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SOMMARIO: Cap. I: Gli incombenti del Giudice designato ex art. 168 bis anteriori
alla I' udienza di comparizione - 1. Art. 168 bis u.c.: smistamento dei fascicoli
da parte dellistruttore: un passaggio organizzatorio destinato a scomparire? 2. Art. 269 cpv c.p.c.: lo spostamento della prima udienza di comparizione
dovuto alla chiamata del terzo richiesta dal convenuto: permane la funzione
acceleratoria della disposizione? - Cap. II: Gli incombenti dell'istruttore
nelludienza di prima comparizione - 1. Le verifiche preliminari ex art. 180
c.p.c. un elenco incompleto e ridondante - 2. I controlli effettivamente
realizzabili sulla base degli atti difensivi iniziali: a) controllo della tempestiva
costituzione di almeno una delle parti (artt. 171-307 c.p.c.); b) controllo della
regolare costituzione delle parti (art. 182 c.p.c.); c) controllo della validit
degli atti introduttivi (artt. 164-167 c.p.c.); d) controllo sulla esistenza e
validit della notificazione della citazione (art. 291 c.p.c.); e) controllo sulle
eventuali intervenute decadenze (art. 167 c.p.c.); f) l'art. 181: la mancata
comparizione delle parti in prima udienza - 3. Verifiche solo eventualmente
realizzabili alludienza ex art. 180 c.p.c.: a) controllo sulla completezza del
contraddittorio (art. 102 c.p.c.); b) sospensione del procedimento ex art..
295 c.p.c.; c) riunione di procedimento Cap. III: Gli incombenti
dellistruttore nell'udienza ex art. 180 c.p.c. diversi dalle verifiche preliminari
- 1. Provvedimenti doverosi: termine al convenuto e fissazione della prima
udienza di trattazione: sono atti del procedimento del tutto inevitabili? 2.
Provvedimenti condizionati dalle istanze delle parti: a) provvisoria esecuzione
e sospensione della esecutoriet del decreto ingiuntivo (artt. 648-649 c.p.c.);
b) ordinanze anticipatorie ex art. 186 bis ter e quater.
Introduzione
La soluzione definitivamente accolta (1) dal legislatore di codificare la distinzione tra
udienza di prima comparizione (art. 180 c.p.c.) e prima udienza di trattazione ha avuto
il pregio di aver fornito materiale normativo da esaminare e valutare non pi
sottoponibile a revisione (2).
Prima di allora, la vigenza meramente temporanea di numerose disposizioni (3) e la
tecnica "atomistica" di introduzione delle disposizioni novellate (4) aveva determinato
(1) Con la legge di conversione 20-12-95 n. 534 (in G.U. serie generale - n. 296 del 2012-95. Il testo coordinato del d.1. 18-1-95 n. 432 con la legge di conversione in
G.U. 28-12-95 n. 302, serie generale, p. 40. Lart. 4 del d.1. riporta le modifiche all'art.
180 c.p.c. in esame. In appendice alla relazione - sub A).
(2) Le critiche sulla inutilit e non opportunit normativa in oggetto sono state indicate
in modo accurato e completo nei numerosi commenti gi apparsi nelle riviste. Per una
disamina pi approfondita cfr nota a margine Pretura Monza ord. 29-9-95 in Foro It.,
1995, p. 3298. Si in particolare criticato la anelasticit della dicotomia tra le due
udienze e la difficolt di far rientrare talune attivit processuali nelle verifiche preliminari
(udienza ex art. 180 c.p.c.) o nelle questioni attinenti alla definizione del thema
decidendum.Anche la Corte Costituzionale con la sent.n84.del 1996 ha ritenuto non
irragionevole la bipartizione della fase preparatoria introdotta con il novellato
art.180 cpc in quanto fondato sullesigenza di consentire pi ampiamente la difesa
al convenuto.
(3) Cfr.: da ultimo la abrogazione del novellato art. 181 c.p.c. per effetto della citata
legge di conversione (nota 1) e la reintroduzione del regime anteriore al 1-1-93 in
ordine alla mancata comparizione delle parti in prima udienza ed in quelle successive.
La sorde della disposizione contenuta nell'art. 181 esemplificativa delle divergenti
pressioni subite dal legislatore della novella ad una iniziale applicazione del regime di
cancellazione della causa dal ruolo alla prima udienza in cui non comparivano le parti
alle sole cause pendenti dopo il 1-1-93 (ex 1. 26-11-90 n. 353 cos come modificata
dalla 1. 14-12-92 n. 477). Si pervenuti ad una estensione della nuova regola anche
alle cause pendenti (ex d.1. 121/95) ed ora, invece definitivamente applicabile la
disciplina vigente prima dell'entrata in vigore della legge n. 353/90.
(4) A parte il "corpus" omogeneo relativo al procedimento cautelare uniforme (art. 669
bis e ss.) le altre disposizioni della 1. 26-11-90 n. 353 sono entrate in vigore in tempi
differenziati e con estensione applicativa distinta nel tempo. Per esempio: le
controversie pendenti al 1-1-93 erano integralmente assoggettate al rito antevigente.
Con il d.1. n. 121 del 20-4-95 sono state ritenute applicabili a tali controversie le
disposizioni della novella in precedenza vigenti solo per le cause instaurate dopo il 1-193 (si tratta in particolare delle disposizioni nuove in materia di rito nei procedimenti
connessi - ordinanze anticipatorie di condanna - cancellazione cause dal ruolo,
2
Pret. Lecce, 9/4/96 (ord) in Giur. It. 1997, I,2, 104; Trib.Bari 26/9/95 in Corr. Giur.,
1996,700; Trib: Modena 6/3/96 in Giur. It. 1998,I,2, 690
14
Pret. Torino 11 luglio 1997 ult. cit.
4
Corte di Cassazione sez II civile, 24 maggio 2000 n.6808 in Foro It. 2000, I,31633169 con nota ciritca di M.G.Civinini. I precedenti di merito in termini sono Trib.
Modena ult. cit.
16
Pret. Torino 3 giugno 1996e 11/7/96 (ord) in Giur. It. 1998, I,2, p.690-692 e Pret.
Reggio Emilia 21/12/95 in Giur. It. 1996, I, 2, 404. Le preonunce ritenevano
applicabile iltermine di cui al secondo comma dellart. 180 c.p.c. solo alle parti
costitutite.
5
risiede per sulla considerazione che ludienza ex art.183 cpc anche il momento in
cui si maturano rilevanti preclusioni in ordine alle questioni di competenza e
connessione ed in ordine alla definizione del petitum ed al potere di modificare le
domande e le eccezione. La soppressione di tale udienza pertanto preclude alle parti
definitivamente di esercitare le facolt processuali che trovano uno sbarramento
temporale in tale udienza.
Le stesse perplessit induce listanza delle parti volta a sopprimere linterrogatorio
libero e con esso tutte le attivit proprie delludienza ex art.183 cpc con
provvedimento finale di fissazione dei termini istruttori.
Viene in rilievo per questa evenienza il potere-dovere del giudice di valutare se siano
da esaminare questioni che non possono pi essere riproposte dopo lesaurirsi
procedimentale delludienza ex art.183 cpc.
Si deve, al riguardo sottolineare che tali problemi non sorgono quando in prima
udienza di comparizione il giudice disponga la rimessione della causa in decisione
perch in questo caso la causa viene decisa in prima udienza ex art.80 bis disp.att.cpc
senza precludere in caso di rigetto della questione preliminare o pregiudiziale lo
sviluppo del procedimento a cognizione piena.
Cap. I - Gli incombenti del giudice designato ex art. 168 bis anteriori alla prima
udienza di comparizione.
Lesame delle disposizioni sulle quali scandita la fase introduttiva del procedimento
ordinario viene condotta attraverso gli incombenti dell'istruttore all'udienza di prima
comparizione e nella prima udienza di trattazione.
E necessario individuare con esattezza nelle singole controversie gli adempimenti ed i
passaggi procedimentali ineliminabili, senza affidarsi meccanicisticamente all'apparente
inderogabilit del sistema di sdoppiamento delle udienze e di separazione delle attivit
da eseguirsi in ciascuna di esse che emerge dall'esame letterale degli artt. 180 e 183184 c.p.c. (per i mezzi di prova).
Lobiettivo rimane fissato nell'effettivit della trattazione e, conseguentemente,
indispensabile avere la chiara definizione - per ciascuna scansione procedimentale - del
potere dispositivo delle parti e del contenuto della funzione di direzione del giudice
senza omissione negli adempimenti doverosi (17), anche in presenza dell'accordo delle
parti, ma anche senza forzature procedimentali quando l'appesantimento non solo
temporale del processo inversamente proporzionale alla limitatezza dell'oggetto
controverso.
1) Art. 168 bis u.c.: smistamento dei fascicoli da parte dellistruttore: un passaggio
organizzatorio destinato a scomparire?
Gli adempimenti del giudice designato ex art. 168 bis secondo comma c.p.c. per il
procedimento a cognizione piena verificabili anteriormente alla udienza di prima
comparizione riguardano la integrazione del contraddittorio ad istanza di parte
convenuta (art. 269 2 co.), la eventuale introduzione di un sub-procedimento
incidentale di natura cautelare od anticipatoria (art. 669 quater); la necessit di natura
organizzatoria di distribuire le prime udienze secondo tempi diversi da quelli risultanti
dalla citazione a comparire indicata dalla parte.
Conviene partire da quest'ultimo incombente divenuto con lo sdoppiamento in due
udienze della fase introduttiva, meramente eventuale.
Una delle finalit della prima udienza di comparizione consiste proprio nella possibilit
di smistare le controversie da rinviare per la prima udienza di trattazione secondo le
esigenze dell'agenda di ciascun giudice in modo da poter dedicare all'interrogatorio
libero ed alla trattazione delle questioni rilevabili d'ufficio un segmento temporale
delludienza da fissare adeguato alla complessit delle singole controversie.
Inoltre la preparazione delle cause per la prima udienza di trattazione dovrebbe essere
facilitata dalla conoscenza, ancorch superficiale, degli atti introduttivi del giudizio
disponibili all'udienza ex art.180 c.p.c..
Viene meno, di conseguenza, la concreta utilizzabilit dell'art. 168 bis ultimo comma,
secondo il quale il giudice istruttore pu differire con decreto da emettere entro cinque
giorni dalla presentazione del fascicolo, la data della prima udienza fino ad un massimo
di quarantacinque giorni.
E stata espunta dalla disposizione originaria la parte relativa all'ininfluenza dello
spostamento d'udienza sulle decadenze. Rimane invece inalterato il termine di
costituzione tempestiva nel caso in cui il differimento dudienza rispetto a quello
indicato dalla parte nellatto introduttivo dipende da impedimento del giudice e non
frutto di un suo specifico provvedimento organizzatorio.
La differenza di regime delle decadenze per questa fattispecie, disciplinata al comma
quarto dellart.168 bis cpc e quella introdotta con la novella, di cui al comma quinto,
stata sottoposta allesame della Corte Costituzionale sotto il profilo della ingiustificata
disparit di trattamento. La Corte ha ritenuto la questione manifestamente infondata in
quanto lintroduzione della disposizione di cui allart.168 bis quinto comma si
giustificava nellimpianto originario della novella con la fondamentale esigenza di porre
il giudice nelleffettiva possibilit di conoscere il thema decidendum mentre il
differimento officioso ex artt.168 bis quarto comma cpc risiede nellesigenza di
disciplinare preventivamente ed in via automatica loggettiva impossibilit di tenere
udienza nella data indicata dalle parti18.
18
Corte Cost. 30 dicembre 1997 n. 461 in Giur. It. 1998, I,1, 1791 con nota di
Annarita Gili la quale rileva che la conclusione della Corte era prevedibile sotto il
profilo della indicata identit di ratio da parte del giudice remittente. Sarebbe stato pi
incisivo secondo questo orientamento dottrinario sottolineare che entrambi i rinvii sia
8
Prima della introduzione della udienza di prima comparizione nei numerosi incontri di
studi e di ricerca di prassi uniformi che hanno scandito la gestazione frazionata della
novella era emersa la concreta eventualit di non comprimere tutte le attivit
procedimentali relative alla fase introduttiva, mediante un'udienza preliminare destinata
alla distribuzione razionale delle cause al fine di renderne effettiva la trattazione
ancorch differita ad una udienza successiva.
Non vi era per una unanimit di orientamento sull'utilizzazione generalizzata o mirata
di tale separazione della fase introduttiva (salvo i casi in cui la estensione del
contraddittorio o la rinnovazione degli atti introduttivi non imponevano di fatto la
moltiplicazione della prima udienza) proprio perch si sottolineava l'esistenza di uno
strumento avente analoghe finalit come il potere di differimento della prima udienza ex
art. 168 bis u. comma.
Si voluto accennare all'intenso dibattito che ha preceduto l'introduzione dell'art. 180
c.p.c. novellato non tanto per evidenziare la compatibilit del sistema preesistente con
la concreta possibilit di distribuire la fase introduttiva in pi di un'udienza, ma
piuttosto per suggerire un uso veramente marginale dell'art. 168 bis ultimo comma,
con l'attuale codificazione ed applicazione generalizzata cogente della separazione tra
udienza destinata alle verifiche preliminari e prima udienza di trattazione.
La utilizzazione del potere discrezionale di differire la prima udienza ex art. 168 bis fino
ai 45 giorni congiunta con il lungo termine a comparire stabilito all'art. 163 bis
potrebbero consentire al convenuto di costituirsi ex art. 167 c.p.c. e
conseguentemente proporre tempestivamente domande riconvenzionali e chiamata di
terzo, con uno spatium deliberandi che pu superare gli 80 giorni (19).
La dilazione temporale sembra veramente eccessiva se comparata alla marginalit delle
decadenze connesse alla costituzione successiva al termine di cui all'art. 167 c.p.c.. ma
si tratta di uno spatium deliberandi destinato ad incrementare fortemente se si assume
come termine finale quello stabilito all'art. 180 c.p.c. per la proposizione delle
eccezioni processuali e di merito.
Scegliendo questa seconda modalit di costituzione, il convenuto ha un tempo di
allestimento delle proprie difese che pu divenire veramente lungo in quegli uffici ove
non sia possibile fissare in tempi ravvicinati alla udienza di prima comparizione la
udienza ex art. 183 c.p.c. soprattutto se prevarr la prassi di concedere il termine
massimo consentito dalla legge e consentire il deposito della ed. comparsa di risposta
bis fino al ventesimo giorno prima dell'udienza ex art. 183 (non computando ex art.
155 c.p.c. il giorno in cui fissata la udienza (20).
che vengono disposti ex art. 168 bis quarto comma sia ex quinto comma sono del
tutto indipendenti dalla volont delle parti.
(19) Il rilievo con riferimento ad esperienze di ordinamenti diversi di CAPPONI in op.
ult. cit., p. 16 e ss. ove sottolineato che nel tempo in cui il convenuto nel ns.
ordinamento pu validamente costituirsi, in altri ordinamenti viene decisa la causa.
(20) Per questo modo di computare il termine cfr: BALENA op. cit. pag. 138 contra
9
Cfr. Trib. Milano 2 luglio 1996 (ord) in Giur. It., 1997, I,2, 305 con nota adesiva di
Dalmotto. La costitutzione tempestiva e listanza di spostamento dudienza possono
anche non essere contestuali purch eseguite nel termine di costituzione tempestiva. In
un precedente dello stesso Tribunale era stata sancita la rilevabilit dufficio della
chiamata in causa tardiva. Trib. Milano (ord), 19 dicembre 1995 in Giur. It,, 1997, I, 2,
266.
12
La conoscenza degli atti difensivi del convenuto da parte dell'attore non sembra per
idonea ad eliminare i dubbi di una disparit di trattamento tra le parti.
Anche il convenuto, al momento della tempestiva formulazione dell'istanza ex secondo
comma art. 269 c.p.c. conosce l'atto di citazione e si trova in condizioni difensive
pressoch analoghe a quelle dell'attore (27).
Al giudice che ha l'incombente di provvedere ex art. 269 2 comma c.p.c. si
prospettano diverse alternative pratiche:
a) spostamento doveroso dell'udienza di prima comparizione senza la preventiva
valutazione della connessione, comunque differibile e concretamente realizzabile
con la separazione dei giudizi;
b) esame preventivo non solo della ritualit della richiesta ma anche del requisito della
"connessione" ancorch in una fase processuale nella quale ancora non si
formato il contraddittorio.
La Corte Costituzionale investita della questione della compatibilit costituzionale
dellart.269 secondo comma c.p.c. in relazione al terzo comma ne ha escluso la
fondatezza28.
All'esito di un incontro finalizzato ad una prima valutazione delle modifiche introdotte
con il d.1. n. 238/95 avvenuto fra i magistrati dell'Emilia Romagna stata da alcuni
prospettata la possibilit di differire la decisione sulla chiamata in causa del convenuto
alla prima udienza di comparizione gi fissata, in modo da garantire sostanziale parit di
trattamento tra le parti (29), sul rilievo che la previsione dello spostamento d'udienza
stabilito all'art. 269 c.p.c., capoverso, fosse pi coerente con il quadro normativo
iniziale della fase introduttiva caratterizzato da una prima udienza carica di
adempimenti ed in particolare incentrata sulla partecipazione personale delle parti.
Con la previsione di una scansione processuale aggiuntiva dedicata esclusivamente alle
verifiche preliminari, l'esigenza di razionalizzazione sottesa allo spostamento
necessitato della udienza di prima comparizione verrebbe meno, tanto pi che stato
codificato per tale udienza il controllo sulla completezza del contraddittorio, ove
questo adempimento sar possibile prima della completa formazione del thema
(27) Vedi per tutti: G. OBERTO in "La riforma del processo civile", Roma, 1994, vol.
1, pag. 260 ss.
28
Corte Cost. sent. N. 80 del 1997 con la quale stato stabilito che il potere del
convenuto di chiamare in causa un terzo senza il preventivo vaglio di ammissibilit del
giudice corrisponde al potere dellattore di chiamare un giudizio una pluralit di parti
con latto introduttivo del giudizio. Con la sentenza n. 260 del 1997 la Corte era
intervenuta dichiarando lillegittimit costituzionale dellart. 271 primo comma nella
parte in cui non estende al terzo lapplicabilit del secondo comma dellart. 167 c.p.c e
la conseguente facolt di proporre domande riconvenzionali in caso di costituzione
tempestiva.
(29) Per l'attore che intenda chiamare in causa un terzo la "prima udienza" quella di
trattazione come risulta dall'art. 183 penultimo comma.
13
decidendum (cfr. il richiamo espresso all'art. 102 c.p.c. contenuto nell'elenco, degli
adempimenti da eseguire all'udienza di prima comparizione).
La soluzione suggestiva ma incontra due obiezioni: la prima e testuale in quanto l'art.
269 c.p.v. verrebbe abrogato per tutta la parte non disciplinante la decadenza
temporale per la proposizione dell'istanza; la seconda sistematica.
Con l'adozione della soluzione indicata, alla possibile sufficienza di una sola udienza di
prima comparizione ancorch spostata in avanti nel tempo, si sostituirebbe la quasi
certa duplicazione dell'udienza ex art. 180 c.p.c. dovuta alla citazione del terzo.
Quale che sia la prima udienza di comparizione successiva alla richiesta di parte
convenuta formulata ex art. 269 c.p.c. primo capoverso deve ribadirsi che in questa
udienza vanno svolti tutti gli adempimenti previsti dalla legge in materia di verifiche
preliminari.
Ludienza destinata alle verifiche preliminari secondo il novellato art. 180 c.p.c. pu
non esaurirsi in una sola sessione temporale e snodarsi almeno in due udienze quando
l'attore ex 3' comma art. 269 c.p.c., richieda espressamente gi all'udienza di prima
comparizione di essere autorizzato a chiamare un terzo. Al riguardo la Suprema Corte
ha stabilito che la chiamata in causa del terzo ad opera dellattore non pu essere
autorizzata dal giudice dopo la prima udienza di comparizione se lesigenza sorta
dallesame della comparsa di risposta, in caso di costituzione tempestiva, o alla prima
udienza di trattazione, se lesigenza sorta dopo lo svolgimento delludienza ex art.
180 c.p.c (se la costituzione del convenuto avvenuta in tale udienza o lesigenza
sorta a causa della proposizione di eccezioni non rilevabili dufficio nel termine
indicato dallart. 180 secondo comma c.p.c.). 30
Nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, contrariamente ad un consolidato
orientamento della giurisprudenza di merito 31, la Suprema Corte con una recente
sentenza ha stabilito che lopponente, convenuto in senso sostanziale, non potendo
chiedere lo spostamento dudienza per la veste formale di attore che riveste, deve
chiedere al giudice, con lo stesso atto di opposizione di essere autorizzato a chiamare
in causa un terzo, non essendo abilitato per la particolare struttura e funzione del
giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, a chiamare in giudizio nellatto di
opposizione una pluralit di parti. 32
Rimane da definire un ultimo profilo relativo al processo che per il meccanismo delle
cd. chiamate a catena, acquisti una pluralit di parti.
Se si verifica tale evenienza occorre chiedersi se il giudice gi alla prima delle udienze
30
Cass. Sez. II 12 maggio 2000 n. 6092. Contra Trib. Terni, 29 novembre 1999, in
Giur. It. 2001, 1879, nota Socci. Il giudice di merito ritiene che in tutti i casi la
chiamata in causa del terzo ad opera dellattore non pu essere preclusa fino alla prima
udienza di trattazione.
31
Pret. Matera, 4/11/98 in Foro It. 1999, I, 3107 e Pret. Torino (ord) 18/7/96 e 31/7/96
in Giur. It, 1997,1,2,378-380.
32
Cass. Sez. I, 27 giugno 2000 n. 8718.
14
ex art. 180 c.p.c. deve concedere al convenuto originario il termine decadenziale per la
proposizione delle eccezioni processuali e di merito oppure se deve differire tale
adempimento all'udienza di verifica della costituzione del terzo.
Si deve chiarire se la fase introduttiva scandita normativamente in due sottofasi
destinate rispettivamente alle verifiche preliminari e all'effettiva trattazione pu essere
composta di udienze a contenuto misto quanto meno sotto il profilo delle decadenze
ad esse ricollegabili oppure se si deve procedere unitariamente e destinare le udienze
esclusivamente all'uno (le verifiche preliminari) od all'altra (la trattazione o meglio
l'interrogatorio libero) degli adempimenti indicati dal legislatore (33).
Il problema non privo di rilievo pratico perch incide sul regime delle decadenze
poste a carico del convenuto originario.
In una causa con una pluralit di parti il termine per la proposizione delle eccezioni
processuali e di merito non rilevabili d'ufficio pu essere notevolmente spostato in
avanti se lo si ancora per tutti all'esito della verifica della completezza del
contraddittorio.
Non pu infatti escludersi che il terzo una volta costituitosi ex art. 271 c.p.c. secondo
comma chieda ritualmente di chiamare in causa un'altra parte con conseguente
spostamento doveroso dell'udienza di prima comparizione.
La soluzione "unitaria" oltre ad evitare situazioni processuali troppo sbilanciate in
favore delle parti ultime entrate nel processo (34) coerente con il testo dellart. 180
c.p.c. secondo il quale il termine perentorio ha come "dies ad quem" la prima udienza
di trattazione.
Si deve segnalare, sempre in relazione al problema della moltiplicazione delle udienze
preparatorie quando nel processo entrino una pluralit di parti, una recente pronuncia
di merito con la quale si stabilito che nel caso in cui uno dei convenuti proponga
domanda riconvenzionale nei confronti di un altro convenuto non necessario lo
spostamento dudienza come nel caso della chiamata in causa del terzo in quanto la
domanda rivolta verso parti gi costituite e deve pertanto ritenersi conosciuta dal
destinatario con il deposito della comparsa di risposta, salva la necessit della
notificazione nel caso in cui la domanda riconvenzionale sia diretta verso un
convenuto contumace35.Il problema non si pone per l'integrazione del contraddittorio
dovuta a litisconsorzio necessario non potendosi evitare ex lege la trattazione unitaria
delle controversie e la posizione difensiva di partenza paritaria delle parti.
(33) La stessa riflessione con riferimento agli altri provvedimenti conseguenti alle
verifiche preliminari che hanno ad oggetto rinnovazione di atti, in B. CAPPONI loc.
ult.. ,cit., p. 25, il quale conclude anche se amaramente per la soluzione unitaria.
(34) Si pensi al caso in cui si proceda allinterrogatorio libero delle parti oroginarie
nell'udienza destinata limitatamente al terzo chiamato alle verifiche preliminari.
35
Trib. Milano, 19 giugno 1997 (ord) in Giur. It., 1998, I,2, 269.
15
Per la opposta soluzione adottata dalla Suprema Corte nel giudizio di opposizione a
decreto ingiuntivo vedi nota n.31.
(41) Cfr. Pretura Monza ord. 23-9-95 in Foro it., 1995, I, 3296, nel corso della quale
viene accolta questa tesi.
(42) Cos Tribunale Trani ord. 9-10-95 in Foro it., 1995, 1, 3295.
18
fino alla prima udienza di comparizione delle parti se il convenuto si sia costituito a tale
udienza.
In particolare la Corte ha evidenziato che lart.38 c.p.c. individua nella comparsa di
risposta latto in cui occorre formulare leccezione in oggetto senza riferirsi in
particolare alla costituzione tempestiva. Prima del 21 giugno 199543 era lart.167 nella
versione antevigente a stabilire che le eccezioni non rilevabili dufficio dovevano essere
prospettate nel termine di costituzione tempestiva. Escluse tali specifiche eccezioni
con il D.L. 21 giugno 1995 n.238 cui si deve lattuale formulazione dellart.180 c.p.c.,
dalle preclusioni che si consumano nel ventesimo giorno precedente ludienza ex
art.180 cpc leccezione di incompetenza territoriale derogabile deve essere formulata
nella comparsa di costituzione alludienza ex art.180 c.p.c.
C da chiedersi se leccezione sia da ritenersi validamente proposta secondo
lorientamento della Cassazione anche se formulata in una comparsa di costituzione
depositata nel termine di cui allart.180 cpc (quello cio destinato a far maturare le
decadenze in ordine alla proposizione delle eccezioni non rilevabili dufficio). La Corte
sembra derivare lo sbarramento temporale delludienza di prima comparizione
dallapplicazione dellart. 171 cpc che disciplina gli effetti della costituzione tardiva44.
Il secondo comma di tale disposizione prescrive infatti che se una delle parti si sia
tempestivamente costituita laltra pu costituirsi fino alla prima udienza, ferme per il
convenuto le decadenze maturate ex art.167 c.p.c., non contenente alcun richiamo
alleccezione di incompetenza territoriale derogabile.
Lorientamento espresso dalla Corte era gi presente nella giurisprudenza di merito
secondo la quale leccezione poteva essere proposta fino a che si potevano formulare
eccezioni non rilevabili dufficio 45.
In secondo luogo, rimane, anche con lo spostamento del termine di proponibilit
dell'eccezione di incompetenza territoriale derogabile, la diversa rilevabilit temporale
di tale eccezione rispetto alle altre fattispecie di incompetenza per le quali il termine
decadenziale (una volta tanto) indicato chiaramente nella prima udienza di trattazione.
In terzo luogo nelle fattispecie caratterizzate da una pluralit di fori concorrenti, quali i
rapporti obbligatori, la individuazione del giudice competente pu essere condizionata
dalla proposizione di un'eccezione che modifichi la qualificazione del rapporto.
Per numerose altre disposizioni (es. art. 168 bis u.c., art. 163 3 comma n. 7) la
indicazione meramente esemplificativa) non sussistono dubbi interpretativi: il
riferimento alla prima udienza va interpretato nel senso di udienza ex art. 180 c.p.c., in
43
19
I problemi interpretativi iniziano a sorgere quando si deve stabilire quali siano gli effetti
della rilevata invalidit del giudizio di primo grado.
Le soluzioni prospettate dalla giurisprudenza di legittimit sono state di tre tipi.
Si detto che il giudice dappello deve limitarsi a cancellare la causa dal ruolo 49 con la
conseguente possibilit delle parti di riassumerla entro lanno in primo grado.
Secondo un diverso orientamento, il giudizio deve essere rimesso in primo grado
introducendo una nuova fattispecie di rimessione oltre quelle tassativamente indicate
negli articoli 353 e 354 cpc50.
Infine va evidenziato lindirizzo che stato fatto proprio dalle Sezioni Unite della Corte
di Cassazione secondo il quale il giudice del gravame deve, una volta rilevata la nullit
del giudizio di primo grado, procedere alla rinnovazione degli accertamenti compiuti in
primo grado e decidere nel merito 51.
La scelta operata dalle Sezioni Unite appare del tutto condivisibile perch coerente
(ancorch relativa ad un giudizio trattato con il rito antevigente) con il favore del
legislatore della novella per la conclusione dei giudizi con decisioni di merito, come
attestato dalla disciplina della rinnovazione e della integrazione degli atti invalidi.
Le critiche a tale orientamento fondate sul salto di un grado di giurisdizione non
convincono di fronte alla diseconomicit delle contrapposte soluzioni incentrate sulla
totale regressione del giudizio ad un grado inferiore, contrariamente alla natura
giuridica del nostro giudizio di secondo grado.
La giurisprudenza rimane comunque consolidata in ordine alla necessit di cancellare la
causa dal ruolo in caso di costituzione tardiva di entrambe le parti quando il convenuto
non voglia profittare dellintroduzione della controversia o nel caso di tardiva
costituzione dellattore cui non segua la costituzione del convenuto, od infine nel caso
in cui lattore non si sia costituito ed il convenuto tardivamente costituitosi faccia
valere il vizio della costituzione tardiva.
La assolutezza dell'orientamento peraltro non fondata sull'interpretazione letterale del
rinvio all'art. 307 c.p.c., contenuta nell'art. 171 c.p.c. 1 comma stata aspramente
criticata da un'autorevole dottrina (52).
E stato rilevato che se il giudice concede un termine al convenuto costituito per
integrare l'atto difensivo rimasto incompleto per la tardiva costituzione dell'attore o
dispone la rinnovazione della citazione quando il convenuto non si sia costituito, nella
49
Cfr. Cass. 4/7/94 n. 6298 in Foro It. Rep. 1994 voce Appello Civile n. 64.
Cfr. Cass. 9/3/90 n.1928 in Foro It. Rep. 1990 voce Procedimento Civile n. 138.
51
Cfr. Cass. Sez. Un. Civili 3/10/95 n.10389 in Foro It. 1996, I, 1298 con nota di
Balena; nellopposizione a decreto ingiuntivo quando lopponente abbia richiesto
labbreviazione dei termini di comparizione ex art. 645 secondo comma c.p.c. i termini
di costituzione per lattore sono ridotti della met e lopposizione, in caso di
costituzione tardiva dellattore improcedibile ex art. 647 c.p.c.
(52) PROTO PISANI in "La nuova disciplina del processo Civile", Napoli, 1991,
p. 123.
50
22
stessa evenienza elimina ogni disparit di trattamento per le parti rimettendo pienamente
in termini la parte che aveva potuto confidare della mancata costituzione tempestiva
dell'avversario.
La sanatoria dovrebbe trovare applicazione per tutte le fattispecie di tardiva
costituzione dell'attore, secondo l'orientamento dottrinario citato, anche per quelle
effettuate successivamente al termine di cui all'art. 166 c.p.c..
La conclusione consegue al riconoscimento di una finalit esclusivamente difensiva al
rispetto del termine di costituzione.
Solo la mancata costituzione dell'attore, quando il convenuto abbia a sua volta omesso
di costituirsi, determina la sanzione della cancellazione della causa dal ruolo.
La costituzione ancorch intempestiva del convenuto produrrebbe un effetto
immediatamente sanante la invalidit conseguente alla tardiva costituzione dell'attore
anche se il convenuto si fosse costituito per eccepire la intempestiva iscrizione a ruolo
del giudizio da parte dell'attore.
La concessione di un termine per integrare l'atto difensivo e la restituzione in termini
per le decadenze gi verificatesi producono infatti lo stesso effetto della cancellazione
della causa dal ruolo, ponendo la parte convenuta nella stessa condizione processuale
conseguente alla notifica della citazione.
Secondo la Suprema Corte, al contrario, i termini di costituzione hanno rilievo
pubblicistico e devono essere osservati, non potendosi, in mancanza, ritenere
validamente instaurata la lite.
La soluzione della rinnovazione della citazione suggerita dalla dottrina, ritenuta
inapplicabile in quanto non prevista dalla legge (53) dalla Suprema Corte.
La soluzione della sanabilit della tardiva costituzione sembra preferibile.
In effetti con la rinnovazione della citazione o con la rimessione in termini per le
decadenze maturate il convenuto non subisce alcun svantaggio difensivo dalla tardiva
costituzione dell'attore.
Poich l'art. 307 c.p.c. riconosce alla tardiva costituzione di una parte la dignit
processuale di atto esistente, facendo conseguire precisi ed opposti effetti alla
iscrizione a ruolo entro od oltre il termine di cui all'art. 166 c.p.c., potrebbe essere
applicata la norma secondo la quale il giudice, quando sia possibile deve disporre la
rinnovazione degli atti, in considerazione anche del favore legislativo per la
instaurazione di procedimenti non viziati all'esito di un rigoroso vaglio, giudiziale
anticipato alla fase introduttiva.
La cancellazione della causa dal ruolo o la rinnovazione della citazione devono,
comunque, essere inequivocamente disposte alla udienza di prima comparizione
avendo ad oggetto accertamenti del tutto estranei all'oggetto della lite.
(53) Non risulta applicabile per analogia la disciplina normativa delle nullit stabilita
all'art. 162 1 comma in quanto la fattispecie della tardiva costituzione equiparata
quanto agli effetti alla mancata costituzione con conseguente inesistenza dell'atto da
sanare.
23
Pret. Pordenone 6/12/96 in Foro It. 1998, I, 300; conforme cass. 29/6/81 n. 4225 in
Foro It. Rep. 1981 voce Procedimento Civile n. 139.
55
M.Criscuolo in : Udienza di prima comparizione, relazione tenuta nella prima
settimana di studio relativa al tirocinio ordinario nel settore civile il 15-19 febbraio 1999
con ampia nota di dottrina e giurisprudenza degli anni 50 di accoglimento della tesi
esposta.
56
Cass.sez II, 16 luglio 1997 n.6481 in Giur.It.1998,I,1,1576 che si segnala anche per
il contrasto con le citate sezioni unite in ordine alle conseguenze del rilievo nei gravami
della tardiva od omessa costituzione dellattore. In questa pronuncia si dispone la
rimessione del giudice al giudice del grado precedente perch disponga la
cancellazione della causa dal ruolo.
24
Cfr. nota Ronco sent. ult. cit. Vedi anche Trib. Roma, 16 dicembre 1997 in Foro It.
1998, I, 2660. Il Tribunale ha stabilito che in caso di costituzione tardiva dellattore in
un procedimento con una pluralit di convenuti sufficiente la costituzione tempestiva
di almeno uno dei convenuti.
(58)Vedi la nuova formulazione dell'art. 181 c.p.c. per effetto della legge di
conversione 20-12-95 n. 534 del d.1. 19-10-95 n. 432 che abroga la novella e
reintroduce il previgente sistema della necessaria mancata comparizione reiterata per
due udienze per poter validamente disporre la cancellazione.
25
Questa soluzione non sembra in contrasto con il sistema della fase introduttiva ed
inoltre evita una eccessiva dilatazione temporale delle sessioni dedicate ai controlli
preliminari.
Di particolare rilievo il controllo sullesistenza e la validit della procura alle liti
conferita dalle parti ed in particolare la procura rilasciata alla parte che si costituita
per prima, generalmente lattore, in quanto requisito di validit della costituzione stessa
e conseguente della effettiva instaurazione del contraddittorio.
La giurisprudenza pi recente ha affrontato alcune questioni problematiche specifiche
e frequenti in materia di validit della procura che opportuno sottolineare.
In primo luogo va ricordata la sentenza delle Sezioni Unite con la quale stata
sanzionata di invalidit la procura conferita da una societ con firma illeggibile del
legale rappresentante se sia impossibile derivare il nome del legale rappresentante
dallesame del mandato.61
La Corte ha composto un contrasto tra le sezioni semplici affermando che la
certificazione dellautografia da parte del difensore postula che ne sia accertata
lidentit ed esige che,ne sia indicato il nome. Pertanto, quando n nellintestazione n
nel contesto dellatto processuale che contiene la procura risulti il nome della persona
fisica che lha conferita (perch non vi nominativamente indicato e la firma
illeggibile) lincertezza sulla persona del conferente, rende invalida la procura stessa (e
conseguentemente inammissibile il ricorso per cassazione nella fattispecie esaminata
dalla Corte). Precisa per la Corte che tale invalidit pu essere sanata con il deposito
di documenti che attestino la preesistenza al giudizio dei poteri rappresentativi del
legale rappresentante che ha apposto la firma illeggibile.
Lorientamento richiamato stato confermato dalla giurisprudenza di merito 62 in una
fattispecie in cui la parte non era stata in grado di documentare la preesistenza dei
poteri in capo al legale rappresentante che aveva apposto la propria firma in modo
illeggibile. In una recente sentenza la Suprema Corte ha confermato tale orientamento 63
fissando alcuni principi.
1) la certificazione ex art. 83 c.p.c. da parte del difensore dellautografia della
sottoscrizione della parte postula che ne sia accertata lidentit ed esige che ne sia
indicato il nome in quanto lincertezza sulla ersona che conferisce la procura
preclude lindagine sullesistenza effettiva dei poteri rappresentativi e sulla
conseguente validit della procura;
2) la sanatoria successiva pu avvenire solo sulla base di atti preesistenti al momento
del conferimento della procura;
3) la valutazione della rilevanza probatoria delle integrazioni documentali rimessa alla
discrezionalit del giudice di merito ed insindacabile in Cassazione;
4) la invalidit della procura per le ragioni sopraesposte non pu essere sanata
61
27
mediante la concessione del termine ex art. 182 c.p.c. in quanto la sussistenza dello
ius postulandi presupposto per la valida esistenza del rapporto processuale,
inoltre la concessione del termine ex art. 182 c.p.c. altres rimessa alla
insindacabile valutazione de giudice di merito.:
Il rigore di questultimo principio stato disatteso dalla giurisprudenza di merito che
ha invece ritenuto sanabile nel termine ex art. 182 c.p.c. loriginario vizio della procura
con firma illeggibile del legale rappresentante della persona giuridica non desumibile
dagli atti introduttivi. IL giudice di merito non ha ritenuto superabile il rilievo della
Suprema Corte secondo la quale linsanabilit deriva dal fatto che ex art. 182 c.p.c. la
sanatoria ha effetto ex tunc, fatti salvi per i diritti quesiti e pertanto anche le
preclusioni attinenti alla costituzione gi maturate. Ma se il termine viene concesso
alludienza ex art. 180 c.p.c. le evenutali conseguenze della mancata costituzione
tempestiva sarebbero solo quelle relative alla domanda riconvenzionale e alla chiamata
di terzo.64 In una recente sentenza delle sezioni unite65 stato infine affermato,
componendo un precedente contrasto tra le sezioni semplici, il principio della
irrilevanza della sottoscrizione della parte e del difensore in calce allatto introduttivo
del giudizio ai fini della configurabilit di un valido conferimento di procura, ancorch
lavvocato sia stato indicato quale difensore della parte nellintestazione dellatto. Si
deve registrare un trend sempre pi formalisitico della Suprema Corte in ordine ai vizi
della procura, forse dettato anche da inconfessate ragioni deflattive comprensibili nei
giudizi di legittimit ma non in quelli di merito dove le pronunce in rito hanno solo
leffetto di diluire ancora di pi nel tempo il raggiungimento di una risposta nel merito
delle domande di tutela azionate dalle parti.
Va anche menzionato il problema relativa alla validit della procura su foglio aggiunto.
La legge 27 maggio 1997 n.141 ha stabilito al riguardo che la procura si considera
apposta in calce anche se rilasciata su foglio separato che sia per congiunto
materialmente allatto cui si riferisce..
La disposizione non ha risolto i contrasti giurisprudenziali sulla validit della procura
in oggetto. Le prime pronunce successive alla novella sono state di segno diverso. Un
indirizzo pi rigorista ha ritenuto comunque invalida la procura su foglio aggiunto se il
mandato non contenga un espresso riferimento allatto cui si riferisce66.
Lorientamento pi estensivo si fonda invece sulla considerazione che con la legge
n.141 del 1997 la congiunzione materiale della procura allatto cui si riferisce
elemento sufficiente per ritenere la procura stessa come se fosse apposta in calce
indipendentemente dal contenuto del mandato 67.
Il contrasto interpretativo ha indotto le Sezioni Unite a prendere posizione nel senso
dellorientamento pi liberale in ordine alla validit della procura apposta su foglio
64
28
aggiunto68.
Un ultimo problema che pu investire il giudice nel controllo dellesistenza e della
validit dello ius postulandi riguarda la possibilit dopo la soppressione della figura del
procuratore legale della procura conferita a legale extra districtum.
La legge n. 27 del 1997 ha soppresso lalbo dei procuratori legali. Per i giudizi
introdotti dopo lentrata in vigore di tale legge non si pongono problemi interpretativi
in quanto lo ius postulandi conferito ad un avvocato extra districtum pienamente
valida.
I contrasti sono sorti in ordine ai giudizi introdotti prima di tale legge con un mandato
conferito ad un procuratore extra districtum. Una parte della giurisprudenza di merito
ha ritenuto che la nuova normativa abbia avuto unefficacia sanante dei giudizi ab
origine invalidamente introdotti in quanto la procura risulti conferita solo al legale extra
districtum e non al domiciliatario. Unaltra pronuncia ritiene invece che tale nuova
disposizione non possa applicarsi ai giudizi in corso in quanto non irretroattiva.
Il primo indirizzo argomenta dallart.11 preleggi per arrivare alla conclusione che la
legge da applicare quella vigente al momento della decisione con conseguente effetto
sanate. Laltro si fonda invece sul principio tempus regit actum con conseguente non
sanabilit del vizio originario.
Il contrasto sanato dalle Sezioni Unite nel senso dellirretroattivit della novella ha
trovato definitiva soluzione con la legge dinterpretazione autentica n.479 del 1999
art.8 con la quale si stabilito che lart. 6 della legge n.27 del 1997 applicabile a tutti
i giudizi in corso alla data della sua entrata i vigore e che il difensore munito di procura
pu svolgere in ogni caso il suo patrocinio senza limitazioni territoriali. 69.Peraltro la
soppressione della distinzione tra procuratori legali ed avvocati e la prescrizione
delliscrizione in un unico albo per entrambi non ha eliminato lattivit procuratoria, n
ha implicitamente abrogato lart. 82 r.d. 22 gennaio 1934 n.37, a norma del quale il
procuratore esercente extra districtum deve eleggere domicilio
presso la
circoscrizione del tribunale ove si trova lautorit giudiziaria ad ta, dovendosi in
mancanza ritenere eletto domicilio presso la cancelleria dellautorit giudiziaria adita 70.
68
Cass. Sez.un.10 marzo 1998 n.2642 in Foro It., 1998, I,961 e ss e Cass.28 febbraio
2000 n.2231 in Foro It. 2000, I,2550 nella quale confermato lorientamento secondo
il quale la procura rialsciata su foglio separato ma congiunto materialmente allatto
idonea a conferire certezza della proveninenza dalla parte del potee di rappresentanza e
a dar luogo alla presunzione di riferibilit della procura stessa al giudizio cui latto
accede..
69
Cfr. Cass. 28 settembre 2001 n.12133 sullefficacia della nuova legge n.479 del
1999.
70
Cfr. Cass. Sez.III 22 maggio 2001 n.6959. La necessit dellelezione di domicilio
non pu essere sospetta di incostituzionalit secondo la Suprema Corte in quanto non
determina una compressione del diritto del difensore ad organizzare liberamente il
proprio lavoro ma si limita a non onerare la parte che non ha scelto un difensore extra
29
c) controllo della validit degli atti introduttivi (artt. 164 -167 c.p.c.).
Il controllo del giudice riguarda in primo luogo la fattispecie di nullit dell'atto di
citazione contenute nellart. 164 c.p.c. lo. comma consistenti nella mancanza dei
requisiti essenziali della vocatio in ius (indicazione del giudice e dell'attore) nella
insufficienza del termine per comparire o nella mancanza dell'avvertimento sulle
"temperate" conseguenze della costituzione intempestiva.
Seguono quelle relative al contenuto espositivo dell'atto introduttivo (n. 3-4 art. 164: la
determinazione della cosa oggetto della domanda e l'esposizione degli elementi di fatto
e di diritto), da estendersi alla domanda riconvenzionale, anch'essa rinnovabile se
viziata da nullit, con provvedimento da assumersi in sede di verifiche preliminari.
Ci si deve per chiedere se il giudice disponendo la rinnovazione degli atti nulli ex ari.
164 c.p.c. deve sempre rifissare l'udienza di prima comparizione ex art. 180 c.p.c.
devono essere distinte le diverse evenienza processuali.
Le nullit rilevabili per la mancata costituzione del convenuto (art. 164 1 comma)
impongono la rifissazione di una udienza ex art. 180 c.p.c. perch la parte raggiunta
dalla citazione non ha ricevuto un atto idoneo a farle predisporre difese tempestive.
Alla stessa conclusione dovrebbe pervenirsi per l'inosservanza del termine a comparire
e per il mancato avvertimento delle conseguenze della costituzione intempestiva.
Anche per queste fattispecie il convenuto sia che non si costituisca sia che lo faccia al
solo fine di eccepire la nullit non stato posto nelle condizioni reputate adeguate dalla
legge, per potersi validamente costituire.
La stessa soluzione andrebbe in conseguenza adottata per il difetto di determinatezza
dell'oggetto e degli elementi di fatto e di diritto fondanti la pretesa attorea.
Al termine per la rinnovazione della citazione o per la integrazione della domanda qualora il convenuto si sia costituito, consegue la rifissazione dell'udienza destinata alle
verifiche preliminari, non potendosi porre a carico del convenuto un termine di
decadenza per la proposizione di eccezioni processuali e di merito senza avere la
preventiva conoscenza del rapporto dedotto in giudizio.
Una recente pronuncia di merito ha esaminato proprio il problema delle conseguenze
della mancata integrazione dellatto di citazione in ordine alla nuliit della domanda in
quanto indeterminata.
Il giudice di merito ha ritenuto che la specificazione causa di valore indeterminabile ex
art 9 cpc. fornita dalla parte cui era stata contestata lomessa specificazione del
quantum, sia del tutto insufficiente ad emendare la invalidit della domanda 71.
Si pongono per due interrogativi: la concessione del termine per la rinnovazione degli
atti non pu precedere quello relativo alla proposizione delle eccezioni processuali e di
merito quando il convenuto sia costituito e salva la rilevabilit del vizio non emendato
all'udienza ex art. 183 c.p.c. con riapertura per il convenuto del termine per la
districtum di oneri aggiuntivi relativi alle notifiche fuori circondario
71
Trib.Torino, sez iv, sent.17 dicembre 1998 in Guida al Diritto n. del 1999 pag.90.
30
In ordine alla non rinnovabilit ex art. 294 c.p.c. dellattivit difensiva e istruttoria da
parte del contumace che alleghi di essersi costituito con persona non abilitata
allesercizio dello ius postulandi Cass.16/2/2000 n.1711 in Foro It.2000,I,3244.
31
Devono, pertanto, essere ritenute inesistenti solo quelle notifiche cui non pu in alcun
modo conseguire la costituzione del convenuto, non risultando fenomenicamente
possibile che tale parte sia venuta, per effetto della eseguita notifica a conoscenza
dell'atto.
e) controllo sulle eventuali intervenute decadenze (art. 167 c.p.c.)
Ci si riferisce in particolare alla domanda riconvenzionale e alla chiamata di terzo
tardiva da parte del convenuto.
Il giudice deve far rilevare le decadenze fin dall'udienza ex art. 180 c.p.c. in modo che
le parti siano effettivamente messe nella condizione di incontrare le loro deduzioni
difensive sulle domande ed eccezioni formanti oggetto dellaccertamento giudiziale di
merito.
Deve essere esclusa in particolare ogni efficacia sanante alla cd. accettazione tacita
della controparte non essendo pi ammissibile riconoscere effetti giuridicamente
rilevanti al comportamento meramente inerte della parte e far discendere, come era
principio consolidato nel sistema previgente, l'estensione del petitum dalla
disattenzione del difensore.
Le decadenze, come per il processo del lavoro, sono prefissate a tutela dell'interesse
di rilievo pubblicistico della razionalit e rapidit del procedimento e sono
conseguentemente del tutto sottratte alla disponibilit delle parti ( 73).
La rilevabilit tempestiva delle decadenze costituisce una attivit doverosa e
particolarmente utile del giudice anche nelle fasi processuali successive, in modo da
non gravare l'oggetto della deliberazione finale di questioni estranee alla res iudicanda.
f) l'art. 181 1 comma: la mancata comparizione delle parti in prima udienza
Il testo dell'art. 181 c.p.c., risultante dalla L. 534/95 di conversione del d.1. 18-10-95
n. 432 dispone che se nessuna delle parti compare alla prima udienza, il Giudice fissa
un'udienza successiva, di cui il cancelliere d comunicazione alle parti costituite.
La "prima udienza" indicata nella disposizione non pu che coincidere con quella
disciplinata dall'art. 180 c.p.c. in quanto destinato al primo (in senso temporale oltre
che tecnico giuridico),confronto tra le parti.
Il rinvio va disposto senza la concessione del termine previsto dal secondo comma
dell'art. 180 c.p.c., perch l'oggetto del provvedimento del giudice il differimento
integrale della udienza di prima comparizione, in quanto non effettuata per la mancata
comparizione delle parti.
(73) Si porr fine alle molteplici rimessioni sul ruolo dovute a domande principali o
riconvenzionali non istruite perch introdotte caoticamente in corso di causa, magari in
una memoria allegata a verbale e non conosciuta dalla controparte.
32
Luso della facolt processuale esaminata deve essere moderato perch alla prima
udienza di trattazione largamente prevista la possibilit per le parti di dedurre e
scambiarsi memorie senza peraltro alcun potere limitativo del giudice.
La disposizione che crea maggiori difficolt interpretative rimane per quella che
stabilisce il differimento temporale della decadenza riguardante la proposizione delle
eccezioni non rilevabili d'ufficio.
Il legislatore ha previsto che "in ogni caso 76 fissa a data successiva la prima udienza
di trattazione, assegnando al convenuto un termine perentorio non inferiore a venti
giorni prima di tale udienza per proporre le eccezioni processuali e di merito non
rilevabili d'ufficio".
Prima della citata sentenza della Corte di Cassazione n. 6808 del 2000 erano state
prospettate due soluzioni una positiva ed una negativa.
La risposta negativa riconosce al termine in oggetto una funzione esclusivamente
difensiva e pertanto ne assoggetta la concreta applicabilit all'istanza di parte,
equiparandone il regime giuridico alle altre fattispecie in cui una facolt processuale
viene sottoposta con provvedimento del giudice ad una definitiva limitazione
temporale (cfr. art. 244 c.p.c. ultimo comma per le deduzioni istruttorie) (77).
La locuzione "in ogni caso" che apre la disposizione relativa alla concessione del
termine in oggetto andrebbe interpretata nel senso di quando al convenuto non lo si
pu rifiutare.
La risposta positiva poggia su pi salde basi normative e sistematiche.
La disposizione in esame introduce, in via generale, un nuovo regime giuridico delle
decadenze cui assoggettata la parte convenuta.
La conferma testuale proviene dall'art. 167 c.p.c. 2 comma, emendato della parte
relativa alla proposizione delle eccezioni processuali e di merito ed incontestatamente
applicabile per le decadenze rimaste ancorate alla costituzione ante causam anche al
convenuto contumace all'udienza di prima comparizione.
La soluzione opposta postula invece un regime di decadenze temporalmente diverso
per il convenuto tempestivamente costituito ex art. 167 c.p.c. e per quello che non
versi in tale condizione processuale.
Per il primo le decadenze relative alle eccezioni non rilevabili d'ufficio scatterebbero
nel termine di cui all'art. 180 c.p.c. 2 comma, per il secondo sarebbero tutte
anticipate al termine di venti giorni prima dell'udienza di prima comparizione.
La conclusione per priva di sostegno normativo proprio perch lart. 167 c.p.c.
secondo comma prescrive solo per le domande, riconvenzionali la proponibilit a pena
di decadenza nel termine indicato nell'art. 166 c.p.c.
La fissazione del termine ex art. 180 2 comma c.p.c. vale pertanto anche per il
convenuto non di prima comparizione, anche se il provvedimento che lo determina
76
36
non deve venire comunicato a tale parte sia che venga reso in udienza sia che sia
contenuto in un provvedimento riservato.
Lart. 176 2 comma, coordinato con l'art. 252 1 comma (78) regola la prima ipotesi.
La seconda deriva dall'applicazione dell'ari. 176 2 comma e 170 1 comma, ai sensi
dei quali i provvedimenti emessi fuori udienza vanno comunicati alle sole parti
costituite salvo che abbiano ad oggetto l'ammissione dell'interrogatorio formale ed il
giuramento decisorio del contumace per cui trova applicazione l'art. 292 1 comma
c.p.c..
Il problema della rinunciabilit del termine da parte del convenuto costituito e la
possibilit di non fissare la prima udienza di trattazione quando la causa gi matura
per la decisione sono stati affrotnati dalla Suprema Cote e illustrati anliticamente gi nel
capitolo III 1 della presente relazione.
I due profili sono direttamente collegati perch la mancata indicazione del termine per
proporre le eccezioni non rilevabili dufficio su richiesta della parte convenuta
logicamente prodromica alla omissione delludienza ex art. 183 c.p.c..
Lesame testuale della disposizione sembra escludere la legittimit del "salto" dalle
verifiche preliminari alla precisazione delle conclusioni omettendo di dedicare una
udienza alla trattazione della causa e di concedere il termine decadenziale ancorato a
tale udienza.
Residua un limitato margine di elusione dell'imperativo normativo in ogni caso
Si tratta del caso in cui la causa venga ritenuta dalle parti e dal giudice matura per la
decisione.
E insufficiente il mero consenso comune delle prime o la sola valutazione
discrezionale del secondo perch da un lato al giudice non pu venire sottratto il
potere-dovere di rilievo pubblicistico di direzione del procedimento; dall'altro, la
disposizione esclude l'esistenza di un potere discrezionale del giudice, imponendogli al
contrario "in ogni caso" e non quando lo ritenga necessario od opportuno, la
prefissione del termine.
La corretta interpretazione della locuzione sembra pertanto ogni caso in cui le parti
non sono d'accordo sul contrario ed il giudice non consenta(79).
Deve essere infatti sottolineato che l'art. 80 bis disp. att. non stato abrogato e
pertanto astrattamente possibile ritenere la causa matura per la decisione e rinviare
(78) Lart. 176 2 stabilisce che i provvedimenti resi in udienza si intendono conosciuti
dalle parti presenti e da quelle che dovevano comparire. Lart. 292 1 comma che si
devono portare a conoscenza del contumace solo provvedimenti ammissivi di
interrogatorio formale.
(79) Ad analoga conclusione pervengono BALENA in op. ult. cit. p. 322 e CAPPONI
op. ult. cit. p. 13.
37
b)
bis e ter.
Tali istanze potrebbero essere ritenute inammissibili all'udienza ex art. 180 c.p.c.
quando la parte contro cui sono dirette intende esercitare validamente il proprio diritto
di distribuire il proprio onere difensivo secondo la scansione di legge salvo nella
soluzione contraria assicurare il pieno rispetto del contradditorio e la possibilit di
esercitare sia pure in un termine temporalmente contratto tutte le difese non precluse..
Un'applicazione residuale potrebbe essere ravvisata quando le parti chiedono
entrambe di passare direttamente alla fase deliberativa, ed una di esse formula istanza
ex art. 186 bis o ter.
In tutte le altre controversie in cui le parti od il giudice nonostante il diverso iniziale
avviso delle parti, decidono di procedere secondo l'ordine temporale delle fasi
processuali volute dalla legge, non pu farsi discendere alcuna conseguenza
probatoria - quale la non contestazione o la sussistenza dei requisiti per l'ingiunzione dall'incompleta difesa di una parte dovuta alla facolt processuale di differirne la
devoluzione in giudizio ex lege.
La conclusione negativa pu essere applicata all'art. 186 quater, salva la applicazione
residuale sopra evidenziata.
42
TRIBUNALE
DI
IVREA
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE
in persona del Giudice monocratico dott. Gianluigi MORLINI
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
AI SENSI DELLART. 281 SEXIES C.P.C.
nella causa civile iscritta al n. 203/2000 R.G. Cont.
promossa
da
BALOCCO Massimo, residente in San Giusto Canavese, via Massimo DAzeglio n. 3, elettivamente domiciliato in San
Giusto Canavese, viale Trieste n. 9, presso lo studio dellavv. Domenico Ozzello e dellavv. Anna Ronchetto, che lo
rappresentano e difendono sia congiuntamente che disgiuntamente per delega in data 17/1/2000, posta a margine
dellatto di citazione;
- a t t o r econtro
ADDA Ugo, residente in Caluso, corso Marconi n.113, rappresentato e difeso dallavv. Loredana AGNETIS del foro di
Torino e dallavv. Giancarlo BERTONE del Foro di Ivrea per delega in data 09/3/2000 in calce alla citazione notificata, con
elezione di domicilio presso il secondo in Ivrea, via Palestro n.30.
-
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c o n v e n u t o
CONCLUSIONI DELLATTORE:
In via preliminare e pregiudiziale: Voglia lOn.le Tribunale di Ivrea, Giudice Istruttore designato, dichiarare tardiva e
pertanto inammissibile la domanda riconvenzionale, formulata dal convenuto, per i motivi di cui alla memoria in causa del
29/6/2000 e per leffetto rigettare listanza di emissione di ingiunzione di pagamento con ordinanza ai sensi dellart. 186 ter
c.p.c.. Qualora non ritenesse di dichiarare la tardivit e linamissibilit della domanda riconvenzionale, Voglia lOn.
Tribunale di Ivrea, Giudice Istruttore designato, in ogni caso respingere listanza del convenuto in punto concessione
ordinanza ai sensi dellart. 186 ter c.p.c., in quanto le gravi inadempienze e negligenze non sono solo fondate su prova
scritta, ma risultano palesemente dal comportamento omissivo, tenuto dal convenuto Ugo Arch. Adda, a fronte di precise
disposizioni di legge in materia, come ampiamente esposto nella narrativa degli atti difensivi di parte attrice.
Nel merito: Voglia lOn.le Tribunale di Ivrea, contrariis reiectis e previe le declaratorie e le istanze istruttorie tutte del
caso, dichiarare tenuto e per leffetto condannare il Convenuto sig. ADDA Arch. Ugo al risarcimento dei danni patiti e
patenti dallAttore, a causa della negligenza nonch imperizia professionale del Convenuto medesimo, danni patrimoniali,
che si quantificano complessivamente in 60 milioni, di cui a) . 50 milioni, a titolo di somma risultante dalla differenza di
costi tra loriginaria risistemazione del tetto ed il rifacimento totale dello stesso, b) . 6.069.456, a titolo di oneri urbanistici
aggiuntivi versati, c) la rimanenza per il costo della perizia asseverata o in quellaltra veriore somma, da accertarsi in corso
di causa, previa, se del caso, espletamento C.T.U.. Voglia altres lOn.le Tribunale di Ivrea dichiarare tenuto e condannare
il Convenuto al pagamento di una somma di denaro, da liquidarsi in via equitativa dal Giudice adito, a titolo di
risarcimento danni morali dallAttore patiti e patenti.
Con favore delle spese, dei diritti ed onorari di causa.
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In via riconvenzionale: previa in ogni caso emissione con ordinanza ex art. 186 ter c.p.c. di ingiunzione di pagamento
dellimporto di 58.571.079 (importo liquidato, dedotto lacconto percepito, tributi di legge e . 532.500 per costo
liquidazione parcella) quale risultante dallallegata documentazione costituita da parcella vidimata dallOrdine
Professionale competente, dichiararsi tenuto e condannarsi lattore sig. BALOCCO Massimo al pagamento del predetto
importo di L. 58.571.079, corrispondente alle competenze professionali spettanti allarch. Ugo Adda per lattivit
professionale prestata in favore dellattore, oltre gli interessi e la rivalutazione di legge;
Riservato ogni altro diritto anche in ordine ai danni.
In ogni caso con le spese anche dellemananda ingiunzione, oltre i tributi di legge.
Con atto di citazione ritualmente notificato a controparte, Massimo Balocco conveniva in giudizio
Ugo Adda, domandando la sua condanna al pagamento della complessiva somma di . 60.00.000.
Rilevava lattore di avere conferito allAdda un incarico professionale di progettista e di direttore dei lavori
relativamente ad un immobile sito in San Giusto Canavese, e che il negligente comportamento del
convenuto aveva reso necessaria dapprima la revoca dellincarico e successivamente la richiesta risarcitoria
in sede giurisdizionale.
Si costituiva in giudizio parte convenuta, resistendo alle richieste ex adverso e proponendo altres
domanda riconvenzionale di pagamento di . 58.571.079 per attivit professionale svolta a favore del
Balocco e da lui non retribuita. Per tale somma, chiedeva emettersi ingiunzione ex art. 186 ter c.p.c..
Alludienza ex art. 180 c.p.c. del 31/5/2000, il Giudice sollevava dufficio la questione della
tardivit della domanda riconvenzionale spiegata dal convenuto, ed invitava le parti a prendere posizione sul
tema con le memorie ex art. 180 comma 2 c.p.c.. Dopo il rituale scambio di memorie, alludienza del
22/9/2000 le parti discutevano la questione, parte attrice faceva propria leccezione di decadenza ed il
Giudice fissava poi udienza di precisazione delle conclusioni al 28/11/2000.
In tale udienza, i procuratori rassegnavano le conclusioni sopra trascritte, ed il Giudice decideva
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con la presente sentenza letta in udienza dopo avere discusso la causa ex art. 281 sexies c.p.c..
punto si formata, lascia sostanzialmente intendere che nel nuovo rito deve valere lopposto principio della
rilevabilit dufficio.
In realt, come autorevole dottrina ha sottolineato, la rilevabilit dufficio della tardivit della domanda
riconvenzionale deve essere desunta dalla conforme posizione della Suprema Corte in tema di rito del
lavoro, sicuramente molto pi simile al vigente rito ordinario di quanto sia assimilabile il vecchio rito
ordinario allattuale (cfr. in particolare Cass. Sez. Lav. n. 717/1997, Cass. Sez. Lav. n. 1335/1992, Cass.
n. 3111/1988 e Cass. Sez. Un. n. 6423/1981 sulla rilevabilit dufficio delle decadenze previste dallart.
416 c.p.c.). Di ci ne consapevole anche la giurisprudenza di merito formatasi sul vigente codice di
procedura, che ha gi statuito, in un caso speculare al presente, la rilevabilit dufficio della decadenza del
convenuto dalla facolt di chiamare il terzo in causa per non avere formulato tale richiesta in una comparsa
depositata venti giorni prima delludienza ex art. 180 c.p.c. (Trib. Milano ord. 19/12/1995)
Ci posto e ritenuto necessario procedere ad una pronuncia di inammissibilit con sentenza parziale
relativamente alla domanda riconvenzionale, il giudizio deve proseguire coma da separata ordinanza.
P. Q. M.
Tribunale di Ivrea
Il G.I., in funzione di giudice monocratico
Ivrea, 28/11/2000
IL GIUDICE
dott. Gianluigi MORLINI
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IL COLLABORATORE DI CANCELLERIA
Geom. Vincenzo GURGONE
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TRIBUNALE
DI
IVREA
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE
in persona del Giudice monocratico Dott. Gianluigi MORLINI
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
AI SENSI DELLART. 281 SEXIES C.P.C.
nella causa civile iscritta al n. 202/1999 R.G. Cont.
promossa
da
A. BIANCHINI INGENIERO S.A, corrente in Barcellona, in persona del suo procuratore legale rappresentante protempore, Massimo Guarnieri Minnucci, elettivamente domiciliata in Ivrea, P.zza Municipio 6, presso lo studio dellavv.
Pietro CECCHIN, che la rappresenta e difende unitamente allavv. Gianluigi MATTA del Foro di Torino, per delega in
data 8.6.1999, posta a margine della comparsa per riassunzione di causa.
-attricecontro
PRO-ME sas, corrente in Strambino, in persona del suo legale rappresentante sig. Mestrinaro Andrea, elettivamente
domiciliata in Strambino, Via Ivrea n. 4, presso lo studio dellavv. Lodovico GAUDIOSI, che la rappresenta e difende
unitamente allavv. Antonio PAPPALARDO, per delega in data 9.12.1999, posta a margine della citazione di terzo in
causa.
-co nvenuta-
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e contro
GUARNIERI MINUCCI Alessandro, residente in Barcellona, elettivamente domiciliato in Ivrea, P.zza Municipio n. 6,
presso lo studio dellavv. Pietro CECCHIN, che lo rappresenta e difende unitamente allavv. Gianluigi MATTA del Foro
di Torino, per delega indata 5.7.2000, posta in calce alla copia notificata dellatto di citazione di chiamata di terzo in causa.
- terzo chiamato OGGETTO: Risoluzione contratto.
Assegnata a decisione alludienza del 18/12/2000.
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
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con ordinanza riservata 11/12/2000, fissava udienza di precisazione delle conclusioni e discussione ex art.
281 sexies c.p.c..
Alludienza del 18/12/2000, le parti precisavano le proprie conclusioni come sopra trascritte e
discutevano la causa con il Giudice, che provvedeva come da presente sentenza e motivazione contestuale
letta in udienza.
MOTIVI DELLA DECISIONE
a) Non pu esservi dubbio sul fatto che, con lintegrazione della citazione del terzo, la Pro. Me abbia
sanata la nullit della stessa sotto il profilo del petitum, ma non anche sotto quello della causa petendi.
Infatti, una lettura comparata della originaria citazione e dellatto di integrazione, evidenzia come il
convenuto non abbia in alcun modo provveduto allesposizione dei fatti e degli elementi di diritto
costituenti le ragioni della domanda ex art. 163 comma 3 n. 3 c.p.c.Di ci, tutto sommato, consapevole la stessa difesa della Pro. Me, che ha chiesto il rigetto
delleccezione di nullit argomentando da due diversi profili, e cio ritenendo che la costituzione del
terzo sani ipso iure la nullit; e che, comunque, il terzo abbia potuto avere conoscenza della causa
petendi con la lettura della comparsa di risposta, posto che gli avvocati difensori del terzo chiamato
sono gli stessi dellattore.
Tale tesi, peraltro, non pu essere accolta.
b) Sotto il primo profilo, facile replicare che la costituzione della controparte (nel caso di specie, del
terzo Guarnieri Minucci), idonea a sanare la nullit della citazione solo nel caso di nullit della vocatio
in ius, e non gi della editio actionis. Ci chiaramente esplicato dal codice di procedura civile, che
allart. 164 comma 3 c.p.c. chiarisce i termini nei quali la costituzione della controparte sana i vizi della
vocatio in ius, mentre allart. 164 commi 4 e 5 non fa menzione di possibilit alcuna di ritenere sanato
il vizio della editio actionis a seguito della costituzione della controparte. Daltronde, anche
intuitivamente, sarebbe illogico ritenere sanata la nullit del petitum e della causa petendi della
citazione, a seguito della costituzione di una parte che chiarisce di non potere difendersi, proprio perch
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manca una domanda e la ragione a supporto della stessa: anche da questo profilo, quindi, non pu
certo essere esclusa la pronuncia di nullit ex art. 156 comma 3 c.p.c., posto che latto non ha in alcun
modo raggiunto il proprio scopo.
c) Parimenti, deve essere disattesa largomentazione della Pro. Me circa la conoscenza aliunde del
Guarnieri Minucci delle ragioni della domanda ex adverso, a seguito della lettura della comparsa di
risposta. Infatti, anche a volere ammettere, in ipotesi, che la causa petendi della domanda formulata
dalla Pro Me. nei confronti del Guarnieri Minucci, sia enucleabile dalla comparsa di risposta con la
quale la Pro. Me. stessa si oppone alle domande della Bianchini (il che comunque tuttaltro che certo,
posto che anche dalla comparsa di risposta non facilmente comprensibile la ragione della domanda
della Pro. Me nei confronti del Guarnieri Minucci), ci non toglie che la nullit della citazione del terzo
deve comunque essere dichiarata.
Occorre al proposito chiarire che, contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa Pro. Me. in udienza
di discussione, non vi prova che la comparsa di risposta sia stata notificata al terzo in uno con la
citazione, posto che non solo la relata di notifica non ne fa cenno, ma lo stesso atto originale notificato
dalla Pro. Me e poi depositato agli atti, che non contiene alcun allegato.
Quanto poi allosservazione che la comparsa sarebbe comunque conosciuta dal terzo, perch il
difensore del Guarnieri Minucci lo stesso della Bianchini, appena il caso di osservare che il
meccanismo formale di notificazione non pu essere sostituito dalla presunzione di conoscenza del
contenuto della stessa per il tramite dellavvocato difensore della parte.
d) Ci posto, ed acclarato che la Pro. Me. non ha provveduto a sanare la nullit della citazione del terzo
nel termine perentorio concesso dal Giudice, ritiene il Tribunale che la nullit stessa vada accertata con
sentenza.
Infatti, in assenza di contributi giurisprudenziali sul punto noti a questo Giudice, deve escludersi la
possibilit della concessione di un secondo termine per integrare la citazione. Impone questa
conclusione innanzitutto un argomento giuridico, posto che il termine per integrare dichiarato dalla
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legge perentorio, e la stessa ordinanza 7/7/2000 ha ribadito tale natura. Inoltre, a supporto di tale
conclusione, vi poi anche un argomento logico, poich, diversamente opinando, si potrebbe giungere
ad una serie indefinita di rinvii ex art. 180 c.p.c., tutti volti a sanare la nullit della citazione del terzo,
con ovvio pregiudizio delle eventuali ragioni dellattore e sostanziale violazione dellart. 111 comma 2
Cost., laddove si prescrive, anche in ordine al processo civile, la necessit di una sua ragionevole
durata.
Detto dellimpossibilit della concessione di un nuovo termine per integrare la citazione, lelemento
problematico diviene quello di individuare lo strumento provvedimentale con il quale accertare la nullit.
Ritiene il Giudice, sempre in assenza di giurisprudenza sul punto, che non possa essere applicato
analogicamente alla nullit dell editio actionis, lart. 164 comma 2 c.p.c., espressamente dettato in
tema di nullit della vocatio in ius, posto che lordine di cancellazione della causa dal ruolo e
lestinzione ex art. 307 c.p.c., appaiono integrare un meccanismo che presuppone la mancata
costituzione della controparte, lomissione della rinnovazione e la conseguente non necessit di
provvedere sulle spese di lite.
Nel caso oggetto di causa, invece, vi costituzione di controparte, trattasi di integrazione e non
rinnovazione della notifica, necessario provvedere anche alle spese di lite e garantire al soccombente
la possibilit di appellare la decisione, stante il contenzioso tra il Guarnieri Minucci e la Pro. Me. sulla
nullit o meno della notifica.
Pertanto, concludendo sul punto ed aderendo alla posizione seguita dalla pi autorevole dottrina
processualcivilistica, ritiene il Giudice che il termine per integrare la notifica ex art. 164 comma 5 c.p.c.
non sia rinnovabile, e che in caso di mancata integrazione la causa debba essere definita con sentenza e
non con ordinanza ex art. 164 comma 2 c.p.c.Giusto tutto quanto sopra esposto, deve essere allora dichiarata con sentenza parziale la nullit della
citazione del terzo operata dalla Pro. Me nei confronti di Guarnieri Minucci, mentre deve proseguire la
causa tra la Bianchini e la Pro. Me. Le spese di lite relativamente al rapporto processuale tra Pro. Me.
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IL COLLABORATORE DI CANCELLERIA
Geom. Vincenzo GURGONE
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Il Giudice,
-
rilevato che la causa prosegue tra Bianchini Ingeniero S.A. e Pro. Me s.a.s. di Mestrinaro & C.;
considerato che non sono state chiesti dalle parti i termini di cui allart. 183 comma 5 c.p.c.;
ritenuto che debbono allora concedersi i termini perentori per deduzioni e produzioni istruttorie;
P.Q.M.
Concede alle parti termine perentorio fino 15/5/2001 per deduzioni e produzioni istruttorie, termine perentorio fino al
15/6/2001 per prova contraria, rinviando per i provvedimenti di cui allart. 184 c.p.c. alla udienza del 4/7/2001 ore 10 al fine
di decidere sulle istanze istruttorie.
Ivrea, 18/12/2000.
Il Giudice
Gianluigi Morlini
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- Con ordinanza 28/7/1999 il G.I., ritenuta sussistente nella presente causa unipotesi
di litisconsorzio necessario, ordinava lintegrazione del contraddittorio nei
confronti di Mussatto Antonio entro il 31/3/2000
- alla odierna udienza, parte attrice ha dedotto lavvenuto decesso del terzo chiamato
Mussatto Antonio, nei confronti del quale doveva essere integrato il
contraddittorio; ed ha prodotto una notifica non andata a buon fine nei confronti
del presunto erede del Mussotto, con lettera spedita il 30/3/2000;
- parte convenuta ha domandato di dichiarare la cancellazione della causa dal ruolo
ex art. 270 comma 2 c.p.c., a seguito della mancata citazione del terzo;
RITENUTO CHE
- deve allora verificarsi leffettivo decesso del Mussatto e procedersi alla integrazione
del contraddittorio nei confronti degli eredi
P.Q.M.
- Rinvia alludienza del 14/6/2001 ore 9,30;
- ordina a parte attrice di documentare lavvenuto decesso di Antonio Mussatto,
depositando a tale udienza apposita documentazione;
- ordina a parte attrice di provvedere alla integrazione del contraddittorio nei
confronti degli aventi causa del Mussatto entro il 10/4/2001.
Ivrea, 17/11/2000
Si comunichi
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