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Nel 1956 termina gli studi e si trasferisce a Praga da dove, l'anno seguente,
riesce a scappare dal regime del blocco comunista raggiungendo l’Austria. Da
qui si muoverà prima a Vienna, poi a Ginevra, per poi raggiungere, nel 1958,
Parigi.
Le sue prime opere firmate "Christo" sono
dei dipinti astratti e degli
impacchettamenti di oggetti (bottiglie,
bidoni, cartoni, tavoli ecc.) o di modelli
viventi nella tela o nella plastica. Questi
lavori suscitano interesse negli amici.
È del 1961, invece la loro prima collaborazione nel porto di Colonia a cui segue
l'anno seguente a Parigi la loro prima opera monumentale: Rideau de Fer, un
muro di barili d'olio a bloccare rue Visconti, nei pressi della Senna, in segno di
protesta al muro di Berlino.
Emigrati negli Stati Uniti nel 1964, cominciano a realizzare dei progetti di
ampio respiro, intervenendo in maniera diretta quanto effimera su edifici,
monumenti o paesaggi interi.
I due artisti sono artefici della Land art: intervengono sul paesaggio e lo
modificano, nel loro caso in maniera provvisoria. Sono noti soprattutto per le
opere realizzate con il tessuto, "imballando" monumenti o stendendo lunghi teli
in luoghi naturali.
Ci pensava dal 1961, quando con la sua compagna d’arte e di vita Jeanne-
Claude si trasferì in una piccola stanza con vista sul monumento. Dopo tutto
questo tempo passato a progettare l’atto finale di questo spettacolo, soltanto
la pandemia è riuscita a fermare l’artista bulgaro Christo Vladimirov Javacheff,
che ha sempre portato avanti le idee e il ricordo della moglie Jeanne-Claude
Denat de Guillebon, scomparsa nel 2009.
Christo muore il 31 maggio 2020 all'età di 84 anni senza mai aver potuto
mostrarci la sua opera più importante.