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Riassunto storia 800

Capitolo 1

● Tra 700-800 periodo delle grandi rivoluzioni in cui si affermano gli Stati Uniti, che
domineranno la scena europea solo nel 900
● Gli inglesi avevano colonizzato gli stati uniti in 2 punti strategici, in Virginia e in
Massachusetts vi erano i padri pellegrini i quali collaborarono inizialmente con gli indiani;
in america arriveranno anche minoranze religiose protestanti (ugonotti, amish ecc)
● C’erano 13 colonie totali: quattro a Nord, con un clima del tipo europeo, avevano porti
(Boston: legname) e centri commerciali e coltivavano i cereali . Quattro al Centro, con
un’economia simile a quella del nord ma con squilibri sociali+latifondi. Cinque colonie del
Sud, con piantagioni e latifondi, usavano la manodopera degli schiavi neri
● Le colonie erano tutte protestanti, ma quelle del nord erano di stampo metodista e più
rigoroso, infatti praticavano un proselitismo forte e volevano ritornare ad un pratica
religiosa più forte; al centro c’erano amish e quaccheri e a sud si diffondeva la chiesa
anglicana
● Il protestantesimo americano mirava ad ottenere indipendenza dall’Inghilterra,
un’autonomia politica che doveva corrispondere a quella religiosa
● In america la popolazione aveva un buon tasso di crescita, vi erano schiavi neri (40%
abitanti meridionali), indiani riuniti in nazioni, come gli Irochesi e i Cherokee
● Le colonie erano centri culturali vivaci ma avevano ancora pochi abitanti: la città più
popolosa è Philadelphia con 40 mila abitanti, il sud è poco urbanizzato
● Le 13 colonie subivano la legislazione commerciale della gran bretagna, la quale limitava
lo sviluppo di mercati autonomi in america e “rubava” tutti i prodotti americani (olio,
pellicce, rhum, legno); le colonie erano controllate sia da funzionari inglesi, ma anche da
assemblee legislative (dualismo)
● La Gran Bretagna cominciò un prelievo fiscale per risanare le sue tasse, promulgò anche
lo Sugar act e lo Stamp act, le colonie risposero con contrabbando e boicottaggio,
affermando il principio “no taxation without representation” e diffondendo questa idea con
periodici molto seguiti
● La compagnia delle indie ottenne il monopolio del tè in america: Boston tea party
(sabotaggio di una nave con tè inglese), così gli inglesi inviarono più funzionari inglesi nel
nuovo continente
● Si tennero due congressi continentali e nell’ultimo (1775) si decretò la creazione del
Continental Army, guidato da Washington
● Nel 1776 Jefferson stese la dichiarazione di indipendenza, guidato da principi
giusnaturalisti e contemplando i diritti inalienabili,il diritto di voto era censitario
● Guerra d’indipendenza: dal 1775 al 1783, all’inizio gli americani erano in svantaggio
perché avevano pochi uomini e poca tattica, gli inglesi occuparono quindi New York.
Washington utilizzò una tattica prudente (guerriglia breve) e riuscì a sconfiggere gli inglesi
a Saratoga. A favore degli americani si schierò anche l’opinione pubblica europea e
alcuni inglese, inoltre corsero in soccorso del nuovo continente Francia e Spagna, la
prima inviò una flotta a sostegno degli americani e si arrivò alla resa delle forze inglesi nel
81
● Pace di Versailles: 1783
● La guerra di indipendenza fu anche una guerra civile: indipendentisti (maggior parte della
popolazione, come i mercanti/artigiani/proprietari del nord e del sud) vs lealisti. Vinsero gli
indipendentisti e i lealisti furono esiliati: era una guerra ideologica più che geografica (tipo
nord vs sud). Si contrapponevano le virtù repubblicane degli indipendentisti alla
corruzione della monarchia dei lealisti
● Anche gli schiavi neri e gli indiani furono coinvolti nel conflitto: gli schiavi neri si videro
promettere la libertà da entrambi gli schieramenti, ma alla fine non accettarono nessuna
proposta e fuggirono dalle piantagioni; gli indiani invece parteggiavano per i lealisti
● Le tredici colonie avevano vinto il conflitto ma non si erano date una forma istituzionale:
Convenzione continentale (con i rappresentanti delle 13 colonie) e proclamazione di una
costituzione che divideva i poteri. Il potere legislativo era detenuto da due camere (dei
rappresentanti e del Senato), che avevano compiti finanziari (compromesso tra
maggioritario e proporzionale); potere giudiziario, dato alla Corte suprema federale
(rimanevano le assemblee legislative) con giudici nominati dal Presidente della
repubblica; potere esecutivo forte: Presidente della repubblica (grandi elettori)
● Il congresso (le 2 camere) poteva destituire il presidente
● C’è chi voleva approvare la Costituzione proposta (federalisti, che erano proprietari
conservatori) e chi no (antifederalisti, piccoli proprietari o contadini), ma alla fine vinse la
tesi federalista e il primo presidente fu Washington
● Si emanarono i 10 emendamenti (tra 89 e 91) per rassicurare gli antifederalisti
● Si crearono diversi ministeri, tra cui quello del tesoro capitanato da Alexander Hamilton, il
quale riassestò le finanze e sviluppò un sistema di credito americano che girava attorno
ad una banca nazionale, favorendo i ceti sviluppati del nord
● Si creò un’ opposizione guidata da Jefferson che capitanava i repubblicani- democratici,
mentre Hamilton guidava i federalisti
● Gli americani continuavano ad espandersi verso ovest, mandavano dei loro funzionari ma
incoraggiavano i territori nuovi a darsi assemblee legislative. Un nuovo territorio diventava
stato quando raggiungeva i 60 mila abitanti, con questo sistema si creò il Vermont,
Kentucky e Tennessee

Rivoluzione Francese
● La rivoluzione francese ha le sue radici nella lunga crisi finanziaria del 700 e nelle
discordie tra monarchia e ceti privilegiati, l’unica soluzione sembrava tassare anche questi
ultimi, sovvertendo il principio dell’ineguaglianza fiscale (antico regime)
● Luigi sedicesimo affidò la risoluzione della questione agli stati generali (nobiltà, clero,terzo
stato), che però avevano un problema di rappresentanza: il terzo stato che comprendeva
la maggior parte della popolazione era poco rappresentato e il suo voto valeva quanto
quello di nobiltà e clero (assieme=2% della popolazione)
● Un gruppo eterogeneo di intellettuali si riunì nel partito nazionale, che comprendeva
anche qualche esponente del clero e della nobiltà: il partito esprimeva l’opinione pubblica
francese e chiedevano il raddoppio dei membri del terzo stato e il voto per testa
● Si diffusero i quaderni delle lamentele in cui il popolo rivendicava i suoi diritti ed
esprimeva anche il suo malessere, volevano usare il merito come forma di promozione
sociale, uomini importanti ora: politici, borghesi,finanzieri, dopo: uomini di cultura e artisti
● Il 5 maggio gli stati generali si riunirono a versailles, la maggioranza era favorevole alle
rivendicazioni del terzo stato (anche qualche nobile, come la Fyette e molti membri del
clero basso),ma non potevano far valere le proprie idee perché il voto era ancora
espresso per ordine
● Il terzo stato allora si proclamò Assemblea nazionale costituente e dato che il re aveva
chiuso la loro sala di riunione, si trovarono nel palazzo della pallacorda e giurarono di non
sciogliersi prima di aver dato una costituzione alla Francia
● A loro si unirono il clero e la nobiltà, per ordine del re
● Nel mentre la monarchia cercava di fermare questo principio rivoluzionario: licenzia il
moderato ministro delle finanze, Necker e mobilita le truppe contro il popolo, si formò così
una milizia nazionale popolare, la Guardia Nazionale
● Il popolo assalta la bastiglia per ottenere armi e libera i prigionieri politici: 14 luglio 1789. Il
popolo era la nuova forza politica
● Il re era costretto a riconoscere una nuova municipalità a Parigi e si ritrova a fronteggiare
un’altra insurrezione: le campagne fomentate dalla pura si ribellano contro il regime
feudale e distruggono archivi e castelli, così l’Assemblea dichiara abolito il feudalesimo
● Si stende la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, in cui sono contenuti principi
egualitari e giusnaturalisti, si dice che i cittadini dovevano partecipare alla creazione della
legge e che erano uguali di fronte a quest’ultima e avevano diritti inalienabili
● Il re subiva passivamente la rivoluzione e non la ratificava: una folla di pescivendole andò
al palazzo regio, assieme alla Guardia nazionale e a La Fayette, così il re firmò i decreti
antifeudali e marciarono uniti durante il trasferimento del re al palazzo delle Tuileries
(unione fittizia)
● Non si poteva arrivare ad una soluzione all’inglese (monarchia costituzionale) perché
Luigi sedicesimo non aveva nè la forza politica nè la mentalità per mettere in atto tale
progetto
● Si requisiscono i beni del clero e li si mettono all’asta per sanare il deficit di bilancio,
vengono creati i buoni del tesoro e i contadini agiati e i piccoli borghesi migliorano i loro
possedimenti, inoltre sono sciolti tutti gli ordini religiosi (tranne quelli negli ospedali/ che
istruivano)
● Cessarono le discriminazioni religiose anche verso gli ebrei
● Ci sono quattro fasi della rivoluzione: rivoluzione liberale (assemblea costituente),
rivoluzione popolare e democratica (popolo parigino protagonista, scontro con le potenze
antirivoluzionarie),rivoluzione guidata dai giacobini (dittatura giacobina, periodo del
terrore), fase dominata dal direttorio (stabilizzazione dei risultati acquisiti, fase moderata)
● La rivoluzione è rapida e per questo ai suoi fautori sembra sempre incompiuta
● Successivamente otterranno prestigio i capi militari (Napoleone)
● Le Guardie nazionali cominciavano a federarsi, il popolo si sentiva unito e si festeggia
l’anniversario della presa della Bastiglia: cerimonia è svolta da La Fayette, con forti
connotazioni religiose, il re giurava fedeltà alla nazione e ai francesi
● C’erano differenze politiche all’interno dello stesso schieramento rivoluzionario, infatti con
la libertà di stampa (art.11) si diffusero giornali moderati, controrivoluzionari,
radicali,democratici e nacquero vari Club: quello della società del 89 (moderato), quello
dei cordiglieri (ex convento,con Danton,Hebert e Marat), quello dei giacobini (con
Robespierre e Brissot, aveva una diffusione quasi capillare nella società)
● I cittadini furono divisi in attivi e passivi: gli attivi pagavano un’imposta annua e potevano
votare, i passivi non riuscivano a pagare tale imposta; si potevano eleggere solo coloro
che avevano una proprietà fondiaria e pagavano un marco di tasse (voto censitario). Si
forma così una classe politica di borghesi/notabili: rivoluzione borghese
● Luigi sedicesimo continuava a subire passivamente la rivoluzione, sosteneva il “partito” di
Maria Antonietta (controrivoluzionaria) e i nobili si stavano riorganizzando all’estero
(ribellione antirivoluzionaria)
● Ora il clero era equiparato ad un funzionario statale e veniva finanziato dallo Stato, i
vescovi e i parroci venivano eletti dallo stato e dovevano giurare fedeltà alla nazione e al
popolo: Pio sesto condanna questo provvedimento e solo 7 membri del clero su 130
prestano giuramento, così nel clero appare una frattura e la maggior parte di esso si
schiererà dalla parte controrivoluzionaria
● L’Assemblea Costituente divide la Francia in 83 dipartimenti (decentramento) e in
ciascuno di essi c’era un centro politico-amministrativo, così da permettere a tutti i
cittadini di recarvisi in giornata, inoltre vennero soppresse le corporazioni e si misero fuori
legge gli scioperi
● I poteri erano stati separati: la Camera (Assemblea legislativa) aveva il potere legislativo,
il re sceglieva i ministri e poteva porre il veto sulle leggi (veto però non definitivo),il potere
giudiziario era nelle mani dei giudici: questo regime liberale era basato su uno stretto
accordo tra legislativo ed esecutivo, che poi venne a mancare, infatti il Re fuggì e fu preso
e ricondotto a Parigi
● L’Assemblea legislativa era stata eletta a suffragio censitario e presentava moderati,
radicali e giacobini, la nuova Convenzione (ex assemblea nazionale costituente) fu eletta
a suffragio universale e presentava montagnardi (giacobini radicali e cordiglieri) e
girondini (tutti e due giacobini), al centro vi era la palude (moderati)
● I sanculotti assaltano il palazzo delle Tuileries (palazzo del re) e si scontrano con i
mercenari svizzeri, alla fine prevalgono i sanculotti e l’Assemblea legislativa arrestò il Re
● Controrivoluzione: Inghilterra, Austria e Prussia si schierano contro la Francia (al suo
interno aveva insurrezioni in Vandea e nelle regioni cattoliche), ma il popolo in armi
(francese) mostra la sua capacità a Valmy, dove viene sconfitta la Prussia,
● Si abolì la monarchia, Luigi sedicesimo venne processato e condannato a morte in
maniera unanime, si trattò anche della questione dei sanculotti e di Parigi (città dei
sanculotti), solo che i girondini volevano chiedere un parere anche al popolo, ma i
montagnardi lo negarono
● La coalizione antifrancese si allarga: Olanda, Spagna e Stati Italiani, ma la Francia
continuava con le annessioni territoriali (tipo la Savoia), nonostante lo scoppio
dell’insurrezione in Vandea
● Nel 1793 nasce un Comitato di Salute pubblica con a capo Robespierre (più nove membri
della Convenzione), nel mentre i girondini si mostravano ostili al popolo parigino insorto e
i sanculotti cominciarono a farli arrestare
● L’ideologia dei Giacobini, ora la potere con Robespierre si fondava sulle idee
democratiche illuministe e poggiava sull’aiuto dei sanculotti. I Giacobini volevano
un’economia antica, basata su mercanti e contadini con i loro mezzi di produzione e si
sentivano interpreti della volontà del popolo e per questo legittimati nel loro operato
● I Giacobini instaurarono una democrazia totalitaria (ripresa poi dalla rivoluzione
Bolscevica), usarono il tribunale rivoluzionario e il Terrore (eliminazione dei nemici), nel
mentre i girondini assieme ai monarchici guidavano una insurrezione anti-parigina,
repressa dai giacobini i quali posero fine anche a quella in Vandea
● Nel periodo del terrore morì Brissot e Maria Antonietta
● Venne instaurato un calmiere dei prezzi (maximum) per provvedere l’essenziale per le
truppe e si impose la leva di massa e poi quella obbligatoria, quindi i giovani generali
cominciarono ad acquisire posizioni di prestigio
● Robespierre varava una politica sempre meno intransigente e sul lato della guerra
europea riportava importanti vittorie (Fleurus), ma ormai il suo tempo era finito: il 9
termidoro venne messo in stato di accusa e poi il 10 termidoro venne giustiziato
● Vennero quindi liberati i girondini e smantellati i club giacobini, nel mentre i sanculotti
protestavano per i prezzi troppo alti ma vennero ammutoliti dalla Guardia nazionale
● Si passò al periodo di stabilizzazione dei successi rivoluzionari ottenuti, si firmarono paci
con Prussia e Olanda, nel mentre veniva stesa una nuova Costituzione (diritto di voto
censitario) e il potere passò ad un Direttorio
● Napoleone reprimeva le insurrezioni a Parigi, come la congiura degli eguali (con Babeuf e
Buonarroti che volevano eliminare la proprietà privata)
● Il Direttorio prese il potere (colpo di Stato), si aumentarono i controlli sulla stampa e ci si
appoggiò ai giovani capi militari
● Durante tutta la rivoluzione le masse avevano avuto un ruolo centrale (come i sanculotti, o
il popolo che aveva fatto cadere la monarchia)
● Si cominciarono a celebrare feste per la Rivoluzione e si istruì il popolo sui miti, simboli e
martiri rivoluzionari; si scolarizzano le masse e si cerca di creare una lingua nazionale, si
era distrutta sia la monarchia che la Chiesa e si instaurava un nuovo calendario
repubblicano (con scansione del tempo differente)
● Si portò avanti la scristianizzazione delle masse, ad opera degli Heberisti, ma
Robespierre aveva portato avanti il culto dell’Essere supremo per cercare di continuare a
controllare le masse (no ateismo), così si cercava di sovvertire il passato e l’antico regime
● L’opinione pubblica seguì le vicende rivoluzionarie, prima simpatizzavano per la Francia,
poi dopo la morte del Re i sostenitori diminuirono: Burke redarguisce la rivoluzione, dice
che alla base vi è una congiura di filosofi e che non aveva continuità con il passato (la
rivoluzione inglese invece sì). I governi europei cominciarono a reprimere qualsiasi
gruppo che poteva far nascere una rivoluzione come quella francese, nel mentre tali
gruppi prendevano conoscenza del loro ruolo e nei paesi limitrofi alla Francia la
rivoluzione penetrò all’interno dei confini (come in Olanda), mentre in Italia c’erano dei
sostenitori della rivoluzione animati da Buonarroti (Oneglia: Liguria)
● In Francia i futuri regimi avrebbero avuto bisogno dell’aiuto del popolo e dell’esercito per
perdurare a lungo
● Il Direttorio incoraggiava l’espansione della Francia (Reno e Alpi) e promuoveva la
costruzione delle repubbliche sorelle in Italia
● Si attacca l’Austria e si conquista Milano (Lombardia sotto Austria), a capo dell’esercito
francese vittorioso c’era Napoleone Bonaparte, il quale aveva fatto rimanere unite le sue
forze (seppur minori) e aveva diviso quelle del nemico
● Ulteriore sconfitta austriaca dopo Milano: Rivoli Veronese
● Pio sesto dovette cedere Emilia e Romagna alla Francia, la quale aveva appena chiuso il
trattato di Campoformio con l’Austria (a lei andava Venezia [repubblica millenaria
smembrata], Istria e Dalmazia, alla Francia la Lombardia, il Belgio e la riva sinistra del
Reno) e aveva costituito la repubblica Cisalpina (Bergamo e Brescia)
● Bonaparte e gli altri generali nella penisola depredarono l’Italia
● Si crearono diverse repubbliche in italia: Repubblica cispadana, Repubblica cisalpina,
Repubblica Partenopea, Repubblica Ligure, Repubblica Romana, nel mentre il Papa
venne deposto. Queste presero il nome di Repubbliche sorelle/giacobine, avevano
costituzioni repubblicane (tranne quella partenopea) e governavano i notabili/borghesi
alleati con la Francia e in linea con il pensiero del Direttorio, inoltre i francesi controllarono
gli organi legislativi
● La Francia eliminò i regimi feudali e soppresse gli ordini religiosi, vendendo i beni
ecclesiastici, però molte riforme non vennero attuate: tipo la divisione dell’immenso
latifondo romano. In questi anni la classe politica italiana si risvegliò e creò un vivace
dibattito politico, ma ebbe ben poco spazio d’azione
● Le nuove repubbliche non aspettarono a ribellarsi alla Francia, a Napoli, i contadini non
videro alcun vantaggio immediato e si riunirono nell’armata della Santa Fede capeggiata
da Fabrizio Ruffo (Borbone), facendo finire la repubblica Partenopea; Vincenzo Cuoco
descrisse questa rivoluzione passiva, poiché non aveva coinvolto le masse
● Napoleone poi diresse la spedizione in Egitto (il Direttorio non lo voleva in Francia/no
invasione Inghilterra), partendo da Tolosa con una commissione scientifica, sconfisse i
Mamelucchi (inizio egittomania) e si impose in questo stato che era la roccaforte dei
commerci inglesi in Oriente. Nelson però distrusse la flotta francese così si rifondò
l’alleanza anti francese (con Russia, Austria, Impero Ottomano e G. Bretagna), quindi
Napoleone rientrò a Parigi trionfante, mentre Sieyes era a capo del direttorio. Il 19
brumaio Napoleone attua una riforma costituzionale (prima c’era stato il colpo di stato del
18 brumaio) e creò una commissione di tre consoli: Sieyes, Ducos e Bonaparte stesso
● Nel periodo di Napoleone si stabilirono i successi ottenuti durante la rivoluzione (come la
distruzione della società per ceti o la distruzione della monarchia)
● La Rivoluzione però non aveva realizzato una equilibrio tra consenso ottenuto tra i
cittadini e rappresentanza (la classe politica era una minoranza). Il popolo francese però
era identificato sia come sovrano che come nazione: il modello politico che propone la
rivoluzione francese dà l’inizio all’età contemporanea (politicizzazione delle masse)
● La Rivoluzione esercitava anche molto fascino perché tutti gli obiettivi che ci si prefiggeva,
venivano raggiunti e attualizzati e questo giustificò anche i periodi più bui della
rivoluzione, in cui venne usato il Terrore. Dalla rivoluzione emersero sia il socialismo, che
la corrente democratica, che quella liberale e tutte le politiche successive gravitavano
attorno al rifiuto o all’accettazione della rivoluzione

Napoleone

● Napoleone rimase al potere per molto tempo perché controllava l’esercito, in cui, fin
dall’inizio della rivoluzione, si identificava il popolo in armi, sia perché conquistò il
sostegno del popolo
● Napoleone promulgò la costituzione dell’anno ottavo, che venne approvata con un
plebiscito, in cui sia affermava che Bonaparte era il Primo console, poteva proporre leggi
(discusse dal Tribunato, votate dal Corpo legislativo, approvate dal Senato) e aveva il
potere esecutivo (gli altri due consoli avevano funzione consultiva). Egli si presentava
come despota illuminato e legittimava il suo operato tramite i plebisciti
● Nella nuova amministrazione e nel nuovo governo si univa una parte di personale
rivoluzionario e una parte appartenente all’antico regime. Vennero istituiti i prefetti, che
applicavano le direttive governative nelle “province” ed erano sotto la dipendenza del
primo console (centralizzazione)
● Si riformò l’istruzione pubblica per creare un ceto dirigente capace, che si sarebbe
formato nei licei, ma vennero migliorati anche gli istituti professionali, inoltre lo stato si
occupò anche della sanità pubblica fornendo aiuto ai mendicanti
● Chi si opponeva al regime (radicali di sinistra o di destra) veniva deportato o fatto tacere,
come i radicali giacobini che finirono alle Seychelles e per consolidare il suo potere
Napoleone prevalse sugli austriaci (pace di Luneville e ricostruzione della Cisalpina) e
concluse la pace di Amiens con gli inglesi, mentre i russi si ritirarono
● Napoleone voleva ricostruire i rapporti con la Chiesa: firmò il Concordato del 1801 con Pio
settimo, così vennero scelti nuovi vescovi (decisione presa da Napoleone e il Papa), i
quali potevano nominare nuovi parroci e giurarono tutti fedeltà alla Repubblica, vennero
salariati dallo stato francese
● Attraverso un plebiscito la carica di Primo console divenne vitalizia ed ereditaria, vennero
ampliati anche i suoi poteri. Venne promulgato il codice civile che decretò la fine definitiva
del feudalesimo, il riconoscimento dei diritti inalienabili e la proprietà, si riconobbe anche il
divorzio e i diritti di primogenitura: liberalizzazione delle terre, il ceto dirigente era
composto da notabili e proprietari terrieri
● Ci furono più censure, molti intellettuali vennero espulsi dal Tribunato e Madame de Stael
fu allontana dalla Francia. Venne sventata una congiura realista (monarchica) e per dare
l’esempio, Napoleone processo illegittimamente e fucilò un nobile, che però non era
affiliato alla congiura
● Napoleone attraverso un ulteriore plebiscito si fece nominare Imperatore dei francesi,
invitò il Papa alla cerimonia, gli strappò la corona dalle mani, si auto incoronò e poi
incoronò (a Notre Dame) sua moglie Giuseppina
● Nel mentre Napoleone otteneva successi in Europa, sconfisse gli austro-russi ad
Austerlitz, decretando la fine del Sacro romano impero, costruì degli stati satelliti in
Germania, Olanda e Polonia, pose suo fratello Giuseppe sul trono di Spagna, firmò una
pace con lo zar Alessandro primo, costruì il Regno d’Italia (ex repubblica Cisalpina) e
nominò viceré suo figlio. Parte dello Stato pontificio fu annesso alla Francia e Pio settimo
fu arrestato, mentre nel regno francese di Napoli il governatore era Gioacchino Murat
(cognato di Napoleone)
● Napoleone impose un blocco continentale, così che le altre potenze non potessero
commerciare con la l’Inghilterra e nel contempo si indebolisse la flotta inglese
● Napoleone per consolidare le conquiste sposò Maria Luisa d’Austria (figlia
dell’imperatore)
● L’esercito napoleonico aveva riscosso tanti successi perché era composto da civili uniti e
desiderosi di portare lustro alla patria, mentre gli altri eserciti erano composti da
mercenari. In Francia ogni cittadino era un soldato, erano esentati dalla leva di massa
coloro che erano sposati e chi aveva buone finanze poteva pagare un sostituto. L’esercito
era democratizzato e lo si poteva usare per effettuare una scalata sociale, arrivando alle
classi dirigenti attraverso i successi militari. Dall’esercito veniva anche la metà della
nuova nobiltà, costruita da Napoleone, la quale controllava le più elevate cariche civili
(era composta da borghesi, antica nobiltà e popolo)
● La nuova gerarchia francese fu estesa in tutto il vasto impero napoleonico, ma qui non
c’erano tendenze liberali e repubblicane, perché Napoleone cercava sostegno fra i ceti
moderati e tradizionali. Gli stati vassalli adottarono il sistema centralizzato francese e
ovunque vennero aboliti gli ordini religiosi, i regimi feudali e i privilegi ecclesiastici, inoltre
vennero venduti anche i beni della chiesa, dando vita ad un grande passaggio della
proprietà terriera (dalla chiesa al popolo), acquisita da contadini agiati, nobili e borghesi
● Il governo francese raccolse informazioni sui territori sottomessi e cercarono di
propagandare la figura di Napoleone come quella di un liberatore, ma in realtà i popoli
sottomessi non lo apprezzarono mai fino in fondo, inoltre le grandi masse di cittadini
rimanevano fedeli alla Chiesa, mentre le masse urbane, venendo a conoscenza dei loro
diritti mal sopportavano i francesi e si andò a delineare una sempre più netta opposizione
al regime napoleonico (anche perché le masse avevano provato l’esperienza politica)
● Inoltre il blocco continentale era mal sopportato dai paesi vincolati alla Francia, poiché
erano tenuti a favorire le manifatture francesi e nel mentre perdevano introiti per le loro
industrie nazionali. Nemmeno per le industrie francesi il blocco fu vantaggioso (invece che
importare lo zucchero inglese, lo estrassero dalle barbabietole)
● La Spagna, aiutata dall’Inghilterra e i Borbone in Sicilia proclamarono due costituzioni
liberali (ispirate alla monarchia costituzionale inglese): quella di Cadice per la Spagna è la
più emblematica, ma entrambe avranno vita breve, anche se ispireranno quelle sorte
durante la restaurazione e i moti
● La Prussia si stava riformando: promosse riforme economiche e sociali (niente più servitù
della gleba e libera circolazione delle terre), ma la più importante fu quella fatta
nell’esercito, dato che venne promosso un rapido ricambio dei soldati, i quali erano
spesso giovani animati dal patriottismo e che formavano una buona riserva di truppe
● Le potenze sconfitte aspettavano solo l’occasione giusta per ribellarsi al dominio
napoleonico e lo trovarono nel momento in cui Napoleone attaccherà la Russia poiché
uscita dal blocco continentale
● Infatti l’esercito di Napoleone era eterogeneo, c’erano tante nazionalità e tante lingue
diverse. Quando attaccò la Russia pensò di rifornirsi nei villaggi che sarebbero stati pian
piano conquistati, ma mentre i russi indietreggiavano, facevano terra bruciata dei villaggi
e questo un fu problema per Napoleone, il quale però riuscì ad arrivare a Mosca e a
distruggerla, ma poi i russi attaccarono e fecero fuggire l’esercito francese, mentre
Napoleone non poteva trattare con lo Zar, poiché era visto come un anticristo
● Nacque una coalizione antifrancese: Gran Bretagna, Austria, Russia e Prussia e durante
la battaglia delle Nazioni (1813) la coalizione trionfò, Parigi fu occupata e Napoleone fu
relegato nell’Isola d’Elba, mentre sul trono francese tornò Luigi diciottesimo (un borbone)
● Luigi diciottesimo non riuscì a tenere il potere per molto perché i contadini avevano paura
di una possibile reintroduzione dei prelievi fiscali e le masse cittadine pensavano di
perdere i loro diritti, quindi Napoleone torna dall’esilio, Luigi 18esimo abbandona il trono
● Napoleone cerca l’appoggio dei notabili e non del popolo, pur promuovendo un plebiscito
per reintrodurre la costituzione dell’anno dodicesimo, ma le potenze europee lo
sconfissero definitivamente a Waterloo (Wellington) ed egli fu esiliato a Sant’Elena, dove
morì il 5 maggio 1821
● Dopo la sua morte nacque il mito legato all’immagine di Napoleone che perdurò fino a
Napoleone terzo. Si associa la rivoluzione francese alla sua figura perché entrambi i
periodi storici sono “incompiuti”
● Nella rivoluzione furono protagoniste le masse urbane e la loro violenza, inoltre nascono i
primi germi dei futuri partiti politici, mentre sotto Napoleone si usa l’arma del plebiscito e
viene creata la nuova nobiltà, definendo un ordine sociale ben preciso

Rivoluzione Industriale

● Nel Manifesto del partito Comunista, di Marx ed Engels, si mettono in luce le cause della
rivoluzione industriale: il fatto che l’Inghilterra avesse un gran mercato commerciale
internazionale (forte domanda e offerta) e il passaggio dalle corporazioni artigiane alle
manifatture, che portò alla creazione di nuove macchine industriali
● La rivoluzione iniziò in Inghilterra verso il 1750, poi si diffuse in Europa e si registrò un
tasso di sviluppo economico del 1.5%.Dalla rivoluzione scaturirono anche trasformazioni
sociali. Gli effetti di una rivoluzione industriale in genere si vedono durante un arco
sostanzioso di anni. L’industrializzazione sarebbe divenuta la tappa chiave per il
progresso
● I fattori che innescarono la rivoluzione proprio in Inghilterra furono i seguenti: gli inglesi
ormai erano un centro di credito/finanza internazionale, potevano approvvigionarsi delle
materie prime a basso prezzo (avevano molte colonie), avevano un gran mercato per i
loro prodotti, i borghesi inglesi avevano una mentalità aperta al rischio, la società inglese
era molto liberale, la popolazione era ben fornita di alimenti e in crescita grazie alla
privatizzazione delle terre, la rivoluzione agricola di questo periodo spostò masse ingenti
di contadini nelle città (si meccanizzava l’agricoltura) che sarebbero diventati i nuovi
operai, le strade e le vie di comunicazione (anche fluviali) vennero acquistate dai privati e
vennero migliorate così da consentire al mercato interno di svilupparsi più velocemente,
c’era una buona formazione di base, il popolo sapeva leggere e scrivere e aveva così le
capacità per innovare l’industria e per inventare nuove macchine,c’erano molte risorse
energetiche (energia idrica o prodotta dal carbone) e infine il costo di lavoro era molto
alto, quindi si era più propensi a cercare di meccanizzare le manifatture per poter ridurre i
salari ed eventualmente licenziare le braccia in eccesso
● Differenza tra innovazione e invenzione: l’invenzione è quella che viene scoperta dagli
scienziati o dagli studiosi, l’innovazione è quando una nuova scoperta viene applicata alla
produzione e la cambia in maniera irreversibile. Durante la rivoluzione industriale inglese
le scoperte scientifiche sporadiche vennero rimpiazzate con l’applicazione di innovazioni
costanti
● Nel settore tessile la rivoluzione industriale si fece sentire subito: infatti il passaggio della
filatura venne meccanizzato grazie alla macchina per filare azionata a mano o alla
macchina per filare idraulica o ancora grazie al filatoio Mule, mentre la tessitura rimaneva
manuale, anche se nacquero i primi telai meccanici
● L’energia per muovere le varie macchine era quella idrica (stabilimenti tessili vicino a corsi
d’acqua e mulini), poi venne usato il carbone per alimentare la scoperta del secolo: la
macchina a vapore. Il carbone, bruciando, scaldava l’acqua che si trasformava in vapore
e muoveva le macchine: ovviamente la forza del vapore era regolabile e sostituiva quella
umana e animale
● L’inghilterra cominciò a diventare un paese produttore e soprattutto esportatore di cotone,
infatti le importazioni di cotone salirono in maniera esponenziale si cominciò a venderlo in
tutte le colonie inglesi (grande mercato e ampia domanda), era infatti un ottimo sostituto
della canapa e del lino e si adattava a qualsiasi clima. L’Inghilterra diventava la più
grande produttrice di cotone, superando il Bengala indiano, grazie alla meccanizzazione
● Il costo del lavoro andava diminuendo a causa dell’introduzione delle macchine: non
servivano grandi conoscenze per svolgere il nuovo lavoro in fabbrica e quindi vennero
sfruttati anche donne e bambini
● Il settore siderurgico (ferro) si sviluppò: prima non si riuscivano a raggiungere alte
temperature negli altiforni perché il carbone di legno non bruciava bene e la ghisa
prodotta era di scarsa qualità (a volte si importava il ferro svedese per ottenere ghisa
migliore ma era costoso). Con la macchina a vapore per il puddellaggio si riuscirono a
raggiungere alte temperature e a produrre ghisa di qualità anche a partire dal coke
( materiale inglese)
● Il ferro diventò il simbolo del progresso, si usò nell’edilizia e nella costruzione di ponti e
del Crystal Palace
● Prima l’attività produttiva era svolta nelle botteghe e consegnata a domicilio, con la
rivoluzione industriale nascono le prime fabbriche, prima vicino ai corsi d’acqua e poi nei
centri urbani. I lavoratori diventarono operai (in gran parte) e abbandonarono i loro lavori
secondari in campagna, inoltre il nuovo lavoro era semplice e ripetitivo, quindi si usavano
anche donne e bambini e i turni di lavoro crebbero, mentre le abitazioni dei nuovi operai
versavano in condizioni igieniche preoccupanti ed erano sovraffollate
● L’attività di fabbrica si concentrò soprattutto nei centri urbani e quindi il paesaggio venne
modificato a causa della costruzione intensiva di nuove abitazioni per gli operai
● Gli operai divennero una classe omogenea, per quanto riguarda lo stile di vita e i consumi
e ci furono le prime insurrezioni contro la rivoluzione industriale, quelle fatte dai luddisti, i
quali volevano fermare la meccanizzazione delle fabbriche e lo facevano distruggendo le
macchine (forma di protesta non completamente nuova), le responsabili del licenziamento
degli operai e del basso salario. I luddisti si ispirarono a Ned Ludd, colui che distrusse per
primo un telaio meccanico.Tale protesta si concluse con un inasprimento del codice
penale inglese che stabiliva la pena di morte per i luddisti
● La rivoluzione industriale arrivò in Europa/Stati Uniti nel 1830. Qui l’economia era
arretrata e si basava su un’agricoltura vecchia, che non conosceva le trebbiatrici, nè le
mietitrici, nè il concime chimico, ma si basava sulla combinazione di agricoltura e
allevamento e su un rafforzamento della rete idrica
● Inoltre l’Europa conobbe due carestie (1816-1817 e 1846-1847), l’ultima nacque a causa
di una malattia della patata che si diffuse in Irlanda e fece morire un milione di irlandesi
● Quando l’Europa e l’America cominciarono ad entrare nell’ottica industriale/capitalista si
costruirono le prime navi a vapore e le prime locomotive che miglioravano i trasporti e
consentivano di trasportare il carbone verso le industrie molto più agevolmente
● Si costruirono quindi ferrovie fisse in ghisa, su cui poter far circolare le locomotive, che poi
permisero anche lo spostamento della popolazione
● Le ferrovie conobbero subito un grande sviluppo in Inghilterra, mentre in Europa/Stati uniti
approdarono solo nel 1840. La costruzione delle ferrovie sconvolgeva il paesaggio rurale
ma divenne simbolo di progresso
● In Europa la rivoluzione attecchì solo in quei luoghi che avevano già una predisposizione
naturale, cioè avevano un sottosuolo ricco, una grande disponibilità energia idrica, buoni
corsi d’acqua navigabili e una borghesia imprenditoriale. Tali regioni erano la Slesia, la
Sassonia, la Renania, l’Alsazia, la Boemia e il Belgio
● Il Belgio fu la nazione europea che più si avvicinò allo sviluppo della Gran Bretagna, con
la quale aveva frequenti contatti, mentre in Francia le macchine a vapore aumentarono,
ma non erano equiparabili alla potenza inglese, inoltre qui era ancora diffusa la piccola
proprietà terriera che legava i capitali alla terra e anche la forza lavoro
● In Germania si tentò la rivoluzione, si aumentarono le macchine a vapore, ci fu un’unione
doganale e una rete ferroviaria abbastanza estesa, oltre che una buona istruzione di base
ma c’erano forti ritardi nei settori tessili e siderurgici
● In Boemia c’era una buona istruzione e una buona amministrazione oltre che un’efficiente
rete stradale e quindi anche qui la rivoluzione attecchì
● Altri centri all’avanguardia furono Barcellona, l’Italia Settentrionale e San Pietroburgo,
mentre tutto il resto d’Europa mancò la rivoluzione

Socialismo

● Con l’industrializzazione si diffusero anche le idee pre-socialiste le quali volevano minare


le basi del capitalismo (individualismo e concorrenza) e sostituirle con uguaglianza e
solidarietà. Il pensiero socialista si era già sviluppato nella Francia rivoluzionaria pre
industriale ed era confluito nelle società segrete, il socialismo odierno invece si interfaccia
con l’industrializzazione
● Antesignani del socialismo (Inglesi): Owen e Saint-Simon. Owen era un illuminista e
mette in pratica le sue idee nella suo stabilimento, poi cerca di promuovere l’unificazione
degli operai a livello nazione con le Trade Unions (società di aiuto fra gli operai). Saint
Simon era un aristocratico e credeva che la società futura sarebbe stata basata su un
governo di tecnici e con produttori (operai e industriali), alcuni interpretarono le sue idee
in maniera capitalista e diventarono bancari o affaristi, altri le interpretarono in senso
socialista, come i futuri mazziniani italiani
● Socialisti francesi (utopisti): Fourier e Blanqui e Blanc. Fourier voleva risolvere il problema
della felicità individuale con una nuova concezione di lavoro, infatti voleva creare i
falansteri, comunità autosufficienti in cui il lavoro era suddiviso. Blanqui studiava come
abbattere il nuovo sistema borghese, affidando il potere al popolo (dittatura del
proletariato) con un’insurrezione. Blanc è il capostipite dei socialisti riformisti (intervento
dello stato) e voleva dare lavoro agli operai attraverso le officine sociali
● Proudhon aveva scritto che la proprietà privata era un furto e auspicava la creazione di
una comunità/cooperativa fra operai su uno sfondo anarchico (influenzò Pisacane)
● Socialisti in Germania: qui non c’era ancora un proletariato, ma le idee socialiste tedesche
andarono ad influenzare gli operai tedeschi in Gran Bretagna o in Francia. I due più
grandi teorici furono Marx (aveva studiato filosofia) ed Engels (aveva studiato in
Inghilterra Smith e Ricardo) che stesero il manifesto del partito comunista nel 1848. Il loro
era un socialismo scientifico con una concezione della storia materialista (lotta fra classi)
ed affermava che la classe borghese al dominio, fautrice del capitalismo, sarebbe caduta
a causa dei proletari
● Era infatti la struttura intrinseca del capitalismo che avrebbe portato alla sua disfatta, poi
sarebbe giunta una dittatura del proletariato e poi si arriverà ad una società comunista
senza privilegi e senza proprietà terriera, in cui tutti lavoreranno in base alla loro
vocazione. I proletari di tutto il mondo si dovevano unire per raggiungere tale risultato
● Le proposte tedesche non trovarono riscontro subito, ma avevano aiutato gli operai a
prendere conoscenza della loro condizione
● Ora al concetto di ceto subentrava quello di classe e le due protagoniste della storia
erano la classe borghese (proprietaria dei mezzi) e la classe proletaria. Questo contrasto
era particolarmente evidente in Gran Bretagna in cui si stavano creando centri industriali
importanti con milioni di abitanti, tra cui gli operai che vivevano in baracche fatiscenti, ma
nonostante le pessime condizioni di vita, continuavano a fare gli operai perché erano
pagati di più degli agricoltori
● Le classi dirigenti inglesi, vedendo queste enormi masse di lavoratori degradate
cercarono di aiutarle (senso paternalistico), nel mentre gli operai si riunivano fra di loro e
dopo il luddismo presero a protestare pacificamente con scioperi e comizi, ma il codice
penale inglese vietava sia ai lavoratori di riunirsi in associazioni sia di scioperare. Nel
1824 qualcosa cambiò e la legge venne abrogata, nacquero così le Trade Unions
(associazioni di operai)
● Nel mentre l’Europa continentale aveva ancora un basso numero di proletari per dar vita
ad associazioni operaie. Poi però il numero aumentò e si ammassarono nelle città
maggiori: nacquero così problemi di alcolismo e prostituzione e nel mentre le classi alte
vedevano gli operai come “classe pericolosa”, altri (soprattutto intellettuali) li vedevano
come “classe vittima”

Restaurazione

● Dopo Napoleone si voleva ricostruire il vecchio ordine sociale, politico e geografico,


riportare al trono i sovrani spodestati e gli antichi modi di governare, ma i risultati ottenuti
dopo la rivoluzione francese (uguaglianza giuridica) non potevano più essere messi in
discussione, anche perché la borghesia aveva preso consapevolezza del suo peso e non
voleva più essere messa in una posizione di inferiorità
● Congresso di Vienna (1814-1815): le 4 potenze vincitrici, ovvero Austria, Prussia, Russia
e Gran Bretagna ridisegnano la cartina Europea. Per l’Austria c’è Metternich, perno del
Congresso. Si presenta anche Talleyrand, ministro degli esteri francesi che ottiene che la
Francia non subisca amputazioni (altrimenti il popolo avrebbe potuto insorgere di nuovo)
e che il trono francese tornasse ai Borbone
● Il nuovo assetto territoriale non tenne conto del principio di nazionalità: venne abolito il
Sacro Romano impero, la Russia ottenne la Finlandia, la Prussia si espanse ad ovest, gli
Stati tedeschi furono unificati (con a capo l’imperatore austriaco), nacquero i Paesi Bassi
(Olanda, Belgio e Lussemburgo). L’impero asburgico, con Metternich, cercò di garantire
l’equilibrio fra le potenze e si riprese la sovranità sul Lombardo-Veneto, nel mentre
instaurò rapporti con il Re delle Due Sicilie (ex regno di Napoli), mentre i Savoia
rimanevano autonomi e acquisivano la Liguria
● Si formarono due alleanze per mantenere l’ordine stabilito dalla Restaurazione: la Santa
Alleanza fondata su principi cattolici che, fondata dallo zar Alessandro I, univa Russia,
Austria, Prussia e Francia, l’Inghilterra non entrò perché non proponeva obiettivi concreti.
La seconda alleanza fu creata dall’Inghilterra e coinvolse Russia, Austria e Prussia, le
quali dovevano risolvere i contrasti pacificamente e sorvegliare la situazione
internazionale: si viene a creare il concerto europeo
● In Gran Bretagna regnò, in questi anni, il conservatorismo e i Tory, i quali misero un forte
dazio sulle importazioni, così da proteggere i grandi proprietari terrieri aristocratici, però
così i prezzi dei prodotti aumentavano, aumentava il costo della vita e le esportazioni
(settore trainante dell’economia) diminuivano: gli operai protestarono e furono massacrati
a Peterloo
● In Spagna Ferdinando VII abrogò la costituzione di cadice e represse il dissenso;
nacquero dei Parlamenti deboli in Svizzera, Paesi Bassi e Confederazione germanica
● In Francia Luigi XVIII concesse una Carta con cui si mantenevano i diritti fondamentali e
veniva istituito un Parlamento con 2 camere, una a nomina regia (Camera dei pari) e una
elettiva (Camera dei deputati): monarchia costituzionale, però la Camera dei deputati
aveva poco spazio d’azione, inoltre il diritto di voto era dato sono a chi aveva più di 30
anni e in base al reddito. Fu mantenuto il sistema amministrativo, il sistema scolastico e il
Codice Civile napoleonico; gli aristocratici speravano in un regime più ferreo
● Il Re Vittorio Emanuele I abrogò la legislazione napoleonica e riportò in vigore la
discriminazione religiosa, epurò l’amministrazione; lo stato della Chiesa, guidato dai
conservatori, portò avanti una dura restaurazione; il Regno di Napoli ottenne la Sicilia e
nacque il regno delle 2 Sicilie (scontentò nobili siciliani) attuando la legislazione
antifeudale (no liberalizzazione economica); nei ducati/regni del nord ci fu molto
autoritarismo, infatti Ferdinando II di Toscana si comportò da despota illuminato e si creò
la rivista Antologia (espressione degli intellettuali); nel Lombardo Veneto l’Austria
imponeva forti tariffe e dazi, ma era comunque la regione più produttiva d’Italia e qui
nacque la rivista “Il Conciliatore” a carattere patriottico che poi venne censurata
● La borghesia cresceva comunque, ma le aristocrazie tornavano ai loro vecchi ruoli, nel
mentre i borghesi acquistavano terre: commistione borghesi-aristocratici
● Ovunque caddero i privilegi e i vincoli feudali, tranne che in Russia (servitù della gleba) e
in alcuni stati dell’Europa Orientale, mentre nei Paesi che avevano subito il dominio
Napoleonico la de-feudalizzazione fu irreversibile, la terra però andò nelle mani dei
borghesi o dei contadini agiati, non aiutando invece i proletari o i contadini poveri. In
Spagna e in Italia ci fu un rapido smantellamento dei privilegi feudali, ma continuava a
regnare il latifondismo
● L’ammodernamento politico di questi anni non sarebbe mai arrivato alle campagne: le
rivoluzioni cominciavano in città
● MOTI DEL 1820: Chi lottava contro la restaurazione erano democratici o liberali che si
riunivano in sette segrete, nate nel 700 e si ispiravano alla Massoneria, ad esempio
nacque la Carboneria che prendeva i suoi riti e i suoi simboli dai carbonari (la massoneria
dai muratori). Le società segrete erano tutte gerarchizzate, non presentavano tutto il loro
programma politico ai nuovi iniziati e poggiavano su una base ristretta che molto spesso
non coinvolgeva il grosso del popolo, ma avevano militari che effettivamente potevano
minare l’ordine costituito
● Nel 1820 in Spagna partì la prima insurrezione: un reparto dell’esercito di Cadice si
ammutinò perché non voleva andare a sedare la rivoluzione in america latina, seguirono il
suo esempio altri reparti e chiesero di riportare in vigore la costituzione di Cadice, si
aprirono anche le elezioni per i membri delle Cortes (camere elettive), ma il moto non si
propagò nelle campagne (sotto il dominio della Chiesa)
● L’Austria aiutava i Borbone a riprendere il potere, la Francia aiutava Ferdinando VII a
riportare sotto il suo dominio le fazioni degli insorti. Tutte le forze liberali furono sconfitte
● In Grecia scoppiò un moto, l’unico che sarebbe stato duraturo: qui l’Impero Ottomano si
stava indebolendo e Francia e Russia volevano approfittarne per espandersi nei Balcani,
dato che qui il dominio era particolarmente debole (pluralità religiosa), vi abitavano
latifondisti turchi, poverissimi contadini e mercanti cristiani. I Serbi conquistarono
l’autonomia e poi insorsero i greci, soprattutto i borghesi/commercianti di Salonicco e
Smirne, riuniti nella setta “Eteria” che riuscì a trainare anche il popolo, ma i turchi ottomani
li repressero nel sangue
● L’opinione pubblica europea era favorevole agli insorti greci e arrivarono soccorsi da tutta
Europa (Byron e Santorre di Santarosa), partecipò a sostegno della grecia la Russia
cattolica per difendere i cristiani insorti. Gli europei e i greci trionfarono ad Adrianopoli
dove si firmò la pace, la Grecia divenne indipendente e si instaurò una monarchia
controllata da un principe della Baviera. L’impero Ottomano cadde in una lunga crisi
● MOTI DEL 1830-1831: In Francia Carlo X stava limitando le libertà concesse dalla Carta
di Luigi XVIII, i democratici e i repubblicani però formavano la maggioranza
dell’opposizione nella Camera dei deputati, quindi Carlo X sciolse il Parlamento e decretò
nuove elezioni, nel frattempo colonizzò l’Algeria per cercare di distogliere l’opinione
pubblica francese dalla caduta della legislatura, ma durante le nuove elezioni si affermò di
nuovo una forte opposizione democratica. Arrivò il colpo di Stato, Carlo X limitò la
Stampa, sciolse la Camera, modificò la legge elettorale, il popolo però insorse durante le
tre Gloriose giornate di Luglio e affidò il trono a Luigi Filippo d’Orlean, sovrano illuminato
che venne eletto re dei francesi per volontà del popolo, nacque una nuova costituzione
che affidava il controllo dell’esecutivo (Re) al Parlamento e allargava il diritto di voto in
maniera limitata
● Anche il Belgio insorse (faceva parte dei Paesi Bassi), l’Olanda chiese l’aiuto di Francia e
Inghilterra ma rifiutarono e riconobbero l’Indipendenza del Belgio
● Il regime orleanista (Monarchia di Luglio) poggiava su una base ristretta: ricchi borghesi e
aristocratici illuminati, gli unici che avevano diritto di voto e quindi erano presenti in
Parlamento (Camera dei deputati). L’opposizione era costituita da repubblicani e
democratici e socialisti (che rappresentavano il popolo) ed erano un pericolo per la
monarchia, quindi il governo francese guidato da Guizot limitò la libertà di stampa e di
associazione, favorì la borghesia degli affari e la classe dirigente
● In Gran Bretagna i Tory guidati da Peel erano al governo e promossero riforme (governo
alternato Whig e Tory), nel 1824 nacquero le Trade Unions, ma il principale problema
rimaneva il voto e le circoscrizioni elettorali (borghi putridi: potevano eleggere un
candidato con poche decine di voti), così i whig allargavano il corpo elettorale e
ridisegnavano le circoscrizioni, soprattutto urbane, si fissavano i tempi massimi di lavoro
(12 ore) e si proponeva la legge sui poveri
● Si diffuse il movimento cartista che proponeva il suffragio universale maschile, segretezza
del voto e riforma dei collegi elettorali, ma nessun provvedimento fu’ portato a termine
perché proposti da intellettuali radicali (leader delle unions), non supportati dal governo
● I whigs discussero il dazio sul grano, infatti questo regime protezionista sfavoriva le classi
popolari (prezzi dei cereali alti) e favoriva i latifondisti, ma dato che la nuova economia si
basava sull’industria abolire il protezionismo avrebbe aiutato nell’ampliare i commerci.
Manchester fu’ la capitale che insorse per prima e Cobden (industriale cotoniero) fu’ il
leader della anti-corn law league, convinse Peel ad abolire il dazio nel 1846
● In Austria e Russia c’era immobilismo politico: in Russia c’era ancora la servitù della
gleba, così come in Prussia e in Austria, ma in Russia c’erano rivolte contadine mentre in
Austria il problema erano le varie nazionalità
● Gli stati della confederazione germanica, forti del nazionalismo, proposero un’unione
doganale così che iniziasse l’unione politica degli stati tedeschi e la loro economia si
potesse sviluppare
● MOTI DEL 1848-49: I moti del 1848 interessarono una vasta area geografica e si
diffusero rapidamente, sia perché l’europa attraversava una carestia (carestia irlandese)
sia perché i democratici e gli intellettuali, sfruttando il malcontento popolare, cercarono di
smuovere il popolo. Le rivendicazioni erano le stesse e anche la dinamica dei moti
(libertà, giornate rivoluzionarie). Nel 1848 esce anche il manifesto del partito comunista, e
i moti partirono molto spesso dalla classe operaia/popolare guidata dai democratici
● Tutti i moti fallirono perché non vi era compattezza ideologica (democratici e radicali divisi
da liberali e moderati), infatti i moderati si unirono alla classe conservatrice per paura che
le masse si unissero in una rivoluzione socialista, infatti in Francia il moto sfociò in un
regime autoritario, ma questi moti ampliarono la partecipazione del popolo al potere
politico
● In Francia i progressisti e democratici volevano il suffragio universale, ma essendo
minoritari nel parlamento cercarono di riunirsi in segreto (politica di Guizot che vietava le
associazioni), attraverso le campagne dei banchetti, ma uno di questi venne proibito e
così operai e studenti si ribellarono, la guardia nazionale doveva fermarli ma si unì agli
insorti, Luigi Filippo abbandona Parigi e nasce la II Repubblica, si doveva eleggere
un’assemblea costituente a suffragio universale, ma nel governo vi erano già due
rappresentanti dei socialisti. Il nuovo governo fissò 11 ore per la giornata lavorativa,
garantiva il diritto al lavoro costruendo officine nazionali, che impiegavano gli operai
disoccupati nei lavori pubblici, ma le officine pesavano sulle finanze statali, in più i
moderati erano liberisti (lo Stato non doveva entrare nell’economia). Nell’assemblea
costituente vennero eletti moderati, quindi vennero chiuse le officine, ma gli operai si
ribellarono mettendo su barricate assiema al popolo, l’esercito li represse in maniera
sanguinosa. Si era approvata una nuova Costituzione con un Presidente della Repubblica
e una assemblea legislativa, i conservatori presentarono Luigi Napoleone Bonaparte
come candidato alla presidenza, i repubblicani non trovarono un candidato, quindi vinse
Bonaparte, così la Repubblica perdeva potere dato che il suo elettorato (Bonaparte)
poggiava sui conservatori e sui clericali oltre che sulla Francia rurale, egli con un colpo di
stato sciolse la camera e ratificò il suo operato con un plebiscito, con un nuovo plebiscito
abolì la Seconda Repubblica e restaurò l’Impero, proclamandosi Napoleone III
● Dopo Parigi l’insurrezione si sposò a Vienna, dove studenti e lavoratori mentre
manifestarono vennero repressi dall’esercito, dopo questo avvenimento, Metternich si
rifugiò all’estero e iniziarono i tumulti nell’Impero Asburgico: si ribellò Budapest, Venezia,
Milano, Berlino e Praga, così gli asburgo concessero il Reichstag (Parlamento
dell’Impero)
● In Ungheria si instaurò un governo provvisorio autonomo da Vienna, si sancì la fine dei
rapporti feudali, fu eletto un parlamento a suffragio universale ed un esercito nazionale
● A Praga si formò un governo provvisorio ma che manteneva i legami con gli Asburgo,
però qui, a causa di un tumulto popolare, intervenne l’esercito asburgico, Praga fu
bombardata e sottomessa, la fedeltà dell’esercito non era stata messa in discussione
● Il Reichstag era paralizzato a causa delle diverse nazionalità, l’unica decisione fu quella di
abolire la servitù della gleba, nel mentre l’Imperatore rientrava a Vienna, la quale fu
ripresa dopo 3 giorni di combattimento. Ferdinando I abdicava in favore di Francesco
Giuseppe, il quale sciolse il Reichstag
● A Berlino ci furono manifestazioni popolari e Federico Guglielmo IV si vide costretto a
convocare un parlamento, si richiedeva anche una assemblea costituente a Francoforte,
la quale però non aveva potere a causa della frammentazione dei vari stati, si guardò
allora alla Prussia la quale vedeva rientrare i democratici in favore dei conservatori, infatti
Federico Guglielmo sciolse il parlamento e nel mentre nell’assemblea di Francoforte
imperava il dibattito fra grandi tedeschi (stati germanici+Prussia+Austria) e piccoli
tedeschi (stati germanici+Prussia), prevalsero i piccoli tedeschi, ma Federico Guglielmo
rifiutò la corona imperiale e pose fine alla costituente di Francoforte
● Nel mentre l’Impero Asburgico sedava le ribellioni piemontesi in Italia, la Francia riportava
all’ordine la Repubblica Romana e le truppe imperiali reprimevano i moti veneti e
ungheresi, chiedendo l’aiuto della Russia

Rivoluzioni latino-americane e Stati Uniti

● Nel 1790 si ribellò la colonia francese di Santo Domingo (in Francia c’era la rivoluzione),
la guida della colonia fu assunta da Louverture, un ex schiavo, si combatté per abolire la
schiavitù e per ottenere l’indipendenza. La colonia di Santo Domingo vinse e prese il
nome di Haiti
● Il fermento rivoluzionario si estese anche in america latina, dominata da spagnoli e
portoghesi, la popolazione locale voleva rendersi indipendente e magari federarsi in una
formazione simile agli Stati Uniti, nel mentre questi ultimi si rafforzavano e diventavano i
principali interlocutori europei
● L’America latina era importante per gli europei perché forniva metalli preziosi, zucchero di
canna, cacao e caffé (abitudini europee), regnava il latifondo lavorato dalla manodopera
indigena, in Brasile (nelle piantagioni) vi lavoravano schiavi neri
● In tutta l’America latina c’era stratificazione sociale, al vertice c’erano i creoli, poi indios
che facevano i servi o i salariati, poi i neri che lavoravano come schiavi, infine i meticci
che commerciavano o faceva artigianato
● La lotta per l’indipendenza fu intrapresa dai creoli, che erano venuti a contatto con gli
ideali illuministi attraverso le società segrete e quando Napoleone invase la Spagna si
mossero, i francesi da lì a poco avrebbero cacciato i borbone dalla Spagna, e le
assemblee delle città latine-americane si unirono e la giunta di Caracas proclamò
l’indipendenza del Venezuela
● L’indipendenza fu sostenuta dalla Gran Bretagna, che voleva ottenere vantaggi economici
● I centri di lotta furono 2: a Nord i paesi furono guidati da Simon Bolivar, a Sud da San
Martin (spagnolo passato dalla parte dei ribelli), gli argentini ottennero l’indipendenza
come la Colombia e il Cile, anche perché gli eserciti spagnoli non arrivavano più a
combattere, a causa del movimento rivoluzionario di Cadice, nel mentre Gran Bretagna
dava sostegno economico agli insorti
● Mancava da liberare solo il Perù, roccaforte dei lealisti alla Spagna, ma con un attacco
combinato di Bolivar e San Martin venne liberato, così solo la Guyana e i Caraibi erano in
mano agli europei, infatti il Messico e il Brasile erano diventati due Imperi, si creata una
federazione fra le province centrali, ma il progetto di riunirsi in un’unica grande
federazione (come gli Stati Uniti) fallì
● Ci furono scarsi miglioramenti nella condizione della popolazione indigena, però le
discriminazioni razziali si attenuarono, la schiavitù venne abolita (almeno formalmente,
tranne che in Brasile), ci fu un ricambio della classe dirigente, i rapporti sociali
rimanevano arretrati e perciò nascevano conflitti interni, in cui si affermavano i capi militari
detti Caudillos
● All’inizio gli Stati Uniti contavano 5 milioni di abitanti, contadini e 700 mila schiavi neri, che
lavoravano al Sud nelle piantagioni di riso, tabacco e cotone, nel Nord invece c’erano
centri commerciali e infrastrutture migliori (le comunicazioni avvenivano comunque via
fiume), poi gli abitanti aumentarono a 23 milioni, i 13 stati iniziali diventarono 31,
l’agricoltura migliorò ad Ovest, l’industria crebbe a Nord, si ampliarono strade e ferrovie
● La frontiera aveva carattere mobile e questo influenzò la mentalità democratica
americana, infatti in questa società la borghesia non aveva dovuto superare privilegi
feudali (non c’era stata l’epoca feudale) e si era potuta dispiegare liberamente
● La lotta partitica si giocava fra 2 schieramenti, federalisti e repubblicani (tutti e due
democratici), però i federalisti sparirono e i repubblicani si spaccarono in due:
repubblicani nazionali, simili ai federalisti, e repubblicani democratici, che volevano
democratizzare la vita politica (contro gli industriali e i bancari), con loro fu ampliato il
diritto di voto
● Gli Stati Uniti si espandevano secondo due linee direttrici: Sud e Ovest; ad Ovest non
c’erano stati sovrani con cui combattere per espandersi, ma solo i pellerossa o indiani
d’America, quindi arrivarono avventurieri e poi agricoltori, infatti il governo centrale
incoraggiava questa espansione, infatti i nuovi territori diventavano Stati quando avevano
60 mila abitanti, nel mentre i coloni combattevano con gli indiani, che erano nomadi e
cacciavano, altri invece come i Cherokee praticavano l’agricoltura, infatti gli indiani erano
considerati un pericolo per la sicurezza americana, invece i coloni erano mal sopportati
dai nativi perché rubavano loro terre e selvaggina
● Gli Indiani vennero confinati nel Mississippi, ma poi questa frontiera venne ulteriormente
superata, e le tribù indiane duramente sterminate
● Gli Stati Uniti comprarono la Louisiana dalla Francia (sotto Napoleone) per 15 milioni di
dollari, poi ottennero la Florida dalla Spagna (sommossa di Cadice)
● Gli Stati Uniti dichiararono guerra alla Gran Bretagna, impegnata contro Napoleone, per
prendersi il Canada, ma vennero sconfitti ottenendo però una pace conveniente. James
Monroe proclamò la dottrina Monroe, l’America non doveva più essere considerata terra
di conquista per gli europei, se gli europei fossero venuti in America sarebbe stato da
considerarsi un atto ostile. Così gli Stati Uniti divennero la potenza egemone fra tutti i
nuovi stati instabili e frammentari
● Molti statunitensi emigravano nel Texas, che però apparteneva al Messico, quindi il Texas
fu oggetto di contesa fra le due potenze, la guerra fu vinta dagli Stati Uniti, i quali poi
ottennero anche la California nella quale si scoprirono giacimenti auriferi (corsa all’oro)

Risorgimento

● L’unificazione dell’Italia venne definita risorgimento, sottolineando il riscatto dalla


condizione di servitù in cui si trovava (impero asburgico)
● L’Italia però a differenza di Ungheria e Polonia non era mai stata unita politicamente
(solo ai tempi dell’Impero romano), dipendeva dall’Impero asburgico e nonostante ciò
aveva comunque sviluppato il proprio patrimonio artistico e culturale, infatti esisteva una
comunità italiana unita da lingua, cultura, religione almeno dall’epoca dei comuni, tale
comunità italiana era stata esaltata da Petrarca e Machiavelli, anche gli illuministi
aspiravano ad una rinascita dell’Italia, ma non ci era stata una rivendicazione politica
(solo vagheggiamento morale)
● All’epoca delle repubbliche giacobine alcuni italiani abbracciavano idee rivoluzionarie sia
per quanto riguardava l’Italia sia per le relazioni fra le varie nazioni, ma dovevano
subordinare queste idee alle sorti della Francia
● Durante la restaurazione il potere austriaco si consolidò, così per i fautori di una Italia
unita la loro lotta si poteva identificare con la cacciata degli asburgo, però nei primi moti
del ‘20 e del ‘30 la questione nazionale (Italia unita) fu praticamente assente, solo con i
moti mazziniani si pensava ad una Italia unita ed indipendente
● MOTI DEL ‘20 IN ITALIA: Nel regno delle due sicilie, imitando l’insurrezione spagnola,
scoppiò una rivolta a Nola, parteciparono ufficiali ed ex-murattiani, ma il Re Ferdinando I
fu contrario al moto nonostante concesse una costituzione, inoltre gli insorti non erano
uniti, dato che c’era divisione tra democratici e moderati. Anche a Palermo scoppiò un
moto a cui parteciparono operai, artigiani e aristocrazia liberale, poiché Palermo non era
più la capitale del regno delle due sicilie, ma tale sommossa palermitana fu fermata
subito
● Nel frattempo anche in Lombardia scoppiarono dei moti, si voleva una costituzione e la
cacciata degli asburgo ed un regno indipendente dell’Italia Settentrionale, ma gli
organizzatori carbonari vennero scoperti ed arrestati
● In Piemonte si esitò a causa dei contrasti fra democratici e moderati, poi però l’esercito
si ammutinò e Vittorio Emanuele I dovette abdicare in favore di Carlo Felice, che lontano
dal regno affidò la reggenza a Carlo Alberto. Egli aveva simpatie per i liberali, concesse
una costituzione, ma quando Carlo Felice lo venne a sapere si alleò con i lealisti al Re e
chiamando gli austriaci sconfissero i rivoluzionari capeggiati da Santarosa
● Metternich inviò contingenti austriaci a sedare la rivolta di Nola, restaurò così il potere di
Ferdinando I. Tutti i moti del ‘20 si conclusero con un insuccesso
● MOTI DEL ‘30 IN ITALIA: Questa volta Francesco IV (duca di Modena) avendo la
speranza di creare un regno nell’Italia centro-settentrionale contattò le società segrete e
Ciro Menotti, il quale progettava un moto che partendo da Modena si sarebbe allargato
dallo stato pontificio alla Toscana, per poi finire con una monarchia costituzionale.
Francesco IV spaventato da un possibile intervento austriaco denunciò Menotti, ma
ormai la rivoluzione si era estesa nelle legazioni pontificie, a Bologna, Parma e Modena
● In questi moti si mossero i borghesi e non i militari e una parte del popolo che mal
sopportava il governo pontificio, ma c’erano troppe divisione municipali e contrasti tra
democratici e moderati, la Francia non aiutò gli insorti. Gli austriaci sconfissero gli insorti
e stabilirono l’ordine, molti patrioti italiani emigrarono all’estero (come dopo i moti del
‘20) e Menotti fu impiccato
● Fra gli anni ‘20 e ‘40 l’Italia era molto arretrata, il settore agricolo aveva tecniche
tradizionali, solo nella Lombardia e nel Piemonte c’erano stati progressi consistenti,
l’industria non sviluppata, rimaneva la manifattura e il lavoro a domicilio. C’erano poche
strade e praticamente nessuna ferrovia, però negli anni ‘40 si avviò la costruzione di
molte linee ferroviarie, ci furono progressi nel sistema bancario e un incremento negli
scambi commerciali, tutte queste migliorie fecero capire all’opinione pubblica che
l’economia italiana era molti indietro rispetto all’europa e che non aveva ancora un
mercato interno, perciò si propose un’unione doganale italiana
● I moti avevano sempre portato ad un fallimento perché non avevano coinvolto il popolo,
si erano appoggiati a sovrani inaffidabili e non avevano reso il loro programma politico
palese al pubblico. Già molti emigrati italiani e patriottici avevano vagheggiato una Italia
unita ottenuta con una lotta di popolo, questo ideale fu incarnato dall’opera di Mazzini
● Giuseppe Mazzini aveva aderito alla carboneria, poi, arrestato, fu esiliato a Marsiglia
dove incontrò patrioti italiani, i quali come lui non volevano una soluzione federalista.
Egli voleva un’Italia indipendente, unita e repubblicana, da ottenersi con l’insurrezione
del popolo; aveva fede nella libertà e nel progresso come se fossero una religione,
pensava che ai popoli spettasse una missione divina (Dio e popolo), considerava
l’associazione e la cooperazione i valori fondanti del bene comune, voleva che le nazioni
cooperassero fra loro e che l’Italia si mettesse alla testa delle nazioni oppresse, l’Italia
avrebbe dovuto essere il centro di una nuova unità morale
● Egli non amava né il materialismo (che negava l’intervento divino) né il socialismo
marxista, ma non ignorava i problemi sociali, che pensava di risolvere con riforme
(distribuzione terre incolte), ammetteva la proprietà privata e voleva risolvere la
questione sociale attraverso cooperative di operai e società di mutuo soccorso
● Fondò la Giovine Italia nella quale si unirono molti emigrati politici e giovani democratici i
quali pensavano ci fosse uno stretto legame tra pensiero ed azione, quindi cominciarono
subito ad agire. Nel ‘33 scoppiò un moto in Piemonte, ci furono arresti e fucilazioni, poi
nel ‘34 i mazziniani volevano penetrare nella Savoia dalla Svizzera ed organizzare
un’insurrezione contemporanea a Genova ma tutto ciò fu bloccato sul nascere (a questo
tentativo partecipò Giuseppe Garibaldi)
● I due esiti negativi fecero affondare Mazzini nella tempesta del dubbio, aveva perso
collaboratori molto importanti, si riprese però subito da questa crisi dando vita alla
Giovine europa
● Tra ‘43 e ‘45 ci furono moti nelle legazioni pontificie e in Calabria, qui operarono i fratelli
Bandiera con scarso successo perché furono catturati e fucilati. Nessuno di questi moti
fu organizzato da Mazzini ma l’opinione pubblica li attribuì alla Giovine Italia
● In campo politico nacque un partito moderato che volendo comunque raggiungere l’unità
si ispirava però alla religione cattolica. Una corrente cattolico liberale era stata sostenuta
da Manzoni, Rosmini, Capponi e Ricasoli, ma il Papa condanna il cattolicesimo liberale
così questi politici dovettero esprimere le loro idee con romanzi o opere storiche. I
moderati cattolici sono definiti neoguelfi e il movimento neoguelfista ebbe il suo massimo
esponente in Gioberti, egli pensava che il popolo italiano fosse superiore perché l’Italia
era sede del papato, egli pensava che l’Italia potesse essere unita in una
confederazione di stati italiani sotto l’autorità del Papa, attraverso la forza militare dei
Savoia (ipotesi utopista che però soddisfaceva gli ideali patriottici e non prevedeva una
rivoluzione)
● Altre proposte furono quella di Cesare Balbo che voleva unire gli stati italiani in una lega
doganale militare, far ritirare l’Austria e farla espandere nell’europa orientale (con la
diplomazia), poi Massimo d’Azeglio, moderato come Balbo, che considerava dannoso
sia il malgoverno pontificio che le insurrezioni, voleva arrivare alle unità attraverso
riforme graduali. La soluzione federalista era condivisa anche ai non moderati, come
Carlo Cattaneo che ispirandosi alla cultura illuminista e avendo formazione laica
diffidava dallo spiritualismo di Mazzini ma anche dal dominio Austriaco e non auspicava
l’assorbimento del lombardo veneto nel Piemonte. Pensava ad una federazione di stati
italiani sul modello degli Stati Uniti
● Giuseppe Ferrari fu un esponente del federalismo repubblicano, pensava che
l’assoluzione del caso italiano potesse avvenire solo tramite una rivoluzione europea
● Venne eletto un nuovo Papa, Pio IX (arcivescovo di Imola), era una persona spirituale e
profonda, molto bonaria ma non aveva senso politico, concesse l’amnistia ai detenuti
politici e questo fece scoppiare l’entusiasmo dei liberali e moderati cattolici, così le
piazze si riempirono di manifestanti, il clima era entusiastico e Pio IX concesse una
consulta di stato, una guardia civile e limitò la censura sulla stampa. Questi
provvedimenti furono presi a causa dell’entusiasmo generale
● Le riforme si diffusero in tutta Italia, la quale si mobilitò e insorse anche a causa della
crisi economica del ‘46, quindi i sovrani, preoccupati dalla rivoluzione, concessero nuovi
ordinamenti come nel Regno di Sardegna, in cui furono allentati anche i controlli sulla
stampa, nello stato della chiesa, in Toscana, in Piemonte si firmò l’unione doganale. Nel
Regno delle due Sicilie non ci furono ammodernamenti
● L’obiettivo dei rivoluzionari era avere delle nuove costituzioni, la prima sollevazione ci fu
a Palermo, che rivendicava l'autonomia e Ferdinando II di Borbone concesse la prima
costituzione, seguito da Carlo Alberto, Leopoldo II e Pio IX, tutti concessero costituzioni
sul modello francese, la più importante fu lo statuto albertino promulgato dai savoia, che
prevedeva una camera elettiva a suffragio censitario e un senato regio
● IL ‘48 ITALIANO: la prima insurrezione ci fu a Venezia dove vennero liberati detenuti
politici tra cui Daniele Manin e ci fu una rivolta degli operai e di marinai asburgici, nel
mentre Manin proclamava la repubblica veneta e le dava una costituzione. A Milano
l’insurrezione si sviluppò secondo le 5 giornate, vennero costruite le barricate e la guerra
fu sostenuta da operai e artigiani guidati da Carlo Cattaneo, ma appoggiati anche
dall’aristocrazia liberale. Il generale Radetzky contrastava gli insorti milanesi ritirandosi
nel cosiddetto quadrilatero
● Il Piemonte così dichiarava guerra all’Austria a causa della pressione dei democratici, la
sua azione fu imitata da Ferdinando II, Leopoldo II e da Pio IX che combatterono gli
austriaci (prima guerra di indipendenza). Carlo Alberto però ebbe scarsa risolutezza e
pensava solo all’annessione del lombardo-veneto al Piemonte, così gli altri sovrani poco
motivati ed entrati in guerra solo per inerzia cominciarono a ritirarsi, prima il Papa
(posizione imbarazzante), poi Borbone e poi Leopoldo II, rimasero alcuni gruppi volontari
e alcuni soldati guidati da Garibaldi, ma questo contributo fu utilizzato male da Carlo
Alberto, che a Custoza venne sconfitto definitivamente
● Contro gli asburgo continuarono a combattere solo i democratici che condussero
battaglie geograficamente separate, senza il supporto del popolo, con una scarsa base
di appoggio. In Sicilia i separatisti si erano dati una costituzione democratica, a Venezia
gli insorti avevano proclamato la Repubblica, così come in Toscana, a Roma il Papa
abbandonò la città e si rifugiò a Gaeta a causa dell’assassinio del primo ministro
pontificio, così nell’ex stato della chiesa venne eletta un'assemblea costituente con
Mazzini e Garibaldi, la quale annunciò la nascita della repubblica romana, governata
dalla democrazia pura, abolirono il potere temporale dei papi. In Toscana Leopoldo II
abbandonò il paese e anche qui nacque un’assemblea costituente governata da un
triumvirato
● Anche in Piemonte i democratici erano al potere, fecero pressione su Carlo Alberto per
una ripresa sulla guerra ma Radetzky sbaragliò l’esercito sabaudo e così Carlo Alberto
abdicò in favore di Vittorio Emanuele II. Così gli asburgo cercarono di ristabilire il loro
dominio su tutta l’Italia: schiacciarono Brescia dopo le dieci giornate e Venezia dopo
cinque mesi di combattimento, e i borbone riconquistavano la Sicilia
● La repubblica romana resistette più a lungo, guidata da tutti i patrioti italiani con a capo
Mazzini e Garibaldi, qui si erano promosse riforme sociali, come la confisca dei beni del
clero e la riforma agraria che concedevano le terre confiscate ai contadini poveri, nel
mentre Pio IX aveva chiesto ad Austria, Spagna, Regno di Napoli e Francia di restaurare
il suo potere. La Francia si mosse subito e prese d’assedio il Lazio, qui un triumvirato
con a capo Mazzini resistette per alcuni mesi, enunciò una costituzione, ma poi capitolò;
Garibaldi mentre i francesi entravano a Roma si diresse a Venezia per aiutare gli insorti
che però vennero sconfitti dagli austriaci
● Le insurrezioni avevano visto una gran affluenza di patrioti sia giovani che anziani, che
appartenevano ad associazioni segrete, al neoguelfismo, alla Giovine Italia, alimentati
da quelle opere patriottiche come “I sepolcri” di Foscolo, le musiche di Giuseppe Verdi, i
dipinti di Hayez e le opere di Berchet
● Non c’era comunque nella sostanza un passato comune, dato che l’italia non era più
stata unita dopo l’impero romano (eccezione dei comuni), così si ripresero episodi
significativi di orgoglio italiano contro lo straniero: battaglia di Legnano, vespri siciliani,
disfida di Barletta e così si costruì una tradizione patriottica completa anche di martiri,
come i fratelli Bandiera. Si esaltava fratellanza e valore guerresco italiano anche
attraverso l’inno d’Italia di Mameli, e si prendevano come miti contemporanei Mazzini e
Garibaldi

Unità d’Italia
● Dopo i moti insurrezionali ci fu un ritorno assolutistico: nel Regno delle 2 Sicilie e nello
Stato della Chiesa, che furono riorganizzati secondo modelli teocratici, ci fu una
restaurazione assolutista anche nel Lombardo-veneto sotto gli asburgo e un aumento
delle tasse. In Piemonte, invece, rimaneva lo Statuto Albertino, con una Camera Elettiva
democratica, che però non volle accettare la pace con gli Asburgo, così il Governo e il
Re decisero di sciogliere la Camera e con il Proclama di Moncalieri Vittorio Emanuele II
intimava al popolo di scegliere rappresentanti più moderati e così fu, la maggioranza
della Camera era dei moderati e la Pace venne approvata
● Il Governo presieduto da d’Azeglio portò una modernizzazione del Piemonte, ponendo
fine ai privilegi del clero (diritto d'asilo, diritto di censura) attraverso l’applicazione delle
leggi Siccardi. Un uomo che emerse durante questa disputa fu Camillo Benso conte di
Cavour, era un liberale e un moderato, non sosteneva i progetti mazziniani, voleva
ampliare la base politica attraverso le riforme, sosteneva la monarchia costituzionale e
ammirava il liberalismo britannico,riuscì a formare il suo governo dopo quello di
d’Azeglio e aveva favorito il connubio, cioè l’unione tra destra progressista da lui guidata
e sinistra moderata, con a capo Rattazzi. Cavour riuscì a ingrandire la sua base
parlamentare e comprendere anche i patrioti e il governo, oltre che dal Re, dipendeva
anche dal Parlamento
● Cavour modificò anche l’economia italiana, facendola diventare libero scambista e
stipulò trattati economici con molte potenze straniere, migliorò le strade e le ferrovie,
favorì l’industria meccanica e dopo 12 anni di liberalismo economico aveva fatto
diventare il Piemonte lo Stato italiano più avanzato, aveva anche costruito una Banca
Centrale. Il progresso del Piemonte attirò molti patrioti italiani
● L’Austria continuava la repressione dei Mazziniani attraverso le impiccagioni e Mazzini
cambiò la sua strategia: pensava che l’unione si sarebbe potuta ottenere sì tramite
popolo, ma che andava organizzato, nacque così il Partito d’azione mazziniano, nel
mentre le cooperazioni di operai e artigiani venivano controllate da Mazzini
● C’è chi intrecciava le sorti dell’unità d’Italia con il problema degli operai, convinti che se
si fossero risolte le questioni sociali, l’Italia avrebbe potuto procedere con molta più
facilità verso l’unione. Il socialismo venne introdotto da Pisacane e Ferrari e Pisacane
pensava che dovesse essere il popolo a far scoppiare la rivolta e le condizioni favorevoli
erano soprattutto nel meridione. Egli quindi partì da Genova con un piroscafo, liberò
detenuti borbonici e si diresse in Campania, sbarcò a Sapri e cercò di far insorgere il
popolo, ma questo diffidò del socialista e lo attaccò assieme alle truppe borboniche
● Manin, nel mentre, fa sorgere un movimento, che poi divenne la Società nazionale, che
doveva unire democratici radicali e moderati sotto il segno della potenza militare
sabauda, con l’unico scopo di ottenere l’unità, al movimento aderì anche Garibaldi
● Cavour cercò di appoggiarsi a paesi come la Francia per arrivare all’Unità, infatti inviò un
contingente italiano per aiutare Francia e Inghilterra a proteggere l’Impero ottomano
dagli attacchi della Russia in Crimea. L’Italia sedette così al tavolo dei vincitori e pose il
problema della questione Italiana, dicendo che le rivoluzioni, in Italia, erano state
causate dal malgoverno della Chiesa e dei Borbone, ma anche a causa delle pressioni
austriache, chiese così a Napoleone III di intervenire ed egli si convinse quando un
fanatico italiano rivoluzionario attentò alla sua vita
● Francia e Italia si accordano tramite i Patti di Plombières, i quali spartivano l’Italia in tre
zone: governo centro-settentrionale (savoia), governo centrale e governo meridionale
sotto l’influenza della Francia che si sarebbe presa anche Nizza e la Savoia
● Per rendere il trattato di Plombières operativo l’Austria avrebbe dovuto attaccare l’Italia,
così da far intervenire la Francia. Cavour allora cominciò a militarizzare il confine anche
attraverso i Cacciatori delle Alpi, il governo asburgico cedette alla provocazione e
attaccò l’Italia (seconda guerra d’indipendenza), intervenne prontamente la Francia che
però nella battaglia di Solferino perse un ingente quantitativo di truppe e di
conseguenza, spaventata dal possibile intervento della Confederazione Germanica firmò
la pace di Villafranca con l’Austria, la quale stabilì la sua influenza a Mantova, Peschiera
e sul Veneto, mentre veniva ceduta la Lombardia alla Francia che la girava all’Italia
● Nel mentre scoppiarono varie insurrezioni a nord, ma la pace di Villafranca sopprimeva
tutti i nuovi moti insurrezionali. A causa della pace Cavour si dimise, le terre pattuite non
vennero date alla Francia, ma poi ritornò per negoziare la cessione alla Francia di Nizza
e Savoia (abitate da francesi) in cambio delle annessioni al regno sabaudo di
Toscana,Modena, Parma e legazioni pontificie tramite il plebiscito. si formava così un
governo sabaudo nel centro-nord che poteva ampliarsi attraverso l’iniziativa della
spedizione in Sicilia guidata da Crispi e Pilo, i quali volevano organizzare una rivolta
locale in Sicilia e poi far arrivare un corpo di militari per dare man forte. Scoppiava così
un’insurrezione a Palermo, guidata da Pilo, nel mentre Crispi convinceva Garibaldi ad
assumere la guida del contingente militare che avrebbe aiutato i Palermitani
● Garibaldi riuscì a riunire sia i democratici che i moderati e poteva assicurare all’impresa
qualche chance di successo, Vittorio Emanuele II lo supportò, mentre Cavour era
contrario per paura che la missione potesse riaccendere l’ardore mazziniano
● I mille e mal equipaggiati uomini di Garibaldi partirono da Quarto con due navi a vapore
e sbarcarono a Marsala, accolti dalla popolazione e nonostante i pochi uomini riuscirono
a battere i Borbone e ad arrivare fino a Palermo. Garibaldi procedeva proclamandosi
braccio armato di Vittorio Emanuele II. I territori liberati venivano riformati (riduzione del
carico fiscale e redistribuzione di terre), nel mentre il nord mandava uomini e armi a
Garibaldi, il quale inferse un’altra sconfitta ai Borbone (Francesco II) a Milazzo.
L’impresa garibaldina piacque molto all’opinione pubblica europea, ma i contadini
meridionali liberati si rivoltarono contro le truppe di Garibaldi per ottenere l’abolizione
dello sfruttamento feudale, tali insorti si concentrarono a Bronte, dove furono repressi nel
sangue da Nino Bixio, nel mentre i latifondisti del sud vedevano l’annessione al
Piemonte come un mezzo per fermare tali tensioni
● Garibaldi arrivò in Calabria, Francesco II si rifugiava a Gaeta, lasciando entrare il capo
dei mille a Napoli, che rischiava di diventare la sede dei democratici e dei mazziniani,
pronti a marciare verso lo Stato della Chiesa quindi Cavour intervenne per scongiurare
tale ipotesi. Ottenne il benestare di Napoleone III, partì così per il sud, dove Garibaldi
stava sconfiggendo i resti dei borbone a Volturno; Cavour propose di annettere tutte le
terre liberate al Regno di Sardegna tramite plebiscito e così fu, infatti più del 90% dei
liberati votò a favore del provvedimento e quando l’esercito piemontese incontrò quello
Garibaldino a Teano, Garibaldi lasciò il comando Vittorio Emanuele II, partendo per un
esilio volontario a Caprera, come Mazzini
● Nel 1861 il Parlamento italiano proclamava l’Unità d’Italia (tranne Veneto e Lazio).
L’Italia era nata come un ampliamento del Regno Sabaudo, infatti aveva inglobato nuovi
territori e gli aveva dato le sue leggi e il suo ordinamento, questo grazie a ottimi politici
come Cavour, ma anche grazie alla mobilitazione del popolo (non dei contadini),
costituito da intellettuali, ceti urbani politicizzati e borghesia che voleva l’Unione per
ottenere un mercato nazionale libero dalle dogane. Questa parte di popolo era la
minoranza ma era ben distribuita in tutta italia
● L’Italia nacque quindi sia grazie al potere dei Savoia, sia per un’iniziativa dal basso,
infatti i vari territori furono annessi attraverso plebisciti (sovranità popolare), dato che
l’Italia era stata liberata tramite insurrezioni, anche se poi il potere invece che ai
democratici-rivoluzionari, andò ai moderati. L’unità era stata raggiunta anche grazie a
Napoleone III e alla sostanziale neutralità inglese, inoltre l’opinione pubblica europea
simpatizzava per la causa italiana
● Una parte degli italiani aveva subito passivamente o controvoglia l’unificazione, primi fra
tutti i cattolici e la Chiesa, sconfitta definitivamente nel 1870, ma anche i nostalgici dei
borbone, come ex ufficiali, notabili e popolo minuto, il quale aveva dato vita
all’insurrezione di Bronte all’arrivo dei garibaldini, perché sperava di migliorare le proprie
condizioni, e anche perché non capiva il fine nè il senso dell’impresa unitaria italiana
● L’Italia ora si doveva inserire nel nuovo scenario europeo, doveva trovare un suo posto e
una sua legittimazione, al fine di conseguire il completamento dell’Unità, pur
presentando una grossa frattura ideologica al suo interno tra vincitori e vinti

2a r ivoluzione Industriale

● Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 ci fu una crisi dovuta alla sovrapproduzione, i prezzi
calarono in tutti i settori, specialmente in quello agricolo, ma questo era dovuto ad un
miglioramento dei mezzi di produzione, che essendo più veloci diminuivano i costi dei
prodotti. Il volume degli scambi aumentò e gli operai potevano comprare prodotti a
prezzi più convenienti
● L’abbassamento dei prezzi si ripercosse sull’agricoltura: arrivarono dall’America alimenti
ad un prezzo più conveniente e le piccole industrie agricole, a causa della concorrenza,
cominciarono a fallire, questo per quanto riguarda l’Europa del centro sud, mentre quella
del centro-nord, disponendo di mezzi più avanzati (trebbiatrici e mietitrici) e di tecniche
migliori, resse il confronto. Gli abitanti delle città ci guadagnarono (prezzi bassi)
● Vennero attuate bonifiche delle terre e concimazione per renderle più produttive, ma
nonostante ciò si verificò una grande emigrazione. All’inizio inglesi, tedeschi, scandinavi
emigravano verso l’America del Nord, il Brasile e l’Argentina, poi emigrarono le
popolazioni latine e slave
● Per limitare la crisi agraria si adottò il protezionismo, così si misero forti dazi sulle
importazioni e si tutelarono le industrie locali, le quali ricevettero anche commesse e altri
aiuti finanziari
● In Gran Bretagna la crisi non sembrava sussistere, ma fu colpita dall’atteggiamento
protezionistico europeo: essendo una terra esportatrice vide i suoi scambi commerciali
ridotti e nel contempo vide affermarsi l’industria tedesca e americane, le quali
superarono alla fine quella britannica, La Gran Bretagna ripiegò così sul commercio con
le sue colonie per continuare la sua politica esportatrice
● Nacque anche il capitalismo finanziario: le banche erano le principali creditrici delle
industrie, infatti queste ultime potevano aumentare i loro profitti grazie agli investimenti
delle banche. Le banche possedevano molte azioni delle industrie, ma i magnati di
queste ultime facevano parte dell’amministrazione delle banche.In questo periodo si
crearono anche trust e consorzi fra industrie così da stabilire prezzi e produzione, a volte
nacquero dei veri monopoli
● I nuovi prodotti della rivoluzione furono: acciaio, utilizzato praticamente ovunque perché
aveva un costo ridotto ed era molto versatile, infatti fu usato per le rotaie, per oggetti
domestici, per corazzare le navi da guerra e per rendere le macchine dell’industria più
veloci e precise, venne usato anche per costruzioni simboliche come la torre Eiffel e il
Tower building;la chimica che comprendeva diversi settori, come la siderurgia,
l’estrazione dell’alluminio dalla bauxite, la produzione di coloranti artificiali, l'invenzione
del pneumatico e della dinamite, oltre che del tessuto artificiale e dei vagoni frigoriferi
per trasportare gli alimenti e i nuovi cibi in scatola; nacque anche il motore a scoppio di
Otto, che venne montato su un mezzo a quattro ruote per creare l’automobile, tale
motore funzionava a petrolio, ma c’era anche quello a Diesel e a causa del motore a
scoppio cominciò l’estrazione del petrolio, ma il carburante più usato era il carbone
● Anche l’elettricità cominciò a diffondersi, quando si scoprì che un corpo in movimento in
un campo magnetico genera corrente elettrica. Nacque la lampadina di Edison e le
prime centrali termiche, ma le grandi città erano ancora illuminate a gas. L’elettricità fu
usata per muovere le tramvie e per l’industria, inoltre nacquero centrali idroelettriche
● Nacque anche il telefono, il cinematografo e il grammofono che sarebbero diventati
prodotti di massa nel 900. Nel mentre ci fu un progresso della medicina, infatti si
diffusero le pratiche igieniste di prevenzione come quella di lavarsi le mani, anche se la
medicina accademica la trovava una pratica superflua; Pasteur e Koch isolarono alcuni
microrganismi responsabili della peste, della tubercolosi e del colera, la chimica
cominciò a produrre vari farmaci come l’anestetico, l’aspirina e il Ddt per il trattamento
contro la malaria. Nacquero grandi case farmaceutiche e gli scopritori dei nuovi
medicinali si arricchirono. Vennero costruiti ospedali che rispettavano le nuove norme
igieniche,erano più ventilati e ampi ed erano suddivisi in padiglioni in base ai malati
● Nella seconda metà dell’800 ci fu un aumento demografico perché diminuirono carestie
ed epidemie, ci furono alcuni casi di Colera a Napoli e a Palermo ma era circoscritti,
inoltre la vita media europea arrivò a 50 anni e la popolazione raggiunge i 425 milioni, gli
Stati Uniti arrivarono a 80 milioni di individui
● L’aumento demografico si accompagnò ad un abbassamento della mortalità e ad una
riduzione della natalità, andamento tipico delle società industriali avanzate. Si diffusero i
contraccettivi e i figli vennero visti come un investimento, infatti il tasso di natalità scese
al di sotto del 30% (in Italia rimase del 40%). Anche Asia e Africa conobbero una
crescita demografica, abbastanza modesta se paragonata all’Europa

Le grandi potenze

● Fra gli anni 50-70 dell’800 la conflittualità aumentò, Napoleone III voleva riaffermare la
Francia come massima potenza europea, ma si scontrava con gli Asburgo e con la
Prussia, rovesciando l’equilibrio stabilito dal congresso di Vienna. La Prussia invece si
voleva ingrandire inglobando la Confederazione Germanica, ma per farlo doveva battere
Austria e Francia
● In Francia il Secondo Impero aveva una politica definita “bonapartista”, cioè un sistema
che omaggiava il popolo attraverso il plebiscito, ma che si basava sulle armi e sul
centralismo, unendovi il riformismo sociale e il conservatorismo. Napoleone III deteneva
il potere esecutivo e quello giudiziario, poteva proporre leggi e comandava le forze
armate, trovò consenso fra le campagne ma anche nella borghesia. Modernizzò la
Francia costruendo ferrovie e promuovendo l’edilizia e cercò di affidare posti di comando
ai tecnici, come gli scienziati e gli esperti di finanza, al fine di realizzare il bene comune.
La Francia attuò una politica estera aggressiva, infatti aiutata dalla Gran Bretagna e da
una truppa Piemontese si recò in Crimea per difendere l’Impero Ottomano dai russi e ne
uscì vittoriosa. L’accordo di Parigi stabiliva che nel Mar Nero non potevano più circolare
navi da guerra e l’impero ottomano manteneva la sovranità nominale su Serbia e
Moldavia. La Francia ottenne risultati anche nella guerra austro-piemontese a fianco di
Cavour, anche se voleva subentrare agli asburgo come direttrice dell’Italia
● Nell’Impero Asburgico stavano tornando i conservatori, dopo gli anni del 48-49, i quali
promulgarono una costituzione che creava un Parlamento bicamerale con pochi poteri,
rimaneva il problema delle nazionalità, ma i conservatori poggiarono il loro potere sulle
fasce rurali e sulla Chiesa, sacrificando gli industriali e mancano all’appuntamento
dell’industrializzazione
● La Prussia ambiva a diventare la guida degli stati germanici, aveva un’industria trainante
e una politica liberoscambista con gli altri stati tedeschi grazie all’unione doganale. La
borghesia prussiana crebbe, ma la politica si basava ancora sul predominio degli Junker
(aristocratici terrieri), ma c’erano elementi moderni, come una buona scolarizzazione e
una rete ferroviaria sviluppata. La Prussia guidata dall’alto era un modello che faceva
concorrenza a quello britannico; gli Junker e i borghesi trovarono terreno comune nella
riforma dell’esercito e nella politica di potenza che entrambe le classi volevano. Tale
politica di potenza venne adottata da Bismarck, avverso al liberalismo, il quale riformò
l’esercito prolungando la leva e aumentando i soldati, così da potenziarlo, al fine di
condurre le due battaglie per l’Unione contro l’Austria e la Francia
● Bismarck pensava che l’unione si sarebbe raggiunta con il ferro e il sangue e non con la
diplomazia. Quando Austria e Prussia entrarono in conflitto per dividersi dei territori
strappati alla Danimarca, Bismarck vide il pretesto per attaccare gli asburgo. Si alleò con
l’Italia e sconfisse l’Austria nel 1866 nella battaglia di Sadowa, la guerra era stata breve
e aveva messo il luce le qualità dell’esercito tedesco: ottimo sfruttamento delle ferrovie e
degli spazi e buoni armamenti. Con la pace di Praga l’Austria rinunciava alla sua
influenza sulla confederazione germanica e spostò i suoi interessi sui balcani, nel
mentre concesse all’Ungheria una forte autonomia (Parlamento e governo propri),
perché era la nazionalità più forte, polarizzando l’Impero e facendo così nascere l’impero
Austro-Ungarico, scontentando gli slavi
● In Prussia i liberali al Parlamento vennero completamente scavalcati da un accordo tra
Bismarck e il Re Guglielmo I, così da riformare ulteriormente l’esercito. Il pretesto per il
conflitto con la Francia derivò dalla contesa fra le due per il trono di Spagna. Bismarck
pubblicò un comunicato provocatorio e così convinse Napoleone III e il governo francese
ad entrare in guerra. I francesi erano animati da furore nazionalistico, ma erano mal
equipaggiati e vennero sconfitti dai prussiani che li accerchiarono su due fronti e li fecero
arrendere nella battaglia di Sedan. In Francia cadeva l’Impero e si proclamava la
repubblica e la resistenza ad oltranza dei francesi a Parigi non provocò nessun risultato
● Nel 1870 veniva proclamata la nascita del Secondo impero tedesco, Guglielmo I fu
incoronato a Versailles, la Francia dovette cedere Alsazia e Lorena alla Germania e
doveva pagare una forte indennità. Queste clausole della pace di Francoforte
alimentarono il sentimento di rivalsa francese, detto revanscismo
● In Francia, caduto l’Impero, Parigi voleva una rivoluzione, le campagne votarono invece
per un ritorno dei moderati, infatti vinsero loro le elezioni per l’Assemblea nazionale,
guidati da Thiers, il quale accettò l’ingresso di truppe tedesche a Parigi (clausola della
pace), ma i parigini insorsero guidati dalla Guardia Nazionale e stabilirono la creazione
della Comune, comandata dai gruppi di estrema sinistra che applicarono il principio della
democrazia diretta, non distinsero i tre poteri e crearono eserciti popolari (Marx vedeva
nella Comune un prototipo della società socialista).La Comune invitò altri centri urbani
ad unirsi al suo esperimento, ma il sogno finì presto: un esercito governativo messo
assieme da Thiers irruppe a Parigi e nella cosiddetta settimana di sangue più di 20 mila
uomini furono giustiziati. L’esperimento della comune fallì e il governo tornò ai moderati
● La nascita del nuovo impero tedesco aveva cambiato gli equilibri europei e aveva fatto
diffondere l’ideologia della forza e la politica di potenza come strumento per affermare la
propria nazione; l’economia cambiò, venne abbandonato il libero scambismo e si adottò
il protezionismo
● La Germania appena nata era ricca di materie prime, era industrializzata e anche
scolarizzata e aveva un buon esercito, era organizzata in 25 Stati grandi e piccoli con un
Parlamento e un governo che gestivano gli affari amministrativi, mentre gli affari
importanti erano gestiti dal governo centrale. C’era un cancelliere capo dell’esecutivo,
subordinato all’imperatore, il potere legislativo era affidato al parlamento bicamerale
(camera elettiva detta Reichstag, eletta a suffragio universale). La classe dirigente era
formata da aristocrazia terriera e militare e mondo industriale e bancario
● In Germania nacquero anche nuovi partiti oltre ai conservatori (Junker) e ai liberali
(borghesi), infatti si affermò il partito cattolico che poggiava su società rurale e ceti medi,
nacque anche l’Spd, il partito socialdemocratico, sostenuto dagli operai
● Bismarck, cancelliere tedesco avviò una politica detta Kulturkampf contro i cattolici:
obbligo matrimonio civile e cacciata del clero dall’istruzione, ma questi provvedimenti
non limitarono il nuovo partito cattolico, che anzi si espanse. Bismarck cercò così di
limitare l’influenza del Spd: limitò la loro libertà di stampa e unione, ritenendolo un
gruppo sovversivo che poteva attentare all’imperatore (come era già accaduto)
● Bismarck cercò anche di aiutare gli operai per sottrarli dalla sfera di influenza dell’Spd,
introdusse assicurazioni sulla vecchiaia e sulla malattia, prima affidate alle iniziative
private e cattoliche. Bismarck, presentando lo stato come tutore degli operai, puntava a
impedire la nascita dei sindacati, ma fallì infatti le file dell’Spd si ingrandirono e nacquero
nuovi sindacati
● Nel mentre Bismarck cerca di assicurare alla Germania il posto di maggior potenza
europea, isolando la Francia e alleandosi con Austria-Ungheria, Russia (patto dei tre
imperatori) e Italia (Triplice alleanza), la Gran Bretagna che era rivale della Francia nelle
colonie Africane, non avrebbe sfavorito il progetto di Bismarck. Il patto dei tre imperatori
però non aveva tenuto conto della rivalità tra Austria e Russia nei balcani, infatti qui la
Russia aveva appena sconfitto l’impero ottomano e aveva esteso la sua influenza, così
Bismarck convocò un Congresso a Berlino ‘78 e ridimensionò l’influenza russa sui
balcani, concedendo in pratica la Bosnia Erzegovina all’Austria, mentre l’inghilterra
otteneva l’isola di Cipro e la Francia si espandeva in Tunisia. Così rinsaldò il patto dei 3
imperatori
● In Francia, per riprendersi dalla sconfitta, si introdusse il servizio militare obbligatorio e si
pagò l’indennità alla Germania. La forma repubblicana era in forse perché la
maggioranza dell’Assemblea nazionale era monarchica, ma a causa di un contrasto fra
borbonici e orleanisti i repubblicani riuscirono ad accordarsi con questi ultimi e a
dichiarare la Terza Repubblica, con un Parlamento bicamerale (suffragio universale per
la camera bassa) e un Presidente della Repubblica a capo dell’esecutivo (compromesso
tra soluzione presidenziale e parlamentare).I repubblicani si posero quindi come forza
maggioritaria in Francia, ma a dominare la politica furono i repubblicani opportunisti,
sostenuti dall’elettorato medio e rurale, contrapposti ai repubblicani radicali guidati da
Clemenceau. Sotto la guida degli “opportunisti” si approvò una amnistia per i comunardi i
quali rinvigorirono il movimento operaio, il Senato divenne completamente elettivo come
i sindaci, c’era libertà di associazione, la scuola venne posta sotto il controllo statale e fu
resa obbligatoria quella elementare, mentre i diplomi rilasciati da istituti o università
cattoliche non erano ritenuti validi
● Il potere del presidente della repubblica però si indebolì a favore del Parlamento, ciò
rese l’esecutivo debole, caratteristica principale della Terza repubblica, insieme alla
corruzione, dato che il mondo politico era sempre più legato alla finanza, nacquero infatti
molti scandali politici-finanziari che aumentarono la sfiducia nella Repubblica
● Nacque anche un movimento guidato da Boulanger che voleva porre fine alla
Repubblica, ma egli venne arrestato e fuggì all’estero. Questo metteva in evidenza che
nonostante le istituzioni democratiche fossero state rinforzate, c’era la tendenza
all’autoritarismo
● La Gran Bretagna (potenza più progredita e sviluppata) aveva una flotta enorme, era il
centro finanziario dell’Europa ed aveva un tasso di alfabetizzazione del 90%. In questi
anni si consolidava il sistema liberale: il governo era subordinato al Parlamento e il Re
aveva solo potere simbolico, doveva rappresentare l’Unità della nazione. Tale sistema
non era democratico, la Camera dei Lord era ereditaria e la Camera dei comuni era
eletta a suffragio censitario-ristretto. Gladstone, leader dei liberali voleva estendere il
diritto di voto, ma fece cadere il governo liberale e la sua proposta fu ripresa da Disraeli,
leader dei conservatori che con il Reform Act estese il diritto di voto ai lavoratori urbani,
cercando di basare il suo elettorato anche sugli operai. Gladstone e Disraeli si
alternarono al governo e il secondo accentuò la politica imperialista inglese, inoltre
promosse riforme di salute pubblica e di edilizia, mentre il primo estese poi il diritto di
voto ai lavoratori agricoli. Quando tornarono al potere i liberali, Gladstone propose
l’Home Rule: concessione all’Irlanda di ampie autonomie dopo la crisi economica da lei
subita, ma lasciandola formalmente legata alla Gran Bretagna. I liberali si divisero su
questo aspetto e gli unionisti di Chamberlain si unirono ai conservatori, rovesciando il
governo liberale a favore di Disraeli e della sua politica imperialista
● In Russia lo zar Alessandro II regnava su un popolo arretrato, composto da contadini e
da servi della gleba. L’aristocrazia terriera era assenteista, c’era immobilismo economico
e politico, ma gli intellettuali erano molto attivi e questo fu il periodo d’oro della letteratura
russa (Tolstoj e Dostoevskij). Alessandro II cercò di modernizzare la burocrazia e
l’esercito e sancì la fine della servitù della gleba e la riassegnazione dei territori ai
contadini, che però venne mal effettuata e non scalfì gli enormi possedimenti dei
proprietari terrieri. Dopo questo “liberalismo” si inasprirono i controlli polizieschi, così le
giovani generazioni intellettuali cercarono di proteggere il popolo (nascita del
populismo), di educarlo politicamente e culturalmente provando a gettare le basi per un
socialismo agrario, ma la comunità rurale sembrò indifferente alla nuova proposta e i
populisti vennero repressi e isolati, nel mentre Alessandro II era ucciso da un anarchico

Stati Uniti e Giappone

● Stati Uniti e Giappone subirono trasformazioni impressionanti nella seconda metà


dell’800, infatti entrambe le nazioni cominceranno ad assumere i tratti tipici delle grandi
potenze europee
● Gli Stati Uniti avevano ormai completato la loro espansione territoriale, dotando i nuovi
territori di strade e ferrovie e stavano conoscendo un aumento demografico grazie anche
all’immigrazione europea, i nuovi terreni dell’ovest erano subito coltivati, mentre nel
nord-est si conosceva un rapido sviluppo industriale, infatti qui risiedeva la zona più
progredita degli Stati Uniti (prime colonie britanniche), c’erano centri urbani come New
York e Philadelphia che avevano i valori del capitalismo, della finanza e del commercio.
Negli stati del sud l’economia si basava sulle grandi piantagioni, sulla mano d’opera
schiavista e sui latifondi. Vi erano 4 milioni di schiavi neri, 6 milioni di bianchi e 2 mila
famiglie che detenevano il comando della vita politica, sociale e dell’esercito,
assurgevano al ruolo di aristocrazia infatti avevano case ampie e lussuose e un’etica
patriarcale, inoltre giustificavano la schiavitù dicendo che era una vita molto meno dura
di quella vissuta dai proletari del nord. Nell’ovest c’era una società di liberi agricoltori che
vedevano sostituire i propri insediamenti isolati con aziende stabili che fornivano alimenti
alle città del nord-est
● Oltre ai contrasti economici vi erano anche contrasti sociali, infatti il nord democratico
non legittimava l’idea della schiavitù, voleva liberare quelle persone per poi usarle come
operai per le nuove industrie, inoltre stava diminuendo l’importanza della produzione
cotoniera del sud e si stringevano le relazioni fra nord-est e ovest. I contadini dell’ovest
producevano alimenti da vendere al nord e il nord forniva loro macchine agricole, si
coalizzarono così contro la schiavitù. Il sud voleva esportare il metodo schiavista nei
nuovi territori conquistati ad ovest, ma l’alleanza nordista era contraria
● Nella politica i democratici cominciarono a sostenere la causa dei proprietari schiavisti,
mentre dai Whig nacque il partito repubblicano antischiavista, protezionista (imposizione
di dazi che favorivano le industrie del nord ma sfavorivano le esportazioni del sud) e
garantivano agli agricoltori dell’ovest la distribuzione gratuita dei terreni demaniali. Al
potere salì Lincoln avversario della schiavitù ma non abolizionista radicale (voleva
lasciare la schiavitù dove già c’era)
● Gli stati del sud con una secessione si staccarono e formarono una confederazione, si
arrivò così alla guerra civile del 1861-1865. I nordisti speravano di vincere grazie al loro
potenziale economico e alla superiorità numerica, i sudisti speravano in un intervento
della Gran Bretagna e nella migliore qualità dei loro armamenti, infatti il comandante
sudista Robert Lee all’inizio trionfò, ma poi la guerra divenne più lunga del dovuto e la
Gran Bretagna non intervenne, così trionfarono i nordisti guidati da Ulysses Grant, ma
Lincoln morì in un attentato. La guerra civile era costata 600 mila morti ed era la prima
guerra totale della storia, erano stati infatti coinvolti i civili e i nuovi mezzi offerti dalla
tecnologia, come le ferrovie e il telegrafo. Per vincerla i nordisti decretarono già nel ‘63 la
liberazione degli schiavi così che potessero sostenere l’esercito dell’Unione, essi quindi
acquisirono libertà ma non migliorarono le loro condizioni, vigevano ancora pregiudizi
razziali soprattutto nella società del sud, dove nacque il Ku Klux Klan come reazione
all’occupazione militare del sud da parte del nord. La situazione si stabilizzò negli anni
‘70 e la supremazia dei bianchi tornò a regnare (diffusione del razzismo)
● Continuava la colonizzazione dell’ovest grazie alle reti ferroviarie, gli Stati Uniti
arrivarono a conquistare i territori fino al Pacifico, sacrificando le tribù pellerossa, le quali
provarono a resistere alla conquista ma vennero decimati e confinati nelle riserve
● Gli Stati Uniti ribadirono la dottrina Monroe durante la guerra con la Francia (Napoleone
III) che voleva insediare nel Messico un Principe europeo. Gli Stati Uniti sostennero la
guerriglia dei repubblicani messicani e riuscirono a cacciare le potenze europee
● L’America negli anni ‘60 aveva conosciuto un importante sviluppo in molti settori
dell’industria, aveva visto nascere le concentrazioni industriali (Corporations) e alcuni
trust come quello dell’acciaio, inoltre aveva superato il volume della produzione sia della
Gran Bretagna che della Germania ed era uno dei maggiori paesi esportatori. Tutto
questo era stato possibile grazie alle risorse naturali e alla costante immigrazione
europea che fondeva culture e tradizioni (melting pot). Le corporations e il protezionismo
danneggiarono i prezzi dei prodotti agricoli, inoltre nacquero organizzazioni operaie
senza una politica ben precisa
● Gli Stati Uniti attuarono una politica espansionista: riuscirono a cacciare da Cuba gli
spagnoli, dato che questi ultimi avevano attuato una dura repressione e affondato una
nave da guerra americana, inoltre gli Stati Uniti possedevano piantagioni a Cuba e per
questo erano interessati. La guerra si risolse con l’acquisto da parte degli USA di Cuba,
Portorico e dell’arcipelago delle Filippine. Infine confermarono la loro presenza nel
pacifico con l’annessione delle Hawaii
● Il Giappone a metà dell’ottocento si fondava ancora sul sistema Bakuhan dei Tokugawa,
i quali detenevano anche il titolo di Shogun. Aveva adottato una politica protezionista
rotta dall’iniziativa americana del 1858 che impose al Giappone la firma dei trattati
ineguali. I Daimyo si ribellarono assieme ai samurai, dichiararono come unica autorità
l’imperatore e rovesciarono lo shogun: iniziò la restaurazione Meiji guidata dall’alto e
proposta dai daimyo e i samurai i quali continuarono a rappresentare la classe dirigente
del paese. Portarono modernizzazione in Giappone senza l’aiuto di sommovimenti
sociali, passarono dal sistema feudale allo stato moderno in una decina di anni,
proclamarono l’uguaglianza di tutti i cittadini, l’abolizione dei diritti feudali, l’obbligo
dell’istruzione elementare, l’unificazione della moneta e del sistema fiscale e crearono
un esercito nazionale. Fu favorita la crescita esponenziale dell’industria, finanziata dai
soldi ricavati dal sequestro e dalla successiva vendita delle terre dello shogun. Venne
importata tecnologia straniera, si costruirono le prime ferrovie e si delineò un consistente
nucleo di industrie tessili e meccaniche
● La rivoluzione giapponese era stata guidata dall’alto, non preparata da un normale
sviluppo della società, infatti al modernismo economico non si affiancò un modernismo
politico: nacque il parlamento solo nel 1889. Vennero conservati i tradizionali valori
culturali e religiosi e il Giappone passò da una condizione di estrema debolezza ed
emarginazione ad una realtà di grande potenza che si sarebbe inserita fra le maggiori
esportatrici del ‘900

Imperialismo

● L’espansione europea nelle colonie era iniziata nel 1500, ma nell’800 prese i caratteri
dell’imperialismo: prima l’espansione era condotta da gruppi privati, ora dallo Stato, il
quale ad una penetrazione economica affiancò un assoggettamento politico.
L’espansione fu attuata grazie ai nuovi mezzi tecnologici e ai trasporti e vi
parteciparono Francia, Gran Bretagna, Italia, Germania, Giappone e Stati Uniti
● L’imperialismo fu favorito dalla voglia di trovare materia a basso prezzo, di avere nuovi
continenti con cui commerciare e in cui esportare i propri prodotti, ma anche dalla
voglia di investire i capitali finanziari in territori che potevano promettere un grandissimo
guadagno, anche se nelle nuove terre furono dirottati dal 3 al 9% dei capitali. Inoltre si
era mossi dall’ideologia paternalista di “salvare le popolazioni selvagge”, ma anche dal
pregiudizio razziale e dalla teoria di Kipling del fardello dell’uomo bianco (sostenuta
anche da liberali). Infine alcune potenze si mossero solo per inerzia, vedendo le altre
prepararsi alla conquista
● L’opinione pubblica era favorevole all’espansione (vedendo i risultati positivi dei
missionari e dell’evangelizzazione), inoltre c’era la moda per l’esotico, per le
esplorazioni e le cacce al tesoro, si romaticizzava l’idea dei grandi esploratori, visti
come scopritori di immense fortune (come Livingstone o Stanley o ancora Peters)
● La colonizzazione più importante fu quella Africana che portò gli europei a possedere
nove decimi dell’intero continente e a diffondervi delle missioni cristiane
● Le prime a muoversi furono Francia e Inghilterra, volendo conquistare rispettivamente
la Tunisia (anche se interessava agli italiani) e l’Egitto, entrambi, formalmente, sotto
l’impero ottomano. La Francia possedeva già la vicina Algeria, e si voleva espandere in
Tunisia. L’Egitto interessava alla Gran Bretagna perché qui era stato costruito il Canale
di Suez che collegava Mediterraneo e Mar Rosso e avrebbe permesso agli inglesi di
raggiungere l’India più velocemente. Sia Tunisia che Egitto inoltre avevano avviato un
programma di modernizzazione finanziati da Francia e Gran Bretagna e visto che le
banche africane stavano collassando, per non perdere i loro capitali, le potenze
europee intervenirono
● La Francia aveva mano libera anche grazie al consenso accordatole dal congresso di
Berlino del ‘78 e impose un protettorato a Tunisi. In Egitto un movimento nazionalista
preoccupava la Gran Bretagna, la quale mandò un corpo di spedizione ad Alessandria
e impose il controllo del paese, poi si mosse a conquistare il Sudan, nel quale era
scoppiata una rivolta islamica a carattere panarabista, e risultò vittoriosa
● I primi contrasti fra europei si ebbero nel Congo, dove Leopoldo II (Belgio) aveva
imposto un impero personale che voleva allargare con uno sbocco sull’Atlantico ma
incontrò l’opposizione del Portogallo. La questione fu sanata da una conferenza di
Berlino dell’84 in cui si stabilirono i principi dell’effettiva occupazione e si riconosceva la
sovranità di Re Leopoldo sul Congo belga (stato che avrebbe conosciuto uno
sfruttamento e un dominio disumano). Durante questa conferenza l’intera africa fu
spartita in aree di interesse: in Occidente si stanziarono i francesi, in Oriente e nel Sud
gli inglese, i tedeschi nel Meridione e leggermente ad Est e qualche territorio qua e là
andava all’Italia. La Francia aveva ottenuto una vastissima porzione di territorio, che
era però privo di risorse, invece la Gran Bretagna partendo dalla Città del Capo si
muoveva nell’entroterra per conquistare tutti i territori intermedi fino al Cairo (saldare
possedimenti Nord-Sud). Ma in mezzo vi era la Germania e quindi la Gran Bretagna si
piegò a riconoscere l’Africa orientale tedesca rinunciando al suo sogno
● Nel Sudan inglesi e francesi entrarono in contrasto quando una colonna francese
occupò la fortezza di Fashoda, ma non si arrivò allo scontro armato, infatti il governo
francese ritirò le sue truppe e i rapporti fra le due si distesero. Alla fine dell’800 gli unici
stati liberi in Africa erano quello Etiope, il Marocco, la Libia e le Repubbliche Boere in
SudAfrica
● I boeri insediati nel Sudafrica derivavano da ex-agricoltori olandesi, che si erano
insediato nel Capo di Buona Speranza, che però cadde sotto il dominio della Gran
Bretagna. Per sfuggirle i boeri si spostarono verso Nord e fondarono la Repubblica
dell’Orange e del Transvaal, tuttavia il governo inglese propose di attuare una politica
aggressiva all’interno della colonia del Capo per minacciare le due nuove repubbliche
● La prima guerra boera vide i britannici perdere, così acuirono la loro politica aggressiva
capitanati da Rhodes, il quale era il primo ministro della colonia del Capo e aveva
messo la sua fortuna personale al servizio del disegno imperialistico inglese. Era sua
l’idea di unire i territori inglesi da Capo a Cairo e promosse l’acquisizione della Rhodesia
per circondare le repubbliche boere. Nell’Orange e nel Transvaal furono scoperte
miniere d’oro e ciò fece arrivare molti cercatori in queste terre e i boeri videro sconvolti i
loro naturali equilibri, cercarono così di reprimere i nuovi immigrati. Gli uitlanders (i nuovi
immigrati nelle regioni boere) vennero sostenuti da Rhodes e così iniziò la 2a guerra
boera che vide sconfitti Orange e Transvaal anche se continuarono a resistere per
svariati anni. Infine la Gran Bretagna decise di unire le ex-repubbliche alla colonia del
Capo dando vita all’unione sudafricana. Boeri e britannici trovarono un terreno di
collaborazione nello sfruttamento delle risorse e nella politica di segregazione
● La colonizzazione dell’Asia aveva, al contrario di quella africana, origini profonde, le
potenze europee occupavano già l’India, Hong Kong, Singapore, l’Arcipelago
indonesiano, Goa, le Filippine, la penisola indocinese e Macao. L’imperialismo verso
oriente si intensificò dopo l’inaugurazione del canale di Suez
● In India era presente la compagnia delle indie orientali e il vasto territorio offriva un
grande mercato per l’esportazione inglese, invece la Gran Bretagna importava
dall’India tè e cotone. Un centennio di dominio inglese aveva portato al declino
dell’industria cotoniera e dell’artigianato. I Moghul (dinastia regnante) costituivano un
potere simbolico dato che erano i britannici a governare appoggiati da signori e
sacerdoti locali. Si erano tentati processi di modernizzazione ma ciò aveva provocato la
cosiddetta rivolta Sepoys che venne repressa in maniera sanguinosa dal governo
britannico. Dopo questa rivolta l’amministrazione cambiò: la compagnia delle indie fu
sciolta, l’amministrazione fu presa da un viceré e l’esercito e la burocrazia furono
riformati unendo elementi britannici a quelli indigeni
● La Francia, spinta dalla concorrenza con gli inglesi, avanzò in Indocina divisa in
Vietnam (Annam), Thailandia e Cambogia, tutte sotto l’influenza cinese. Mosse guerra
occupando la Cocincina e dopo una battaglia con la Cina estese il suo protettorato sul
Vietnam, La Gran Bretagna occupò così la Birmania e la Francia poi il Laos. La
Thailandia faceva da stato cuscinetto
● La Russia si espandeva in Siberia e in Asia Centrale. L’espansione era finanziata dallo
stato e nella Siberia, grazie alla presenza russa, venne incrementata l’industria e il
commercio. Concordò con la Cina la cessione di alcuni distretti e costruì alcuni porti.
Trattò con gli Stati Uniti la vendita dell’Alaska, che per la Russia era troppo dispendiosa
da mantenere e infine i sovietici avviarono la costruzione della Transiberiana. In Asia
Centrale si guadagnò il Turkestan, minacciando le colonie inglesi, le due potenze
giunsero ad un accordo imponendo all’Afghanistan il ruolo di stato cuscinetto
● Gli arcipelaghi del Pacifico venivano conquistati da Gran Bretagna, Giappone, Stati
Uniti e tedeschi
● L’impero cinese fino ad ora non aveva sperimentato né rapporti con gli stranieri né
occupazioni, il solo territorio adibito al commercio con gli europei era il porto di Canton.
Per il resto la Cina manteneva il suo isolamento, sostenuto dal ceto burocratico che
ostacolava ogni possibile mutamento e relegava la Cina ad una condizione di
sottosviluppo. La Gran Bretagna cominciò ad esportare oppio bengalese in Cina, la
quale rispose con il divieto di tale sostanza, ma gli inglesi continuarono ad importarla,
così i cinesi sequestrarono un carico inglese e scoppiò così la prima guerra dell’oppio,
vinta dai britannici che ottennero la città di Hong Kong e l’apertura di altri quattro porti
● Dopo questa guerra la Cina dovette affrontare una crisi interna (rivolta dei Taiping) ed
una seconda guerra dell’oppio che si concluse di nuovo con la capitolazione cinese,
che si dovette aprire ulteriormente al commercio straniero
● Il dominio coloniale aveva portato i conquistatori ad utilizzare in maniera indiscriminata
violenza e repressione, soprattutto nell’Africa nera dove il dislivello tecnologico fra
europei ed indigeni era schiacciante. Le popolazioni locali che si ribellavano subivano
quindi veri e propri massacri. Gli europei importarono il loro sistema economico e
misero a coltura nuove terre, importarono nuove tecniche agricole, costruirono
infrastrutture e avviarono attività commerciali e finanziarie. Depredarono il territorio di
risorse materiali e umane, Pagavano i lavoratori indigeni in maniera irrisoria e ruppero il
loro ciclo economico precedente basato sull’autoconsumo e orientavano i nuovi paesi
su un’economia di esportazione, facendoli entrare nel mercato mondiale in una
posizione dipendente dagli europei
● Gli europei attuarono una forte discriminazione razziale all’interno dei nuovi
possedimenti, recludevano gli indigeni in ghetti o in quartieri degradati, altre volte,
come in India, il ceto dirigente europeo includeva nell’amministrazione i ceti superiori
indigeni, considerandoli loro pari
● I britannici si distinsero per una dominazione rispettosa degli usi locali, i francesi
attuarono invece una modernizzazione forzata. Quei sistemi culturali ancorati alla
tradizione come quelli asiatici o del Nord Africa si difesero meglio, mentre l’Africa più
arcaica e animista vide scomparire, a volte anche completamente, interi sistemi di
pensiero, sociali e religiosi (dato che molti di questi non avevano una tradizione scritta).
Ma gli europei trasportarono nelle colonie anche il bisogno all’autogoverno

Governare l’Italia unita

● Dopo l’Unità l’Italia si trovava in un grande stato di arretratezza: l’analfabetismo era


molto alto e solo pochi italiani erano italofoni, gli altri usavano il dialetto per le loro
comunicazioni, anche chi sapeva la lingua ufficiale, molte volte faceva parte della
classe dirigente e comunicava con il popolo in dialetto
● L’Italia contava molte città, ma la stragrande maggioranza degli italiani viveva in piccoli
centri rurali e si sosteneva con l’agricoltura da cui derivava il 58% del PIL, mentre
l’industria e il terziario coinvolgevano solo il 30% della popolazione. Ma l’agricoltura
italiana non era favorita dalle condizioni naturali del paesaggio: solo il 20% dell’Italia
presentava un territorio adatto alle coltivazioni
● C’erano diverse tipologie di proprietà fondiaria: nel Nord e nella pianura padana c’erano
molte aziende agricole gestite con criteri capitalistici e che prevedevano mano d’opera
salariata, nell’Italia centrale dominava la mezzadria, il terreno era diviso in poderi dediti
all’autoconsumo e che dovevano metà del raccolto al padrone, non avevano così
spazio per gli investimenti, ma era un sistema apprezzato perché manteneva pace
sociale, infine a Sud e a Roma regnava il latifondo, nel quale i contadini erano legati da
contratti arcaici con i proprietari, da cui derivavano molte insurrezioni
● La vita della popolazione rurale era di bassissimo livello: si nutrivano solo di pane fatto
di cereali inferiori e legumi, andando in contro a malattie e denutrizione
● Le condizioni del Sud erano quelle più disagiate, ma molto spesso la classe dirigente
ne era all’oscuro, infatti il romagnolo Farini quando visitò il Meridione, comparò la sua
popolazione ai beduini. Vi erano pregiudizi verso il Sud ma anche un vero e proprio
divario, infatti qui la rete ferroviaria era del tutto assente e la produzione agricola era la
metà di quella del solo Piemonte. Questa spaccatura venne definita “questione
meridionale”
● La linea politica tenuta dalla prima classe dirigente dell’Italia unita, era affine a quella di
Cavour: accentramento, liberalismo economico, laicità. Il primo schieramento che
governò il paese venne chiamato Destra Storica ed era composto da moderati
piemontesi, lombardi, emiliani e toscani e da ben pochi uomini delle regioni meridionali.
Erano un gruppo omogeneo dal punto di vista sociale e politico, ma non si collocavano
veramente a Destra: la vera Destra clericale e nostalgica dei vecchi regimi si era
autoesclusa dalla politica, come la sinistra radicale dei mazziniani. All’opposizione c’era
la sinistra moderata, che puntava comunque a cambiare le istituzioni monarchiche e
poggiava su una base più ampia della destra, dava voce anche agli operai senza diritto
di voto. Chiedeva decentramento, ampliamento del suffragio e completamento
dell’Unità
● Destra e Sinistra rappresentavano comunque una parte ristretta del paese, infatti solo i
cittadini maschi di 25 anni, che pagavano 40 lire di imposte annue e che sapevano
leggere e scrivere potevano votare. Rappresentavano il 2% del paese e molti si
astenevano dal voto. I partiti non esistevano ancora e non vi erano programmi:
venivano eletti i notabili più conosciuti, che sedevano al Parlamento solo grazie a
poche centinaia di voti. Il governo poteva inoltre influenzare le elezioni (spingendo
soldati e amministratori a votare i candidati più moderati)
● Gli esponenti di destra dovevano scontrarsi con i rossi (rivoluzionari) e i neri (clericali)
per la gestione dell’Italia Unita. La Destra era aperta al decentramento (come in Gran
Bretagna), ma vedendo l’Unità minacciata dai gruppi sopracitati, cominciarono ad
adottare una politica accentratrice, estendendo ai territori appena conquistati la
legislazione piemontese, ma proclamarono anche leggi nuove: legge Casati
sull’istruzione (obbligo elementare e creazione di una scuola nazionale) e la legge
Rattazzi che affidava il governo dei comuni ad un consiglio ristretto, supervisionato da
un sindaco di nomina regia e suddivideva il territorio in regioni con prefetti
● Nel Mezzogiorno la situazione stava peggiorando: i contadini erano ostili alla nuova
classe politica e non sopportavano la nuova fiscalità. Scoppiarono così rivolte
generalizzate nel sud, fomentate dal clero e dai filo-borbonici; si formarono così bande
di banditi che attaccavano le piccole città e poi si rifugiavano sulle montagne per
riorganizzarsi. Lo Stato rispose con violente e sanguinose rappresaglie, nacquero
anche tribunali speciali che dovevano giudicare i banditi e così il brigantaggio sparì
● Con la fine del brigantaggio le questioni sociali che avevano portato i contadini a
insorgere non furono risolte: loro chiedevano terre e contratti d’affitto meno “arcaici”,
ma la ridistribuzione delle terre era lenta e molte venivano assegnate durante le aste, e
se le aggiudicavano i contadini benestanti o i borghesi
● Si unificò l’economia: si adottò una sola moneta, la lira e si propose il liberoscambismo
(dazi doganali molto bassi), ciò penalizzò le economie protezionistiche del sud, ma fece
sorgere un mercato nazionale, favorito anche dalla costruzione di strade e ferrovie. Si
ebbe un incremento della produzione agricola, mentre fu compromessa l’industria a
causa della concorrenza internazionale e anche perché vennero chiamate industrie
straniere a realizzare strade e ferrovie, perché offrivano prezzi migliori. Sparirono molte
industrie a sud, ma ciò non preoccupò la classe dirigente: pensavano che l’Italia
doveva basare la sua economia sull’agricoltura. Il tenore di vita però calava
● La Destra voleva pareggiare il bilancio, aggravato dai costi dell’unificazione e dalla 3a
guerra di indipendenza con l’austria. Alzarono le tasse e imposero addirittura la tassa
sul macinato, scatenando rivolte nel paese
● All’Italia manca ancora il Veneto e Roma. Cavour voleva annettere Roma attraverso la
diplomazia e quando morì la destra seguì questa linea politica ottenendo pochi risultati.
La sinistra voleva conquistare Roma attraverso una guerra di popolo, ma era protetta
da truppe francesi, inoltre ci si doveva muovere con cautela per non irritare il popolo
(che era cattolico al 99%). Cavour propose al Papa di continuare ad esercitare il suo
magistero spirituale, ma di rinunciare al potere temporale e di riconoscere il nuovo
Stato, ma Pio IX rifiutò
● Garibaldi allora, radunati circa mille volontari, mosse alla volta di Roma, ma venne
fermato da una truppa regia, perché rischiava di provocare l’intervento francese. L’Italia
sottoscrisse un Patto con la Francia: si impegnava a garantire i confini dello stato della
Chiesa (spostamento capitale a Firenze), ma le truppe francesi dovevano allontanarsi. I
Garibaldini allora provarono a fare insorgere i patrioti romani, così che sembrasse una
rivendicazione lecita e autonoma, ma Napoleone III mandò un esercito in Italia per
soffocare il moto
● L’Italia nel mentre si era alleata con la Prussia e aveva partecipato alla battaglia di
Sadowa che aveva decretato la sconfitta degli asburgo. Gli italiani tennero impegnati gli
austriaci via mare e via terra, anche se persero molte battaglie (orgoglio ferito e
convinzione di non potersi inserire fra le potenze europee), e dall’armistizio ottennero
solo il Veneto e il Friuli, mentre rimanevano sotto l’Austria il Trentino e il Venezia Giulia.
● La Prussia nel mentre sconfiggeva i francesi a Sedan: l’Italia vide l'occasione per
attaccare Roma. Prima cercò di trattare con Pio IX, ma egli fu irremovibile, così ne
1870 l’esercito regio aprì una breccia nelle mura di Porta Pia, accolto dalla
popolazione. Un un plebiscito si dichiarò l’annessione del Lazio all’Italia e la fine del
potere temporale; il governo si spostò a Roma e cercò di trattare con Pio IX,
proponendo la legge delle Guarentigie: lo Stato doveva versare una somma al
Pontefice, egli aveva il diritto di comunicazione postale, di extraterritorialità e di
possedere una sua guardia armata. Il Papa rifiutò formalmente, ma in fin dei conti si
avvalse di tale legge. Proclamò anche il “non expedit”: divieto per i cattolici di
partecipare alla politica e all’organizzazione del nuovo Stato
● Il governo passò poi alla Sinistra moderata, perché il popolo chiedeva meno pressione
fiscale e di poter accumulare ricchezza privata. L’esponente di Destra Minghetti, prima
di cadere, aveva proposto di statalizzare le ferrovie (prima possedute dai privati), ma la
proposta non fu accolta bene e salì al governo Depretis che formò un governo con soli
uomini di sinistra-moderata, e cercò di ampliare la base politica, includendo moderati di
sinistra e progressisti di destra. Propose un allargamento del suffragio, una riforma
dell’istruzione e sgravi fiscali. Con la legge Coppino la scuola diventava obbligatoria
fino ai nove anni e doveva essere gestita dai comuni: ma le famiglie continuavano a
non potersela permettere e il sostegno dei comuni fu scarso. Si proponeva una nuova
legge elettorale che faceva votare i cittadini maschi di 21 anni che avessero un diploma
di scuola elementare, oppure che pagassero 20 lire di tasse annuali, così i votanti
salirono al 7% della popolazione (ancora pochi), ma la nuova legge concesse di votare
anche agli operai del nord, che fecero salire il primo socialista: Andrea Costa
● Si rafforzava così l’estrema Sinistra e Depretis decise di stringere un passo con la
Destra di Minghetti: nacque il trasformismo, cioè quel fenomeno in cui sinistra
moderata e destra progressista si uniscono, facendo a meno delle loro ideologie. La
maggioranza si costruiva così ogni giorno con compromessi e patteggiamenti
● I Democratici di sinistra quindi si schierarono contro al trasformismo,si definirono
radicali, proposero una politica anticattolica e antiaustriaca e il sostegno ai bisognosi
● La Sinistra allentò la pressione fiscale (fine tassa sul macinato) e aumentò la spesa
pubblica, facendo ricomparire il deficit di bilancio. Gli unici miglioramenti si erano avuti
nell’agricoltura Lombarda e del mezzogiorno, che però era già progredita e nel
Ferrarese in cui ci furono bonifiche, altrove la situazione non era cambiata e la vita dei
contadini era ancora misera
● Iniziò un’inchiesta agraria condotta da Jacini che mostrava la situazione drammatica
dell’agricoltura e spingeva per una diversificazione della produzione e per lavori di
bonifica, ma non c’erano capitali privati/statali da usare per queste opere
● A causa poi della crisi dell’Agricoltura Europea la situazione italiana si aggravò, i prezzi
dei cereali calarono, così calò la produzione e aumentò la conflittualità nelle campagne
e le ribellioni. Molte persone emigrano all’estero o nel Nord italia (più sviluppato). La
politica capì che l’italia non poteva sostenersi solo con l’agricoltura
● La Sinistra e la Destra erano state sempre liberiste in economia, ma la situazione
attuale imponeva l’attuazione di una politica interventista e protezionista (come in
Germania). Si impose una tariffa doganale del ‘87 molto alta per i cereali importati ma
anche per proteggere le industrie laniere, cotoniere, siderurgiche e zuccheriere. Questa
scelta protezionistica sfavorì alcuni settori: sostenevano la siderurgia ma penalizzavano
l’industria meccanica, facevano alzare i prezzi (un bene per le industrie,un male per i
compratori), inoltre l’agricoltura del mezzogiorno, essendo in gran parte adibita
all’esportazione, ne risentì molto. Con il protezionismo si tagliavano i legami economici
con la Francia e così si optò per un’alleanza con Germania e Austria, anche perché la
Francia aveva occupato la Tunisia senza tenere in conto le aspirazioni italiane in
questo territorio. La triplice alleanza aveva un carattere difensivo e impediva all’Italia di
avanzare richieste su Trento e Trieste, terre irredente sotto il dominio asburgico (caso
di Oberdan: triestino impiccato dagli asburgo perché voleva l’unificazione con l’Italia).
L’alleanza doveva assicurare un equilibrio: se l’Austria aumentava i suoi possedimenti
lo doveva fare anche l’Italia, ma così non fu
● Depretis cominciò anche una sorta di impresa coloniale: acquistò la Baia di Assab
(Africa), cercò di creare buone relazioni con gli Etiopi, loro vicini, organizzati secondo
un sistema feudale, ma poi gli italiani provarono ad avviare una penetrazione
commerciale e furono ricacciati indietro dagli etiopi. Il governo decise di mandare così
più soldati a sostegno del contingente italiano in Etiopia
● L’Italia non aveva ancora sviluppato un proletariato industriale e di conseguenza
neanche movimenti operai. Gli “operai” dell’industria a volte svolgevano un secondo
lavoro o lavoravano in botteghe artigiane. Le uniche organizzazioni operaie erano le
associazioni di mutuo soccorso mazziniane, che puntavano ad educare il popolo e non
a indire scioperi o lotte di classe. Così alcuni agitatori organizzarono moti nelle
campagne, che fallirono e ciò diede lo spunto ad Andrea costa per creare una vera
organizzazione operaia romagnola, con un programma, che però non ebbe legami con
le comunità di operai a nord. Poi alcune associazioni operaie milanesi crearono il
Partito operaio italiano, poi nacquero le prime organizzazione sindacali e il socialismo
si diffuse tra operai e contadini. Tutte queste organizzazioni si volevano unire ma non
avevano una base ideologica concorde, si dovette infatti aspettare Turati per la
creazione del primo partito socialista italiano: egli era stato a contatto con operai
milanesi e con una socialista russa. Si incontrò a genova con tutti gli esponenti dei
movimenti operai, anche gli anarchici, che rifiutarono di darsi un’organizzazione e
quindi vennero allontanati. In questa occasione si definì il primo programma socialista:
il proletariato attraverso una lotta di classe doveva impadronirsi dei mezzi di produzione
● Era nato il Partito socialista italiano e così non tardò a nascere anche un movimento
cattolico. Alcuni cattolici cominciarono ad avvicinarsi alla politica (perché non
legittimavano lo Stato uscito dal Risorgimento) nonostante il “non expedit” e avviarono
l’Opera dei Congressi, controllata dal clero e ostile alla democrazia e al socialismo. Il
nuovo Papa, Leone XIII si aprì alla politica e i cattolici cominciarono ad avere una base
di massa
● Depretis morì e salì Crispi, uomo del meridione autoritario, che voleva rendere la
politica più autoritaria, seguendo il modello di Bismarck. Egli riorganizzò l’apparato
statale, rese i sindaci dei comuni con più di 10mila abitanti elettivi, ampliò il diritto di
voto, abolì la pena di morte con il codice Zanardelli e non limitò la libertà associativa
degli operai, almeno formalmente, ma nella realtà cercò di reprimere sia loro che i
cattolici. Sostenne la Triplice alleanza e la usò per difendersi dalla Francia e per
rilanciare l’iniziativa coloniale in Somalia, ma tale politica espansionistica era troppo
costosa e fu così costretto a dimettersi. Salì Giolitti che propose un programma
avanzato: tassazione progressiva e libera associazione. Egli non intervenne durante i
fasci Siciliani, in cui operai e agricoltori manifestavano contro il mal governo e per la
ridistribuzione delle terre. I conservatori furono ostili a tale politica e a causa dello
scandalo della Banca Romana (emissione fraudolenta di cartamoneta e manomissione
delle campagne elettorali) Giolitti fu costretto a dimettersi e ritornò al potere Crispi,
considerato l’uomo forte capace di rimettere ordine nel paese
● Egli inasprì le tasse per pareggiare il bilancio, creò la Banca d’Italia che aveva il
monopolio dell’emissione di carta moneta e dichiarò lo stato d’assedio in quelle regioni
insorte: i militari presero il controllo in Liguria, Toscana e Sicilia e repressero i
manifestanti. Il Partito socialista, considerato colpevole di aver aizzato i manifestanti fu
prima limitato (limitazione libertà di stampa e di associazione) e poi messo fuori legge
● Crispi fallì per la seconda volta: aveva cercato di stabilire un protettorato sull’Etiopia
con il Trattato di Uccialli, che però il negus aveva interpretato diversamente. Così
quando un contingente italiano cercò di penetrare in Etiopia venne represso dalle
armate del negus e si finì con la sconfitta di Adua. Ci furono manifestazioni in italia
contro la guerra coloniale perché non era sentita dal popolo ed era troppo costosa

Capitolo 17, L’europa del 900

● All’inizio del 900 l’Europa era attraversata da forti tensioni, le potenze si riarmavano, le
nazionalità dei piccoli stati emergevano, ma c’erano anche spinte pacifiste e progresso
tecnologico, visto con sfiducia da alcuni. In alcuni paesi si allargò il diritto di voto, in altri
erano le caste conservatrici a governare (Germania e Russia). Emersero due immagini
del primo 900: l’immagine della Belle Epoque improntata alla fiducia nel progresso e
nel benessere e l’immagine di un’epoca piena di tensioni e di riarmo, governata dalla
logica di potenza. C’erano alcuni eventi che vennero interpretati in maniera duplice: il
capitalismo finanziario era visto dai marxisti come il punto d’inizio di una nuova guerra,
altri pensavano che fosse un elemento di pace che collegasse fra loro le varie potenze;
il riarmo, per alcuni, faceva presagire una nuova guerra, per altri era un deterrente
● La prima guerra mondiale scoppiò sia per scelte sbagliate sia per cause profonde
● Bismarck aveva cercato di mantenere l’equilibrio in Europa, ma poi si dimise e si
formarono due blocchi: Francia, Russia e Gran Bretagna, e Germania, Austria e Italia.
La Germania inoltre inaugurò una nuova politica estera aggressiva, privilegiando
l’alleanza con l’Austria a quella Russa, di conseguenza la futura Urss trovò un alleato
nella Francia, la quale stava investendo nelle industrie russe. Francia e Russia
strinsero alla fine un’alleanza militare e la Germania si sentì schiacciata fra le due e
optò per la costruzione di una forte flotta per incutere rispetto all’altra sua rivale, la
Gran Bretagna, ma quest’ultima, preoccupata, cominciò anche lei a riarmarsi
● Gran Bretagna e Francia si riavvicinarono dopo aver appianato le loro divergenze in
Africa, poi la Gran Bretagna stipulò un’alleanza anche con la Russia dopo aver stabilito
le rispettive sfere di influenza in Asia. Il blocco di Francia, Gran Bretagna e Russia
venne chiamato Triplice Alleanza
● La Germania sviluppò un complesso di accerchiamento che la portò ad avere una
politica estera più aggressiva e a riarmarsi in caso di guerra preventiva
● Le potenze europee poi, in questi anni, stavano perdendo le loro convinzioni
egemoniche: sentivano sia la minaccia degli Stati Uniti e anche dell’estremo oriente,
dove la Cina voleva svincolarsi dai trattati ineguali, mentre il Giappone voleva condurre
una politica imperialista. Inoltre queste nuove potenze avevano un grandissimo
incremento demografico e si cominciò a parlare di pericolo Giallo
● Fra le potenze europee c’erano vecchi motivi di contrasto (revanscismo francia e la
questione Austro-Russa) e nuove questioni come la competizione navale anglo-
tedesca e l’aggressività della Germania. Ciò sfociò nella rivoluzione turca e nelle due
guerre balcaniche
● Ci furono due punti di frizione: Marocco e Balcani. Il Marocco era oggetto di contesa tra
Francia e Germania, ma la prima potenza la scampò e riuscì ad ottenere il territorio
africano anche grazie all’aiuto dei suoi alleati. Nei Balcani l’impero Ottomano si andava
disgregando anche perchè era in atto la rivoluzione dei giovani Turchi che volevano
portare modernizzazione nel paese, creare una monarchia costituzionale e attuare una
nuova politica economica. Il gruppo fece abdicare il sultano e creò una nuova
costituzione, che creò un ordinamento molto centralizzato e accentuò così le spinte
indipendentiste dei popoli a loro sottomessi (Balcani)
● Durante la rivoluzione turca, gli Austriaci inglobarono la Bosnia-Erzegovina, mandando
su tutte le furie la Serbia, ma la triplice alleanza riuscì a far accettare il fatto compiuto,
anche se l’Italia non accettava un’ulteriore espansione austriaca, così occupò la Libia,
si scontrò con i Turchi, ma vinse. Fu l’occasione per Serbia, Montenegro, Grecia e
Bulgaria per coalizzarsi e strappare territori all’Impero ottomano (prima guerra
balcanica). Da questa guerra nacque l’Albania per impedire ai Serbi lo sbocco sul
mare, ma la Bulgaria si sentiva sacrificata dalla nuova spartizione e così attaccò Grecia
e Serbia, che si difesero anche grazie all’aiuto di Romania e Turchia (seconda guerra
balcanica). La Bulgaria fu sconfitta e ridimensionata
● L'impero ottomano uscì sconfitto da queste due guerre balcaniche, la Serbia si era
ingrandita ma continuava ad essere ostile nei confronti degli asburgo, i quali avrebbero
voluto liquidare la serbia con una veloce guerra, ma sapevano che si sarebbero tirati
dietro la Russia e tutto il sistema delle alleanze occidentali
● Le potenze europee erano diverse anche per ordinamenti amministrativi: in Francia e in
Gran Bretagna c’erano organizzazioni rappresentative, in Austria, Germania e Russia
vi erano sovrani e governi rigidi e forti, basati sulle gerarchie militari, ma anche qui
nascevano i primi partiti di massa. In Francia la Repubblica continua però ad essere
contestata da nazionalisti, clericali e antisemiti. Questa tensione scoppiò nel caso
Dreyfus, nel quale si accusò falsamente un militare francese ebreo di aver collaborato
coi tedeschi. L’opinione pubblica si divise in due: c’era chi sosteneva le gerarchie
militari e lo stato maggiore e dichiaravano che Dreyfus fosse colpevole, portando anche
prove false, e chi, come intellettuali e una larga fascia di popolo, sosteneva l’innocenza
del militare. Il Presidente della repubblica alla fine lo graziò
● Dopo questo screzio i radicali presero il potere in Francia e vinsero le elezioni,
sciolsero molti partiti di destra e attuarono una politica anticlericale per affermare la
laicità della Francia, rompendo anche i rapporti con la Santa Sede. La Francia non era
all’avanguardia in fatto di riforme sociali. A ciò provvedettero Clemenceau e il socialista
Briand: limitarono l’orario lavorativo, crearono un giorno di riposo settimanale e le
pensioni di vecchiaia, ma non riuscirono ad applicare un’imposta generale sul reddito a
causa delle proteste operaie
● Dopo Clemenceau salirono i repubblicani-moderati con Poincaré che rafforzarono
l’esercito in vista della rivincita contro la Germania
● In Gran Bretagna regnavano gli unionisti di Chamberlain e i conservatori di Salisbury,
questo governo si impegnò nelle imprese coloniali ma anche nelle riforme sociali:
aumentavano i finanziamenti per le scuole elementari e medie, rimarginavano la
disoccupazione ma gli unionisti, sotto la pressione degli industriali vollero introdurre il
protezionismo e così la coalizione cadde, salirono così i liberali e alcuni laburisti, i quali
proposero una politica fiscale progressiva, ma tale tentativo si scontrò con la camera
dei Lord, roccaforte aristocratica colpita dall’opzione progressiva e quindi pose il diritto
di veto sulla legge finanziaria, pur non potendo. Le due camere iniziarono una lotta e i
liberali proposero il Parliamentary bill che negava ai Lord il diritto di veto e sotto le
pressioni di Giorgio V la camera aristocratica dovette accettare tale legge
● I liberali proposero anche l’Home Rule per l’Irlanda, alla quale veniva concesso un
governo e un parlamento ma rimaneva influenzata agli inglesi. La soluzione non
piacque né ai nazionalisti né all’Ulster conservatore, ma comunque il progetto fu
congelato dallo scoppio della 1a guerra mondiale
● In Germania era caduto il cancelliere Bismarck e l’SPD stava acquistando potere. Si
aprì però l’età guglielmina dato che l’Imperatore era Guglielmo II, ma chi sperava in
un’evoluzione liberale venne deluso dal nuovo sistema autoritario adottato
dall’Imperatore. Gli altri cancellieri che si susseguirono non ebbero la forza e il carisma
di Bismarck e non riuscirono ad imporsi all’Imperatore, il quale fu piuttosto influenzato
dai vertici militari. La Germania adottò la Weltpolitik che prevedeva un riarmo navale
contro la Gran Bretagna che stimolò l’economia tedesca e rinsaldò il legame tra Junker
e grandi industriali. Nell’industria nacquero le grandi concentrazioni come la Krupp, la
produzione aumentò e arrivò ai livelli degli Usa. Si intrapresero politiche nazionaliste ed
imperialiste perché la Germania non aveva un impero coloniale, ma dato che tutti i
continenti extraeuropei erano già stati spartiti la Germania puntò sugli unici disponibili,
come il Marocco
● Gli unici ad opporsi al nazionalismo tedesco furono i socialdemocratici, forza di
opposizione isolata, ma che vedeva aumentare i propri scritti ottenendo la maggioranza
relativa e ampliando il controllo sui sindacati e sulle cooperative, ma alla fine l’SPD si
allontanò dalla dottrina marxista e avallò tacitamente il nazionalismo
● Nell’Impero asburgico c’era un ritardo economico e contrasti nazionalisti. Era una terra
poco più ricca dell’Italia ma con alcune zone industrializzate come la Boemia, Praga e
Trieste e c’era una grande vitalità culturale (era la capitale europea della musica) ed i
partiti di massa crescevano, ma il sistema politico e le strutture sociali rimanevano
immobili. Il punto più dolente dell’Impero asburgico era costituito dai conflitti nazionali,
in parte risolti con la soluzione dualistica che nel ‘67 aveva diviso l’Impero in Austria ed
Ungheria (Ungheria nel Sud). Gli asburgo riuscivano a controllare le nazionalità
differenti appoggiandosi sui conservatori e sull’aristocrazia agraria, ma nel ‘900 i
movimenti nazionali crebbero. I cechi, i boemi e i moravi sottoposti agli austriaci
formarono il movimento dei giovani cechi e combattevano la germanizzazione forzata,
mentre gli slavi del Sud (serbi e croati), soggetti al dominio ungherese molto autoritario,
rivendicavano l’indipendenza e volevano unirsi al Regno di Serbia. Anche alcuni
ungheresi rivendicavano la totale autonomia
● Alcuni austro ungheresi, come Francesco Ferdinando, volevano trasformare la
monarchia da duplice a triplice, dando autonomia agli slavi del Sud, ma tale proposta fu
respinta dagli austriaci e in primo luogo dagli stessi Slavi, che volevano creare un loro
regno indipendente ed avvicinarsi alla Serbia
● In Russia vigeva ancora un sistema autocratico, c’era stato un tentativo di
industrializzazione con la costruzione delle ferrovie e il primo ministro Vitte aveva
inaugurato una politica interventista e protezionista, incoraggiando però l’afflusso di
capitali francesi nelle industrie russe, promuovendo un’industrializzazione calata dall’alto
● I centri industriali erano pochi, e gli operai erano presenti solo in città come
Pietroburgo, l’agricoltura (arretrata) rimaneva la base dell’economia russa e il tenore di
vita della popolazione non migliorò, la mortalità era alta e l’analfabetismo era diffuso
● Il popolo protestò per le pessime condizioni di vita e si diffusero correnti rivoluzionarie:
gli operai si riunivano attorno al partito socialdemocratico, i contadini attorno ai
rivoluzionari, ma tali gruppi non potevano partecipare alla politica e proporre riforme e
quindi organizzarono insurrezioni. La rivolta generale partì quando il popolo chiese allo
Zar Nicola II maggiori libertà politiche e interventi sociali.I manifestanti furono
duramente repressi e a volte anche uccisi, ma la guerriglia urbana si protrasse per
alcuni mesi, perché il grosso dell’esercito era impegnato nella Guerra di Crimea con il
Giappone. In questi mesi nacquero così i soviet all’interno delle fabbriche, ma quando
si firmò l’armistizio con il Giappone si spedì l’esercito a sedare la rivolta
● L’unica conquista della rivoluzione russa era stata la concessione da parte dello Zar di
una sorta di Parlamento, la Duma, eletta a suffragio universale, ma presentava troppi
progressisti e fu sciolta. Anche nella seconda Duma erano presenti molti estremisti e fu
nuovamente sciolta, la terza Duma invece eletta con una legge elettorale classista (i
voti dei proprietari terrieri avevano più peso) venne tenuta perché più facile da gestire
● Si cominciò la Restaurazione e il primo ministro Stolypin attuò una dura repressione,
ma l’accompagnò ad una riforma agraria, che distribuì appezzamenti di terra al fine di
creare una borghesia rurale, ma si finì per ingrossare le file dei kulaki o di altri contadini
agiati
● La Russia mentre domava la rivoluzione era impegnata anche nella guerra di Crimea
con il Giappone, il quale aveva già sconfitto l’impero cinese e voleva dominare il nord-
est asiatico, sul quale aveva messo gli occhi anche la Russia. Il Giappone attaccò la
flotta russa e assediò le sue basi, riuscì a sconfiggere l’esercito russo e l’armistizio
venne concluso con la mediazione degli Stati Uniti. Il Giappone ottenne il protettorato
della Corea e la Manciuria
● L’Europa intera era rimasta esterrefatta: una potenza come la Russia era stata sconfitta
in una vera guerra da una potenza orientale, il Giappone: ciò fece crollare il cosiddetto
mito della superiorità dell’uomo bianco. L’Oriente diventava così il terreno di
competizione fra Usa e Giappone
● Si svilupparono movimenti per l’indipendenza in Indocina, Filippine e in Cina,
quest’ultima vedeva il Giappone sia come potenziale nemico sia come modello da
imitare. La Cina era stata sempre oggetto di pressione commerciale da parte degli
occidentali, i quali si volevano spartire l’immenso impero millenario, ma ora fra i nemici
figurava anche il Giappone. In Cina si creò così un movimento xenofobo e razzista che
aveva come braccio armato l’organizzazione dei boxer, i quali compirono violenze
contro i rappresentanti delle grandi potenze e furono così repressi da un contingente
Americano, Europeo e Giapponese i quali ottennero anche nuovi territori in Cina
● In Cina si andava sempre più affermando il Nazionalismo e la dinastia dei Qing veniva
screditata.In questi anni di gettarono le basi per un movimento che univa
modernizzazione e lotta contro gli stranieri, infatti furono varate riforme che
introducevano libertà di stampa e diritto di voto
● Nacque un’organizzazione segreta nazionalista, con base nel Canton e capeggiata da
Sun Yat-Sen, il quale aveva come obiettivo l’indipendenza nazionale, la democrazia
rappresentativa e il benessere del popolo. Il movimento ottenne il sostegno di
intellettuali, piccoli borghesi e proletari industriali
● I Qing affidarono il controllo della rete stradale ad una compagnia straniera e ciò fece
insorgere il popolo e alcuni ufficiali (che si ammutinarono): Sun Yat-Sen venne
designato presidente della Repubblica, la dinastia dei Qing cadde e l’esercito
capeggiato da Shi-Kai che doveva fermare la rivoluzione si alleò con i manifestanti, ma
questa alleanza fra il “Kuomintang” di Sun Yat-Sen e i conservatori di Shi-Kai finì
presto, quest’ultimo mise fuori legge il Kuomintang e instaurò una dittatura personale
● Gli Stati Uniti diventavano la potenza egemonica nel Pacifico, accrescevano la propria
produzione industriale e vedevano nascere i primi Trust, come quello dell’acciaio.
Anche l’agricoltura progrediva e ampliava i suoi possedimenti ottenendo Filippine e
Hawaii. In questi anni venne eletto Roosevelt (repubblicano) che alternò pressione
economica alle minacce di interventi armati (big stick) e tale politica fu applicata a
Panama: qui si doveva costruire un Canale che avrebbe collegato Mar dei Caraibi e
Pacifico e gli americani chiesero e ottennero l’autorizzazione a gestire il ponte. Poi però
il senato di panama non ratificò il provvedimento e gli Usa fomentarono una guerriglia
urbana, riottenendo la tutela del canale
● Roosevelt diede importanza ai problemi sociali e limitò l’orario di lavoro,tutelò il lavoro
minorile e aumentò le assicurazioni, continuò a seguire la linea protezionista ma cercò
di limitare i Trust. Poi i Repubblicani si spaccarono e i democratici riuscirono a far
ascendere il loro candidato Wilson alla presidenza, il quale riprese la politica di riforme
sociali ma non proseguì la linea protezionista: abbassò le tariffe doganali d’entrata per
limitare i grandi Trust americani. In politica estera seguì i principi democratici e fu meno
aggressivo
● In America Latina l’economia girava attorno alle esportazioni verso i paesi occidentali:
si produceva caffè, canna da zucchero e grano per l’Europa. Molti europei inoltre
emigravano in questi territori per cercare lavoro e contribuivano alla costruzione dei
grandi centri abitati, come Buenos Aires
● I governi dell’america-latina avevano una facciata democratica-parlamentare che
nascondeva però una grande corruzione
● Si ebbero alcuni rivolgimenti politici: in Argentina, grazie al suffragio universale, salì
l’Unione Radicale che rappresentava la classe media, in Brasile invece scoppiò una
lotta rivoluzionaria tra il regime dittatoriale di Diaz e il gruppo di intellettuali, contadini e
borghesi che appoggiavano Madero, Zapata e Villa. Diaz perse e Madero divenne
presidente, ma coloro che lo avevano appoggiato si divisero: i moderati volevano
liberalizzare le istituzioni e i contadini volevano una riforma agraria. Madero non riuscì
ad accontentare nessuno dei due gruppi e un colpo di Stato portò al governo Huerta,
ma ci furono altri rivolgimenti e salì Obregon che inaugurò una politica di riforme sociali

Capitolo 18, l’Italia Giolittiana

● Alla fine dell’800 in Italia ci fu una crisi politico-istituzionale che portò all’evoluzione del
regime liberale e all’avanzata dei progressisti oltre che allo sviluppo industriale
● Crispi aveva già abbandonato la politica a causa del fallimento nell’Etiopia e così i
conservatori si erano rafforzati, facendo fronte comune contro socialisti e repubblicani. I
conservatori capeggiati da Sonnino volevano che il governo dipendesse solo dal
sovrano e non dalle Camere (“Torniamo allo Statuto”) e nel contempo ripresero la
repressione delle proteste sociali, infatti in questi anni gli italiani erano insorti a causa
dell’aumento del pane, ma il governo rispose con una repressione durissima: dichiarò
lo stato d’assedio e consegnò il potere all’esercito che arrivò anche ad uccidere i
manifestanti: ciò successe a Milano dove il generale Bava Beccaris aveva sparato sulla
folla e si cominciarono ad arrestare i socialisti
● I conservatori con Pelloux volevano far approvare un pacchetto di riforme volte a
reprimere il dissenso (limitazione scioperi e associazioni), ma le sinistre fecero
ostruzionismo, si arrivò così a scontri fisici e verbali anche all’interno del Parlamento
● L’ostruzionismo servì, infatti i progressisti acquistavano potere, ma il capo di governo fu
comunque il moderato Saracco, nel mentre Umberto I che aveva sostenuto la linea
Pelloux morì per mano di un anarchico e il trono passò a suo figlio, Vittorio Emanuele
III. Il governo Saracco allentò le tensioni anche grazie all’apertura del nuovo Re, il
quale vide però il leader del governo incerto e chiamò Zanardelli come nuovo capo del
governo, mentre Giolitti diventava ministro dell’Interno, quest’ultimo aveva una linea
non-interventista per quanto riguardava gli scioperi. Il nuovo governo limitò lo
sfruttamento minorile e femminile e istituì un organo che riuniva i capi dei sindacati, e
migliorò anche pensioni e assicurazioni
● In questo periodo i sindacati si consolidarono, nacquero le Camere del lavoro che
difendevano i lavoratori (operai), ed anche le leghe rosse (socialisti che difendevano i
braccianti) le quali chiedevano l’aumento dei salari e la riduzione dell’orario lavorativo
● I sindacati indissero nuovi scioperi a cui parteciparono gli operai delle industrie i quali
riuscirono ad ottenere un aumento del salario, come anche i lavoratori agricoli
● A fine 800 l’Italia conobbe il suo primo decollo industriale, grazie all’aumento delle
infrastrutture (rete ferroviaria) che facilitavano il commercio, così si aumentarono i
profitti e si investì nelle industrie. Vennero creati nuovi istituti di credito come la Banca
Commerciale e il Credito Italiano, la Siderurgia migliorò, il settore tessile progredì e
anche l'industria meccanica, pur essendo svantaggiata dal protezionismo. Quest'ultima
industria cominciò a produrre auto e nacquero aziende come la Fiat, anche l'industria
elettrica fece progressi
● L’economia italiana aumentò il prodotto pro capite e il volume della produzione
industriale. L'industria formava il 25% del prodotto nazionale. Il tenore di vita e le
retribuzioni aumentarono, una parte del salario venne destinata ad utensili, biciclette,
macchine per cucire, le città cominciarono a ingrandirsi e a dotarsi di servizi pubblici
(illuminazione,trasporti)
● Gli operai però abitavano ancora in case precarie, senza servizi igienici e senza
riscaldamento, avevano l'acqua corrente e le reti fognarie che fecero diminuire la
mortalità causata da malattie infettive
● Nonostante i progressi l'Italia era ancora arretrata rispetto all'Europa, il prodotto pro
capite era ancora basso e l'analfabetismo elevato, la gran parte del popolo lavorava
nelle campagne e vi era una forte emigrazione verso l'estero
● Dal 1900 al 1914 ci furono 8 milioni di emigrati, erano italiani che si dirigevano in
Europa o nelle Americhe, ma l'emigrazione dalle regioni settentrionali era temporanea,
quella meridionale e diretta verso le Americhe era permanente. questo fenomeno
allentò la pressione demografica e attenuò le tensioni sociali e inoltre gli emigrati
inviavano rimesse alle famiglie rimaste in Italia, giovando all'economia. l'emigrazione
fece però diminuire la forza lavoro italiana
● Il progresso economico non fu uniforme: l'industria si sviluppò del triangolo industriale e
gli operai si concentravano nel nord ed abitavano in queste regioni, pochi invece
provenivano dal sud. ci furono progressi nell'agricoltura ma si registrarono soprattutto a
nord, nel meridione l'agricoltura continuava ad essere povera anche a causa del cattivo
terreno. nel meridione era diffuso l'analfabetismo, la borghesia era subordinata alla
grande proprietà terriera, vigeva il rapporto di clientela e i giovani per ottenere un
impiego nella pubblica amministrazione si affidavano ai notabili locali. in questi anni
nacque il cosiddetto meridionalismo, una corrente che studiava i problemi del
Mezzogiorno, e che aveva molti esponenti, come i conservatori (Sonnino), i socialisti
(Salvemini) e i radicali (Nitti). tutti loro adottavano strumenti diversi, chi proponeva la
fine del protezionismo o chi suggeriva interventi specifici nel Mezzogiorno
● All'inizio del 900 Giovanni Giolitti diventò capo del governo dopo le dimissioni di
Zanardelli, egli era un liberale progressista e voleva allargare la sua influenza
alleandosi anche con il Socialista Filippo Turati che però rifiutò. Giolitti basava la sua
azione di governo sull'equilibrio parlamentare, cercava di creare una maggioranza
solida e compatta che non volle mai scalfire, anche a costo di sacrificare alcune nuove
proposte di legge. Le prime riforme che attuò Giolitti furono le leggi speciali per il
mezzogiorno, volte a modernizzare l'agricoltura attraverso stanziamenti e agevolazioni.
si voleva sviluppare un'industria anche nel sud e questi interventi speciali miravano ad
ottenere anche tale obiettivo. Giolitti propose di statalizzare le ferrovie, ma incontrò
opposizioni Socialiste e di conseguenza si dimise, lasciando il governo a Fortis, il quale
fece restare in piedi il governo per un anno, approvò la statalizzazione delle ferrovie e
lasciò poi la guida a Sonnino, ma Giolitti tornò al governo e realizzò la conversione
della rendita, volta a sanare il bilancio fiscale
● 3 anni dopo Giolitti si ritirò nuovamente e il Capo di Governo ritornò Sonnino e
successivamente divenne Luzzati il quale approvò una riforma con cui si dichiarava che
l'onere dell'Istruzione elementare gravava sullo stato.Giolitti tornò al potere e presentò
un programma vicino alla sinistra, volto ad estendere il suffragio a tutti i cittadini maschi
trentenni o ai diciottenni che sapessero leggere e scrivere o che avessero prestato
servizio militare.Nacque l’ina, ente per l’assicurazione sulla vita
● I primi 15 anni del 900 vengono definiti età giolittiana, perché Giolitti esercitò una vera e
propria dittatura parlamentare (più aperta di quella di Depretis) che si basava sul
sostegno di Giolitti alle forze moderne come la borghesia e il proletariato, sul tentativo
di fare entrare anche i nemici delle istituzioni nel sistema politico dei liberali, e sul
l'intervento dello Stato per correggere gli squilibri sociali. Grazie a questo sistema
Giolitti potete governare a lungo e poteva abbandonare temporaneamente la guida del
governo e ritornare al momento opportuno perpetuando la vecchia tradizione
trasformista. molto spesso, in questo quindicennio, si verificarono ingerenze
dell'esecutivo durante le lotte elettorali, soprattutto nel meridione
● Questo sistema venne criticato dai socialisti rivoluzionari e dai Cattolici che tacciavano
Giolitti di corruzione, i liberali e i conservatori accusavano Giolitti di venire a Patti con i
nemici delle istituzioni e di mettere in pericolo lo Stato, Salvemini lo definì ministro della
malavita e lo riteneva la causa dell'arretratezza del Mezzogiorno. Giolitti si trova a fare i
conti con una crescente impopolarità e le tensioni già presenti nel suo governo si
acuirono con la guerra di Libia
● Il suo predecessore, Crispi, aveva stretto la Triplice Alleanza con Germania e Austria
Ungheria, Giolitti invece appianò le divergenze e pose fine alla guerra doganale con la
Francia, con la quale strinse anche un accordo con cui si spartivano le sfere di
influenza in Africa: l'Italia si avvicinava alla Libia e la Francia al Marocco. tale accordo
non piacque ai tedeschi che puntavano allo stesso territorio ambito dalla Francia, come
agli italiani non piacque l’annessione della Bosnia Erzegovina all'Austria Ungheria
● In questi anni si diffuse il pensiero che l'Italia fosse una potenza di secondo rango e
che i suoi lavoratori fossero costretti a emigrare per cercare lavoro. Corradini affermava
che in quest'epoca c'era un contrasto fra paesi ricchi (ovvero le nazioni capitalistiche) e
paesi poveri, come l’Italia (nazioni proletarie) e tale pensiero trovò riscontro nel nuovo
movimento nazionalista che stava nascendo in Italia e che era favorevole
all'imperialismo e quindi alla conquista della Libia.I nazionalisti si trovarono alleati con i
cattolici che avevano favorito la penetrazione nella terra Libica
● La Francia nel 1911 imponeva il protettorato sul Marocco e così il governo italiano inviò
un contingente militare sulle coste libiche, ma si scontrò con l'impero turco che era
sovrano su quelle zone e che fomentò una guerriglia popolare. l'Italia per fronteggiare i
turchi estese il terreno di guerra occupando Rodi e il Dodecaneso, così turchi firmarono
l'armistizio e cedettero la Libia agli italiani i quali mantennero l'occupazione anche delle
altre due Terre. l'impresa Libica era costata molto all'Italia, ma non si era rivelata
fruttuosa: non si sapeva ancora che nel sottosuolo risiedessero grandi quantità di
petrolio e così Salvemini la paragonò ad uno scatolone di sabbia che non poteva offrire
lavoro agli italiani. i socialisti erano da sempre opposti a questa guerra, ma l'opinione
pubblica si era schierata a favore e aveva appoggiato l'impresa Libica con
manifestazioni patriottiche. il successo della spedizione fu più simbolico che concreto,
ma andò a rafforzare le ali estreme e non i liberali giolittiani, infatti i clericali, i
conservatori, e i nazionalisti cominciarono ad affermarsi sulla scena politica, mentre i
socialisti si indebolirono a causa di scontri interni ed entrarono così in crisi anche i
blocchi popolari, amministrazioni di centro-sinistra basate sull'alleanza tra liberali e
socialisti.Il liberalismo giolittiano cominciò a declinare e nel Partito Socialista la corrente
riformista di Turati lasciava spazio alla corrente rivoluzionaria che sosteneva la lotta di
classe e nel Congresso di Bologna questa corrente si pose alla guida del partito e
indisse il primo sciopero generale nazionale, Giolitti mantenne però una linea non
interventista. la manifestazione generale aveva messo in luce il poco coordinamento
nazionale fra i socialisti e così i riformisti crearono la CGL che riuniva i lavoratori, e gli
industriali risposero organizzandosi nella confindustria
● Nel Psi i contrasti crescevano, emergevano revisionisti-riformisti come Bonomi e
Bissolati che volevano trasformare il Psi in un partito del lavoro con scarse
connotazioni ideologiche e che si apriva alla collaborazione con i liberali e nel
Congresso di Reggio Emilia i rivoluzionari espulsero i riformisti-revisionisti dal Psi.
Alcuni riformisti rimasero nel Psi, come Benito Mussolini, direttore del giornale
socialista l’Avanti, che si appellava direttamente alle masse
● Si sviluppò anche un movimento cattolico italiano che cominciò ad influenzare la
politica. Prima i cattolici erano inquadrati nell’Opera dei congressi che non prendeva
provvedimenti rilevanti e poi si riunirono in un movimento cattolico e democratico
guidato da Murri e cominciarono a creare i loro circoli, le loro riviste e le leghe bianche
che dovevano aiutare i lavoratori
● Il nuovo Papa Pio X sciolse l’Opera dei Congressi, temendo che potesse cadere nelle
mani di Murri e creò 3 nuovi organismi: l’Unione popolare, l’Unione economico sociale e
l’Unione elettorale sorvegliate dall’Azione cattolica. Murri rifiutava di piegarsi al pontefice
e venne confessato. Il Papa era preoccupato per l’avanzamento delle sinistre e cominciò
ad avvicinarsi ai conservatori e ai liberali. Giolitti favorì questo avvicinamento,
continuando a sostenere la visione di uno Stato laico, così da allargare la sua base di
consensi. Il non expedit venne sospeso e alcuni cattolici, a titolo personale, si
candidarono nelle nuove elezioni. Le elezioni del 1913 (a suffragio universale maschile)
videro uniti liberali e cattolici grazie al patto segreto Gentiloni: i cattolici avrebbero votato
in blocco i liberali se questi ultimi si fossero impegnati a tutelare l’insegnamento privato
e a schierarsi contro il divorzio
● Grazie a questo patto quindi i liberali ottennero la maggioranza, ma era troppo
eterogenea, così Giolitti, rassegnando nuovamente le dimissioni e passando il governo
a Salandra, puntava a ritornare quando la situazione sarebbe stata più favorevole, ma
così non accadde, infatti i contrasti politici erano diventati troppo radicali e il governo si
divideva in due blocchi contrastanti: clericali e conservatori da una parte e le sinistre
rivoluzionarie dall’altra. Nel 1914 in una manifestazione anti-monarchica ci furono tre
vittime e ciò fece scoppiare un’ondata di scioperi appoggiati dai socialisti e da Mussolini,
i manifestanti assaltarono alcuni edifici e sabotarono linee ferroviarie. Tale evento venne
chiamato “Settimana rossa” e il governo fu costretto a intervenire per reprimere
l’insurrezione. Con lo scoppio della prima guerra mondiale finiva l’era giolittiana e i
conservatori si rafforzavano

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