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PROCEDIMENTO

SEMPLIFICATO DI
COGNIZIONE
Collocazione

► Libro II del c.p.c.; mentre il procedimento sommario era collocato


nel libro IV (conseguenze in punto di contributo unificato);
► Cognizione piena ed esauriente;
► Alternativa tra due tipi di procedimenti: ordinario e semplificato.
Ambito di applicazione

► Sia controversie in cui il tribunale giudica in composizione


monocratica sia in composizione collegiale (cfr. procedimento
sommario);
► Spazio di applicazione obbligatoria (art. 281 decies comma 1°);
► Spazio di applicazione facoltativa (art. 281 decies comma 2°).
“Domanda” di pronta soluzione

► La dottrina parla di svista del legislatore, perché dovremmo riferirci


alla domanda che si fonda su una prova di pronta soluzione (cfr.
art. 648 c.p.c.).
► Per prova di pronta soluzione intendiamo: mezzi di ricostruzione dei
fatti che prescindono dalla necessità di compiere un’attività diretta
alla formazione della prova (fatti notori, fatti pacifici tra le parti,
ammissioni del ricorrente) nonché prove costituende che
potrebbero essere assunte con immediatezza nell’ambito della
medesima udienza.
Fase introduttiva
► Art. 281 undecies
► Forma dell’atto introduttivo: ricorso (differenze con l’atto di
citazione);
► Avvertimento ex art. 163, comma 3°, n. 7 va adattato alle
caratteristiche del rito (il convenuto deve costituirsi non oltre dieci
giorni prima dell’udienza);
► Decreto di fissazione dell’udienza;
► Notifica del ricorso e del decreto (a cura dell’attore).
► Costituzione del convenuto.
► Preclusioni iniziali: domande riconvenzionali, eccezioni non rilevabili
d’ufficio, chiamata in causa del terzo (no preclusioni istruttorie; v.
infra).
Trattazione della causa

► Differenza con l’art. 183: non è richiesta la comparizione personale


delle parti per l’interrogatorio libero e il tentativo di conciliazione.
► Verifiche preliminari concernenti la regolare instaurazione del
giudizio (cfr. art. 171 bis).
► Verificare che sussistano i presupposti per la prosecuzione nelle
forme semplificate (281 decies comma 1°) (per tutte le domande,
anche per l’eventuale riconvenzionale).
► In assenza deve disporre il passaggio al rito ordinario.
► Analogamente nel caso di complessità della lite e dell’istruzione
probatoria.
Complessità della lite

► Problema: la complessità attiene solo al piano istruttorio?


► Nella vigenza del rito sommario si contrapponevano due
orientamenti:
► A) muovendo dalla lettera dell’art. 702 ter, comma 3°, la
complessità della causa andrebbe verificata esclusivamente sul
piano dell’attività istruttoria necessaria per la decisione;
► B) profili da valutare congiuntamente: complessità istruttoria,
complessità in diritto (questioni giuridiche), dimensione soggettiva.
► Rito semplificato: il passaggio dal procedimento semplificato a
quello ordinario va disposto tenendo conto congiuntamente dei
due parametri, secondo una valutazione non circoscritta al piano
istruttorio, ma estesa al profilo oggettivo e soggettivo della
controversia (cfr. art. 183 bis).
Mutamento del rito

► In conclusione, al di fuori delle ipotesi in cui la domanda si fondi su


fatti non controversi o su prova documentale o di pronta soluzione,
il giudice può sempre disporre il mutamento del rito valutando
come complessa la lite o l’istruzione probatoria.
LE PRECLUSIONI
Casi:

► Passaggio dal rito semplificato al rito ordinario;


► Prosecuzione della causa nelle forme del rito semplificato;
► Passaggio dal rito ordinario al rito semplificato.
► Problemi:
► A) Preclusioni istruttorie;
► B) Preclusioni allo ius poenitendi e allo ius variandi;
► C) Onere di contestazione.
Passaggio dal rito semplificato al
rito ordinario
► Art. 281 duodecies, comma 1°, c.p.c.:
► A) mancanza dei presupposti di cui all’art. 281 decies, comma 1°, c.
p.c.;
► B) complessità della lite e dell’istruzione probatoria.
► Il giudice dispone con ordinanza non impugnabile la prosecuzione
del processo nelle forme del rito ordinario fissando l’udienza di cui
all’art. 183, rispetto alla quale decorrono i termini previsti dall’art.
171 ter, c.p.c.
Prosecuzione della causa nelle forme del rito
semplificato
► Esercizio dei poteri che sono conseguenza dello sviluppo del contraddittorio (ius variandi):
► art. 281 duodecies, comma 2°, c.p.c.:
► Entro la stessa udienza l'attore può chiedere di essere autorizzato a chiamare in causa un
terzo, se l'esigenza è sorta dalle difese del convenuto. Il giudice, se lo autorizza, fissa la data
della nuova udienza assegnando un termine perentorio per la citazione del terzo.
► Se procede ai sensi del primo comma il giudice provvede altresì sulla autorizzazione alla
chiamata del terzo (quindi anche in caso di passaggio al rito ordinario, ma cfr art. 171 ter n. 1)
► La costituzione del terzo in giudizio avviene a norma del terzo comma dell'articolo 281
undecies.
… ancora sullo ius variandi

► art. 281 duodecies, comma 3°, c.p.c


► Alla stessa udienza, a pena di decadenza, le parti possono
proporre le eccezioni che sono conseguenza della domanda
riconvenzionale e delle eccezioni proposte dalle altre parti.
► Nuove domande (conseguenza delle domande o eccezioni delle
altre parti)?
► Dottrina: lettura costituzionalmente orientata della norma, tale da
ricomprendere la c.d. reconventio reconventionis o comunque la
domanda conseguente alle eccezioni del convenuto.
► Manuale: rinvia all’orientamento giurisprudenziale in tema di
modifica della domanda (ampia nozione di emendatio libelli).
Richieste istruttorie e ius poenitendi

► Due ipotesi:
► A) Concessione delle memorie ex art. 281 duodecies, comma 4°, c.
p.c.;
► B) Mancata richiesta o mancata concessione delle memorie ex art.
281 duodecies, comma 4°, c.p.c.
a) Concessione delle memorie ex art.
281 duodecies, comma 4°, c.p.c
► Se richiesto e sussiste giustificato motivo, il giudice può concedere
alle parti un termine perentorio non superiore a venti giorni per
precisare e modificare le domande, le eccezioni e le conclusioni,
per indicare i mezzi di prova e produrre documenti, e un ulteriore
termine non superiore a dieci giorni per replicare e dedurre prova
contraria.
b) Mancata richiesta o mancata
concessione delle memorie ex art. 281
duodecies, comma 4°, c.p.c.
► Il termine ultimo per l’esercizio dello ius poenitendi e per le
deduzioni istruttorie, nonché per contestare le allegazioni della
controparte, dovrebbe coincidere, analogamente a quanto
avviene per il procedimento sommario di cognizione, con la
celebrazione dell’udienza, prima della decisione sulla (eventuale)
prosecuzione della causa nelle forme semplificate.
Giustificato motivo
► Casi:
► Dal punto di vista soggettivo: impedimento apprezzabile che viene allegato
► Costituzione del convenuto direttamente in udienza;
► Novità che sono conseguenza dello sviluppo del contraddittorio (in particolare dalle difese
del convenuto al momento della costituzione) (es. proposizione di domanda riconvenzionale,
chiamata in causa di terza);
► Novità che sono conseguenza dello sviluppo del contraddittorio in udienza (es. proposizione
di reconventio reconventionis e/o di eccezione che consegue alla domanda riconvenzionale
e/o domande e eccezioni che sono conseguenza delle eccezioni proposte dalle parti;
domanda trasversale);
► Novità che prescindono dal contraddittorio: modifica della domanda; deduzioni, precisazioni,
istanze formulate dalle parti direttamente in udienza.
► Questione rilevabile d’ufficio dal giudice.
Istruzione e decisione

► In prima udienza o in quella fissata dopo il rinvio (es. dopo la


concessione delle due memorie) il giudice o ritiene la causa
matura per la decisione o ammette i mezzi di prova rilevanti e
procede alla loro assunzione.
► Istruttoria assoggettata alle regole ordinarie (cfr. procedimento
sommario).
► La fase decisoria è disciplinata dall’art. 281 sexies (composizione
monocratica) o dall’art. 275 bis (composizione collegiale).
Impugnazione

► La sentenza è impugnabile nei modi ordinari.


Passaggio dal rito ordinario al rito
semplificato
► Art. 183 bis c.p.c.
► All'udienza di trattazione il giudice, valutata la complessità della lite
e dell'istruzione probatoria e sentite le parti, se rileva che in
relazione a tutte le domande proposte ricorrono i presupposti di cui
al primo comma dell'articolo 281 decies, dispone con ordinanza
non impugnabile la prosecuzione del processo nelle forme del rito
semplificato e si applica il comma quinto dell'articolo 281
duodecies.
… segue: Tribunale Piacenza 1° maggio 2023
► La norma concede al giudice tale facoltà, apparentemente, solo in esito all'udienza di trattazione, solo previo
scambio di memorie ex art. 171-ter c.p.c. su tale specifica questione (dunque a ... danno processuale già
prodottosi) e solo ricorrendo i presupposti di cui all'art. 281-decies c.p.c. (causa non complessa o non
richiedente istruzione complessa).
► Tuttavia, tale disposizione deve interpretarsi in senso costituzionalmente orientato, collidendo frontalmente i
predetti apparenti vincoli non solo con il principio di cui all'art. 175 c.p.c. che assegna al giudice il dovere, non
già la mera facoltà, di esercitare "tutti i poteri intesi al più sollecito e leale svolgimento del procedimento", ma
soprattutto con gli artt. 24 e 111 Cost. Deve pertanto ritenersi, in tale prospettiva, ben possibile - perché
rispondente al miglior interesse di tutte le parti alla più sollecita ed efficiente trattazione della causa -
provvedere alla conversione del rito ordinario in rito semplificato: 1) anche d'ufficio, essendo valutazione
discrezionale del giudice ("se ritiene .... dispone") (il che, per inciso, vale ad escludere che "dispone" significhi
decisione vincolata, come pure è stato sostenuto in dottrina); 2) anche prima dell'udienza, proprio perché
occorre evitare quell'abnorme, esponenziale moltiplicazione di memorie ex art. 171-ter c.p.c. che
oggettivamente complica la trattazione in assenza di una apprezzabile contropartita, rectius di utilità ed
economia processuale; 3) anche in assenza di contraddittorio su tale punto specifico, non essendo
agevolmente ravvisabile una lesione del diritto di difesa ad opera di un provvedimento che in luogo di un rito
ingestibile opti per uno più celere ed efficace, che di per sé tutela maggiormente tutte le parti. E ciò sol che si
consideri come, una volta che si sia ritualmente definito il contraddittorio nelle più idonee forme consentite dal
rito semplificato, sarà sempre possibile per il giudice procedere ad ulteriore conversione del rito in ordinario ove
emergano i profili di complessità in diritto e/o in fatto che giustifichino detto revirement.
► Nel caso di specie, pertanto, la conversione del rito - possibile per l'attuale insussistenza dei predetti profili di
complessità - è funzionale altresì a consentire l'ordinata ed efficiente instaurazione del contraddittorio, laddove
il richiamo, operato dall'art. 183-bis c.p.c. nuovo testo, al quinto comma dell'art. 281-duodecies c.p.c. non può,
ovviamente, significare che si debba applicare solo detto ultimo comma e non anche i precedenti ove ne
sussistano i presupposti.
PROCEDIMENTO
DAVANTI AL
GIUDICE DI PACE
► Segue il rito semplificato di cognizione in quanto compatibile.
Forme della domanda (art. 316)

► Forme del procedimento semplificato.


► Anche verbalmente (il gdp fa redigere processo verbale, da
notificare unitamente al decreto di fissazione dell’udienza).
Rappresentanza (Art. 317)

► Le parti possono farsi rappresentare da persona munita di mandato


(la norma riguarda la rappresentanza processuale volontaria).
Contenuto della domanda (art.
318)
► La domanda si propone con ricorso sottoscritto a norma dell’art.
125, che deve contenere l’indicazione del giudice e delle parti;
l’esposizione dei fatti; l’indicazione del suo oggetto.
► Quindi segue le forme dell’art. 281 undecies, ma se vogliamo
ancora più semplificate (lì è prescritta l’osservanza dell’art. 163
cpc).
► (Tuttavia visto il rinvio dell’art. 316 cpc alle norme in materia di
procedimento semplificato è consigliabile che il ricorso contenga
comunque tutte le indicazioni prescritte dall’art. 281 undecies cpc;
con l’avvertimento di cui all’art. 163, comma 3°, n. 7 adattato al
procedimento, quindi con il richiamo agli artt. 281 undecies, commi
3° e 4°).
Decreto di fissazione dell’udienza.

► Art. 318 comma 2°, entro cinque giorni dalla designazione il gdp
fissa con decreto l’udienza di comparizione delle parti a norma
dell’art. 281 undecies comma 2° (quindi assegnando un termine di
costituzione per il convenuto che deve avvenire non oltre 10 gg.
prima dell’udienza; il ricorso e il decreto devono essere notificati a
cura dell’attore al convenuto; tra il giorno della notificazione del
ricorso e quello dell’udienza devono intercorrere termini liberi non
minori di 40 gg. per la notificazione in Italia; 60 gg. per la
notificazione all’estero).
Costituzione dell’attore (art. 319)

► L’attore si costituisce depositando il ricorso notificato o il processo


verbale di cui all’art. 316 unitamente al decreto di cui all’art. 318 e
con la relazione della notificazione e la procura (quando occorre).
► Che vuol dire il ricorso notificato?
► Duplice costituzione?
► La costituzione si perfeziona in un secondo momento rispetto al
deposito del ricorso?
► Soluzione: l’attore notifica il ricorso e il decreto e ne dà prova in
udienza.
► Se non dà prova?
Costituzione del convenuto (art. 319)

► Mediante deposito della comparsa di risposta (nel termine


assegnato e comunque non oltre dieci giorni prima dell’udienza),
nella quale proporre tutte le sue difese, prendere posizione sui fatti
posti dall’attore a fondamento della domanda, indicare i mezzi di
prova e documenti (non a pena di decadenza), mentre a pena di
decadenza (proporre domande riconvenzionali, eccezioni in senso
stretto e chiamata in causa del terzo).
Trattazione della causa

► Non c’è possibilità di mutare il rito da semplificato ad ordinario.


► Art. 320: il giudice interroga liberamente le parti e tenta la
conciliazione (se riesce si redige processo verbale, altrimenti trovano
applicazione le disposizioni che regolano la trattazione nel
procedimento semplificato).
Decisione

► La decisione avviene ai sensi dell’art. 281-sexies c.p.c., richiamato


espressamente dall’art. 321, primo comma, c.p.c.
► Rimane fermo però il termine di quindici giorni dalla discussione
orale in udienza per il deposito della sentenza.
► N.b. art. 113, comma 2°, il gdp nelle cause di valore non superiore a
millecento euro decide secondo equità.

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