella loro stagione, la terra darà i
suoi prodotti e gli alberi della campagna daranno i loro frutti” (Lv 26:3-4).

Tutto viene esercitato per il bene del suo popolo! Il Signore provvede egli
non viene mai meno alle sue promesse.

Dio fa la sua parte, ma anche il suo popolo deve fare la sua parte: deve
ubbidire e fidarsi del suo Dio. Più siamo fedeli, più il Signore provvede.

“Se siete disposti a ubbidire, mangerete i frutti migliori del paese” (Is 1:19).
Dio non solo provvede, ma provvede il meglio in virtù della nostra
ubbidienza.
2) Dio interviene nella singola persona
Giuseppe è stato scelto da Dio in mezzo ai fratelli, che gelosi lo vendono e
finisce schiavo in Egitto sotto la moglie di Potifar.

Accusato ingiustamente va a finire in prigione: “E il Signore fu con


Giuseppe, gli mostrò il suo favore” (Gen 39:21). Dalla prigione arriva la
riscossa di Giacobbe: Il sogno, la carestia, la posizione.

Israele scende in Egitto e Giuseppe perdona i suoi fratelli: “Non siete dunque
voi che mi avete mandato qui, ma è Dio” (Gen 45:8).

Dio provvede attraverso le sofferenze di Giuseppe la conservazione di


Israele. Dio provvede singolarmente attraverso le esperienze della vita. La
mia esperienza non può essere la tua.

3) Dio interviene nella storia


Tutta la storia del popolo di Dio è contrassegnata da interventi
provvidenziali, a cominciare dalla liberazione dall’Egitto, il passaggio del
Mar Rosso, fino all’entrata nella terra promessa..
Il Signore non abbandona un instante il suo popolo ed è sempre pronto a
sostenerlo, difenderlo, nutrirlo e proteggerlo.

Il Signore interviene sul regno animale


▪ Dio sta per mandare una terribile siccità e invita Elia a rifugiarsi al
torrente di Cherit, li sarebbe stato dai corvi.

▪ “E i corvi gli portavano del pane e della carne la mattina, e del pane
e della carne la sera; e beveva al torrente” (1 Re 17:6).

▪ Questo episodio può sembrare irreale per una cultura materialistica


come la nostra: ma le risorse di Dio sono infinite.

Il Signore interviene sui pagani


▪ Dirige la volontà del Faraone
▪ Nebucadnetsar è chiamato: “mio servitore” (Ger 43:10)
▪ Usa Ciro di Persia per riportare il suo popolo in Palestina
▪ Usa Artaserse per ricostruire le mura di Gerusalemme
▪ Usa una vedova di Sarepta per nutrire Elia.
Dunque i Salmi non possono che cantare la provvidenza divina
▪ “Quelli che conoscono il tuo nome confideranno in te, perché tu,
Signore, non abbandoni quelli che ti cercano” (Sal 9:10)

▪ “Tutti sperano in te perché tu dia loro il cibo a suo tempo. Tu lo dai


loro ed essi lo raccolgono; tu apri la mano, e sono saziati di beni”
(Sal 104:27-28)

Il Signore è veramente il pastore del suo popolo: un pastore che è sempre


disponibile e l’unico punto di riferimento per qualsiasi bisogno.

Nel Nuovo Patto Gesù invita a confidare nella provvidenza di Dio


1. “Non siate dunque in ansia, dicendo: Che mangeremo? Che berremo?
Di che ci vestiremo” (Mt 6:31)
2. “Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre
vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose” (Mt 6:32)
3. “Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi
saranno date in più…basta a ciascun giorno il suo affanno” (Mt 6:33)
Gesù vive la sua vita sulla terra in mezzo a persone inquiete, preoccupate,
ribelli, polemiche, protese verso un futuro migliore.

È continuamente interpellato, criticato, contestato, ma non viene creduto


come Pastore, è stato rifiutato e crocifisso.

Non dobbiamo comportarci come pecore senza pastore che sono ansiose del
domani: Bisogna guardare in alto (gli uccelli) e in basso (i gigli). La pecora
si affida completamente al pastore.

Il nulla mi manca secondo Gesù non si insegna, ma si vede nel tessuto della
vita quotidiana.

Nulla mi manca dal punto di vista spirituale


1) Per la salvezza
“Sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati
riscattati…ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello
senza difetto né macchia” (1 Pt 1:19).
Tutto ciò che è indispensabile per la mia salvezza, il Signore l’ha provveduto
nel sacrificio di Cristo, “l’Agnello senza difetto”.

Il mondo nega questa verità della Bibbia, il vangelo è messo in dubbio


proprio da coloro che lo insegnano, molti falsi dottori insegnano che Cristo
non basta, occorre qualcosa in più per essere certi della salvezza.

Un problema nato nelle chiese della Galazia e protrattosi fino al


cattolicesimo dei giorni nostri. Paolo ha contrastato grandemente queste
teorie scrivendo alle chiese: “Voi che volete essere giustificati dalla legge,
siete separati da Cristo; siete scaduti dalla grazia” (Gal 5:4).

Il verbo greco tradotto per “scadere”, significa letteralmente: deviare, uscire


fuori, dunque Paolo sta dicendo che tutti coloro che aggiungono al
sacrificio di Cristo hanno deviato dalla grazia!

Pietro alle autorità di Israele ricorda: “In nessun altro è la salvezza; perché
non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per
mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (At 4:12).
2) Per le circostanze della vita
Il Pastore sarà sempre presente nella mia vita (Salmo 121)
▪ Il Signore è colui che ti protegge
▪ Il Signore è la tua ombra
▪ Il Signore è alla tua destra
▪ Il Signore proteggerà l’anima tua
▪ Il Signore ti proteggerà quando esci e quando entri

Dunque se metto la mia vita nelle mani del Pastore, posso stare tranquillo
dagli eventi della vita, quindi tutto quello che mi accade è permesso dal
Pastore per il mio bene.

Paolo lo conferma quando dice che: “Or sappiamo che tutte le cose
cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo
il suo disegno” (Rm 8:28).

Nel sermone della montagna, Gesù dice che esistono due tipi di pecore
▪ Quelle senza pastore che si preoccupano della loro vita
▪ Quelle che seguono il Buon Pastore e si affidano a lui
Dunque il Signore ha il controllo anche quando ci capitano situazioni
spiacevoli, se confidiamo in Lui non dobbiamo farci prendere dal panico.

Il Signore sa bene come fa cooperare al bene anche gli eventi più difficili e
dolorosi. Egli mi dona, in questo modo, un bagaglio di esperienze che sarà
certamente utile alla mia vita.

3) Per la mia meta finale


“Ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un'opera buona, la
condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù” (Fil 1:6)

Questo è il punto importante intorno al quale ruota tutto il salmo


▪ Se il Signore è il mio pastore oggi, lo sarà anche domani
▪ Il domani per me è abitare nella sua casa per lungi giorni

Egli si è acquistato il gregge, lo protegge e lo porta a casa


“Fece partire il suo popolo come un gregge e lo guidò attraverso il deserto.
Li condusse sicuri e senza timore, mentre il mare inghiottiva i loro nemici.
Li fece arrivare alla sua terra santa” (Sal 78:52-54).
▪ Il Signore è stato fedele con Israele
▪ Il Signore sarà fedele con chi gli appartiene

Questa diventa è la nostra storia, egli ci condurrà attraverso strade


inaspettate, che noi non avremmo mai intrapreso.

Conclusione
La preoccupazione è uno dei peggiori nemici della vita cristiana, dunque
Davide ci invita a ritornare ad essere una pecora e che si affida nelle mani
del suo pastore.

“Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno


date in più” (Mt 6:33).

Paolo ha imparato questa grande verità e ha dimostrato questa grande e


vittoriosa fiducia nel Signore. Dalla prigione di Roma poteva scrivere in
catene: “Ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo. So vivere
nella povertà e anche nell'abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a
essere saziato e ad aver fame; a essere nell'abbondanza e nell'indigenza. Io
posso ogni cosa in colui che mi fortifica” (Fil 4:11-13).

Il segreto della vita di Paolo si trova nel suo Signore, ma anche nella
capacità di essere soddisfatto in qualsiasi circostanza.

Egli accettò qualsiasi avvenimento come parte del cammino che il Signore
gli aveva preparato. Paolo non era un ipocrita, ma sinceramente era
contento di quello che il Signore gli dava.

Nella sua vita di missionario ha subito tante prove:


“Spesso in viaggio, in pericolo sui fiumi, in pericolo per i briganti, in
pericolo da parte dei miei connazionali, in pericolo da parte degli stranieri,
in pericolo nelle città, in pericolo nei deserti, in pericolo sul mare, in
pericolo tra falsi fratelli; in fatiche e in pene; spesse volte in veglie, nella
fame e nella sete, spesse volte nei digiuni, nel freddo e nella nudità” (2 Cor
11:26-27).
Ma il Signore lo ha sempre sostenuto fino alla sua meta finale.
Nulla mi manca
Sia chiaro che forse non avrò mai tutto, ma avrò sempre il necessario:
Potranno verificarsi situazioni difficili, ma il Pastore non dormirà.

Davide è stato fuggitivo, condannato a morte, ha subito il complotto del


figlio, ha conosciuto le privazioni: Eppure poteva dire: Nulla mi manca.

Gesù stesso ha detto: “Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio,


io ho vinto il mondo” (Gv 16:33). I problemi non mancheranno, ma nulla
mi mancherà.

“La vostra condotta non sia dominata dall'amore del denaro; siate contenti
delle cose che avete; perché Dio stesso ha detto: Io non ti lascerò e non ti
abbandonerò” (Eb 13:5).

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